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164.
SEDUTA DI MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2009
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
INDI DEL VICEPRESIDENTE ZANCA
Indice
Interrogazione oggetto 5229 (3629)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
BARTOLINI (AN-PdL)
PERI, assessore
Interrogazione oggetto 5197 (3606)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
SALSI (PD)
PERI, assessore
Interrogazione oggetto 5233 (3638)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
MAZZA (Sinistra Democratica)
ZANICHELLI, assessore
Interrogazione oggetto 5234 (3639)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
GUERRA (Verdi)
PERI, assessore
Interrogazione oggetto 5235 (3640)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
NOÈ (UDC)
SEDIOLI, assessore
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Donini)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5103
Delibera: «Programma regionale per la montagna (L.R. 2/2004, art. 3 bis) (268)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
DELCHIAPPO (Misto)
MUZZARELLI, assessore
FILIPPI (FI-PdL)
OGGETTO 5135
Delibera: «Programma degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (L.R. 24 marzo 2000, n. 18) - Obiettivi, linee di indirizzo e procedure per il triennio 2010-2012.» (269)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5136
Delibera: «Programma degli interventi per la promozione di attività culturali (L.R. 22 agosto 1994, n. 37). Obiettivi, azioni prioritarie, modalità di attuazione e procedure per il triennio 2010-2012.» (270)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5098
Delibera: «Bilancio di previsione 2010 e pluriennale 2010-2012 dell'IBACN della Regione Emilia-Romagna.» (271)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5124
Delibera: «Parziale modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/1988 - IV fase - Approvato con delibera dell'Assemblea legislativa n. 185 del 22 luglio 2008.» (272)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5182
Delibera: «Deliberazione del Consiglio regionale n. 646 del 20 gennaio 2005 in materia di requisiti strutturali ed organizzativi dei servizi educativi per la prima infanzia. Modifica di termine.» (273)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5180
Delibera: «Legge regionale 8 agosto 2001 n. 24 (Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo) e D.L. 1° ottobre 2007, n. 159 (Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale). Programmazione dei fondi per la realizzazione del programma di manutenzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica denominato "Nessun alloggio pubblico sfitto". Parziale modifica della deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 209/09.» (274)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5190
Delibera: «Parere di conformità, ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per l'esercizio dell'attività di noleggio di autobus con conducente (art. 26 quater lett. d) della legge regionale 2 ottobre 1998, n. 30).» (275)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5017
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disciplina e interventi per lo sviluppo del commercio equo solidale in Emilia-Romagna» (110)
(Relazione, discussione ed esame articolato)
(Ordine del giorno oggetto 5017/1 - Presentazione) (142)
PRESIDENTE (Donini)
BORGHI, relatore
PRESIDENTE (Zanca)
GUERRA (Verdi)
FILIPPI (FI-PdL)
CORRADI (Lega Nord)
LOMBARDI (FI-PdL)
ROSSI (Uniti nell'Ulivo - PS)
PASI, assessore
Interrogazioni oggetti 5251 - 5253 (3641 - 3642)
(Annuncio)
Risoluzione oggetto 5252 (588)
(Annuncio)
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzione annunciate
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
La seduta ha inizio alle ore 9,49
PRESIDENTE (Donini): Dichiaro aperta la centosessantaquattresima seduta della VIII legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Bosi, Filippi e Pedulli.
Nonostante la forte nevicata, la presidente c'è, i consiglieri ci sono, la Giunta c'è, le donne, quelle brave e organizzate, si sono fermate a dormire a Bologna, quelli che non hanno seguito i buoni consigli e sono andati a casa non hanno dormito, si sono alzati alle 5 per riuscire in qualche modo ad arrivare.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna gli assessori Bissoni, Bruschini, Campagnoli e Ronchi ed i consiglieri Beretta, Masella e Nanni.
Allora, colleghe e colleghi, iniziamo i nostri lavori.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
PRESIDENTE (Donini): Ospitiamo le risposte alle interrogazioni a risposta immediata. Vediamo di procedere sulla base della geografia delle presenze.
Il primo oggetto che chiamo è il seguente:
5229 - Interrogazione del consigliere Bartolini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le problematiche connesse all'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario di Trenitalia, con particolare riferimento ai pendolari che utilizzano la tratta Rimini - Bologna. (3629)
Consigliere Bartolini, forse è inutile ma vi ricordo i tempi: lei dispone di sei minuti e può gestirli come vuole, tra illustrazione e replica; l'assessore Peri ha tre minuti per la risposta.
Prego, consigliere Bartolini.
BARTOLINI: La ringrazio, presidente.
Brevemente, perché voglio replicare poi all'assessore Peri, però voglio ricordare che chi viene dalla tratta Rimini-Bologna quotidianamente, parlo dei pendolari, non sono in ritardo solo come oggi, come ieri, per le pessime condizioni meteorologiche straordinarie che hanno rallentato tutta la rete ferroviaria locale e nazionale, ma sono anche vittime di un nuovo orario delle ferrovie, dei treni, che mette veramente in difficoltà tutti i pendolari. Anche perché un anno fa si era presentato lo stesso problema e si era ovviato, tra virgolette, facendo pagare 110 euro in più, o comunque chiedendo ai pendolari se volevano chiedere questa tessera “Mi muovo tutto treno” pagando 110 euro, più 350, se non sbaglio, pagati dalla stessa Regione, quindi con un costo notevole anche a carico della Regione, per poter utilizzare non solo i treni locali, ma anche i treni Eurostar, Eurostarcity, Intercity ed Eurocity negli orari compatibili con quello dei pendolari.
Abbiamo visto che dal 13 dicembre questa carta è inutile, non serve, soprattutto non serve in quegli orari perché sono stati soppressi quei treni o comunque non si fermano nella tratta Rimini-Forlì quei treni negli orari che interessano ai pendolari, salvo che non vogliano arrivare in ritardo tutti i giorni di un'ora o due, e sono costretti a salire sui carri, carri merci quasi, su questi treni regionali... Li ha definiti il sindaco di Forlì quasi un carro bestiame perché è salito, con tanto di fascia tricolore, venendo anche lui in Regione a protestare, perché obiettivamente chi prende quei treni fa un viaggio allucinante, in piedi, insieme agli studenti, quindi non sono treni adeguati per un servizio come quello che serve ai pendolari, che chiedono solo di poter arrivare in un orario compatibile con i propri orari d'ufficio.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Bartolini.
Lei ha utilizzato 2 minuti e 45 secondi.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Io risponderei alle interrogazioni 5221 e 5229 perché l'argomento è lo stesso...
VOCE: Di chi era?
PERI: Non lo so.
(interruzioni)
PRESIDENTE (Donini): Scusate, non le computo il tempo. Assessore, così per capire come organizzarci, la 5221, che effettivamente è un'interrogazione con lo stesso contenuto, è stata proposta dal consigliere Nanni, ma il collega ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, starà poi a lui reiterarla o accontentarsi di ciò che rimane a verbale, per cui in realtà la 5221 non la svolgiamo.
Prego, assessore Peri. Parte adesso il tempo a sua disposizione.
PERI: Grazie comunque. Perfetto.
Rispondo in modo particolare sul tema Eurostarcity, Intercity ed Eurocity perché in effetti, come Regione, noi abbiamo cercato di integrare i due orari, il nostro orario di servizio regionale, che con questo cambio di orario ha aumentato i servizi dell'8%, quindi ci sono più treni che circolano in regione anche sulla tratta della Romagna. I treni regionali fermeranno in più stazioni, quindi sarà un servizio più ramificato, ma la nostra scommessa era quella di integrarlo con i servizi di categoria superiore, tant'è vero che il “Mi muovo tutto treno”, che l'anno scorso ha avuto 4.000 adesioni in tutta la regione, l'abbiamo rimesso anche per il 2010, con un impegno per la Regione di circa un milione e mezzo, perché quello che noi mettiamo a disposizione sono 250 euro circa ogni abbonamento di pendolare. Anche noi abbiamo, all'ultimo minuto, registrato la cancellazione di fermate di Eurostarcity e Intercity.
Allego alla risposta, se ritiene il consigliere, le quattro lettere che abbiamo mandato all'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, ma segnalo una cosa che è eclatante, perché questi servizi di interesse nazionale, che fanno parte dell'orario nazionale dei treni, dovrebbero essere regolati da un rapporto fra Governo e Gruppo FS, tant'è vero che noi abbiamo interpellato anche il ministro perché chi dà le regole a Trenitalia per i traffici d'interesse nazionale, come sono tutti gli Intercity, gli Eurostarcity e gli Eurocity, ma noi abbiamo trovato che lo stesso ministro non era a conoscenza delle decisioni di Trenitalia.
Allora, la sollecitazione è questa: noi stiamo organizzando la domanda, la stiamo sostenendo per fare in modo che ci sia la completa integrazione fra traffico regionale e traffico di interesse nazionale, che però è un servizio anche per i nostri pendolari, come Regione paghiamo per organizzare quella domanda, offrendo quindi un servizio in più a un costo tutto sommato molto accessibile, e però non può essere che i due nostri interlocutori, uno istituzionale e politico, il ministro, e quell'altro tecnico non rispondano alle nostre sollecitazioni.
In realtà le ultime arrabbiature che abbiamo avuto ed interlocuzione piuttosto nervosa con l'amministratore delegato ha portato qualche parziale miglioramento, che dovrebbe entrare in funzione a gennaio, nel senso che a gennaio verranno ripristinate alcune fermate di Faenza, di Forlì e di Cesena, oltre a una a Fiorenzuola, che era stata anche quella soppressa, però sarà la prova dei fatti. A gennaio vedremo se avranno rispettato l'impegno e in ogni caso noi siamo per rimettere tutte quante le fermate che c'erano precedentemente, cioè in vigore nell'orario 2009. Questo è l'impegno che ci siamo presi e continueremo in questa, diciamo così, iniziativa e in questa pressione che ci dispiace di dover fare direttamente con l'amministratore delegato, non avendo a disposizione un interlocutore istituzionale che dovrebbe essere il nostro primo referente per questo tipo di questioni.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Bartolini per la sua replica.
BARTOLINI: Da forlivese apprendo che a Forlì verranno ripristinate, come a Faenza, mi auguro anche a Cesena, delle fermate, alcune fermate da gennaio, quindi aspettiamo i fatti per poi gioire insieme, tra virgolette gioire. Credo però, l'ho detto anche in un'occasione, replicando a un consigliere, che il rimpallo di responsabilità poi serva ai cittadini fino ad un certo punto, vogliono delle risposte e indubbiamente l'assessore dice io faccio la mia parte, ma qual è la sua parte? Quella di mandare quattro lettere al ministero. Però voi avete fatto una gara nel 2008, il 31 marzo, e il vincitore di questa gara è stato il Consorzio trasporti integrati, che è formato da Trenitalia, da FER e altri operatori regionali. Ecco, io credo che alla fine in questa gara ci sarà un contratto, ci sarà un bando, ci saranno delle clausole...
PERI: Che non riguardano gli Intercity.
BARTOLINI: Va bene, però può essere un motivo di contrattazione, visto che con Trenitalia c'è un rapporto diretto tra Regione e Trenitalia, anche se sono separate le competenze sugli Intercity e quant'altro, però si possono mettere in correlazione queste perché non credo che si possa solo subire passivamente quelle che sono decisioni calate, che non rispettano i cittadini, l'interesse dei cittadini di questo territorio regionale e di questa regione Emilia trattino Romagna. Perché dico “trattino Romagna”? Perché ancora una volta vediamo che i disagi principali sono nella parte seconda della regione, trattino Romagna.
Quindi, mi sembra che ci siano cittadini di serie A in Emilia, dove chissà perché Trenitalia forse ascolta un po' di più quelle che sono le richieste dell'assessorato, e c'è la regione trattino Romagna che invece, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare anche in questa occasione, ha un trattamento di serie B rispetto all'Emilia precedente al trattino.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Bartolini.
Questo oggetto è stato svolto.
Procediamo con l'oggetto 5176, interrogazione del consigliere Alberti, alla quale doveva rispondere l'assessore Sedioli. Il consigliere Alberti ci ha telefonato, per cui lo ritengo assente giustificato, perché è bloccato per il maltempo. Arrivando da Ferrara probabilmente non ci raggiungerà in tempo.
Procediamo con il seguente oggetto:
5197 - Interrogazione della consigliera Salsi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere in relazione alla frana esistente nei pressi del ponte della Biola, in località Cerreto (RE). (3606)
Presumo che risponda l'assessore Peri anche alla sua interrogazione.
Le do la parola, consigliera Salsi, perché illustri il suo quesito.
Prego, consigliera Salsi.
SALSI: Un anno fa, il 5 dicembre, un'enorme frana aveva interrotto il nuovo tracciato della strada 63 nei pressi di Cerreto Laghi e Cerreto Alpi, che erano rimaste isolate. Dopo quell'evento piuttosto significativo per la nostra montagna, l'Anas si era impegnata a provvedere alla messa in sicurezza di quel territorio, con anche delle situazioni di contenimento e con l'installazione di reti proprio per contenere il terreno molto franoso in quel pezzo di territorio.
A un anno di distanza, la notte del 7 dicembre, sul vecchio tracciato della 63, che era attivo prima della nuova strada, di nuovo anche in questa località presso la Biola, un'altra frana ha fatto sì che ci fosse un'interruzione della strada e quindi una nuova difficoltà per tutto il territorio della montagna sempre nei pressi del Cerreto.
Anas l'anno scorso si era impegnata a installare adeguate reti di contenimento e anche a mettere in sicurezza tutto quel versante, ripeto, con un terreno molto friabile e quindi anche facilmente scivoloso verso valle, ma a un anno di distanza il verificarsi di questi nuovi fatti mette in evidenza quanto il lavoro di Anas sia stato inadeguato e non completamente confacente con quelli che erano stati gli impegni presi.
La mia interrogazione è volta proprio a chiedere alla Regione di far sì che Anas metta risorse, ma davvero, risorse adeguate per un ripristino della viabilità in quel territorio e che lo faccia con la somma urgenza per evitare che ritardi nell'assegnazione dei lavori compromettano quella che è la stagione turistica di quei territori. Sappiamo che ci sono degli impianti e quindi c'è una difficoltà oggettiva e questo, ovviamente, crea ulteriori elementi di insoddisfazione anche per quei cittadini che vogliono utilizzare le piste di questo nostro pezzo di Appennino.
Quindi, chiedo nuovamente alla Regione, anche a un anno di distanza, di impegnarsi perché davvero Anas si faccia carico di questa strada, la 63, che è di sua proprietà e quindi con tutte le competenze adeguate la metta in sicurezza soprattutto per i cittadini. Pensiamo anche alle scuole che sono rimaste chiuse, chi va al lavoro, insomma, quindi enormi difficoltà di transito in quei territori.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Salsi.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Sì, in merito al tema, ovviamente, abbiamo chiesto ad Anas di spiegarci come sono andate le cose e possiamo dire che lo smottamento che si è verificato l'8 dicembre del 2009, scusate del 2008, ha riguardato un tratto del vecchio tracciato della statale, che ora è utilizzato come bretella provvisoria a seguito della frana che si era verificata l'anno scorso, esattamente un anno fa.
