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Legislatura IX - Commissione III - Verbale del 05/05/2011 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 12
    Seduta del 5 maggio 2011
    Il giorno giovedì 5 maggio 2011 alle ore 10.00 si è riunita presso
    la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50,
    la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota
    Prot. n. 14116 del 28/04/2011.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
    BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 assente
    nte Emilia e Romagna
    MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
    nte
    ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Tiziano
    BARTOLINI Luca Componente PDL- Popolo Della 1 assente
    Libertà
    BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
    Libertà
    BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 assente
    Libertà
    CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 assente
    DONINI Monica Componente Federazione Della 2 assente
    Sinistra
    FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Beppegrillo.it
    FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 presente
    FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 4 assente
    Libertà
    MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 4 assente
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
    MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 assente
    Libertà - Idee Verdi
    MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
    NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 presente
    PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
    Sono presenti i consiglieri: Palma COSTI in sostituzione di CASADEI;
    Marco BARBIERI in sostituzione parziale di MORI.
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: M. Palazzini (Serv.
    Parchi e risorse forestali); M. Ricciardelli (Resp. Serv. Affari
    legislativi e qualità dei processi normativi); L. Trentini (Serv.
    Affari generali, giuridici e programmazione finanziaria - Progr.
    territoriale e negoziata); E. Lanzi (Resp. Serv. Risanamento
    atmosferico, acustico, elettromagnetico); M. Tubertini (Resp.
    Servizio Ferrovie); M. Ferrari (Serv. Informazione Ass. Leg.).
    Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
    Resocontista: Antonella Agostini
    Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10.25.
    Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Bazzoni, Costi, Favia,
    Ferrari, Marani, Mazzotti, Mori e Zoffoli.
    -
    Approvazione verbali nn. 9 e 10 del 2011.
    La Commissione li approva a maggioranza dei presenti con
    l'astensione del consigliere Favia (M5S).
    Si passa al primo punto all'ordine del giorno:
    C52 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema
    di delibera della Giunta regionale recante: Approvazione del Piano
    territoriale del Parco del Delta del Po - Stazione Pineta di Classe
    e Salina di Cervia .
    Il presidente ZOFFOLI fa presente che lo schema di delibera viene
    illustrato da un tecnico del Servizio Parchi e risorse forestali.
    La dott.ssa PALAZZINI spiega che il Parco del Delta del Po è l'area
    protetta più importante della Regione, di circa 56.000 ettari,
    interessati da ambienti e specie d'interesse europeo, ambienti
    d'interesse internazionale in generale, aree relative alla
    convenzione di Ramsar (convenzione internazionale relativa alle zone
    umide di importanza internazionale) per la tutela dell'avifauna e
    numerosi siti della Rete Natura 2000. Si tratta di un parco ricco di
    valenze naturalistiche e ambientali, con una forte pressione
    antropica. Tramontata l'idea di un parco nazionale, si persegue ora
    la via dell'interregionalità con la regione Veneto. Fa presente che
    il parco è diviso in sei stazioni (Volano, Mesola, Goro, centro
    storico di Comacchio, valli di Comacchio, Campotto e Argenta, Pineta
    di San Vitale e piallassa di Ravenna) quello in esame oggi è il
    piano territoriale di una delle due stazioni ravennati: Pineta di
    Classe e Salina di Cervia. Dei sei piani che compongono il piano
    territoriale del delta del Po, tre sono già stati approvati (Volano,
    Mesola, Goro, valli di Comacchio e valle di Campotto) e per quanto
    riguarda il centro storico di Comacchio l'approvazione è in corso.
    Chiarisce che la stazione di cui all'oggetto è caratterizzata da
    ambiti naturali molto diversificati tra loro: la pineta di Classe,
    le zone umide salmastre dell'Ortazzo e dell'Ortazzino, la salina di
    Cervia, le foci dei Fiumi Uniti, del Savio e del Bevano e le ultime
    dune costiere. Gli ambienti naturali ricchi di biodiversità sono
    circondati da seminativi di altre coltivazioni più o meno intensive,
    mentre la linea di costa è interessata da insediamenti urbani
    piuttosto recenti e da stabilimenti balneari. Il territorio della
    stazione è punteggiato da cave dismesse, molte delle quali
    utilizzate per attività ricreative e sportive, e da cave attive. La
    salina di Cerva è un biotopo di particolare interesse soprattutto
    per la ricchezza dell'avifauna e poi sono interessati quattro siti
    della Rete Natura 2000. Il parco del delta del Po è stato istituito
    nel 1988 e quindi l'iter di approvazione di questi piani è iniziato
    negli anni 90 e la Regione ha dato indicazione per la costruzione di
    una serie di piani coordinati tra loro per le sei stazioni e il
    piano completo rielaborato dall'amministrazione provinciale di
    Ravenna è pervenuto nel 2009. E' stata condotta l'istruttoria sugli
    elaborati che sono stati trasmessi ai consiglieri nei giorni scorsi
    e che sono composti da una relazione di analisi e dalla cartografia
    di analisi, dalla relazione di progetto e dalla relativa
    cartografia, dalle norme tecniche di attuazione, da un progetto
    finanziario di massima e dal rapporto ambientale ai sensi della VAS
    (valutazione ambientale strategica). Riferisce, poi, che vengono
    modificate alcune tavole della cartografia sia per quanto riguarda
    la rappresentazione del perimetro e della zonizzazione (A, B, C, D e
    zona contigua), che per quanto riguarda il sistema della fruizione e
    delle aree da sottoporre a restauro ambientale e aree ed immobili da
    acquisire.
    Entra la consigliera Noè.
    In generale, gli obiettivi del piano sono: conservare la
    vegetazione, la flora e la fauna d'interesse regionale e
    comunitario; la protezione della naturalità e continuità ambientale
    del complesso Ortazzino, foce del Bevano e litorale; il mantenimento
    e il ripristino della continuità ecologica tra la costa e
    l'entroterra ; il mantenimento di una scarsa presenza antropica
    nelle aree più naturali in parte interessate dalla riserva dello
    Stato, in parte private sulle quali un vecchio progetto - interrotto
    da anni data l'importanza naturalistica di queste aree - prevedeva
    un utilizzo a fini balneari/turistici. Rispetto alla perimetrazione
    di legge la Provincia ha proposto degli ampliamenti interessando
    l'ex zuccherificio di Classe, il bosco del Duca, la pineta di
    Tagliata, il centro storico di Cervia, aree agricole ad est e ovest
    del ponte dei Fiumi Uniti, le aree agricole circostanti la Salina di
    Cervia, i canali adduttori della Salina fino al mare. E' interessata
    anche una fascia di mare di 300 metri dalla linea di costa in
    accordo con la perimetrazione dei siti di Natura 2000, mentre sono
    state escluse alcune aree particolarmente antropizzate (Fosso
    Ghiaia, l'area urbana circostante le terme di Cervia, l'area
    Standiana occupata dal parco divertimenti Mirabilandia e la foce del
    fiume Savio). Rileva che i punti fondamentali del piano si
    evidenziano molto nella zonizzazione: il nucleo A di protezione
    integrale che interessa l' Ortazzino e i meandri abbandonati del
    torrente Bevano; una zona B di protezione generale che interessa i
    prati umidi dell'Ortazzino, le paludi salmastre dell'Ortazzo, la
    zona umida interna della pineta Ramazzotti e alcune porzioni di
    bosco; zona C di protezione ambientale che riguarda la pinete di
    Cervia e di Classe e diversi prati umidi e corsi d'acqua; zona D
    nella quale sono stati collocati i centri abitati di Classe, i
    nuclei lungo la statale Adriatica nei pressi di Fosso Ghiaia e
    Savio; in area contigua è tutto il resto del territorio. Il parco è
    interessato in buona parte da area contigua, c'è un 13% che è
    riserva naturale dello Stato e il resto (fino ad arrivare a 8.500
    ettari che compongono il territorio della stazione) le zone A, B, C
    e D. Fa presente, inoltre, che sono stati individuati dei progetti
    d'intervento particolareggiato per aree particolarmente complesse
    come l'Ortazzo e il bosco della pineta di Cervia e delle aree ed
    edifici da acquisizione oltre ad un sistema di sentieri che
    permettono complessivamente una fruizione leggera e compatibile con
    le esigenze di tutela. Osserva che, nonostante la mole di
    documentazione trasmessa, le modifiche al piano sono relativamente
    modeste nell'insieme e che si è approfittato dell'atto di
    approvazione per eliminare e correggere refusi ed incongruenze.
