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Legislatura IX - Commissione VII - Verbale del 02/12/2011 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 2
    Seduta del 2 dicembre 2011
    Il giorno 2.12.2011 alle ore 10,45 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50 la
    Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra
    donne e uomini, convocata con nota prot. n. 38816 del 28.11.2011.
    Partecipano alla seduta i commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    MORI Roberta Presidente Partito Democratico 6 presente
    MALAGUTI Mauro Vicepreside PDL - Popolo della 6 presente
    nte Libertà
    MEO Gabriella Vicepreside Sinistra Ecologia e 2 presente
    nte Libertà - Idee Verdi
    BAZZONI Gianguido Componente PDL - Popolo della 5 presente
    Libertà
    CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 4 assente
    COSTI Palma Componente Partito Democratico 5 presente
    DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 assente
    Andrea Beppegrillo.it
    DONINI Monica Componente Federazione Della 2 assente
    Sinistra
    GRILLINI Franco Componente Italia dei Valori - 3 assente
    Lista Di Pietro
    MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord Padania 4 presente
    Emilia e Romagna
    MORICONI Rita Componente Partito Democratico 5 presente
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 presente
    PARIANI Anna Componente Partito Democratico 4 presente
    RIVA Matteo Componente Misto 1 assente
    Sono presenti i consiglieri: Antonio MUMOLO in sostituzione di
    Casadei; Giovanni FAVIA in sostituzione di Defranceschi.
    Hanno partecipato ai lavori della commissione: Elena CANTONI (Serv.
    Aff. Gen., Pari Opportunità); Antonella CELLETTI (Serv. Informazione
    A.L.).
    Presiede la seduta: Roberta MORI
    Assiste il segretario: Adolfo ZAULI
    Resocontista: Vanessa FRANCESCON
    La presidente MORI dichiara aperta la seduta alle ore 10,45.
    Sono, altresì, presenti i consiglieri Bazzoni, Costi, Malaguti,
    Manfredini, Meo, Mori, Moriconi, Pariani.
    La presidente MORI mette in votazione l'approvazione del verbale n.
    1 del 11 novembre 2011.
    La commissione approva il verbale all'unanimità dei presenti.
    Proposta di risoluzione all'Assemblea legislativa (art. 107, comma
    2 del regolamento interno) sull'evoluzione della rappresentanza di
    genere nelle istituzioni.
    La presidente MORI rammenta che gli scorsi 17 e 18 novembre il Forum
    delle elette ha prodotto un documento d'indirizzo rispetto alla
    rappresentanza di genere nelle istituzioni, in cui sono state
    indicate una serie di azioni, tra cui la convocazione, in seduta
    straordinaria, dell'Assemblea legislativa per approfondire le
    situazioni di emergenza. Cita il caso della Regione Calabria, in cui
    non vi è nessuna rappresentante femminile in Assemblea. L'obiettivo
    è avviare un percorso di approfondimento e formazione rispetto alla
    promozione della rappresentanza di genere nelle istituzioni. La
    bozza di risoluzione che propone ai commissari ha quel sufficiente
    grado di genericità per consentire una discussione ampia e aperta.
    L'intento è avviare un percorso il più unitario possibile rispetto
    agli strumenti da adottare, ai contenuti da sviluppare, agli
    obiettivi da raggiungere.
    Il consigliere MALAGUTI sottolinea la trasversalità delle questioni
    in discussione e le criticità che gli addetti ai lavori incontrano
    su queste problematiche. Riferisce delle difficoltà incontrate
    durante le campagne elettorali nel candidare delle donne, che
    faticano a ritagliarsi del tempo per l'attività politica. La
    commissione dovrà lavorare molto anche sull'aspetto culturale del
    problema e non solo su quello normativo. È capitato spesso che le
    donne si siano candidate più per fare un piacere che per
    convinzione e il risultato è stato deludente. Compito della
    commissione è tentare di ovviare alle storture del sistema.
    La consigliera MEO esprime la sua piena condivisione del documento.
    Ritiene che il paese debba fare uno sforzo culturale notevole, ma
    anche affrontare gli aspetti legislativi che regolano la vita
    quotidiana. In tanti paesi europei la partecipazione femminile alla
    vita politica è più usuale e normale, perché le condizioni di vita
    quotidiana rendono più favorevole la presenza delle donne nelle
    istituzioni. La crescita culturale che bisogna stimolare deve
    mettere in evidenza l'importanza che il genere femminile può dare.