La riapertura al traffico dell'itinerario della 63 è avvenuta l'8 dicembre 2009 e devo dire che in questo caso c'è stato un intervento abbastanza tempestivo da parte di Anas, almeno per ripristinare le condizioni di viabilità. Lo smottamento succitato ha provocato la caduta sulla sede stradale di diverso materiale, il personale delle imprese che hanno consentito il ripristino della circolazione hanno operato esclusivamente per conto di Anas, coordinati sul posto da personale tecnico della società.
Nei giorni successivi, cioè il 10 e l'11 dicembre, personale ed imprese hanno operato ininterrottamente per ripristinare le condizioni e hanno emesso un'ordinanza compartimentale, con la quale è stata disposta la temporanea chiusura della strada, con finestre di transito scortate dai carabinieri, concordate in occasione della riunione tenutasi in comune di Collagna il 9.12.2009.
I suddetti interventi di disgaggio, necessari per riportare le condizioni di sicurezza nell'area interessata, sono stati completati in anticipo rispetto a quanto previsto, al fine di ridurre ulteriormente i disagi dell'utenza.
I definitivi interventi di regimazione idraulica e contenimento della scarpata nel tratto interessato, che mi pare quello l'obiettivo poi della sollecitazione, saranno, a detta di Anas, completati entro qualche mese, ma molto dipende dalle condizioni meteorologiche.
Per quanto riguarda la frana del 5.12.2008, di dimensioni notevolmente superiori, essa ha investito buona parte del versante, anche se il crollo ha riguardato solo 80 metri circa della strada. L'intera frana è tuttora in fase di monitoraggio da parte della Protezione civile regionale, al fine di individuare gli interventi necessari alla stabilizzazione. Il compartimento Anas, da parte sua, si è attivato nel gennaio 2009 per progettare i necessari interventi relativi alla strada, comprendendo nello studio anche altri tratti della statale 63 che hanno avuto smottamenti. Allora, su questi temi l'aggiudicazione dei lavori, nonostante i tempi per la necessaria fase di verifica delle offerte anomale, è avvenuta in data 23 settembre 2009 e la successiva consegna dei lavori, e quindi la contrattualizzazione, è avvenuta il 7 ottobre 2009. Ovviamente i lavori effettivi non possono che essere interrotti da fasi, diciamo così, meteorologiche non compatibili con il tipo di lavorazioni che bisogna fare, però, se posso dare, diciamo così, un messaggio positivo è che a questo punto siamo nella fase di cantiere e non più nella fase di studio preventivo.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Peri.
La parola alla consigliera Salsi, per la sua replica.
SALSI: Ringrazio l'assessore per le puntualizzazioni, constatando, ancora una volta, che la burocrazia ci ha portato a quasi un anno dopo l'assegnazione dei lavori. Chiedo quindi alla Regione di monitorare effettivamente l'inizio dei lavori per la sistemazione, precisando anche che in tutte queste fasi, sia l'anno scorso ma anche quest'anno, le amministrazioni locali sono state sempre molto presenti, a partire dal Comune di Collagna, ma anche dalla Provincia e dalla Regione stessa con la Protezione civile.
Quindi, davvero io auspico che, non appena le condizioni meteorologiche lo consentiranno, si inizino effettivamente i lavori e, anche se con molto ritardo, speriamo che davvero possano iniziare a mettere in sicurezza questo pezzo di territorio del nostro Appennino.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Salsi.
Per quello che riguarda l'oggetto 5222, interrogazione del consigliere Corradi circa la presenza H24 di personale medico neuroradiologo e tecnico-infermieristico presso Centro HUB di Parma...
(interruzioni)
Non c'entrano i treni, c'entra l'assessore Bissoni. L'assessore Bissoni ci ha mandato la risposta scritta, che è appena arrivata, che consegniamo al consigliere perché l'assessore non può essere presente e quindi giustifica la sua assenza.
Poi diamo un attimo di pausa all'assessore Peri, perché affrontiamo il seguente oggetto:
5233 - Interrogazione del consigliere Mazza, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il ricorso legale della Provincia di Bologna contro il Comune di S. Benedetto Val di Sambro. (3638)
A questa interrogazione risponde l'assessore Zanichelli.
La parola al consigliere Mazza.
MAZZA: Come ha recitato lei il titolo dell'interrogazione, a me sembra strano che una Provincia debba fare ricorso contro un Comune per gli atti che il Comune nella sua autonomia ha assunto. Quello che più inquieta è che questo conflitto istituzionale dura da tempo e l'assessore competente più volte ha fatto affermazioni che hanno leso il principio di terzietà che compete alle istituzioni nei procedimenti in rapporto alla società civile.
Quello che colpisce è che, in questo ricorso legale, la Provincia si dichiari cointeressata all'esposto giudiziario fatto dalla società privata che deve intervenire per realizzare gli impianti eolici. Il cointeresse di un'istituzione pubblica con un'impresa privata non mi pare stia nelle norme normali di relazione (soprattutto contro un'altra istituzione), francamente la cosa la trovo almeno curiosa, ecco. Ma sostenere che il cointeressamento nascerebbe dal fatto che le decisioni del Comune rendono difficile concludere la procedura di Via, credo sia una sonora bugia. La Valutazione d'impatto ambientale prescinde dalla proprietà, dai regimi proprietari, dai conflitti proprietari, perché è un'analisi della realtà urbanistica, paesaggistica, ambientale e a questa si risponde. Poi nella dichiarazione unica, diciamo, di concezione edilizia sta l'eventuale conflitto, ma come noi abbiamo votato in quest'Aula, le due cose sono nettamente separate e che la Provincia le unifichi è una questione alquanto inquietante.
Ecco le premesse. Le domande sono: cosa pensa di fare la Giunta rispetto alla legge che abbiamo appena approvato e se ritiene che sia normale comportarsi così e se non crede invece che si manifesti davvero una rinuncia della Provincia al ruolo per terzietà per vicende del tutto rilevanti come questa.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Mazza.
La parola all'assessore Zanichelli.
ZANICHELLI, assessore: Intanto per precisare che su questa materia abbiamo risposto già quattro settimane fa in Aula a un'interrogazione del consigliere Mazza.
Io prendo i punti stringendo, poi consegnerò magari il testo completo al consigliere. Sulla prima questione - le competenze della Regione - noi siamo coinvolti formalmente per la parte ambientale in questa procedura solamente per quanto concerne il Servizio tecnico di bacino del bacino Reno; per tutto il resto siamo solo informati e quindi la documentazione è esposta presso i nostri uffici, ma non abbiamo alcun elemento di partecipazione diretta e titolarità in quanto questa è nelle mani dell'amministrazione provinciale.
Il progetto in esame è soggetto sia alla Via, sia all'autorizzazione unica, per le quali deve essere indetta la Conferenza dei servizi, che si configura quale sede di coordinamento e di cooperazione tra gli enti interessati. Non sto qui a dire quanto e come si disciplina la materia, lo consegnerò in forma scritta, mi preme invece sottolineare che nei casi in cui noi cediamo sovranità, nel senso che con leggi deleghiamo poteri (qui c'è una serie di leggi, in particolare la legge 9 del 1999), questa delega si traduce in responsabilità piena dell'amministrazione competente e soprattutto nei casi delle Province o dei Comuni rientra nell'ordinamento autonomo del sistema delle autonomie locali.
Secondo versante. Dalle informazioni che abbiamo raccolto siamo venuti a conoscenza che, è vero, la Provincia ha emanato una delibera di Giunta nel settembre 2009 preannunciando che si sarebbe costituita in giudizio, cosa che non è ancora stata fatta, però il tema che l'amministrazione provinciale solleva è quello di competenze in materia di Via e di autorizzazione unica che sarebbero lese da alcune presunte irregolarità in alcuni atti emanati dal Comune, che dichiaravano la non disponibilità dei terreni originariamente individuati per la realizzazione dell'impianto eolico e nelle intenzioni del Comune stesso di emanare un bando per la realizzazione di impianti eolici nel territorio comunale.
È chiaro che, al di là del giudizio di merito, è venuta a mancare quella che in genere viene definita leale collaborazione tra le amministrazioni coinvolte, che è uno degli elementi fondamentali che regola il funzionamento della Conferenza dei servizi, in cui sono disciplinate tutte le materie, compresa la manifestazione di dissenso da parte di un'amministrazione. Quindi, questo sicuramente è un problema sul tappeto.
Per quanto riguarda la parte urbanistica-paesistica che solleva il consigliere abbiamo raccolto, anche d'intesa con la Direzione urbanistica e paesaggio della nostra Regione, una valutazione che è la seguente. Le funzioni che sono state attribuite alla Regione dal comma 2, punto c) dell'art. 40 ter della legge regionale n. 20 del 2000, introdotto dalla recente legge 23 del 2009, attengono alla vigilanza sull'esercizio delle funzioni amministrative in materia di paesaggio, cioè all'esigenza di sovrintendere alla corretta e tempestiva applicazione della normativa in materia di paesaggio primariamente riferibile al Codice per i beni e le attività culturali e per il paesaggio, di cui al decreto legislativo 42 del 2004, da parte dei Comuni, cui dette funzioni sono state conferite già con la legge regionale 26 del '78...
PRESIDENTE (Donini): Assessore, le ricordo il tempo.
ZANICHELLI: Sto finendo.
Tale delega di funzioni è stata confermata dalla legge 20 del 2000 ai Comuni, i quali partecipano, esercitano le funzioni ivi elencate che attengono al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e ai provvedimenti sanzionatori dei lavori eseguiti senza autorizzazione. Si sottolinea pertanto che nell'ambito della Conferenza dei servizi, convocata ai fini della Via, i Comuni esercitano anche detta funzione di autorizzazione paesistica.
La legge non attribuisce alla Provincia compiti relativi al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, chiamandola piuttosto a concorrere, con il PTCP, alla complessiva tutela del paesaggio attraverso l'attuazione e specificazione delle previsioni del Piano territoriale paesaggistico regionale.
Per concludere, il punto politico che mi preme sottolineare. La Regione non ha una competenza diretta nelle procedure, però è evidente che si sta registrando un problema politico, sul quale da parte mia vi è l'intenzione di provocare sul piano politico un incontro e un approccio positivo tra le amministrazioni interessate, al fine di ritrovare quegli elementi di leale collaborazione che consentano di arrivare ad una soluzione, stando dentro alle procedure e cercando anche l'intesa, come cerchiamo di fare in tutti i casi che riguardano l'ambiente e la tutela del territorio.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Zanichelli.
La parola al consigliere Mazza.
MAZZA: La cosa che più contesto alla dichiarazione dell'assessore è che la Regione non c'entra niente, perché, a parte che il comma 2 del punto c) dice che la Regione esercita un'azione di controllo, e quindi l'azione di controllo bisogna trovare il modo di esercitarla secondo me, ma ricordo anche che nel 2006 quest'Assemblea votò un ordine del giorno, con il quale impegnava la Giunta ad elaborare i criteri per l'installazione degli impianti di produzione di energia fotovoltaica solare e altre tipologie sul territorio e che la Regione non ha mai presentato un documento di cui si potesse discutere. Quindi, non è interessata perché ha rifiutato sostanzialmente l'interesse. Abbiamo discusso duramente sulla legge del paesaggio di queste questioni, io ho votato contro proprio perché c'era ancora una volta il reiterato rifiuto, della maggioranza in questo caso e della Giunta, del PD in verità e della Giunta a compiere atti di questo genere.
Detto questo, giusto per ripristinare la verità, nel merito però, assessore, la cooperazione tra gli enti non si esercita con la dichiarazione dell'assessore provinciale che ha fatto alla stampa con la minaccia di esproprio dei territori comunali...
(interruzioni)
(interruzione dell'assessore Zanichelli)
L'assessore provinciale, lo ribadisco, ha minacciato pubblicamente l'esproprio dei territori comunali e questo non mi pare un atto di cooperazione e neppure il ricorso alla Magistratura in cointeressamento con un'azienda privata mi pare un atto di cooperazione, anzi. Mi sembra un atto che quando ci si metterà a sedere a quel tavolo è del tutto evidente che la Provincia è schierata con l'azienda privata e non con i Comuni, con i cittadini che stanno discutendo su come fare quell'impianto.
Dall'altra parte gli atti del Comune attengono alla modalità di affidamento dei terreni e, ribadisco, non c'entra niente questo con la Via, perché la Via io la faccio al di là della proprietà dei terreni. Se c'è una questione sui terreni, la discuteranno in sedi diverse dalla Via. Quello è un ostacolo eventualmente all'autorizzazione unica, ma non poteva la Provincia dire che metteva in discussione l'autorizzazione unica, perché quella è alla fine di un procedimento, di conseguenza la Provincia ha detto una cosa non vera e questo la Giunta lo deve dire, non c'entra niente la Via con la proprietà dei suoli. Coprire una Provincia che fa queste cose è una cosa gravissima secondo me, perché il messaggio che si dà a tutta la società regionale e agli imprenditori è che alla fine le regole non valgono, che valgono gli interessi prevalenti e non le regole. Infatti, badate, che questa coincidenza d'interpretazione dei fatti arriva proprio a coincidere con l'atto di governo che dice con chiarezza che nelle conferenze di servizio non vale più l'unanimità, ma vale l'interesse prevalente e questo è un evento gravissimo. Non vorrei che la Giunta regionale si adeguasse a questa impostazione, che quindi i Comuni in quanto tali non contino più perché si mettono a sedere di fronte ad una Provincia che ha deciso che - dichiarazione dell'assessore competente - comunque l'impianto si farà anche se la Via non è terminata, che dichiara che espropria i terreni, che ricorre contro il Comune interessato e lo fa in cointeressamento con la società privata: vi chiedo di dirmi se questo è il ruolo che devono avere delle istituzioni che garantiscono dei procedimenti terziari.
Io vi inviterei a comprendere che la terzietà è oggi una delle garanzie della vita democratica nel rapporto tra istituzioni e cittadini e che se non si afferma quella non c'è nessuna fiducia nelle istituzioni. Nel momento in cui si rinuncia a questo ruolo si finisce nelle braccia degli interessi più forti che garantiscono situazioni molto precise e pressioni anche molto forti.
Detto questo, non è che non sono soddisfatto della dichiarazione dell'assessore perché lui non poteva risolvere il problema, questo lo so anch'io e quindi non è che chiedo a lui... Prendo atto e lo ringrazio anche di questa cosa che dimostra un senso di responsabilità dell'assessore che apprezzo, cioè quello di cercare di creare un incontro per capire come stanno le cose e di agire anche per cercare di ridurre il conflitto tra le istituzioni. Francamente però penso che la Giunta debba assumere un ruolo più forte nel governo dei processi, altrimenti davvero la delega si risolve nella rinuncia al proprio ruolo e penso che questo sia un grosso errore che non può essere compiuto, almeno che io non condivido.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Mazza.
