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Legislatura IX - Commissione III - Verbale del 23/02/2012 antimeridiano

    Testo

                                Verbale n. 7
    Seduta del 23 febbraio 2012
    Il giorno giovedì 23 febbraio 2012 alle ore 10.00 si è riunita presso
    la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata in audizione con
    nota Prot. n. 6442 del 17/02/2012.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
    ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
    BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 presente
    nte Emilia e Romagna
    MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
    nte
    ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
    Tiziano
    BARTOLINI Luca Componente PDL- Popolo Della 1 assente
    Libertà
    BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
    Libertà
    BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 assente
    Libertà
    CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 presente
    DONINI Monica Componente Federazione Della 2 presente
    Sinistra
    FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
    Beppegrillo.it
    FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 assente
    FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 4 presente
    Libertà
    MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 3 presente
    MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
    MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 presente
    Libertà - Idee Verdi
    MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 assente
    NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 presente
    PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
    RIVA Matteo Componente Misto 1 assente
    Sono presenti i consiglieri: Palma COSTI in sostituzione di FERRARI.
    E' presente l'assessore Alfredo PERI (Assessore Programmazione
    territoriale, urbanistica, reti di infrastrutture materiali e
    immateriali, mobilità, logistica e trasporti).
    Hanno partecipato ai lavori della Commissione: P. Ferrecchi (Dir.
    Gen. Reti infrastrutturali, logistica e sistemi mobilità); M.
    Tubertini ( Resp. Serv. Ferrovie); C. Sgarzi (Serv. Ferrovie); C.
    Vergato (Agenzia di informazione e comunicazione); C. Cicognani e R.
    Ghedini (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale).
    Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
    Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
    Resocontista: Antonella Agostini
    Audizione sulla situazione dei servizi ferroviari, in riferimento
    all'emergenza neve, con:
    -
    Presidente del Consorzio Trasporti Integrati e Direttore della
    Direzione Passeggeri Regionale Emilia-Romagna di Trenitalia SpA
    Salvatore Di Ruzza;
    -
    Vicepresidente del Consorzio Trasporti Integrati Claudio Ferrari
    -
    Responsabile della Direzione Direttrice Asse Verticale di RFI SpA
    Tratta da Milano a Roma Nannina Ruiu
    Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10.20.
    Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Casadei, Costi,
    Bernardini, Donini, Mandini, Marani, Noè, Pariani e Zoffoli
    -
    Approvazione verbale n. 3 del 2012.
    La Commissione lo approva all'unanimità dei presenti.
    Entrano i consiglieri Bazzoni, Favia, Filippi e Mazzotti.
    Il presidente ZOFFOLI: abbiamo all'ordine del giorno un'audizione in
    merito alla situazione che si è determinata sulla rete ferroviaria
    regionale in riferimento all'emergenza neve. Abbiamo invitato il
    Presidente del Consorzio Trasporti Integrati Trenitalia SpA
    Salvatore Di Ruzza, il Vicepresidente di FER Claudio Ferrari e la
    Responsabile di RFI SpA per laTratta che ci interessa Nannina Ruiu.
    Questa audizione è figlia di una valanga vera e propria di richieste
    da parte di tutti i gruppi politici - richieste bipartisan - per
    capire meglio, non tanto e solo quello che è successo o che sta
    succedendo. Sappiamo che ancora persistono problemi sulla nostra
    rete ferroviaria e due giorni fa si è parlato di 52 treni soppressi.
    Ricordiamo che l'evento neve è partito il primo febbraio. Si tratta
    di ragionare soprattutto sulle cause, sul perché si è determinato
    questo collasso del sistema. Si tratta di capire chi, come e quanto
    paga rispetto ai danni e alle difficoltà che si sono determinate nei
    confronti degli utenti e dei viaggiatori. Soprattutto si tratta di
    capire che cosa fare per il futuro, come uscire da una situazione
    oggettivamente di fragilità del sistema. Ci sono, ovviamente, dei
    problemi strutturali che si sono evidenziati in tutta la loro
    gravità a fronte di un evento - sicuramente - straordinario, quale
    quello affrontato e vissuto. Ad oggi siamo oltre ai 2.500 treni
    soppressi, con punte di 230 treni al giorno nei giorni più
    difficili. Il presidente Errani è già intervenuto in Assemblea
    legislativa e ha annunciato che è in corso di preparazione un report
    completo sui disservizi nelle ferrovie, nei giorni dell'emergenza.
    In quell'occasione ha detto testualmente: faremo un report. Sono
    comprensibili i ritardi ma non è ammissibile che il 50% dei treni
    sia da riparare, sia in officina e non è accettabile che il sistema
    d'informazione sia stato così carente. Questa è la dichiarazione
    fatta dal Presidente. E' presente anche l'assessore Peri, che
    ringrazio, che è intervenuto ripetutamente, in queste giornate e
    anche in questo caso si è parlato di un'inadeguatezza dal punto di
    vista qualitativo e quantitativo del servizio reso. La seduta di
    oggi serve per capire meglio cosa è successo, ma soprattutto -
    vorrei insistere su questo - a ragionare sul da farsi, sul futuro,
    il piano neve, il tema del nuovo bando, quindi del nuovo contratto.
    Sappiamo che è in scadenza, siamo in proroga, quindi come
    strutturare meglio il nuovo bando. Il tema del monitoraggio e del
    controllo della Regione rispetto a come vengono resi i servizi. Per
    finire, non si può ignorare che in questa situazione ci sono stati
    casi limite che hanno interessato il treno Intercity partito da
    Bologna alle 14.40 diretto a Taranto e rimasto bloccato nei pressi
    dello scalo merci di Villa Selva, in mezzo alla neve, fino alle
    21.00: per sette ore. Poi voglio citare, nella giornata del 15
    febbraio quando le nevicate erano finite ed era programmata con
    l'Università di Bologna Alma Orienta , che è la fiera dedicata
    all'orientamento degli studenti programmata da tempo, Trenitalia ha
    cancellato - in quella giornata - la metà dei treni della mattina e
    ha ridotto le carrozze dei treni superstiti. Si è determinata una
    situazione da panico. Questi sono stati due episodi limite rispetto
    ad una situazione largamente insoddisfacente. A questo punto direi
    di sentire i vari responsabili e poi i consiglieri, per poter
    interloquire e chiarire. Andiamo in ordine rispetto alla
    convocazione.
    SALVATORE DI RUZZA (Presidente del Consorzio Trasporti Integrati e
    Direttore della Direzione Passeggeri Regionale Emilia-Romagna di
    Trenitalia SpA): buon giorno a tutti, ringrazio per l'invito di
    poter illustrare quello che avevamo programmato e abbiamo fatto e le
    problematiche che sono intervenute a seguito dell'emergenza neve.
    Per cercare di illustrare meglio tutte le azioni che abbiamo messo
    in campo e gestito ho preparato una presentazione informatica.
    Volevo evidenziare che sia come Trenitalia, ma anche come Gruppo FS
    abbiamo un Piano di emergenza neve che viene concordato nel periodo
    autunnale, con le strutture di RFI locali e nazionale e che è basato
    sulle esperienze passate e, quindi, le azioni sono conseguenti.
    Nell'ambito della nostra azienda abbiamo procedure che sono emanate
    dalla direzione generale e procedure particolari che vengono
    applicate in ambito direzione regionale Emilia-Romagna. Questa
    attività che è, quindi, propedeutica a eventi emergenziali, quali
    quello nevoso, ci porta a valutare i livelli di gravità che possono
    emergere nella circolazione treni e in funzione del livello di
    gravità che si verifica bisogna riprogrammare il servizio
    ferroviario. Poi l'ing. Ruiu e l'ing. Isi possono spiegare meglio,
    ma anche io posso farlo, in quanto conosco bene il processo
    industriale delle Ferrovie.
    I livelli di gravità che possono nascere su una linea ferroviaria
    per l'emergenza neve, sono diversi: c'è l'allerta, l'emergenza lieve
    e l'emergenza grave. In funzione di questo livello di pericolosità
    sulla circolazione, tutte le imprese ferroviarie che circolano nella
    regione Emilia-Romagna sono costrette a mettere in atto azioni
    preventive o a riprogrammare il servizio. Quando RFI, cioè il
    gestore dell'infrastruttura, il responsabile della circolazione
    treni, dichiara che una linea è in emergenza grave, le imprese
    ferroviarie sono costrette a ridurre il livello di servizio perché
    succede che la capacità di una specifica linea in un momento
    specifico non è più adeguata per quanto programmato in condizioni
    normali. E' un primo punto che bisogna aver chiaro. Ritornando
    indietro, come direzione regionale, abbiamo concordato e quindi
    messo in atto preventivamente il nostro piano neve, anche in
    funzione delle esperienze passate. Noi siamo - possiamo dirlo con
    orgoglio - l'unica direzione regionale che ha attrezzato, non
    durante, ma prima dell'emergenza neve, dei locomotori di vecchie
    tecnologia perché sono i migliori che vanno e che vanno quando ci
    sono queste esigenze, con degli striscianti idonei a togliere il
    ghiaccio sulla linea TE. Per una linea particolare che abbiamo noi,
    che sembra la più critica da un punto di vista del fenomeno
    meteorologico, la Bologna-Porretta, attrezziamo da un paio di anni
    tutti i nostri complessi - noi li chiamiamo Ale 642, spero che li
    conosciate - con un pantografo speciale in modo tale che quando RFI
    ci comunica pericolo di ghiaccio sulla linea TE, noi, ordinando al
    macchinista di alzare quel pantografo, possiamo tenere pulita la
    linea. Con queste due azioni preventive e non venute all'ultimo
    momento con l'emergenza neve, possiamo dire coi colleghi di RFI di
    aver tenuto tutte le linee pulite e quindi non abbiamo avuto
    problemi di captazione di corrente. Questa organizzazione di
    Trenitalia ha permesso ad altre imprese ferroviarie circolanti in
    regione Emilia-Romagna di poter fare i treni. Vorrei che questo
    fosse un elemento ben chiaro. Non è successo come altrove dove i
    treni sono rimasti bloccati perché non si captava corrente. Noi lo
    riteniamo un successo di aver studiato questa modalità di far fronte
    al problema del ghiaccio sulla linea TE. E' chiaro che poi, per
    tenere sgombri i binari, sono state fatte venire delle locomotive
    spazzaneve, perché una cosa è il livello di neve del piano del
    ferro , circa 20 cm, altra cosa è se il livello della neve comincia
    a superare il piano del ferro e a superare i 30-35 cm. E' chiaro che
    preventivamente noi organizziamo tutta la nostra struttura operativa
    con squadre di manutentori e di ditte appaltatrici che devono
    intervenire in casi di emergenza neve. Ci sono due problemi grossi:
    uno, lato esercizio, la pulizia delle porte dal ghiaccio e dalla
    neve che si forma e l'altro è di poter utilizzare gli impianti di
    manutenzione per fare riparazioni ecc. Possiamo dire che durante
    tutta l'emergenza neve nelle stazioni di Bologna centrale e Rimini -
    tra l'altro sono state quelle maggiormente interessate al fenomeno
    nevoso e dai dati ARPA noi sappiamo che nel periodo di caduta neve
    abbiamo avuto 94 cm a Bologna, 96 cm a Rimini e 163 cm a
    Forlì-Cesena - avevamo tre squadre dedicate con idropulitrici a
    vapore. Vorrei far notare che non l'abbiamo comprata all'ultimo
    momento, la usiamo tutti i giorni per sghiacciare le porte e tenerle
    pulite. La tipologia di neve che abbiamo dovuto affrontare era molto
    fine. I miei materiali viaggiano da Piacenza ad Ancona, viaggi di
    minimo quattro ore tra un percorso e l'altro. Poiché tutto il
    tragitto è stato soggetto a precipitazioni nevose queste erano le
    condizioni in cui ci siamo trovati. Quest'anno, forti
    dell'esperienza di tre anni fa, quando il fenomeno nevoso fu
    concentrato solo nella zona del parmense, abbiamo utilizzato un
    liquido scongelante che è lo stesso utilizzato dall'Alitalia per
    scongelare le ali degli aerei. I risultati sono stati effettivamente
    molto positivi perché hanno dato la possibilità di rimettere a posto
    le porte e restituire durante il periodo dell'emergenza il materiale
    per effettuare il servizio.
    Questa è stata l'organizzazione preventivamente studiata e messa in
    campo durante il periodo dell'emergenza. Non neghiamo che durante
    questo periodo ci siano stati guasti al materiale rotabile, per due
    problemi importanti. Uno per la tipologia polverosa della neve che
    si è infilata in tutte le apparecchiature elettriche che noi abbiamo
    nel sottocassa e uno per i guasti alle porte. Per poter rimettere in
    servizio una carrozza occorre che le porte funzionino regolarmente e
    ci sia il consenso della chiusura porta altrimenti il treno non può
    partire.
    Il Minuetto che vedete nella figura si è fermato in linea perché non
    c'era più la possibilità di andare avanti perché contro un muro di
    neve tale qualsiasi sforzo di trazione sarebbe inutile.
