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71.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 2012
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di risoluzioni, interpellanze, interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2292
Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, sul caso legionella all'ospedale S. Anna di Ferrara. (1571)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
BARBATI (Italia dei Valori)
LUSENTI, assessore
OGGETTO 2287
Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, sui disagi che hanno investito il trasporto pubblico e in particolare il trasporto ferroviario a seguito delle abbondanti nevicate. (1566)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
OGGETTO 2317
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le metodologie di calcolo dell'ISEE nell'ambito dell'accesso ai servizi per l'infanzia. (1586)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
OGGETTO 2318
Interrogazione del consigliere Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tematica del risparmio energetico. (1587)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
BERNARDINI (Lega Nord)
MUZZARELLI, assessore
Commemorazione del primo Presidente della Regione Emilia-Romagna Guido Fanti
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2315
Comunicazione della Giunta: “Emergenza maltempo
(Discussione)
(Risoluzioni oggetti 2320 e 2324 - Presentazione) (376 - 377)
PRESIDENTE (Richetti)
GAZZOLO, assessore
PRESIDENTE (Aimi)
BARTOLINI (PDL)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
PIVA (PD)
LOMBARDI (PDL)
POLLASTRI (PDL)
FERRARI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MANFREDINI (Lega Nord)
FILIPPI (PDL)
ERRANI, presidente della Giunta
BARBIERI (PD)
MANDINI (Italia dei Valori)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Risoluzioni, interpellanze ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,36
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la settantunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Essendo la prima seduta che si svolge, come tutti sapete, dopo la scomparsa del primo Presidente della Regione Guido Fanti, al termine del question time, prima dell’inizio della parte ordinaria dei nostri lavori, l’Aula osserverà un minuto di silenzio e io stesso traccerò un breve ricordo e profilo del Presidente Fanti, in maniera solenne.
Giustifichiamo per l’assenza l’assessore Bortolazzi, che ne ha dato comunicazione, e gli assessori Freda, Marzocchi, Melucci, la vicepresidente Saliera e il consigliere Corradi.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sul processo verbale relativo alla seduta:
- antimeridiana del 1 febbraio 2012 (n. 70)
inviato ai consiglieri unitamente all'avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, il processo verbale s'intende approvato.
(È approvato)
Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
2293 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche all'art. 8 dell'Accordo, parte integrante della Legge Regionale 1 febbraio 2000, n. 3 (riordino dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna)" (delibera di Giunta n. 111 del 06 02 12).
2307 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Favia: "Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 "Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale"" (09 02 12).
2308 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Modifiche all'art. 49 della LR 2/03"" (10 02 12).
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 26/01/2012 all’8 febbraio 2012:
DPGR n. 7 del 27/01/2012
Azienda USL di Piacenza – Nomina Direttore Generale
DPGR n. 9 del 31/01/2012
L.R. 12/2010, art. 16, Commissione Tecnica Interistituzionale per l’applicazione del patto di stabilità Territoriale
DPGR n. 10 del 03/02/2012
Nomina del Presidente e dei componenti del Comitato Tecnico-Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia-Romagna
Annuncio di risoluzioni, interpellanze, interrogazioni
e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Risoluzioni
2283 - Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi sulla regolamentazione dell'attività odontotecnica. (370)
2296 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Casadei, Luciano Vecchi, Alessandrini, Cevenini, Barbieri, Marani, Piva, Costi, Ferrari, Mori e Montanari per sostenere la petizione, promossa dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), sull'estensione della copertura assicurativa in caso di "infortunio in itinere". (371)
2300 - Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare la normativa che discrimina i lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori. (372)
2303 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta regionale, previo parere dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a porre in essere azioni volte alla sostituzione delle lampade votive con lampade a LED, garantendo procedure trasparenti, la libera concorrenza e l'interesse pubblico. (373)
2305 - Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi per impegnare la Giunta a valorizzare le iniziative relative al "Giorno del Ricordo" in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano-giuliano-dalmata, con particolare riferimento al "Treno del Ricordo". (374)
2310 - Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di sollecitare l'approvazione del Disegno di Legge relativo all'istituzione del "Registro nazionale delle protesi mammarie". (375)
Interpellanze
2285 - Interpellanza del consigliere Filippi sull'iniziativa denominata "Coop vantaggi per la scuola" promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e 36 comuni reggiani in collaborazione con Coop Consumatori Nordest. (90)
2314 - Interpellanza del consigliere Pollastri sull'ingresso principale dell'Ospedale di Piacenza. (91)
Interrogazioni
2282 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, sull'impossibilità di accesso al Pronto Soccorso dell'Ospedale Rizzoli, verificatasi il 1° febbraio 2012 per emergenza neve. (1563)
2284 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, sulle nomine dei vertici della società TPER. (1564)
2286 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, sui disagi riguardanti gli utenti delle linee ferroviarie regionali nei giorni 1 e 2 febbraio 2012. (1565)
2287 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, sui disagi che hanno investito il trasporto pubblico e in particolare il trasporto ferroviario a seguito delle abbondanti nevicate. (1566)
2288 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, sulla coltivazione e commercializzazione dei prodotti agricoli regionali che non rientrano negli ambiti di tutela predisposti dalla UE. (1567)
2289 - Interrogazione dei consiglieri Costi, Casadei, Ferrari e Luciano Vecchi, a risposta scritta, sul grave disagio, registrato nel traffico ferroviario il 1° febbraio 2012, per emergenza neve. (1568)
2290 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, per sapere se, data l'eccezionalità degli eventi meteorologici, la Giunta intenda predisporre un apposito fondo regionale d'emergenza. (1569)
2291 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, sull'avviso pubblico per la copertura di un posto da Assistente tecnico (categoria C) presso l'ASL di Piacenza, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22/12/2009. (1570)
2292 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, sul caso legionella all'ospedale S. Anna di Ferrara. (1571)
2294 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, sul progetto regionale di predisposizione della cosiddetta ricetta farmaceutica elettronica. (1572)
2295 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, sui disservizi verificatisi nel trasporto ferroviario a seguito della nevicata di mercoledì 1 febbraio 2012. (1573)
2297 - Interrogazione dei consiglieri Zoffoli e Alessandrini, a risposta scritta, sui danni alle colture agricole e agli allevamenti causati dalle nevicate che si sono verificate dall'1 febbraio 2012. (1574)
2298 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la tutela della denominazione "Modena" utilizzata per un prodotto agricolo transgenico. (1575)
2299 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa le problematiche relative alla percorrenza del treno n. 2289 ed i relativi disagi per i pendolari delle Province di Piacenza e di Parma. (1576)
2301 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i rincari degli abbonamenti e dei biglietti ferroviari applicati dal 1° febbraio 2012. (1577)
2302 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa il servizio di screening per la prevenzione e la diagnosi di tumori femminili svolto presso il Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense a Baggiovara (MO). (1578)
2304 - Interrogazione dei consiglieri Naldi e Meo, a risposta scritta, circa l'abbattimento di alberi appartenenti al verde pubblico a causa della nevicata che ha colpito il territorio di Bologna. (1579)
2306 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le problematiche causate dal maltempo alla circolazione ferroviaria, con particolare riferimento alla tutela dei viaggiatori e dei lavoratori pendolari. (1580)
2309 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare i disservizi ed i disagi causati dalla rete ferroviaria, durante e dopo il maltempo, ai viaggiatori ed ai lavoratori pendolari. (1581)
2311 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la sottoscrizione di atti tra Regione Emilia-Romagna e la Regione croata d'Istria, con particolare riferimento alla questione degli istriano-dalmati. (1582)
2312 - Interrogazione del consigliere Piva, di attualità a risposta immediata in Aula, sulle misure che la Giunta intende adottare per la ripresa economica dei territori regionali colpiti da nevicate eccezionali. (1583)
2313 - Interrogazione del consigliere Piva, a risposta scritta, sulle misure che la Giunta intende adottare per la ripresa economica dei territori regionali colpiti da nevicate eccezionali. (1584)
2316 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, sui criteri di individuazione della superficie agro-silvo-pastorale di ogni provincia per il calcolo degli indici di densità venatoria. (1585)
2317 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le metodologie di calcolo dell'ISEE nell'ambito dell'accesso ai servizi per l'infanzia. (1586)
2318 - Interrogazione del consigliere Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tematica del risparmio energetico. (1587)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È’ stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
2054 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la realizzazione, nel Comune di Vergato (BO), di un parcheggio pubblico. (1402)
2055 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa lo stato degli argini del fiume Secchia, nella zona del Comune di Cavezzo (MO). (1403)
2060 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa il sistema informatizzato di anagrafe canina, con particolare riferimento al canile comprensoriale di Forlì. (1407)
2065 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la realizzazione, a Lusurasco di Alseno (PC) di un impianto a biogas. (1409)
2068 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa procedure riguardanti la tutela del paesaggio e la materia urbanistico-edilizia poste in essere dal Comune di Vergato (BO), con particolare riferimento alla costruzione di un parcheggio nel parco urbano del Reno. (1410)
2071 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'accordo, tra Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino, riguardante la gestione di rifiuti. (1412)
2076 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la realizzazione, nel Comune di Monzuno (BO) del nuovo ponte Molino Cattani. (1416)
2077 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il coinvolgimento del Comune di Savigno (BO) nel progetto di fusione dei Comuni dell'attuale Unione della Val Samoggia. (1417)
2079 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la situazione e la manutenzione degli alvei e degli argini dei fiumi, con particolare riferimento al Lamone, nella zona di Faenza (RA).(1419)
2087 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la bonifica e le procedure relative al sito in cui operava, a Piacenza nei pressi del Bastione di Porta Borghetto, l'azienda denominata Industria Applicazioni Chimiche (I.A.C.). (1424)
2090 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le esenzioni, relativamente alla pesca dilettantistica, per cittadini portatori di handicap e di età inferiore ai 18 anni o superiore a 65 anni. (1427)
2091 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa notizie relative alla realizzazione, nel territorio piacentino, di un parco divertimenti di rilevanti dimensioni. (1428)
2106 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le autorizzazioni rilasciate dall'ASL di Modena ad un allevamento di cani nella zona di Cittanova messo sotto sequestro dalla polizia municipale. (1437)
2161 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la situazione riguardante il trasporto locale nella Provincia di Reggio Emilia, e la tutela dei relativi lavoratori. (1480)
2162 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i contributi relativi al recupero del Torrione Sforzesco di Mordano (BO). (1481)
2171 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa i finanziamenti regionali riguardanti concerti relativi alla celebrazione del Natale. (1486)
2176 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le iscrizioni di cacciatori lombardi nelle ATC piacentine. (1491)
2199 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa lo stato dei lavori autostradali per la realizzazione del Passante Nord di Bologna. (1510)
2204 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa i lavori di consolidamento degli argini del torrente Enza in località Coenzo, nel Comune di Sorbolo (PR). (1513)
2208 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'offerta di servizi per l'infanzia, con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza. (1517)
2215 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i finanziamenti riguardanti le stazioni sciistiche, con particolare riferimento agli impianti del Monte Penice (PC). (1523)
2232 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa gli stanziamenti relativi all'incentivazione dell'acquisto di veicoli elettrici, con particolare riferimento al Comune di Bologna. (1532)
2234 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa la razionalizzazione della rete scolastica nel Comune di Cento (FE). (1533)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, chiamando l’oggetto:
2292 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, sul caso legionella all'ospedale S. Anna di Ferrara. (1571)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Barbati per illustrare l’interrogazione.
BARBATI: Buongiorno, presidente e assessore. Abbiamo presentato l’interrogazione relativamente a un caso di legionella al Sant’Anna di Ferrara.
Il 7 ottobre del 2011 si è riscontrato, all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara, un decesso attribuibile al batterio della legionella. La vittima è una donna di 71 anni, ricoverata nell’ospedale di Cento nei mesi precedenti e trasferita il 26 agosto al Sant’Anna. Il 6 ottobre le sue condizioni di salute sono andate sempre peggiorando e la signora è deceduta. È stato diagnosticato che il decesso era stato cagionato da una sospetta legionella polmonare confermata di stampo ospedaliero.
A seguito del decesso, l’azienda ospedaliera ha avviato tempestivamente un accertamento interno, inviando al contempo il fascicolo al Dipartimento di sanità pubblica in Regione Emilia-Romagna.
Il primo organo di stampa a dare notizia di quella morte è il blog “Osservatorio cosa pubblica”, lo stesso che il mese precedente, al decesso della settantunenne, aveva messo in guardia i cittadini ferraresi sulla contaminazione delle condutture idriche dell’ospedale di Cona, considerate anch’esse ad alto rischio legionella.
Il fascicolo con le condizioni diagnostiche che accerterebbero il decesso per legionella della donna non risulta, però, in un primo momento trasmesso alla Procura, come conferma il portavoce Nicola Proto.
In una nota congiunta, i direttori generali delle due aziende sanitarie di Ferrara, Gabriele Rinaldi e Paolo Saltari, per giustificare la mancata trasmissione degli atti alla Procura, affermano che il caso dell’anziana non fu ritenuto di rilevanza particolare.
In un primo momento, la presidente della Provincia, Zappaterra, dichiara di essere stata informata dell’accaduto in via ufficiosa dal direttore Rinaldi, nella serata del 13 ottobre. In occasione del Consiglio provinciale del 12.01.2012, invece, la presidente Zappaterra dichiara di aver ricevuto notizia dell’episodio di legionella soltanto il 13.12.2011 e non il 13.10.2011.
L’allora assessore alla sanità, Massimiliano Fiorillo, venne a conoscenza dell’accaduto a mezzo stampa il 14.12.2011.
Si chiede, pertanto, all’assessore competente se quanto emerso dalla cronistoria corrisponda al vero; se sia da considerare prassi normale il fatto che il fascicolo contenente le condizioni diagnostiche di un decesso da legionella di stampo ospedaliero non sia stato tempestivamente trasmesso anche alla Procura competente; se sia da considerare prassi normale ovvero comportamento censurabile il fatto che i vertici dell’azienda ospedaliera non abbiano tempestivamente informato in modo puntuale e dettagliato la comunità locale sulla possibile contaminazione da legionella all’interno del Sant’Anna e sulle eventuali condotte precauzionali da adottare, tenendo così all’oscuro i pazienti dell’ospedale, e addirittura i familiari della stessa vittima, di un evento di tale entità per svariati giorni; se effettivamente un caso di decesso da legionella di stampo ospedaliero possa considerarsi “non di particolare rilevanza”; se sia da considerare legittima, o quanto meno opportuna, la condotta della presidente della Provincia Zappaterra, che informata in via ufficiosa dell’accaduto il 13 ottobre non ha allertato immediatamente l’allora assessore alla sanità, Fiorillo, per renderlo informato dell’accadimento; se la trasmissione degli atti all’onorevole Leoluca Orlando, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, da parte dell’allora assessore provinciale Fiorillo, sia da considerarsi lesiva nei confronti dell'azienda ospedaliera ferrarese e dell'ente Provincia o possa essere considerato un atto legittimo; se l'assessorato sia in possesso di ulteriori informazioni in ordine all'accadimento in esame e, nell'eventualità, quali esse siano; se e quali misure l'assessorato abbia posto in essere, al fine di accertare tutte le criticità che hanno caratterizzato l'avvenimento e, nell'eventualità, quali siano i risultati acquisiti; se, nella denegata ipotesi in cui l'assessorato non sia intervenuto, quali misure intende all'uopo attivare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Per dare risposta adeguata ai quesiti posti dall'interrogante occorre preliminarmente riassumere i principali aspetti della problematica da contaminazione da legionella nelle strutture sanitarie.
L'assessorato alle politiche per la salute è impegnato, non a partire dal caso a cui si fa riferimento nell'interrogazione, nel controllo della contaminazione degli ambienti sanitari da legionella e delle infezioni relative.
La delibera 1115 del 2006 ha sistematizzato le evidenze disponibili in letteratura sui migliori comportamenti organizzativi e clinici per raggiungere questo scopo. La deliberazione citata ha avviato un lavoro sistematico in tutte le aziende per la rilevazione oggettiva dei rischi specifici di ciascuna situazione e per la convergenza di tutte le competenze presenti nelle aziende – tecnico-impiantistiche, igieniche, cliniche, epidemiologiche – verso le pratiche più idonee a gestire adeguatamente un problema che non può appunto essere risolto in maniera definitiva, ma i cui effetti devono essere contenuti.
Tale impostazione è comune a tutti i servizi sanitari avanzati, come diffusa è la distribuzione del germe in questione nelle strutture sanitarie. Ne deriva che la rilevazione nell'acqua degli impianti delle stesse strutture non è un evento a cui debba seguire una comunicazione alla popolazione in generale o consigli cui attenersi per l'utenza dei servizi sanitari. Invece, è necessario mettere in atto il sistema di gestione delineato nella deliberazione del 2008 appena richiamata.
Venendo al caso specifico della signora P.R., deceduta presso l'azienda ospedaliera universitaria di Ferrara il 7 ottobre 2011, l’assessorato alle politiche per la salute ha ricevuto notizia relativa all'infezione della signora e alla sua morte nell'ambito del sistema di segnalazione rapida delle infezioni ospedaliere, definito dalla delibera 186 del 2005. Tale sistema prevede la compilazione di una scheda contenente le informazioni essenziali sull'infezione.
La direzione generale dell'azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, cui spetta la valutazione delle circostanze nelle quali si è verificato il decesso della paziente – valutazione finalizzata ad evidenziare l'esistenza di eventuali responsabilità cliniche e organizzative nella causazione del decesso – non ha rilevato tali responsabilità e non ha pertanto inviato la relativa segnalazione alla Procura della Repubblica.
Nella dichiarazione alla stampa del 15 dicembre 2011 dei direttori generali delle aziende sanitarie di Ferrara, si legge, infatti: «La magistratura ieri ha richiesto all'azienda ospedaliera una relazione sull'accaduto, che sarà inviata domani. La stampa ha pubblicato informazioni che sono giunte non attraverso l'azienda e, qualora si fosse ravvisata una rilevanza particolare, l’informazione sarebbe stata data alle istituzioni con il rispetto che ha sempre contraddistinto i rapporti».
Appare evidente che la rilevanza a cui si riferiscono i direttori generali – e che essi escludono – è quella penale e non quella relativa al fatto in sé o al significato che ha il fatto nel sistema di sorveglianza e controllo della legionellosi. Per converso, sarebbe bastato il sospetto di una rilevanza penale per obbligare i direttori generali ad informare la magistratura.
Per quanto riguarda, invece, l'altro aspetto della comunicazione istituzionale, quella riservata ai familiari, il direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara riferisce, nella nota inviata all'assessorato alle politiche per la salute il 17 gennaio, che solo in data 14 dicembre, alla comparsa sul Resto del Carlino della notizia sul caso, la direzione aziendale è venuta a conoscenza, su segnalazione dei familiari stessi, che questi non sarebbero stati informati dell'infezione da legionella che aveva colpito la paziente.
Per questo motivo, in data 15 dicembre 2011, i familiari sono stati ricevuti in colloquio dalla direzione aziendale e dai sanitari coinvolti – nefrologi e rianimatori – e sono state fornite spiegazioni e chiarimenti sulla situazione verificatasi. La direzione generale si è inoltre scusata per il grave incidente comunicativo occorso.
Per quanto riguarda i comportamenti di altre istituzioni citate dall'interrogante, l'assessorato alle politiche per la salute non ritiene di entrare nel merito delle scelte da esse compiute. Le comunicazioni che sono state fatte da dette istituzioni riguardo all’infezione e al decesso della paziente P.R. non sono caratterizzate, infatti, né dall'obbligo né dal divieto. Come abbiamo visto sopra, l'obbligo di comunicazione riguarda chi ha la responsabilità della gestione della struttura in cui si è verificato l'evento se l'evento stesso fosse stato giudicato rilevante dal punto di vista penale, mentre le altre istituzioni valutano non l'obbligo, ma l'opportunità della comunicazione dell'evento ad altri soggetti istituzionali.