Prendiamo ora in esame il seguente oggetto:
5234 - Interrogazione della consigliera Guerra, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attuazione del contratto di servizio con Trenitalia e la tutela dei viaggiatori pendolari. (3639)
Torna l'assessore Peri, come i treni in questi giorni.
(interruzione della consigliera Guerra)
Consigliera Guerra, ha ragione. Mi scusi, ma sto iniziando a riconciliarmi con me stessa, a ricongiungermi con me stessa in questi minuti.
Prego, consigliera Guerra.
GUERRA: Assessore Peri, credo proprio che, visti i disagi di questi giorni, le tocchi.
Nell'interrogazione che io ho presentato faccio riferimento ai problemi che in questi ultimi giorni hanno presentato i treni ad Alta velocità, Freccia Rossa, Freccia Argento, che hanno accumulato notevolissimi ritardi non solo a causa della neve, perché questi ritardi erano già iniziati all'entrata in vigore dell'orario invernale e sentivamo come utenti gli annunci che venivano dati sulle motivazioni, a parte che bisognerebbe scrivere un libro sulle motivazioni dei ritardi, però tra queste la più utilizzata era quella dei guasti tecnici o al materiale rotabile o alla linea e questo, le assicuro da utente, prima della neve.
Questi ritardi dei treni ad Alta velocità hanno implementato i ritardi, che pure sono stati immediati all'entrata in vigore del nuovo orario, sui treni dei pendolari. In particolare la tratta ravennate e la linea Adriatica, soprattutto per quel convoglio che va poi a Genova, ha avuto ritardi sempre di 20 minuti, mezz'ora. Questo prima della neve.
Allora, devo dire che diventa molto curioso leggere sui giornali l'enfasi dei dieci treni in più che sono stati inseriti, quando su Faenza c'è stato un grossissimo peggioramento, perché sono stati eliminati addirittura dei treni Intercity che molti utilizzavano e quando l'inserimento di dieci treni nuovi, non so come dire, non ce ne siamo neanche accorti perché sono stati vanificati dai numerosissimi ritardi e dall'allungamento da orario (quindi questa non è una cosa da problemi), da orario della percorrenza dei treni. Quindi, laddove per fare una tratta ci mettevi una mezz'oretta, adesso tre quarti d'ora glieli metti sempre, con i ritardi arrivi a un'ora, un'ora e mezza. Per non dire dello stato delle carrozze, perché tra la neve che entra (abbiamo guardato le foto insieme io e lei ieri) e le carrozze fredde e tutt'una.
Allora, mi risulta che nel contratto di servizio sta scritto che la precedenza non è per i treni ad Alta velocità, ma è per i treni dei pendolari, le assicuro che questo non viene fatto perché sono sempre i treni per i pendolari che sono messi sul terzo binario per fare passare i treni, non dico ad Alta velocità, ma i treni più veloci. In più c'è un'altra cosa di cui mi sono accorta in ritardo e ho parlato anche di questo con lei ieri, ma che però sta creando notevolissimi disagi: non ci sono più i treni che collegano l'Italia con l'Austria. Allora, non tutti vanno là, ovviamente, però è il terminale di un percorso, per cui alcuni utenti del treno scenderanno dal treno e prenderanno l'automobile perché quel tipo di collegamento si è interrotto.
Allora, io so che noi siamo parte debole nel meccanismo di contrattazione con le ferrovie, di questo ne sono perfettamente a conoscenza, però, come le ho detto più volte, a parte la contrarietà che il mio gruppo ha sempre espresso su questo tipo di Alta velocità, perché un sistema tecnologicamente molto complesso che si inserisce su un tessuto ferroviario di base molto obsoleto non può reggere e gli avvenimenti di questi giorni lo dimostrano con Ravenna che ha dei cambi manuali che con il gelo non sono in grado di funzionare, infatti la gente di Ravenna doveva andare a Castelbolognese a prendere il treno. Quindi, anche come assorbimento di risorse l'abbiamo sempre detto che l'Alta velocità avrebbe fatto peggiorare l'altro servizio, avete sempre detto di no, ma la realtà, purtroppo, ci ha dato ragione, però il coltello lo si usa quando lo si ha dalla parte del manico e alcune volte l'abbiamo avuto. Quando non c'era ancora lo spezzatino delle ferrovie e comunque c'era una forte pressione sulle Regioni perché dicessero dei sì per fare gli interventi che a loro interessavano, noi abbiamo detto quei sì contrattando cose marginali e lei lo sa bene: chi un campo di calcio, chi una fontana, chi una festa paesana.
Allora, chiedere adesso di avere il coltello dalla parte del manico è difficile, però che ogni volta in cui le ferrovie hanno bisogno del consenso delle Regioni, noi glielo diamo senza chiedere una controparte significa che oggi siamo parte debole e ci trattano come ci stanno trattando: pagano le multe che devono pagare, che sono sempre poche rispetto ai loro introiti, le utilizzano in gran parte per fare delle grandi, mega pubblicità che a questo punto sono pubblicità fallaci...
PRESIDENTE (Donini): Consigliera, sta utilizzando tutto il suo tempo.
GUERRA: Grazie.
...non danno quello che promettono e noi abbiamo un servizio per i pendolari che a questo punto è veramente indecente.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Guerra.
Consigliera Guerra, l'ho avvertita perché così ha un minuto per la replica, perché altrimenti utilizzava tutto il suo tempo nella presentazione.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Su questo tema cerco di essere sintetico e poi magari rinvio alla risposta scritta alcuni particolari di merito, però sto sui fondamentali, diciamo così: unica Regione che ha fatto la gara europea, assegnazione della gara nel 2008, validità tre anni, che può essere prorogata di altri tre a fronte di investimenti, liberano delle tracce sulla linea storica in relazione all'entrata in funzione dell'Alta velocità, il nostro mestiere qual è? Aumentare i servizi regionali, occupare spazi, conquistare tracce per i servizi ferroviari regionali. Abbiamo fatto un quasi 10% fra il 2007, il 2008 e il 2009 e abbiamo imposto, per l'orario 2010, un ulteriore 8% in più, abbiamo irrobustito il cadenzamento, abbiamo inserito nuove fermate in comuni e in territori che non avevano la fermata, tutto l'asse della Via Emilia a questo punto è cadenzato alla mezz'ora, ovviamente incrociato con le linee di adduzione.
È una sfida quella che abbiamo lanciato noi a Trenitalia, la sfida non l'abbiamo ancora vinta perché Trenitalia da una parte e il Governo nazionale dall'altra, che brilla per la sua assenza di interlocuzione con le Regioni, non stanno tenendo fede ai patti perché, come dicevo nell'interrogazione precedente, hanno eliminato fermate di Intercity che stanno nel contratto con il Governo, così riprendo anche quella precedente, non stanno nel nostro. Nel nostro stiamo pagando l'integrazione e quindi per quello continueremo in quell'iniziativa per avere le stesse fermate di prima.
Non solo applichiamo le sanzioni previste dal contratto, quindi per noi il contratto è applicato nelle sue forme di promozione e di sanzione quando la cosa non funziona, ma siamo assolutamente convinti che questo non basta.
Io non voglio essere scambiato in nessun modo per, diciamo così, avere un atteggiamento morbido verso Trenitalia, in realtà siamo la Regione che ha applicato il contratto più rigoroso e da più tempo, perché i miei colleghi regionali lo stanno applicando solo da due mesi, mentre noi il contratto tramite gara, ripeto, unica Regione che l'ha fatto, lo stiamo applicando da due anni.
Abbiamo comminato 13 milioni di euro di multa a Trenitalia, che non sono un ristoro per i pendolari, ma sono l'applicazione degli unici elementi contrattuali che abbiamo a disposizione.
Che fare? Non possiamo che continuare a insistere, fino ad assumere iniziative molto più forti se la situazione che possiamo registrare solo per la prima settimana di applicazione del nuovo orario, perché dal 13 al 18, poi la nevicata, diciamo così, ha sballato i riferimenti. L'anno scorso c'è voluto un mese e mezzo per andare a regime con l'orario nuovo del 2009, noi non possiamo permetterci ogni volta che c'è il cambio d'orario di avere due mesi di sofferenza, ci sono alcune cose da aggiustare che stiamo già concordando anche con l'Associazione dei pendolari, ma, ribadisco, non siamo assolutamente soddisfatti di come si sta applicando un qualcosa, cioè il nuovo orario, che noi abbiamo concordato preventivamente con Rfi, cioè i gestori della rete, i quali ci hanno detto “quell'orario noi siamo in grado di gestirlo”. A tutt'oggi quell'orario loro non sono in grado di gestirlo e quindi noi ci attiveremo non solo per far rispettare il contratto e le regole, ma chiederemo anche di togliere dei treni che si sovrappongono a quelli regionali e di ripristinare fino in fondo la precedenza al servizio ferroviario regionale e se questo non accade assumeremo i provvedimenti del caso, che saranno anche molto forti e molto eclatanti perché non siamo disposti a pagare cifre molto consistenti, a sostenere la domanda che si rivolge anche a treni di categoria superiore, a favorire la diffusione dell'utilizzo del servizio ferroviario regionale e poi subire tutte le interferenze che qualcun altro, in altro luogo e con un altro contratto decide di metterci fra le ruote. In più...
PRESIDENTE (Donini): Assessore, capisco la complessità dell'argomento, ma le ricordo il tempo.
PERI: ...si aggiunge anche il fatto che i cantieri, che dovevano essere finiti entro una certa data, ancora non sono completamente finiti. Non parlo solo di Bologna, mi riferisco anche a Milano, mi riferisco anche a luoghi dai quali comunque partono e arrivano treni d'interesse regionale.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Peri.
Capisco che alcuni contenuti sono difficilmente esauribili con il question time e i tempi previsti, ma questo è.
Lei ha un minuto, consigliera Guerra, per la replica.
Prego, consigliera Guerra.
GUERRA: Assessore, guardi, è proprio perché io vorrei che lei non pagasse per errori di altri, per contratti che altri fanno e per errori che vengono da lontano, ma mi corre obbligo dire “l'avevamo detto”, perché che oggi i lavori non siano consegnati l'avevamo detto quando si approva un'opera che ha 50 pagine di prescrizioni, perché la Valutazione d'impatto ambientale dell'Alta velocità è stata approvata positivamente con 50 pagine di prescrizioni che tutti quanti sapevamo non sarebbero state mantenute, a partire dal nodo di Bologna, in cui stava scritto nel contratto di servizio che prima di far partire i lavori avrebbero sistemato la tecnologia dei nodi per permettere l'ingresso contemporaneo a più treni. Prima dell'avvio dei lavori. Noi abbiamo concesso l'avvio dei lavori senza che loro avessero ottemperato.
La stessa cosa vale per Rastignano: dovevano fare la variante stradale prima dell'avvio dei lavori, abbiamo concesso l'avvio dei lavori prima che facessero la strada e la strada non è ancora stata fatta. È lì il momento in cui avevamo il coltello dalla parte del manico, poi ci hanno fatto fare il ponte di Calatrava e l'abbiamo fatto, la stazione media padana, tutto quello che ci hanno chiesto, anche a nostre spese, l'abbiamo fatto togliendoci il manico del coltello dalle mani. Oggi lei è sicuramente in una situazione difficile e debole, però questo non accade per sventura, accade perché non abbiamo saputo giocare con forza nei momenti in cui il coltello dalla parte del manico l'avevamo.
PRESIDENTE (Donini): Bene, nell'istante stesso in cui stavo per intervenire la consigliera Guerra si è autodisciplinata, concludendo l'intervento.
Procediamo con il seguente oggetto:
5235 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'affissione, nella città di Bologna, di manifesti della Regione Emilia-Romagna, ed i relativi costi e finalità. (3640)
Risponderà l'assessore Sedioli.
Vedo già in piedi la consigliera Noè, per cui illustrerà il quesito.
Ricordo che ha sei minuti complessivi a disposizione, decida lei come utilizzarli.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Ho avuto modo di verificare nei giorni scorsi che la nostra città e non solo, diverse città dell'Emilia-Romagna, portano l'affissione di alcuni poster con immagini differenti ma che riportano comunque un unico messaggio, un unico slogan: “L'Emilia-Romagna riparte con me” e basta.
Vorrei capire, a fronte di questo particolare momento, questo messaggio, che si presta forse anche a diverse letture, quale finalità si propone di raggiungere; vorrei sapere anche quanto durerà questa campagna e come si manifesterà, dal momento che io ho avuto modo solo di prendere visione, così come tanti altri colleghi, dell'affissione...
(interruzione del consigliere Monari)
Scusa un attimo, Monari, non sei stato interpellato.
Poi, inoltre, vorrei sapere quali sono anche i costi complessivi di questa “campagna elettorale”.
Mi è scappato, scusi.
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Noè.
Assessore Sedioli, siamo pronti ad ascoltare la sua risposta.
Colleghi, vi prego però di astenervi dal brusio... Per favore, consigliere Monari.
Consigliera Noè, ascoltiamo l'assessore, al quale è stato affidato il compito di rispondere.
La parola all'assessore Sedioli.
SEDIOLI, assessore: Sì, grazie.
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Assessore, lei inizi quando ci sono le condizioni adeguate di ascolto, per cui non le faccio scorrere il tempo.
Prego, assessore Sedioli.
SEDIOLI: Grazie, presidente.
Faccio riferimento al testo dell'interrogazione proposta.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, informo che la campagna di comunicazione multisoggetto “L'Emilia-Romagna riparte con me” è stata realizzata dalla Direzione generale Cultura Formazione Lavoro, autorità di gestione del programma operativo FSE 2007-2013. Il Regolamento comunitario, che contiene disposizioni attuative sul Fondo sociale europeo, al capitolo 2, sezione 1, “Informazione e pubblicità”, stabilisce all'art. 2 l'obbligo di predisposizione per ciascun programma operativo di un piano di comunicazione che definisca gli obiettivi e i gruppi destinatari, la strategia e il contenuto degli interventi informativi pubblicitari.
In particolare l'art. 7, “Responsabilità dell'autorità di gestione relativa agli interventi informativi e pubblicitari destinati al pubblico”, indica che tutte le iniziative devono mirare alla massima copertura mediatica, utilizzando diverse forme e metodi di comunicazione al pertinente livello territoriale. Tale disposizione è motivata dalla considerazione posta a premessa del Regolamento stesso, che recito dal testo: “I cittadini dell'Unione non sono sufficientemente consapevoli del ruolo svolto dalla Comunità Europea nel finanziamento dei programmi destinati a potenziare la competitività economica, creare posti di lavoro e rafforzare la coesione interna”, finita la citazione.
