Testo
Verbale n. 32 (Commissione I)
Verbale n. 25 (Commissione II)
Seduta congiunta del 27 ottobre 2011
Il giorno giovedì 27 ottobre 2011 alle ore 14.30 si sono riunite
presso la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro
n. 50, in seduta congiunta le Commissioni Bilancio Affari Generali
ed Istituzionali e Politiche economiche convocate con nota prot.
n. 34044 del 21 ottobre 2011.
Partecipano alla seduta i Consiglieri: I II
GRILLINI FRANCO Presidente Italia dei Valori - 3 presente
Lista di Pietro
LOMBARDI MARCO Presidente PDL-Popolo della 5 presente
Libertà
CAVALLI STEFANO Vice Lega Nord Padania 1 3 presente
Presidente Emilia e Romagna
COSTI PALMA Vice Partito Democratico 4 presente
Presidente
FILIPPI FABIO Vice PDL-Popolo della 1 assente
Presidente Libertà
VECCHI LUCIANO Vice Partito Democratico 4 presente
Presidente
AIMI ENRICO Componente PDL - Popolo della 1 assente
Libertà
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 5 presente
TIZIANO
BARBATI LIANA Componente Italia dei Valori - 3 assente
Lista di Pietro
BARBIERI MARCO Componente Partito Democratico 2 presente
BARTOLINI LUCA Componente PDL - Popolo della 2 assente
Libertà
BAZZONI GIANGUIDO Componente PDL- Popolo della 5 presente
Liberta'
BIGNAMI GALEAZZO Componente PDL - Popolo della 3 presente
Libertà
BONACCINI STEFANO Componente Partito Democratico 2 assente
CARINI MARCO Componente Partito Democratico 3 presente
CEVENINI MAURIZIO Componente Partito Democratico 3 presente
DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 assente
ANDREA Beppegrillo.it
FAVIA GIOVANNI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
FERRARI GABRIELE Componente Partito Democratico 2 assente
GARBI ROBERTO Componente Partito Democratico 3 presente
MALAGUTI MAURO Componente PDL - Popolo della 3 presente
Libertà
MANFREDINI MAURO Componente Lega Nord Padania 3 1 presente
Emilia e Romagna
MAZZOTTI MARIO Componente Partito Democratico 2 presente
MEO GABRIELLA Componente Sinistra Ecologia 2 assente
Libertà- Idee verdi
MONARI MARCO Componente Partito Democratico 3 assente
MONTANARI ROBERTO Componente Partito Democratico 2 assente
MORICONI RITA Componente Partito Democratico 2 assente
MUMOLO ANTONIO Componente Partito Democratico 2 presente
NALDI GUIDO Componente Sinistra Ecologia 2 assente
Libertà- Idee verdi
NOE' SILVIA Componente UDC - Unione di 1 1 presente
Centro
PAGANI GIUSEPPE Componente Partito Democratico 3 assente
PARIANI ANNA Componente Partito Democratico 3 assente
POLLASTRI ANDREA Componente PDL - Popolo della 2 presente
Libertà
RIVA MATTEO Componente Misto 1 1 assente
SCONCIAFORNI Componente Federazione della 2 2 assente
ROBERTO Sinistra
ZOFFOLI DAMIANO Componente Partito Democratico 3 presente
Sono presenti i consiglieri: Roberto PIVA in sostituzione parziale
di MONTANARI, Tiziano ALESSANDRINI in sostituzione parziale di
MONTANARI, Roberta MORI in sostituzione di FERRARI, Maurizio
CEVENINI in sostituzione di MORICONI, Palma COSTI in sostituzione di
PARIANI, Giovanni FAVIA in sostituzione di DEFRANCESCHI, Franco
GRILLINI in sostituzione di BARBATI, Gianguido BAZZONI in
sostituzione parziale di POLLASTRI.
Hanno partecipato ai lavori delle Commissioni: P. VASI (Resp. Serv.
sviluppo dell'economia ittica e delle produzioni animali); E.
GIGANTE e A. DE MICHELE (Serv. affari legislativi e qualità dei
processi normativi); C. CACIAGLI e M. BERNARDI (Serv. Legislativo e
Qualità della legislazione AL); C. CICOGNANI (Serv. Informazione e
Comunicazione Istituzionale Assemblea Legisl.).