    Rispetto alla stesura iniziale della provincia di Ravenna, le scelte
    diverse operate dalla Regione in parte sono riferite alla
    zonizzazione e perimetrazione: la pineta di Milano Marittima, che
    non era inclusa, viene messa in zona C secondo i confini del sito di
    importanza comunitaria; la foce del fiume Savio viene inclusa entro
    i confini della Stazione, in parte in area contigua e in parte nella
    riserva naturale dello Stato; viene incluso in zona C un tratto di
    mare antistante i Fiumi Uniti (già sito della rete Natura 2000);
    vengono delimitati i perimetri delle cave attive in accoglimento
    alle precisazioni dell'amministrazione provinciale; viene esclusa
    dalla stazione una piccola area su cui insiste un distributore di
    benzina; nel sistema della fruizione viene escluso un percorso che
    interessava la spiaggia perché ritenuto troppo impattante
    sull'ecosistema; vengono ridotti a due i progetti d'intervento
    particolareggiato. Spiega che un punto molto importante è quello che
    riguarda la regolamentazione dei capanni da pesca, cioè le strutture
    fisse per la pesca ricreativa con bilancione e bilancia, per i quali
    occorre andare verso una razionalizzazione delle strutture fissando
    il numero a quello attuale e alla data di approvazione del piano
    dando mandato al regolamento di precisare eventuali ricollocazioni,
    previa demolizione dei capanni esistenti, e l'uso pertinente delle
    aree adiacenti agli stessi, in modo da arrivare ad una
    regolamentazione definitiva di queste strutture che in alcuni casi
    rappresentano per la Stazione situazioni di degrado. Da ultimo
    precisa che il programma finanziario di massima viene definito
    come programma degli interventi, senza i relativi importi di spesa,
    non ritenuti congrui.
    Il presidente ZOFFOLI apre la discussione.
    Il consigliere FAVIA chiede se siano stati fatti studi sul futuro
    passaggio dell'E55 adiacente al Parco.
    La dott.ssa PALAZZINI risponde che non è stata fatta una riflessione
    rispetto a questa Stazione, ma su altre più direttamente interessate
    quali per esempio Comacchio centro storico.
    La consigliera MARANI afferma di non avere ben capito le motivazioni
    per le quali non si sia percorsa la strada della nazionalizzazione
    del parco e quale sia la classificazione attuale del parco medesimo.
    Entra la consigliera Pariani.
    La dott.ssa PALAZZINI ricorda che, per quanto riguarda il territorio
    regionale, le aree protette sono state istituite alla fine degli
    anni 80: parchi regionali e riserve naturali (attualmente ci sono 14
    parchi regionali, 1 parco interregionale, 2 parchi nazionali e 16
    riserve naturali); negli anni 90 a questa rete si è sovrapposta la
    rete Natura 2000 che è stata determinata sulla base di criteri
    dettati dalle direttive comunitarie. Spiega che la scelta
    dell'Emilia-Romagna è stata quella di far coincidere quanto più
    possibile la rete Natura 2000 con le aree protette già istituite e
    questo è stato possibile in alcuni casi e altri no, pertanto
    attualmente ci sono circa un 50% di rete Natura 2000 che è compresa
    nelle aree protette e l'altro 50% che è fuori. Nel caso di questa
    Stazione ci sono 4 siti d'interesse comunitario interessati al
    perimetro (Salina di Cervia, Ortazzo, Ortazzino e foce del Bevano,
    pineta di Classe e di Cervia). Per quanto riguarda la
    classificazione del parco si è ritenuto che quella di parco
    regionale garantisca una migliore gestione di un'area naturale
    fortemente antropizzata e una maggior salvaguardia del protagonismo
    delle comunità locali e degli enti locali. L'istituto del parco
    nazionale vede un più forte protagonismo dello Stato quindi,
    nonostante i valori di quest'area siano di livello nazionale ed
    internazionale, è stata fatta questa scelta. Il delta viene
    amministrato da due parchi regionali: uno emiliano-romagnolo e
    l'altro veneto, in uno spirito di collaborazione attiva.
    La consigliera NOE' ricorda che i siti d'interesse comunitario e la
    successiva riperimetrazione delle zone aveva comportato tensione
    nella popolazione interessata e chiede se, nel tempo, si sia andati
    verso una normalizzazione della situazione.
    La dott.ssa PALAZZINI risponde che, in generale, la conflittualità è
    in diminuzione, anche grazie al lavoro che si sta facendo per far
    conoscere i valori e sfatare i pregiudizi. Ad esempio la provincia
    di Parma, che è stata sempre molto contraria alle aree protette,
    sta riconoscendo che comunque alcune aree vanno salvaguardate e, in
    particolare, è stato possibile istituire la prima riserva naturale
    nella montagna parmense - oasi dei Ghirardi - pochi mesi fa e questo
    è un segnale di rappacificazione della popolazione con quelli che
    sono gli istituti di tutela previsti.
    Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d'intervento,
    pone in votazione l'oggetto C52.
    La Commissione esprime parere favorevole con 25 voti a favore (PD,
    UDC), 4 astenuti (PDL, M5S) e nessun contrario .
    Si passa all'oggetto:
    1332 - Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea
    legislativa per l'anno 2011, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n.
    16/2008.
    Il presidente ZOFFOLI dà inizio al lavoro per la sessione
    comunitaria 2011 ricordando che lo scorso anno la scadenza
    elettorale ha rimandato lo svolgimento dei lavori per la sessione
    comunitaria 2010 a dopo l'estate, mentre quest'anno si torna ai
    tempi giusti di programmazione dedicando due sedute all'argomento.
    La seduta odierna servirà soprattutto per un'illustrazione degli
    atti di competenza della Commissione per il corrente anno, mentre il
    19 maggio dovrà essere espresso il parere in sede consultiva. I
    pareri in consultiva di questa e delle altre commissioni saranno
    oggetto di relazione da parte della commissione referente - Bilancio
    e affari generali - all'Assemblea. Fa presente che è stato trasmesso
    a tutti i commissari un documento di lavoro predisposto da un gruppo
    tecnico, che ringrazia per l'eccellente sintesi, composto da tre
    atti importanti: la delibera di Giunta di approvazione del rapporto
    conoscitivo per la sessione comunitaria dell'Assemblea per il 2011
    ai sensi dell' art. 5 della l.r. 16/2008; il programma di lavoro
    della Commissione europea per il 2011; la relazione sullo stato di
    conformità al diritto comunitario dell'ordinamento regionale (anno
    2010). Viene affrontata sia la fase ascendente, cioè di costruzione
    delle leggi europee, che nella fase discendente, cioè il lavoro di
    recepimento degli indirizzi e direttive comunitarie. Ritiene che il
    lavoro principale sia quello, rispetto alla mole dei materiali, di
    operare delle scelte, individuando le priorità sulle quali
    concentrare l'attività nel corso dell'anno. Di fatto, continua, non
    partendo da zero, ci si troverà quest'anno a dare attuazione a
    lavori già iniziati, e cita per esempio il Libro bianco sui
    trasporti illustrato nella scorsa seduta dall'assessore Peri.
    Esce il consigliere Favia.
