Testo:
Risoluzione
L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna
Venuta a conoscenza della sentenza della Corte
Europea dei diritti dell'uomo contraria
all'esposizione del Crocifisso nelle aule
scolastiche italiane in omaggio ad un principio di
laicità e neutralità delle istituzioni pubbliche,
ritenuto che sia da evitare e rigettare qualsiasi
interpretazione della laicità estremizzata e
militante perché in contrasto esattamente coi
propri assunti laici e tolleranti e perché
violerebbe, come avvenuto nel caso in oggetto, le
prerogative dei singoli Stati nei confronti delle
rispettive comunità nazionali, con proprie identità
e storie, e si risolverebbe paradossalmente, da
principio di supposta tolleranza e pluralismo, a
pratica di ostilità, quando non di negazione, nei
confronti delle identità religiose e, nello
specifico, contro l'identità cattolica che pure
rappresenta anima e radice della storia italiana e
di gran parte della storia europea,
ritiene altresì che la democrazia ed il pluralismo
siano maggiormente indeboliti e resi precari
proprio da una imposta assenza di riferimenti
ideali a cominciare proprio dalle istituzioni
scolastiche e da una neutralità astratta che priva
di radici le basi stesse della società democratica
che, per essere tale, ha esattamente bisogno di
valori, ideali e identità,
è inoltre dell'avviso che la stessa Europa, se
basata sui presupposti ideologici che alimentano
questa come altre sentenze, risulterà sempre più
lontana dai popoli che vorrebbe avvicinare,
sottolinea che una neutralità imposta, che
diventasse sistematica negazione di qualsiasi
identità, oltre a rivelarsi fattore di scarsa
cultura e conoscenza - in altre parole causa di
pericolosa ignoranza -, diventerebbe esattamente il
principale ostacolo alla costruzione di
un'integrazione sociale delle diversità sociali,
etniche e religiose, in contrasto quindi anche con
quel multiculturalismo che tale logica e tale
sentenza perseguirebbero,
contesta pertanto la decisione della Corte,
ritenendola lesiva sia dei principi di tolleranza e
pluralismo che pretenderebbe affermare, sia del
principio di sussidiarietà verticale, vale a dire
lesiva dell'autonomia dello Stato italiano,
sottolinea che se i principi ideologici alla base
di detta sentenza fossero perseguiti
sistematicamente, imporrebbero - cosa inaccettabile
- la modifica imposta dall'alto di numerose Carte
Costituzionali di diversi Paesi membri dell'Unione
Europea, in ragione dei loro espliciti riferimenti
religiosi, cristiani quando non addirittura di
privilegio a specifiche Chiese (si citano, a mero
titolo ricognitivo, le Costituzioni di Polonia,
Germania, Irlanda, Danimarca, Grecia, Malta),
ritiene che in ogni caso sia da ripensare ad una
nuova idea di laicità anche e soprattutto nella
scuola a gestione statale, la quale - anziché
imporre astratte neutralità -, sappia valorizzare e
spiegare le radici della nazione italiana,
segnalandone identità e idealità, sappia certamente
essere rispettosa delle storie individuali e
familiari, sia nel contempo capace e protesa a
favorire il confronto reale e rispettoso senza
inibizioni, sostenga la scelta delle famiglie
nell'educazione dei figli, favorendo nel contempo
una vera e reale parità scolastica, principale
garanzia di quel pluralismo educativo che un
monopolio statale scolastico lungi dal garantire
nega nei fatti, a maggior ragione se tale monopolio
è alimentato da una ideologia laica teoricamente ed
al lato pratico ostile alle identità ed alle
diversità ideali e religiose,
appoggia e caldeggia l'azione di ricorso contro
detta sentenza, invitando altresì a sostenerla con
convinzione, con argomenti non di mera circostanza,
generici e genericamente storico - culturali o
meramente folkloristici e tradizionalisti.
(Gianni Varani)
(Marco Lombardi)
(Luigi Giuseppe Villani)