Presiedono la seduta: Franco GRILLINI e Marco LOMBARDI
Assistono i Segretari: Claudia Cattoli e Giovanni Fantozzi
Resocontista: Vanessa Francescon
I presidenti GRILLINI e LOMBARDI dichiarano aperta la seduta alle
ore 14.45
Sono presenti i consiglieri Alessandrini, Bazzoni, Bignami,
Cevenini, Costi, Garbi, Grillini, Lombardi, Malaguti, Manfredini,
Mori, Mumolo, Piva, Pollastri, Vecchi, Zoffoli.
Il presidente GRILLINI, prima di introdurre l'oggetto all'ordine del
giorno, ricorda ai colleghi che giovedì 10 novembre è prevista la
visita delle commissioni II e III al Centro di ricerche marine di
Cesenatico.
Escono i consiglieri Bignami, Bazzoni e Manfredini.
Il presidente GRILLINI passa all'esame ai sensi dell'art. 38 del
Regolamento interno delle seguenti proposte sulla riforma della
Politica Comune della pesca:
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni - Riforma della politica comune della pesca -
COM(2011) 417 definitivo del 13 luglio 2011;
- Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo alla politica comune della pesca - COM(2011) 425 definitivo
del 13 luglio 2011 (trasmessa con elenco atti 19 luglio 2011);
- Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei
prodotti della pesca e dell'acquacoltura - COM(2011) 416 definitivo
del 13 luglio 2011(trasmessa con elenco atti 19 luglio 2011);
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni sulla dimensione esterna della politica comune della
pesca - COM(2011) 424 definitivo del 13 luglio 2011;
Il presidente GRILLINI sottolinea che, sull'argomento della seduta
odierna, sono intervenute numerose sollecitazioni da parte delle
associazioni di categoria.
Il presidente LOMBARDI ricorda ai colleghi che trattandosi di una
materia particolarmente complessa (la normativa europea in itinere
sulla nuova strategia in tema di politiche comunitarie sulla pesca)
sono intervenute le categorie interessate e perciò le Commissioni I
e II hanno deciso di riaprire la discussione per valutare
opportunamente i contributi pervenuti dalle associazioni del
settore.
Entra il consigliere Cavalli.
Il presidente sottolinea che gli uffici della Giunta hanno esaminato
i contributi inviati e contattato i soggetti interessati, arrivando
all'indicazione di una nota distribuita ai consiglieri. La
Commissione I recepirà le osservazioni espresse in sede consultiva
dai colleghi della II Commissione al fine di predisporre la
risoluzione che verrà inoltrata al Parlamento e al Governo.
Il dott. VASI spiega che la nota tecnica distribuita ai commissari
rappresenta il quadro generale del settore della pesca in
Emilia-Romagna. Ritiene che bene abbia fatto la Commissione a
riunirsi per approfondire il tema in oggetto. La stessa Giunta non
si è ancora espressa con un parere perché sono tuttora in corso
degli incontri con le associazioni di categoria e con le Regioni
limitrofe al fine di comprendere chiaramente quali siano i riflessi
effettivi sull'economia reale dell'impostazione della nuova PCP
(politica comune della pesca).
Entra il consigliere Bazzoni
Ci si è chiesti, in particolare, che cosa significhi trasformare le
licenze di pesca in concessioni di pesca trasferibili. Si tratta,
inoltre, di un intervento innovativo che tuttavia necessita, a
monte, di un quadro che chiarisca quali siano i sistemi di
rilevamento delle risorse presenti in mare. La Commissione stessa,
nella premessa al documento sulla nuova politica comune della pesca,
sottolinea che uno dei problemi maggiori della vecchia politica in
materia di pesca, a partire dal 2001, sia stata la mancanza di dati
oggettivamente rilevabili e inconfutabili. Indiscutibilmente si è di
fronte ad un settore di produzione selvatica perciò non è facile
individuare quali siano gli stock sebbene ci siano dei sistemi di
rilevamento.
Sono state fatte, in passato, delle rilevazioni sugli stock nel
Mediterraneo e compiuti anche degli studi, senza però arrivare alla
definizione di criteri standard.
La nuova PCP immagina dei piani pluriennali di prelievo: cioè nelle
aree omogenee di produzione ittica (che probabilmente sono quelle
indicate dalla FAO, denominate GSA. Nell'Adriatico ve ne sarebbero
due, la 17 e la 18, che corrisponderebbero all'Alto e al Basso
Adriatico) verrebbe individuato il numero di pescatori che prelevano
e la quantità consentita per ciascuna imbarcazione.