Infine, l'assessorato alle politiche per la salute, a fine gennaio, utilizzando le informazioni trasmesse dall'azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, ha redatto una relazione sull'accaduto per la Commissione Orlando.
Tuttavia, poiché la vicenda appare complessa e coinvolge diversi aspetti organizzativi, non tutti adeguatamente chiariti dalle informazioni in nostro possesso, sono stati chiesti ulteriori approfondimenti da parte di questo assessorato all'azienda, per meglio circostanziare gli aspetti di gestione del caso e dei sistemi di controllo della contaminazione da legionella.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Barbati per la replica. Consigliera, le restano due minuti.
BARBATI: Farò una replica telegrafica.
Lo stesso assessore ha parlato di grave incidente comunicativo. Questo è certo, visto che i familiari sono stati chiamati il 15 dicembre, mentre la signora era morta parecchio tempo prima.
Assessore, non so chi le ha scritto la nota, ma a me dispiace, sinceramente, ascoltare che non è “evento rilevante” la morte di una paziente. Credo che già questo sia un fatto grave. Se fossi io quella paziente, mi incazzerei (e scusate il termine, lo uso anche se non è adatto all’Aula).
Il fatto che, in effetti, i casi di legionella siano spesso diffusi non toglie anche la responsabilità di chi deve vigilare. Ripeto, mi metto nei panni della famiglia di questa paziente, ma anche nei panni della paziente stessa.
Lei, assessore, dichiara che non è un evento eccezionale, ma comunque è diffuso: io credo che già queste sue dichiarazioni mettano in ansia tutti quelli che si devono recare negli ospedali.
Io speravo in una risposta un po' diversa. Mi sembra che, rispetto alla morte di una paziente, la sua sia una risposta un po' “fredda”. Non me l'aspettavo da lei.
Mi dispiace molto che non venga indicata come evento rilevante la morte di una paziente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Abbiamo concluso l'oggetto 2292, passiamo al seguente oggetto:
2287 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, sui disagi che hanno investito il trasporto pubblico e in particolare il trasporto ferroviario a seguito delle abbondanti nevicate. (1566)
Risponde per la Giunta l'assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interrogazione.
POLLASTRI: Grazie, presidente. A seguito delle abbondanti nevicate che hanno investito l'Italia a partire dal 30 gennaio, si sono avuti disagi che hanno riguardato tutto il trasporto pubblico.
I maggiori disagi hanno riguardato, come tutti sappiamo, il trasporto ferroviario, con enormi ritardi sulla rete, cancellazione di numerosi convogli, soprattutto quelli a lunga percorrenza, obbligo per i passeggeri di cambiare più treni per arrivare a destinazione: un vero calvario, assessore.
Si sono verificati anche casi clamorosi ed eclatanti, come è noto a tutti, ad esempio il blocco di sette ore dell'Intercity 615 nella stazione di Forlì. Si registrano tantissimi disservizi, quali carrozze piene di neve, porte ghiacciate, riscaldamenti rotti, che hanno reso ancora più disagevole il viaggio ai pendolari e a tutti gli utenti, non solo emiliano-romagnoli.
Verificato, quindi, che in caso di maltempo il treno dovrebbe essere il mezzo più sicuro e garantito, e in altri Paesi europei, con climi ben più rigidi e fenomeni molto più cospicui e duraturi rispetto a quelli che si sono verificati nel nord Italia, le ferrovie reagiscono con un servizio più puntuale ed efficiente anche di fronte, assessore, a queste emergenze – perché probabilmente pianificano –, il maltempo era annunciato. Non è più, consentitemi la battuta, come ai tempi di Bernacca, quando le previsioni ci stavano e non ci stavano. Ora, con i mezzi a disposizione, come lei mi insegna, assessore, si prevedono con largo anticipo le possibili gravi precipitazioni.
La scelta di Trenitalia di sopprimere numerosi convogli ha ridotto il servizio, ma a mio avviso, assessore, e non so cosa sia emerso dalle sue verifiche, è stata fatta anche tardivamente.
Chiedo quindi, avendo visto anche le posizioni di altre regioni, di rispondere a questi quesiti ufficialmente in Aula sul caos che si è verificato, se vi siano state concertazioni tra la Giunta regionale, l’Amministrazione regionale e soprattutto l’assessorato che ricopre – e non vorrei essere stato nei suoi panni, mi consenta questa ulteriore battuta –, al fine di definire una strategia che potesse gestire l’eccezionalità di questa ondata di maltempo; se vi siano stati contatti tra Trenitalia e la Protezione civile, per soccorrere e aiutare i passeggeri rimasti a lungo bloccati nel caso dell’Intercity 615.
Al di là della ricostruzione dei fatti, che comunque sulla stampa è stata citata in tutte queste settimane, la domanda ultima più di natura politica, ovvero se si meditino in futuro delle azioni. La Regione Liguria ha fatto una denuncia per interruzione di servizio, la Regione Piemonte ha sospeso i pagamenti.
Sono Regioni di colori diversi, amministrate da Giunte di diversa composizione politica, però non molto tempo fa, assessore, ho letto e apprezzato una sua forte presa di posizione relativamente a una mia richiesta sui disagi dei pendolari. Al di là della ricostruzione dei fatti, al di là oggi dell’informativa che lei oggi ufficialmente in Aula darà a questo mio question time, che credo interessi anche tutti i colleghi della maggioranza che hanno seguito nelle loro Province questa drammatica situazione, vorrei chiederle come la Giunta regionale intenda attivarsi per evitare il ripetersi di situazioni analoghe in futuro rispetto a un rapporto che con Trenitalia anche in questo caso ha toccato il fondo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Grazie, presidente. La situazione è anche peggiore di quella che il consigliere Pollastri ci indicava, nel senso che non ci possiamo limitare ai casi ancorché gravi che si sono verificati, e penso in particolare all’Intercity rimasto bloccato per diverse ore.
Quello che è accaduto in quei giorni, volendo fare una fotografia, è stato dapprima una difficoltà sostanziale sulla circolazione, sulle linee, e contemporaneamente si è iniziato a prendere atto della fragilità del sistema sia nella circolazione, cioè nei mezzi tecnologici che vengono utilizzati per la gestione della rete, sia sui mezzi materiale rotabile.
In particolare, il nodo di Bologna, che è fondamentale per il traffico nazionale, ha subìto forti limitazioni nel momento in cui c’è stato il picco delle criticità atmosferiche.
Accanto a questo, credo che la questione più grave che si è palesata e si sta palesando anche in queste ore è che siamo in presenza di materiale rotabile inadatto a reggere situazioni di questo tipo. In particolare, il materiale di Trenitalia ha subìto danni per quanto riguarda i treni regionali e a lunga percorrenza, quindi regionali che stanno nel contratto della Regione Emilia-Romagna e a lunga percorrenza che stanno nel contratto con il Governo.
Entrambe queste tipologie di materiali hanno subìto un danno che si aggira attorno al 50 per cento dei mezzi, che hanno bisogno di manutenzione straordinaria.
Sono evidenti le ripercussioni sulla circolazione di un fatto di questo tipo, che è una concomitanza di due elementi, le condizioni straordinarie da un punto di vista atmosferico che hanno però picchiato su una condizione di grande fragilità e di inadeguatezza del materiale circolante.
Abbiamo messo in comunicazione Trenitalia e l’Azienda regionale con la Protezione civile a ridosso dell’evento, che purtroppo tardivamente ha attivato il soccorso da parte di Trenitalia. La Protezione civile ha soccorso dodici treni, che erano potenzialmente nelle condizioni dell’Intercity citato, e volontari e Protezione civile hanno concorso insieme all’organizzazione dei gestori per ridurre il danno che nel frattempo si stava verificando per i passeggeri.
Anche noi pensavamo che, finita la fase acuta del maltempo, si potesse tornare rapidamente alla normalità, ma l’affanno che ancora si sta vivendo in queste ore deriva da quanto dicevo prima. I tempi necessari per ripristinare il materiale prenderanno probabilmente tutta questa settimana.
Abbiamo chiesto e ottenuto da Trenitalia di attivare anche officine delle regioni limitrofe, e all’interno del consorzio che gestisce il servizio ferroviario regionale abbiamo imposto all’Azienda regionale Ferrovia Emilia-Romagna di spostare treni da tratte a bassa frequentazione verso tratte ad alta frequentazione…
PRESIDENTE (Richetti): Assessore, deve concludere.
PERI: …ovviamente con dei danni che inevitabilmente si ripercuotono anche in quel caso.
Chiudo con il punto fondamentale. Questa situazione rende ancora più evidente che, non investendo nel materiale rotabile per tempo, si accumula una criticità che poi non si riesce più a gestire. Ricordo che l’unico soggetto che ha investito sui treni in Emilia-Romagna è la Regione. Abbiamo investito non poche cifre, ma 250 milioni di euro, che hanno consentito e consentono di avere almeno una quota di treni che continuano a girare anche in queste condizioni.
Si tratta di treni nuovi, che arriveranno anche alla fine di quest’anno, avendo fatto un investimento due anni fa, ma noi cogliamo questa occasione per rendere evidente che siamo i clienti dell’azienda che ha un contratto con la Regione Emilia-Romagna, di Trenitalia, cui paghiamo dei servizi, ovviamente cercando di tutelare gli utenti e i cittadini, ma come clienti siamo danneggiati dal fatto che Trenitalia non ha fornito un servizio adeguato.
Via giuridica? La via giuridica non ci pare quella più efficace per ottenere dei risultati, l’abbiamo già detto. Siamo la Regione che ha comminato a Trenitalia le sanzioni più elevate negli anni scorsi, e stiamo facendo i conti in questi giorni per valutare il danno subìto e le sanzioni da applicare a Trenitalia alla fine di questo ciclo di straordinarietà.
Come avvenuto in passato, quelle sanzioni potranno andare o a ristoro dei danni subìti dagli utenti o eventualmente come investimento per ulteriori servizi o miglioramento della qualità del materiale circolante.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Consigliere, ha un minuto.
POLLASTRI: Assessore, qui lei ha ammesso con grande chiarezza la fragilità e l’inadeguatezza del sistema a sostenere questo tipo di situazione. Se non ho colto male dalla risposta, il 50 per cento dei treni presenta una problematicità sulla manutenzione.
La cosa che stride e preoccupa – lo dico da cittadino più che da rappresentante dei cittadini – è che, come lei ha ammesso, nonostante questo grosso investimento di 250 milioni di euro da parte della Regione sotto questo profilo (le do atto dell’attivismo che ha sempre avuto in materia), le soluzioni tardano a venire.
La preoccupazione – e lascio la mia risposta con una domanda –, assessore, è che anche in futuro possano ripetersi simili situazioni. Per questo le chiedo sotto il profilo politico di usare anche in futuro il pugno di ferro nei rapporti con Trenitalia.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2287, passiamo all’oggetto seguente:
2317 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le metodologie di calcolo dell'ISEE nell'ambito dell'accesso ai servizi per l'infanzia. (1586)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola alla consigliera Noè per illustrare la sua interrogazione.
NOÈ: Grazie, presidente. Dal momento che noi sappiamo che l’accesso ai nidi si ispira ai criteri dell’ISEE e penalizza le coppie coniugate e conviventi rispetto alle coppie di fatto non coresidenti, nella consapevolezza ormai totale di tutta la Regione di questo fenomeno elusivo vorrei sapere come intenda porsi la Regione e soprattutto se abbia pensato almeno nell’immediato di individuare anche con una direttiva le tipologie dei genitori soli.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: L’interrogazione della consigliera Noè richiama ancora una volta un tema di estrema delicatezza sul quale, specialmente le Amministrazioni comunali, nell’esercizio delle loro competenze nell’erogazione dei servizi, sono da tempo coinvolte.
Il primo profilo oggetto dell’interrogazione riguarda un problema specifico inerente i parametri che compongono la formula a base del calcolo dell’ISEE. Nell’interrogazione, in particolare, si richiama la discriminazione, che discenderebbe dal fatto che l’attuale sistema di calcolo non contempli che il reddito di un genitore non coniugato e non convivente sia calcolato in quello della famiglia ai fini ISEE rispetto alle famiglie di coniugati e conviventi.
Il tema dei criteri di valutazione della condizione economica, definiti dall’indicatore della situazione economica equivalente, originariamente introdotto dal decreto legislativo n. 109 del 1998 e modificato con il d.lgs. n. 130/00, come abbiamo già avuto occasione di ribadire in precedenti risposte ad analoghi argomenti, è di grandissima importanza e rappresenta un fulcro delicatissimo per garantire equità nell’accesso al sistema di erogazione delle prestazioni assistenziali e sociali o ai servizi educativi per l’infanzia, e, ancor più, per calcolare il valore della compartecipazione degli utenti al costo dei servizi stessi.
Non a caso, il decreto legge n. 201 del 2011, convertito con la legge n. 214 del 2011, all’articolo 5 stabilisce che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri siano riviste le modalità di determinazione dell’ISEE, impegno che questo Governo ha assunto.
Questo intervento rende evidente che a livello statale è stata valutata la necessità di rivedere la definizione dell’ISEE, proprio per l’importanza strategica che questo indicatore ha per la complessa gamma dell’accesso alle prestazioni assistenziali, sociali e più in generale per i servizi di pubblica utilità. Questa considerazione senza dubbio eleva la definizione del problema a rango unitario nazionale, perché è lì che occorre il primo coordinamento.
La Giunta esprime la convinzione che questo tema debba trovare una soluzione equa, avanzata e idonea a superare i limiti e le disparità che la stessa interrogazione segnala, e continua a ritenere che il contesto in cui un tema così importante potrà trovare soluzione piena sia proprio quello avviato con la revisione dei criteri di valutazione dell’ISEE, che proprio nei giorni scorsi i rappresentanti di questo Governo hanno garantito di portare a termine entro il prossimo mese di maggio. Ci auguriamo che ciò possa avvenire con il pieno coinvolgimento delle Regioni e degli Enti locali.
In questo contesto generale ai Comuni non è precluso, e d’altronde la stessa consigliera Noè richiama il dibattito che in questi giorni interessa il Comune di Bologna, di applicare criteri volti a modulare l’applicazione dell’ISEE nel senso di attenuare eventuali disparità.
Ciò premesso, l’interrogazione peraltro richiama l’attenzione al profilo che attiene il ruolo della Regione in funzione del coordinamento degli Enti locali. Non vi è dubbio che la Regione possa, con strumenti costituzionalmente corretti, adottare misure anche sotto la forma di direttive, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 49 della legge regionale n. 2 del 2003, contenente indirizzi per i Comuni.
È congruo che tali indirizzi siano elaborati in chiave di massima omogeneizzazione, in coerenza con il quadro di legislazione statale a cui fare riferimento. È proprio questo che l’ordine del giorno votato l’altro ieri dal Comune di Bologna ci invita a fare, all’indomani della definizione del quadro nazionale e in coerenza con esso.
D’altronde, non è in discussione che l’ISEE, nel determinare la condizione economica, costituisca un principio che lascia all’Amministrazione locale solo lo spazio per una rimodulazione della valutazione della situazione economica di chi accede ai servizi.
Quanto al problema sollevato nell’interrogazione, più specificatamente riferito all’iscrizione ai servizi educativi per l’infanzia per l’anno 2012-2013, emerge la diversa anche se connessa questione della definizione del “genitore solo” ai fini dell’accesso a tali servizi.
È richiesto alla Giunta, nello specifico, se essa intenda individuare le tipologie giuridiche di tale definizione rispetto a questa questione pare che il dibattito possa avere già una sede a livello assembleare. La definizione di “genitore solo” rappresenta uno dei contenuti della disciplina oggetto di un progetto di legge di iniziativa della stessa consigliera Noè, oggetto n. 2104,, “Norme per la promozione delle responsabilità genitoriali”, ed è nell’ambito dell’iter di valutazione di tale progetto che la Giunta si impegnerà a concorrere all’individuazione delle soluzioni più congrue ai fini di equità. Naturalmente, come sempre e in particolare in questo caso così delicato, nel pieno rispetto dei princìpi e delle competenze costituzionali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola alla consigliera Noè per la replica. Ha cinque minuti, consigliera.
NOÈ: Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario Bertelli. Soprattutto mi fa piacere avere occasione di porre all’attenzione dell’Aula un tema a cui posso dare seguito anche alla presenza del Presidente Errani, a cui oltre due mesi fa su questo tema ho sottoposto il progetto di legge in questione, perché lo ritengo un tema di grande attualità.
In questi giorni, infatti, anche il capoluogo della Regione si sta interrogando su come procedere, perché fra un mese si chiuderà la graduatoria per l’accesso ai nidi e tutti siamo consapevoli che questa, ispirandosi all’ISEE, si presta a manovre discriminanti ed elusive da parte di queste coppie di fatto non coresidenti, a discapito delle coppie coniugate e dei conviventi, che invece, per effetto della medesima residenza anagrafica, l’ISEE giustamente accomuna.
Capisco, dottor Bertelli, che lei oggi mi dica che questa è materia di competenza nazionale, però questo non è del tutto vero, perché vorrei ricordarle, dottore, che nel dicembre del 2009, in occasione dell’approvazione della legge finanziaria, al comma 1 abbiamo approvato un articolo molto discusso, in cui si stabilisce che :«la Giunta regionale con propria direttiva, acquisito il parere del CAL e sentita la Commissione consiliare competente, definisce gli indirizzi generali per il concorso da parte degli utenti al costo dei servizi sociali e socioeducativi».
Questa è dunque una materia che nel lontano 2009 ci siamo riproposti di affrontare con una direttiva, che da anni stiamo attendendo.
So che in questi giorni sta circolando questa bozza in materia sociosanitaria, ma nulla si dice sul tema sociale e socioeducativo. I 348 Comuni dell’Emilia-Romagna rispetto all’accesso ai nidi si stanno attrezzando autonomamente, però ognuno si sta dando una disciplina autonoma, ma tutti stanno invocando un riferimento normativo regionale, perché purtroppo la materia viene affrontata in modo disomogeneo.
Per questo motivo mi sono permessa di farvi presente che questo è un argomento molto delicato e oggi non è possibile rinviare ancora come Ponzio Pilato. Non potete dirmi ancora una volta che, come stiamo facendo con i ticket, stiamo aspettando che Balduzzi partorisca, ai sensi dell’articolo 5 del decreto Milleproroghe, la nuova formulazione dell’ISEE.
Da due anni e mezzo la Regione doveva intervenire con la propria direttiva, e adesso attendiamo nuovamente che Balduzzi si pronunci sulla nuova formulazione dell’ISEE? E come ci comporteremo per le iscrizioni dell’anno 2012-2013?
Per questo mi sono permessa di sottoporre quel progetto di legge, ho chiesto un’udienza conoscitiva che ponesse a confronto amministratori locali e associazioni familiari su un tema che è profondamente dibattuto. Mi fa piacere che lei adesso, dottor Bertelli, prenda atto di questo progetto di legge che ho presentato e che potrà rappresentare motivo di riflessione sull’argomento.
Anche per questa ragione vi chiedo di fare una valutazione. Siamo stati molto tempestivi su alcuni provvedimenti come la semplificazione e i parchi, ma siamo latitanti su questo tema, che riguarda soprattutto le famiglie intese come sposate e conviventi. Non potete venirmi a invocare l’articolo 5 del Milleproroghe, perché stiamo aspettando questa direttiva da due anni.
