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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 1126

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Oggetto:
Testo presentato:
1126 - Interrogazione a risposta scritta sul sostegno alle associazioni, enti, fondazioni e canali sociali il cui scopo sia quello di aiutare le vittime di violenze e molestie sessuali, discriminazioni di genere e di orientamento sessuale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ex articolo 112 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.

 

 

Premesso che: -

 

secondo l’ISTAT, la violenza di genere è un fenomeno ancora sommerso, è elevata, infatti, la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita (il 28,1% nel caso di violenze da partner, il 25,5% per quelle da non partner), di chi non denuncia (i tassi di denuncia riguardano il 12,2% delle violenze da partner e il 6% di quelle da non partner), di chi non cerca aiuto; ancora poche sono, infatti, le donne che si rivolgono ad un centro anti violenza o in generale un servizio specializzato (rispettivamente il 3,7% nel caso di violenza nella coppia e l’1% per quelle al di fuori);

 

dai dati emerge che le vittime spesso non sanno dove cercare aiuto, basti pensare che il 12,8% di loro non sapeva dell’esistenza dei centri antiviolenza o dei servizi o sportelli di supporto per le vittime, percentuale che è pari al 10,3% per le donne che hanno subito violenza fuori dalla coppia;

 

molte donne non considerano la violenza subita un reato, solo il 35,4% delle donne che hanno subito

violenza fisica o sessuale dal partner ritiene di essere stata vittima di un reato, il 44% sostiene che si è trattato di qualcosa di sbagliato ma non di un reato, mentre il 19,4% considera la violenza solo qualcosa che è accaduto. Similmente sono giudicate un reato il 33,3% delle violenze commesse da altri uomini, qualcosa di sbagliato il 47,9% e solo qualcosa che è accaduto il 17,3%;

 

lo scorso 5 marzo l’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea ha presentato a Bruxelles il nuovo rapporto sulla Violenza condotta su un campione di oltre 42.000 donne, dal quale risulta che, una donna su tre (il 33 %) ha subito violenza fisica e/o violenza sessuale dai 15 anni in su. La percentuale sale al 43% nei casi di violenza psicologica. Nel nostro Paese la percentuale è rispettivamente del 27% e del 33%;

 

Istat stima che il 4,1% delle ragazze che oggi hanno meno di 30 anni abbia subito violenza sessuale quando erano minorenni, ed è purtroppo in aumento la percentuale dei figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% al 64,8% tra il 2006 e il 2014) e di quelli che sono stati direttamente coinvolti (dal 15,9% al 23,7%);

 

rilevato che: -

 

l’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea ha suggerito all’Unione Europea e agli Stati

Membri di adottare politiche e piani di azione sulla base di prove tratte da interviste dirette alle donne;

 

subire violenza è un'esperienza traumatica e le conseguenze sulla salute possono essere molto gravi;

 

la violenza implica una grave e pervasiva invasione del sé, annientando il senso di sicurezza della donna e la fiducia in se stessa e negli altri; violenze gravi e soprattutto ripetute, creano nella donna un sentimento di ansia intensa o di paura generalizzata;

 

la violenza provoca importanti danni fisici e psichici, a breve ed a lungo termine, ed in alcuni casi può dare luogo, direttamente o indirettamente (omicidio, suicidio, gravi patologie correlate) alla morte della vittima;

 

molti elementi hanno contribuito a creare silenzio attorno alla violenza di genere e le donne sono state costrette a tacere non solo dall'autore della violenza, ma anche dalla stessa società che, per molto tempo, lo ha considerato un "problema privato" che non doveva assolutamente entrare sulla scena pubblica;

 

ritenuto che: -

 

le politiche di sensibilizzazione sono essenziali per trasmettere il messaggio che parlare della violenza subita ed entrare in contatto con le istituzioni e i servizi dedicati costituisce una preziosa fonte di aiuto;

 

le violenze non sono solo prettamente fisiche ma possono essere anche psicologiche ed essere causate da battute, apprezzamenti insistenti e o comportamenti inappropriati, che troppo spesso sono tollerati o minimizzati dalla comunità;

 

prima di arrivare all’atto estremo, la violenza fisica o ancora l’omicidio, ci sono una serie di abitudini da eliminare radicate nella nostra cultura: queste sono le prime forme di un percorso di violenza che può trasformarsi in episodi gravi e tragici;

 

evidenziato che: -

 

il Canale social, Break the Silence, nato il 7 Giugno 2020 dall’idea di quattro studentesse universitarie con l’obiettivo di rompere il muro del silenzio che si è creato attorno alla violenza di ogni tipo, in particolar modo sessuale, e attorno alle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale, ha ottenuto ampio risalto mediatico e già nelle prime settimane dalla sua nascita ha aiutato molte donne e ragazzi ad “uscire allo scoperto” e a denunciare le ingiustizie, le molestie e le violenze subite;

 

la maggior parte delle persone che ha contattato questo canale di aiuto e supporto ha affermato che ha capito e ha preso piena consapevolezza del fatto di aver subito una molestia per la prima volta, grazie anche alle testimonianze delle altre vittime;

 

interroga la Giunta regionale per sapere:

 

se intenda, per una società più equilibrata e meno violenta, ad aumentare l’appoggio istituzionale e comunicativo alle associazioni, enti, fondazioni e canali sociali, come appunto, Break The Silence, il cui scopo è quello di aiutare le vittime di violenze e molestie sessuali, discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, non solo prevenendo ma anche curando, affiancandosi alle autorità e collaborando con i professionisti del settore, con le forze dell’ordine, con le scuole e gli studenti al fine di sensibilizzare tutte le future generazioni a non aver mai paura di parlare di queste tematiche;

 

se intenda diffondere le iniziative intraprese dalle organizzazioni del terzo settore, enti, fondazioni, associazioni di categoria e canali sociali sul tema attraverso la rete regionale dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio anche prevedendone la partecipazione ad eventuali bandi e avvisi pubblici per l’attribuzione di sostegni economici a valere sul bilancio regionale.

 

 

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