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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 1408

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Oggetto:
Testo presentato:
1408 - Interrogazione a risposta scritta circa le visite dei parenti ai residenti nelle RSA. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 

Il sottoscrittI Marco Lisei, Michele Barcaiuolo, Giancarlo Tagliaferri, Consiglieri Regionali del Gruppo di Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni,

 

premesso che

  • le RSA, così come le altre strutture che ospitano anziani, hanno pagato un pesante tributo in fatto di vite umane, infatti l’Emilia-Romagna è, tra le regioni italiani, quella che ha avuto uno dei più alti numeri di decessi di ospiti in strutture per anziani, ciò ha indotto ad interdire l’accesso alle RSA (Residenze Sanitarie per Anziani) ai familiari fino al 15 giugno, data in cui la Regione Emilia-Romagna ha emanato, anche comprensibilmente, una serie di regole ed indicazioni, piuttosto stringenti, per l’accesso di visitatori ed operatori esterni alle strutture per anziani e disabili;

 

rilevato che

  • gli anziani ospiti delle RSA sono per la maggior parte anziani non più autosufficienti, disabili, che necessitano non solo di accudimento e cure fisiche ma anche della vicinanza delle persone care;
  • i familiari stanno patendo fortemente queste limitazioni, lamentano poca trasparenza e di non aver ricevuto risposte alle segnalazioni rivolte alle istituzioni, sono preoccupati di come la riduzione della socialità, i contatti ed il movimento per le persone che si trovano in condizione di grave deficit cognitivo possa portare ad un inevitabile aggravamento delle condizioni di salute dei propri cari;
  • molti degli ospiti delle RSA e delle CRA, infatti, soffrono di demenza senile e la riduzione dei contatti con i propri affetti determina una degenerazione più veloce della memoria e degli aspetti cognitivi con ripercussioni anche sull’autonomia motoria per quelli autosufficienti (determinata dalla depressione per legata all’assenza di volti famigliari);

 

preso atto che

  • molte delle RSA e delle CRA, probabilmente per ragioni cautelative e/o per difficoltà organizzative legate alla necessità di avere personale appositamente dedicato, applicano in modo restrittivo le indicazioni fornite dalla Regione con la conseguenza di rendere ormai praticamente nulli i contatti fra degenti e propri familiari;
  • ciò ha determinato che in molte strutture è possibile vedere i propri cari:

-          solo una volta a settimana;

-          per soli 20/25 minuti i propri affetti;

-          in fasce orarie ristrette,  (9-12,30 e 13,30-15)

-          solo in giorni feriali (che costringono i parenti a prendere le ferie dal lavoro), fatta eccezione per alcuni istituti che concederebbero le visite anche durante la mattinata del sabato e della domenica sempre in fasce ristrette (10-12);

-          solo in presenza di un operatore al fianco del visitatore;

 

tutto ciò

  • anche qualora la persona sia autosufficiente ed in contrasto con quanto stabilito al punto 8 paragrafo 4 che prevede che le visite all’aperto (molte strutture hanno i giardini) possano anche durare un’ora;
  • anche se le indicazioni della Regione non prevedano la presenza costante di un operatore;

 

considerato ulteriormente che

  • la giusta applicazione di restrizioni non può non tenere in considerazione la tutela della salute e degli affetti dei pazienti;
  • non è accettabile che norme già di per se molte restrittive trovino un’applicazione in pejus ovvero ancora più restrittiva da parte delle strutture;
  • i familiari,sono distrutti da tale situazione ed hanno rilevato in molti casi un netto peggioramento delle condizioni di salute dei propri cari tanto che stanno nascendo comitati spontanei che chiedono un maggior equilibrio nell’applicazione delle misure restrittive, tant’è che  vorrebbero far parte degli organi di controllo a tutela dei loro cari.

 

INTERROGANO

 

la Giunta regionale per sapere:

 

  • se è a conoscenza di quanto sopra esposto;
  • se non ritenga che l’applicazione in senso restrittivo delle indicazioni fornite dalla Regione non costituisca una violazione delle medesime;
  • se non ritenga necessario eseguire controlli sulle condizioni di salute dei pazienti a seguito del lockdown;
  • se non ritenga che la normativa in essere debba essere rivista al fine di consentire visite più prolungate e con maggiore frequenza dei familiari anche nei giorni festivi e se la Regione non ritenga di precisare, nelle indicazioni fornite, che l’applicazione in senso restrittivo delle medesime, che si traduce nella contrazione delle visite dei familiari, non è consentita e che la tutela del diritto alla salute dei degenti deve essere tutelato anche rispetto alla soppressione delle visite familiari.

 

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