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Legislatura IX- Atto di indirizzo politico ogg. n. 1355

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Oggetto:
Testo presentato:
1355 - Mozione proposta dal consigliere Cavalli circa le conseguenze del conflitto libico sull'economia regionale e sull'utilizzazione di basi militari operanti sul territorio emiliano-romagnolo (documento in data 04 05 11).

Testo:

                               MOZIONE
Il sottoscritto Stefano Cavalli, Consigliere del
Gruppo Lega Nord Padania Emilia e Romagna
Visti:
l'articolo 11 della Costituzione Italiana;
lo Statuto della Regione Emilia-Romagna.
Premesso che:
l'art. 11 della Costituzione italiana sancisce che L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento
che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo ;
nel preambolo dello Statuto della Regione Emilia-Romagna si
sancisce come la stessa operi per affermare la pace e il ripudio
della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali ;
durante il conflitto militare in Kosovo del 1999 diversi
ordigni non utilizzati sono stati sganciati nel mare Adriatico da
velivoli militari partiti da basi NATO presenti in Emilia-Romagna.
Considerato che:
l'attuale conflitto libico sta avendo negative ripercussioni
sull'economia regionale, in quanto numerose aziende italiane hanno
notevoli interessi commerciali in Libia, si vedano ad esempio i
gridi d'allarme lanciati dalla Piacentini Costruzioni di Modena
(commessa di 40 milioni di euro) e dai produttori di pere di qualità
di Bomporto (Fruit Modena Group);
il conflitto libico sta inoltre fomentando l'instabilità
politica di tutto il Nordafrica, alimentando i flussi migratori
verso le coste italiane;
il rilascio nel mare Adriatico di ordigni militari inesplosi
ha già avuto, in passato, serie e negative ripercussioni
sull'economia ittica e sull'ecosistema marino, come denunciato da
Lega Pesca lo scorso 21 marzo.
Tenuto conto che:
il Parlamento italiano discuterà nella seduta di oggi una
mozione che impegna il Governo italiano a:
1) intraprendere una forte iniziativa politica per la soluzione
diplomatica della crisi libica;
2) escludere per il futuro qualunque nostra partecipazione ad azioni
di terra sul suolo libico;
3) stabilire un termine temporale certo, da comunicare al
Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici
obiettivi militari selezionati sul territorio libico;
4) non determinare ulteriori aumenti della pressione tributaria
finalizzati al mantenimento della missione;
5) a dare esecuzione al piano di razionalizzazione delle missioni
già in corso, da attuarsi, in accordo con le Organizzazioni
internazionali e i Paesi alleati, attraverso una graduale e
concordata riduzione degli impegni del nostro Paese;
6) superare le criticità sorte per la sentenza della Corte UE sul
reato di clandestinità;
7) richiedere un reale concorso di tutti i Paesi alleati rispetto
alle ondate migratorie e all'asilo dei profughi.
L'Assemblea Legislativa impegna la Giunta Regionale a:
verificare quante aziende emiliane e romagnole si trovino in
difficoltà a causa dell'instabilità politica della Libia e quali
ripercussioni occupazionali si siano registrate;
relazionare sulle missioni aeree finora partite o previste
dalle basi NATO di Poggio Renatico (FE) e San Damiano (PC) e dalle
altre basi militari presenti in Emilia e Romagna, in considerazione
dei limiti precisi fissati dall'esecutivo italiano;
intraprendere urgenti iniziative, in osservanza dello Statuto
regionale e della Costituzione italiana, per una risoluzione
diplomatica e pacifica del conflitto in Libia;
porre in essere misure volte a scongiurare il rilascio di
ordigni bellici non utilizzati a tutela dell'economia ittica e
dell'ecosistema marino;
ad adottare misure ed interventi che prevedano e promuovano il
disimpegno bellico da parte del nostro paese.
Il Consigliere
Stefano Cavalli
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