Nel rispetto di quanto sopra indicato, la Direzione generale Cultura, Formazione, Lavoro ha predisposto il piano di comunicazione, approvato dalla comunicazione europea in data 15 maggio 2008. La campagna di comunicazione “L'Emilia-Romagna riparte con me” è stata realizzata in attuazione e in conformità a quanto previsto dal piano, per comunicare in particolare le opportunità formative cofinanziate dal Fondo sociale attraverso la testimonianza di cittadini e cittadine che ne hanno già usufruito. La campagna affissioni - 270 poster 6 per 3 e 176 stendardi bifacciali - realizzata su tutto il territorio regionale ha avuto una durata di 15 giorni a partire da lunedì 23 novembre 2009. Il costo della campagna affissioni ammonta a 90 mila euro.
Questo è rispetto al testo dell'interrogazione. Visto che lei ha chiesto in questa sede anche quali sono gli strumenti correlati, si parla di una campagna stampa sui quotidiani, una pianificazione di spot televisivi e una pianificazione di spot radio. I costi glieli cito, non sono nella risposta scritta, sono sulla campagna stampa 91 mila e 200, la pianificazione spot televisivi 100, pianificazione spot radio 30. Ovviamente ci sono anche i siti informativi collegati, per cui non è possibile quantificare gli oneri perché sono all'interno dei costi generali di questo sistema di comunicazione.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Sedioli.
Consigliera Noè, può svolgere la sua replica.
Ha quattro minuti a disposizione, perché ne ha utilizzati un paio per l'illustrazione.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Sinceramente, prendendo atto di quello che lei mi dice, vedo che abbiamo ricevuto da parte della Comunità Europea una sollecitazione affinché le attività di sostegno promosse dalla Comunità stessa vengano meglio comunicate e comunque i cittadini siano meglio messi nelle condizioni di recepire ciò che fa la Comunità per loro.
Obiettivamente debbo dire che la Regione, secondo me, non si è adoperata al meglio per dimostrare la finalità che si proponeva con questo messaggio, perché “L'Emilia-Romagna riparte con te” da che cosa si evince che è un messaggio finalizzato a capire come si riparte in chiave di crisi? Questo purtroppo non lo si capisce. Mi lasci maliziosamente pensare che alla vigilia, alla chiusura di questa legislatura qui si voglia in realtà dire come intende l'Emilia-Romagna ripartire forse a breve e allora mi sembra un messaggio piuttosto capzioso. E se effettivamente questa Regione voleva mettere a conoscenza i disoccupati piuttosto che gli imprenditori in crisi di nuove opportunità di formazione o di riqualificazione professionale, le dico e ripeto che questo messaggio non va certamente nella direzione di far percepire immediatamente a un dipendente disoccupato o a un imprenditore cosa si può fare per lui. Non è certamente questa la percezione immediata che può avere una persona e poi forse, probabilmente questo messaggio lo si sarebbe potuto veicolare in modo diverso se lo si voleva fare atterrare direttamente nella percezione di queste persone...
(interruzione del consigliere Renzi)
Scusami, Renzi.
...perché vedo che la crisi, come dice qui un poster, la si vuole attraversare insieme. La Regione Emilia-Romagna e tutte le forze sociali hanno firmato un patto per salvaguardare la capacità produttiva e l'occupazione, allora perché la Regione, visto che ha sottoscritto un patto con tutte le forze sociali, non ha pensato di veicolare questo messaggio direttamente a loro, ai sindacati, alle associazioni di categoria. Probabilmente sarebbe stato un intervento molto più efficace a costo zero e forse le risorse pervenute le avremmo potute impiegare direttamente a sostegno di quella formazione e di quella riqualificazione che sarebbe andata nella direzione giusta, ossia quella di aiutare ad attraversare questo momento di crisi.
Mi lasci continuare a pensare, assessore, che questo è un messaggio molto ambiguo, che sfrutta anche il momento congiunturale.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Noè.
Con la sua replica termina questa parte della nostra seduta dedicata al question time.
Interrompiamo i lavori per riprendere alle ore 11.
Sono in contatto con alcuni colleghi consiglieri che stanno arrivando; attualmente le presenze, peraltro sono certificate da scheda inserita nel sistema elettronico, potete vederle voi. Confido sulla possibilità di raggiungere il numero adeguato.
Alle ore 11 riprenderemo i nostri lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 10,47, è ripresa alle ore 11,15)
PRESIDENTE (Donini): Riprendiamo i nostri lavori sapendo che l'Aula si riempirà un po' progressivamente dal momento che, ve le leggo perché mi hanno chiesto espressamente che vi fossero comunicate, ci sono giustificazioni di momentaneo impedimento di Giuseppe Villani, Sergio Alberti, Mauro Manfredini, Luigi Fogliazza, Roberto Piva, Giorgio Dragotto, Gianluca Rivi. I nostri colleghi si trovano in questo momento sulla rete stradale dell'Emilia-Romagna, sulla quale si procede con difficoltà e lentezza.
Essendoci però le condizioni, riprendiamo la seduta.
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Donini): Sono state avanzate, ai sensi dell'art. 75 del nostro Regolamento, alcune richieste di vario ordine, alcune sono d'iscrizione di nuovi argomenti, altre d'inversione dell'ordine dei lavori.
Procediamo con le iscrizioni di nuovi argomenti all'ordine del giorno.
Ho una richiesta dei consiglieri Masella e Bortolazzi per iscrivere, vi è stato già distribuito, l'oggetto 5241, risoluzione a firma dei consiglieri Masella e Bortolazzi, che si riferisce alla vicenda dei lavoratori di Eutelia in Emilia-Romagna. Viene richiesta l'iscrizione d'urgenza. Poi successivamente, ma sempre nei tempi previsti dal nostro Regolamento, su un analogo contenuto anche il consigliere Monari ha chiesto l'abbinamento a questo oggetto di un'altra risoluzione dall'analogo contenuto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): I due oggetti, cioè l'oggetto 5241, e quello abbinato, cioè l'oggetto 5248, sono iscritti.
Abbiamo poi un'altra richiesta sempre d'iscrizione di nuovo argomento.
È una richiesta della consigliera Guerra, l'oggetto è il 1019, è un progetto di legge d'iniziativa della consigliera Guerra “Introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti della pubblica amministrazione”. È stato licenziato dalla prima commissione il 21.12.2009; ha un ordine del giorno collegato, visto il recente parere del CAL.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione di questo oggetto.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): Anche la proposta di legge, su richiesta della consigliera Guerra, è iscritta all'ordine del giorno dei nostri lavori.
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Donini): Procediamo con le richieste d'inversione dell'ordine dei lavori. Ho una richiesta sottoscritta dal consigliere Borghi, che chiede di procedere esaminando gli atti amministrativi. Questa è la richiesta, ve la inoltro così, come mi è stata posta, con la quale il collega chiede di procedere partendo dagli atti amministrativi.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): La richiesta è stata accolta.
Ho altre richieste d'inversione dell'ordine dei lavori, ma ve le presenterò via via, nell'ordine di presentazione. Procediamo immediatamente con gli atti amministrativi.
OGGETTO 5103
Delibera: «Programma regionale per la montagna (L.R. 2/2004, art. 3 bis).» (268) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 20; contrari nessuno; astenuti 8.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Delchiappo. Ne ha facoltà.
DELCHIAPPO: La ringrazio, presidente, per la parola data e apprezzo anche da parte di quest'Aula l'approvazione dell'inversione dell'ordine del giorno, perché ci permette di affrontare un problema estremamente importante per il nostro territorio e per la nostra regione. Infatti, la discussione che ci vede oggi impegnati rappresenta un momento particolarmente significativo per tutti noi, per il nostro territorio, per i nostri cittadini ed anche per me personalmente che vivo nell'Appennino parmense, un pezzo significativo della realtà montana della nostra regione.
È unanimemente condiviso il fatto che una regione come l'Emilia-Romagna ha bisogno di un rapporto armonico e fecondo fra montagna e pianura, un'armonia che deve partire dalla consapevolezza che le aree montane devono essere vive, vivaci ed abitate, che deve esserci una cura dei territori dettata non dall'emergenza, ma basata su interventi strutturali che devono valorizzare le enormi potenzialità che la montagna offre.
Gli interventi normativi, prima fra tutte la legge nazionale sulla montagna del 1994, si sono rivelati insufficienti a rispondere alle esigenze ed anche alle speranze che avevano suscitato. La legge nazionale ha certamente un impianto ancora valido ma, dal momento che si tratta di una legge contenitore, deve essere adeguatamente finanziata e riempita di contenuti per funzionare. Questa è una critica che è stata mossa da più parti e che non è rivolta agli intenti del legislatore di allora, ma piuttosto al fatto che in questi anni di vigenza della legge, la montagna non è stata una priorità, anzi, se io guardo a quello che sta succedendo in questo momento a livello nazionale, nel momento in cui viene approvata la finanziaria, posso affermare con certezza che la montagna è stata cancellata.
Permettetemi questa piccola digressione: io sono qui, a Bologna, dove vedo la neve, dove vedo una città ed un'autostrada paralizzate, ed improvvisamente scopro, attraverso l'emendamento presentato nella finanziaria, che io non abito più in montagna, ma abito in pianura. Forse è dovuto anche al fatto che gli eventi meteorologici che si sono verificati qui paralizzano, mentre noi con la neve, con il vetro ghiaccio e quant'altro ci muoviamo tranquillamente perché siamo abituati a questo. Perché dico questo? Perché nell'emendamento che viene presentato viene cancellata la maggioranza dei comuni montani ed io mi auguro che questo emendamento venga respinto. Questo è un dato di fatto. Vengono cancellati 31 comuni montani, ma la cosa più drammatica è che vengono cancellate le loro identità, e questo è un dato grave. Ieri pomeriggio un collega mi diceva, scherzando “ma guarda, cosa ti lamenti, ormai non sei più di montagna, sei equiparato a noi come pianura, hai gli stessi nostri problemi, le stesse nostre cose...”
PRESIDENTE (Donini): Consigliere, deve parlare più vicino al microfono, per evitare problemi nella registrazione.
DELCHIAPPO: Chiedo scusa, ma quando parlo dei miei territori probabilmente mi accaloro molto, come ha visto ieri quando parlavamo dell'emigrazione.
Per cui diceva “tu sei uguale a noi, ormai non hai più questi problemi”. Ma oltre ad essere stati tagliati i comuni, e questo è l'altro fatto significativo, vengono tagliati tutti i fondi, il 70% dei fondi che vengono assegnati alle zone montane.
Io non vedo qui in Aula una forza politica, che governa in questo momento l'Italia, che si era sempre battuta per la difesa delle identità. Vorrei sentire cosa ne pensano loro in questo momento. Non solo vengono tagliati i finanziamenti, non solo i comuni vengono, passatemi il termine, buttati all'aria per quanto riguarda la loro identità, ma in montagna vengono tagliati i servizi. In montagna, se posso usare ancora questo termine, ci troviamo di fronte a dei fatti veramente fuori dal normale: uffici postali che vengono chiusi, scuole che vengono chiuse, servizi che non vengono più dati e poi si pretende che la gente rimanga lassù. Rimanere lassù per che cosa? Questo è il problema. La gente rimane in montagna e deve rimanere in montagna perché la gente in montagna tutela la pianura, questo è il dato di fatto. Faccio sempre un esempio e lo riporto anche qui: se a Borgotaro frana a causa delle alluvioni, a Colorno non è che stiano meglio, perché Colorno viene travolta perché l'acqua poi invade la pianura, i danni l'alluvione li provoca nella pianura. Quindi, il discorso qual è? Che noi chiediamo di essere considerati come elemento importante e fondamentale, come una risorsa, non come zona critica di questa regione, e questo è invece quello che trovo scritto poi nel Piano regionale.
Vi è, tra l'altro, un'analisi molto corretta e molto attenta, che afferma che in Emilia-Romagna non abbiamo la montagna, in Emilia-Romagna abbiamo le montagne, abbiamo delle diversità e questo è un dato di fatto. Infatti ci sono situazioni diverse nella nostra regione, ci sono aree montane che si vanno spopolando, altre, come quella da cui provengo, in cui invece la popolazione resiste ma diventa sempre più vecchia. Abbiamo delle aree montane invece dove ci sono stati incrementi demografici significativi sia con l'arrivo di giovani coppie, che di migranti, categorie per le quali l'insediamento montano può comportare vantaggi dal punto di vista dei costi rispetto alle città, ai paesi ed alla pianura. Ci sono situazioni diverse, dunque, ma per tutte occorrono interventi propulsivi nel campo del lavoro e dell'impresa, così come nel campo scolastico, sanitario, dei servizi sociali, della viabilità, delle strutture di supporto.
A fronte di una pianura sempre più densamente abitata e sempre meno vivibile, è necessario rilanciare un progetto complessivo per la montagna che ne incrementi e ne ringiovanisca la popolazione. Bisogna agire sull'incentivazione e sul sostegno alla montagna. Le proposte possono essere diverse, ma potrebbero essere virtuosamente utilizzate in combinazione fra di loro.
Occorre sviluppare un concetto di impresa sostenibile per la montagna, per promuovere l'imprenditoria giovanile e femminile, per rilanciare la tutela del territorio, per la valorizzazione dei beni naturali; occorre promuovere anche progetti nel campo dei servizi, dell'innovazione tecnologica e, perché no?, nel campo culturale. Tutto questo però presuppone molte risorse e non solo economiche.
Infatti leggendo il piano che mi viene presentato dalla Regione io trovo elencate tutte queste cose e devo dire con estremo piacere, perché in questi dieci anni in cui ho fatto parte di questo Consiglio regionale ho visto proprio crescere un'attenzione sempre maggiore verso questi territori che vengono definiti, in maniera forse non corretta, “la parte debole della nostra regione”. In effetti troviamo, fra le azioni che vengono poste, la valorizzazione delle produzioni agroalimentari; il sostegno alla multifunzionalità in agricoltura e le produzioni biologiche; la diffusione della banda larga e lo sviluppo della rete dei servizi telematici per contribuire a rendere i cittadini informati, partecipi, protagonisti; la valorizzazione e promozione di percorsi e itinerari storici e culturali, quali la Via Francigena, le terre matildiche, la linea gotica; la qualificazione della viabilità principale e della viabilità minore, per una migliore vivificazione delle relazioni e fruibilità delle risorse ambientali e culturali presenti; la difesa attiva del territorio e la qualificazione della risorsa boschiva; la promozione della filiera legno-energia e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili; il sostegno, il rafforzamento e la qualificazione del sistema economico montano e il rafforzamento e la valorizzazione dell'economia rurale legata al turismo e delle forme di turismo minore.
Quindi, come dicevo all'inizio, la montagna ha un valore, e per questo va difesa e aiutata, perché è un valore aggiunto, è una ricchezza per tutto. Ecco perché credo che l'Unione Europea, lo Stato, le Regioni, gli enti locali, ciascuno per la propria parte, debbono destinare, facendo uno sforzo come stiamo facendo noi, maggiori fondi, maggiori risorse, maggiore impegno per colmare il gap fra montagna e pianura, per far diventare anche gli abitanti dei territori montani cittadini con uguali diritti, uguali possibilità, uguale dignità.