    Esistono delle possibilità, che altri paesi già applicano (vedi i
    paesi scandinavi).
    Il consigliere MANFREDINI condivide la proposta avanzata. Riferisce
    che, per quel che riguarda il movimento della Lega Nord, sono state
    candidate numerose donne, ma i risultati sono stati scadenti: molte
    consigliere di circoscrizione, ad esempio, sono state sostituite
    perché continuamente assenti per ragioni di famiglia. Aggiunge che
    tutto ciò che sarà possibile fare per incrementare la partecipazione
    femminile troverà l'appoggio suo e della Lega.
    Entra la consigliera NOE'.
    La consigliera MORICONI condivide le cose dette finora e aggiunge
    che si tratta di un problema culturale che non riguarda solo le
    donne, ma anche gli uomini, che si devono impegnare in prima persona
    per rendere più agevole l'ingresso delle donne nelle istituzioni
    utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
    La consigliera PARIANI ritiene doveroso svolgere un lavoro
    istituzionale sull'affermazione dei diritti sostanziali di parità di
    genere in un paese arretrato come il nostro. L'istituzione della
    Commissione pari opportunità non esaurisce il lavoro che deve
    svolgere l'Assemblea legislativa per rimuovere tutti gli ostacoli di
    carattere istituzionale, sociale e politico. Sottolinea che la
    commissione non si occupa delle ragioni personali, che riguardano
    ciascuno, ma delle ragioni economiche, sociali, politiche e
    istituzionali che perpetuano le disuguaglianze tra uomini e donne.
    La cultura va fatta evolvere, ma non si deve agire solo su di essa,
    perché altrimenti si rischia di progredire lentamente come è stato
    fino ad ora. Per recuperare il gap del nostro paese rispetto ad
    altre realtà è necessario fare uno sforzo anche in relazione agli
    indirizzi delle scelte politiche dei partiti (legge elettorale,
    rappresentanza). Dalle indagini statistiche emerge che le donne sono
    impegnate in molti settori, ma nei gradini più bassi (es.
    volontariato e associazionismo). All'interno dei partiti bisogna
    cercare di riequilibrare la rappresentanza, che è uno degli elementi
    della democrazia sostanziale. Lo si può fare con lo strumento della
    legge elettorale, ma anche con altri strumenti. Il percorso che la
    commissione deve fare è di accompagnare gli atti con una valutazione
    attenta della situazione sociale e culturale della Regione.
    Il consigliere BAZZONI condivide il documento e sostiene che non vi
    è distinzione tra uomini e donne. Bisogna dare opportunità a tutti e
    favorire tutte le risorse presenti nella società, anche i giovani. È
    nell'interesse della società fare emergere le migliori risorse.
    Il consigliere MANFREDINI ribadisce che il suo partito ha cercato di
    sollecitare la presenza femminile, ma con difficoltà.
    Entra il consigliere FAVIA (in sostituzione di Defranceschi).
    A Modena, dove vive, per esperienza diretta spiega che ci sono stati
    molti ostacoli e si è dovuto procedere a sostituire molte
    consigliere nelle circoscrizioni a causa dei loro impegni familiari.
    La consigliera COSTI dichiara di condividere in larga parte le
    riflessioni fatte fino ad ora. Aggiunge che i tempi e le modalità di
    fare politica hanno storicamente svantaggiato le donne favorendo,
    viceversa, la partecipazione degli uomini. Donne e uomini hanno
    delle situazioni profondamente diverse. Il documento in discussione
    è importantissimo, perché pone al centro uno sforzo: costruire delle
    condizioni di carattere generale e normative perché l'accesso delle
    donne sia effettivamente facilitato rispetto sia agli organismi di
    nomina sia di rappresentanza. Il tema delle leggi elettorali, al
    centro del dibattito al Forum delle elette, va forzato. Lì dove si è
    operata una forzatura vi sono stati dei risultati positivi. Quando
    vi è una rappresentanza maggiore di donne, o meglio un riequilibrio
    della presenza femminile nelle istituzioni, è possibile valutare i
    problemi in modo diverso. C'è una maggiore dialettica. La
    risoluzione è scritta molto bene ed esprime compiutamente le
    riflessioni che sono state svolte in modo unitario. È un passo molto
    importante che va discusso il prima possibile, compatibilmente con i
    lavori dell'Assemblea.
