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Legislatura XI- Atto di indirizzo politico ogg. n. 8327

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo ad intervenire con urgenza per modificare il Decreto-legge 39/2024, estendendo le deroghe anche alle aree terremotate dell'Emilia-Romagna. (18 04 24) A firma dei Consiglieri: Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Stragliati, Liverani, Catellani, Rainieri, Occhi

Testo:

RISOLUZIONE

 

I sottoscritti Consiglieri Regionali

 

Premesso che

 

Nonostante i roboanti annunci della Regione Emilia-Romagna (https://www.regione.emilia-romagna.it/terremoto) susseguitisi negli anni, nelle zone colpite dal sisma 2012 ci sono ancora famiglie che necessitano di assistenza per la ricostruzione di abitazioni e attività economiche danneggiate.

 

La situazione si è progressivamente aggravata a causa di alcune difficoltà tecniche, del recente rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia.

 

Il ritardo provoca disagi non solo ai cittadini del cratere ma alle stesse aziende coinvolte nel processo di ricostruzione e alle imprese artigiane collegate.

 

Il decreto-legge 39/2024 dello scorso 29 Marzo ha, di fatto, previsto il blocco dello sconto in fattura e della cessione dei crediti fiscali derivanti da bonus edilizi, mantenendo la deroga per alcune aree del Paese colpite da calamità, non includendovi l’Emilia – Romagna.

 

All’esclusione del cratere sismico emiliano – romagnolo, avrebbero contribuito anni di discrepanza tra la realtà e la narrativa regionale secondo la quale il processo di ricostruzione poteva considerarsi ormai concluso.

 

Secondo alcune stime nell’area del cratere sismico, dai 200 ai 400 interventi privati necessitano ancora del sisma-bonus, tuttavia stoppato dal decreto-legge 39/2024.

 

Diverse imprese sono già in difficoltà a causa dei ritardi nei pagamenti dei lavori da parte della Pubblica Amministrazione, che a sua volta è in carenza di liquidità; tale circostanza riguarda sia il pagamento dei SAL ordinari sia quello dei cd. SAL “bis” previsti dal DL Aiuti, situazione che mette a rischio anche i lavori in scadenza del PNRR.

 

Considerato che

 

La crisi economica ha portato ad un generale peggioramento delle condizioni del credito che tuttora persistono e tendono ad alimentare la spirale negativa. La situazione straordinaria in cui si trova il mercato monetario ha fatto sì che le tradizionali politiche espansive si siano rivelate fin qui inadeguate per sostenere la domanda finale, con ingenti flussi di liquidità destinati alle speculazioni finanziarie con una parallela riduzione degli impegni bancari. L’attivazione degli scambi e dell’economia reale richiede l’introduzione di strumenti alternativi a quelli del credito bancario, in grado di mettere in condizione le imprese di scambiarsi beni e servizi senza l’intermediazione del circuito creditizio tradizionale e le famiglie di disporre di maggior potere di acquisto. Un circuito regolamentato di strumenti di scambio non monetari e di dimensioni adeguate potrebbe contribuire alla ripresa degli scambi e quindi al rilancio delle produzioni e dell’economia locale.

 

L’elemento della cessione del credito, legata al tanto vituperato “Superbonus 110”, ha consentito di porre le basi di uno strumento di scambio finanziario non monetario che ha avuto un peso significativo nella crescita del Paese negli anni post pandemia.

Tale strumento consiste in fatti in un mezzo di pagamento a valenza fiscale che non genera debito pubblico a carico dello Stato.

 

Sottolineato che

 

Lo Stato italiano ha di fatto rinunciato alle politiche monetarie nel momento in cui ha aderito alla moneta unica dell’Eurozona, ma mantiene ancora il controllo diretto sulle politiche fiscale, il che consente allo Stato di poter intervenire con propri strumenti di pagamento, a carattere non debitorio, solo nel campo del credito fiscale.

 

L’impiego dei crediti d’imposta cedibili troverebbe applicazione anche nelle fasi di ripartenza/ricostruzione a seguito di eventi straordinari, crisi o catastrofi ambientali (come la recente alluvione di maggio 2023) nei quali spesso e volentieri l’intervento pubblico è tardivo proprio a causa della mancanza di risorse finanziarie.

 

Per quanto riguarda la promozione di strumenti di scambio non monetari, il comparto normativo regionale già esistente prevede con la Legge Regionale 23 luglio 2014, n. 19, Norme per la promozione e il sostegno dell’economia solidale, all’art. 4 comma 2 lettera e) numero 4) di promuovere la nascita, la diffusione e l’utilizzo, anche da parte di Regione ed Enti Locali, di strumenti di scambio non monetari creati dal basso promuovendo altresì il confronto e l’approfondimento sul tema delle monete complementari.       

 

L’Assemblea Legislativa impegna la Giunta Regionale

 

A sollecitare il Governo ad intervenire con urgenza per modificare il Decreto-legge 39/2024, estendendo le deroghe anche alle aree terremotate dell'Emilia-Romagna.

 

A sollecitare, altresì, il Governo a valutare nuovamente l’impiego dei crediti fiscali cedibili come strumento per ovviare alla scarsità di moneta da applicare a fronte di politiche di sostegno all’economia o come strumenti per intervenire rapidamente rispetto eventi calamitosi.

 

A promuovere l’istituzione di strumenti di scambio non monetari di carattere multilaterale, coinvolgendo i portatori di interesse del territorio emiliano-romagnolo.

 

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