Questo piano indica percorsi e linee di finanziamento mirate e restituisce alla montagna il suo reale significato di luogo vivo e vitale, di patrimonio storico, culturale e ambientale, che deve non solo sopravvivere, ma crescere, migliorare e diventare qualificato e qualificante per l'intera comunità regionale.
Un'efficace politica territoriale deve riconoscere forze e debolezze ed operare per un riequilibrio solidaristico fra aree sviluppate e aree svantaggiate. Un'efficace politica territoriale, quindi...
PRESIDENTE (Donini): Consigliere Delchiappo, la invito a concludere.
DELCHIAPPO: Sto concludendo. Le chiedo scusa.
...passa per piani come questi, che promuovono le realtà montane con interventi strutturali e non con enunciazioni generiche e di facciata, che si danno risposte concrete ed attuabili che affiancano, all'efficacia della proposta, i necessari strumenti finanziari, istituzionali e logistici per realizzarli.
Apprezzo, assessore, la definizione che diamo della montagna e come deve essere, una montagna sicura, una montagna accogliente, una montagna eccellente.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Delchiappo.
Non ho segnalazioni di altri interventi.
Se nessuno chiede di intervenire, do la parola all'assessore Gian Carlo Muzzarelli per chiudere la discussione generale.
Prego, assessore Muzzarelli.
MUZZARELLI, assessore: Abbiamo costruito il nuovo programma per e della montagna con il coinvolgimento, la partecipazione e l'ascolto ed anche il rispetto dei nuovi amministratori locali neo eletti. Abbiamo costruito questo programma tenendo conto, verificando, del confronto in corso d'opera a livello nazionale sul codice delle autonomie e abbiamo preso atto, purtroppo, di una impropria accelerazione, con il distacco di alcuni punti e con gli emendamenti che sono entrati in finanziaria, e che oggi purtroppo saranno approvati anche dal Senato.
Oggi la proposta è chiara, noi riconfermiamo l'impegno della Regione per la montagna e dobbiamo prendere atto del disimpegno politico, istituzionale e finanziario del Governo.
La nostra proposta, che oggi invitiamo ad approvare, è un chiaro impegno economico e politico della Regione per le nostre montagne dell'Emilia-Romagna, proseguendo l'impegno per un'integrazione dei territori dell'Emilia-Romagna, della montagna nell'Emilia-Romagna nell'ottica del progetto politico che abbiamo inserito nel PTR, nell'ottica delle reti e del sistema dell'Emilia-Romagna.
Negli ultimi cinque anni lo Stato ha destinato alla montagna regionale, con leggi specifiche, non nell'ambito delle leggi generali, 7.562.000 euro che sono confluiti nel fondo regionale per la montagna. La Regione ha impegnato 12.915.000 euro, a cui si sono aggiunti 8 milioni del fondo speciale. Sono un totale di 29.377.000 destinati alla montagna, specificatamente alla montagna, lo Stato ha investito il 26%, la Regione il 74%.
Sulla base di una verifica operata presso i settori, con le politiche agricoltura, turismo, forestazione, difesa del suolo, le risorse complessivamente destinate alla montagna nel quinquennio ammontano ad oltre 400 milioni di euro, fatte salve, ovviamente, le competenze di welfare e della sanità.
La legge finanziaria, quindi, è un passo indietro pesante, un segnale credo anche irresponsabile, che toglie il diritto alla montanità nazionale e le risorse a 94 dei 125 comuni e assegna solo il 30% agli altri 31 comuni. Quindi il fondo ordinario per il funzionamento delle Comunità montane è azzerato, il fondo nazionale per la montagna, ex lege 97/94, legge statale per la montagna, è azzerato, ciò si traduce nel pratico venir meno del sostegno statale per interventi speciali per la montagna. Può valere la pena ricordare che lo stanziamento complessivo per il fondo nazionale per la montagna fu di oltre 150 milioni nel '97, di 39 nel 2009 e zero nel 2010 e pare anche negli anni a seguire.
Lo svuotamento della legge 97, che pure resta in vigore, riguarda anche le altre forme di sostegno all'economia montana, a partire dalla soppressione operata dal Parlamento nazionale delle agevolazioni fiscali a favore delle piccole attività commerciali.
Uno strano modo di concepire la legge 42, quella del federalismo, tagli delle risorse a Roma, mi pare, come ho detto ieri, il centralismo, poi in futuro vedremo. Un bell'esempio.
Penso che dobbiamo dire oggi da quest'Aula no ad un federalismo così impostato, abbandono del certo per l'incerto, oggi vi togliamo, domani vedremo. Penso che noi dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo, abbiamo tentato di definire anche i sostegni aggiuntivi per i piccoli comuni, che erano ipotizzati nell'impianto precedente e che oggi non sono più sostenuti. Quindi i tagli vanno a sommarsi a quelli dei trasferimenti agli enti locali, che ieri abbiamo discusso nell'ambito della discussione della finanziaria, compreso il mancato rimborso totale dell'Ici.
Come ho ricordato, la riclassificazione dei comuni montani taglia fuori il 75% dei comuni montani della regione. 94 comuni: 9 su 15 a Piacenza; 17 su 23 a Parma; 8 su 13 a Reggio; 10 su 18 a Modena; 23 su 26 a Bologna; 3 su 3 a Ravenna; 16 su 18 a Forlì-Cesena; 8 su 9 a Rimini. Tra l'altro, vorrei anche ricordarlo, abbiamo appena ereditato i comuni della Val Marecchia, dei 7 comuni ne è rimasto 1.
Quindi, penso che questa manovra del Governo sia irresponsabile, antifederalista, demagogica, penalizzante, come possono essere giudicate queste scelte che creano problemi, che colpiscono e che mettono in discussione anche chi ha fatto le riforme, come l'Emilia-Romagna, cercando di intervenire considerando le Alpi e gli Appennini alla stessa maniera e quindi nelle Alpi i comuni possono essere anche a 400 metri, ma intanto hanno il picco di 3.000 metri che fa, da un punto di vista statistico, la differenza e non può essere solo la statistica dell'altezza, la media della statistica dell'altezza a far sentire o no un comune.
La cosa assurda è che noi avremo dei comuni non montani attorno a comuni montani, perché se penso al mio territorio Montecreto e Fanano montani e Sestola non montano mi pare davvero una cosa assurda e penso ad altre realtà dell'Emilia-Romagna.
Quindi c'è una demagogia di fondo soprattutto, ripeto, in Emilia-Romagna, dove per responsabilità abbiamo già fatto la legge 10 e quindi non c'è un problema di taglio, di costi, eccetera, perché lì abbiamo già deciso, abbiamo già risparmiato, i sindaci sono responsabili. E quindi su questo terreno noi abbiamo riconfermato un piano di responsabilità...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Scusate, vi prego di fare silenzio.
MUZZARELLI: ... ed è anche penalizzante per le ricadute sullo sviluppo e sui servizi che saranno inevitabili: la pubblica amministrazione, i costi oggi. Pensate, il prossimo anno mancheranno 2.3 milioni di euro per la gestione e mancheranno 2.9 milioni per gli investimenti e quelli spariranno, però non arrivano per altre strade, quindi il federalismo è zoppo. Quindi la classificazione crea e blocca finanziamenti e anche quote di investimenti.
Se volete potrei andare per le lunghe, perché le cose ovviamente portano, quando non c'è più la montanità, a togliere quelle aree da qualsiasi priorità, anche quelle che indirettamente, da un punto di vista politico, noi abbiamo inserito per cercare di dare una priorità semmai su investimenti al comune montano perché più debole rispetto a quello della pianura. Quindi c'è un problema a cui noi invece dobbiamo in qualche modo cercare di rispondere con azioni concrete e garantire lo sviluppo del sistema dell'Emilia-Romagna.
Il nostro nuovo Piano territoriale per la montagna ha un ruolo per noi strategico almeno per tre ragioni: il contributo che gli abitanti della montagna danno allo sviluppo dell'economia, della società regionale, come giustamente diceva Delchiappo, la loro voglia di lavorare, la loro voglia di essere sostenuti per ciò che fanno, per il lavoro, la voglia di intraprendere, il legame con il territorio difficile, ma stanno lì, cercano di rispondere alle esigenze del sistema. Stanno lì in un territorio straordinario, impervio, che è la nostra montagna emiliano-romagnola e per i diritti che devono avere loro come gli altri, ai quali dobbiamo garantire totali diritti come gli altri cittadini per il peso che la montagna ha nell'equilibrio ecologico del territorio, per le potenzialità di concorrere alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, centrato sulla green economy e l'economia della conoscenza.
Il programma regionale per la montagna 2009-2011 svolge proprio questo obiettivo, questi stimoli, questa strategia: promuovere la difesa attiva del territorio e la valorizzazione del bosco, un elemento di difesa della terra e dell'ambiente; promuovere la fruizione integrata degli Appennini nel turismo delle quattro stagioni; potenziare i servizi alla persona e al territorio, tutti, scolastici, sociosanitari, metterli in rete, sia per quanto attiene le reti materiali che le reti immateriali, le garanzie di sicurezza. Quindi potenziare i servizi alla persona e al territorio, dare un nuovo impulso e innovare l'economia montana, valorizzare il paesaggio, la biodiversità e promuovere l'uso sostenibile delle risorse.
Quindi gli obiettivi del programma regionale per la montagna rappresentano il comune riferimento sia per la definizione degli accordi quadro per lo sviluppo della montagna, sia per la definizione dei programmi settoriali. Abbiamo bisogno di rafforzare la distintività, l'identità attiva, la differenza del territorio che è valore e che è valore per l'intera regione Emilia-Romagna.
Il programma regionale si riferisce proprio a questa voglia, a questo impegno, per cercare di creare nelle aree appenniniche le condizioni per cercare di fare un passo avanti tutti insieme.
Noi vogliamo riconfermare che i comuni montani dell'Emilia-Romagna sono quelli della legge 10, sono quelli che abbiamo definito. So che sarà più complicato, so che sarà un lavoro difficile, ma noi dobbiamo cercare di fare diversamente da quello che stanno facendo a Roma. Dobbiamo portare avanti la politica di valorizzazione dell'intero Appennino con il sostegno e cercando anche di impedire il blocco dei finanziamenti.
Penso che la legge 10 sia stata un elemento forte, che oggi ci consente di andare a Roma a dire no, perché noi abbiamo già riformato. E per fortuna è stata fatta e penso che su questo terreno dobbiamo continuare a lavorare anche per...
PRESIDENTE (Donini): Assessore, sta concludendo vero?
MUZZARELLI: Ho finito.
PRESIDENTE (Donini): Bene.
MUZZARELLI: Dicevo che noi abbiamo impegnato 95 milioni di euro nel 2009, vogliamo farlo anche per il 2010, intervenendo con azioni puntuali e concrete.
Spero che si possa operare tutti per una modifica di quella decisione nazionale, cercando iniziative politiche per evitare i danni che questo provvedimento può, e purtroppo i dati ci dicono che è così, causare ai territori della nostra montagna cercando di ripartire con una discussione seria sul codice delle autonomie, il federalismo fiscale ma, se il buongiorno si vede dal mattino, è bene preoccuparsi molto.
Concludo dicendo che io ho considerato estremamente importante che noi arrivassimo ad approvare questo provvedimento, per dare proprio il segnale di come noi la pensiamo sul tema della montagna e spero anche, ho visto sui giornali di oggi che il Consorzio del Cimone ha deciso di invitare tutti i parlamentari e ci sarà Tremonti, ci sarà Frattini, ci saranno molti membri del Governo e spero che tutti questi membri del Governo si rendano conto che Sestola è un comune montano della regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Muzzarelli.
Con il suo intervento si è chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire, procediamo con le operazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi.
Però, colleghi, sapete qual è la mia preoccupazione? La mia preoccupazione è quella di trascurare le vostre esigenze. Noi siamo in questa situazione oggi: salta spesso la corrente, interviene il gruppo elettrogeno, non sempre si visualizza il display per le prenotazioni. Per cui vi informo tutti che se avete intenzione di intervenire, per fare in modo di non bruciare la possibilità attraverso un eccesso di velocità da parte mia delle varie fasi, bisogna che me lo segnaliate anche con le mani.
Prego, consigliere Filippi.
FILIPPI: Per dichiarare il voto di astensione del gruppo PdL-Forza Italia al programma regionale della montagna.
Voglio chiarire che le proposte del Governo, ed in particolare quelle del ministro Calderoli, sono già state modificate, però è opportuno, assessore Muzzarelli, che si stabilisca una quota minima sul livello del mare per poter definire montano un territorio, perché questa Regione tantissime volte ha finanziato territori di pianura con i soldi della montagna e lei, assessore Muzzarelli, lo sa meglio di me.
Credo che questo programma regionale sia purtroppo l'ennesimo spot elettorale della Giunta Errani, come è tale anche il progetto di legge sul commercio equo solidale. Sono spot elettorali perché, assessore, lei mi insegna che più che impegnare i soldi bisognerebbe darli, poiché lei così come li impegna, poco dopo li disimpegna. Gli impegni sono mere promesse e la Regione Emilia-Romagna, in particolare la Presidenza della Regione Emilia-Romagna, non ha nel cuore la montagna ma il mare, infatti la maggior parte dei fondi vengono elargiti alla riviera.
La nostra montagna è stata trascurata per quarant'anni da quando c'è la Regione, 1970, mentre la Toscana, Regione rossa come la nostra, e l'Umbria (l'Umbria non ha il mare) hanno valorizzato notevolmente il territorio della montagna. Quando vado di là dal Cerreto e lei va al di là di Sestola, e quindi siamo in Toscana, vediamo un'altra montagna, è curata, è finanziata, c'è lo stesso rispetto del territorio del mare. Qui da noi è mancato il rispetto per la montagna.
Noi vi diamo fiducia astenendoci su questo programma sulla montagna, ma vorremmo che i suoi impegni, assessore Muzzarelli, fossero concreti, cioè che arrivino i soldi, altrimenti se lei fra sei mesi, dopo il 29 marzo, disimpegna i fondi la montagna purtroppo non crescerà, come non è cresciuta per causa di una politica sbagliata, soprattutto della Regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Filippi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5103.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5135
Delibera: «Programma degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (L.R. 24 marzo 2000, n. 18) - Obiettivi, linee di indirizzo e procedure per il triennio 2010-2012.» (269) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 24; contrari nessuno; astenuti 12.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5135.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5136
Delibera: «Programma degli interventi per la promozione di attività culturali (L.R. 22 agosto 1994, n. 37). Obiettivi, azioni prioritarie, modalità di attuazione e procedure per il triennio 2010-2012.» (270) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 23; contrari 12; astenuti nessuno.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5136.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5098
Delibera: «Bilancio di previsione 2010 e pluriennale 2010-2012 dell'IBACN della Regione Emilia-Romagna.» (271) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 25; contrari 4; astenuti nessuno.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5098.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5124
Delibera: «Parziale modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/1988 - IV fase - Approvato con delibera dell'Assemblea legislativa n. 185 del 22 luglio 2008.» (272) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Politiche per la salute e politiche sociali ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 23; contrari nessuno; astenuti 9.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5124.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5182
Delibera: «Deliberazione del Consiglio regionale n. 646 del 20 gennaio 2005 in materia di requisiti strutturali ed organizzativi dei servizi educativi per la prima infanzia. Modifica di termine.» (273) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 23; contrari nessuno; astenuti 16.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5182.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5180
Delibera: «Legge regionale 8 agosto 2001 n. 24 (Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo) e D.L. 1° ottobre 2007, n. 159 (Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale). Programmazione dei fondi per la realizzazione del programma di manutenzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica denominato "Nessun alloggio pubblico sfitto". Parziale modifica della deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 209/09.» (274) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Territorio Ambiente Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 10 dicembre 2009 con la seguente votazione: favorevoli 27; contrari nessuno; astenuti 2.