Vorrei chiederle quindi se almeno nell’immediato, con una direttiva ad hoc, vogliamo stabilire in questa regione, da Piacenza a Rimini, quali sono i genitori soli, se vogliamo dare un’interpretazione autentica, che tutti random forzatamente si stanno dando, per cercare di evitare che queste coppie furbette mascherandosi – siamo proprio a Carnevale – da single possano sorpassare in curva, penalizzando i veri single e le famiglie coniugate o conviventi. Questa è un’ingiustizia che deve essere sanata.
È la stessa storia dei ticket: ne siamo consapevoli da tempo. Province come Ravenna si sono attrezzate in questa direzione da quasi dieci anni e noi siamo assenti. Basterebbe leggere le circolari dell’INPS che a livello nazionale, in applicazione della legge n. 53 e della n. 109, da oltre dieci anni disciplinano chiaramente i casi di genitori singoli, e sono quei quattro casi a cui io mi sono ispirata nella identificazione di questa figura nel mio progetto di legge.
Basterebbe che almeno in via transitoria per quest’anno la Regione dicesse che su questo territorio i genitori singoli sono questi quattro, o sono cinque perché volete ravvisarne degli altri. Ma intanto date un’indicazione in questo mese, in cui sono in corso le iscrizioni.
Nella Commissione valutativa sui voucher, cui ho l’onore di partecipare, ho avuto occasione di incontrare moltissimi amministratori della nostra regione, che mi hanno detto di aver bisogno di un riferimento normativo regionale, perché, se intervengono a livello comunale, molti genitori potrebbero comunque appellarsi al fatto che la legge nazionale dispone così...
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliera.
NOÈ: Certo. Se ci fosse un intervento normativo regionale rispetto a tutta questa discussione che oggi sta creando momenti di riflessione, sarebbe un atto di grande responsabilità.
Invito quindi a emanare una direttiva ad hoc, per chiarire chi siano i genitori soli o comunque per dare un’interpretazione autentica sulla vostra volontà. Vi ricordo che dal 2009 aspettiamo la direttiva.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2317, passiamo all’oggetto seguente:
2318 - Interrogazione del consigliere Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tematica del risparmio energetico. (1587)
Risponde per la Giunta l’assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Bernardini per illustrare la sua interrogazione.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Le condizioni climatiche di questo periodo hanno posto nuovamente al centro della discussione politica il problema della sicurezza energetica e delle disponibilità di gas e di approvvigionamento per il nostro Paese che vanno di pari passo con altre esigenze che nascono anche nei periodi estivi, con condizioni climatiche sicuramente diverse, e che pongono al centro della questione politica il problema degli impianti di riscaldamento nel periodo invernale, lo stato di molti immobili e le dispersioni di calore nel senso sia di riscaldamento sia di raffreddamento che essi comportano.
Numerose Regioni e numerosi Stati esteri hanno affrontato normativamente questo problema, cercando di imporre ai condòmini e ai condomìni un rinnovamento degli impianti di riscaldamento, puntando sulla riconversione di alcuni impianti. Abbiamo edifici comunali nel territorio bolognese (e non solo) che vanno ancora a gasolio, e, questo, oltre a essere un problema al sistema di riscaldamento e di efficienza, è un problema ambientale, per l’inquinamento che simili impianti provocano. Si tratta, infatti, di una delle principali fonti d’inquinamento nel periodo invernale.
Anche alla luce della nuova tassazione sulla proprietà, l’IMU, abbiamo l’esigenza di rivedere e concertare con i proprietari, con i condòmini e i condomìni la possibilità di avere l’onere di provvedere a una migliore manutenzione e riconversione di alcuni impianti, forse ragionando su un’eventuale rimodulazione di questa nuova tassa sulla proprietà, che potrebbe invogliare i detentori di impianti di questo tipo.
Alla luce di queste premesse, chiedo alla Regione se stia già lavorando o intenda lavorare su questi aspetti, se esistano disposizioni specifiche e sanzioni che possano tendere al contenimento dei consumi, al risparmio energetico e alla tutela ambientale, e soprattutto cosa s’ intenda fare con riferimento a quegli immobili civili ad uso abitativo, industriale e artigianale che necessitano di simili interventi per un discorso di sicurezza energetica e di tutela dell’ambiente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Con riferimento alla sua interrogazione, ai sensi dell’articolo 14, sul tema del risparmio energetico, colgo l’occasione per informare che innanzitutto è obiettivo della nostra Regione, sulla base del Piano energetico regionale e delle sue emanazioni di sviluppo triennale, rafforzare gli obiettivi di risparmio energetico, l’efficientamento del sistema, le produzioni di fonti rinnovabili.
In questo contesto e sul punto dell’efficientamento del sistema e del risparmio si colloca il tema dell’efficienza energetica degli edifici, che, come sa anche lei, porterà dal 2014 ad avere nella nostra regione solo costruzioni in classe A, e richiede un impegno regionale per sviluppare azioni sul tema degli immobili civili e produttivi, per arrivare a trasformare e qualificare detti immobili, anche con interventi diretti regionali.
Attualmente, inoltre, il tema della termoregolazione per singole unità immobiliari e relativa contabilizzazione dei consumi nel caso di impianti centralizzati di climatizzazione è disciplinato in Emilia-Romagna dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 156/2008, che all’allegato 2.10 prevede che in tutti gli edifici con un numero di unità immobiliari superiori a quattro appartenenti alle categorie E1 ed E2, così come classificati in base alla destinazione d’uso dall’articolo 3 del decreto n. 412 del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, in caso di ristrutturazione o di installazione dell’impianto termico o di sostituzione del generatore di calore devono essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove tecnicamente possibile, nel rispetto della normativa tecnica di settore, la contabilizzazione e ripartizione e la termoregolazione del calore per singole unità immobiliari.
Tale disposizione, con la previsione di applicazione anche nel caso di sostituzione del generatore di calore, costituisce già di per sé una significativa estensione dell’obbligo di adottare tali soluzioni impiantistiche rispetto all’analoga disposizione vigente a livello nazionale, rinvenibile nel decreto del Presidente della Repubblica n. 59 del 2009 (articolo 4, comma 10), ove tale obbligo viene previsto solo nel caso di totale ristrutturazione dell’impianto termico. Abbiamo cercato quindi di fare un passo avanti, per andare nella direzione anche delle sue riflessioni.
Stiamo anche lavorando in stretto rapporto con altre Regioni. Sarà nostra cura approfondire quanto a conoscenza e sviluppato con altre Regioni, perché la disciplina deve tenere conto di due aspetti, quello legato agli interventi soprattutto per l’efficientamento degli immobili esistenti, e quello legato alle osservazioni ricevute dall’Unione europea rispetto all’impegno di centralizzare, oltre a quattro appartamenti, gli impianti da noi assunto.
Stiamo verificando con l’Unione europea se esistano le condizioni per garantire questo nel tempo, perché l’Unione europea segnala che possono esserci problemi rispetto a questa decisione.
Il nostro lavoro, quindi, è legato a mantenere l’impianto della strategia della delibera n. 156 e delle modificazioni che abbiamo sviluppato e stiamo ancora sviluppando. Abbiamo questa esigenza con l’Unione Europea per gli obblighi imposti sulla centralizzazione degli impianti da verificare.
Su questo quadro stiamo continuando a lavorare e riteniamo che le riflessioni che sono state fatte rientrino all’interno del lavoro che la Regione sta portando avanti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Bernardini per la replica. Le restano quattro minuti, consigliere.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Chiedo di avere copia scritta della risposta dell’assessore, poiché sarà mia premura verificare gli aspetti normativi richiamati, per valutare quello che si può fare in termini di sollecitazione a un intervento che deve avere una calendarizzazione da parte della Regione.
D’altronde, va bene che viene lasciato libero arbitrio ai vari condòmini di operare la ristrutturazione dell’impianto centralizzato e in quell’occasione entrano a operare le norme di cui la Regione si è già dotata nel 2008, ma occorre fare qualcosa di più.
Ritengo che quel qualcosa di più sia anche calendarizzare un tempo entro il quale necessariamente gli impianti devono essere rivisti e rimessi a norma secondo le indicazioni poste alla base della nostra interrogazione.
Si tratta dell’aspetto complessivo dell’efficienza energetica, del risparmio e di tutto il contesto di tutela dell’ambiente, perché ricordo che il nostro capoluogo di regione funziona ancora con un riscaldamento a gasolio. Si fa del terrorismo sulle auto che inquinano quando tutti gli studi dimostrano che una delle principali fonti di inquinamento delle città nel periodo invernale è rappresentata dagli impianti di riscaldamento obsoleti, che hanno ancora un sistema di alimentazione di questo tipo.
Ritengo che fare leva su alcune voci fiscali come la nuova tassa di proprietà può essere un ausilio qualora preveda una diversa rimodulazione per coloro che si impegnano a operare una simile riconversione e innovazione dell’impianto.e che possa essere, oggi, una bella occasione di contrasto all’inquinamento cittadino, dotando i nostri edifici, in primis quelli pubblici, di sistemi che rispettino i princìpi richiamati sia nella domanda sia nella risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2318 e con esso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Commemorazione del primo Presidente della Regione Emilia-Romagna
Guido Fanti
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo la parte ordinaria dei nostri lavori. Vi chiederei di creare il clima congruo e idoneo che ci consenta di ricordare la scomparsa del primo Presidente della Regione Emilia-Romagna, Guido Fanti. Ne tratteggio brevemente il profilo, dopodiché osserviamo insieme un minuto di silenzio.
Signor Presidente Errani, colleghi consiglieri, è con viva commozione che voglio ricordare in quest’Aula in maniera solenne Guido Fanti, sindaco di Bologna e primo Presidente della Regione Emilia-Romagna, mancato sabato scorso, a 87 anni, dopo una malattia che non gli ha impedito di impegnarsi fino all’ultimo per la sua città e per il Paese.
Fanti è stato uomo delle istituzioni e di partito nel senso più autentico. Pur nella chiara e netta distinzione dei due ambiti, egli coltivava quasi il culto delle istituzioni repubblicane.
Guido Fanti nasce a Bologna, in quella che ieri si chiamava piazza Umberto I e oggi è piazza Martiri. Aveva iniziato dopo la guerra la sua attività politica nel PCI e nel 1966 venne chiamato a sostituire l’allora sindaco Giuseppe Dozza a Bologna.
In questo ruolo si rivelò un innamorato delle istituzioni, riuscendo da subito a dipanare una visione strategica dell’amministrazione locale, quello “sguardo lungo” – bella espressione che ha utilizzato un giornale in un titolo – che ha delineato il volto di Bologna e della nostra regione.
Fanti fu il sindaco proprio di quello, della creazione del mito di una città ricca e fantasiosa, della cosiddetta “Bologna felix”, della Bologna della tensione morale verso la cosa pubblica.
Fanti fu il sindaco che gestì anni di opere e decisioni determinanti per il presente e per il futuro, come l’incarico a Kenzo Tange per la realizzazione del distretto della Fiera District. Proprio in queste torri, che oggi sono la casa della nostra istituzione, vogliamo ricordare in particolare quando Guido Fanti divenne il primo Presidente della neonata Regione, battesimo storico per la nuova istituzione, il 13 luglio 1970. Ed è a quel momento storico e quel profilo alto del primo Presidente Fanti che vogliamo fissare nel tempo, raccogliendo la proposta del Presidente Errani, condivisa da tutta l’Assemblea – e di questo voglio ringraziare i presidenti di tutti i Gruppi –, intitolando a Guido Fanti la nostra sala polivalente.
Insieme al Presidente Errani e a tutti voi troveremo ovviamente le forme migliori per fare questo, ricordando che proprio per le celebrazioni del quarantennale della Regione al nostro insediamento, che si sono svolte nel luglio 2010, abbiamo avuto l’onore e la grande gioia di averlo con noi per il discorso commemorativo.
In quell’occasione Fanti tratteggiò i princìpi, lo spirito e le finalità di quei “formidabili anni” – così li ha chiamati –, ricordando la grande emozione di quel periodo che coinvolgeva tutti gli schieramenti di destra, di sinistra e di centro di fronte alla necessità di dar vita a una cosa nuova, una cosa che non c’era e sulla quale si confidava molto per riuscire a dare pieno compimento al funzionamento delle istituzioni democratiche del nostro Paese.
Cito dall’intervento del Presidente Fanti: «Tant’è vero che con l’attuazione delle Regioni c’era un modo nuovo di governare e un nuovo modo di fare politica, che si presentava agli occhi di tutta la popolazione. E non era un problema di aggiustamenti istituzionali ristretti a varie cerchie, ma al contrario si dava un respiro forte di legislazione alla capacità di intervento di molte forze, coinvolgendo attorno a questo avvenimento un nuovo modo di fare politica, che coinvolgeva la maggior parte della popolazione».
Lo sguardo lungo di Fanti è quello sguardo che ha inteso dalla nascita la politica regionale come una politica nazionale a tutti gli effetti, che si svolge nell’ambito articolato delle Regioni, ma che deve sempre tendere ad affrontare i temi complessivi del Paese, non limitarsi e chiuderli nell’ambito ristretto del regionalismo.
Lo sguardo lungo di Fanti, che gli ha sempre suggerito di cercare il dialogo e il confronto con le forze politiche di opposizione, rapporto che gli consentì di creare tra le tante e molte altre cose – fatto unico in Italia – i consigli di quartiere proprio qui.
Lo sguardo lungo di Fanti, che lo ha sempre ispirato a cercare il dialogo con le personalità più lucide di quel periodo, anche di schieramenti opposti. Voglio ricordare il dialogo costante e alto instaurato con Giuseppe Dossetti, di cui peraltro nei giorni scorsi abbiamo iniziato le celebrazioni per il centenario della nascita.
Ha fatto il sindaco per solo quattro anni, ma ha influenzato la vita di una città per i trenta anni successivi. Ha fatto il Presidente di Regione per un mandato, ma capace di lungimiranza su questioni ancora aperte come quella del federalismo, affrontando – lo ricordava ieri il Presidente Errani –, in asse con l’allora Presidente della Lombardia, Bassetti, e quello della Toscana, Lagorio, il coraggioso tentativo di creare, nel lontano 1975, un’unione sovraregionale padana per la gestione delle risorse idriche, superando i particolarismi locali.
«C'è l’esigenza di dare corpo – riprendo la citazione di Fanti di circa un anno e mezzo fa – a quello che la Carta costituzionale ha chiamato “l’obbligo di una leale collaborazione tra gli organi centrali e gli organi locali del sistema istituzionale”, quindi la necessità che questo si svolga attraverso un dibattito, una discussione su tutte le questioni».
Credo che lo sguardo lungo di Fanti ci debba ammonire sul fatto di essere un po’meno rassegnati ad abbassare il nostro sguardo, un livellamento che ci fa perdere di vista la consapevolezza piena del nostro ruolo come rappresentanti di uno dei pilastri della democrazia del nostro Paese.
Ecco, riprendiamoci quel vigore, la centralità di forze politiche che si parlano, dialogano e si ascoltano, che non è solo un elemento di bon ton, ma è un elemento che fa sì e ci restituisce la certezza che i problemi non rimangono in secondo piano.
Ricordo con commozione l’augurio che fece non a me, ma a tutta l’Assemblea in chiusura di quel dibattito, del suo intervento alla nostra commemorazione. Disse: «Voglio augurare che in occasione del secondo quarantennio – ed è quello che ci ha lasciato – si possa portare in dote una nuova fioritura del nostro senso istituzionale, che possa portare altri futuri quarant’anni di miglioramento della vita dei nostri territori».
Proprio nel momento in cui perdiamo una straordinaria figura di amministratore, dobbiamo riappropriarci di questa tensione, rilanciando un certo spirito pionieristico di chi ha voglia di inventare, di scommettere, di costruire e proiettare e interpretare al meglio il futuro, ancorandolo a quei sani princìpi e valori irrinunciabili, che hanno reso forte la nostra democrazia e che hanno fatto di Guido Fanti una figura indimenticabile per la nostra Regione e per il nostro Paese.
Ora vi invito a ricordare in maniera solenne, con un minuto di silenzio, il Presidente Guido Fanti.
(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
OGGETTO 2315
Comunicazione della Giunta: “Emergenza maltempo”
(Discussione)
(Risoluzioni oggetti 2320 e 2324 - Presentazione) (376 - 377)
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo i nostri lavori con l’oggetto 2315, comunicazione della Giunta in ordine all’emergenza maltempo.
Svolge la comunicazione per la Giunta l’assessore Gazzolo. Seguirà ovviamente la discussione, che sarà conclusa dall’intervento del Presidente Errani.
La parola all’assessore Gazzolo.
GAZZOLO, assessore: Signor presidente, consiglieri e consigliere, l’Agenzia regionale di Protezione civile e altre strutture interne della Regione Emilia-Romagna, Prefetture, Province, Comuni, Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato, Esercito, Aeronautica, Regione Veneto e Valle d’Aosta, Province autonome di Trento e Bolzano, gestori dei servizi pubblici essenziali di mobilità e di telefonia, volontari di Protezione civile, singoli cittadini: è corposo l’elenco dei soggetti istituzionali intervenuti esercitando un ruolo determinante nell’affrontare l’emergenza neve che dal 31 gennaio ha colpito la Regione Emilia-Romagna, in particolare le province di Forlì, Cesena e Rimini.
Un elenco che ritengo doveroso iniziare dall’Agenzia regionale di Protezione civile, che ha svolto un ruolo fondamentale di raccordo tra tutti i soggetti coinvolti, e concludere citando direttamente l’opera messa in campo dai cittadini, impegnati nel fornire il proprio aiuto per affrontare le situazioni di maggiore difficoltà, in un’ottica di sussidiarietà e responsabilità condivisa e collettiva.
Una serie di attori sono intervenuti nel lungo periodo di avversità meteorologiche aperto dalle precipitazioni del 31 gennaio e tuttora in corso, che hanno caratterizzato un evento di portata storica che possiamo definire come evento grave centennale.
L’andamento delle nevicate tra le più copiose degli ultimi cento anni ha visto una Regione divisa idealmente a metà, alcune giornate con precipitazioni significative sull’Emilia, mentre sulla Romagna i fenomeni si sono rivelati intensi e praticamente continui per l’intero periodo, con l’unica breve pausa tra mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio.
La zona più colpita è stata quella del settore orientale della regione, con particolare riferimento all’Appennino forlivese, cesenate e all’Alta Valmarecchia, con valori di precipitazione cumulata di 250-300 centimetri.
Da segnalare, ad esempio, è il dato relativo al Comune di Novafeltria, dove nei primi tredici giorni del mese si sono depositati 293 centimetri di neve. Proprio il Comune del riminese è stato caratterizzato dalle massime intensità orarie, pari a 8 centimetri all’ora tra il 10 e l’11 febbraio.
Dati di rilievo sono anche quelli relativi alla fascia collinare delle stesse province, dove si sono registrati fino a 150-200 centimetri, così come nei capoluoghi è stato superato il metro di altezza (150 centimetri nella sola città di Forlì).
Per quanto riguarda il settore centrale della regione, si sono evidenziati valori cumulati intorno agli 80-90 centimetri nelle città di Bologna, Modena, Reggio Emilia, e 130 centimetri nella zona appenninica, compresa fra i 300 e gli 800 metri sul livello del mare.
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, vi chiederei di prestare attenzione alla comunicazione, per consentire un dibattito il più cogente possibile.
Prego, assessore.
GAZZOLO: Grazie, presidente. Da ultimo, le province di Parma e Piacenza sono state interessate in maniera inferiore dalle avversità climatiche, con cumulati al suolo complessivi di 15 centimetri in pianura e una media di 45 centimetri nell’Appennino.
La neve non ha costituito comunque l’unico fenomeno di maltempo che ha colpito il territorio emiliano-romagnolo. Si sono infatti verificate raffiche di vento fino a 65 chilometri all’ora sul litorale e di oltre 100 chilometri all’ora sui rilievi, producendo l’effetto della tormenta di neve.
