Testo
Verbale n. 12
Seduta del 5 maggio 2011
Il giorno giovedì 5 maggio 2011 alle ore 10.00 si è riunita presso
la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50,
la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con nota
Prot. n. 14116 del 28/04/2011.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 assente
nte Emilia e Romagna
MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
nte
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
Tiziano
BARTOLINI Luca Componente PDL- Popolo Della 1 assente
Libertà
BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
Libertà
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 assente
Libertà
CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 assente
DONINI Monica Componente Federazione Della 2 assente
Sinistra
FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 presente
FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 4 assente
Libertà
MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 4 assente
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 assente
Libertà - Idee Verdi
MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 presente
PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
Sono presenti i consiglieri: Palma COSTI in sostituzione di CASADEI;
Marco BARBIERI in sostituzione parziale di MORI.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: M. Palazzini (Serv.
Parchi e risorse forestali); M. Ricciardelli (Resp. Serv. Affari
legislativi e qualità dei processi normativi); L. Trentini (Serv.
Affari generali, giuridici e programmazione finanziaria - Progr.
territoriale e negoziata); E. Lanzi (Resp. Serv. Risanamento
atmosferico, acustico, elettromagnetico); M. Tubertini (Resp.
Servizio Ferrovie); M. Ferrari (Serv. Informazione Ass. Leg.).
Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Resocontista: Antonella Agostini
Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10.25.
Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Bazzoni, Costi, Favia,
Ferrari, Marani, Mazzotti, Mori e Zoffoli.
-
Approvazione verbali nn. 9 e 10 del 2011.
La Commissione li approva a maggioranza dei presenti con
l'astensione del consigliere Favia (M5S).
Si passa al primo punto all'ordine del giorno:
C52 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema
di delibera della Giunta regionale recante: Approvazione del Piano
territoriale del Parco del Delta del Po - Stazione Pineta di Classe
e Salina di Cervia .
Il presidente ZOFFOLI fa presente che lo schema di delibera viene
illustrato da un tecnico del Servizio Parchi e risorse forestali.
La dott.ssa PALAZZINI spiega che il Parco del Delta del Po è l'area
protetta più importante della Regione, di circa 56.000 ettari,
interessati da ambienti e specie d'interesse europeo, ambienti
d'interesse internazionale in generale, aree relative alla
convenzione di Ramsar (convenzione internazionale relativa alle zone
umide di importanza internazionale) per la tutela dell'avifauna e
numerosi siti della Rete Natura 2000. Si tratta di un parco ricco di
valenze naturalistiche e ambientali, con una forte pressione
antropica. Tramontata l'idea di un parco nazionale, si persegue ora
la via dell'interregionalità con la regione Veneto. Fa presente che
il parco è diviso in sei stazioni (Volano, Mesola, Goro, centro
storico di Comacchio, valli di Comacchio, Campotto e Argenta, Pineta
di San Vitale e piallassa di Ravenna) quello in esame oggi è il
piano territoriale di una delle due stazioni ravennati: Pineta di
Classe e Salina di Cervia. Dei sei piani che compongono il piano
territoriale del delta del Po, tre sono già stati approvati (Volano,
Mesola, Goro, valli di Comacchio e valle di Campotto) e per quanto
riguarda il centro storico di Comacchio l'approvazione è in corso.
Chiarisce che la stazione di cui all'oggetto è caratterizzata da
ambiti naturali molto diversificati tra loro: la pineta di Classe,
le zone umide salmastre dell'Ortazzo e dell'Ortazzino, la salina di
Cervia, le foci dei Fiumi Uniti, del Savio e del Bevano e le ultime
dune costiere. Gli ambienti naturali ricchi di biodiversità sono
circondati da seminativi di altre coltivazioni più o meno intensive,
mentre la linea di costa è interessata da insediamenti urbani
piuttosto recenti e da stabilimenti balneari. Il territorio della
stazione è punteggiato da cave dismesse, molte delle quali
utilizzate per attività ricreative e sportive, e da cave attive. La
salina di Cerva è un biotopo di particolare interesse soprattutto
per la ricchezza dell'avifauna e poi sono interessati quattro siti
della Rete Natura 2000. Il parco del delta del Po è stato istituito
nel 1988 e quindi l'iter di approvazione di questi piani è iniziato
negli anni 90 e la Regione ha dato indicazione per la costruzione di
una serie di piani coordinati tra loro per le sei stazioni e il
piano completo rielaborato dall'amministrazione provinciale di
Ravenna è pervenuto nel 2009. E' stata condotta l'istruttoria sugli
elaborati che sono stati trasmessi ai consiglieri nei giorni scorsi
e che sono composti da una relazione di analisi e dalla cartografia
di analisi, dalla relazione di progetto e dalla relativa
cartografia, dalle norme tecniche di attuazione, da un progetto
finanziario di massima e dal rapporto ambientale ai sensi della VAS
(valutazione ambientale strategica). Riferisce, poi, che vengono
modificate alcune tavole della cartografia sia per quanto riguarda
la rappresentazione del perimetro e della zonizzazione (A, B, C, D e
zona contigua), che per quanto riguarda il sistema della fruizione e
delle aree da sottoporre a restauro ambientale e aree ed immobili da
acquisire.
Entra la consigliera Noè.
In generale, gli obiettivi del piano sono: conservare la
vegetazione, la flora e la fauna d'interesse regionale e
comunitario; la protezione della naturalità e continuità ambientale
del complesso Ortazzino, foce del Bevano e litorale; il mantenimento
e il ripristino della continuità ecologica tra la costa e
l'entroterra ; il mantenimento di una scarsa presenza antropica
nelle aree più naturali in parte interessate dalla riserva dello
Stato, in parte private sulle quali un vecchio progetto - interrotto
da anni data l'importanza naturalistica di queste aree - prevedeva
un utilizzo a fini balneari/turistici. Rispetto alla perimetrazione
di legge la Provincia ha proposto degli ampliamenti interessando
l'ex zuccherificio di Classe, il bosco del Duca, la pineta di
Tagliata, il centro storico di Cervia, aree agricole ad est e ovest
del ponte dei Fiumi Uniti, le aree agricole circostanti la Salina di
Cervia, i canali adduttori della Salina fino al mare. E' interessata
anche una fascia di mare di 300 metri dalla linea di costa in
accordo con la perimetrazione dei siti di Natura 2000, mentre sono
state escluse alcune aree particolarmente antropizzate (Fosso
Ghiaia, l'area urbana circostante le terme di Cervia, l'area
Standiana occupata dal parco divertimenti Mirabilandia e la foce del
fiume Savio). Rileva che i punti fondamentali del piano si
evidenziano molto nella zonizzazione: il nucleo A di protezione
integrale che interessa l' Ortazzino e i meandri abbandonati del
torrente Bevano; una zona B di protezione generale che interessa i
prati umidi dell'Ortazzino, le paludi salmastre dell'Ortazzo, la
zona umida interna della pineta Ramazzotti e alcune porzioni di
bosco; zona C di protezione ambientale che riguarda la pinete di
Cervia e di Classe e diversi prati umidi e corsi d'acqua; zona D
nella quale sono stati collocati i centri abitati di Classe, i
nuclei lungo la statale Adriatica nei pressi di Fosso Ghiaia e
Savio; in area contigua è tutto il resto del territorio. Il parco è
interessato in buona parte da area contigua, c'è un 13% che è
riserva naturale dello Stato e il resto (fino ad arrivare a 8.500
ettari che compongono il territorio della stazione) le zone A, B, C
e D. Fa presente, inoltre, che sono stati individuati dei progetti
d'intervento particolareggiato per aree particolarmente complesse
come l'Ortazzo e il bosco della pineta di Cervia e delle aree ed
edifici da acquisizione oltre ad un sistema di sentieri che
permettono complessivamente una fruizione leggera e compatibile con
le esigenze di tutela. Osserva che, nonostante la mole di
documentazione trasmessa, le modifiche al piano sono relativamente
modeste nell'insieme e che si è approfittato dell'atto di
approvazione per eliminare e correggere refusi ed incongruenze.
