Espandi Indice

Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 7396

Share
Oggetto:
Testo presentato:
7396 - Interrogazione a risposta scritta in merito a un'indagine giudiziaria della Procura della Repubblica a carico di un funzionario di Arpae. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interrogazione a risposta scritta

 

Visti

 

        la legge regionale 30 luglio 2015, n. 13, recante “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, province, comuni e loro unioni”, in particolare, l’art. 16 che istituisce l’Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) che integra le funzioni di Arpa (istituita con la legge regionale n. 44 del 19 aprile 1995) e dei Servizi ambiente delle Province, strutturata in più sedi per unità territoriale, per garantire un presidio diretto sul territorio;

        il Piano integrato di attività e organizzazione - PIAO 2023-2025 di Arpae, adottato con delibera n. 8 del 31 gennaio 2023, in particolare la Sottosezione 2.3 sui rischi corruttivi e la trasparenza e il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza 2021-2023 di Arpae adottato con delibera n. 36 del 31 marzo 2021, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza;

 

premesso che

 

        a settembre 2021 un funzionario, dipendente della sede di (…) di Arpae Emilia-Romagna era stato arrestato dalla Guardia di Finanza ed accusato di gravi condotte che sarebbero sfociate in diversi episodi di corruzione perpetrati in violazione dei propri doveri di ufficio;

        Arpae, anche a seguito di perquisizioni e altri accertamenti, da parte della Guardia di Finanza, che avrebbero disvelato un ampio e palese sistema corruttivo, aveva assicurato che avrebbe celermente avviato la procedura per l’immediata sospensione dal servizio del funzionario infedele;

        Arpae aveva anche assicurato che, nel momento successivo in cui si fossero verificate le adeguate condizioni processuali, si sarebbe costituita come parte civile nel processo, a tutela della reputazione dell'Ente e dei propri dipendenti;

        successivamente Arpae, una volta avuta a disposizione la documentazione giudiziaria dalla quale si potessero evincere nel dettaglio gli episodi contestati agli indagati, avrebbe posto in essere le dovute verifiche tecniche per valutare le eventuali problematiche ambientali determinate dalle condotte illecite degli indagati;

 

considerato che

 

        Arpae è ente strumentale della Regione Emilia-Romagna, preposto all’esercizio delle funzioni tecniche per la prevenzione collettiva e per i controlli ambientali, nonché, all’erogazione di prestazioni analitiche di rilievo sia ambientale sia sanitario, inoltre, a norma dell’art. 6, comma 1, della legge regionale 19 aprile 1995, n. 44, Arpae è sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale;

        le fattispecie di reato contestate ai cinque indagati iniziali, e ad altri nove indagati aggiunti successivamente, erano frode fiscale e corruzione, con l’emissione di un decreto di confisca di beni per due milioni di euro, inoltre, la Procura della Repubblica (…) riteneva che il funzionario di Arpae si fosse comportato non come un pubblico dipendente, bensì un dipendente del privato imprenditore e il rapporto privilegiato tra il pubblico dipendente e l’imprenditore avrebbe, nell’ottica dell’accusa, condotto ad ulteriori attività illecite, nel senso che il dipendente Arpae si sarebbe adoperato, dietro ricompense, a favorire anche altri imprenditori amici e/o conoscenti dello stesso, erano, infatti, tre le ipotesi di concorso in corruzione che venivano ascritte ai due in relazione ad altrettanti imprenditori;

        la lista degli illeciti, attribuiti al funzionario infedele di Arpae era piuttosto corposa: per conto dell’impresa collusa operava da venditore dei materiali inerti trasportati fissando i prezzi, e allo stesso tempo eseguiva le analisi degli inerti, preparando i documenti per il trasporto e le comunicazioni agli Enti preposti, inoltre, compiva personalmente i controlli per evitare che lo facessero altri tecnici di Arpae, suggeriva stratagemmi per evitare sanzioni da parte di Arpae, forniva le sue consulenze utili ad assicurarsi un contratto di esclusiva nella gestione di una cava e le ipotesi di corruzione contestate al dipendente dell’Agenzia riguardano specifici episodi riferiti alle attività anche di altri quattro imprenditori della zona, poiché il funzionario infedele si adoperava per neutralizzare gli effetti delle ispezioni, per nascondere svasamenti illeciti di materiali, per informare gli imprenditori di imminenti controlli attraverso la rivelazione di segreti d’ufficio;

        la Guardia di Finanza così descriveva la condotta del funzionario infedele: “si sarebbe creato un vero e proprio rapporto caratterizzato dall’asservimento agli interessi personali dell’imprenditore (…), tanto che al dipendente pubblico si contesta di essersi posto letteralmente “al soldo” dell’imprenditore, grazie ad una collaborazione continuativa, consolidata e risalente nel tempo, sfociata in un vero e proprio asservimento del primo agli interessi personali dell’imprenditore, che avrebbe portato il dipendente pubblico a porre in essere una serie di attività illecite finalizzate a privilegiare gli interessi della società del privato, a fronte di una vera e propria retribuzione mensile riconosciutagli dall’imprenditore nell’ordine di 2.000 euro al mese”.

        non è questo il primo caso di corruzione che vedeva implicato un funzionario di Arpae, della sede di (…), infatti nel 2020 era stato condannato, in primo grado di giudizio, a 4 anni e 3 mesi di reclusione un funzionario di Arpa per avere organizzato, negli anni 2007 - 2008, in concorso con altri 2 dipendenti, poi usciti dal processo per prescrizione del reato, un sistema di corruzione che, in quegli anni, si sarebbe basato su favori sui controlli ambientali svolti da Arpa, in cambio di migliaia di euro, oltre a regali in natura (buoni carburanti, un orologio, generi alimentari, un pacco natalizio).

 

Interroga la Giunta regionale per sapere:

 

        se il funzionario di Arpae, sottoposto ad indagine giudiziaria dalla Procura della Repubblica (…), per una vicenda di corruzione, nel settembre del 2021, sia effettivamente andato a processo e a quale grado di giudizio si sia oggi pervenuti e con quale esito;

        se il funzionario di Arpae suddetto sia stato sospeso dal servizio e in quale data e se sia ancora in corso il rapporto di lavoro con Arpae o, viceversa, sia stato licenziato e in quale data;

        se Arpae si è effettivamente costituita come parte civile nell’eventuale processo, a tutela della reputazione dell'Ente e dei propri dipendenti, e con quale esito;

        se effettivamente Arpae, una volta avuta a disposizione la documentazione giudiziaria dalla quale si potessero evincere nel dettaglio gli episodi contestati agli indagati, abbia posto in essere le dovute verifiche tecniche per valutare le eventuali problematiche ambientali determinate dalle condotte illecite degli indagati e con quali esiti;

        se il caso di corruzione di un funzionario di Arpa della sede di (…), risalente agli anni 2007 – 2008 sia stato completamente definito, dal punto di vista giudiziario, e con quali esiti;

        se la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna titolare, a norma dell’art. 6, comma 1, della legge regionale 19 aprile 1995, n. 44, della funzione di vigilanza su Arpae abbia posto in essere azioni, affinché gli episodi corruttivi, già accaduti nelle sedi di (…) negli anni 2007-2008 e 2021, non abbiano a ripetersi, e quali.

 

Espandi Indice