Bisogna capire quale sia l'impatto effettivo di una disposizione di
tale natura nella nostra realtà territoriale.
Entra il consigliere Carini.
Altro punto di difficoltà interpretativa concerne il divieto
assoluto di rigetti in mare che non possono essere venduti (si
tratta sia di prodotti vivi che di prodotti morti), secondo il
principio è che si debba portare tutto a terra. Se ciò è possibile
per i prodotti cosiddetti pelagici (che si muovono in grandi gruppi)
del Mare del Nord, non è altrettanto facile per il pescato del Mar
Adriatico che è per lo più misto. Inoltre, non si tiene in dovuta
considerazione che il rigetto presente nei bassi fondi marini genera
vita (esempio: i lumachini della zona di Riccione-Rimini o le
canocchie di Cesenatico e Porto Garibaldi prendono nutrimento da
questi scarti ). Si sta cercando con le altre Regioni una posizione
comune sulle questioni che riguardano il Medio e Alto Adriatico.
Vasi rammenta ai consiglieri che da tempo si sta ragionando sulla
costituzione del Distretto della pesca dell'Alto Adriatico che vede
coinvolti l'Emilia-Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia, il
Quarnero e l'Istria allo scopo di concordare politiche comuni in
materia di pesca.
Esce il consigliere Piva.
Entra la consigliera Noè.
Vasi spiega che la nota tecnica distribuita illustra brevemente la
situazione dell'economia del settore pesca in Regione. Si tratta di
una relazione in parte estratta dal terzo Rapporto dell'economia
ittica che verrà in seguito divulgato. Infine, sottolinea che la
pesca in Emilia-Romagna ha tre grandi filoni: 1. la pesca
professionale; 2. la pesca sportiva; 3. l'acquacoltura. Vi è poi la
distinzione tra acque interne e acque marine. Il comparto ittico
emiliano-romagnolo non incide molto sul PIL regionale, ma si tratta
di una realtà socio-economia molto particolare seguita con
attenzione dall'amministrazione regionale (non a caso è stato
redatto un disciplinare che tutela il marchio di qualità del pesce).
Entra il consigliere Manfredini.
Esce il consigliere Carini.
Il presidente GRILLINI sottolinea che dal rapporto risulta un dato
eclatante: il disavanzo della bilancia commerciale. A fronte di 81
milioni di valore del pescato esportato, vi sono 611 milioni di
valore di pesce importato. C'è evidentemente un problema di scarsità
del pescato, sebbene il consumo sia rilevante. Si tratta di capire
se il disavanzo possa essere ridotto o no.
Entrano i consiglieri Barbieri e Favia.
Esce la consigliera Costi.
Il consigliere Luciano VECCHI esordisce ribadendo che le Commissioni
hanno fatto bene a riunirsi per approfondire il tema in questione.
La pesca e l'agricoltura sono settori di competenza esclusiva
dell'Unione Europea. Ricorda che il libro verde, redatto anni fa
dalla Commissione europea sull'attività di sfruttamento delle
risorse ittiche, rappresentava un quadro desolante: al sovra
sfruttamento delle risorse ittiche si accompagnava un peggioramento
delle condizioni di concorrenza degli operatori economici del
settore e una forte crisi delle comunità che tradizionalmente
traevano dalla pesca la maggior parte del loro reddito.
Entra la consigliera Costi.
Ben venga, dunque - prosegue il consigliere - ripensare alle
politiche della pesca nell'ottica di una razionalizzazione delle
attività inerenti, garantendo, nel contempo, continuità agli
operatori del settore e, in particolare, a quelle comunità la cui
principale fonte di reddito è, per l'appunto, la pesca. È
importante, oggi, dare un segnale di interesse e attenzione alla
Giunta regionale e alle istituzioni nazionali, nonché agli operatori
del settore.
Vecchi aggiunge, tuttavia, che dalla lettura delle osservazioni
pervenute dal mondo associativo della pesca non emerge una presa di
posizione coerente.
Compito dell'amministrazione regionale è segnalare ed evidenziare i
punti di maggiore criticità del settore (es. sistema di licenze,
problema dei rigetti in mare) ed elaborare, d'accordo con la Giunta,
un efficace sistema di monitoraggio, che coinvolga anche le
associazioni di pescatori.
