Testo
Verbale n. 1 (Commissione IV)
Verbale n. 2 (Commissione III)
Seduta del 24 gennaio 2012
Il giorno 24 gennaio 2012 alle ore 10 si sono riunite in seduta
congiunta presso la sede dell'Assemblea legislativa in Bologna,
Viale A. Moro 50, le Commissioni IV Politiche per la Salute e
Politiche Sociali e III Territorio Ambiente Mobilità , convocate
con nota prot. n. 2142 del 19 gennaio 2012.
Partecipano alla seduta i Commissari:
CONSIGLIERE RUOLO GRUPPO ASSEMBLEARE IV III
DONINI Monica Presidente IV Federazione della 2 2 presente
Sinistra
ZOFFOLI Presidente III Partito Democratico 5 presente
Damiano
PIVA Roberto Vicepresidente Partito Democratico 5 presente
IV
VECCHI Vicepresidente PDL - Popolo della 5 presente
Alberto IV Libertà
BERNARDINI Vicepresidente Lega Nord Padania 4 assente
Manes III Emilia e Romagna
MARANI Paola Vicepresidente Partito Democratico 2 4 assente
III
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
Tiziano
BARBATI LIANA Componente Italia dei Valori - 2 assente
Lista Di Pietro
BARBIERI Componente Partito Democratico 2 presente
Marco
BARTOLINI Componente PDL - Popolo della 1 assente
Luca Libertà
BAZZONI Componente PDL - Popolo della 2 presente
Gianguido Libertà
BIGNAMI Componente PDL - Popolo della 4 assente
Galeazzo Libertà
CARINI Marco Componente Partito Democratico 5 presente
CASADEI Componente Partito Democratico 2 presente
Thomas
CORRADI Componente Lega Nord Padania 4 presente
Roberto Emilia e Romagna
COSTI Palma Componente Partito Democratico 2 presente
DEFRANCESCHI Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Andrea Beppegrillo.it
FAVIA Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Giovanni Beppegrillo.it
FERRARI Componente Partito Democratico 5 presente
Gabriele
FIAMMENGHI Componente Partito Democratico 2 presente
Valdimiro
FILIPPI Fabio Componente PDL - Popolo della 4 assente
Libertà
GRILLINI Componente Italia dei Valori - 1 presente
Franco Lista Di Pietro
LEONI Andrea Componente PDL - Popolo della 2 presente
Libertà
MANDINI Componente Italia dei Valori - 3 assente
Sandro Lista Di Pietro
MAZZOTTI Componente Partito Democratico 2 2 presente
Mario
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia 2 presente
Libertà - Idee Verdi
(SEL - Verdi)
MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 2 presente
MUMOLO Componente Partito Democratico 2 presente
Antonio
NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia 2 presente
Guido Libertà - Idee Verdi
(SEL - Verdi)
NOÈ Silvia Componente UDC - Unione di 1 1 presente
Centro
PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
POLLASTRI Componente PDL - Popolo della 4 presente
Andrea Libertà
RIVA Matteo Componente Italia dei Valori - 1 1 assente
Lista Di Pietro
Sono presenti i consiglieri: Roberto GARBI in sostituzione di Paola
MARANI e Mauro MANFREDINI in sostituzione di Manes BERNARDINI.
Sono altresì presenti: Sabrina FREDA, Assessore all'Ambiente e
riqualificazione urbana, e Carlo LUSENTI, Assessore alle Politiche
per la salute.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: S. Tibaldi (Direttore
gen. ARPA Emilia-Romagna), A. Colacci (Resp. CTR Cancerogenesi
ambientale e valutazione del rischio ARPA), V. Poluzzi (Resp. CTR
Aree urbane ARPA); S. Candela (Dip. Sanità pubblica - Az. USL Reggio
Emilia); G. Bortone (Direttore gen. Ambiente e difesa del suolo e
della costa); A. C. Finarelli (Resp. Serv. Sanità pubblica), P.
Angelini (Serv. Sanità pubblica); B. Musiani (Ag. Informazione e
comunicazione); C. Cicognani (Serv. Informazione e comunicazione
istituzionale).
Presiedono la seduta: Monica DONINI e Damiano ZOFFOLI
Assistono le Segretarie: Samuela Fiorini e Nicoletta Tartari
Resocontiste: Antonella Agostini e Vanessa Francescon
I presidenti DONINI e ZOFFOLI dichiarano aperta la seduta congiunta
delle Commissioni Politiche per la Salute e Politiche Sociali e
Territorio Ambiente Mobilità alle ore 10,20.
Sono presenti i consiglieri Alessandrini, Bazzoni,Casadei, Corradi,
Defranceschi, Ferrari, Fiammenghi, Garbi, Grillini, Manfredini,
Naldi, Pariani e Piva.
- Informativa della Giunta sui risultati dello studio Moniter sugli
effetti degli inceneritori sull'ambiente e sulla salute.
Presidente DONINI: Chiedo ai colleghi di prendere posto, se
possibile, so che quando c'è una seduta congiunta occorre
sacrificarsi perché gli spazi sono quello che sono. L'oggetto della
nostra convocazione è questa informativa della Giunta sugli esiti
del progetto Moniter. La scelta che io e il presidente Zoffoli
abbiamo condiviso insieme alla presidenza dell'Assemblea legislativa
è legata ad una richiesta formale arrivata e sottoscritta da un
gruppo consistente di consiglieri regionali, una richiesta che aveva
lo scopo di aprire uno spazio formale di discussione, anche
attraverso un passaggio in commissione, sull'esito di questo
progetto, di questa ricerca finanziata dalla Regione e dei suoi
eventuali sviluppi. Ringrazio gli assessori Lusenti e Freda per la
presenza. È presente anche il direttore generale di ARPA, dott.
Tibaldi, oltre ad un folto gruppo di dirigenti e funzionari sia
dell'ARPA che dell'Assessorato alla sanità. Sarete voi a decidere,
di mano in mano, chi interviene per metterci nelle condizioni di
seguire al meglio questa informativa. Vi è stato distribuito un
foglio molto sintetico attraverso il quale è possibile avere le
indicazioni su dove reperire tutti i materiali, perché la ricerca è
stata pubblicata sia nella sua parte di sintesi, che nella sua parte
estensiva. Sono svariate pagine: alcune copie saranno fornite, ma
abbiamo ritenuto che fosse evitabile la distruzione di una porzione
di foresta dal momento che è possibile acquisirla on-line. Chi la
vuole in cartaceo può fare richiesta e gli verrà fornita nel giro di
poco tempo, così come le eventuali slide che verranno utilizzate
saranno, poi, girate in formato elettronico ai componenti delle due
commissioni. In questo modo ci sarà la possibilità di acquisire
tutto il materiale informativo necessario. A questo punto, se non ha
niente da aggiungere il collega Zoffoli, inizierei i nostri lavori e
darei la parola all'assessore Freda.
Entrano i consiglieri Costi, Carini e Pollastri.
Assessore FREDA: Comincerei con un'esposizione sintetica di quella
che è la situazione dell'Emilia-Romagna rispetto alla gestione dei
rifiuti, facendo qualche cenno sia al progetto Moniter, sia in
particolare a quelli che sono i risultati dal punto di vista
ambientale, sia poi agli sviluppi con il progetto Supersito. Il
progetto Moniter è stato realizzato tra il 2007 e il 2011 e ha
l'obiettivo di organizzare un sistema di sorveglianza ambientale e
di valutazione epidemiologica. Ha coinvolto più di cento esperti tra
i quali Università e Istituti di ricerca insieme ad ARPA e Ausl. In
particolare, gli elementi messi a confronto riguardano sia gli
aspetti tecnologici degli impianti, sia quelli di qualità dell'aria
e l'analisi di carattere epidemiologico. Gli obiettivi perseguiti
con il progetto Moniter - che peraltro rappresenta un'eccellenza nel
panorama nazionale e forse anche internazionale, che è stato
sostenuto dalla regione Emilia-Romagna con un investimento di circa
3 milioni di euro - sono quelli di valutare lo stato di salute della
popolazione esposta alle emissioni degli inceneritori e
contemporaneamente di acquisire nuove conoscenze sulle
caratteristiche sia qualitative che quantitative degli inquinanti
emessi, con la prospettiva di definire i criteri per elaborare la
valutazione di impatto sanitario e anche di migliorare sia la
consapevolezza dei cittadini, sia la partecipazione alle scelte
successive per quello che riguarda la gestione dei rifiuti, che
sicuramente è un tema sempre attuale, visto che, come vedremo poi
dai dati nelle slide successive, ancora non siamo riusciti a
disaccoppiare lo sviluppo economico dalla produzione di rifiuti.
Entrano i consiglieri Leoni e Favia, escono i consiglieri
Defranceschi e Bazzoni.
Gli obiettivi perseguiti dalla Regione Emilia-Romagna per quello che
riguarda le politiche di gestione dei rifiuti mettono al primo posto
la tutela della salute dei cittadini (sappiamo che dove il ciclo dei
rifiuti non è gestito correttamente ci sono degli impatti
ambientali, e di conseguenza sulla salute, molto importanti);
contemporaneamente ci si propone di affinare gli strumenti a
disposizione di conoscenza e di monitoraggio e riuscire a recepire
con il programma di gestione dei rifiuti della Regione quelle che
sono le indicazioni che ci vengono dall'Europa, non solo in termini
di trasparenza, ma anche in termini di priorità di gestione e di
trattamento. In particolare, le indicazioni europee in materia di
gestione dei rifiuti sono sintetizzate nella direttiva 98 del 2008
che, come si diceva, stabilisce un ordine di priorità per la
gestione dei rifiuti, ponendo al primo posto la prevenzione. Su
questo, siamo in attesa per la fine del 2012 di un programma
nazionale di prevenzione dei rifiuti, dato che è chiaro che questa
strategia attiva delle dinamiche che non possono essere chiuse
all'interno della regione, ma necessariamente devono coinvolgere sia
il piano nazionale che quello internazionale. Al secondo posto la
direttiva mette la preparazione per il riutilizzo, poi il
riciclaggio; al penultimo posto mette il recupero di altro tipo, per
esempio il recupero di energia, quindi gli impianti di
termovalorizzazione, gli inceneritori (dunque l'inceneritore è al
penultimo posto nella graduatoria di priorità, come tipologia di
trattamento, di gestione dei rifiuti). All'ultimo posto mette il
conferimento in discarica: questa direttiva viene anche chiamata
Discarica zero perché l'Unione europea individua la discarica come
una modalità di smaltimento da superare. Per quello che riguarda le
politiche regionali, negli anni, attraverso Il Piano di azione
ambientale, sono state stanziate importanti somme anche per quello
che riguarda il miglioramento della gestione dei rifiuti; i vari
progetti sul territorio hanno prodotto un miglioramento sensibile,
poi lo vediamo nei dati puntuali. L'ultimo Piano di azione
ambientale ha stanziato 5,6 milioni di euro che movimentano oltre 11
milioni di euro, con l'obiettivo di andare ad incentivare sui
territori lo sviluppo di centri del riuso, la raccolta differenziata
e il completamento della dotazione regionale di centri di raccolta.