Al tempo stesso, l’intera fascia costiera, in particolare quella romagnola, è stata interessata da mareggiate, che hanno avuto il loro culmine tra venerdì 10 e sabato 11, generando erosione diffusa in ampi tratti di litorale riminese, mareggiate previste dal sistema di allerta costiera sviluppato nell’ambito del progetto comunitario MICORE dal Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione in collaborazione con ARPA.
Si tratta di un progetto – mi piace sottolinearlo – di ricerca altamente qualificata, che ha prodotto il risultato di consentire dal mese di gennaio scorso l’operatività del Centro funzionale di Protezione civile sulle allerte costiere, legate ai fenomeni di mareggiata.
In concomitanza con l’emergenza neve dei giorni scorsi, lo stesso centro funzionale, sulla base delle previsioni per analogia con eventi pregressi, ha infatti emesso un avviso di criticità costiera. L’evento ha determinato impatto per ingressione marina nella città di Rimini.
Ad essere colpiti, inoltre, sono stati i territori di Bellaria, Igea Marina, Riccione Alba, Riccione sud, Misano Adriatico, Portoverde e Cattolica.
Sono tuttora in corso i sopralluoghi sulle zone critiche, che consentiranno di elaborare un report dettagliato con le relative stime dei danni. Per il litorale di Cesenatico si è verificata una forte erosione nella zona a ponente e nella zona di Valverde, con l’asportazione degli argini invernali per complessivi circa 100.000 metri cubi di sabbia.
Conseguenze meno rilevanti hanno interessato la costa ravennate, dove comunque le dune di protezione sono state ovunque intaccate, quindi indebolite, e si è assistito a un generalizzato abbassamento del livello della spiaggia.
Da ultimo, sul litorale ferrarese i danni più consistenti sono accertati al Lido di Spina sud, con forte erosione della spiaggia emersa e formazione di un’ampia falesia in corrispondenza del Bagno Jamaica.
Veniamo alle azioni messe in campo. A fronte della situazione descritta, l’emergenza neve ha confermato il ruolo di snodo fondamentale svolto dall’Agenzia regionale di Protezione civile nel raccordare le competenze e le attività dell’intero sistema regionale, in stretta relazione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Il modello di intervento in emergenza, definito in Emilia-Romagna dalla nostra legge regionale n.1 del 2005, si basa infatti sulla combinazione del principio di sussidiarietà, con grande rilievo per le autonomie locali e per il volontariato, con il mantenimento di compiti operativi e di coordinamento a livello regionale, assegnandoli all’Agenzia di Protezione civile.
L’Agenzia ha emesso e diramato 11 allerte di Protezione civile e ha costantemente informato la cittadinanza dell’evolversi degli eventi. Di fondamentale importanza si è inoltre rilevata l’azione di presidio permanente e coordinamento con le sale operative nazionali e locali 24 ore su 24, tramite il Centro operativo regionale, organismo dalla composizione flessibile, da definire e adeguare in funzione all’emergenza che si rende necessario affrontare.
L’opera del COR ha garantito l’attuazione del Piano operativo, attivato in seguito alla dichiarazione dello stato di crisi regionale deciso dal Presidente Errani lo scorso 6 febbraio, assicurando anche la presenza di mezzi e uomini aggiuntivi speciali dell’esercito e di altre regioni, da utilizzare nell’ambito dei centri di coordinamento e soccorso attivati dalle Prefetture.
Oltre al personale dell’Agenzia del Servizio geologico, sismico e dei suoli e dei rappresentanti del volontariato, la composizione del COR è stata infatti integrata con la presenza del volontariato di Protezione civile, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, del 118 e del Servizio veterinario regionale.
La sua struttura flessibile ha inoltre consentito il coinvolgimento, nella fase più acuta dell’emergenza, di un funzionario di ENEL, al fine di garantire il costante monitoraggio e i collegamenti viari per il ripristino del servizio essenziale dell’energia elettrica.
Il COR ha assolto quindi pienamente alla sua funzione di sala operativa unica e integrata, capace di aggregare esperienze e conoscenze in sezioni tematiche trasversali, un punto di riferimento per la messa a rete di tutte le strutture regionali e le istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza, contribuendo in maniera decisiva all’analisi degli scenari in corso, alla valutazione delle priorità e delle modalità di intervento e soccorso, a evitare possibili ridondanze o conflitti di competenza, accrescendo quindi l’efficacia complessiva nella risposta all’emergenza.
È questo uno degli elementi che ha consentito di affrontare al meglio questa lunga emergenza neve.
Così come avviene per la Protezione civile regionale, dunque, anche su scala locale deve essere sempre più incentivata un’organizzazione che garantisca nel corso dell’emergenza il continuo flusso di informazioni tra i vari livelli operativi e i soggetti coinvolti, al fine di consentire la preparazione di risorse aggiuntive da attivare tempestivamente in caso di necessità, accrescendo la resilienza del sistema.
Già nel corso di questa emergenza, il COR ha assolto l’importante funzione di supporto e coordinamento delle iniziative assunte in sede provinciale, dove un ruolo fondamentale è stato ricoperto dalle Prefetture e dalle Province. Il Prefetto di Forlì-Cesena, considerata la grave situazione in atto, ha attivato il Centro coordinamento soccorsi per il coordinamento delle azioni più urgenti, disponendo anche l’intervento di reparti speciali dell’Esercito.
Il Prefetto di Bologna ha istituito un’unità di crisi in relazione ai numerosi blocchi del traffico ferroviario e alla conseguente necessità di coordinare gli interventi urgenti di assistenza e soccorso.
Il Prefetto di Rimini si è prontamente attivato per coordinare gli interventi degli organi dello Stato e fornire supporto agli Enti locali. D’intesa con la Provincia di Rimini, ha attivato due unità di crisi in Alta Valmarecchia e in Val Conca.
Le Prefetture, in tutto il territorio colpito dall’emergenza, hanno lavorato in stretta connessione con le Province, che hanno messo a disposizione mezzi, personale e risorse disponibili nel settore della Protezione civile, e hanno svolto un’azione intensa di ripristino della viabilità con l’attivazione anche dei COV.
Allo stesso modo, fondamentale si è rivelata l’azione dei sindaci e dei Comuni, impegnati in una costante assistenza alla popolazione e nella messa in atto di azioni urgenti nei campi della sicurezza e della viabilità.
Il sistema regionale della Protezione civile ha garantito durante l’emergenza un complesso apparato di uomini e mezzi, soprattutto nelle province romagnole. Complessivamente, ad oggi, hanno operato sul territorio squadre provenienti dai 9 coordinamenti provinciali del volontariato di Protezione civile, composte da oltre 2.000 volontari, che, tenuto conto delle turnazioni, hanno garantito oltre 4.000 presenze.
Sul territorio delle province di Rimini e Forlì-Cesena sono stati attivati oltre 435 mezzi operativi, compresi sia quelli in dotazione alla colonna mobile della Protezione civile dell’Emilia-Romagna, sia quelli provenienti dal contingente di Vigili del fuoco, Esercito, Aeronautica, Regione Veneto e Province autonome di Trento e Bolzano.
Si tratta in particolare di attrezzature specialistiche, quali pali spazzaneve, turbine, mini frese e gatti delle nevi dedicate all’eccezionalità dell’evento.
Il Corpo forestale dello Stato ha messo a disposizione mezzi e personale specializzato, potenziando l’organico dei comandi stazione del territorio maggiormente interessato dall’evento e dislocando un elicottero presso l’aeroporto di Rimini.
Accanto all’Agenzia, hanno ben lavorato tutte le strutture regionali, dando prova della capacità dell’intero sistema di funzionare anche nel raccordo tra le sue componenti interne. Per la prima volta, il Servizio tecnico di bacino Romagna è intervenuto nella gestione dell’emergenza neve e gelo, svolgendo un’attività relativa ai sopralluoghi di verifica dell’agibilità degli edifici, un’azione condotta in stretto raccordo con le unità di crisi, istituite per i Comuni della provincia di Rimini e per i Comuni della provincia di Forlì-Cesena.
Il servizio ha messo in campo 12 collaboratori divisi in 6 squadre, una squadra sulla Val Conca, una sola Valmarecchia, due sul cesenate e due sul forlivese, e i sopralluoghi sul territorio si sono svolti in rapporto con i Comuni. I tecnici hanno concluso di volta in volta i sopralluoghi, indicando ai sindaci le varie casistiche riscontrate: strutture agibili per il carico di neve registrato oppure richiesta di provvedere a rimuovere la neve dai tetti e in alcuni casi di procedere a puntellature, fino a richiesta di emissione di ordinanze di non agibilità per le situazioni a maggior rischio.
Quotidianamente l’attività viene monitorata e coordinata direttamente all’interno del Centro di coordinamento istituito dalla Prefettura di Forlì-Cesena e in via telematica con le unità di crisi della provincia di Rimini.
Nello specifico, per quanto riguarda l’attività del Servizio tecnico di bacino fino a ieri si sono svolti 84 sopralluoghi, 56 nella provincia di Forlì-Cesena e 29 in quella di Rimini, su un territorio di 24 Comuni. Le strutture verificate in particolare sono scuole, sedi istituzionali, caserme, strutture private e istituti di culto.
A questi sopralluoghi si aggiungono i 1.472 interventi curati dal 1 febbraio ad oggi dai Vigili del Fuoco, corpo che ha ininterrottamente impegnato 200 uomini, dipendenti e volontari, in turni anche tripli, mettendo a disposizione importanti attrezzature come due gatti delle nevi.
Fondamentale, inoltre, è stato da un lato il raccordo con l’Ufficio scolastico regionale e l’assessorato regionale all’istruzione, dall’altro, il raccordo con l’Assessorato regionale alla sanità. Il primo ha consentito di garantire la sospensione dell’attività didattica, senza compromettere la validità dell’anno scolastico. Il secondo ha permesso di fronteggiare il notevole aumento delle richieste di soccorso rivolte alle strutture sanitarie.
Nei 12 giorni di emergenza neve, le centrali operative 118, oltre a prolungare gli orari dei mezzi presenti in servizio, hanno anche provveduto ad attivare ogni giorno mediamente ulteriori 30 ambulanze sul territorio regionale, oltre all’attività svolta dal servizio veterinario nel collaborare a tutte le azioni relative all’assistenza, salvaguardia, tutela del patrimonio zootecnico dell’area colpita dall’evento, e consulenza rispetto all’approvvigionamento alimentare delle strutture di ricovero e cura.
Nel corso dell’emergenza, si è rivelato determinante il servizio di previsioni meteorologiche messo in campo con professionalità dai tecnici di ARPA, che hanno garantito il supporto meteo necessario mediante pareri, previsioni, valutazioni meteorologiche a vario livello, partecipazione quotidiana a briefing con l’Agenzia di Protezione civile e soprattutto attraverso l’emissione di sette avvisi meteo regionali.
Il servizio di assistenza meteo è stato svolto in modalità h24 mediante l’organizzazione di 11 turni notturni su 13 giorni evento, facendo uso dei fondamentali strumenti disponibili di osservazione e delle continue e successive uscite dei modelli numerici previsionali meteo a disposizione. Parallelamente, è stato garantito un monitoraggio continuo della neve caduta, grazie alla raccolta dei dati rilevati dalla rete degli osservatori, permettendo di disporre in tempi brevi dei dati di neve caduta nelle ultime 12-24 ore e degli accumuli al suolo. Le previsioni emesse sono risultate nel complesso di qualità molto alta, sia per quanto concerne l’inizio dei fenomeni e la loro tempistica, che per la loro intensità, contribuendo a realizzare un razionale e ottimale impiego delle risorse umane e dei mezzi di Protezione civile.
In questo momento, pure in assenza di ulteriori precipitazioni significative, risulta ancora attiva la fase di preallarme per neve e gelo per le province di Forlì-Cesena e Rimini, dovuta in particolare agli eccezionali accumuli di neve al suolo e sulle coperture degli edifici. L’obiettivo è quello di proseguire i necessari controlli e gli interventi di messa in sicurezza, nonché le azioni finalizzate all’apertura della viabilità anche per le strade minori, e al rientro presso le loro case delle 387 persone sfollate.
Gestita la fase più critica degli eventi atmosferici avversi, nei prossimi mesi ci attende un duplice ordine di problemi. Il primo è quello relativo all’emergenza bilanci, che è un tutt’uno con l’emergenza neve. Gli enti locali hanno sostenuto spese ingenti per far fronte, con uomini e mezzi, alle attività necessarie per garantire servizi di viabilità e soccorso ai cittadini, il tutto a fronte di finanze sempre più impoverite per gli effetti dei tagli dei trasferimenti e le conseguenze della crisi economica.
L’impegno della Regione Emilia-Romagna in soccorso agli enti locali si è subito manifestato nello stanziamento di 2 milioni di euro, per far fronte alle opere più urgenti nelle frazioni o centri abitati isolati e al soccorso urgente per rimuovere criticità, secondo i criteri di priorità che hanno privilegiato l’assistenza alla popolazione, decisione presa prima ancora dell’impegno assunto dal Governo di coprire i costi dell’emergenza, in risposta all’iniziativa subito intrapresa da Regioni ed Enti locali.
Tale impegno al momento non comprende le conseguenze che complessivamente l’emergenza neve è destinata a portare con sé sulla viabilità e attese anche sui versanti di frana. Sarà quindi necessario effettuare una ricognizione delle spese straordinarie di cui gli enti locali si sono fatti carico, nell’attesa che il Governo stanzi fondi alla Protezione civile nazionale, senza dichiarare lo stato di crisi nazionale e quindi senza dare attuazione alla tassa sulle disgrazie prevista dalla legge n.10 del 2011, il cosiddetto decreto Milleproroghe, tanto contestato da questa Regione.
Come messo in luce dai fatti legati a questa emergenza, questa norma rappresenta un vero e proprio ostacolo per la piena ed efficiente operatività del sistema della Protezione civile italiana, e necessita quindi di un’indispensabile e urgente opera di riforma, da attuare mediante un confronto costruttivo fra Governo, Regioni, Enti locali e Protezione civile.
Tra le richieste formulate al Governo dal Presidente Errani, particolare rilievo assume quella dello slittamento di un mese per le comunicazioni e i relativi pagamenti presso l’Agenzia delle entrate, INPS e INAIL da parte delle imprese dell’Emilia-Romagna, anche in considerazione delle richieste avanzate dal mondo produttivo, tese a sottolineare le significative difficoltà anche nello svolgimento dell’attività quotidiana delle migliaia di aziende del nostro territorio.
Faremo il punto a breve con il Governo sulle risorse e sulle norme, per assumere decisioni conseguenti con gli enti locali del nostro territorio. D’altro canto, per quanto riguarda l’assetto del territorio, si rivela indispensabile un’attenta azione di monitoraggio delle conseguenze del gelo e della neve dal punto di vista del dissesto del territorio e delle criticità idrauliche.
Nonostante le abbondanti precipitazioni, permane l’emergenza siccità a Ridracoli, dove il livello della diga domenica 12 febbraio era pari a 9,2 milioni di metri cubi d’acqua, il 28,4 per cento del volume massimo dell’invaso, un dato che non deve destare facili ottimismi. Le criticità dei mesi scorsi non sono ancora superate e il futuro risulta legato in particolare alle modalità con cui avverrà il disgelo dei circa 100 milioni di metri cubi di neve stimati al suolo.
L’attuale andamento delle temperature, misurate dai circa 200 teletermometri della rete regionale RIRER, sta comunque mostrando un fenomeno di scioglimento nivale particolarmente lento, e le previsioni di temperatura per i prossimi giorni non evidenziano alcuni innalzamento significativo, tale da incrementare la rapidità del disgelo. I valori di portata dei corsi d’acqua emiliano-romagnoli sono tipici della magra invernale fluviale e anche nei prossimi giorni non si verificherà uno scioglimento della neve tanto rapido da causare particolari fenomeni di piena.
Per riconfermare queste previsioni e per quantificare ulteriori eventuali scenari di effetti idrologici dello scioglimento della neve, si sta utilizzando in questi giorni il sistema regionale di modellistica idrologica idraulica, sviluppato e utilizzato dal servizio Idro-Meteo-Clima di ARPA, in grado di modellare il comportamento idraulico di tutti i corsi d’acqua della Regione.
In ogni caso, viene costantemente verificata la piena efficienza dalle strutture tecniche regionali preposte al presidio dei corsi d’acqua, anche procedendo, come nel Servizio tecnico di bacino Reno, a prove di funzionamento del servizio di piena, simulando lo scioglimento delle nevi e i conseguenti innalzamenti dei livelli dei corsi d’acqua, con apertura della sala radio operativa, attivazione preliminare delle procedure di emergenza, letture strumentali, verifiche degli apparati idraulici e sopralluoghi su argini e opere fluviali.
L’attenzione deve quindi rimanere sia nel breve che nel medio periodo. Le nevicate di questi giorni ci insegnano infatti come in tempo di pace, ossia una volta terminata la fase acuta degli eventi, sia necessario lavorare per il miglioramento continuo delle procedure di coordinamento tra gli attori del sistema nel far fronte all’emergenza, compresi i gestori dei servizi pubblici essenziali, della mobilità e della telefonia.
Questo ha il fine di garantire una crescente efficienza ed efficacia dell’azione di sistema, già attivata tra la Protezione civile, le Prefetture, le Province, i Comuni, i Corpi dello Stato e i gestori stessi, che ha già dato buoni risultati nell’affrontare le criticità legate alle nevicate, a dimostrazione di come la capacità di fare rete sia il vero elemento vincente per affrontare qualsiasi tipo di emergenza e garantire la sicurezza del nostro territorio, un modello da sviluppare ed esportare in tutto il Paese. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Gazzolo.
Apriamo la fase del dibattito generale. Ricordo ai colleghi che gli interventi dovranno essere contenuti nell’arco dei dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: Grazie, presidente. Ci darete atto del comportamento assunto durante questa emergenza durata una decina di giorni, come Partito e personalmente nel territorio in cui sono stato eletto, tranne un accenno polemico con il Presidente Errani per una mancata visita in un nostro comune, Sarsina, citato dalle cronache come quello con la più alta quantità di neve caduta.
Abbiamo però accettato le scuse del presidente della Provincia, che si è assunto la responsabilità di questo tour, e mi ha fatto piacere vedere il presidente in maglioncino in giro nei nostri comuni vicino alle popolazioni, agli amministratori. Abbiamo reputato una caduta di stile che nella vallata l’unico comune non visitato sia stato quello di Sarsina, però non era il tempo delle polemiche e non le abbiamo fatte.
È arrivato forse il momento – questa è la prima occasione – di fare qualche riflessione su quello che è andato bene, quello che poteva andare meglio e come si può fare per migliorare, per evitare che in futuro qualche problema possa ancora emergere.
È indubbia l’eccezionalità dell’evento. Io, che peraltro sono nato e cresciuto in montagna, ho memoria di una nevicata del genere soltanto nel 1978, quando una grande nevicata colpì soprattutto la fascia appenninica. Ero bambino e ricordo positivamente quel periodo perché per una settimana non andai a scuola.
Devo dire però che, raffrontando i due periodi, mi è parso un po’ esagerato lo stop protratto per più giorni dai nostri sindaci; nel 1978 fu l’unica volta in cui non andammo a scuola per una settimana, perché mancava la corrente elettrica, anche se sono cresciuto in un paese di montagna, dove la neve cadeva e cade copiosa tutti gli anni, sebbene non con questa eccezionalità. Almeno nel forlivese, invece, le linee elettriche hanno retto.
Era una neve molto alta, ma non pesante, non appesantita dall’acqua, e questo ha favorito il mantenimento della corrente elettrica che ha ridotto i disagi, nonostante siano stati tanti, perché comunque hanno continuato a funzionare il riscaldamento e tanti servizi che oggi sono fondamentali.
