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87.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 13 LUGLIO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2753

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifiche legislative in materia di politiche sociali, per le giovani generazioni, e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale» (36)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 2753/1/2 oggetti 2944 e 2945 - Dichiarazioni di voto e reiezione)

(Risoluzione oggetto 2689 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

TARASCONI (PD)

LORI (PD)

SENSOLI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 2758

Delibera: «Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie - Anno 2016.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 giugno 2016, n. 821) (87)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

AIMI (FI)

PRESIDENTE (Saliera)

RANCAN (LN)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 2705

Delibera: «Requisiti per l’iscrizione nell’elenco regionale delle associazioni e delle federazioni fra associazioni di emiliano-romagnoli all’estero ai sensi dell’articolo 14 comma 3, della L.R. n. 5/2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari, prot. AL/2016/26987 del 25 maggio 2016) (88)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2705/1 oggetto 2943 - Presentazione, dichiarazioni voto e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

MOLINARI (PD)

GIBERTONI (M5S)

MOLINARI (PD)

FABBRI (LN)

GIBERTONI (M5S)

MOLINARI (PD)

GIBERTONI (M5S)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 2424

Risoluzione per impegnare l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa a rendere pienamente accessibili alle persone sorde le sedute delle Commissioni assembleari e dell’Assemblea. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Rinvio)

OGGETTO 2366

Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere ogni elemento che ostacoli l'iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di promozione sociale di tutte le realtà associative che operino sul territorio regionale indipendentemente dalla loro sede legale, quale l'Ente Nazionale Sordi, prevedere un tavolo di confronto rivolto agli operatori nel campo dell'assistenza ai non udenti, informando inoltre in merito alle risorse ad essi destinate. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1534

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell'apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli

(Discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

ROSSI Nadia (PD)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI (LN)

TARUFFI (SEL)

AIMI (FI)

ALLEVA (Altra ER)

PRESIDENTE (Rainieri)

BONACCINI, presidente della Giunta

BARGI (LN)

CAMPEDELLI (PD)

RAVAIOLI (PD)

DELMONTE (LN)

FOTI (FdI)

AIMI (FI)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 2753

Emendamenti oggetti 2945 - 2705

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,56

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la ottantasettesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il sottosegretario Andrea Rossi, gli assessori Patrizio Bianchi, Andrea Corsini, Raffaele Donini, Paola Gazzolo, Emma Petitti, Sergio Venturi e il consigliere Giorgio Pruccoli.

 

OGGETTO 2753

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifiche legislative in materia di politiche sociali, per le giovani generazioni, e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale» (36)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 2753/1/2 oggetti 2944 e 2945 - Dichiarazioni di voto e reiezione)

(Risoluzione oggetto 2689 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Eravamo al progetto di legge, oggetto 2753.

Sono aperte le dichiarazioni di voto finali congiunte sugli ordini del giorno 2753/1, a firma della consigliera Sensoli, 2753/2, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli, sul quale insiste un emendamento a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli e uno che era a firma della consigliera Soncini è stato ritirato, e sulla risoluzione 2689, abbinata al progetto di legge.

Siamo, quindi, in dichiarazione di voto. Ribadisco che la dichiarazione di voto è congiunta su tutto. Cinque minuti per Gruppo.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Prima ho parlato del metodo, ora vado al merito.

Per noi la sostanza di questo progetto di legge è rivolta tutta al terzo settore, al privato sociale, alle cooperative che da rosse stanno diventando sempre più bianche, agevolando così un pericoloso vantaggio del privato rispetto al pubblico, che non è necessario essere dei fini giuristi o economisti per capire che, a parità di risorse, incentivare prepotentemente il settore privato a discapito di quello pubblico significa appunto depauperare il settore pubblico.

Questo non significa, come è stato detto dalla vicepresidente, che il pubblico debba avere l’arroganza di fare tutto, ma sicuramente non deve essere scavalcato dal privato, che deve restare complementare, accessorio e non sostitutivo di funzioni che per noi solo e solamente il settore pubblico può garantire eque ed accessibili per tutti i cittadini.

Faccio un appunto sugli oratori. Il Partito Democratico rafforza in questa maniera la legge già emanata dal Governo Berlusconi. Non neghiamo la funzione degli oratori, per carità, ma riferirsi ad una legge che sostiene solo ed esclusivamente la parte clericale che svolge questa funzione, rischiando così di escluderne eventualmente altre, ci conferma che la corrente democristiana all’interno del Partito Democratico sta avendo sempre più rilevanza e che forse il rosso di questa Regione ormai è solo quello della croce nello scudo. Immagino anche il disagio che possano provare i consiglieri di SEL a far parte di questa maggioranza.

Inoltre, in più passaggi si va a depauperare anche il ruolo dell’Assemblea a vantaggio di quello della Giunta, anche attraverso, ad esempio, il regime di prorogatio ad libitum dei programmi rivolti al sociale. L’Assemblea è estromessa, come ho già detto e ribadito, anche dal percorso di confronto e audizione delle parti coinvolte.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consiglieri, vi chiedo di accomodarvi ai vostri posti e di stare in silenzio.

Consigliera Sensoli può riprendere il suo intervento. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. La relatrice di maggioranza ha sostenuto in un suo intervento che i confronti siano stati sufficienti. Viene da pensare che abbia avuto il privilegio di assistere a confronti a cui il resto dell’Assemblea, specialmente le minoranze, sono state escluse oppure magari che stia studiando da assessore, chi lo sa, e che conseguentemente confonde il ruolo di attuale consigliere con quello magari auspicato e futuro di componente della Giunta.

In ogni caso, l’emendamento che ha istituito l’articolo 60 e che poi dà il titolo anche a questa legge, identico all’articolo presente nel progetto di legge sui servizi educativi all’infanzia, è l’ennesima prova che questa maggioranza ormai funge solo da mero ratificatore della Giunta.

L’unico vero articolo utile di questa legge è quello che riguarda la proprietà indivisa, ma anche qui il PD agisce solo quando ha le spalle al muro, fingendo di non essere coinvolto nella gestione più che trentennale del mondo cooperativistico edile, connotato da una distanza siderale tra le dirigenze e i soci cooperatori. Peccato che lo stesso Partito Democratico, in primis il presidente Bonaccini, oggi stia riproponendo e sostenendo esattamente lo stesso modello nelle cooperative di distribuzione commerciale o forse sarebbe meglio chiamarle cooperative di distruzione commerciale, dato che stanno azzerando la concorrenza, sfruttando i lavoratori e umiliando il principio natio della cooperazione.

Questo per noi è un pdl pieno di sorprese. Infatti, in mezzo a 62 articoli, frutto in larghissima parte di una ricopiatura dei testi che si dichiara di cambiare, sono nascoste delle sorprese che per noi sono delle mine, forse per qualcun altro sono delle miniere. In ogni caso, questo pdl è tutt’altro, per noi, che un mero adattamento al riordino istituzionale, come avete cercato di farci credere. È molto peggio e per questo voteremo in maniera contraria.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Do la parola al consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Come ho già detto inizialmente nella mia relazione, questo progetto di legge va ad adeguare diverse normative a quella riforma, a quel riordino territoriale e istituzionale che è stato approvato lo scorso anno. È anche vero, però, che introduce delle novità comunque importanti, che ricalcano un po’ delle richieste che abbiamo avanzato come Lega durante questo mandato.

Come ho detto prima, ad esempio, sulla proprietà indivisa c’era una nostra proposta di delibera assembleare, che chiedeva appunto di abbassare la percentuale per quanto riguarda le richieste per le alienazioni di questi alloggi. C’è anche la questione delle associazioni di promozione sociale che per problemi burocratici non potevano iscriversi al registro regionale pur essendo iscritti al registro nazionale. Anche questa era una richiesta che era inserita in una nostra risoluzione in seguito ad una Commissione che si tenne con l’Ente Nazionale Sordi che appunto denunciavano questo problema. Poi c’è anche l’aspetto della Consulta dei cittadini stranieri, che abbiamo sempre contestato e che finalmente vede la sua fine.

