Espandi Indice

Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 831

Share
Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere i termini e le prescrizioni contenute nel calendario venatorio 2015/2016 tenendo conto delle proposte avanzate dai cacciatori, reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili al fine di contenere i danni alle colture ed alla flora, contenendo inoltre i costi relativi al rilascio della licenza di caccia ed all'iscrizione agli ATC. (25 06 15) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani

Testo:

R I S O L U Z I O N E

 

(Ai sensi dell’art. 107 del Regolamento)

 

I sottoscritti Consiglieri del gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

 

Premesso che:

 

  • La Legge Regionale 15 febbraio 1994, n.8 (Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria) disciplina “la gestione, la protezione e il raggiungimento ed il mantenimento dell'equilibrio faunistico ed ecologico in tutto il territorio regionale e ne regolamenta il prelievo venatorio programmato”;
  • A tal fine la Regione Emilia Romagna, di concerto con le Provincie, coordina la programmazione delle attività di gestione della fauna selvatica, esercita il controllo dei prelievi negli ambiti territoriali in cui è consentito l'esercizio venatorio e stila il c.d. calendario venatorio regionale che fa da cornice alla redazione dei singoli calendari venatori provinciali;
  • La Regione Emilia Romagna, con delibera di Giunta n.265/2015, ha provveduto a licenziare il calendario venatorio regionale così definito: “Indirizzi e prescrizioni per la predisposizione da parte delle Provincie e della Città metropolitana di Bologna dei calendari venatori 2015/2016”;
  • L’atto regionale di cui sopra detta le disposizioni per la predisposizione dei calendari venatori provinciali annuali e, per sua natura, costituisce una disciplina cornice, in quanto solo l’atto provinciale garantisce l’effettività dell’esercizio venatorio sul rispettivo ambito territoriale, pur nel rispetto del quadro normativo regionale;

 

Considerato che:

 

  • Rispetto alle prescrizioni contenute nel calendario venatorio regionale (specie cacciabili, forme, carnieri e giornate di prelievo) ci sono pervenute molteplici osservazioni e rimostranze che certificano il clima di contestazione rispetto ad un quadro normativo fortemente restrittivo e incapace di recepire le istanze avanzate dai cacciatori emiliano romagnoli;
  • I periodi di caccia per ogni singola specie, entro i quali le Provincie e la Città metropolitana di Bologna possono definire ulteriori limitazioni, sono oggetto di critiche da parte dei cacciatori emiliano romagnoli che ne contestano la poca flessibilità e la restrizione delle giornate di prelievo con particolare riferimento ad alcune specie di fauna selvatica migratoria (cesena, tordo bottaccio, pavoncella, colombaccio, tortora e beccaccia) in virtù sia dell’incremento della popolazione svernante che del prolungamento del periodo di svernamento rispetto a quello di altre regioni italiane;
  • Una riflessione di carattere generale andrebbe fatta anche sulla compresenza, per una stessa specie migratoria, del carniere giornaliero e stagionale, tenuto conto della disomogeneità quotidiana del passo e della non criticità della consistenza di alcune specie (ad es; codone e pavoncella);
  • E’ emersa con insistenza la necessità di reintrodurre in calendario la specie dello storno, anche in base all’orientamento favorevole espresso dall’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), e ai forti danni alle colture agricole e ai frutteti che questa specie causa su tutto il territorio regionale;
  • A partire dalla stagione 2008/2009 si è registrato un crollo irreversibile dei cacciatori emiliano romagnoli (tabella informativa riportata nella delibera di Giunta 265/2015) determinato da molteplici fattori tra i quali anche il costo vertiginoso della licenza - circa 500 euro - che si aggiunge a quello per l’iscrizione a ciascun ATC;
  • La staticità dei vincoli normativi emiliano romagnoli in materia di specie cacciabili, forme, carnieri e giornate di prelievo induce i nostri cacciatori a praticare l’arte venatoria in altre regioni italiane se non addirittura in altri paesi europei dove vigono regole meno stringenti e calendari venatori più flessibili, con il risultato che si favoriscono le economie confinanti a discapito di quella regionale;
  • La normativa regionale sull’attività venatoria sembra dimenticare che la caccia adeguatamente regolamentata ha importanti valenze di interesse pubblico sia per la tutela ambientale e degli ecosistemi naturali, sia per l’economia dei territori;

 

Preso atto che:

 

  • Il capo IV della Legge Regionale 15 febbraio 1994, n.8 (Organizzazione degli ambiti territoriali per la gestione della fauna selvatica e per la programmazione dei prelievi venatori) definisce, all’art.31, gli ATC come ”…strutture associative senza scopi di lucro a cui è affidato lo svolgimento delle attività di gestione faunistica e di organizzazione dell’esercizio venatorio in forma programmata nel territorio di competenza”; ;
  • In tutta l’Emilia Romagna ad oggi si contano 50 ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) ognuno dei quali regolamentato da apposito statuto e composto da un Presidente, un consiglio direttivo - i cui membri percepiscono un gettone di presenza -, un collegio dei revisori dei conti e un’assemblea degli iscritti;

 

IMPEGNANO LA GIUNTA REGIONALE A:

 

  1. A valutare l’opportunità di rivedere i termini e le prescrizioni del calendario venatorio regionale 2015/2016 per quanto concerne le specie cacciabili, le forme, i carnieri e le giornate di prelievo, tenuto conto delle obiezioni e delle proposte avanzate dai cacciatori emiliano romagnoli e delle specificità di alcuni esemplari di fauna selvatica migratoria che ne consentirebbero la caccia fino alla prima decade di febbraio e/o un maggior prelievo;
  2. A reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili in Emilia Romagna al fine di contenerne i danni alle colture e alla flora selvatica intervenendo in maniera preventiva;
  3. A promuovere un contenimento dei costi per il rilascio della licenza di caccia e l’iscrizione agli ATC, affinché si inverta la tendenza di un calo drastico degli appassionati all’arte venatoria valutando anche l’ipotesi di rivedere il numero complessivo degli ATC emiliano romagnoli in un’ottica di riordino e semplificazione.

 

i Consiglieri

Massimiliano Pompignoli

Alan Fabbri

Fabio Rainieri

Gabriele Delmonte

Stefano Bargi

Marchetti Daniele

Matteo Rancan

Andrea Liverani

Espandi Indice