    Il consigliere FAVIA auspica una maggiore presenza femminile nelle
    istituzioni. Come forza politica il suo gruppo di appartenenza cerca
    di incentivare la partecipazione delle donne. E finalmente si riesce
    ad avere anche diverse candidate, che si espongono in prima persona.
    Afferma di avere qualche perplessità sull'idea di pari opportunità
    più allargata: non è positiva l'eccessiva presenza maschile nelle
    istituzioni, ma il problema non è solo legato alle differenze di
    genere. La politica dovrebbe guardare a tutte le differenze presenti
    nella società. E si riferisce alla scarsa presenza di giovani nella
    vita istituzionale, che potrebbe, invece, ampliare e arricchire il
    dibattito. Auspica che nella commissione la discussione sia
    allargata a tutte le rappresentanze della società.
    La consigliera NOE' ribatte al consigliere Favia, sottolineando come
    il Movimento 5 stelle abbia escluso, all'ultima tornata elettorale,
    la rappresentante di genere femminile. Aggiunge due considerazioni:
    la prima, di carattere personale, si riferisce all'esperienza da lei
    vissuta quando nel 2004 è entrata in politica. Mentre
    nell'imprenditoria la differenza di genere non esiste (e l'unico
    fattore di differenza è la creatività), in politica, invece, si è
    resa conto che è molto marcata. Per la donna esistono,
    effettivamente delle grandi difficoltà. La Regione dovrebbe
    individuare strumenti atti a conciliare la vita lavorativa e la vita
    familiare delle donne. Aggiunge che sarà interessante leggere
    l'esito della missione valutativa sui voucher, per verificare quanto
    effettivamente la Regione sia riuscita a incidere con questo
    strumento. Esiste inoltre un retaggio di carattere culturale da
    superare.
    Entra il consigliere MUMOLO (in sostituzione di Casadei).
    Ogni iniziativa che va nella direzione di una maggiore
    partecipazione femminile va sostenuta. Sostenere un meccanismo di
    pari opportunità (senza parlare di quote rosa , che ricordano
    piuttosto la difesa di una specie in via d'estinzione) è un atto
    dovuto, anche se risulta difficile per le donne stesse accettare un
    meccanismo di quote, che potrebbe rappresentare una forzatura
    illogica. In Campania la legge elettorale adottata è stata
    modificata con il fine di favorire la maggiore rappresentatività,
    consentendo, in sede di votazione, la doppia espressione di voto
    alternata per genere. Questo è un metodo che ha prodotto una
    maggiore presenza femminile. Per le donne non è sempre facile
    dedicarsi e rendere compatibile l'attività politica con gli altri
    aspetti della propria vita. Il contributo delle donne è molto
    rilevante per la loro pragmaticità. I colleghi uomini sono più
    immediati e ciò può essere un vantaggio a volte, ma non sempre,
    soprattutto in relazione a talune tematiche. Confida, inoltre, di
    ritenere preoccupante che il governo Monti, da pochi giorni
    insediatosi, non abbia affrontato la questione famiglia. Una
    maggiore presenza femminile nell'esecutivo nazionale, probabilmente,
    avrebbe portato maggiore sensibilità al tema. Infine, esprime il suo
    rammarico che sia nel PDL che nella Lega non vi siano, in Regione,
    donne, ma, nello stesso tempo, è lieta che i rappresentanti uomini
    dei partiti citati diano il loro sostegno a politiche che mirino a
    una maggiore partecipazione femminile.
    Il consigliere FAVIA, in risposta alla collega Noè, specifica che il
    suo partito fa della democrazia diretta il modus operandi e non
    esprime giudizi a priori né su uomini né su donne. In riferimento
    alla candidata eletta nelle file del Movimento 5 stelle, sottolinea
    che si trattava di una persona finita senza un percorso democratico
    nelle liste del partito (tant'è che se ne è andata poi in un altro
    schieramento). La base del suo movimento è riuscita ad andare oltre
    le differenze di genere e a capire che si trattava di un soggetto
    non in grado di rappresentare le istanze degli iscritti. Aggiunge
    che la persona in questione ha ottenuto preferenze senza rispettare
    le procedure del Movimento. Invita, pertanto, a non fare
    speculazione e a informarsi prima di parlare. Conclusa la replica,
    spiega che anche per quel che concerne la sua forza politica di
    appartenenza la partecipazione femminile è sempre risultata molto
    bassa. La presenza delle donne, in politica, è sicuramente un
    plusvalore, ma ci si è domandati la ragione dell'esiguo attivismo
    femminile. Questo è un problema che va inserito nel dibattito
    all'interno della commissione.
