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Legislatura IX - Commissione I - Verbale del 11/10/2011 pomeridiano

    Testo

                                Verbale n. 29
    Seduta dell'11 ottobre 2011
    Il giorno 11 ottobre 2011 alle ore 14.30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 31989 del 6 ottobre 2011.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    LOMBARDI Presidente PDL - 5 presente
    Marco Popolo della Libertà
    FILIPPI Vicepresidente PDL - 1 assente
    Fabio Popolo della Libertà
    VECCHI Vicepresidente Partito Democratico 4 presente
    Luciano
    BARBATI Componente Italia dei Valori 3 assente
    Liana - Lista Di Pietro
    BARBIERI Componente Partito Democratico 2 presente
    Marco
    BIGNAMI Componente PDL - 3 presente
    Galeazzo Popolo della Libertà
    BONACCINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Stefano
    CAVALLI Componente Lega Nord Padania 1 assente
    Stefano Emilia e Romagna
    DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Andrea Beppegrillo.it
    FERRARI Componente Partito Democratico 2 presente
    Gabriele
    MANFREDINI Componente Lega Nord Padania 3 presente
    Mauro Emilia e Romagna
    MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 presente
    Mario
    MEO Componente Sinistra Ecologia 2 presente
    Gabriella Libertà - Idee Verdi
    MONARI Componente Partito Democratico 3 presente
    Marco
    MONTANARI Componente Partito Democratico 2 presente
    Roberto
    MORICONI Componente Partito Democratico 2 presente
    Rita
    MUMOLO Componente Partito Democratico 2 presente
    Antonio
    NOE' Componente UDC - Unione di Centro 1 presente
    Silvia
    PARIANI Componente Partito Democratico 3 presente
    Anna
    POLLASTRI Componente PDL - 2 presente
    Andrea Popolo della Libertà
    RIVA Componente Gruppo Misto 1 assente
    Matteo
    SCONCIAFORNI Componente Federazione 2 assente
    Roberto della Sinistra
    È presente il consigliere Gianguido BAZZONI in sostituzione del
    consigliere Fabio FILIPPI.
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: M. Veronese (Resp.
    Serv. Coordinamento commissioni assembleari), I. Scandaletti (Serv.
    Informazione e comunicazione istituzionale)
    Presiedono la seduta: Marco LOMBARDI e Luciano VECCHI
    Assiste la Segretaria: Nicoletta Tartari
    Resocontista: Laura Sanvitale
    Il presidente LOMBARDI dichiara aperta la seduta alle ore 14,45.
    Sono presenti i consiglieri Bazzoni, Bignami, Defranceschi, Ferrari,
    Manfredini, Mazzotti, Monari, Montanari, Moriconi, Mumolo, Noé,
    Pariani, Pollastri e Vecchi.
    - Approvazione del verbale n. 27 del 23 settembre 2011
    La commissione approva all'unanimità.
    Il presidente LOMBARDI sottolinea che la convocazione,
    apparentemente non immediatamente necessaria, si rivela invece utile
    ai fini della creazione della buona prassi di far arrivare in
    discussione i progetti di legge avanzati dalla minoranza. Aggiunge
    che costituisce inoltre buona abitudine riunirsi comunque nel giorno
    designato di seduta di Commissione.
    Propone l'inversione dell'ordine del giorno, trattando per primo il
    progetto di legge oggetto 1087, posto che per gli altri due oggetti
    egli è il relatore e pertanto dovrà essere sostituito da un
    vicepresidente nello svolgimento dei relativi procedimenti, ai sensi
    dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento interno.
    La Commissione concorda.
    1087 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bignami
    Abrogazione del Circondario imolese (22 02 11)
    Relatore consigliere Galeazzo Bignami
    Il relatore BIGNAMI sottolinea che già la relazione illustra il
    progetto di legge composto da un unico articolo abrogativo del capo
    IV della legge regionale n. 4 del 2006, con cui si è istituito il
    nuovo circondario imolese, ente sovracomunale che raggruppa 10
    Comuni insistenti sull'area della provincia di Bologna collocata in
    prossimità del fiume Santerno.
