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Legislatura IX - Commissione IV - Verbale del 12/04/2011 antimeridiano

    Testo

                         Verbale n. 6
    Seduta del 12 aprile 2011
    Il giorno 12 aprile 2011 alle ore 9.00 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro 50, la
    Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali convocata
    con nota Prot. n. 11421 del 7 aprile 2011.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    CONSIGLIERE RUOLO GRUPPO ASSEMBLEARE VOTI
    DONINI Monica Presidente Federazione della 2 presente
    Sinistra
    PIVA Roberto Vice Partito Democratico 5 presente
    Presidente
    VECCHI Alberto Vice PDL - Popolo della 5 presente
    Presidente Libertà
    CARINI Marco Componente Partito Democratico 5 presente
    CORRADI Roberto Componente Lega Nord Padania 4 presente
    Emilia e Romagna
    COSTI Palma Componente Partito Democratico 2 presente
    DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Andrea Beppegrillo.it
    FIAMMENGHI Componente Partito Democratico 2 presente
    Valdimiro
    GRILLINI Franco Componente Italia dei Valori - 2 assente
    Lista Di Pietro
    LEONI Andrea Componente PDL - Popolo della 2 presente
    Libertà
    MARANI Paola Componente Partito Democratico 2 presente
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
    MONTANI Daniela Componente Partito Democratico 2 presente
    MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 assente
    MUMOLO Antonio Componente Partito Democratico 2 presente
    NALDI Gian Guido Componente Sinistra Ecologia 2 presente
    Libertà - Idee Verdi
    (S.E.L. - Verdi)
    NOÈ Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 assente
    POLLASTRI Andrea Componente PDL - Popolo della 4 presente
    Libertà
    RIVA Matteo Componente Italia dei Valori - 2 presente
    Lista Di Pietro
    È presente il consigliere Gabriele FERRARI in sostituzione della
    consigliera Roberta MORI.
    Sono altresì presenti l'assessore alle Politiche per la salute Carlo
    LUSENTI e il consigliere Luciano VECCHI.
    Hanno partecipato alla seduta: M. Martini (Direttore generale Sanità
    e Politiche Sociali), C. Cicognani (Serv. Informazione), M. Veronese
    (Resp. Serv. Coordinamento Commissioni assembleari).
    Presiede la seduta: Monica DONINI
    Assiste la Segretaria: Nicoletta Tartari
    Resocontista: Maria Giovanna Mengozzi
    La presidente DONINI dichiara aperta la seduta alle ore 9,10.
    Sono presenti i consiglieri Carini, Costi, Defranceschi, Ferrari,
    Leoni, Marani, Piva, Pollastri, Riva.
    - Approvazione del verbale n. 4 del 2011.
    La Commissione approva all'unanimità dei presenti.
    - Informativa dell'Assessore alle Politiche per la salute Carlo
    Lusenti sulle verifiche svolte dal gruppo di lavoro sulle attività
    dei centri cardiologici di emodinamica della Regione, con
    particolare riferimento all'Unità Operativa di Cardiologia
    dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
    La presidente DONINI introduce l'argomento, evidenziando che grazie
    alla disponibilità dell'assessorato è stato possibile programmare
    l'informativa in esame, riguardante le verifiche svolte dal gruppo
    di lavoro istituito dall'Agenzia sanitaria e sociale regionale sulle
    attività dei centri cardiologici di emodinamica della regione.
    Precisa che il gruppo di lavoro non ha terminato la propria
    attività, limitandosi per il momento a valutare l'attività
    dell'Unità operativa di cardiologia dell'Azienda
    ospedaliero-universitaria di Modena. Successivamente lo stesso
    procederà, infatti, ad estendere le proprie verifiche alle diverse
    realtà, sia pubbliche che private, presenti sul territorio
    regionale. Comunica di aver ricevuto dal consigliere Defranceschi la
    richiesta di avere a disposizione la versione completa della
    relazione conclusiva del gruppo di lavoro e non solo l'estratto
    inviato unitamente alla convocazione. Ringrazia la direttrice
    generale Mariella Martini e l'assessore Carlo Lusenti per essere
    intervenuti, demandando l'illustrazione dell'informativa a
    quest'ultimo.
    Entrano i consiglieri Corradi, Naldi, Montani e Luciano Vecchi.
