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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 1361

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Oggetto:
Testo presentato:
1361 - Interrogazione a risposta scritta circa la predisposizione di piani operativi di intervento per arginare una eventuale seconda ondata della pandemia da COVID-19 da parte della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ex articolo 112 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.

 

 

Premesso che: -

 

la speranza si chiama vaccino, la certezza è il caos nella scuola, l'effetto è che la crisi (economica) sarà durissima. Una cosa è sicura: il prossimo autunno sarà ancora con la mascherina, con il distanziamento, e una nuova stretta su quella che tutti chiamano la movida: lo sport nazionale ora è quello di colpevolizzare i giovani che cercano spiragli di socialità: in effetti, ora, cominciano ad essere loro i bersagli preferiti dal virus, con il rischio di diffondere il contagio. La verità è che le prossime, eventuali, linee guida sono ancora molto confuse;

 

premesso inoltre che: -

 

il piano per il temuto prossimo “tsunami” autunnale si articola in quattro livelli, a seconda del tasso di Rt nazionale (l'indice di contagio in un territorio) e prevede diverse modalità d'intervento. Ciò che conta sono le misure pratiche che verranno messe in atto, e una parola di verità l'ha detta il dottor Matteo Bassetti del San Martino di Genova: “La seconda ondata sarà quella di tutti coloro che. accusando sintomi influenzali, siccome sono sottoposti a un bombardamento continuo di previsioni sul ritorno del virus intaseranno i Pronto soccorso con 37,2 di febbre; in quel momento il sistema ospedaliero rischierà di esplodere”;

 

considerato che: -

 

un vaccino assente all'orizzonte è quello anti-influenzale: consentirebbe di distinguere tra la diagnosi di Covid e quella di normale influenza quando i due virus viaggeranno paralleli. Ma, secondo i medici, le Regioni lo riceveranno con (almeno) due o tre settimane di ritardo rispetto alla data prevista di inizio ottobre. Di incognite, del resto, ce ne sono molte altre. La prima riguarda la scuola. Tra annunci di assunzioni di 50 mila docenti e poi di 20 mila bidelli - o meglio, collaboratori scolastici -, acquisti (impossibili) di milioni di banchi, la ministra Lucia Azzolina ripete che il rientro in aula ci sarà. I presidi non la pensano cosi. Ci sono le linee guida, ma ancora non si è capito se e come saranno fatti i test sierologici sui docenti, che cosa succederà se in una classe ci dovesse essere un contagio, se i ragazzi devono entrare scaglionati o in fila indiana. In più mancano 20 mila aule. Si ricomincia cosi con le ipotesi fantasiose: dalle lezioni nei bed & breakfast alle tendopoli. Per la scuola, insomma, è già seconda ondata, tralasciando un altro problema enorme, quello degli scuolabus. Le linee guida dicono che se il percorso dura meno di 15 minuti si può evitare il distanziamento, ma le Regioni sembra non ci stiano;

 

considerato altresì che: -

 

chi rischia di restare a piedi sono le aziende. Il ministro per l'Economia Roberto Gualtieri dovrà predisporre la legge di Bilancio, annuncia un grande piano di rilancio, una revisione del fisco che prevede l'azzeramento di quasi tutte le agevolazioni, potrebbe essere il “regalo” d’autunno. Una via d'uscita dalla crisi la cercano anche bar, ristoranti. alberghi. La stima di Confcommercio è che l'onda lunga delle chiusure metterà a rischio un terzo dei 330 mila esercizi di ristorazione, che il prolungamento dello smart working per i dipendenti pubblici creerà sempre più difficoltà ai bar e «senza un'accelerazione della ripresa, il rischio di una grave caduta occupazionale è reale. A cominciare da 84 mila contratti a tempo determinato che ci sono nel commercio. Fosche le previsioni dell'Ue che si attende una caduta del Pil italiano attorno all'11 ,4 per cento. Secondo la Cna (artigiani) il 55 per cento delle imprese non investirà, solo il 4,6 per cento pensa che avrà più ordini in autunno, mentre il 61 per cento si aspetta un ulteriore calo dei fatturati. L’Istat non è stata più tenera: “Il 38,8 per cento delle imprese italiane (pari al 28,8 per cento dell'occupazione, circa 3,6 milioni di addetti, e al 22,5 per cento del valore aggiunto, circa 165 miliardi di euro) ha denunciato resistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno. Il pericolo di chiudere l'attività è più elevato tra le microimprese (40,6 per cento, 1,4 milioni di addetti) e le piccole (33,5 percento, 1,1 milioni di occupati), ma assume intensità significative anche tra le medie (22,4 per cento, 450 mila addetti) e le grandi (18,8 per cento. 600 mila addetti)”. Per questo il governo ha prenotato 28 miliardi del Sure, il fondo europeo per sostenere l'occupazione, anche perché a fine anno scade la cassa integrazione;

 

tenuto conto: -

 

che non si vive di soli bonus. Quello super per l'edilizia è in stallo causa smart working della pubblica amministrazione, il bonus vacanze è per ora rimasto al palo: lo hanno chiesto un milione di italiani, lo hanno usato solo in 140 mila. Il bilancio del turismo resta fortemente deficitario: abbiamo perso 24 miliardi, a fine anno saranno almeno 50. Anche perché “io resto in Italia” non ha funzionato sui giovani. Molti hanno scelto vacanze in Francia, Spagna, Grecia, Croazia. Così abbiamo di nuovo importato il virus. Al netto del grave problema dei focolai tra i migranti. Perché attorno all'Italia ora c'è una cintura dove i contagi sono in ripresa. Così. da chiusi in casa a chiusi in patria potrebbe essere lo slogan della seconda ondata. Per un Paese che vive di export non è una prospettiva allettante;

 

interroga la Giunta per sapere

 

come intenda affrontare il tema spinoso del coordinamento con il Governo nazionale e con le altre Regioni, che nel perimetro delle istruzioni anti-Covid mette insieme scuola, trasporti pubblici, medicina territoriale (gli ospedali hanno aumentato i posti di terapia intensiva, ma i medici di base, trascurati nella prima fase dell'epidemia, lo saranno probabilmente anche nella seconda) e la possibilità di chiudere confini o singole zone;

 

come intenda affrontare il piano/ospedalizzazione, e ci sono tre domande, fondamentali a riguardo: la seconda ondata ci sarà davvero? E se si, che cosa provocherà? E’ pronta ad affrontarla, e in che modo?

 

se intenda adottare iniziative urgenti, per quanto concerne le linee guida della scuola, se e come saranno fatti i test sierologici sui docenti, che cosa succederà se in una classe ci dovesse essere un contagio, se i ragazzi devono entrare scaglionati o in fila indiana;

 

come intenda affrontare il problema enorme degli scuolabus;

 

come pensa di accellerare l’esame delle richieste per il super bonus dell'edilizia, in stallo causa smart working della pubblica amministrazione;

 

come intenda giustificare il “fiasco” del bonus vacanze richiesto da un milione di italiani ma usufruito solo da 140 mila.

 

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