Illustro ora una sintesi del report sui rifiuti del 2011, che prende
in esame i dati del 2010 (penso ne sia stata distribuita una copia,
che comunque è disponibile). Per quello che riguarda la produzione
dei rifiuti urbani, come si diceva, è sempre - purtroppo - in
aumento, nel senso che vediamo una flessione dal punto di vista
della produzione legata alla crisi economica. Avevamo avuto una
leggera flessione nel 2009, con riferimento alla crisi del 2008;
appena sembrava ci fosse un minimo di ripresa è aumentata la
produzione di rifiuti. E questo è, forse, il nodo strategico da
affrontare: fino a che non riusciamo a separare lo sviluppo
economico dalla produzione dei rifiuti, la gestione dei rifiuti sarà
sempre un problema. Abbiamo avuto un aumento del 2,4% di produzione
rispetto al 2009, però abbiamo un dato molto positivo che è
l'aumento della raccolta differenziata del 3,1%, ma la cosa più
significativa è che nel 2010, per la prima volta, la raccolta
differenziata supera i rifiuti indifferenziati. Siamo al 50,4% di
rifiuti raccolti in modo differenziato rispetto al 49,6% di rifiuti
indifferenziati.
Entrano i consiglieri Noé e Barbieri.
Peraltro i rifiuti indifferenziati - che vengono trattati attraverso
incenerimento, biostabilizzazione e discarica - aumentano, per quel
che riguarda l'incenerimento, meno di quanto non aumenti la raccolta
differenziata (siamo a + 2,7%). La cosa significativa è che
diminuisce in modo importante il conferimento in discarica (- 6,6%),
in linea con le direttive europee, cioè la direttiva n. 98 del 2008.
Se facciamo il conto sul decennio, questi dati sono confermati ed
emergono in maniera ancora più chiara. C'è un grafico che
rappresenta in maniera immediatamente percepibile quello che è stato
l'aumento della raccolta differenziata rispetto alla crescita della
produzione di rifiuti e quindi dell'indifferenziato che però,
relativamente, diminuisce sempre, fino ad arrivare nel 2010 al
superamento della raccolta differenziata rispetto al rifiuto
indifferenziato.
Uno degli studi che sono stati portati avanti nel corso del 2010
riguarda il materiale raccolto in modo differenziato che viene
avviato a recupero. In regione abbiamo circa 200 impianti, 200
attività industriali che operano nel campo del riciclo e
costituiscono, quindi, una base importante per andare a costruire
progressivamente quella filiera del riciclo che ci aiuterebbe
moltissimo per quel che riguarda la gestione. Ci sono dei dati
importanti che ci dicono che del materiale raccolto in modo
differenziato viene avviato a recupero il 99% della carta, il 98%
del vetro e del legno, il 76% della plastica. Sulla raccolta della
plastica abbiamo ancora delle difficoltà: diminuirebbe se
riuscissimo a concordare una strategia di produzione non regionale,
ma nazionale o internazionale, perché i diversi polimeri che vengono
utilizzati per produrre le bottiglie di plastica non possono essere
facilmente recuperati insieme, dato che hanno temperature di
cofusione e di lavorazione differenti, per cui non tutta la plastica
può essere trattata allo stesso modo. Quindi riusciamo ad avviare a
recupero effettivo il 76%, che è il dato più basso dei materiali che
vengono raccolti in maniera differenziata. C'è un'alta percentuale
di acciaio e alluminio, che sono materiali che vengono facilmente
recuperati, e anche del verde e dell'umido, che vengono poi avviati
a trattamenti per produrre compost.
Il quadro dell'ultimo decennio dà una sintesi di quella che è stata
l'evoluzione della gestione dei rifiuti. Vediamo che rispetto al
2001, la raccolta differenziata è passata dal 25% al 50,4% e il
conferimento in discarica è passato dal 51% al 18,4%, significa che
è diminuito del 32,6%. Questo ci dice che la gestione della Regione
è coerente rispetto alle richieste dell'Europa. L'incenerimento è
passato dal 16% al 25% e dunque è aumentato del 9%, in maniera
significativamente inferiore rispetto alla diminuzione del
conferimento in discarica. Ciò vuol dire che la nostra gestione ha
correttamente puntato anche sul recupero. Infine la
biostabilizzazione è diminuita proprio perché è aumentata la qualità
del materiale raccolto, quindi la possibilità di andare a produrre
compost di qualità, che ha degli scarti superiori che poi vengono
utilizzati in altri modi, in particolare per le coperture delle
discariche.
Circa il quadro generale degli impianti sul territorio, l'obiettivo
della Regione Emilia-Romagna è sempre stato quello di puntare
sull'autosufficienza nella gestione dei rifiuti. Questo obiettivo è
stato perseguito con l'installazione di impianti differenti per il
trattamento dei rifiuti: 21 impianti di compostaggio e circa 200
impianti (a cui facevo rifermento prima) per il trattamento/recupero
delle frazioni secche riciclabili. Per quel che riguarda i rifiuti
indifferenziati residui, ci sono 10 impianti di trattamento
meccanico biologico, 8 inceneritori, di cui uno per la combustione
di CDR, e 10 discariche per rifiuti non pericolosi. I dati relativi
alla termovalorizzazione: circa 945.000 tonnellate, di cui 69% di
rifiuti urbani indifferenziati, 21% di frazione secca derivante da
selezione meccanica, 4% di CDR, 1% di rifiuti sanitari, il 5%
rifiuti speciali. La capacità massima autorizzata è di un milione e
centomila tonnellate.
Consigliera NOÉ: Cosa si intende per frazione secca?
Assessore FREDA: Vuol dire che viene fatto un trattamento per
eliminare all'interno dei rifiuti indifferenziati il secco
dall'umido.
Nella slide che riporta la dislocazione degli impianti c'è qualche
dato relativo al recupero di energia: sostanzialmente il sistema
impiantistico sviluppa sul territorio 524.839 MWh elettrici e
129.828 MWh termici.
Il presidio del termovalorizzatore in Emilia-Romagna si sviluppa, al
di là del progetto Moniter, in ordinario attraverso una serie di
fasi: la prima è legata alla fase autorizzativa (cioè a degli
standard che devono essere rispettati e fanno riferimento alle norme
più vincolanti), poi ci sono i limiti emissivi che vengono imposti
facendo riferimento alle norme nazionali, ma richiedendo in realtà
il rispetto di limiti più severi, inferiori. Anche Moniter ci dice
che, dal punto di vista delle emissioni ambientali siamo sotto di
due ordini di grandezza (o addirittura tre) per quel che riguarda
gli inquinanti più significativi. Nel 2010 sono stati fatti 160
controlli ordinari per 300 campioni, che hanno dato risultati
assolutamente coerenti rispetto alle aspettative. Hanno cioè
confermato un livello sempre al di sotto, in modo significativo, dei
limiti consentiti.
Vi è quindi una breve sintesi dei risultati, dal punto di vista
ambientale, che sono emersi dal progetto Moniter: per quel che
riguarda le diossine, i furani e gli idrocarburi policiclici
aromatici siamo, per diversi ordini di grandezza, al di sotto dei
limiti di legge. Non sono state evidenziate criticità neanche per
quel che riguarda inquinanti, tipo i metalli o i PCB. Altro
risultato interessante di questo progetto è stato il riuscire a
mettere in evidenza come l'evoluzione tecnologica che ha interessato
questi impianti nel tempo abbia avuto come conseguenza anche una
riduzione delle emissioni inquinanti. Siamo riusciti anche a
valutare la bontà del progresso tecnologico, cioè i sistemi di
abbattimento delle emissioni nei vari impianti.
Una diapositiva abbastanza tecnica riguarda l'incidenza delle
emissioni degli inceneritori rispetto agli inquinanti più
significativi: per quel che concerne le PM10 l'incenerimento dei
rifiuti incide per lo 0,04% a livello regionale, per gli ossidi di
azoto (uno degli inquinanti più critici per il nostro territorio)
gli inceneritori incidono invece per lo 0,47%. Con riferimento alle
emissioni complessive degli impianti sono riportati in tabella i
vari livelli specifici. Volevo sottolineare che per quel che
riguarda la CO2, gli impianti più significativi rispetto alle
emissioni non sono gli inceneritori ma le discariche.
Chiudo aprendo una finestra su quelle che sono le strategie future
della Regione e quindi la volontà di continuare ad investire nel
monitoraggio, nello studio, per cercare di sviluppare una modalità
di gestione, ma contemporaneamente progetti tecnici che ci
consentano di tenere sempre di più sotto controllo gli impatti in
generale della gestione dei rifiuti. Il progetto Supersito, che è
uno studio integrato dell'inquinamento dell'atmosfera, ci consentirà
non solo di avere dei dati e delle valutazioni rispetto ad
inquinanti e particelle più piccole (dunque uno spettro di
riferimento che adesso non viene indagato o è ancora scarsamente
indagato), ma anche di avere da un lato le ricadute sanitarie e
dall'altro la possibilità di andare a definire quelle che sono le
sorgenti emissive. Dato che noi abbiamo una situazione di fondo
significativamente inquinata, soprattutto nei contesti urbani, dal
traffico veicolare e da tutte le attività antropiche in generale, è
difficile poi andare a definire, campionando il suolo o l'atmosfera,
quelli che sono gli inquinanti dovuti ad un'attività specifica
piuttosto che ad un'altra. Questo progetto ci dovrebbe aiutare anche
in questa direzione.
Esce il consigliere Manfredini, entra il consigliere Mazzotti.
Assessore LUSENTI: Prima di passare ad una sintetica esposizione dei
risultati dello studio, mi sembra opportuno mettere in evidenza
alcuni elementi generali e lo farò in modo molto sintetico,
riprendendo e ulteriormente sottolineando ed esplicitando alcune
considerazioni che ha fatto l'assessore Freda.
