Testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ex articolo 112 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.
Per sapere, premesso che -:
ci sono milioni di mascherine che possono arrivare da oltreconfine, anche in poche ore, ma che tra beghe burocratiche, inefficienza, scelte ponderate di chi deve venderle e norme che rendono svantaggioso farlo finiscono ad altri o restano in attesa per settimane, in piena emergenza e di fronte a un'autosufficienza produttiva che non arriverà prima di due mesi;
Considerato che -:
sul tavolo di "Invitalia Emergenza CV19" e del commissario straordinario S. A. sono arrivate dal primo giorno del suo insediamento, il 18 marzo, offerte concrete, a prezzi considerati congrui dalla stessa Protezione Civile ( 3/3,50 dollari per 1,5 milioni di FFP2 da consegnare in 24 ore a Fiumicino) , passati anche attraverso diverse contrattazioni istituzionali, e con disponibilità immediata che, però, inspiegabilmente non vengono prese in considerazione. Inutili le mail, i canali formali e informali, i tentativi da parte degli intermediari di comprendere se si ha un problema di fondi o di conti bancari della struttura commissariale: dal momento in cui la partita di mascherine è stata portata all'attenzione delle autorità italiane (Protezione Civile prima e Invitalia, poi) a quando si è interrotta ogni comunicazione, sono passati 10 giorni. E ora che il paese di provenienza dei dispositivi è in lockdown, non sarà più possibile recuperarle;
Appreso che -:
da documenti allegati a un articolo di un noto quotidiano nazionale, gli altri Paesi non vendono "per tenerle per sé": sono uno dei beni più preziosi al momento e nonostante molti avrebbero interesse a vendere in Italia ma non riescono. Un consulente marketing e commerciale ha segnalato l'11 marzo alla Regione Piemonte e all'unità di crisi la disponibilità di mascherine chirurgiche e KN95 da un fornitore cinese conosciuto per lavoro e con certificazione CE e FDA. Ci sono le foto, i certificati e i contatti - scrive il consulente in una prima email – “dovrebbero averne circa 100mila in magazzino". Indica anche i link dove controllare l'attendibilità del venditore. Assicura la gratuità del suo ruolo nell'operazione (1,7 dollari il costo della singola mascherina). Avvisa di star cercando di capire la disponibilità di un altro fornitore che può avere una capacità produttiva di 100mila al giorno. " Nessuno, spiega, ha quanto meno riscontrato ciò che dicevo o dirmi a chi parlare. Nulla". Non è un caso isolato. "Di Maio è andato in Cina per farsi dare in proiezione futura 100 milioni di maschere- racconta il titolare di una delle aziende presenti negli elenchi dei fornitori di Confindustria;
Evidenziato che -:
pare siano stati chiesti elenchi di tutti gli acquisti fatti dall'inizio dell'emergenza e l'uso dei conti e dei fondi. Né Protezione civile né Invitalia han voluto fornirli. C'è poi chi potrebbe importare ma sceglie di non farlo. Il dl "Cura Italia" prevede infatti che il commissario possa requisire i carichi di "presidi sanitari e medico-chirurgici" che arrivano in aeroporto e pagarli al prezzo che la merce aveva al 31 dicembre 2019. Una restrizione anti-speculazioni che non funziona se siamo i soli a usarla. Se l'Italia non le compra sono pronte Romania o Polonia a prezzo di mercato;
a fine anno, fuori dall'emergenza, i prezzi di una mascherina erano infatti molto più bassi, prima dell'epidemia una chirurgica in Cina costava 2 centesimi, oggi la si paga anche 40 cent al pezzo. Quindi se far arrivare dalla Cina l00mila mascherine, una quantità molto piccola, costa 40mila euro lo Stato la requisisce e ne dà 2mila. Importare, poi, costa e le spese di trasporto fanno salire il prezzo. A dicembre una compagnia aerea chiedeva 3 dollari per portare dalla Cina un kg di merce, ora servono almeno 10,5 dollari. In tempi normali i container arrivano via mare, ma ora non si può aspettare la nave per un mese, così la merce deve volare, ma i voli cargo con la Cina sono chiusi. Prima del Covid i Dpi viaggiavano anche nelle stive degli aerei di linea, ora anche quelli sono al minimo e non è detto che lo stock arrivi, perché spesso i Paesi di scalo li requisiscono.
interroga la Giunta regionale
- per sapere se quanto descritto corrisponda al vero;
- perché solleciti il Governo nazionale a procedere velocemente per mettere fine a questi ritardi, errori e speculazioni e a questa assurda burocrazia;
- per conoscere gli ordinativi della regione Emilia – Romagna, i tempi, le quantità e i modi di consegna da parte della Protezione civile dei dispositivi di protezione individuale, dalla data di inizio dell’emergenza COVID-19.