    Il Responsabile del Servizio Affari legislativi e qualità dei
    processi normativi dott. RICCIARDELLI fa una breve premessa nella
    quale fornisce elementi che ritiene utili per orientarsi nell'ambito
    del rapporto conoscitivo di quest'anno. Ricorda che questa è la
    terza sessione comunitaria che viene fatta: la prima è stata nel
    2009 e ne è seguita la legge comunitaria, la numero 4 del 2010; poi
    lo scorso anno è stata fatta una sessione comunitaria con tempi un
    po' sfasati perché la Commissione europea si era insediata da poco e
    quindi era una situazione un po' particolare.
    La cosa più importante che va rilevata è che il modello di legge di
    sessione comunitaria, così come è strutturato sulla base della legge
    16 del 2008, è un modello originale che dalle altre regioni viene
    molto apprezzato e copiato. E' un modello che si basa proprio sulla
    prevalenza del momento conoscitivo, a differenza di quello che era
    lo schema classico che dalla La Pergola prima, alla Buttiglione poi
    e, con i primi interventi delle leggi regionali - cita il Friuli per
    tutti -, caratterizzava l'idea di partire sempre subito con una
    legge comunitaria, qui il ragionamento è diverso: siccome la
    competenza regionale in realtà è molto articolata e a volte anche
    mediata dalla legislazione statale viene ritenuto prevalente il
    momento conoscitivo, dopodiché è l'Assemblea legislativa a dare gli
    indirizzi alla Giunta regionale per la predisposizione
    dell'eventuale legge comunitaria.
    Come già detto dal presidente Zoffoli i due elementi fondamentali da
    guardare sono la fase ascendente attraverso la quale si partecipa
    all'ordinamento comunitario e qui l'Assemblea legislativa
    dell'Emilia-Romagna ha fatto effettivamente molto più di quello che
    avviene nelle altre regioni, e la fase discendente cioè il momento
    dell'attuazione dell'ordinamento comunitario. Spiega che spesso si
    guarda alla fase ascendente come a quella di maggior interesse
    perché comprende gli atti più innovativi in tutti i settori: dagli
    appalti, all'ambiente, ai trasporti, ma ritiene che la fase
    discendente abbia una sua delicatezza e non vada sottovalutata nella
    sua complessità perché questa fase è relativa ad atti che
    necessitano anche di un passaggio per l'attuazione statale e quindi
    prima di un' attuazione diretta da parte della Regione, occorre
    aspettare che la legislazione statale faccia scelte di carattere
    generale.
    Chiarisce che il rapporto è composto da una prima parte di carattere
    generale nella quale sono illustrate tutte le tematiche. Si tratta
    di un documento che è proprio predisposto in funzione del lavoro dei
    consiglieri perché la legge 16 prevede due elementi che sono il
    programma comunitario e la relazione che tutti gli anni viene
    predisposta sugli atti adottati in fase discendente. Il rapporto
    conoscitivo comunitario nasce dal fatto che il programma europeo
    preso come tale contiene tante linee di intervento che prima di
    essere mediate dalla legislazione statale e dalla regionale non sono
    gestibili. La stessa cosa vale per la fase discendente in quanto
    tale perché sarebbe un elenco di atti. Spiega, quindi, che il
    rapporto conoscitivo contiene una parte generale descrittiva con per
    esempio le modifiche della legge Buttiglione che sono in corso, le
    cose più interessanti per ogni settore, e cita per esempio in
    materia di ambiente, cosa si sta muovendo a livello europeo, quali
    sono gli elementi in fase discendente attuati e quali sono i punti
    di fase ascendente che si ritiene di porre all'attenzione
    dell'Assemblea.
    Ritiene, pertanto, che le venti pagine per ogni materia siano
    esaustive, e sia possibile per ogni consigliere ritrovare gli
    elementi che servono ad una buona gestione della sessione
    comunitaria. Si tratta di elementi di carattere tecnico, poi alla
    fine c'è il riepilogo dei principali atti e il lavoro della
    commissione è volto all'individuazione degli atti importanti. Si
    cerca, tutti gli anni, di dare un aggiornamento di quella che è la
    situazione comunitaria settore per settore.
    Esce la consigliera Mori.
    Il dott. TRENTINI del Serv. Affari generali, giuridici e
    programmazione finanziaria - Progr. territoriale e negoziata
    illustra la parte del programma della Commissione europea relativa
    alla materia del governo del territorio, inteso come insieme delle
    azioni volte alla tutela del territorio e alla sostenibilità dei
    relativi usi e trasformazioni.
    Bisogna chiarire che questa materia sicuramente importante,
    fondamentale per tutte le politiche pubbliche non rientra in maniera
    molto specifica e dichiarata nelle competenze fondamentali
    dell'Unione europea e nelle attività ordinarie. Basta esaminare gli
    atti fondamentali della stessa e anche l'attività legislativa per
    vedere che è una materia nella quale si registra una certa
    difficoltà dell'Unione europea a occuparsi di queste tematiche
    sicuramente delicate: tanto per fare un esempio un principio
    importante che ha fissato l'Unione europea sicuramente in materia di
    governo del territorio, pianificazione urbanistica può essere
    individuato nel concetto contenuto nella direttiva cosiddetta
    Seveso 2 , sul rischio di incidenti rilevanti, per cui vicino a uno
    stabilimento classificato a rischio di incidenti rilevanti, quando
    si fa pianificazione urbanistica e territoriale bisogna avere
    l'accortezza di mantenere distanze opportune tra gli insediamenti
    residenziali e gli stabilimenti a rischio. Questo principio è stato
    introdotto in maniera forse anche un po' tardiva e faticosa, neanche
    dopo l'incidente di Seveso, che è del '76 (la prima direttiva Seveso
    è dell'82), ma dopo l'incidente di Bopal dell'84 ci sono voluti otto
    anni per una revisione della direttiva Seveso e quindi con la Seveso
    2 arrivare all'introduzione di questo principio, che è chiamato il
    principio del controllo dell'urbanizzazione nelle zone interessate
    da stabilimenti a rischio di incidente rilevante . Fa questa
    introduzione per spiegare che probabilmente c'è una certa difficoltà
    da parte dell'Unione europea ad occuparsi di tematiche che toccano
    direttamente l'urbanistica e il territorio e quindi vengono valutate
    quelle parti del programma e dell'attività dell'Unione europea che
    incidono sul governo del territorio in maniera un po' trasversale.
    Si riferisce soprattutto alle azioni in materia ambientale,
    energetica, in materia di disciplina degli appalti. Nel programma di
    lavoro della Commissione europea per il 2011, infatti, vengono
    individuati vari punti che toccano e incidono sicuramente sul
    governo del territorio senza una declaratoria esplicita di
    appartenenza a questa materia. In particolare - sottolinea
    velocemente - nel programma di lavoro della Commissione europea le
    iniziative sono distinte in strategiche e non strategiche a seconda
    dell'importanza delle stesse, e legislative e non legislative a
    seconda che si tratti di progetti di nuove direttive o di modifiche
    di direttive e quindi considerate iniziativa legislativa oppure
    iniziative non legislative che riguardano soprattutto piani,
    programmi e assumono la forma di comunicazioni della Commissione
    europea rivolte essenzialmente al Parlamento.