    L'assessore LUSENTI evidenzia come l'informativa abbia ad oggetto un
    tema che negli ultimi mesi ha avuto risalto pubblico e che ha dato
    luogo a due informative davanti alla Giunta, una di carattere
    preventivo rispetto all'avvio dei lavori ed una conclusiva di questa
    prima fase. Come ricordava la Presidente, il gruppo di lavoro non ha
    terminato la propria attività, in quanto il compito affidatogli si
    estende alla rete dei laboratori delle strutture di emodinamica
    della regione. Ciò in quanto il tema della linea di confine tra le
    procedure endovascolari (ovvero di dilatazione delle arterie) è
    scientificamente dibattuto e pertanto la delimitazione delle
    competenze degli emodinamisti, dei chirurghi vascolari, dei
    radiologi interventisti è una questione discussa in tutto il mondo
    medico, anche a livello internazionale. Capire, dunque, come si
    svolge l'attività di questo tipo di strutture e com'è cambiata negli
    anni riveste un interesse generale. Detto questo da un punto di
    vista generale, la relazione presentata dal gruppo di lavoro
    riguarda nello specifico l'attività svolta nel laboratorio di
    emodinamica dell'Unità operativa di cardiologia del Policlinico di
    Modena. L'interesse sulla questione nasce da una segnalazione
    effettuata da un'associazione di pazienti modenese, Gli Amici del
    Cuore , associazione fondata da due decenni, molto partecipata e
    solida, che vanta un rapporto di lungo periodo con la sanità del
    relativo territorio. La segnalazione operata dall'associazione
    esprimeva, in particolare, preoccupazione rispetto ad alcune
    attività svolte in quel centro. Precisa che, poiché l'assessorato
    riceve decine di segnalazioni, petizioni, richieste di chiarimenti e
    di approfondimenti ogni settimana, sebbene la fama di
    quest'associazione sia indiscussa e meritata, è stato svolto un
    primo livello di verifica interno, al fine di accertare che i fatti
    segnalati trovassero riscontro nella banca dati regionale. Poiché
    questo primo livello di verifica confermava che alcuni dati macro
    (numerosità di certe tipologie di intervento, utilizzo di tecniche
    innovative) erano coerenti con le preoccupazioni segnalate, prima
    che la vicenda acquisisse qualsiasi evidenza pubblica, che il
    Codacons inviasse qualsivoglia segnalazione e che la Procura agisse,
    la Giunta è stata informata e si è istituito il gruppo di lavoro,
    costituito da professionisti di riferimento nelle attività oggetto
    di valutazione. Chiarisce che il termine commissione è stato
    utilizzato dalla stampa in modo approssimativo: questo gruppo di
    lavoro è, infatti, composto da professionisti, ai quali, su mandato
    conferito all'Agenzia per i servizi sanitari della Regione dalla
    direzione generale dell'assessorato, è stato attribuito un compito
    di approfondimento dal punto di vista tecnico-professionale ed
    organizzativo. È la prima volta che viene istituito un gruppo
    tecnico con queste finalità e con questa composizione. In
    precedenza, i rari casi in cui furono istituite commissioni di
    indagine vere e proprie riguardavano episodi singoli, già oggetto di
    interesse da parte della magistratura. Si ricordano in tale senso il
    caso Mainetti dell'Ospedale Maggiore ed il caso Lanzoni verificatosi
    al reparto di urologia dell'Ospedale Sant'Orsola. Si trattava di
    eventi drammatici, ossia di decessi, in relazione ai quali erano già
    partiti avvisi di garanzia da parte della Procura della Repubblica.
    Nulla di tutto ciò è avvenuto nel momento in cui si avvia
    l'approfondimento in relazione al caso di specie. Questo gruppo di
    audit rafforzato è composto da: due primari cardiologi emodinamisti,
    direttori della cardiologia, rispettivamente, dell'Ospedale Maggiore
    di Bologna e dell'Ospedale di Santa Maria Nuova di Reggio Emilia;
    due direttori della chirurgia vascolare, rispettivamente,
    dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara e dell'Ospedale
    Maggiore; il direttore della medicina legale dell'AUSL di Bologna;
    una dirigente regionale esperta in materia di governo/audit clinico,
    appartenente all'Agenzia socio-sanitaria. Sulla base della
    segnalazione ricevuta, il gruppo di approfondimento ha definito un
    metodo, considerando che l'attività svolta dall'unità operativa
    oggetto di valutazione ammonta a più di 2.000 ricoveri e a più di
    700 procedure endovascolari all'anno: al fine di approfondire ciò
    che veniva segnalato non era necessario esaminare tutta questa
    attività, risultando sufficiente limitare la verifica ad una parte
    della stessa. Il metodo di lavoro individuato è stato quindi quello
    di estrarre 51 cartelle cliniche, riferite a procedure endovascolari
    su arterie periferiche (ossia extracoronariche, facenti parte
    dell'attività extracardiaca) e a procedure cardiache non coronariche
    molto innovative, attuate mediante l'utilizzo di device e di altre
    nuove tecniche. Chiarisce che non si tratta, come scritto da alcuni
    giornali, di sperimentazioni - queste ultime risultano regolamentate
    da una normativa specifica e sono oggetto di vigilanza da parte del
    Comitato etico provinciale di Modena - bensì di alcune attività
    specifiche di natura clinico-assistenziale. Le 51 cartelle cliniche
    oggetto di verifica rappresentano, rispetto al tipo di attività
    considerate, un campione significativo, ove si consideri che le