    L'ente nasce con la finalità di attivare gli strumenti di
    pianificazione urbanistica, postulati dalla legge regionale n. 20
    del 2000, ma da allora è stato caricato di competenze che sfuggono
    alle finalità, contraddistinguendosi per una voracità della spesa
    pubblica. Ciò ha creato difficoltà nella rendicontazione delle
    spese, che non hanno formato oggetto di valutazione da parte della
    Corte di Conti, la quale non si ritiene competente in ragione del
    mancato inserimento dell'ente di secondo grado tra i livelli di
    governo previsti dal decreto legislativo n. 267 del 2000 (testo
    unico degli enti locali).
    Questo ha acuito la necessità dell'intervento abrogativo, perché si
    tratta di ente del tutto anomalo rispetto alla materia degli enti
    locali.
    Aggiunge altresì che il circondario imolese sfugge anche a un
    controllo da parte della Regione, come ha sostenuto anche la
    vicepresidente della Giunta in risposta ad almeno cinque
    interrogazioni, considerando insussistente un potere di verifica
    regionale delle spese e del bilancio dell'ente. A suo giudizio, ciò
    aumenta la difficoltà di gestione di questo ente che, istituito da
    legge regionale, non risponde all'ente che ne ha previsto
    l'istituzione.
    Sulla valutazione delle spese, che dunque sconta una non assoluta
    certezza dei dati, precisa alcuni dati numerici: 20 milioni di euro
    la spesa gravata sugli enti facenti parte del circondario imolese
    fino ad oggi. Aggiunge che nello scorso anno la Regione
    Emilia-Romagna ha previsto nel proprio bilancio pluriennale 10
    milioni di euro di investimento, di cui soltanto 80 mila in conto
    capitale. Tale dato a suo avviso dimostra come le risorse vadano in
    gran parte in spesa corrente, direzione opposta rispetto agli
    strumenti di contenimento della spesa pubblica adottati da tutti,
    destra e sinistra, negli ultimi anni.
    Ritiene che l'abrogazione del circondario imolese come ente di
    secondo grado sia funzionale altresì alla costituzione della città
    metropolitana, invocata anche dal sindaco di Bologna, nella quale
    potrebbero essere coinvolti quantomeno i comuni di Medicina, Castel
    San Pietro Terme e Castel Guelfo, la cui storia dimostra la loro
    collocazione nell'area bolognese e una minore affezione all'area
    imolese.
    In conclusione, esprime l'auspicio che possa esservi una
    condivisione del progetto di legge.
    Entrano i consiglieri Bonaccini, Barbieri e Meo, esce il consigliere
    Mumolo.
    La consigliera PARIANI segnala come la proposta sia la mera
    ripresentazione di un disegno di legge già bocciato. In realtà le
    cose evolvono e pertanto è opportuno riprendere la discussione, a
    valle di alcune semplificazioni di assetti che la Regione stessa ha
    prodotto nella scorsa legislatura.
    Osserva innanzitutto che il titolo del progetto di legge reca la
    dicitura abrogazione del circondario imolese , ma in realtà
    l'intervento abrogativo riguarda tutto il capo IV della legge
    regionale n. 6 del 2004. Pertanto con la richiesta abrogazione si
    intende incidere anche sulla possibilità della conclusione degli
    accordi tra i comuni metropolitani di Bologna, previsti
    dall'articolo 22. Aggiunge che gli accordi sui servizi metropolitani
    costituiscono l'unico elemento di promozione di attività dell'area
    metropolitana e attengono a servizi concreti.
    Rileva perciò una forte disattenzione al processo di costruzione
    della città metropolitana e ai meccanismi di promozione dal basso
    della costruzione di un'innovazione istituzionale. La proposta
    politica del sindaco di Bologna, tesa anche a modificare la legge
    nazionale istitutiva della città metropolitana, deriva anche
    dall'esperienza degli accordi volontari previsti dall'articolo 22,
    così come da quella del circondario imolese: parte dunque da un'idea
    di città metropolitana come costruzione dal basso di diverse
    aggregazioni che si costituiscono come enti di secondo grado e si
    fonda sulla logica di partecipazione e cooperazione tra territori
    che ha dato luogo alla legge regionale n. 6. Il PDL ha un'idea
    opposta, verticistica, di costruzione della città metropolitana;
    tale prospettiva si rintraccia anche nella legge nazionale
    istitutiva delle città metropolitane, che è peraltro finora
    disattesa da tutti i territori indicati come destinatari della
    medesima.
