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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 7516

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Oggetto:
Testo presentato:
7516 - Interrogazione a risposta orale in commissione relativa al rischio di cancellazione di Unione Donne in Italia (UDI) Modena, Ravenna e Ferrara ed eventualmente altre realtà associative, dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e alle iniziative da assumere per scongiurare questo esito e per ottenere dal Ministero competente una interpretazione rispettosa sia degli obiettivi antidiscriminatori delle norme nazionali sia delle finalità costitutive dell'Unione Donne in Italia. A firma dei Consiglieri: Mori, Zappaterra, Dalfiume, Pillati, Montalti, Sabattini, Costi, Maletti, Daffadà, Mumolo, Gerace, Marchetti Francesca, Caliandro

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

Premesso che

 

nel corso del lungo e graduale processo attuativo, la riforma del Terzo settore contenuta nel D.lgs 117/2017 ha modificato per molti aspetti gli adempimenti anche statutari, le regole da seguire e la stessa configurazione di enti, organizzazioni e associazioni coinvolte, nell’orizzonte di una valorizzazione complessiva di questo mondo variegato che, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, si caratterizza per lo svolgimento in via principale o esclusiva di una o più attività di interesse generale e per l’assenza di scopo di lucro;

 

tra i numerosi cambiamenti che hanno interessato i soggetti del Terzo Settore emerge la centralizzazione del Registro che li riunisce e riconosce il quale, da regionale, è divenuto Registro Unico Nazionale, gestito con modalità telematiche e presidiato dagli Uffici RUNTS istituiti ex novo presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e presso le Regioni e Province autonome;

 

le procedure di iscrizione, le modalità per il deposito degli atti, le regole per la tenuta, la conservazione e la gestione del RUNTS sono definite dal Decreto Ministeriale 15 giugno 2020, n. 106 e l’unico canale predisposto dal legislatore per gestire le varie istanze o i procedimenti amministrativi e le comunicazioni in materia è il Portale nazionale RUNTS;

 

tra i compiti degli Uffici istituiti a livello territoriale vi è quello di verificare la sussistenza dei requisiti che i relativi Decreti attuativi e circolari del Ministero fissano per il mantenimento dell’iscrizione al Runts, ivi compresi i requisiti statutari per le Associazioni di Promozione Sociale indicati dall’art. 20 comma 1 lett. F) DM 106/2020 e dalla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 9 del 28/11/2022;

 

nella Nota interpretativa n. 1309 del 06/02/2019 emessa dal Direttore generale del Ministero del Lavoro (…) competente proprio sulla questione dei requisiti delle APS, ai fini della loro iscrizione/permanenza nel Runts, si legge che le norme del Codice, «lungi dall'attribuire al terzo un incondizionato diritto all'ammissione, mirano a tutelare l'interesse degli associati a che del rapporto associativo entrino a far parte quanti si dimostrino portatori di interessi omogenei rispetto a quelli che hanno determinato la costituzione»; e inoltre «si ritiene più conforme alla ratio legis … che le previsioni statutarie siano volte, più che ad individuare requisiti in grado di porre limiti alle adesioni (al fine di realizzare artificiali restrizioni della base associativa), a tracciare una sorta di "identità associativa", un sistema di finalità e valori fondanti, oltre che di attività istituzionali, in cui il potenziale associato possa riconoscersi e che il socio possa essere chiamato a rispettare e condividere, valorizzando così al massimo grado la scelta libera e volontaria alla base della richiesta di adesione e, successivamente, del rapporto associativo»;

 

Considerato che

 

la Regione Emilia-Romagna ha provveduto tra le prime a dare seguito alla riforma nazionale del Terzo Settore mai facendo mancare supporto prima di tutto informativo nelle fasi transitorie e dimostrando altresì, se pure nel limite delle proprie competenze, massima attenzione alle esigenze espresse da organizzazioni e associazioni di Terzo settore anche attraverso l’approvazione legge regionale 3/2023 che è intervenuta a colmare alcune lacune nazionali nel segno della semplificazione burocratica, della razionalizzazione degli strumenti e dell’accesso ai contributi, delle modalità di confronto e condivisione con l’Amministrazione regionale delle politiche;

 

Evidenziato che

 

si apprende da notizie di stampa che lo scorso agosto le associazioni di Modena, Ravenna e Ferrara facenti parte dell’UDI - Unione Donne in Italia hanno ricevuto una comunicazione dell’Ufficio Runts dell’Emilia-Romagna, con la richiesta di integrazione dello Statuto in ossequio al principio antidiscriminatorio pena l’avvio di procedura di cancellazione dal Registro Unico e la relativa perdita di opportunità e sostegni;

 

sempre su pagine di stampa, nello specifico del quotidiano Libero, la Ministra alle pari opportunità Eugenia Roccella è intervenuta sul tema con un articolo a sua firma, dove attribuisce la responsabilità dei contenuti della missiva alle “idee confuse che contrassegnano l'attuale stagione del PD” e alla leadership di Elly Schlein, rea, stando alle parole di Roccella, di voler “cancellare l'identità delle donne e la differenza sessuale”;

 

la Ministra alle pari opportunità del Governo Meloni non cita per nulla la Nota interpretativa dell’art. 35, comma 2 d.lgs. n. 117/2017 del Direttore Generale (…) del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che nulla ha a che fare con la Segretaria nazionale del Partito Democratico, ma che invece molto ha a che fare col Governo Meloni;

 

Sottolineato che

 

l’Unione Donne in Italia in oltre 80 anni di vita associativa ha dato un contributo fondamentale alla vita democratica del Paese, proprio portando il punto di vista differente delle donne nel dibattito pubblico e nelle attività di promozione sociale e culturale sui territori volte a colmare disparità e diseguaglianze di genere purtroppo persistenti, ad avanzare nel percorso di emancipazione e libertà delle donne ancora oggi incompiuto e minacciato, rappresentando dunque oggi come allora un baluardo necessario a derive patriarcali o paternalistiche;

 

la Regione Emilia-Romagna persegue gli obiettivi di inclusione ed equità di genere nonché di democrazia paritaria attraverso norme, strumenti e politiche strutturali che senza quel fondamentale apporto non si sarebbero sviluppate e, coerentemente, sostiene l’autonomia e le progettualità di realtà associative che come UDI contribuiscono attivamente all’emancipazione femminile nell’alveo dei principi costituzionali;

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

Interroga la Giunta regionale per sapere

 

come si pone di fronte al rischio di cancellazione di UDI Modena, Ravenna e Ferrara ed eventualmente altre realtà associative, dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore come comunicato alle rappresentanti di UDI dall’Ufficio competente e quali iniziative intende assumere per scongiurare questo esito pernicioso e per ottenere dal Ministero competente una interpretazione rispettosa sia degli obiettivi antidiscriminatori delle norme nazionali sia delle finalità costitutive dell’Unione Donne in Italia, ovvero del contributo che su molti territori in tutto il Paese rende alla qualità democratica e quale baluardo a derive patriarcali.

 

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