Testo:
ORDINE DEL GIORNO
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
le problematiche sulla sicurezza e l’affidabilità degli approvvigionamenti energetici, sul prezzo dei combustibili fossili, sulle emissioni in atmosfera di gas serra e sui cambiamenti climatici fanno dell’energia un tema di rilievo nelle politiche europee, nazionali e regionali e impongono la ricerca di soluzioni ambientalmente sostenibili e l’individuazione di strategie che favoriscano, nel minor tempo possibile, la transizione verso una economia più verde ed una società a basse emissioni di carbonio;
la povertà energetica, che si concretizza in una situazione nella quale una famiglia o un individuo non raggiunge un adeguato livello di servizi energetici essenziali a causa di una combinazione di basso reddito, spesa per l’energia elevata e bassa efficienza energetica nelle proprie case, è una delle criticità che coinvolge in numero crescente famiglie ed individui in Italia e in Europa;
la Regione Emilia-Romagna assumerà i nuovi obiettivi europei attraverso la definizione e l'attuazione del nuovo Piano Energetico Regionale, che ha come orizzonte di riferimento il 2030, e il suo primo Piano attuativo triennale. Il raggiungimento di obiettivi così ambiziosi implica risultati importanti e sviluppati in tempi rapidi;
la comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico di diritto autonomo composto da clienti finali, ivi inclusi i clienti domestici, sia pubblici che privati, i cui poteri di controllo fanno capo a persone fisiche, Piccole e Medie Imprese (PMI), enti territoriali e autorità locali, ivi incluse le amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore, e di protezione ambientale, nonché amministrazioni locali contenute nell’elenco delle amministrazioni pubbliche divulgato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) secondo quanto previsto all’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica) che sono situate nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti per la condivisione;
le comunità energetiche realizzano progetti finalizzati prioritariamente alla produzione e all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, all'aumento dell'efficienza energetica, anche attraverso l’accumulo dell’energia prodotta, e alla costruzione di sistemi sostenibili di produzione energetica e di uso dell'energia, attraverso l'impiego equilibrato delle risorse del territorio di riferimento. Le comunità energetiche possono altresì offrire servizi funzionali al perseguimento degli obiettivi di economia circolare, promuovere la realizzazione di interventi integrati di domotica e offrire servizi di ricarica dei veicoli elettrici ai propri membri e altri servizi ancillari e di flessibilità;
la loro finalità principale è quella di agevolare la produzione distribuita, lo scambio, l'accumulo e la cessione di energia rinnovabile per l'autoconsumo, ridurre la povertà energetica e sociale, perseguire l’indipendenza e l’autonomia energetica e realizzare forme di efficientamento e di riduzione dei prelievi energetici dalla rete;
l’obiettivo principale della comunità energetica è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari.
Rilevato che
il ruolo della Regione, a seguito dell’approvazione della Legge regionale finalizzata alla promozione e al sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo, sarà quello di: sostenere la predisposizione dei progetti e della documentazione correlata alla costituzione delle comunità e di gruppi di autoconsumo collettivo, nonché l’acquisto e l’installazione degli impianti di produzione e accumulo dell’energia e delle tecnologie necessarie alla realizzazione degli ulteriori servizi offerti; sostenere i soggetti pubblici e privati nella realizzazione di iniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini sui temi dell’energia rinnovabile, dell’autoconsumo e della condivisione dell’energia e sulle forme di efficientamento energetico; promuovere iniziative per la formazione e il potenziamento, anche all’interno degli enti locali, delle professionalità coinvolte nelle procedure di costituzione gestione ed animazione delle comunità energetiche rinnovabili, anche in collaborazione con le Università; individuare entro un anno dall’entrata in vigore i tetti degli edifici pubblici e le aree pubbliche da mettere a disposizione anche di terzi per l’installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili, ove essi non siano già utilizzati dagli Enti stessi per questi o altri fini;
in diverse aree urbane, gli impianti fotovoltaici non possono essere installati, in quanto non ottengono l’autorizzazione, se non con un maggior costo, con soluzioni quali tegole fotovoltaiche o pannelli colorati. Tuttavia, i costi dei moduli colorati, si possono stimare con un sovrapprezzo che può oscillare tra l’80% fino al 120%, quindi circa il doppio o poco più rispetto ai moduli standard;
i problemi di approvvigionamento e di aumento dei costi dell'energia potrebbero portare a una corsa all'autoproduzione e a un aumento della richiesta di moduli fotovoltaici (che saranno la primaria fonte di produzione delle CER), con un possibile incremento dei prezzi. È dunque opportuno mantenere alta l’attenzione affinché questa accelerazione non crei fenomeni speculativi e metta dunque fuori dal mercato gran parte dei piccoli impiantisti che non hanno la forza negoziale per ottenere condizioni favorevoli. A tal fine sarà fondamentale sostenere lo sviluppo di Consorzi o Gruppi di Acquisto dei moduli fotovoltaici al fine di calmierare i prezzi.
Considerato che
si tratta di un passo di grande rilievo per sviluppare ulteriormente nella nostra Regione la produzione di energia da fonti rinnovabili, permettendo al contempo ai cittadini, alle PMI, agli enti locali di consumare l’energia che producono;
l’Emilia-Romagna e le comunità locali hanno da tempo dimostrato attenzione, interesse e disponibilità rispetto sia all’utilizzo di energia rinnovabile sia alle opportunità di autoproduzione;
le CER costituiscono una straordinaria opportunità non solo per le aree urbane, interne e montane, ma anche più in generale per quei territori marginali e periferici, anche tutelati sotto il profilo ambientale e/o ricadenti in zone rurali LEADER;
fondamentale sarà il coinvolgimento e il supporto in queste aree più fragili delle comunità locali, ma anche di favorire l’individuazione dei promotori delle CER, tra questi ad esempio i gruppi di Azione Locale (Gal), la cui mission è quella di promuovere la crescita ed il miglioramento economico-sociale dei territori rurali stimolando la partecipazione attiva e consapevole dei singoli cittadini, delle imprese, degli enti locali, nonché i Parchi e gli Enti di gestione per i Parchi e la Biodiversità, investiti non solo della tutela della biodiversità ma della crescita sostenibile.
Dato atto che
i fattori su cui occorre lavorare per evitare che il progetto rimanga sulla carta, così come richiamato anche dagli stakeholders uditi in Commissione assembleare, sono principalmente due: semplificazione degli iter burocratici e autorizzativi, quindi snellire le procedure, e ridurre i costi di gestione delle comunità energetiche.
Impegna la Giunta regionale
a realizzare una modellistica delle tipologie di CER realizzabili in modo da prevedere le possibili problematiche, le performance reali e quali siano i modelli più facilmente realizzabili nel territorio emiliano-romagnolo;
a realizzare un servizio di informazione e supporto per tutti i Comuni e gli enti pubblici che vogliano attivare dei progetti di CER nel loro territorio;
a identificare delle linee guida, per soggetti pubblici e privati, circa la progettazione e l’attivazione delle CER.
Approvato all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 24 maggio 2022