    Sottolinea che il progetto di legge non tiene conto della storia del
    circondario imolese, che parte dagli anni '60, e dell'evoluzione
    dell'esperienza dei circondari in Regione, che ha portato da un lato
    alla creazione di nuove province e dall'altro alla costituzione di
    enti intermedi, ma in una logica non separatista, di relazione, che
    consente al territorio di avere una forte connotazione che nasce
    dalla società. Ricorda che nel territorio imolese l'associazionismo,
    anche quello economico e sindacale, è organizzato in modo autonomo
    rispetto al resto del territorio provinciale. Dunque le istituzioni
    si organizzano per corrispondere ad un percorso di autonomia che
    nasce dal territorio, ma senza pensare ad una separazione dal resto
    del territorio provinciale, come è accaduto altrove.
    Ritiene che l'esperienza del circondario imolese si sia dimostrata
    uno strumento capace di produrre innovazione istituzionale partendo
    dal basso, creando un unico organismo che, senza comportare costi
    aggiuntivi, tiene insieme le funzioni di programmazione
    socio-sanitaria, territoriale, di pianificazione urbanistica e che,
    nel tempo, ha inoltre assorbito le funzioni della disciolta comunità
    montana in materia di agricoltura e oggi assolve anche le funzioni
    inerenti alla gestione associata dei servizi, alla formazione
    professionale, ai trasporti, alla pianificazione commerciale.
    Rileva che il relatore ha corretto nell'esposizione orale le
    indicazioni di carattere economico contenute nella relazione del
    progetto di legge pubblicata sul Supplemento del Bollettino
    ufficiale: i 20 milioni di euro indicati come afferenti alla parte
    urbanistica in realtà costituiscono il totale dei trasferimenti
    negli anni da parte degli enti territoriali per tutto il
    funzionamento del circondario, dato che i comuni si sono dati una
    forma di autogoverno delle risorse indicando un euro per abitante
    per tutte le funzioni trasferite. Sarebbe interessante, a suo
    giudizio, evidenziare se gli altri comuni, in relazione alle stesse
    funzioni, spendono più o meno di un euro per abitante.
    Non comprende la polemica relativamente al mancato controllo della
    Regione sui bilanci, posto che il circondario costituisce ente di
    secondo grado con autonomia fiscale e finanziaria. La Regione
    esamina pertanto soltanto la correttezza dei trasferimenti, che
    peraltro sarebbero, in mancanza di circondario, di competenza dei
    comuni o di un'unione di comuni corrispondenti. Cita i trasferimenti
    della Regione al circondario: 114 mila euro all'anno in virtù del
    superamento della comunità montana; 221 mila euro per le gestioni
    associate di dieci comuni che sarebbero, in mancanza di circondario,
    di competenza dell'unione di comuni, come nel resto del territorio
    comunale; 180 mila euro per le gestioni associate derivanti da fondi
    statali trasferiti alle Regioni; infine (e questi sono gli unici che
    non ci sarebbero in assenza del circondario) 220 mila euro all'anno
    di gestione per le funzioni in materia di formazione e
    pianificazione territoriale, commerciale e ambientale delegate dalla
    Provincia mediante intesa.
    In conclusione, ritiene che occorra fare una considerazione
    politica, che non ha sentito, che miri a stabilire se il circondario
    costituisca uno strumento di innovazione istituzionale. A suo
    giudizio ciò è vero: il circondario ha costituito un'esperienza da
    considerare in una prospettiva futura di innovazione sulla città
    metropolitana, in una dimensione di aggregazione di servizi e delle
    funzioni decisionali (ricorda che è l'unico esempio in regione in
    cui un'unica conferenza dei sindaci si occupa di funzioni che vanno
    dalla gestione associata dei servizi fino alla gestione della
    programmazione di tutti i settori che sono di competenza dei comuni
    e della provincia).
    Su questa base va valutata la possibilità di protrarre l'esperienza,
    tenuto conto che vi è un'identità culturale, istituzionale e
    politica di quei territori risalenti nel tempo. Aggiunge che sono
    stati i comuni ad aderire al circondario, in un processo volontario
    e non imposto dalla Regione. Si tratta a suo avviso di una vera e
    propria esperienza di federalismo e autonomismo che va valorizzato.
    Il presidente LOMBARDI cede la presidenza al consigliere Vecchi, ai
    sensi dell'art. 30, comma 2, del Regolamento interno.