    procedure endovascolari extra coronariche effettuate nel 2010 dalla
    struttura oggetto di verifica non raggiungono le 100 unità. Il
    gruppo tecnico ha lavorato sulla documentazione clinica in modo
    molto approfondito, fino al punto di riguardare i filmati delle
    procedure, le quali vengono tutte registrate. Il gruppo ha inoltre
    incontrato i professionisti di quell'unità operativa, nonché, in
    ultima istanza, la direzione sanitaria, responsabile dell'attività
    medico legale del Policlinico. L'attività svolta dalla commissione è
    terminata con la presentazione di una relazione, che si concentra su
    due quesiti. Il primo quesito è diretto a verificare se nei 51 casi
    esaminati, in alcuni dei quali si sono verificate complicanze
    significative come decessi, ricorressero gli estremi per una
    segnalazione alla Procura della Repubblica. La risposta data al
    riguardo dal gruppo di lavoro, al cui interno sono inclusi medici
    legali, è negativa. L'assessore ricorda che l'obbligo di
    segnalazione alla Procura incombe sul primo soggetto che rileva un
    sospetto di reato. Nel caso di specie si è in presenza di una
    verifica molto avanzata e la medesima valutazione circa
    l'insussistenza di un obbligo di segnalazione l'avevano già fatta,
    formalizzata e sottoscritta, i clinici, il servizio di medicina
    legale del Policlinico, nonché l'anatomopatologo chiamato ad
    effettuare in alcuni casi l'autopsia. Il secondo quesito è diretto a
    stabilire se, in base alle verifiche effettuate sulle 51 cartelle
    cliniche, fossero state rispettate le regole di buona pratica
    clinica e le linee guida regionali, nonché adottate le indicazioni
    più appropriate. Si tratta di una valutazione di natura
    tecnico-professionale ed organizzativa. In merito ai quesiti in
    esame la relazione del gruppo di lavoro ha evidenziato:
    documentazione clinica inadeguata o mancante in cartella; consenso
    informato carente o inadeguato ai casi di specie; esecuzione di
    procedure interventistiche endovascolari extracardiache senza il
    coinvolgimento di chirurghi vascolari e/o di radiologi interventisti
    e senza evidenza di approccio consultivo multidisciplinare;
    indicazioni alle procedure extracardiache spesso non aderenti a
    quanto raccomandato in letteratura; esecuzione di procedure
    interventistiche non coronariche in assenza di valutazioni
    cardiochirurgiche preliminari documentate. In estrema sintesi, la
    relazione rileva significative criticità in quel campione
    selezionato di 51 casi. La scorsa settimana la relazione è stata
    presentata all'Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale
    sociale e sanitaria di Modena e successivamente è stato effettuato
    un comunicato molto dettagliato alla stampa locale. L'assessore
    afferma inoltre di aver scritto, sulla base dei rilievi fatti dal
    gruppo di lavoro, al direttore generale del Policlinico di Modena,
    indicandogli delle prescrizioni. Al direttore generale, in
    particolare, è stato evidenziato come la delicatezza e gli aspetti
    critici evidenziati inducessero l'assessorato a richiedere di porre
    in essere con urgenza tutte le misure atte a risolverli, tra le
    quali misure immediate volte a sostanziare le raccomandazioni
    regionali relative alla gestione della documentazione clinica e alla
    rilevazione delle attività e degli esiti, nonché l'adozione con
    urgenza delle procedure di buona pratica clinica. Questa
    trasmissione di prescrizioni si conclude affermando: le rilevanti
    implicazioni che discendono dal quadro così evidenziato devono
    indurre la direzione generale, nel pieno esercizio delle proprie ed
    autonome attribuzioni, a valutare se i fatti rispetto ai quali la
    relazione individua elementi di criticità determinino eventuali
    responsabilità a carico delle strutture aziendali interessate alla
    verifica . Si affida dunque alla direzione generale, come non
    potrebbe essere altrimenti, il compito e la responsabilità di porre
    in essere le misure correttive. La direzione ha conseguentemente
    provveduto ad inviare all'assessorato una serie i comunicazioni, ove
    sono elencate le attività poste in essere in ottemperanza alle
    prescrizioni ricevute. Nei prossimi giorni si arriverà pertanto alla
    descrizione compiuta di tutto ciò che è stato modificato in
    quell'attività e all'individuazione delle responsabilità, che non
    rivestono rilievo penale o civile, bensì riguardano l'organizzazione
    e l'attività di quell'unità operativa. Naturalmente quanto fin qui
    illustrato è stato comunicato, nei dovuti modi, tanto
    all'associazione Amici del Cuore , quanto alla Procura della
    Repubblica, alla quale, in ottemperanza al dovere di positiva
    collaborazione, è stata inviata la relazione del gruppo di lavoro.
    Quest'ultima circostanza non contraddice peraltro quanto detto in
    ordine all'insussistenza di un obbligo di segnalazione e il
    Procuratore della Repubblica ha ringraziato la Regione per il
    comportamento adottato. Come evidenziato in apertura, il gruppo di
    lavoro continuerà ad occuparsi della necessaria ricognizione delle
    diverse specialità che riguardano l'attività endovascolare
    coronarica o periferica, le quali possono potenzialmente indurre
    disallineamenti rispetto alle migliori pratiche di sicurezza e di
    appropriatezza dal punto di vista clinico.
    Entra il consigliere Mumolo.
