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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 1250

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Oggetto:
Testo presentato:
1250 - Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini per impegnare la Giunta a verificare la possibilità, dal 2013, di escludere le imprese che operano nei Comuni montani dal pagamento dell'IRAP (documento in data 30 03 11).

Testo:

                   R  I  S  O  L  U  Z  I  O  N  E
(ai sensi dell'art. 107 del Regolamento)
Il sottoscritto Roberto Corradi
Consigliere Regionale Lega Nord Padania
Premesso che
Nei giorni scorsi la Commissione parlamentare per l'attuazione del
federalismo fiscale , ha approvato il decreto del Governo relativo
al nuovo fisco regionale (parte integrante del federalismo
fiscale).
Il nuovo sistema fiscale regionale, che entrerà in vigore dal 2013,
prevede, tra l'altro, la possibilità per le Regioni di intervenire
sull'addizionale IRPEF e sull'IRAP, con facoltà di apportare
modifiche alla base imponibile, ed altresì riduzioni dell'IRAP,
fino al suo azzeramento .
La possibilità concessa alle Regioni di agire sulla leva fiscale ,
consentirà all'Emilia-Romanga, ove lo ritenga, di compiere scelte
fortemente incisive ai fini dello sviluppo del territorio, avendo la
facoltà di intervenire con strumenti di vantaggio fiscale a favore
di aree ritenute meritevoli di politiche di sviluppo.
Rilevato che
Il 38 % del territorio della Regione Emilia-Romagna è rappresentato
da aree montane, dove risiedono circa 400.000 persone, pari al 9 %
della popolazione della nostra Regione.
La popolazione delle aree montane dell'Emilia-Romagna, registra un
indice di vecchiaia molto elevato (207 anziani ogni 100 giovani), a
fronte di un indice medio della Regione di 180 anziani ogni 100
giovani.
La media dei Paesi Europei è di 107 anziani ogni 100 giovani.
(L'indice di vecchiaia misura il numero di anziani (65 anni e più),
ogni 100 giovani (meno di 15 anni), ed ha lo scopo di valutare il
livello d'invecchiamento degli abitanti di un territorio).
Considerato che
Il reddito pro-capite della popolazione residente nei Comun
montani, è significativamente inferiore (di oltre il 50 % in meno),
rispetto a quello dei residenti nelle zone di pianura, infatti,
analizzando i redditi IRPEF, emerge che:
- in Provincia di PARMA: su 47 Comuni, i redditi più bassi si
registrano nei Comuni montani di: Tornolo, Albareto, Bore, Varsi,
Bedonia, Valmozzola, Compiano, Monchio delle Corti, Pellegrino P.se,
Bardi;
Mediamente, i residenti nel comune di Bardi, hanno un reddito di
17.554,00, inferiore del 63 % rispetto al reddito dei residenti nel
Comune di Parma ( 27.710,00)
- in Provincia di Piacenza: su 48 Comuni i redditi più bassi si
registrano nei Comuni montani di: Zerba, Pecorara, Farini D'olmo,
Morfasso, Corte Brugnatella, Vernasca, Cerignole, Coli;
Mediamente, i residenti nel comune di Zerba, hanno un reddito di
11.153,00 inferiore del 53 % rispetto al reddito dei residenti nel
Comune di Piacenza ( 20.988,00)
- in Provincia di Modena: su 47 Comuni i redditi più bassi si
registrano nei Comuni montani di: Montecreto, Pievepelago, Polinago,
Fiumalbo, Frassinoro, Montese, Fanano, Riolunato;
Mediamente, i residenti nel comune di Montecreto, hanno un reddito
di 12.447,00, inferiore del 58 % rispetto al reddito dei residenti
nel Comune di Modena ( 21.555,00)
- in Provincia di Reggio-Emilia: su 45 Comuni i redditi più
bassi si registrano nei Comuni montani di: Busana, Collagna,
Ramiseto, Ligonchio, Vetto, Carpineti, Toano;
Mediamente, i residenti nel comune di Busana, hanno un reddito di
12.801,00 inferiore del 64 % rispetto al reddito dei residenti nel
Comune di Reggio-Emilia ( 19.839,00)
- in Provincia di Bologna: su 60 Comuni i redditi più bassi si
