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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 8231

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire il tema del risparmio idrico in agricoltura tra le priorità di primo livello e, conseguentemente, ad adeguare, in aumento, i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento. (09 04 19) A firma del Consigliere: Sassi

Testo:

Risoluzione

 

Visti

 

  • il Piano di Tutela delle Acque approvato con la delibera n. 40 dell'Assemblea Legislativa regionale il 21 dicembre 2005, nonché, il relativo Programma di verifica dell’efficacia del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna;
  • il Programma Regionale di conservazione e risparmio della risorsa acqua – Analisi e proposte del maggio 2004 nonché il Programma regionale per la lotta alla siccità facente parte del Programma nazionale per la lotta alla siccità e desertificazione (delibera CIPE n.2 99 del 21 dicembre 1999);
  • la Misura 4 del Piano Sviluppo Rurale 2014-2020 comprende il Tipo di operazione 4.1.03 “Invasi e reti di distribuzione collettiva” che si colloca nell'ambito della Misura 4 come azione fondamentale per sostenere e sviluppare il sistema agricolo regionale nel suo complesso ed afferisce alla Priorità P.5 “Incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a bassa emissione di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale”, nell'ambito della Focus area P5A “Rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura” e risponde direttamente al fabbisogno F18 “Aumentare l'efficienza delle risorse idriche” e che si concretizza nell’erogazione di incentivi, a fronte di investimenti che rispondano in maniera esaustiva alle necessità di sviluppare una corretta gestione della risorsa idrica e di un suo uso consapevole attraverso fonti di approvvigionamento costanti che garantiscano, al contempo, la buona qualità il contenimento dei consumi e una migliore efficienza d’uso che vede risorse attribuite dal P.S.R., per l’intero periodo 2014-2020, ammontanti ad euro 7.920.000,00 e per cui, ad ottobre 2017, è stato emanato un bando regionale;
  • la Misura 16 del P.S.R. 2014-2020 comprende il Tipo di operazione 16.1.01 “Gruppi operativi del PEI per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura”, Sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” di cui alla delibera di Giunta regionale 10 dicembre 2018, n. 2144;
  • il progetto denominato “Programma regionale di supporto al risparmio idrico” con cui si attivata una collaborazione, di durata triennale, con il Consorzio di Bonifica di II Grado per il Canale Emiliano Romagnolo, di cui alla delibera regionale n. 2475/2008, nonché la delibera di Giunta regionale n. 279 del 3 marzo 2008, attuativa dell’art. 5, comma 1 lett. d) della legge regionale n. 31/75 (abrogata dall’art. 2 della legge regionale 16 luglio 2015, n. 10);

 

premesso che

 

  • dopo la pesante siccità del 2012 sempre più spesso il nostro territorio regionale è soggetto ad eventi simili, basti pensare che già nella primavera estate del 2017 si è avuta una replica con una grave siccità ed anche la corrente stagione potrebbe avere un simile andamento;
  • le ricorrenti condizioni di siccità sul nostro territorio regionale, amplificate a dismisura dai cambiamenti climatici, sono bene esemplificate dall’ultimo Bollettino Regionale della Siccità di Febbraio 2019, curato dall’Osservatorio regionale sulla siccità di ARPAE che riporta “Siccità idrologica: nonostante nel corso dell'ultimo anno le precipitazioni cumulate si siano mantenute in tutta la regione prossime alla normalità, la scarsità di precipitazioni dell'anno precedente non è stata a tutt'oggi recuperata. Le aree centro occidentali della regione e l'appennino Romagnolo versano quindi in condizioni di pronunciata siccità idrologica” situazione ulteriormente aggravatasi considerato che nell’ultimo mese le precipitazioni sono state quasi del tutto assenti;
  • su tutta la pianura padana, dopo un inverno mite e con poca pioggia, anche la primavera si sta presentando con precipitazioni scarse e con temperature al di sopra della media, condizioni queste a cui si aggiungono la scarsissima presenza di neve sia sulle Alpi che sull’Appennino, da cui discendono delle portate dei fiumi ridottissime, con il Po che soffre di una magra paragonabile a quella tipica dei mesi di luglio e agosto, infatti, in questi giorni a Pontelagoscuro la media storica è di 1533 metri cubi al secondo e il minimo registrato è stato di 698, ma il 28 marzo scorso la portata era scesa al di sotto, con soli 634 metri cubi al secondo, a Cremona la portata, con una media del periodo di 1086, vedeva un minimo registrato di 446, a fronte di una portata, sempre il 28 scorso, di 407, ancora peggio a Piacenza nello stesso giorno, infatti, la media in quel tratto dovrebbe essere di 938 metri cubi al secondo e invece ne transitavano solo 300, benché il minimo storico sia 375;
  • attualmente anche per i corsi d’acqua minori la situazione è altrettanto allarmante, per esempio l’Enza, già in località Vetto, quindi in un tratto ancora montano, in cui la portata media dovrebbe essere di 17,3 metri cubi, il 28 marzo scorso era di soli 0,07 metri cubi, molto al di sotto del minimo storico che dovrebbe essere di quasi 4 metri cubi, oppure, il Reno, a Casalecchio, il 24 marzo scorso, registrava una portata di soli 2,2 metri cubi, sotto il minimo storico di 2,3 e molto meno della media del periodo che era di 25 metri cubi, inoltre, nell’area del Bacino del Reno tra ottobre e marzo sono caduti dai 20 ai 200 millimetri di pioggia in meno rispetto alle medie delle precipitazioni;