    108 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bazzoni:
    Romagna, determinazione dei confini storici (11 06 10)
    Relatore consigliere Marco Lombardi
    109 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bazzoni:
    Esatta denominazione dell'area di costa della Romagna in Riviera
    Romagnola (11 06 10)
    Relatore consigliere Marco Lombardi
    Il vicepresidente VECCHI, considerati gli argomenti, propone che si
    proceda alla contemporanea illustrazione dei due progetti di legge e
    cede la parola al relatore Lombardi.
    Il relatore LOMBARDI, in relazione al progetto di legge oggetto 108,
    premesso che potrebbe riprendere molte delle osservazioni della
    consigliera Pariani, evidenzia che è propria intenzione tralasciare
    la relazione del progetto di legge, posto che sconta a suo avviso la
    proposizione nella scorsa legislatura da parte dell'ex consigliere
    Ridolfi.
    Precisa che allo stato attuale vi è la disponibilità a modificare il
    testo, nel senso che si vuole individuare un contesto storico,
    culturale e economico che possa fungere da volano per l'economia del
    territorio romagnolo.
    Segnala l'esperienza del riconoscimento del marchio di vini Romagna;
    tale dicitura, entrata nell'uso comune, pare incontrare resistenze
    al riconoscimento formale nella Regione.
    Crede che la tendenza attuale di fare marketing territoriale impone
    la necessità di individuare i confini geografici dell'area di
    riferimento, ai fini del riconoscimento dei prodotti tipici di
    quella determinata zona. Cita a titolo esemplificativo l'esistenza
    di cartelli turistici che individuano determinati territori. Infine
    segnala che il progetto di legge prevede un intervento a tutela del
    marchio da parte della Regione.
    Circa il secondo progetto di legge, relativo all'esatta
    denominazione dell'area di costa della Romagna in Riviera
    romagnola , afferma che, digitando quest'ultima locuzione sul motore
    di ricerca di Google, vi sono circa due milioni di risultati.
    Ritiene che se nel mondo vi è una riconoscibilità così evidente di
    quel territorio sarebbe ottuso non tenerne conto. Rammenta la
    polemica sulla promozione dei parchi di quella zona, se qualificarli
    dell'Emilia-Romagna o della riviera romagnola, scaturita
    nell'accoglimento da parte della Regione delle istanze degli
    operatori economici che ritenevano fosse più efficace la seconda
    locuzione.
    In definitiva, i due progetti di legge si orientano nella direzione
    del riconoscimento della qualifica romagnolo ; auspica che possano
    essere presi in considerazione, a prescindere dalla annosa questione
    della Regione Romagna, su cui ciascuno può avere le proprie idee.
    Valorizzare tale connotazione, a suo avviso, consente anche di
    disinnescare determinate spinte autonomistiche presenti sul
    territorio romagnolo.
    Il consigliere BAZZONI illustra le motivazioni relative ai due
    progetti di legge che ha presentato. Relativamente al progetto di
    legge oggetto 109, occorre rilanciare la riviera romagnola come
    volano dell'economia regionale e italiana. Afferma di non
    comprendere per quale motivo non si voglia utilizzare tale marchio,
    dato che non ne esistono altri più evocativi, non ha lati negativi
    ed è un marchio storico conosciuto in tutto il mondo. L'investimento
    su di esso comporta conseguenze positive per l'intero sistema
    turistico emiliano-romagnolo (mosaici di Ravenna, portici di
    Bologna, Parco del Delta). Nota che sempre più persone usano il
    termine costa piuttosto che riviera romagnola, ma ritiene che
    ciò rappresenti una locuzione innaturale, così come lo sarebbe se la
    Costa azzurra venisse nominata Riviera azzurra. Il turismo è
    un'attività economica sempre più importante nel mondo, ma prima di
    essere un fattore economico è un fattore culturale, di costume e di
    coesione sociale e come tale, a suo avviso, deve essere trattato.