    Esce il consigliere MUMOLO.
    La consigliera PARIANI sostiene che il dibattito incrocia vari
    livelli culturali. Vi è un'idea politica spesso distante dalla
    partecipazione delle donne, perché il potere adotta una simbologia
    molto maschile che allontana anche le giovani dall'impegno politico
    (mentre sono presenti nel mondo dell'associazionismo e del
    volontariato). Perciò è molto importante accelerare, anche con
    strumenti forzati, la presenza delle donne nelle istituzioni. Ciò
    servirà per fornire modelli alternativi. Vi è, inoltre, una presenza
    molto segmentata per età (mancano, nella vita politica, soprattutto
    donne di età più avanzata). C'è bisogno di un riequilibrio nella
    rappresentanza, che dia alle ragazze un modello diverso da quello
    attuale.
    Il consigliere FAVIA, scusandosi per essere costretto ad abbandonare
    la seduta per impegni improrogabili, dichiara il suo parere
    favorevole alla risoluzione.
    Esce il consigliere FAVIA.
    La consigliera MEO sostiene che le donne partecipano poco alla vita
    politica perché in quelle sedi si discute poco di temi che le
    possono interessare. Per invertire la tendenza è necessario uno
    sforzo un po' aggressivo nei meccanismi di partecipazione. Si deve,
    inoltre, tenere presente che le donne rappresentano più del 50%
    della popolazione e che il potere tende a tutelarsi e ad auto
    conservarsi. Bisogna fare irrompere sulla scena politica temi che
    stanno a cuore alle donne (la famiglia, l'accesso al credito
    femminile).
    La presidente MORI propone un'integrazione al testo della
    risoluzione, per specificare come sia frutto della discussione fatta
    in commissione, che così risulterebbe formulata:
    L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna
    Premesso che
    - la promozione delle pari opportunità nell'accesso ai pubblici
    uffici e alle cariche elettive rientra tra i principi generali
    dell'ordinamento ai quali il Legislatore, statale e regionale, deve
    attenersi nell'esercizio della propria potestà legislativa;
    - le regioni promuovono, come organi costituzionali e istituzioni
    della repubblica, la rimozione degli ostacoli che impediscono la
    piena parità di accesso alle cariche elettive;
    Considerato che
    - la rappresentanza femminile nelle cariche istituzionali ed
    elettive italiane è una delle più basse d'Europa, con una
    percentuale di donne parlamentari pari al 18,3% al Senato, 21,1%
    alla Camera e 21% all'Europarlamento e che tale percentuale crolla a
    livello territoriale;
    - anche in Emilia-Romagna le donne sono sottorappresentate nelle
    posizioni apicali e di responsabilità, siano esse incardinate in
    sedi istituzionali, elettive, pubbliche o private e, nello
    specifico, le presidenti di giunta nelle amministrazioni provinciali
    si attestano al 33% e si fermano al 19,7% le donne sindaco (numeri
    esigui ma pure i più alti in Italia), mentre rappresentano il 38,4%
    della Giunta regionale ma solo il 18% dell'Assemblea legislativa;
    Ritenuto che
    - solo rafforzando le politiche di promozione della parità di genere
    si può realizzare una presenza equilibrata tra uomini e donne nelle
    istituzioni e nei posti di responsabilità degli organi economici,
    amministrativi e politici;
    - risulta, inoltre, imprescindibile un dialogo strutturato tra le
    forze politiche e la società civile al fine di garantire il
    principio della parità dei sessi nell'accesso alle cariche elettive;
    Sottolineato che
    - al fine di tutelare, promuovere e garantire il riequilibrio della
    rappresentanza e conseguire un'autentica parità di genere è
    essenziale intervenire in maniera coordinata sulla legislazione
    regionale, applicando le norme antidiscriminatorie e di democrazia
    paritaria previste nello Statuto della Regione Emilia-Romagna;
    - anche alla luce delle più recenti sentenze della Corte
    costituzionale risulta necessario intervenire in materia elettorale
    ove non si sia già provveduto, con misure volte a garantire la
    parità di genere;
    - in tale ambito di riequilibrio della rappresentanza, appare
    indispensabile realizzare, anche con interventi legislativi, la
    piena cittadinanza politica, sociale ed economica delle donne