Un primo appunto che faccio è che, essendoci la corrente elettrica, in alcune giornate forse era possibile riaprire. Capisco che oggi, rispetto al 1978, ci si sobbarca di molte più responsabilità e che nel dubbio i sindaci e spesso anche i Prefetti tendano a garantire una maggior sicurezza, quindi è una valutazione da fare, per capire se sia stato giusto protrarre.
Per esempio, anche ieri mattina i miei figli non sono andati a scuola, quando a mio parere la giornata poteva permettere almeno a molti ragazzi di andare a scuola.
Un altro appunto che vorrei fare è registrare una differenza di comportamento tra i Comuni nell’affrontare l’emergenza. Bisogna fare un plauso a come hanno affrontato l’emergenza i Comuni dalla montagna, che probabilmente hanno affrontato come inverno quella che oggi i mass media chiamano “emergenza neve”, perché in montagna si è attrezzati e organizzati per l’inverno, e alcuni Comuni della pianura potrebbero chiedere consiglio su come fanno i sindaci dei piccoli Comuni, dove c'è una rete di solidarietà maggiore.
Nei paesi è infatti più facile mettere in moto, organizzare e anche improvvisare una rete di solidarietà con le varie associazioni, che si è registrata anche in pianura, ma in maniera molto minore. In montagna il fenomeno che i mass media chiamano “emergenza neve” si chiama inverno, quindi viene affrontato in maniera più organizzata, come è anche normale. Ho visto tuttavia dei Comuni – parlo ad esempio della mia città, Forlì – affrontare in maniera diversa da altri il problema.
Emblematica è una foto pubblicata sui giornali locali, dove nella frazione di Case murate, al confine di provincia tra Forlì e Ravenna, si vede uno scalino di ghiaccio verso Forlì, e la strada nera e pulita verso Ravenna, perché Ravenna ha usato il sale.
Torna quindi in mente a tutti quando, il giorno prima della nevicata annunciata, il sindaco di Forlì con il suo assessore hanno raccomandato di stare tranquilli, dichiarandosi attrezzatissimi e pronti a tutto, vista l’esperienza dello scorso anno. Il giorno dopo, invece, abbiamo visto che solo nella seconda nevicata il Comune o la Provincia si era dotato del sale necessario da spargere nelle strade. Forlì ha affrontato quindi con maggiore difficoltà quella che viene chiamata emergenza neve.
Altra criticità – scusate se le elenco, ma è il primo momento di riflessione – è stato il disagio di molti pendolari con i treni. Ci si sarebbe potuti aspettare nell’eccezionalità una giornata di difficoltà o due, ma anche la settimana scorsa, in una giornata di sole, alcuni treni sono stati cancellati a monte da Ferrovie dello Stato e da Trenitalia, creando disagio su disagio, perché, in seguito alle difficoltà nelle strade, molti avevano preso il treno per venire a Bologna o recarsi ai propri posti di lavoro e si sono trovati i treni cancellati senza alcun avviso.
Altre difficoltà sono state riscontrate dall’agricoltura. Lo dico perché come Regione dovremmo farci carico di capire come aiutare gli enti locali nelle gravi difficoltà economiche, negli esborsi che hanno dovuto anticipare, laddove immagino che gli enti locali rivedranno come organizzarsi in futuro. Anziché andare dal solito global service, come abbiamo visto a Forlì, che costa milioni di investimento mentre poi le solite cooperative giravano con le pale alzate attribuendosi reciprocamente la responsabilità su una strada o altro.
Vedo invece che in montagna, senza guardar tanto alle responsabilità, quando è il momento di lavorare si danno al contoterzista locale o all’agricoltore, che per uscire dal proprio podere usa il trattore e a cui si affida in convenzione anche la pulizia di alcune strade del Comune in maniera molto più semplice e diretta, però si è riusciti a spalare molto prima la neve, che tra l’altro era caduta in maniera molto più copiosa rispetto alla città, dove indubbiamente le difficoltà poi aumentano.
Credo che gli interventi debbano essere mirati non solo agli enti locali, ma anche ai privati. Abbiamo visto crollare serre, capannoni di allevamenti e anche tetti di abitazioni private, quindi credo che qui non si possa chiedere uno sforzo soltanto alle comunità locali, ma come Regione e come Governo – il Presidente Errani ci illustrerà la prassi che ha intenzione di seguire – dovremo andare incontro alle esigenze di chi ha subito danni per crolli o alle proprie colture agricole, che sono una componente importantissima dell’economia della Romagna.
Rivolgo infine un plauso alle Forze dell’ordine, perché ho notato addirittura delle dipendenti della ASL che dovevano fare le infermiere a domicilio, scortate, accompagnate dal Corpo forestale dello Stato, dalla Guardia di finanza, dai Carabinieri, dalla Polizia. Abbiamo visto le Forze dell’ordine impegnarsi e prodigarsi per le comunità in maniera importante, quindi credo che un plauso sia doveroso.
Il mio vuole essere un intervento non solo critico, ma di riflessione, per cercare di capire dove si potesse fare meglio, non per fare un processo in un momento eccezionale come quello che abbiamo registrato, ma per migliorare in futuro laddove sono emerse criticità, per garantire un servizio migliore nei confronti dei cittadini.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie consigliere Bartolini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Come ho già avuto modo di dichiarare pubblicamente e di sostenere in Commissione alla presenza dell’assessore Gazzolo, la mia preoccupazione vuole andare oltre ciò che è avvenuto.
Non voglio soffermarmi sulle responsabilità, la gestione dei Comuni, di ARPA o meno: mi interessa preoccuparmi del post nevicata, perché non sottovaluterei lo scioglimento della neve e i relativi problemi che può portare al nostro sistema, ai nostri bacini idrografici dal punto di vista della portata delle acque.
Visto che la nevicata è stata straordinaria, dovremo aspettarci un disgelo straordinario, e tutta la regione, a valle come a monte, è in questo momento occupata. Dico questo perché due anni fa, con una nevicata molto meno consistente, il fiume Reno raggiunse livelli di guardia estremamente preoccupanti. Le previsioni ci rassicurano da un punto di vista della temperatura, ma potrebbero sbagliare anche questa volta, per cui ha senso iniziare a predisporci.
Qui pongo una nuova richiesta al Presidente Errani e all’assessore Gazzolo. È una richiesta che deve indurre la pubblica amministrazione a guardare le questioni in maniera più allargata, cercando di integrare le politiche. I Comuni stanno iniziando a raccogliere la neve, caricandola sui camion e portandola in diversi punti, tendenzialmente parcheggi, aree residuali o industriali ai margini delle città.
Quando si scioglierà, questa neve andrà nei canali di raccolta delle acque meteoriche e quindi nei sistemi di raccolta artificiale e nei canali gestiti dai consorzi di bonifica, che hanno già dei problemi.
Mi scusi, consigliere Bonaccini, chiedo solo dieci secondi, è il pezzo che mi interessa di più. Vorrei chiedere di emanare una circolare – trovi la Giunta il sistema più opportuno per comunicare in via diretta con i Comuni – e, insieme ai nostri servizi, individuare dei punti sulla mappa (sappiamo già quali sono) come zone di ricarica di falda dove portare la neve, in modo tale, assessore Gazzolo, che la neve si sciolga andando a ricaricare le falde.
Penso che questo sia estremamente importante. Abbiamo 100.000.000 di metri cubi di acqua allo stato solido, e, proprio per i problemi di ricarica delle falde, di abbassamento delle falde, possiamo far sì che questa neve vada a disciogliersi gradualmente in questi punti, non sovraccaricando la raccolta artificiale delle acque e la relativa portata, ma andando ad arricchire il sottosuolo. Credo che questo ragionamento dovremmo farlo, scrivendo ai Comuni, visto che loro stanno già raccogliendo la neve.
Un altro tema su cui forse mi sono perso la sua relazione, che però a me interessa molto e dovrebbe interessare soprattutto l’assessore Freda, quindi capisco che non è sua competenza, è quello dell’impatto sull’ecosistema delle incredibili quantità di sale che sono state riversate nel territorio. L’abuso di questo prodotto è sicuramente necessario, nel senso che bisogna prima di tutto garantire la sicurezza dei cittadini, ma, se i mezzi di soccorso e i mezzi pubblici avessero le gomme da neve, le catene, laddove spesso non sono dotati di questi sistemi, forse avremmo meno necessità in quei due-tre giorni di nevicate fortissime di riempire le strade di sale.
Altre realtà del nord Italia usano il ghiaino molto fine, per cui vorrei capire se una direttiva della Regione possa aiutare i Comuni a capire in quali situazioni usare cloruro di calcio, cloruro di magnesio, sale, ghiaino, perché ho visto una grande confusione e una diversità d’azione.
Penso che dovremmo ragionare per essere in grado di aiutare i Comuni in queste emergenze, visto che i bollettini di ARPA ci sono stati, ho chiesto di poterli visionare, ma credo a quello che mi ha detto oralmente l’assessore poco fa.
Penso che anche per quanto riguarda le auto in sosta ci siamo trovati veramente impreparati. L’ordinanza è competenza comunale, ma su questo ci dovrebbe essere un dibattito sulle modalità, perché a mio avviso è anche regionale, e dovrebbe partire subito, perché le auto in sosta diventano un grandissimo problema. Liberare le strade sarebbe stato molto più rapido e più semplice.
Da questa esperienza, senza polemica, penso che sia importante trarre delle conclusioni e prepararci, perché l’emergenza può capitare anche il prossimo anno, anche l’anno dopo e non è detto che capiti ogni cinquant’anni. Speriamo che non capiti più, però per non ritrovarci nella situazione degli ultimi giorni dobbiamo riflettere su questo.
La situazione degli asfalti, che mi sono dimenticato di citare, sarà devastante. Le strade secondarie stanno già esplodendo, quindi dovremo ragionare in merito all’uso del sale per quanto riguarda sia l’impatto ambientale, sia la possibilità di ricaricare le falde, sia i versanti di frana, la questione che in questo momento ci sta preoccupando di più.
Come Movimento 5 Stelle vogliamo rinforzare l’iniziativa della Giunta. Abbiamo ascoltato la disponibilità da parte sua, ma vogliamo puntare veramente l’indice sul problema post neve, perché per quanto riguarda l’impatto ambientale, i versanti di frana e la portata delle acque, quindi la possibilità di inondazioni, il tema c'è assolutamente tutto. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente. Dirò poche cose. L’informativa dell’assessore Gazzolo è più che sufficiente per capire cosa è successo, quindi non ritorniamo su argomenti già noti, come il concorso di tutti.
Vorrei rimarcare in particolare il ruolo dei Comuni, i più piccoli soprattutto, che in 24 ore non solo hanno iniziato i lavori per lo sgombero, ma hanno attivato l’assistenza e la solidarietà, tramite le tante persone che si sono rese disponibili. Oltre alla macchina organizzativa, il senso della solidarietà e dello stare insieme è stato veramente il punto di forza. In tempi non splendidi per altre cose, fa bene constatare come nei momenti importanti vi sia una grande solidarietà.
Mi fa piacere parlarne in questa sede. Ho apprezzato, anche se le leggevo sulla stampa, le vostre presenze nella mia provincia, quindi mi fa piacere parlarne. Fra l’altro, quella della Regione è stata una presenza operativa, non politica, e discreta, a fronte invece della spettacolare presenza di tanti altri, laddove non si faceva in tempo ad arrivare che le foto erano già pubblicate sui network o sui giornali.
La presenza della Regione è stata invece veramente operativa e importante, quindi mi associo anch’io al ringraziamento espresso dall’assessore Gazzolo alle Forze dell’ordine, alla Protezione civile e a tutti gli altri protagonisti di questa opera importante e attiva.
Avrei invece alcuni punti interrogativi. Intanto ci sarà la ricognizione sulle spese sostenute dai Comuni in particolare, ma anche su tanti altri problemi: le strade, la viabilità, la costa, la tenuta delle 7.500 case in Alta Valmarecchia, su cui partirà quindi anche il controllo sulla relativa staticità.
Volevo chiedere informazioni sulla nota dell’Agenzia delle entrate dell’8 febbraio che si ricordava, secondo la quale si stabiliva di non applicare sanzioni a coloro che ritardassero i versamenti tributari, che mi pare scadano oggi o domani. Il nostro responsabile della CNA territoriale ha detto che fino ad oggi non è arrivata alcuna comunicazione dall’Agenzia delle entrate su questo, forse per difficoltà del Governo a mappare il territorio, cioè a identificare bene i confini, però questo mi sembra molto importante per la difficoltà delle aziende.
In questo momento, oltre agli edifici, alla viabilità, alle famiglie ancora isolate, c'è la difficoltà del tessuto economico e delle aziende. Molte aziende vantano per esempio crediti nei riguardi degli enti pubblici e sarebbe interessante valutare la possibilità che le banche possano anticipare i crediti che le aziende hanno verso gli enti pubblici, così daremmo fiato a queste imprese, che per motivi di trasporto o per danni alle strutture hanno fermato la produzione. Se le banche potessero anticipare i crediti di queste aziende, potrebbe essere un fatto importante.
Condividendo la positività dell’intervento regionale, volevo sottolineare queste due questioni: se sia confermato quanto l’Agenzia delle entrate ha detto l’8 febbraio e se sia possibile fornire un aiuto alle aziende, al mondo produttivo, compresa l’agricoltura, che in alcuni territori è estremamente importante.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Anch’io partirei dal ribadire l’eccezionalità di questo evento atmosferico, che ovviamente ha messo a dura prova tutto l’apparato di soccorso della regione e tutti coloro che hanno collaborato.
Tengo a sottolineare – credo che questa possa essere la sede opportuna – anche la solidarietà che ha coinvolto tutti coloro che hanno partecipato a questi soccorsi, perché credo che in un momento difficile come questo ascoltare le testimonianze che anche in prima persona ho potuto sentire, al di là dell’organizzazione del soccorso, testimoni la solidarietà che tutti coloro che partecipavano hanno messo in campo, senza tener conto di orari o indicazioni particolari.
Dico questo perché mi sembra opportuno sottolinearlo nel momento che stiamo vivendo. Ho vissuto nell’Alta Valmarecchia in questi giorni e quindi ho potuto constatare sia la gravità del fenomeno che la positività degli interventi realizzati.
Anch’io individuo alcune criticità. Per esempio, le zone pianeggianti sono state meno pronte nel fornire risposte delle zone montane, con difficoltà notevolmente superiori. Ancora oggi, per le strade secondarie di Rimini c’è neve in giro, mentre le strade di Verucchio sono quasi tutte sgombre e con possibilità di transito, quindi in alcune zone l’intervento è stato migliore.
Credo sia opportuno sottolineare anche l’aiuto venuto da altre zone. La Provincia autonoma di Trento è intervenuta in maniera sollecita, con grande disponibilità di mezzi e di uomini nell’ambito di un coordinamento.
Ho sentito l’assessore Gazzolo ricordare la centrale operativa che teneva sotto controllo anche i rapporti con l’ENEL, fondamentali perché la situazione non è degenerata perché non ci sono state le crisi dovute all’assenza di energia elettrica che si sono verificate in altre zone d’Italia. Di questo coordinamento le chiederei di informare il sindaco Gnassi, che invece non trovava con chi dialogare nel momento in cui alcuni quartieri di Rimini sono rimasti senza energia elettrica.
Mi preme sottolineare un altro fatto. Avendo vissuto nell’Alta Valmarecchia, ho visto autobus di FER transitare anche nei periodi peggiori. Come veniva ricordato, a Novafeltria ci sono stati oltre due metri e mezzo di neve e gli autobus di FER hanno circolato. Mi sono stupito anch’io in alcuni momenti di vederli in determinate zone, aspetto sicuramente positivo.
FER però ha anche i treni, e lì non si capisce cosa sia successo, perché la questione dei treni ha messo in ginocchio una parte importante della regione. Se girano gli autobus con le difficoltà di dover percorrere sentieri di montagna pieni di neve, non si capisce perché non possano girare i treni, che ancora oggi hanno delle difficoltà Mi riferisco a FER perché c'è l’esempio degli autobus e dei treni, tralascio di parlare di Ferrovie italiane, perché lì si è già detto di tutto e di più, però FER è una società nostra e, se riesce a far circolare gli autobus, bisogna che riesca a far circolare anche i treni.
Opportuno il coordinamento, non so quanto programmato o improvvisato, di alcuni sindaci che in momenti di massima crisi si sono organizzati in un coordinamento, per portare tutti i mezzi a liberare i punti di crisi e dopo magari guardare le varie difficoltà all’interno dei loro territori comunali.
Dato che parliamo anche per prevedere ciò che può capitare in futuro, so bene che si ha a che fare con gli uomini e quindi riuscire a fare arrivare a tutti le indicazioni non è facile, però in alcuni momenti si è assistito – l’ho sentito anche ricordare da alcuni colleghi – a spazzaneve che arrivavano alla fine della strada provinciale perché di loro competenza, lasciando piena di neve una piazza di poche centinaia di metri, perché di competenza del Comune.
(interruzione del Presidente Errani)
La giustificazione è stata questa: è competenza del Comune e non della Provincia. Se questo è comprensibile in momenti normali, in eventi come questi bisogna fornire l’indicazione di fare 50 metri in più e di pulire quello che c'è da pulire, altrimenti diventa difficile portare avanti le cose.
Altra questione fondamentale è che c'è stata una grande comunicazione su tutti i mezzi, però in momenti come questi è determinante garantire un’informazione capillare, perché è vero che le previsioni sono state assolutamente credibili, per cui chi si informava attraverso la televisione o i giornali ha avuto queste informazioni, ma bisogna trovare il modo di renderle più condivisibili, perché, se la gente si mette in strada perché informata di una tempesta di neve di lì a poche ore, crea problemi che si potrebbero evitare.
Arrivo all’emergenza bilanci. La Regione ha fatto bene a stanziare 2 milioni di euro, perché credo che questo abbia tranquillizzato i Comuni, ma bisogna sostenerli ulteriormente, perché non credo che le spese siano solo di questa entità.
Bisognerebbe anche fare in modo che quelli coloro che sono intervenuti all’ultimo momento con mezzi propri chiamati dai Comuni venissero ora pagati in tempi ragionevoli, perché altrimenti andiamo a sommare disagio su disagio. Dobbiamo quindi fare arrivare in maniera sollecita questi pagamenti a coloro che sono intervenuti.
L’ultima questione, che ricordava il collega Piva, riguarda la disposizione dell’Ufficio delle entrate, che ho avuto modo di vedere, però non è molto chiara. Siccome qui si tratta di scherzare con il fuoco, perché oggi siamo tutti amici, ma fra qualche mese, quando vengono fuori le multe, magari qualcuno si dimentica che c’era stata la neve, vista l’autorevolezza che il Presidente Errani esprime nella Conferenza Stato-Regioni, bisognerebbe fare il possibile per sollecitare l’Ufficio delle entrate a disporre una circolare chiara, che specifichi fino a che punto si possono rimandare questi pagamenti, che tipo di pagamenti, per quanto tempo, se per due mesi o per un mese.
Questo non è chiaro e, siccome questo problema mi è stato sollevato anche da addetti ai lavori, da commercialisti, possiamo intervenire per evitare che una cosa buona non venga usata per la sua modalità di applicazione poco chiara.
Bisogna non considerare finita l’emergenza, perché, mentre nel periodo più duro circola solo chi non può farne a meno o qualche sprovveduto, adesso la gente comincia a circolare e, se le strade sono ghiacciate, sono altrettanto pericolose di quelle piene di neve. È quindi necessario non abbassare la guardia nei prossimi giorni, per consentire a coloro che per motivi di lavoro o altro si spostano di farlo in sicurezza.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ho ascoltato con grande attenzione l’informativa e la relazione dell’assessore Gazzolo, che è piacentina come me, su quanto accaduto nella provincia di Piacenza. Ha molto chiaro il quadro della situazione, ma osservo che siamo stati più fortunati rispetto ad altre province.
