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169.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 FEBBRAIO 2014

 

(ANTIMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 5208

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la dimensione, in ambito regionale, del fenomeno di esclusione delle persone con disabilità dallo status di disoccupato, a seguito dell'introduzione dei nuovi criteri economici. A firma del Consigliere: Vecchi Luciano

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano (PD)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

VECCHI Luciano (PD)

 

OGGETTO 5187

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi riguardanti, in ossequio ai principi di laicità e di pluralismo religioso, la presenza sul territorio di strutture per il commiato fruibili senza discriminazioni da parte dei cittadini che non pratichino il culto cattolico, come previsto dalla normativa regionale. A firma del Consigliere: Grillini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

LUSENTI, assessore

GRILLINI (Misto)

 

OGGETTO 5193

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i criteri di selezione del personale coinvolto nelle attività oggetto di procedure di gara, relativamente all'emergenza sismica, che ha beneficiato dei cosiddetti incentivi "Merloni". A firma della Consigliera: Noè

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

NOÈ (UDC)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 5209

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di riapertura del punto nascita di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

BIGNAMI (Forza Italia - PDL)

LUSENTI, assessore

BIGNAMI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5211

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la bonifica, in materia ambientale e di gestione dei rifiuti, dei siti contaminati. A firma della Consigliera: Barbati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

BARBATI (Italia dei Valori)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

BARBATI (Italia dei Valori)

 

Interrogazione oggetto 5210

(Decaduta)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5197

Delibera: «Modifica, a norma dell’articolo 7, comma 1 del Regolamento interno, della delibera dell'Assemblea legislativa n. 5 del 3 giugno 2010 recante "Istituzione delle Commissioni permanenti dell'Assemblea legislativa per la IX legislatura ai sensi dell'art. 38 dello Statuto e dell'articolo 7 del Regolamento interno.» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 19 febbraio 2014, n. 16) (153)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

BARTOLINI (Forza Italia - PDL)

PAGANI (PD)

 

OGGETTO 5143

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nei confronti del Governo e dell’Unione Europea per favorire la soluzione del conflitto tra il Marocco e la popolazione del Sahara occidentale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Naldi, Donini, Manfredini, Lombardi, Monari, Noè, Barbati, Pariani, Mazzotti, Garbi, Montanari, Marani, Paruolo, Defranceschi, Barbieri, Villani, Alessandrini, Moriconi, Mori, Casadei, Meo, Sconciaforni, Carini, Piva, Zoffoli, Favia, Pagani

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano (PD)

DONINI (Fed. della Sinistra)

FAVIA (Misto)

 

OGGETTO 5184

Risoluzione per invitare la Giunta ed il suo Presidente, quale Commissario alla ricostruzione, a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, volte ad ottenere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui riguardanti le abitazioni rese inagibili dal sisma. A firma dei Consiglieri: Noè, Manfredini

(Discussione e ritiro)

OGGETTO 5182

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo, volte ad ottenere la sospensione del pagamento, nelle zone colpite dal sisma, delle rate dei mutui riguardanti case inagibili. A firma dei Consiglieri: Leoni, Filippi

(Discussione e ritiro)

OGGETTO 5219

Risoluzione per impegnare la Giunta a compiere le azioni necessarie per la sospensione per tutto il 2014 dei pagamenti dei mutui nei confronti di cittadini e delle imprese con immobili ancora inagibili e a sollecitare il Parlamento nazionale ad adottare il disegno di legge relativo alla dilazione fiscale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Barbati, Donini, Grillini, Mori, Pariani, Serri, Marani, Bonaccini, Leoni, Filippi, Manfredini

(Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5219/1 - Presentazione e ritiro) (111)

PRESIDENTE (Costi)

MANFREDINI (Lega Nord)

LEONI (Forza Italia - PDL)

VECCHI Luciano (PD)

NOÈ (UDC)

FILIPPI (Forza Italia - PDL)

DONINI (Fed. della Sinistra)

ERRANI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano (PD)

MANFREDINI (Lega Nord)

ERRANI, presidente della Giunta

BARBATI (Italia dei Valori)

LEONI (Forza Italia - PDL)

FILIPPI (Forza Italia - PDL)

NOÈ (UDC)

MALAGUTI (Misto)

PRESIDENTE (Costi)

MANFREDINI (Lega Nord)

PRESIDENTE (Costi)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

MEO (SEL - Verdi)

MALAGUTI (Misto)

 

OGGETTO 5165

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esperire un'azione congiunta, con Autorità italiane, europee, degli USA e NATO, nei confronti dell'India per attivare un Arbitrato obbligatorio, ai sensi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, per la soluzione della controversia che coinvolge i fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. A firma del Consigliere: Malaguti

(Ritiro)

OGGETTO 5220

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le azioni del Governo italiano per ottenere il rimpatrio dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. A firma dei Consiglieri: Malaguti, Monari, Corradi, Pollastri, Moriconi, Aimi, Bartolini, Alessandrini, Pariani, Vecchi Luciano, Serri, Villani, Mazzotti, Bazzoni, Cavalli, Lombardi, Bignami, Carini, Mori, Barbieri, Marani, Paruolo, Zoffoli, Leoni, Defranceschi, Bernardini, Barbati, Grillini, Piva, Filippi, Pagani, Noè, Favia, Manfredini

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MALAGUTI (Misto)

FILIPPI (Forza Italia - PDL)

MONARI (PD)

NALDI (SEL - Verdi)

 

OGGETTO 5145

Risoluzione in merito al consumo di suolo e agli strumenti da individuarsi per agevolare i Comuni a rivedere al ribasso le previsioni non conformative dei piani urbanistici vigenti. A firma dei Consiglieri: Meo, Casadei, Barbati, Paruolo, Donini, Mumolo, Naldi, Favia, Defranceschi, Sconciaforni, Pagani, Grillini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MEO (SEL - Verdi)

CASADEI (PD)

PARUOLO (PD)

PERI, assessore

NALDI (SEL - Verdi)

DONINI (Fed. della Sinistra)

PARIANI (PD)

MEO (SEL - Verdi)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4846

Risoluzione per impegnare la Giunta a salvaguardare il punto nascita dell'Ospedale di Porretta, dando continuità alle scelte operate dalla Regione Emilia-Romagna nel corso delle legislature precedenti. A firma dei Consiglieri: Bignami, Noè

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 5222

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le AUSL affinché la chiusura del Punto Nascita di Porretta non pregiudichi il mantenimento sul territorio di tutti i servizi necessari al percorso prenatale e post-nascita. A firma dei Consiglieri: Marani, Piva, Mumolo, Pariani, Carini, Paruolo, Monari

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

BIGNAMI (Forza Italia - PDL)

BERNARDINI (Lega Nord)

MARANI (PD)

NOÈ (UDC)

RABBONI, assessore

FAVIA (Misto)

LUSENTI, assessore

PARUOLO (PD)

FAVIA (Misto)

BIGNAMI (Forza Italia - PDL)

NOÈ (UDC)

BERNARDINI (Lega Nord)

VILLANI (Forza Italia - PDL)

PIVA (PD)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

VILLANI (Forza Italia - PDL)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 4846

Emendamenti agli oggetti 5219 - 5145

Ordine del giorno oggetto 5219/1

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,43

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centosessantanovesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

-          antimeridiana dell’11 febbraio 2014 (n. 167);

-          pomeridiana   dell’11 febbraio 2014 (n. 168);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Costi): L’assessore Patrizio Bianchi non sarà presente alla seduta dell’Assemblea legislativa perché impegnato in una trasferta istituzionale, sulle interrogazioni a risposta immediata risponderà il sottosegretario Bertelli; comunico l’assenza, per malattia, del consigliere nonché vicepresidente Sandro Mandini, che è comunque a casa e sta abbastanza bene, inoltre comunico anche l’assenza del consigliere, causa malattia, Roberto Montanari.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Costi): Partiamo con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Iniziamo dall’oggetto:

 

5208 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la dimensione, in ambito regionale, del fenomeno di esclusione delle persone con disabilità dallo status di disoccupato, a seguito dell'introduzione dei nuovi criteri economici. A firma del Consigliere: Vecchi Luciano

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliere Vecchi. Ha sei minuti per l’introduzione.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Con questa interrogazione ho inteso portare in quest’Aula nell’interlocuzione con la Giunta regionale una situazione di disagio che si è venuta a creare per quei cittadini con disabilità gravi che grazie a un’iniziativa autonoma e specifica di questa Regione fino al 31 dicembre scorso potevano godere dello status di disoccupato in deroga alla norma generale se avevano avuto nell’anno precedente redditi da lavoro dipendenti inferiori a poco meno di 12 mila euro. Comprendiamo che a causa di una normativa nazionale che obbliga le Regioni a uniformarsi tra di loro è stata revocata questa considerazione specifica per le persone portatrici di gravi disabilità ed è stato unificato a 8 mila euro erga omnes questo limite. Questo ha provocato e provoca una situazione di disagio, in qualche caso di sconcerto, nei confronti di coloro i quali già si trovano in situazione grave - pensiamo a quelli monoreddito - e non vedendo più una "premialità" nella loro condizione di disabilità per le agevolazioni corrispondenti allo status di disoccupato.

Capisco che la Regione si è dovuta adeguare e non ha potuto fare altro di fronte a una normativa nazionale, però volevo chiedere se esiste da un lato una valutazione di quante sono le persone o quali sono le categorie che verrebbero in questo modo escluse dai benefici e in secondo luogo se esiste il margine, oltre che la volontà politica, di mettere in atto misure di accompagnamento per lenire quella che è oggettivamente, anche se non per colpa delle deliberazioni regionali, una situazione di maggiore difficoltà che si è venuta a creare dal primo gennaio di quest’anno.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

La parola al sottosegretario Bertelli. Ricordo che ha tre minuti. Prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. In applicazione delle Linee guida adottate il 5 dicembre 2013 dalla Conferenza Stato - Regioni per recepire in modo omogeneo, su tutto il territorio nazionale, quanto previsto dalla legge 92/2013 in materia di disoccupazione la Regione Emilia-Romagna ha dovuto allineare la soglia del reddito imponibile annuo lordo di 8 mila euro per la conservazione dello stato di disoccupazione anche alle persone con disabilità. La Regione ha informato le associazioni regionali in rappresentanza delle persone con disabilità, cioè la FISH e la FAND. Da verifiche fatte con i servizi di collocamento mirato delle amministrazioni provinciali emerge che circa il 5,5% delle 40 mila persone che sono iscritte ha un lavoro precario, la cui soglia di reddito inferiore a 11.645,79 euro annui, così come prevedeva la precedente disciplina regionale in materia. Pertanto, a seguito dell’entrata in vigore delle nuove regole, circa il 5% delle persone iscritte al collocamento mirato perderà la condizione di disoccupato/occupato, ma verrà classificato solo come occupato.

Per individuare le persone che hanno un reddito superiore a 8 mila euro, i servizi provinciali hanno attivato una campagna di comunicazione anche in collaborazione con le associazioni delle persone con disabilità e nel frattempo stanno contattando le persone interessate. In tale ambito, la Regione, in collaborazione con i servizi provinciali competenti, effettuerà il monitoraggio. Sulle possibilità di valutare possibili interventi integrativi della Regione bisognerà che ci aggiorniamo tenendo conto anche di quello che succederà nella programmazione dei prossimi fondi strutturali per capire se c’è margine per effettuare qualche intervento a sostegno non previsto da questa normativa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Luciano Vecchi. Ha quattro minuti.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario della risposta, che fa stato di quella che è la situazione. Abbiamo dovuto, a causa di una normativa nazionale, porre termine a un’agevolazione che, se non capisco male, soltanto in Emilia-Romagna funzionava. Credo che anche se riguarda soltanto alcune centinaia o forse qualche migliaio, se non capisco male dalle cifre date, di persone, tuttavia si tratta di una questione che nuoce alla situazione di persone che già vivono in condizioni di difficoltà. È vero che purtroppo in questo la situazione in Emilia-Romagna si uniforma a quello che esiste nel resto del Paese, e ringrazio la considerazione fatta a nome della Giunta dal sottosegretario Bertelli che grazie alla posta in rilievo di questa questione ci sarà una riflessione per valutare nei limiti delle possibilità le forme di intervento che saranno necessarie per dare risposte a categorie di cittadini; come si capisce, tra gli 8 mila e gli 11.600 euro annui di reddito lordo non vi è un cambiamento effettivo di status, in maniera particolare la normativa non prevede una valutazione di quello che è il reddito e la situazione familiare, quindi sottolineo che in maniera particolare i monoreddito su questo possono avere problemi molto grandi, quindi la ringrazio e credo che vigileremo e saremo pronti a collaborare con la Giunta per trovare soluzioni che diano un respiro in più a persone che già vivono in una condizione grave. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Chiamo l’oggetto:

 

5187 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi riguardanti, in ossequio ai principi di laicità e di pluralismo religioso, la presenza sul territorio di strutture per il commiato fruibili senza discriminazioni da parte dei cittadini che non pratichino il culto cattolico, come previsto dalla normativa regionale. A firma del Consigliere: Grillini

 

Risponderà l’assessore Lusenti.

Prego, consigliere Grillini. Le ricordo che ha sei minuti per presentazione e replica.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. La vicenda è nota, ci sono stati numerosi cittadini che hanno rivolto appelli alle amministrazioni comunali perché non ci sono luoghi dell’addio di carattere laico o comunque aperti alle altre confessioni religiose. In particolare citiamo la lettera del 18 febbraio 2014 a Repubblica di cittadini che non hanno potuto celebrare un funerale di carattere laico, pur avendo una legge regionale che è molto esplicita in questa materia. Ho citato nel dispositivo che ho presentato la legge regionale 29 luglio 2004, n. 19. Com’è noto, la Corte Costituzionale in numerosissime sentenze - ho poco tempo ma potrei leggerle perché ho qui i dispositivi - ha riaffermato che il principio della laicità è costituzionale, fondativo della carta costituzionale, garantisce le libertà religiose e anche in negativo garantisce i non credenti. In Emilia-Romagna un calcolo approssimativo ci dice che i non credenti o gli appartenenti alle altre confessioni religiose sono 628.624, ma non mi dilungo su come abbiamo ricavato questo dato, peraltro ricavato da dati Caritas/Migrantes, e molti dicono che i non credenti sono circa il 15 - 20 per cento della popolazione.

Purtroppo, nonostante l’esistenza di una legge regionale che garantisce i luoghi dell’addio indipendentemente da quelli cattolici, ci risulta che nella nostra regione siano solo due attualmente operanti, uno a Ravenna e l’altro a Borgo Panigale. Va da sé che siamo di fronte quindi a una totale mancanza di strutture e a un’inadempienza della Regione rispetto alla sua legge.

Anche in questo caso non leggo i contenuti della legge regionale - li diamo acquisiti e comunque sono nel dispositivo - ma noi chiediamo che cosa la Regione ha intenzione di fare per garantire le libertà fondamentali del cittadino, in particolare nel momento più triste della vita di ciascuno di noi quando occorre celebrare un funerale, dove molte persone non hanno il luogo per celebrarlo adeguatamente secondo le proprie convinzioni religiose o anche secondo il proprio ateismo, visto che nel nostro Paese, al di là della vulgata, ci sono tantissimi non credenti. Si richiede che intenzioni ha la Regione per garantire l’effettività di questo diritto.

Anche a me è capitato - quando si fa politica capita spesso - di andare a funerali per motivi anche di carattere pubblico e ho visto certe situazioni veramente incresciose, certe cerimonie celebrate nei corridoi o addirittura in mezzo alle tombe della Certosa perché per esempio a Bologna la struttura che era definita per queste celebrazioni (il Pantheon) è inagibile da due anni.

È evidente quindi che occorre un’iniziativa perché mentre per i funerali cattolici si dà per scontato che qualsiasi chiesa vada bene, e quindi non c’è bisogno di un particolare permesso sanitario, per qualsiasi altra celebrazione c’è bisogno di permessi sanitari, c’è una burocrazia fortissima, quindi per esempio questo problema si potrebbe risolvere delegando a chi fa i servizi funerari l’approntamento di una decina di sale per città che abbiano le caratteristiche definite dalla ASL per poter fare celebrazioni di questo tipo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

La parola all’assessore Lusenti per la risposta. Prego.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. In Emilia-Romagna le strutture per il commiato sono nate per rispondere all’esigenza di poter disporre di un luogo o di uno spazio neutro di cordoglio per differenti identità e fedi religiose offrendo, qualunque sia la natura pubblica o privata del soggetto realizzatore a qualunque cittadino, senza discriminazione di alcun tipo in ordine all’accesso, la possibilità di una vasta gamma di servizi alla persona che vanno dall’accoglienza dei congiunti all’assistenza psicologica, alla veglia del congiunto e alla cerimonia del commiato. Per la realizzazione e il funzionamento di tali strutture la legge regionale, che è la 19/2004, attribuisce ai Comuni il ruolo di promozione, indipendentemente dal fatto che siano realizzate da soggetti pubblici o privati stabilendo inoltre, come già richiamato, che siano fruibili da chiunque ne faccia richiesta con ciò escludendo che il loro gestore ne possa fruire solamente per fini singoli o circoscritti limitandone l’accesso ad alcuni soggetti.

La medesima legge individua la Regione quale soggetto che ne favorisce con appositi strumenti incentivanti un’adeguata presenza sul territorio regionale. Il riferimento agli strumenti incentivanti presenti nella disposizione legislativa va inteso per i soggetti pubblici e privati, come peraltro emerso in sede di discussione in Commissione consiliare durante l’iter di approvazione della legge, come disponibilità a favorire con strumenti di regolazione o altri interventi di ordine generale la nascita di queste strutture in modo omogeneo sul territorio regionale per consentirne l’accesso a tutti i cittadini. Alcune misure orientate in tal senso sono state introdotte nelle delibere attuative della legge regionale quanto per esempio a requisiti funzionali e strutturali.

Si segnala comunque che ad esito di una ricognizione effettuata sul territorio risulta esistano sei strutture per il commiato a iniziativa privata e segnatamente a Modena, a Parma, due a Piacenza, a Ravenna e a Reggio Emilia mentre il comune di Ferrara e il comune di Borgo Panigale, citati nell’interrogazione, hanno allestito delle strutture del commiato concepite come camere ardenti, dunque private di quegli spazi ulteriori atti a consentire qualsiasi cerimonia del commiato secondo una ritualità anche laica e personalizzata.

Si ritiene comunque che in ragione dell’avvento di una società multiculturale, con la presenza sempre più importante di costumi ed esigenze tra loro diverse nei nostri territori e di un sempre processo di secolarizzazione, si debba promuovere in collaborazione con i Comuni, la ricerca di soluzioni più adeguate e sostenibili per rispondere a tali legittime istanze per rendere possibile in modo più diffuso la realizzazione di luoghi specifici per riti funebri per tutti progettati e curati per essere dignitosi e privi di precise connotazioni ideologiche o religiose.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

La parola al consigliere Grillini. Ha due minuti.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Assessore, sono contento della sua risposta nel senso che abbiamo riaffermato dei principi e rimane da capire come si garantisca non solo questo che è un diritto di poter celebrare il funerale nel modo che uno crede sia in riferimento alle proprie convinzioni religiosi sia in riferimento alle proprie non convinzioni religiose, cioè al fatto che ci sono anche funerali di persone non credenti. In pratica che si fa? La Regione stanzia dei fondi? Rifà la legge?

Se le strutture pubbliche sono due e quelle private sono sei, se è vero il dato che io ho riportato di parecchie centinaia di migliaia di persone che o sono di un altro credo o sono non credenti siamo di fronte a un’inadempienza di una legge regionale e siamo anche di fronte a una drammatica mancanza di strutture adeguate. Io penso che sia doveroso da parte anche dell’ente regionale garantire l’effettiva pratica applicabilità di una sua norma, oltre che di un diritto costituzionale sancito in numerose sentenze, che per limiti di tempo non sto a leggere.

Quindi bisogna che su questo terreno noi individuiamo degli strumenti efficaci e pratici di intervento perché nella mia interrogazione ovviamente si proponeva con forza questo tema, sono molto contento che l’assessore nei fatti condivida l’impianto, ma non ho capito come si procede. Si lascia che i Comuni continuino a ignorare la legge regionale e l’esigenza dei cittadini? Perché ci sono molti modi per garantire questo diritto, uno dei quali è mettersi d’accordo con chi gestisce i servizi funerari perché si approntino delle sale adeguate. Visto che ci sono già sei strutture gestite da privati il privato può giocare il suo ruolo indipendentemente dal fatto che i Comuni abbiano o non abbiano i soldi e i fondi per approntarli.

Se il Comune di Bologna non ha i fondi per ristrutturare il Pantheon a me pare che uno sforzo in questa direzione potrebbe anche farlo, visto che oltretutto il Pantheon della Certosa di Bologna è un edificio monumentale che va comunque manuteso e in buone condizioni. Rimane da risolvere come noi garantiamo questo diritto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Passiamo all’oggetto:

 

5193 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i criteri di selezione del personale coinvolto nelle attività oggetto di procedure di gara, relativamente all'emergenza sismica, che ha beneficiato dei cosiddetti incentivi "Merloni". A firma della Consigliera: Noè

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliera. Ha sei minuti per l’introduzione e la replica.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Ho appreso nei giorni scorsi dal sito Internos e anche da alcune dichiarazioni che sono state sollevate dalle tre forze sindacali che effettivamente c’è un malcontento tra i nostri dipendenti che criticano le modalità con cui sono stati attribuiti gli incentivi ai sensi della legge "Merloni".

Ai sensi di questo malcontento ho cercato di reperire il decreto firmato dal Presidente Errani per comprendere la ragione di questa contestazione e purtroppo è stato anche difficile reperire quel decreto nonostante la legge di trasparenza, ma facendone espressa richiesta e probabilmente in veste di consigliere mi è stato possibile entrare in possesso di questo decreto e comprendere meglio di che cosa si trattasse.

Effettivamente questi incentivi che la legge "Merloni", anche in modo condivisibile, riconosce al personale della pubblica amministrazione che intende avvalersi di personale proprio per operazioni di progettazione, direzione lavori e operazioni collegate al bando, individua un percorso che può essere più economico qualora queste consulenze dovessero essere reperite all’esterno. Purtroppo però le contestazioni che ho avuto di leggere su questo sito mi hanno insospettito non solo per la modalità con cui ho avuto profonda difficoltà nel reperire il materiale per documentarmi ma soprattutto perché ho avvertito da parte di coloro i quali sollevavano queste contestazioni la mancanza di chiarezza circa i criteri cui si ispirerebbe la Regione per individuare le persone cui riconoscere incentivi ma soprattutto per i criteri che sarebbero preposti per individuare le persone da coinvolgere in questi percorsi piuttosto che l’esclusione di altre che magari fanno le stesse cose.

A questo punto vorrei comprendere dalla Regione quali sono i criteri che ispirano la selezione del personale della Regione stessa nelle operazioni riconducibili a quanto è incentivabile ai sensi della legge "Merloni".

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Naturalmente ho un’articolata risposta che metto nelle disponibilità della consigliera Noè, per cui non so nemmeno se gliela leggo tutta, anche se sarebbe il caso. Premetto due cose molto sintetiche. Come ha lei stessa ammesso nella sua richiesta, la procedura "Merloni" mette nelle condizioni chi la adopera nella pubblica amministrazione di ottenere rilevanti risparmi nell’esercizio delle attività, che normalmente riguardano la realizzazione di opere pubbliche, gare, progettazioni e così via; tant’è vero che se avessimo dovuto fare la stessa attività con ricorso a professionisti esterni avremmo speso enormemente di più. In condizioni particolari, come quelle del terremoto, in cui abbiamo dovuto in un tempo ridottissimo realizzare una quantità di opere pubbliche che normalmente in questa regione si realizzano almeno in vent’anni, questo risparmio è stato particolarmente rilevante e il Commissario che è stato incaricato attraverso un decreto, come tutti sanno, di avviare le procedure per l’emergenza e la ricostruzione, si è dovuto avvalere di personale reperendolo prima di tutto all’interno della Regione, e successivamente, attraverso l’utilizzo di personale esterno appositamente selezionato dopo una gara pubblica e il trasferimento di altro personale proveniente da altre amministrazioni (Regioni e Comuni). Tuttavia le leggo la risposta perché credo che sia opportuno che tutti sappiano, vista la polemica.

La gestione delle emergenze e la ricostruzione successiva a seguito degli eventi sismici del maggio del 2012 è affidata dal decreto-legge, n. 74/2012 convertito in legge n. 12/2012, ai Presidenti delle rispettive Regioni in qualità di Commissari delegati.

In Emilia-Romagna, a fronte di un terremoto di forte intensità qual è quello che ha investito i territori di quattro province danneggiando centinaia di edifici scolastici, il Presidente/Commissario delegato si è fatto direttamente carico di avviare da subito la realizzazione di scuole temporanee che hanno ospitato 17 mila studenti. Anche per altre strutture pubbliche danneggiate (municipi, palestre) insieme alle soluzioni abitative temporanee è intervenuto direttamente il Presidente/Commissario.

Complessivamente in circa 18 mesi il Presidente/Commissario ha direttamente eseguito lavori per oltre 200 milioni di euro. Questa scelta è stata in qualche modo condizionata dal fatto che agli altri Enti pubblici (Regione, Province e Comuni) non erano state conferite le deroghe alle normative vigenti in capo solo ai Presidenti/Commissari delle tre regioni, quindi le deroghe a esercitare gli appalti con tempistiche e modalità più ristrette.

Il Presidente/Commissario per la realizzazione delle strutture di emergenza, non avendo propri dipendenti, si è necessariamente avvalso di personale della Regione Emilia-Romagna, di altri enti pubblici e di soggetti assegnati alla struttura a vario titolo coinvolti. A seguito degli eventi conseguenti al sisma del 2012 è stata infatti effettuata la scelta di operare con una struttura dedicata di carattere straordinario di dimensioni molto contenute utilizzando a supporto le risorse assegnate alle strutture ordinarie dell’amministrazione regionale.

Le prime attività tecnico-progettuali sono quelle che hanno interessato le scuole che sono state avviate fin dai primi giorni del giugno 2012, consentendo la riapertura di tutte le scuole entro il 2012. In questa fase il personale coinvolto è stato quello della Direzione Programmazione insieme ai consulenti provenienti da altri enti.

Successivamente, con ordinanza n. 31 del 30.08.2012, sono state emanate le disposizioni generali per il funzionamento della Struttura Commissariale. In questa ordinanza si fa espresso riferimento anche all’applicazione del Regolamento regionale n. 5 del 31.07.2006 al personale regionale interessato che disciplina gli incentivi. Per l’applicazione del regolamento regionale il Commissario si è dotato di un proprio regolamento approvato con ordinanza n. 92 del 21.12.2012.

In merito ai criteri adottati per la selezione del personale coinvolto nelle attività progettuali e nelle procedure di gara del Commissario delegato e nella successiva attribuzione dell’incentivo ai sensi dell’articolo 92 del decreto legislativo 163/2006 si rappresenta quanto segue.

Per l’individuazione delle risorse impegnate sull’emergenza e sulla ricostruzione occorre considerare le unità di personale acquisite direttamente dal Commissario e quelle che l’amministrazione regionale ha messo a disposizione a supporto. Vista l’estrema urgenza di avviare immediatamente le procedure di gara delle scuole dal giugno 2012 in una prima fase il personale coinvolto è stato quello che faceva diretto riferimento alla Direzione Programmazione Territoriale in quanto il suo direttore Cocchi era stato individuato come coordinatore della gestione dell’emergenza post-sisma.

In tutte le ordinanze del Commissario delegato dal luglio 2012 si fa espresso riferimento al supporto dell’Agenzia regionale Intercent-ER per le varie procedure di gara e pertanto il personale dell’Agenzia è stato coinvolto fin dai primi momenti.

Sempre nei provvedimenti del Commissario delegato si fa espresso riferimento all’Ufficiale Rogante incaricato di sovrintendere non solo alla firma del contratto ma anche a tutte le formalità e atti prodromici delle varie procedure di gara.

Per quanto riguarda le unità acquisite direttamente dal Commissario facendo seguito alla disciplina prevista dall’Ordinanza 31 del 30.08.2012 si è operato come segue: sono state acquisite con la modalità del comando da altre pubbliche amministrazioni; sono state assunte con contratto a tempo determinato utilizzando le graduatorie vigenti presso l’amministrazione regionale; per le professionalità non presenti in graduatorie utilizzabili per assunzioni a tempo determinato sono stati acquisiti lavoratori in somministrazione dalla società Obiettivo Lavoro che è stata individuata a seguito di gara pubblica svolta da Intercent-ER e aggiudicata con decreto n. 899/2013.

Per quanto riguarda le unità assegnate a supporto della struttura dell’Amministrazione regionale, in particolare nell’immediatezza degli avvenimenti in fase di emergenza, si è operato come segue: su richiesta del Presidente in qualità di Commissario straordinario è stata effettuata la ricerca di personale regionale da assegnare alla struttura commissariale inviando le richieste ai Direttori generali delle strutture regionali che hanno segnalato nominativi di collaboratori disponibili o che, seppur temporaneamente, potevano essere distolti dalle ordinarie attività.

I dipendenti regionali, come sopra individuati, hanno prestato la propria attività presso la struttura commissariale con modalità varie: chi solo per un periodo di tempo limitato, chi con prestazione a tempo parziale e chi a tempo pieno e con continuità fino a oggi.

Sono state sollecitate anche acquisizioni di personale dalle Aziende sanitarie del territorio; da queste sono state acquisite con modalità del comando presso l’Amministrazione regionale unità di personale alcune delle quali continuano a prestare la propria attività a supporto della struttura commissariale.

A quanto sopra indicato si aggiungono poi le molte numerose unità di personale a tempo determinato e indeterminato che pur permanendo assegnate alle strutture regionali di appartenenza hanno svolto e svolgono la propria attività intervenendo sulle attività connesse agli eventi sismici.

Una componente importante dei dipendenti regionali coinvolti nelle operazioni progettuali finalizzate all’esecuzione dei lavori sono tecnici incaricati dei collaudi sia statici sia tecnico-amministrativi. Per la loro individuazione si è preso atto dell’elenco dei collaboratori della Regione Emilia-Romagna istituito presso la Direzione Generale Organizzazione e Personale tenendo conto dei tecnici in grado di espletare il collaudo statico (in quanti iscritti da più di dieci anni all’ordine professionale). Successivamente si è fatto da parte dei direttori una ricognizione presso i servizi tecnici di bacino al fine di individuare tecnici disponibili (in base al carico di lavoro) a effettuare il collaudo. Tale elenco è stato ampliato da tecnici provenienti dalla Direzione Programmazione Territoriale e dalla Direzione Infrastrutture. La suddivisione dei collaudatori in commissioni e la successiva attribuzione dei lavori è stata fatta avendo cura a un’attenta ripartizione degli incarichi. Tuttavia a seguito delle numerose rinunce registrate - perché occorre tenere presente che molto del personale a cui abbiamo chiesto o non ha accettato o dopo poco ha chiesto di non farne più parte perché il lavoro era particolarmente impegnativo - e delle successive difficoltà ad avere dei collaudi provvisori da parte delle commissioni, sono stati successivamente affidati i collaudi alle commissioni che hanno garantito una celerità nel lavoro. Per l’altro personale non regionale è stata richiesta a tutti i Comuni e alle Province terremotate, in più occasioni in sede di Comitato istituzionale, la collaborazione alle varie attività del Commissario sia per quanto attiene la partecipazione dei tecnici alle commissioni di gara sia all’effettuazione di alcuni collaudi statici o tecnico-amministrativi.

Per ogni procedura di gara si è proceduto con vari decreti (251, 252, 253, 254, 255 e 256 del 21 dicembre 2012) alla costituzione dei vari gruppi di lavoro che hanno visto la presenza del personale effettivamente coinvolto nelle operazioni tecniche ed amministrative prevedendo l’importo dei lavori e dell’incentivo di ogni procedura, l’apporto quali-quantitativo richiesto e le connesse responsabilità, è un provvedimento notificato a tutti i dipendenti coinvolti.

Per ultimo nei provvedimenti di integrazione dei precedenti decreti e di liquidazione della prima erogazione (decreti n. 1404 del 20 novembre 2013 e 1576 del 21 dicembre 2013) si fa espresso riferimento all’incarico svolto dai vari dipendenti coinvolti nelle varie operazioni.

Mi si permetta di ringraziare in questa sede tutti coloro i quali con grande impegno, solo in minima parte remunerato attraverso gli incentivi dovuti e dal commissario volutamente ridotti, hanno consentito al commissario di raggiungere un primo rilevante risultato nell’ambito della ricostruzione delle opere pubbliche nel rispetto dei tempi previsti dal fondo di solidarietà europea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliera Noè.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Dott. Bertelli, ho bisogno di invitarla, alla luce di quanto lei ha detto, ad andare a prendere visione di quello che emerge su Internos dalla conversazione che hanno espresso - non so se molto liberamente - alcuni collaboratori di questa Regione, così come pure le dichiarazioni di tutte le forze sindacali rispetto alle modalità con cui questi incentivi vengono attribuiti da parte della nostra Regione. Innanzitutto vorrei ricordare che stiamo parlando di 259 mila euro che corrispondono solamente al 65 per cento degli incentivi che questa Regione sulla ricostruzione post-terremoto ha già riconosciuto a 88 propri dipendenti. È un po’ imbarazzante, dott. Bertelli, che nel momento in cui vado a guardare l’elenco di tutti i collaboratori che in questa Regione hanno percepito degli incentivi "Merloni" nell’anno 2013, prendere atto che proprio tutti quelli riconducibili alle operazioni della ricostruzione post-terremoto, laddove bisogna esprimere quello che è il diploma della persona, l’importo del progetto, la percentuale riconducibile alla "Merloni", il tipo di incarico che ha ricevuto per questo progetto, quindi tutta una serie di informazioni sono tutte asteriscate e stranamente solo per questa tipologia di operazioni tutti gli incentivi non sono spiegati. C’è una declinazione di quell’asterisco e si dice che già dal gennaio del 2013 si sta attendendo da parte del gruppo tecnico una spiegazione di quelle voci che oggi sono mancanti, e siamo nel febbraio del 2014.