    Nessuno nega i disservizi ma volevo che venissero inquadrate le
    condizioni in cui si è operato con i colleghi di RFI. Il gruppo FS
    ha tenuto aperte tutte le linee tranne la Bologna-Porretta sabato 11
    febbraio, perché un mezzo è andato a sbattere contro 50 cm di neve
    sul piano del ferro ed era impossibile continuare. Si è dovuto gioco
    forza mandare la turbina - ricordo che la linea Bologna-Porretta è a
    semplice binario e quindi non ci sono doppi binari da utilizzare per
    fare servizio o su un binario o sull'altro - per togliere la neve e
    nel frangente è stato fatto un servizio sostitutivo con gli autobus
    anche se può sembrare strano, ma erano l'unico modo per assicurare
    una mobilità su quella vallata. Comunque anche lì, la sera, è stato
    ripristinato il servizio, a spola proprio anche per le condizioni
    difficili, fino a domenica sera.
    Durante tutto il periodo il centro operativo ha cercato di
    coordinare l'emergenza neve e di prendere decisioni operative e
    quindi anche decisioni di bus per servizio autosostitutivo
    dell'ultimo momento.
    Cosa è successo dopo l'emergenza neve sui nostri rotabili? L'elevata
    quantità di neve che si è venuta a depositare sulla linea
    ferroviaria ha fatto sì che nel sottocassa dei nostri rotabili si
    accumulassero grossi ammassi di neve, i quali, finita l'emergenza
    del 12 febbraio hanno cominciato a staccarsi ed hanno provocato
    guasti principalmente agli impianti frenanti e al sistema di
    sicurezza installati sui mezzi. Per fare un esempio: in due giorni
    sono stati messi fuori uso 26 rotabili. I guasti interessavano
    organi di sicurezza, - il freno è l'organo di sicurezza per
    eccellenza dei nostri treni - e nessuno si sarebbe preso la
    responsabilità di mettere in servizio materiale che aveva avuto
    questi guasti e senza le opportune verifiche di funzionalità. Per
    riparare 26 complessi c'erano a disposizione le stesse postazioni di
    lavoro che noi utilizziamo per effettuare gli interventi normali.
    Nelle immagini si vedono bene i blocchi di ghiaccio e come abbiamo
    trovato il sottocassa: per riparare significava sghiacciare tutto.
    Ricordo che fino a giovedì ci sono state temperature fino a -10 e i
    nostri materiali vengono riparati all'aperto per una questione di
    tipologia di mezzi. Si può anche capire il tempo che ci è voluto per
    poter rimettere in sesto i nostri materiali. Per far fronte a questa
    difficoltà, sono stati chiesti aiuti ad altre direzioni regionali di
    Trenitalia che hanno prestato altro materiale per cercare di
    mantenere il piano neve concordato. Per ridurre i tempi di
    riparazione dei complessi danneggiati, abbiamo rinforzato le squadre
    di manutenzione e abbiamo tenuto gli impianti aperti di sabato e
    domenica, anche squadrette di notte, lo stiamo ancora facendo perché
    è chiaro che per noi l'emergenza non è ancora finita perché dobbiamo
    rimettere a posto anche dal punto di vista del decoro i nostri
    complessi. Con l'aiuto ricevuto dalle direzioni limitrofe e dalle
    azioni messe in campo a livello locale, la crisi noi l'abbiamo avuta
    da lunedì 13 a giovedì 16, poi da giovedì 16 abbiamo incominciato a
    restituire, nell'arco di tre giorni, il materiale per poter
    cominciare ad incrementare il servizio offerto all'utenza.
    Nell'immagine potete vedere il grafico di quello che vi ho
    raccontato: i primi tre giorni sono quelli della neve, poi ci sono i
    tre giorni con i grossi problemi sugli impianti frenanti e gli
    impianti di sicurezza, poi dal 17 abbiamo cominciato a rimettere in
    servizio il materiale e quindi ad aumentare l'offerta commerciale.
    Siamo partiti dal 75% il giorno 17 febbraio, fino a ieri 20 febbraio
    nel quale siamo arrivati al 91% e da domani venerdì 24 febbraio
    riprendiamo la programmazione normale prevista dal contratto di
    servizio.
    Breve accenno alla questione dell'Alma Orienta: il contratto di
    servizio con la Regione Emilia-Romagna prevede le tipologie e le
    quantità di carrozze che deve essere fatta per un determinato treno.
    In questa occasione di crisi di materiale rotabile abbiamo fatto
    un'operazione gestionale, tecnicamente compattiamo i servizi ,
    praticamente non abbiamo tanti turni in funzione del servizio ma li
    mettiamo tutti insieme per cercare di fare il maggior numero di
    treni, perché in questa situazione riteniamo che sia meglio avere un
    treno, anche con posti limitati, e anche con disagi alla clientela,
    che non farlo. Questa è stata una scelta di cui mi prendo tutta la
    responsabilità, però facendo così anche ieri, un 91% ha circolato e
    sicuramente molti treni non sono stati fatti con materiali di
    competenza. Domani i turni sono quelli di competenza e quindi per
    noi domani finisce l'emergenza neve e si ritorna ad una normalità
    che è quella che conoscevamo prima dell'evento meteorologico.
    Il presidente ZOFFOLI: direi di finire questa ricognizione e poi
    apriamo il confronto.
    CLAUDIO FERRARI (Vicepresidente del Consorzio Trasporti Integrati):
    Comincio dal Freccia Bianca bloccato a Villa Selva, episodio citato
    dal presidente. Era stato richiesto l'intervento degli autobus
    dell'ATC per svuotare il treno e portare a casa la gente. Per
    fortuna siamo arrivati tardi: il treno era già ripartito perché gli
    autobus durante il ritorno hanno trovato decine di camion di
    traverso lungo le strade e sono rientrati alle 7 del mattino. Alcuni
    dati: dall'1 al 16 febbraio - area emergenza neve - FER ha soppresso
    il 25,37% dei treni. L'area con la percentuale maggiore di criticità
    è stata quella della Bologna- Poggio Rusco dove abbiamo soppresso il
    42, 99% dei treni ma concordando la cosa con RFI per tentare di
    tenere il più alleggerita possibile la stazione di Bologna che aveva
    problemi di capienza ed accesso e perché su quella linea era
    garantita, anche con I tagli una frequenza all'ora e questo ci ha
    consentito di supportare di più altre linee che avevano rischi
    maggiori. Il giorno 2 febbraio è stato il picco peggiore per noi,
    dove abbiamo avuto soppressioni per il 51,3 % da parte di RFI che
    non era in condizioni di far circolare i treni sulla rete. Sulle
    nostre linee complessivamente abbiamo avuto una garanzia della
    circolazione che è variata dall'85 al 100 % . Sulle linee FER non
    siamo mai scesi sotto l'85%. Le aree di maggiore criticità per la
    circolazione che facciamo noi, sono state la Ferrara-Ravenna e la
    Ravenna-Rimini-Pesaro, perché era inibita la possibilità di
    incrociarsi. Si è evidenziata una situazione di grande sofferenza e
    debolezza nel punto più critico del nostro servizio che è la Modena-
    Sassuolo Qui si evidenzia una situazione di grande difficoltà
    dovuta alla qualità del materiale rotabile. Stiamo cercando
    qualsiasi soluzione a breve termine. Purtroppo su quella linea
    elettrificata è presente materiale rotabile troppo vecchio messo KO
    dalla neve. La linea ha un pezzo di interramento lungo che non è
    sufficientemente arieggiato e quindi non consente, per motivi di
    sicurezza, di introdurre in alternativa materiale nuovo a trazione
    termica, diesel. Stiamo studiando la situazione, ma quello è un
    punto di forte criticità.
    Il consigliere FAVIA: Quindi il problema è che non c'è materiale
    nuovo elettrico?
    CLAUDIO FERRARI: Si, manca materiale elettrico nuovo.
    Da registrare con un certo orgoglio una situazione: siamo riusciti
    per una decina di giorni a dare una mano agli amici di Trenitalia
    con due coppie di treni sulla linea Bologna-Parma-Rimini-Pesaro, che
    non erano di programmazione FER e che credo abbiano dato un sollievo
    alla situazione. Ho tracciato il quadro generale, lascio la parola
    al dott. Masola per i dettagli linea per linea.
    STEFANO MASOLA (Direttore Trasporti Ferrovia TPER): Non so se
    interessa il discorso sulle linee RFI sulle quali è già stato
    esauriente l'ing. Di Ruzza. Io posso dare un dettaglio sulle linee
    regionali, infrastruttura FER, dove a parte le linee bolognesi, dove
    ovviamente abbiamo concordato con RFI la soppressione di un certo
    numero di corse per evitare l'intasamento della stazione, sulle
    linee reggiane ad esempio, - è evidente che le precipitazioni sono
    state meno copiose che sulla Romagna - noi abbiamo avuto il 100%
    del servizio regolare, con qualche ritardo, ma nessun treno è stato
    soppresso. Questo vale anche per la Parma-Suzzara, dove tranne due
    giorni, il 3 e il 6 febbraio quando è stato soppresso il 10% dei
    treni, è circolato tutto. Lo stesso per la Codigoro e per la
    Suzzara-Ferrara. Quindi direi che sui servizi effettuati su linee
    FER il disagio per gli utenti c'è stato, legato ai ritardi, ma
    senz'altro non ci sono state soppressioni. Sui servizi che svolgiamo
    su RFI abbiamo risentito senz'altro delle problematiche degli amici
    di Trenitalia. L'unica questione è che, essendo dotati di materiale
    rotabile diverso, non abbiamo avuto le problematiche evidenziate
    dall'ing. Di Ruzza. Sul Vivalto non si è evidenziato il problema
    delle porte e il restante materiale che utilizziamo, termico di
    nuova fornitura che viene dalla Polonia, sia in caso di neve che
    basse temperature, ha retto decisamente bene.
    Credo che valga la pena che i colleghi di RFI spieghino a questo
    punto quali sono stati i programmi concordati nell'unità di crisi
    sulla base di quella che era la disponibilità dell'infrastruttura.
    Esce il consigliere Bernardini.
    NANNINA RUIU (Responsabile della Direzione Direttrice Asse Verticale
    di RFI SpA Tratta da Milano a Roma): vi daremo un focus anche della
    gestione delle infrastrutture. Riprendiamo brevemente la
    pianificazione preventiva che Ferrovie fa per emergenze neve che
    viene realizzata prima della stagione invernale. Viene predisposto
    un cosiddetto Piano neve che, in relazione alla gravità
    dell'emergenza, che viene constatata e definita nel momento reale,
    presuppone una rimodulazione dell'offerta in relazione alla
    disponibilità dell'infrastruttura. In particolare, i tre livelli di
    emergenza che sono definiti nel Piano e sono stati brevemente citati
    prima, sono: dalla fase di allerta, una fase di emergenza lieve
    nella quale è pressoché disponibile interamente l'infrastruttura,
    fino all' emergenza grave in cui vengono garantiti gli itinerari
    strategici e prioritari per la continuità delle linee e la capacità
    delle infrastrutture va rimodulata in funzione delle disponibilità.
    Provo a spiegarvi meglio perché è necessario, in caso di emergenza
    grave, mantenere gli itinerari strategici, quelli prioritari, sono
    gli itinerari che danno continuità alle linee. Evidentemente non
    tutti gli itinerari possono essere mantenuti nella piena
    disponibilità, ma viene garantita quella che è la fruibilità degli
    itinerari fondamentali. Dall'1 febbraio, in realtà dal 31 gennaio, è
    stato attivato il centro operativo presso la sede RFI di Bologna, è
    durato fino al giorno 17. In realtà l'emergenza neve era ancora
    grave nella giornata del 12 - che è stata la giornata in cui sono
    cessate le precipitazioni nevose - e sostanzialmente buona parte
    delle linee sulla rete RFI sono state interessate da un'emergenza
    grave, in termini di precipitazioni, con particolare riferimento
    alla situazione più critica nelle linee della Romagna. La
    rimodulazione dell'offerta è stata effettuata d'intesa con le
    imprese ferroviarie. Mediamente sulla nostra rete il Piano neve
    nell'emergenza grave garantisce fra il 70 e l'80% dell'offerta
    programmata. Questo per dare un'idea di quella che è l'emergenza
    grave, che è il caso più difficile e oneroso da affrontare ed è
    quello che abbiamo vissuto per la maggior parte del periodo in
    essere. L'infrastruttura, quella del compartimento
    dell'Emilia-Romagna, è particolarmente dotata di dispositivi che
    supportano nel caso di queste emergenze. L'ing. Isi ci illustra un
    po' più in dettaglio quella che è la dotazione dell'infrastruttura e
    i mezzi e uomini preventivamente allertati e messi in campo nella
    gestione di questa emergenza.
    ISI ALDO (Direttore Direzione territoriale produzione Bologna RFI):
    buon giorno. Come ha accennato l'ing. Ruiu, dal 31 di gennaio tutte
    le linee della Direzione produzione dell'Emilia-Romagna sono entrate
    in emergenza grave. Ho preparato per voi qualche immagine per dare
    un'idea di che cosa avevamo pronto per affrontare questa situazione.