La prima considerazione è che l'attenzione che in questa regione è
stata esercitata, negli anni, riguardo alle interazioni tra ambiente
e salute e alle scelte delle politiche che riguardano da un lato le
politiche ambientali e dall'altro la tutela della salute, non ha
pari nel contesto nazionale e internazionale. Noi condividiamo con
le regioni della Pianura padana e con il resto d'Europa una
diffusione per numerosità e potenza degli inceneritori che non ci
mette sicuramente ai primi posti; in un confronto europeo, siamo
sicuramente al primo posto, invece, nello studio, nella valutazione
e nell'approfondimento degli effetti ambientali e degli effetti
sulla salute. Non esiste uno studio Moniter di altre regioni
italiane; non esiste uno studio così vasto, così protratto nel
tempo, così dettagliato, in ambito europeo. Questo per dire che, sia
dal punto di vista delle competenze, sia dal punto di vista della
costruzione dello studio, sia dal punto di vista del sostegno al
finanziamento - lo studio Moniter è stato finanziato dalla Regione
Emilia-Romagna per circa 3 milioni di euro e il progetto Supersito
per 7 milioni - non ci sono pari. In questa fase, la cosa più facile
sarebbe stata fare un passo indietro: visto che non lo fa nessun
altro, non lo facciamo neanche noi. Nelle condizioni di risorse date
sarebbe stato facilissimo allinearsi in questa scelta. E, invece,
siccome nella valutazione su questi temi non ci siamo mai
accontentati né del semplice rispetto delle leggi e delle norme
(che, come è appena stato presentato con dati eloquenti, vengono
rispettate in modo puntuale), né ci accontentiamo del costante
confronto con la letteratura internazionale, è stato impiantato,
sostenuto e portato a termine uno studio che è un punto di
riferimento internazionale.
Entra il consigliere Vecchi.
Come ulteriore elemento di dimostrazione, è riconosciuto in questo
Paese che quando si cercano evidenze più solide sulle interazioni
tra condizioni ambientali e salute, questa Regione viene scelta come
capofila. Il progetto Salute e rifiuti , che è un progetto del CCM
(cioè il Centro del Ministero della salute, dell'Istituto superiore
della sanità, finanziato dal Ministero della salute), vede come
capofila la nostra Regione. Questo per dire che non siamo su un
piano in cui seguiamo le evidenze, vediamo e ci confrontiamo, ma
produciamo dati ed evidenze, cerchiamo, come nessun altro, i
segnali, i dati che ci fanno leggere questa interazione.
Il secondo elemento di cornice che penso vada sottolineato
preventivamente è che di tutto questo lavoro abbiamo reso conto
pubblicamente in modo assolutamente completo. I dati dello studio
sono stati resi disponibili sui siti dedicati in itinere, non alla
fine, man mano che venivano prodotti, e sono state realizzate due
conferenze, una nel dicembre scorso e una l'anno prima, di
presentazione dei dati, che erano già pubblici comunque. Questo per
dire che i dati che troviamo con questo livello di ricerca e
approfondimento li abbiamo resi - e continueremo a renderli -
trasparenti, leggibili, pubblici, a sostegno di un confronto il più
chiaro e trasparente possibile.
Ultima considerazione: la nostra scelta è di proseguire in questa
strada e cioè di mantenere il più alto e indipendente livello di
confronto scientifico su questi temi, il che vuol dire un confronto
non superficiale, non episodico, non aneddotico, non strumentale,
non soggettivo, esattamente come indicano i più solidi ed evidenti
elementi del confronto scientifico internazionale.
Lo studio ha avuto inizio nel 2007 ma riguarda, come probabilmente è
noto, una raccolta di dati che parte dal 2003; il primo periodo
dello studio Moniter riguarda infatti il periodo 2003-2006 e
riguarda sia la misurazione delle emissioni - su questo non torno
perché ha già detto l'assessore Freda - sia gli effetti rispetto ad
alcuni indicatori di salute, riguardanti le popolazioni che
risiedono in aree concentriche, ma non esattamente circolari, di
raggio crescente progressivamente di un chilometro dalle centrali.
Vengono misurati gli effetti su alcuni indicatori di salute
all'interno di queste aree concentriche e tra queste aree
concentriche e tra l'insieme di questi cittadini residenti in queste
aree e il resto dei cittadini della regione, per avere un confronto.
I due punti più rilevanti o fondamentali che misura lo studio,
rispetto agli effetti o ai potenziali effetti su alcuni indicatori
di salute, riguardano gli effetti a lungo termine, cioè mortalità ed
incidenza di tumori, per cui - qui lo dico sinteticamente, non
faccio l'esposizione tecnica degli esiti dello studio e lascio alla
discussione - i dati non evidenziano un incremento di rischio
connesso con l'esposizione all'inceneritore. Non lo evidenziano
nelle coorti di popolazione appena descritte, non lo evidenziano
rispetto al resto della popolazione regionale.
Entrano i consiglieri Mori e Mumolo.
Rispetto a questo elemento misurato, una considerazione particolare
merita la situazione che riguarda i linfomi non Hodgkin nella
provincia di Modena; nella coorte di Modena considerando i casi
totali, cioè maschi più femmine, non separatamente, il segnale che
si può cogliere è di una incidenza maggiore. Tuttavia questo eccesso
non raggiunge la significatività statistica e non è attribuibile a
esposizioni recenti. Questo per quanto riguarda, detto molto
sinteticamente, il primo punto e cioè mortalità e incidenza tumori.
Secondo elemento che è stato indagato: gli effetti riproduttivi,
rapporto maschi-femmine, malformazione, abortività, nascite
pretermine, non entro nella descrizione di ciascun indicatore. Lo
studio evidenzia un segnale, cioè un dato statisticamente
significativo, che è quello del crescere, fra le quattro aree
concentriche verso la più prossima all'inceneritore, di un
incremento, come dato statisticamente significativo, delle nascite
pretermine. Se però questo elemento, che è evidenziato come trend
tra l'area più distante e l'area più prossima, viene calcolato
mettendo insieme tutti i nati di queste quattro aree prossime
all'inceneritore con i nati pretermine della regione Emilia-Romagna,
cioè della popolazione, non evidenzia alcuna differenza
statisticamente significativa. Siccome però questo, come l'ho
riferito, come trend interno, è un dato che supera la rilevanza
statistica, a questo elemento si è dedicata un'attenzione
particolare. Intanto dal punto di vista della correlazione tra la
significatività statistica e l'effetto clinico (che non sono la
stessa cosa), controllando tutti quei nati pretermine in quelle
quattro aree concentriche nel primo anno di vita. I dati raccolti
non evidenziano alcuna differenza nelle condizioni di salute
rispetto ai nati pretermine del resto della regione. Il secondo
elemento di particolare attenzione rispetto a questo segnale che
emerge, è quello di aver preso la decisione di misurare questo
elemento - e cioè i nati pretermine - non solo nella fase dello
studio Moniter 2003-2006, ma di proseguire la misurazione di questo
dato nel quadriennio successivo 2007-2010 e questa misurazione, che
è in via di completamento per questo elemento, verrà presentata nei
prossimi mesi.
Sono stato volutamente sintetico, pur cercando di mettere in
evidenza gli elementi principali dello studio perché la Giunta della
Regione Emilia-Romagna, per quanto riguarda lo studio e gli esiti
dello studio, non ha niente da aggiungere rispetto alle conclusioni
pubblicate, rapporto conclusivo del Comitato scientifico di Moniter,
che spiegano con più completezza, con maggior dettaglio e con la
forza delle argomentazioni tecniche che detengono in modo
assolutamente di rilievo nazionale i componenti del Comitato
tecnico-scientifico di Moniter e che vengono esposte chiaramente in
questa relazione conclusiva.
La relazione conclusiva - e questo è il punto che mi sembra cruciale
dal punto di vista delle responsabilità che competono al decisore
politico e non a chi ha la competenza e la responsabilità tecnica -
si conclude con alcune considerazioni conclusive e alcune
raccomandazioni e su queste mi vorrei soffermare, esattamente come
ho fatto nell'incontro di presentazione dei dati che si è svolto a
dicembre pubblicamente. L'incipit di queste raccomandazioni dice
queste cose: Nell'insieme, quindi, l'impatto sanitario degli
inceneritori dell'Emilia-Romagna è contenuto, ma non essendo nullo,
e data la presenza di altri fattori di pressione ambientale sulla
popolazione, si raccomanda . Non c'è bisogno che spieghi cosa
significa si raccomanda , sia in italiano sia tecnicamente,
raccomandazioni di forza maggiore o minore Le raccomandazioni non
sono prescrizioni e invece le raccomandazioni del Comitato
tecnico-scientifico noi intendiamo prenderle come prescrizioni,
indicazioni puntuali che intendiamo puntualmente rispettare e che
sono ciò che il Comitato dice che è necessario fare a seguito delle
conclusioni dello studio che il Comitato redige.
Le ricapitolo molto sinteticamente: l'adozione di misure di
adeguamento tecnologico che portino tutti gli impianti esistenti a
livello di quelli oggi più avanzati (come al Frullo; azione che è in
atto e che viene portata progressivamente a termine perché le
evidenze tecnologiche e i miglioramenti tecnologici degli impianti
sono continui e quindi c'è un miglioramento continuo degli impianti
che viene dato come indicazione assoluta e portato avanti in modo
progressivo); la sorveglianza costante del rispetto delle norme di
esercizio degli impianti - le leggo senza commentarle, avendo
premesso che le rispettiamo e intendiamo rispettarle tutte nel tempo
- l'adozione di politiche di smaltimento che non creino ulteriore
domanda di incenerimento; un coordinamento regionale di tutte le
politiche di gestione dei rifiuti; l'attenzione verso le istanze
delle popolazioni interessate; la concertazione di decisioni in
materia e la trasparenza dei processi decisionali rilevanti. Qualora
ulteriori approfondimenti fossero possibili, dà un'indicazione che
non leggo ma che è a vostra disposizione: questi approfondimenti che
vengono indicati come utili intendiamo e stiamo portandoli avanti.