Esprimo, dunque, apprezzamento per la chiarezza dell’informativa. Essa riconosce, presidente, una grossa mobilitazione, che è avvenuta da parte di tutti gli organismi, in particolare il lavoro dell’Agenzia di Protezione civile. Naturalmente, è doveroso rivolgere un plauso anche a tutti i volontari che si sono messi in moto rispetto a questa drammatica situazione.
Segnalo all’assessore, dal momento che nel nostro territorio la tematica è sentita adesso, successivamente all’emergenza, che ci sono alcune problematiche sul manto stradale, in quanto molti mezzi di IREN che sono usciti, per andare al concreto, con le lame rispetto a strade che erano in scarsa manutenzione hanno lasciato un danno al manto stradale. È una tematica di cui bisognerà sicuramente farsi carico, come Comune e come Provincia.
Il nodo fondamentale, però, è stato ben spiegato dall’assessore Peri, il quale ha dato una risposta proprio politica al mio question time di questa mattina. Il nodo, l’anello debole di tutto – l’ha ben espresso anche il collega Lombardi – è stata la situazione delle Ferrovie dello Stato, una situazione veramente difficile, che va valutata anche alla luce di quel grosso investimento, cui si riferiva l’assessore Peri, che avete compiuto di 250 milioni di euro in questi anni rispetto al trasporto ferroviario.
Ho letto e auspico – è una connotazione di carattere politico, ma poi lei mi potrà rispondere – che il Governo Monti, e mi sembra di aver letto anche un accenno nella Conferenza Stato-Regioni, si muova nell’alveo delle liberalizzazioni per cercare di trovare alternative al trasporto regionale e locale. Se su questo punto, magari nella replica, il Presidente potesse fornirci un dettaglio di ciò che può venire avanti, sarebbe importante.
Passo all’altra questione che ponevo al presidente: ho visto che giustamente sono stati stanziati immediatamente, con il criterio dell’urgenza, attraverso una delibera d’urgenza, i 2 milioni di euro per le prime urgenti necessità. C’è già una previsione, presidente, una ricognizione, un’idea per possibili e futuri stanziamenti, finanziamenti e sostegni da parte della Regione rispetto a tutti i danni che si sono verificati?
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Mi pare di poter affermare, come inizio, che anche dagli interventi dei colleghi di minoranza emerge un’assoluta condivisione nel giudicare il lavoro svolto dalla Regione, dal presidente, dall’assessore, dall’Agenzia e dal sistema territoriale di Protezione civile, sicuramente adeguato a un evento che, invece, è stato non ordinario, ma straordinario anche per la nostra regione e, in modo particolare, per la parte della nostra regione che è la Romagna.
Questa è già la testimonianza che in questa regione, più che emanare proclami vuoti, quando c’è un’emergenza, collaborano tutti, a cominciare dai cittadini, dagli abitanti per arrivare alle istituzioni, alle aziende pubbliche e private e a tutti coloro che sono chiamati a rispondere a un’emergenza. La capacità del sistema emiliano-romagnolo di rispondere è ancora adeguata ai bisogni e ai tempi.
Per inciso, ho apprezzato molto che il Presidente Errani, insieme con l’assessore, sia stato puntualmente presente sui territori. Giustamente non si è presentano in giacca e cravatta, ma con il maglioncino e ci ha evitato almeno la tristezza di altri amministratori, non di questa Regione, che, in favore di telecamere, si sono esibiti mostrando, peraltro, come mi è parso di vedere, un badile tanto immacolato che era assolutamente incredibile solo da vedersi, per come è stata svolta quella che io trovo una sgradevole e ripetuta sceneggiata.
Ciò che è stato fatto è stato sicuramente all’altezza dei bisogni. In Emilia-Romagna il sistema di Protezione civile è un sistema vero. Ho sentito in alcuni interventi non richiamare puntualmente le competenze, che, però, non sono in capo alla Regione, e sono quelle che la legge n. 225 del 1992 mette in capo ai sindaci innanzitutto.
Il primo a essere chiamato in causa in tutte le vicende di emergenza, nonché la prima autorità di Protezione civile, è il sindaco. Lo preciso non per richiamare in maniera astratta o inutile tale competenza, ma perché le emergenze si affrontano e si superano se si è programmato, se ci si è preparati in tempo di pace. Lo ricordava bene l’assessore Gazzolo, che ringrazio insieme con tutti i suoi collaboratori.
È un tema che, però, sfugge. Anche in questa sede ho sentito alcuni sindaci, non in questa Regione, affermare che è nevicato tanto, che si era in difficoltà e che la Protezione civile non è arrivata. Bisognava rispondere loro che, se si fossero messi davanti allo specchio, la Protezione civile era lì: erano loro i primi a dover attivare la Protezione civile.
Anche su questo tema, e nei momenti di crisi giunge l’occasione buona, e credo che ne abbiamo il dovere, di svolgere quell’opera di informazione e di sollecitazione che i sistemi, da quelli comunali a quelli provinciali, ovviamente con il coinvolgimento fondamentale dei volontari, che sono stati preziosissimi anche in quest’occasione, devono attivare in tempo di pace.
Le emergenze sono sempre dietro l’angolo. Abbiamo visto che si ripetono con una continuità che diventerà sempre più stringente e sempre più preoccupante. Coloro che si organizzano per tempo saranno certamente in grado di rispondere non solo in maniera puntuale, riducendo i danni e disagi, ma in molti casi anche evitando perdite umane e danni, che a volte non solo sono ingenti, ma ingentissimi.
Si è aperta, poi, con questa emergenza, una parentesi sulla quale il Presidente Errani è già intervenuto, ma credo che dovrà intervenire ancora: occorre tornare a fare chiarezza su come il Dipartimento della Protezione civile nazionale possa e debba intervenire con tempestività e come i danni del maltempo non possano essere scaricati sugli Enti locali e non si possa mettere in condizioni una Regione come la nostra – ma ciò vale per tutte le Regioni – di attivare la famigerata tassa delle disgrazie, che non ha alcuna ragione di essere.
Credo, quindi, che, come è già stato fatto, bisogna mettere mano e modificare la legge sbagliata approvata poco più di un anno fa, tornando a stabilire che il Dipartimento della Protezione civile ha il compito e il ruolo di governare le emergenze da subito – questa era veramente un’emergenza importante – ma che anche la normativa deve essere rivista e ripensata rispetto a quanto in passato è stato inopinatamente modificato.
Mi pare che anche da parte del Governo questo tipo di risposta ci sia e, quindi, si tratta semplicemente, in questa fase, di insistere per andare in una direzione di modifica di ciò che è stato effettuato in modo sbagliato.
Siamo adesso nella fase post-emergenza, le code non sono ancora finite, ma si tratta di governare questa fase. Oltre alla conta dei danni c’è il tema delle aziende danneggiate, che, mi par di capire, sono numerose. Anche in quest’ambito il ruolo della Regione non finisce, ma continua nel sostegno doveroso sul piano del rapporto con il Governo in particolare, ma anche nell’attivazione sul piano locale degli strumenti, come e soprattutto il sistema bancario, ricordato giustamente dal collega Alessandrini, che si devono mettere in campo per sostenere aziende che sono veramente in grossissima difficoltà.
Le emergenze sicuramente non sono mai un fatto positivo, questo è evidente, e anche questa emergenza ce lo dimostra. Sono, però, anche l’occasione per recuperare quell’umanità, quella relazione che troppe volte abbiamo dimenticato o abbiamo messo in un angolo. Bisogna che anche i cittadini tornino sempre più a capire che, quando c’è un’emergenza, tutti siamo protagonisti e siamo in grado di dare un contributo. Le istituzioni devono compiere la loro parte, ma, quando c’è un bisogno che coinvolge tutti, anche ciascuno di noi deve svolgere correttamente la propria.
In questo punto inserisco anche il ruolo della stampa. Il tema non è andare a cercare le piccole inefficienze che si nascondono certamente in ogni grande emergenza, ma fare in modo che tutti si mettano in rete e al servizio di una situazione che va superata. È un modo per ritornare a essere una comunità non solo efficiente ed efficace, nonché – e ciò vale per ciascuno di noi, maggioranza, opposizione, istituzioni e cittadini – per recuperare un po’ di quella civiltà che troppe volte, ahimè, in questi ultimi tempi abbiamo perso o dimenticato.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Ferrari.
Comunico che è stata distribuita la risoluzione 2320, proposta del consigliere Mandini, per adottare misure urgenti e destinare risorse a favore del settore agricolo e zootecnico regionale danneggiato dalle nevicate eccezionali. La risoluzione è stata proposta ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 76 del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Ringrazio il Presidente Errani e l’assessore Gazzolo dell’occasione che ci è data in quest’Assemblea di discutere dei fatti di emergenza accaduti nel nostro territorio regionale. Molte questioni sono già state sollevate e concordo con molte considerazioni offerte all’Aula da alcuni colleghi consiglieri.
Sicuramente, Presidente Errani, abbiamo affrontato giornate drammatiche e difficili, giornate determinate nelle loro difficoltà da un evento eccezionale, ma la nostra non è stata una risposta improvvisata. Lei ha affermato sin dai primi giorni, mettendoci non solo la faccia, ma anche l’impegno fisico e personale, che nessuno sarebbe rimasto solo in questa emergenza e così è stato. Il nostro sistema ha funzionato ed è utile che ce ne diamo un riconoscimento, senza, però, coltivare illusioni di autoreferenzialità e di autosufficienza, ma sempre interrogandosi. Sicuramente, comunque, ha funzionato.
Ha funzionato il sistema dell’allerta precoce. In questa Regione non c’è alcun amministratore che non sappia che un millimetro di precipitazione, quando è neve, corrisponde a un centimetro. Credo che sia il caso, di fatto, che ce lo ripetiamo. Il nostro sistema di controllo, attraverso ARPA e Protezione civile, è stato in grado, in tempo e per tempo, di fornire informazioni puntuali e veritiere – poi si sono rivelate tutte tali –, che sono state utilissime e che hanno consentito agli amministratori locali e alle prefetture di avvisare l’opinione pubblica.
Io vivo a Cesena, ho cinquantadue anni e non ho mai visto così tanta neve nella mia città come in questi giorni. Per quanto riguarda la mia città, porto una testimonianza, che sento anche dai colleghi con i quali ho parlato durante quei giorni, i quali vivono nei diversi territori della Romagna.
È risultato anche altrove, per esempio, che l’informazione data ai cittadini tempestivamente sia stata utile ed efficacissima. Il Comune è riuscito, attraverso il sito, attraverso le pagine Facebook, attraverso comunicazioni effettuate nelle diverse modalità, a indicare i comportamenti più appropriati a creare la condizione perché ci si sentisse appartenenti a una comunità.
C’è stata una risposta generosa, anche, da parte delle comunità e dei cittadini, una risposta paziente e generosa. Il Comune di Cesena, pur nelle giornate più drammatiche, ha fatto funzionare il sistema del trasporto pubblico, anche se non tutte le linee. Ognuno sapeva, però, tempestivamente quale linea dell’autobus funzionava e quali fermate era possibile utilizzare. Ci sono stati, dunque, un coordinamento e una disponibilità a coinvolgere sicuramente utili ed efficaci.
Sostenevo che è stata una risposta “non improvvisata”, perché noi abbiamo un sistema che affronta il tema delle emergenze e che tiene da sempre insieme le diverse fasi: il momento della prevenzione attraverso i meccanismi dell’allerta precoce, il momento della fase acuta dell’emergenza e anche, perché il coordinamento esiste, il momento successivo all’emergenza, che pure, come è stato ricordato, è difficoltoso e sicuramente va agito con consapevolezza.
Questa rete, di fatto, ha funzionato e ha creato i coordinamenti citati e la possibilità di far fronte a un’eccezionalità che, però, ci insegna molto. Per carità, l’avremmo voluta evitare. Qualcuno nelle discussioni ha attivato anche alcune forme di retorica di pensiero sul fatto che è bella la lentezza, che io in questo momento non vorrei attivare. Avremmo tutti volentieri evitato l’impatto di questa calamità, che a tutti gli effetti è stata tale, ma che ci ha insegnato molto.
Ci ha insegnato a capire come funzioniamo, ci ha insegnato un senso di appartenenza, che parte non dal generoso volontarismo, ma dalla possibilità di inserirsi all’interno di un sistema pragmaticamente definito e organizzato che ha messo in rete, con collegamenti, e ha connesso moltissime realtà, le quali, con diversi compiti e competenze, hanno avuto la possibilità di lavorare insieme. Ha funzionato il sistema di relazione interistituzionale con altre realtà e con altri territori.
A me ha fatto effetto vedere per le vie della città il gatto delle nevi dei valdostani, guidato, per esempio, da cittadini della Valle d’Aosta, che ridevano e dicevano: «Non abbiamo mai visto tanta neve così». Faceva effetto sentire questo tipo di considerazioni da chi le svolgeva. Il risultato, anche in questo caso, è di una capacità di gestire relazioni che non è figlia dell’improvvisazione, ma è il risultato di un lavoro costante e sempre attivo nel corso dell’anno.
Ciò premesso, so che non ci sono state polemiche, se non chiaramente le normali lamentazioni legate all’ansia e all’apprensione che può venire quando non si ha l’immediata risposta, ma c’è anche un generale riconoscimento della nostra capacità di affrontare la situazione in primis con l’atteggiamento giusto, che è quello di creare una capacità di relazioni umane tra le comunità, il che è un fatto importante.
Io ho apprezzato molto il fatto che il Presidente Errani abbia deciso, in una giornata in cui era più facile restare chiusi da qualche parte, come eventualmente farsi filmare dentro la sede operativa della Protezione civile dell’Emilia-Romagna, di prendere con difficoltà la macchina e di compiere un giro per vedere di persona e confortare con la sua presenza le comunità, gli amministratori locali, le Forze dell’ordine e i nuclei operativi. Non è un fatto scontato. Non voglio esagerare in piaggeria con queste considerazioni. Leggo questo come un fatto da valorizzare e che è stato utile a reagire positivamente.
È chiaro, come sosteneva l’assessore Gazzolo – dalla sua comunicazione mi sento confortata a mia volta – che non c’è alcuna intenzione da parte della Regione di depotenziare la tensione con la quale si è agito in questi giorni e in queste settimane. Esiste la consapevolezza che la fase post è complicata da alcuni fattori.
Uno è quello relativo all’evoluzione “naturale” del fenomeno neve e agli effetti che può produrre. Io sono tra coloro che si augurano un periodo lungo di freddo, sapendo benissimo come un eventuale disgelo rapido provocherebbe conseguenze sicuramente difficili in un territorio complicato dal punto di vista geomorfologico.
Non credo, ma forse sono io che minimizzo il grande potenziale della Regione e degli Enti locali, ragion per cui esprimo una mia opinione, che sia possibile ipotizzare un grande trasferimento con camion in strada di quantitativi di neve da un luogo all’altro. Non credo che sia possibile e pensabile.
Credo che sia importante che gli Enti locali, ma immagino che lo stiano già facendo, siano coordinati dalla Regione per dare indicazioni di carattere pratico, per esempio ai privati. Stanno smaltendo privatamente la neve attraverso i piazzali e i parcheggi privati. Capisco che si pone un’esigenza vera di mobilità. È importante osservare, per esempio, che lungo il Savio a Cesena non può essere portato un grande quantitativo di neve da aggiungere a quella che già c’è, ma sono indicazioni che gli Enti locali già comunicano.
Speriamo, da un dato punto di vista, che il tempo, che è stato tanto inclemente in queste settimane, sia clemente regalandoci un po’ di freddo che si prolunghi, pur con un’altra serie di problemi da affrontare. Credo che sia difficile intervenire in maniera artificiale per condizionare un fenomeno naturale, che, purtroppo, è quello che è e che ha determinato ciò che ha determinato.
Noi abbiamo un sistema in grado di monitorare e di compiere previsioni a medio-lungo termine assolutamente invidiabile rispetto ad altre realtà del Paese. Sono monitorati i nostri corsi d’acqua, abbiamo un sistema in tempo reale in grado, per esempio, di modificare, come abbiamo visto, la mappa dei fenomeni franosi della nostra Regione e siamo in grado, sulla base di pochissimi indicatori, di definire il passaggio dalla fase della quiescenza alla fase della non quiescenza delle frane. Ciò ci rende invidiabili nella dimensione europea. È un argomento che conosco e che seguo piuttosto bene, con molto interesse, e, credo che sia il caso di dirlo, che ci consentirà – io spero, anzi, ne sono convinta – di mettere in atto tutti gli strumenti di prevenzione e di allerta, qualora, ahimè, si dovesse affrontare un altro tipo di emergenza.
Questo è un ambito. Vediamo che corso farà la natura e cerchiamo di accompagnare, attraverso prevenzione, monitoraggio, allerta e rete che manteniamo attiva per l’emergenza, il decorso di un fenomeno naturale.
Le conseguenze sulla vita dell’uomo, sulle sue attività e i costi di questa vicenda sono onerosi. Saranno svariate centinaia di milioni di euro i danni, per esempio, solo agli edifici pubblici e alle strade. A Cesena è crollato il tetto del Carisport e si è generato un problema significativo al mercato ortofrutticolo e alle scuole. Queste sono le realtà, sono situazioni che competono a noi, perché si tratta di edifici pubblici e di strade.
Se poi aggiungiamo i danni alle attività private, il quadro è davvero angoscioso, in una situazione in cui abbiamo appena approvato, secondo me opportunamente, prima delle feste di Natale...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliera Donini, le chiedo di avviarsi alla conclusione, perché è già abbondantemente fuori tempo.
DONINI: Lei è troppo indulgente con me, presidente. Me lo deve segnalare prima.
PRESIDENTE (Aimi): Sono molto paziente, però, cortesemente, le chiedo di avviarsi alla conclusione.
DONINI: Non voglio abusare della pazienza di nessuno. Lo pongo come tema, nel senso che esiste la consapevolezza di una situazione complicata da affrontare e che anche da parte mia viene un’esortazione a tutti noi ad affiancare l’iniziativa della Giunta e del Presidente Errani perché nelle sedi competenti venga posta proprio la questione delle spese veramente necessarie e il tema della sicurezza, come primo punto da porre nell’agenda dei lavori.
Occorre anche compiere il tentativo di sbloccare alcune risorse. Dal mio punto di vista, considerate le carenze e le difficoltà nelle quali gli Enti locali e le Regioni sono chiamati a vivere rispetto ai loro bilanci, è necessario che questo denaro venga messo a disposizione attraverso tutte le fonti possibili di finanziamento.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: La ringrazio, presidente. In merito all’emergenza neve ci sarebbe molto da osservare. È vero che ci sono state azioni che la Protezione civile ha messo in campo con risultati positivi, ma ci sono anche molte ombre. Abbiamo visto tutti e abbiamo letto tutti delle grandi difficoltà e della paralisi totale in cui si sono trovati i Comuni e le Province nella nostra regione.
Le nevicate delle scorse settimane, certamente più copiose di tanti altri anni, hanno messo in ginocchio cittadini, imprese e istituzioni, evidenziando come si fosse generalmente impreparati e – io aggiungo – disorganizzati sotto molti aspetti. Non mi pare che la Protezione civile regionale abbia svolto con efficacia il ruolo di coordinamento e di organizzazione che si vuol far credere, altrimenti non si sarebbe verificato in molti Comuni ciò che è successo: scuole chiuse per molti giorni, strade assolutamente impercorribili e pericolose, mancanza di mezzi di sgombro e di sale antigelo.