    Parto dalle scaldiglie che sono state più volte citate anche sui
    giornali, quindi sono elementi presenti nei nostri impianti, nelle
    nostre stazioni. Ovviamente non tutte le stazioni sono coperte da
    questi dispositivi ed è il motivo per cui nel Piano neve vengono
    scelti ed individuati i famosi itinerari strategici. C'è un piano di
    copertura degli impianti mancanti e, nel corso degli anni piano
    piano, arriveremo a coprire anche zone ad oggi non coperte. Anche
    perché certi fenomeni si stanno verificando con frequenza,
    ultimamente anche in zone prima non coinvolte da fenomeni nevosi: mi
    riferisco alle linee vicine al mare, mi riferisco a Ferrara
    piuttosto che a Ravenna. Abbiamo, comunque, un piano di copertura
    complessiva. Il piano di emergenza che viene predisposto in realtà
    fa una sintesi di tutto quello che, dal punto di vista
    dell'infrastruttura, è disponibile, che non è soltanto scaldiglie,
    ma anche tutta una serie di risorse. Abbiamo mezzi speciali, che
    sono quelli citati dall'ing. Di Ruzza, sono dei locomotori
    attrezzati per rompere il ghiaccio sulle linee di contatto. Questo è
    un elemento fondamentale perché garantisce la disponibilità della
    linea di contatto e la continuità dell'esercizio ferroviario. A
    titolo di esempio: ENEL ha avuto problemi di alimentazione. A fronte
    del fenomeno eccezionale che abbiamo avuto, vorrei rammentare le
    interruzioni del servizio che ha avuto ENEL. Tutta la rete di
    alimentazione luce forza motrice di Rete Ferroviaria ha funzionato:
    non abbiamo mai avuto un guasto sull'alimentazione delle scaldiglie.
    L'alimentazione delle scaldiglie, che è vitale in questi casi, ha
    retto nonostante una precipitazione di due metri a Cesena. La nostra
    sottostazione elettrica ha retto a questa situazione, mentre ENEL
    interrompeva l'energia elettrica. Questo ci tengo a dirlo, non per
    dire che siamo stati dei fenomeni, abbiamo cercato di fare il nostro
    mestiere nonostante le condizioni meteo. Insieme ai dispositivi
    rompighiaccio sul territorio, in questa emergenza neve, sono state
    rese disponibili due turbine anti neve. E' chiaro che sono mezzi
    normalmente dislocati sulle linee di confine, di valico: si parla
    delle linee del Brennero, del Sempione, piuttosto che Sulmona. La
    zona di Sulmona è caratterizzata da precipitazioni intorno ai due
    metri. Le abbiamo viste operare a Cesena e sulla Porrettana. Quindi
    un elemento che rende l'idea della difficoltà del momento. Le
    scaldiglie vengono poi, ovviamente, coadiuvate nel loro
    funzionamento dal personale di RFI e dal personale delle imprese,
    perché nuovamente la scaldiglia che scalda il deviatoio, pur avendo
    sempre mantenuto la propria efficienza, nel momento in cui la
    quantità di neve raggiunge i 40-50-90 cm. nell'arco delle 24 ore,
    deve essere supportata dalla presenza delle persone che, con i
    metodi tradizionali, liberano la neve che diversamente si riversa
    nuovamente all'interno del deviatoio. Il deviatoio è un oggetto che
    ha delle tolleranze millimetriche, questo per motivi di sicurezza.
    E' chiaro che la neve, cadendo nel solco pulito creato dalla
    scaldiglia provoca una momentanea perdita di efficienza del
    deviatoio e quindi i minuti d'intervento del nostro personale devono
    essere messi in conto per ripristinare la piena efficienza.
    Complessivamente, nelle giornate di emergenza più grave, abbiamo
    avuto sul territorio 500 persone RFI per turno e 250 persone delle
    imprese appaltatrici per turno: 750 persone per ciascun turno,
    dislocate in coerenza con il famoso Piano neve citato. Altri
    dispositivi che non ho illustrato nel dettaglio: nelle stazioni più
    importanti dal punto di vista del numero di enti - quindi Bologna,
    Piacenza piuttosto che Rimini - sono operativi dei dispositivi di
    de-icing che sono dei carrelli dotati di un enorme vaporella , per
    usare un termine comune che consenta di capire, che con un liquido
    anti gelo stile Alitalia, aiuta le scaldiglie a fare il proprio
    lavoro. Questi sono stati operativi per tutto il tempo
    dell'emergenza. Sulla Porrettana, oltre ai dispositivi anti ghiaccio
    alle linee di contatto, nella stazione di Porretta stiamo
    sperimentando - in collaborazione con la Danimarca, cercando di
    restare al passo con le nazioni più brave e abituate - un sistema di
    riscaldamento delle linee di contatto. Un dispositivo che consente
    di scaldare le linee di contatto per avere la linea sempre pronta ed
    efficiente. A queste si sono aggiunte altre piccole azioni, il
    discorso delle gallerie, citato dall'ing. Di Ruzza, significativo.
    Abbiamo avuto per un mese temperature che hanno oscillato tra - 15 e
    - 4, per cui su tutte le linee abbiamo attivato una serie di
    ricognizioni, con i mezzi che si diceva, e siamo intervenuti per
    pulire galleria per galleria, zona per zona, dai fenomeni dei
    candelotti di ghiaccio particolarmente insidiosi per la circolazione
    dei treni. Tutto questo ha significato un grande presidio del
    territorio. Andando avanti su questa brevissima presentazione, per
    far capire cosa abbiamo messo in campo, in alto a sinistra avete
    l'Ypsilon che è il treno rompighiaccio dell'alta velocità: di
    questi, nella fase di punta dell'emergenza, ne avevamo altri cinque.
    Questo dedicato all'alta velocità, che ha un sistema di
    alimentazione diverso dalla linea storica, e cinque mezzi operativi
    sulle linee tradizionali. Piacenza, Bologna e l'antenna della
    Suzzara, la Porrettana, come citato dall'ing. Di Ruzza, il bacino
    della Romagna e la Verona, Ferrara, Padova. Le turbine, le famose
    due turbine in azione e, quello sotto, il dispositivo Multisys
    de-icing che collabora per la pulizia dei deviatoi nelle stazioni. I
    deviatoi - vi ho portato queste immagini che ritengo significative -
    hanno operato in queste condizioni. Quella macchia nera è il
    deviatoio con le sue scaldiglie efficienti. E' chiaro che operando
    in un mondo di 50-60-90 cm. di neve fanno egregiamente il loro
    mestiere, ma si trovano ad operare di nuovo in condizioni estreme.
    Bologna: in alto a sinistra. Rimini a destra. Cesena, Villa Selva.
    Queste sono le foto che vi ho portato. Le persone, che per turno
    hanno operato in queste condizioni. Un metro di neve ha significato,
    anche per noi, tempi d'intervento, di spostamento diversi dallo
    standard. Anche correre da un deviatoio all'altro, ambito stazione,
    significava più tempo del normale da cui la famosa rimodulazione del
    servizio. Queste sono alcune immagini dei treni che mi sono permesso
    di rubare all'ing. Di Ruzza. In alto a sinistra il famoso 615 di
    Villa Selva. Di nuovo la Bologna Rimini che è stata la linea che ha
    avuto il maggior impatto in termini di precipitazioni nevose. Sul
    615 due parole, che mi sembrano doverose, in quanto sono state
    accennate diverse cose: il sistema di soccorso al treno è stato
    attivato in sala operativa e predisposto l'invio di un primo mezzo
    di soccorso che purtroppo ha incontrato difficoltà. In quel momento
    era in corso una bufera di neve che ha impedito e sicuramente
    allungato i tempi d'intervento. Nel momento in cui il primo treno di
    soccorso non è riuscito a portarsi sul treno, è partito il secondo
    treno di soccorso. L'opzione degli autobus è stata condivisa dalla
    sala operativa, in quanto abbiamo - volutamente - messo in campo
    tutte tre le opportunità. E' chiaro che eravamo consapevoli che con
    un metro di neve per strada l'autobus sarebbe stata l'ultima
    opzione, ma l'abbiamo messa in campo. E' chiaro che non possiamo che
    scusarci con i passeggeri per l'attesa: abbiamo messo in atto,
    comunque, le azioni previste e riteniamo che la scelta del soccorso
    con un traino fosse la scelta giusta. Questi sono i dati ufficiali
    delle precipitazioni, che ho tenuto come ultima slide, scaricati dal
    sito di ARPA: la zona di Cesena e Forlì, complessivamente su Cesena
    abbiamo avuto 2 metri di neve (dati ufficiali Cesena città, non
    collina), a Forlì 1,60 m. In giallo la precipitazione nevosa di
    Bologna del 1 febbraio, che è risultato essere la nevicata storica
    eccezionale degli ultimi anni dal 77: 50 cm. nell'arco di 24 ore
    hanno significato tutto quello che vi ho raccontato prima. In queste
    condizioni l'infrastruttura non ha avuto guasti alla linea di
    contatto, non ha avuto guasti all'alimentazione, l'infrastruttura ha
    garantito il Piano neve con la rimodulazione del servizio,
    garantendo - comunque - un servizio per il Paese. In quei giorni
    ricordo che le autostrade chiudevano ed erano chiuse le scuole. In
    quelle condizioni abbiamo lavorato con persone che non hanno mai
    abbandonato il posto di lavoro per ore e hanno comunque garantito il
    servizio atteso dal Piano neve. Un piano d'emergenza che, tutto
    sommato, ha dimostrato la propria efficacia. Le stazioni: questo ci
    tenevo a far vedere quello che abbiamo fatto, che non è soltanto
    stato finalizzato ai deviatoi e, quindi, al servizio dei treni, ma
    anche alle persone. Ci sono delle immagini di alcune delle stazioni
    durante l'emergenza neve e dopo. Anche qui abbiamo cercato di
    renderle fruibili ai passeggeri. E' chiaro che sulle stazioni della
    Romagna si è posto il problema, dopo qualche giorno, di dove mettere
    la neve, che sembra un problema banale ma non lo è, perché abbiamo
    dovuto utilizzare la turbina che vi ho fatto vedere. Spostavamo la
    neve a un certo punto dal marciapiede sul binario e con la turbina
    la rimandavamo all'esterno per liberare i marciapiedi. Le quantità
    erano tali da non consentire soluzioni diverse. Le quantità e anche
    l'accesso alle infrastrutture ferroviarie che deve essere sempre
    garantito in sicurezza. Queste immagini ve le ho portate come
    contributo per far vedere ciò che è stato fatto. Qualche
    precisazione vorrei farla su un paio di passaggi dell'ing. Di Ruzza.
    I famosi massi di neve, che si trovano sui binari, non è che vengono
    lasciati e i binari non vengono puliti, la polverosità della neve
    provocava - questa polvere di neve che si vede nelle immagini - per
    effetto scia la costituzione di blocchi di ghiaccio sul treno
    stesso. Questi blocchi di ghiaccio formati dall'aver percorso il
    treno centinaia di chilometri in questa tundra siberiana, a un certo
    punto, scagliati dal treno, creavano lì quelle difficoltà di cui si
    parlava. I binari sono stati resi efficienti: è chiaro che non si
    può andare a pulire la neve che si deposita tra le traverse, è una
    situazione inevitabile in queste condizioni. Sulla Porrettana
    abbiamo per qualche ora - sabato - chiuso la linea. Nella notte
    erano state fatte le operazioni previste per renderla efficiente,
    tant'è che il primo treno era regolarmente transitato. La
    precipitazione nevosa, in quelle ore della mattina, era tale da aver
    portato un ulteriore accumulo di neve sulla linea; a questo si sono
    aggiunte le pulizie delle strade che hanno creato cumuli
    dell'altezza di un metro sui passaggi a livello. Anche questa è una
    novità legata alla precipitazione nevosa assolutamente straordinaria
    ed eccezionale, perché la linea Porrettana, negli ultimi inverni, ha
    attraversato nevicate e credo non ci siano mai state segnalazioni di
    disservizi tali. Per cui, fin da subito, con Protezione aziendale
    abbiamo attivato un canale per meglio disciplinare con tutti gli
    organi e gli enti competenti anche questo dettaglio, che in questo
    caso è stato particolarmente impattante per noi. Non avrei altro da
    aggiungere e, ovviamente, sono a disposizione.
    Rientra il consigliere Bernardini.
    NANNINA RUIU: volevo solo aggiungere un paio di precisazioni
    riprendendo le particolari richieste del presidente. In particolare
    preciso che dall'1 di febbraio al 12 di febbraio tutta
    l'infrastruttura regionale, come abbiamo già detto, è rimasta
    agibile su tutte le linee ad eccezione della giornata del sabato 11
    che ha visto interessata la chiusura della linea Porrettana. A
    partire dal giorno 12, in cui sono cessate le precipitazioni nevose,
    la disponibilità dell'infrastruttura era pressoché pronta per
    riprendere il servizio.
    Un passaggio importante che volevo fare era quello sull'informazione
    al pubblico, che è stato trattato dal presidente e che è opportuno
    riprendere. In una situazione di emergenza e di anormalità
    particolare siamo stati assolutamente consapevoli che l'informazione
    normalmente fornita sia a bordo che a terra, in particolare nelle
    medie stazioni ed in particolare nelle fasce pendolari, non poteva
    essere sufficiente nei modi usuali, tanto è vero che abbiamo
    attivato, in particolare sulle stazioni medio grandi della Piacenza
    - Bologna e della Bologna - Rimini un presenziamento straordinario
    in coordinamento con il personale di assistenza e biglietteria nelle
    stazioni per il sussidio all'informazione; le difficoltà che ci sono
    state sono legate molto alla gestione delle difficoltà gestionali
    dei giorni di emergenza, nel senso che le situazioni contingenti
    evolvevano in maniera non nota, naturalmente non preventivata in
    relazione alle difficoltà dei mezzi o comunque che si creavano
    nell'esercizio della circolazione. In questo contesto quindi ritengo
    che sia stato necessario, utile e opportuno, assolutamente da
    confermare nel Piano neve il preventivo presenziamento straordinario
    degli impianti e delle stazioni che sono particolarmente interessati
    dalla mobilità dei pendolari ed in particolare nelle fasce pendolari
    proprio per supportare meglio l'informazione. In questo aspetto
    ritengo che - abbiamo peraltro attivato questo Piano neve, che credo
    potremo sicuramente rinforzare ulteriormente - in quanto non è
    stata, una dimenticanza, ma sicuramente un'azione da rafforzare
    ulteriormente per superare le criticità anche contingenti che nella
    gestione poi della circolazione in tempo reale si verificano e che
    occorre affrontare con maggiore efficacia.