Questo è ciò che ci consegna come esito uno studio, ripeto, senza
pari: io vorrei che ci potessimo confrontare con Moniter del
Piemonte, della Lombardia, del Veneto, ma non esiste nulla di
simile. Sono i dati che prendiamo come non raccomandazioni ma
indicazioni che rispetteremo puntualmente e di cui pubblicamente
renderemo conto, e prendiamo queste indicazioni e ribadiamo
l'impegno sin qui sostenuto rilanciando questo impegno rispetto al
tema vero. Perché lo studio Supersito, che misura le condizioni
ambientali complessive e gli effetti di queste condizioni sulla
salute misurerà l'effetto che producono ben altre scelte, ben altri
comportamenti. E qui, anche prima dei dati molto articolati e di
grande valore che ci consegnerà lo studio, il peso del traffico
veicolare, del riscaldamento domestico e degli impianti industriali,
non ha alcuna paragonabilità possibile nelle condizioni
dell'ambiente e degli effetti sulla salute, riguardo al tema di cui
comunque non solo ci occupiamo oggi, ma ci siamo occupati in tutti
questi anni, con un'attenzione che regge, ripeto, qualsiasi
confronto internazionale.
Avrei potuto essere molto più analitico, di maggior dettaglio; i
documenti sono naturalmente tutti disponibili e quell'indice che vi
è stato consegnato li riporta tutti, comunque a richiesta li
possiamo naturalmente stampare, consegnare anche in una stesura
cartacea. Naturalmente tutte le domande che farete saranno utili per
gli approfondimenti di dettaglio che riterrete opportuno proporre.
Esce il consigliere Pollastri.
Presidente DONINI: Io procederei in questo modo, ringraziando ancora
per la presenza sia la dottoressa Finarelli del Servizio Sanità
pubblica che il dottor Tibaldi, direttore generale dell'ARPA. Spiego
di nuovo ai colleghi che non sono arrivati all'inizio che la
produzione in cartaceo di tutti i documenti relativi allo studio è
corposa, per cui è stato fornito un elenco dei siti e dei link ai
quali accedere per recuperare tutta l'informativa. Se qualche
collega ritiene di chiedere alla commissione di averne una copia
stampata, la dottoressa Finarelli si è resa disponibile a fornirla e
comunque queste sono le indicazioni. Procederei in questo modo:
darei la parola ai commissari, in modo tale che possano fare le loro
considerazioni approfittando della presenza dei tecnici ed
eventualmente domande di approfondimento specifico.
Consigliere FAVIA: Richiedo ai rappresentanti del Servizio delle
commissioni assembleari qui presenti anche la trascrizione
effettiva, la registrazione della commissione, così potrò avere a
verbale le dichiarazioni dell'assessore.
Premesso che qui ci stiamo occupando di un tema che è quello degli
inceneritori, non siamo qui a far la gara di chi fa più danni tra
inceneritori, traffico veicolare o inquinamento industriale, anche
perché se ciò che ci ha annunciato l'assessore, sulle evidenti
criticità che emergeranno in merito al traffico veicolare, fosse
confermato, penso che un ripensamento per quanto riguarda il
decisore politico in una Regione che vuol fare quattro nuove
autostrade ci debba essere. Ma non è questo il tema della
commissione e sul tema della commissione voglio fare un piccolo
appunto, perché per ciò che concerne il report dei rifiuti 2011 mi
sarebbe piaciuto averlo nell'o.d.g. della commissione, spero che
torni, per poterci confrontare su come è stato preparato questo
report con l'assessore, perché evidentemente oggi dovevamo parlare
di Moniter e ci siamo trovati una spiegazione del report sui
rifiuti: mi fa piacere, però mi piacerebbe anche, visto che il tema
è importante, avere una commissione dedicata a questo, in modo tale
che i commissari si possano preparare. Vedo che fa una faccia
strana, assessore, non le torna?
Assessore FREDA: Ho usato il report per parlare del sistema di
gestione dei rifiuti. L'ho detto che è stato presentato alla fine
dell'anno scorso, come succede ogni anno.
Esce il consigliere Fiammenghi.
Presidente DONINI: Per esigenze di verbale, dal momento che il
collega Favia ha chiesto anche il resoconto integrale, che
autorizziamo, per la trascrizione abbiamo bisogno degli interventi
completi, quindi vi prego di parlare al microfono e di aspettare per
interloquire.
Consigliere FAVIA: Avremo modo comunque di affrontare perché
arriveranno i dati di quest'anno che si è appena concluso e del
prossimo report. Non riesco quindi poi a capire perché affrontiamo
il tema di Moniter con protocollata una risoluzione firmata da
diversi gruppi politici, che chiede il passaggio in commissione
proprio in merito a Moniter coinvolgendo l'associazione Medici per
l'ambiente, l'ISDE e altri comitati.
Anche perché, devo dire, che in realtà soggetti indipendenti hanno
mosso qualche critica sia a come è stato concepito il progetto
Moniter sia a come sono stati da parte della politica interpretati i
risultati. Io sono imbarazzato perché vedo nell'assessore alla
sanità il tentativo di minimizzare quelli che sono i segnali di
Moniter e penso che questo sia un tema su cui non si scherza,
specialmente quando si fa una ricerca epidemiologica in una regione
avvelenata, dove trovare delle evidenze è difficilissimo, e partendo
dal presupposto che qui ci raccontiamo a mio avviso delle favole
perché il grosso di ciò che esce dal camino di un inceneritore non
siamo in grado di analizzarlo e di valutarne i rischi. Perché tutto
ciò che sta sviluppando il progetto Supersito, che è in fase di
sviluppo, ovvero il particolato ultrafine, è ciò che, guardando i
dati allegati allo studio Moniter, e ciò che in maggior percentuale
esce dal camino dell'inceneritore. Quindi parliamo delle
nanopolveri, ad esempio. Oggi sappiamo che nulla si crea, nulla si
trasforma - questo lo sappiamo da un po' perché ce l'ha insegnato
Lavoisier -, sappiamo che la materia non scompare, si trasforma;
sappiamo che nel caso di un inceneritore, a una determinata
temperatura - era l'assunto degli anni '80, in cui si riuscivano a
spaccare le molecole della diossina, ad esempio - determinati
composti spariscono ma diventano qualcos'altro, e c'è chi sostiene
che questo qualcos'altro sia delle due ancora più dannoso, ma non
abbiamo ahimè una letteratura scientifica matura.
In questi casi penso che debba prevalere il principio di
precauzione, ma in ogni caso se noi non abbiamo una solida
letteratura scientifica sul 60% - dico il 60, adesso non mi ricordo
la percentuale - di quello che esce dagli inceneritori, non vedo
come si possa sostenere che non creano alcun problema. Perché il
messaggio che arriva è questo: state tranquilli, perché le macchine
ci fanno immensamente più male, perché l'inquinamento industriale ci
fa immensamente più male. Io penso che la questione sia semplice: se
semini veleni raccogli malattie. Devo dire che l'assessore ha detto
che loro si atterranno alle raccomandazioni del Comitato
scientifico; chiederei una breve interruzione al mio intervento
visto che non ho con me e penso che non siano riportate nel foglio
che ci è stato dato, per chiedere se poteva rileggere la
raccomandazione in merito alla concertazione e al coinvolgimento
delle popolazioni locali, perché vorrei cogliere esattamente i
termini usati, mi serviva proprio per concludere il mio intervento.
Perché se vien detto che le raccomandazioni verranno prese come
prescrizioni e se evidentemente il Comitato scientifico di Moniter
dice che non bisogna aumentare la domanda di prodotti di rifiuti per
l'incenerimento, vuol dire che l'incenerimento bene non fa, sennò il
Comitato scientifico non si capisce perché debba raccomandare che
non si continui a incenerire. E in secondo luogo mi chiedo se la
prescrizione - quella che è diventata, a parole dell'assessore, una
prescrizione - di coinvolgere le popolazioni, la cittadinanza locale
nell'iter che porta avanti questo tipo di impianti, sia
effettivamente una prescrizione, perché a Parma mi risulta che
addirittura venga negato un referendum.
Entra il consigliere Bazzoni.
Quindi penso che si debba anche poi passare dalle parole ai fatti,
non si debba fare il contrario di quello che si dice. In ogni caso
io non sono un tecnico, non posso mettermi a relazionarmi con dei
tecnici; proprio per questo ho firmato la risoluzione della Lega
Nord che chiedeva di avere in commissione altri tecnici. Visto che
non mi sembra giusto chiudersi in quest'aula, in questo palazzo e,
come dire, raccontarci la storia tra di noi, ma coinvolgere anche le
voci critiche che hanno evidentemente titoli scientifici e medici
per parlare, perché su questi temi non si scherza, e poi capire qual
è la reazione dei commissari e consiglieri in Regione e come possono
essere modificate le scelte del decisore politico.
Quindi, c'è una risoluzione scritta in Consiglio, che penso sia
qualcosa di importante, ma chiedo formalmente che si proceda, visto
che siamo in argomento, il prima possibile all'invito in commissione
dell'associazione Medici per l'ambiente.
Ultima cosa: non capisco perché in tutto questo processo
scientifico, in cui stiamo investendo anche molti soldi, non sia
stato coinvolto un ente d'eccellenza - questo sì d'eccellenza a
livello mondiale - visto che è un ente che dà molto fastidio per gli
studi che fa e non riceve più finanziamenti e non so quanto potrà
durare ancora, un ente molto collegato alla Regione Emilia-Romagna.
Non capisco perché l'Istituto Ramazzini non sia stato coinvolto.
Ripeto, un istituto che dà veramente garanzia, anche davanti agli
occhi dell'associazionismo indipendente, di terzietà, di
indipendenza e di capacità. Questa è una mia curiosità, visto che
quanto hanno fatto sul tema dell'elettromagnetismo, ma non solo,
abbiamo visto cosa hanno fatto sull'aspartame, una ricerca di valore
mondiale, che li ha isolati dai finanziamenti della grande
industria. Mi sarebbe piaciuto capire perché questo istituto non è
stato coinvolto; spero non sia per i recenti studi che hanno fatto
in merito ai pesticidi, che condannano anche alcune sostanze
largamente usate in questa regione. Spero e sono sicuro che non sia
per questo, però mi stupisce molto che non siano stati coinvolti.
Presidente DONINI: Prima di dare le risposte, perché il collega,
oltre a fare delle sue considerazioni di carattere politico, ha
posto delle domande, anche puntuali, chiedo se c'è qualche altro
commissario che vuole intervenire.
Esce il consigliere Casadei.
