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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 5995

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Oggetto:
Testo presentato:
5995 - Interpellanza relativa ai ritardi nell'avvio dell'intervento di ricostruzione, a seguito del sisma del 2012, della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel Comune di Argenta (FE). A firma della Consigliera: Zappaterra

Testo:

INTERPELLANZA

 

Premesso che

        la chiesa della Beata Vergine Immacolata di Anita, di proprietà del demanio, gestita dall'Arcidiocesi di Ravenna-Cervia. Nel 2013 è stata ammessa ad un contributo post-sisma 2012, da parte della Regione Emilia-Romagna, di € 891.028,56, il soggetto attuatore è Arcidiocesi di Ravenna – Cervia, che ha predisposto il progetto dell'intervento di ricostruzione;

        il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’ Emilia Romagna - Bologna ha autorizzato l’intervento, N. Ordine 2894, relativo alla Chiesa in oggetto, ai sensi dell’art. 21 c. 4 del D.Lgs. 42/2004 e ss.mm.ii., con nota Prot. CR.2014.0037485 del 03/11/2014;

        l’Ordinanza n. 52, del 24 ottobre 2016, ha rimodulato l’importo assegnato dal piano Beni Culturali per l’intervento n. 2.894 relativo alla suddetta Chiesa, avente come soggetto attuatore l’Arcidiocesi di Ravenna -Cervia, per un importo di €.313.857,30.

        il soggetto attuatore Arcidiocesi di Ravenna-Cervia ha presentato tramite la piattaforma informatica Fenice la richiesta, Prot. CR/2016/64693del 30/11/2016, della somma relativa al 1° acconto, pari al 5% dell’importo finanziato per l’intervento, pari all’importo di €.15.692,87;

        con il Decreto n. 44231 del Presidente della Regione Emilia-Romagna, in qualità di commissario delegato, ai sensi dell’art. 1 comma 2 del D.L.N. 74/2012, è stata liquidata al soggetto attuatore, l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, l’importo richiesto di €.15.692,87, parial 5% del finanziamento assegnato con l’Ordinanza n. 52, del 24 ottobre 2016, per la realizzazione dell’intervento di ricostruzione della suddetta chiesa con campanile.

 

 Rilevato che

        i danni causati dal sisma in oggetto, furono di oltre 12 miliardi di euro, finora sono stati concessi poco meno di 6,5 miliardi a famiglie e imprese, permettendo di ripristinare 17.500 abitazioni, oltre a 570 scuole e migliaia di attività commerciali, artigiane e dei servizi, industriali e agricole, cui si assommano 1.100 interventi nei centri storici e 330 chiese riaperte al culto;

        la gestione post sismica è ritenuta senz’altro un esempio a livello nazionale per quanto riguarda la ricostruzione, tanto che il cratere sismico è passato dai 59 comuni iniziali nelle quattro province agli appena 15 di oggi, quasi tutti nella Bassa tra Modena e Ferrara. Finora, per le opere pubbliche e al comparto dei beni culturali vincolati, sono stati investiti 1,477 miliardi: gli interventi eseguiti nel Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali sono stati 1.788, di cui 1.708 con copertura completa dell’intervento, mentre sono 651 i cantieri conclusi e 611 quelli ancora in corso;

        le chiese danneggiate dalle scosse, che raggiunsero i 5,9 gradi sulla scala Mercalli, furono 495, di cui 325 risultarono inagibili. Sono stati stanziati 346 milioni (per 478 edifici di culto), e oggi sono 330 le chiese riaperte e 130 i cantieri attivi, per un importo totale di 113 milioni di lavori;

        per quanto riguarda specificamente i centri storici, invece, finora sono stati stanziati 76 milioni, serviti a rimettere in piedi un ulteriore migliaio tra botteghe, uffici, attività artigianali e professionali;

        nonostante la ricostruzione nelle province interessate dal cratere, ossia Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, sia stata improntata da misure di celerità realizzativa e massimo rispetto delle norme in materia di legalità, ed abbia superato la soglia del 95% degli edifici privati lesionati, che sono stati ristrutturati o ricostruiti, per quanto riguarda la chiesa in oggetto i lavori sembra che non siano mai partiti.

 

Considerato che

        la suddetta chiesa versa in condizioni non decorose, risultando inutilizzabile da anni con gravi rischi di crolli, in aggiunta costituisce un elemento di criticità per l’ambiente circostante per la mancanza di pulizia e per l’abbandono in cui versa;

        l’immobile si affaccia sulla piazza centrale della frazione Anita del comune di Argenta, ove è presente la fermata degli autobus e vi è il principale parcheggio, in cui si svolge il mercato settimanale ed inoltre in prossimità si trovano il bar e i negozi locali;

        il mancato avvio dei lavori di ristrutturazione della suddetta chiesa è un elemento di alterazione dell’immagine del luogo, non solo a danno degli abitanti locali, ma anche dei turisti di passaggio, in quanto tale edificio, della prima metà del XX secolo, è segnalato tra i monumenti di interesse per i visitatori in numerosi percorsi cicloturistici di respiro europeo e nazionali, ed inoltre si colloca nel Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna stazione delle Valli di Comacchio;

        per tutelare questa vocazione turistica l’Amministrazione Comunale nel corso degli anni ha provveduto a risanare e recuperare le strutture adiacenti alla chiesa, interventi che purtroppo sono contrastati dallo stato di degrado di abbandono della chiesa.

 

Evidenziato che

        gli edifici di culto rivestono importanza primaria nel contesto sociale dei territori, non solo per le funzioni religiose, ma anche per il loro patrimonio storico, culturale, artistico, dal forte valore simbolico ed identitario per i cittadini ed inoltre per le  grandi potenzialità turistiche, per rilanciare un percorso di riscoperta dei territori locali.

 

Interpella la Giunta regionale e l’assessore competente

per sapere

 

        se è a conoscenza del grave ritardo nell’avvio dell'intervento di ricostruzione della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel Comune di Argenta (FE), quando presumibilmente potranno essere avviati i suddetti lavori, per i quali sembra siano stati già stanziati i relativi fondi, e se ci sono motivi che precludano la celere ricostruzione del suddetto immobile.

 

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