    Entra la consigliera Meo.
    L'assessore PERI: intervengo perché le cose che sono state
    illustrate stamattina noi le abbiamo sapute e ci siamo confrontati
    anche durante la fase di emergenza. Lunedì abbiamo incontrato i
    comitati dei pendolari, a cui ha partecipato sia Trenitalia che FER,
    e io ci tenevo a sottolineare tre cose: la prima è che noi stiamo
    producendo quel monitoraggio, quel report che aveva già annunciato
    il Presidente durante l'Assemblea legislativa - nei prossimi giorni
    noi saremo in grado di dare il dettaglio (ovviamente alcuni dei dati
    voi li avete visti anche stamattina), abbiamo fatto anche una
    verifica nostra per valutare esattamente come è andata la situazione
    rispetto al contratto di servizio, rispetto al piano neve, rispetto
    alle condizioni oggettive che hanno vissuto direttamente i cittadini
    e i pendolari. Noi abbiamo un sistema ormai consolidato dove le
    segnalazioni, quindi mail, sms, telefonate, denunce che ci arrivano,
    indipendentemente dal fatto che venga risposto alla persona che ce
    la invia, le consideriamo come un elemento fondamentale per
    costruire il quadro completo della situazione: questo lo facciamo in
    condizioni normali e concorrono alla determinazione poi della
    condizione sanzionatoria.
    Io vorrei sottolineare questo aspetto perché le condizioni
    eccezionali in cui ci si è trovati a lavorare mi pare che
    l'Assemblea legislativa le abbia ampiamente valutate analizzate nel
    momento in cui c'è stato il dibattito l'ultima volta, quindi questa
    immagine e questi dati di dettaglio confortano ulteriormente quello
    che è accaduto. Per le valutazioni che ci siamo trovati a fare noi
    in questi giorni che abbiamo già espresso sia alle società
    ferroviarie che a RFI sono riconducibili essenzialmente a tre
    elementi fondamentali: c'è un primo elemento che è l'organizzazione
    complessiva nella gestione delle emergenze che proprio nei momenti
    di eccezionalità come questo ha bisogno di essere ritarata - un
    conto è la teoria, un'altra cosa è la pratica, e quindi io ritengo
    che l'esperienza più importante se prendiamo come riferimento la
    Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, che non è catalogabile fra le
    peggio organizzate del nostro Paese, il criterio che si segue di
    solito è la formazione incrementale cioè ogni volta che accade
    qualcosa da quell'esperienza si aggiusta l'organizzazione successiva
    perché in quel modo ti avvicini sempre di più all'adeguatezza
    rispetto alle condizioni reali. Per organizzazione io intendo anche
    i flussi di relazione e comunicazione fra i diversi soggetti
    competenti, cioè le relazioni fra RFI e gestori, RFI e Protezione
    Civile e via fino ad arrivare alle prefetture ed altri organi, ha
    sicuramente bisogno di una ritaratura riferita a condizioni di
    particolare stress come quelle che abbiamo vissuto. Faccio un
    esempio: sul treno famoso intercity ovviamente c'è stata
    l'attivazione di tutto quello che prevede il protocollo eccetera
    eccetera, è ovvio che lì c'è stata una concatenazione di eventi che
    ha reso ininfluente quel protocollo perché ovviamente le sette ore
    le otto ore sono non una risposta. Cosa significa? Che se in quel
    momento fosse scattata immediatamente, cioè nel primo momento, nel
    momento in cui viene mandato il primo locomotore si attiva
    immediatamente tutta la Protezione civile per essere ampiamente
    informati - che può anche essere che non sia sufficiente (sto
    banalizzando) - vuol dire che si muove una macchina in grado di
    rispondere molto più tempestivamente anche alla seconda rottura o
    alla terza o alla quarta difficoltà.
    Quindi io credo che qui c'è un problema da ritarare di concerto con
    tutti, facendolo fuori dall'emergenza in modo da essere molto più
    tonici, diciamo così, nel momento in cui arrivano condizioni
    estreme.
    Secondo aspetto, che io ritengo assolutamente insufficiente e non
    adeguato, è quello dell'informazione; l'ho vissuta direttamente e ho
    fatto molti esempi anche ai manager ai dirigenti e agli
    amministratori delegati delle aziende: non è ammissibile che in una
    condizione come questa con le stazioni piene di utenti in attesa di
    avere riscontri sul che fare o come orientarsi, il messaggio
    prevalente sonoro che arriva è di non superare la linea gialla
    perché quello oltre a non essere un'informazione produce un effetto
    psichico piuttosto rilevante. Adesso aldilà dell'esempio specifico,
    in casi come questi occorre una comunicazione diretta a viva voce e
    anche un'assistenza all'utenza che in questo caso non c'è stata, per
    mille ragioni, adesso non sto qui a sindacarle, ma guardo l'effetto,
    l'effetto è in quelle condizioni il primo elemento di sostegno
    all'utenza è avere quel minimo di informazioni necessarie ad
    orientarsi non rispetto al tradizionale, rispetto all'eccezionale e
    delle due avere anche consapevolezza di quello che sta accadendo
    attorno perché il contesto aiuta anche a comprendere. Cittadini
    mediamente disponibili e tolleranti a condizione che siano
    opportunamente informati e anche che possano compiere delle scelte
    sulla base delle informazioni. Molto spesso viene data
    l'informazione dei cinque minuti, che diventano venti che diventano
    cinquanta che diventa soppressione e uno è stato lì un'ora ad
    aspettare la sequenza di queste informazioni e ha perso nel
    frattempo la possibilità di fare altre scelte: vado in macchina,
    vado in autobus, sto a casa. Quindi questa per me è stata la prova
    del nove che già ci sono criticità in tempi normali, in tempo di
    guerra la situazione non funziona; quindi questo è uno degli
    elementi su cui poi dirò quali sono anche le soluzioni che riteniamo
    necessario adottare.
    Terzo elemento quello più eclatante è la assoluta inadeguatezza del
    materiale rotabile. Io ovviamente qui lo dico a chi ha in dotazione
    materiale rotabile, so bene quali sono le risposte, le anticipo,
    cioè: avere a disposizione materiale che ha un'età media che si
    avvicina più ai trent'anni che non ai venti significa avere
    materiale che, anche qui, in condizioni normali, è materiale non
    adatto a reggere. Attenzione però, io vorrei che i consiglieri
    fossero consapevoli di un dato: che in questi anni pur facendo un
    lavoro faticoso di collaborazioni e in molti casi di cofinanziamento
    di materiali non nostri, il riscontro invece ce l'abbiamo su FER:
    avendo investito su materiale rotabile nuovo sulla nostra azienda
    ferroviaria questo ha significato che nel momento di stress, se pure
    facendo delle proporzioni, invece di avere il 50% di materiale rotto
    abbiamo il 20% di materiale rotto quel 20% è riferito al materiale
    vecchio ovviamente. Quindi è chiaro che se non si investe per
    acquistare treni nuovi il risultato poi è questo, nel momento di
    massima criticità hai la minore risposta del materiale e quindi il
    combinato delle due cose crea un disastro, non solo durante la
    crisi, ma è evidente che per aggiustare il 50% del materiale tu hai
    bisogno di un tot di giorni perché poi le officine son quelle che
    sono, perché il tempo tecnico è assolutamente necessario, perché,
    questa è la mia valutazione - non sono un tecnico ma ho imparato
    qualcosa negli anni - abbiamo continuato ad implementare sul
    materiale vecchio dispositivi nuovi. L'SCMT che viene montato su
    materiali un po' datati aumenta la sicurezza, quindi ci sono meno
    pericoli per l'utenza, ma ci sono più arrabbiature dell'utenza.
    Perché significa che avendo scelto una priorità, cioè dotare tutti i
    mezzi di strumentazione che aumenta la sicurezza di bordo e aumenta
    la sicurezza del traffico, nei momenti di criticità questo aumenta
    anche la possibilità di blocco e il fatto che il materiale gira in
    condizioni più difficili.
    Morale - poi se volete in finale di discussione posso dire quali a
    nostro avviso sono le soluzioni percorribili - ne anticipo due: la
    prima è nell'immediato. Abbiamo già annunciato alle società
    ferroviarie e al Comitato dei pendolari che sulla base del
    monitoraggio che verrà completato nel giro di pochi giorni noi
    calcoleremo le sanzioni che, come dire, sono conseguenti alle cose
    che prima ho detto. Cioè nel momento in cui io argomento la
    fotografia della situazione non è un'attenuante rispetto alla
    nettezza del comportamento che, come contraente, rispetto a servizi
    che noi acquistiamo da Trenitalia e da FER applicheremo nella misura
    massima possibile le sanzioni che derivano da questa condizione.
    Sanzioni che intendiamo ristornare in parte agli utenti - dico in
    parte perché con loro c'è una discussione aperta, come c'è stata
    anche nel passato; ovviamente la destinazione dei fondi potrebbe
    essere di due tipi: direttamente in mano agli utenti attraverso
    sconti o gratuità di titoli di viaggio e contemporaneamente
    riversato anche in servizi e qualità degli stessi. Ci siamo lasciati
    con il Comitato dei pendolari d'accordo di decidere d'intesa su come
    destinare queste risorse, ci incontreremo ancora nei prossimi giorni
    e valuteremo le modalità; ci sono esperienze anche in questo caso
    già fatte nella nostra Regione. È evidente che questo non risolve il
    problema; è per, credo, un normale comportamento di responsabilità
    sul quale poi valuteremo anche ulteriori dettagli rispetto alla
    condizione di eccezionalità nella quale ci siamo trovati.
    La seconda sottolineatura che voglio fare è invece una soluzione,
    come dire, più strutturale e l'unica che noi vediamo è quella di
    affrontare di petto una situazione che dal livello nazionale non ci
    produce risposte: negli ultimi otto anni non ci sono stati piani
    straordinari di investimento sul materiale rotabile a livello
    nazionale; sono usciti grandi titoli sui giornali, ma non si è
    prodotto nulla di veramente forte, i 3000 treni dei pendolari
    annunciati tante volte 1000 2000 3000, zero. Gli stessi
    provvedimenti del Governo precedente, non modificati da quello
    attuale e cioè: fate i contratti diretti con Trenitalia in modo tale
    che possa fare l'investimento, -se poi i soldi sono calanti come le
    manovre finanziarie hanno insegnato, inizia una querelle fra il
    prezzo giusto il prezzo non è giusto per cui Trenitalia ferma gli
    investimenti perché ritiene il prezzo non giusto, nel frattempo
    ovviamente la situazione degenera. Morale: sono troppi anni che non
    si fa un piano di investimenti serio per comprare treni. Le Regioni
    fanno quello che possono -lo dico per quello che riguarda la nostra,
    ma su questo abbiamo le carte in regola perché abbiamo investito
    oltre 300 milioni di euro e i risultati cominciano a vedersi;
    quest'anno avendo fatto il contratto due anni fa' arrivano i treni
    elettrici nuovi e quindi cominciamo a portare a casa il risultato di
    una politica fatta qualche anno fa', però è ancora poco perché noi
    abbiamo ogni giorno 900 treni che vengono fatti sulle nostre linee,
    tutti i giorni. Allora questo significa prendere una soluzione
    radicale e per me la soluzione radicale o per noi per la Regione
    quello che stiamo cercando di proporre è interrompere o meglio
    pigliar per buona la scadenza del contratto di servizio che noi
    abbiamo a giugno di quest'anno, non prorogare come era peraltro
    possibile di altri tre anni quel contratto di servizio, ma indire
    una nuova gara per un periodo molto più lungo e chiedendo, dentro
    alla gara, l'investimento: chi vuole venire a gestire i servizi
    ferroviari in Emilia-Romagna dovrà investire X milioni di euro, X
    centinaia di milioni di euro per cambiare una cifra molto rilevante
    del materiale circolante in Emilia-Romagna. Non vedo altre
    soluzioni. Che significa imboccare quel processo non corto perché
    vuol dire che per alcuni anni poco alla volta arriverà il
    miglioramento però almeno imbocchiamo una strada nuova che ci
    consentirà per un certo periodo di avere quello che serve. Questa
    cosa è possibile a maggior ragione farla adesso perché gli
    investimenti fatti anche nell'infrastruttura e nell'organizzazione
    devono essere messi a valore. Perché questa situazione di criticità
    che cosa ha dimostrato? Che tutto quello e il tanto che è stato
    fatto in questi anni nel settore ferroviario, miliardi di
    investimenti, rischiano di andare a pallino e di non produrre un
    effetto, anzi di produrre l'effetto opposto perché ci sono alcuni
    snodi che non funzionano. Se non hai i treni e hai le linee buone
    nuove ben attrezzate, che riescono a gestire un traffico di un treno
    ogni cinque minuti ormai, in una situazione complessa come quella di
    Bologna, che sarà ancora per un paio d'anni una stazione-cantiere
    come anche Parma. In quelle situazioni di criticità hai una grande
    efficienza tecnologica che viene mortificata da elementi che non
    tengono il passo con i tempi. Questa è la svolta che occorre fare da
    noi; l'abbiamo detto anche con uno slogan: noi abbiam bisogno dopo
    l'alta capacità e l'alta velocità, abbiamo bisogno di fare un
    sistema ferroviario regionale di alta affidabilità, e sei affidabile
    se hai tutti i pezzi del quadro completo: una buona organizzazione,
    una buona informazione, e mezzi nuovi, o almeno di un'età che non
    superi i dieci anni, mediamente, che per il servizio ferroviario
    sarebbe il top. Poco alla volta per quanto ci riguarda ci stiamo
    attrezzando ma ovviamente il divario è ancora troppo grande. Una
    gara europea che metta i potenziali gestori nelle condizioni e
    nell'obbligo di presentarsi all'appuntamento con l'impegno
    all'investimento in proprio e non sulla base di finanziamenti terzi.