    Il consigliere LEONI ritiene che questa sia la sede idonea per
    esprimere valutazioni, oltre alla Conferenza territoriale
    competente. Da questo punto di vista la documentazione trasmessa ai
    commissari sarebbe dovuta essere dunque più completa, ossia non
    limitata ad un estratto della relazione. Allo scopo di ottenere la
    relazione del gruppo di lavoro nella sua interezza, afferma di aver
    presentato un'istanza di accesso agli atti, la quale fino ad ora non
    ha sortito esito alcuno. Sempre con riferimento al metodo adottato,
    ripercorre la cronologia degli eventi, evidenziando come, a fronte
    della complessità della vicenda e nell'ottica di non danneggiare il
    Policlinico, non sia stata compiuta alcuna speculazione politica da
    parte dei diversi schieramenti. A dare il senso di una vicenda
    ancora non chiara intervengono le date: il 7 febbraio 2011
    l'associazione Amici del Cuore invia la propria segnalazione; il
    15 febbraio il direttore generale del Policlinico risponde
    affermando che va tutto bene; il 22 febbraio lo stesso direttore
    generale evidenzia come il reparto avesse ottenuto l'accreditamento
    da parte della Regione, testimonianza inoppugnabile del fatto che
    tutto ciò che succedeva al suo interno era certificato dal bollino
    regionale; il 30 marzo il gruppo di lavoro regionale segnala una
    sequenza impressionante di criticità, rilevando, tra l'altro, come
    l'inappropriatezza possa essere fonte di rischio e creare le
    condizioni per il verificarsi di eventi avversi, assunto peraltro
    dimostrato anche da diversi casi tra quelli analizzati nella
    verifica; il 5 aprile, dopo che il gruppo di lavoro aveva smentito
    il direttore generale, quest'ultimo comunica al responsabile della
    struttura di emodinamica la volontà di sospenderlo, il quale decide
    di rassegnare le dimissioni. Chiede chi avrebbe scoperto queste
    gravi criticità laddove non ci fosse stato un soggetto esterno che
    le segnalasse, a chi competano i controlli e perché il sistema
    interno di controlli non sia sufficiente a far emergere in maniera
    chiara le criticità riscontrate. Evidenzia come il tema dei
    controlli stia diventando ricorrente nella sanità regionale, in
    quanto il sistema all'uopo previsto si è dimostrato insufficiente,
    sia in relazione alla contabilità, sia in ordine alle
    infrastrutture. Il sistema dei controlli regionali costituirà quindi
    un asse portante della legislatura, in quanto si dovrà evitare che
    il ruolo di controllore e quello di controllato facciano capo allo
    stesso soggetto. Pone in luce come in questa situazione e a fronte
    dell'iniziale tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto,
    un cittadino si chieda chi abbia ragione, se la Regione o il
    direttore generale del Policlinico. Dall'intera vicenda nasce
    infatti un vulnus nella credibilità di chi dirige l'Azienda
    ospedaliero-universitaria di Modena. Domanda come sia possibile che
    in una struttura pubblica non vengano seguite le pratiche previste
    dalla letteratura scientifica. Auspica, infine, che chi è chiamato a
    vigilare sull'organizzazione aziendale svolga il proprio ruolo nel
    rispetto del principio di trasparenza.
    Esce il consigliere Riva.
    Il consigliere DEFRANCESCHI ritiene che il gruppo di lavoro abbia
    svolto un'indagine approfondita, elaborando una diagnosi del
    reparto, anche se non una terapia. Concorda sul fatto che parlare di
    sperimentazioni cliniche sia un tantino esagerato, tuttavia la
    mancanza di un approccio multidisciplinare e l'inosservanza delle
    procedure indicate in letteratura costituiscono fatti estremamente
    gravi. Particolarmente allarmanti risultano, in particolare, le
    lacune riscontrate nei moduli relativi al consenso informato, nonché
    l'inadeguatezza delle cartelle cliniche, soprattutto per quanto
    riguarda la mancanza di valutazione del rischio o di comorbilità. In
    entrambi i casi, sia che si tratti di consenso informato, sia che si
    tatti di accuratezza delle cartelle cliniche, domanda a chi faccia
    capo la relativa responsabilità, chi controfirmi tali documenti e
    quali protocolli vengano attivati all'interno della struttura
    affinché l'intera documentazione risponda alle norme di legge. Sul
    presupposto che l'unico soggetto chiamato a pagare sia il
    responsabile del laboratorio di emodinamica, chiede a chi competa la
    responsabilità di verificare l'applicazione dei protocolli vigenti
    nell'intera struttura e se siano state attivate verifiche in tutti i
    reparti del Policlinico. In relazione alla riscontrata mancanza di
    valutazione cardiochirurgica, chiede se esista un protocollo che la
    impone. In merito alla riscontrata inappropriatezza nelle
    indicazioni e nella gestione delle complicanze, chiede a chi faccia
    capo la relativa responsabilità operativa. Confessa di essere
    rimasto perplesso a fronte delle dichiarazioni della direttrice del
    reparto di cardiologia e del direttore generale dell'Azienda, i
    quali hanno evidenziato l'assenza di colpa medica. Ritiene, infatti,
    che la colpa medica non si esaurisca nella capacità di tenere in
    mano un bisturi, ma includa tutta la presa in carico del paziente,
    dall'anamnesi alle dimissioni. Dal direttore generale ci si
    attendeva, inoltre, un atteggiamento maggiormente critico. Prima di
    concludere, domanda quali carenze organizzative l'assessorato veda
    in quest'Azienda ospedaliera e, laddove ve ne siano, quali azioni
    risolutive possano essere messe in campo.
    Esce il consigliere Piva.