Rispetto alla stesura iniziale della provincia di Ravenna, le scelte
diverse operate dalla Regione in parte sono riferite alla
zonizzazione e perimetrazione: la pineta di Milano Marittima, che
non era inclusa, viene messa in zona C secondo i confini del sito di
importanza comunitaria; la foce del fiume Savio viene inclusa entro
i confini della Stazione, in parte in area contigua e in parte nella
riserva naturale dello Stato; viene incluso in zona C un tratto di
mare antistante i Fiumi Uniti (già sito della rete Natura 2000);
vengono delimitati i perimetri delle cave attive in accoglimento
alle precisazioni dell'amministrazione provinciale; viene esclusa
dalla stazione una piccola area su cui insiste un distributore di
benzina; nel sistema della fruizione viene escluso un percorso che
interessava la spiaggia perché ritenuto troppo impattante
sull'ecosistema; vengono ridotti a due i progetti d'intervento
particolareggiato. Spiega che un punto molto importante è quello che
riguarda la regolamentazione dei capanni da pesca, cioè le strutture
fisse per la pesca ricreativa con bilancione e bilancia, per i quali
occorre andare verso una razionalizzazione delle strutture fissando
il numero a quello attuale e alla data di approvazione del piano
dando mandato al regolamento di precisare eventuali ricollocazioni,
previa demolizione dei capanni esistenti, e l'uso pertinente delle
aree adiacenti agli stessi, in modo da arrivare ad una
regolamentazione definitiva di queste strutture che in alcuni casi
rappresentano per la Stazione situazioni di degrado. Da ultimo
precisa che il programma finanziario di massima viene definito
come programma degli interventi, senza i relativi importi di spesa,
non ritenuti congrui.
Il presidente ZOFFOLI apre la discussione.
Il consigliere FAVIA chiede se siano stati fatti studi sul futuro
passaggio dell'E55 adiacente al Parco.
La dott.ssa PALAZZINI risponde che non è stata fatta una riflessione
rispetto a questa Stazione, ma su altre più direttamente interessate
quali per esempio Comacchio centro storico.
La consigliera MARANI afferma di non avere ben capito le motivazioni
per le quali non si sia percorsa la strada della nazionalizzazione
del parco e quale sia la classificazione attuale del parco medesimo.
Entra la consigliera Pariani.
La dott.ssa PALAZZINI ricorda che, per quanto riguarda il territorio
regionale, le aree protette sono state istituite alla fine degli
anni 80: parchi regionali e riserve naturali (attualmente ci sono 14
parchi regionali, 1 parco interregionale, 2 parchi nazionali e 16
riserve naturali); negli anni 90 a questa rete si è sovrapposta la
rete Natura 2000 che è stata determinata sulla base di criteri
dettati dalle direttive comunitarie. Spiega che la scelta
dell'Emilia-Romagna è stata quella di far coincidere quanto più
possibile la rete Natura 2000 con le aree protette già istituite e
questo è stato possibile in alcuni casi e altri no, pertanto
attualmente ci sono circa un 50% di rete Natura 2000 che è compresa
nelle aree protette e l'altro 50% che è fuori. Nel caso di questa
Stazione ci sono 4 siti d'interesse comunitario interessati al
perimetro (Salina di Cervia, Ortazzo, Ortazzino e foce del Bevano,
pineta di Classe e di Cervia). Per quanto riguarda la
classificazione del parco si è ritenuto che quella di parco
regionale garantisca una migliore gestione di un'area naturale
fortemente antropizzata e una maggior salvaguardia del protagonismo
delle comunità locali e degli enti locali. L'istituto del parco
nazionale vede un più forte protagonismo dello Stato quindi,
nonostante i valori di quest'area siano di livello nazionale ed
internazionale, è stata fatta questa scelta. Il delta viene
amministrato da due parchi regionali: uno emiliano-romagnolo e
l'altro veneto, in uno spirito di collaborazione attiva.
La consigliera NOE' ricorda che i siti d'interesse comunitario e la
successiva riperimetrazione delle zone aveva comportato tensione
nella popolazione interessata e chiede se, nel tempo, si sia andati
verso una normalizzazione della situazione.
La dott.ssa PALAZZINI risponde che, in generale, la conflittualità è
in diminuzione, anche grazie al lavoro che si sta facendo per far
conoscere i valori e sfatare i pregiudizi. Ad esempio la provincia
di Parma, che è stata sempre molto contraria alle aree protette,
sta riconoscendo che comunque alcune aree vanno salvaguardate e, in
particolare, è stato possibile istituire la prima riserva naturale
nella montagna parmense - oasi dei Ghirardi - pochi mesi fa e questo
è un segnale di rappacificazione della popolazione con quelli che
sono gli istituti di tutela previsti.
Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d'intervento,
pone in votazione l'oggetto C52.
La Commissione esprime parere favorevole con 25 voti a favore (PD,
UDC), 4 astenuti (PDL, M5S) e nessun contrario .
Si passa all'oggetto:
1332 - Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea
legislativa per l'anno 2011, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n.
16/2008.
Il presidente ZOFFOLI dà inizio al lavoro per la sessione
comunitaria 2011 ricordando che lo scorso anno la scadenza
elettorale ha rimandato lo svolgimento dei lavori per la sessione
comunitaria 2010 a dopo l'estate, mentre quest'anno si torna ai
tempi giusti di programmazione dedicando due sedute all'argomento.
La seduta odierna servirà soprattutto per un'illustrazione degli
atti di competenza della Commissione per il corrente anno, mentre il
19 maggio dovrà essere espresso il parere in sede consultiva. I
pareri in consultiva di questa e delle altre commissioni saranno
oggetto di relazione da parte della commissione referente - Bilancio
e affari generali - all'Assemblea. Fa presente che è stato trasmesso
a tutti i commissari un documento di lavoro predisposto da un gruppo
tecnico, che ringrazia per l'eccellente sintesi, composto da tre
atti importanti: la delibera di Giunta di approvazione del rapporto
conoscitivo per la sessione comunitaria dell'Assemblea per il 2011
ai sensi dell' art. 5 della l.r. 16/2008; il programma di lavoro
della Commissione europea per il 2011; la relazione sullo stato di
conformità al diritto comunitario dell'ordinamento regionale (anno
2010). Viene affrontata sia la fase ascendente, cioè di costruzione
delle leggi europee, che nella fase discendente, cioè il lavoro di
recepimento degli indirizzi e direttive comunitarie. Ritiene che il
lavoro principale sia quello, rispetto alla mole dei materiali, di
operare delle scelte, individuando le priorità sulle quali
concentrare l'attività nel corso dell'anno. Di fatto, continua, non
partendo da zero, ci si troverà quest'anno a dare attuazione a
lavori già iniziati, e cita per esempio il Libro bianco sui
trasporti illustrato nella scorsa seduta dall'assessore Peri.
Esce il consigliere Favia.