    Il consigliere CASADEI: cercherò al massimo di essere sintetico e
    schematico, mi scuserete, però tengo a toccare diversi punti e
    innanzi tutto grazie per l'esposizione e soprattutto per
    un'occasione di confronto. La prima cosa in senso molto costruttivo
    che auspico è che questo confronto prosegua, anche perché non può
    ridursi il nostro dialogo, la nostra riflessione ad una esposizione
    di cose che non sono in discussione non sono controverse. Ringrazio
    l'assessore Peri perché col suo intervento la discussione ha
    riposizionato i nodi del problema che sono al centro del nostro
    confronto. Nessuno mette in discussione il fatto che ci sia stata
    un'emergenza, una nevicata di portata storica, il fatto che ci siano
    delle questioni che nell'emergenza diventano più complesse, perché
    se non abbiamo un quadro condiviso sui nodi la nostra discussione
    rischia di essere sterile e quindi propongo fin d'ora, se possibile,
    che questa nostra conversazione a più voci in questa sede
    istituzionale abbia un seguito soprattutto nell'affrontare i nodi
    del problema. Tra poco mi concentrerò su alcuni di questi e
    soprattutto sarebbe molto interessante, visto che questo è il
    compito della politica istituzionale, avere un confronto preventivo
    su quello che sarà il piano neve del 2013 del 2014 e via andare in
    avanti. Perché questo è il nostro compito: esaminare, approfondire
    ciò che è stata l'emergenza e capire alla luce della logica di
    organizzazione incrementale, che giustamente richiamava l'assessore
    Peri, come prevenire eventuali problemi che sono stati fotografati
    in maniera assolutamente puntuale dai soggetti che oggi sono in
    questa sede chiamati ad esporre, a dare informazioni; vi posso
    assicurare anche a dei comitati pendolari, che sono sempre più
    documentati rigorosi preparati e che a mio avviso giustamente
    chiedono una interlocuzione permanente e costante che è
    assolutamente fondamentale e prioritario tenere come canale anche
    istituzionalizzato di confronto.
    Poche osservazioni su alcuni punti specifici. L'emergenza non si
    innesta -l'assessore Peri credo lo abbia chiarito- in un sistema di
    massima efficienza ed affidabilità del sistema regionale.
    L'emergenza ha evidenziato e segnalato problemi strutturali già
    presenti perché chi conosce bene il pendolarismo sa che le questioni
    relative alla comunicazione sono un problema strutturale. Così come
    alcuni problemi legati alla manutenzione sono enfatizzati in epoca
    di emergenza, ma sono presenti da tempo, anche con riferimento a una
    politica aziendale che riguarda la manutenzione e i lavoratori della
    manutenzione. Su questo vorrei una risposta, su un punto specifico:
    il nodo di Bologna è un nodo centrale non soltanto per la Regione ma
    per l'intero sistema della rete ferroviaria nazionale, abbiamo
    parlato di manutenzione ordinaria e preventiva, vorrei sapere se
    corrisponde al vero il fatto che da qualche tempo ci sia stata una
    drastica riduzione del personale che si occupa della manutenzione
    ordinaria e preventiva, e quindi quando parliamo di emergenza,
    scambi in caso di neve e gelo l'applicazione delle scaldiglie,
    vorrei avere conferma del fatto che le squadre che erano presenti a
    Bologna di manutentori specializzati, che appunto in caso di
    emergenza possono fornire un contributo fondamentale, sono state
    drasticamente ridotte da quattro cinque addetti ad una.
    La seconda questione legata appunto alla manutenzione ordinaria e
    preventiva sempre su questo punto e sempre sul nodo ferroviario di
    Bologna: locomotori di soccorso, visto che sono un pezzo
    fondamentale anche questo per ogni situazione di emergenza, vorrei
    sapere se corrisponde al vero, come documentato e affermato dai
    sindacati, che in passato questi locomotori di soccorso presenti sul
    nodo di Bologna erano cinque o sei ed attualmente sono stati ridotti
    a due nonostante il traffico sia notevolmente aumentato.
    L'ultimo punto che vorrei toccare, anche in una logica di
    organizzazione incrementale e di proposta costruttiva riguarda il
    tema che l'assessore Peri ha centrato della comunicazione e del
    coordinamento. Ecco, su questo sarebbe interessante - e lo dico in
    maniera schematica- che non ci fossero tre comunicazioni diverse da
    parte dei tre soggetti che oggi hanno nelle loro rispettive funzioni
    esposto le modalità di azione ma che si capisse qual è il piano di
    comunicazione integrata del sistema ferroviario regionale, perché se
    noi non facciamo questo salto di qualità a partire da un elemento
    nodale strutturale facciamo fatica poi a dare risposte adeguate,
    efficienti ed affidabili nelle situazioni di emergenza, ma anche
    nelle situazioni non solo di emergenza e qui c'è un sistema, che
    peraltro mi risulta essere noto, messo in atto dalla Trenord che
    utilizza le nuove tecnologie, tecnologie che hanno a che fare con
    Twitter con la rete per una comunicazione immediata e che mi risulta
    da ottobre 2011 in funzione in una tratta specifica che è la
    Milano-Piacenza. Mi chiedo se questo sistema è stato esaminato, mi
    chiedo se questo sistema può dare alcune risposte, e mi chiedo se
    non sia il caso -visto che mi risulta che questa proposta sia stata
    anche formalizzata da alcuni operatori, da alcuni macchinisti,
    appunto da chi opera sul campo e sia stata proposta, se non valga la
    pena con mota umiltà prenderla in considerazione perché poi
    nell'organizzazione incrementale credo che a volte alcune risposte
    possano anche prendere corpo dal basso.
    Chiudo -l'assessore Peri lo ha già prefigurato- e vorrei
    sottolineare la positività di questo aspetto, era un tema che nelle
    relazioni non era stato assolutamente toccato mentre penso che dal
    nostro punto di vista sia il tema centrale: che cosa si fa ora dopo
    l'emergenza rispetto ai cittadini che non sono pendolari e numeri ma
    sono persone in carne ed ossa, e che vi posso assicurare che in
    questa epoca di emergenza hanno conosciuto delle situazioni
    assolutamente non degne, aldilà dell'emergenza, di cittadini e
    persone in carne ed ossa, e questo tema non può essere eluso, e non
    serve una difesa d'ufficio su questo punto, serve l'umiltà di
    riconoscere il problema e l'individuazione di risposte concrete.
    Penso che sia importante il metodo che l'assessore proponeva, mi
    piacerebbe sentire però dalla viva voce dei rappresentanti delle tre
    realtà che oggi sono qui autorevolmente rappresentate come la
    pensano su questo punto; perché qui non serve una difesa d'ufficio,
    non è assolutamente il luogo, serve una proposta concreta per dare
    un segnale di attenzione e di cura rispetto a cittadini che sono
    clienti di un servizio e che possono tranquillamente accettare che
    ci sia stata un'emergenza ma che non accettano il fatto che non ci
    siano risposte all'altezza del disagio che hanno subito ed è su
    questo credo che oggi sia importante avere alcuni indirizzi alcune
    ipotesi, anzi mi aspettavo che le relazioni fossero concentrate su
    questo, non è stato così, lo richiamiamo in questa discussione, e
    penso però che il prossimo passaggio sia questo, forse anche
    un'altra seduta di commissione per affrontare questo tipo di
    questione perché altrimenti l'audizione resta un ascolto univoco e
    non un dialogo cooperativo, che è invece quello che le audizioni in
    qualche modo devono promuovere. Grazie.
    La consigliera NOE': condivido le dichiarazione che ha rilasciato
    l'assessore Peri, mi identifico totalmente nei punti che lui ha
    enunciato, nelle sue preoccupazioni, e anche circa l'opportunità di
    rivedere il contratto quando a giugno scadrà. Credo che l'emergenza
    non sia stata quella dei giorni scorsi, per me l'emergenza è quella
    che si presenterà da domani in avanti, nel senso che io vi confesso
    oggi dai relatori mi aspettavo anche forse delle informazioni
    diverse, non così estremamente tecniche. Probabilmente non le
    sapevamo così nel dettaglio, però a grandi linee abbiamo letto e
    abbiamo vissuto questa situazione. Forse sarebbe stato più utile
    capire, magari dando anche dei consigli su come si può ovviare un
    indomani ad una nevicata che forse non avrà questo livello ma
    probabilmente 10 20 centimetri in meno, ma in una città come Bologna
    in una regione come l'Emilia-Romagna proporrà un evento che insomma
    non è straordinario per la nevicata, ma non poi così straordinario,
    in fin dei conti siamo in Emilia-Romagna, non siamo in Africa.
    Per me la vera emergenza è prendere atto che abbiamo dei treni
    vecchi, che c'è una manutenzione che probabilmente non è in grado di
    essere adeguata perché, come diceva giustamente l'assessore, stiamo
    operando su dei treni che alcuni di questi -ho avuto modo di
    rileggere- risalgono anche agli anni '70 e soprattutto -scusatemi-
    la cosa peggiore è stato il livello di informazione: un livello di
    informazione che non è stato in grado di mettere in condizione di
    sapere e di potersi regolare di conseguenza da parte dell'utenza. A
    tutti gli studenti della nostra regione della nostra città abbiamo
    detto per giorni state a casa . Il primo relatore ha detto che
    quando il livello di emergenza è a livello grave si procede alla
    riduzione delle corse, si procede alla cancellazione, beh, non
    vogliamo dare un'informazione? Possediamo degli strumenti che bene o
    male oggi consentono quasi in tempo reale di veicolare determinate
    notizie che sono riconducibili a un'assunzione di responsabilità.
    Secondo me lei se l'è cavata molto velocemente nel giustificare le
    criticità che purtroppo si sono presentate sotto il profilo della
    divulgazione e dell'informazione. Qui ci voleva una consapevolezza
    maggiore della situazione, così come vi si è venuta a creare, perché
    voi avete perso il controllo della situazione e quindi dovevate
    responsabilmente dire che le corse venivano cancellate, informare
    adeguatamente. Insomma la gente, se non poteva contare sul treno,
    doveva saperlo con certezza se non altro per capire come regolarsi,
    per come andare a lavorare o per come comportarsi, per andare
    all'università o per come rapportarsi con la propria famiglia. Voi
    avete delle responsabilità molto grandi dal punto di vista sociale e
    anche dal punto di vista di questo livello manutentivo, che non è
    adeguato. Io ho un'azienda e ai sensi della 626 devo sempre
    garantire che il lavoro all'interno della mia azienda avvenga
    all'insegna della sicurezza dei miei collaboratori. Scusate, ma io
    ho viaggiato, sono andata a Vasto sabato scorso, ho impiegato sei
    ore e mezza, di cui tre ore le ho impiegate per fare Bologna-Fano in
    una giornata meravigliosa di sole come sabato scorso. C'è qualcosa
    che non mi quadra in tutta questa situazione, per cui, ripeto, per
    me la vera emergenza è oggi, quindi io sono d'accordo con
    l'assessore sul fatto di usare prudenza, rispetto al rinnovo del
    contratto, e ritengo che sull'argomento se ci vogliamo tenere
    raccordati perché, come diceva giustamente Thomas Casadei, questa è
    un'audizione, abbiamo ascoltato, ripeto, e avrei voluto ascoltare
    altre cose; mi sarebbe anche bastato sentire un'assunzione o
    quantomeno la consapevolezza Io da voi ho capito che ci siamo
    trovati in una situazione di grande emergenza, ho sentito parlare di
    tundra, di Siberia, ma non ho sentito dire da parte vostra:
    probabilmente non siamo stati all'altezza della situazione,
    probabilmente anche a livello relazionale qualche cosa non ha
    funzionato. Anche questa poteva essere un'informazione utile anche
    per giustificare di fronte a questa eccezionalità. Grazie.
    Esce il consigliere Bazzoni.