Il consigliere POLLASTRI sottolinea l'importanza del settore della
pesca nell'economia regionale, e chiede un approfondimento sul tema
del rilevamento. Domanda da cosa dipenda la lacunosità dei dati
raccolti dal 2001 in poi.
Il dott. VASI spiega che in realtà, più che di mancanza di dati, si
deve parlare di difficoltà nella loro lettura. La stessa Commissione
europea individua nella mancanza di dati affidabili uno dei problemi
fondamentali per valutare gli stock di tutte le flotte. A suo
giudizio la questione è che non vi sia accordo sulla definizione di
un codice comune di regole di rilevamento. Ciascun soggetto
coinvolto fornisce dati a suo modo, partendo dalla propria singola
visuale. La Commissione europea, che in materia di pesca ha la
competenza esclusiva, si deve dotare di un sistema globale di
rilevamento, come ha fatto già in tema di controlli istituendo
un'Agenzia speciale. Il Parlamento europeo, a gennaio di quest'anno,
ha inviato alla Commissione un ordine del giorno in cui sottolineava
il valore e l'importanza della pesca artigianale (che per
l'Emilia-Romagna rappresenta il core business), ma non vi è stata
un'attenzione adeguata al tema da parte della Commissione.
Il consigliere ALESSANDRINI ritiene che la prima cosa utile da
suggerire al Governo è di non inserire nuove misure prima di
effettuare una verifica sui provvedimenti già adottati. Sul
rendimento massimo sostenibile di rigetti, il commissario sostiene
che esso debba essere fissato per gruppi di specie, considerate
tutte le variabili (stagionali, zone diverse) e auspica, inoltre,
che si introduca un margine di flessibilità sulla tempistica
(stabilita oggi al 2015).
Entra il consigliere Mazzotti.
La riduzione dei rigetti delle catture indesiderate si dovrebbe
perseguire con azioni pilota finanziate dal Fondo europeo della
pesca, ma prima ancora ci si dovrebbe accordare sul significato di
rigetti . Il consigliere, in merito al sistema di concessione di
pesca trasferibile - tema particolarmente caro agli operatori del
settore- suggerisce di lasciare ai singoli paesi membri la
discrezionalità sulle misure da adottare. Inoltre, se è vero che si
deve riporre attenzione più sulla misura dello sforzo di pesca che
sulla concentrazione di concessioni in pochi e grandi gruppi, è
altrettanto vero che è difficile operare delle valutazioni se i dati
in possesso non sono attendibili e affidabili. Se la Commissione
assumerà il principio della precauzione probabilmente verranno
penalizzate le imprese del settore. In conclusione, auspica che la
Commissione rifletta adeguatamente sull'introduzione del sistema di
concessioni di pesca trasferita. Vi sono tanti aspetti che non
corrispondono alle esigenze del settore.
Il consigliere FAVIA lamenta la mancanza, nella nota distribuita,
dei dati relativi all'acquacoltura. Rammenta che aveva fatto
espressamente richiesta di questi dati.
Esce il consigliere Pollastri.
La politica è stata poco attenta alla tutela ambientale della fauna
ittica. L'Europa fa bene ad intervenire, e noi non dobbiamo
difendere gli interessi di bottega.
Ampi settori dell'economia vanno ripensati e uno dei modi per
garantire l'autosufficienza nell'approvvigionamento è sviluppare
l'acquacoltura. Ci sono sistemi di acquacoltura particolarmente
evoluti non solo in mare ma anche a terra con dei sistemi di
filtraggio dell'acqua e di controllo che hanno la certificazione di
biologico (settore in via di grande sviluppo).
Il consigliere invita la Regione ad operare in questa direzione.
L'Europa va sostenuta e si deve aprire una seria riflessione sui
fondi FEAMP per sostenere gli operatori del settore. Il nostro mare
va tutelato e il suo impoverimento è una realtà che va affrontata.
Stiamo desertificando il mare e questo è un grosso problema che non
va sottovalutato.
Il dott. VASI risponde che l'acquacoltura è praticata in Regione
(es. mollusco coltura a Goro) ma non è in grado di soddisfare
l'approvvigionamento alimentare della Regione per quanto riguarda le
carni di pesce. L'acquacoltura in mare è di difficile attuazione
perché il mare è troppo ricco di nutrienti e impedisce l'allevamento
in reti (perché l'acquacoltura in mare si fa in gabbie). L'unica
soluzione praticabile sarebbe posizionare le reti molto distanti
dalla costa ma ciò diventa problematico per la sicurezza e comporta
costi elevati. Sono stati fatti tentativi in tal senso ma non hanno
dato buoni risultati.