È stato presentato dall'assessore Muzzarelli un emendamento al testo della delibera. Leggendolo si tratta di una correzione ad un mero errore materiale; è stato presentato come emendamento, ma il contenuto è riferito ad un errore materiale.
Ritengo inutile mettere al voto l'emendamento perché si tratta della correzione di un errore materiale, un errore di data: anziché 13 novembre, 18 novembre, c'è un 3 al posto di un 8. Per cui lo assorbiamo nel testo come correzione materiale.
Procediamo col voto sulla delibera.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5180.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 5190
Delibera: «Parere di conformità, ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per l'esercizio dell'attività di noleggio di autobus con conducente (art. 26 quater lett. d) della legge regionale 2 ottobre 1998, n. 30).» (275) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): La Commissione Territorio Ambiente Mobilità, nella seduta del 14 dicembre 2009, ha espresso parere favorevole circa la conformità dello schema di regolamento.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 5190.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): L'Assemblea approva.
Colleghi, gli atti amministrativi sono terminati, riprendiamo il nostro ordine dei lavori, procedendo con le proposte di legge.
OGGETTO 5017
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disciplina e interventi per lo sviluppo del commercio equo solidale in Emilia-Romagna» (110) (Relazione, discussione ed esame articolato)
(Ordine del giorno oggetto 5017/1 - Presentazione) (142)
PRESIDENTE (Donini): Il testo, n. 5 del 2009, è stato licenziato dalla Commissione Politiche Economiche nella seduta del 1 dicembre 2009.
Il progetto di legge è composto da 10 articoli.
Il relatore, consigliere Gianluca Borghi, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri presenti.
Ai sensi dell'art. 80, comma 7, del Regolamento interno, procediamo alla relativa votazione mediante dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Donini): Comunico ora il risultato della votazione:
Presenti
28
Assenti
22
Favorevoli
28
Contrari
--
Astenuti
--
L'autorizzazione alla relazione orale è accolta.
Il consigliere Borghi è autorizzato dall'Aula a procedere alla sua relazione.
BORGHI, relatore: Il commercio equo e solidale è una realtà ormai consolidata in Europa e non solo ed è un'esperienza che nasce negli anni '60 e poi con maggior forza negli anni '90, grazie all'impegno di organizzazioni senza scopo di lucro che intraprendono iniziative volte a favorire l'esportazione di merci da parte di alcuni produttori fino allora margine, o cosiddetti marginali del sud del mondo.
Queste organizzazioni puntano ad utilizzare il commercio internazionale come fattore di sviluppo per i paesi più arretrati, per i paesi più in difficoltà, con uno slogan che è significativo nella sua assoluta comprensibile concretezza: trade not aid.
Il commercio equo si pone quindi l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei paesi del sud del mondo non grazie ad attività assistenziali, umanitarie o di sostegno al reddito, ma piuttosto sviluppando quelle capacità produttive ed imprenditoriali degli abitanti di quei paesi e favorendo la loro crescita economica, attraverso la commercializzazione dei prodotti frutto di quel lavoro nei mercati dei paesi occidentali, o cosiddetti ricchi.
Il contributo più rilevante del commercio equo sembra quindi essere il fatto che esso fornisca informazioni essenziali, trasparenti circa il funzionamento del mercato, consentendo ai produttori esclusivi di parteciparvi e ad altri, pur presenti, di parteciparvi in maniera meno subalterna rispetto alle tradizionali regole del mercato.
La realtà del commercio equo ha quindi permesso di aumentare il grado di coesione sociale tramite meccanismi decisionali maggiormente democratici e trasparenti. È inoltre il maggior coinvolgimento delle donne, anche in questo caso fattore determinante per la promozione di uno sviluppo sostenibile nelle comunità, sia nel processo produttivo che in quello decisionale, che appunto ha costituito, questo fattore, un elemento ulteriormente positivo nello sviluppo sociale della comunità. Ed evidentemente ed in modo del tutto connesso, coerente e conseguente vi è un'aumentata sensibilità ed attenzione per l'ambiente, per l'agricoltura biologica, per modalità di utilizzo delle risorse ambientali e naturali assolutamente compatibili con i contesti nei quali vengono prodotte le merci che poi divengono oggetto di questo scambio più equo.
C'è stato in questo ambito un impegno significativo, e devo dire che ormai ha visto una consolidata attenzione anche della dimensione europea. E in questo senso voglio ricordare come la Commissione Europea abbia adottato una comunicazione che riconosce il valore del commercio equo e solidale, l'importanza delle botteghe impegnate in questo settore, riconoscendo ufficialmente i progressi compiuti e il sostegno dei consumatori.
Il mercato del commercio equo e solidale è cresciuto di circa il 70% nell'ultimo decennio, da quando la commissione ha adottato la sua ultima comunicazione in merito e vale nella vendita al dettaglio nel vecchio continente questa modalità di commercio circa 1,5 milioni di euro. Questo a significare che le difficoltà finanziarie non sembrano scoraggiare le strategie delle multinazionali che sempre più propongono referenze di commercio equo e solidale o programmi di sostenibilità che in tal senso hanno una diretta presa sul consumatore finale, sempre più attento alla valutazione ed alla valorizzazione di prodotti etici per tutto ciò che essi sottendono nell'intera filiera che li porta sulle nostre tavole o comunque all'interno del nostro sistema di consumi.
Una nuova comunicazione quindi che fornisce un aggiornamento rispetto a quella precedente delinea alcune linee di indirizzo anche per le autorità pubbliche e le realtà interessate.
È importante che i consumatori, le aziende e le istituzioni pubbliche siano nelle condizioni di esprimere scelte bene informate quando si tratta di prodotti del commercio equo e solidale, ha dichiarato Catherine Ashton, commissario UE al commercio.
La commissione, ha continuato il commissario, si impegna a sostenere il commercio equo e solidale, realtà produttive collegate, considerando il loro grande potenziale contributo allo sviluppo sostenibile.
Quella del commercio equo e solidale è quindi una forma di attività commerciale nella quale l'obiettivo primario non è più soltanto, anzi, la massimizzazione del profitto, ma anche e soprattutto la lotta allo sfruttamento e alle povertà legate a cause economiche, politiche e sociali.
Un tentativo quindi di far lievitare un commercio internazionale, più equo, favorendo i lavoratori dei paesi in via di sviluppo, con un trattamento economico e sociale rispettoso dei loro diritti, in antitesi alla politica fino ad ora in qualche modo dominante nello scambio e nel commercio internazionale e in una logica che esce da quella esclusivamente volta alla massimizzazione dei profitti, indipendentemente dai costi esterni che questo provoca nei contesti di produzione locale e negli scambi e nelle relazioni fra le persone.
Durante il 2005 nella sola Unione Europea il commercio equo e solidale ha raggiunto un fatturato record di 660 milioni di euro, due volte e mezzo maggiore rispetto al 2001, con il trend di crescita che prima ricordavo che l'ha portato a raggiungere oggi un valore di 1,5 miliardi di euro.
E sempre nell'Unione sono ormai quasi 80 mila i punti di vendita che trattano merci solidali e quasi tre mila le botteghe del mondo presso cui offrono il loro servizio circa 100 mila volontari. Ed evidentemente anche in questo caso si tratta di un valore aggiunto sociale, nella più ampia accezione del termine, che può e deve interessare evidentemente il nostro percorso legislativo che grazie alla proposta che oggi discutiamo, avanzata dalla Giunta regionale, metterà l'Emilia-Romagna fra le regioni, poche, ma già alcune presenti, che hanno voluto e saputo valorizzare questa realtà che anche dal punto di vista del valore aggiunto che prima ricordavo rappresenta sicuramente un'eccellenza da considerare e da valorizzare appieno.
Per quanto riguarda l'Italia, il commercio equo e solidale genera un fatturato stimato all'incirca in 150 milioni di euro, cui contribuiscono anche in questo caso migliaia di lavoratori nelle botteghe, nella distribuzione commerciale e migliaia di volontari come prima ricordavo a scala europea.
Si tratta quindi di un'esperienza, di una realtà, anzi, per meglio dire, in crescita continua e per volume complessivo dei prodotti alimentari certificati venduti in Italia e, appunto, in crescita appare anche il valore dei prodotti a commercio equo e solidale a marchio fair trade, distribuiti al di fuori del circuito delle botteghe. Ed in tale senso io ritengo sia un innegabile successo che quel che fino a poco tempo fa era di fatto un'esperienza di nicchia, oggi sia prepotentemente entrata anche nelle catene di grande distribuzione del nostro paese e della nostra Regione.
Per avviarmi a concludere, rispetto però al tema e al merito del progetto di legge che oggi discutiamo, è un progetto di legge che cerca appunto di rappresentare uno strumento utile a rendere sempre più presente, sempre più forte questa presenza, nella consapevolezza che le scelte finali di ogni consumatore possano evidentemente in modo significativo influire su dimensioni ben più ampie rispetto ai principi, alle finalità che prima ho ricordato.
Il progetto di legge è ripartito in 10 articoli.
All'art. 1 definiamo le finalità e l'oggetto della legge, gli obiettivi della legge regionale che sono perseguiti attraverso una maggiore informazione nei confronti dei consumatori, per favorire acquisti responsabili; una maggiore diffusione dei prodotti del commercio equo e solidale ed il sostegno anche economico delle iniziative dei progetti relativi agli argomenti di cui sopra.
Andiamo poi a definire il commercio equo e solidale, come approccio alternativo al commercio tradizionale, finalizzato ad ottenere una maggiore equità nelle relazioni economiche internazionali attraverso le migliori condizioni commerciali e sociali per i produttori ed i lavoratori dei paesi in via di sviluppo e andiamo a definire le organizzazioni del commercio equo e solidale, ricomprendendovi gli enti che rilasciano l'accreditamento di organizzazioni di commercio equo e solidali, appunto, le organizzazioni accreditate e gli enti che certificano con un marchio di garanzia i prodotti del commercio equo e solidale.
In sede di udienza conoscitiva è giunto un contributo, un contributo fattivo e positivo da parte delle organizzazioni che rappresentano in Emilia-Romagna questa esperienza e che abbiamo tradotto, in accordo con la Giunta, in emendamenti discussi ed approvati in sede di commissione, per fare in modo che davvero tutti gli interlocutori che già oggi sono credibili, potenzialmente e concretamente presenti sul mercato regionale possano riconoscersi nelle opportunità che andiamo ad individuare con questa previsione legislativa, appunto, individuando, come prodotti del commercio equo e solidale, quelli provenienti da organizzazioni accreditate del commercio equo o quelli certificati come prodotti del commercio equo e solidale da uno degli enti a ciò preposti.
Andiamo poi con l'art. 5 ad elencare gli interventi regionali a favore del commercio equo e solidale, quali la promozione di iniziative divulgative, di sensibilizzazione mirate a diffondere la realtà del commercio equo e solidale anche nelle scuole. Si tratta evidentemente di un punto fondamentale per consentire, attraverso una concreta e consapevole adesione anche delle nuove generazioni, di agire quel cambiamento che appunto attraverso il consumo equo è possibile già oggi riuscire ad ottenere.
All'art. 6 c'è una previsione che anche non solo dal punto di vista simbolico a me pare molto significativa, che è quella dell'istituzione della giornata del commercio equo e solidale, al fine, appunto, di favorirne la conoscenza, la diffusione e in qualche modo di riuscire a ricondurre le tantissime iniziative che già oggi vedono nel territorio dell'Emilia-Romagna presenze puntuali in più luoghi di esperienze del commercio equo, nel potere appunto riuscire anche, attraverso l'istituzione di questa giornata regionale, a rendere più visibile non soltanto agli addetti ai lavori, quanto possa essere significativa questa presenza riunendo le esperienze della nostra Regione, ovviamente magari in più luoghi, per rappresentare al meglio questa opzione di consumo, ma anche culturale.
L'art. 7 demanda poi inevitabilmente, ovviamente, alla Giunta regionale la fissazione di criteri, modalità attuative e beneficiari, nonché delle tipologie d'intervento da finanziare prioritariamente che la Giunta regionale andrà ad emanare entro alcuni mesi dall'approvazione della legge da parte del provvedimento.
Questo quindi è in sintesi il contenuto del provvedimento. Queste sono le motivazioni che ci spingono a sostenerlo con grande convinzione perché riteniamo che davvero si possa anche attraverso l'acquisizione di questa consapevolezza e di fatto di questa responsabilità da parte dell'Assemblea legislativa contribuire in modo fattivo, in modo concreto all'avanzamento complessivo di una realtà che sottende valori davvero molto significativi, che a noi interessa possano in qualche modo contaminare anche altre dimensioni, altri ambiti, non soltanto del commercio, del consumo, ma complessivamente della presenza all'interno delle comunità regionali.
Ho parlato dell'udienza conoscitiva, e finisco, presidente. Udienza conoscitiva molto partecipata, che ha visto un contributo fattivo e concorde delle organizzazioni che hanno partecipato ad essa e che hanno, mi pare di poter dire, anche con la loro presenza, con i contenuti che hanno espresso, sostenuto in modo assolutamente concreto la proposta della Giunta regionale che oggi andiamo a discutere e, spero, auspico, ad approvare con grande convinzione. Per lo meno questo sicuramente per quel che mi riguarda.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZANCA
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Borghi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Guerra. Ne ha facoltà.
GUERRA: I primi tentativi di commercio equo fair trade, secondo la dizione anglosassone che viene adottata a livello internazionale, risalgono a quasi 40 anni or sono, ed ebbero luogo in Olanda. Da allora le botteghe del mondo e le organizzazioni d'importazione si sono diffuse in quasi tutti i paesi occidentali. In Europa se ne contano circa 2.500, diffuse soprattutto in Olanda, Belgio e Germania.
In Italia il commercio equo ha mosso i primi passi nella seconda metà degli anni '80 e oggi possiamo contare circa 200 botteghe nel mondo.
Anche nel nostro paese, come nel resto del continente, il commercio equo inizia ad interessare anche la grossa distribuzione. Alcuni del mondo del commercio equo non sono stati convinti fino in fondo di essere inseriti all'interno dei meccanismi della grande distribuzione, che di fatto un pochino ha contaminato lo spirito originario, però all'interno di questo mondo ha prevalso l'opportunità di considerare questo inserimento appunto come un'opportunità.