registrano nei Comuni montani di: Castel del Rio, Fontanelice, Borgo
Tossignano, Camugnano, Castel D'Aiano, Lizzano in Belvedere,
Castiglione dei Pepoli;
Mediamente, i residenti nel comune di Castel del Rio, hanno un
reddito di 13.331,00, inferiore del 56 % rispetto al reddito dei
residenti nel Comune di Bologna ( 23.736,00)
Assunto che
Le aree montane della nostra Regione registrano un costante
decremento delle opportunità occupazionali, stante il notevole
numero di imprese che hanno cessato la loro attività, unitamente
all'esiguo numero di attività aperte in detti territori.
La mancanza di opportunità occupazionali, unitamente alle difficoltà
ad accedere ai servizi, ed al disagio connesso ad una viabilità
sovente carente e particolarmente esposta ai fenomeni atmosferici
(es. nevicate); ha inciso sul progressivo spopolamento della
montagna, ed all'abbandono del territorio da parte dei giovani.
Appare evidente che il rilancio economico delle aree montane non può
essere affidato a politiche meramente assistenziali; ma deve
necessariamente avvenire mediante la creazione di opportunità
occupazionali da parte dall'imprenditoria privata.
Al fine di rendere attrattive le aree montante per gli
imprenditori che intendono aprire nuove attività; ed altresì allo
scopo di evitare che le imprese esistenti chiudano per
esaurimento , od optino per trasferire le sedi produttive in aree
di pianura; lo strumento della fiscalità di vantaggio potrebbe
rivelarsi estremamente utile, rappresentando quel valore aggiunto
che potrebbe consentire il rilancio economico della montagna
emiliano-romagnola.
Preso atto che
Attualmente l'IRAP ordinaria che grava sulle imprese
dell'Emilia-Romanga è pari al 3,90 % (ma per alcune tipologie di
attività arriva al 4,82 %), percentuali che vengono calcolate avendo
a riferimento una base imponibile (differenza tra il fatturato ed i
costi di produzione, esclusi i costi del personale e gli
ammortamenti), diversa dal reddito d'impresa e ben più elevata di
quest'ultimo.
L'esiguo numero di imprese operanti nelle aree montane della nostra
Regione, unitamente alla loro piccola dimensione ed a volumi
d'affari mediamente bassi, fa si che il gettito IRAP proveniente
delle imprese insediate nei Comuni montani dell'Emilia-Romanga sia
poco significativo rispetto al volume complessivo del gettito IRAP
della nostra Regione.
L'eventuale scelta della Regione di ridurre e/o esentare dal
pagamento dell'IRAP le imprese che operano nelle arre montane (oltre
a non incidere eccessivamente sulle finanze regionali), renderebbe
detti territori attrattivi per l'insediamento di nuove realtà
imprenditoriali, riducendo il gap negativo che oggi penalizza i
Comuni montani.
La ricchezza complessiva derivante dal rilancio di attività
imprenditoriali nelle aree montane, consentirebbe di riassorbire
progressivamente il minor gettito (peraltro non eccessivo),
derivante dalla riduzione e/o azzeramento dell'IRAP a favore delle
imprese che operano in detti territori.
I M P E G N A L A G I U N T A
A verificare la possibilità, a far data dal 2013, di escludere le
imprese che operano nei Comuni montani dal pagamento dell'IRAP;
eventualmente prevedendo un meccanismo premiale che ripartisca i
Comuni montani in tre fasce (basso svantaggio, medio svantaggio,
alto svantaggio), da individuare utilizzando parametri oggettivi
quali il reddito medio, il livello di disoccupazione, il rapporto
posti di lavoro / abitanti, al fine di procedere all'azzeramento
dell'IRAP per le imprese che operano o si insediano nei Comuni ad
alto svantaggio , ed applicando IRAP ridotto per le imprese che
operano nei comuni a medio e basso svantaggio.
Bologna, 30 marzo 2011
Roberto Corradi
Mauro Manfredini
Stefano Cavalli
Manes Bernardini
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