Consigliere CORRADI: Approfittavo della presenza in commissione dei
tecnici per chiedere alcuni lumi rispetto ai contenuti, non essendo
io un tecnico della materia, dato che fra i documenti riportati
anche nell'elenco che ci è stato presentato figura lo studio
dell'impatto sulla mutagenesi fatto a Parma, tema che, anche più in
generale, da quel poco che ho potuto leggere, mi pare abbia
rilevanze significative anche dalle indagini fatte nell'ambito delle
attività di Moniter.
Va dato atto - e non ho remore a farlo - della corretta scelta di
attivare questo corposo meccanismo di valutazione e anche gli
annunciati sviluppi successivi e approfondimenti ulteriori che
seguiranno. Bene che sia stata la nostra Regione la prima ad
attivarsi in questa direzione, probabilmente anche perché - ahimè
non da sola, ma comunque in modo molto significativo - risulta
essere in uno dei bacini più inquinati al mondo, quindi qualche
motivo c'era per muoversi in questa direzione.
Detto questo, mi rivolgo alla presidente della commissione perché
depositiamo una richiesta di audizione anche su questo tema da parte
di alcuni soggetti che sono intervenuti, non contestando i dati ma
semmai alcune interpretazioni e letture dei dati che emergono da
questo rapporto. Quindi credo possa essere utile per i componenti
delle commissioni avere anche l'opportunità di sentire una voce
diversa di interpretazione dei dati contenuti nel rapporto. Questa
richiesta firmata da me e dal collega Manfredini, va nella direzione
dell'altra risoluzione presentata in Aula, questa è più una
richiesta ai sensi dell'art. 44 del Regolamento alla nostra
commissione.
Anch'io prendo spunto dalle indicazioni di cui dava lettura
precedentemente l'assessore in ordine all'invito che il Comitato
tecnico fa di dare particolare attenzione e rilievo alle
segnalazioni, anche alle istanze di preoccupazione che provengono
dai territori. Io credo che qui si giochi anche una buona parte
della sfida anche democratica su questo tema, di questa Regione e
delle istituzioni. È chiaro che tende a prevalere, ma solamente in
un contesto di cattiva informazione, l'idea che la discarica va bene
basta che non sia nel mio giardino di casa, però sono anche convinto
che i nostri cittadini abbiano grande capacità di discernimento e di
valutazione. Quindi credo che, a fronte di un corretto e trasparente
meccanismo di informazione sulle scelte, sia legittimo e anche
doveroso concedere poi alle rappresentanze locali e cittadine del
territorio la possibilità di esprimersi liberamente rispetto
all'insediamento o meno di determinate tipologie industriali
finalizzate allo smaltimento dei rifiuti. In questo senso invito la
Regione a prevedere dei propri meccanismi interni che vadano a
subordinare la scelta dei siti e la tipologia di impianto anche a un
confronto non solo con le istituzioni locali, ma anche individuando
dei meccanismi di partecipazione democratica che coinvolgono
direttamente i cittadini, perché, ribadisco, sono convinto che un
cittadino ben informato non si faccia trascinare da istinti
piuttosto che da altri criteri di valutazione. Mi fermo qui e
attendo poi le risposte, soprattutto quelle relative alla parte
della mutagenesi, dal punto di vista tecnico.
Consigliere LEONI: L'assessore lo ha già accennato: anch'io come
cittadino prima che come consigliere e certamente non come tecnico
della materia, abbiamo tutti letto sui giornali di Modena la notizia
riportata della situazione anomala rispetto agli altri inceneritori.
Questa cosa ha destato nel territorio un allarme sociale non
indifferente, addirittura si è arrivati a dire, in Consiglio
comunale a Modena, che c'era stato un errore di campionatura
riguardo a questo risultato che prima ci diceva non essere
statisticamente rilevante. Io, come tutti i colleghi, vogliamo solo
avere - e penso che sia naturale - quella garanzia, niente di più e
niente di meno, che già ci avete dato, ma è come se voi doveste
ribadirla qui, perché la differenziazione di quell'inceneritore
rispetto agli altri della Regione per quella particolare patologia
(che tra l'altro fa anche una certa impressione dal punto di vista
umano), che si potrebbe pensare sia ingenerata in quella situazione.
Da questo punto di vista vorrei una risposta ancora più scaccia
dubbi , se eventualmente dubbi ci devono essere, perché penso che
questo sia il compito che noi abbiamo rispetto ai cittadini.
Entra la consigliera Meo.
Consigliere BARBIERI: Molto brevemente, solo per fare una
considerazione brevissima rispetto agli interventi che ho sentito.
Io sono convinto che il tema rifiuti sia sempre un tema scottante,
nel senso che c'è una difficoltà di approccio e anche una
prevenzione diffusa da parte dell'opinione pubblica e dei cittadini.
Spero che noi abbiamo la capacità di affrontarlo razionalmente; sono
rimasto stupito, consigliere Favia, dato che non ho sentito nelle
sue considerazioni nessun accenno alla condizione comunque positiva
di questa Regione, all'azione di questi anni e ai punti di
eccellenza rispetto al confronto con tutte le altre Regioni, che
comunque questa realtà ha attivato e la direzione di percorso che mi
sembra da considerarsi positiva. Per cui, con tutte le attenzioni e
tutte le migliorie dal punto di vista della ricerca tecnica e
tecnologica che possono aiutare per una sicurezza maggiore da parte
dei cittadini, ma se non partiamo da questo differenziale della
Regione facciamo fatica anche a capirci, cioè a capire quant'è la
strumentalità politica e quant'è, invece, l'esigenza di attenzione.
Lo dico al consigliere Corradi, che pur è partito da questo tipo di
attenzione: se noto le polemiche di questi giorni del suo partito
rispetto al Governo Monti, rispetto alla legittimità, dico che ho
ascoltato con attenzione il suo intervento e c'è una legge regionale
che attiva in modo molto più forte le azioni di partecipazione da
parte dei cittadini. Però, circa il suo dubbio finale, mi pare
scontato che la democrazia, come viene sostenuto in tante parti,
alla fine conti rispetto anche agli elementi decisionali. Quindi ci
sono persone elette sui territori e ci sono dei meccanismi
democratici che portano, poi, gli elementi di decisione dopo il
confronto serio con tutti i soggetti con cui ci si può confrontare,
con tutti i portatori d'interesse e con tutte le preoccupazioni che
ci possono essere; ma alla fine spettano all'amministrazione, e non
ai comitati, gli elementi di decisione, pur con tutte le attenzioni
che dicevo. Prendevo solo l'occasione anche per ringraziare del
lavoro fatto in questi anni e perché questo studio dimostra che c'è
una Regione che è nella giusta direzione.
Escono i consiglieri Bazzoni e Mazzotti.
Consigliere FAVIA: Meccanismi democratici evidentemente inceppati, a
sentire quella che è la disaffezione verso la rappresentanza, la
democrazia rappresentativa dei cittadini, che secondo me non
funzionano. Ma a parte questo, ho ascoltato con attenzione il suo
intervento, consigliere Barbieri, che si rifaceva anche al mio
intervento e premesso che avrei preferito risposte su ciò che ho
detto, le chiedo di segnalarmi quelle che sono le eccellenze nel
campo dei rifiuti. La legge sulla partecipazione, la legge Mazza, è
un'altra cosa ed è rimasta per il primo anno praticamente non
finanziata fino a poche settimane fa, tanto per dire l'attenzione
alla partecipazione.
Per quanto concerne, invece, il tema delle eccellenze, dico con
vergogna che in Veneto ci sono realtà che sul tema dei rifiuti sanno
fare molto meglio di noi e a me dispiace, perché il Veneto non
dovrebbe essere una Regione più avanti su questi temi e sulla
sensibilità ambientale, visti anche i collocamenti politici. Non ho
problemi a dire che, ovviamente, da parte della coalizione legata al
Partito Democratico c'è molta più attenzione, almeno a livello
culturale, su questi temi e mi dispiace vedere una regione come il
Veneto che in tante cose, sul tema dei rifiuti, ci sorpassa. Dalla
famosa eccellenza della nostra Regione, ormai pian piano ne stiamo
uscendo; non si possono considerare un'eccellenza i cassonetti e
l'avere un inceneritore per ogni provincia - perché adesso siamo a
questo anche a Parma.
Detto questo, aggiungo anche altre due considerazioni che mi sono
sfuggite a proposito della diossina. Chiedo l'attenzione anche
dell'assessore all'ambiente, perché se si cerca la diossina dove non
c'è non la troveremo mai. È questo il fatto, dobbiamo cercare la
diossina nelle tracce biologiche. Potranno dirci: ma nelle tracce
biologiche, pensiamo nei polli, c'è comunque la diossina che nasce
da un altro tipo d'inquinamento. Bene, compariamo diverse tracce
biologiche nella regione, non è difficile. Ma, soprattutto, se non
cerchiamo la diossina, a livello di campionamento d'aria, quando
viene acceso e spento il forno, ovvero quando la fiamma si abbassa e
non vengono più filtrate le diossine, ma si continua comunque a
bruciare, allora è chiaro che non la vogliamo trovare la diossina. È
questo che io discuto e vorrei delle risposte tecniche, che mi fa
piacere ricevere e che verranno messe a confronto con risposte
tecniche quando faremo la prossima commissione.
Presidente DONINI: Bene, vediamo di acquisire un po' di queste
risposte. Assessora Freda, prego.
Assessore FREDA: Solamente una breve risposta per spiegare al
consigliere Favia il motivo per cui abbiamo ritenuto fondamentale e
imprescindibile inserire qualsiasi considerazione su Moniter
all'interno della rappresentazione del quadro di quella che è la
gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna. Premesso che il report sui
rifiuti viene fatto annualmente da ARPA e annualmente viene
presentato pubblicamente, più o meno alla fine dell'anno, quando
sono disponibili i dati (e quindi anche questo è un documento noto,
o perlomeno dovrebbe esserlo: non solo è stato presentato, ma ne
hanno parlato tutte le testate giornalistiche della regione e non
solo), ci tenevo a rilevare come Moniter sia un elemento, pensiamo
di eccellenza, della gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna, un
progetto che va a monitorare gli effetti sull'ambiente e sulla
salute della gestione dei rifiuti.
Rappresentare il quadro gestionale ci consente di poter dire che la
Regione Emilia-Romagna è perfettamente in linea con quello che
richiede la direttiva 98 del 2008 rispetto all'ordine di priorità
nella gestione dei rifiuti, quindi, riprendo i dati, abbiamo una
diminuzione del conferimento in discarica dell'ultimo anno del 6,6%
rispetto a un aumento dell'incenerimento che è circa del 2,4%.