Esce la consigliera Mori.
Circa l'acquacoltura nell'entroterra, le acque sono molto calde
(soprattutto per quel che riguarda le trote). Vasi accenna poi alla
pesca del pesce gatto che però non ha mercato e ha dei problemi di
malattie. Per quel che concerne orate e branzini, la concorrenza
greca, fino a poco tempo fa, imperava. Ed inoltre per investire nel
settore bisogna avere delle risorse finanziarie.
Entra la consigliera Mori.
Il presidente GRILLINI dà quindi lettura del parere.
Il presidente LOMBARDI propone di inserire al primo punto del parere
di cui sopra, la valorizzazione e la tutela della pesca artigianale.
Il consigliere FAVIA chiede chiarimenti circa il contenuto del
parere da approvare, se si tratti, cioè, di una richiesta, da parte
della Commissione, di porre maggiore attenzione al tema della pesca.
Il presidente GRILLINI conferma.
Il consigliere Luciano VECCHI ribadisce che non si tratta di entrare
nel processo decisionale, ma l'espressione del parere serve a
manifestare preoccupazione e attenzione al tema in discussione e a
seguire le fasi successive. Non si tratta di approvare né bocciare
alcunché.
Il presidente GRILLINI spiega che le proposte e i pareri della
Regione saranno indirizzati al Governo nazionale che poi li
trasmetterà alla Commissione europea.
Il Presidente invita, quindi, i colleghi ad esprimere il loro
parere.
Ad integrazione del parere già espresso con nota prot. n. 30487 del
22 settembre 2011, la Commissione esaminate le comunicazioni e le
proposte di regolamento in oggetto, con 23 voti a favore (PD, IDV,
M5S), nessun contrario e 10 astenuti (PDL, LN, UDC), ha formulato i
seguenti rilievi:
Esaminate le linee di riforma della politica comune della pesca, e
condivisi gli obiettivi generali di conciliare la sostenibilità
dell'ecosistema con la crescita socio-economica, anche attraverso
una maggiore e diretta responsabilità degli operatori,
l'introduzione di derivati della ricerca e dell'innovazione
tecnologica, e lo sviluppo di efficienti forme organizzative e di
integrazione produttiva e commerciale;
Considerata la profonda rilevanza della riforma anche per il futuro
del settore ittico regionale, chiamato a sviluppare una forte
iniziativa soprattutto su due direttrici prioritarie:
- La definizione di nuove forme di organizzazione produttiva del
comparto attraverso l'integrazione locale dei settori della pesca e
dell'acquacoltura, che consentano la valorizzazione e la promozione
della qualità per creare valore aggiunto e riequilibrare la
distribuzione a vantaggio dei produttori primari rispetto agli
operatori economici a valle della filiera;
- Lo sviluppo di attività diversificate legate al settore ittico
per creare forme di interdipendenza e integrazione di reddito con
altri settori come il turismo, la gastronomia e l'economia del
territorio.
Evidenzia i temi in discussione ancora aperti che richiedono nuovi
approfondimenti a tutti i livelli di governo anche in concertazione
con le Regioni limitrofe:
- la tutela e la valorizzazione della pesca artigianale;
- l'effettiva portata dell'applicazione obbligatoria di un sistema
di Concessioni di pesca trasferibili, con collegata introduzione
delle quote di pesca annuali per gruppi di specie che oggi esiste in
Mediterraneo solo per il tonno rosso;
- l'obbligo di portare a terra tutte le catture indesiderate e non
commercializzabili per la eliminazione dei rigetti in mare, in
considerazione della complessità dei controlli e degli strumenti di
smaltimento di tali rigetti;
- il raggiungimento della Massima Cattura Sostenibile per specie
o gruppi di specie entro il 2015;
- il sistema di rilevamento degli stock ittici e la necessità di
piani di monitoraggio che abbiano obiettivi e sistemi scientifici
condivisi su base europea in considerazione della diversità delle
arre marine di insediamento delle specie ittiche;
- le regole per la predisposizione di piani pluriennali di prelievo
delle risorse ittiche.
Il presidente LOMBARDI, preso atto del parere espresso dalla II
Commissione, invita quindi i componenti della I ad approvare la
relativa risoluzione, chiedendo di affidare all'Ufficio di
presidenza della I Commissione il mandato per la redazione formale
del testo.