Insomma, ci sono diversi aspetti che valutiamo positivamente. Poi è ovvio che, nel complesso, tutte le leggi regionali che vengono modificate, compresa anche la legge regionale sul riordino istituzionale che ha, di fatto, comunque svuotato di competenze le Province, non hanno trovato la condivisione della Lega e continueranno a non trovarla per le modalità con cui è stata portata avanti, così come non c’è la condivisione della Lega sulle leggi regionali in vigore che vengono modificate. Questo, però, è tutto un altro paio di maniche. Avevamo il dovere di modificare queste leggi in base alla legge regionale sul riordino che è stata approvata dall’Assemblea. Ne abbiamo approfittato per inserire alcune modifiche che, a loro volta, sono diventate sostanziali.

Come relatore di minoranza non ho ritenuto di chiedere delle audizioni perché non ritenevo opportuno farlo. Se magari avessi visto gli emendamenti che sono stati presentati in Consiglio prima dal Movimento 5 Stelle magari avrei valutato un’audizione, perché comunque sono andati ad intervenire su diverse questioni anche in maniera abbastanza corposa.

Sarebbe stato ideale in quel caso comunque chiedere un’audizione. Tuttavia, per come sono andate le cose, direi che non ce n’era la necessità.

È ovvio che, come ho detto questa mattina, sicuramente ci saranno occasioni per dibattere nuovamente sulle tematiche del terzo settore. Credo che quella veramente sarà la sede in cui si potrà avere un confronto serio, ma soprattutto più puntuale in modo da non rischiare di mescolare troppe tematiche per correre poi il rischio di fare confusione e basta.

Come Lega ci asterremo perché, ripeto, ci sono comunque degli aspetti positivi all’interno di questo progetto di legge.

Per quanto riguarda gli ordine del giorno voteremo a favore di quello del Movimento 5 Stelle, in particolar modo al primo che hanno presentato, quello in cui si chiede sostanzialmente, sulla proprietà indivisa, di accelerare un po’ i tempi della delibera, mentre sulla risoluzione abbinata, quella del Partito Democratico, ci sembra uno dei soliti documenti che dicono tutto e niente.

Su questa, quindi, ci asterremo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Mi preme innanzitutto ringraziare la relatrice Soncini e i consiglieri Sabattini, Rontini e Iotti che hanno contribuito a rendere questo testo importante nel corso del lavoro nelle Commissioni.

Chiaramente, come è stato correttamente espresso anche dalla vicepresidente Gualmini, siamo di fronte a un welfare che cambia e la scelta legislativa che abbiamo offerto alla discussione di questa mattinata è stata quella di affrontare, in un grande provvedimento, tanti temi che tra loro si intersecano in quello che è il mondo del nostro welfare regionale.

Evidentemente le recenti modifiche istituzionali che abbiamo avuto occasione di apportare in questa consiliatura ci pongono di fronte a nuove sfide istituzionali, alle quali abbiamo pensato di rispondere con una serie di modifiche. Abbiamo messo in piedi sostanzialmente un abito sartoriale intorno al quale costruire un welfare che continui ad essere universalistico e che sappia rappresentare gli interessi di molti e non gli interessi di parte.

È questo il motivo per il quale, con una certa nota di ironia, mi sembra di poter cogliere l’assordante silenzio nel merito che da parte di una certa minoranza c’è stato rispetto a questo dibattito, se non sempre la ricerca della frase d’effetto, del “sono tutti uguali”, del “adesso siamo andati oltre”, ma d’altro canto tutto questo è figlio dei tempi. Il dibattito si eleva fino al livello in cui è in grado di elevarsi. Non possiamo pretendere da tutti che ci sia approfondimento e proposta. Uno dei motivi per cui, per esempio, come Gruppo del Partito Democratico, decidiamo di non accogliere l’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle relativo alla proprietà indivisa è che, come si dice in alcune parti d’Italia, nel Mezzogiorno, non toglie e non aggiunge, serve soltanto a dire che ci siamo. Se dobbiamo dirci che ci siamo e basta invece di dire che il provvedimento sulla proprietà indivisa è un provvedimento che può essere accettato così com’è e che la Giunta ben sta operando in questo frangente, togliamoci queste casacche. Abbiamo visto la totale indisponibilità ad un confronto nel merito, quindi non confrontiamoci neanche sulle parole, perché le parole se le porta via il vento.

Sull’altro ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle o dal partito politico, non so come definirlo, relativo a quella che deve essere una comunità di accoglienza familiare, forse bisognerebbe tutelare di più il minore e non usare gli occhiali con i quali si guarda il mondo. Vengono riconosciute dieci tipologie di comunità di accoglienza nel nostro sistema di legge regionale, ragione per la quale non siamo disposti a stabilire noi in quale modo restringere le possibilità dei minori. Siamo sempre e comunque dalla parte delle persone più in difficoltà, così come il nostro welfare che nel corso di questa discussione ha avuto il merito di poter mettere al centro le persone fragili e vulnerabili.

Siamo intervenuti e continuiamo a intervenire in questo senso. Mi fa particolarmente piacere che si sia discusso, nel corso di queste settimane che hanno anticipato questa votazione, di scuola, di sistemi educativi, di associazioni culturali, di associazioni che aprono il settore regionale. In buona sostanza quello che stiamo cercando di mettere insieme è un welfare di comunità che non dimentica quali sono le sfide istituzionali, che le sa affrontare e allo stesso tempo ci poniamo il problema di cosa vogliamo dare con il nostro adeguamento normativo come impronta ai nostri giovani, alle persone che si muovono nel nostro territorio, che vivono questa Regione; una mobilità e una cittadinanza europea, così come viene definita nell’articolo che viene inserito in sostituzione dell’articolo 42 della legge regionale n. 14/2008, in cui si cerca sostanzialmente di sviluppare quella bella esperienza che alcuni di voi hanno avuto modo di conoscere, che è quella del servizio civile, all’interno di questa regione, ma soprattutto all’interno di una comunità europea che noi riconosciamo. Qui lo dico con una certa franchezza, ma anche determinazione. Noi pensiamo che i cittadini stranieri siano cittadini emiliano-romagnoli e nel pensare questo pensiamo che la Consulta si debba adattare, adeguare, e non essere inutile, perché le persone inutili per noi non esistono. Pensiamo che anche le idee diverse dalle nostre non siano inutili, per quanto deprecabili. Per questo motivo vogliamo offrire un’immagine migliore di quella che è stata offerta su alcuni punti di questa discussione. Pensiamo anche che la risoluzione della consigliera Ravaioli, relativa al cyberbullismo, sia una punta avanzata di una discussione che pure questa Assemblea e questa Giunta devono affrontare.

Per questo motivo esprimo la soddisfazione per questo passaggio importante. Abbiamo la determinazione per andare avanti, oltre al qualunquismo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Do la parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, le confesso il mio imbarazzo perché, in realtà, così come anche in Commissione, molti di noi si erano astenuti su questo provvedimento.

Ci eravamo astenuti pensando anche di aver dato un contributo alla stesura dello stesso. Tuttavia, le dichiarazioni del Capogruppo del PD, che notoriamente fa pesare non solo il suo peso fisico, ma anche quello politico ed intellettuale, ci hanno schiacciato. Francamente non abbiamo argomentazioni culturali da contrapporre alle sue dotte argomentazioni, a partire dal fatto che i cittadini stranieri sono cittadini emiliano-romagnoli. Invero, i cittadini stranieri rimangono stranieri e non penso che si possa dire che ci sono dei cittadini emiliano-romagnoli. Ci sono i cittadini italiani. Se introducessimo una nuova fattispecie della cittadinanza emiliano-romagnola, capisco il complesso di superiorità che qualcuno vanta, ma offenderemmo il principio di uguaglianza. I cittadini sono italiani. Gli emiliano-romagnoli saranno virtuosi, altri magari saranno meno virtuosi, ma non ci pare che sia una fattispecie di cittadinanza di cui vantarsi, se non volendo creare una ingiustificata discriminazione tra cittadini italiani al loro interno e cittadini italiani e cittadini stranieri.

