Testo:
R I S O L U Z I O N E
(ai sensi dell’art. 107 del Regolamento)
Il sottoscritto Roberto Corradi
Consigliere Regionale Lega Nord Padania
Premesso che
a. Nel 2011, in Regione Emilia-Romagna, si sono registrate 40.487 nascite ( - 4,1 % rispetto al 2010 (erano state 42.271), e 47.449 decessi, con un “saldo negativo di 6.962 unità, 1/4 in più rispetto all’anno precedente (nel 2010 il saldo negativo era di 5.605 unità).
b. L’Emilia-Romagna contribuisce a generare 1/5 dell’intero saldo negativo nascite/decessi d’Italia ( - 36.000 unità nel 2011).
c. Il livello di fecondità delle donne italiane residenti in Emilia-Romagna (media del numero di figli per donna), nel 2011 è risultato pari al 1,28 (inferiore alla media nazionale che è pari a 1,33), mentre le donne straniere residenti nella nostra Regione registrano un tasso di fecondità del 2,27 (superiore alla media nazionale che è pari a 2,07).
Rilevato che
d. Nell’anno 2011 le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) praticate nelle strutture sanitarie della Regione Emilia-Romagna sono risultate pari a 10.214 (nel 2010 erano state 10.772), a fronte di un numero di nati pari a 40.487 (nel 2010 erano 41.817).
e. Sul totale delle nascite, la percentuale delle interruzioni volontarie di gravidanza è pari al 25,22 % (era del 25,75 % nel 2010), ossia un aborto ogni quatto nascite.
f. Nel corso del 2011 le IVG effettuate per il tramite del farmaco (RU-486) sono risultate il 17,10 % del totale; pari a n. 1.746 (nel 2010 erano state 1.366), con un incremento del 27,8 % rispetto all’anno precedente.
g. Le IVG effettuate entro le prime otto settimane dal concepimento sono risultate il 49,4 % del totale, mentre quelle effettuate tra le 9 e 10 settimane sono state il 34,4 %, e quelle tra le 11 e 12 settimane rappresentano il 12,9 %.
h. Nel 2011 le donne che hanno fatto ricorso all’IVG in Emilia-Romagna erano italiane nel 54,5 % dei casi, e straniere nel restante 45,5 %.
i. Le donne che nel 2011 hanno fatto ricorso all’IVG, risultano essere coniugate nel 42,3 % dei casi, nubili nel 49,9 %, separate, divorziate o vedove nel 7,8 %.
j. Il ricorso all’IVG è maggiore tra le donne con figli (63 %), rispetto a quelle che non hanno figli (37 %).
k. Il 64,2 % delle certificazioni per praticare l’IVG sono state rilasciate dai consultori familiari, il 13,4 da ambulatori ostetrico-ginecologico, mentre il 22,1 % dei certificati sono stati rilasciati dal medico di fiducia.
Considerato che
l. In Provincia di Parma le interruzioni volontarie di gravidanza nell’anno 2011 sono risultate pari a 1.192, con un calo del 4,1 % rispetto all’anno precedente, (nel 2010 erano state 1.243; di cui n. 786 effettuate presso le strutture dell’AUSL -nel 2010 erano state 885, e n. 406 effettuate presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma - nel 2010 erano state 358).
m. La diminuzione nel numero degli aborti registrato a Parma, risulta inferiore rispetto alla diminuzione registrata a livello regionale ( -5,2 %).
n. Nel 2011 le IVG effettuate presso le strutture sanitarie di Parma con il tramite della “pillola” RU-486, sono state 208, pari al 17,62 % del totale (nel 2010 erano il 14,4 % ).
Considerato che
o. Il consistente numero di aborti praticato annualmente in Regione Emilia-Romagna (malgrado una diminuzione del 5,2 % rispetto all’anno precedente), rappresenta comunque un aborto ogni 4 nati, ed incide significativamente sul calo delle nascite.
p. Il fatto che le donne con figli siano il 63,00 % delle donne che nel 2011 hanno fatto ricorso all’IVG, unitamente alla circostanza che vede il 42,3 % degli aborti praticato da donne sposate, dovrebbe indurre a riflettere sull’inadeguatezza delle attuali politiche di supporto alla maternità, ed a promuovere iniziative finalizzate a favorire l’accoglimento del nascituro.
q. Malgrado la Regione abbia sostenuto uno studio avente ad oggetto: “La nascita nella contemporaneità”, i dati di questa ricerca non sono ancora disponibili.
I M P E G N A L A G I U N T A
1. A pubblicare quanto prima i dati della ricerca “La nascita nella contemporaneità”, integrandoli, ove non fosse stato previsto, con un’indagine sulle motivazioni che inducono tante donne, molte delle quali coniugate e con figli, a ricorrere all’IVG.
2. Ad elaborare quanto prima misure e obiettivi strategici specifici a sostegno delle genitorialità, al fine di conseguire una consistente riduzione delle IVG determinate da situazioni di disagio economico e/o sociale della donna.
3. Ad elaborare adeguati strumenti, che consentano a tutte le donne che si rivolgono ai Consultori familiari, in vista di un’IVG, di essere adeguatamente informate circa le misure a sostegno di una loro eventuale scelta a favore della vita del nascituro, anche in collaborazione con le strutture di volontariato interessate ed i centri di aiuto alla vita.
Bologna, 4 dicembre 2012
Il Consigliere Regionale
Roberto Corradi