Perciò noi abbiamo un dato molto significativo che ci dice che
progressivamente aumentiamo nel tempo la velocità con cui diminuisce
il conferimento in discarica, in linea con quello che ci chiede
l'Europa - poi possiamo fare un ragionamento sulle conseguenze di
una scorretta gestione dei rifiuti, anche relativamente agli impatti
che questa scorretta gestione avrebbe sulla salute - e
contemporaneamente dati significativi rispetto all'incremento della
raccolta differenziata, che appunto quest'anno per la prima volta
supera quella indifferenziata. Quindi sostanzialmente noi andiamo a
centrare quegli obiettivi prioritari e di riciclo, perché la
raccolta differenziata ci consente di conferire materiali, e ho dato
le percentuali, a impianti di recupero, che producono altri oggetti
dal materiale che viene recuperato, che sono 200 impianti sul nostro
territorio. Perciò penso che il presentare il quadro della gestione
dei rifiuti, anche con le prospettive, se vogliamo, ma basandoci su
dei dati concreti, sia un elemento fondamentale proprio per
conseguire quella corretta informazione di cui qualche consigliere
ha parlato. Perché Moniter è un elemento della gestione dei rifiuti,
è un elemento, come dire, di feedback che virtuosamente la Regione
Emilia-Romagna ha finanziato, ma che non può essere, se non in modo
strumentale, preso in modo isolato rispetto al quadro complessivo,
perché altrimenti noi mancheremmo proprio quell'obiettivo di
corretta informazione che penso invece sia nostro dovere e
soprattutto è dovuto ai cittadini.
Entra il consigliere Fiammenghi.
Assessore LUSENTI: Due considerazioni rispetto ad alcune
osservazioni del consigliere Favia. È nei fatti che non c'è nessuna
volontà di minimizzare; se avessimo voluto o volessimo minimizzare,
non avremmo di sicuro adottato questo comportamento e queste scelte
di approfondimento, ricerca, pubblicizzazione, trasparenza. Se
avessimo voluto tenere il dibattito in un ambito più superficiale e
generico, avremmo fatto come hanno fatto tutte le altre Regioni. Di
sicuro non c'è neanche la volontà di enfatizzare perché, esattamente
come dice il consigliere Favia, su questi temi non si scherza e
quindi vogliamo continuare a mantenere un comportamento serio e che
si basa su evidenze assolutamente affidabili.
Seconda considerazione, o affermazione, sul passaggio delle
conclusioni del Comitato scientifico di Moniter: si raccomanda:
attenzione verso le istanze delle popolazioni interessate, la
concertazione di decisioni in materia, e la trasparenza dei processi
decisionali rilevanti . Naturalmente questa attenzione non si
realizza solo in queste aule, ma si dispiega in tutti i territori e
i livelli di confronto, di evidenza pubblica dell'assunzione delle
decisioni e di attenzione rispetto alle istanze delle popolazioni
nei territori, mi sembra che rappresentino un elemento di confronto
che possiamo considerare elevato.
Siccome tutte le ulteriori questioni che sollevano il consigliere
Favia, il consigliere Corradi, il consigliere Leoni, sono questioni
assolutamente tecniche, che richiedono una risposta puntuale e
tecnica, io affido alla dottoressa Finarelli l'assegnazione anche
degli argomenti rispetto a: che cos'è il principio di precauzione
(che non è esattamente ciò che si immagina nella lettura del
vocabolario italiano, ma ha un significato scientificamente
puntuale); la definizione della linea progettuale; con chi abbiamo
collaborato, sulla base di quali scelte; la mutagenesi con
riferimento a Parma; le necessarie specificazioni e chiarimenti
rispetto ai linfomi non Hodgkin nella coorte di Modena.
Entrano i consiglieri Casadei e Mazzotti.
Dott. ssa FINARELLI (Resp. Serv. Sanità pubblica): Innanzi tutto
volevo precisare che nel progetto Moniter abbiamo dedicato una linea
progettuale alla valutazione degli effetti tossicologici dell'aria
prelevata in prossimità degli impianti di incenerimento. È una linea
progettuale estremamente innovativa e ci tengo a precisare che dal
punto di vista tecnico si tratta di una valutazione di ricerca ed
estremamente preventiva, perché si basa non su studi su animali o
sull'uomo, ma addirittura su studi tossicologici in vitro, di
valutazioni di effetti infiammatori che potrebbe avere il
particolato. Si è trattato di estrarre dagli inceneritori il
particolato, avere degli estratti e valutarli dal punto di vista
tossicologico. Abbiamo qui la dottoressa Colacci, che ha seguito
tutta la linea progettuale; a me interessa mettervi in evidenza che
questa linea ha cercato di affrontare e di valutare (con anche il
supporto della Università di Ferrara e di Bologna, oltre che del
Centro tematico regionale Cancerogenesi ambientale e valutazione del
rischio e del Laboratorio tematico Mutagenesi ambientale della
nostra ARPA) la risposta infiammatoria in vitro, quindi, insisto, in
una fase estremamente preventiva di valutazione di tossicità; uno
studio di impatto ambientale sulle sostanze genotossiche derivanti
dagli impianti di incenerimento; i modelli in vitro predittivi di
rischio cancerogeno, quindi, capite, ci siamo posti un problema di
capire se possiamo predire o no una cancerogenesi; un approccio di
tossicogenomica per l'individuazione di profili genici di
espressione in linee cellulari esposte a particolato; infine è stata
effettuata una valutazione complessiva del rischio cancerogeno
dedotto da questi tipi di studi.
Quello che voglio dire è che con questo tipo di lavoro, insisto,
siamo andati addirittura agli studi più anticipatori sulla
cancerogenesi, alle fasi iniziali di studio per cercare di capire
che cosa succede.
Tengo a precisare che l'istituto Ramazzini, che conosco e da tempo
ho avuto modo di avere a fianco per vari studi, si occupa
prevalentemente di studi su animali, quindi in una fase che viene
successiva ad una valutazione di cancerogenesi; qui ci siamo posti
addirittura un obiettivo precedente. Quindi se possiamo finire di
approfondire questa cosa, darei la parola alla dottoressa Colacci.
Esce il consigliere Garbi.
Dott. ssa COLACCI (Resp. CTR Cancerogenesi ambientale e valutazione
del rischio ARPA): Parto dalla domanda che è stata fatta sugli
estratti. Sono stati raccolti dai filtri posti in alcuni siti che
sono stati scelti ad hoc, come il sito di massima ricaduta
dell'inceneritore, un sito di controllo che è posto sopra vento
rispetto all'inceneritore e quindi è considerato il sito di minimo
impatto, cioè lì impattano tutti gli altri fattori di pressione
della zona con esclusione dell'inceneritore, poi il sito dei
Giardini Margherita e un sito rurale, che è quello di Calamosco. Dal
particolato abbiamo operato un'estrazione; abbiamo comparato diversi
tipi di solvente in modo che il solvente che abbiamo scelto per
l'estrazione fosse quello che riusciva a recuperare la maggior parte
degli inquinanti e quindi abbiamo scelto l'acetone. I dati non sono
nella relazione finale perché nel documento che è stato distribuito
nella giornata in cui abbiamo presentato i dati, il 2 dicembre, è
stato fatto un riassunto, ma sono presenti nel sito, quindi li può
proprio trovare, può vedere le differenze, il perché abbiamo operato
questa scelta.
Consigliere FAVIA: Per quanto riguarda l'estrazione diretta di cui
si parlava, come mai non avete pensato, ad esempio, di prelevare la
condensa interna del camino ad esempio dove dovrebbe accumularsi
tutto ciò che esce dall'inceneritore?
Dott. ssa COLACCI: Per gli studi di mutagenesi, solo per quelli,
sono stati fatti anche gli studi all'emissione. Quando si fanno
questo tipo di studi - questo a livello internazionale, proprio come
linee guida - si fanno gli studi in una sorta di batteria, quindi si
parte generalmente dagli studi di mutagenesi, perché ovviamente noi
non vogliamo composti mutageni, perché i composti mutageni sono
quelli che sicuramente inducono determinati tipi di patologia.
Quindi, gli studi di mutagenesi sono gli studi che vengono condotti
inizialmente per avere un quadro generale del profilo tossicologico
dei composti. Dunque per quanto riguarda la mutagenesi, è stata
fatta anche sulle emissioni, quindi anche sulla condensa. I dati
sono riportati sempre nel sito, li troverà, vedrà che sono stati
esaminati anche questi.
Abbiamo tentato di avere un quadro, come diceva giustamente la
dottoressa Finarelli, partendo dalle prime tappe, che sono quelle
della risposta infiammatoria, fino ad arrivare alla tappa di
cancerogenesi, passando per la mutagenesi e per i dati di induzione
di danno non genetico, quindi danni epigenetici, che sono danni di
tossicità. Abbiamo utilizzato tutti modelli in vitro, che però sono
convalidati a livello internazionale e per questo sono riportati
nelle linee guida OCSE, compreso il dato di cancerogenesi in vitro,
perché adesso, già da cinque, sei anni, l'Unione europea ha
specificato che bisogna utilizzare dati in vitro per la riduzione
dei test sugli animali, per l'applicazione del principio delle tre R
(reducing, refining e replacing). Il test di trasformazione
cellulare in vitro a cui faceva riferimento la dottoressa Finarelli,
quello di cancerogenesi in vitro, è un test che è già riportato nel
regolamento europeo 440 del 2008, identificato come B21, come
l'unico test che dà predittività di cancerogenesi in vitro senza
l'utilizzo della sperimentazione sugli animali, che vogliamo tentare
di ridurre, ovviamente per una questione principalmente etica.
Dott. ssa FINARELLI: Mi sembra che sia stata sollevata dalle
considerazioni della dottoressa Colacci anche una tematica
riguardante cosa abbiamo misurato nei camini e cosa è stato
prelevato. Chiedo al dottor Vanes Poluzzi, che ha coordinato tutta
le linee ambientali, di approfondire.
Esce il consigliere Mumolo.