Tra l’altro ho cercato anche di reperire questo decreto regionale ed è stato impossibile rintracciarlo, ai sensi della legge sulla trasparenza, ma non è stata solo una mia difficoltà ma da parte di tante persone, anche presenti in quest’Aula. Ho dovuto chiederlo alla Segreteria della Presidenza Errani, così come pure per cercare di capire, attraverso il nostro sistema informatico, chi sono i componenti del gruppo tecnico "Merloni" che sono coloro i quali devono valutare l’applicazione di questa legge e che quindi devono riconoscere degli incentivi ai dipendenti regionali. Quando sono riuscita finalmente ad avere questo elenco, perché sono andato a chiederlo al nostro direttore generale competente per materia, ho avuto anche l’amara sorpresa di vedere che tra i componenti del gruppo tecnico "Merloni" ci sono anche dei funzionari con delle qualifiche piuttosto elevate che sono tra i maggiori fruitori degli incentivi. Questa è una situazione che è un po’ imbarazzante perché rischiamo di avere che controllato e beneficiario non è giusto che si sovrappongano, soprattutto quando forse intuitivamente vedere che determinati compensi di alcune decine di migliaia di euro vengono riconosciuti a quelle figure apicali - non voglio nemmeno essere particolarmente precisa ma a buon intenditore poche parole - quando forse già queste persone per i compensi che prendono e per le premialità che sono già previste nel loro incarico e nel loro ruolo, vedere che anche decine di migliaia di euro vengono riconosciute, forse perché si assumono una semplice funzione di ufficiale erogante, c’è qualcosa che non mi è chiaro, come forse non è chiaro comprendere come mai si danno degli incentivi a dei dipendenti semplicemente perché fanno le risposte ai quesiti con le FAQ.

Stiamo parlando di quella che è la normale attività. Io non capisco come si faccia a incentivare chi fa un’attività di protocollazione, come si fa a incentivare chi fa un’attività riconducibile ad attività amministrative di supporto e ai collaboratori dell’ufficiale erogante. Oggi mi viene difficile riuscire, pur rispettando il lavoro che fanno queste persone e pur rispettando la bontà di una legge come quella della "Merloni", che consente a una Regione di risparmiare nelle proprie consulenze, ravvisare che ci sono delle strane modalità per riconoscere degli incentivi. Se tutta questa attività è possibile farla fare a del personale regionale questo vuol dire che allora noi abbiamo un organico che svolge delle attività che sono effettivamente comprimibili al punto tale che può fare dell’altro, di cui non viene tenuto conto perché comunque addirittura riceve degli incentivi. Non capisco, perché alla fine il dramma di tutto ciò è che purtroppo quello che oggi a determinate persone chiediamo di fare comprimendo il lavoro che rientra nelle sue funzioni lo devono fare altri, altri che non sono stati beneficiati di questi incentivi.

La vera ragione per cui ho sollevato questa domanda è che purtroppo non sono chiari, ed è questa la lamentela che sollevano i dipendenti e i sindacati, i criteri. Lei mi dice che abbiamo coinvolto i direttori generali che a sua volta hanno individuato le persone disponibili, ma purtroppo dalle conversazioni che io ho letto, dott. Bertelli, non emerge assolutamente questo. Se questa è la situazione o la comunicazione non è stata adeguata oppure dobbiamo verificare se effettivamente ci sono state delle distonie tali che hanno creato questa situazione che si presta a un’interpretazione di sperequazione di trattamento.

Sinceramente non mi sento soddisfatta della risposta che ho ricevuto, soprattutto perché c’è un altro aspetto, cioè che non c’è un adeguato avvicendamento delle persone che svolgono determinati ruoli e sono sempre le stesse, quando invece da quella conversazione ci sono tanti dipendenti che avrebbero voluto partecipare ma che forse non sapendo quali sono le regole del gioco chiedono di poterlo fare. Mi fa piacere la sua sorpresa rispetto a quello che io sto sollevando ma lei consideri che sono un portatore di istanze del personale dipendente e dei sindacati, quindi forse, e mi fa piacere che ci sia anche l’assessore Bortolazzi, verifichiamo se effettivamente queste istanze sono fondate o meno, soprattutto verifichiamo se il protocollo che istruisce le modalità per assegnare degli incarichi ai sensi della "Merloni", quindi incentivabili, è un protocollo che va eventualmente rivisto perché magari non funziona tra i dipendenti che potrebbero invece dare la loro disponibilità e concorrere a un avvicendamento che non fa sorgere dei sospetti.

Chiederò alla Commissione competente, che presumo sia quella degli Affari Generali, di fare un’audizione, e credo che non verrà negata per quanto venga proposta da un esponente della minoranza, proprio nell’interesse dei dipendenti e dei sindacati, per valutare effettivamente se ad oggi le modalità con cui questa legge "Merloni" viene applicata siano meritevoli di un approfondimento e quindi attraverso un’audizione dove verificheremo anche chi sono le persone che è giusto che vengano a riferire come questi incentivi della "Merloni" vengono applicati nella nostra Regione e quali sono le modalità che prevedono il coinvolgimento di tutti, perché i dipendenti lamentano di non capire quali sono i criteri con i quali vengono selezionate alcune persone, perché alcune persone dicono che avrebbero potuto anche loro stessi partecipare per dare quella prestazione che ha dato un collega che ha le stesse mansioni e le stesse funzioni il quale però è stato scelto non si sa come. Non bisogna ridere, dott. Bertelli, perché o le rimostranze non sono meritevoli di attenzioni, e non sono le rimostranze di una, due o tre persone ma sono decine, soprattutto che corrispondono anche alle istanze di tutte le tre confederazioni sindacali. C’è qualche cosa che penso voglia assolutamente chiarire e credo che non ci sia nulla in contrario. Per favorire questo confronto, come ho già anticipato, chiederò un’audizione al fine che eventuali dubbi vengano fugati all’interno di questa occasione di confronto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Invito nuovamente i consiglieri interroganti e anche gli assessori il più possibile al rispetto dei tempi, anche se so che ci sono dei temi complessi.

Chiamo l’oggetto:

 

5209 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di riapertura del punto nascita di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risponderà l’assessore Lusenti.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Mi scuso per l’intervento poco ortodosso che andrò a svolgere ma direi che la vicenda del tutto surreale in cui si scrive la mia illustrazione giustifichi quanto accadrà. Questo perché, ed è bene chiarirlo - svolgo questo intervento su delega espressa dai cittadini - l’assessore Lusenti si è sistematicamente rifiutato di confrontarsi con i cittadini. Ricordiamo tutti che eravamo qua col comitato, l’Assessore era qui e ha ritenuto di non venire in quell’assise per confrontarsi con i cittadini. Il tema è noto, è un tema che riguarda il punto nascita di Porretta, che è già stato chiuso, nessuno ha ritenuto di dare risposte in ordine a questa situazione, do per letta l’interrogazione molto ricca, l’Assessore credo che la conosca, ma prima di dare la risposta vorrei fargli ascoltare un intervento che credo dovrebbe considerare nelle sue valutazioni conclusive.

 

(il consigliere Bignami accende l’audio sul tablet personale)

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere, per piacere le chiedo di interrompere. Parla lei, lei è il rappresentante dei cittadini in quest’Aula e quindi parla direttamente lei.

 

BIGNAMI: Nel Regolamento non ho trovato niente.

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Bignami, la prego di spegnere.

 

BIGNAMI: Citi il Regolamento.

 

PRESIDENTE (Costi): Sto dirigendo i lavori in Aula, consigliere Bignami, per piacere. Lei rappresenta i cittadini e non sono ammessi degli strumenti che in questo caso...

 

BIGNAMI: Mi può dire dove si dice nel Regolamento?

 

PRESIDENTE (Costi): Il Regolamento prevede distribuzione di fotocopie, prevede altre cose che abbiamo sempre utilizzato ma non questa modalità, strumenti ultronei.

 

BIGNAMI: Mi dica l’articolo.

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere, la prego di interrompere. Ha la possibilità di esprimere tutto quello che ritiene.

 

BIGNAMI: Perché avete paura di sentire che cosa avete detto in campagna elettorale dicendo che in montagna vanno tenuti i servizi e poi chiudete? Che cosa è che vi fa paura? Glielo dico, presidente, rivolgendomi all’assessore Lusenti perché, insieme a un altro assessore, che per fortuna non c’è più, il peggiore che abbiamo avuto. Ci sta - mi dispiace riconoscerlo - facendo rimpiangere Bissoni. Lo dico perché con tutti gli assessori ci può essere confronto, scontro di merito, anche duro, ma con lei è impossibile parlare. Già con un altro assessore questa situazione si è verificata, è finita come è finita, perché poi il Presidente Errani ha riconosciuto nella sua onestà intellettuale che cosa rappresentava quell’Assessore e con lei è impossibile parlare. Oggi la Presidenza prima ha autorizzato un dibattito di mezz’ora ed è rigidissima sempre con questa parte. Comunque abbiamo detto quel che c’era da dire, vale a dire che in montagna vanno tenuti i servizi. Questo non l’ho detto io ma l’ha detto il Presidente Errani.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Lusenti per la replica. La prego di rimanere il più possibile nei termini.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Cercherò di stare nei termini anche se le questioni molto articolate poste dall’interrogazione meritano risposte motivate e puntuali. Vanno premesse innanzitutto due considerazioni sul rapporto tra volumi ed esiti. La prima è relativa alla letteratura.

Come l’interrogante ricorda, citando la fonte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella letteratura scientifica è presente una rilevante mole di studi che dimostra come in ambiente ospedaliero volumi elevati di procedure erogate si accompagnino a buona qualità dei risultati e a maggior sicurezza. In alcuni casi tali risultati sono dovuti alla competenza individuale degli operatori che aumenta all’aumentare dell’esperienza. In altri casi è invece la presenza di competenze e servizi accessori, ad esempio la rianimazione o l’assistenza infermieristica esperta, a fare la differenza e non semplicemente la perizia dell’operatore.

La seconda considerazione che va citata in premessa è relativa alle norme. Sulla base delle citate evidenze di letteratura, sempre più entrano nelle norme e nelle regolazioni tra Stato e Regioni la dimensione minima dei volumi che deve essere assicurata da un servizio perché lo stesso servizio possa essere autorizzato a funzionare. In caso di difformità di comportamento le Regioni che non si allineano a detti criteri subiscono decurtazioni del finanziamento. Nel caso dei punti nascita la riorganizzazione è un impegno previsto dal patto per la salute 2010-2012 approvato il 3 dicembre 2009 e meglio specificato negli accordi Stato-Regione del 15 dicembre 2010. In particolare l’accordo prevede di tendere nel triennio già trascorso a punti nascita con almeno mille parti all’anno, e punti con una numerosità di parti inferiore ma comunque superiori a 500 parti all’anno sono possibili solo sulla base di valutazioni legate alla specificità oggettiva delle aree geografiche con rilevanti difficoltà nell’attivazione dello STAM (Sistema di Trasporto prenatale).

Il mancato insufficiente e motivato adempimento a quanto normativamente previsto fa sì che le Regioni non ottemperanti si vedano precludere l’accesso a una quota di finanziamento che arriva fino al 2 per cento del finanziamento complessivo del servizio sanitario regionale, quota che per la nostra regione va da un minimo di 70 milioni a circa 150 milioni di euro. Pertanto le ragioni di una revisione della rete dei punti nascita sono legati alla probabilità di buoni o cattivi risultati sulla base delle evidenze di letteratura.

Ciononostante non è detto che un servizio che assicuri un numero elevatissimo di parti non abbia mai eventi avversi né che un servizio che assicuri un numero molto ristretto di parti debba necessariamente avere un evento avverso. Tuttavia la probabilità è diversa e la programmazione si basa su queste differenti probabilità di migliori esiti e di minori eventi avversi e il finanziamento rinforza ulteriormente tali corretti orientamenti programmatori. È il caso di ricordare che le evidenze di letteratura forniscono una consistente base generale per tali orientamenti programmatori e la loro applicazione è la tendenza prevalente nei sistemi sanitari occidentali paragonabili al nostro. Inoltre il comportamento dei pazienti asseconda significativamente tali tendenze anche prima che gli stessi sistemi li adottino esplicitamente.

Nel caso di Porretta, la bassa numerosità di complicanze e cesarei appare essere l’effetto combinato di due fattori: da un lato la selezione della casistica operata da professionisti che da anni centralizzano le gravidanze a rischio e dall’altro la spontanea selezione della casistica da parte della popolazione. Va ricordato che le due scelte combinate risultano nel 70 per cento dei casi...

 

PRESIDENTE (Costi): Assessore, la prego per piacere di arrivare a conclusione e semmai a consegnare il testo scritto perché bisogna rispettare i tempi. Prego.

 

LUSENTI: Per questi motivi di merito, che tralascio di riportare in modo analitico e lascio alla lettura dell’interrogante, la Giunta non valuta la possibilità di riaprire il punto nascita di Porretta. D’altra parte non è competenza della Giunta chiudere o aprire i punti nascita. Come riportato sopra, esistono leggi e regolamenti nazionali cogenti anche per il nostro territorio che orientano la programmazione, che è attività di cui è titolare la Conferenza territoriale sociale sanitaria e il Comitato di distretto di cui fanno parte tutti i sindaci di quel distretto. Il più generale processo di riordino ospedaliero per cui saranno emanate più ampie linee guida regionali non potrà però sul punto del superamento dei punti nascita al di sotto di 500 parti individuare soluzioni in contrasto con la letteratura internazionale, i principi di qualità dei servizi erogati, le leggi nazionali e gli effetti finanziari derivanti dalla non applicazione delle stesse. Infine, l’intervento del consigliere Bignami non mi sembra affatto irrituale, come ha detto, visto che la Quaresima non è ancora iniziata.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

Prego, consigliere Bignami. Ha un minuto per la risposta.

La prego di mettere quel sacchetto del rusco fuori dall’Aula.

Chiedo al questore Bartolini di darmi una mano e di mettere il sacchetto fuori. Consigliere Bignami, la prego di concludere.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Il tempo non è un’opinione: ho un minuto e 5 secondi. Lei giustamente ha lasciato, e abbiamo ascoltato tutti con attenzione, il dott. Bertelli illustrare la risposta e la consigliera Noè giustamente articolare il riscontro, per un totale di 25 minuti, mentre l’assessore Lusenti che per una volta risponde e lo stavo ascoltando - non voglio evocare la ghigliottina - lo interrompe. "Avete abortito il punto nascita" e "Non avete il rispetto per madri e figli" sono i messaggi che le mandano i cittadini di Porretta. La risposta in larga misura è ripropositiva di quello che diceva l’"assessore" Carradori. In un altro messaggio si invita ad andare a casa, cosa che condivido, un altro non lo posso dire, c’era una tessera del PD che mi avevano ridato ma non è un evento raro. Questo per dire che il punto nascita era stato un vanto di questa Giunta come tutto l’ospedale di Porretta. In quel video il Presidente Errani dice "Mi fanno sorridere le opposizioni che dicono, facendo un processo alle intenzioni, che vogliamo chiudere questo ospedale". Basta che voi andiate là davanti per trovare la gente che è arrabbiata delle due inaugurazioni che avete fatto, del comportamento che si è tenuto e della totale mancanza di rispetto che vi è stata da parte di questa Amministrazione regionale nei confronti dei cittadini. Assessore, lei non se la può cavare dicendo che non è compito della Giunta. Noi applichiamo regole e applichiamo disposizioni, perché sull’auto medica avete quelle regole e quelle disposizioni ma non valgono, perché sono indicazioni.

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere, la prego di concludere.

 

BIGNAMI: Presidente, però se è rigida lo deve essere sempre.

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere, sono rigida con tutti.

 

BIGNAMI: Non può essere rigida con chi fa interventi scomodi. Concludo per il garbo che si deve alla Presidenza, non per il garbo che ricevo né dalla Giunta né dal Presidente, dicendo che vi dovete assumere la responsabilità, metteteci la faccia, andate là a parlare con i vostri amministratori e con chi vi ha dato fiducia e riconoscete che le opposizioni avevano ragione, purtroppo. Speravamo avere torto.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

Chiamo l’oggetto:

 

5211 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la bonifica, in materia ambientale e di gestione dei rifiuti, dei siti contaminati. A firma della Consigliera: Barbati

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

La parola alla consigliera Barbati.

 

BARBATI: Grazie, presidente. L’interrogazione, che penso sia abbastanza dettagliata, interviene su un tema per il quale in questo momento non c’è molta chiarezza. Infatti nella delibera di Giunta approvata il 3 febbraio 2014 del piano regionale di gestione dei rifiuti non risultano disciplinate dettagliatamente le azioni e le strategie che la Regione intende programmare e attuare in materia di bonifica dei siti contaminati. La cosa ci preoccupa perché per sito contaminato si intende un sito nel quale i valori delle concentrazioni soglia di rischio determinati con l’applicazione della procedura di analisi di rischio di cui l’allegato 1 alla parte quarta del presente decreto, sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati.

In altri più semplici termini, un sito si dice contaminato quando in esso sono presenti sostanze pericolose in concentrazioni tali, definite di rischio, da arrecare il pericolo di un imminente danno alla salute umana e all’ambiente. Rilevato che, qualora la Giunta non sia in possesso di altri diversi dati in ordine al numero dei siti contaminati localizzati sul territorio regionale, che ritenga di illustrare, risulta che in sede di redazione del PRGR sono stati censiti sulla base delle segnalazioni pervenute dalla Provincia 523 siti contaminati, di cui rispettivamente 110 a Bologna, 104 a Ferrara, 56 a Forlì e Cesena, 35 a Modena, 76 a Parma, 37 a Piacenza, 54 a Reggio Emilia, 61 a Ravenna e 34 a Rimini.

Come peraltro rilevato anche nella proposta di PRGR, anche ai fini di completezza, si ritiene opportuno precisare che la maggior parte dei siti contaminati è localizzata nelle province di Bologna e Ravenna e si tratta delle province in cui anche storicamente si ha un maggiore insediamento industriale con presenza di industrie chimiche, meccaniche, della raffinazione e della trasformazione degli idrocarburi. Infatti i siti sono localizzati intorno ai poli industriali più rilevanti e nell’intorno di zone industriali vicine alle grandi città.

Dei 523 siti che risultano presenti sul territorio regionale, il 33 per cento sono punti vendita di carburante, il 7 per cento sversamenti dovuti a eventi accidentali, il 4 per cento discariche, il 6 per cento cisterne interrate, il 3 per cento attività connesse all’estrazione di idrocarburi, il 4 per cento industrie di ceramica e il 43 per cento è comprensivo di una serie di attività commerciali, industriali e produttive estremamente variabili per le quali risulta particolarmente difficoltoso raggrupparle per singole tipologie. I siti per cui sono state evidenziate le criticità rappresentano il 27 per cento del totale, quindi 142 siti su 523. Tali dati peraltro non sono rappresentativi di tutti i procedimenti attivati tuttora in corso sul territorio regionale e che si tratti di una situazione presumibilmente sottostimata anche nella sua gravità appare confermato anche nella proposta di PRGR in cui si rileva espressamente che la situazione è indicativa in quanto non è ancora compiutamente rilevata.

Sottolineato che dalla proposta emerge l’indirizzo politico istituzionale di pervenire all’approvazione di un piano regionale stralcio di bonifica dei siti contaminati e di un programma di monitoraggio ambientale le cui strategie risultano fortemente coerenti con gli obiettivi perseguiti, interrogo la Giunta per sapere: nell’auspicabile ipotesi in cui intenda tempestivamente adottare una programmazione specificatamente dedicata alla bonifica dei siti contaminati quali interventi di monitoraggio, ripristino ambientale e bonifica dei siti stessi intenda pianificare e attuare anche in coerenza con gli obiettivi del PRGR.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

La parola al sottosegretario alla Presidenza della Giunta Bertelli. Ha tre minuti.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. A risposta dell’interrogazione della consigliera Barbati si rileva che la Regione ha previsto all’articolo 25 della proposta di Piano Regione di Gestione dei Rifiuti che il piano di bonifica delle aree contaminate previsto al sesto comma dell’articolo 199 del decreto legislativo 152/2006 costituirà piano settoriale quale parte integrante del piano stesso.

La decisione di emanare un piano di settore per la bonifica è dettata da un lato da ragioni di opportunità conseguenti alla necessità di coordinare le misure per la bonifica dei suoli sia con la connessa disciplina dell’uso del suolo, sia con le azioni del piano di tutela delle acque che sono in corso di sviluppo e del complesso processo di riordino delle funzioni provinciali, anche queste, come saprà, in discussione a livello parlamentare. Le Province infatti sono i soggetti istituzionalmente competenti per i provvedimenti amministrativi che detengono le principali informazioni in grado di dar compiuta attuazione alle disposizioni del richiamato articolo 199 e che prevedono che il piano delle bonifiche preveda:

a) l’ordine di priorità degli interventi basato su un criterio di valutazione del rischio elaborato dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA);

b) l’individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinamenti presenti;

c) le modalità degli interventi di bonifica e risanamento ambientale;

d) la stima degli oneri finanziari;

e) le modalità di smaltimento dei materiali da esportare.

Nel corso degli ultimi mesi si è dato corso pertanto ad un’attività con le Province per ricostruire il quadro conoscitivo degli elementi utili alla predisposizione del piano.

La programmazione degli interventi di bonifica dei siti contaminati, avviata col programma del 1998, approvato con delibera di Giunta 1120/1998, che elencava gli interventi di bonifica da effettuare a breve termine, già evidenziati nel Piano regionale di bonifica delle aree contaminate del 1995, non si è mai interrotta. Infatti terminati gli interventi previsti dal Piano regionale del 1995, in attesa che le Province elaborassero i Piani provinciali delle bonifiche, come previsto dalla legge 3/1999, la Regione ha comunque provveduto, su segnalazione dei Comuni e delle Province, ad aggiornare l’elenco degli interventi urgenti da finanziare che devono essere eseguiti dai Comuni, in via sostitutiva, in assenza del soggetto responsabile dell’inquinamento. L’ultimo programma degli interventi urgenti è stato approvato nel 2011 ed è costituito da sei aree di interesse regionale e da due appartenenti all’ex sito di interesse nazionale (Sassuolo - Scandiano). Successivamente con delibera del 2012, acquisiti quasi tutti i progetti e i quadri economici, si è applicata la metodologia di analisi del rischio relativa ARGIA per definire una priorità di intervento e sono state assegnate risorse per complessivi 5 milioni 300 mila euro, in particolare per le aree: Vigolzone di Piacenza (già assegnati 100 mila euro con provvedimenti precedenti il 2011); San Giovanni in Persiceto per 3 milioni 604 mila euro; Solignano per 409 mila euro; Parma interventi di messa in sicurezza su area vasta Viarolo/Eia; Faenza intervento di messa in sicurezza su area pubblica; Ferrara per 1 milione 349 mila euro intervento di messa in sicurezza Quadrante Est; Sassuolo sito nazionale Sassuolo-Scandiano "ditta Comer"; Sassuolo sito nazionale Sassuolo Scandiano "residenziale Sassuolo 2".

Le aree non ancora finanziate non dispongono di un progetto definitivo o sono in corso le procedure di esproprio da parte dei Comuni.

Si precisa che le informazioni relative ai siti contaminati, contenute nella parte in premessa dell’interrogazione, desunte dai documenti preliminari elaborati dal servizio regionale competente, sono in corso di aggiornamento, in collaborazione con le amministrazioni provinciali, ai fini della predisposizione del Piano stralcio delle bonifiche, così come previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti.

Inoltre si evidenza che, per tipologia e casualità, la maggior distribuzione di siti contaminati, come già evidenziato anche nel precedente Piano regionale del 1995, è localizzata nella fascia del territorio intorno alla via Emilia dove storicamente si sono addensate popolazioni e attività produttive che principalmente hanno causato la contaminazione delle matrici ambientali. Le province maggiormente interessate sono Ferrara, Parma, Ravenna e Bologna. Infine si rileva che pur in attesa di avere elementi conoscitivi necessari per la predisposizione del Piano stralcio delle bonifiche dei siti contaminati, i finanziamenti già attivati riguardano aree pubbliche o di interesse pubblico su cui non sono individuabili o non si sono attivati né il soggetto responsabile né il proprietario. Tali situazioni sono ben conosciute dai Comuni e tenute sotto controllo dalle attività di ARPA.

Nei rimanenti casi riguardanti situazioni di inquinamento in aree private, la Regione sta implementando gli strumenti informativi per censire gli inquinamenti di ciascuno di essi. Si precisa che rispetto a tali situazioni, le attività di messa in sicurezza, di emergenza e di monitoraggio sono attivate sulla base di procedimenti gestiti e controllati dalle Province con il supporto di ARPA.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliera Barbati. Ha cinque minuti per la replica.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Farò presto perché credo che la lettura veloce del dott. Bertelli abbia elencato una serie di dati che poi guarderò in maniera più approfondita. Resta il fatto che i soggetti competenti sono le Province e quindi un po’ anche il dubbio di cosa succederà su queste Province ce l’abbiamo. C’è un’incognita grossa e alle Province fa capo un tema molto importante che è quello della salute delle persone che hanno il diritto di sapere se abitano vicino a siti inquinati o se ci fanno giocare i bambini. Non dico che abbiamo gli stessi problemi che ha purtroppo il nostro meridione in questo periodo, però l’attenzione su questi rischi di contaminazione per la salute ci deve essere. Leggerò attentamente i suoi dati e poi magari mi riservo di fare un atto in Assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

 

Interrogazione oggetto 5210

(Decaduta)

 

PRESIDENTE (Costi): A questo punto dichiaro decaduta l’ultima interrogazione, oggetto 5210, in quanto è assente l’interrogante, la consigliera Meo. Ringrazio l’assessore Gazzolo che era pronta per la risposta.

Prima di procedere con l’atto amministrativo mi preme sottolineare che la Presidente non fa altro che svolgere o cercare di svolgere al meglio il compito che le è stato affidato da quest’Aula, per cui cerco di rispettare lo Statuto e il Regolamento per permettere a tutti i consiglieri di avere uguali diritti in quest’Aula, certamente nel rispetto di quest’Aula, quindi credo che anche questo sia un tema particolarmente importante. Come sempre cerco anche di usare buonsenso e attenzione verso tutti i consiglieri e vi posso assicurare che non mi lascio strumentalizzare da alcuno.

 

OGGETTO 5197

Delibera: «Modifica, a norma dell’articolo 7, comma 1 del Regolamento interno, della delibera dell'Assemblea legislativa n. 5 del 3 giugno 2010 recante "Istituzione delle Commissioni permanenti dell'Assemblea legislativa per la IX legislatura ai sensi dell'art. 38 dello Statuto e dell'articolo 7 del Regolamento interno.» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 19 febbraio 2014, n. 16) (153)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.

 

BARTOLINI: Grazie, presidente. Con questo mio intervento vado a proporre un atto amministrativo che va in votazione oggi in Aula per una rimodulazione e integrazione di competenza di tre Commissioni permanenti di quest’Aula. Lo Statuto stabilisce che l’Assemblea organizza i propri lavori istituendo Commissioni permanenti demandando poi a un Regolamento interno dell’Assemblea il numero, la composizione, le modalità di funzionamento e le competenze delle Commissioni. Lo stesso Regolamento prevede che in corso di legislatura si possano apportare modifiche riguardanti il numero e la competenza per materie di queste Commissioni e in data 19 febbraio l’Ufficio di Presidenza ha approvato all’unanimità una proposta all’Aula per un’integrazione e ridefinizione di tre Commissioni che recepiscono due risoluzioni dell’Aula approvate all’unanimità. Una era del 20 novembre 2013, la risoluzione 4723, recante in oggetto "Risoluzione proposta dal Presidente Pagani su mandato della Commissione regionale Turismo, Cultura, Scuola, Formazione e Lavoro circa le azioni da porre in essere per dare risalto alle celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Infanzia e diffondere la conoscenza e il rispetto dei diritti dei minori come riconosciuti dalla Convenzione mondiale dei diritti dell’infanzia", e nella medesima risoluzione si chiedeva di integrare tra le competenze della Commissione Quinta "Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport" aggiungendo la materia dei diritti delle nuove generazioni e rapporti con il garante per l’infanzia. L’altra risoluzione che ha portato l’Ufficio di Presidenza a fare questa proposta all’Aula è il recepimento della risoluzione, anche questa votata all’unanimità dei presenti, dell’11 febbraio 2014, la mozione 5139, recante in oggetto "Mozione proposta dai consiglieri Donini e Manfredini per invitare la Presidente dell’Assemblea e l’Ufficio di Presidenza a modificare la delibera istitutiva delle Commissioni assembleari inserendo tra le materie di competenze il tema della ricostruzione delle zone colpite dal sisma e dalle alluvioni". Come Ufficio di Presidenza si è deciso non soltanto di recepire le indicazioni date dall’Aula sovrana ma anche di rimodulare le Commissioni ridistribuendo le competenze al proprio interno. La proposta che si fa oggi all’Aula, e approvata all’unanimità in Ufficio di Presidenza, è quella di integrare la Commissione Quinta (quella del Presidente Pagani) "Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport" aggiungendo la materia diritti delle nuove generazioni e referente per i rapporti con il garante per l’infanzia e l’adolescenza, di trasferire la materia turismo e termalismo - la seconda proposta che si fa - dalla Quinta Commissione alla Seconda Commissione del Presidente Grillini (Politiche Economiche) modificando di conseguenza la denominazione della Quinta Commissione del Presidente Pagani togliendo il turismo e lasciando Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport. Terza e ultima proposta è quella di integrare le competenze della Commissione assembleare Terza del Presidente Zoffoli (Territorio, Ambiente e Mobilità) aggiungendo la materia Ricostruzione nelle zone colpite dal sisma del 2012 e dagli eventi meteorologici del 2013 e 2014. Preciso infine che queste rimodulazioni sono state approvate, come ho già detto, all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza ma sono state presentate d’intesa con i Presidenti delle Commissioni interessate ed è stata l’occasione per rimodulare le competenze di queste alla luce delle indicazioni forniteci dalle due risoluzioni approvate dall’Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.

Apro il dibattito generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà. Ha dieci minuti.

 

PAGANI: Grazie, presidente. L’intervento è perché volevo sottolineare ciò che ha detto il consigliere Bartolini: la scelta dell’Ufficio di Presidenza, accogliendo la richiesta che unanimemente è venuta dalla Commissione che io presiedo, di affidare come competenza alla Commissione Quinta i diritti cosiddetti delle nuove generazioni, credo che sia un fatto non formale ma che qualifica l’attività politica e amministrativa della Regione Emilia-Romagna. Non voglio qui ripercorrere in una sorta di esaltazione, forse non dovuta, del ruolo e delle funzioni che questa Regione ha svolto in questi anni.

I dati pubblicati da Save the children sono abbastanza eloquenti per ricordare come nella nostra regione la spesa pro capite a favore delle politiche per i minori sia la più alta d’Italia, la povertà dei minori rileva in Emilia-Romagna il tasso più basso della metà della povertà individuata in Italia, del 17,6 per cento mentre in Emilia-Romagna dell’8,1 per cento, e ricordare anche come vi sia una lunga storia di questa regione rispetto ai diritti delle nuove generazioni, diritti che meritano di acquisire un’importanza e una rilevanza particolare all’interno della Commissione.

L’assessore Marzocchi, che è qui presente, più volte insieme all’assessore Bortolazzi hanno riferito all’interno della Commissione delle scelte che attraverso la legge 14 questa Regione oltre all’individuazione di politiche specifiche per i giovani ha voluto anche avviare percorsi sull’adolescenza, sulle difficoltà, sulle problematiche e sul sostegno di questa fascia importante della popolazione della nostra regione, che nei prossimi anni sarà sottoposta a una trasformazione. Sappiamo dell’aumento della popolazione giovanile nella nostra regione dovuto soprattutto per un terzo circa all’aumento immigratorio e quindi di una trasformazione demografica che avrà anche delle ripercussioni e delle maggiori attenzioni dal punto di vista di quelle che saranno le politiche sociali e più ampie di intervento sui giovani, sui minori e sugli adolescenti.

Vorrei ricordare come la nostra regione da questo punto di vista ha messo in piedi e realizzato non solo l’osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza ma anche il coordinamento regionale per l’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e che dal 2011 ha nominato il garante per i minori della nostra regione.

Proprio dalla relazione che ha fatto il garante in questa Assemblea emergono alcune questioni che hanno portato a chiedere che vi fosse un’attenzione attribuendo a una Commissione - in questo caso la Quinta - un ruolo di capacità di lettura integrata di tutte le politiche, le scelte e le problematiche che attraversano questa fascia di età importante della nostra popolazione. Il garante in quella relazione fatta in quest’Aula lamentava - leggo testualmente - "un’eccessiva frammentazione dei servizi sociali e un’insufficiente integrazione socio-sanitaria che molto spesso determinano frammentazione negli interventi, disomogeneità delle metodologie, sovrapposizioni, lacune, conflitti di competenza".