    Osserva, quindi, che come iniziative strategiche e legislative che
    toccano fortemente la materia del governo del territorio si ravvisa
    quella riguardante il rendimento energetico e il risparmio
    energetico, che è appunto un'iniziativa strategica legislativa
    prevista per il 2011. Al riguardo è prevista l'elaborazione di una
    direttiva sull'efficienza energetica e sul risparmio energetico. Si
    tratta di una materia seguita in collaborazione con i colleghi delle
    Attività produttive, dei Servizi energia, dell'Ambiente,
    dell'Agricoltura. Ricorda, ad esempio, tutta la discussione e gli
    atti in materia di energia fotovoltaica e la stretta relazione e
    incidenza che c'è tra lo sviluppo delle fonti di produzione di
    energia elettrica da fotovoltaico con le tematiche della
    pianificazione urbanistica del governo del territorio con le
    Attività produttive, la produzione di energia elettrica, le
    tematiche ambientali, le tematiche dell'agricoltura, dell'uso dei
    terreni. Ritiene, quindi, che questa sia l'iniziativa più rilevante
    da considerare. Collegata a questa iniziativa strategica legislativa
    ve n'è una strettamente attinente, ma non legislativa che è
    l'iniziativa relativa alla dotazione di un piano europeo per
    l'efficienza energetica: si tratta di un piano che prevede di avere
    un quadro sviluppato fino all'anno 2020 e che dovrebbe avere la
    forma di una comunicazione della Commissione europea. È
    un'iniziativa classificata strategica, gli viene data una certa
    importanza dalla Commissione europea prevista per il primo trimestre
    del 2011.
    Sempre collegate a queste due iniziative c'è una tabella di marcia
    per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse e anche
    questa è considerata un'iniziativa strategica, non legislativa
    appunto, ed è prevista per il secondo trimestre del 2011.
    Con una prospettiva pluriennale e più a lungo raggio è prevista per
    il terzo trimestre del 2011 una tabella di marcia per l'energia fino
    al 2050 ed è un'iniziativa legislativa considerata non strategica a
    sostegno della realizzazione delle reti intelligenti.
    C'è, poi, un'iniziativa in materia di appalti pubblici, con un
    progetto di revisione delle direttive europee in materia: si tratta
    di un'iniziativa legislativa anch'essa allo studio per il 2011 alla
    quale è collegata altra analoga in materia di concessioni.
    Altre iniziative non legislative per il 2011 di incidenza sulla
    materia ambientale sono: una comunicazione sull'attuazione della
    normativa della politica dell'Unione europea in materia ambientale
    e più mirata sulle tematiche regionali del governo del territorio,
    dell'edilizia, dell'urbanistica; una comunicazione sulla strategia
    per la competitività sostenibile del settore edile dell'Unione
    europea. Mentre, un'iniziativa legislativa allo studio per il 2012
    è la revisione della direttiva sulla valutazione dell'impatto
    ambientale e un'altra iniziativa non legislativa allo studio per il
    2012 è un piano per la salvaguardia delle risorse idriche
    dell'Europa, quest'ultimo un po' deludente, rispetto al programma
    dell'anno scorso nel quale era previsto espressamente una direttiva
    sull'uso efficiente dell'acqua negli edifici. Questo progetto di
    direttiva sull'uso efficiente dell'acqua negli edifici è scomparso
    ed è confluito in questa iniziativa che però non ha carattere
    legislativo.
    Il Responsabile del Servizio Risanamento atmosferico, acustico,
    elettromagnetico dott. LANZI illustra la parte V del Rapporto che
    riguarda l'Ambiente osservando come molte delle cose dette dal
    collega sono legate ad un approccio integrato. Ci sono degli
    elementi generali di riferimento che l'Unione europea pone in questa
    materia, che richiedono appunto la necessità di operare in modo
    integrato e l'esempio fatto dal collega sull'approccio alla
    produzione di energia da fonti rinnovabili è seguito da quattro
    Direzioni generali che devono vederne i vari aspetti in modo da
    bilanciare i vari fattori.
    Il rapporto richiama le coerenze fra il VI Programma di Azione
    comunitaria ambientale e i piani di azione in campo ambientale della
    Regione ed è una catena che si sviluppa lungo tutto il documento.
    Dei temi che sono elencati sulle iniziative legislative a livello
    europeo ritiene preminente quella della produzione di energia in
    tutti i suoi vari aspetti, nel senso che è uno degli assi portanti
    delle politiche ambientali legate sia alle direttive che riguardano
    la lotta contro i cambiamenti climatici, ma anche gli aspetti
    affrontati in questa commissione in occasione della comunicazione,
    che è richiamata a pagina 95 della relazione, una tabella di marcia
    verso un'economia competitiva a bassa emissione di carbonio nel
    2050 . In quella sede si era già affrontato il tema del rapporto tra
    le politiche di riduzione dei gas serra e l'inquinamento a scala
    locale proprio perché anche questo tipo di materia deve vedere tutti
    gli aspetti: gli inquinanti a scala globale hanno ovviamente un loro
    effetto di tipo territoriale-ambientale, ma accanto a questo ci sono
    le emissioni e nel rapporto si tratta anche il tema della qualità
    dell'aria. Seguendo quella che è la struttura del Rapporto, spiega
    che le iniziative strategiche sono quelle già illustrate dal collega
    sull'efficienza energetica e le iniziative non legislative in gran
    parte sono tutte collegate a un'economia a bassa emissione di
    carbonio e a un discorso di utilizzo efficace ed efficiente delle
    risorse impegnate nelle varie attività.
    Per quanto riguarda le iniziative allo studio sicuramente anche
    queste sono collegate, e cita solo ad esempio quelle sulle reti
    intelligenti , quindi come distribuire in modo efficace ed
    efficiente l'energia elettrica prodotta dalle diverse fonti che sono
    preposte alla loro generazione.
    Ritiene un punto molto importante quello sulla semplificazione ed
    iniziative per la riduzione degli oneri amministrativi, nel senso
    che il tema della semplificazione di tutti i procedimenti è molto
    sentito, molto trasversale e quindi, nel processo discendente è già,
    come dire, un tema di attenzione da parte delle strutture che
    operano dentro la realtà regionale.
    L'attuazione delle politiche comunitarie in Italia vede, per la
    parte ambientale, un ruolo centrale del Piano di Azione Ambientale -
    l'ultimo al momento è scaduto, ma è in fase di confronto la
    definizione del nuovo - mantenendo quelle che sono i punti chiave
    qui richiamati e quindi da un lato la riduzione e la gestione dei
    rifiuti e dall'altro lato la questione della biodiversità in
    commistione con le politiche sul clima, sull'energia e infine
    appunto degli obbiettivi comunitari 20-20-20.
    Sulle politiche di settore, il rapporto prende innanzitutto in esame
    la questione della gestione dei rifiuti, il bonifico dei siti
    inquinati, dove vengono elencate le attività svolte nella fase
    discendente da parte della Giunta regionale in questa materia ed è
    un quadro decisamente complesso, legato al fatto che anche per il
    settore dei rifiuti c'è stato un aggiornamento del cosiddetto Testo
    Unico in campo ambientale, quindi il decreto legislativo 152 del
    2006, con uno specifico decreto legislativo 205 del 2010, nel quale
    è stata recepita la direttiva quadro sui rifiuti. Di questo
    ovviamente ci sarà la ricaduta negli atti regionali, che sono allo
    studio all'attività del servizio competente.
    Per quanto riguarda il quadro generale viene ripreso e richiamato lo
    stato di parecchie procedure di infrazione che riguardano il nostro
    Paese e che in qualche maniera coinvolgono anche alcuni enti.
    Analogo quadro è fatto per la tutela e il risanamento della risorsa
    acqua, dove c'è stata una modifica del decreto legislativo 152/2006
    e sono stati approvati tutta una serie di atti e altri atti sono
    allo studio, soprattutto in materia di utilizzazione di fanghi di
    depurazione in agricoltura e sono in via di predisposizione le bozze
    di queste direttive, per i piani di indirizzo concernenti l'azione
    di contenimento del carico inquinante veicolato dall'acqua di prima
    pioggia e linee guida per l'applicazione della legge regionale
    4/2007 per l'autorizzazione allo scarico nei canali di bonifica.