    Relativamente al progetto di legge oggetto 108, esso ha intenti
    precisi, di natura economica e culturale. In un momento in cui
    sempre di più si va verso la globalizzazione, ritiene sia importante
    rafforzare le radici e il carattere romagnolo, riconosciuto in tutto
    il mondo con caratteristiche precipue. Se è vero che la ditta leader
    di piadina romagnola sta in provincia di Modena e che le maggior
    produzione di formaggio squacquerone è a Brescia, occorre a suo
    avviso una politica mirata alla tutela del marchio, come valido
    supporto commerciale. I confini sono ben conosciuti e condivisi, se
    è vero che il consorzio dei vini di Romagna del Passatore ha potuto
    far riconoscere, ai fini dell'attribuzione del marchio D.O.C.,
    l'area che va dal fiume Sillaro alla Valmarecchia. Ritiene pertanto
    che se il marchio Romagna è riconosciuto a livello europeo, non vi
    sono ragioni ostative al riconoscimento anche a livello regionale,
    non solo dei prodotti vitivinicoli, ma anche degli altri
    strettamente legati a tradizione e turismo. Nella relazione sono
    indicate le prove dell'esatta delimitazione geografica di tale
    territorio che la Regione deve soltanto tradurre in realtà. Occorre
    un'opera di valorizzazione affinché i prodotti della zona possano
    essere identificati con il marchio territoriale Romagna , così come
    avvenuto recentemente per i vini da parte del Ministero per le
    politiche agricole.
    Il consigliere MAZZOTTI rintraccia una ragione politica nella
    riproposizione di un progetto di legge già bocciato nella scorsa
    legislatura, dato che non vi sono novità rilevanti e si potrebbe
    quindi ribattere con le stesse argomentazioni già esposte in
    passato. Ritiene che l'intento sia introdurre in modo surrettizio la
    questione della divisione della Regione in due territori.
    Le ragioni dell'unità, invece, sono, a suo avviso, accresciute di
    fronte ai cambiamenti intervenuti dal punto di vista economico e
    sociale e alla crescita del sistema emiliano-romagnolo, che ha
    potuto beneficiare di eccellenze sia del territorio romagnolo che di
    quello emiliano, trovandosi così in una posizione di maggiore forza
    dal punto di vista competitivo in ambito internazionale.
    Come detto anche nel PTR, ci si prepara ad un'evoluzione ulteriore,
    che implica che la valorizzazione delle identità avvenga mediante il
    rafforzamento dei sistemi territoriali; il sistema territoriale
    romagnolo trova la propria identità nel sistema regionale italiano e
    europeo. Aggiunge che il tentativo di separazione dei territori si
    traduce in un danno, a livello di competitività, nei confronti dello
    stesso territorio romagnolo.
    Nulla impedisce di procedere alla valorizzazione di tutte le
    tipicità per i quali vi sono già procedimenti in corso, ma occorre
    tenere distinta tale azione che tutela il brand Romagna e la
    tracciabilità dei prodotti da quella di delimitazione dei confini,
    tanto più che quest'ultima operazione implica un approccio di
    natura diversa, sottintendendo questioni complesse relative ai
    confini storici.
    Occorre, dunque, mettere in evidenza che la strada dell'integrazione
    e della valorizzazione passa attraverso il sistema unitario
    dell'Emilia-Romagna. Non vi è alcun impedimento a considerare
    romagnolo il prodotto proveniente da quel territorio, come accade
    per i vini o le pesche nettarine. Tra l'altro, l'identificazione di
    un prodotto vitivinicolo fa riferimento anche al terroir, ai fini di
    una maggiore qualità produttiva e maggiore penetrazione del mercato.
    Inoltre, se si vogliono delimitare dei confini, va tenuto presente
    che anche l'Emilia è entità molto complicata, se si assume una
    prospettiva dal punto di vista geopolitico e storico.
    Aggiunge, in conclusione, che l'operazione di delimitazione dei
    confini romagnoli contenuta nel progetto di legge comporti il
    rischio di addivenire ad ulteriori distinzioni nell'ambito del
    territorio romagnolo: Romagna estense, Romagna toscana. Tale
    impostazione a suo avviso non è condivisibile e non raggiunge lo
    scopo della valorizzazione. Si dichiara disponibile a trovare
    modalità di promozione turistica, commerciale e del sistema della
    riviera romagnola più ampie rispetto a quanto proposto nei progetti
    di legge illustrati.
    Escono i consiglieri Bignami e Monari.
    Il consigliere BARBIERI sottolinea che se è convincente il tentativo
    di valorizzare le specificità, la storia e la cultura, occorre
    considerare che si corre un rischio quando si operi una forzatura
    delle differenze: non può essere la Romagna, il territorio in cui
    l'accoglienza è la caratteristica più importante, per vocazione
    naturale e per peso economico, a trasmettere al mercato un senso di
    difficoltà invece che elementi positivi. Occorre prestare attenzione
    ai possibili contraccolpi e distinguere opere di valorizzazione da
    messaggi diversi che, anche a livello psicologico, oltre che
    politico, possono tradursi in un boomerang.