Riportare all’interno di un’unica Commissione con un titolo "Diritti delle nuove generazioni e i rapporti con il garante" avrei preferito, Presidente, che questa denominazione fosse proprio nella rubrica della Commissione Cultura, Sport, Lavoro e Diritti delle nuove generazioni, perché mi sembra che metterlo nel titolo della Commissione fosse in un qualche modo un punto di eccellenza che questa Regione deve orgogliosamente riconoscere a se stessa e anche in questo Paese dove i diritti delle nuove generazioni, che molto spesso sono così lontane dalla politica perché le nuove generazioni non votando molto spesso incontrano il disinteresse della politica, metterlo al centro nel titolo della Commissione avrebbe significato ancora di più un’importanza che si voleva riconoscere.

E questa importanza nasce dal fatto, al di là del nominalismo e di questo aspetto per certi versi, se volete, anche retorico, che noi, riconoscendo questa titolarità alla Commissione Quinta, riportiamo a integrazione e sintesi, a politiche che vogliono essere più collegate tra di loro tra il sociale e il sanitario, tra il sociale e l’intervento educativo e formativo, l’intervento nello sport e nella cultura, riportiamo a un principio di integrazione e di sintesi che mi pare sia un percorso giusto e una percorso virtuoso dentro cui incanalare già tutto ciò che di importante questa Commissione e questa Regione ha fatto e sta facendo e credo dovrà continuare a fare per il futuro dei cittadini di questa nostra regione Emilia-Romagna, per quelli che sono anche gli obiettivi che l’Europa ci assegna rispetto all’abbandono scolastico, rispetto all’integrazione e rispetto al tema del lavoro che caratterizzano oggettivamente prima di tutto le nuove generazioni di questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pagani.

Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Nomino scrutatori il consigliere Barbieri, la consigliera Moriconi e il consigliere Pollastri.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 5197.

 

(L’Assemblea, all’unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.

Passiamo ora agli atti di indirizzo, come avevamo concordato anche nella Conferenza dei Capigruppo.

 

OGGETTO 5143

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nei confronti del Governo e dell’Unione Europea per favorire la soluzione del conflitto tra il Marocco e la popolazione del Sahara occidentale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Naldi, Donini, Manfredini, Lombardi, Monari, Noè, Barbati, Pariani, Mazzotti, Garbi, Montanari, Marani, Paruolo, Defranceschi, Barbieri, Villani, Alessandrini, Moriconi, Mori, Casadei, Meo, Sconciaforni, Carini, Piva, Zoffoli, Favia, Pagani

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Molto brevemente vorrei intervenire su questo oggetto all’ordine del giorno. Ovviamente non c’è da convincere nessuno in quest’Aula, e questa è una buona notizia, peraltro che conferma una tradizione importante, nel senso, come lei ha annunciato, la proposta di risoluzione è stata firmata da moltissimi colleghi e mi auguro venga, come sempre su questo tema, approvata all’unanimità. Vi è stata la necessità di presentare una risoluzione per fare il punto sulla vicenda saharawi a distanza di due - tre anni dalla precedente per alcune ragioni. Intanto perché è sempre bene confermare una visione politica su un tema che ancorché di politica internazionale tocca direttamente l’impegno delle istituzioni regionali e di molte istituzioni locali, tocca un’ampia rete associativa e tocca anche decine di migliaia di persone nella nostra regione impegnate nell’attività di solidarietà concreta con il popolo saharawi, dall’accoglienza dei bambini al sostegno delle attività mediche fino alla raccolta di fondi per la solidarietà e l’intervento umanitario. A novembre 2013 vi è stata a Roma l’assemblea annuale dell’EUCOCO, che è la rete di coordinamento delle organizzazioni, delle istituzioni locali impegnate nei confronti del popolo saharawi e poi perché evidentemente, pur in un quadro di sostanziale immobilità politico-diplomatica sul tema essenziale del riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi, ovviamente sul terreno vi sono evoluzioni politiche e abbiamo avuto modo, anche accogliendo alcuni ospiti in questa stessa sede, di vedere come ad esempio il tema del rispetto dei diritti umani nelle zone occupate dal regno del Marocco del Sahara occidentale sia una situazione che continui a degradarsi, come abbiamo avuto modo di vedere che per varie ragioni, non da ultime quelle della crisi finanziaria internazionale, l’indispensabile azione di sostegno materiale e di solidarietà alle popolazioni saharawi che vivono nei campi dentro o attorno il territorio del Sahara occidentale stesso sta assumendo aspetti drammatici. Sappiamo che i saharawi nei campi sono, dal punto di vista del diritto internazionale, profughi, i profughi hanno diritto all’assistenza internazionale da parte del sistema delle Nazioni Unite e da parte di donatori internazionali, in quel territorio la dipendenza dall’aiuto alimentare esterno è totale, trattandosi di deserto, e la costruzione di pur minime infrastrutture di tipo sanitario, formativo o altro è sempre largamente insufficiente e ha bisogno anche questa di un sostegno importante. Con questa risoluzione da un lato diamo conto di quella che è la situazione, in secondo luogo confermiamo in maniera particolare a tutti coloro i quali nel territorio della nostra regione sono in vario titolo e in varia forma impegnati nelle iniziative di solidarietà, la nostra attenzione, confermiamo che dal punto di vista della cooperazione internazionale sia quella diretta, quella compiuta direttamente dalla Regione Emilia-Romagna, sia quella in cui la Regione è in qualche modo coinvolta, il tema del Sahara occidentale deve restare una priorità.

Si fanno poi una serie di considerazioni di politica estera. Tutti siamo consapevoli di quelli che sono i limiti nelle competenze dell’istituzione regionale, quindi ovviamente non chiediamo alla Regione di sostituirsi ad altri attori, anche perché non ne avrebbe né i mezzi né la possibilità dal punto di vista legale, ma diamo ovviamente un’indicazione di quello che deve essere l’approccio in cui in tutte le sedi in cui anche a livello istituzionale l’ente regionale è impegnato può fare tesoro e può tenere conto di quella che è un’indicazione politica, spero unanime, che viene da questa Assemblea. Voglio sottolineare un’ultima questione che è abbastanza importante: con quei colleghi che hanno avuto modo, ormai già in anni passati, di visitare i campi si è potuto vedere come pur con risorse molto limitate dal punto di vista finanziario in realtà la cooperazione che è provenuta e che proviene da questa Regione abbia un impatto estremamente importante e significativo sulle condizioni di vita, che restano peraltro miserrime, della popolazione e sulla possibilità di dare una speranza per il futuro attraverso iniziative non soltanto nel campo dell’alimentazione ma anche in campo sanitario, dell’istruzione e formazione, dell’animazione culturale e così via, e come questa attività, anche attraverso il costruire, mantenere e sviluppare rapporti diretti con tanti cittadini, associazioni ed enti locali del territorio della nostra regione, in Italia e in altri Paesi sia un elemento che ha giocato un ruolo fondamentale per mantenere la stessa dignità e la stessa identità di quel popolo.

Siamo in un momento ovviamente di grande crisi per moltissimi donatori, sappiamo - lo ripeto - che le popolazioni saharawi dipendono interamente dall’aiuto e dal sostegno internazionale per ragioni anche ambientali e climatiche, quello che noi auspichiamo è che proprio questa esperienza avanzata e partecipata che esiste nella nostra regione possa diventare sempre di più un punto di riferimento anche per altri donatori. Penso innanzitutto alla rete nazionale dal punto di vista di direzione generale, cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri, altre regioni ed enti locali per favorire tutte quelle azioni di coordinamento e di scambio di buone pratiche che assume nel caso delle popolazioni saharawi una valenza strategica. Con queste indicazioni mi auguro che l’Aula possa adottare, spero unanimemente, questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Nel frattempo ha firmato questa risoluzione anche il consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Non aggiungo troppe considerazioni di merito alla relazione svolta in Aula adesso dal collega Vecchi, che considero ricca ed esaustiva, così come ricche sono le argomentazioni sia della premessa sia del dispositivo del documento che ci accingiamo ad approvare. Formulo l’auspicio all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna che da più di una legislatura ha una tradizione, che è quella di approvare all’unanimità, un impegno che è un impegno concreto su una causa di diritto internazionale che è utile adottare, perché ritengo che sia utile e formativo per ognuno di noi assumersi l’onere di occuparsi di una quota di ingiustizia nel mondo che ci circonda, una causa in sé che non è limitata a quella specifica condizione, che già sarebbe sufficiente, del miglioramento della condizione di vita di migliaia di persone che vivono come profughi in uno dei luoghi più inospitali - ci sono stata come altri colleghi - della terra, che è questa porzione a sud di Tindouf in Algeria del deserto sahariano, ma che ha una valenza su un terreno più vasto che è quello degli equilibri internazionale.

Più volte - l’ho sollecitato e lo riprendiamo anche nella risoluzione - il popolo saharawi ha deciso unilateralmente da alcuni decenni di cessare ogni pratica violenza e di cessare l’uso della forza per mettersi sotto l’egida delle Nazioni Unite e convinta delle sue ragioni ha chiesto di essere patrocinato dal diritto internazionale, e queste ragioni sono state riconosciute in maniera limpida. Questo popolo ha diritto alla sua autodeterminazione, ha diritto di tornare in territori illegalmente occupati, che sono quelli del Sahara occidentale, dal regno del Marocco, ha diritto a ottenere ciò che sono decenni che l’ONU ha stabilito, ossia il referendum per l’autodeterminazione, e ha diritto di conquistarsi un futuro, di uscire dalla condizione di profugo per chi vive nei campi e di oppresso per chi vive sotto l’occupazione illegittima, perché così dice il diritto internazionale, del regno del Marocco.

Sono anni che acquisiamo i rapporti degli alti commissariati dell’ONU sui diritti umani dove risultano evidenti le violazioni dei diritti umani che si perpetuano nei territori occupati da parte degli oppressori. Ogni forma, anche non violenta, di reazione - mi riferisco per esempio a ciò che è accaduto pochi anni fa quando si è formato l’accampamento spontaneo e 20 mila cittadini saharawi che abitano nel Sahara occidentale hanno dato vita a una mobilitazione pacifica - è stata soffocata nel sangue, mi riferisco anche agli arresti sommari, alla violenza che subiscono le donne, sempre e comunque più oppresse nell’ambito degli oppressi.

Rinnovare il nostro impegno a occuparsi di quel tema, a proseguire il soccorso umanitario nei confronti di chi è nei campi, continuando con la fatica che si fa, vista la scarsità di risorse e di conseguenza a volte - lo diceva anche il collega Vecchi - il disimpegno di chi quegli interventi dovrebbe continuare a finanziare, e proseguire questo impegno riconoscendo il valore della rete che anche grazie alla Regione Emilia-Romagna, così come altre regioni, si è creata attraverso la relazione diretta tra enti locali del nostro territorio, organizzazioni non governative, realtà di carattere associativo, supportare le iniziative del tavolo Paese, che è un pezzo del nostro modello di cooperazione decentrata che lì funziona, e continuare ad approvare, a ridosso di un evento importante per i saharawi, che è la Sahara Marathon, che si svolgerà a breve nei territori occupati e che vedrà la presenza - spero anche quest’anno nutrita - di molti ospiti internazionali e che ha lo scopo di mantenere alta l’attenzione su questi temi, auspico che ancora una volta questa Assemblea produca una presa di posizione unanime su questo tema perché ritengo che sia importante dare continuità al nostro impegno e non far mancare anche sotto il profilo politico e istituzionale una presa di posizione che rinnova ancora una volta la nostra disponibilità a occuparsi delle cause degli ultimi, a entrare e assumere il punto di vista di chi vive in una condizione di sofferenza per noi inimmaginabile.

Io invito i colleghi a vivere questa esperienza almeno una volta nella vita - sono ospitali e ci si deve adattare al tipo di ospitalità che sono in grado di fornire - e a visitare anche attraverso la rete che c’è (associazioni, enti locali) gli amici saharawi nei territori ahimè dove vivono questa condizione di profugo. Non solo è formativa come esperienza sul piano personale ma è sicuramente formativa come esperienza più globale di carattere politico. Sono politicamente estremamente attrezzati.

L’incontro con le rappresentanti dell’Unione donne saharawi è illuminante per ragionare della condizione oggettiva delle donne per esempio anche in altri luoghi del mondo, così come la tenuta delle istituzioni provvisorie che lì riescono a creare un’idea di comunità nelle (vilaie), che sono le organizzazioni territoriali dei diversi accampamenti del grande campo profugo, che funzionano come piccole città con rappresentanze democratiche, con un lavoro sulla partecipazione democratica che è straordinario. Invito i colleghi che non hanno vissuto questa esperienza a prenderla in considerazione perché c’è anche una sorta di laboratorio di una politica che è una politica che dovrebbe tornare a dare risposte concrete e a migliorare la condizione delle persone ascoltando il punto di vista diretto di chi vive il tempo in quei luoghi.

Detto questo, è chiaro che il mio voto è un voto favorevole, sono grata al collega Vecchi che ha coordinato i lavori e ha predisposto un testo che ci ha convinto, tant’è vero che è stato sottoscritto in maniera trasversale, e quindi auspico ancora una volta un voto unanime dell’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Non ci sono altri interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. L’Emilia-Romagna da tempo è impegnata in questa importante questione. Volevo semplicemente ribadire il mio sostegno sperando che a livello nazionale si possa intervenire in maniera decisa, ritengo che, prioritariamente, sia più lineare che sia il livello nazionale a occuparsi di cooperazione ma questo non può essere un motivo per girarci dall’altra parte. Siamo davanti a una tragedia di un popolo, tragedia sottaciuta e non raccontata perché in questo caso chi reprime non è inviso a un certo mondo. Ci sono degli interessi economici molto chiari legati ad alcuni paesi europei e quindi nel silenzio più totale una popolazione di grande avanguardia viene repressa. Il tema delle donne è già stato citato ma è un tema importantissimo per far capire che tipo di popolo sono i saharawi.

Ieri è arrivato il voto di fiducia a un nuovo Governo e io mi aspetto che il Governo faccia qualcosa perché il Governo italiano ha tutto il peso per imporsi nel Mediterraneo e pretendere, sempre con maniere pacifiche e seguendo il diritto internazionale, il rispetto dei diritti di questo popolo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Prego il consigliere Fiammenghi di sostituire il consigliere Barbieri nelle funzioni di scrutatore.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5143, a firma dei consiglieri Vecchi Luciano, Naldi, Donini, Manfredini, Lombardi, Monari, Noè, Barbati, Pariani, Mazzotti, Garbi, Montanari, Marani, Paruolo, Defranceschi, Barbieri, Villani, Alessandrini, Moriconi, Mori, Casadei, Meo, Sconciaforni, Carini, Piva, Zoffoli, Favia e Pagani.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 5184

Risoluzione per invitare la Giunta ed il suo Presidente, quale Commissario alla ricostruzione, a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, volte ad ottenere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui riguardanti le abitazioni rese inagibili dal sisma. A firma dei Consiglieri: Noè, Manfredini

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 5182

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo, volte ad ottenere la sospensione del pagamento, nelle zone colpite dal sisma, delle rate dei mutui riguardanti case inagibili. A firma dei Consiglieri: Leoni, Filippi

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 5219

Risoluzione per impegnare la Giunta a compiere le azioni necessarie per la sospensione per tutto il 2014 dei pagamenti dei mutui nei confronti di cittadini e delle imprese con immobili ancora inagibili e a sollecitare il Parlamento nazionale ad adottare il disegno di legge relativo alla dilazione fiscale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Barbati, Donini, Grillini, Mori, Pariani, Serri, Marani, Bonaccini, Leoni, Filippi, Manfredini

(Presentazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5219/1 - Presentazione e ritiro) (111)

 

PRESIDENTE (Costi): Rispetto all’oggetto 5219 il primo firmatario, consigliere Luciano Vecchi, ha formalizzato un emendamento.

Apro il dibattito generale sulle tre risoluzioni e sull’emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Noi comunque voteremo tutte le risoluzioni ma noi andiamo oltre perché le beghe interne del PD e i conflitti di potere hanno imposto un brusco stop all’emendamento sulla prima rata dei mutui, così il Governo ha prolungato l’agonia dei terremotati. Ma lo volete capire o no che questi territori sono stretti nell’anticamera della morte? Il PD ha lasciato nell’incertezza e nell’ansia i terremotati e gli alluvionati e ancora aspettano garanzia sui rimborsi al cento per cento. Non c’è il minimo dubbio: l’evidenza dei fatti dimostra che nel Partito Democratico sono stati più urgenti gli affari governativi di Renzi. Stiamo attenti alla rabbia dei mansueti perché se il modenese smetterà di versare Roma salterà per aria, quella Roma per cui sono stati firmati tanti decreti di finanziamento e dall’ultimo decreto dove hanno fatto confluire anche i provvedimenti per il modenese. Premetto, come diciamo a Modena, che è meglio succhiare un osso anziché un bastone, ma che senso ha avuto accorpare due realtà ed esigenze completamente diverse? Dai bei salotti romani dove non si conclude nulla al disastro dell’Emilia distrutta da ricostruire. Perché l’Emilia non ha avuto un decreto ad hoc che prevedesse quello di cui c'è bisogno, comprese le esenzioni dal pagamento di imposte e tasse per almeno un anno. Agli altri ricordo che sono state fatte per cinque anni e dopo cinque anni avranno un ulteriore sconto del 60 per cento, qui andiamo avanti dieci anni. Noi, niente.

Si doveva provvedere almeno un anno fa con un decreto ad hoc con la stessa urgenza con cui è stato salvato il Comune di Roma. Perché non è stato fatto? Perché il Presidente del Senato Grasso ha ritenuto più urgente sbloccare 485 milioni per Roma piuttosto che assicurare la copertura del cento per cento dei rimborsi agli alluvionati e prorogare da uno a tre anni il tempo per rimborsare la rata dei mutui? Di questo passo la nostra gente soffocherà nel fisco, nella burocrazia e continuerà ad affogare sotto le macerie e sotto il fango. Un oltraggio per le vittime del disastro modenese. Il Presidente Errani deve ribellarsi a queste ingiustizie a costo di rompere con il proprio partito. Un centrosinistra che abbandona i terremotati e gli alluvionati e che preferisce i salotti romani, i finanziamenti alla capitale, le zone franche del resto d'Italia, ha una condotta discriminatoria, dico anche criminale e razzista.

I terremotati sono stanchi. Caro Presidente, non ci bastano le promesse di un impegno, vogliamo i fatti. Le parole sbandierate ieri in Senato dal suo segretario di partito le andremo a vedere nei fatti. Io auspico e spero, per il bene che voglio al nostro Paese, in particolare alla nostra comunità, che questi fatti vengano realizzati. Ho dei dubbi, ma comunque lo spero tanto. Diversa è stata l'opinione dei miei colleghi parlamentari a Roma che hanno votato contro. Ma questa, ripeto, è una mia idea personale, proprio per il bene che voglio al territorio.

Parole sono state dette e promesse sono state fatte facendo morire i nostri territori. Se non si otterranno i risultati concreti entro un mese, con l'esenzione per almeno un anno di imposte e tasse, il nostro segretario Salvini e la Lega Nord manifesterà sotto la Prefettura di Modena. Oltretutto ricordo a chi non volesse ricordarlo che la richiesta della no tax area da noi avanzata il 12 luglio del 2012 è stata recentemente chiesta a gran voce anche dal senatore Vaccari del PD, dal collega Vecchi Luciano, da sindaci del PD della Bassa Modenese, da associazioni di categoria, imprese e cittadini. La richiesta deve partire dal commissario Errani, è lui che ha la massima responsabilità di quello che non è stato fatto e che non si vuole fare.

Concludo con un appello. Caro Presidente commissario, non si nasconda dietro a varie scuse e complicazioni, alzi la voce e pretenda quello che è legittimo e che a partire da quest'Aula ci aspettiamo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Ho presentato questa risoluzione a seguito di un'interrogazione sul medesimo tema che in data 11 febbraio avevo rilevato, a seguito di sollecitazioni provenienti dal territorio. Vedendo anche l'assoluta necessità e urgenza di mettere mano al tema dei mutui su case inagibili, ho deciso di presentare questa risoluzione - e sono contento che ve ne siano anche altre, praticamente di tutti i gruppi - per venire incontro a un problema molto sentito nelle zone colpite dal terremoto. Sappiamo tutti che da gennaio purtroppo il pagamento delle rate è stato ripreso da parte di alcune banche, anche se era stato richiesto più volte di sospenderlo fino a quando la casa non sarebbe tornata agibile.

Si stima che questo problema nella sola provincia di Modena riguardi tra i 1500 e i 1800 nuclei familiari, che sono costretti a pagare mutui su case inagibili. Il commissario per la ricostruzione, nonché Presidente della nostra Regione, ne è chiaramente a conoscenza per via diretta, ma anche perché gli è stata inviata una lettera dai comitati. In più, l'Associazione delle banche italiane, almeno a parole, ha dato la propria disponibilità ad una richiesta in tal senso. Peraltro questa stessa richiesta è arrivata anche da numerosi Comuni dell'area terremotata che hanno richiesto la sospensiva sui mutui sulle case non agibili.

Certamente mi auguro che oggi troveremo intanto un primo avvio alla risoluzione di questo problema. Nella mia risoluzione, a differenza delle altre che ho visto, vi è che, alle persone che ne facciano richiesta, si dia la sospensione del mutuo fino a quando la casa non sia tornata agibile, e quindi non solo per l'anno 2014, ma fino a quando la casa non sia tornata agibile. Mi sembra una garanzia maggiore per i terremotati, e penso che ne abbiano il diritto. Mi auguro e spero che il Presidente Errani voglia adoperarsi in tal senso per dare davvero una maggior garanzia a tutto tondo su questo tema, non solo fino al 31 dicembre, ma, se ci fossero ancora delle case non agibili, a metà del 2015, ancora vi sia questa possibilità per chi ne fa richiesta, non in maniera automatica, ma solamente per chi ne fa richiesta, perché sappiamo che alcuni non fanno richiesta di sospensione del mutuo su case non agibili. La questione è similare, ma non uguale. Mi auguro che vi sia anche da parte dei colleghi, poco importa se di maggioranza o di opposizione, anche l'approvazione di questa idea, perché davvero in questo caso per la prima volta ci sarebbe non più una scadenza temporale, che poi spesso non tiene conto delle reali problematiche e quindi ci troviamo dopo a dover richiedere nuovamente nuove sospensioni, nuove proroghe, ma vi sarebbe, caso per caso, per chi ne fa espressamente richiesta, l'opportunità di sospendere il mutuo fino a quando la casa non sia dichiarata agibile. Mi auguro che da parte di tutti i colleghi venga accolta questa richiesta.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Ho presentato insieme ad altri colleghi una proposta di risoluzione sul tema. Ringrazio, anche se non ne condivido gran parte delle motivazioni, i colleghi Noè, Manfredini e Leoni, che presentando le loro risoluzioni ci hanno dato l'opportunità di discutere di questa questione.

Abbiamo presentato la risoluzione anche perché nei giorni scorsi sono successi dei fatti importanti che aggiornano quella che è la situazione rispetto alla sospensione delle rate dei mutui per edifici resi inagibili o ancora inagibili per il terremoto, fatti seguiti all'annuncio dell'ABI, annuncio che, come sottolinea, almeno dalla lettura dei comunicati stampa, l'ABI stessa, è dovuto all'iniziativa del commissario Presidente Errani, che ringrazio, e della struttura commissariale. Ma di decisione evidentemente del sistema bancario si tratta, ancorché sollecitato. Si tratta di permettere, ovviamente sulla base della valutazione delle richieste dei singoli, che si trovano in situazioni diverse l'uno dall'altro, di estendere, così come fu per il 2013, anche per tutto il 2014, o comunque fino - dice il comunicato dell'ABI - al ripristino dell'agibilità degli edifici, la sospensione delle rate di mutuo. Lo sottolineo perché non solo nelle altre risoluzioni non è citato questo elemento che risolve per quest'anno il problema posto, ma mi pare anche una questione importante perché è un risultato di un'azione politica che la Giunta regionale, il Presidente Errani, la struttura commissariale e il sistema politico e istituzionale di questa Regione stanno conducendo fin dalle vicende dei sismi del maggio del 2012 in un'azione di rapporto con gli altri livelli istituzionali e con i rappresentanti degli interessi, in questo caso il sistema bancario, sul territorio, che è un'azione politica complessa perché il mondo è complesso, ma che ha dato risultati importanti e questo ne è un altro.

Ricordo peraltro che una delle conseguenze della sospensione delle rate dei mutui e quindi del loro spostamento in avanti nel tempo è ovviamente il maturare di ulteriori quote di interessi, che ovviamente vanno in coda, ma che rappresenteranno alla fine un onere maggiore per coloro che hanno ottenuto la sospensione. Da questo punto di vista, l'ottenimento di primi 3 milioni di euro per un fondo ad hoc per coprire queste maggiori spese, ottenuto attraverso la legge di stabilità approvata alla fine del 2013, è un passo importante che dimostra che soltanto un'iniziativa non propagandistica, collega Manfredini, e proprio per questo più difficile, ma anche portatrice di risultati reali, è quella che deve essere condotta su questo tema. Lo sottolineo perché mi pare un elemento essenziale perché qualche volta si dice di rappresentare la disperazione dei terremotati, ma si rischia di rappresentare soltanto la propria. La disperazione politica può essere qualcosa di molto grave.

Credo che questa iniziativa debba continuare, così come evidentemente abbiamo oggi un nuovo Governo. Dovrà proseguire nei tempi più rapidi possibili, e cioè molto rapidi, quell'iniziativa volta ad ottenere quanto abbiamo richiesto qualche settimana fa in sede di Assemblea legislativa rispetto agli alluvionati. Credo che occorra proseguire nell'affinamento delle misure volte a favorire non soltanto il risarcimento, la ricostruzione, ma anche la ripartenza economica delle zone colpite dalle calamità di questi due anni - auspicando che siano finite - che necessita probabilmente di ulteriori misure anche di natura fiscale che devono evidentemente non soltanto essere concordate da tutti i livelli istituzionali, ma devono essere anche coerenti con la legislazione italiana ed europea esistente se vogliamo ottenere dei risultati reali e non prendere in giro la povera gente.

Infine nella proposta di risoluzione che abbiamo presentato, dove quindi diamo conto del risultato raggiunto, chiediamo anche alla Giunta regionale di vigilare (anche se il termine può sembrare improprio perché non è la vigilanza della Banca d'Italia ovviamente) per mettere in atto tutte quelle misure necessarie affinché l'annuncio di questa decisione di ABI sia effettivamente poi rispettato e messo in atto da tutti gli istituti di credito presenti sul nostro territorio.

Chiediamo anche, con questa risoluzione, che ci sia un rafforzamento dell'iniziativa su un altro aspetto del credito, che non è quello relativo ai mutui ma è quello dell'accesso alle anticipazioni creditizie da parte delle imprese, soprattutto quelle più piccole, che operano per la ricostruzione, perché sappiamo di numerose imprese in difficoltà, che ovviamente vengono giustamente pagate a stati di avanzamento dei lavori, ma che hanno comunque, essendo sottocapitalizzate e spesso con poca liquidità o assenza di liquidità, una difficoltà, pur avendo la garanzia del rimborso alla fine, di accesso al credito per poter comprare i materiali, per poter pagare il personale e far fronte ai loro obblighi. Questo è un aspetto di grande delicatezza. Ovviamente dipende dal sistema bancario, ma su questo un rafforzamento dell'iniziativa, della pressione e dell'accordo di tipo pattizio credo che sia assolutamente necessario.

Infine facciamo riferimento anche all'iniziativa, peraltro unitaria, che è in corso in Parlamento, che si è dovuta - per ragioni procedurali un po' diverse da quelle raccontate dal collega Manfredini, ma tant'è - trasformare in un disegno di legge che riguarda la dilazione fiscale triennale per l'area colpita dal sisma del 2012. È già incardinato in Parlamento nella discussione in Commissione ed evidentemente vi è un impegno da parte di tutti i rappresentanti del territorio; spero che sia convincente sull'insieme delle istituzioni per avere un canale preferenziale per fare in modo che questo provvedimento venga adottato nei tempi più celeri possibili. È un altro pezzo della costruzione di una strategia sulla quale, lo ricordo, nel maggio del 2012 siamo partiti da zero: zero normative nazionali, zero fondi a disposizione. Siamo partiti da quel deserto che è stato creato da una gestione disastrosa della Protezione civile ai tempi di Bertolaso, una gestione disastrosa dei sismi e delle calamità naturali precedenti. Credo, quindi, che mettere in atto, con tutte le difficoltà, ma anche la serietà del caso, una strategia, che si è nel corso del tempo evidentemente arricchita, anche perché ognuno di noi, credo lo stesso commissario, ha scoperto che la realtà, man mano che ci si lavora, è più complessa di quello che ci si può aspettare all'inizio.

Ovviamente dobbiamo permettere, ripeto, di arrivare alla ricostruzione completa e di trovare tutti quegli strumenti per permettere ai territori colpiti dalle calamità di trovare nuove modalità e nuove forme di rilancio dell'economia e del vivere civile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Credo che non sia opportuno ripetere tutta una serie di passaggi che già sono stati citati dai colleghi che mi hanno preceduto, presidente, però credo che sia già un'assurdità dover prendere atto che questa richiesta di sospensione non sia stata accordata in sede centrale sia all'interno del "decreto enti locali" piuttosto che del "Milleproroghe". Di fronte ad una situazione di grande emergenza, che, ahimè, di sicuro coinvolge circa 1500 famiglie che ancora sono in situazioni provvisorie, ritengo che da parte sua, Presidente, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni si debba assolutamente individuare una modalità che porti immediatamente alla sospensione a partire già dalla seconda rata del mutuo, perché già il pagamento, l'addebito automatico della prima ha creato delle difficoltà a diverse persone.

Ritengo che la proposta avanzata dal collega Leoni sia assolutamente una considerazione meritevole di attenzione, perché prendere in esame un'ipotesi di mera proroga, che di per sé comunque è già meglio che niente... ma l'idea di individuare un criterio che sia sicuramente più razionale, e cioè di pretendere il rientro del pagamento del mutuo nel momento in cui un atto ufficiale, come è l'agibilità di un'abitazione, rivela che effettivamente sei nelle condizioni di poter rientrare nell'alloggio... questo potrebbe essere assolutamente un criterio da adottare per definire una volta per tutte la situazione. Mi permetto di insistere anche rispetto a tutta una serie di sollecitazioni che ho ricevuto. Sicuramente ormai tutte le domande sono state presentate per la richiesta di contributo, però oggi c'è il vero, grande problema di gestirle dal punto di vista burocratico perché oggi il vero impasse si sta creando nel momento in cui si deve velocemente, per tutta una serie di adempimenti burocratici, dare corso all'autorizzazione. Quindi io le chiedo di tenere presente, da un lato, effettivamente il tappo che è rappresentato dall'aspetto burocratico e, dall'altro, l'idea di individuare un criterio che sia assolutamente razionale per la ripresa dell'addebito delle rate relative. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Il pagamento dei mutui sulle case inagibili, come hanno giustamente riferito i colleghi Leoni e Noè, è un problema di importanza primaria, infatti sono numerose le famiglie che oltre ad affrontare i disagi dovuti al sisma, sono costrette a far fronte a spese aggiuntive collegate al costo dei mutui. Quindi, a mio giudizio, la nostra Regione ha quantomeno il dovere morale di affrontare la questione coinvolgendo, sì, il Governo e il Parlamento, al fine di sospendere, per quelle famiglie che hanno ancora l'abitazione inagibile, il pagamento delle rate.

Ad ausilio di questa mia tesi ricordo che l'onorevole di Forza Italia Massimo Palmizio il 27 gennaio scorso ha presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e al Ministro del lavoro sulla questione, affrontata a più riprese in questo Consiglio regionale, dei divieti di agibilità per i capannoni industriali ubicati nel reggiano e che non hanno subito danni in seguito agli eventi sismici. Gli imprenditori hanno avviato opere di messa in sicurezza dei propri capannoni a proprie spese, ottemperando alle richieste dei Comuni, attraverso opere infrastrutturali antisismiche e attraverso giunzioni metalliche, ottenendo un'agibilità parziale con un vincolo di tre anni per il completamento dei lavori.

Fermo restando i condivisibili e necessari interventi di messa in sicurezza del territorio e l'osservanza dei livelli di sicurezza e salvaguardia dei lavoratori sui luoghi di lavoro, rileviamo tuttavia come le disposizioni previste dalla legge n. 74 del 6 giugno 2012 e la legge n. 83 del 22 giugno 2012 e successive, generano confusione e disparità tra i comuni colpiti direttamente dal sisma con quelli confinanti. Occorre, come ha chiesto il presidente regionale di Forza Italia, rivedere la disciplina in materia di certificazione antisismica e in particolare le norme previste per l'agibilità dei capannoni industriali nei comuni reggiani di Novellara, Campagnola, Fabbrico, Correggio, Rio Saliceto, Rolo, Reggiolo. La Giunta regionale ha il dovere di intervenire su questo specifico problema collaborando con il Governo e il Parlamento.