    Riferisce che rispetto all'infrazione che è stata fatta verso
    l'Italia riguardante i sistemi depurativi dei piccoli agglomerati la
    Regione ha mandato sempre al Ministero i dati necessari per
    rispondere e che comunque sta affrontando il tema della depurazione
    dei piccoli agglomerati, che è oggetto proprio della procedura di
    infrazione, dentro il nuovo Piano di Azione Ambientale.
    Per quanto riguarda la direttiva sugli impianti soggetti alla
    cosiddetta direttiva Seveso ha riferito il collega di questo forte
    intreccio sulla collocazione nel territorio di questi impianti
    rispetto ai possibili scenari di rischio che possano coinvolgere
    aree abitate o altre aree industriali, il cosiddetto effetto
    domino che viene valutato in questo campo, informa della
    prosecuzione del lavoro e sul fatto che sarà fra breve disponibile,
    anche in rete, la consultazione dello stato degli impianti per tutta
    la popolazione.
    Sull'inquinamento atmosferico c'è una forte attività da parte della
    Regione, legata essenzialmente al fatto che anche qui il quadro
    normativo è fortemente cambiato. È cambiato sia perché è stata
    recepita la direttiva quadro, la direttiva 2008/50 (è in corso la
    riflessione su come andrà a incidere sul quadro normativo vigente),
    sia il quadro autorizzativo, in particolare la parte V del decreto
    legislativo 152/2006, che è stato modificato dal decreto legislativo
    128/2010. Invita, pertanto, a vedere a pagina 103, l'intervento -
    con la delibera n. 1769/2010 - sugli impianti termici civili fino a
    10 megawatt di potenza, che nel nuovo quadro normativo sono trattati
    come impianti industriali. Questo è legato al fatto che avendo in
    corso l'infrazione sulle polveri fini e anche una richiesta di
    deroga per gli ossidi di azoto è evidente che occorre andare verso
    prestazioni ambientali più efficaci ed efficienti per combattere
    questo tipo di inquinamento.
    L'Emilia-Romagna partecipa attivamente al coordinamento delle
    regioni del bacino padano proprio perché questa tematica va oltre i
    confini amministrativi trattandosi di criticità che non sono solo
    specifiche del bacino padano, ma anche di altre grandi aree a
    livello europeo e quindi c'è questa azione coordinata da parte delle
    regioni che si innesta sul processo di revisione che sta per essere
    avviato della direttiva 2008/50.
    Rispetto alle infrazioni in corso ritiene utile dare un
    aggiornamento rispetto a quello che è scritto nel Rapporto: l'Italia
    ha presentato una memoria difensiva proprio nell'aprile di
    quest'anno alla Corte di Giustizia sull'infrazione sulle PM10.
    Rispetto al dato qui riportato sulle infrazioni per la direttiva
    sulla prevenzione integrata dell'inquinamento riferisce che l'Italia
    è stata condannata e l'Emilia-Romagna sta fornendo il quadro preciso
    della situazione che vede sostanzialmente, per i termini oggi con
    cui è stata fatta la condanna, di fatto adempiente.
    Per quanto riguarda l'inquinamento acustico fa presente che
    l'attività in corso riguarda soprattutto l'attuazione della
    direttiva quadro a livello europeo, con difficoltà piuttosto
    importanti perché è diverso il sistema di classificazione e
    valutazione della direttiva europea rispetto alla normativa
    nazionale, quindi un lavoro tecnico molto complicato e, richiamando
    quanto scritto nel rapporto, comunica che entro quest'anno dovranno
    essere approvati i piani di azione dell'agglomerato di Bologna, la
    realtà più complessa del territorio regionale, comprendente la città
    di Bologna e alcuni comuni della cintura, le infrastrutture stradali
    di competenza delle province, ed emanate le linee di indirizzo
    regionali per tutti i nuovi piani di tutti gli altri agglomerati,
    che sono sostanzialmente le città capoluogo e le altre
    infrastrutture stradali di competenza delle province con flussi di
    traffico da 3 a 6 milioni di veicoli anno.
    Per quanto riguarda le risorse nelle aree protette, siti della Rete
    Natura 2000 l'attività fa riferimento alla legge regionale n. 7/2004
    e in sua attuazione la Giunta ha adottato una serie di delibere che
    riguardano in generale il monitoraggio e la gestione dei siti di
    interesse comunitario delle zone di protezione.
    Gli ultimi tre punti riguardano i cosiddetti temi rilevanti degli
    strumenti ad approccio integrato , quindi la valutazione ambientale
    strategica dei piani e programmi, che deriva anche dalla legge
    regionale 20/2000 che è stata una legge antesignana della direttiva
    europea da questo punto di vista e quindi la Regione su questo ha
    innestato il recepimento della direttiva europea. L'aspetto
    assolutamente importante, perché è stato recentemente anche questo
    oggetto di modifica nel Testo Unico Ambientale, e quindi un
    adeguamento della normativa regionale prevista. L'importante di
    questi strumenti è il beneficio che ne dovrebbe derivare dal punto
    di vista dei procedimenti autorizzativi, in quanto la valutazione
    dei piani dovrebbe rendere molto più rapido ed efficace l'attuazione
    delle procedure di VIA e anche l'attuazione della normativa sulla
    prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento. Vengono poi di
    nuovo riaffermati il sostegno all'adozione degli strumenti
    volontari, quindi di eco gestione, e il discorso della
    certificazione EMAS, il Regolamento europeo sulla gestione
    ambientale sia da parte delle imprese, che degli enti pubblici, e
    viene richiamata la questione dei controlli ambientali che oggi
    diventa centrale in attuazione della nuova direttiva sulle emissioni
    industriali approvata a fine del 2010 (la direttiva 2010/75) che
    riprende in gran parte quelli che sono i contenuti della
    raccomandazione che è qui citata e per la quale nella legge
    comunitaria nazionale è previsto il recepimento e l'entrata in
    vigore entro il 7 gennaio del 2013.
    Infine, precisa che l'elemento chiave dell'informazione ambientale è
    quello dell'attuazione della direttiva sull'accesso all'informazione
    ambientale, cosa molto sentita e richiesta, sulla quale si sta
    procedendo con la riattivazione di un gruppo di coordinamento di
    interdirezioni per aggiornare e ampliare il quadro delle
    informazioni ambientali in possesso della Regione per renderle
    disponibili - già lo sono oggi - attraverso uno specifico sito
    internet dedicato. E' anche in via di strutturazione e attuazione il
    tema dell'educazione allo sviluppo sostenibile in base alla
    specifica legge regionale n. 27 del 2009.
    Esce la consigliera Noè. Rientra il consigliere Favia.
    La consigliera MARANI fa un ragionamento di carattere più generale
    rivolgendosi alla Giunta per la prosecuzione dei lavori di
    commissione e per non disperdere le tante informazioni che possono
    diventare materiale prezioso nella discussione poi dei provvedimenti
    che su scala regionale si vanno ad assumere. Per quanto riguarda le
    comunicazioni, che quindi non si traducono necessariamente in
    riferimenti legislativi obbligati , ma si traducono in buone
    azioni, coerenti con quelle che sono appunto le indicazioni della
    legislazione europea, ritiene siano assolutamente importanti, nel
    senso che riguardano l'assunzione di pratiche che rispetto a quello
    che veniva descritto stamani - i temi contenuti nell'agenda politica
    della Regione: l'acqua, la depurazione, l'inquinamento acustico, i
    rifiuti, sono in qualche modo suggerimenti di comportamenti virtuosi
    ai quali crede l'Emilia-Romagna abbia interesse ad essere coerente e
    a rispondere. Chiede, pertanto, se sia possibile che ogni volta che
    viene affrontato un provvedimento su scala regionale ci sia non solo
    il riferimento legislativo, ma anche la possibilità di avere
    allegata la documentazione prodotta in questi rapporti. Proprio per
    non disperdere questo importante lavoro di analisi fatto. Ribadisce
    che, se a lato di ogni provvedimento nelle diverse commissioni e in
    Aula, la documentazione fosse frazionata in modo da essere
    pertinente a quel tema e a quella questione, sarebbero elementi
    importanti per arricchire il contributo e la discussione e per avere
    il parametro dei riferimenti europei dal punto di vista della
    qualità delle valutazioni e con la possibilità di essere molto più
    efficaci nel dare nelle due fasi discendente e ascendente un
    contributo maggiore.