Proprio in ragione di questa nostra ignoranza, nel senso che ignoriamo le argomentazioni per cui si può arrivare a così positive e argute conclusioni, rilevo che la difficoltà di poter esprimere, come volevamo esprimere, un voto convinto di astensione, ci obbliga ad un voto sofferto di dissenso.

Capisco che il Capogruppo del PD ambisca sul giornale a far vedere che i provvedimenti li vota solo il PD, però non penso che sia un’argomentazione saggia nel momento in cui si è cercato comunque in Commissione, se ne darà atto, e anche in Aula, lo testimonia il numero irrilevante di emendamenti rispetto ai 65 articoli, che vi è stato un atteggiamento del tutto positivo.

Tra l’altro, voglio essere anche, sotto il profilo istituzionale, molto corretto. È stato un reciproco confronto. Su alcune cose ci siamo trovati d’accordo, su altre no, ma nessuno può sicuramente dire che si è tentato di costruire un ostruzionismo su questo provvedimento. Certo, su alcune materie abbiamo – penso di poterlo dire – radici culturali differenti che non ci portano alla medesima soluzione, ma non per questo ci siamo chiusi a riccio dicendo: “Se voi tenete la Consulta sull’Immigrazione noi facciamo le barricate”. Abbiamo semplicemente detto che non condividiamo il principio, ma la maggioranza ha il diritto-dovere di riaffermare quelli che ritiene essere i suoi principi.

Assessore Gualmini e cortese relatrice Soncini, il problema è che dipende con chi si dialoga. Io ho sempre visto che nelle conclusioni di un provvedimento si cerca di evitare di voler fare risaltare degli elementi di divisione.

Essendo questa la funzione del Capogruppo del Partito Democratico in questa sede, per quel poco o niente che vale, il nostro dissenso è rivolto tutto a lui.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Do la parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Siamo chiamati ad una valutazione complessiva di una legge che consta di oltre sessanta articoli, che modifica diverse leggi che hanno tutte una loro importanza, una loro peculiarità. Non credo si tratti solo di una modifica formale, ma ci sono anche degli aspetti significativi. Chiaramente quando si esprime un voto si deve esprimere un voto e un giudizio sull’insieme del provvedimento che si va a votare.

Certo, forse avremmo preferito poter discutere alcune cose separatamente, per dare anche giudizi diversi sulle parti che poi vanno a comporre la legge complessiva.

Ciò detto, credo sia anche necessario saper valutare quella che è la parte principale e la parte preminente di un provvedimento. Secondo noi, in questa modifica la parte preminente è quella che riguarda tutto il passaggio sulla proprietà indivisa.

Da questo punto di vista, riteniamo sia stato fatto un lavoro positivo e importante, il cui merito deve essere condiviso fra le varie sensibilità, le varie persone che hanno fornito un contributo per quella che noi riteniamo essere una risoluzione positiva di un punto ‒ ripeto ‒ importante.

Anche nel dibattito che si è sviluppato questa mattina penso si sia capito che il consigliere Sabattini ha fornito un contributo importante, per il quale lo ringrazio, in quanto credo sia stato decisivo per riuscire a portare a casa un risultato buono.

Vi sono, poi, anche altri aspetti che noi non condividiamo o che condividiamo meno. Lo abbiamo precisato sia in Commissione, con voti diversi rispetto a quelli del Partito Democratico, sia questa mattina in Aula. Mi riferisco, ad esempio, a tutta la parte legata all’offerta territoriale per il tempo libero e le opportunità educative. Non si tratta, in questo caso, di fare barricate o di fare guerre ideologiche. È una cultura che non ci appartiene. Cerchiamo sempre di stare sul merito e di guardare le cose dalla parte della loro utilità complessiva. Ciò detto, però, deponendo noi le armi ideologiche, vorremmo che le deponessero tutti e che ci concentrassimo sul merito.

Da questo punto di vista, il ruolo del pubblico noi continuiamo a pensare che debba avere una centralità in tutte le forme, in tutte le possibilità. Tale centralità va praticata e non solo predicata. Pertanto, anche i provvedimenti che si assumono devono, secondo noi, percorrere questo sentiero.

Passiamo al discorso relativo agli oratori. Al di là del fatto che parliamo di questioni che, forse, non hanno neanche tutta questa strategicità, non è questo ciò che ci fa dubitare ‒ mi rivolgo alla consigliera Sensoli ‒ della nostra presenza all’interno della maggioranza. Sicuramente ci sono anche altri temi sui quali nel corso di questo mandato ‒ che, ricordo, è iniziato da un anno e mezzo ‒ torneremo a discutere e sui quali chiederemo, in base alle nostre capacità e alle nostre forze, un impegno concreto alla Giunta e alla maggioranza di cui facciamo parte.

Evitiamo di affidare eccessivi ruoli ideologici a ciò di cui discutiamo. Lo dico bonariamente anche alla consigliera Sensoli che, secondo me, ha scomodato esempi non del tutto appropriati. Le parole che ha usato potevano essere riferite, forse, ad altri provvedimenti, non a questo.

Cercando di stare sul merito, vi sono cose positive e cose meno positive. Anche in questo caso, mi permetto di fare una sottolineatura. Visto che il ruolo del relatore di maggioranza è anche quello di cercare di mettere insieme e comporre le varie anime e le varie sensibilità di cui è composta la maggioranza, una maggiore sensibilità sarebbe stata più consona e apprezzata. Lo dico per correttezza. Visto che fra di noi dobbiamo confrontarci, ma dobbiamo confrontarci anche in Aula, sottolineo che esistono esempi positivi ed esempi un pochino meno positivi del ruolo di relatore.

Detto questo, e concludo, presidente...

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere, ha esaurito il tempo.

 

TARUFFI: Concludo, presidente.

Proprio perché la valutazione deve essere svolta nel suo insieme, il nostro sarà un voto positivo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ho altri iscritti per dichiarazione di voto.

Procediamo con la votazione, per alzata di mano, degli ordini del giorno.

Nomino scrutatori le consigliere Tarasconi, Lori e Sensoli.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2753/1, oggetto 2944, a firma della consigliera Sensoli.

 

(si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno è respinto…

 

(interruzioni)

 

La parola agli scrutatori.

Ha chiesto di parlare la consigliera Tarasconi. Ne ha facoltà.

 

TARASCONI: Presidente, dalla mia prospettiva, visto che mi sono girata, ho visto il Gruppo del Partito Democratico con voto contrario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: La collega Tarasconi ed io siamo abbastanza vicine. Le braccia alzate del Partito Democratico sicuramente andavano con il voto contrario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Lori.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Non tutti i presenti hanno alzato la mano.

 

(interruzioni)

 

SENSOLI: Sì, mi sono girata.

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi prego di fare silenzio.

Sentiti gli scrutatori e gli uffici (ovviamente, abbiamo gli occhi per guardare), il Gruppo PD ha votato contro.

L’ordine del giorno 2753/1, oggetto 2944, è respinto a maggioranza dei presenti.

 

(interruzioni)

 

Ovviamente, la maggioranza dei consiglieri ha votato contro.

Passiamo all’ordine del giorno 2753/2, oggetto 2945, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli, sul quale insiste una proposta di emendamento ‒ l’altra è stata ritirata ‒ dei consiglieri Bertani e Sensoli.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli è respinto.