    Il consigliere MANFREDINI considera che la proposta di riconoscere
    il marchio Romagna sia accettabile.
    Ricorda inoltre la vicenda di Abruzzo e Molise, il quale comprende
    319 mila abitanti. Ritiene che ci sia la disponibilità della
    popolazione romagnola per un referendum volto al riconoscimento del
    territorio come autonomo rispetto all'Emilia. Valuta che questo sia
    un processo naturale, la Romagna ha cultura e modi di vivere diversi
    rispetto all'Emilia. Cita a titolo esemplificativo il marchio del
    Lambrusco di Sorbara diverso da quello di Castelvetro. La richiesta
    di riconoscere la locuzione Romagna, a suo avviso, non comporta
    separazione.
    Il consigliere BAZZONI si dichiara favorevole ad ogni valorizzazione
    del territorio romagnolo e sollecita la presentazione di proposte in
    tal senso.
    Entra il consigliere Monari.
    Il consigliere FERRARI considera che tutte le posizioni sono
    legittime, ma occorre ragionare nella logica che la nostra epoca
    impone. La globalizzazione richiede la necessità di aggregare aree
    molto vaste, il che non vuol dire che non vi sia una piena
    valorizzazione delle sotto-aree e della tipicità dei brand di
    prodotti particolari, ma occorre evitare di creare Regioni di 300
    mila abitanti, come nel caso del Molise.
    La logica di questo periodo storico impone di creare aree vaste,
    rafforzando gli ambiti locali, rispettandone le specificità, come
    nel caso della riviera romagnola, ma non si può pensare di competere
    soltanto con un determinato prodotto in ambito globale.
    Esce il consigliere Pollastri.
    Il consigliere BONACCINI rileva che in Germania, patria del
    federalismo e primo Paese industrializzato nel mondo, si sta
    discutendo in Parlamento, tra tutte le forze politiche,
    sull'opportunità di accorpare alcuni Lander per competere meglio
    nell'attuale globalizzazione.
    In risposta al consigliere Manfredini, osserva che la Lega pone la
    questione in modo diverso dal PDL. La Lega propone la Padania come
    regione-nazione. Rammenta che costituisce cognizione elementare il
    fatto che uno Stato per essere qualificato come nazione non può
    comprendere all'interno territori-nazioni.
    La discussione politica proposta dal relatore Lombardi e dal
    proponente Bazzoni verte sull'opportunità della valorizzazione del
    territorio e su questo è aperto al confronto, mentre il consigliere
    Manfredini compie, a suo avviso, un'operazione del tutto diversa,
    proponendo la separazione della Romagna dall'Emilia. Afferma che nel
    momento di crisi economica attuale che richiede una politica di area
    vasta, la proposta della Lega costituisce elemento di rottura
    politica che non considera possibile di alcuna considerazione.
    Ritiene che il Molise costituisca una Regione fragile, anche dal
    punto di vista di riduzione delle risorse e dei costi della
    politica, e quindi non possa essere assunta ad esempio. Ribadisce,
    in conclusione, che si oppone nettamente alla posizione del
    consigliere Manfredini, che indebolirebbe l'Emilia-Romagna.
    Il consigliere MANFREDINI chiarisce che non ha alcuna volontà di
    separare la Regione Emilia-Romagna, ma ritiene che vi sarà invece un
    processo naturale, inevitabile, derivante dagli stessi cittadini
    romagnoli.
    Il consigliere MONTANARI sottolinea che è vero che molti romagnoli
    pensano che il riconoscimento della Romagna possa far crescere quel
    territorio a livello di competizione. Occorre a suo avviso fare
    un'iniziativa istituzionale per spiegare che tali istanze
    separatistiche corrispondono ad un'analisi erronea, tanto è vero
    che, anche se singole imprese vanno in senso contrario, la
    Confindustria regionale non vuole il riconoscimento della Regione
    Romagna.
    Ritiene che sia necessario far capire che la massa critica
    costituisce un valore e che l'Emilia Romagna è la scala minima per
    la competizione. Il brand romagnolo va valorizzato e occorre
    promuovere le specificità, anche piccole, che abbiano qualità e
    valore, ma non possono, a suo avviso, accogliersi operazioni
    surrettizie che mirino invece a smembrare la Regione Emilia-Romagna.