    Il consigliere CORRADI afferma che dalla lettura dell'estratto della
    relazione esce un quadro sconfortante, in quanto emergono gravi
    carenze sotto il profilo dell'organizzazione. Quest'ultimo non è un
    tema secondario, ove si consideri che il gruppo di lavoro rileva una
    carenza di sinergie tra le varie professionalità presenti nella
    struttura. Il mancato coinvolgimento di esperti delle diverse
    specializzazioni scardina, di fatto, una metodologia organizzativa
    di approccio al paziente ritenuta conforme ai criteri di buona
    prassi medica. Come posto in luce dalla relazione, queste carenze
    potrebbero favorire il verificarsi di effetti avversi sui pazienti,
    facendo mancare la corretta valutazione ed il corretto rilevamento
    di quegli effetti definiti sentinelle ovvero condizioni latenti.
    Auspica, peraltro, che simili effetti avversi non si siano
    verificati in passato. Afferma che il tema dell'organizzazione e
    delle procedure che devono sottendere ad una corretta gestione non
    possa essere affidato all'intuito del dirigente di turno. Richiama
    il caso di Parma, ove il dirigente della neurologia aveva annunciato
    l'imminente riorganizzazione, ma dopo un anno e mezzo non è successo
    ancora nulla. Occorre dunque sollecitare i direttori generali delle
    varie strutture affinché attivino una sorta di check up, ossia un
    controllo sullo stato degli assetti organizzativi interni ai singoli
    reparti. Ciò vale soprattutto per quegli aspetti in relazione ai
    quali il gruppo di lavoro ha riscontrato gravi criticità, come
    quello relativo alla mancanza di sinergia tra le varie
    professionalità, tale da costituire una sorta di filiera che
    garantisca il massimo supporto diagnostico, clinico e
    interventistico sui pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie
    regionali. Si tratta di un tema da valutare puntualmente e sul quale
    risulta opportuno intervenire prima che diventi un'emergenza.
    Esce il consigliere Mumolo, entrano i consiglieri Piva ed Alberto
    Vecchi.
    Alla luce delle osservazioni emerse, il consigliere CARINI afferma
    che ancora una volta la Regione dimostra di prestare attenzione e di
    possedere una capacità di intervento, approfondendo temi capaci di
    travolgere l'opinione pubblica, l'organizzazione e le stesse
    politiche sanitarie regionali. L'istituzione regionale è una sorta
    di casa di vetro e la circostanza che siano state attivate
    verifiche, mediante l'istituzione di un gruppo di lavoro con
    competenze qualificate, dimostra la trasparenza e la serietà della
    relativa azione. Esprime un plauso all'assessorato e agli uffici
    competenti, in quanto dalla vicenda in esame emerge come
    l'Emilia-Romagna consideri a sistema tutti i soggetti, inclusa
    l'associazione Amici del Cuore che ha presentato la segnalazione.
    La Regione si è data per tempo indicatori di grande qualità (ad
    esempio, quelli legati al governo clinico, all'appropriatezza,
    all'organizzazione), che le consentono di esprimere un giudizio
    nello svolgimento della propria funzione di controllo sui singoli,
    sui comportamenti e sull'organizzazione. Dichiara di aver apprezzato
    l'assenza di strumentalizzazioni politiche sulla vicenda, così da
    non ingenerare nell'opinione pubblica la convinzione che eventuali
    comportamenti patologici si connettano alla fisiologia del sistema.
    Chi invoca l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla sanità
    regionale non valuta che il primo organismo di controllo è
    rappresentato dall'assessorato, che nella sua capacità di indirizzo
    e di controllo esprime terzietà e qualità. Ritiene che a fronte di
    questo atteggiamento i cittadini dovrebbero sentirsi fortemente
    rassicurati. Esprime un giudizio positivo per la verifica svolta e
    per il fatto che ulteriori approfondimenti saranno attivati in
    relazioni alle diverse strutture regionali che si occupano di
    emodinamica. Resta in attesa di conoscere gli sviluppi delle
    ulteriori verifiche in corso con grande serenità.
    Entrano i consiglieri Fiammenghi e Mazzotti.
    Il consigliere POLLASTRI afferma di condividere le riflessioni
    svolte dal collega Leoni e domanda se possano verificarsi situazioni
    analoghe a quella di specie in altri centri cardiologici della
    regione.
    Il consigliere PIVA apprezza l'esaustività della relazione e
    dell'informativa svolte. Poiché è emerso che determinati
    professionisti abbiano sconfinato dalle procedure all'uopo previste,
    auspica che simili situazioni non si ripetano in futuro. Ritiene
    giusto che, qualora vengano accertate responsabilità a carico di
    singoli, costoro siano chiamati a risponderne e che ove vengano
    accertate criticità organizzative del sistema si faccia in modo di
    porvi rimedio.
    Entra il consigliere Riva, esce il consigliere Fiammenghi.
    La consigliera COSTI ringrazia l'assessore per l'informativa svolta.
    Afferma di non voler entrare nel merito delle questioni
    scientifiche, in quanto non ne avrebbe le competenze. Ritiene,
    tuttavia, di non aver bisogno della versione completa della
    relazione prodotta dal gruppo di lavoro, poiché l'estratto
    distribuito ai commissari contiene già elementi sufficienti per
    permettere ai consiglieri di svolgere le proprie considerazioni.