Di fronte all’emergenza neve si è constatato il disorientamento di molte amministrazioni pubbliche, con le più disparate ordinanze firmate all’ultimo, in preda al panico, da alcuni sindaci e assessori, spesso con completa carenza di informazione e di comunicazione ai cittadini.
Ringrazio, quindi, la Giunta di aver portato l’argomento oggi in Assemblea, perché, se è vero che la neve si sta sciogliendo, credo che sia il momento giusto per intraprendere azioni concrete e nuove pratiche da mettere in campo alla prossima occasione, durante il prossimo inverno, in circostanze simili.
Signor presidente, signor assessore, propongo che la Protezione civile attivi, magari da subito, nella forma che si riterrà più efficace, un focus, un sondaggio, un questionario, uno scambio diretto personale, cartaceo o telematico, con tutti i Comuni e le Province. Occorre, secondo me, rilevare in modo dettagliato che cosa è stato fatto dai Comuni, in che modo e con quali tempi. La Protezione civile regionale, al di là di grandi progetti e manifestazioni, ha, secondo me, l’obbligo di setacciare ciò che è andato bene e ciò che è andato storto.
Al di là delle valutazioni del rischio neve, occorre preparare le amministrazioni a dare risposte efficienti e soprattutto a informare nei tempi e nei modi giusti. I cosiddetti “contratti della neve” che annualmente le amministrazioni sottoscrivono ogni anno, spesso con cifre forfettarie, per avere, all’occorrenza, la disponibilità di agricoltori, conducenti di mezzi antineve e via elencando che spesso non funzionano, perché non garantiscono un’adeguata pulizia delle strade.
Le scuole e i loro cortili sono spesso affidati alla pulizia dei bidelli o di genitori volontari. La loro chiusura resta spesso un’incognita fino a quando i genitori ignari vi accompagnano i figli, con mille difficoltà, e lo scoprono al momento. A livello di comunicazione c’è, infatti, molto da fare, dato che i cittadini fino all’ultimo non sanno di trasporti e di servizi sospesi, né di scuole o di strade chiuse.
Su questo punto richiamo fortemente il direttore della Protezione civile e gli porto a esempio il Comune di Imola, che, per quanto riguarda la pulizia delle strade, si è dimostrato un autentico disastro, a quanto si è riferito, ma che almeno ha avuto la buona idea di attivare SMS per i genitori degli scolari, tenendoli costantemente informati sulle previsioni meteo e sul funzionamento o la chiusura delle attività scolastiche. Si tratta di un accorgimento quasi banale, ma che anche a Modena è stato intrapreso e che ha avuto un grande risultato, un risultato particolarmente economico: il Comune di Imola, infatti, ha speso meno di mille euro per inviare molteplici SMS di informazione a quasi 20 mila famiglie, consentendo loro di organizzarsi per tempo con i figli. Inoltre, ha permesso di risparmiare viaggi, disagi e rischi inutili. Ho portato questo come esempio di buona pratica che tutti i Comuni dovrebbero imitare e adottare e che la Protezione civile dovrebbe caldeggiare, se non imporre.
Concludo aspettando di poter verificare quanto sarà raccolto di tutte le buone pratiche che sono state efficaci in questa emergenza maltempo e quali azioni saranno messe in campo dalla Protezione civile regionale per evitare prossimamente i disagi che si sono verificati per impreparazione o per mancato coordinamento.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Io vivo nell’Appennino reggiano, dove la nevicata e la bufera che ci furono nel 2010 sono state molto più intense di quelle della scorsa settimana.
Peraltro, molti si ricorderanno – colgo l’occasione per ricordarlo in quest’Aula – anche la morte del giovane consigliere comunale del Comune di Villa Minozzo, Juri Govi, disperso tra le nevi, al suo funerale hanno partecipato anche il Presidente Errani e molti colleghi della Regione.
Per noi, dunque, è stata ben più grave la nevicata di due anni fa, mentre quella della scorsa settimana, su cui dovrò essere un po’ più critico, era prevista da tempo. Non si trattava di nulla di imprevisto e di drammatico. Penso anzi che le comunicazioni che la Giunta tiene in Aula vogliano dare all’esterno un’immagine, una rappresentazione diversa rispetto alla realtà dei disagi che molti pendolari hanno subìto a causa della cattiva organizzazione.
Secondo me, siete bravi a comunicare, siete bravi a darvi un’immagine diversa da quella che è stata la realtà dei fatti, ma certamente siete stati meno bravi ad alleviare i disagi dei cittadini e i disservizi. La Giunta avrebbe dovuto presentare una relazione anche da parte dell’assessore Peri, che vedo in Aula, e spiegare i gravi disagi nei trasporti pubblici, soprattutto quelli ferroviari. Credo, dunque, che la nostra sinistra non abbia gestito in modo adeguato la fase di maltempo che ha colpito in queste settimane la nostra regione, come, del resto, anche altre regioni d’Italia.
Il problema si protrae, peraltro, da oltre una settimana. Anche nelle giornate soleggiate, come hanno riferito alcuni miei colleghi, numerosi treni sono stati soppressi, mentre nei tabelloni i ritardi si accumulavano e facevano credere ai pendolari in stazione che sarebbe arrivato il treno successivo, il quale poi veniva regolarmente cancellato o soppresso.
È normale che, in caso di neve, molti cittadini scelgano il trasporto pubblico per muoversi, ma il trasporto pubblico non ha funzionato. Assessore Peri, le chiedo se lei abbia compiuto le verifiche per comprendere ciò che non ha funzionato, ciò che è andato storto.
Anche un partito di maggioranza, l’Italia dei Valori, ha protestato in modo acceso sui trasporti ferroviari, sostenendo di ritenere inaccettabile la cancellazione sistematica dei treni regionali più utilizzati dai pendolari dopo ore e ore di attesa. I pendolari, come affermano le associazioni, sono stati letteralmente presi in ostaggio da Ferrovie Emilia-Romagna e da Trenitalia, che, oltre ad aver rivoluzionato in modo negativo gli orari di arrivo e di partenza, hanno cancellato decine e decine di treni.
Per portare alcuni esempi, nella giornata di mercoledì scorso, nella tratta Bologna-Ancona, il treno delle 15.35 è stato soppresso, così come il convoglio delle 16.17. La stessa sorte è toccata a quello delle 16.36. Il treno delle 17.35 in arrivo a Rimini ha subìto un ritardo di 187 minuti, mentre quello delle 17.42 un ritardo di 134 minuti e quello delle 18.35 un ritardo di 75 minuti. I treni non sono mai arrivati. Gli stessi disagi si sono verificati anche nella tratta Bologna-Milano.
La mancanza cronica di informazioni e o la diffusione di informazioni spesso sbagliate – si facevano salire i pendolari su treni che poi non partivano – il caos negli uffici, nelle biglietterie e la maldestra gestione delle tratte e delle fermate sono stati veramente drammatici per molti pendolari.
La votazione e i giudizi che meritano il nostro assessorato ai trasporti e i nostri quindici dirigenti FER – ripeto il numero: sono quindici dirigenti FER – sono altamente insufficienti per i disagi che hanno causato ai pendolari. Secondo me, e con ciò concludo, il punto è proprio questo. È questa la nota dolente: abbiamo tredici dirigenti FER che lavorano sulle ferrovie, oltre a tre dirigenti comandati in Regione, che vengono pagati al 70 per cento dalla FER e al 30 per cento dalla Regione. In tutto sono sedici dirigenti. Sono troppi, troppi e troppo costosi.
Assessore, spero che lei mi riferisca che cosa fanno sedici dirigenti delle Ferrovie. A questi si aggiungono anche trenta quadri dirigenziali, tutti pagati dalla Regione Emilia-Romagna, mentre pochi sono gli operai, i macchinisti e gli addetti alla manutenzione delle infrastrutture e dei mezzi di trazione. Il fatto stesso che a pulire i binari dal ghiaccio c’era soltanto una squadra è significativo, queste le carenze. Abbiamo troppi dirigenti, ben pagati, troppi funzionari e pochi lavoratori. Ci sono manutenzioni cicliche che devono essere svolte lungo le ferrovie, in un arco di tempo, altrimenti alla prima difficoltà, come è successo l’altra settimana, i nodi vengono al pettine.
Ricordo che con uno stipendio da dirigente si assumono almeno tre o quattro operai delle ferrovie. Cerchiamo, quindi, di curare di più gli interessi dei cittadini e di meno gli interessi dei dirigenti della FER.
Termino con un plauso alle Forze dell’ordine, soprattutto ai Carabinieri, che ho incontrato, mentre nevicava, sulle strade con pattuglie attrezzate e pronte a prestare soccorso.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Filippi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare in sede di discussione generale, do la parola al Presidente Errani. Il presidente farà un intervento interlocutorio, perché – ve lo comunico – è chiamato ad altri impegni istituzionali.
ERRANI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Ringrazio i colleghi e le colleghe che sono intervenuti.
Credo che tutti, tranne forse il consigliere Filippi, siamo convinti di essere di fronte a un dato e a un evento straordinario. Nei dati storici non esistono rilevazioni che rendano confrontabile ciò che è avvenuto, soprattutto nell’area Forlì-Cesena-Rimini, l’area collinare, rispetto agli ultimi cento anni.
Vorrei precisare che io ho avuto un atteggiamento in questa emergenza, quello di evitare qualsiasi polemica. Non mi è piaciuta affatto la polemica nazionale che si è messa in campo. Non risponderò ad alcuna polemica e mi faccio carico al 100 per cento di tutte.
Mi interessa, invece, sottolineare alcuni elementi importanti. Intanto, siamo ancora dentro una fase di emergenza nei territori che ho citato, ragion per cui la macchina sta progressivamente continuando a lavorare per affrontare tali emergenze e per concludere la fase attuale. Riferirò poi brevemente anche sulle conseguenze, come alcuni consiglieri hanno richiesto, e su che cosa accadrà dopo queste emergenze.
Credo che possiamo esprimere un giudizio equilibrato. Ho cercato in questi giorni di non usare mai aggettivi roboanti e propagandistici. Credo che mi si possa dare atto di ciò. Possiamo affermare, però, che c’è stato un risultato importante dal punto di vista della risposta civica dei cittadini, i quali, insieme alle istituzioni, hanno lavorato con grande impegno e relazione.
Non intendo sostenere che non ci siano stati disagi o problemi per i cittadini. Ci mancherebbe altro. Di disagi ce ne sono stati moltissimi, ma lasciatemi fare – l'ho già fatto, ma lo devo ripetere – un plauso all'Agenzia regionale di Protezione civile, ai sindaci, ai presidenti di Provincia, alle Province, al volontariato e a tutte le Forze dell’ordine, che non cito in fila per questioni di tempo, dalla Forestale ai Vigili del fuoco, che hanno svolto un lavoro straordinario, al sistema che ha funzionato, con la Provincia di Trento, la Provincia di Bolzano, la Val d'Aosta, il Veneto e gli Alpini volontari. Tutto ciò si è messo in moto in questa regione almeno tre giorni prima del resto del Paese grazie al meccanismo di previsione dell'ARPA, che ha dato buona prova di sé, senza usare altri aggettivi.
Debbo rivolgere un ringraziamento ai Prefetti, con i quali abbiamo lavorato in strettissima collaborazione. Abbiamo tenuto innumerevoli riunioni, ogni sei ore si riunivano i Comitati operativi, c'è stato un sistema integrato che ha funzionato. Non è successo da tutte le parti, ma è successo da noi, perché esiste un impianto di Protezione civile strutturato, che ha dimostrato di funzionare.
Voglio precisare anche che dobbiamo compiere una netta distinzione. Ci tengo a dirlo in questa sede, ora e per il futuro, e l’ho ripetuto in tutte queste ore: la Protezione civile non deve intervenire per il Piano neve, che è una competenza dei Comuni e non è una questione di emergenza di Protezione civile. La Protezione civile è intervenuta con tempestività quando e perché abbiamo compreso di trovarci di fronte a eventi straordinari, altrimenti ci sarebbe stata confusione.
Voglio ricordarlo perché insieme ai sindaci e ai Presidenti delle Province – sto parlando di Forlì-Cesena e di Rimini – abbiamo deciso che la priorità anche nell'utilizzo dei mezzi non era il Comune di Cesena, di Forlì, o di Rimini, ma la collina. Per questo motivo abbiamo spostato tantissimi mezzi lassù ed era giusto agire in questo modo.
Quanto al tema di fino a dove si pulisce, noi abbiamo compiuto una scelta netta, quella di garantire la viabilità primaria. Vi assicuro che nel Nord Italia e in tutto il Paese, a un dato punto, non si trovava né il sale di alta qualità, quello che produce meno danni dal punto di vista ambientale, né turbine, né mezzi per la neve.
Diciamoci la verità: noi nelle 72 ore precedenti avevamo organizzato il meccanismo che ha portato una concentrazione inedita di mezzi di cui non possiamo disporre. Lo so che dirlo adesso è facile. Certamente, però, se noi questa estate vi avessimo presentato un Piano di investimenti della Protezione civile per l'acquisto di dodici gatti delle nevi, voi giustamente ve ne sareste stupiti.
Dobbiamo ragionare su un meccanismo che ha funzionato, su un sistema integrato. Con il presidente della Provincia di Trento e con il presidente della Provincia di Bolzano, 72 ore prima, noi abbiamo mosso le turbine, che sono state lo strumento decisivo, i gatti delle nevi e le slitte e abbiamo garantito, sotto tre metri e mezzo di neve, che nessun cardiopatico rimanesse senza i propri farmaci, nemmeno quello isolato in una casa sparsa nella collina di Valmarecchia. Questa è la priorità che abbiamo esaudito, prima di tutto la vita delle persone.
Il sistema ha funzionato e non lo affermo per fare propaganda, ma perché, vivaddio, in questo Paese è stato dimostrato – in ciò ringrazio anche i colleghi dell'opposizione – che l'Italia è presente e le istituzioni sono presenti. In questa regione nessuno, né Comune, né Provincia, né Regione, si è alzato per scaricarsi dalla responsabilità e attribuire la colpa a un altro.
Me ne date atto? Io do atto all'opposizione che non ha scaricato responsabilità e non ha compiuto polemiche, ma, come avete visto, non ho detto una parola. Non abbiamo cercato l'immagine, ma abbiamo cercato di utilizzare – occorre, però, affinarli – nella comunicazione tutti gli strumenti, da Facebook a Twitter ai siti, agli sms. Dobbiamo fare meglio, dobbiamo organizzare questo sistema, dobbiamo portarlo più a regime, a partire dai Comuni, ma credo che un lavoro sia stato svolto, ragion per cui l’istituzione che tutti noi rappresentiamo può essere relativamente e serenamente soddisfatta.
Sono emersi poi anche alcuni problemi, su cui vorrei ragionare con voi, a cominciare da quelli più significativi.
Sulla questione delle scuole voglio precisare che noi abbiamo cercato di intervenire. Domenica in Valmarecchia io ho sostenuto che prima di tutto dovevano tornare alla normalità le scuole, ma che ci sono meccanismi molto complessi, che vanno fino alla valutazione della tenuta e della sicurezza delle scuole stesse. Naturalmente, ciò prevede una verifica da parte di professionisti con un dato percorso. Non siamo più ai tempi di quando ero ragazzo io, né qualcuno di voi, siamo in un meccanismo che richiede altro.
Da questo punto di vista voglio rivolgere un ringraziamento speciale agli Alpini volontari formati ad hoc, quelli che salgono sui tetti delle scuole e degli ospedali a sgombrare la neve. Non possono andare tutti a sgombrare la neve, come è evidente, altrimenti avremmo costruito un'emergenza nell'emergenza.
Il meccanismo, quindi, è complesso, ma abbiamo messo in sicurezza l'anno scolastico e in merito devo ringraziare il direttore regionale scolastico e, quindi, il Ministero. Abbiamo messo in sicurezza l'anno scolastico. Certamente dobbiamo fare in modo che l'attività scolastica abbia il più possibile un flusso normale, all’interno, però, della messa in sicurezza dei ragazzi che vanno a scuola. Mi sembra ovvio e su questo punto certamente siamo d'accordo.
Si pone poi il tema delle reti. Abbiamo svolto un lavoro cercando soprattutto di coordinare le grandi reti, luce ed energia elettrica, acqua, gas, rifornimento di gasolio e di benzina. Nessun Comune, nemmeno in Valmarecchia, è rimasto senza gasolio e benzina e vi assicuro che in alcune ore, soprattutto tra venerdì notte e sabato mattina, far girare gli automezzi per portare gasolio e benzina o accompagnare i tecnici del gestore ad aprire, verificare e sistemare tutti gli acquedotti, che sono in genere molto isolati nel sistema di controllo, coi gatti delle nevi non è stato semplice. Vi comunicheremo il report, così eviteremo di diffondere sciocchezze.
Vi presenteremo anche il report sul tema di Trenitalia e di RFI: il rapporto è di 80 contro 50 per cento. Non abbiamo avuto sostanzialmente problemi per quanto riguarda la pulizia dei binari. Magari avessimo avuto quei problemi. Tale attività era assolutamente garantita con la Protezione civile, sia nelle situazioni più semplici, sia in quelle più difficili.
Abbiamo avuto di fronte a noi, ahimè, il problema strutturale, ossia il fatto che il materiale rotabile di Trenitalia è vecchio, ha una media di 30-35 anni, e, in quelle condizioni meteorologiche, ha subìto danni e rotture.
Non siamo stati timidi, non abbiamo evitato di richiedere informazioni. Abbiamo chiesto, giustamente – hanno ragione tutti coloro che l'hanno rilevato – un sistema di informazione che deve funzionare e che non ha funzionato come dovrebbe. Dopo la vicenda dell'Intercity di Forlì, però, più di dodici treni sono stati raggiunti dalla Protezione civile nel giro di un'ora e mezza.
Abbiamo, però, un problema strutturale e nessuno può riferire a questa Regione di non averlo visto, di non averlo denunciato e di non averlo osservato per tempo. Almeno questo dobbiamo riconoscerlo, per evitare il meccanismo di Daunbailò: «You throw the ball against me? I throw the ball against you».
L’abbiamo denunciato con grandissima evidenza in questi anni. Abbiamo investito più di 250 milioni per il materiale rotabile. In Italia, l'anno scorso, sugli investimenti praticamente c'era un investimento pari a zero, come anche due anni fa. È un problema strategico. È comprensibile che, di fronte a una situazione tanto significativa di emergenza, ci siano ritardi, ma non è comprensibile che il 50 per cento dei treni si rompa e non è accettabile che il sistema di informazione sia carente al punto che le stazioni sono murate davanti ai tabelloni e non si sappia e non si capisca che cosa può succedere.
Noi l’abbiamo rilevato e abbiamo cercato di costruire anche un sistema di comunicazione, chiedendolo a Trenitalia. Avremo ancora problemi per diversi giorni, come ha osservato l'assessore Peri, per la ragione che abbiamo citato: se il problema è che i treni sono rotti, non lo risolviamo perché non nevica più o perché l’abbiamo comunicato. Purtroppo, il problema è più complesso.
Che cosa faremo noi? Naturalmente porremo questo problema sul piano nazionale, continueremo un confronto con Trenitalia, produrremo azioni di sanzione, con un meccanismo che, peraltro, prevede un “ristorno” – uso le virgolette, perché il disagio non si ristorna – rispetto alle sanzioni per i pendolari. È un nodo strategico, che richiede un investimento nazionale di questo Paese. Da questa situazione non usciamo. Solo con le nostre forze non siamo in grado di assicurare il salto di qualità indispensabile.
Quali sono poi i problemi che abbiamo incontrato? In primo luogo, abbiamo avuto la conferma – parlo di conferma perché l'abbiamo affermato fin dall'inizio – che le nuove norme sulla Protezione civile nazionale non funzionano. La legge n. 10 del febbraio 2011 ha burocratizzato la Protezione civile, ma non si può, quando è in corso un'emergenza, pensare di passare dalla Corte dei conti.