Dott. POLUZZI (Resp. CTR Aree urbane ARPA): Nell'ambito di Moniter
sono state fatte le valutazioni, sia sulla parte emissioni dirette
al camino, sia sulla parte di qualità dell'aria, di tutta una fase
organica dell'aerosol emesso in termini di PM2,5, PM10 e polveri
totali e quindi della massa d'attenzione, della concentrazione in
massa di materiale organico suddiviso in idrocarburi policiclici
aromatici, policlorobifenili, policlorodibenzodiossine e
policlorodibenzofurani. Mi soffermo su questo, poi vado sugli altri
analiti che sono stati considerati, perché mi sembrava che il
consigliere Favia avesse posto un accento su questi temi: su questi,
le misure sono state fatte sia sul materiale particolato solido, sia
sulla condensa, sia sull'incondensabile. C'è tutta una fase
importante, che è considerata incondensabile e di cui conosciamo
l'aspetto; da questo punto di vista ci siamo soffermati nell'andare
a cercare di capire come questi tre analiti in particolare si
ripartissero nelle tre diverse frazioni, è una cosa che
effettivamente ha una sua grande importanza, credo, ma non mi
permetto di dirlo perché non me ne occupo, nell'aspetto sanitario,
ma dal punto di vista ambientale ha una grande importanza proprio
per quello che, ho sentito il suo intervento, affermava all'inizio,
di tutta quella chimica in fase omogenea e eterogenea che succede a
valle delle emissioni atmosferiche. Cioè, una volta emessi in
atmosfera, tutto questo pool di composti reagiscono, attraverso la
radiazione solare e attraverso le condizioni fisiche dell'atmosfera
e con gli altri composti che si trovano in atmosfera, per generare
successivi composti. Da quel punto di vista ce lo siamo posti il
problema e nei risultati lei lo vedrà, ma se vuole lo accenno
genericamente: ad esempio le diossine nella fase condensabile, tanto
per citare quello che chiedeva lei, sono attorno all'8%, come totale
di quelle misurate; sia sui clorobifenili, sia sugli IPA ci sono
tutte e tre le fasi. Oltre a queste misure sono stati fatti gli
approfondimenti relativi ai metalli e non solo ai metalli totali,
quindi alle singole specie dei metalli pesanti, ma anche sui metalli
idrosolubili. Anche in questo caso ci siamo chiesti: una volta che
vengono emessi in atmosfera questi metalli, un conto è se sono sulla
fase aerosol e quindi già depositati sulla fase solida e un conto è
se è roba che comunque è capace di solubilizzarsi in acqua. Allora
se è capace di solubilizzarsi in acqua è del tutto evidente che
quello che accade in atmosfera, soprattutto quando ci sono
condizioni di contenuto di acqua, fase vapore o fase liquida, e
quindi in presenza di nebbia o di pioggia o di neve, la cosa cambia
enormemente. Anche su questo dato c'è un numero di informazioni
spaventose, direi un oceano di dati disponibili e su cui stiamo
valutando il tutto, ciò che non è affatto banale.
Oltre a questo sono state fatte le misure di massa, è importante
sottolineare questo aspetto: la differenza tra la massa e la
concentrazione numerica, credo si riferisse a questo all'inizio del
suo intervento. Riguardo alla misura della massa, pur rispettando
ampiamente i valori limite autorizzati, abbiamo però dimostrato
essere quasi tutta, o comunque più dell'80%, la massa di PM2.5, cioè
quasi tutto il particolato emesso, sebbene all'interno dei valori
limite, sia di dimensioni inferiori a 2.5 micrometro. La grande
differenza che va sensibilizzata è questa: qui stiamo parlando di
massa; l'altro accento che va posto - e di cui discutevo anche in
diverse serate che abbiamo fatto anche in altre occasioni pubbliche
- è il fatto che ci siano anche concentrazioni numeriche di
particelle che devono essere valutate. Da quel punto di vista, le
prime misure che abbiamo fatto in Moniter, sia alle emissioni che in
atmosfera, ci dicono una prima informazione, che dal punto di vista
della letteratura internazionale è molto importante (e se ne sa
veramente ancora poco, soprattutto per quel che accade in atmosfera
dopo) ed è la concentrazione molto variabile del numero di
particelle di dimensioni inferiori al micrometro di diametro
aerodinamico. Da questo punto di vista abbiamo trovato delle
variabilità estremamente potenti, elevate, che è difficile dire a
cosa siano riconducibili esattamente. Abbiamo fatto delle misure
anche assieme al Politecnico di Milano, che ha esperienza anche in
questo senso, e abbiamo trovato che alcuni fenomeni potrebbero
essere legati ai processi di nucleazione dovuti principalmente alla
presenza di vapore acqueo a valori importanti, per via del fatto che
all'impianto del Frullo c'è presente un impianto d'abbattimento dove
l'acqua è presente in modo massiccio e in quel caso ci potrebbe
essere la produzione di particelle nuove, cioè generazioni di
particelle successive per via del fatto che c'è la trasformazione
dalla fase gas di vapore alla fase solida di particella. Questo è
quello che stiamo cercando di dimostrare in atmosfera di questi
composti; tra le altre cose abbiamo fatto anioni e cationi e quindi
siamo andati a vedere i sali principali, suddivisi in tutta la loro
componente ionica in generale. Anche dal punto di vista di quello
che accade in atmosfera ci siamo chiesti se tra i punti di
monitoraggio, ed erano nove attorno al Frullo, ci fossero
differenze.
Piccola digressione: abbiamo dispiegato tanto, tanto, tanto tempo, e
di questo sono veramente orgoglioso, nella metodica di definizione
degli aspetti spaziali e temporali di dove andare a fare il
monitoraggio, perché sbagliare il monitoraggio significava
veramente, come dire, dare informazioni sbagliate. Li abbiamo
identificati attraverso modelli matematici, abbiamo messo in campo
due modelli matematici: uno ADMS Urban, che è un quasi gaussiano
modificato, e un lagrangiano, il Lapmod.
Entra il consigliere Mumolo, esce il consigliere Fiammenghi.
Con questi due modelli abbiamo calcolato i punti nello spazio e nel
tempo, ci siamo chiesti dov'è che dovremmo andare a fare il
monitoraggio per vedere se c'è veramente un impatto e quando andare
a farlo questo monitoraggio. E, soprattutto, visto che non eravamo
nel deserto del Gobi o nel deserto del Sahara, ma, insistiamo, in
una pianura iper emissiva, come facciamo ad andare a depurare il
dato da tutte le altre fonti, quindi abbiamo cercato di modellare
l'insieme di tutte le fonti. La cosa ovviamente non è stata banale;
ha visto un tempo rilevante, per questo dico che abbiamo dispiegato
tanto tempo nella metodica per definire tutte queste cose.
Tuttavia alla fine di questo processo, dopo quindi l'utilizzo della
modellistica e dopo il monitoraggio in atmosfera di quei parametri
che ritenevamo interessanti, ahimè, l'impotenza, l'inadeguatezza -
non so come definirla - dei sistemi chimico-fisici per distinguere
dei segnali diversi è stata tale per cui noi non siamo stati in
grado di vedere dei marker potenziali, tali da poter dire: quello di
sicuro mi proviene dall'inceneritore, quel valore è certamente
derivante dall'inceneritore. Non siamo stati in grado di far questo,
ossia gli strumenti non ci hanno dato quel tipo di informazione che
cercavamo, pur avendo massimizzato i delta soprattutto tra punti di
massima ricaduta e punti di controllo. Da quel punto di vista,
quindi, come dire, o la situazione è talmente bassa di entità, di
impatto, tale da sfuggire anche ai più dettagliati sistemi di
misura, oppure siamo ben inferiori ai limiti di rilevabilità.
Intendo in atmosfera, è chiaro, alle emissioni li abbiamo visti e li
abbiamo letti benissimo, i risultati ci sono, non c'è dubbio. Questo
per fare il quadro completo delle misure, non so se sono stato
esaustivo.
Esce il consigliere Favia.
Dott. ssa FINARELLI: Vorrei un po' approfondire, e lo farei con la
dottoressa Candela, che è la responsabile della linea sugli effetti
sulla salute, la richiesta di chiarimenti rispetto a cosa significa
l'eccesso dei linfomi non Hodgkin a Modena. Perché il tema non è
Modena in sé, ma è lo studio sugli effetti a lungo termine che ha
considerato tre coorti diverse con livelli di residenza, di tempo di
residenza, diversificati; parlavamo di effetti a lungo termine e
quindi abbiamo cercato di valutare quali sono gli effetti sui
possibili tumori per quanto riguarda la residenza più o meno lunga.
La dottoressa Candela lo esprimerà meglio di me.
Entra il consigliere Favia.
Assessore FREDA: Volevo richiamarla, consigliere Favia, perché le
stavano rispondendo.
Consigliere FAVIA: È che tra dieci minuti abbiamo un incontro dei
presidenti di Commissione con l'Ufficio di presidenza
dell'Assemblea
Presidente DONINI: Aspetteranno, visto che siamo qui in diversi
presidenti di Commissione. Prego, dottoressa Candela.
Dott. ssa CANDELA (Dip. Sanità pubblica - Az. USL Reggio Emilia): Ho
curato il coordinamento della linea epidemiologica. Come ha già
detto la dottoressa Finarelli, per lo studio degli effetti a lungo
termine noi abbiamo scelto un approccio di coorte come quello a
nostro parere più adeguato. Che cosa significa? Significa che
abbiamo individuato in un determinato momento, il più lontano
possibile nel tempo, i soggetti sicuramente residenti nelle aree di
interesse, che sono quelle di 4 km di raggio intorno a ogni
inceneritore. Evidentemente per fare questo abbiamo dovuto acquisire
i dati dalle anagrafi comunali e la maggioranza delle anagrafi
comunali dei Comuni interessati dallo studio sono riuscite a
fornirci, con buona qualità, i dati riferiti al '95.
Antecedentemente al '95, con poche eccezioni, non è stato possibile
ricostruire con certezza la popolazione residente, quindi noi
abbiamo stabilito come punto di partenza il 1° gennaio del '95 e
abbiamo individuato una grande coorte composta da 220.000 soggetti
circa, che con sicurezza abitavano nelle zone oggetto di studio a
quella data. A questa popolazione è stato attribuito il livello di
esposizione, ricostruito attraverso l'applicazione dei modelli
matematici ADMS Urban sui livelli storici presenti presso le diverse
sedi ARPA, e quindi è stato possibile categorizzare questi soggetti
in cinque categorie che corrispondono ai livelli di esposizione al
'95. Questa è la prima grossa coorte, che è stata seguita per quanto
riguarda gli effetti sulla salute, mortalità e incidenza tumori, dal
1 gennaio '95 fino al 31 dicembre 2006. Della grande maggioranza di
questi soggetti non sapevamo un granché su quanto riguardava la
storia residenziale precedente e perciò abbiamo proceduto a una
ulteriore selezione di soggetti: quelli per i quali era possibile
avere informazioni certe di residenza dal 1 gennaio '91 al '99,
cioè quei soggetti che sicuramente avevano risieduto nelle aree in
studio per lo meno per quel periodo e per questi soggetti abbiamo
fatto un follow up di mortalità e incidenza tumori più ristretto dal
1 gennaio 2000 al 2006.