    Entra il consigliere Barbieri.
    Il dott. LANZI risponde che per quanto possibile crede che si tenti
    sempre nella parte introduttiva degli atti di fare sia riferimento
    alla normativa sia al sostegno conoscitivo che viene anche dalle
    varie comunicazioni e rapporti dell'Unione europea. Questo
    completamento del sistema di conoscenza viene fatto, per esempio,
    anche alle pagg. 94 e 95 e viene proposto di usarlo come metodo di
    lavoro anche quando vengono fatti i singoli atti in modo da avere
    sempre il quadro. Ritiene sia vero che in molte comunicazioni ci
    sono tutta una serie di elementi che poi nel dettato normativo si
    perdono mentre spesso è molto utile avere questo completamento del
    sistema di conoscenze per decidere bene.
    La consigliera COSTI condivide le osservazioni della collega e
    chiede anche un ulteriore elemento. Crede che la Comunità Europea
    stia dedicando particolare attenzione a questo tema della qualità
    della legislazione, cioè semplificazione, sburocratizzazione.
    Occorrerebbe, pertanto, a suo parere, che anche nei report ci fosse
    un'attenzione particolare rispetto a questo, perché crede che ciò
    possa rappresentare uno degli elementi di valore aggiunto per una
    Regione che, comunque, vede molto in linea con le politiche
    comunitarie. Ritiene la parte affrontata oggi un po' disomogenea -
    ambiente, territorio, ed economia - una materia molto vasta che
    andrebbe sviscerata molto bene anche per presentare delle proposte,
    come si dice, ascendenti, non semplicemente discendenti, perché
    forse un lavoro molto più attivo su questa parte aiuterebbe il
    raggiungimento anche degli obiettivi.
    Il presidente ZOFFOLI ritiene che per oggi si possa concludere la
    discussione sull'argomento e che la commissione potrà esprimere il
    suo parere il 19 di maggio, e quindi anche le osservazioni di merito
    e di metodo fatte si vedrà come raccoglierle poi nel parere.
    Si passa all'oggetto:
    1256 - Petizione popolare concernente la valutazione di
    adeguatezza dei servizi pubblici svolti dalla Ferrovia Porretta
    Terme-Pistoia a seguito della rimodulazione della stessa linea
    ferroviaria (delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n.
    35 del 23 03 11)
    Il Presidente ZOFFOLI, spiega che si tratta di una petizione
    popolare che l'Ufficio di Presidenza ha dichiarato ammissibile e che
    è stata assegnata alla Commissione. Fa presente che è stata
    trasmessa ai commissari una nota dell'assessore Peri sull'argomento,
    che ritiene completa sia nell'analisi che nelle indicazioni di
    possibili soluzioni. La petizione riguarda una richiesta di
    intervento da parte della Regione su un tratto di ferrovia: la
    Porretta Terme - Pistoia a seguito delle scelte fatte di
    rimodulazione della stessa linea ferroviaria.
    L'Ing. TUBERTINI Responsabile del Servizio ferrovie, spiega che
    sostanzialmente il problema riguarda tutte le regioni che devono
    affrontare una problematica rilevante rispetto a tagli che sono
    stati imposti ai trasferimenti per la gestione delle competenze che
    le stesse hanno avuto per lo svolgimento dei servizi ferroviari. Ci
    sono stati incontri a Roma per cercare di recuperare parte delle
    risorse tagliate, ma la prospettiva è quella di una restituzione non
    totale dei tagli che sono intervenuti, quindi ragionando
    specificamente sul tema delle risorse destinate al trasporto
    ferroviario non c'è una compensazione piena. Spiega, comunque, che
    non c'è ancora una decisione formale rispetto ad un' ipotesi di
    lavoro che le regioni hanno portato avanti su un fronte non
    compatto, nel senso che in qualche modo per parte di queste risorse
    la normativa prevedeva una rivisitazione dei criteri storici di
    riparto che si stanno trascinando da diverso tempo per introdurre
    degli elementi di premialità. Al riguardo precisa che elementi di
    premialità interessano l'Emilia-Romagna, perché in questi anni si
    sono sviluppate delle azioni di efficientamento. Ricorda in
    particolare che l'Emilia-Romagna è una delle poche regioni che ha
    messo in piedi qualche anno fa una gara che in questo momento
    consente, in qualche modo, di pagare dei servizi che vengono svolti
    per corrispettivi che sono inferiori mediamente a quelli praticati
    dalle altre regioni.
    La petizione riguarda i tagli praticati da una Regione vicina, sulla
    base di criteri che in qualche modo ha adottato anche la nostra
    regione su altri fronti. Si sta vivendo in questi giorni l'avvio di
    un completamento di tagli su alcune linee che richiamano le stesse
    argomentazioni che riguardano la Porrettana. Fa osservare che in
    Emilia-Romagna sono stati adottati criteri diversi che ovviamente
    possono essere condivisi o meno, certamente non lo saranno da chi ha
    subìto questi tagli, ma assicura che si è cercato di tutelare il
    fronte della montagna. Seguendo il principio che i tagli praticati
    non dovevano essere tagli 'tout-court '', ma che dovevano essere
    compensati da dei servizi sostitutivi su gomma che potessero seguire
    criteri di percorrenza e tempi che fossero in una certa misura
    compatibili con i treni che venivano tolti.
    Questa stessa linea Porrettana è stata oggetto di notevoli
    potenziamenti negli ultimi anni, anche se essendo ad unico binario,
    lo sforzo è stato rilevante e con problematiche organizzative di un
    certo tipo; pertanto, non ha subìto nessun taglio così come non è
    stato praticato nessun taglio su tutte le relazioni che vanno verso
    la montagna sul fronte emiliano-romagnolo.
    Chiarisce che ci sono stati dei confronti con la Regione Toscana,
    per cui alcune relazioni che riguardano i collegamenti con la
    montagna anche sul loro fronte, non hanno subìto tagli: la Faentina,
    la Bologna-Prato, la Pontremolese. Sulla linea di cui alla petizione
    viene rilevata, su diversi treni, una scarsa presenza di passeggeri
    (una presenza media di circa quindici passeggeri trasportati), per
    cui si è cercato di salvaguardare, per metà dei servizi, le fasce di
    punta dei servizi sostitutivi che però in una realtà come quella
    della montagna, non è gestibile e paragonabile. I servizi su gomma
    che sono stati proposti riguardano il posizionamento di due autobus,
    alternativi tra di loro, che fanno il servizio su strada.
    Ritiene sia una situazione imbarazzante, perché in Emilia-Romagna i
    tagli sono stati praticati secondo determinati criteri, mentre in
    Toscana sono stati fatti, in una fase convulsa come quella attuale,
    in cui non è facile rimettere in piedi anche la riorganizzazione
    dell'intero sistema, quindi ancora più difficile porre al centro
    dell'attenzione servizi nei quali le frequentazioni sono più basse
    o, in una certa misura, servizi marginali rispetto alla domanda
    forte della Regione. Ritiene, altresì, che questa situazione non
    abbia una soluzione facile fino a che non si riuscirà a capire
    meglio l'evoluzione sul recupero dei tagli e il quadro complessivo.