Terza questione, ma non di minore importanza, è il sisma della Lunigiana, che nel comune di Castelnovo Monti ha causato crolli in una palazzina, la palazzina di via Fontanaguida. A tutt'oggi non è stata data da parte delle istituzioni comunali, provinciali e regionali e nazionali nessuna garanzia circa i finanziamenti per consentire alle famiglie sfollate l'utilizzo delle proprie abitazioni e delle attività commerciali. Ricordo che qualche mese fa, in data 17 luglio, quest'Aula approvava all'unanimità una risoluzione presentata dal sottoscritto e firmata anche dai colleghi sia di Forza Italia che del PD dove si chiedeva di accelerare l'iter procedurale per consentire in tempi rapidi la messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma e dove citavo espressamente l'edificio di via Fontanaguida. Ad agosto l'assessore Paola Gazzolo relativamente a questa questione riferiva che il Comune di Castelnovo Monti era in procinto di chiedere alla Regione un contributo per l'autonoma sistemazione del fabbricato in oggetto e che l'erogazione dei fondi sarebbe arrivata in tempi rapidi. Ad oggi - sono passati agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre, gennaio e febbraio, sette mesi - queste parole non hanno ancora avuto seguito. Alla Regione chiedo ancora una volta di stabilire l'entità del contributo per questo edificio singolo.

In data 23 dicembre avevo risollecitato attraverso un atto ispettivo la questione dell'erogazione di fondi per questo edificio chiedendo di velocizzare l'iter burocratico. Solo ieri, parlando con residenti in questa palazzina, mi hanno detto che sono stati convocati dal sindaco di Castelnovo Monti, presente il loro tecnico di parte e il geologo del Comune. Il Comune gli ha riferito dell'impossibilità dell'ente di finanziare la messa in sicurezza dell'edificio, aggiungendo che la Regione Emilia-Romagna non ha programmato alcuno stanziamento. Queste parole sono state pronunciate dal sindaco di Castelnovo Monti Gianluca Marconi martedì sera, alle ore ventuno, in una pubblica riunione.

I danni, mi dicono i terremotati, corrispondono ad una cifra non elevata, 150 mila euro, e sono soprattutto danni che riguardano le parti non strutturali dell'edificio, costruito naturalmente da una cooperativa, lo dico perché così si sa. È un edificio costruito da una cooperativa reggiana, da un'importante cooperativa. Ha avuto danni solo e soltanto alla parte non strutturale, quindi la parte esterna. Io chiedo e rinnovo a questa Assemblea regionale, a lei, Presidente Errani, la richiesta di questi cittadini, se siamo in grado di aiutarli e in che percentuale possiamo aiutarli, altrimenti diciamogli: non siamo in grado, e togliamogli ogni illusione. Non le dico, per non ripetermi, la disperazione dei residenti, che sono tuttora costretti a vivere in albergo o in affitto, a pagarsi l'albergo o l'affitto. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Ho osservato un po' di movimento in Assemblea, quindi non so se a questo appello che sto per fare qualcuno sta già dando seguito. L'idea è questa: al di là delle personali modalità con le quali ognuno di noi affronta il dibattito e argomenta le ragioni delle proprie iniziative, su un tema come questo, così come è stato anche in altre occasioni in cui ne abbiamo discusso, auspico che ci sia una presa di posizione unanime dell'Assemblea legislativa perché ritengo che sia nostro dovere individuare, laddove ci sono dei problemi concreti, la richiesta di aiuto e di intervento, raccoglierla e inoltrarla, con la forza che può avere una deliberazione dell'Assemblea legislativa, a chi ha la competenza e la possibilità di affrontare con concretezza quel problema e dare la risposta - in questo caso il tema è stato ben definito - la risposta necessaria.

L'auspicio, quindi, è quello di fare un'operazione secondo me onorevole come Assemblea legislativa e arrivare a condividere un unico documento da approvare in maniera compatta perché ritengo che qui, in questa Assemblea, non ci sia nessun consigliere regionale che non ritenga sbagliata, per non definirla con altre parole, la modalità con la quale è stato affrontato il tema dei mutui sulle case inagibili o comunque è sbagliato il fatto che chi ha la casa inagibile si sia trovato la rata del mutuo da pagare. Comunque c'è la volontà, dimostrata da diverse iniziative, di dare una risposta concreta a questa esigenza che noi sentiamo. Lo citano un po' tutti i documenti, ci sono richieste, prese di posizione di Consigli comunali, sollecitazioni delle realtà più conflittuali che sono quelle dei comitati spontanei che lì si sono organizzati, c'è una serie di dichiarazioni di disponibilità da parte dell'ABI. Bene, a tutte queste voci bisogna dare sostanza e concretezza e fare in modo anche noi, come Assemblea legislativa, di pronunciarci nel merito.

Ricordo ai colleghi che la risoluzione che poche settimane fa abbiamo approvato, ahimè, a fronte della nuova emergenza, che è quella dell'alluvione, e che è stata adottata in maniera unanime, già allora nel dispositivo raccoglieva il tema del pagamento dei mutui sulle case inagibili e già inserimmo allora, tre settimane fa, nel dispositivo, la richiesta della sospensione del pagamento dei mutui, facendo anche una riflessione, l'abbiamo fatta in Assemblea: che l'annunciata deroga o applicazione di questa sospensione annunciata nella legge di stabilità, in realtà poi non c'era, al di là della volontà di chi aveva proposto gli emendamenti e delle interpretazioni che erano state date il giorno stesso dell'approvazione in Parlamento della legge.

Ripeto, avevamo deciso di farci carico unanimemente come Assemblea legislativa. Va aggiornata la riflessione perché in qualche settimana altri si sono mossi, se non altro abbiamo gli ordini del giorno di alcuni Consigli comunali che ci sollecitano a reagire in questo senso. Io chiaramente sono convinta della giustezza di questa richiesta, sono convintissima, per cui, dal punto di vista della strategia nella modalità di affrontare questo tema, o c'è la disponibilità, che ci farebbe onore a tutti, dei presentatori dei diversi documenti di arrivare alla condivisione di un testo, altrimenti, solo su una questione di contenuto, senza dettagliare nelle forme e senza considerare, ripeto, il modo con il quale alcuni colleghi sono intervenuti in Aula, che non condivido in alcuni passaggi, io voterò tutti e tre i documenti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Non ho più iscritti a parlare, per cui chiudo il dibattito generale con l'intervento del Presidente Errani.

Prego, Presidente.

 

ERRANI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Innanzitutto non formalmente ringrazio chi ha proposto queste risoluzioni perché ci dà l'opportunità di ricordare un percorso fatto e di ribadire alcuni punti.

Primo: sulla questione del pagamento del mutuo sulle tasse stiamo lavorando da quattro mesi. Non si tratta del mutuo sulle case, su questo arrivo dopo; è la questione che poneva lei, consigliera Noè. La Commissione aveva approvato i tre anni a dicembre grazie alla nostra iniziativa, perché vorrei che fosse chiaro che se ci si muove in un certo modo, è perché c'è un lavoro fatto. Per ragioni relative alla famosa vicenda dei decreti, si riscrisse la norma e si ottenne un anno con l'impegno, nella discussione del decreto "Salva Roma", di arrivare a tre anni, cosa che in Commissione si è raggiunta. Poi, sempre per la vicenda della dinamica dei decreti, il Presidente del Senato - e avete visto la mia dichiarazione dove segnalavo la mia amarezza per questa questione - ha ritenuto, insieme ad altri emendamenti, di non considerare questo ammissibile. Quindi per me è irrinunciabile il rinvio e l'ottenimento dei tre anni per il pagamento dei mutui relativi alle tasse.

Adesso è in atto l'impegno del Senato di fare un disegno di legge in questi termini. Per quello che mi riguarda, seguirò questa cosa, ma in ogni caso lavoreremo perché in un prossimo veicolo normativo si raggiunga questo risultato. Però deve essere chiaro che da questo punto di vista - fatemela dire così, colleghi - non c'è nessuno più avanti di me, o siamo tutti alla pari, perché nessuno può dire che in questi mesi non abbiamo lavorato ora per ora per ottenere quel risultato, tant'è vero che nelle Commissioni si è votato all'unanimità e vi assicuro che non è stata una passeggiata nemmeno avere il voto delle Commissioni. Spero di essere stato chiaro su questo perché la nostra forza sta sempre nel fatto prima di tutto di capirci tra noi e poi di avere un'iniziativa.

Per quanto riguarda la questione dei mutui per le case inagibili, condivido, l'ho già detto ai diversi presentatori, il fatto che ci si riunisca in un unico documento e vorrei anche dire quello che abbiamo fatto. Innanzitutto abbiamo presentato ad ottobre un emendamento che affermava la sospensione dei mutui fino all'agibilità delle case, quindi sono d'accordo pienamente con l'oggetto. Abbiamo fatto questo emendamento e il Parlamento e la Commissione ce lo hanno respinto. L'abbiamo riproposto. Nel frattempo - e qui, per una volta, ringraziamo l'ABI regionale - nel frattempo, attraverso un'iniziativa quotidiana (come sa bene il consigliere Manfredini perché su questo punto avevamo avuto modo nell'altra riunione di Aula di scambiare concretamente una comunicazione), abbiamo lavorato per ottenere dall'ABI (e lo abbiamo ottenuto, è un fatto importante e positivo) la sospensione fino al 2014. Avevamo poi già ottenuto quello che noi avevamo proposto e ciò almeno 3 milioni per coprire quei casi sociali e di emergenza in relazione a questo tema.

Rimane valido per me il fatto di lavorare per una norma primaria e per me va benissimo e rafforza la nostra iniziativa un ordine del giorno unitario in relazione al fatto che si ottenga una norma primaria per assicurarci di non trovarci alla fine del 2014 a riprendere l'iniziativa per andare ad un'ulteriore proroga volontaria, tra virgolette, da parte dell'ABI. Questa è una cosa seria che possiamo fare e che dobbiamo fare, che io continuo a fare, l'importante è che abbiamo la consapevolezza che su questo lavoro c'è stata una presenza quotidiana e se abbiamo ottenuto dall'ABI è perché c'è stata questa presenza quotidiana, come peraltro l'ABI ha testimoniato con grande chiarezza e trasparenza nella propria comunicazione pubblica.

Debbo una risposta naturalmente anche in relazione al terremoto della Garfagnana. Stiamo facendo le procedure, faremo l'impossibile per dare una risposta noi come Regione. Attenzione, come lei, Filippi, sa bene, le procedure e le dinamiche del terremoto della Garfagnana sono molte diverse da quelle del nostro terremoto, "nostro" non perché quei cittadini non siano dell'Emilia-Romagna, sono dell'Emilia-Romagna, e questo ve la dovrebbe dire lunga rispetto a ciò che siamo riusciti a costruire da zero noi e ciò che si sta facendo da altre parti. Tuttavia, considerando l'entità e considerando la particolarità di questo evento che è dentro ad un altro evento, con la Protezione civile stiamo facendo la ricognizione e cercheremo in tutti i modi di dare una risposta, chiarendo, consigliere, ma lei mi ha già capito, che siamo fuori dalla procedura del terremoto del cratere e che siamo dentro ad un'altra procedura che ha risorse, dinamiche e riconoscimenti molto differenti, lo sappiamo bene. Quindi è un'iniziativa nostra che sta dentro alla dinamica del terremoto della Garfagnana, ma con l'attenzione nostra per vedere se ci sono delle condizioni per dare una risposta soddisfacente a questi cittadini.

Ne approfitto per dire che, come ho già detto pubblicamente, mi sono attivato con il nuovo Governo - oggi c'è il dibattito alla Camera e quindi bisogna lasciare al nuovo Governo il tempo di insediarsi pienamente - per affrontare il tema negli stessi, identici termini che avevo posto in Consiglio nel dibattito che abbiamo fatto sull'alluvione, che, ripeto, è un evento che si sovrappone al terremoto e che per questa ragione deve trovare delle risposte specifiche in relazione al terremoto per il riconoscimento pieno di tutti i danni, per l'utilizzo anche qui del meccanismo dei mutui per le tasse e per valutare le condizioni dell'area del terremoto, soprattutto nei centri storici, per le piccole e piccolissime attività economiche, nell'ambito delle norme di una fiscalità di vantaggio. Da questo punto di vista la nostra iniziativa quotidiana - ve lo assicuro, quotidiana - è ferma e determinata perché consideriamo questi punti fondamentali e giusti. Sarebbe al contrario un grave errore disgiungere la questione dell'alluvione dalla questione del terremoto perché sarebbe anche sbagliato considerando che, come sapete, si sovrappone esattamente, per fortuna solo in parte, ai comuni del cratere del terremoto. Questo è quello che dovevo all'Assemblea.

Auspico che sia possibile fare una risoluzione, un ordine del giorno, diciamo così, congiunto di tutta l'Assemblea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, presidente Errani.

Informo che nel frattempo è arrivato un secondo emendamento all'oggetto 5219 a firma dei consiglieri Leoni, Luciano Vecchi, Manfredini e Noè, invece sulla risoluzione 5182, oltre al consigliere Leoni, ha firmato anche il consigliere Filippi.

Chiudo il dibattito generale. Chiedo chi intende intervenire per dichiarazione di voto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Credo che questa sia una dichiarazione dal punto di vista politico. Con i colleghi Noè, Leoni e, credo, anche Manfredini, firmatari delle altre risoluzioni, abbiamo ritenuto opportuno, per evitare o voti a favore o voti contro le varie risoluzioni, per non approvare testi diversi che potrebbero avere almeno lessicalmente un significato diverso, che prendendo come base la risoluzione 5219, quella, per capirci, dove sono primo firmatario, con i due emendamenti alla stessa risoluzione, si può avere un testo, se non capisco male, che trova l'accordo dell'Aula e per quanto mi riguarda diventerebbe, non formalmente, ma politicamente, una nuova risoluzione che raccoglie i testi originari delle tre risoluzioni precedenti e che quindi adottiamo sulla base della proposta dei firmatari di tutte e tre le risoluzioni e quindi non c'è una primazia dell'uno sull'altro, ma c'è il frutto di un lavoro comune. Se non capisco male, credo che sia una soluzione buona e di cui ringrazio tutti. Quindi la 5219, con i due emendamenti, uno dei quali sottoscritto da tutti i presentatori delle risoluzioni, diventa una nuova risoluzione di cui i primi firmatari sono tutti coloro che hanno firmato le risoluzioni originarie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Presidente Errani, io ho ascoltato attentamente e so quanto lei sta facendo, però non ci dobbiamo fermare qui, neanche dobbiamo alzare le mani, perché, vede, caro Presidente, di quanto è avvenuto e di quello che sta avvenendo lei le ragioni un po' le ha spiegate, ma ha veramente del paradossale. A Roma approvano un emendamento per prorogare di tre anni i mutui contratti dalle imprese per pagare tasse e contributi ai lavoratori, poi l'emendamento si trasforma magicamente in una proroga di appena sei mesi, a giugno, infatti, ci sarà un'altra rata, e ora, dopo che in Commissione Senato si torna a parlare di tre anni, ecco che il Presidente Grasso fa un blitz sull'operazione. Ma vi pare questa la giusta attenzione che Roma ha verso la Bassa Modenese e che voi millantate?

E cosa dire dei mutui delle case inagibili? Ma vi sembra corretto che uno che ha un'abitazione devastata, addirittura abbattuta, dove non può fare rientro, debba spendere dei soldi? Il primo gennaio, tutte le banche, comprese quelle poche che avevano sospeso le rate nel 2013, dopo una trattativa privata con i clienti, hanno ripreso a prelevare soldi dai conti correnti. Dite che a breve arriverà una sospensione, ma siete fuori tempo massimo almeno di due mesi!

Da Roma ci dicono che ci sono 3 milioni di euro già disponibili per il commissario Errani per pagare gli interessi passivi, l'assessore Muzzarelli invece sostiene che sia necessario un provvedimento del Governo. Ma dobbiamo capirci! Chi è che sta bleffando, ce lo potete spiegare? Chi deve dire all'ABI, che si è detta disponibile a sospendere se arriverà un input politico, di bloccare le rate?

Come ho anticipato nell'intervento, io voterò a favore di tutte le risoluzioni, firmeremo anche quella, consigliere Donini, adesso andrò a leggere quel documento, però sinceramente ne ho abbastanza di documenti condivisi che girano intorno al problema. Vorrei che in quel documento ci fosse scritto che chiediamo gli stessi diritti degli altri, che quei diritti li abbiano anche i nostri territori colpiti. Non voglio tornare a dirlo, ma ci sono dei territori e degli italiani privilegiati che hanno un altro percorso di trattamento. Basta! Mettiamo fine a questo! Tutti abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, noi i nostri doveri li rispettiamo, gli altri non lo so, però loro hanno diritti che noi non abbiamo.

Voterò a favore ribadendo che all'Emilia spetta quantomeno lo stesso trattamento che è stato riservato, appunto, come ho detto prima, alle altre emergenze italiane (anche quelle trattate come emergenze e che tali non erano, che sono rientrate nelle emergenze per il buco della serratura) ribadendo qui che l'Emilia produce il 2 per cento del PIL nazionale e Renzi e il nuovo Governo devono capire, Presidente, che prima ripartono queste aziende, meglio è, ma per ripartire hanno bisogno di una flebo che è determinante per farle vivere. Se questo non ci sarà, il prossimo anno continueranno a pagare, non avremo comunque quei privilegi che hanno gli altri siti di cinque anni più cinque anni di sconto del 60 per cento. Se facciamo un po' di conti, se tiriamo via tutte le zone che hanno questo trattamento di favore - sono andato proprio a localizzarle - dall'Umbria a venire al Nord sono quelli i territori che pagheranno tutte le spese di questo Stato, perché per il resto, uno per una storia, uno per un'altra, uno per un'altra ancora, tutti sono esenti dai contributi ai dipendenti eccetera, sono esenti da tutto. Allora a me pare veramente un'ingiustizia e mi fanno veramente girare... ecco mi fanno girare, mi limito, Presidente, mi deve scusare, ma io quando vedo queste cose e siamo tutti italiani e abbiamo tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri e poi i diritti non vengono rispettati, mi inalbero, anzi, inalberarsi è dir poco.

Domani sapete bene, non so se lei lo sa, Presidente, che i comitati verranno a fare una conferenza stampa con 12 mila firme che vogliono presentare e consegnare a lei. Spero che lei ci sia così può dargli anche una risposta anche per farli stare un po' più tranquilli. Per aiutare lei, Presidente, non che sia incapace sinceramente, perché ho visto che si dà da fare, le sue lotte le fa, ma per dare più forza a lei, se vuole, possiamo fare un gruppo e le andiamo a consegnare al nuovo Governo le 12 mila firme, per appoggiare lei, Presidente, perché questo trattamento deve finire, queste aziende devono ricominciare a lavorare e non possono ricominciare se non hanno almeno chi la chiama "fiscalità di vantaggio", chi la chiama "no tax area", chi la chiama eccetera, chiamatela come volete, però per un anno queste sfortunate imprese devono avere lo stesso trattamento degli altri, non chiedo niente di particolare, anzi, un trattamento ridotto ad un decimo di quello che gli altri hanno già avuto.

La finisco qua perché altrimenti, guardi, sto già sforando, Presidente. Noi voteremo tutto, qualsiasi documento che vada a favore delle nostre zone terremotate. Grazie e mi scuso.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Il Presidente Errani chiede di poter intervenire in dichiarazione di voto. Voi sapete che poi i due consiglieri che sono già intervenuti in dichiarazione di voto, se vogliono, posso intervenire di nuovo.

Ha chiesto di intervenire il Presidente Errani. Ne ha facoltà.

 

ERRANI: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Manfredini che dice: tutti insieme, che è esattamente la stessa cosa che ho proposto io. Però voglio fare una precisazione, consigliere Manfredini. Lei ha citato un fatto reale in relazione alla riduzione del 60 per cento della fiscalità in un'area, l'Aquila, e prima altre emergenze, ma lei sa, consigliere Manfredini, che è in corso una procedura dell'Unione europea che prevede per quei beneficiari la restituzione integrale e con gli interessi? È bene che lo sappiamo onde evitare incidenti. Noi abbiamo un vantaggio in questo fino ad ora: al contrario di tutte le altre emergenze, noi abbiamo comunicato prima all'Unione europea le norme onde evitare di trovarci in questa situazione particolarmente spiacevole. Occorre avere consapevolezza di questo perché è molto importante.

Per il resto, l'ho proposto io di stare tutti uniti per avere più credibilità e più possibilità di ottenere risultati. Il meccanismo dei tre anni e di quell'anno che è stato messo è per un meccanismo di lettura della procedura dei decreti, tant'è che adesso c'è l'impegno a fare un disegno di legge. Lavoriamoci tutti, prima al Senato, poi alla Camera, perché questo disegno di legge passi rapidamente onde evitare di trovarci di fronte di nuovo al problema, ma su questo siamo tutti d'accordo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, presidente Errani.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Ringrazio il Presidente anche per la precisazione perché una delle cose che volevo dire molto velocemente, prima di dichiarare il voto, è che ormai è chiaro a tutti che l'eccessiva burocrazia per chi deve ricostruire non aiuta e purtroppo l'Italia è affogata dalla burocrazia.

Stop al pagamento dei mutui fino alla ricostruzione e una fiscalità più appropriata all'emergenza. L'ultima risposta è stata anche chiarificatrice di un problema. Io premetto che voterò tutti e tre le risoluzioni e anche se ce ne sarà una che diventerà "una e trina" mi va bene pure quella perché credo che l'interesse di tutti in quest'Aula sia di sostenere chi è finito in una situazione davvero terrificante.

Dobbiamo dare però, e lo dico anche al Presidente, ai nostri cittadini più sicurezza e più certezza che siamo attenti, che facciamo prevenzione, che siamo a loro fianco. Purtroppo l'accadere di eventi che vanno al di là della nostra possibilità, cosa che questa Regione credo non abbia mai affrontato, fa sì che abbiamo i cittadini in uno stato di ansia e anche di difficoltà enorme, quindi facciamo di tutto per far sentire ai cittadini che la Regione sta lavorando per loro e non è frenata da diversità di interpretazione politica. Credo che questo sarebbe già un bel messaggio, quindi il documento "uno e trino" penso che sarebbe l'ideale, però vediamo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Noi siamo qua tutti, immagino, non a fare campagna elettorale, ma a cercare di portare a casa risultati concreti sui singoli temi che ci vengono posti all'attenzione dalla Giunta, ma anche dai cittadini; allora ritengo che oggi vada accettato l'invito del Presidente Errani e quindi che si debba arrivare ad un documento unico perché parliamo di cose importanti che cambiano la vita della gente. Visto che insieme agli altri colleghi abbiamo firmato un sub-emendamento, dove peraltro si recepisce quanto era richiesto nella mia risoluzione, cioè di "rafforzare le azioni nei confronti del Governo e del Parlamento per affrontare e risolvere le questioni evidenziate, facendo sospendere il pagamento delle rate per le persone e per le imprese che ne facciano richiesta, fino a quando il loro edificio non sia tornato agibile", credo che questa sia una richiesta importante, che se arriva da un documento unico, arriva più forte, mette nelle mani del Presidente Errani una cartuccia in più da sparare nei confronti di chi di dovere. Logicamente è un senso di responsabilità, che penso tutti qua dentro dimostriamo ampiamente e più volte abbiamo dimostrato su tematiche importanti che sentiamo sulla nostra pelle perché hanno toccato la carne viva dei nostri concittadini. Penso che questo senso di responsabilità il Presidente Errani dovrà farlo sentire nelle stanze del Governo e nelle Aule del Parlamento e delle Commissioni. Questo è l'invito che noi gli facciamo. Per questo motivo, per quanto mi riguarda, io ritiro il mio documento. Voterò chiaramente i sub-emendamenti che ho presentato insieme agli altri colleghi e mi auguro che questo documento unico possa servire davvero, in tempi però brevissimi, a sistemare almeno una problematica che i nostri terremotati stanno subendo e vivendo da tanto tempo. Faremmo un grande servizio a loro e faremmo anche un ottimo servizio alla funzione che esercitiamo in quest'Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Anch'io ringrazio il Presidente Errani e l'assessore Paola Gazzolo per il loro impegno quotidiano per cercare di risolvere i gravissimi problemi legati al sisma sia dell'Emilia sia della Garfagnana. Le rinnovo, Presidente, la richiesta di dare una risposta soddisfacente a quelle persone che non solo sono state colpite nel portafoglio, ma anche a livello psicologico, il terremoto è un evento naturale che spaventa, che fa sentire l'uomo piccolo di fronte all'immensa potenza della natura.

Poi ha ragione anche il collega Manfredini quando dice: chiediamo per i cittadini dell'Emilia-Romagna gli stessi diritti che godono altri cittadini dell'Italia. Tra l'altro i modenesi hanno subito, oltre al terremoto, anche l'alluvione, quindi abbiamo motivi in più per chiedere un aiuto, è ora di smetterla di considerare l'Emilia un territorio ricco, ubertoso, grasso, per cui non avrebbe diritto ai contributi. È ora che l'Emilia riceva gli stessi contributi e gli stessi finanziamenti che ricevono altre parti d'Italia.

Forza Italia, come ha detto il collega Leoni, voterà a favore del documento unitario che chiede di bloccare le rate dei mutui e voterà a favore di tutti i documenti che vanno incontro alle esigenze dei cittadini terremotati.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Come diceva il collega Leoni, credo che su questi temi non abbia senso dividersi. Faccio solamente un appello al Presidente Errani a questo proposito. Come vede, oggi il buonsenso ha ispirato tutti noi al fine di poterci presentare uniti rispetto a questa sollecitazione anche alla luce dell'equivoco che si è verificato al Senato. Però sarebbe anche opportuno, Presidente Errani, glielo dico proprio convintamente, evitare che ci fossero delle proposte singolari, magari forse anche da parte del nostro assessore Muzzarelli, che oggi può avere anche altri interessi, cioè fare delle proposte che poi alla fine rischiano di essere parziali rispetto anche all'idea di eventualmente riconoscere una zona franca per due anni per le microimprese che hanno meno di cinque dipendenti. Tutto bene, però io credo che proposte di questo genere debbano riconoscere una zona franca per due anni per le microimprese che hanno meno di cinque dipendenti. Tutto bene, però credo che proposte di questo genere, al di là dal fatto che rievocano sollecitazioni che da tempo noi abbiamo fatto in questa direzione (chiamate "no tax area", chiamate "zona franca", chiamate "defiscalizzazione", che purtroppo ci sono sempre state negate), vedere che oggi, dopo un terremoto, dopo un'alluvione, dopo una candidatura, salta fuori questa proposta... insomma, è bene che se si deve fare perché può avere un senso, che venga fatta però facendola anticipare da un confronto con tutte le forze produttive, perché ha generato, questo provvedimento, una sensazione di discriminazione rispetto a chi non ha cinque dipendenti ma ne ha sei e quindi da questo provvedimento verrebbe escluso. Allora invito alla prudenza. Molto bene che ci sia finalmente la consapevolezza di avere una sensibilità che rievoca anche un po' quella disparità di trattamento che l'amico Manfredini non vuole che si generi rispetto alle nostre popolazioni, però mi raccomando che un'ansia da prestazione non ci porti poi a produrre più danni che benefici. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Oggi potremmo chiamarla la "giornata dei documenti condivisi" perché abbiamo condiviso la risoluzione sulla popolazione del Sahara occidentale, stiamo condividendo questa sul cratere e poi probabilmente condivideremo quella sui marò. D'altronde credo che la politica debba confrontarsi anche con toni aspri, però quando parliamo di questioni che sono nell'interesse di tutti i cittadini e che sono condivisibili al di là della matrice politica ideologica da cui si proviene, sia giusto anche essere uniti per abbattere la burocrazia e andare più diretti nella direzione unica che è quella del bene dei cittadini. Quindi, in qualità di esponente del Gruppo misto e rappresentante del movimento politico di Fratelli d'Italia, voterò anche queste risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti. Non ho più iscritti...

 

(interruzione del consigliere Manfredini)

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Manfredini, siamo fuori tempo massimo rispetto a degli emendamenti, per cui, se lei ritiene di trasformarlo in ordine del giorno, lo trasforma in ordine del giorno, ma io devo sospendere in attesa che lei formalizzi la richiesta. Procederemo poi con la distribuzione a tutti i consiglieri.

 

(interruzione del consigliere Manfredini)

 

PRESIDENTE (Costi): Allora, sospendiamo la seduta in attesa della distribuzione delle copie dell’ordine del giorno che viene abbinato alle risoluzioni.

 

(La seduta, sospesa alle ore 12,33, è ripresa alle ore 12,37)

 

PRESIDENTE (Costi): Informo i consiglieri che è in corso la distribuzione dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Manfredini e che la risoluzione oggetto 5182 è stata ritirata da parte del consigliere Leoni.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. In un'altra occasione ripresenteremo un ordine del giorno predisposto meglio, questo lo ritiro e firmiamo con il mal di pancia il documento del collega Vecchi. Perciò ritiro il mio, chiedo scusa, lo presenteremo in un altro modo, formulato anche in modo diverso.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

L’ordine del giorno 5219/1 è ritirato. È stata ritirata la risoluzione 5184 a firma Noè e Manfredini ed è stata ritirata la risoluzione 5182 a firma Leoni e Filippi. Sulla risoluzione 5219 insistono due emendamenti.

Procediamo con le operazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Luciano Vecchi.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Leoni, Luciano Vecchi, Noè e Manfredini.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5219, a firma dei consiglieri Vecchi Luciano, Barbati, Donini, Grillini, Mori, Pariani, Serri, Marani, Bonaccini, Leoni, Filippi, Manfredini.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): È pervenuta da parte del consigliere Malaguti la richiesta per invertire l'ordine del giorno e trattare immediatamente l'oggetto 5165, per cui chiedo un intervento a favore e uno contro.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Non so se sono a favore o contro, nel senso che sarei naturalmente a favore di questa inversione, però dato che il punto successivo, come avevamo detto nella riunione dei capigruppo, è quello sul consumo del suolo, chiedo che venga comunque mantenuto l'impegno alla discussione anche di questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

Credo che quello della consigliera Meo sia quasi un intervento contro, quindi chiedo se c'è un intervento a favore. Poi io sono disponibile, e l'abbiamo detto anche in Conferenza dei Capigruppo, ad andare anche un po' oltre le 14.00 nel caso in cui per quell'ora non abbiamo terminato una delle risoluzioni che ci eravamo impegnati ad esaminare.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Vista l'urgenza del documento sui marò, io sono a favore di questa inversione, però mi impegno ad essere molto veloce nell'illustrazione visto che questo documento è condiviso da tutti, per lasciare il tempo eventualmente anche per il documento successivo che sollecitava la consigliera Meo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

A questo punto, visto che c'è stato un intervento a favore e uno contro, pongo in votazione per alzata di mano l'inversione dell'ordine dei lavori per trattare immediatamente l'oggetto 5165, che, informo, sarà abbinato alla risoluzione 5220, che è firmata da numerosi consiglieri.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'inversione dell'ordine dei lavori.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'inversione è accolta.

 

OGGETTO 5165

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esperire un'azione congiunta, con Autorità italiane, europee, degli USA e NATO, nei confronti dell'India per attivare un Arbitrato obbligatorio, ai sensi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, per la soluzione della controversia che coinvolge i fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. A firma del Consigliere: Malaguti

(Ritiro)

 

OGGETTO 5220

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le azioni del Governo italiano per ottenere il rimpatrio dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. A firma dei Consiglieri: Malaguti, Monari, Corradi, Pollastri, Moriconi, Aimi, Bartolini, Alessandrini, Pariani, Vecchi Luciano, Serri, Villani, Mazzotti, Bazzoni, Cavalli, Lombardi, Bignami, Carini, Mori, Barbieri, Marani, Paruolo, Zoffoli, Leoni, Defranceschi, Bernardini, Barbati, Grillini, Piva, Filippi, Pagani, Noè, Favia, Manfredini

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): È aperto il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Ritiro la 5165 perché viene di fatto sostituita dalla 5220, l'altra risoluzione che è firmata dalla maggioranza degli esponenti dei partiti dell'Aula.

Sarò velocissimo, la illustro, anche se l'argomento è conosciuto ormai da tutti.

Da circa due anni i fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono trattenuti in India a seguito dei tragici fatti che avvennero nelle acque internazionali antistanti il Paese asiatico, nei quali persero la vita due pescatori. Tale situazione è inaccettabile dal momento che i due marò del battaglione San Marco sono privati della libertà personale pur in assenza di qualsivoglia capo di accusa. I militari italiani erano, conformemente alle norme di diritto internazionale, impegnati nel quadro delle iniziative anti pirateria previste ed auspicate dalla comunità internazionale. È evidente, come sottolineato anche da numerose organizzazioni internazionali, l’inapplicabilità dell’ordinamento interno indiano al caso di specie dal momento che dovrebbero essere invece applicate unicamente le norme del diritto internazionale.

Quindi questa risoluzione impegna la Giunta a sostenere attivamente tutte le azioni poste in essere dal Governo italiano per ottenere il rimpatrio dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e a sostenere tutte le iniziative volte a collocare la vicenda legale sul terreno conforme al diritto internazionale.

Abbiamo avuto purtroppo due lunghi anni di tempo per approfondire questa vicenda, quindi non andrò oltre nell'illustrazione perché ormai tutti la conosciamo. È una vicenda che sarebbe dovuta essere risolta in pochi giorni grazie all'attivazione dell'arbitrato obbligatorio ai sensi della convenzione ONU del diritto di mare. Recentemente ci sono stati degli sviluppi mi sembra in termini positivi. Anche questo Governo appena in carica si è impegnato a metterla in agenda come uno dei suoi primi impegni. Auspico che effettivamente questa vicenda venga risolta perché altrimenti in termini di prestigio internazionale la sconteremo purtroppo per tutti gli anni a venire. Grazie.