    Occorre riportare sulla sanità modenese una situazione di serenità,
    in quanto le relative strutture ospedaliere e distrettuali sono di
    ottimo livello e hanno sempre fornito risposte adeguate ai bisogni
    di migliaia di cittadini ogni anno. Crede non sia giusto ragionare
    sui se, ma sia preferibile guardare ai fatti. Nel caso di specie la
    Regione ha svolto fino in fondo il ruolo cui è preposta, come
    peraltro è solita fare. Ricorda che a fine 2010 la Commissione IV ha
    esaminato le linee di indirizzo elaborate dall'Agenzia sanitaria,
    cui fa capo anche il potere di controllo sulle Aziende sanitarie. Ci
    si trova in questa sede perché l'istituzione regionale in modo
    trasparente, onesto e oggettivo ha immediatamente messo in campo, in
    seguito ad un primo preliminare riscontro della segnalazione
    pervenuta, tutti gli strumenti per verificare e risolvere le
    criticità. Concorda con il collega Leoni sul fatto che nessun
    politico si è permesso di strumentalizzare la vicenda, rilevando
    tuttavia che sui temi di carattere sanitario è facile che siano
    altri soggetti a speculare. È stato istituito un gruppo di verifica
    composto da professionisti seri, che ha svolto celermente il proprio
    compito, consegnando all'assessorato una relazione contenente
    risultanze e indicazioni. Come evidenziato, dalla relazione non
    emergono elementi idonei a far sorgere un obbligo di segnalazione
    alla Procura della Repubblica. Ciò nondimeno, l'assessorato ha
    provveduto a comunicare alla magistratura gli esiti delle
    valutazioni operate dal gruppo di lavoro, a fronte della gravità dei
    fatti riscontrati. Rispetto al tema dei controlli l'Emilia-Romagna
    ha dato quindi prova di essere molto attenta. Ritiene che rispetto
    alla vicenda si debba continuare a mantenere un atteggiamento
    responsabile, volto a risolvere i problemi evidenziati e a
    migliorare ulteriormente il sistema. Auspica che la linea di
    serietà, trasparenza e oggettività adottata nella vicenda in esame
    continui ad essere seguita anche in futuro.
    Esce il consigliere Ferrari, entra il consigliere Fiammenghi.
    Riguardo alla trasmissione ai commissari del solo estratto della
    relazione, l'assessore LUSENTI evidenzia che non si tratta di una
    sintesi, in quanto la stessa contiene integralmente le premesse, le
    analisi e le conclusioni operate dal gruppo di lavoro. Da tale
    documento è stata stralciata, sulla base di un parere acquisito
    dalla direzione affari generali e legislativi della Regione, la
    parte che descrive ciascuno dei 51 casi, contenente i dati
    anagrafici e le procedure tecniche eseguite per ogni paziente.
    Questa parte è stata inviata solo alla direzione generale del
    Policlinico, che già deteneva queste informazioni, nonché alla
    magistratura. Ritiene comunque legittimo che i consiglieri
    presentino un'istanza di accesso agli atti per ottenere anche questi
    dati, anche se non individua quali informazioni per loro utili
    possano trarvi. Poiché si tratta di un argomento complesso, che
    investe diritti e sofferenze di singole persone, esprime
    soddisfazione sul fatto che non vi siano state strumentalizzazioni
    da parte di chi riveste un ruolo politico a livello locale o
    regionale. Su questa vicenda, però, altri soggetti non si sono
    astenuti dal polemizzare e l'effetto che si produce in questi casi
    non è utile. Ciò vale particolarmente per i professionisti, che per
    correttezza e rigore non dovrebbero intervenire a favore o contro
    colleghi su questioni che vengono dibattute sulla stampa in modo
    grossolano. Il tema della colpa dovrebbe essere affrontato dalla
    magistratura; in questa sede non si accertano comportamenti colposi
    o dolosi, bensì si discutono responsabilità organizzative,
    gestionali e cliniche. Sotto questo profilo è del tutto evidente che
    la prima responsabilità rispetto ad una pratica diagnostica,
    terapeutica, clinica ed assistenziale, è del professionista che la
    realizza. In secondo luogo la responsabilità di un'unità operativa
    fa capo a chi la dirige, che riveste tale ruolo per sorvegliare,
    gestire ed organizzare, non certo per esercitare un primato sul
    piano puramente tecnico e clinico. Successivamente la responsabilità
    è in capo a chi dirige il dipartimento di cui fa parte quell'unità
    operativa (ricorda che l'unità operativa in questione ha un
    direttore universitario e che il dipartimento fa capo allo stesso
    soggetto), e via risalendo. Dunque, l'affidamento alla direzione
    generale delle responsabilità non viene circoscritto, in quanto non
    si tratta di una responsabilità penale, che per sua natura è
    personale; si attende, pertanto, che la direzione nei prossimi
    giorni presenti le proprie determinazioni. Con riferimento alla
    domanda posta dal consigliere Pollastri se esistano altre situazioni
    analoghe nel contesto regionale, risponde negativamente. Dopo aver
    ribadito che si tratta di un tema generale di confine, dove si
    confrontano competenze e specializzazioni diverse, rileva che la
    numerosità e la crescita esponenziale di quel tipo di procedure
    realizzata nel laboratorio di emodinamica del Policlinico di Modena