La Commissione concorda.
Il presidente LOMBARDI sottolinea infine che molto probabilmente la
Regione Emilia-Romagna è l'unica ad essersi espressa sul tema
all'ordine del giorno e in ragione di ciò potrà essere ascoltata
nelle sedi istituzionali.
La Commissione I, ai sensi dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento
interno, approva a maggioranza la risoluzione con 24 voti a favore
(PD, IDV, M5S), nessun contrario, 12 astenuti (PDL, LN, UDC).
Il dott. VASI, nel giustificare l'assenza del dott. Barchi,
preannuncia che, a seguito della nuova politica comune della pesca,
ci sarà probabilmente una modifica al Regolamento del Mediterraneo.
In quell'occasione sarà possibile intervenire per inserire qualche
strumento che attenui la portata generale della PCP (politica comune
della pesca).
Il presidente GRILLINI dichiara chiusa la seduta.
La seduta termina alle ore 15.50.
Approvato dalla Commissione I nella seduta del 15 novembre 2011.
Approvato dalla Commissione II nella seduta del 24 novembre 2011
I Segretari I Presidenti
Giovanni Fantozzi Franco Grillini
Claudia Cattoli Marco Lombardi
Allegata Risoluzione oggetto 1950
Regione Emilia-Romagna
IX Legislatura
Assemblea Legislativa
Oggetto: 1950
I Commissione assembleare permanente
Bilancio Affari generali ed istituzionali
Risoluzione ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della legge n. 11 del
2005. Osservazioni dell'Assemblea legislativa della Regione
Emilia-Romagna sulle Comunicazioni della Commissione al Parlamento
europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al
Comitato delle regioni COM (2011) 417 e COM (2011) 424 e sulle
Proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM
(2011) 425 e COM (2011) 416 def. del 13 luglio 2011 relative alla
riforma della Politica Comune della Pesca
Approvata nella seduta del 27 ottobre 2011
OGGETTO: Risoluzione ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della legge
n. 11 del 2005. Osservazioni dell'Assemblea legislativa della
Regione Emilia-Romagna sulle Comunicazioni della Commissione al
Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale
europeo e al Comitato delle regioni COM (2011) 417 e COM (2011) 424
e sulle Proposte di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio COM (2011) 425 e COM (2011) 416 def. del 13 luglio 2011
relative alla riforma della Politica Comune della Pesca
RISOLUZIONE
La I Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali
dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia - Romagna
Visto l'articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell'Assemblea
legislativa, nonché l'articolo 6, comma 2, della legge regionale n.
16 del 2008;
Visto l'articolo 5, comma 3, della legge n. 11/2005;
Vista la Risoluzione dell'Assemblea legislativa n. 1434 del 8 giugno
2011 contenente Indirizzi relativi alla partecipazione della
Regione Emilia - Romagna alla fase ascendente e discendente del
diritto dell'Unione Europea - Sessione comunitaria 2011 , in
particolare le lettere m), n), o), v);
Vista la lettera del Presidente dell'Assemblea legislativa (prot. n.