    attraverso la parità di accesso alle cariche direttive delle società
    partecipate pubbliche e controllate da regioni ed enti locali;
    Dato atto che
    - si è tenuto il 17 e 18 novembre 2011 a Roma il 1° Forum delle
    Elette nelle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province
    autonome, organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle
    Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome,
    organismo trasversale dei parlamenti regionali;
    - si è approvato in seduta plenaria un documento unitario che
    costituisce un punto di partenza condiviso per la diffusione della
    prospettiva di genere e l'evoluzione della rappresentanza paritaria
    nelle istituzioni;
    - il testo della presente risoluzione è stato condiviso
    all'unanimità dalla Commissione regionale per la promozione di
    condizioni di piena parità tra donne e uomini;
    Si impegna
    a convocarsi in seduta straordinaria per affrontare l'emergenza
    della presenza femminile nelle istituzioni regionali e approfondire
    il tema degli strumenti normativi elettorali a riequilibrio e
    garanzia della parità di genere;
    ad avviare un percorso volto a introdurre nella normativa regionale,
    compresi i regolamenti interni di funzionamento degli organi
    regionali, principi e provvedimenti tali da perseguire la piena
    rappresentanza di genere;
    a coinvolgere in tale percorso organismi e associazioni della
    rappresentanza sociale, istituzionale e di genere attraverso la
    collaborazione degli assessorati e delle commissioni assembleari
    competenti, in particolare della neo costituita Commissione
    regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne
    e uomini;
    Impegna la Giunta
    ad assumere i principi sopraesposti quali informatori dell'azione
    programmatica e amministrativa in ogni sede di confronto, di
    rappresentanza e di decisione, nonché a sostenere e promuovere tale
    percorso in stretta collaborazione con l'Assemblea legislativa e le
    commissioni competenti. .
    Chiede, quindi, ai commissari se siano d'accordo sul presentarla,
    per suo tramite, in Assemblea come risoluzione della Commissione
    parità.
    La commissione concorda all'unanimità dei presenti.
    Programmazione dei lavori della commissione
    La presidente MORI propone la metodologia da seguire nei lavori
    della commissione.
    Esce il consigliere BAZZONI.
    Entra il consigliere MUMOLO.
    Auspica che si attui la massima concertazione e in ragione di ciò
    chiede ai colleghi un mandato rispetto alla definizione di un
    programma di lavori che verrà poi sottoposto all'approvazione della
    commissione stessa. Vi sono tre grandi direttrici su cui impostare
    il lavoro:
    1. oggetti da discutere: l'Ufficio di presidenza della commissione
    valuterà gli oggetti già assegnati alle altre commissioni e vaglierà
    quelli che, trasversalmente, possono interessare la Commissione pari
    opportunità:
    2. rafforzamento delle competenze e dei dati di contesto, che incide
    sulla qualità e organicità della proposta normativa. Ciò implicherà
    la programmazione di audizioni specifiche su temi e udienze
    conoscitive. Vi sono uffici della Regione che possono aiutare la
    commissione ad ampliare e approfondire quadri di sistema che
    potrebbero essere attivati;
    Esce la consigliera PARIANI.
    3. collegamento forte con il territorio. Il 25 novembre si è svolta
    la visita ai centri antiviolenza. Un evento come quello, e altri in
    futuro, potranno essere dei validi strumenti per avvicinarsi
    all'ascolto delle varie realtà territoriali. La Regione il 16
    dicembre prossimo organizzerà un workshop sulla medicina di genere.
    Si tratta di un incontro molto importante al quale la commissione è
    stata invitata. Invita, perciò, i colleghi ad aderire all'iniziativa
    e suggerisce che, in futuro, gli stessi commissari segnalino eventi
    dello stesso tipo cui partecipare.
    Esce la consigliera NOE'.
    La commissione concorda all'unanimità dei presenti.
    La presidente MORI dichiara chiusa la seduta alle ore 11,50.
    Approvato nella seduta del 17 febbraio 2012.
    Il Segretario Il Presidente
    Adolfo Zauli Roberta Mori
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