Il Responsabile del Servizio Affari legislativi e qualità dei
processi normativi dott. RICCIARDELLI fa una breve premessa nella
quale fornisce elementi che ritiene utili per orientarsi nell'ambito
del rapporto conoscitivo di quest'anno. Ricorda che questa è la
terza sessione comunitaria che viene fatta: la prima è stata nel
2009 e ne è seguita la legge comunitaria, la numero 4 del 2010; poi
lo scorso anno è stata fatta una sessione comunitaria con tempi un
po' sfasati perché la Commissione europea si era insediata da poco e
quindi era una situazione un po' particolare.
La cosa più importante che va rilevata è che il modello di legge di
sessione comunitaria, così come è strutturato sulla base della legge
16 del 2008, è un modello originale che dalle altre regioni viene
molto apprezzato e copiato. E' un modello che si basa proprio sulla
prevalenza del momento conoscitivo, a differenza di quello che era
lo schema classico che dalla La Pergola prima, alla Buttiglione poi
e, con i primi interventi delle leggi regionali - cita il Friuli per
tutti -, caratterizzava l'idea di partire sempre subito con una
legge comunitaria, qui il ragionamento è diverso: siccome la
competenza regionale in realtà è molto articolata e a volte anche
mediata dalla legislazione statale viene ritenuto prevalente il
momento conoscitivo, dopodiché è l'Assemblea legislativa a dare gli
indirizzi alla Giunta regionale per la predisposizione
dell'eventuale legge comunitaria.
Come già detto dal presidente Zoffoli i due elementi fondamentali da
guardare sono la fase ascendente attraverso la quale si partecipa
all'ordinamento comunitario e qui l'Assemblea legislativa
dell'Emilia-Romagna ha fatto effettivamente molto più di quello che
avviene nelle altre regioni, e la fase discendente cioè il momento
dell'attuazione dell'ordinamento comunitario. Spiega che spesso si
guarda alla fase ascendente come a quella di maggior interesse
perché comprende gli atti più innovativi in tutti i settori: dagli
appalti, all'ambiente, ai trasporti, ma ritiene che la fase
discendente abbia una sua delicatezza e non vada sottovalutata nella
sua complessità perché questa fase è relativa ad atti che
necessitano anche di un passaggio per l'attuazione statale e quindi
prima di un' attuazione diretta da parte della Regione, occorre
aspettare che la legislazione statale faccia scelte di carattere
generale.
Chiarisce che il rapporto è composto da una prima parte di carattere
generale nella quale sono illustrate tutte le tematiche. Si tratta
di un documento che è proprio predisposto in funzione del lavoro dei
consiglieri perché la legge 16 prevede due elementi che sono il
programma comunitario e la relazione che tutti gli anni viene
predisposta sugli atti adottati in fase discendente. Il rapporto
conoscitivo comunitario nasce dal fatto che il programma europeo
preso come tale contiene tante linee di intervento che prima di
essere mediate dalla legislazione statale e dalla regionale non sono
gestibili. La stessa cosa vale per la fase discendente in quanto
tale perché sarebbe un elenco di atti. Spiega, quindi, che il
rapporto conoscitivo contiene una parte generale descrittiva con per
esempio le modifiche della legge Buttiglione che sono in corso, le
cose più interessanti per ogni settore, e cita per esempio in
materia di ambiente, cosa si sta muovendo a livello europeo, quali
sono gli elementi in fase discendente attuati e quali sono i punti
di fase ascendente che si ritiene di porre all'attenzione
dell'Assemblea.
Ritiene, pertanto, che le venti pagine per ogni materia siano
esaustive, e sia possibile per ogni consigliere ritrovare gli
elementi che servono ad una buona gestione della sessione
comunitaria. Si tratta di elementi di carattere tecnico, poi alla
fine c'è il riepilogo dei principali atti e il lavoro della
commissione è volto all'individuazione degli atti importanti. Si
cerca, tutti gli anni, di dare un aggiornamento di quella che è la
situazione comunitaria settore per settore.
Esce la consigliera Mori.
Il dott. TRENTINI del Serv. Affari generali, giuridici e
programmazione finanziaria - Progr. territoriale e negoziata
illustra la parte del programma della Commissione europea relativa
alla materia del governo del territorio, inteso come insieme delle
azioni volte alla tutela del territorio e alla sostenibilità dei
relativi usi e trasformazioni.
Bisogna chiarire che questa materia sicuramente importante,
fondamentale per tutte le politiche pubbliche non rientra in maniera
molto specifica e dichiarata nelle competenze fondamentali
dell'Unione europea e nelle attività ordinarie. Basta esaminare gli
atti fondamentali della stessa e anche l'attività legislativa per
vedere che è una materia nella quale si registra una certa
difficoltà dell'Unione europea a occuparsi di queste tematiche
sicuramente delicate: tanto per fare un esempio un principio
importante che ha fissato l'Unione europea sicuramente in materia di
governo del territorio, pianificazione urbanistica può essere
individuato nel concetto contenuto nella direttiva cosiddetta
Seveso 2 , sul rischio di incidenti rilevanti, per cui vicino a uno
stabilimento classificato a rischio di incidenti rilevanti, quando
si fa pianificazione urbanistica e territoriale bisogna avere
l'accortezza di mantenere distanze opportune tra gli insediamenti
residenziali e gli stabilimenti a rischio. Questo principio è stato
introdotto in maniera forse anche un po' tardiva e faticosa, neanche
dopo l'incidente di Seveso, che è del '76 (la prima direttiva Seveso
è dell'82), ma dopo l'incidente di Bopal dell'84 ci sono voluti otto
anni per una revisione della direttiva Seveso e quindi con la Seveso
2 arrivare all'introduzione di questo principio, che è chiamato il
principio del controllo dell'urbanizzazione nelle zone interessate
da stabilimenti a rischio di incidente rilevante . Fa questa
introduzione per spiegare che probabilmente c'è una certa difficoltà
da parte dell'Unione europea ad occuparsi di tematiche che toccano
direttamente l'urbanistica e il territorio e quindi vengono valutate
quelle parti del programma e dell'attività dell'Unione europea che
incidono sul governo del territorio in maniera un po' trasversale.
Si riferisce soprattutto alle azioni in materia ambientale,
energetica, in materia di disciplina degli appalti. Nel programma di
lavoro della Commissione europea per il 2011, infatti, vengono
individuati vari punti che toccano e incidono sicuramente sul
governo del territorio senza una declaratoria esplicita di
appartenenza a questa materia. In particolare - sottolinea
velocemente - nel programma di lavoro della Commissione europea le
iniziative sono distinte in strategiche e non strategiche a seconda
dell'importanza delle stesse, e legislative e non legislative a
seconda che si tratti di progetti di nuove direttive o di modifiche
di direttive e quindi considerate iniziativa legislativa oppure
iniziative non legislative che riguardano soprattutto piani,
programmi e assumono la forma di comunicazioni della Commissione
europea rivolte essenzialmente al Parlamento.