25500 del 29 luglio 2011);
Viste:
-
la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni - Riforma della politica comune della pesca -
COM(2011) 417 definitivo del 13 luglio 2011;
-
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo alla politica comune della pesca - COM(2011) 425 definitivo
del 13 luglio 2011;
-
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore dei
prodotti della pesca e dell'acquacoltura - COM(2011) 416 definitivo
del 13 luglio 2011;
-
e la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni sulla dimensione esterna della politica comune della
pesca - COM (2011) 424 definitivo del 13 luglio 2011;
Visto il parere reso dalla II Commissione Politiche economiche nella
seduta del 22 settembre 2011 (prot. n. 30487 del 23 settembre 2011);
Visto il successivo parere reso dalla II Commissione Politiche
economiche nella seduta del 27 ottobre 2011 (prot. n. 34926 del 27
ottobre 2011);
Considerato che il pacchetto di proposte di riforma presentato dalla
Commissione europea è complesso e ambizioso e ha l'obiettivo di
creare una politica della pesca sostenibile che rispetti
l'ecosistema e offra prodotti ittici sani e di elevata qualità per i
cittadini europei, condizioni di vita prospere per le comunità
costiere e redditività delle industrie di produzione e
trasformazione del pesce e posti di lavoro più sicuri, contribuendo
in questo modo alla strategia Europa 2020, in particolare
nell'ambito dell'iniziativa faro Un'Europa efficiente sotto il
profilo delle risorse ;
Considerato che le misure proposte nel pacchetto di riforma sono
raggruppabili per aree di intervento quali: conservazione e
sostenibilità; dati e conoscenze scientifiche; accesso alle risorse
e capacità della flotta; acquacoltura; politica di mercato;
governance; dimensione esterna e strumento finanziario;
Considerato inoltre che l'importanza del tema della riforma della
pesca e il coinvolgimento delle associazioni di categoria a livello
nazionale e regionale nel dibattito ha spinto la Commissione II, ad
integrazione del primo parere già espresso nella seduta del 22
settembre, ad effettuare un ulteriore approfondimento alla luce di
ulteriori informazioni ed elementi di valutazione pervenuti
successivamente a tale data;
Prende atto delle Comunicazioni e delle proposte in oggetto,
osservando quanto segue:
-
Si condividono, in linea generale, le linee di riforma della
politica comune della pesca e gli obiettivi generali di conciliare
la sostenibilità dell'ecosistema con la crescita socio-economica,
anche attraverso una maggiore e diretta responsabilità degli
operatori, l'introduzione di derivati della ricerca e
dell'innovazione tecnologica, e lo sviluppo di efficienti forme
organizzative e di integrazione produttiva e commerciale;
-
Si sottolinea la profonda rilevanza della riforma anche per il
futuro del settore ittico regionale, chiamato a sviluppare una forte
iniziativa soprattutto su due direttici prioritarie: la definizione
di nuove forme di organizzazione produttiva del comparto attraverso
l'integrazione locale dei settori della pesca e dell'acquacoltura,
che consentano la valorizzazione e la promozione della qualità per
creare valore aggiunto e riequilibrare la distribuzione a vantaggio
dei produttori primari rispetto agli operatori economici a valle
della filiera e lo sviluppo di attività diversificate legate al
settore ittico per creare forme di interdipendenza e integrazione di
reddito con altri settori come il turismo, la gastronomia e
l'economia del territorio.
-
Si evidenzia la presenza di tematiche ancora aperte che richiedono
nuovi ed ulteriori approfondimenti a tutti i livelli di governo,
nazionale ed europeo, in concertazione con le altre Regioni
limitrofe, e in particolare: la tutela e la valorizzazione della
pesca artigianale; l'effettiva portata dell'applicazione
obbligatoria di un sistema di Concessioni di pesca trasferibili con
collegata introduzione delle quote di pesca annuali per gruppi di
specie che, oggi, esiste nel Mediterraneo solo per il tonno rosso;
la portata dell'obbligo di portare a terra tutte le catture
indesiderate e non commercializzabili per la eliminazione dei
rigetti in mare, in considerazione della complessità dei controlli e
degli strumenti di smaltimento di tali rigetti; la fattibilità
dell'obiettivo di raggiungimento della Massima Cattura Sostenibile
per specie o gruppi di specie entro il 2015; il sistema di
rilevamento degli stock ittici e la necessità di introdurre piani di
monitoraggio basati su obiettivi e sistemi scientifici condivisi a
livello europeo, in considerazione della diversità delle aree marine
di insediamento delle specie ittiche e, infine, le regole previste
per la predisposizione di piani pluriennali di prelievo delle
risorse ittiche.
a)
Sulla base di quanto precede rileva l'opportunità di trasmettere la
presente Risoluzione al Governo, per il tramite della Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, quali osservazioni ai sensi dell'articolo 5,
comma 3, della legge 11/2005, ai fini della formazione della
posizione italiana.
b)
Dispone l'invio della presente Risoluzione alla Giunta della Regione
Emilia - Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli organi
della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e
competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento.
c)
Dispone l'invio della presente Risoluzione, per opportuna
conoscenza, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati ai
fini dell'inoltro alle competenti Commissioni parlamentari, ai
parlamentari europei eletti in Emilia - Romagna e ai membri emiliano
- romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del
Comitato delle Regioni, alle Assemblee legislative regionali
italiane ed europee per favorire la massima circolazione delle
informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente.
Approvata a maggioranza nella seduta del 27 ottobre 2011, ai sensi
dell'articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e dell'articolo 6,
comma 2 della legge regionale n. 16 del 2008.