    Deve essere chiarito che il riconoscimento di due Regioni distinte
    comporterebbe maggiori spese, una maggiore imposizione fiscale e
    l'attrazione di minori investimenti, oltre che un sistema meno
    forte. Esprime l'auspicio che possano aprirsi dibattiti approfonditi
    sull'argomento, anche per contrastare una disinformazione diffusa.
    Pertanto respinge tali iniziative che sono distanti da operazioni di
    valorizzazione, alle quali invece si dichiara d'accordo.
    Escono i consiglieri Bonaccini e Monari.
    La consigliere NOÉ dichiara che l'evolversi degli interventi le ha
    suggerito ulteriori riflessioni. La posizione della Lega Nord, a suo
    avviso, risente anche di alcuni obiettivi e finalità che sono anche
    di carattere secessionistico.
    Il progetto di legge oggetto 108 ha una buona motivazione, cioè il
    riconoscimento della zona Romagna per consentire di poterla
    rivendicare laddove può essere necessario per ragioni storiche e
    culturali, ma tale motivazione rischia oggi di essere ostacolata e
    ponderata in modo diverso per ragioni prudenziali. Osserva comunque
    che l'art. 1 del progetto di legge individua il territorio romagnolo
    nell'ambito della composita Regione Emilia-Romagna . Se la finalità
    è permettere di riconoscere quali sono i Comuni romagnoli, chiede se
    il problema possa essere risolto mediante un semplice censimento,
    non passando attraverso un progetto di legge. Comprende che vi può
    essere il rischio di un utilizzo strumentale di tale censimento, ma
    se la regione è denominata Emilia-Romagna, dovrebbe poter essere
    possibile individuare quali sono i Comuni appartenenti all'una o
    all'altra area.
    Se la volontà del consesso regionale è stabilire che vi è un'unica
    entità, occorre diffondere tale messaggio ed eventualmente aprire un
    dibattito in questa direzione, come suggerito dal consigliere
    Montanari. Ribadisce che, pur ritenendo in buona fede la finalità
    del progetto di legge, teme il rischio di strumentalizzazioni e di
    derive preoccupanti.
    Entra il consigliere Bonaccini.
    Il consigliere DEFRANCESCHI si dichiara imbarazzato per la lunga
    discussione su tale tema, nella quale si è affermata la rilevanza
    del problema Romagna e l'esistenza di molte istanze autonomistiche
    verso la costituzione della Regione Romagna, istanze che egli non
    considera affatto sussistere. Afferma che molti vorrebbero, invece,
    l'abolizione della stessa Regione Emilia-Romagna, oltre a quella
    delle Province. Voler sostenere che il problema della Romagna sia
    particolarmente sentito, in un momento economico vicino al default,
    costituisce, a suo avviso, un rischio di forti contestazioni da
    parte della popolazione, come avvenuto in passato con il lancio
    delle monete presso l'Hotel Raphael di Roma.
    Il consigliere MANFREDINI chiarisce l'esempio precedentemente
    portato circa la distinzione delle diverse tipologie di Lambrusco,
    ribadendo che ritiene sia da accogliere la valorizzazione dei
    diversi prodotti tipici.
    Esce il consigliere Defranceschi.
    Il consigliere BAZZONI rivendica la finalità di valorizzazione
    culturale ed economica del territorio, lontana da qualsiasi istanza
    separatista, dei progetti di legge da lui presentati.
    Occorre individuare metodi per valorizzare la Romagna, è
    indifferente la provenienza politica del progetto di legge.
    Il relatore LOMBARDI sottolinea l'importanza di individuare
    strumenti che possano disinnescare determinate spinte autonomistiche
    presenti nella popolazione di quei territori, come riconosciuto
    anche dal consigliere Montanari.
    Considera che a tal fine sia più utile riconoscere le esigenze di
    riconoscimento di quel territorio che non creare divisioni politiche
    e non discutere sull'argomento.
    Il vicepresidente VECCHI dichiara chiusa la seduta.
    La seduta termina alle ore 15,55.
    Approvato nella seduta del 9 novembre 2011.
    La Segretaria Il Presidente
    Nicoletta Tartari Marco Lombardi
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