Osserva, quindi, che come iniziative strategiche e legislative che
toccano fortemente la materia del governo del territorio si ravvisa
quella riguardante il rendimento energetico e il risparmio
energetico, che è appunto un'iniziativa strategica legislativa
prevista per il 2011. Al riguardo è prevista l'elaborazione di una
direttiva sull'efficienza energetica e sul risparmio energetico. Si
tratta di una materia seguita in collaborazione con i colleghi delle
Attività produttive, dei Servizi energia, dell'Ambiente,
dell'Agricoltura. Ricorda, ad esempio, tutta la discussione e gli
atti in materia di energia fotovoltaica e la stretta relazione e
incidenza che c'è tra lo sviluppo delle fonti di produzione di
energia elettrica da fotovoltaico con le tematiche della
pianificazione urbanistica del governo del territorio con le
Attività produttive, la produzione di energia elettrica, le
tematiche ambientali, le tematiche dell'agricoltura, dell'uso dei
terreni. Ritiene, quindi, che questa sia l'iniziativa più rilevante
da considerare. Collegata a questa iniziativa strategica legislativa
ve n'è una strettamente attinente, ma non legislativa che è
l'iniziativa relativa alla dotazione di un piano europeo per
l'efficienza energetica: si tratta di un piano che prevede di avere
un quadro sviluppato fino all'anno 2020 e che dovrebbe avere la
forma di una comunicazione della Commissione europea. È
un'iniziativa classificata strategica, gli viene data una certa
importanza dalla Commissione europea prevista per il primo trimestre
del 2011.
Sempre collegate a queste due iniziative c'è una tabella di marcia
per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse e anche
questa è considerata un'iniziativa strategica, non legislativa
appunto, ed è prevista per il secondo trimestre del 2011.
Con una prospettiva pluriennale e più a lungo raggio è prevista per
il terzo trimestre del 2011 una tabella di marcia per l'energia fino
al 2050 ed è un'iniziativa legislativa considerata non strategica a
sostegno della realizzazione delle reti intelligenti.
C'è, poi, un'iniziativa in materia di appalti pubblici, con un
progetto di revisione delle direttive europee in materia: si tratta
di un'iniziativa legislativa anch'essa allo studio per il 2011 alla
quale è collegata altra analoga in materia di concessioni.
Altre iniziative non legislative per il 2011 di incidenza sulla
materia ambientale sono: una comunicazione sull'attuazione della
normativa della politica dell'Unione europea in materia ambientale
e più mirata sulle tematiche regionali del governo del territorio,
dell'edilizia, dell'urbanistica; una comunicazione sulla strategia
per la competitività sostenibile del settore edile dell'Unione
europea. Mentre, un'iniziativa legislativa allo studio per il 2012
è la revisione della direttiva sulla valutazione dell'impatto
ambientale e un'altra iniziativa non legislativa allo studio per il
2012 è un piano per la salvaguardia delle risorse idriche
dell'Europa, quest'ultimo un po' deludente, rispetto al programma
dell'anno scorso nel quale era previsto espressamente una direttiva
sull'uso efficiente dell'acqua negli edifici. Questo progetto di
direttiva sull'uso efficiente dell'acqua negli edifici è scomparso
ed è confluito in questa iniziativa che però non ha carattere
legislativo.
Il Responsabile del Servizio Risanamento atmosferico, acustico,
elettromagnetico dott. LANZI illustra la parte V del Rapporto che
riguarda l'Ambiente osservando come molte delle cose dette dal
collega sono legate ad un approccio integrato. Ci sono degli
elementi generali di riferimento che l'Unione europea pone in questa
materia, che richiedono appunto la necessità di operare in modo
integrato e l'esempio fatto dal collega sull'approccio alla
produzione di energia da fonti rinnovabili è seguito da quattro
Direzioni generali che devono vederne i vari aspetti in modo da
bilanciare i vari fattori.
Il rapporto richiama le coerenze fra il VI Programma di Azione
comunitaria ambientale e i piani di azione in campo ambientale della
Regione ed è una catena che si sviluppa lungo tutto il documento.
Dei temi che sono elencati sulle iniziative legislative a livello
europeo ritiene preminente quella della produzione di energia in
tutti i suoi vari aspetti, nel senso che è uno degli assi portanti
delle politiche ambientali legate sia alle direttive che riguardano
la lotta contro i cambiamenti climatici, ma anche gli aspetti
affrontati in questa commissione in occasione della comunicazione,
che è richiamata a pagina 95 della relazione, una tabella di marcia
verso un'economia competitiva a bassa emissione di carbonio nel
2050 . In quella sede si era già affrontato il tema del rapporto tra
le politiche di riduzione dei gas serra e l'inquinamento a scala
locale proprio perché anche questo tipo di materia deve vedere tutti
gli aspetti: gli inquinanti a scala globale hanno ovviamente un loro
effetto di tipo territoriale-ambientale, ma accanto a questo ci sono
le emissioni e nel rapporto si tratta anche il tema della qualità
dell'aria. Seguendo quella che è la struttura del Rapporto, spiega
che le iniziative strategiche sono quelle già illustrate dal collega
sull'efficienza energetica e le iniziative non legislative in gran
parte sono tutte collegate a un'economia a bassa emissione di
carbonio e a un discorso di utilizzo efficace ed efficiente delle
risorse impegnate nelle varie attività.
Per quanto riguarda le iniziative allo studio sicuramente anche
queste sono collegate, e cita solo ad esempio quelle sulle reti
intelligenti , quindi come distribuire in modo efficace ed
efficiente l'energia elettrica prodotta dalle diverse fonti che sono
preposte alla loro generazione.
Ritiene un punto molto importante quello sulla semplificazione ed
iniziative per la riduzione degli oneri amministrativi, nel senso
che il tema della semplificazione di tutti i procedimenti è molto
sentito, molto trasversale e quindi, nel processo discendente è già,
come dire, un tema di attenzione da parte delle strutture che
operano dentro la realtà regionale.
L'attuazione delle politiche comunitarie in Italia vede, per la
parte ambientale, un ruolo centrale del Piano di Azione Ambientale -
l'ultimo al momento è scaduto, ma è in fase di confronto la
definizione del nuovo - mantenendo quelle che sono i punti chiave
qui richiamati e quindi da un lato la riduzione e la gestione dei
rifiuti e dall'altro lato la questione della biodiversità in
commistione con le politiche sul clima, sull'energia e infine
appunto degli obbiettivi comunitari 20-20-20.
Sulle politiche di settore, il rapporto prende innanzitutto in esame
la questione della gestione dei rifiuti, il bonifico dei siti
inquinati, dove vengono elencate le attività svolte nella fase
discendente da parte della Giunta regionale in questa materia ed è
un quadro decisamente complesso, legato al fatto che anche per il
settore dei rifiuti c'è stato un aggiornamento del cosiddetto Testo
Unico in campo ambientale, quindi il decreto legislativo 152 del
2006, con uno specifico decreto legislativo 205 del 2010, nel quale
è stata recepita la direttiva quadro sui rifiuti. Di questo
ovviamente ci sarà la ricaduta negli atti regionali, che sono allo
studio all'attività del servizio competente.
Per quanto riguarda il quadro generale viene ripreso e richiamato lo
stato di parecchie procedure di infrazione che riguardano il nostro
Paese e che in qualche maniera coinvolgono anche alcuni enti.
Analogo quadro è fatto per la tutela e il risanamento della risorsa
acqua, dove c'è stata una modifica del decreto legislativo 152/2006
e sono stati approvati tutta una serie di atti e altri atti sono
allo studio, soprattutto in materia di utilizzazione di fanghi di
depurazione in agricoltura e sono in via di predisposizione le bozze
di queste direttive, per i piani di indirizzo concernenti l'azione
di contenimento del carico inquinante veicolato dall'acqua di prima
pioggia e linee guida per l'applicazione della legge regionale
4/2007 per l'autorizzazione allo scarico nei canali di bonifica.
Riferisce che rispetto all'infrazione che è stata fatta verso
l'Italia riguardante i sistemi depurativi dei piccoli agglomerati la
Regione ha mandato sempre al Ministero i dati necessari per
rispondere e che comunque sta affrontando il tema della depurazione
dei piccoli agglomerati, che è oggetto proprio della procedura di
infrazione, dentro il nuovo Piano di Azione Ambientale.