    Gli preme anche far rilevare il fatto che la Regione Toscana, come
    tutte quante le altre regioni, nell'ambito di tagli che non hanno
    riguardato solo il trasporto pubblico locale ma anche molti altri
    pubblici settori, di fatto abbia drenato risorse da altre parti per
    salvaguardare il trasporto pubblico, che quindi è stato messo al
    centro dell'attenzione. La restituzione di queste risorse limitate
    solo al trasporto pubblico locale ripone la questione nell'ambito di
    quelle che saranno le decisioni che le varie Giunte dovranno
    assumere, in quanto si pone il problema di capire quanto sia giusto
    restituire anche ai settori che hanno prestato risorse per garantire
    in prima battuta una certa quantità di servizi a fronte comunque di
    fondi che dovevano onorare i contratti che sono in essere. Cioè quei
    tagli, se recepiti come sono stati imposti alle regioni a metà
    dell'anno, avrebbero indotto una situazione drammatica, mentre la
    compensazione e il trasferimento di risorse che le regioni hanno
    garantito, ha consentito di limitare i danni, di non mettere in
    crisi tutto il meccanismo e di onorare gli impegni contrattuali. Fa,
    comunque, presente che la situazione non ha possibilità di essere
    risolta né l'anno prossimo né negli anni a venire e quindi la
    difficoltà è capire come muoversi di fronte a impegni contrattuali
    sottoscritti che hanno una durata pluriennale e che non danno
    certezza per gli anni a venire. Su questo fronte c'è sicuramente un
    impegno politico, ribadito dall'assessore Peri in diverse occasioni,
    di confrontarsi con i colleghi della Toscana per trovare il modo di
    risolvere la situazione. E' chiaro che se non si taglia qui, vuol
    dire tagliare da qualche altra parte.
    In questo momento non si è in grado di dare una risposta concreta:
    c'è un tavolo aperto, si tratta di capirne l'evoluzione e come
    intervenire. Ribadisce che le problematiche della montagna per
    Emilia-Romagna sono rilevanti e che non si è toccato alcun servizio
    che riguardi questo tipo di relazioni, ma che si comprende la
    situazione di altre regioni. Informa che, tra l'altro, la Toscana,
    ha fatto tagli anche su altre relazioni: sulla
    Viareggio-Lucca-Firenze, sulla Lucca-Pisa, sulla Siena-Empoli, sulla
    Firenze-Arezzo-Chiusi.
    Spiega, inoltre, che le altre regioni non pagano più i servizi in
    funzione dei chilometri, ma in funzione del tempo per svolgere gli
    stessi servizi: si tratta di un elemento assolutamente falsante,
    perché sono intervenuti dei meccanismi che praticamente hanno
    imposto degli allungamenti delle percorrenze e le regioni sono state
    costrette in qualche modo a dovere pagare questi tempi aggiuntivi
    senza averli chiesti. C'è comunque un corrispettivo di questo
    servizio che è superiore al corrispettivo medio che si riconosce per
    i servizi svolti nella regione Emilia-Romagna. Quindi anche in
    termini di tipo, offerta di percorrenza e di tempo di percorrenza
    c'è uno sbilanciamento tra le risorse che la Toscana mette in gioco
    e che risparmia nel momento in cui fa un taglio, rispetto a quelle
    che sono le posizioni dell'Emilia-Romagna.
    Il Presidente ZOFFOLI considera che nell'articolare una risposta
    alla petizione, prenderebbe come linea le osservazioni che
    l'ingegnere ha riportato, che sono contenute nella nota
    dell'assessore Peri e che evidenziano le difficoltà relative a
    questa tratta ferroviaria e le scelte fatte nel merito. Al riguardo
    evidenzia che in questa tratta non sono stati operati dei tagli,
    anzi sulla linea ferroviaria Porretta-Pistoia è stata rivista anche
    la previsione di una riduzione del servizio per il mese di agosto.
    Quindi l'impegno è quello di cercare nelle sedi istituzionali e nei
    livelli decisionali delle due regioni, le soluzioni che possano
    permettere di superare in sostanza questa difficoltà e rilanciare
    sul fronte del rapporto con la regione Toscana una ricerca di
    soluzione. Crede che più di questo non si possa fare con gli
    elementi a disposizione e trattandosi poi di scelte che vanno ad
    impattare con le responsabilità di un'altra Regione.
    Il consigliere FAVIA, con il massimo rispetto per l'ing. Tubertini
    che però è un tecnico che illustra la situazione, ritiene che la
    petizione richieda l'assunzione di una responsabilità politica da
    parte della Regione e, quindi chiede, senza alcuna polemica, per
    quale ragione non sia intervenuto un esponente della Giunta oggi in
    Commissione. Chiede, comunque, al tecnico per quanto riguarda la
    parte concernente il lato emiliano della tratta, quanti soldi
    servirebbero per ripristinare la situazione o comunque soddisfare
    le richieste dei comitati. Gli interesserebbe capire questo, perché
    si è appena discusso, durante un'altra interrogazione, una settimana
    fa, del fatto che il Governo ha comunque mantenuto gli accordi, a
    detta dello stesso Presidente Errani, per coprire i tagli che erano
    previsti a dicembre sul trasporto pubblico e l'assessore Peri, ha
    detto che quando i soldi arriveranno, verranno reinvestiti. Pensa
    invece che la Commissione possa e debba prendersi degli impegni
    davanti a questa petizione, perché crede che non siano dal punto di
    vista economico questioni irrisolvibili. Ritiene sia una tratta
    strategica e serva al territorio. Si spendono 180 milioni di euro
    per la Cispadana perché si dice che serve per il territorio e qui
    dove sono richieste cifre ben inferiori, tra l'altro, per una zona
    critica come quella appenninica, non si riescono ad assumere
    impegni. Chiede, pertanto, che la Commissione prenda un impegno
    maggiore; quei tagli sono stati fatti, perché sono mancate risorse
    statali, queste risorse torneranno, c'è un impegno firmato a livello
    istituzionale dal Governo insieme alla Conferenza Stato-Regioni, per
    cui preferirebbe una posizione più netta.
    Il Presidente ZOFFOLI ricorda che tutti i Commissari hanno ricevuto
    la nota sottoscritta dall'assessore Peri, in data 21/04/2011, in
    riferimento alla petizione in oggetto. Quindi la posizione politica
    dell'assessore e della Giunta è stata espressa, ed è molto chiara e
    il tecnico non ha fatto altro che rendere evidente questo dato. La
    Commissione ha, quindi, in mano una presa di posizione
    dell'assessore che oggi non è potuto intervenire per altri impegni
    istituzionali.
    Il consigliere FERRARI crede che la nota dell'assessore confermi
    l'impegno dell'Emilia-Romagna a sostenere, in un tema così delicato
    come quello dei trasporti, quella parte del territorio - montano -
    emiliano-romagnolo, ma lo stesso crede valga anche per la Toscana,
    che ha più difficoltà. Sarebbe stato logico e naturale che da parte
    del Governo, nel momento in cui vengono fatte scelte anche
    difficili, come sono quelle relative alla riduzione delle risorse
    che vanno sicuramente operate, si fosse tenuto conto dei bisogni e
    delle complessità, in particolare dei territori montani, dove anche
    i numeri minimi che venivano richiamati, come le quindici persone
    che utilizzano in certi momenti il servizio, sono un modo per dire
    che quel territorio può vivere o non vivere più, in quanto anche le
    poche unità fanno la differenza.
    Quindi la Regione ha ribadito attraverso la nota dell'assessore
    questo impegno, mentre, d'altra parte, c'è invece un momento di
    indecisione e comunque non si è arrivati ad una scelta altrettanto
    forte. Fa presente che la posizione del suo gruppo è di assoluto
    allineamento rispetto a questo bisogno e da un parere molto positivo
    di questo impegno dell'assessorato e degli uffici rispetto alla
    tutela delle zone più deboli.