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Siamo in dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale. Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Dichiaro il convinto voto favorevole del gruppo di Forza Italia alla risoluzione sui marò ed esprimo anche la vicinanza di tutti noi alle famiglie di questi militari e naturalmente a loro stessi, che sono stati ingiustamente accusati mentre svolgevano il loro lavoro a difesa dell'Italia, tenendo alta la bandiera dell'Italia. Invito anche l'Europa a prendere seriamente in considerazione questo caso, l'atteggiamento dell'Europa non è adeguato rispetto all'importanza che hanno questi marò per tutto il popolo italiano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

 

MONARI: Grazie, presidente. Annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla risoluzione, che condividiamo ovviamente. È una materia molto delicata, è una materia come quella del dibattito precedente a questo ordine del giorno, che riguardava le problematiche concernenti il popolo Saharawi dove la collega Donini ha citato, in un passaggio molto condivisibile, la questione del diritto internazionale. Questo, pur essendo ovviamente un argomento molto diverso, ha però attinenza allo stesso tipo di problematica.

Siamo consapevoli che la responsabilità del livello di governo delle Regioni non attiene a questo tipo di problematiche, purtuttavia il sostegno a tutte le iniziative volte a collocare la discussione, la vicenda legale sul terreno più conforme al diritto internazionale e non ad una dinamica tra due Paesi, il Nostro e l'India, ci pare non solo doveroso, ma anche in linea con quello che si sta apprendendo dalle cronache di questi giorni. Ovviamente, quindi, ci sarà il nostro sostegno e il nostro voto favorevole a questa risoluzione, che, lo dico al collega Malaguti, che ringrazio, è diventata, come molti aspetti che coinvolgono vicende come questa, una risoluzione unanime dell'Aula che esprime un segno di vicinanza non solo ai marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ma anche alle loro famiglie. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Faccio la mia dichiarazione di astensione in quanto naturalmente sono d'accordo sul fare di tutto per evitare addirittura la pena di morte come è stata minacciata fino a pochi giorni fa, o delle pene gravissime come quelle che si profilano se i due marò verranno giudicati sulla base dei capi di imputazione che piano piano si vanno formando, però devo dire che questa enfasi patriottica non mi convince neanche un po'. Dire poi che hanno tenuto alta la bandiera italiana mi sembra veramente uno sproposito. Cari colleghi, questi non sono due fucilieri trattenuti a seguito di fatti tragici, sono trattenuti in quanto implicati in fatti tragici e nessuno in Italia, con tutta la buona volontà nostra di cercare di difenderli dalla pena più grave, comunque è stato in grado di dire che non sono stati loro a sparare. E non solo. Seppure in una difficile azione antipirateria, nella quale, mi rendo conto, non è facile distinguere le situazioni, non sono stati uccisi però dei pirati, ma dei pescatori e questo è accertato...

 

MALAGUTI: Pescatori armati, erano armati.

 

NALDI: Non risulta che fossero armati. Comunque io dico che sono d'accordo di sostenere tutte le iniziative volte a collocare la vicenda legale sul terreno conforme al diritto internazionale, mi convince meno il fatto che devono essere portati al più presto in Italia. Come facciamo a sostenere che devono essere portati al più presto in Italia quando, fra l'altro, non si può neanche dire che, considerando gli standard medi dei prigionieri in giro per il mondo, siano stati trattati male visto che hanno avuto anche due permessi piuttosto lunghi di soggiorno in Italia? L'ultimo ce lo siamo giocati con tutta quella messa in scena per cui prima dovevano stare qui, poi li abbiamo rimandati. Secondo me di errori in questa vicenda ne sono stati fatti molti, però si tratta di un caso grave dove almeno ogni tanto bisognerebbe ricordarsi quale potrebbe essere la nostra emozione se le parti fossero invertite, se ci fossero due militari libici che avessero ucciso due pescatori italiani nel golfo libico. Penso che sia una cosa che andrebbe trattata con un po' più di attenzione ai diritti di tutte le popolazioni del mondo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Non ho più nessun iscritto in dichiarazione di voto, pertanto passiamo alla votazione.

Sostituisco il consigliere Barbieri, che è assente, con la consigliera Serri nelle funzioni di scrutatore.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5220, a firma dei consiglieri Malaguti, Monari, Corradi, Pollastri, Moriconi, Aimi, Bartolini, Alessandrini, Pariani, Vecchi Luciano, Serri, Villani, Mazzotti, Bazzoni, Cavalli, Lombardi, Bignami, Carini, Mori, Barbieri, Marani, Paruolo, Zoffoli, Leoni, Defranceschi, Bernardini, Barbati, Grillini, Piva, Filippi, Pagani, Noè, Favia, Manfredini.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 5145

Risoluzione in merito al consumo di suolo e agli strumenti da individuarsi per agevolare i Comuni a rivedere al ribasso le previsioni non conformative dei piani urbanistici vigenti. A firma dei Consiglieri: Meo, Casadei, Barbati, Paruolo, Donini, Mumolo, Naldi, Favia, Defranceschi, Sconciaforni, Pagani, Grillini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Su questa risoluzione insistono cinque emendamenti: il primo a firma dei consiglieri Grillini e Barbati; il secondo è stato ritirato ed era sempre a firma dei consiglieri Grillini e Barbati; il terzo è a firma dei consiglieri Barbati e Grillini; il quarto è a firma dei consiglieri Pariani, Marani e Zoffoli; il quinto è a firma dei consiglieri Meo, Barbati, Mumolo e Casadei.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. In apertura tengo a dire che i primi firmatari di questo documento sono i consiglieri che hanno scelto, come gesto simbolico naturalmente, che non sostituisce l'Aula, di aderire ad una campagna importante che l'associazione Legambiente ha lanciato nella nostra Regione, che ringraziamo per aver riportato all'attenzione questo tema e che in questi giorni sta raccogliendo molte autorevoli adesioni. Non mi stupisce che le raccolga perché in realtà il tema del consumo di suolo è sicuramente il tema principe per ciò che riguarda tutto il disagio che oggi incontriamo sul nostro territorio, che parte dall'oggettivo consumo di metri quadri, ma che possiamo estendere al tema della viabilità, che possiamo valutare insieme al tema delle reti della distribuzione dell'energia, dei trasporti, di tutto quello che oggi vediamo accadere intorno a noi.

Non c'è dubbio che finalmente si affaccia una consapevolezza nuova e dopo anni di proteste civili e di denunce anche intellettuali, è diventato, quello del consumo di suolo, un indicatore sintetico dell’insieme dei fenomeni scatenati dal processo di urbanizzazione, questo è sotto i nostri occhi: disordine distributivo, colonizzazione della campagna, distruzione del paesaggio e della biodiversità, sovrapproduzione edilizia.

È un fenomeno che coinvolge tutta l’Italia naturalmente, anzi, non solo l'Italia, ma che da noi ha assunto dimensioni particolarmente allarmanti, tanto più in presenza di politiche nazionali che continuano a ritenere «il mattone» un fattore di crescita. I Piani Casa, ad esempio, sono successivi addirittura allo scoppio della bolla immobiliare americana e alla crisi legata ai mutui sub-prime. A questo aggiungo anche che il fenomeno, da noi così diffuso negli anni precedenti, delle sanatorie successive alle edificazioni è veramente un fenomeno che ci ha portato a queste condizioni. Non a caso in Italia la quantificazione del consumo di suolo non è affidata a nessun organismo nazionale, non esiste, quindi, una misurazione di questo fenomeno, e le iniziative in questa direzione sono solo frutto di singole Regioni, di gruppi di ricerca e di associazioni civili, sicché risulta impossibile oggi tracciare una mappa che copra l’intero territorio nazionale e ci si deve accontentare di spezzoni di indagini relativi in massima parte all’Italia Centro-Settentrionale. È un fenomeno fuori controllo.

Anche le Regioni di antica tradizione pianificatoria sono cadute nell’inganno immobiliare. L’Emilia-Romagna nel decennio dal 1994 al 2003 ha incrementato il territorio urbanizzato di quasi il 52 per cento e benché nel quinquennio successivo abbia ridimensionato in maniera decisa gli accrescimenti (con soltanto un più 8 per cento), presenta un’occupazione del suolo ingombrante che a partire dal 1976 ha visto quasi il raddoppio delle aree artificializzate (con un più 92 per cento). Un pulviscolo insediativo che il Piano territoriale regionale ipotizza di riportare a sistema. Un progetto sicuramente interessante, anche a tratti seducente, ma sicuramente non agevole nel marasma urbanistico attuale quando la popolazione si è ormai dispersa nelle campagne più di tutto a fronte di previsioni urbanistiche che, indifferenti alla saturazione del mercato, progettano ulteriori "alluvioni" immobiliari.

Dopo anni di trend più che positivi in cui la bolla speculativa ha continuato a gonfiarsi a partire dal 2007 e con maggiore evidenza dal 2008, la crisi del settore comincia però a manifestarsi. I valori immobiliari si raffreddano, con cali più sensibili nelle periferie urbanizzate, ma segnali ben percepibili anche all’interno delle città. Salta la relazione tra domanda e offerta. Nonostante il relativo aumento del numero delle famiglie, dovuto in prevalenza a regolarizzazioni di immigrati, peraltro già insediati sul nostro territorio, il rapporto tra i due incrementi (numero di famiglie e numero di abitazioni) è sempre a favore di quest'ultime.

Dopo la crisi dell’idea di pianificazione, la deregolazione porta al governo degli affari, del potere economico, non contano quindi più volontà e interessi collettivi, ma il peso e la forza di pressione e di persuasione del potere economico, in un connubio strumentale alla rendita finanziaria e immobiliare.

Questo ovviamente pesa molto anche sui Comuni, dove la debolezza magari di altri strumenti e di trasferimenti di tipo economico fa convergere verso questo sistema e fa intravedere in questa pianificazione una delle poche possibilità che oggi i nostri Comuni hanno anche di fare, lo dico volgarmente, cassa. Questo però ha portato ad una urbanizzazione che si dilata nelle campagne per omogeneizzare la rendita oltre i limiti della città compatta eliminando la cesura che esisteva tra città e campagna e provocando di conseguenza anche tutta la difficoltà che oggi si ha di distribuire i servizi sul territorio, di immaginare una viabilità di un certo tipo e comunque di gestire questa complessità troppo diffusa sul territorio.

Ogni anno nei comuni della pianura, per esempio, della provincia di Bologna si costruiscono mediamente circa 2500 nuovi alloggi, di cui circa 700 nel comune capoluogo. Dai PSC approvati negli anni recenti o in corso di elaborazione emerge, per la sola pianura bolognese, che la previsione di nuove abitazioni è di circa 60 mila unità, di cui solo 22 mila derivano da residui non realizzati dei vecchi PRG (circa il 36 per cento), gli altri 38 mila alloggi sono previsti da nuovi piani. Non è difficile immaginare che, agli attuali ritmi di assorbimento del mercato edilizio, si tratta di previsioni che impegnano i prossimi venticinque anni del territorio e delle sue comunità. Meno del 15 per cento di queste previsioni derivano da interventi di riqualificazione urbana mentre per l’85 per cento sono alloggi che investono aree agricole non urbanizzate.

A queste previsioni residenziali vanno aggiunte quelle per le aree produttive. Considerando solo le aree produttive principali, è possibile stimare che le nuove previsioni contenute nei PSC coinvolgano quasi 800 ettari di suolo oggi agricolo.

Se questo è il quadro che emerge da un contesto che si è sempre reputato virtuoso e che certamente non rappresenta - questo lo voglio dire - il peggio di quello che sta accadendo in Italia, comunque non possiamo che presagire conseguenze di artificializzazione dei suoli di entità assolutamente non sostenibili. Quindi anche una regione come l’Emilia-Romagna, in cui la pianificazione è sempre stata parte del patrimonio culturale e legislativo e che è sempre stata attenta custode dei patrimoni territoriali, oggi vive una stagione di forti contraddizioni e benché si sia dotata di una legge nel 2000, la «Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio», legge che conosciamo tutti, che prescrive di «prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione», quindi si pone il problema già dal 2000, e nel 2009 aggiorna la norma per attribuire ai Piani territoriali di coordinamento provinciale il compito di definire «i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo per tutto il territorio provinciale le condizioni e i limiti al consumo di territorio non urbanizzato», da tutti questi quadri, cosa vediamo emergere? Vediamo emergere una consapevolezza diffusa, assolutamente diffusa, che la situazione non è per l'appunto sostenibile, dando a questa parola un significato di "sostenibilità ambientale" ovviamente.

Ecco perché io credo che sia giusto che oggi questa Regione, attraverso i suoi strumenti legislativi, aggiunga uno strumento normativo a questa che è una consapevolezza sulla quale si è arrivati e che è una consapevolezza che è sicuramente presente da un decennio e che si ribadisce assegnando le funzioni di coordinamento e di indirizzo alle Province. Se, per esempio, esaminiamo sempre il PTCP della Provincia di Bologna approvato nel 2004, troviamo indicazioni precise sulla necessità di minimizzare il consumo di suolo e gli impatti ambientali, di contenere il consumo di territorio riducendo al minimo l’ulteriore occupazione di suolo da pianificare. Quindi dobbiamo oggi fare questo sforzo e dobbiamo chiedere con decisione che la Regione si doti di uno strumento normativo che, nel rispetto ovviamente delle direttive europee che oggi ci sono e che volta per volta verranno aggiornate e riaggiornate, con decisione però segni il principio del consumo di suolo zero perché dobbiamo ricucire i rischi che abbiamo visto (la visione di quello che accade intorno a noi, che, al di là dei piani e al di là degli studi, è veramente evidente) con una normativa pregnante che coraggiosamente faccia interrompere questo abuso sul territorio, questo consumo di suolo e che quindi in qualche modo consegni una visione di pianificazione avanzata per il prossimo futuro e che in qualche modo ci faccia dire che l'intenzione è quella di ricucire tra le reali esigenze di metri cubi e una reale esigenza più diffusa che è quella di conservare a) il territorio, b) il suolo agricolo e, più in assoluto, di pianificare con questa consapevolezza tutte le prossime attività insediative sul territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Meo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Casadei. Ne ha facoltà.

 

CASADEI: Grazie, presidente. Il mio sarà un intervento molto breve anche perché la collega Meo ha ben illustrato il senso e il portato politico di questa risoluzione. Mi preme sottolineare due aspetti importanti. Il primo è quello che ruota attorno alla consapevolezza nuova su cui la collega Meo ha insistito e mi fa piacere ricordare che questa consapevolezza era ben presente nel discorso di insediamento del Presidente Errani, che fu un discorso di insediamento particolarmente innovativo rispetto ad alcuni ambiti e, tra questi, proprio quello del consumo di suolo veniva indicato come una nuova frontiera di progettazione, di programmazione, di visione del territorio regionale con un coraggio che credo ci debba accompagnare in una fase in cui dalla consapevolezza nuova occorre passare alla messa a punto di strumenti e di strumenti normativi che ci servano non semplicemente o non esclusivamente per dire no al consumo di suolo, perché questo è certamente un passaggio chiave, lo snodo decisivo, ma, come credo debba sempre succedere a chi ha ruoli di governo, insieme ai no occorre dire dei sì perché dire dei no decisi significa dire anche dei sì decisi. I sì, e credo che qui stia anche la nostra capacità di interpretare questo bisogno e questa consapevolezza, stanno nel versante della riqualificazione, della rigenerazione urbana, nell'idea che è ancora possibile progettare le città e che la Regione può assumere un ruolo chiave nel fornire degli indirizzi, ma soprattutto degli strumenti per far sì che questa possibilità di riqualificazione e di rigenerazione di ciò che c'è sia all'insegna dell'innovazione per quello che riguarda il campo dell'edilizia, ma anche proprio per quello che riguarda la progettazione complessiva di ciò che deve tornare ad essere l'obiettivo delle politiche territoriali, ovvero gli spazi della città.

Perché insisto su questo? La collega Meo ha fatto bene a ricordare come ci sia stato un tempo, che è un tempo alle nostre spalle, in cui in questa Regione lo sviluppo economico è stato accompagnato inevitabilmente da una dilatazione e da un intervento massivo in termini di suolo, di territorio: grandi infrastrutture, grandi interventi, incremento demografico e certamente miglioramento delle condizioni economiche. Quella fase è alle nostre spalle, ma dire questo significa non semplicemente guardare a ciò che è stato, ma guardare al nostro presente che è un presente di passaggio. Per questo credo che sia importante anche questo nostro dibattito in cui oltre a dire: abbiamo consumato troppo suolo, abbiamo consumato troppo paesaggio, diventa importante dire come intendiamo arrivare ad un'idea tendenziale che è quella del consumo di suolo zero, ma soprattutto a come in qualche modo ripensiamo anche il nostro modello economico e di sviluppo.

Per questo nella risoluzione stanno, al di là delle prese di posizioni che sono certamente anche prese di posizioni culturali e politiche, alcuni obiettivi importanti su cui credo valga la pena soffermarsi, perché fissare l'obiettivo di consumo netto di suolo zero - seguendo chiaramente le direttive dell'Unione europea - significa anche fare altre azioni: rendere più conveniente il recupero dell'esistente, contabilizzare l'impatto ambientale e sociale prodotto dal consumo di suolo, accrescere il costo del consumo di suolo vergine attraverso adeguati meccanismi fiscali; questo è un esempio, ma ancora c'è l'importanza di un osservatorio regionale sulla pianificazione.

È stato detto: la pianificazione in questa Regione ha sempre rappresentato un'importante frontiera di innovazione e ha anche misurato la capacità di governo. Credo che dobbiamo proseguire assolutamente su questa istanza pensando a come stiamo dentro questo nuovo quadro, perché questa poi è la sfida. Quindi: un sistema di monitoraggio pubblico del sistema di consumo di suolo e poi ridurre - questo credo sia un altro passaggio chiave - ciò che è stata una pratica, certamente necessaria: le varianti in accordo di programma. Ecco, su queste varianti vale la pena definire il fatto che siano limitate alle sole opere pubbliche o a quelle di valenza pubblica e soprattutto che siano varianti che non comportino il consumo di suolo vergine, perché questa è una visione seria di trasformazione: saper dire dei no in maniera chiara, coraggiosa, anche radicale e al contempo dire dei sì ed individuare gli strumenti idonei per agevolare questa azione, per agevolare i Comuni nella loro azione di contenimento delle spinte che inevitabilmente e anche legittimamente possono andare in una richiesta ulteriore di urbanizzazione.

I dati che ci venivano dati sono impressionanti. Se mettessimo, con un esperimento mentale, in pratica ciò che prevedono gli strumenti urbanistici attuali, i piani strutturali dei Comuni - ce lo ha detto uno studio di Legambiente, solo limitato, peraltro ai capoluoghi regionali - avremmo una potenzialità di urbanizzazione enorme, che però non va incontro effettivamente ai bisogni effettivi delle città e dei cittadini del nostro tempo presente. I dati che sono ben contenuti in questo studio ci dovrebbero far riflettere. Allora occorre accompagnare i Comuni, orientarli e fare in modo che i piani urbanistici siano coerenti con questa nuova concezione che, ripeto, è già presente da tempo nel nostro dibattito in seno all'istituzione, nelle nostre riflessioni, ma credo abbia bisogno di uno scatto. È per questo che l'invito della risoluzione va in questa direzione, che si riferisce al fatto al fatto che ci sia non soltanto una consapevolezza, ma un'azione in tempi celeri e una determinazione nel fissare gli obiettivi che possa consentirci di andare verso la chiusura di questa legislatura avendo colto quell'obiettivo fondamentale che stava, come dicevo, nel discorso del Presidente, che molto opportunamente aveva indicato e tracciato una via su cui lavorare e su cui soprattutto passare dalla presa di consapevolezza nuova all'azione e alla messa a disposizione di strumenti economici, finanziari, fiscali, tecnici, normativi. Sono diverse le modalità di azione che possono consentire la riduzione progressiva del consumo di suolo e facilitare la riqualificazione energetica, sismica, estetica del patrimonio esistente con riferimento a tutto ciò che è stato costruito fino ad oggi.

Penso che il mandato che la risoluzione richiede anche al gruppo di lavoro che è presente e sta lavorando in seno agli Assessorati su queste tematiche sia un'indicazione importante ed è per questo che è significativo il fatto che l'Aula oggi discuta di questo aspetto recependo anche una serie di sollecitazioni che vengono ormai da chi ha preso consapevolezza anzitempo di queste problematiche. Ovviamente penso non solo alle associazioni ambientaliste, ma anche a tutti coloro che su questi temi ormai da anni invitano le istituzioni ad uno scatto. Ecco, questo scatto è possibile. Serve molto coraggio, ma questa Regione ha dimostrato su tanti temi, anche recentemente, di avere la capacità di individuare le nuove frontiere, le nuove sfide. Penso che sia importante quest'oggi attestare questo politicamente e a breve poter constatare la capacità di messa a punto di strumenti concreti perché da qua passa l'azione di governo e anche l'azione di trasformazione delle azioni di governo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Casadei.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Credo che ci sia un aspetto, come già ricordavano i colleghi, che è innanzitutto culturale, con cui dobbiamo fare i conti, che è quello innanzitutto di renderci conto di una necessità, di un'importanza in questo caso: il fatto di avere come obiettivo quello di preservare il più possibile il suolo non edificato, il suolo vergine, ma anche di gestire una trasformazione, cioè un passaggio da uno slogan che magari viene percepito come indicante un obiettivo in larga misura condivisibile, ma non concretamente attuabile, ad un cardine di una politica vera che faccia di questa cosa un aspetto in cui si crede davvero. È per questo che è necessario gestire anche con la gradualità necessaria questo passaggio, ma anche sapendo qual è la direzione in cui occorre andare.

Se mi si consente un'analogia, è un po' come la prevenzione in sanità. La prevenzione in sanità rischia di essere vista innanzitutto come un costo perché nel momento in cui vado a fare delle campagne di prevenzione, vado ad investire delle risorse in qualche cosa che non è direttamente la cura, però se si fa un'analisi di costi e benefici, si capisce che investendo in prevenzione si spendono, sì, delle risorse, però si risparmiano enormi quantità di denaro, assolutamente consistenti quantità di risorse in minori spese per le cure che invece sono rese necessarie dal fatto che non ci sia una sufficiente prevenzione. In modo del tutto analogo è evidente che affrontare il tema della costruzione potendo scegliere tra costruire su un terreno agricolo oppure su un terreno che era già stato urbanizzato vede il primo più facilmente edificabile, con meno spese dirette immediate, mentre il secondo richiede operazioni di bonifica e di recupero che sono ovviamente quantificabili anche in senso economico, però nel contesto del bene comune collettivo è evidente che la spesa che viene indotta da una pressione che rischia di essere crescente sul terreno non urbanizzato, e quindi sul terreno vergine, alla fine si traduce in costi per la comunità.

Riuscire ad adottare una politica che riesca a mettere in valore questi costi e riesca quindi a fissare in termini ragionevoli, ma concretamente attuabili, l'obiettivo di ridurre il consumo di suolo vergine fino a portarlo allo zero in un tempo ragionevolmente breve ha proprio secondo me il significato di dire: facciamo il passaggio, che deve essere innanzitutto culturale, ma poi anche razionale, economico, tra quello che può essere uno slogan condivisibile, ma difficilmente attuabile, e un perno vero della politica.

In questa direzione ci si sta già muovendo, in questa Regione ci sono sforzi e attenzioni. Quello che chiede questa risoluzione è di aumentare la portata politica di questo sforzo, di farla diventare sempre di più un cardine portante delle nostre politiche e di aiutarci tutti insieme a gestire davvero questa trasformazione culturale per rendere questo obiettivo un obiettivo che sia effettivamente fruibile e in cui ci sia una piena corrispondenza fra le parole che spendiamo, perché è un po' di tempo che su questo spendiamo delle parole, e le politiche che concretamente promuoviamo sul territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Non ho più nessun iscritto, per cui do la parola per la chiusura del dibattito generale all'assessore Peri.

Prego, assessore.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. Le ragioni e i contenuti della risoluzione sono anche da parte della Giunta condivisibili e questa non è un'affermazione di maniera. Nei contenuti e nelle pratiche adottate anche durante questa legislatura possiamo dire che abbiamo già iniziato a invertire una tendenza attraverso provvedimenti specifici, attraverso progettualità, attraverso investimenti, incentivi e sostegno anche ad uno sforzo di riqualificazione territoriale, riqualificazione urbana che in molte parti del territorio sono in atto. Riconosciamo che occorre fare di più. C'è uno sforzo aggiuntivo che stiamo mettendo in un provvedimento di legge che è in corso, con cadenze, diciamo così, molto ravvicinate: tra dieci giorni è previsto il passaggio formale al CAL, poi ci sarà la successiva approvazione della Giunta e l'avvio dell'iter in Commissione e in Assemblea legislativa. Il progetto di legge è elaborato insieme al collega Rabboni non a caso perché le due grandi questioni si tengono, cioè da una parte assumere culturalmente e operativamente l'azzeramento del consumo di suolo come un obiettivo, come si dice in gergo regionale, cogente e dall'altra, però, sapere che il territorio va governato, va riqualificato, che occorre investire nella sicurezza del territorio - ne abbiamo avuto esempi anche recentemente - e per quello che riguarda il territorio dell'Emilia-Romagna occorre investire anche nella qualità delle produzioni che sul territorio insistono e mi riferisco ovviamente a tutta la filiera agricola. Il provvedimento assume allora esattamente questo obiettivo in coerenza con le direttive comunitarie e ha l'ambizione di costruire un vero e proprio indirizzo per chi ha competenza in materia di pianificazione urbanistica, che, per quello che ci riguarda, sono le amministrazioni locali provinciali e comunali.

Mentre facciamo questo, diamo anche un segnale al Governo nazionale che nel frattempo ha legiferato in materia con una forte interlocuzione con le Regioni, anche complicando da molti punti di vista il percorso rispetto alle norme nazionali, tant'è vero che noi diciamo: c'è bisogno di un progetto di legge molto netto, molto semplificato, che dia la direzione di marcia nel breve e nel medio periodo alle amministrazioni locali orientando gli strumenti di pianificazione, rendendo vincolante - si diceva prima nel dibattito - l'assunzione dei dati, delle informazioni. Nel progetto di legge è previsto un termine molto perentorio verso le amministrazioni nel fornire alla Regione e all'osservatorio regionale i dati reali del consumo programmato del territorio perché è sulla base di quei dati che occorre invertire la tendenza. Nelle more della trasmissione dei dati c'è un fermo rispetto a nuove previsioni, ovviamente che non siano già in fase attuativa.

Altro elemento fondamentale: non basta dirlo, queste sono affermazioni che da una parte rilevano su un principio e si traducono in azione amministrativa, ma hanno bisogno di "una cassetta degli attrezzi" per poter diventare efficaci, quindi è evidente che questa è la premessa che facciamo per andare poi a modificare gli strumenti di pianificazione urbanistica anche in relazione ad un altro evento che sta accadendo e che riguarda il riassetto istituzionale di questo Paese e quindi di questa Regione, e ben sappiamo come in Emilia-Romagna, negli anni, si sia investito sul ruolo delle amministrazioni provinciali in particolare e quanto queste siano sottoposte in tempi molto ravvicinati ad un'inversione di ruolo e questo comporterà necessariamente una revisione anche di tutta la materia urbanistica per declinarla rispetto all'obiettivo di merito sul consumo di suolo, ma per declinarla anche rispetto alla geografia delle responsabilità e dei poteri nel settore della pianificazione territoriale e urbanistica.

Occorre ragionare anche sulle leve fiscali. È evidente che queste dinamiche, che questi processi legati all'utilizzo del territorio, dove tutte le politiche si incrociano, hanno bisogno di ridefinizioni in ordine, ad esempio, alla fiscalità legata alla rendita territoriale, alla fiscalità legata alla riqualificazione e alla rigenerazione. L'idea è quella di far precipitare a ridosso di questo provvedimento e di quelli successivi legati alla pianificazione urbanistica anche quella strumentazione indispensabile per spingere i processi virtuosi e limitare quelli che confliggono con l'obiettivo fondamentale che viene affermato anche nella risoluzione.

L'impianto è quello di un articolo unico articolato in alcuni commi nei quali si affermano questi principi e si costruisce una sorta di crinale oltre il quale inizia il nuovo processo che avrà cadenze diverse a seconda degli strumenti di cui si tratterà, ma immediatamente trasforma quell'obiettivo culturale e generale in un obiettivo più ravvicinato e praticabile. Da questo punto di vista il contenuto della risoluzione, nelle modalità e nei termini che ho visto e sentito illustrare, mi pare coerente con il provvedimento che siamo in animo di presentare anche alla vostra attenzione e quindi questa discussione è un prologo di quello che dovremo poi ragionare e discutere più nel merito fra poche settimane quando il provvedimento arriverà all'attenzione della Commissione e poi successivamente dell'Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. La dichiarazione di voto naturalmente è a favore, sono tra i sottoscrittori della risoluzione. Ho un debito di riconoscenza nei confronti di Gabriella che ha illustrato molto bene una risoluzione a mio parere chiara. Io la condivido perché ritengo sia necessario dare anche dei segnali politici culturali che dovrebbero avere un'influenza significativa su aspetti non solo ambientali, ma anche economici. Naturalmente per chiedere alla Giunta delle scelte amministrative coerenti auspico che ci sia coraggio anche in questa materia sulla quale siamo in ritardo (ne abbiamo discusso altre volte) come c'è stato coraggio su altre materie affrontate da questa Giunta. Credo però di conoscere abbastanza bene le ragioni per le quali avere coraggio, qui ed ora, comporti una dose di coraggio in più.

Noi - faccio una prima considerazione ambientale - abbiamo venti o trent’anni alle nostre spalle, che non sono assolutamente ripetibili, o meglio, si potrebbero ripetere solo se fossimo in preda a una follia collettiva. Il fenomeno della diffusione delle abitazioni sul territorio, lo sprawl, come lo chiamano gli addetti ai lavori, c’è in tutta Italia, al sud in gran parte è addirittura avvenuto attraverso pratiche di costruzioni di case fuori da qualsiasi controllo, mentre qui è stato permesso dai piani regolatori. Una differenza quindi anche teoricamente positiva tra la capacità di programmare il territorio che c’è qui e quella di altre parti del Paese dove non sono stati in grado di intervenire su questo argomento. Questo secondo me è un elemento su cui bisogna riflettere. Poi, però, c’è anche un tema economico, perché sta sempre più diventando un nonsenso continuare a costruire cose inutili e dannose in questo contesto e probabilmente in prospettiva sempre di più perché non solo abbiamo decine di migliaia di case nuove invendute, capannoni nuovi invenduti, un’enormità purtroppo di capannoni industriali inutilizzati, ma si continua a fantasticare di aprire delle nuove zone industriali, che sono delle cose fuori da qualsiasi logica. Ci metto anche il fatto che il Passante Nord ed altre strutture non utili sono in questo contesto totalmente dannose. Penso anche io, come dice molto bene la risoluzione, che oggi il vero tema sia la riqualificazione dell’esistente e su questo si gioca gran parte della potenzialità di attività economiche, di riqualificazione del nostro tessuto, se non industriale, quello delle costruzioni. Dopodiché ho insistito e ho cominciato con l’aspetto culturale e politico perché ancora oggi, nonostante l’evidente razionalità di quello che cerchiamo tutti quanti qui di dire, c’è un’inerzia, un’aspettativa di troppi attori economici, a riprendere le vecchie consuetudini, quello che hanno sempre fatto, forse perché non sono capaci di fare altro. Ci sono delle persone e delle aziende che per quarant’anni hanno fatto quel mestiere, è l’unico modo che hanno per vivere e per arricchirsi e quindi pensano semplicemente di continuare a fare quello che hanno fatto per tutta la vita. C’è un altro aspetto, ed è su questo che concludo, cioè che per troppo tempo la valorizzazione del suolo è stata in questo Paese, anche in questa regione, una delle leve più significative e più importanti, se non la più importante in assoluto, per fare quattrini. Si ha un bel da andare a spiegare a un contadino dell’hinterland di San Lazzaro che deve continuare a fare il contadino se l’idea di lottizzare un terzo del terreno sul quale sta lavorando può fare la ricchezza sua e di tutti quanti i suoi eredi per sette generazioni! Io, che ho una cultura industriale se non industrialista, alla fine aderisco con molto entusiasmo a questa cultura dell’innovazione perché mi rendo conto che la vecchia cultura e la vecchia pratica economica che ha prodotto ricchezza attraverso le rendite è quella che in questo Paese ha ammazzato il lavoro, non soltanto l’ambiente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Anche io dichiaro il sostegno convinto mio e del mio gruppo a questo documento. D’altronde sia io sia il consigliere Sconciaforni avevamo anche sottoscritto l’appello che è circolato e che è stato utile per fare questa riflessione e questo tentativo che vorrei che uscisse dalla dimensione del nobile tentativo e da un progresso culturale si trasformasse in un progresso di civiltà, vuol dire in un cambiamento di comportamenti, di sensi comuni e di pratiche concrete. Ho apprezzato molto gli interventi del dibattito generale a partire da quello della collega Meo, che ha illustrato i contenuti della risoluzione, e delle aggiunte dei colleghi Casadei e Paruolo.