Per quanto riguarda la direttiva sugli impianti soggetti alla
cosiddetta direttiva Seveso ha riferito il collega di questo forte
intreccio sulla collocazione nel territorio di questi impianti
rispetto ai possibili scenari di rischio che possano coinvolgere
aree abitate o altre aree industriali, il cosiddetto effetto
domino che viene valutato in questo campo, informa della
prosecuzione del lavoro e sul fatto che sarà fra breve disponibile,
anche in rete, la consultazione dello stato degli impianti per tutta
la popolazione.
Sull'inquinamento atmosferico c'è una forte attività da parte della
Regione, legata essenzialmente al fatto che anche qui il quadro
normativo è fortemente cambiato. È cambiato sia perché è stata
recepita la direttiva quadro, la direttiva 2008/50 (è in corso la
riflessione su come andrà a incidere sul quadro normativo vigente),
sia il quadro autorizzativo, in particolare la parte V del decreto
legislativo 152/2006, che è stato modificato dal decreto legislativo
128/2010. Invita, pertanto, a vedere a pagina 103, l'intervento -
con la delibera n. 1769/2010 - sugli impianti termici civili fino a
10 megawatt di potenza, che nel nuovo quadro normativo sono trattati
come impianti industriali. Questo è legato al fatto che avendo in
corso l'infrazione sulle polveri fini e anche una richiesta di
deroga per gli ossidi di azoto è evidente che occorre andare verso
prestazioni ambientali più efficaci ed efficienti per combattere
questo tipo di inquinamento.
L'Emilia-Romagna partecipa attivamente al coordinamento delle
regioni del bacino padano proprio perché questa tematica va oltre i
confini amministrativi trattandosi di criticità che non sono solo
specifiche del bacino padano, ma anche di altre grandi aree a
livello europeo e quindi c'è questa azione coordinata da parte delle
regioni che si innesta sul processo di revisione che sta per essere
avviato della direttiva 2008/50.
Rispetto alle infrazioni in corso ritiene utile dare un
aggiornamento rispetto a quello che è scritto nel Rapporto: l'Italia
ha presentato una memoria difensiva proprio nell'aprile di
quest'anno alla Corte di Giustizia sull'infrazione sulle PM10.
Rispetto al dato qui riportato sulle infrazioni per la direttiva
sulla prevenzione integrata dell'inquinamento riferisce che l'Italia
è stata condannata e l'Emilia-Romagna sta fornendo il quadro preciso
della situazione che vede sostanzialmente, per i termini oggi con
cui è stata fatta la condanna, di fatto adempiente.
Per quanto riguarda l'inquinamento acustico fa presente che
l'attività in corso riguarda soprattutto l'attuazione della
direttiva quadro a livello europeo, con difficoltà piuttosto
importanti perché è diverso il sistema di classificazione e
valutazione della direttiva europea rispetto alla normativa
nazionale, quindi un lavoro tecnico molto complicato e, richiamando
quanto scritto nel rapporto, comunica che entro quest'anno dovranno
essere approvati i piani di azione dell'agglomerato di Bologna, la
realtà più complessa del territorio regionale, comprendente la città
di Bologna e alcuni comuni della cintura, le infrastrutture stradali
di competenza delle province, ed emanate le linee di indirizzo
regionali per tutti i nuovi piani di tutti gli altri agglomerati,
che sono sostanzialmente le città capoluogo e le altre
infrastrutture stradali di competenza delle province con flussi di
traffico da 3 a 6 milioni di veicoli anno.
Per quanto riguarda le risorse nelle aree protette, siti della Rete
Natura 2000 l'attività fa riferimento alla legge regionale n. 7/2004
e in sua attuazione la Giunta ha adottato una serie di delibere che
riguardano in generale il monitoraggio e la gestione dei siti di
interesse comunitario delle zone di protezione.
Gli ultimi tre punti riguardano i cosiddetti temi rilevanti degli
strumenti ad approccio integrato , quindi la valutazione ambientale
strategica dei piani e programmi, che deriva anche dalla legge
regionale 20/2000 che è stata una legge antesignana della direttiva
europea da questo punto di vista e quindi la Regione su questo ha
innestato il recepimento della direttiva europea. L'aspetto
assolutamente importante, perché è stato recentemente anche questo
oggetto di modifica nel Testo Unico Ambientale, e quindi un
adeguamento della normativa regionale prevista. L'importante di
questi strumenti è il beneficio che ne dovrebbe derivare dal punto
di vista dei procedimenti autorizzativi, in quanto la valutazione
dei piani dovrebbe rendere molto più rapido ed efficace l'attuazione
delle procedure di VIA e anche l'attuazione della normativa sulla
prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento. Vengono poi di
nuovo riaffermati il sostegno all'adozione degli strumenti
volontari, quindi di eco gestione, e il discorso della
certificazione EMAS, il Regolamento europeo sulla gestione
ambientale sia da parte delle imprese, che degli enti pubblici, e
viene richiamata la questione dei controlli ambientali che oggi
diventa centrale in attuazione della nuova direttiva sulle emissioni
industriali approvata a fine del 2010 (la direttiva 2010/75) che
riprende in gran parte quelli che sono i contenuti della
raccomandazione che è qui citata e per la quale nella legge
comunitaria nazionale è previsto il recepimento e l'entrata in
vigore entro il 7 gennaio del 2013.
Infine, precisa che l'elemento chiave dell'informazione ambientale è
quello dell'attuazione della direttiva sull'accesso all'informazione
ambientale, cosa molto sentita e richiesta, sulla quale si sta
procedendo con la riattivazione di un gruppo di coordinamento di
interdirezioni per aggiornare e ampliare il quadro delle
informazioni ambientali in possesso della Regione per renderle
disponibili - già lo sono oggi - attraverso uno specifico sito
internet dedicato. E' anche in via di strutturazione e attuazione il
tema dell'educazione allo sviluppo sostenibile in base alla
specifica legge regionale n. 27 del 2009.
Esce la consigliera Noè. Rientra il consigliere Favia.
La consigliera MARANI fa un ragionamento di carattere più generale
rivolgendosi alla Giunta per la prosecuzione dei lavori di
commissione e per non disperdere le tante informazioni che possono
diventare materiale prezioso nella discussione poi dei provvedimenti
che su scala regionale si vanno ad assumere. Per quanto riguarda le
comunicazioni, che quindi non si traducono necessariamente in
riferimenti legislativi obbligati , ma si traducono in buone
azioni, coerenti con quelle che sono appunto le indicazioni della
legislazione europea, ritiene siano assolutamente importanti, nel
senso che riguardano l'assunzione di pratiche che rispetto a quello
che veniva descritto stamani - i temi contenuti nell'agenda politica
della Regione: l'acqua, la depurazione, l'inquinamento acustico, i
rifiuti, sono in qualche modo suggerimenti di comportamenti virtuosi
ai quali crede l'Emilia-Romagna abbia interesse ad essere coerente e
a rispondere. Chiede, pertanto, se sia possibile che ogni volta che
viene affrontato un provvedimento su scala regionale ci sia non solo
il riferimento legislativo, ma anche la possibilità di avere
allegata la documentazione prodotta in questi rapporti. Proprio per
non disperdere questo importante lavoro di analisi fatto. Ribadisce
che, se a lato di ogni provvedimento nelle diverse commissioni e in
Aula, la documentazione fosse frazionata in modo da essere
pertinente a quel tema e a quella questione, sarebbero elementi
importanti per arricchire il contributo e la discussione e per avere
il parametro dei riferimenti europei dal punto di vista della
qualità delle valutazioni e con la possibilità di essere molto più
efficaci nel dare nelle due fasi discendente e ascendente un
contributo maggiore.