    Il consigliere FAVIA: condivido buona parte delle cose che sono
    state dette dai consiglieri: l'inadeguatezza davanti all'emergenza
    neve è evidente in tante piccole cose, abbiamo i marciapiedi davanti
    alla Regione ancora pieni di neve, son passati ormai un bel po' di
    giorni quindi C'è purtroppo un'inadeguatezza generale davanti a
    queste situazioni , eh però ci sono anziani persone che camminano in
    mezzo alla strada perché non sono stati ancora liberati i
    marciapiedi di questa città. A parte questo, che c'è chi se ne
    occupa, noi abbiamo qui un'altra funzione. A proposito di Bologna,
    ma la stazione non doveva già essere finita? Ancora due anni dovremo
    aspettare, assessore? A chi devo chiederlo? Non allargo neanche il
    discorso su Trenitalia o RFI, sul contesto generale o sui nodi che
    riguardano la nostra regione perché non è qui la sede, ma non avrei
    sicuramente da spendere parole positive. Quello che però non capisco
    nel ragionamento di alcuni consiglieri è un punto: si punta molto
    sulla comunicazione e si porta il tema della comunicazione come un
    tema che porterà - da quello che ho capito - a una reazione da parte
    della Regione, ma, e chiedo anche l'attenzione degli esponenti di
    RFI, il contratto di servizio cosa dice? Perché noi siamo davanti a
    dei soggetti di diritto privato che si relazionano a noi con dei
    contratti di servizio, quindi sta anche a noi però essere in grado
    di scrivere dei contratti di servizio che prevedano la tutela degli
    utenti in ogni tipo di contesto. Quindi questo, non per fare la
    punta agli spilli, ma quello che vorrei capire è questo: noi ci
    siamo tutelati? Perché se noi non ci siamo tutelati abbiamo un bel
    da pretendere, non siamo davanti a un ente pubblico, siamo davanti
    comunque a un soggetto di diritto privato. Non condivido questa
    idea, soprattutto sul tema dei trasporti, di quelle che si chiamano
    privatizzazioni liberalizzazioni, ne prendo però atto, sono in
    estrema minoranza ma di sicuro quando tu - guardiamo quel che è
    successo con Hera - deleghi a dei privati la gestione non puoi
    pretendere di avere il controllo totale. Anzi lo perdi e si va fuori
    controllo. Allora se, come dire, la cabina di regia come
    strumentazione è quella di RFI per le comunicazioni, che si deve
    raccordare con le imprese ferroviarie, quale vincolo abbiamo imposto
    noi sul tema di una puntuale comunicazione alle imprese ferroviarie?
    Lo chiedo come informazione non come polemica, proprio per capire
    cosa si può pretendere se effettivamente non hanno rispettato un
    contratto perché quel che conta qui è il rispetto o meno di un
    contratto. Allora a me piacerebbe entrare, e penso che sia mancato
    in questa discussione, in quelle che sono le clausole del contratto,
    e cosa effettivamente l'azienda -questo non ho sentito dall'azienda-
    abbia o non abbia rispettato. Cioè l'azienda qui ci deve dire:
    abbiamo rispettato il contratto o non l'abbiamo rispettato, qui
    abbiamo anche la possibilità di avere l'assessore e capire quali
    sono i punti.
    Su FER volevo aprire una parentesi sul tema del materiale rotabile a
    diesel. Ci è stato detto: non abbiamo potuto continuare il servizio
    in galleria perché non avevamo il materiale elettrico nuovo. Non ho
    ancora capito come mai siano stati acquistati e sono di recente
    acquisto dei mezzi a diesel con tutti i discorsi che facciamo
    sull'impatto ambientale; quindi avevano i mezzi a diesel nuovi, ma
    non avevano i mezzi elettrici nuovi, con la linea elettrificata.
    Abbiamo fatto anche investimenti per elettrificare la linea. Sempre
    a FER volevo chiedere qual era la loro disponibilità di locomotori
    spazzaneve o comunque di materiale rotabile in grado di togliere il
    ghiaccio dai binari. Spero che si possa chiarire questo tema del
    contratto di servizio e soprattutto vorrei avere delle statistiche
    su quelle che sono state le interruzioni dei treni diciamo di classe
    un po' più alta. Perché nel momento in cui noi andiamo a ridurre il
    flusso di traffico vorrei capire se nella riduzione calcolata
    essendoci un allerta del flusso di traffico, sono stati comunque
    privilegiati i treni che diciamo trasportano la business class - e
    anche questa è una domanda, non ho una risposta sennò citerei il
    dato - o se ci sia stata un'equa distribuzione di queste riduzioni.
    Il consigliere FILIPPI: anch'io ringrazio i tecnici di Trenitalia,
    di RFI della Regione Emilia-Romagna e naturalmente l'assessore Peri.
    Sappiamo tutti che la nevicata era stata anticipata da tempo, era
    prevista, non è stata una nevicata improvvisa. La Protezione Civile
    l'aveva annunciata e aldilà delle belle parole che abbiamo ascoltato
    qui dai tecnici di Trenitalia, secondo me delle autodifese. Hanno
    parlato dei pantografi perfettamente funzionanti, hanno parlato
    delle scaldi glie, hanno parlato di liquidi scongelanti ultima
    generazione, di locomotori rompi ghiaccio, di turbine, il problema è
    che con tutte queste cose i pendolari hanno subito, secondo il mio
    modesto punto di vista, dei disagi ben superiori alla nevicata.
    Io a volte prendo il treno da Reggio Emilia a Bologna e viceversa, a
    volte vengo in macchina a volte in treno; beh, nei tabelloni c'erano
    ritardi di 150-160 minuti, niente di grave; il problema è che quando
    il treno doveva arrivare veniva cancellato, soppresso. Allora uno è
    due ore che aspetta, cinque minuti prima che il treno arrivasse
    veniva soppresso; questa è già una presa in giro per l'utente ma non
    solo, a me è capitato che ci hanno fatto salire su un treno Freccia
    bianca dopo due ore di attesa perché sono arrivati due treni
    contemporaneamente: un treno che voi chiamate treno regionale cioè
    quelli della Regione che vanno a Piacenza e un treno Freccia bianca;
    l'addetto al servizio ha detto: salite sul Freccia bianca perché
    sicuramente parte prima, beh dopo 40 minuti che eravamo seduti nel
    Freccia bianca è arrivato l'annuncio che il locomotore è rotto ho
    capito, non è la business class, io ho l'abbonamento, prendo
    qualunque treno, i treni sono gli stessi, sono i treni che vanno da
    Bologna a Milano C'è stata una presa in giro da parte delle ferrovie
    nei confronti degli utenti. Non si fanno salire gli utenti su un
    treno consigliandolo e poi dopo 40 50 minuti si dice: no, ci siamo
    accorti che la macchina è rotta quindi dovete salire sul prossimo
    treno, quindi ci sono stati disagi aldilà della nevicata. Io non so
    come facciano in Russia dove sono all'ordine del giorno queste
    nevicate, o in Danimarca come fanno? Mi fermo qui ma i problemi, se
    dalle altre parti li risolvono, dovremmo risolverli anche noi.
    Studiamo come fanno perché le nevicate sono all'ordine del giorno,
    quindi se guardate come fanno là credo che il problema si risolve
    anche qua. Io non capisco, qui abbiamo delle tecnologie che secondo
    me sono tecnologie superate e mi è parso dai commissari di questa
    commissione di ascoltare un palleggio di responsabilità. Il problema
    è che i disagi ci sono stati, sono stati gravi e, caro assessore, i
    contratti -io ho fatto il professionista per vent'anni- quando
    facevo i contratti li facevo con persone che il più delle volte al
    90% se andava proprio male perdevano la caparra perché c'era una
    caparra, sennò di solito i contratti si fanno con enti con persone
    giuridiche che rispettano i contratti; qui sono dieci anni che
    frequento questa Regione e sento sempre la Regione che accusa
    Trenitalia e anche Trenitalia che accusa la Regione. I contratti si
    fanno con enti che li rispettano; qui mi pare di assistere a un
    palleggio di responsabilità, che leggo anche dai giornali perché
    leggiamo che il direttore Gino Maioli, presidente di FER, loda la
    Regione Emilia-Romagna per la neonata società di trasporto persone
    TPER, che in questi giorni di grande difficoltà è stata in grado di
    assicurare la stragrande maggioranza di treni.
    Assessore -io l'ho detto anche in Aula- qui abbiamo 15 dirigenti,
    abbiamo una trentina di quadri, abbiamo un sacco di persone che
    stanno in ufficio; i dirigenti intanto ognuno è dirigente di se
    stesso, quando ci sono delle difficoltà un dirigente dovrà prendere
    anche la pala, se c'è un problema modesto non dico che vada a fare
    lo spalatore, ma come fa uno in casa sua che arriva e davanti a casa
    si toglie la neve perché giustamente lo spazzaneve la neve la butta
    davanti agli ingressi, io credo che un dirigente dovrebbe avere il
    coraggio di sporcarsi le mani e di fare qualcosa. In Regione abbiamo
    troppi dirigenti assessore, perché lei adesso mi deve spiegare cos'è
    questa TPER. Poi leggo, non ho preso il giornale di oggi, ma leggevo
    nel giornale di ieri.., no, non sono disinformato, secondo me in
    questa Regione si fanno troppe società. Leggevo nel giornale di oggi
    di Reggio Emilia di SETA, quest'altra società che è nata non so
    quanti mesi fa, cioè qui si fanno società..Io ho un'azienda, i miei
    genitori hanno un'azienda, è 60 anni che l'azienda ha lo stesso
    nome. Le aziende private vanno avanti per 60 anni con lo stesso
    nome, qui ogni tre mesi cambiamo nome. Allora è ora di smetterla di
    cambiare nome alle aziende perché c'è qualcosa che non funziona. Voi
    della sinistra dovete dimostrare maggior serietà nei confronti dei
    cittadini utenti perché il cambiare, io ho fatto l'esempio l'altro
    giorno quando in Aula parlavo di Terre emerse-Terre emerse-Terre
    imolesi-COPA-TEMPA, cioè in due anni una cooperativa cambia quattro
    nomi; non si può, c'è qualcosa che non funziona, assessore, lei è
    inutile che sorrida e che faccia il furbo. I problemi ci sono,
    assessore, qui cambiate nome per nascondere cose e alla fine
    nascondete dei disagi. Dovete dimostravi più capaci di fare il
    vostro mestiere e dovete smetterla di dare colpa alla FER o alle
    Ferrovie dello Stato o viceversa. Il problema è che i treni per 15
    giorni non andavano, i disagi ci sono stati anche quando il sole
    brillava come oggi; evidentemente ci sono delle disfunzioni croniche
    che vanno curate, lei è l'assessore competente, fa dei contratti,
    faccia dei contratti come si deve.
    Rientra il consigliere Bazzoni. Esce la consigliera Donini.
    La consigliera COSTI: credo chiaramente che l'assessore faccia i
    contratti con chi è in grado di fare quel servizio e se oggi in
    Italia, voglio dir così perché altrimenti, lo ribadisco: credo che,
    insomma, stiamo parlando di un tema particolarmente delicato e credo
    anche importante, proprio perché ha comunque riguardato la vita di
    migliaia di persone. Chi fa il pendolare lo sa e mi pare opportuno,
    visto che oggi abbiamo l'occasione, come avevamo chiesto alcuni
    consiglieri, di avere Trenitalia qui con noi proprio per parlare di
    questo tema e capire anche un attimo meglio cosa sia successo, ma
    soprattutto che cosa si intenda mettere in campo rispetto al futuro
    perché quello che è successo, secondo me, serve per capire che cosa
    ha funzionato certamente, e ringrazio chi oggi ha portato anche
    l'informazione di ciò che è stato messo in campo. Non mi permetto di
    mettere in discussione quello che avete oggi portato come
    informazione, ma credo che quello che serve sia capire che cosa si
    mette in campo per evitare o diminuire il più possibile quello che è
    capitato con una situazione che certamente è stata eccezionale, io
    continuo a dirlo, però sappiamo che potrà ripresentarsi anche per il
    futuro e quindi non possiamo più nel futuro dire non sapevamo
    niente. Io credo anche che l'assessore Peri abbia chiarito molto
    bene competenze e responsabilità, oltretutto ha dato anche delle
    risposte molto precise, ha detto che si andrà comunque a gara anche
    se sarebbe possibile la proroga. Quindi credo che si applicheranno
    tutte le multe possibili e immaginabili, però credo che qui ci sia
    un tema che riguarda la rete nazionale e la rete nazionale che
    comunque influisce in modo straordinario e influirà anche nel futuro
    rispetto alla regione Emilia-Romagna perché comunque il nodo di
    Bologna è nodo essenziale, passa tutto da lì, per come è collocata
    anche la nostra Regione e quindi credo che anche se vogliamo fare
    della polemica tra di noi -colpa di uno colpa di un altro- questo
    tema della rete nazionale non lo possiamo evitare, e non potremo
    evitarlo né oggi né domani perché l'assessore Peri ha parlato
    giustamente nel suo intervento che uno dei temi importanti che ci
    troviamo ad affrontare è che oggi ci troviamo ad avere finalmente
    una rete infrastrutturale potenziata; poi qui c'è sempre il
    miopismo, voglio dire che qui qualcuno ha governato e mentre si
    continuavano a fare infrastrutture, e semmai a terminarle, le
    commesse dei treni risalgono a molto tempo fa': costruire un treno
    non ci vuole un anno, ci vuole molto di più.
    Allora torno al tema: ho ascoltato molto attentamente quello che
    avete detto. Mi sento di fare alcune riflessioni per il futuro, per
    quanto riguarda i contratti sui quali sono d'accordo con Peri, qui
    bisogna essere seri corretti, le multe tutto quello che uno vuole.