Come avevo anticipato, l’Aula aveva ricevuto una correzione materiale, che era già stata trasmessa ai consiglieri.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2753/2, oggetto 2945, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 2753/2, oggetto 2945, è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2689, che era già prevista nell’oggetto in abbinamento al progetto di legge, a firma dei consiglieri Ravaioli ed altri.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 2689 è approvata.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2753, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

43

Assenti

7

Votanti

42

Favorevoli

29

Contrari

5

Astenuti

8

 

(Il consigliere Aimi dichiara voto contrario)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche legislative in materia di politiche sociali, abitative, per le giovani generazioni e servizi educativi per la prima infanzia, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale.»

Procediamo con gli atti amministrativi.

 

OGGETTO 2758

Delibera: «Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie - Anno 2016.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 giugno 2016, n. 821) (87)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 2758: Proposta recante: “Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie ‒ Anno 2016”.

La Commissione “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità” ha espresso parere favorevole nella seduta del 30 giugno 2016 con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario e 13 astenuti.

Il CAL ha espresso parere favorevole.

È aperta la discussione generale sul provvedimento. Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Presidente, io mi ero prenotato già da prima. Sul tabellone è comparso il mio voto erroneamente favorevole. Il mio voto al provvedimento, invece, è contrario. Volevo semplicemente correggerlo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi. Abbiamo preso nota, naturalmente (votazione elettronica oggetto 2753).

Siamo in discussione generale sul provvedimento 2758. Non ho iscritti in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Cinque minuti per ogni Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. L’atto amministrativo che stiamo iniziando ad affrontare qui in Aula e che abbiamo affrontato in Commissione parte da un ragionamento che viene sviluppato in questo momento. Il ragionamento è che si sta cercando di attendere le linee che arriveranno dal Governo, che speriamo arrivino al più presto. Solamente il fatto di realizzare una programmazione annuale piuttosto che pluriennale potrebbe essere difficoltoso e creare problemi. Potrebbe creare problemi soprattutto perché all’interno di quest’Aula era stata approvata una risoluzione con la quale veniva espressamente chiesto di intraprendere un percorso sulle vie sperimentali, cosa che, però, non è stata prevista pienamente all’interno di questo atto amministrativo.

Inoltre, vi sono alcuni progetti che potrebbero essere avviati. Penso, ad esempio, al Tagesmütter e ai progetti del mitteleuropeo che possono essere inglobati in questo atto amministrativo, in questo intervento, ma che non sono stati previsti. Soprattutto, sarebbe interessante dare maggiore flessibilità e stabilire requisiti organizzativi e strutturali per l’incremento di recettività sulle strutture pubbliche ‒ potrebbe essere importante ‒ e maggiore agevolazione, quindi l’introduzione di servizi sperimentali che potrebbero essere fondamentali, soprattutto in questa fascia d’età, per bambini in tenera età. Ovviamente, si poteva prevedere una maggiore partecipazione attiva delle famiglie nel sistema integrato senza fini di lucro.

Ad ogni modo, essendoci alcune criticità, ci asterremo su questo provvedimento, coerentemente con il voto espresso e la discussione intrapresa in sede di Commissione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di parlare la consigliera Francesca Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Avendo già discusso di questo tema, riprendo alcuni elementi citati dal collega Rancan facendo alcune specifiche sul perché questo atto amministrativo ha una durata annuale. Come ci è stato rappresentato, e come Gruppo condividiamo questa impostazione, l’obiettivo di questo atto è quello di garantire la continuità dei finanziamenti a sostegno dei servizi integrati per l’infanzia in un momento di evoluzione normativa che ci vede coinvolti con la revisione della legge n. 1/2000. Anche in questo caso, penso che da parte della maggioranza ci sarà un’apertura a condividere questo percorso, a discutere e a valutare le proposte avanzate.

Tuttavia, credo sia importante rimarcare in che modo dobbiamo far fronte, a partire da questo atto, a un’evoluzione in work in progress sia a livello legislativo nazionale sia a livello legislativo regionale, ma soprattutto la possibilità di non bloccare, di dare una possibilità a chi eroga i servizi e anche ai Comuni e alle nuove forme associative, che diventano i nuovi destinatari dei finanziamenti a seguito della legge n. 13, per garantire a quei 997 nidi di infanzia della nostra regione, articolati in diverse modalità organizzative, la possibilità di continuare il proprio iter senza vedersi bloccati da un’evoluzione che stiamo accompagnando e gestendo.

Il solco, quindi, è quello di continuare ad agire per la promozione del benessere dei bambini e di sostenere questi servizi in un’ottica annuale, come è stato precisato anche dalla vicepresidente Gualmini, per rivedere la legge a livello regionale sul solco della normativa nazionale. Ricordiamo che la legge n. 107 è stata approvata e, proprio in questi giorni, ha compiuto un anno. Vi erano diciotto mesi a disposizione per l’emanazione dei decreti attuativi. Crediamo che in questa prospettiva si possa chiudere al più presto e procedere a una valutazione pluriennale di programmazione, tenendo presente tutti gli aspetti sperimentali e innovativi di cui l’Emilia-Romagna credo possa vantare una storia, a riguardo, nel settore.

Proprio per questo motivo, crediamo che questo atto corrisponda più a un’esigenza organizzativa e di operatività per non bloccare l’iter. Quindi, cogliamo fin da subito la disponibilità del Gruppo della Lega, che si è già espresso rispetto al confronto, ma riteniamo che sia fondamentale agire in quest’ottica proprio per l’erogazione dei contributi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Non ho altri iscritti per dichiarazione di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2758.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 2705

Delibera: «Requisiti per l’iscrizione nell’elenco regionale delle associazioni e delle federazioni fra associazioni di emiliano-romagnoli all’estero ai sensi dell’articolo 14 comma 3, della L.R. n. 5/2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari, prot. AL/2016/26987 del 25 maggio 2016) (88)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 2705/1 oggetto 2943 - Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 2705: “Requisiti per l’iscrizione nell’elenco regionale delle associazioni e delle federazioni fra associazioni di emiliano-romagnoli all’estero. Proposta del presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari.

La Commissione “Per la parità e i diritti delle persone” ha espresso parere favorevole con modifiche, nella seduta del 15 giugno 2016, con la seguente votazione: 28 voti a favore, 14 contrari e nessun astenuto.

Nella seduta antimeridiana del 22 giugno 2016, l’Assemblea legislativa ha deciso di rinviare la proposta ad un ulteriore esame da parte della Commissione referente “Per la parità e i diritti delle persone”, unitamente all’emendamento presentato in Aula.

La Commissione “Per la parità e i diritti delle persone” ha espresso, quindi, un nuovo parere favorevole con modifiche, nella seduta del 6 luglio 2016, con la seguente votazione: 23 voti a favore, 10 contrari e 2 astenuti.

Comunico che sono stati presentati un ordine del giorno e l’emendamento 1 a firma della consigliera Gibertoni.

Apro la discussione generale sul provvedimento. Successivamente, procediamo con la discussione generale sull’emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Rapidamente, perché l’illustrazione è già avvenuta all’interno della seduta precedente.

Per quanto riguarda i requisiti dell’iscrizione delle associazioni emiliano-romagnole, noi abbiamo recepito il tutto, anche per cercare ‒ laddove possibile ‒ le indicazioni di una parte della minoranza in relazione all’integrazione del procedimento, quindi anche del documento presentato, integrando i requisiti trasmessi in precedenza con una sorta di presentazione iniziale, richiesta anche dal Gruppo di Fratelli d’Italia, e siamo entrati in discussione all’interno della Commissione.