Entra il consigliere Barbieri.
Il dott. LANZI risponde che per quanto possibile crede che si tenti
sempre nella parte introduttiva degli atti di fare sia riferimento
alla normativa sia al sostegno conoscitivo che viene anche dalle
varie comunicazioni e rapporti dell'Unione europea. Questo
completamento del sistema di conoscenza viene fatto, per esempio,
anche alle pagg. 94 e 95 e viene proposto di usarlo come metodo di
lavoro anche quando vengono fatti i singoli atti in modo da avere
sempre il quadro. Ritiene sia vero che in molte comunicazioni ci
sono tutta una serie di elementi che poi nel dettato normativo si
perdono mentre spesso è molto utile avere questo completamento del
sistema di conoscenze per decidere bene.
La consigliera COSTI condivide le osservazioni della collega e
chiede anche un ulteriore elemento. Crede che la Comunità Europea
stia dedicando particolare attenzione a questo tema della qualità
della legislazione, cioè semplificazione, sburocratizzazione.
Occorrerebbe, pertanto, a suo parere, che anche nei report ci fosse
un'attenzione particolare rispetto a questo, perché crede che ciò
possa rappresentare uno degli elementi di valore aggiunto per una
Regione che, comunque, vede molto in linea con le politiche
comunitarie. Ritiene la parte affrontata oggi un po' disomogenea -
ambiente, territorio, ed economia - una materia molto vasta che
andrebbe sviscerata molto bene anche per presentare delle proposte,
come si dice, ascendenti, non semplicemente discendenti, perché
forse un lavoro molto più attivo su questa parte aiuterebbe il
raggiungimento anche degli obiettivi.
Il presidente ZOFFOLI ritiene che per oggi si possa concludere la
discussione sull'argomento e che la commissione potrà esprimere il
suo parere il 19 di maggio, e quindi anche le osservazioni di merito
e di metodo fatte si vedrà come raccoglierle poi nel parere.
Si passa all'oggetto:
1256 - Petizione popolare concernente la valutazione di
adeguatezza dei servizi pubblici svolti dalla Ferrovia Porretta
Terme-Pistoia a seguito della rimodulazione della stessa linea
ferroviaria (delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n.
35 del 23 03 11)
Il Presidente ZOFFOLI, spiega che si tratta di una petizione
popolare che l'Ufficio di Presidenza ha dichiarato ammissibile e che
è stata assegnata alla Commissione. Fa presente che è stata
trasmessa ai commissari una nota dell'assessore Peri sull'argomento,
che ritiene completa sia nell'analisi che nelle indicazioni di
possibili soluzioni. La petizione riguarda una richiesta di
intervento da parte della Regione su un tratto di ferrovia: la
Porretta Terme - Pistoia a seguito delle scelte fatte di
rimodulazione della stessa linea ferroviaria.
L'Ing. TUBERTINI Responsabile del Servizio ferrovie, spiega che
sostanzialmente il problema riguarda tutte le regioni che devono
affrontare una problematica rilevante rispetto a tagli che sono
stati imposti ai trasferimenti per la gestione delle competenze che
le stesse hanno avuto per lo svolgimento dei servizi ferroviari. Ci
sono stati incontri a Roma per cercare di recuperare parte delle
risorse tagliate, ma la prospettiva è quella di una restituzione non
totale dei tagli che sono intervenuti, quindi ragionando
specificamente sul tema delle risorse destinate al trasporto
ferroviario non c'è una compensazione piena. Spiega, comunque, che
non c'è ancora una decisione formale rispetto ad un' ipotesi di
lavoro che le regioni hanno portato avanti su un fronte non
compatto, nel senso che in qualche modo per parte di queste risorse
la normativa prevedeva una rivisitazione dei criteri storici di
riparto che si stanno trascinando da diverso tempo per introdurre
degli elementi di premialità. Al riguardo precisa che elementi di
premialità interessano l'Emilia-Romagna, perché in questi anni si
sono sviluppate delle azioni di efficientamento. Ricorda in
particolare che l'Emilia-Romagna è una delle poche regioni che ha
messo in piedi qualche anno fa una gara che in questo momento
consente, in qualche modo, di pagare dei servizi che vengono svolti
per corrispettivi che sono inferiori mediamente a quelli praticati
dalle altre regioni.
La petizione riguarda i tagli praticati da una Regione vicina, sulla
base di criteri che in qualche modo ha adottato anche la nostra
regione su altri fronti. Si sta vivendo in questi giorni l'avvio di
un completamento di tagli su alcune linee che richiamano le stesse
argomentazioni che riguardano la Porrettana. Fa osservare che in
Emilia-Romagna sono stati adottati criteri diversi che ovviamente
possono essere condivisi o meno, certamente non lo saranno da chi ha
subìto questi tagli, ma assicura che si è cercato di tutelare il
fronte della montagna. Seguendo il principio che i tagli praticati
non dovevano essere tagli 'tout-court '', ma che dovevano essere
compensati da dei servizi sostitutivi su gomma che potessero seguire
criteri di percorrenza e tempi che fossero in una certa misura
compatibili con i treni che venivano tolti.
Questa stessa linea Porrettana è stata oggetto di notevoli
potenziamenti negli ultimi anni, anche se essendo ad unico binario,
lo sforzo è stato rilevante e con problematiche organizzative di un
certo tipo; pertanto, non ha subìto nessun taglio così come non è
stato praticato nessun taglio su tutte le relazioni che vanno verso
la montagna sul fronte emiliano-romagnolo.
Chiarisce che ci sono stati dei confronti con la Regione Toscana,
per cui alcune relazioni che riguardano i collegamenti con la
montagna anche sul loro fronte, non hanno subìto tagli: la Faentina,
la Bologna-Prato, la Pontremolese. Sulla linea di cui alla petizione
viene rilevata, su diversi treni, una scarsa presenza di passeggeri
(una presenza media di circa quindici passeggeri trasportati), per
cui si è cercato di salvaguardare, per metà dei servizi, le fasce di
punta dei servizi sostitutivi che però in una realtà come quella
della montagna, non è gestibile e paragonabile. I servizi su gomma
che sono stati proposti riguardano il posizionamento di due autobus,
alternativi tra di loro, che fanno il servizio su strada.
Ritiene sia una situazione imbarazzante, perché in Emilia-Romagna i
tagli sono stati praticati secondo determinati criteri, mentre in
Toscana sono stati fatti, in una fase convulsa come quella attuale,
in cui non è facile rimettere in piedi anche la riorganizzazione
dell'intero sistema, quindi ancora più difficile porre al centro
dell'attenzione servizi nei quali le frequentazioni sono più basse
o, in una certa misura, servizi marginali rispetto alla domanda
forte della Regione. Ritiene, altresì, che questa situazione non
abbia una soluzione facile fino a che non si riuscirà a capire
meglio l'evoluzione sul recupero dei tagli e il quadro complessivo.