    Ascoltandovi, le valutazioni che mi sono venute sono: la prima,
    capisco tutto, voi gestite un settore complicatissimo, capisco
    benissimo che gestire un settore di questa importanza occorrono
    delle capacità tecniche organizzative, però se devo dire quello che
    mi è parso mancare, soprattutto nell'intervento dell'ingegner Di
    Ruzza perché credo che sia poi quello che raccoglie, è che quando
    parliamo di questi servizi bisogna sempre ricordare che noi
    trattiamo servizi che riguardano dei cittadini. Questo tema lo dico
    perché quando tutti i miei colleghi anche l'assessore parlano
    dell'informazione, della comunicazione, di quel minimo di
    organizzazione, se non si ha ben presente che cosa succede rispetto
    non solo alla macchina, non solo al personale, ma a chi è
    all'interno o comunque vive questa esperienza, ripeto, credo che si
    fa molta fatica a costruire i servizi e soprattutto dei meccanismi
    che possano funzionare. Sono stata il primo giorno in stazione, ho
    aspettato otto ore e mezzo, ma non ho brontolato perché ho
    aspettato, però non c'è stata una comunicazione che fosse una
    comunicazione, un'informazione che fosse un'informazione, non sono
    stati aperti degli strumenti delle situazioni di emergenza perché la
    gente è stata otto ore e mezza lì sotto al tabellone perché ci si
    continuava a dire: state nel piazzale ovest a vedere se i treni ci
    sono o non ci sono. Allora questo, ripeto, non è un tema
    straordinario, è un tema di organizzazione dei servizi minimi: si
    aprono i bagni. Io vi dico una cosa secca: si aprono i bagni e non
    si lasciano a pagamento; questo vale per quel giorno e vale per
    l'altro. Allora io credo che se si prende il tema da questo punto di
    vista si mettono in atto servizi sostitutivi, se non sono possibili
    servizi sostitutivi si informa che comunque fino a quel tot di ore
    il treno non viaggia, cioè che non sono delle cose straordinarie
    perché capisco che dopo ci sono altri problemi e credo che i piani
    di emergenza vadano fatti sempre sapendo che dall'altra parte
    comunque lì c'è un cliente. Parlare di cliente è complicato in
    questa situazione, diciamo utente perché non può scegliere
    nient'altro, soprattutto in quelle condizioni date, quindi è una
    situazione un pochino diversa. Allora se facciamo questa riflessione
    bisogna che, chi ha il compito di gestire queste situazioni sappia
    che l'emergenza va programmata rispetto alle problematiche e alle
    mancanze che sappiamo che strutturalmente ci sono. Perché non
    possiamo imparare oggi che effettivamente non si è investito, non si
    è fatto, non si è detto, cioè voglio dire lo sappiamo tutti, lo
    conosciamo tutti. Mi aspetto questo da Trenitalia, mi aspetto che
    questa esperienza che ha riguardato la regione Emilia-Romagna, ma
    che non ha riguardato ci porti, vi porti ad una riflessione profonda
    su come affrontare questi temi, adesso parlo a voi perché siete qui
    voi, ma mi rivolgo a chi ha le competenze e la responsabilità di
    governare questi processi.
    Se si ribalta un attimo - e questo è un problema che abbiamo in
    Italia e spero che alcune soluzioni vengano avanti anche di maggior
    concorrenza proprio per eliminare anche questi elementi-, io credo
    che se si ragiona in questo modo probabilmente anche dei problemi
    che abbiamo quotidianamente come sulle linee di funzionamento forse
    sarebbero prese in considerazione un pochettino di più perché,
    ripeto, quello che manca proprio nell'organizzazione mi pare questo
    pezzo. E anche oggi, lo dico con molta franchezza, mi è parso
    proprio che sia mancato questo aspetto. Poi ripeto, io non vi metto
    in discussione, sicuramente avete cercato di fare brigare eccetera,
    ma se a monte non c'è questa attenzione di fondo qualsiasi piano
    credo che rischi di essere non adeguato. In Emilia-Romagna il treno
    è diventato il mezzo di spostamento fondamentale per merito, credo,
    soprattutto della Regione che ci ha creduto e l'ha valorizzato, ma
    se è fondamentale da quello dipende la possibilità delle persone non
    dico per studiare perché si può perdere anche una lezione, ma per
    andare a lavorare, per andare a lavorare! E quindi qui ci sono
    migliaia e migliaia, centinaia di lavoratori che rispetto a questa
    vicenda hanno avuto dei problemi enormi. Ecco, allora io vi chiedo -
    dopodiché ci sono le lunghe percorrenze, guardate, non apro neanche
    questa polemica - di prendere come punto di riferimento chi è il
    soggetto a cui si deve guardare che è certamente il cittadino.
    Rientra la consigliera Donini. Escono i consiglieri Favia e Noè.
    Il consigliere BAZZONI: noi sosteniamo l'emergenza ferroviaria della
    Romagna e in special modo di Ravenna da tanto tempo e diciamo che
    quello che si è verificato durante queste nevicate è stato né più né
    meno quello che abbiamo sempre sostenuto. Le ferrovie da noi non
    funzionano quando c'è bel tempo, con la neve non sono certo
    migliorate, non è certo migliorato il servizio. Bisogna anche
    considerare che le precipitazioni sono venute in un arco di tempo,
    quindi una maggiore organizzazione si poteva fare. Il disagio, come
    han detto tutti quanti i miei colleghi è stato delle persone che non
    sono riuscite a prendere il treno le coincidenze e venivano spostati
    gli orari, soppressi i treni; questo è capitato in quei giorni ed è
    soprattutto capitato nei giorni successivi quando c'era un tempo
    migliore.
    Ho fatto anche diverse rimostranze, interpellanze e mozioni per
    segnalare questo problema, però devo dirvi che il giorno venerdì 10
    febbraio ho preso il treno da Ravenna volutamente per andare a
    Firenze. Sostengo anche il discorso di sviluppare la linea
    Ravenna-Firenze, cosa che però abbiamo sempre predicato al vento. Io
    ho preso il treno a Ravenna, sono arrivato a Faenza, devo dire con
    un grandissimo disagio, dopodiché a Faenza ho preso il treno per
    Firenze, ho preso il Minuetto, il Minuetto però ha funzionato ed è
    passato anche zone dove -a Marradi- c'erano due metri e mezzo di
    neve. Allora io dico: fa bene l'assessore a chiedere i danni a
    Trenitalia, fa bene l'assessore a far dei contratti con delle penali
    che, se non si verificano certe condizioni, è giusto che chi non
    ottempera alle condizioni debba dare un risarcimento. Io credo che
    questa cosa ci deve insegnare a tutti noi che dobbiamo andare
    incontro alle persone, cercare di risolvere i problemi delle
    persone, di far sì che queste cose qui non si verifichino più.
    Vogliamo creare un qualche cosa di costruttivo contro il disagio che
    hanno avuto i passeggeri. Volevo anche dire che in questo isolamento
    della Romagna e di Ravenna Trenitalia ha mostrato un totale
    disinteresse per tutte le problematiche riferite alla Romagna.
    Allora io chiedo alla Giunta regionale che venga messo allo studio e
    redatto un piano straordinario ed urgente per la mobilità logistica
    della Romagna con particolare riferimento a Ravenna, e che questo
    diventi il cuore e la parte fondamentale e imprescindibile per il
    PRIT, affinché l'attore principale di questo piano diventi l'ex FER,
    un vero braccio operativo della Regione per orientare e supportare
    le strategie di sviluppo e di recupero dei gap che si sono
    accumulati. Chiedo anche che la FER si occupi prioritariamente del
    collegamento Ravenna - Faenza - Firenze e di integrare e migliorare
    la viabilità della Romagna con il capoluogo Bologna, Marche e
    Veneto.
    Il consigliere BERNARDINI: non perderò neanche un secondo per
    Trenitalia in quanto ritengo che ormai sia come sparare sulla Croce
    Rossa, potremmo raccontare di tutto su quelle che sono state le
    inefficienze. Oggi invece non delle domande, ma delle richieste,
    assessore. Condivido gran parte del suo discorso a parte la doccia
    fredda finale sui tempi di consegna della stazione di Bologna, però
    ritengo che anche la domanda che ha fatto il collega Favia ossia
    sapere anche il quadro normativo in base al quale ci si muove per
    chiedere il risarcimento danni, quindi applicare le sanzioni che la
    Regione vuole in qualche modo avanzare sia doveroso renderle note
    proprio per dare la possibilità anche a noi. E' noiosissimo penso
    leggere un testo contrattuale come quello che è stato siglato, e lo
    dico da avvocato quindi penso che nessuno si cimenterà nella lettura
    pagina per pagina di tutto l'articolato, però potrebbe darci una
    mano nel senso di portare a conoscenza quelle che sono le norme in
    base alle quali poi verranno in qualche modo richiesti i
    risarcimenti.
    E altrettanto chiedo che, visto che nel momento cruciale per il
    rilancio anche di una programmazione nostra come ente regionale è
    quello del nuovo bando di gara - la gara europea - che sarà fatta
    tra pochi mesi, se è possibile avere un passaggio all'interno della
    Commissione di quello che sarà un nuovo bando di gara perché
    conterrà quello che noi andremo a chiedere a chi parteciperà e poi
    vincerà in termini proprio anche di tempistica per il rinnovo del
    parco mezzi e per il rinnovo di tutti quegli interventi che verranno
    fatti. Quindi chiedo ufficialmente che da questa commissione venga
    resa partecipe -non dico di condizionarne il contenuto, ma quanto
    meno di sapere per poter verificare in concreto quelle che sono le
    richieste che andremo a mettere in campo in questo nuovo bando di
    gara per verificarne il rispetto poi con il passare dei tempi di
    tutte le prescrizioni che saranno ivi contenute.
    Una battuta a Casadei: i deficit per gli organici della manutenzione
    sono cronici, da FS in poi, da figlio di ferroviere ti dico che
    purtroppo è una costante, quindi ti rispondo già per bocca loro
    aldilà delle assicurazioni che daranno sugli organici e sulle
    manutenzioni che fanno sono ridotti all'osso, ma questo ormai da
    decenni; questo è un problema che poi produce le conseguenze che
    abbiamo vissuto in una situazione di emergenza come quella che c'è
    stata.
    Il consigliere MANDINI: credo che qui sia venuto fuori un incontro
    interessante anche per certi versi, nel senso che le problematiche
    che sono state evidenziate dai vari soggetti che sono predisposti al
    trasporto nel nostro territorio hanno evidenziato uno sforzo che
    comunque si è prodotto. Questo sforzo, come è emerso chiaramente non
    solo oggi ma in tutti i disservizi, è stato insufficiente, pur
    comprendendo l'eccezionalità degli eventi, specialmente nella zona
    della Romagna, però sicuramente è venuto fuori un quadro negativo.
    Io non riprendo perché condivido tutti gli interventi che mi hanno
    preceduto, però a questo punto pongo una domanda: visto che ci sono
    tre livelli di attivazione di emergenze diverse; visto che come
    diceva il consigliere Filippi in tanti, lui compreso, hanno visto su
    un tabellone prorogarsi i ritardi e nei momenti in cui i treni
    dovevano arrivare in stazione son stati cancellati. Allora, la
    domanda molto banale che faccio è: faccio fatica a comprendere i
    motivi, c'è in questi piani di emergenza una selezione preventiva
    dei treni da sopprimere? Oppure si va a caso, a caso si gestisce in
    base alla situazione del momento perché, lo diceva anche
    l'assessore, lacune sono emerse sicuramente però se io devo far
    passare dieci treni in quel posto a seconda dell'emergenza che ho,
    decido già prima quello che sopprimo oppure gestisco in base a
    quello che mi si presenta? Perché se è quest'ultima la scelta non
    sono esperto del settore, però credo che riesco a prevenire poco
    quelli che sono i disagi e riesco a fare anche poca informazione se
    non so già cosa mettere in campo in termini di percorsi. Sono
    abituato a ragionare che quando si previene si sa già cosa si deve
    mettere in campo e cosa fare a seconda dei livelli. Poi ovviamente
    concordo con quanto ha detto l'assessore sia rispetto alla severità
    che bisogna mettere in campo sulle sanzioni sia rispetto alla
    necessità di provvedere a una nuova gara che poi vedremo come sarà,
    però sicuramente è importante che ci siano delle clausole per gli
    investimenti nel settore del rinnovo del parco rotabile.
    Escono i consiglieri Bernardini, Meo e Marani. Rientra il
    consigliere Favia.