A mio parere, la maggior parte del dibattito che si potrà svolgere in Aula sarà successiva all’illustrazione dell’emendamento, che in parte, sotto una forma differente, è stato già discusso in Commissione. Ripetiamo che la tempistica dell’approvazione di questi requisiti è legata all’operatività della Consulta stessa. L’approvazione dei requisiti consentirà, con l’opportuna pubblicità, di aprire l’iscrizione, quindi le richieste da parte delle associazioni estere, cercando di rispettare i tempi ‒ più o meno ‒ di verifica, di valutazione da parte degli uffici per riuscire a costituire questo elenco verosimilmente entro il mese di settembre, inizi di ottobre, per poter, in questo modo, dare il via alla vera e propria attività esterna da parte della Consulta, ossia l’apertura dei bandi e la possibilità, da parte delle associazioni iscritte all’interno di questo bando che volessero presentare domanda, di proporre progetti e, di conseguenza, contribuire all’attività della Consulta stessa, ma soprattutto allo sviluppo dei rapporti e dei progetti, che possono arrivare anche dal resto del mondo, rivolti ai nostri emigrati su tutti i continenti all’interno dei quali verranno riconosciute queste associazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Procediamo, quindi, con la discussione generale sull’emendamento 1, a firma della consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. In realtà, questo emendamento è semplicemente una riproposizione di quanto già presentato in Commissione e ci piacerebbe poterlo ritirare per lasciare soltanto lo spazio all’ordine del giorno, in mancanza dell’approvazione dell’emendamento stesso, che è quello che, dal nostro punto di vista, viene incontro anche a quello che è stato detto poco fa dal consigliere Molinari rispetto all’impegno che l’Assemblea legislativa e la Giunta, per quanto di competenza, si assumeranno di definire in tempi molto rapidi una proposta che possa ovviare alla carenza legislativa rispetto alla questione dei requisiti richiesti alle associazioni che vogliono entrare all’interno della Consulta degli emiliano-romagnoli all’estero.

Il problema che abbiamo sollevato in Commissione e che ribadiamo qui in Aula è che non ci sembra opportuno continuare a rimandare, sia a parole che nei fatti, una decisione per la quale è sufficiente avere la volontà politica per portarla a termine, in una Consulta che, tra l’altro, ci risulta ancora adesso opaca su questo punto. A quanto risulta al Movimento 5 Stelle, al momento, associazioni o presidenti responsabili di associazioni che hanno condanne, che hanno carichi penali pendenti per danni erariali o danni alla pubblica amministrazione possono svolgere attività all’interno della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, una Consulta incardinata all’interno dell’Assemblea legislativa.

A questo proposito, apro una parentesi: non si capisce per quale motivo ne abbiamo un’altra, quella sulla legalità, che, in qualche modo, è in capo alla Giunta, quando la nostra priorità ‒ ritengo, come organo di controllo e di verifica di quello che la Giunta fa ‒ dovrebbe essere la legalità, ancora prima delle azioni di questa, dal nostro punto di vista, inutile Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, di cui non smetteremo di chiedere l’abrogazione.

Eppure, anche in questo caso, si fatica ad arrivare a un minimo di legalità condivisa, a partire dall’approvazione di questo emendamento.

Pongo all’attenzione dei colleghi l’emendamento con il quale si chiede, banalmente, che gli organi direttivi di associazioni che vogliono entrare nella Consulta degli emiliano-romagnoli e che hanno carichi penali pendenti non possano svolge l’attività all’interno della Consulta. Diversamente, l’immagine che la Consulta ha dato ‒ a partire dalla scorsa legislatura ‒ di mero mantenimento di bacini di voti o di diffusione di ricezioni o di ricerca di consenso elettorale per il PD difficilmente potrà essere contraddetta.

Pertanto, chiedo la votazione sull’emendamento. Successivamente, passerei all’ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Cerchiamo di capirci, se ci riusciamo. In Commissione, credo anche con un esercizio di disponibilità che avrei apprezzato venisse quantomeno sottolineato, il sottoscritto, in quanto presidente della Consulta, dando anche la disponibilità della maggioranza, ha cercato ‒ non è sempre semplice ‒ di entrare in quello che poteva essere l’obiettivo finale di questo emendamento, o almeno di una parte di emendamento. Quando si fa una proposta, sarebbe anche interessante cercare di capirne la sostenibilità. Diversamente, diventa un puro esercizio di retorica, e noi siamo stati eletti qui come consiglieri regionali e non come showman o come showgirl. Questo lo dico per la parità, visto che è incardinato nella Commissione Pari opportunità.

Dal nostro punto di vista, la proposta, per quanto riguarda il cercare di cogliere almeno una parte della richiesta del Movimento 5 Stelle, era legata alla possibilità data dal parere tecnico, che noi avevamo, trattandosi di acquisizione di dati sensibili, di arrivare non tanto a recepirli all’interno di un atto amministrativo, quale è questo, ma di inserirli, ovviamente con un confronto che potesse renderlo operativo, all’interno della legge, non acquisendo, ovviamente. Diversamente, faremmo noi la parte del Movimento 5 Stelle. Noi facciamo, ovviamente, un’altra parte e cerchiamo di fare una parte che sia non meno seria rispetto alle proposte avanzate dal Movimento 5 Stelle, cercando di far sì che almeno dal punto di vista della sostenibilità della richiesta stessa si potesse non tanto – e questo l’abbiamo già detto, sempre se si vuole cogliere il problema – entrare nel concetto degli elenchi dei membri dei consigli direttivi, che già per legge non sono acquisibili in quanto non abbiamo accesso agli elenchi delle associazioni stesse, quanto verificare la possibilità, come forma di ulteriore garanzia, di lavorare a una modifica della legge stessa, che tra l’altro viene, da un lato, negata dall’emendamento che chiede una modifica dei requisiti e, dall’altro, anticipata dall’ordine del giorno, che di fatto apre alla possibilità di una modifica legislativa.

La nostra disponibilità rimane per fare un approfondimento serio tra persone serie al fine di risolvere, quantomeno laddove è possibile, quello che possa essere anche un dubbio che può sorgere tanto alla maggioranza quanto alle minoranze, ricordando che, nel momento in cui approviamo questo elenco, convalidiamo un elenco di soggetti che di fatto sono riconosciuti e autorizzati non solo a svolgere l’attività di rappresentanza dei nostri emiliano-romagnoli, che potrebbe essere svolta anche al di fuori del riconoscimento di questo elenco, ma soprattutto a presentare progetti che, al di là delle caratteristiche soggettive, verranno valutati per quanto riguarda la tipologia del progetto stesso e il soggetto che la presenta. D’altronde, le associazioni non sono società uninominali rappresentate che nascono e muoiono con il presidente, ma sono rappresentate in questo momento dal presidente pro tempore, che oggi è Tizio e domani può essere Caio.

Ebbene, a fronte di questa disponibilità, che offriamo – lo ripeto – per poter rendere operativa l’acquisizione anche di questi dati sulla figura del presidente, che spesso non è un cittadino italiano ma è un cittadino estero, per cui bisogna trovare il modo, nel rispetto ovviamente della normativa sulla privacy, per poter accedere a questi dati, l’aspetto che dà fastidio dal punto di vista politico e umano è, nel momento in cui una discussione aperta, sincera e collaborativa è stata avviata in Commissione, ritrovarsi con dichiarazioni, rilasciate circa 10-15 giorni addietro…

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Molinari, ha finito il tempo in discussione generale. Poi ci sono le dichiarazioni di voto.

 

MOLINARI: Ho finito, presidente.

Da parte della consigliera Gibertoni, la quale sostiene che “il PD continua a preservare a tutti i costi il giro di voti ed affari”. Io invito la consigliera Gibertoni a precisare in quest’Aula quelli che sono gli affari portati avanti da questa maggioranza nei confronti delle nostre associazioni. La invito a esplicitarli. Diversamente, non ci resterebbe che fare la prima cosa che ho detto: gli attori o le attrici.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Intervengo solo per precisare la nostra posizione sul tema, dimodoché resti chiaramente a verbale: il Gruppo consiliare della Lega Nord non parteciperà a questa votazione. Chiedo, lo ripeto, che questa nostra posizione sia riportata a verbale.

