Testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Premesso che
alcuni giorni fa una nuova inchiesta del team di Food for profit – il documentario che ha denunciato le violenze sugli animali all’interno dei mega allevamenti - ha messo a fuoco l’allarmante condizione creatasi all’interno di due allevamenti intensivi di maiali in provincia di Piacenza; in particolare, i filmati realizzati da Food for Profit e trasmessi anche dal Tg3 regionale dell’Emilia-Romagna hanno rivelato le pessime condizioni di igiene in cui versano i locali e gli animali in essi custoditi: infestazioni di topi che si vedono correre addosso ai maiali, su pavimenti e strutture interne e dentro i contenitori di mangime; sovraffollamento; maiali lasciati nei corridoi tra i reparti; decine di carcasse di suini sparse ovunque, anche all’aperto; scrofe che partoriscono in zone inadeguate; sporcizia e presenza di scarafaggi.
Premesso inoltre che
il 23 settembre la giornalista (…) – co-regista di Food for profit - ha sporto una denuncia presso i Carabinieri forestali di Parma.
Considerato che
i due allevamenti di maiali oggetto della denuncia si trovano in zona di restrizione (II) per la Peste Suina Africana (PSA), la malattia virale altamente contagiosa che uccide suini e cinghiali;
il Commissario alla Peste Suina Africana Giovanni Filippini, con l'Ordinanza n. 5/2024 “Misure di eradicazione e sorveglianza della peste suina africana” in vigore fino al 31 marzo 2025, ha definito le misure di eradicazione e sorveglianza della PSA, tra cui le misure di biosicurezza che devono essere adottate negli stabilimenti (art. 7), ma che, vista la situazione documentata dal filmato succitato, sembrano essere disattese/fallite nel caso degli allevamenti al centro della denuncia;
in particolare, tra le misure c’è il divieto a movimentare gli animali, divieto che, come nei casi citati in premessa, sembra generare situazioni di sovraffollamento, che a loro volta aumentano la possibilità di trasmissione del virus all’interno degli allevamenti.
Considerato inoltre che
è ancora di alcuni giorni fa la notizia che nello stabilimento di Eurovo a Codigoro, in provincia di Ferrara, è stato individuato un esteso e preoccupante focolaio di influenza aviaria che ha portato alla soppressione di tutte le galline presenti nell'allevamento costringendo lo stabilimento (che può ospitarne circa 800mila) ad interrompere tutte le attività;
i casi di Piacenza e di Ferrara, che sono solo gli ultimi di una lunga serie di denunce a carico di allevamenti intensivi, confermano che sarebbe opportuno non autorizzare l’apertura di nuovi allevamenti intensivi e che semmai è necessario ridurre le dimensioni di quelli esistenti per garantire le necessarie condizioni di igiene e il benessere animale dei capi allevati.
Tutto ciò premesso e considerato
INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali interventi abbia eventualmente disposto e/o sollecitato per farvi fronte;
più in generale, quali azioni siano state adottate dagli organi competenti della Regione per monitorare gli allevamenti che si trovano ubicati in zone a rischio peste africana (PSA), tra cui i due di cui in premessa, che proprio per il divieto di movimentazione dei capi allevati rischiano di vedere degenerare i livelli di igiene interni e le condizioni di detenzione dei capi allevati;
se i due allevamenti oggetto della presente interrogazione abbiano ricevuto finanziamenti regionali per il rafforzamento della biosicurezza negli allevamenti suinicoli e, in caso positivo, se la Regione abbia intenzione di farseli restituire.