Nel luglio del '98 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul commercio equo e solidale; la seconda, dopo quella storica promossa dall'allora eurodeputato Alex Langer. Lo cito volentieri perché è stato un pioniere del sostegno del commercio equo e solidale, che ne riconosce il valore in termini di cooperazione, di sensibilizzazione e inizia a porre le basi per il suo riconoscimento e la sua certificazione a livello istituzionale.
Con la crescita del commercio equo hanno iniziato a svilupparsi iniziative su scala locale, continentale e internazionale. Questo ha consentito in parte di affrontare il tema del commercio internazionale che ha dietro di sé una storia di violenza e di sopraffazione, perché il commercio internazionale ha portato i paesi sottosviluppati molto spesso a essere asserviti alle logiche dei paesi sviluppati.
Il commercio equo e solidale proprio questo concetto voleva ribaltare, creando delle opportunità nei paesi da cui provengono i prodotti e sollecitando una produzione consapevole e dando ai produttori il giusto prezzo.
Poi, ovviamente, bisogna che il commercio equo e solidale stia molto attento, ad esempio a non suggerire ai produttori locali prodotti che nei nostri territori vanno di moda, perché questo significherebbe interferire sui meccanismi di produzioni locali. Siamo noi che dobbiamo adeguarci a consumare i prodotti che loro ci offrono. Questo lo dico perché ci sono già stati episodi in questa direzione, che ovviamente con grande attenzione e sensibilità bisognerà correggere.
Questo provvedimento arriva in aula oggi e come auspico sarà approvato, anche se nel passato c'era già stato un tentativo, quanto meno per valorizzare i prodotti del commercio equo e solidale.
Io avevo presentato un progetto di legge sulla ristorazione scolastica e collettiva in genere, in cui era ricompreso un articolo che riconosceva l'opportunità di promuovere e utilizzare i prodotti provenienti dal commercio equo e solidale.
Allora mi fu detto dall'Ufficio legislativo della Regione che questo non era possibile perché avrebbe costituito una sorta di turbativa del libero mercato. Vedo che oggi ci sono le condizioni per agire in maniera diversa e per attivare un meccanismo di promozione di queste attività.
Io ho depositato un ordine del giorno collegato con questa legge perché credo che questa legge abbia la possibilità nel futuro di ampliarsi e riconoscere, ricomprendere anche altri soggetti che lavorano nella medesima direzione, non con i prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo, ma anche con prodotti nostrani, ma con le medesime finalità che sono enucleate dall'art. 1. La finalità cioè di avere prodotti ecologicamente sostenibili, la finalità etica di dare al produttore il giusto prezzo di vendita, cosa che spesso la grande distribuzione non fa, penalizzando il produttore e quindi la necessità di creare dei meccanismi di tutela del consumatore, ma anche di tutela del produttore, e quindi un meccanismo di solidarietà etica.
Questi gruppi che si sono costituiti nel nostro territorio, alcuni dei quali sono anche riconosciuti, alcuni dei quali fanno parte anche della nostra rete di associazioni del volontariato, si chiamano GAS - Gruppi di acquisto solidale -. Sono gruppi che stanno promuovendo non solo una certa tipologia di prodotti, ma anche una filosofia di acquisto e la possibilità di acquistare in maniera consapevole. Molti di questi prodotti sono chiamati a chilometro zero e quindi hanno un'impronta ecologica molto bassa perché provengono dal territorio.
Questa legge io credo sarà completa quando sarà in grado di ricomprendere, riconoscere, supportare e sostenere anche economicamente tutte quelle realtà che operano con le medesime finalità.
Certo, i gruppi di acquisto solidale sono partiti da meno anni rispetto ai gruppi che fanno il commercio equo e solidale, quindi ancora devono strutturarsi.
Ho preparato e depositerò un progetto di legge per cominciare a interloquire con questi gruppi di acquisto solidale e spingerli anche a darsi un'organizzazione con la quale possono entrare in interlocuzione con la Regione, perché hanno bisogno di sostegno, hanno bisogno di capannoni, hanno bisogno, ad esempio, di qualche piccolo furgone per poter effettuare i trasporti nell'ambito della città.
Credo che questa legge possa essere compiutamente allargata ad altri soggetti che io considero deboli, ma etici, e che ci danno una prospettiva diversa rispetto all'acquisto e al consumo inconsapevole.
È un sostegno al commercio equo e solidale che per noi Verdi viene da lontano. Ho citato Langer e l'attività che noi abbiamo svolto in questo Consiglio regionale; mi compiaccio che oggi la Regione riconosca queste importanti associazioni, cercando però, assessore, glielo dico perché non scattino meccanismi all'interno di questo mondo, così come ci sono all'interno di altri.
Le organizzazioni sono tante, ce ne sono alcune più strutturate di più grosse dimensioni, la Regione ovviamente in maniera molto equanime le deve sostenere tutte, compresa anche la realtà più diffusa, ma forse più debole, che è quella delle botteghe del mondo. Quindi, non soltanto le grandi centrali, ma tutti i soggetti che a vario titolo operano in questo variegato settore.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliera Guerra.
Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Il PdL è notoriamente un partito che fa della solidarietà e della sussidiarietà vera, e non finta, un proprio cavallo di battaglia. Noi aiutiamo volentieri gli altri e diamo una mano a chi è rimasto indietro, a chi ha bisogno di un aiuto concreto e non di assistenzialismo passivo.
L'assistenzialismo è un modo di pensare e di agire che non ci appartiene e non condividiamo. Non dà alle persone l'autonomia necessaria e non le rende indipendenti. La sussidiarietà sì, aiuta a comprendere quanto siano importanti gli altri.
Noi ci auguriamo che con l'approvazione di questo progetto di legge migliaia di persone restino a lavorare nei loro paesi di origine, con una vita più dignitosa e decorosa; contemporaneamente dovrebbe diminuire nelle nostre città il numero degli immigrati e quindi si dovrebbero risolvere anche alcuni problemi connessi all'immigrazione.
Il problema vero è che i cittadini, molti cittadini dubitano della reale volontà politica commerciale del centrosinistra dell'Emilia-Romagna di aiutare le piccole attività, poiché aiuta la CGIL o cooperative ad essa collegate.
Negli ultimi 30, 40 anni la sinistra ha sempre favorito le grandi catene di distribuzione commerciale, le coop, le ipercoop, le conad, spesso a danno di piccoli negozianti, il più delle volte costretti a chiudere.
Non so se il centrosinistra ha capito, in ritardo, di avere esagerato con la grande distribuzione e oggi, a tre mesi dalla fine della legislatura, corre fintamente ai ripari, con un progetto di legge che secondo noi non avrà molti finanziamenti, se non quelli già promessi per fini elettorali.
Ricordo che la Regione ha fatto altre leggi propagandistiche, come quella sul turismo per le zone matildiche, legge che è stata approvata 15 anni fa e che non è mai stata finanziata.
Tornando agli errori della politica commerciale dell'Emilia-Romagna, sono stati distrutti piccoli negozietti, i paesi piccoli hanno perso i loro punti di riferimento, hanno perso il negozio di alimentari, il bar, il caseificio; esercizi costretti a chiudere perché la nostra politica, la vostra politica non è stata in grado di dare delle risposte concrete.
Anche nei centri storici delle grandi città i piccoli negozi stanno chiudendo perché aprono i grandi supermercati, fioriscono le grandi ipercoop.
E ricordo che ogni negozio è una forma di presidio per il territorio, ciascun negoziante non solo svolge una funzione sociale e vende pubblici prodotti, ma controlla l'ambiente che è davanti alla vetrina.
A voi queste cose non interessano perché, assessore, l'ho annunciato ieri, a Reggio Emilia di fianco alla stazione medio padana, proprio a fianco dei ponti di Calatrava, sembra che una società, Aurora, che è una spa delle coop rosse, abbia intenzione di costruire il più grande ipermercato dell'Emilia. Tanto per intenderci il grande Emilia 2, circa 50 mila metri quadrati di una nuova mega coop impersonale e squalificante diventa la porta di accesso alla città. Un non luogo, per usare un termine urbanistico che va di moda.
Ho riportato questo esempio perché il 4 dicembre a Reggio Emilia contro questo progetto di una grande ipercoop è intervenuto il patron della famiglia Maramotti, sostenendo che se si continua ad aprire dei supermercati le città muoiono, e ha fatto delle proposte concrete.
Non solo, ma anche la curia di Reggio Emilia lo scorso 14 dicembre ha affrontato il tema con un pubblico convegno sul futuro della città, e anch'essa, in modo elegante, ha criticato le scelte impersonali dell'amministrazione di Reggio di costruire non luoghi ed ha rivendicato naturalmente il ruolo della famiglia, in base all'art. 29 della Costituzione, dimenticato dalla finanziaria regionale approvata ieri da quest'aula con il nostro voto contrario.
Ho riportato queste prese di posizione autorevoli, la curia e gli industriali di Reggio Emilia, per svelare e mettere in risalto la doppiezza della politica regionale: sempre pronta a concedere licenze per nuove mega coop, mentre pubblicamente presenta progetti di legge dicendo che si favoriscono i piccoli negozi. O l'una o l'altra: o si dà una mano ai negozietti, o si fanno le mega coop. Se si fanno delle mega coop da 50 mila metri quadrati, come pare voglia fare la spa Aurora delle cooperative, credo che i progetti di legge sul piccolo commercio siano carta straccia.
È giusto dire queste cose perché, assessore Pasi, assessore di Rifondazione Comunista, il suo partito dovrebbe dare una mano alla gente che ha bisogno, invece qui si continuano a concedere licenze o finti trasferimenti di superfici a grandi coop e poi per dare l'immagine ai cittadini che la Regione guarda anche ai piccoli negozi si approva un progetto di legge per lo sviluppo di un commercio equo e solidale.
Io direi che di facce dovreste averne una e una soltanto, dovremmo dire quella che è la vostra intenzione; se vogliamo dare una mano ai negozi o costruire delle grandi catene commerciali, delle nuove ipercoop da 50 mila metri, a fianco dell'autostrada di Reggio Emilia, sotto il ponte di Calatrava.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Filippi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Il mio intervento è per evidenziare come poi in sede di emendamento una valutazione della Lega Nord, e mia personale, rispetto a questo progetto di legge della Giunta, che a mio giudizio alterna sia luci che ombre.
Noi siamo sostanzialmente favorevoli al tema di interventi che aiutino e sviluppino la crescita economica - scusate il gioco di parole - dei cosiddetti paesi in via di sviluppo, vedendo in questo anche un elemento per migliorare le condizioni di vita di chi risiede purtroppo in parti meno vantaggiose rispetto alle nostre a livello planetario, come elemento anche che possa concorrere con la loro crescita economica a fermare fenomeni migratori connessi appunto al disagio di vivere in situazioni economiche particolarmente gravi.
Questo progetto ha alcuni aspetti interessanti là dove prevede la promozione del commercio equo e solidale mediante interventi divulgativi nelle scuole, la giornata regionale per la promozione di questo tipo di attività.
Ha a nostro giudizio altre ombre, come poi avrò modo di evidenziare in seguito, soprattutto là dove all'art. 3 individua dei soggetti a nostro giudizio autoreferenziati e all'art. 5, in particolare alla lett. c) e lett. f), individua dei meccanismi di sostegno economico molto importanti e molto impegnativi che arrivano fino al 40% delle spese fatte per aprire sedi ed investimenti per sostenere questo commercio, che a nostro giudizio tra l'altro avrebbero anche taluni profili di conflittualità con le norme che regolano e disciplinano la concorrenza.
Detto questo, abbiamo ritenuto comunque di provare a prendere la parte buona, apportando modifiche e integrazioni, depositando un corposo numero di emendamenti a questo progetto di legge, cercando di inserire all'interno - sarà valutazione dell'Assemblea la nostra proposta - un'estensione delle norme buone, la parte delle luci di cui parlavo prima che in questa norma sono circoscritte solo al commercio equo e solidale, anche un altro tipo di attività presente nel territorio dell'Emilia-Romagna che a nostro giudizio ha dei presupposti simili, al di là degli aspetti terzo mondiali di questo progetto di legge, perché va ad incidere sul rapporto stretto che è nato in questi anni tra gruppi di acquisto solidali e i nostri produttori, in particolare i produttori agricoli e i produttori agricoli di prodotti biologici.
Riteniamo che anche questa catena corta tra consumatore e produttore, che da un lato ha tutti i requisiti che già questa norma prevede per il commercio equo e solidale, laddove individua un valore aggiunto positivo nel rapporto diretto, anche in tema di prezzo, dal produttore al consumatore finale.
Credo che ci siano tutti gli elementi, tutti i presupposti per ampliare questo progetto di legge, emendandolo nei punti che a nostro giudizio, appunto, non hanno i requisiti per una loro tollerabilità, aprendolo a quelli che sono i gruppi di acquisto solidali.
Questo vorrebbe dire coinvolgere anche un'ampia categoria di consumatori e soprattutto la categoria sempre più estesa dei produttori agricoli che direttamente vendono a questi gruppi di acquisto, trovando un meccanismo che accorci e riduca quello spread enorme che oggi riscontriamo tra i prezzi alla produzione e i prezzi finali di quello che è un bene primario, cioè i prodotti alimentari in questa Regione.
Quindi l'invio che ho formulato in un nutrito pacchetto di emendamenti è quello di aprire la parte buona di questo progetto di legge anche al meccanismo di vendita diretta dei gruppi di acquisto solidali e dei nostri produttori agricoli.
Mi fermo qui per adesso.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Volevo anch'io intervenire in questa discussione generale perché il provvedimento certamente rappresenta alcune esigenze importanti ed alcune sensibilità importanti in questo settore, tant'è vero che mi pare che il nostro atteggiamento in commissione è stato assolutamente favorevole.
Poi però come spesso capita in questa Regione, ecco che il sospetto che noi abbiamo approfondendo gli argomenti è che dietro un nobile intendimento ci sia poi una particolare attenzione, soprattutto in un periodo pre elettorale nei confronti di un determinato settore.
Chi opera in questo settore certamente sono in gran parte, direi nella quasi totalità, organizzazioni ben collocate dal punto di vista politico e con dei referenti molto precisi. La parte del padrone la fanno le emanazioni della CGIL in questo settore e quindi ecco che dai principi assolutamente condivisibili dei primi articoli arrivano poi alcuni sospetti, non credo del tutto infondati, per quanto riguarda la disciplina successiva.
Il relatore diceva con enfasi che questo commercio comporta un giro d'affari di oltre un miliardo e mezzo di euro e con un grande numero di volontari in questo settore. Allora io mi domando se un settore di questo tipo, appunto, che comunque gestisce risorse per un miliardo e mezzo di euro ha la necessità di interventi economici da parte della Regione, come citati al punto f) dell'art. 5.