Mi soffermo su un aspetto che ha sollevato in dichiarazione di voto il collega Naldi: è chiaro che noi siamo dentro a una dimensione drogata e viziata, nomino l’ostacolo a produrre un risultato significativo e concreto che ci consentirebbe di vivere valorizzando meglio il nostro territorio e di viverlo in maggiore sicurezza visto che del tema della sicurezza territoriale ci siamo occupati ahimè in molte occasioni in questo dibattito. Il tema è quello della rendita fondiaria ed è il principale imputato sul tavolo del processo che io vorrei fare. È evidente che finché in questo Paese esiste un meccanismo, e non è così altrove, che consente queste operazioni di carattere speculativo e consente con una semplice modifica del colore del retino che si ha sulla propria proprietà la fortuna o meno propria e delle generazioni future è difficilissimo intervenire a favorire un approccio diverso che assume il tema dell’interesse pubblico e generale rispetto a consolidati, forti e concreti interessi personali e privatistici. Credo che la riflessione che noi dobbiamo fare debba andare anche in quella direzione e debba chiedere con forza attraverso tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, anche normativi e anche di spinte, anche politici, una modifica significativa di questo ostacolo. Chiaramente votiamo a favore di questa risoluzione e ci impegniamo a fare in modo che gli aspetti pratici che la risoluzione indica nel proprio dispositivo con scadenze e con atti successivi che dovranno essere in tempi brevi portati a termine siano fatti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo alla risoluzione e ad alcuni degli emendamenti che sono stati presentati e che nella nostra intenzione hanno anche l’obiettivo di legare l’approvazione di questa risoluzione al percorso della legge annunciata dalla Giunta di cui parlava nell’intervento l’assessore Peri.

Lo dico anche perché noi abbiamo un obiettivo: come dice la risoluzione, il suolo è un bene comune e in questo Paese purtroppo non sempre, e anche a causa di una legislazione nazionale che non ha consentito un aggiornamento necessario della normativa sul regime dei suoli e sulla pianificazione urbanistica, si è lavorato nella direzione che noi auspichiamo e cioè di valorizzare il grande patrimonio che rappresenta nel nostro Paese il paesaggio ma soprattutto nel valorizzare le risorse naturali quale elemento di salvaguardia per le generazioni future.

Questo è l’obiettivo che noi ci proponiamo e ci proponiamo con la risoluzione ma che ci portano a sostegno dell’iniziativa legislativa della Giunta che attua uno dei punti programma del Presidente Errani, così come il consigliere Casadei ricordava nel suo intervento.

Io credo che si debba avere una visione chiara sull’uso del territorio, che è improntata alla salvaguardia delle risorse ma anche a un uso sostenibile di queste risorse per il futuro.

Noi abbiamo di fronte ovviamente una stagione di pianificazione - c’è stato anche un dibattito sulle pagine dei giornali bolognesi da questo punto di vista - che è figlia della legislazione nazionale ma anche però in positivo di una pianificazione che questa Regione e i Comuni di questa regione hanno costruito nonostante enormi difficoltà attuative perché abbiamo norme fiscali e norme sugli oneri di urbanizzazione che sono troppo lontane nel tempo per consentirci degli obiettivi di qualità territoriale, di uso delle risorse e di salvaguardia delle risorse che oggi sono indispensabili rispetto anche alla necessità di regolare da parte degli enti locali.

Fare un bel piano purtroppo non è sufficiente se non si hanno le leve fiscali ed economiche per la sua attuazione e quindi inevitabilmente i Comuni sono portati a disattendere quelle previsioni. Questo vale - lo dico al consigliere Naldi - non solo per la salvaguardia del territorio vergine ma anche per l’attuazione delle infrastrutture che accompagnano quella corretta pianificazione perché se non sarò in grado di investire per fare quegli investimenti infrastrutturali, che sono strade e ferrovie, che accompagnano la pianificazione poi lo sprawl urbano che ne deriva comporta anche un uso improprio delle infrastrutture che porterà a investimenti sbagliati e io credo che non sia il caso del passante da questo punto di vista. Il passante era presente ed è una di quelle scelte che guardano a un obiettivo di pianificazione ordinata del territorio e che riguardano la necessità di attuare scelte pianificatorie ordinate insieme alle giuste infrastrutture che le accompagnano. Il problema è che nel frattempo altre cose accadono, perché quelle infrastrutture non hanno e non portano con sé, a causa di leggi nazionali troppo vecchie e da questo punto di vista da riformare, un legame tra l’attuazione pubblica e privata dei piani.

Allora credo che sia giusto, necessario e opportuno che, mentre noi approviamo questa risoluzione, la Giunta prosegua nell’iter della legge e insieme chiediamo anche una riforma nazionale che ci dia la possibilità effettivamente di attuare quello che stiamo chiedendo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani.

Se nessun consigliere chiede di intervenire chiudo le dichiarazioni di voto.

Sostituisco il consigliere Pollastri con il consigliere Bignami nelle funzioni di scrutatore.

Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Solo un piccolo chiarimento sulla modalità di voto. Forse dobbiamo esprimerci sulla compatibilità di questi emendamenti sul documento che abbiamo presentato prima di votarli. Mi sembrava che fosse questa la procedura.

 

PRESIDENTE (Costi): È chiaro che queste dovrebbero essere espressioni in dichiarazioni di voto ma mi sarei premurata di dire emendamento per emendamento se ci sono preclusioni rispetto ad emendamenti successivi. Gli emendamenti vengono discussi in dibattito generale e in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Grillini e Barbati.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.

L’emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbati e Grillini, è ritirato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Pariani, Marani e Zoffoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma dei consiglieri Meo, Barbati, Mumolo e Casadei.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 5 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5145, a firma dei consiglieri Meo, Casadei, Barbati, Paruolo, Donini, Mumolo, Naldi, Favia, Defranceschi, Sconciaforni, Pagani, Grillini.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 4846

Risoluzione per impegnare la Giunta a salvaguardare il punto nascita dell'Ospedale di Porretta, dando continuità alle scelte operate dalla Regione Emilia-Romagna nel corso delle legislature precedenti. A firma dei Consiglieri: Bignami, Noè

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 5222

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le AUSL affinché la chiusura del Punto Nascita di Porretta non pregiudichi il mantenimento sul territorio di tutti i servizi necessari al percorso prenatale e post-nascita. A firma dei Consiglieri: Marani, Piva, Mumolo, Pariani, Carini, Paruolo, Monari

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. La vicenda che trattiamo in questa risoluzione è una vicenda abbastanza nota, almeno ai colleghi che se ne sono occupati e certamente quelli che seguono con attenzione i temi correlati all’organizzazione del servizio sanitario nell’ambito della provincia di Bologna del bacino dell’Alto Reno.

È una risoluzione che nasce da una richiesta formulata dagli amministratori locali, tra l’altro tutti di area PD, con cui gli stessi chiedono semplicemente di dare continuità alle scelte organizzative e alle parole del Presidente Errani più volte di rassicurazione in ordine al mantenimento dei servizi nel bacino dell’Alto Reno.

Purtroppo le scelte inopinatamente esercitate dalla Regione o dall’ASL - dipende dal tipo di lettura che gli si vuole dare - vanno in direzione opposta, ovvero di un depauperamento dei servizi stessi e in particolar modo del tema del punto nascite. La questione si presenta come di particolare gravità a mio modo di vedere in quanto non vengono garantiti quei presidi e di servizio minimi che invece la Giunta regionale - gliene diamo atto - anche nell’esposizione della risoluzione aveva garantito nella precedente gestione. Il tema dei parti inferiori a 500, a volte mille, a volte non si capisce quanti siano - qualcuno dà i numeri - ci pare francamente fragile perché è una indicazione che intanto non si applica dappertutto evidentemente visto che alcuni punti nascite paiono essere legibus solutus, ma questo ovviamente ci fa piacere perché non vogliamo fare una guerra tra poveri, tuttavia al contempo non vorremmo che ci fosse un’excusatio non petita nel caso della risoluzione del PD con cui si dice di mantenere tutti i servizi, e mi pare tanto che si voglia anticipare quella che io mi permetto di descrivere come la logica del carciofo, cioè che oggi ne tiriamo via una, poi un’altra, poi un’altra ancora e così via.

Mi verrebbe quasi da dire, se non fosse che io personalmente non c’ho mai fatto troppo affidamento, che il PD si gioca la sua credibilità, ma non con me perché per l’appunto non c’ho mai fatto affidamento, col territorio in quanto prima in una concitata esposizione che non mi è stato possibile fare potevo anche esibire alcune tessere del Partito Democratico che sono state rese. Ovviamente rido sotto i baffi ma mi dispiace perché preferirei che i temi non fossero quelli della dimostrazione di una pochezza dell’azione amministrativa da parte dei servizi sanitari ma vorrei che i temi fossero di politica generale; non è mai una soddisfazione per nessuno il fatto che la gente restituisca un simbolo di impegno e di coinvolgimento politico, quale appunto una tessera, perché vi è delusione. Preferisco uno che si impegna a sinistra piuttosto uno che si disimpegni. È chiaro che il fatto che ci sia una dismissione dell’impegno, che poi è tutto da dimostrare perché la gente sul territorio mi pare francamente tutto tolto che disincentivata a combattere, è un segno di sconfitta per tutti. Ho ritenuto doveroso presentare questa risoluzione per tre motivi:

- per rendere chiaro chi fa cosa. Noi siamo contro i tagli a questo tipo di servizi - riteniamo che si possano recuperare risorse altrove - e chi invece vuole questo taglio, quindi fissiamo davanti all’opinione pubblica con chiara evidenza chi è responsabile di cosa.

- perché - non ve ne voglia - il Presidente Errani quando in campagna elettorale nel 2012 si recò a Porretta diceva altro. Lei giustamente dirà che oggi ci sono dei tagli allora non preventivabili ma il comitato che ha organizzato una protesta invitando l’assessore Lusenti, che ovviamente non si è visto, aveva rimandato un video in cui lei ricordava che era meglio evitare - vedo che lei ha contezza di che cosa parlo e quindi non le rubo altra attenzione - e invece così non è stato.

- per noi quell’esperienza, che ha radici nelle scelte amministrative gestionali della Giunta Errani, con assessore Bissoni, sono, erano e andranno ancora tutelate. Lo dico difendendo una scelta che non è nostra ma è una scelta fatta dalla Giunta Errani vecchia gestione e che noi con, spero onestà intellettuale, riconosciamo essere stata giusta.

Per questo dico che siamo arrivati a rimpiangere Bissoni, che è tutto dire, ma credo anche che sia chiaro come da parte nostra vi sia volontà non di strumentalizzare, perché mi pare evidente che il tema ahimè ha poco di cui strumentalizzarsi, in quanto è la sinistra che lo strumentalizza contro se stesso e noi non siamo altro che spettatori, ma rendere chiaro che se la Giunta regionale fa scelte utili per il territorio noi siamo pronti ad appoggiarla al di là dei colori politici, e così come allora - penso al dott. Melega e al dott. Marcacci che realizzarono un importante studio e centro di eccellenza in ambito ginecologico, in ambito di maternità e in ambito ostetrico - noi, che pure non abbiamo preso parte all’elaborazione né politica né amministrativa, oggi difendiamo quella scelta che voi avete compiuto, a dimostrazione che non ci sono colori politici ed è la dimostrazione ulteriore che ci sono sindaci di sinistra che chiedono quello che chiediamo noi e invece amministrazioni di sinistra come quella che non la difendono.

Ho chiesto più volte le dimissioni dell’assessore Lusenti, che in questo caso non chiedo perché tanto so che non le dà, ma questa è una logica delle cose, e perché credo che nella filiera di persone che dovrebbero assumersi le responsabilità dovute prima di Lusenti e prima anche di Ripa di Meana e prima ancora di Carradori venga il presente distretto socio-sanitario, il sindaco Focci, che farebbe un bel gesto a dimettersi se non fosse che tra un mese o un mese e mezzo la dimetteranno i cittadini. Lì il dubbio è che in realtà si stia cercando di - uso una parola cara ai tecnici - deantropizzare, vale a dire spopolare, quei territori portando per quanto possibile il baricentro a valle e anche le scelte organizzative condotte sulla legge 21, che è quella dell’organizzazione degli ambiti ottimali dei servizi dei Comuni, mi pare vadano in questa direzione, vale a dire non valorizzare e non tutelare quelle comunità ma cercare di accorparne e di accentrarne le funzioni in bacini più prossimi alle realtà urbane cercando di, sotto l’egida dell’ottimizzazione dei servizi, depauperare, fino a spopolare, delle comunità.

Quest’ultimo dei tre punti è forse più un’opinione e un’illazione ma, come diceva qualcuno, a pensar male molto spesso ci si azzecca, ed è per questo che abbiamo presentato questa risoluzione, perché indipendentemente dall’esito almeno due di questi obiettivi saranno chiari: il primo chi è il responsabile di cosa, e conseguentemente chi ci mette la faccia su cosa, e il secondo la nostra piena disponibilità, superando i confini e le barriere della connotazione politica che inevitabilmente esiste, di difendere una scelta che la Giunta Errani nello scorso mandato, e prima ancora, aveva operato.

Il terzo, quello di difendere una territorialità che a nostro giudizio voi state mettendo a repentaglio, è un’opinione che temo essere suffragata da elementi concreti e certi, il tutto in una logica di sfogliamento della margherita che mi pare nei servizi della montagna sia già un pezzo avanti, e basta pensare all’ospedale, pensiamo al tribunale, ai trasporti, eccetera. Altro non dico anche perché siamo in prossimità di chiusura dei lavori.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.

 

BERNARDINI: Grazie, presidente. Stanno scorrendo i titoli di coda su quello che è il problema di una garanzia di presidi e di servizi legati al nuovo ospedale di Porretta Terme ahimè denunciati già da molto tempo e da anni. Parlo in qualità di Consigliere comunale di Porretta Terme dal 1997 al 2009, e quindi ho seguito fin dai tempi dell’allora sindaco Mauriti e poi del sindaco Sabattini tutta quella che è stata la partita della costruzione del nuovo ospedale, di quello che si voleva mettere dentro, delle garanzie che il territorio chiedeva, delle garanzie che chiedeva chi lavorava all’interno del vecchio ospedale e ora nuovo, della diatriba con Vergato, perché il vizio originale è lì, cioè due ospedali che sono stati mantenuti a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro per battaglie di campanile tra due comuni comunque confinanti, invece di farne uno vero che fosse di garanzia per il territorio della montagna e per tutti quelli che comunque oggi subiscono una situazione viaria difficile che tutti conosciamo, perché arrivare da Granaglione o dal Corno alle Scale a Bologna, non è un’impresa facile.

Per me il peccato originale è stato nella programmazione di quello che doveva essere tutto l’asset di servizi sanitari ospedalieri dell’Alto Reno. Allora le battaglie con Vergato c’erano in quanto uno voleva mantenere l’ospedale con tutti i servizi e l’altro pure, si decise di costruire un ospedale a Porretta Terme dando, a fronte di quel via libera, tutte le garanzie che oggi vediamo essere sconfessate e che di fatto privano la montagna di un presidio ospedaliero vero ed efficiente. Se andiamo a leggere i numeri e le motivazioni date dai dirigenti e anche da lei, assessore Lusenti, il discorso del perché arrivare a chiudere e a spostare tutto a Bologna può anche stare in piedi, ma non sta in piedi se guardiamo la realtà delle cose, la realtà del territorio e tutto quello che non avete fatto per garantire anche una mobilità vera e seria che faciliti uno spostamento verso la città, che oggi è impedito.

Noi abbiamo tutto il territorio montano sottoposto a un disastro da un punto di vista idrogeologico impressionante, abbiamo delle strade che sono completamente chiuse da settimane - questo capita ogni volta che piove o quando vi sono giornate con tempo inclemente - abbiamo una ferrovia che va un giorno sì e uno no, e sappiamo tutte le problematiche che ci sono, abbiamo un’altra serie di fattori che accompagnano la chiusura dell’ospedale, come prima ricordava il collega Bignami, abbiamo tolto il tribunale, si parla anche di chiudere il giudice di pace, abbiamo il problema della viabilità, per cui abbiamo tutto un sistema economico in forte sofferenza, partendo dalle terme arrivando anche alle altre piccole o medie imprese che gravitano su quel bacino, e noi togliamo via l’ennesimo pezzo che in questo caso è rappresentato dal punto parto per arrivare a mettere in discussioni altri pezzi, come abbiamo letto in questi giorni.

Se il territorio lo si vuole rendere competitivo, se, in un momento di crisi come questo, crediamo in quella che è la forza di un territorio, il territorio non va ridotto a un deserto come state facendo con l’Alto Reno. Questo è il risultato di una serie di politiche, partendo dalla sanità e arrivando anche ad altri aspetti che sono fallimentari perché stiamo riducendo l’alto Appennino bolognese nella terra di nessuno. Basta che andate a parlare con la gente, basta che andate a visitare quei territori, basta che andate a parlare con chi vive quotidianamente questi problemi perché abitare a Bologna è sicuramente più facile, sicuramente dà quelle garanzie che altre cittadine della nostra provincia oggi non possono più dare perché gli è stato portato via anche il diritto di avere e di pretendere certi servizi. Questo è quello che sta accadendo in montagna.

Capisco che le decisioni vengano prese e non vengano rimesse più in discussione, ma ritengo che di fronte a questo scempio che state perpetrando nei confronti dell’Alto Reno, in particolare di Porretta, che comunque è il comune capofila in termini di servizi per tutto il bacino che gravita su Porretta, ci sia una protesta sola da fare, cioè che tutti i sindaci, indipendentemente dal colore politico, rimettano la fascia tricolore e andate voi ad amministrare quel territorio che state riducendo a un deserto. Ci vorrebbe un patto tra tutte le forze politiche per non candidarsi e non presentare nessuna lista. Ci venite voi a governare il territorio con i vostri commissari e a portare a casa, voi, quel consenso che oggi state mettendo a repentaglio, non nei confronti della politica, ma nei confronti delle decisioni che interessano i cittadini e che cambiano la vita delle comunità.

Questa è la fotografia di quello che oggi capita in un ospedale che avete inaugurato più di una volta, che è costato milioni di euro e che doveva essere il fiore all’occhiello. Mi ricordo quando venivate a presentare i plastici in Comune richiamando tecniche di costruzione dei paesi nordici, l’isola ecologica e il piano per l’atterraggio degli elicotteri, tutte belle cose che dovevano fare dell’ospedale di Porretta Terme una struttura d’eccellenza con servizi delocalizzati rispetto a Bologna e invece oggi non lo è più. Non lo è più, non perché mancano i numeri, ma perché siete voi che non avete creduto nel potenziare quei servizi che hanno una loro peculiarità data dal territorio, perché se quel presidio di Porretta fosse a venti chilometri da Bologna con una mobilità di un certo tipo non saremmo ora a versare lacrime e sangue su questa battaglia, ma forse avremmo anche cercato di capire quelli che erano i vostri intendimenti e i vostri obiettivi, ma di fronte a una peculiarità del territorio, come ritroviamo in quell’area, di fronte a una tipologia di tanti comuni che gravitano su quell’ospedale e con tutte le comunità e le popolazioni interessate noi continueremo a dire no allo smantellamento dell’ospedale di Porretta Terme e sì invece a mantenere attivi quei servizi che oggi avete già chiuso.

Diciamo questo perché conosciamo il territorio, crediamo nel territorio e nella sua forza e non crediamo nelle logiche che, come allora ci venite a raccontare. Voi vedete gli ammalati solamente come degli utenti e dei codici fiscali. Se ragioniamo così nella sanità come in altri ambiti (trasporti, ecc.) non ci saranno mai più servizi, mai più strade, mai più ferrovie e mai più presidi ospedalieri, se conteremo sempre quello che è il numero della popolazione e l’incidenza della popolazione su quei servizi. I servizi vanno mantenuti perché servono alla competitività e al mantenimento della competitività di una determinata zona.

Oggi state smantellando pezzo per pezzo quei pochi capisaldi che potevano essere anche fonte di attrattiva per settori commerciali, per chi voleva andare a decidere di vivere in una realtà non urbana come può essere quella bolognese e di scegliere la periferia, perché lassù non troverà più niente, come non troverà più niente chi vuole andare ad abitare in quelle zone, come chi non troverà più niente chi ci abita già e magari ha investito in attività o chi, anche solamente, ha deciso di instaurare quello che è un percorso familiare scegliendo come luoghi di residenza quei comuni.

Assessore, lei faccia quello che le pare, perché tanto non è riuscito neanche a risolvere il problema dei nomadi che rubano dentro al "Maggiore" quindi non mi meraviglio che non riesca a risolvere problemi di così grande importanza come può essere il mantenimento di servizi all’interno di un ospedale come quello di Porretta Terme. Non ha dimostrato le sue capacità neanche per risolvere il problema più becero che può essere quello dell’utilizzo improprio di moltissimi locali (cito l’ospedale "Maggiore" ma non è solo quello) invasi da persone che non sono sicuramente utenti o pazienti ma di persone che vivono all’interno di strutture ospedaliere per fare i loro porci comodi.

Dico questo perché ci sono prove di ogni tipo su come vengono utilizzati i bagni pubblici e alcune zone che servono come ammortizzamento tra i vari reparti, per non parlare di quello che succede all’interno delle camere dove vengono ricoverati i pazienti, furti continui, con telecamere che dovevano funzionare e che non sono mai state funzionanti, e addirittura sono state rubate senza che nessuno abbia mai fatto denuncia.

Questa è la realtà di come state gestendo le piccole cose nel sistema sanitario bolognese, e, arrivando ai massimi sistemi, dico che se non avete risolto neanche quelli figuratevi come potete approcciarvi a tematiche di questo tipo. Assessore Lusenti, lei il prossimo anno se ne andrà, andrà a fare magari altre cose, ci si dimenticherà di lei e del suo operato ma le decisioni restano. Le decisioni che lei prende restano. Se deciderà di andare a svernare nei paesi tropicali per riprendersi dal suo impegno di Assessore regionale alla Sanità a noi non interessa ma ce ne frega che le sue risposte di oggi siano quelle dettate dalla chiusura di presidi ospedalieri in una zona che è già fortemente penalizzata da tutto quello che non avete fatto e dovevate fare partendo dalla sanità arrivando alla viabilità e a tutto quello che è un sistema di competitività di un territorio che oggi purtroppo non c’è più. Lei firma la morte dell’Appennino bolognese e non solo la morte del punto parto di Porretta Terme. Di questo ne sia consapevole, abbia coscienza di questo perché sicuramente dimenticheremo il suo nome ma non dimenticheremo la firma nei suoi atti. Chiedo di poter mettere la firma in calce alla risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marani. Ne ha facoltà.

Come abbiamo concordato nella Conferenza dei Capigruppo, questa era l’ultima risoluzione che noi avremmo discusso e approvato indipendentemente dall’ora.

 

MARANI: Grazie, presidente. Mi rendo conto che l’ora non ci consente forse di affrontare con la serenità e con la profondità che meriterebbe un argomento così importante come quello contenuto nei provvedimenti che stiamo discutendo. Mi dispiace molto peraltro che non si sia fatto uno sforzo di entrare nel merito di quelli che sono gli elementi oggettivi e non le suggestioni e anche le preoccupazioni, pur comprensibili.

Innegabile è l’apprensione e ovviamente il disagio che si provoca in un territorio con la cessazione di un’attività così delicata come quella di un punto nascita. Credo che gli interventi che mi hanno preceduto siano interventi che non hanno assolutamente voluto inquadrare questa vicenda dentro la grande e importante sfida che la nostra Regione sta giocando e che è quella dell’innovazione e della qualificazione del nostro sistema sanitario per mantenerlo ai livelli di eccellenza che ci sono stati riconosciuti e per fare in modo che si possano coniugare le questioni che riguardano l’accentramento di alcune funzioni con la necessaria prossimità e vicinanza ai cittadini per tutte quelle che sono funzioni che, come dimostra l’esperienza emiliano-romagnola, possono essere decentrate sul territorio e quindi poste nelle vicinanze dei territori sia montani sia di pianura.

La questione del punto nascita di Porretta occorre vederla rispetto a un modello di riorganizzazione che ha già iniziato a dare i suoi frutti nelle scelte fatte dalla Conferenza di Bologna e che ha teso a fare esattamente il contrario di quello che è stato detto dal consigliere Bignami e dal consigliere Bernardini. Ha teso infatti a fare sì che nell’ambito di questa riorganizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri si andasse davvero a privilegiare e salvaguardare le parti più fragili e più deboli del territorio, quelle che per questioni di distanza dai centri hanno bisogno di avere un’articolazione di servizi che possano soddisfare le problematiche legate alla viabilità e alla mobilità. Questi sono i motivi per i quali a suo tempo si decise che entrambi gli ospedali di Porretta e di Vergato meritassero un importante investimento, questi sono i motivi per i quali il ragionamento sui servizi di quell’area va fatto rispetto al territorio della Valle del Setta e dell’Alto Reno e quindi ai tredici comuni di quel distretto socio-sanitario e alla presenza dei due ospedali più la struttura privata convenzionata "Villa Nobili" che eroga nell’altra parte della Val di Setta importanti servizi per quel territorio.

Ebbene, non è vero che gli investimenti effettuati su Vergato e Porretta siano investimenti sui quali si è sancita una situazione di inutilità di una delle due strutture ospedaliere, non è vero perché se i Consiglieri avessero valutato attentamente le scelte che sono state fatte in questi anni nel piano di riorganizzazione aziendale avrebbero visto come si è lavorato per integrare i servizi ospedalieri di Porretta e di Vergato facendo in modo che si eliminassero i doppioni e che si specializzassero le due strutture come due edifici e due stabilimenti che fanno riferimento ad un unico presidio ospedaliero, pertanto con delle attività che non sono ripetitive ma che sono complementari. Infatti Porretta si è caratterizzata come ospedale con attrezzature e servizi che prevalentemente si occupano della patologia acuta e più importante e quindi della degenza, mentre Vergato si è andata caratterizzando sempre di più come struttura che si rivolge all’attività di day hospital. È conosciuto da tutti il day hospital oncologico di Vergato, come sono conosciute le importanti attività diagnostiche e specialistiche che stanno all’interno di questa struttura e, come tutti sappiamo, recentemente è stata inaugurata la Casa della salute all’interno dell’ospedale stesso.

Quindi nessuna ridondanza o spreco di risorse o di servizi ripetitivi ma un’operazione intelligente di integrazione e valorizzazione dell’investimento su due ospedali che sono due strutture che oggi insieme forniscono un servizio importante per tutti i cittadini della Valle del Reno e della Val di Setta. Perché per il punto nascita si è reso necessario rivedere quelle che erano le caratteristiche di una sperimentazione che - voglio ricordarlo - è stata riavviata dopo anni di cessazione dell’attività di quel punto nascita? Era una sperimentazione con la quale si pensava di poter riportare i parti fisiologici su quell’ospedale e si potesse quindi far sì che le 440 donne che partoriscono mediamente ogni anno in quel distretto potessero trovare una risposta in quel punto nascita. Era questa una sperimentazione che dimostra la volontà che ha avuto l’Azienda Sanitaria, col sostegno ovviamente della Regione, di tentare di trovare una soluzione alternativa alla non sostenibilità di un reparto di ostetricia con tutti i requisiti che vengono previsti dalle norme nazionali e regionali.

Questa sperimentazione guardiamola alla luce di quelli che sono i dati che si sono prodotti: delle 440 donne che nel 2012 hanno partorito in quell’area territoriale nel distretto di Porretta 246 sono venute all’ospedale "Maggiore", 65 sono andate al "Sant’Orsola", 140 sono rimaste a Porretta. Queste 140 sono diventate nel 2013, 112 e quindi siamo in una situazione nella quale la prima scelta di non partorire nell’ospedale del proprio territorio è stata fatta dalle cittadine che hanno optato per strutture che potessero garantire, ovviamente in presenza di eventuali problematiche, tutti i presidi di assistenza necessari che può garantire un punto nascita attrezzato con tutti i servizi collaterali che riguardano sia la madre sia il neonato. Siamo in presenza quindi di una situazione nella quale si è vista la grande volontà di trovare soluzioni che non hanno trovato riscontro in quella che è stata la capacità di attrazione di questo punto nascita. È evidente che quando si dice che dobbiamo dotare i punti nascita di quelli che sono i servizi e i presidi necessari non si può non fare riferimento a ciò che - lo dirà meglio di me l’Assessore citando l’Organizzazione Mondiale alla Sanità, il piano sanitario nazionale, il piano sanitario regionale e la Conferenza Stato-Regioni - compresa l’opinione dei professionisti che a livello nazionale si sono pronunciati, e lo hanno fatto anche recentemente, sulla non opportunità di mantenere punti nascita che non rispettano i requisiti di sicurezza stabiliti da queste normative.

Era evidente che si imponeva non alla Regione, che queste indicazioni le recepisce e le fa proprie e le dà come indicazioni alle aziende nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, ma alle aziende che hanno la responsabilità diretta della gestione di questi servizi, di affrontare il tema della sicurezza per quelle donne e quei bambini e di mettere in condizione quella realtà territoriale di poter avere servizi che siano adeguati alle norme di sicurezza e ai criteri di qualità per tutte le cittadine della nostra regione. Bisogna che quando noi entriamo nel merito di questa questione andiamo quindi a esaminare quelli che sono i requisiti che lì non esistono, quelle che sono state le condizioni per le quali queste cittadine hanno deciso di partorire in altra struttura e ci poniamo il tema di come questa questione debba essere assolutamente inquadrata rispetto alle garanzie che noi abbiamo l’obbligo di dare a queste cittadine.

Quali sono le garanzie che abbiamo l’obbligo di dare? La garanzia - vado a concludere perché vedo la sollecitazione della Presidente - che un servizio di emergenza e urgenza ben organizzato dia alle donne della montagna tutte le opportunità di avere tutto quello che serve per partorire in sicurezza, la possibilità di avere all’interno dell’ospedale di Porretta un servizio H24 per tutte le problematiche legate all’assistenza delle donne in gravidanza e per poter seguire successivamente le donne che hanno partorito, la possibilità di poter avere il mantenimento di tutta l’attività ginecologica sia chirurgica sia ambulatoriale. Così come - lo voglio dire a voce alta - la possibilità che rimanga, come è stato garantito dall’Azienda Sanitaria di Bologna, l’attività pediatrica qualificandola ulteriormente in un coordinamento molto più stretto con i pediatri di territorio e comunità.

Se vogliamo fare un’azione seria di accompagnamento della fatica di questi amministratori noi dobbiamo con loro ragionare di questo e dobbiamo con loro garantirci che quello che ho appena detto possa essere assicurato ai cittadini della montagna.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Mi fa piacere che si sia arrivati a parlare di questo argomento quasi in tempo utile. Abbiamo già avuto varie occasioni per poter esprimere che questa scelta di chiudere il punto nascita di Porretta, al di là di tutta una serie di spiegazioni che sono state date anche ai sensi di alcune disposizioni, risulta comunque un’inopportuna scelta politica per tutte le ragioni che abbiamo già a suo tempo espresso. C’è però un aspetto che io per la prima volta vorrei fare emergere, che comunque richiederò attraverso un accesso agli atti, perché vorrei capire come si sono svolti i fatti dal punto di vista procedurale. Assessore, vorrei capire se effettivamente nel procedimento amministrativo c’è o meno una carenza nei passaggi. Mi risulta che effettivamente la disposizione di chiusura del punto nascite sia riconducibile a una comunicazione che l’ASL di Bologna ha fatto al Comune di Porretta, indicando che da una certa data ci sarebbe dovuta essere la chiusura del punto nascite, però sono andata anche a leggere e a controllare tutto l’elenco delle delibere che sono state assunte dal comitato di distretto a cui fa riferimento anche l’ospedale di Porretta e obiettivamente non ho trovato una delibera che disponesse chiaramente in questo senso. A questo punto, siccome dal punto di vista procedurale la disposizione di una chiusura deve comunque passare da un atto formale, che è la delibera del comitato di distretto, chiedo cortesemente - questo l’ho chiesto formalmente attraverso un accesso agli atti per avere maggiore cognizione di come stanno anche le cose dal punto di vista procedurale - all’Assessore di rassicurarmi che tra gli atti esiste un atto di questo tipo, perché mi rifiuterei di pensare che tutto questo potesse scaturire semplicemente dalle discussioni e dai dibattiti che si sono svolti sul territorio. Un passaggio di questo genere così importante non può mortificare il territorio stesso con l’assenza di delibere formali, reali e sostanziali di chiusura. Vorrei sapere se almeno dal punto di vista procedurale tutto quanto è stato rispettato.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare l’assessore Rabboni. Ne ha facoltà.

 

RABBONI, assessore: Grazie, presidente. Abito da diciassette anni a Castel di Casio, in provincia di Bologna, a pochi chilometri da Porretta Terme, e intervengo perché ho sentito una descrizione di quella parte della nostra provincia che non mi pare corrispondere a quella che io conosco. Intanto devo dire che, avendo anche l’opportunità di girare l’Appennino emiliano-romagnolo, quella parte di Appennino che fa riferimento a Porretta Terme si distingue per la sua vivacità, per i livelli occupazionali che sono tra i più alti della nostra montagna, per la diffusione delle imprese in tutti i settori - vi sono imprese che sono leader mondiali nel loro comparto - per la qualità dei servizi, da quelli scolastici a quelli sanitari e ospedalieri, a quelli turistici, a quelli commerciali. Naturalmente anche lì c’è la crisi che colpisce duramente e che lascia i suoi segni, ma il tratto generale è quello che ho ricordato ed è un dato verificabile sulla base dei diversi censimenti e delle diverse indagini a carattere economico e sociale. In secondo luogo devo dire, e mi stupisco di doverlo fare in questa sede, che la Regione Emilia-Romagna in quei territori ha investito per il passato importanti risorse e ha continuato a farlo anche negli ultimi anni. Qui ho alcuni dati che mi pregio di proporre alla vostra attenzione che riguardano gli ultimi quattro anni.

