Oggetto:
3347 - Risoluzione proposta dai consiglieri Aimi,
Bartolini, Renzi, Vecchi, Filippi, Francesconi,
Varani, Parma, Nervegna e Villani per impegnare la
Giunta ad attivarsi affinché siano messi a
disposizione delle strutture della Regione
strumenti atti a sensibilizzare la madre sulla
possibilità della permanenza in vita del bambino e
sulle conseguenze della interruzione volontaria
della gravidanza, e per informare circa la
salvaguardia della vita (documento in data 04 02
08).
Testo:
RISOLUZIONE
L'Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna,
premesso
che con il progresso della scienza e della tecnica
la medicina ha compiuto negli ultimi anni autentici
passi da gigante ;
preso atto
che in particolare negli ultimi cinque anni la
neonatologia ha raggiunto risultati straordinari
consentendo la sopravvivenza anche a bambini nati
alla 22° settimana;
rilevato
che ciò comporta il dovere, anche per i comitati
etici, per la società e per la politica di prendere
atto, a trent'anni di distanza, di un radicale
mutamento delle condizioni che portarono al varo
della legge sull'aborto, la 194 del 22 maggio 1978;
rilevato ancora
che esistono nella legge 194, tra le altre una
lacuna ed una contraddizione evidenti: da un lato è
consentito alla madre, in casi particolari il
diritto di abortire, dall'altro spetta al medico,
che deve sempre agire secondo scienza e coscienza,
il dovere di intervenire e rianimare il bambino
nato con possibilità di sopravvivenza;
atteso
che tali possibilità sono oggi intorno al 10%, ma
sono destinate ad aumentare nei prossimi anni per
il progresso che la scienza è destinata a compiere;
atteso ancora
che si pone altresì un problema giuridico poiché il
bambino venuto alla luce, e che ha compiuto il
primo atto della respirazione, è a tutti gli
effetti, per il nostro diritto, soggetto giuridico,
e come tale portatore di diritti fondamentali
riconosciuti peraltro dalla nostra Carta
Costituzionale;
considerato
che, come tale ha diritto alla vita, alla salute,
alla libertà ed è altresì portatore di interessi
economici (si pensi tanto per fare un semplice
esempio al caso della madre che rimane vedova
durante la gravidanza e decide egoisticamente di
sbarazzarsi del nascituro che, se nato vivo,
avrebbe anch'egli diritto all'eredità);
considerato ancora
che se il neonato viene alla luce in condizioni
vitali il non intervenire comporta nell'ipotesi
lieve la commissione del reato di omissione di
soccorso o di lesioni personali gravi o gravissime,
nella peggiore quello di omicidio colposo o, in
caso di dolo, di omicidio volontario;
impegna la Giunta:
ad attivarsi affinché siano immediatamente messi a
disposizione delle strutture socio sanitarie ed
assistenziali della regione tutti gli strumenti
atti a documentare e sensibilizzare la madre della
possibilità della permanenza in vita del bambino e
di tutte le conseguenze che la scelta della
interruzione volontaria della gravidanza può
comportare;
a farsi promotrice attraverso l'Assessorato alla
Sanità di una pronta e sollecita informazione
rivolta alle competenti strutture nella quale venga
comunicato e ribadito l'obbligo di intervenire
sempre e comunque a salvaguardia della vita
nascente alla luce dei progressi conquistati negli
ultimi anni nel campo della neonatologia.
Enrico Aimi
Luca Bartolini
Gioenzo Renzi
Alberto Vecchi
Fabio Filippi
Luigi Francesconi
Gianni Varani
Maurizio Parma