 

considerato che

 

  • esistono progetti nel settore irriguo volti al risparmio della risorsa, per esempio il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale che gestisce una derivazione al servizio di 200 mila ettari tra Reggio Emilia, Modena fino al Mantovano in cui il 70% della risorsa idrica deriva dal Po ha avviato, dal 2016, un progetto ReQpro (finanziato dall'Unione europea nell’ambito del Programma Life Plus Ambiente) che punta al riutilizzo dell’acqua di provienenza dal depuratore della città di Reggio Emilia, opportunamente affinata, per un successivo uso irriguo, arrivando ad un risparmio valutato dell’ordine dei 5 milioni di metri cubi annui;
  • esistono, ormai da anni, progetti e studi di ricarica artificiale delle falde (è del 2008 un primo “Studio sulla ricarica artificiale delle falde in Emilia Romagna” di ARPA che valutava positivamente la possibilità di ricarica delle conoidi del fiume Reno e del Marecchia, inoltre, si è svolta una sperimentazione di ricarica in condizioni controllate della conoide del Fiume Marecchia (Rimini) che è stata promossa dalla Regione Emilia-Romagna in accordo con la Provincia di Rimini, il Comune di Rimini, il Consorzio di Bonifica della Romagna e l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Romagna, che ha avuto una durata biennale, dal febbraio 2014 al gennaio 2016) pratica, questa, della ricarica artificiale delle falde, che trova da anni applicazioni in larga scala in Olanda, Germania e Svezia in cui con questo sistema si arrivano a coprire percentuali dell’ordine del 25% del fabbisogno (ad Amsterdam i due terzi dell’acqua potabile proviene dalla ricarica artificiale), queste pratiche consentono di ristabilire le riserve idriche, di mantenere le risorse e stabilizzarle (in previsione dei periodi di magra), di smaltire acque di processo idonee/conformi (geoscambio/bonifica), di ridurre la subsidenza causata da eccessi di pompaggio, di contrastare l’intrusione marina nelle aree costiere, ed inoltre, di immagazzinare acqua di ruscellamento durante eventi meteorici intensi, di stoccare acqua per ridurre i costi di emungimento e di migliorare la qualità dell'acqua attraverso la rimozione dei solidi sospesi,mediante filtrazione attraverso il terreno o per diluizione da miscelazione;
  • anche sulle tecniche irrigue, benché molto sia stato fatto, ci sono ancora ampi margini di miglioramento ai fini di un uso razionale della risorsa acqua che eviti inutili sprechi e dispersioni (solo per fare un esempio la riconversione dei sistemi di irrigazione del prato stabile, da scorrimento ad aspersione, porta ad una riduzione del consumo idrico del 90 %, senza nessuna ripercussione sulla produzione), inoltre, è evidente come sia necessario aiutare, anche finanziariamente, gli agricoltori per una vera riconversione degli impianti di irrigazione se si vuole raggiungere questo obiettivo;

 

evidenziato che

 

  • prima di proporre o addirittura valutare e realizzare infrastrutture altamente impattanti per l’ambiente quali, per fare un esempio, la diga di Vetto sul fiume Enza, progetto di cui si torna periodicamente a parlare, è necessario un utilizzo razionale e volto al maggior risparmio possibile della risorsa acqua, nonché utilizzando razionalmente le aree golenali ed i piccoli invasi e comunque gli invasi già esistenti anche per fini energetici, riesaminando e valutando le concessioni già esistenti di derivazione e di prelievo;
  • nel lungo periodo è ormai probabile l’alternarsi di periodi estremamente siccitosi a periodi di abbondanza d’acqua, con una persistenza delle anomalie climatiche a cui, inevitabilmente dovremo far fronte con opportuni strumenti di programmazione, situazione ormai certificata dai dati dell’Atlante climatico 1961-2015 di Arpae che mostra, per quanto riguarda le precipitazioni, come a una modesta riduzione del dato annuale si accompagni un notevole cambiamento dei regimi di pioggia nel corso dell’anno con prolungati periodi siccitosi nella stagione estiva e aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni intense.

 

Impegna la Giunta regionale e l’assessore competente a:

 

ad inserire il tema del risparmio idrico in agricoltura tra le proprie priorità di primo livello e, conseguentemente, ad adeguare, in aumento, i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento.

 

 

Il Consigliere

(Gian Luca Sassi)

 

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