Come sapete, perché ne abbiamo discusso tante volte, siamo tutti convinti che gli eventi sportivi, i grandi eventi e i centocinquant'anni dell'Italia non siano emergenze e che la Protezione civile abbia fatto male a occuparsene allora. Non se ne deve occupare, ma bisogna cambiare le norme.
In secondo luogo, bisogna definire che cos'è un'emergenza. Mentre prendevo un caffè stamattina con alcuni colleghi, mi è capitato davanti il video di un signore di Bagno, che, davanti a due metri di neve, ha affermato: «Noi a Roma andiamo a spalare la neve con le ciabatte». Ci vuole proporzione e su questo punto lavorerò nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.
Ci vuole, come sosterrebbe Eduardo, proporzione. Venerdì, con due metri e mezzo di neve, sentire al TG1 che ci sono 600 mezzi e 1.600 persone a Roma in attesa di alcuni centimetri di neve non mi ha convinto come impianto di organizzazione nazionale, a cui io tengo moltissimo e a cui riconosco la catena di comando nazionale. Non mi ha convinto. La Protezione civile deve avere, dunque, alcune chiare linee-guida di gestione e di governo.
In terzo luogo, bisogna cambiare il provvedimento assurdo che dispone che, nel momento in cui viene definita un'emergenza nazionale, scatti automaticamente l’aumento delle accise. È sbagliato, perché è ingiusto.
Su questo punto il Governo si è impegnato a costruire un impianto di modifica, che dovremmo discutere nelle prossime settimane, cercando di trovare finalmente la misura in questo Paese, dai Campionati del mondo di nuoto al G8 della Maddalena, allo zero assoluto di investimenti di oggi. Il Fondo regionale nazionale di Protezione civile è azzerato da tre anni. Bisogna cominciare a porsi il problema, perché, quando arriva l'emergenza, oggettivamente si muove la colonna mobile della Protezione civile. Bisogna averla, però, e per avere la colonna mobile bisogna compiere investimenti.
Questa Regione ha finanziato giustamente i Vigili del fuoco, a cui va il mio grande ringraziamento, e la Forestale, a cui va un altro grande ringraziamento, ma per i mezzi, per la colonna mobile della Protezione civile abbiamo investito noi le risorse, così come per i Vigili del fuoco, per la Forestale, e via elencando. Non possiamo apprendere che ci sono i problemi e poi classicamente versare la lacrima di coccodrillo. Diciamolo adesso, anche per il futuro. Ci sono problemi: o cambiamo le norme nazionali, o ci saranno ancora più problemi; o si investe sul ferro con un Piano nazionale, o ci saranno ancora più problemi.
La seconda criticità è come far fronte all'emergenza. In merito voglio essere molto chiaro. La Regione ha anticipato, emanando anche un provvedimento – che avete colto, e vi ringrazio davvero, anche per dare un po' di serenità e di sicurezza ai sindaci – di 2 milioni. Sulla base di una nostra iniziativa, giovedì scorso, abbiamo condiviso col Governo che i costi pubblici della prima emergenza saranno a carico dello Stato e si dovrà concordare insieme la forma di copertura anche in relazione al tema, non semplice, del rapporto col Patto di stabilità, in primo luogo per i Comuni.
Rimane, invece, aperta la questione dei danni. Anche in questo senso voglio essere molto chiaro. Capisco tutte le sollecitazioni. Intanto, sul tema dell'Agenzia delle entrate, sul tema della rata fiscale, ma anche dell’INPS e di altri oneri, io ho assunto un'iniziativa la settimana scorsa, mercoledì o giovedì. Mi sono rivolto al Sottosegretario Catricalà e ne abbiamo discusso nell'incontro con il Governo.
Occorre, però – attenzione –, un provvedimento legislativo. Questo è il punto. Non abbiamo dichiarato l'emergenza nazionale per la ragione di cui sopra, ossia che l’emergenza nazionale fa scattare automaticamente l'accisa. Non l'abbiamo dichiarata per quel motivo ed è chiara l'evidenza della necessità di cui parlavo prima.
Quando ebbi modo di affermarlo, nel febbraio del 2011, nessuno mi ascoltò. Noi non siamo in grado, oggi, di far fronte ai danni del privato, bisogna ammetterlo, né ai danni sulle strade – su questo punto ritornerò – che si produrranno in relazione al disgelo dopo la neve. Non siamo in grado di farlo. Non ne sono in grado né i Comuni, né le Province, né la Regione.
Intanto debbono funzionare alcuni sistemi, quali l’agricoltura. L'emergenza regionale consente la possibilità di far scattare tutto il sistema assicurativo privato. Non sto parlando del Fondo assicurativo nazionale. Per questo motivo abbiamo proclamato l’emergenza in tempo reale, annunciandola già il sabato di due settimane fa. Bisogna lavorare con il Ministero dell'agricoltura e con il Governo perché vi siano forme di anticipazione del Fondo nazionale e soprattutto perché vi sia un sostegno al credito per gli interventi di recupero, di ristrutturazione o di rimessa in opera. Su questo fronte lavoreremo.
Ci sarà poi il grande tema, che sono contento sia stato posto, ma il cui lavoro è già pienamente impostato, di quella che abbiamo chiamato fase 3. Adesso siamo ancora a gestire la fase 2. Per chiarezza preciso che noi non sposteremo la neve dai campi, ma la sposteremo dai centri e che con i sindaci stiamo individuando dove metterla.
Quanto al sistema delle falde, nei campi si trova la strada, essendo falde, per andare a riempirle, ma non possiamo andare a raccogliere la neve nei campi e metterla vicino al punto in cui c'è una falda. Lo spiego per capire, non polemizzando, ma anzi apprezzando il ragionamento svolto.
Attenzione, noi spostiamo quella neve solo nei centri anche perché fare di più comporta costi elevatissimi. Ragioneremo in merito, ma l’abbiamo già fatto, per esempio anche nell'utilizzo del sale. Ci sono diversi tipi di sale. In questa Regione siamo riusciti a garantire il sale per tutti, anche per i sindaci che hanno comunicato che c'era una carenza di sale. Abbiamo cercato il sale di qualità migliore, ma era esaurito in Italia. Per fortuna avevamo acquistato l'ultima partita due giorni prima del momento più critico, ma siamo molto preoccupati di quanto succederà.
Noi non confidiamo affatto semplicemente nella stella delle condizioni meteorologiche. È giusto non farlo, anche se naturalmente, se il disgelo è lento, si determinano condizioni migliori, il che mi sembra evidente. Abbiamo avuto una siccità permanente. In Romagna non è piovuto praticamente per un anno e speriamo che non piova questa settimana e la prossima. Certamente, però, il tema del rischio frane, della messa in opera delle strade, dell'assetto idrogeologico del Paese, del territorio, sapendo che l’area appenninica è una delle aree più delicate e compromesse, si pone.
Ringrazio la consigliera Donini, che ha ricordato anche il lavoro che si sta svolgendo sulle frane, con il monitoraggio. Credo che siamo uno dei pochi posti in Europa che effettua il monitoraggio in tempo reale di tutte le frane, piccole, piccolissime, grandi e medie di questo territorio.
Apriremo il confronto con il Governo per capire come affrontare questa questione. Io l’ho proposto prima di questa vicenda e a maggior ragione continuo a proporlo oggi. A me sembrerebbe una straordinaria idea quella di elaborare un Piano straordinario di messa in sicurezza del territorio nazionale in cui tutti i sistemi, dai Comuni, alla Regione, allo Stato centrale partecipino, selezionando alcune priorità, a un intervento di prevenzione. Dovremo chiedere al Governo di far fronte a questa emergenza, almeno per le questioni fondamentali che ci mettono in condizione di dare una risposta ai nostri cittadini.
Ringraziando ancora tutti voi, concludo con una riflessione più generale. Abbiamo lavorato bene con il Dipartimento di Protezione civile nazionale. Non abbiamo chiesto uno sforzo di mezzi. Li abbiamo trovati noi con la collaborazione del sistema della Protezione civile nazionale. Abbiamo lavorato bene con tutte le Forze dell’ordine, ma occorre definire meglio la governance: per un evento di emergenza comunale il riferimento è il sindaco, per un evento di dimensione regionale la Regione e il Presidente della Regione, per un evento di dimensione nazionale, non dal punto di vista territoriale, ma dell’intensità e della delicatezza, il Governo nazionale.
Non tutti debbono fare tutto. Ci deve essere una catena di comando che riferisce prima di tutto per l’emergenza nazionale al Dipartimento, ivi compresi il Presidente della Regione e il sindaco. In questa catena di comando debbono confluire tutti i livelli statali, regionali e comunali, come Forze dell’ordine e prefetture. Non si può spezzettare la catena di comando, perché, se la si spezzetta, non si hanno coordinamento e organizzazione.
Molto ha funzionato, ma qualcosa non ha funzionato anche da noi. Per esempio, nei numeri di pronto intervento – 115, 113, 112, 118; a proposito, la sanità ha svolto un lavoro straordinario – bisogna che ci sia una cabina di regia dentro la Protezione civile per evitare che l’intervento sia compiuto sia dai Vigili del fuoco, sia dalla Protezione civile, dalla Polizia e dalla Forestale.
Noi abbiamo surrogato questo tema su un tavolo di collaborazione volontaria e devo ringraziare anche l’Esercito, che ha partecipato in modo assolutamente coerente alla disponibilità di un tavolo unico, il quale forniva le indicazioni senza che nessuno sollevasse l’aspetto del “decido io”.
PRESIDENTE (Aimi): Presidente, la invito ad avviarsi alle conclusioni.
ERRANI: Non basta solo un tavolo volontario, però. Si deve trovare una catena di comando.
Passo all’ultimo punto, con cui concludo, quello della responsabilità. Evitiamo di dare di nuovo lo spettacolo che abbiamo dato nei primi giorni di febbraio, in cui gli uni attribuivano la responsabilità agli altri. La responsabilità è un problema che ci riguarda tutti. Essere nel territorio e assumersi la responsabilità anche per gli altri è un valore, anche se non sempre viene compreso dalla comunicazione. Il nostro obiettivo devono essere i cittadini e i loro problemi, non la comunicazione.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, Presidente Errani.
Ricordo che siamo in discussione generale.
Vi comunico che, oltre all’oggetto 2320, vi è stata distribuita anche la risoluzione 2324 – ed è abbinata alla discussione che stiamo svolgendo – a firma del consigliere Favia, per impegnare la Giunta ad intervenire affinché la neve raccolta in seguito alle recenti nevicate venga accumulata su terreni non impermeabilizzati in zone di ricarica di falda.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: La ringrazio, presidente, ma mi pare che nell’analisi del Presidente Errani si siano già evidenziate alcune questioni che avrei voluto porre. Mi limito, quindi, ad affrontare solo una questione, invece di rinunciare complessivamente all’intervento.
Il Presidente Errani parlava della fase 3 e io sono convinto che in tale fase ci stiano anche le regole. Ho presente il fatto che fino a poche settimane fa c’erano polemiche fra di noi, per esempio sui temi sismici, sulle norme antisismiche che la Regione ha emanato o su altre tematiche che riguardano la sicurezza.
Mi pare che anche su questo fronte – non tanto certamente sul tema delle lungaggini burocratiche, che vanno affrontate e che vanno comunque rese più veloci come approccio tecnico – sia assolutamente evidente che la sicurezza e la prospettiva ai cittadini si dà anche fissando alcune regole che garantiscano questi elementi di sicurezza. Occorre, dunque, anche da questo punto di vista, un’ulteriore riflessione che ci aiuti a mantenere il buon lavoro che è stato svolto. Mi pare che dal ringraziamento del Presidente Errani all’assessore Gazzolo e a tutti coloro che sono intervenuti e che hanno coordinato questa capacità sia emersa.
Il Presidente Errani parla di sistema integrato, ma il problema è la capacità di lavorare insieme, di affrontare insieme anche i momenti più difficili. Il presidente prima sosteneva che si è scelto di non far dichiarare l’emergenza sul piano nazionale per non far scattare elementi fiscali ulteriori, ma mi pare di non ricordare casi in cui anche il riscontro mediatico sia stato tale. C’è stata una settimana in cui tutti i TG partivano dalla Romagna, riconoscendo che c’era una emergenza, una straordinarietà di ciò che è accaduto.
C’è stata, dunque, una buona capacità di rispondere a un evento eccezionale. Mi pare che anche nella nostra riflessione sia emersa un’attenzione sui temi della manutenzione. È interessante un possibile Patto straordinario sulla messa in sicurezza del territorio. Auspico anche una riflessione sulle regole e non una banalizzazione, come spesso accade, di questi temi.
Mi limito a questa parte. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Barbieri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. L’intervento del Presidente Errani ha dato l’impronta di quella concretezza che distingue e che ha sempre distinto questa Regione nell’affrontare le problematiche, in questo caso, in modo particolare, le problematiche connesse a un evento che è stato dichiarato eccezionale e che credo sia stato sotto l’occhio di tutti per la natura eccezionale dell’intervento.
Mi è piaciuto l’intervento concreto, perché, di fronte a tanta demagogia e a tante polemiche, alla fine le soluzioni e le risposte ai fatti sono le migliori che si possono fornire.
È emerso, però, un dato che, purtroppo, si ripete nella nostra nazione e, in questo caso, anche nella nostra Regione. A fronte di livelli buoni – voglio restare al termine usato dal presidente – dimostrato dagli operatori e dai soggetti regionali che si sono mossi, ancora una volta c’è stata una carenza e, io aggiungo, una negligenza – una carenza può essere occasionale, ma, quando si ripete, diventa negligenza – da parte, in modo particolare, del settore trasportistico, con riferimento alle ferrovie.
Non è la prima volta che in Emilia-Romagna, anche senza questo tipo di eccezionalità, che il trasporto pubblico ferroviario di Trenitalia presenta gravi carenze. Se poi tutto ciò è collegato e connesso alla mancanza di investimenti, che non sempre sono di grande entità – non credo che la possibilità di riscaldare gli scambi o effettuare altri interventi del genere abbiano bisogno di forti investimenti –, se questi sono stati i motivi, o almeno se sono stati addotti anche questi motivi, la situazione è ancora più grave. C’è bisogno di un’attenzione a queste problematiche, di cui Trenitalia da anni non si occupa più, perché ha una politica completamente diversa.
Il Presidente Errani ricordava la necessità di aprire diversi argomenti e temi di confronto a livello nazionale per quanto riguarda le conseguenze dello stato di calamità, il reperimento delle risorse e la tempistica degli interventi. Questo è vero, perché c’è una responsabilità e, quindi, un livello istituzionale governativo che deve intervenire, come è successo, lo ripeto, in tanti altri casi.
Mi auguro veramente che questa volta, dal momento che abbiamo un Governo tecnico, che dovrebbe, come si vanta di fare, affrontare i problemi con conoscenza e capacità operativa – i nostri Ministri lo stanno sbandierando a ogni piè sospinto – non ci siano discussioni che si trascineranno per mesi e che durante questi mesi non saremo ancora chiamati a sopperire nei diversi settori gravemente danneggiati da questi eventi con interventi a livello locale, coinvolgendo le Amministrazioni locali, le Province e le Regioni, perché comunque i problemi rimangono. Auspico veramente che ci sia una presa di coscienza perché le tematiche che il Presidente ricordava prima e che dovranno essere affrontate a tavoli governativi abbiano una pronta risposta.
In questa pronta risposta mi aspetto anche una riconsiderazione delle risorse degli investimenti nazionali, dal momento che si parla di fasi 2, 3, 4 o di quella che sarà la fase della crescita e dello sviluppo, e mi auguro che questi piani e questi fondi siano destinati a coprire le carenze e le lacune che sono state evidenziate in questo periodo e richiamate oggi in quest’Aula.
All’interno di questo discorso voglio brevemente ricordare la risoluzione 2320 presentata, che riguarda in modo particolare il discorso del comparto agricolo e zootecnico, quello che oggi soffre maggiormente di questo tipo di emergenza, con problemi immediati e non procrastinabili.
La risoluzione che viene proposta all’Assemblea legislativa è per impegnare la Giunta a compiere alcuni interventi, di cui una buona parte riguarda il Governo. Si tratta, perciò, di un impegno politico che chiediamo alla Giunta di assumersi per sollecitare nei tavoli appositi il Governo ad accelerare tutti gli interventi necessari a dare sostegno e aiuto a questo settore, che non è comunque l'unico, come ho precisato prima.
Tutto il settore produttivo ha avuto danni, di maggiore o minore intensità, a seconda delle zone della Regione, e gravi difficoltà, però il comparto agricolo e zootecnico è stato quello che su tutta la Regione ha incontrato grossi problemi. Noi chiediamo alla Giunta di attivarsi in sede governativa per accelerare tutte le procedure necessarie a portare aiuto e sostegno economico alle attività di tale settore.
Chiediamo, inoltre, che la Regione si faccia parte attiva per accelerare tutte le procedure necessarie a delimitare le aree ai fini degli interventi ministeriali. Da questo punto di vista so che siamo già a buon punto, in base a quanto mi risulta, ragion per cui do atto all’assessorato all’agricoltura di essersi mosso in modo tempestivo.
Per quanto riguarda le risorse che citiamo, voglio chiarire che sono ben cosciente che abbiamo un bilancio approvato nella Regione Emilia-Romagna, avendolo votato, e che non abbiamo grandi margini per operare in termini di risorse. Quello che auspico e su cui chiedo alla Giunta di impegnarsi è quanto ha sostenuto il Presidente Errani prima, quando ha parlato di attivarsi presso gli istituti di credito perché ci sia la possibilità di erogare fondi a tassi agevolati agli agricoltori per poter intervenire sulle spese di ripristino e di risistemazione degli edifici danneggiati. Potrebbe essere uno degli interventi che la Giunta può compiere.
L’altra iniziativa che si potrebbe eventualmente assumere nell’ambito delle risorse che ci auguriamo il Governo metta prontamente a disposizione è, per esempio, effettuare una variazione di bilancio in questa fase per poi compiere successivi spostamenti, quando ci saranno risorse disponibili.
Si pongono un problema di tempo e di volontà. Voglio chiarire che noi siamo coscienti che il problema del bilancio regionale non può permettere oggi che la Regione destini direttamente risorse particolari, ma chiediamo di valutare se è possibile compiere variazioni di bilancio per poi spostare risorse in questo momento per andare incontro alle esigenze dei settori che ho citato e ricollocare poi le cifre in un secondo momento, quando il Governo si deciderà, speriamo in tempi brevi, a mettere a disposizione delle Regioni e degli Enti locali le risorse necessarie a ripristinare i danni.
In questo quadro ci auguriamo che questa volta ci sia veramente una svolta, e mi riferisco al livello governativo, perché di fronte a queste calamità non si vada avanti con lungaggini e discussioni. Se occorrono interventi legislativi, abbiamo visto che questo Governo, quando vuole, va in Parlamento e chiede la fiducia da un giorno all’altro. Mi auguro, perciò, che anche in questo caso non ci si nasconda dietro alle lungaggini, ma che ci sia un atto di responsabilità da parte del Governo rispetto alla nostra Regione, nonché rispetto a tutto il Paese. Per ciò che è successo e per i prossimi mesi sicuramente c’è bisogno di avere una risposta immediata anche dal punto di vista finanziario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ci sono ancora altri consiglieri iscritti in discussione generale, ma riprendiamo la nostra discussione nel pomeriggio, dopo lo svolgimento delle interpellanze.
Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 13,01
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Teresa MARZOCCHI e Maurizio MELUCCI e il consigliere Roberto CORRADI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Ha partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Aimi - Richetti
Cevenini
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