Gli preme anche far rilevare il fatto che la Regione Toscana, come
tutte quante le altre regioni, nell'ambito di tagli che non hanno
riguardato solo il trasporto pubblico locale ma anche molti altri
pubblici settori, di fatto abbia drenato risorse da altre parti per
salvaguardare il trasporto pubblico, che quindi è stato messo al
centro dell'attenzione. La restituzione di queste risorse limitate
solo al trasporto pubblico locale ripone la questione nell'ambito di
quelle che saranno le decisioni che le varie Giunte dovranno
assumere, in quanto si pone il problema di capire quanto sia giusto
restituire anche ai settori che hanno prestato risorse per garantire
in prima battuta una certa quantità di servizi a fronte comunque di
fondi che dovevano onorare i contratti che sono in essere. Cioè quei
tagli, se recepiti come sono stati imposti alle regioni a metà
dell'anno, avrebbero indotto una situazione drammatica, mentre la
compensazione e il trasferimento di risorse che le regioni hanno
garantito, ha consentito di limitare i danni, di non mettere in
crisi tutto il meccanismo e di onorare gli impegni contrattuali. Fa,
comunque, presente che la situazione non ha possibilità di essere
risolta né l'anno prossimo né negli anni a venire e quindi la
difficoltà è capire come muoversi di fronte a impegni contrattuali
sottoscritti che hanno una durata pluriennale e che non danno
certezza per gli anni a venire. Su questo fronte c'è sicuramente un
impegno politico, ribadito dall'assessore Peri in diverse occasioni,
di confrontarsi con i colleghi della Toscana per trovare il modo di
risolvere la situazione. E' chiaro che se non si taglia qui, vuol
dire tagliare da qualche altra parte.
In questo momento non si è in grado di dare una risposta concreta:
c'è un tavolo aperto, si tratta di capirne l'evoluzione e come
intervenire. Ribadisce che le problematiche della montagna per
Emilia-Romagna sono rilevanti e che non si è toccato alcun servizio
che riguardi questo tipo di relazioni, ma che si comprende la
situazione di altre regioni. Informa che, tra l'altro, la Toscana,
ha fatto tagli anche su altre relazioni: sulla
Viareggio-Lucca-Firenze, sulla Lucca-Pisa, sulla Siena-Empoli, sulla
Firenze-Arezzo-Chiusi.
Spiega, inoltre, che le altre regioni non pagano più i servizi in
funzione dei chilometri, ma in funzione del tempo per svolgere gli
stessi servizi: si tratta di un elemento assolutamente falsante,
perché sono intervenuti dei meccanismi che praticamente hanno
imposto degli allungamenti delle percorrenze e le regioni sono state
costrette in qualche modo a dovere pagare questi tempi aggiuntivi
senza averli chiesti. C'è comunque un corrispettivo di questo
servizio che è superiore al corrispettivo medio che si riconosce per
i servizi svolti nella regione Emilia-Romagna. Quindi anche in
termini di tipo, offerta di percorrenza e di tempo di percorrenza
c'è uno sbilanciamento tra le risorse che la Toscana mette in gioco
e che risparmia nel momento in cui fa un taglio, rispetto a quelle
che sono le posizioni dell'Emilia-Romagna.
Il Presidente ZOFFOLI considera che nell'articolare una risposta
alla petizione, prenderebbe come linea le osservazioni che
l'ingegnere ha riportato, che sono contenute nella nota
dell'assessore Peri e che evidenziano le difficoltà relative a
questa tratta ferroviaria e le scelte fatte nel merito. Al riguardo
evidenzia che in questa tratta non sono stati operati dei tagli,
anzi sulla linea ferroviaria Porretta-Pistoia è stata rivista anche
la previsione di una riduzione del servizio per il mese di agosto.
Quindi l'impegno è quello di cercare nelle sedi istituzionali e nei
livelli decisionali delle due regioni, le soluzioni che possano
permettere di superare in sostanza questa difficoltà e rilanciare
sul fronte del rapporto con la regione Toscana una ricerca di
soluzione. Crede che più di questo non si possa fare con gli
elementi a disposizione e trattandosi poi di scelte che vanno ad
impattare con le responsabilità di un'altra Regione.
Il consigliere FAVIA, con il massimo rispetto per l'ing. Tubertini
che però è un tecnico che illustra la situazione, ritiene che la
petizione richieda l'assunzione di una responsabilità politica da
parte della Regione e, quindi chiede, senza alcuna polemica, per
quale ragione non sia intervenuto un esponente della Giunta oggi in
Commissione. Chiede, comunque, al tecnico per quanto riguarda la
parte concernente il lato emiliano della tratta, quanti soldi
servirebbero per ripristinare la situazione o comunque soddisfare
le richieste dei comitati. Gli interesserebbe capire questo, perché
si è appena discusso, durante un'altra interrogazione, una settimana
fa, del fatto che il Governo ha comunque mantenuto gli accordi, a
detta dello stesso Presidente Errani, per coprire i tagli che erano
previsti a dicembre sul trasporto pubblico e l'assessore Peri, ha
detto che quando i soldi arriveranno, verranno reinvestiti. Pensa
invece che la Commissione possa e debba prendersi degli impegni
davanti a questa petizione, perché crede che non siano dal punto di
vista economico questioni irrisolvibili. Ritiene sia una tratta
strategica e serva al territorio. Si spendono 180 milioni di euro
per la Cispadana perché si dice che serve per il territorio e qui
dove sono richieste cifre ben inferiori, tra l'altro, per una zona
critica come quella appenninica, non si riescono ad assumere
impegni. Chiede, pertanto, che la Commissione prenda un impegno
maggiore; quei tagli sono stati fatti, perché sono mancate risorse
statali, queste risorse torneranno, c'è un impegno firmato a livello
istituzionale dal Governo insieme alla Conferenza Stato-Regioni, per
cui preferirebbe una posizione più netta.
Il Presidente ZOFFOLI ricorda che tutti i Commissari hanno ricevuto
la nota sottoscritta dall'assessore Peri, in data 21/04/2011, in
riferimento alla petizione in oggetto. Quindi la posizione politica
dell'assessore e della Giunta è stata espressa, ed è molto chiara e
il tecnico non ha fatto altro che rendere evidente questo dato. La
Commissione ha, quindi, in mano una presa di posizione
dell'assessore che oggi non è potuto intervenire per altri impegni
istituzionali.
Il consigliere FERRARI crede che la nota dell'assessore confermi
l'impegno dell'Emilia-Romagna a sostenere, in un tema così delicato
come quello dei trasporti, quella parte del territorio - montano -
emiliano-romagnolo, ma lo stesso crede valga anche per la Toscana,
che ha più difficoltà. Sarebbe stato logico e naturale che da parte
del Governo, nel momento in cui vengono fatte scelte anche
difficili, come sono quelle relative alla riduzione delle risorse
che vanno sicuramente operate, si fosse tenuto conto dei bisogni e
delle complessità, in particolare dei territori montani, dove anche
i numeri minimi che venivano richiamati, come le quindici persone
che utilizzano in certi momenti il servizio, sono un modo per dire
che quel territorio può vivere o non vivere più, in quanto anche le
poche unità fanno la differenza.
Quindi la Regione ha ribadito attraverso la nota dell'assessore
questo impegno, mentre, d'altra parte, c'è invece un momento di
indecisione e comunque non si è arrivati ad una scelta altrettanto
forte. Fa presente che la posizione del suo gruppo è di assoluto
allineamento rispetto a questo bisogno e da un parere molto positivo
di questo impegno dell'assessorato e degli uffici rispetto alla
tutela delle zone più deboli.