Non ci dobbiamo far convincere assolutamente dalle affermazioni del consigliere Molinari, anche se non siamo né showgirl né showman. Quindi, lasciamo a voi questo interessante dibattito sulla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Do la parola nuovamente alla consigliera Gibertoni. Le ricordo che ha quasi esaurito il tempo a sua disposizione. Le resta un minuto. Prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Al di là degli esercizi di retorica, che mi sembra evidente che il consigliere Molinari metta in scena con un certo sforzo, il che mi spiace, tanto da spingermi a esprimergli la mia solidarietà, avendo già assunto questo atteggiamento in Commissione, dove per ben tre volte mi ha invitato – mi è parso di capire – a ritirare il mio emendamento e dove io per altrettanto volte gli ho chiesto che l’emendamento fosse votato in Commissione, perché ci risultava che la discussione vertesse su quell’emendamento, non vorrei che adesso il consigliere Molinari stesse – non credo che sia così, ma lo dimostrerà il suo voto sul prossimo ordine del giorno che presentiamo – cercando di spostare l’attenzione su un aspetto che mi auguro che anche il Gruppo della Lega Nord voglia sostenere, ossia un principio di legalità.

Badate, noi non pensiamo bene della Consulta, eppure, al di là della nostra posizione al riguardo, credo sia importante sostenere insieme questo emendamento in quest’Aula, proprio per evitare che passi questo lassismo e questa opacità.

È molto divertente, invece, vedere come, quando sono consiglieri o assessori della maggioranza a parlare delle magnifiche sorti progressive del loro lavoro in Regione, si tratti di informazione al cittadino, mentre, quando lo fa un consigliere di opposizione, si tratti di showman. Questo fa davvero ridere.

Grazie, consigliere Molinari.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Non abbiamo più iscritti in discussione generale sull’emendamento.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte sull’emendamento, sull’ordine del giorno e sul provvedimento. Cinque minuti a Gruppo.

Consigliere Molinari, prego.

 

MOLINARI: Come già detto, facendo una premessa, che comunque è una premessa che, se non troverà la collaborazione del Movimento 5 Stelle, ci vedrà quantomeno impegnati a effettuare gli approfondimenti per i quali ci siamo impegnati in Commissione e ci stiamo impegnando oggi in Aula oggi per cercare di capire come potranno essere eventualmente valutate modifiche legislative tese a raccogliere una parte delle indicazioni da parte del Movimento 5 Stelle, il nostro voto sarà contrario sia all’emendamento, per le motivazioni anche tecniche illustrate in precedenza, sia all’ordine del giorno. Del resto, nel momento in cui viene proposto un ordine del giorno, auspicato anche da parte della maggioranza, sarebbe opportuno e augurabile cercare comunque, se l’obiettivo è realmente quello di raggiungere un traguardo comune e anche quella che è l’idea iniziale dell’emendamento stesso, e quindi ottenerne anche l’approvazione, di far sì che non diventi, così come si appalesa questo ordine del giorno, una provocazione. Visto, quindi, che l’obiettivo non è tanto il lavoro d’Aula e il risultato concreto, quanto semplicemente le dichiarazioni che si potranno rilasciare poi all’esterno di questa porta – e questa è la cosa grave –, noi voteremo contrari all’ordine del giorno e ci impegniamo a effettuare tutte le valutazioni necessarie per fare in modo serio quello che sarebbe stato bello poter fare anche insieme alla parte della minoranza disponibile a ragionare.

Alla luce di queste considerazioni, la nostra indicazione sarà negativa per quanto riguarda sia l’emendamento che l’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

La parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Vedo che la farsa sta continuando. Il consigliere Molinari ha premesso nel suo discorso che l’importante era capirsi, ma rammento che noi abbiamo avanzato una richiesta molto semplice, vale a dire che quei responsabili di associazioni che vogliono entrare e fare attività nella Consulta e hanno carichi penali pendenti non siano ammessi. Perché non ci capiamo su questo punto? Eppure, in questo momento abbiamo un voto contrario all’emendamento, con motivazioni del tutto non chiare.

Abbiamo, peraltro, presentato un ordine del giorno che va totalmente incontro alla maggioranza e che nulla ha di provocatorio – e inviterei il consigliere Molinari a spiegarci che cos’ha questo ordine del giorno di provocatorio – in quanto si limita a richiedere un impegno a definire in tempi rapidi una proposta di revisione delle disposizioni regionali vigenti in materia. Che cosa ci vede di provocatorio in questo? Aggiungo anche che tutte le procedure sono state rispettate. E, al riguardo, le ribadisco che conta il lavoro d’Aula, altro che. Non capisco la sua dichiarazione, consigliere Molinari, che credo sia assolutamente infelice, soprattutto se espressa in Consiglio, secondo cui invece non conta tanto il lavoro d’Aula. Conta il lavoro d’Aula, come conta il lavoro di Commissione, dove siete stati assenti e avete votato contro. Anzi, ancora di più conta il lavoro d’Aula, le dichiarazioni che rilasciate qui e i voti che esprimete. Conta sicuramente meno il lavoro di corridoio, come le promesse vane, che non trovano spazio in nessun tipo di atto regionale, di atto formale, ma noi questo siamo chiamati a fare: atti formalizzati. D’altronde, le chiacchiere le possono fare tutti, anche i cittadini non eletti. Noi, invece, abbiamo il mandato di predisporre atti e di impegnarci con le nostre parole e con le nostre firme, poi anche certamente di informare chi è all’esterno di ciò che succede in quest’Aula.

Tutto è stato fatto legittimamente e nessun tipo di sdegno è accettabile da questo punto di vista, se non il nostro, quello di vedere ancora una volta che, innanzi a un emendamento già bocciato in Commissione e che verrà bocciato anche oggi in Aula e davanti alla nostra disponibilità a tendervi una mano tesa e a offrirvi la nostra collaborazione chiedendovi di impegnarvi a definire in tempi rapidi una proposta di revisione, vi barricate e votate contro. Ma come è possibile votare contro a una proposta così blanda. Lo ripeto, vi impegniamo a definire in tempi rapidi una revisione che vi investe a dire oggi in quest’Aula che siete contrari che chi ha carichi penali pendenti faccia attività all’interno della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

Non ci resta, allora, che prendere atto che qui non si vuole porre un limite anche davanti al carico penale pendente, che non vi interessa nulla, se non andare avanti con delle parole vacue, che ancora una volta credo si manchi di rispetto a quei cittadini che forse neppure hanno ben chiaro quello che succede all’interno della Consulta e che ci viene lasciato poco margine, consigliere Molinari, di non pensare molto bene né della Consulta né degli eventuali affari che ci girano intorno se si continua a rifiutare una discussione costruttiva, oltre che in Commissione, anche in Aula. Potreste portare avanti un ordine del giorno firmato dal PD, se volete, noi ve lo votiamo, con l’impegno a ragionare sensatamente negli atti e non soltanto per proclami o sui giornali. Se volete, quindi, portare un vostro ordine del giorno, siamo disposti a valutarlo ed eventualmente ad accoglierlo. Tuttavia, in assenza di vostre controproposte, che non abbiamo ricevuto né in Commissione né oggi in Aula, non possiamo che prendere atto di una gravissima irresponsabilità politica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Non essendovi più iscritti in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2705/1 (oggetto 2943) a firma della consigliera Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 2705/1 è respinto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2705.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea approva.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): Affrontiamo adesso gli atti di indirizzo.