    dal 2009 in poi non si è realizzato in nessun altro laboratorio di
    emodinamica della regione. Questo trend di crescita si è, infatti,
    realizzato in seguito all'arrivo del nuovo responsabile di
    quell'unità operativa, proveniente dal san Raffaele di Milano. Detto
    questo, il gruppo di lavoro ha il compito di operare tutte le
    indagini necessarie, consegnando alla Regione un quadro completo di
    tutte le strutture pubbliche e private che svolgono attività
    endovascolare emodinamica, quadro che verrà prontamente reso noto
    alla Commissione. Riguardo al tema dei controlli, pone in luce come
    ormai da tempo la Regione affidi l'autorizzazione, la verifica e il
    controllo allo strumento dell'accreditamento, esercitandolo in modo
    diffuso e penetrante come nessun'altra Regione, tanto che la
    generalità dei professionisti lo giudica eccessivamente pervasivo e
    indagatore. Tutti gli strumenti di verifica e controllo trovano,
    tuttavia, un limite nelle loro sensibilità e specificità. In
    proposito sottolinea, infatti, che le verifiche vengono svolte per
    campione, periodicamente e sulla base di check list. Perciò la
    verifica mediante accreditamento, strumento permanente che riguarda
    ogni unità operativa di tutte le Aziende sanitarie regionali, non ha
    certamente il grado di sensibilità e specificità di un gruppo di
    lavoro istituito ad hoc con un mandato circoscritto ad alcune
    attività. È dunque in virtù della natura dello strumento utilizzato
    che può sorgere un contrasto di visioni tra la verifica riportata
    dalla direzione generale del Policlinico e quanto sostenuto dal
    gruppo di lavoro nella propria relazione. Ricorda, peraltro, che la
    direzione generale del Policlinico di Modena ha accolto le
    conclusioni del gruppo di lavoro, condividendole e dando seguito
    puntualmente a tutte le prescrizioni. Afferma che esistono anche
    sistemi diversi di verifica e controllo, tra i quali rientra quello
    utilizzato negli Stati Uniti, definito Joint Commission. Si tratta
    di un sistema burocratico e strutturato, anch'esso ritenuto molto
    invasivo. In Italia c'è una sola Regione che si avvale di tale
    strumento, ovvero la Lombardia, e nonostante il relativo sistema di
    controllo si sia avvalso della consulenza della Joint Commission,
    ciò non ha evitato il verificarsi di eventi drammatici, come il caso
    di Brega Massone al Santa Rita, quello della truffa delle fustelle
    di Poggi Longostrevi, quello della camera iperbarica dell'istituto
    Galeazzi, tutti casi evidenziati dalla magistratura. Ne consegue che
    un sistema di controllo preventivo, usuale e perfetto non esiste al
    mondo. L'Emilia-Romagna utilizza uno dei sistemi più avanzati e
    sensibili tra quelli utilizzati dalle Regioni italiane. Per quanto
    ritenga doveroso e fondamentale garantire il massimo di trasparenza,
    di verificabilità e di comunicazione istituzionale, tutto ciò che ne
    consegue non può e non deve essere confuso con un giudizio generale
    di discredito sui servizi a cui si rivolgono i cittadini regionali.
    Se si vogliono misurare le performances del servizio sanitario
    emiliano-romagnolo rispetto ad indicatori specifici e attraverso un
    confronto con quelle di altri servizi sanitari regionali, italiani,
    europei ed internazionali, i dati sono oggettivi, solidissimi, di
    lungo periodo e sostengono determinati giudizi. Nel caso di specie
    ci si trova invero a condividere le valutazioni rese su un evento
    specifico e delimitato, attualmente ricondotto ad una pratica
    clinica bonificata dalle criticità rilevate, completamente sicura
    per i cittadini ed in linea con le indicazioni della miglior pratica
    clinica, delle linee guida regionali e delle evidenze più solide
    della letteratura internazionale.
    Escono i consiglieri Naldi, Luciano Vecchi e Carini.
    Mariella MARTINI (Direttore generale Sanità e politiche sociali)
    afferma che una delle preoccupazioni dell'assessorato era capire se
    le criticità evidenziate nell'esposto degli Amici del Cuore ,
    successivamente confermate nella verifica compiuta dagli uffici
    regionali, riguardassero solo alcuni aspetti specifici dell'attività
    dell'unità di cardiologia del Policlinico di Modena oppure si
    riferissero all'insieme delle modalità operative di tale unità
    ovvero dell'intero ospedale. In occasione dell'incontro finale, essa
    ha domandato al gruppo di lavoro se le criticità riscontrate si
    riferissero alla gestione complessiva dell'unità di cardiologia o se
    invece le stesse fossero circoscritte all'ambito delle procedure
    sotto i riflettori. La risposta è stata la seconda, come peraltro
    confermato anche dai dati di esito delle cure relative all'attività
    complessiva dell'unità di cardiologia. Oggetto prioritario e
    precipuo dell'indagine sono state, come ricordava anche l'assessore,
    attività non peculiari del laboratorio di emodinamica del
    Policlinico di Modena: infatti, attività analoghe vengono svolte in
    altre strutture pubbliche e private accreditate, come l'Hesperia
    Hospital di Modena, il Salus Hospital di Reggio Emilia, Villa Maria
    Cecilia di Cotignola. Certamente nel Policlinico di Modena questa
    attività è cresciuta in maniera consistente negli ultimi due anni.