La trattativa con la Regione Toscana, gli par di capire, sia in
itinere e ritiene occorra fare in modo che vada aiutata dal momento
che i problemi dei territori montani sono gli stessi per entrambe le
regioni, perché è una tratta che mette in relazione territori
diversi e regioni diverse, perché anche alla luce di risorse che
dovrebbero arrivare, e si spera che arrivino, va fatta una scelta
consapevole, forte e anche difficile ovviamente, in quanto risorse
messe da una parte qualche volta vuol dire sottrarle da altre parti,
venga condivisa parimenti dalla Regione Toscana. Quindi invita
l'assessore e la Giunta a continuare in questo impegno, e crede che
le motivazioni lette nella petizione, peraltro condivise anche dagli
amministratori locali sia dei comuni che delle comunità montane,
vada presa in seria considerazione, quindi una forte raccomandazione
perché questo impegno venga sostenuto con forza, con convinzione
perché si riesca a trovare insieme una soluzione non solo
necessaria, ma utile in una visione strategica di un giusto
equilibrio fra chi ha più risorse e più opportunità, e chi invece ha
assolutamente bisogno di questi interventi per garantirsi una
possibilità di vita e di continuità, rispetto al mantenimento di
servizi alle persone anche nelle zone montane.
L'Ing. TUBERTINI aggiunge che in una nota ufficiale che l'assessore
della Toscana ha inviato al comune di Granaglione, e comunque
ripreso in altri comunicati ufficiali, parla di un risparmio,
riguardo all'eliminazione di queste sei coppie di treni, della
dimensione di un milione e mezzo di euro. Non conosce a fondo il
contratto della Regione Toscana, che è costruito più sulle
percorrenze temporali e su altre condizioni, il cosiddetto
contratto a catalogo , da cui per il momento la nostra regione è
fuori. Riguardo a quelli che sono i numeri dell'Emilia-Romagna, per
percorrenze analoghe di 40 chilometri, i corrispettivi medi, a
seconda delle situazioni vanno dagli otto ai nove euro a chilometro,
vorrebbe dire un costo di 500 mila euro. Se gli stessi chilometri
fossero stati sottratti al fronte della Regione Emilia-Romagna la
cifra sarebbe stata questa e inferiore rispetto a quella della
Toscana. Rileva che, comunque, va considerato anche il costo degli
autobus che vanno a sostituire quei treni e che 1 milione e 500 mila
euro sono un risparmio enorme se si pensa al taglio dei treni e al
fatto che comunque vengono messe due coppie di autobus, che
considerando sempre i numeri dell'Emilia-Romagna, mediamente vengono
a costare intorno ai due euro o poco di più al chilometro, e sono
due autobus quindi vorrebbe dire una cifra doppia per ogni autobus.
Comunque c'è un costo che viene sostenuto e togliendo la
compensazione del costo degli autobus, il risparmio indicato è molto
elevato e in qualche modo ne è sorpreso.
Il consigliere FAVIA chiede se sono due euro per chilometro per gli
autobus e otto euro per il treno.
L'Ing. TUBERTINI conferma che il costo medio dei treni è tra gli
otto e i nove euro, perché è un po' funzionale anche alla tipologia,
alla lunghezza e alle caratteristiche del mezzo utilizzato. Fa
presente che durante la gara in qualche modo le tipologie dei mezzi
sono state molto articolate, però la quantità prevalente dei servizi
che vengono svolti nella Regione Emilia-Romagna hanno un costo medio
dell'entità indicata ed è un costo a chilometro, quindi non dipende
dall'allungamento dei tempi di percorrenza. Nel contratto della
Toscana e di tutte quelle regioni, che poi hanno dovuto in qualche
modo sottostare alla logica del contratto a catalogo , ci sono
altri parametri che determinano il costo di quel servizio che sono
abbastanza articolati. Afferma di non conoscerli a fondo però,
effettivamente, si hanno dei costi complessivi medi che sono legati
alle risorse trasferite alle regioni e che sono state
originariamente anche oggetto di discussione, di dibattito e di
contestazione, nel senso che ogni Regione ha dovuto fare i conti con
i chilometri che lo Stato gli ha trasferito in funzione delle cifre
che gli sono state trasferite per fare quei chilometri.
Nel caso della Porretta-Pistoia sono state tolte sei coppie, quindi
dodici treni su una linea di circa 40 chilometri. Con i numeri
dell'Emilia 40 chilometri per 12 treni, sarebbero circa 500 mila
euro, però sono servizi a contratto della Toscana, per cui il
ragionamento va relativizzato, non si possono certo porre dei
sospetti sui alcuni numeri della Regione Toscana.
Aggiunge, inoltre, che il contratto con Trenitalia a gara,
praticamente è saltato, perché tutte le verifiche di qualità che
erano condizionanti per il rinnovo praticamente non si sono
determinate, quindi il contratto a partire da giugno di quest'anno
scade. Spiega che nel contratto è previsto che ci debba essere un
anno da cuscinetto , quindi con le condizioni contrattuali attuali
si andrebbe avanti ancora un altro anno e si sta lavorando sulla
nuova gara con problematiche enormi, nel senso che gli aspetti e le
condizioni di mercato sono molto cambiate dalla prima gara. Ritiene
che se non si riesce a procedere in questa direzione, anche l'
Emilia-Romagna sarà costretta a doversi confrontare con un
contratto a catalogo , perché è noto che nel quadro normativo è
previsto che i contratti attuali possano essere rinnovati con la
stessa impresa, con Trenitalia, per altri 6 anni, con la possibilità
di prolungare ulteriormente di altri 6 anni. Quindi il bivio nel
quale ci si trova è di lavorare ad una gara con le problematiche che
ci stanno dietro, cosa che comunque si sta facendo; oppure
sottostare, come le altre regioni, alle condizioni del contratto a
catalogo , con dei costi che saranno quindi significativamente
incrementati rispetto ai corrispettivi che si stanno garantendo
attualmente.
Il consigliere FAVIA chiede di avere un'informativa specifica sul
tema della gara.
L'Ing. TUBERTINI spiega che in questo momento è un po' prematuro,
però ci si sta lavorando e l'assessore Peri non mancherà di
informare la Commissione.
Il Presidente ZOFFOLI crede che per la Commissione sia un bene avere
queste informazioni ulteriori, che tuttavia complicano e rendono
ancora più problematica l'intera questione. Ritornando al merito
crede che sia difficile oggettivamente che la Commissione possa
prendere impegni addirittura economici effettivi, rispetto anche
agli strumenti e agli elementi di cui dispone. Crede che la
Commissione debba far propria l'indicazione dell'assessore che non
elude il tema in quanto ribadisce il ruolo, la funzione e le scelte
dell'Emilia-Romagna in merito anche alla problematica che la
petizione pone, addirittura rinunciando, come già evidenziato, a
quella decurtazione sul servizio riferita al mese di agosto. Si è
nel campo delle scelte della regione Toscana, c'è un percorso di
discussione e di confronto in atto, con tutti i problemi che
venivano ricordati. Quindi crede che come Commissione si potrebbe
rispondere tenendo fede a questo schema, con l'impegno, così come
sollecitava anche il consigliere Favia, di chiedere all'assessore di
tornare in Commissione per fornire un aggiornamento, nel merito di
questa problematica, rispetto al confronto con la regione Toscana,
allargando semmai il ragionamento anche al futuro delle scelte che
competono e riguardano l'Emilia-Romagna. Pone in votazione questo
indirizzo e la conseguente relazione.
La Commissione esprime parere favorevole con 28 voti a favore (PD,
PDL, M5S), nessun contrario e nessun astenuto.
La seduta termina alle ore 12.10 .
Approvato nella seduta del 19 maggio 2011.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Damiano Zoffoli