È pervenuta una richiesta, a firma del consigliere Aimi, che ha come oggetto la richiesta di inversione dell’ordine del giorno e soprattutto, in primo luogo, di iscrizione e trattazione urgente di argomento non iscritto. È già stato distribuito.

L’oggetto in questione è il 2920: Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere la ferma condanna, a nome del Consiglio regionale e del presidente della Giunta, per lo scempio e gli atti vandalici commessi contro la memoria del giovane militante del Fronte della Gioventù, Sergio Ramelli, deceduto nel 1975 a seguito dell’aggressione posta in essere da parte di un gruppo di extraparlamentari legati ad Avanguardia Operaia.

Sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro innanzitutto per l’iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Parlo a favore. Penso che la richiesta presentata dal consigliere avvocato Aimi non solo sia pertinente, ma la sua accettazione costituirebbe anche un atto di saggezza politica da parte di questa Assemblea legislativa.

Lui, come me, ricorda cosa volle dire il 1975, ma anche il 1976, perché in occasione del primo anniversario dell’uccisione di Sergio Ramelli, avvenuta il 29 aprile 1975, il 29 aprile 1976 le Brigate Rosse uccisero il consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano Enrico Pedenovi. Allora, io penso che proprio a Modena, dove tra l’altro per intervento dell’attuale presidente della Regione, allora assessore del PD al Comune di Modena, la figura di Sergio Ramelli venne degnamente ricordata e onorata, in omaggio a quel principio che la civile città di Modena ebbe a dedicare, a differenza di altre città italiane, al sacrificio di Sergio Ramelli, vi debba essere anche l’espressione di formale e totale dissenso da parte della Regione Emilia-Romagna nei confronti di un atto vandalico e delinquenziale, comunque lo si voglia guardare, che è stato portato a una lapide che ricorda, appunto, l’uccisione di Sergio Ramelli.

Torno a ripetere, io penso che iscrivere questa risoluzione all’ordine del giorno e discuterla in questa giornata significherebbe anche dare una risposta immediata a quelle mani responsabili che, evidentemente, confondono la lotta politica con la violenza politica, che sono due aspetti distinti e distanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Intervengo intanto per chiedere se è possibile avere copia di questa risoluzione, perché almeno a noi non è stata consegnata.

Nulla da eccepire sulla possibilità di iscrivere la risoluzione in oggetto anche perché, avendo accordato già ieri, contrariamente a quanto deciso in Conferenza dei Capigruppo, la possibilità di iscrivere una risoluzione, non ci opporremo certo ora a questa modalità originale e nuova. Spero soltanto non diventi un’abitudine la necessità di iscrivere sempre all’ultimo istante le risoluzioni. Tuttavia, chiediamo che venga rispettato l’ordine cronologico di trattazione e che, quindi, venga iscritta come ultima risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno dell’oggetto 2920.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di iscrizione all’ordine del giorno è accolta.

Rammento che, nella stessa nota, il consigliere Aimi ha chiesto anche l’inversione per l’inserimento della risoluzione al primo punto dell’ordine del giorno. Pertanto, sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro la richiesta di inversione.

Ha chiesto di parlare a favore il consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, relativamente all’inversione, a me pare che il carattere succinto della risoluzione e le parole equilibrate riportate nel dispositivo possano tranquillamente far propendere per l’inversione dell’ordine del giorno, anche perché, se vi è accordo anche da parte del proponente, potrebbe essere direttamente messa ai voti, senza necessità di discussione. Non penso che ci si possa accapigliare per discutere di un atto non vandalico ma delinquenziale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola al consigliere Caliandro. Prego.

 

CALIANDRO: Intervengo solo per ribadire che, qualora vi fosse necessità di approvarla subito, potremmo concordare con il presidente della Commissione competente l’immediata approvazione nella prossima Commissione utile, qualora non si esaurisse la trattazione entro la giornata di oggi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione al primo punto dell’ordine del giorno.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di inversione per l’ogg. 2920 è respinta. Naturalmente, la risoluzione rimane iscritta all’ordine del giorno.

 

OGGETTO 2424

Risoluzione per impegnare l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa a rendere pienamente accessibili alle persone sorde le sedute delle Commissioni assembleari e dell’Assemblea. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Rinvio)

 

OGGETTO 2366

Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere ogni elemento che ostacoli l’iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di promozione sociale di tutte le realtà associative che operino sul territorio regionale indipendentemente dalla loro sede legale, quale l’Ente Nazionale Sordi, prevedere un tavolo di confronto rivolto agli operatori nel campo dell’assistenza ai non udenti, informando inoltre in merito alle risorse ad essi destinate. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo ora con la discussione degli atti di indirizzo, con l’oggetto 2424, abbinato all’oggetto 2366.

Oggetto 2424: Risoluzione per impegnare l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa a rendere pienamente accessibili alle persone sorde le sedute delle Commissioni assembleari e dell’Assemblea, a firma della consigliera Gibertoni

La Commissione assembleare IV “Politiche per la salute e Politiche sociali”, nella seduta del 7 giugno 2016, ha discusso la risoluzione in oggetto e, ai sensi dell’articolo 104, comma 5, del Regolamento interno, ha richiesto che della relativa votazione sia investita l’Assemblea.

Oggetto 2366: Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere ogni elemento che ostacoli l’iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di promozione sociale di tutte le realtà associative che operino sul territorio regionale indipendentemente dalla loro sede legale, quale l’Ente Nazionale Sordi, prevedere un tavolo di confronto rivolto agli operatori nel campo dell’assistenza ai non udenti, informando inoltre in merito alle risorse ad essi destinate, a firma del consigliere Daniele Marchetti.

È stata approvata questione sospensiva nella seduta antimeridiana del 22 giugno 2016.

Apro la discussione generale congiunta sui due documenti. Dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Avevo chiesto il rinvio, la volta scorsa, di questa risoluzione, con la quale chiediamo banalmente che per un accesso alle informazioni politiche e al funzionamento dell’aula fosse possibile avere la sottotitolazione delle sedute del Consiglio regionale e in ogni caso rendere accessibile ogni tipo di informazione che abbia a che fare con l’attività del Consiglio per le persone sorde. La IV Commissione si è impegnata a lavorare su una risoluzione a partire da questa mia proposta avanzata alla Commissione, ma mi sembra di capire che non siano riusciti per oggi a concretizzare l’atto, anche se mi è stato confermato che, non appena verranno svolti alcuni incontri, dovrebbero riuscire a presentare questa risoluzione, che comunque vorrei portare avanti per il prossimo Consiglio regionale. Quindi, chiedo anche oggi il rinvio, in attesa di discutere la risoluzione al prossimo Consiglio regionale utile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Se ho ben capito, ha chiesto il ritiro per oggi?

 

GIBERTONI: Il rinvio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sì, il rinvio.

 

GIBERTONI: Avevo chiesto, presidente, il rinvio di questa risoluzione già la volta scorsa. Dato, comunque, che la IV Commissione si è impegnata al riguardo, aspettiamo di discutere in ogni caso questa risoluzione, che mi auguro sia sostenuta anche dalla IV Commissione. Quindi, non chiedo il ritiro, bensì il rinvio affinché, non appena saranno esauriti i necessari incontri, prima dell’estate si concretizzi, trattandosi di un argomento particolarmente significativo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Mi scusi, signora presidente, ma io ho una difficoltà a comprendere ormai.