La Regione Emilia-Romagna negli ultimi quattro anni ha destinato alle aziende agricole e agroalimentari di quei territori 4 milioni 100 mila euro di contributi pubblici regionali, alle piccole e medie industrie oltre 2 milioni di euro di contributi per le varie attività, alle aziende che operano nell’ambito turistico 1 milione 300 mila euro, 900 mila euro sono stati investiti in quel territorio per l’estensione delle dorsali della banda larga, essendo una zona non pienamente asservita, come è noto, 3 milioni per l’ammodernamento dei convogli delle Ferrovie dello Stato, della linea ferroviaria Porrettana, 3 milioni per la difesa del suolo, le frane e gli interventi della Protezione Civile, che fanno quasi 14 milioni 300 mila euro di risorse che negli ultimi quattro anni la Regione ha stanziato per quei comuni, quei territori e quelle imprese.

Aggiungo anche che la Regione, insieme alla Provincia di Bologna, è tra i soggetti che hanno voluto la variante della Strada Statale Porrettana. Sono in corso di completamento i 7 nuovi chilometri finanziati dallo Stato ma voluti dalla Provincia e dalla Regione, dopodiché anche qui purtroppo abbiamo dovuto verificare un cantiere lungo dieci anni a causa dell’inefficienza dell’ANAS come stazione appaltante ma sappiamo che l’ANAS è un soggetto dipendente dal Governo e dal Ministero dei Lavori Pubblici.

Cari colleghi e Consiglieri, a onor di cronaca devo ricordare che la Regione in quel territorio, che non è il deserto dei Tartari, come qualcuno ha descritto, ha continuato a investire risorse. Non ha tolto ma aggiunto risorse. Questo lo dico per dovere di cronaca.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Rabboni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Che siamo davanti a una riduzione e a un abbassamento della qualità di ciò che l’ente pubblico Regione Emilia-Romagna offre ai suoi cittadini in tema di sanità è un dato di fatto. Credo, consigliera Marani, che se noi applichiamo gli standard di cui lei parlava (sono standard urbani) a delle zone montagna facciamo un grosso errore e non aiutiamo i nostri territori. Sappiamo tutti che ci sono problemi di cassa, ma dove andiamo a creare i nostri risparmi? Tagliando servizi in aree già comunque svantaggiate come le aree montane? Secondo me state completamente sbagliando politica.

Tra l’altro non tutto è chiaro perché se io a luglio faccio un’interrogazione all’assessore Lusenti chiedendo se vi siano processi in corso di riduzione o di chiusura di strutture nell’ospedale di Porretta e mi viene data una risposta quasi a deridermi dicendo che non si capisce come io prenda le informazioni e che non è prevista alcun tipo di ridimensionamento o di chiusura e poi poco dopo arriva tutto quello che è arrivato io come Consigliere mi sento anche un po’ preso in giro, perché sono qui pagato per fare delle interrogazioni e degli atti di approfondimento e poi un servizio mi risponde a un’interrogazione mentendo, perché è chiaro che non l’hanno improvvisato.

Devo anche dire, consigliera Marani, che i dati che lei ha dato hanno una spiegazione, cioè il fatto che ci sia una parte delle partorienti che siano andate al "Maggiore" o al "Sant’Orsola" ha un motivo dietro. Non è che qualcuno fa 50 - 70 chilometri in più senza motivo o perché crede che non la sanno far partorire nell’ospedale ma perché si faceva un certo tipo di servizio che non includeva tutte le tipologie di parto. La Regione però non può fare il giochino di indebolire una struttura e un servizio facendo in modo che calino le persone che si rivolgono a quel servizio, e poi dice che sono calate le persone e che bisogna chiuderlo. Il responsabile di quel calo di partorienti è la Regione stessa.

È possibile che non riusciamo più a immaginarci e a credere in un servizio di qualità per la nostra regione? Anche se sono meno di "x" all’anno possiamo pensare anche a reparti che non siano catene di montaggio e dove ci sia anche più spazio e più attenzione da parte del personale al paziente? Gestiamo la sanità come fosse un’azienda, ma non è un’azienda. Se vogliamo tagliare tagliamo. Quanto spendiamo per i vaccini e quanto potremmo ridurre questo costo? Affrontiamo la spesa farmaceutica, la capacità di modulare statisticamente gli screening, l’edilizia sanitaria, per cui affrontiamo le voci di spesa del nostro bilancio sanitario, facciamo una discussione sugli sprechi e su dove potremmo tagliare cambiando politica.

Questa spesa secondo me è diventata un pallone gonfiato dove noi abbiamo fatto diventare sempre di più i medici di base dei passacarte e gonfiamo di prestazioni e di costi. La via per ridurre questa ipertrofia della sanità italiana non è tagliare questo tipo di servizi, specie in territori montani, sapendo come la vivono i territori stessi. Siamo quindi davanti a una politica sbagliata che voi giustificate.

Io volevo andare, nonostante non ci fosse secondo me il marketing giusto, a far partorire mia figlia a Porretta, perché c’era il parto in acqua, e io ritenevo un’eccellenza del servizio sanitario, e alla fine siamo andati a Bentivoglio in acqua con una serie di escalation, che è meglio che non racconto. Quella era un’eccellenza e noi decidiamo di andare a ridimensionare e chiudere in parte un’eccellenza, credo che sia sbagliato.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Non ci sono altri interventi in dibattito generale.

Ha chiesto di parlare l’assessore Lusenti. Ne ha facoltà.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. L’argomento in particolare e in generale della sanità...

 

FAVIA: Non ho fatto partorire mia figlia… farla nascere.

 

LUSENTI: Utile precisazione. L’argomento di cui stiamo discutendo è un argomento che, come la sanità in generale, si presta a molte letture e a molte letture abbiamo assistito. Di solito, e questo è il caso, la numerosità e anche l’aggressività con la quale si pongono le diverse argomentazioni è inversamente proporzionale alla competenza che si detiene e al merito che si affronta. Questo è uno dei più gravi danni che si dà a un diritto fondamentale che i nostri cittadini hanno riconosciuto, ossia parlare d’altro e non parlare della realtà, non parlare del merito, non parlare dei fatti, non parlare delle misurazioni valide in tutto il mondo ma piegare qualsiasi argomento alle microstrumentalizzazioni, all’aneddotica, al buco della serratura, alla propaganda di giornata. Questo è un danno enorme. Partire sempre da "io a casa mia", "mia moglie", "mio figlio", che è sempre un io generico perché nessuno è andato là naturalmente ma tutti sono rimasti qua, dove sanno che ci sono le migliori condizioni. Si guardano bene coloro i quali invocano la difesa di supposte riduzioni di servizi, ma parlano sempre per conto terzi. Il merito invece c’è ed è un merito potentissimo. Non richiamerò le cose già dette più volte richiamate stamattina anche in risposta a un’interrogazione ma ne aggiungo perché se qualcuno è in grado di farlo si metta a confutarle nel merito e con uguale competenza. 18 febbraio 2014: la società italiana di neonatologia si associa alla protesta sollevata dalla società italiana dei ginecologi e delle ostetriche per la mancata attuazione della razionalizzazione dei punti nascita anche in considerazione della scarsa sicurezza per madre e bambino nelle strutture il cui volume di attività è ridotto. Da anni la società italiana di neonatologia si sta battendo perché si riducano e si eliminino i punti nascita con meno di mille parti all’anno. Andateci in quelli insicuri, andateci voi prima di fare la propaganda, e dite a questi che, dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute nel 2010 nel piano sanitario nazionale, nel patto della salute, scrive "500 livello minimo di sicurezza ma mille per la qualità". A proposito di chi non capisce i numeri, dovrebbe studiare di più.

E dopo che la Conferenza Stato-Regioni tutte le Regioni all’unanimità nel 2010 approvano norme vincolanti, dopo tutte queste fonti autorevoli, lo vada a spiegare a chi in teoria avrebbe l’interesse di lobby contrario, avrebbe l’interesse a sostenere che ne vogliono molti reparti di ostetricia, molti di punti nascita, così facciamo tanta attività decentrata, facciamo tanti responsabili di strutture semplici, facciamo tanti primariati e siccome invece sono professionisti seri l’anno scorso hanno fatto una giornata di sciopero per sollecitare le Regioni ad applicare le norme dalle Regioni e dal Governo approvate. Lo vadano a spiegare a questi che si sono sbagliati. Non lo sanno i neonatologi, gli ostetrici, i ginecologi quali sono le condizioni di sicurezza e qualità ma lo sanno i Consiglieri regionali, quelli che partoriscono nei punti nascita con più di tremila parti. Lo vadano a spiegare i sindaci che difendono i punti nascita, i sindaci dei comuni che hanno i punti nascita, che hanno gli ospedali, perché non è che ciascun sindaco ha un ospedale. E quelli che il punto nascita non ce l’hanno o non l’hanno mai avuto cosa difendono? Come danno le risposte ai loro cittadini? Solo se ciascun Comune ha tutto si danno le risposte ai cittadini? Così funziona il sistema?

Naturalmente nessuno di questi sta su questo piano di merito ma su un altro, ossia l’aneddotica, il buco della serratura, le paure irrazionali e la ricerca attraverso un po’ di propaganda di lucrare un microscopico consenso che i cittadini non gli riconoscono perché i cittadini per primi, e meglio degli altri, capiscono quando ricorrono vere e solide condizioni di qualità e di sicurezza. I nostri cittadini lo sanno benissimo qual è il livello del servizio sanitario di questa Regione! Lo sanno anche meglio dei Consiglieri e dei sindaci e sanno benissimo quale differenza c’è nell’organizzazione e nei punti di qualità del servizio sanitario di questa regione e del resto del Paese (sud, nord e anche grande nord).

Alcune questioni però che sono state di nuovo sollevate meritano, almeno per togliersi la soddisfazione fuori dalle ristrettezze dei tempi delle question time e la freddezza delle risposte cartacee alle interrogazioni, di essere richiamate.

Quando si dice di fare i tagli, dal punto di vista logico e cognitivo sostenere che si fanno dei tagli perché cento donne non partoriscono a Porretta ma partoriscono a Bologna, perché non è che possiamo metterle in lista di attesa, perché non è che possiamo dire che non partoriranno, partoriscono qui in condizioni di sicurezza massime e di qualità, è sbagliato perché spendiamo di più perché garantiamo in tutto il territorio tutto il percorso che precede l’evento della nascita e che segue la nascita con una completa presa in carico e centralizziamo l’evento potenzialmente più critico.

Si spende di più così e non si spende di meno, perché non è l’argomento tagliare i costi e risparmiare, per quanto fondamentale, che è quello che guida le politiche sanitarie di questa Regione. Bisognerebbe fare uno sforzo per capirlo, bisognerebbe studiare un po’ di più e cercare di avere gli elementi di valutazione, non continuare con mantra che ormai non hanno nessuna giustificazione oggettiva.

Non manteniamo le promesse? Certo, non le manteniamo ma andiamo oltre. Quali erano le promesse, a parte che non sono promesse ma sono programmazione e fatti? Qual era stata la programmazione per l’Alta Valle del Reno? Al di là delle registrazioni, qualcuno l’ha letta nei documenti regionali, nei documenti della conferenza territoriale e in quelli dell’Azienda Sanitaria? Direi proprio di no perché altrimenti bisogna di nuovo studiare e il teatro riesce peggio. Quando si dice di portare più servizi, quelli che servono a quei cittadini, cito due o tre numeri a caso: l’attività chirurgica del 2013 sul 2012 è raddoppiata, sono raddoppiati gli interventi di cataratta, 51 mila prestazioni specialistiche solo all’ospedale di Porretta, l’apertura della Casa della salute dentro l’ospedale di Vergato, il cambiamento e l’integrazione delle vocazioni dei due ospedali in un unico ospedale bipolare che rende lì tutti i servizi di cui hanno bisogno in condizione di qualità e sicurezza quei cittadini, il pronto soccorso che fa 9 mila prestazioni all’anno, l’aumento delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche portando lì i chirurghi dalla città, dal "Sant’Orsola" e dal "Maggiore", perché certe attività programmate, non il parto, si riescono a garantire anche in condizioni di sicurezza in sedi così decentrate.

Questa è l’attività, questi sono i programmi, i progetti e gli impegni mantenuti. I fatti sono fatti e bisogna conoscere questi. Naturalmente, ed è stato ben ricordato, queste scelte che questa Regione fa cercando di stare un passo avanti rispetto al resto del Paese e riuscendoci, nel momento in cui vengono fatte vengono aspramente criticate con argomenti insufficienti e spesso risibili ma il giro dopo, quando sono state fatte e realizzate, vengono difese da chi non è mai capace di cambiare e promuovere innovazioni ma è capace soltanto di criticare le scelte fatte da altri per caricarsene poi il merito e la responsabilità quando quelle scelte vengono nuovamente innovate in un processo di rinnovamento continuo. Questo significa non avere prospettive, programmi, non sapere indicare nessuna scelta possibile, o rimpiangere il passato o l’impossibile ed eterna difesa del presente, che tra l’altro ha sempre costruito qualcun altro.

Faccio altre due annotazioni, ma solo per prendere degli spunti. Non so cosa farò quando sarà terminato il mio mandato, ma non avrò alcun problema a tornare a quanto facevo prima con grande soddisfazione, perché è uno dei mestieri più belli e gratificanti che ci siano. Di sicuro non andrò ai Caraibi e non ci sono mai andato perché non è un posto che desidero visitare e di sicuro non andrò in giro per il mondo a spese del tesoriere del mio partito o a spese di qualche faccendiere che finanzia le strutture private per consentire le vacanze estive. Questo non l’ho mai fatto e non lo farò mai e farò tutto quello che ho fatto grazie a ciò di cui io sono capace e sono stato capace fino ad ora.

Alla consigliera Noè risponderemo, come formalmente doveroso, attraverso l’accesso agli atti. Di sicuro non è il comitato di distretto che adotta le delibere, perché le adotta l’azienda e il comitato di distretto si esprime approvando la programmazione dell’azienda, e anche in questo caso il comitato di distretto e la conferenza territoriale hanno approvato, e dubito che l’azienda abbia deciso di chiudere il punto nascita a sua insaputa e quindi gli atti che le forniremo saranno coerenti con questa scelta organizzativa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Molto rapidamente per dichiarare il voto contrario del nostro gruppo alla risoluzione del consigliere Bignami e altri e il voto favorevole alla risoluzione sottoscritta dalla consigliera Marani e altri di noi. Due parole rapidissime per dire che credo sarebbe bene e opportuno che, pur in presenza di pareri diversi, ci sia tra di noi la presunzione della buonafede delle persone che sono coinvolte. In questo senso devo dire che i toni degli interventi di alcuni colleghi, soprattutto nei confronti dell’assessore Lusenti, mi sono sembrati assolutamente impropri e voglio manifestare la mia personale, e ritengo del Partito Democratico, solidarietà all’Assessore per il tono degli attacchi che ha ricevuto in quest’Aula.

Sul merito della questione ho già avuto modo di dire in sede di conferenza di Commissione, quando c’è stata l’udienza conoscitiva, che ci sono due temi che si sovrappongono: uno è quello relativo specificamente alla chiusura del punto nascita, su cui sono state dette cose significative dall’Assessore ma anche in passato dall’Azienda Sanitaria, e l’altro è invece quello del futuro dell’ospedale di Porretta.

Credo che una parte del disagio, che registro anche io, tra le persone della montagna è quella sull’incertezza del futuro perché il timore è che la decisione sul punto nascita possa preludere a una serie di ulteriori dismissioni che pian piano snaturino e svuotino di significato e infine chiudano quel presidio. In questo senso la risoluzione predisposta dalla consigliera Marani e altri va esattamente nella direzione che credo sia opportuna per dimostrare che questa non è l’intenzione perché in questa risoluzione si sottolinea l’importanza di mantenere un presidio ginecologico sia dal punto di vista della specialistica sia dal punto di vista della chirurgia e la continuità della pediatria.

Sono esattamente le materie correlate al punto nascita su cui ci sono più forti timori da parte della popolazione, e quindi anche comprensibili tensioni, e credo che sia importante dare il segnale che non è l’inizio di un percorso teso a svuotare il senso di quell’ospedale ma anzi un’assicurazione che personalmente ritengo possa essere il primo passo rispetto anche a una maggior capacità di dare un segno di una politica che non procede semplicemente per micro decisioni che pian piano costituiscono una macrodecisione - in questo caso negativa e avversa - come sarebbe quella del "temuto smantellamento dell’ospedale" ma proprio che è quello di dire che ci sono delle scelte che è opportuno fare alla luce del sole, con chiarezza, motivate da ragioni, come in questo caso, di sicurezza e di tutela rispetto a ciò che accade - pensate che cosa sarebbe successo se per caso fosse successo qualcosa in un punto nascita che non rientrava negli standard, a proposito delle polemiche che vengono citate - decisioni di questo genere devono essere inserite in un quadro che riesce a dare delle certezze.

In questo senso forse dobbiamo fare una riflessione - mi ci metto per primo - per capire qual è il modo giusto per riuscire a non solo comunicare ma anche dare certezze alle istituzioni dei comuni coinvolti e alle persone, e questa risoluzione è un modo per dare una risposta concreta che dice alcune parole chiare su alcune questioni specifiche e credo che sia il modo giusto e serio di affrontare anche un comprensibile disagio o dispiacere mentre ho meno fiducia in una modalità che miri semplicemente a cavalcarlo, così come non avrei fiducia in un’adesione acritica che rifugga da un’analisi della questione ed essendo questioni sanitarie sono questioni di una certa complessità - lo dico anche per esperienza personale - e quindi occorre guardarle con una certa attenzione. In questo senso credo che saremmo tutti più utili ai cittadini che siamo qui a rappresentare se, pur nel contesto di opinioni diverse, davvero riuscissimo a essere costruttivi all’interno del nostro dibattito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Consigliere Paruolo, il suo è un discorso che credo sia un classico esempio di discorso che spinge la benzina ai populismi. Il ragionamento dell’Assessore è un ragionamento - lo dico con rispetto personale - da burocrate. Potrà anche avere ragione dati alla mano, anche se, e non ho i requisiti per poter parlare con competenza tecnica e scientifica, quando sento dire che ci sono problemi di sicurezza sotto un certo numero vorrei capire meglio perché è un conto se mi si dice che non ci sono i macchinari per gestire situazioni di urgenza. Io credo nella professionalità delle persone, condivido e potenzierei la legge che permette di partorire a casa. Dobbiamo capire cosa intendiamo per sicurezza, perché io per sicurezza intendo preparazione e qualificazione del personale, ma è un problema di tutto il sistema sanitario. Non so se lei si riferiva a me, ma io ho guardato Porretta e l’ho visto come un’eccellenza, ho scelto la soluzione peggiore, cioè Bentivoglio, per la distanza, perché quando sta per nascere un figlio il pensiero che si debbano fare tutti quei chilometri mette ansia. Lei ha idea dell’ansia che c’è quando si sta per diventare padre?

 

(interruzioni dell’assessore Lusenti)

 

Allora capirà che quando c’è da fare una scelta non è perché si fa i fenomeni e alla fine si sta sempre a casa, perché io non ho fatto nascere mia figlia né al "Maggiore" né al "Sant’Orsola", visto che velatamente, Assessore, c’era una punta di ipocrisia rivolta a quello che è stato detto. Sono andato a Bentivoglio, dove non si capiva se c’era questa vasca per far nascere la bambina, la vasca alla fine c’era ma non riuscivano a prendere col macchinario il battito di mia figlia perché la macchina che registrava il battito con la prolunga non arrivava alla vasca. Prima mancava una tripla che io per prendere il battito cardiaco di mia figlia ho dovuto strappare da una macchinetta del caffè per poter fare arrivare il macchinario nella vasca. Non ne volevo parlare, però non ho fatto nascere mia figlia né al "Maggiore" né al "Sant’Orsola". Il tema è che il discorso è un discorso da burocrate che può anche stare in piedi a livello teorico ma qui andiamo a togliere un servizio che è molto sentito dal territorio.

Il territorio va ascoltato. Può anche essere un approccio troppo emotivo e non razionale, ma il territorio va ascoltato. Se il problema è un problema di risparmio interveniamo in altro modo ma se è un problema di sicurezza io non ci credo, perché per me in questo caso la sicurezza è data dai macchinari e dalla preparazione del personale. Credo che così il territorio, che già non ha un buon rapporto con le istituzioni, con la pressione fiscale che c’è in Italia - questo non è populismo ma realtà - si senta ancora più taglieggiato perché gli vengono tolti anche i servizi. Già dicono che pagano le tasse, ricevono i servizi pessimi e in più ora che vogliamo anche toglierglieli. Bisogna stare attenti con questi discorsi.

Vorrei capire, al di là dello studio che lei cita, qual è il problema di sicurezza. Me lo riesce a spiegare nel dettaglio con degli esempi concreti?

 

LUSENTI: No, deve studiare, non siamo all’asilo.

 

FAVIA: Studierò, ma il suo compito è non solo fare le cose ma anche spiegarle ai cittadini e a volte, ogni tanto, anche ai Consiglieri e la prossima volta mi risponda - è la seconda volta che non mi risponde - perché a luglio lei mi ha mentito in una risposta all’interrogazione. Prima o poi lo vorrei sapere.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti e sarò tassativa.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Lo so che quando ci sono io è tassativa, quindi non si preoccupi. In realtà c’è poco da dire. Due dei tre punti, come ho detto, li abbiamo raggiunti e il terzo, ossia l’inadeguatezza del dott. Lusenti, era abbastanza evidente ma adesso è proprio plateale perché cerca di fare scivolare il ragionamento su aspetti personali che gli rimandiamo perché se volessimo farla scivolare su aspetti personali, dott. Lusenti, ne avremmo di filo per tessere, ma non lo facciamo perché crediamo che l’interesse dei cittadini sia in quella parte di non risposta che è stata data, ma non data, rispetto sia all’interrogazione di oggi sia alla risoluzione.

Le provocazioni direi che sono abbastanza a vuoto e le rimandiamo al mittente, tranne una, facendole un invito: studi, Assessore. Studi perché siamo a un anno dalla fine del mandato e lei in quattro anni di Assessorato ha dimostrato totalmente la sua incompetenza. Le compro i libri, le faccio un buono per una fotocopiatrice, le mando una mail con tutto quanto in maniera tale che lei studiando magari riesce in quest’ultimo anno non dico rimediare ai danni che ha fatto, perché i miracoli sono un’altra cosa, ma almeno a dare un senso del perché di tutte queste sciocchezze - dico sciocchezze perché altrimenti il consigliere Paruolo le manifesta solidarietà - fatte fino ad ora. Nel dover ahimè prendere atto che il PD viene meno alle garanzie prestate quando il comitato per la difesa dell’ospedale era qua, che aveva detto altro, e l’assessore Lusenti era qua, anche se diceva che era altrove, ma questo rientra nelle cose che l’assessore Lusenti deve studiare, per non dire altro, credo che sia importante aver capito che cosa vuole il PD, che cosa vuole questa modesta opposizione che però ha chiarito chi fa cosa e chi è competente e incompetente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlar la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Confesso, Assessore, che un po’ i toni mi sono dispiaciuti quando la modalità con cui i Consiglieri regionali rispetto a questo tema si pongono viene definita uno stile aggressivo, uno stile che parla d’altro, che non entra nel merito, dell’aneddotica, del buco delle serratura, della propaganda, che bisogna studiare un po’ di più. Assessore, a tutti gli incontri che sono stati fatti pubblici nella città di Porretta ho partecipato e lei mai nonostante fosse invitato. A quelli recenti doveva era stato invitato dalla cittadinanza lei non ha partecipato...

 

(interruzione dell’assessore Lusenti)

 

Parliamo anche...

 

(interruzione dell’assessore Lusenti)

 

Parliamo anche solo degli ultimi sei mesi: mi basta prendere a riferimento anche la sola audizione che abbiamo concesso ai sindaci dove credo sarebbe stato suo dovere partecipare. Avevamo chiesto la sua disponibilità a fissare una data che a lei andasse bene, per cui che io debba sentirmi definire da lei come una persona che esercita il suo ruolo nelle vesti di oppositore con uno stile che viene definito arrogante, aneddotico, propagandistico, le chiedo il piacere di fare nomi e cognomi e di non essere generico perché queste affermazioni non mi riguardano e soprattutto anche lei faccia un attimo una riflessione rispetto agli incontri a cui era stato invitato a partecipare da parte della popolazione e dei sindaci che lei ha snobbate in toto. Anche lei secondo me deve un attimo riflettere sullo stile.

Vengo invece dal punto di vista più costruttivo, e che mi interessa di più, alla risoluzione che hanno presentato i colleghi e vorrei anche dire, e ringrazio per chi ha fatto la risoluzione promossa dal PD, che è una risoluzione dal mio punto di vista interessante e meritevole di attenzione, ma sono anche contenta, colleghi della maggioranza, che tutto sommato questa opposizione che è stata così criticata forse a oggi almeno ha portato da parte vostra a rendervi conto, perché io ricordo perfettamente le parole che sono state dette anche dal direttore Carradori, che tutta la filiera del punto nascite sarebbe stata chiusa, compresa anche tutta la pediatria, quindi non oso immaginare il discorso di assistenza pre e post ginecologica legata all’evento parto. Me lo ricordo perfettamente.

Mi fa invece piacere leggere oggi che qui c’è una Giunta che dopo tutte le battaglie, le pressioni tramite il buco della serratura, l’aneddotica, la strumentalizzazione ci sia stata da parte vostra anche la volontà di dire limitatamente all’evento nascita si procede in una certa maniera, però almeno garantiamo prima, dopo e anche rispetto all’assistenza pediatrica, perché ricordo perfettamente Carradori quanto rinviava l’assistenza pediatrica agli ambulatori e alla libera professione. Una risoluzione del genere, che non ho guardato il resto ma mi sta bene nell’impegno che voi chiedete alla Giunta, la firmo, però voglio vedere, almeno voi che siete da quella parte, se effettivamente in modo più persuasivo, anche se ritengo che l’opposizione col suo stile abbia già fatto un buon lavoro compatibilmente anche con gli strumenti che dispone, perché io devo fare un accesso agli atti e forse per voi non c’è bisogno per avere determinate informazioni, però secondo me questo è già un passo avanti da parte vostra ed è la consapevolezza di fare uno sforzo in una direzione che non era quello che c’era stato detto in occasione dell’audizione da parte del direttore Carradori. Spero davvero che si possa ottenere questo, quindi mi avete convinto, anche la mia risoluzione era comunque una risoluzione finalizzata a prendere atto che dietro a questa chiusura di punto nascita e di tutta la filiera che le va dietro, compresa la pediatria, c’erano troppi rischi, ci sono troppi rischi in ballo, perché la gestione del punto nascita effettivamente, come già avviene in parte spontaneamente da parte...

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliera, ha terminato i cinque minuti.

 

NOÈ: Il resto, l’imprevisto, il post del bambino, possiamo farcene carico con senso di responsabilità, buon ascolto e buon lavoro.

Sulla Risoluzione chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.

 

BERNARDINI: Grazie, presidente. Capisco il nervosismo dell’assessore Lusenti. Sicuramente se questi sono i risultati del suo impegno politico fa bene a tornare alla sua professione. Se non è mai stato ai Caraibi, se ce lo diceva prima, forse le avremmo pagato il biglietto di sola andata così evitava di fare questi disastri in un territorio che è già stato privato di altri numerosi servizi e si vede privato per l’ennesima volta di un servizio legato alla salute dei cittadini. Penso che se lei avesse una figlia o una moglie partoriente e abitasse a Villaggio Europa o a Borgo Capanne forse capirebbe di cosa parliamo ma sicuramente abiterà in un luogo che le consenta di avere servizi ospedalieri di cui lei ha bisogno o di raggiungerli in un tempo ragionevole, diversamente da quanto avviene per popolazione che abitano a chilometri di distanza dall’ospedale di Porretta Terme e figuriamoci dall’ospedale "Maggiore" di Bologna. Assessore Lusenti, sbaglia anche in un’altra cosa, perché oltre a chiudere il punto nascita di Porretta Terme lei sta garantendo inefficienza a quello che è il reparto di maternità dell’ospedale "Maggiore" dove i disservizi si contano quotidianamente, dove non riuscite a garantire neanche un adeguato servizio a quelle che sono le partorienti già del territorio del comune di Bologna, e il caso dell’altro giorno che ho denunciato ne è la riprova, quindi figuriamoci quando arriveranno...

 

(interruzione dell’assessore Lusenti)

 

BERNARDINI: Non mi interrompa, come è solito interrompere. Ha avuto modo di parlare, assessore Lusenti. Ci ha rotto le scatole, assessore Lusenti! Se vuole parlare vada fuori di qua! Taccia, Assessore! Faccia l’Assessore e non il politicante da quattro soldi!

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Bernardini e assessore Lusenti, per piacere.

 

BERNARDINI: La sua azione politica è uno schiaffo ai territori. Ha tanti avvocati difensori, l’ex assessore Paruolo, nonché consigliere regionale oggi, ha speso parole a sua difesa, ma qua la difesa o gli atti di accusa non dobbiamo farli noi ma vada a farsi un giro a Porretta Terme a piedi. Visto che non va agli incontri pubblici...

 

(interruzione dell’assessore Lusenti)

 

PRESIDENTE (Costi): Assessore, non interloquisca, per piacere.

 

BERNARDINI: Io sono un avvocato e lei sarà il professore...

 

(interruzione dell’assessore Lusenti)

 

BERNARDINI: Io difendo la gente, a differenza di lei che con un atto criminale come questo vuole chiudere il punto nascita dell’ospedale di Porretta Terme. È un atto criminale politicamente parlando perché, quando si va a togliere il servizio al territorio e quando si lasciano persone, che già hanno difficoltà a raggiungere l’ospedale di Porretta Terme, figuriamoci quindi il "Maggiore" di Bologna, senza servizi, vuol dire semplicemente non fare quello che deve essere fatto da chi ha la lungimiranza e la programmazione giusta in ambito sanitario, perché voi la programmazione in ambito sanitario non l’avete sbagliata oggi ma è da vent’anni che la state sbagliando su quello che è un percorso di mantenimento dei presidi ospedalieri, specialmente in provincia. È un atto criminale da un punto di vista politico quello che stiamo facendo perché non si può, in nome di numeri, pregiudicare quelli che sono i presidi ospedalieri che devono necessariamente rimanere perché il territorio lo richiede, per come è strutturato oggi il territorio, per come è la viabilità e per quelle che sono le tipologie delle comunità interessate. Ripeto, lei faccia quel che vuole, è libero, visto che ha il potere di farlo, di mettere la firma, come avete già messo, su queste cose, ma il mio invito glielo rinnovo: venga a Porretta Terme, venga a farsi un giro da libero cittadino per le strade e per il mercato e venga a visitare qualche altro comune limitrofo, se è così tanto sicuro della bontà delle sue decisioni, per vedere se raccoglie consensi o qualcos’altro. Grazie Assessore.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

 

VILLANI: Grazie, presidente. Mi pare che su questo argomento si stia andando un po’ fuori da quella che è la logica dei numeri e la logica che richiede la trattazione di una cosa molto delicata come questa. A parte che riconosco, come giustamente hanno detto, all’assessore Lusenti una parte di arroganza nel rapporto con i Consiglieri regionali, questo appartiene allo stile che ognuno si porta...

 

(interruzione della consigliera Pariani)

 

Sto facendo un ragionamento. Io sono disponibile a votare la risoluzione del PD, perché cerco di fare un ragionamento serio e il ragionamento serio si basa su delle evidenze. Mi spiace per molti colleghi che hanno preso la parola non capendo l’importanza di avere un punto nascita che sia tale perché si eseguono nell’anno un determinato numero di parti ma facendo un’operazione un po’ diversa.

Io capisco che l’assessore Lusenti è un parafulmine però, al di là dei modi e di quello che è stato detto secondo me fuori dalle righe, non è possibile mantenere un punto nascita che faccia 112 parti all’anno perché è provato scientificamente che è un qualche cosa che non funziona dal punto di vista medico, epidemiologico delle complicanze. Qualcuno, quando parla di queste cose, dovrebbe documentarsi un po’ di più e dovrebbe ad esempio sapere che non più tardi di dieci - quindici giorni fa l’associazione nazionale dei ginecologi ha detto di incrementare la chiusura dei punti nascita che sono sotto i 500 parti dicendo che nella spending review avevamo detto una cosa e in realtà siamo molto al di là di raggiungerla. Io sono pienamente d’accordo perché sono pienamente d’accordo che vivendo quel mondo c’è una curva di apprendimento, che c’è una struttura che se fa un certo numero di intervento è una struttura adeguata a dare delle risposte, ma avere un’etichetta con punto nascita sic et simpliceter è riduttivo e pericoloso per la salute delle donne e dei nascituri.

Questo ve lo dico come medico, al di là delle strumentalizzazioni che ho sentito qua dentro che sono un po’ anche fuori dalle righe perché bisogna avere contezza che anche in quest’Aula quando si parla occorre che ci sia la consapevolezza di quello che si dice, e quello che si dice è quello che si estrae dalla raccolta della pubblicazione scientifica, dal fatto che chi lavora in quelle condizioni espone se stesso in primis come professionista ma soprattutto espone le mamme e i nascituri a qualche inconveniente. Mi pare che se ragioniamo in questo ambito dobbiamo certamente dire che un punto nascita con 112 parti all’anno è totalmente inadeguato per soddisfare alcune esigenze.