    L'assessore PERI: tenterei di dare un po' di risposte e anche
    qualche spiegazione perché ci sono un po' di elementi che forse
    vanno chiariti. Purtroppo manca l'interlocutore e io rispondo
    lasciando a verbale perché, diciamo, sarebbe giusto anche
    interloquire con chi fa delle domande di grande dettaglio e poi non
    può ascoltare le risposte. Ovviamente se si comportasse così
    Trenitalia saremmo nel caos. Intanto rispondo a Favia: abbiamo
    comprato materiale diesel perché abbiamo l'80% delle linee
    ferroviarie regionali che sono non elettrificate , sarà grave ma
    quella è l'eredità che abbiamo, non è che le abbiamo costruite noi
    così; la invito a fare un po' di raccolta dati e poi di aggiornare
    le proprie valutazioni. In realtà noi abbiamo costruito con
    quell'investimento delle condizioni di viaggio che sono cambiate di
    360 gradi nel giro di poco tempo. Abbiamo acquistato 12 treni diesel
    in due anni; dal momento in cui abbiamo fatto l'ordine al momento in
    cui sono entrati in esercizio, che è un mezzo miracolo in questo
    settore per cercare di fare un salto di qualità su linee che
    comunque continueranno a essere così ancora per tempo per ragioni
    diverse a seconda delle linee, ma sulle quali abbiamo prodotto un
    miglioramento della qualità notevole. Ovviamente non prevediamo di
    comprarne altri di treni diesel, tant'è vero che la seconda commessa
    che abbiamo fatto due anni fa' è quello della gara per l'acquisto di
    materiale elettrico sempre riferito al traffico pendolare di breve e
    media percorrenza perché su quello è l'investimento strategico che
    FER, che Regione con la propria azienda ha fatto in questi anni. Il
    primo treno arriverà nei prossimi mesi e probabilmente in rapida
    successione i primi dodici -poi lì c'è anche un'opzione per altri
    dieci- e così via. La gara in quel caso l'ha vinta Stadler, che è
    un'azienda svizzera che fornisce treni di buona qualità, il prezzo è
    molto diverso ovviamente, però di grande affidabilità anche in
    questo caso perché rispetta il contratto fatto, sta rispettando i
    termini di consegna. Quindi da questo punto di vista non credo che
    possiamo essere accusati di non aver fatto la nostra parte, anzi
    direi che ne abbiamo fatta in misura molto rilevante surrogando
    anche il mestiere che doveva fare qualcun altro. Per quel che
    riguarda l'informazione io ci terrei a fare una precisazione:
    ovviamente noi applicheremo in modo assolutamente rigoroso e
    minuzioso gli aspetti contrattuali che contengono anche elementi per
    ciò che riguarda la qualità del servizio, anche in termini di
    informazione, non solo di puntualità. Contano diversi parametri che
    compongono la qualità del servizio: la logistica di stazione,
    l'informazione, le pulizie, tutti i parametri che compongono il
    contratto di servizio.
    Non vorrei che si dimenticasse però il fatto che RFI e Trenitalia,
    nel momento in cui svolgono il loro mestiere, svolgono anche un
    mestiere di servizio pubblico, quindi contratto o non contratto -
    adesso la dico così, ma chi mi ascolta lo sa - sono aziende di
    diritto privato che svolgono un servizio pubblico e
    nell'espletamento di quel servizio pubblico, certo che ci sono dei
    parametri di riferimento dei contratti che sono fra RFI e Trenitalia
    e fra Trenitalia e Regione, perché noi non abbiamo un contratto
    diretto con RFI, noi non compriamo servizi da RFI, ma con RFI
    facciamo degli accordi per avere la garanzia delle tracce che ci
    servono per fare le gare, per comprare i servizi. Da questo punto di
    vista per noi RFI è un soggetto indiretto per quello che riguarda
    l'esercizio quotidiano dei servizi, ciò non toglie però che questa
    filiera di responsabilità ha come parametro di riferimento - lo
    dicevano in tanti - l'utenza. Quindi tutta la nostra attività deve
    essere orientata a produrre, ognuno per il proprio pezzo, il
    programma, chi gestisce, chi deve garantire la rete, tutti siamo
    orientati a guardare a chi quei servizi sono rivolti. In questo caso
    parlando di servizi ferroviari regionali sono rivolti ad un'utenza
    regionale che ha dei diritti che acquisisce con l'acquisto del
    biglietto. Quello è il contratto che fa il cittadino quando acquista
    il titolo di viaggio: fa un contratto con un'azienda che gli
    fornisce un servizio. Quindi da questo punto di vista applicazione
    rigorosa di questi elementi contrattuali, non ultime anche le norme
    europee di tutela dei consumatori ecc. cose note, ma anche una
    valutazione su come è orientata l'attività imprenditoriale,
    industriale di questi soggetti che hanno comunque come orizzonte la
    tutela e la gestione di servizi di grande rilevanza pubblica.
    Rientra la consigliera Meo.
    Ora non vorrei che si innescasse un equivoco, perché si fa presto ad
    andare a finire sui giornali, la stazione di Bologna non finisce fra
    2 anni, ovviamente ragionavo nel completamento di tutto ciò che
    servirà, a metà di quest'anno è previsto il passaggio senza la
    fermata, alla fine del 2012 sarà prevista la fermata degli Eurostar
    sotterranea nella stazione che si sta realizzando, la copertura
    sopra, il ripristino dei binari ai fini del regionale nel 2013.
    Questa è la scansione temporale che dopo i ritardi, abbiamo
    convenuto negli ultimi incontri fatti e su quella mi pare si stia
    procedendo. Alla fine del 2012 gli Eurostar passano sotto con la
    fermata, prima senza fermata. Questo lo dico perché se no da domani
    l'informazione è completamente sbagliata. A Filippi non so cosa
    dire, produrrò una nota scritta, risponderò all'interpellanza perché
    ovviamente il misto della polemica con l'informazione è un po'
    complicato. Invito Filippi ad aggiornare i dati perché i dirigenti
    non sono 16, ma esattamente la metà e invito Filippi a guardare
    perché si cambia nome, ma in realtà si cambia la società da cui
    deriva un nuovo nome e non viceversa. Avevamo tre aziende in Emilia
    adesso ce ne è una, c'erano tre aziende in Romagna adesso ce ne è
    una, c'erano
    Il consigliere FILIPPI: ogni tanto cambi
    L'assessore PERI: non pretendo che si orienti così bene in una roba
    molto complicata dove serve effettivamente un po' di attrezzatura.
    Secondo me c'è stato un problema ulteriore nella gestione
    dell'emergenza, perché il nodo di Bologna è effettivamente uno dei
    grandi nodi nazionali dove si sovrappongono diverse categorie di
    servizi: alta velocità, lunga percorrenza, traffico regionale, SFM,
    e tutto si sovrappone dentro la stazione di Bologna perché converge
    e smista una quota rilevantissima di traffico. E' evidente che anche
    lì c'è un problema - la dico così, perché è evidente che è una
    discussione che poi andrà avanti - Mandini sollevava un tema non
    indifferente perché quando sei in regime di riduzione della capacità
    di traffico e devi decidere chi passa prima e chi passa dopo, come
    dire, una gerarchia e una possibilità di scelta esiste. Anche questo
    sarà molto utile ai fini di futuri contratti, perché già adesso
    esistono delle gerarchie e delle priorità che noi abbiamo codificato
    e contrattualizzato e siccome non sempre questo funziona, perché poi
    capisco nell'emergenza se c'è un canale dritto e ci sono altri che
    adducono, fai prima a far passare quello dritto, invece gli altri
    che devono passare dagli scambiatori ci mettono un po' di più,
    adesso banalizzo un po', però in quella scelta di priorità poi ci
    sta anche una gestione, diciamo così, un po' più soggettiva che deve
    guardare a quello che sta accadendo nello scenario regionale, perché
    se hai dei regionali che aspettano da sei ore e hai un lunga
    percorrenza che aspetta da due ore ci si va in mezzo e si cerca di
    trovare il punto di equilibrio. Non è un compito nostro ovviamente,
    il nostro mestiere è quello di costruire quelle condizioni che
    riducano il più possibile il margine discrezionale, stabilendo a
    priori delle categorie. Conta di più quello piuttosto di quell'altro
    a seconda di determinate condizioni di viaggio, questo è il punto
    fondamentale. Quindi io credo che sia legittimo anche per noi
    imparare da questa esperienza per tarare, costruire i prossimi
    elementi di relazioni contrattuali in modo tale da garantire ciò che
    a noi interessa di più cioè i servizi ferroviari di livello
    regionale o metropolitano come l'SFM. Non ho nessuna difficoltà,
    anzi credo sia utile per questa commissione avere altri due
    passaggi: il primo con il monitoraggio che stiamo completando e
    entreremo nei dettagli anche degli aspetti contrattuali dai quali
    derivano le sanzioni, quindi sotto questo profilo già fra 10-15
    giorni siamo in condizioni di fornire questo materiale, ci siamo
    presi l'impegno con i pendolari e lo faremo volentieri anche con
    questa commissione in modo da rendere espliciti i dati reali e anche
    poi l'orientamento sulle scelte di come destinare queste risorse.
    Secondo passaggio che sarà più avanti, grosso modo fra un mese e
    mezzo, noi vorremmo tornare in commissione con gli indirizzi sulla
    gara, nel senso che la gara ha due passaggi: il primo sono gli
    indirizzi strategici, gli obiettivi, gli elementi fondamentali, il
    quadro per delineare la gara sul servizio ferroviario regionale e
    per questo credo che sia molto opportuno un passaggio di conoscenza
    e di informazione anche alla commissione, il che non significa che
    dopo dovremmo discutere i successivi passaggi che sono elementi di
    riservatezza della gara come capitolato di gara, se no si apre un
    fronte completamente diverso, mentre invece la parte che è di
    assoluta pertinenza e di utilità anche per il dibattito e la
    discussione, credo che sia molto importante che questo avvenga
    all'interno della stessa commissione. Per il momento mi fermerei
    qui, gli elementi principali sono quelli che dicevamo prima e su
    questi mi sento di garantire una reazione abbastanza forte per come
    è andata e per come anche sta andando in questi giorni, in queste
    ore. E' fuor di dubbio che il punto fondamentale da cui non si può
    prescindere, capisco, la dico così, chi è qui al tavolo da
    Trenitalia, FER, RFI, poi agisce nelle condizioni di quelle aziende
    e di quelle dotazioni finanziarie ed economiche che hanno a
    disposizione. Siccome noi spesso e volentieri diciamo a Trenitalia
    che vogliamo dei treni diversi, è chiaro che non ci rivolgiamo a Di
    Ruzza, perché non ha nessun potere di trovare delle soluzioni da un
    punto di vista della fornitura di treni nuovi, perché la fornitura
    di treni nuovi dipende dalle scelte dell'azienda a livello
    nazionale, ma dipende soprattutto da come quell'azienda è messa
    nelle condizioni o è obbligata o è costretta o è incentivata ad
    investire su un settore. Citerei pure, correndo il mio rischio, che
    mi dispiacerebbe al tempo stesso che da tutta questa vicenda venisse
    fuori che il sistema ferroviario dell'Emilia-Romagna in particolare
    per ciò che riguarda le linee e l'attrezzaggio delle linee sia un
    sistema antiquato, perché questo sarebbe un segnale assolutamente
    sbagliato e non oggettivo e mi assumo io la responsabilità di dirlo
    qui, perché non esiste, oggettivamente non è così. Ci sono delle
    ragioni per le quali quel sistema rischia appunto, lo dicevo
    all'inizio, di non funzionare e di apparire esattamente al contrario
    e quindi bisogna a maggior ragione rimuovere quelle cause lì, ma
    come si dice spesso non buttiamo via tutto perché altrimenti è
    autolesionismo. Cioè abbiamo investito talmente tanto sulla
    sicurezza e sulla capacità di portata di quel sistema che adesso la
    sfida è dimostrare che funziona, non dire che è tutto uno schifo.
    Attenzione perché ci vuol poco a introdurre una suggestione
    completamente sbagliata e quindi anche difficile da sostenere nel
    tempo, ma è evidente che dire questo non significa attenuare la
    denuncia e la criticità del sistema perché ancora non si è in
    condizioni di metterlo a valore. Esistono pochi snodi ferroviari in
    Russia se lo sognano un sistema ferroviario come quello che c'è qua,
    chiaro?
    Il consigliere FILIPPI: stiamo fermi una settimana per una nevicata
    L'assessore PERI: lascia perdere, questo è un sistema che ha un
    livello di sicurezza e di efficienza imparagonabile, allora se dal
    singolo episodio si vuol trarre giudizio sull'intero sistema,
    parliamone, ma bisogna entrare nel merito fuori dagli slogan, se no
    è aria fritta, se no è propaganda e la propaganda non serve a un
    tubo.
    Il consigliere FILIPPI: per una nevicata stiamo fermi una settimana
    L'assessore PERI: va bene ho capito l'hai già detto, è chiaro, il
    ritornello non aggiunge valore. Ciò che invece vedo come un pericolo
    in termini istituzionali, non politici, attenzione perché qui
    abbiamo prodotto un salto di qualità che - ribadisco - dobbiamo
    tutti quanti, loro per primi, concorrere a dimostrare che è stato
    utile investirci e che può produrre risultato di qualità, altrimenti
    è evidente che si gira a vuoto e quel sistema rischia di non dare
    quello che può. Questo per me è il punto fondamentale e l'elemento
    di assoluta criticità è il materiale.
    Il presidente ZOFFOLI: io direi questo, anche alla luce della
    considerazione e degli impegni che ha preso l'assessore Peri, mi
    pare che il modo più produttivo per continuare, perché di questo si
    tratta, questa riflessione e questo confronto, anche nei dettagli
    che venivano richiesti, sia quello di acquisire a questo punto il
    report finale dell'emergenza con tutte le informazioni anche di
    dettaglio e questo ci permette di ritornare ovviamente sul tema
    avendo ulteriori dati, ulteriori informazioni e quindi di concludere
    in quella sede questo tipo di riflessione. Naturalmente accogliamo
    anche con grande interesse il tema del nuovo bando, del nuovo
    percorso, perché mi pare di poter dire che al di là dell'emergenza,
    come si è detto, il nostro compito è di guardare avanti anche in
    questo caso e di lavorare per la nuova gara. Ringrazio quindi Di
    Ruzza, Ferrari e Ruiu e naturalmente l'assessore Peri per la
    partecipazione.
    La seduta termina alle ore 12,45.
    Approvato nella seduta del 15 marzo 2012.
    La Segretaria Il Presidente
    Samuela Fiorini Damiano Zoffoli
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