    La trattativa con la Regione Toscana, gli par di capire, sia in
    itinere e ritiene occorra fare in modo che vada aiutata dal momento
    che i problemi dei territori montani sono gli stessi per entrambe le
    regioni, perché è una tratta che mette in relazione territori
    diversi e regioni diverse, perché anche alla luce di risorse che
    dovrebbero arrivare, e si spera che arrivino, va fatta una scelta
    consapevole, forte e anche difficile ovviamente, in quanto risorse
    messe da una parte qualche volta vuol dire sottrarle da altre parti,
    venga condivisa parimenti dalla Regione Toscana. Quindi invita
    l'assessore e la Giunta a continuare in questo impegno, e crede che
    le motivazioni lette nella petizione, peraltro condivise anche dagli
    amministratori locali sia dei comuni che delle comunità montane,
    vada presa in seria considerazione, quindi una forte raccomandazione
    perché questo impegno venga sostenuto con forza, con convinzione
    perché si riesca a trovare insieme una soluzione non solo
    necessaria, ma utile in una visione strategica di un giusto
    equilibrio fra chi ha più risorse e più opportunità, e chi invece ha
    assolutamente bisogno di questi interventi per garantirsi una
    possibilità di vita e di continuità, rispetto al mantenimento di
    servizi alle persone anche nelle zone montane.
    L'Ing. TUBERTINI aggiunge che in una nota ufficiale che l'assessore
    della Toscana ha inviato al comune di Granaglione, e comunque
    ripreso in altri comunicati ufficiali, parla di un risparmio,
    riguardo all'eliminazione di queste sei coppie di treni, della
    dimensione di un milione e mezzo di euro. Non conosce a fondo il
    contratto della Regione Toscana, che è costruito più sulle
    percorrenze temporali e su altre condizioni, il cosiddetto
    contratto a catalogo , da cui per il momento la nostra regione è
    fuori. Riguardo a quelli che sono i numeri dell'Emilia-Romagna, per
    percorrenze analoghe di 40 chilometri, i corrispettivi medi, a
    seconda delle situazioni vanno dagli otto ai nove euro a chilometro,
    vorrebbe dire un costo di 500 mila euro. Se gli stessi chilometri
    fossero stati sottratti al fronte della Regione Emilia-Romagna la
    cifra sarebbe stata questa e inferiore rispetto a quella della
    Toscana. Rileva che, comunque, va considerato anche il costo degli
    autobus che vanno a sostituire quei treni e che 1 milione e 500 mila
    euro sono un risparmio enorme se si pensa al taglio dei treni e al
    fatto che comunque vengono messe due coppie di autobus, che
    considerando sempre i numeri dell'Emilia-Romagna, mediamente vengono
    a costare intorno ai due euro o poco di più al chilometro, e sono
    due autobus quindi vorrebbe dire una cifra doppia per ogni autobus.
    Comunque c'è un costo che viene sostenuto e togliendo la
    compensazione del costo degli autobus, il risparmio indicato è molto
    elevato e in qualche modo ne è sorpreso.
    Il consigliere FAVIA chiede se sono due euro per chilometro per gli
    autobus e otto euro per il treno.
    L'Ing. TUBERTINI conferma che il costo medio dei treni è tra gli
    otto e i nove euro, perché è un po' funzionale anche alla tipologia,
    alla lunghezza e alle caratteristiche del mezzo utilizzato. Fa
    presente che durante la gara in qualche modo le tipologie dei mezzi
    sono state molto articolate, però la quantità prevalente dei servizi
    che vengono svolti nella Regione Emilia-Romagna hanno un costo medio
    dell'entità indicata ed è un costo a chilometro, quindi non dipende
    dall'allungamento dei tempi di percorrenza. Nel contratto della
    Toscana e di tutte quelle regioni, che poi hanno dovuto in qualche
    modo sottostare alla logica del contratto a catalogo , ci sono
    altri parametri che determinano il costo di quel servizio che sono
    abbastanza articolati. Afferma di non conoscerli a fondo però,
    effettivamente, si hanno dei costi complessivi medi che sono legati
    alle risorse trasferite alle regioni e che sono state
    originariamente anche oggetto di discussione, di dibattito e di
    contestazione, nel senso che ogni Regione ha dovuto fare i conti con
    i chilometri che lo Stato gli ha trasferito in funzione delle cifre
    che gli sono state trasferite per fare quei chilometri.
    Nel caso della Porretta-Pistoia sono state tolte sei coppie, quindi
    dodici treni su una linea di circa 40 chilometri. Con i numeri
    dell'Emilia 40 chilometri per 12 treni, sarebbero circa 500 mila
    euro, però sono servizi a contratto della Toscana, per cui il
    ragionamento va relativizzato, non si possono certo porre dei
    sospetti sui alcuni numeri della Regione Toscana.
    Aggiunge, inoltre, che il contratto con Trenitalia a gara,
    praticamente è saltato, perché tutte le verifiche di qualità che
    erano condizionanti per il rinnovo praticamente non si sono
    determinate, quindi il contratto a partire da giugno di quest'anno
    scade. Spiega che nel contratto è previsto che ci debba essere un
    anno da cuscinetto , quindi con le condizioni contrattuali attuali
    si andrebbe avanti ancora un altro anno e si sta lavorando sulla
    nuova gara con problematiche enormi, nel senso che gli aspetti e le
    condizioni di mercato sono molto cambiate dalla prima gara. Ritiene
    che se non si riesce a procedere in questa direzione, anche l'
    Emilia-Romagna sarà costretta a doversi confrontare con un
    contratto a catalogo , perché è noto che nel quadro normativo è
    previsto che i contratti attuali possano essere rinnovati con la
    stessa impresa, con Trenitalia, per altri 6 anni, con la possibilità
    di prolungare ulteriormente di altri 6 anni. Quindi il bivio nel
    quale ci si trova è di lavorare ad una gara con le problematiche che
    ci stanno dietro, cosa che comunque si sta facendo; oppure
    sottostare, come le altre regioni, alle condizioni del contratto a
    catalogo , con dei costi che saranno quindi significativamente
    incrementati rispetto ai corrispettivi che si stanno garantendo
    attualmente.
    Il consigliere FAVIA chiede di avere un'informativa specifica sul
    tema della gara.
    L'Ing. TUBERTINI spiega che in questo momento è un po' prematuro,
    però ci si sta lavorando e l'assessore Peri non mancherà di
    informare la Commissione.
    Il Presidente ZOFFOLI crede che per la Commissione sia un bene avere
    queste informazioni ulteriori, che tuttavia complicano e rendono
    ancora più problematica l'intera questione. Ritornando al merito
    crede che sia difficile oggettivamente che la Commissione possa
    prendere impegni addirittura economici effettivi, rispetto anche
    agli strumenti e agli elementi di cui dispone. Crede che la
    Commissione debba far propria l'indicazione dell'assessore che non
    elude il tema in quanto ribadisce il ruolo, la funzione e le scelte
    dell'Emilia-Romagna in merito anche alla problematica che la
    petizione pone, addirittura rinunciando, come già evidenziato, a
    quella decurtazione sul servizio riferita al mese di agosto. Si è
    nel campo delle scelte della regione Toscana, c'è un percorso di
    discussione e di confronto in atto, con tutti i problemi che
    venivano ricordati. Quindi crede che come Commissione si potrebbe
    rispondere tenendo fede a questo schema, con l'impegno, così come
    sollecitava anche il consigliere Favia, di chiedere all'assessore di
    tornare in Commissione per fornire un aggiornamento, nel merito di
    questa problematica, rispetto al confronto con la regione Toscana,
    allargando semmai il ragionamento anche al futuro delle scelte che
    competono e riguardano l'Emilia-Romagna. Pone in votazione questo
    indirizzo e la conseguente relazione.
    La Commissione esprime parere favorevole con 28 voti a favore (PD,
    PDL, M5S), nessun contrario e nessun astenuto.
    La seduta termina alle ore 12.10 .
    Approvato nella seduta del 19 maggio 2011.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Damiano Zoffoli
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