Al di là del fatto che uno vada in giro per il mercato o meno - l’Assessore credo che a Porretta ci possa andare quando vuole perché fortunatamente viviamo in un ambiente in cui vive ancora una regola democratica, a parte qualche intemperanza - credo che sia giusto che si rimoduli un certo tipo di assistenza in un presidio di montagna, e quindi con alcune caratteristiche geografiche di scarsa praticabilità, ma che ci sia la garanzia per le donne che devono partorire che ricevono un’adeguata assistenza da quel punto di vista. So benissimo anche io che al "Sant’Orsola" si sono verificati molti inconvenienti, però sicuramente 112 parti all’anno non sono in grado di garantire in un punto nascita la qualità che le donne e i nascituri si meritano.

Con grande scalpore magari di molti dei miei colleghi, parlando più da medico che da Consigliere regionale, voterò la risoluzione del Partito Democratico e la voterò perché ci sono alcuni impegni che gradirei che fossero mantenuti, Assessore, perché molto spesso succede che diciamo delle cose e poi magari strada facendo non si riesce a raggiungere un obiettivo. Credo che qui ci siano alcuni impegni che garantiscono comunque un’assistenza qualificata in un percorso, e quindi la presenza e soprattutto l’integrazione della pediatria, e questo può essere una garanzia in più in una zona geograficamente difficile ma assolutamente un punto nascita con 112 parti all’anno è fuori da una logica di razionalità ed è fuori da una logica soprattutto scientifica, che è quella logica che deve guidare anche la politica a capire quali sono i percorsi, e i percorsi sono questi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Villani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.

 

PIVA: Grazie, presidente. Ho ascoltato con grande interesse e a dire il vero non volevo intervenire perché si ragionava su livelli diversi, cioè dalla conoscenza invece si ragionava troppo per difendere a volte l’indifendibile pensando di fare un bene ai cittadini o, ancor prima, di potere avere un consenso negando le evidenze. A me ha fatto piacere l’intervento del collega Villani e anche io parlerò da Consigliere regionale con due battute legate un po’ anche all’esperienza personale che qualche volta serve. Per esperienza ho fatto 25 anni di sala parto, ho sempre lavorato in ospedali con 2 mila o 3 mila parti e questo mi ha dato delle garanzie personali di vedere perché se non si vede ciò che accade qualche volta poi se si arriva un caso particolare non si conosce perché non si conosce ciò che non si vede, e questo è il concentrare i punti nascita, così come tante altre specializzazioni più importanti, in centri grandi, perché uno più vede e più si è in grado di riconoscere, e tenete conto che l’ostetricia è terribile, tanto è vero che agli ortopedici, anestesisti e noi non ci assicurano più o se ci assicurano lo fanno a cifre irrisorie. Ogni parto, anche il più semplice - ve lo dico per esperienza personale - si può trasformare nel giro di 30 secondi in un evento drammatico dove si deve aprire una sala operatoria nel giro di dieci minuti e ancor meno, dove si deve avere il sangue a disposizione subito, il rianimatore pronto e, se interessa il bambino, il neonatologo lì. Questo può capitare in 30 secondi in ostetricia. Allora quando ci domandiamo cosa si farebbe con una figlia o con una moglie, io andrei a partorire nei posti dove fanno tanti parti, dove hanno l’anestesista a disposizione e dove hanno una guardia 24 ore su 24. Vi dico anche un’esperienza personale che mi ha angosciato per due volte, cioè quando sono nate le mie due nipoti all’ospedale di Stato di San Marino, perché mia figlia lavora a San Marino, dove si avevano 300 parti all’anno. Nonostante ciò è un ospedale che funziona molto bene - funzionerà anche Porretta - e che anche nel piccolo ha tutto, però non ha certe caratteristiche particolari e la vicinanza dell’ospedale di Rimini può fare perdere del tempo, per cui per due volte ho vissuto un po’ di angoscia ma fortunatamente è andato tutto bene. Non cito ciò che è stato detto già, ma a parte l’Organizzazione Mondiale, le associazioni dei neonatologi, le associazioni dei ginecologi e tutto il mondo scientifico ci sta dicendo da tempo di non fare più partorire le donne sotto un certo standard, che vuol dire un certo numero di parti all’anno e tutti i servizi necessari che vi ricordavo prima. Vorrei che i toni rimanessero su questo livello e che rimanessimo su questo livello di discussione perché secondo me il bene dei nostri cittadini lo facciamo ragionando sull’evidenza e su ciò che è intorno a noi. È facile documentarsi e non c’è bisogno di studiare tantissimo. Intervengo poche volte ma anche quando intervengo su argomenti che non conosco prima di aprire la bocca cerco tante volte di documentarmi, di chiedere; per esempio se si parla di urbanistica chiedo magari a un ingegnere, a un architetto o a un geologo, quindi mi informo sulle cose. Io vorrei che queste decisioni fossero prese per il bene delle pazienti, per il bene di coloro i quali devono nascere e per il bene dei nostri cittadini secondo una scienza e secondo le evidenze scientifiche.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Piva.

Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per dichiarare ovviamente il voto positivo a questa risoluzione e contraria a quella del PD. Non credo che mi sarebbe capitato in quest’Aula di fare i complimenti al consigliere Villani per la sua onestà intellettuale, separandosi evidentemente da quelle che sono le scelte del suo gruppo. Il suo è un ragionamento interessante del quale ho quantomeno, essendo laureato in medicina veterinaria, anche dal punto di vista tecnico-scientifico una vaga contezza. È evidente che se estendiamo questo ragionamento ad altri settori, come diceva il consigliere Piva, e ad altre specializzazioni è rischioso perché andando avanti in tutta questa serie di studi e di valutazioni non so quanti altri reparti, non solamente di maternità ma anche di altre specializzazioni, possano resistere diffusi nella nostra regione, e non mi voglio allargare al resto della nazione. Ci sta tutto e va tutto bene fino a questo punto, purtroppo si può anche essere d’accordo e purtroppo può essere che noi che viviamo nella Valle del Reno dobbiamo farcene una ragione da questo punto di vista, e mi piacerebbe che dall’onestà intellettuale del collega Villani si imparasse qualcosa, lo imparasse per esempio l’Assessore che invece di scappare dai suoi stessi sindaci e dalla cittadinanza venisse, visto che ha ricevuto vari inviti e credo che prima o poi le toccherà andarci, e anche i colleghi del PD che sono intervenuti, quelli che bazzicavano durante la campagna elettorale il nostro Appennino, stupendosi di località che neanche avevano mai sentito nominare, e venissero anche loro da quelle parti e spiegassero ai cittadini che questi studi scientifici, che citava anche il consigliere Villani, non sono stati fatti sei mesi fa ma sono studi di anni che portano a questo tipo di valutazione e le statistiche dei parti a Porretta non sono i parti della settimana scorsa, non sono di questo autunno ma sono da prima e peccato che noi abbiamo inaugurato due ospedali a 20 chilometri l’uno dall’altro nel 2010 per farci tante attività. Abbiamo promesso delle cose, lei magari no perché è arrivato dopo, però il suo Presidente è venuto a promettere delle cose, gli altri Consiglieri, Ripa di Meana, Annichiarico, la signora Focci, che era appena stata rieletta, il presidente del distretto sanitario ha fatto delle promesse ai cittadini, e allora in tema di onestà intellettuale magari fate un salto, come PD e anche come resto della maggioranza, in montagna e ditegli che vi siete sbagliati. Un giorno ammettiamolo qualche errore e dire che nel 2010, sbagliando, avete aperto due ospedali, che ovviamente tra un po’ non si chiameranno più ospedali, che avete sbagliato qualche calcolo e che avete creato anche un leggero danno erariale da questo punto di vista, specialmente se sapevate quali erano gli studi e qual era il posto migliore dove andare a partorire, che probabilmente qualche danno dal punto di vista economico e amministrativo l’avete fatto e soprattutto, ed è la cosa peggiore, oltre a esservi sbagliati avete raccontato tante bufale ai cittadini.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Per fatto personale, ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

 

VILLANI: Grazie, presidente. Noto che in questa Assemblea, che doveva terminare alle ore 14:00, il punto è ancora in discussione alle 15:30. Capisco perfettamente che lei abbia detto nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi che si sarebbe terminata la discussione della risoluzione, però intervengo per fatto personale perché ho una convocazione - non sono tenuto a essere presente ovviamente alla Conferenza dei Presidenti - ma questo non è un Consiglio comunale, anche se mi pare che molto spesso scadiamo in questa storia che qualcuno pensa di essere nel Consiglio comunale di Bologna anziché di Parma o di altre realtà, per cui le chiederei di osservare, con più aderenza ai principi, i regolamenti. Se noi cominciamo a trattarci come Consiglio comunale alla fine sminuiamo anche il nostro ruolo, che già tanti soggetti esterni tentano di sminuire, che è un ruolo comunque di legislatori e quindi con delle regole molto precise che devono essere rispettate da tutti e soprattutto negli atti formali, perché se lei mi manda la convocazione con scritto "fino alle ore 14:00" alle 14:02 potevo essere in auto perché avevo un impegno nel mio collegio elettorale e me ne andavo e mi pare che non sia questo consono rispetto ai regolamenti che noi, e non altri, ci siamo dati.

Purtroppo, altri oggi cercano di condizionare i lavori di quest’Assemblea, vediamo di non farci del male da soli e di mantenere la dignità anche nei comportamenti e soprattutto negli atti formali che regolano la vita dell’Assemblea.

Un inciso, ancora per fatto personale, sul consigliere Defranceschi che mi tira in ballo su questa vicenda: non è un problema, consigliere Defranceschi, che possa toccare anche altre specialità, ma qui c’è una presa di posizione precisa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che dice che laddove si fanno meno di "x" parti c’è un problema di rischio aumentato rispetto alle puerpere e rispetto ai nascituri. Si può dire che hanno sbagliato perché sono andati in campagna elettorale e dovevano raccogliere i voti, che Ripa di Meana è consono ad avere questi tipi di atteggiamenti perché è un grande comunicatore che dice anche molte bugie, però noi oggi discutiamo di un’altra cosa e mi sono attenuto a quella cosa che credo che sia giusta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Villani.

Non era per fatto personale ma per l’ordine dei lavori e accetto la valutazione che lei, consigliere Villani, ha fatto per cui cercherò chiaramente anche nel prosieguo, come ho sempre cercato di fare, di ottemperare a tutto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4846, a firma dei consiglieri Bignami e Noè, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

 

 

Presenti

 

32

Assenti

 

18

Votanti

 

31

Favorevoli

 

11

Contrari

 

19

Astenuti

 

1

 

 

(La consigliera Meo dichiara voto di astensione)

 

La risoluzione è respinta.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5222, a firma dei consiglieri Marani, Piva, Mumolo, Pariani, Carini, Paruolo, Monari.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Grazie a tutti. Vi informo che è convocato l’Ufficio di Presidenza.

Grazie anche a tutti i tecnici.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 15,31

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;

il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Patrizio BIANCHI e i consiglieri Sandro MANDINI e Roberto MONTANARI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 4846 "Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami e Noè per impegnare la Giunta a salvaguardare il punto nascita dell'Ospedale di Porretta, dando continuità alle scelte operate dalla Regione Emilia-Romagna nel corso delle legislature precedenti."

 

Presenti 32

 

Favorevoli: 11

Enrico AIMI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ.

 

Contrari: 18

Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Gabriella MEO, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

Non votanti: 1

Palma COSTI.

 

Assenti: 18

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Roberto MONTANARI, Gian Guido NALDI, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 5219 "Risoluzione per impegnare la Giunta a compiere le azioni necessarie per la sospensione per tutto il 2014 dei pagamenti dei mutui nei confronti di cittadini e delle imprese con immobili ancora inagibili e a sollecitare il Parlamento nazionale ad adottare il disegno di legge relativo alla dilazione fiscale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Barbati, Donini, Grillini, Mori, Pariani, Serri, Marani, Bonaccini, Leoni, Filippi, Manfredini."

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Luciano Vecchi:

«Aggiungere alla fine del testo il seguente paragrafo:

"Impegna, altresì, la Giunta a tenere rapporti costruttivi con ABI e le Banche per analizzare e contribuire a risolvere le problematiche che possono insorgere nell’applicazione delle diverse fasi di concessione, sotto forma di anticipazioni, del credito alle imprese che operano per la ricostruzione."»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Leoni, Vecchi Luciano, Manfredini e Noè:

«Al termine del dispositivo inserire:

"A rafforzare le azioni nei confronti di Governo e Parlamento per affrontare e risolvere la questione evidenziata facendo sospendere il pagamento delle rate, per le persone e le imprese che ne facciano richiesta, fino a quando il loro edificio non sia tornato agibile."»

(Approvato)

 

OGGETTO 5145 "Risoluzione in merito al consumo di suolo e agli strumenti da individuarsi per agevolare i Comuni a rivedere al ribasso le previsioni non conformative dei piani urbanistici vigenti. A firma dei Consiglieri: Meo, Casadei, Barbati, Paruolo, Donini, Mumolo, Naldi, Favia, Defranceschi, Sconciaforni, Pagani, Grillini."

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Grillini e Barbati:

«Nella parte "Preso atto che", dopo il primo periodo, è aggiunto il seguente periodo:

"l’articolo 2, comma 2, lett. f) della L.R. 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio), previsione peraltro fino ad oggi ampiamente disattesa, dispone che la pianificazione territoriale e urbanistica di ogni livello (regionale, provinciale e comunale) si informi - tra l’altro - all’obiettivo generale di "prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione";"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Grillini e Barbati:

«Nella parte "Impegna la Giunta regionale", è aggiunto, in fine, il seguente punto:

"- predisporre una disciplina transitoria che, a seguito della (auspicata) riforma della normativa regionale vigente nei sensi di cui in premessa, introduca misure di salvaguardia operative nelle more di adeguamento degli strumenti di pianificazione alla nuova disciplina, al fine di evitare la frustrazione degli obiettivi ad essa sottesi."»

(Ritirato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbati e Grillini:

«Nella parte "Impegna la Giunta regionale", il primo punto è così sostituito:

"informare, anche mediante l’introduzione di norme immediatamente precettive ed operative, le scelte di pianificazione e le politiche di governo del territorio all’obiettivo di consumo netto di suolo zero al massimo entro il 2030;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Pariani, Marani e Zoffoli:

«Nel punto "Preso atto che" dopo le parole "… e trasformazione urbana;" è aggiunto il seguente punto:

"la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna sta predisponendo un progetto di legge sull’argomento".»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Meo, Barbati, Mumolo e Casadei:

«Nel primo punto del dispositivo sostituire le parole "fissare l’obiettivo di consumo netto di suolo zero al 2030" con le parole "orientare gli strumenti di pianificazione locale attraverso il progetto di legge di iniziativa della Giunta, fissando in tempi celeri l’obiettivo vincolante di consumo netto di suolo zero e tenendo conto delle direttive dell’Unione europea;"»

(Approvato)

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 5219/1 - Ordine del giorno sul sistema fiscale nei territori colpiti dal sisma. A firma del consigliere Manfredini.

 

«Sopprimere la parola "triennale" nell’ultimo comma del dispositivo, ed aggiungere alla fine le seguenti parole:

"inserendo la defiscalizzazione per un anno per le imprese, ed ulteriore dilazione per il successivo triennio".»

(Ritiro)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

5167 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni organizzative per l'erogazione di farmaci a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche nell'ambito del Servizio sanitario regionale". A firma dei Consiglieri: Grillini, Barbati, Defranceschi, Meo, Naldi, Sconciaforni, Donini (14 02 14)

5202 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la valorizzazione dei ristoranti tipici dell'Emilia-Romagna". Iniziativa dei Consiglieri: Cavalli, Manfredini, Bernardini, Corradi (20 02 14)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Risoluzioni

 

5165 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad esperire un'azione congiunta, con Autorità italiane, europee, degli USA e NATO, nei confronti dell'India per attivare un Arbitrato obbligatorio, ai sensi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, per la soluzione della controversia che coinvolge i fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. A firma del Consigliere: Malaguti (13 02 14)

5174 - Risoluzione per impegnare la Giunta, nei confronti del Governo e del Parlamento, a ribadire la propria indisponibilità ad ospitare sul territorio regionale colture OGM in assenza di misure di salvaguardia di quelle tradizionali e biologiche, richiedendo inoltre la revisione della relativa normativa nazionale e comunitaria. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Barbieri, Pariani, Piva, Riva, Mumolo, Alessandrini, Vecchi Luciano (17 02 14)

5182 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo, volte ad ottenere la sospensione del pagamento, nelle zone colpite dal sisma, delle rate dei mutui riguardanti case inagibili. A firma del Consigliere: Leoni (18 02 14)

5184 - Risoluzione per invitare la Giunta ed il suo Presidente, quale Commissario alla ricostruzione, a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, volte ad ottenere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui riguardanti le abitazioni rese inagibili dal sisma. A firma della Consigliera: Noè (18 02 14)

5196 - Risoluzione per impegnare la Giunta, a fronte dei rischi per il territorio dovuti al maltempo, alla tropicalizzazione del clima ed all'effetto serra, a promuovere azioni di prevenzione e manutenzione continua, specie nelle zone appenniniche, attivando inoltre un piano di ricerca dei fondi necessari. A firma del Consigliere: Noè (20 02 14)

5200 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo per limitare o evitare, in materia di gare pubbliche, effetti deleteri dell'applicazione dell'art. 13 del decreto "Destinazione Italia", al fine di non causare danni all'Aeroporto Marconi ed ai comparti del turismo e dei trasporti.A firma del Consigliere: Mandini (21 02 14)

 

Interrogazioni

 

5156 - Interrogazione a risposta scritta, circa lo smottamento che ha interessato l'area su cui è collocata la linea ferroviaria Porretta-Pistoia. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5157 - Interrogazione a risposta scritta, per chiedere un intervento della Giunta presso il Ministero dell'Interno per evitare il declassamento della Caserma dei Vigili del Fuoco di Bobbio e se sia possibile predisporre assieme al Ministero, alla Protezione Civile Regionale, al Comando provinciale di Piacenza e agli Enti Locali un progetto mirante alla salvaguardia della Caserma. A firma del Consigliere: Pollastri

5158 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula, per chiedere alla Giunta la riapertura del Punto Nascite di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

5159 - Interrogazione a risposta scritta, circa un intervento della Giunta, di concerto con le autorità locali, sulle azioni necessarie per la messa in sicurezza dell'Appennino modenese. A firma del Consigliere: Leoni

5160 - Interrogazione a risposta scritta, per conoscere le operazioni di rilevamento di Unieco Ambiente da parte di Iren Ambiente. A firma del Consigliere: Filippi

5161 - Interrogazione a risposta scritta, per sapere se la Giunta intende attivarsi presso il Ministero dell'Interno per evitare il declassamento della caserma dei vigili del fuoco di Bobbio. A firma del Consigliere: Cavalli

5162 - Interrogazione a risposta scritta sui provvedimenti che la Giunta intende adottare per contrastare i fenomeni di impoverimento di massa nella regione Emilia-Romagna e sulla previsione di aumento degli stanziamenti di risorse per assicurare le condizioni di tenuta sociale. A firma del Consigliere: Leoni

5163 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione degli stabili facenti parte della ex Manifattura Tabacchi di proprietà della Regione e la loro destinazione d'uso. A firma del Consigliere: Bignami

5164 - Interrogazione a risposta scritta circa un intervento della Giunta per richiamare D&C ed Eurofood a un confronto con le rappresentanze sindacali e per cercare di garantire i lavoratori di D&C nel mantenimento del loro posto di lavoro. A firma del Consigliere: Sconciaforni

5166 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere la produzione pioppicola in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Pollastri

5168 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse economiche relative all'alluvione che ha colpito il territorio modenese, con particolare riferimento alla Protezione Civile, alla Regione Emilia-Romagna, ed alla nomina della Commissione preposta alla valutazione delle cause della rottura dell'argine del Secchia. A firma del Consigliere: Favia

5169 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare lo spopolamento dell'Appennino modenese. A firma del Consigliere: Leoni

5170 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al trasporto pubblico a Piacenza con particolare riferimento alla società SETA spa. A firma del Consigliere: Pollastri

5171 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione dei pagamenti dei mutui sulle abitazioni rese inagibili dai fenomeni sismici. A firma della Consigliera: Noè

5172 - Interrogazione a risposta scritta circa le dinamiche e gli studi idrologici riguardanti il fiume Panaro. A firma della Consigliera: Noè

5173 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esatta valutazione dei danni subiti dai territori colpiti dal dissesto idrogeologico e le risorse necessarie per fronteggiare le emergenze. A firma del Consigliere: Villani

5175 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della salute dei consumatori dei cementi e dei laterizi realizzati con il MATRIX, con particolare riferimento ad un impianto di recupero di rifiuti di Conselice (RA). A firma della Consigliera: Meo

5176 - Interrogazione a risposta scritta circa la collocazione, presso l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, del service per lo sviluppo dei test HPV-DNA per l'Area Vasta Centro. A firma del Consigliere: Montanari

5177 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione economica e le procedure relative alle Terme di Salsomaggiore e Tabiano. A firma del Consigliere: Villani

5178 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative all'istanza di perforazione del sondaggio Tombellina 1dir nell'ambito del permesso "Ponte del Diavolo" (FE). A firma del Consigliere: Defranceschi

5179 - Interrogazione a risposta scritta circa disposizioni contenute nelle Norme Teniche di Attuazione del nuovo piano dell'Arenile di Cattolica. A firma del Consigliere: Defranceschi

5181 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni per sostenere il settore commerciale nella Provincia di Modena. A firma del Consigliere: Leoni

5183 - Interrogazione a risposta scritta circa la titolarità della competenza relativa alla modifica dei confini delle piante organiche delle farmacie ed all'istituzione dei "dispensari farmaceutici". A firma della Consigliera: Noè

5185 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare esondazioni del fiume Reno, con particolare riferimento alla zona del Quartiere Borgo e della Via Berleta, a Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

5186 - Interrogazione a risposta scritta circa verifiche da attuare in ambito ambientale e comparazioni epidemiologiche riguardanti patologie relative a centrali a biomasse. A firma del Consigliere: Favia

5187 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli interventi riguardanti, in ossequio ai principi di laicità e di pluralismo religioso, la presenza sul territorio di strutture per il commiato fruibili senza discriminazioni da parte dei cittadini che non pratichino il culto cattolico, come previsto dalla normativa regionale. A firma del Consigliere: Grillini

5189 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per promuovere il partenariato pubblico-privato in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Noè

5190 - Interrogazione a risposta scritta in merito a problematiche riguardanti le procedure relative all'"accorpamento vallivo" circa le valli di Comacchio e la controversia di Boscoforte. A firma del Consigliere: Bazzoni

5191 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire la pulizia dell'alveo del fiume Reno, con particolare riferimento alle zone ove sono situati piloni autostradali. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5192 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura dello sportello dell'Agenzia delle Entrate di Langhirano. A firma del Consigliere: Villani

5193 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i criteri di selezione del personale coinvolto nelle attività oggetto di procedure di gara, relativamente all'emergenza sismica, che ha beneficiato dei cosiddetti incentivi "Merloni". A firma della Consigliera: Noè

5194 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino del tratto stradale compreso tra il quartiere Santo Stefano e i comuni di Sasso Marconi e Pianoro, interrotto da una frana. A firma del Consigliere: Bernardini

5195 - Interrogazione a risposta scritta circa deroghe temporali riguardanti lo spandimento di liquami e la modifica della "Direttiva Nitrati". A firma del Consigliere: Pollastri

5198 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche connesse alla chiusura di reparti presso l'Ospedale di Porretta (BO), con particolare riguardo al settore della pediatria. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5199 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi posti in essere a favore dei portatori di handicap, con particolare riferimento all'abbattimento delle barriere architettoniche. A firma del Consigliere: Villani

5201 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per reintrodurre la possibilità di usufruire, nella tratta ferroviaria Lugo-Faenza, della coincidenza con il treno per Firenze. A firma del Consigliere: Bazzoni

5203 - Interrogazione a risposta scritta circa i siti per la bonifica dell'amianto in Emilia-Romagna, e le connesse problematiche. A firma del Consigliere: Pollastri

5204 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per programmare il futuro del trasporto pubblico ferroviario nella tratta Porretta Terme-Pistoia. A firma della Consigliera: Marani

5205 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza della briglia del torrente Limentra, affluente del fiume Reno, e del relativo territorio. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5206 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il "Centro Servizi del Volontariato Regione Emilia Romagna". A firma del Consigliere: Bignami

5207 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esclusione delle persone con disabilità dallo status di disoccupato, a seguito dell'introduzione dei nuovi criteri economici. A firma del Consigliere: Vecchi Luciano

5208 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la dimensione, in ambito regionale, del fenomeno di esclusione delle persone con disabilità dallo status di disoccupato, a seguito dell'introduzione dei nuovi criteri economici. A firma del Consigliere: Vecchi Luciano

5209 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di riapertura del punto nascita di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

5210 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il contrasto all'erosione ed alla subsidenza del litorale romagnolo. A firma della Consigliera: Meo

5211 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la bonifica, in materia ambientale e di gestione dei rifiuti, dei siti contaminati. A firma della Consigliera: Barbati

5212 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per la manutenzione programmata e straordinaria dei fiumi, con particolare riferimento al Reno ed al Savena. A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

4828 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa provvedimenti del Comune di Bologna riguardanti le Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, con particolare riferimento all'unificazione delle ASP ed ai servizi

4834 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa il trasferimento del Servizio di chirurgia senologica dell'Ospedale di Sassuolo presso il Policlinico di Modena.

4835 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le procedure di tutela della riservatezza, ai sensi della vigente legislazione sulla privacy, presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

4839 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, inerente la situazione emersa in seguito all’occupazione di uno stabile sito in Bologna, via Irnerio 13-15, dall’associazione Inquilini e Abitanti (A.S.I.A.).

4840 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, relativa al reparto di chirurgia senologica dell'Ospedale di Sassuolo (MO).

4843 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le procedure poste in essere in merito alle attività di assistenza dei profughi e dei migranti, con particolare riferimento alle soluzioni adottate in sede locale.

4848 - Interrogazione dei consiglieri Cavalli e Corradi, a risposta scritta, circa la chiusura di Ospedali, con particolare riferimento a quelli di Bobbio, Castel San Giovanni e Borgo Taro.

4863 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa l'abuso di bevande alcoliche da parte di giovani ed i relativi ricoveri presso l'Ospedale S. Orsola di Bologna.

4867 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione riguardante la linea ferroviaria Porrettana e le azioni da attuare per far fronte ai relativi malfunzionamenti.

4871 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le problematiche conseguenti all'autosostituzione delle corse ferroviarie n. 5187 e n. 5189, con particolare riferimento alle esigenze del territorio piacentino.

4879 - Interrogazione dei consiglieri Mumolo e Casadei, a risposta scritta, circa la realizzazione di una cava in località Sabbiuno, nel Comune di Castel Maggiore.

4881 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare la chiusura dell'Ospedale Nefetti di Santa Sofia (FC).

4885 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riduzione del costo degli abbonamenti dei posti-auto utilizzati dai dipendenti dell'Ospedale S. Orsola di Bologna.

4887 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della Azienda Castelli Spa.

4893 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure e la situazione riguardante la costruzione del Parco Canile a Casalecchio di Reno (BO).

4895 - Interrogazione dei consiglieri Serri e Luciano Vecchi, a risposta scritta, per chiedere alla Giunta dati puntuali ed aggiornati sull'attività del reparto di chirurgia senologica oncologica dell'ospedale di Sassuolo.

4902 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa questioni riguardanti la gestione del personale presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

4904 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per sostenere la filiera produttiva della castagna.

4905 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per mettere a disposizione dei cittadini di Piacenza parcheggi siti in prossimità di Piazzale Marconi.

4906 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per rilanciare l'occupazione.

4917 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, in merito alla situazione dell'azienda "Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa".

4925 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa alla professione e alla formazione degli OSS (Operatore Socio Sanitario).

4926 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa al progetto per una filiera certificata del pomodoro denominata "Pomorete".

4927 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa al progetto per la finanza di piani sociali e prestazioni di welfare denominato SIB (Social Impact Bond).

4931 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa al posizionamento della Regione Emilia-Romagna nel contesto nazionale per quel che riguarda l’attrazione di investimenti esteri

4938 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulla storica rete televisiva modenese "Antenna Uno".

4940 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulla proroga fiscale per le imprese e i cittadini colpiti dal sisma 2012 nelle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara.

4941 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, sulla moria di pesci lungo il corso del canale Tresinaro in località Mulino di Gazzata tra Correggio e San Martino in Rio.

4942 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, sul materiale radioattivo, trasportato da due automezzi pesanti, destinato al Polo ambientale di Uguzzolo - Parma.

4950 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori "esodati" in Emilia-Romagna.

4959 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alla richiesta alle farmacie territoriali di incrementare i volumi di distribuzione di farmaci per conto delle ASL.

4963 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulla possibilità di effettuare visite sportive presso l’AUSL di Carpi.

4966 - Interrogazione del consigliere Mazzotti, a risposta scritta, in merito alle notizie riguardanti la chiusura della sede di Lugo (RA) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.

4976 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, sul Consorzio I4S srl per quanto concerne la promozione del Parmigiano-Reggiano all'estero.

4988 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la collocazione di un impianto di telefonia cellulare a Imola.

5007 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per contrastare la presenza dei parcheggiatori abusivi.

5014 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la causa che ha reso impossibile l'accesso degli studenti alla scuola Serotti di Castel San Pietro Terme (Bo).

5017 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la tutela dei dati sensibili ed essenziali dei dipendenti regionali.

5024 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la convocazione di una audizione, in sede assembleare, dei vertici di Aipo, in relazione al cedimento degli argini del fiume Secchia.

5028 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la chiusura di stazioni di servizio nel territorio modenese.

5033 - Interrogazione del consigliere Ferrari, a risposta scritta, circa notizie riguardanti un piano di razionalizzazione delle caserme dei Carabinieri esistenti sul territorio regionale.

5051 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i controlli operati da Hera SpA nei confronti di aziende subappaltatrici.

5083 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'interruzione della convenzione tra l'AUSL di Modena e l'Associazione Nazionale Tumori (ANT).

5108 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il mancato rinnovo della convenzione per l’assistenza domiciliare tra ANT e AUSL di Modena.

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

5073 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa le "pensioni d'oro" in Emilia-Romagna.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 06/02/2014 al 19/02/2014:

 

DPGR N.17 DEL 07/02/2014

Costituzione, in riferimento al proprio decreto n. 9 del 24 gennaio 2014, di una Commissione Scientifica avente il compito di analizzare e valutare le cause della rottura arginale del fiume Secchia.

DPGR N. 20 DEL 07/02/2014

Modifica della composizione del Consiglio di Amministrazione dell'Azienda per il Diritto agli Studi Superiori - Ai sensi della L.R. 15/07, art. 20 c. 3.

(Comunicazione n. 74 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000346 del 24/02/2014)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5213 - Interrogazione a risposta scritta circa l'istituzione delle Commissioni consultive regionali relative alle norme riguardanti il trasporto mediante autoservizi pubblici non di linea. A firma del Consigliere: Bignami

5214 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino e la messa in sicurezza, a seguito di eventi franosi, della viabilità nel Comune di Monghidoro (BO). A firma del Consigliere: Bernardini (25 02 14)

5215 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche connesse alla carenza di personale sanitario presso il Policlinico S.Orsola di Bologna. A firma del Consigliere: Bernardini

5216 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per sostenere il comparto dell'edilizia in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Leoni

5217 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire a tutti i cittadini emiliano-romagnoli la connessione ad Internet in banda larga. A firma del Consigliere: Zoffoli

5223 - Interrogazione a risposta scritta circa i servizi e gli orari relativi all'Ospedale di Porretta Terme (BO). A firma del Consigliere: Sconciaforni

 

Risoluzioni

 

5218 - Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche in materia di bonifica, affidando i compiti svolti dai Consorzi alle Province o alle Unioni di Comuni. A firma del Consigliere: Bignami (24 02 14)

5219 - Risoluzione per impegnare la Giunta a compiere le azioni necessarie per la sospensione per tutto il 2014 dei pagamenti dei mutui nei confronti di cittadini e delle imprese con immobili ancora inagibili e a sollecitare il Parlamento nazionale ad adottare il disegno di legge relativo alla dilazione fiscale. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Barbati, Donini, Grillini, Mori, Pariani, Serri, Marani, Bonaccini, Leoni, Filippi, Manfredini (25 02 14)

5220 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le azioni del Governo italiano per ottenere il rimpatrio dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. A firma dei Consiglieri: Malaguti, Monari, Corradi, Pollastri, Moriconi, Aimi, Bartolini, Alessandrini, Pariani, Vecchi Luciano, Serri, Villani, Mazzotti, Bazzoni, Cavalli, Lombardi, Bignami, Carini, Mori, Barbieri, Marani, Paruolo, Zoffoli, Leoni, Defranceschi, Bernardini, Barbati, Grillini, Piva, Filippi, Pagani, Noè, Favia, Manfredini (25 02 14)

5221 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo nazionale e l'Anas per reperire le risorse per effettuare nuovi interventi al fine della rifunzionalizzazione della Strada Statale 63 e della messa in sicurezza della SS63 del Valico del Cerreto. A firma dei Consiglieri: Filippi, Barbati, Barbieri, Mori, Moriconi, Pagani, Riva (25 02 14)

5222 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le AUSL affinché la chiusura del Punto Nascita di Porretta non pregiudichi il mantenimento sul territorio di tutti i servizi necessari al percorso prenatale e post-nascita. A firma dei Consiglieri: Marani, Piva, Mumolo, Pariani, Carini, Paruolo, Monari (25 02 14)

(Comunicazione n. 70 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0000358 del 25/02/2014)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Costi

Corradi - Meo

 

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