L'art. 5 prevede tutte le manovre che la Regione si propone di fare a sostegno di questo settore. Io le condivido tutte, per quello che riguarda la promozione nelle scuole, per quello che riguarda anche la formazione, sentivo che il collega Corradi aveva invece qualche perplessità in più, cioè condivido tutte le manifestazioni della Regione che aiutano ad aumentare la sensibilità nei confronti di questo fenomeno. Non condivido, ed ho presentato appunto per questo un emendamento, il punto f), perché lì diamo dei soldi, e molti, fino al 40% degli investimenti ammissibili, per acquistare un negozio, per prendere gli arredi, per fare tutte quelle operazioni che invece altri commercianti certamente non ricevono da parte della Regione.
Allora io mi domando se questo settore, pure importante dal punto di vista del rapporto con popolazioni in via di sviluppo che oltre ad avere una loro necessità meritevole della nostra attenzione, corrispondono anche ad esigenze di mantenere il mondo globale in un giusto equilibrio.
Quindi, ecco perché dico che sono condivisibili, però mi pare che ci sia un eccessivo favore, da questo punto di vista, sospetto se poi andiamo a vedere, non ho fatto un'indagine, ma sono sicuro che se andiamo a vedere il 90% dei percettori di questi contributi sono chiaramente identificabili e riferibili a determinate parti politiche molto, utili in una pre campagna elettorale.
Anche perché quando diamo contributi a privati, perché di questo si tratta, anche se nell'ambito del volontariato siamo attentissimi, vogliamo vedere, vogliamo avere le garanzie, vogliamo poi che ci sia un vincolo di destinazione trentennale, qui noi non ci preoccupiamo di nulla. Diamo il 40% a chi apre un negozio per questo tipo di attività e poi non mi risulta che dalla legge ci siano vincoli, perché uno magari dopo un anno o dopo due, magari di fronte alla crisi del mercato, converta quel negozio in un'altra attività commerciale, avendo ricevuto poi i benefici per questo tipo di attività.
Ecco perché di fronte ad un fine assolutamente nobile e condivisibile ribadisco il nostro atteggiamento assolutamente favorevole in commissione; in questa fase, in sede di approvazione dopo ulteriore approfondimento, credo che il nostro atteggiamento rispetto a questo provvedimento di legge debba cambiare.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Rossi. Ne ha facoltà.
ROSSI: Cercherò brevemente di motivare il voto a favore del gruppo socialista su questo provvedimento. Parliamo di commercio, ma parliamo di una nicchia di commercio che è il commercio equo e solidale, quindi eviterei in questa discussione di introdurre elementi che riguardino il commercio più complessivamente della nostra Regione.
È una nicchia di mercato in crescita negli anni, per conto proprio, perché è aumentata la sensibilità delle persone su questi temi, quindi noi abbiamo ritenuto giusto e opportuno che la Regione provvedesse a regolamentare questo settore proprio con una logica, da un lato, di regolamentazione, perché quando si costruiscono delle regole, le garanzie sono per tutti, per chi opera nel settore e per i consumatori. E, dall'altra parte, l'obiettivo della legge è quello di promuovere questo commercio, che rimane un commercio di nicchia in crescita, che riguarda una sensibilità nuova che c'è anche nei consumatori e che aiuta alcune produzioni, alcuni paesi del mondo nella loro crescita. Quindi c'è anche un fine di solidarietà.
Ho partecipato all'audizione con le associazioni del settore, come diceva il consigliere Borghi, partecipata, da cui sono scaturite anche proposte. In sede di commissione abbiamo chiesto, come gruppo, che venisse regolamentata rigidamente anche la realizzazione dei mercatini per evitare un proliferare da cui poi era difficile avere il controllo e quindi fare rispettare le regole previste nella legge. È stato accolto questo nostro emendamento, ritengo sia un provvedimento equo e che darà una buona legge a questa Regione in un settore di nicchia, ma importante per la nostra comunità.
Il nostro è un voto favorevole.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Rossi.
Non altri consiglieri iscritti in discussione generale, chiedo se ci sono altri iscritti perché, come sapete, l'intervento dell'assessore Pasi chiude la discussione generale.
Non ci sono altri iscritti, do la parola all'assessore Pasi.
PASI, assessore: Molto brevemente, per precisare che l'oggetto della legge è ovviamente riferito a quello che internazionalmente e comunemente viene definito fair trade o commercio equo e solidale, quindi l'oggetto della legge riguarda appunto il contesto internazionale dello scambio, la possibilità della commercializzazione, ovviamente in Italia, e grandi organizzazioni che si occupano di questa materia a livello internazionale, che sono riconosciute peraltro da atti del Parlamento Europeo. Quindi ci siamo mossi in un contesto preciso.
Per questo è ovvio che il tema dei gruppi di acquisto solidale non è oggetto di questa legge perché, ripeto, parliamo di un tema di scambio internazionale.
Molto opportunamente la consigliera Guerra ha presentato un ordine del giorno che appunto dice che si tratta di prendere un'iniziativa anche nel campo dei gruppi di acquisto solidale, cosa sulla quale io sono totalmente d'accordo; si tratta di prendere un'iniziativa legislativa in un altro contesto, non nel contesto di questa legge, ed è per questo che trovo le osservazioni del consigliere Corradi fuori luogo, nel senso che appunto i gruppi di acquisto solidale non fanno parte dell'oggetto di questa legge, sono esclusi, così come, ovviamente, non fa parte dell'oggetto di questa legge la promozione della produzione biologica dei prodotti dell'Emilia-Romagna, che è, ovviamente, un tema interessante, che è oggetto sicuramente dell'iniziativa dell'assessorato all'agricoltura, ma non riguarda il commercio equo e solidale che, appunto, si occupa di agricoltura biologica certamente, ma nei paesi terzi, nei paesi del cosiddetto sud del mondo.
Quindi, il contesto in cui si muove l'impianto legislativo è chiaro, stiamo parlando di scambio tra il nord e il sud del mondo, stiamo parlando della promozione nel nostro mercato di prodotti che vengono pagati a prezzo equo e vengono prodotti, quindi consentendo una ragione di sviluppo alle popolazioni che producono questo tipo di beni di consumo.
Vorrei anche osservare da questo punto di vista, non so se posso rassicurare il consigliere Lombardi, noi abbiamo parecchie leggi che finanziano cose analoghe sul commercio tradizionale, la “41” in primo luogo.
Noi facciamo esattamente le stesse cose, cioè sosteniamo l'arredo dei negozi, sosteniamo l'arredo urbano delle vie, il fatto che applichiamo un principio analogo anche a chi impianta questo tipo di commercio, non può essere considerato concorrenza sleale, al contrario è mettere sullo stesso piano. Comunque, ripeto, stiamo parlando - è una precisazione importante anche questa secondo me - non di negozi, ma stiamo parlando di associazioni che promuovono questo tipo di attività, nelle quali si inseriscono sia catene di piccoli negozi - e lo dico per Filippi -, ma ci sono pezzi della grande distribuzione organizzata che acquistano prodotti che provengono dal commercio equo e solidale e fanno delle linee di vendita anche nella grande distribuzione organizzata. Noi non ci stiamo in questo caso occupando della modalità distributiva, ma soprattutto del sostenere la possibilità che questi prodotti trovino uno sbocco di mercato, il migliore possibile, sul mercato italiano o sul mercato dell'Emilia-Romagna.
Ho finito, scusate il lapsus sul mercato italiano, è quasi incidentalmente volontario, nel senso che è del tutto ovvio che noi stiamo legiferando sulla base di una competenza di natura regionale, ma sarebbe del tutto auspicabile in questo caso avere anche una legge di riferimento nazionale, nel senso che sarebbe auspicabile che il principio venisse applicato a livello nazionale. Non c'è dubbio che in questo caso sarebbe auspicabile un coordinamento delle autonomie regionali per promuovere anche un'iniziativa analoga a livello nazionale.
Concludo quindi dicendo che mi pare che le motivazioni siano state bene espresse e che ci sia una coerenza nel testo di legge, che peraltro è piuttosto agile e snello, e si rifà agli impianti legislativi normalmente vigenti in Europa e anche in alcune regioni che ci hanno preceduto in questo campo.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, assessore Pasi.
Con l'intervento dell'assessore Pasi si è chiusa la fase della discussione generale.
Ricordo che il progetto di legge è composto da 10 articoli; sono stati presentati 26 emendamenti:
uno a firma del consigliere Borghi;
ventiquattro a firma del consigliere Corradi;
uno a firma del consigliere Lombardi.
Iniziamo quindi l'esame dell'articolato.
Articolo 1.
Su tale articolo insistono gli emendamenti 2 e 3 a firma del consigliere Corradi.
Apriamo la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Sarò telegrafico. Questo emendamento si va ad integrare, il nome anche proprio attribuito al comma in parola, estendendo appunto, come ho detto nel mio intervento precedente, il tema anche ai gruppi di acquisto solidale per le ragioni già esposte, ossia per valorizzare questo tipo di rapporto, che ha tutti i requisiti della solidarietà, tra produttori e privati che acquistano direttamente dai produttori i prodotti dell'Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Corradi.
Non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Sostituisco il consigliere Bosi con la consigliera Majani e il consigliere Filippi con il consigliere Bartolini nelle funzioni di scrutatori.
Nessuno chiede di intervenire, per cui passiamo alla votazione degli emendamenti.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Dichiarazioni di voto sull'art. 1.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'art. 1 è approvato.
Articolo 2.
Su tale articolo insistono gli emendamenti 4 e 5, a firma del consigliere Corradi.
Discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Non ci sono iscritti a parlare in discussione generale; è chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Dichiarazioni di voto sull'art. 2.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'art. 2 è approvato.
Articolo 3.
Su tale articolo insistono quattro emendamenti, tutti a firma del consigliere Corradi, e sono, nell'ordine, gli emendamenti 6, 7, 8 e 9.
Discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Non ci sono iscritti, quindi è chiusa la fase della discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Dichiarazioni di voto sull'art. 3.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'art. 3 è approvato.
Articolo 4.
Su tale articolo insistono gli emendamenti 10, 11, 12 e 13, tutti a firma del consigliere Corradi.
Discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Non ci sono interventi in discussione generale.
Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12 a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 13, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Dichiarazioni di voto sull'art. 4.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'art. 4 è approvato.
Articolo 5.
Su tale articolo insistono gli emendamenti 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 e 22, tutti a firma del consigliere Corradi e l'emendamento 26, a firma del consigliere Lombardi. Molti di questi emendamenti si ripetono e di conseguenza, come previsto dal Regolamento, prima di aprire la discussione generale, verrà messo in votazione il primo, approvato il quale gli altri emendamenti si assumono preclusi se esattamente uguali. In altre parole, se viene respinto il primo emendamento, gli altri emendamenti automaticamente decadono.
Apro la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Soprattutto per quanto concerne l'emendamento 17, alla lett. c) dell'art. 5, comma 1, l'emendamento 19 e l'emendamento 21.
In estrema sintesi, con questi emendamenti, nell'ordine, si evidenzia che il contributo della Regione alla formazione del personale non potrà essere che limitato esclusivamente al personale che presta la propria attività in forma gratuita, cosa che nell'articolato, così com'è presentato, non è assolutamente chiaro, anzi, si va nella direzione opposta.
L'altro punto, e passo all'emendamento 19 che riguarda la formazione di un portale internet. Con l'emendamento si precisa che questo portale sarà realizzato all'interno di Ermes, quindi senza l'aggiunta ai costi di una nuova struttura, quindi una specie di sub portale all'interno del portale che già la Regione ha.
L'altro emendamento su cui richiamo l'attenzione del Consiglio è quello volto a fissare un tetto laddove il testo originario prevede un contributo, di fatto a fondo perduto, fino al 40%, praticamente per ogni attività svolta dai soggetti riconosciuti come soggetti esercitanti il commercio equo e solidale. Io credo sia corretto, opportuno e anche equo fissare un limite, che mi sono permesso di indicare in 10 mila euro come limite massimo di questa contribuzione, proprio per evitare che si creino meccanismi di assalto alla diligenza, che poi avrebbero credo anche l'effetto di portare la Giunta a non finanziare la legge, quindi avremmo fatto una lavorata credo fondamentalmente inutile.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Corradi.
Non ho altri iscritti in discussione generale.
Dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Borghi. Ne ha facoltà.
BORGHI: Intervengo solo in questo frangente rispetto agli emendamenti presentati dal collega Corradi.
Già l'assessore ha detto e ha affermato cose che condivido.
Evidentemente il non accogliere in questo provvedimento modifiche che ci richiamano ad un'attenzione ed anche ad una responsabilità sull'altra altrettanto importante e straordinaria esperienza dei gruppi di acquisto solidale non è in alcun modo un giudizio negativo su questa esperienza. Anzi, noi riteniamo che davvero, e già in qualche modo all'interno del piano di sviluppo rurale ci sono state indicazioni in tal senso, davvero potremmo avere altri strumenti che più compiutamente, con più coerenza anche rispetto a quello di cui oggi discutiamo, potranno e dovranno in tal senso vedere impegnata la Regione.
Tengo a dire questo perché, appunto, tutti gli emendamenti del collega Corradi insistono nella riproposizione di un'attenzione ai gruppi di acquisto solidale, ma voglio davvero affermare come il tema ci interessi molto, dovrà essere svolto compiutamente con un altro strumento, perché rischiamo altrimenti in questo contesto di rendere questo provvedimento del tutto incoerente rispetto alle finalità, rispetto agli strumenti, rispetto agli interlocutori che abbiamo coinvolto, così come da Statuto e da Regolamento, per discutere preventivamente con noi anche i contenuti dello stesso.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Borghi.
È chiusa la fase delle dichiarazioni di voto; passiamo alle votazioni.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 14, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Quindi decadono, come dicevo all'inizio, automaticamente anche gli emendamenti 15, 16, 18 e 20.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 17, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 19, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 26, a firma del consigliere Lombardi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 21, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 22, a firma del consigliere Corradi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'emendamento è respinto.
Dichiarazioni di voto sull'art. 5.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Zanca): L'art. 5 è approvato.
Sono arrivate le ore 13, quindi sospendiamo la seduta del Consiglio che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interpellanze e successivamente proseguirà con la continuazione dell'esame dell'articolato dell'oggetto 5017.
Annuncio di interrogazioni e di risoluzione
PRESIDENTE (Zanca): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
5251 - Interrogazione, del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa il riconoscimento della "Sezione bilingue ad opzione tedesca" presso il Liceo Classico Romagnosi di Parma. (3641)
5252 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Mazzotti, Salsi, Montanari, Zanca, Alberti e Rossi circa l'accordo di programma sulla qualità dell'aria, con particolare riferimento al potenziamento delle politiche della mobilità sostenibile. (588)
5253 - Interrogazione, del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la richiesta dell'AUSL di Rimini al gestore del Residence Del Sole di Rimini per l'accoglienza di soggetti sfrattati. (3642)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 13,00
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Donini - Zanca
Aimi - Richetti
Il documento è aggiornato al 24/02/201020100224
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