    Si tratta di un'attività innovativa, rispetto alla quale non sono
    ancora adeguatamente standardizzati criteri, protocolli e
    indicazioni per l'uso. Per questo motivo una delle principali
    criticità evidenziate dal gruppo di lavoro consisteva nell'assenza
    di una valutazione interdisciplinare, da compiere insieme ai
    chirurghi vascolari, ai cardiochirurghi e ai radiologi
    interventisti. Si tratta, infatti, di procedure di intervento
    terapeutico per le quali occorre condividere le indicazioni
    corrette. Le carenze evidenziate sull'acquisizione del consenso
    informato e nella tenuta della documentazione clinica sotto il
    profilo dell'inadeguatezza e dell'incompletezza si spiegano in
    relazione al fatto che quando si decide di intervenire per dilatare
    un vaso extracardiaco ovvero di intervenire su una valvola cardiaca
    con un approccio gestito dall'emodinamista - in precedenza sul vaso
    extracardiaco interveniva il chirurgo vascolare e sulla valvola
    cardiaca interveniva il cardiochirurgo - si tratta di compiere due
    valutazioni. È necessario, in primo luogo, valutare se la scelta di
    intervenire è la migliore o se invece occorre attendere, perché la
    sintomatologia non è così grave da richiedere un intervento. In
    questo caso la carenza del consenso e della documentazione clinica
    investe la circostanza che siano state effettivamente spiegate le
    condizioni del paziente, nonché i pro ed i contro di una scelta
    terapeutica rispetto ad un'altra. Non si dubita che i professionisti
    abbiano effettuato le valutazioni diagnostiche, ma il problema è
    correlato alla circostanza che non sono dimostrati con evidenza
    nella cartella clinica il grado di severità dell'ostruzione (in
    altri termini, se fosse effettivamente necessario intervenire), né
    la preventiva consultazione del cardiochirurgo o del chirurgo
    vascolare. Al gruppo di lavoro è stato riferito che queste
    consultazioni venivano svolte, tuttavia ciò non era stato
    documentato in maniera inoppugnabile. Riguardo alla carenza del
    consenso, cita il caso in cui lo stesso era stato prestato in
    relazione al primo intervento e non in relazione ad un successivo
    intervento resosi necessario a causa del riscontro in sala
    operatoria di una situazione diversa da quella inizialmente
    prospettata. Non si tratta di carenze trascurabili, tant'è vero che
    si è intervenuto con prescrizioni molto puntuali, le quali sono
    state recepite dal direttore generale del Policlinico in maniera
    tempestiva e puntuale; tuttavia, tiene a sottolineare che tali
    criticità non consistono in un approccio diagnostico e terapeutico
    approssimativo da parte della struttura. In merito al sistema dei
    controlli, come ricordava l'Assessore, l'Emilia-Romagna ha
    strutturato un percorso di accreditamento molto pervasivo, causa di
    lamentele da parte delle direzioni aziendali e dei direttori di
    dipartimento. Benché i criteri e i requisiti applicati sino ad oggi
    in relazione all'accreditamento delle strutture fossero piuttosto
    pervasivi, gli stessi non entravano ancora in maniera dettagliata
    sulle procedure diagnostiche e terapeutiche, così come si sta
    cominciando a fare ora. Nella visita di verifica fatta a Modena dal
    gruppo di lavoro sono stati utilizzati in maniera sperimentale i
    nuovi requisiti per l'accreditamento delle strutture di cardiologia,
    l'elaborazione dei quali è in fase avanzata. Prossimamente si
    avranno dunque requisiti ancora più capaci di entrare nel merito
    dell'attività svolta. In ogni caso, una valutazione così
    approfondita di procedure cliniche, come quella condotta dal gruppo
    di lavoro, è possibile solo attraverso il metodo dell'audit clinico,
    utilizzato in relazione al caso di specie. L'audit clinico è stato
    introdotto dalla Regione primariamente proprio in relazione
    all'attività di cardiologia interventistica e cardiochirurgia ed è
    stato svolto periodicamente dall'Agenzia sanitaria regionale in
    collaborazione con le Aziende sanitarie. Anche su questo metodo si
    stanno affinando le tecniche e, come veniva ricordato, il lavoro del
    gruppo tecnico si estenderà alle altre strutture della regione che
    svolgono analoga attività, verificando così in maniera orizzontale
    la presenza di tutti quei requisiti relativi all'appropriatezza
    nelle indicazioni d'uso e alla sicurezza nell'adozione delle scelte
    terapeutiche, che è necessario siano assicurati.
    Esce il consigliere Pollastri.
    Chiudendo la seduta, la presidente DONINI ringrazia nuovamente
    l'assessore e il direttore generale e anticipa ai commissari che,
    con ogni probabilità, la Commissione non sarà convocata per la
    prossima settimana.
    La seduta termina alle ore 10,35.
    Approvato nella seduta del 10 maggio 2011.
    La Segretaria La Presidente
    Nicoletta Tartari Monica Donini
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