Infine abbiamo cercato una popolazione che fosse residente nelle
aree in studio praticamente dalla data di insediamento
dell'inceneritore fino al '95 e questo è stato possibile trovarlo
soltanto a Modena, ma non perché Modena abbia delle caratteristiche
peculiari, è perché l'anagrafe comunale è molto ben attrezzata e ci
ha fornito dati sicuri relativi ai residenti dall''82 al '95. Questi
soggetti sono ovviamente molto meno, sono 24.000, e sono stati
seguiti come follow up, anche questi, dal '95 al 2006. Devo dire che
i livelli di esposizione di Modena al '95 non si differenziano in
alcun modo dai livelli di esposizione nelle aree intorno agli altri
inceneritori. Cioè non è che a Modena nel '95 ci fossero dei livelli
di esposizione più alti; la peculiarità di Modena è che avendo una
informatizzazione molto buona dell'anagrafe comunale, è riuscita a
fornirci dati certi di residenza di un numero rilevante di soggetti.
Questi soggetti hanno risieduto con certezza dall''82 al '95 nella
zona intorno a Modena.
Entra il consigliere Fiammenghi.
Quindi la prima coorte, quella dei 220.000 soggetti, è una coorte
esplorativa, perché i numeri sono molto grandi, però è una coorte di
cui sappiamo assai poco per quanto riguarda la storia residenziale
pregressa e quindi ci può dire alcune cose, alcune cose macro. La
coorte per la quale sappiamo con certezza che dal '91 al '99 è
risieduta lì, ci può dire qualche cosa in più, è certamente la
coorte più significativa, quella più informativa, è la coorte di
Modena; ripeto, non per le peculiarità di Modena, ma perché per
quella è possibile sapere con certezza la residenza. Su questa
coorte, quella dei 24.000 soggetti, sono stati analizzati tutti i
tumori che sono stati analizzati per le altre coorti e un
particolare interesse è stato sviluppato per due tipologie di tumori
per i quali la letteratura riporta una evidenza - limitata, non
certa - di possibile associazione con l'esposizione a inceneritori.
Queste due tipologie di tumori sono i sarcomi di tessuti molli e i
linfomi non Hodgkin.
Consigliera NOÉ: Ce li può declinare semplicemente? Quali sarebbero?
Dott. ssa CANDELA: I linfomi non Hodgkin sono dei tumori linfatici
che possono ovviamente insediarsi in qualsiasi parte del corpo dove
ci sono linfonodi; i sarcomi dei tessuti molli sono una morfologia
particolare dei tumori, tipica dei tessuti molli anche questa, che
può originarsi in diverse parti del corpo dove ci sono tessuti
molli.
Sui sarcomi dei tessuti molli abbiamo fatto uno studio estremamente
accurato, con un'ottima collaborazione dell'Istituto superiore di
Sanità, proprio da parte delle persone che affrontano questa
tematica - sono tumori estremamente complessi dal punto di vista
morfologico - e non abbiamo rilevato nulla, in nessuna delle coorti,
nessuna relazione con l'esposizione a inceneritori in nessuna delle
coorti indagate.
Per quanto riguarda i linfomi non Hodgkin, invece, che sono un po'
più facili da individuare e da categorizzare, non abbiamo trovato
nessuna associazione con l'esposizione né per la coorte generale,
quella dei 220.000 soggetti, né per la coorte che noi abbiamo
identificato come la coorte del '91 di 102.000 soggetti sicuramente
presenti dal '91 al '99; mentre sulla coorte di Modena, mettendo
insieme i linfomi nei maschi e nelle femmine, abbiamo osservato un
incremento di frequenza in relazione ai livelli di esposizione, che
non è statisticamente significativa, ma che abbiamo ritenuto di
dover segnalare proprio perché esistono in letteratura a questo
riguardo già delle segnalazioni precedenti. Quindi questo è il
quadro relativo ai linfomi non Hodgkin a Modena, impropriamente
definiti quelli di Modena ; sono una patologia che abbiamo rilevato
in maniera estremamente leggera in una coorte di soggetti che
sicuramente hanno avuto un'esposizione più lunga rispetto ad altri.
Escono i consiglieri Naldi e Noé.
Presidente DONINI: Grazie dottoressa Candela, chiedo se i tecnici
hanno ulteriori comunicazioni da svolgere rispetto alle domande che
sono state poste.
Dott. BORTONE (Direttore gen. Ambiente e difesa del suolo e della
costa): Una questione di dettaglio tecnico, rispetto alle
preoccupazioni del consigliere Favia sul transitorio dei forni,
accensione e spegnimento. Intanto va detto che la maggior parte dei
nostri inceneritori sono di ultima generazione, quindi sono macchine
sofisticate; è comunque prassi già da diversi anni affiancare al
forno anche un bruciatore ausiliario che serve a mantenere invariata
la temperatura anche nelle operazioni di spegnimento e accendimento.
Direi che è ormai prassi consolidata, sono impianti controllati
online e la presenza di un bruciatore ausiliario garantisce il
mantenimento di quella temperatura, quindi garantisce quegli
standard emissivi anche nelle fasi di transitorio del forno.
Consigliere CORRADI: Sarò telegrafico, perché purtroppo devo
raggiungere il presidente per l'incontro che abbiamo, dovevo vederlo
prima
Presidente DONINI: L'ho fatto avvertire che essendo presenti qui
cinque presidenti di commissione su sette ed essendoci anche dei
componenti dell'Ufficio di presidenza come lei, arriveremo in
ritardo.
Consigliere CORRADI: Per questo motivo leggerò poi a verbale della
richiesta di chiarimento che avevo fatto e non ho colto risposta - a
meno che mi sia sfuggito - circa lo studio di mutagenesi
relativamente all'inceneritore in provincia di Parma, come è
indicato nell'elenco degli allegati che ci ha dato la presidente. Se
vuole glielo cito testualmente: monitoraggio della mutagenecità dei
campioni di suolo nell'aria circostante l'area del
termovalorizzatore di Parma. Se può darmi qualche chiarimento
tecnico su questo, se ci sono spiegherete le ragioni e poi sarà
eventualmente oggetto di un approfondimento, di un'ulteriore
richiesta d'atti all'assessorato competente.
Prima di, purtroppo, dover abbandonare questa seduta per un altro
impegno a cui faceva rifermento la presidente, una piccola battuta
che resti a verbale nei confronti del consigliere Favia, che vedo un
po' preoccupato rispetto a quello che succede in Veneto. Gli ricordo
in termini di battuta che la settimana scorsa, martedì, la Giunta ha
premiato Fidenza tra i Comuni più ricicloni di questa regione, il
premio è stato ritirato dall'assessore all'ambiente - ahimè, per te
- leghista del Comune di Fidenza. Vi lascio per gli impegni che
tutti conosciamo. Leggerò poi dopo a verbale le risposte. Grazie.
Presidente DONINI: C'é una precisazione in merito all'elenco di
materiali?
Dott. ssa COLACCI: Vorrei precisare che tutto lo studio di
mutagenesi, così come di tutti gli endpoint che ho citato prima,
cancerogenesi in vitro e così via, è stato fatto sull'inceneritore
di Bologna, quindi forse c'è un fraintendimento. Quello citato non è
uno studio Moniter, è uno studio aggiuntivo; sono moltissimi i dati
di mutagenesi, fra l'altro essendo il laboratorio di mutagenesi
della nostra Agenzia nella sede di Parma, è ovvio che naturalmente
proprio in quella sede lì ci sia un'attenzione particolare. Però non
rientra negli studi di Moniter, quindi per gli eventuali
approfondimenti bisognerà sentire chi ha prodotto i dati e quindi il
laboratorio di Parma.
Esce il consigliere Corradi.
Presidente DONINI: Per chiarire: questo è l'elenco di tutti i
documenti presenti sul sito Moniter, che non sono per forza
documenti elaborati in seguito allo studio e alla ricerca Moniter,
ma sono anche la bibliografia utilizzata dai ricercatori di Moniter.
Dott. ssa FINARELLI: Volevo precisare che nell'indice questo
documento è citato come documento relativo a esperienze locali. Se
permettete un'ultimissima cosa perché era stato chiamato in causa il
principio di precauzione. Il principio di precauzione che
l'Organizzazione mondiale della Sanità richiama non significa dire
no sempre e comunque, ma significa fare una valutazione attenta dei
vantaggi e degli svantaggi, dei problemi di salute accertati o anche
possibili, anche sospetti, che possono esserci per valutare, anche
con il concorso e la condivisione della popolazione, quali possono
essere le soluzioni più opportune.
Esce il consigliere Grillini.
Presidente DONINI: Io direi di sciogliere la nostra seduta; adesso
avremo un incontro coi presidenti delle commissioni durante il
quale, secondo me, è il caso di fare il punto su come si gestiscono
in maniera omogenea tutte le richieste che stanno arrivando e che
riguardano l'attività di commissione per lo svolgimento di
audizioni. In seguito a questo chiarimento, perché così mettiamo a
punto un sistema che è un sistema trasparente e certo, darò poi alla
commissione IV, visto che l'ultima richiesta è stata presentata qua,
i chiarimenti opportuni e deciderò insieme alla commissione il da
farsi alla prossima seduta. Per la IV commissione stiamo vedendo e
verificando la possibilità di convocarci - perché sono arrivate
molte richieste - la prossima settimana, non sappiamo ancora quando
ci sarà Aula; inoltre è prevista la visita del Presidente Napolitano
a Bologna la prossima settimana. Per cui farò le verifiche in merito
alla presenza o meno lunedì o martedì dei commissari perché così
eventualmente formalizziamo la convocazione.
La seduta termina alle ore 12,10.
Approvato dalla commissione IV nella seduta del 21 febbraio 2012.
Approvato dalla commissione III nella seduta del 9 febbraio 2012.
I Segretari I Presidenti
Nicoletta Tartari Monica Donini
Samuela Fiorini Damiano Zoffoli