L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea si riunisce per prospettare una bozza di ordine del giorno alla Conferenza dei Capigruppo. Teniamo la Conferenza dei Capigruppo, ci poniamo il problema delle risoluzioni, per una questione di cortesia stabiliamo che iscriviamo all’ordine del giorno le risoluzioni in testa che nella seduta precedente non sono state trattate, e non per mancanza di tempo, ma per richiesta di rinvio da parte dei proponenti, e quindi la risoluzione della collega Nadia Rossi, la risoluzione della collega Gibertoni e via discorrendo. Se non abbiamo iscritto altre risoluzioni all’ordine del giorno, è solo ed esclusivamente perché abbiamo cercato di calibrare l’ordine del giorno dell’Assemblea in modo tale che almeno si esaurissero le risoluzioni in questione. Se le rinviamo sine die, può anche star bene. Per me possiamo anche chiuderla oggi l’Assemblea. Però, faccio presente che le risoluzioni, nell’ultima sessione del mese di luglio, difficilmente troveranno spazio. Infatti, è stata presentata già una serie di argomenti da parte della Giunta da iscrivere all’ordine del giorno che probabilmente ci impegnerà in maniera rilevante. Poi, per quanto mi riguarda, possiamo trovarci anche il 14 agosto: personalmente non ho problemi. Tuttavia, sapendo che altri probabilmente hanno problemi, per cui vi sarebbero quantomeno dei timori sulla tenuta del numero legale, io penso che, dovendo confezionare un ordine del giorno – e lei sa che è stato convocato per mercoledì prossimo, alle ore 10, l’Ufficio di Presidenza per adempiere alla presentazione di una bozza di ordine del giorno per la Conferenza dei Capigruppo convocata sempre per quel giorno –, si debba decidere, signori, che cosa vogliamo fare.

È nella disponibilità della collega Gibertoni il rinvio e, ovviamente, nessuno per una questione di cortesia si può opporre, però tenete anche presente che, nel frattempo, non soltanto non si discutono le vostre, ma si tengono anche bloccate quelle degli altri, perché giustamente non ne abbiamo inserite di nuove per votare le risoluzioni che erano state iscritte ormai da due o tre Assemblee precedenti.

Le chiedo, pertanto, signora presidente, di fare il punto anche con i singoli Capigruppo a un certo punto, perché diversamente – e mi rivolgo anche al collega Rancan, essendo lui delegato per l’Aula – diventa difficile seguire una logica nella formazione dell’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

A fronte della richiesta della proponente della risoluzione, consigliera Gibertoni, chiedo all’Assemblea se vi è la volontà di esprimersi, oltre all’intervento del consigliere Foti, che come presidente dell’Assemblea condivido in termini di metodo di lavoro. Naturalmente, sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro, prima di passare alla votazione della sospensiva.

Non essendovi richieste di intervento, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio della risoluzione oggetto 2424, a firma della consigliera Gibertoni.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di rinvio della risoluzione oggetto 2424 è accolta. Naturalmente, si intende rinviata anche la risoluzione oggetto 2366, ad essa abbinata.

 

OGGETTO 1534

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell’apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1534: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell’apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi, a firma dei consiglieri Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli.

Anche su questo argomento, nella scorsa seduta antimeridiana del 22 giugno, era stata approvata questione sospensiva.

Possiamo procedere con la discussione generale. Ha chiesto di parlare la consigliera Rossi Nadia. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente. La risoluzione che presentiamo oggi in questa Assise ‒ e che, quindi, discuteremo ‒ vuole porre a tutta l’Assemblea e alla Giunta l’attenzione sul tentativo che, a diversi livelli, mira a rilegittimare un pensiero, una cultura, il pensiero del nazionalismo identitario che, di fatto, richiama al ventennio fascista.

Il fatto che oggi lo si affronti, nello specifico, sul tema della commercializzazione dei prodotti inneggianti i mostri della storia non significa che si debba derubricare la questione a mero fenomeno di folklore. Sappiamo bene, oramai, anche con i tempi che corrono, che, purtroppo, parte del senso comune passa spesso anche attraverso messaggi banali e banalizzanti, che sono anche i più diretti. Gramsci diceva che il senso comune è il folklore della filosofia e che esso è spesso costrizione strumentale al potere.

Oggi cogliamo continuamente ‒ se ci pensiamo ‒ nel discorso pubblico delle destre il richiamo al buonsenso, a un buonsenso, in realtà, primitivo, un buonsenso atavico, quale fonte di un’origine quasi dimenticata, quella della comunità originaria, dell’identità nazionale, che sembra debba essere, in qualche modo, preservata, quasi come fosse un richiamo etnico, oserei dire. Ce lo dicono dando quasi un senso a un qualche cosa che stiamo vivendo, ad un contro-natura che, secondo le destre, andrebbe a minare un ordine antico e indiscutibile.

Questa premessa, secondo me, è doverosa. In una dimensione di crisi economica e sociale, la democrazia ‒ per come la viviamo e per come l’abbiamo conosciuta ‒ mostra troppo spesso la sua fragilità; la mostra, soprattutto, nel mantenere una rete di valori che trovano fondamento principalmente nella nostra Costituzione. Lo dicono anche i fatti ‒ pensiamoci bene ‒ che sono accaduti questi giorni nella vicina regione Marche, nella città di Fermo, un paese moderno, in un momento particolare. Probabilmente, non ci sarebbero stati così tanti distinguo anche nei commenti, sia per quanto riguarda il ceto politico sia per quanto riguarda la gente comune. Questi fatti dovrebbero farci riflettere. Tutti quanti insieme dovremmo sempre più e sempre meglio soffermarci su questo aspetto.

Non dobbiamo sottovalutare assolutamente i messaggi di odio fatti passare sempre più e sempre troppo spesso sotto diverse forme. Dobbiamo sempre meglio, invece, riconoscerli ed essere in grado assolutamente di stigmatizzarli. La democrazia non può e non deve farsi inquinare dal razzismo, che passa, ovviamente, anche attraverso una battuta e spesso anche attraverso un giudizio troppo affrettato. Per questo motivo, è importante contrastare, oggi, il richiamo di queste ideologie, non solo nelle loro manifestazioni più violente e dirette, ma anche nel tentativo culturale di rifiuto della modernità e della sua complessità, un rifiuto che sorvola su alcune marginali invenzioni moderne, come la democrazia e come i diritti dell’uomo.

Credo che questo debba avvenire rispetto ad ogni forma di comunicazione e di veicolazione dei contenuti e delle immagini richiamanti un passato di orrore, quantomeno per rispetto nei confronti della memoria delle persone che sono morte nei campi di concentramento e di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutti i popoli europei.

Non possiamo accettare la banalizzazione in questo senso. Anche il mero commercio di prodotti raffiguranti Hitler e Mussolini è da condannare, perché comunque porta a questo senso di semplificazione, a questo senso di banalizzazione e, purtroppo, come dicevo prima, alla legittimazione di un’ideologia e delle sue pratiche violente.

Con questa risoluzione chiediamo alla Regione ‒ alla Giunta, quindi ‒ di compiere ogni sforzo possibile affinché l’articolo 4 della legge n. 645/1952 (anche questa data bisognerebbe sottolinearla), la cosiddetta “Legge Scelba”, trovi piena applicazione, con la previsione della punibilità di chi fa apologia di questa ideologia attraverso ogni forma di comunicazione e di commercializzazione dei prodotti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signora presidente, indubbiamente quello affrontato è tema all’ordine del giorno della vita sociale ed economica del nostro Paese. Tutti noi sappiamo benissimo che le famiglie delle persone indigenti non si preoccupano di non arrivare alla fine del mese, di non avere il figlio disoccupato, ma si preoccupano di chi vende un accendino, magari a Predappio.

Proprio per non banalizzare, penso che la richiesta alla Giunta di compiere uno sforzo di questo tipo potevate anche evitarla. Sarebbe bastato un vostro colpo di telefono a qualcuno dei vostri pigri deputati, che neppure si occupano delle proposte di legge che altri hanno scritto per loro. L’onorevole Marco Di Maio è presentatore della proposta di legge n. 3295, che ovviamente ho qui con me. È stata presentata il 9 settembre 2015. Andate a vedere sul sito della Camera l’iter di questa proposta di legge. Non è stata neppure richiesta la calendarizzazione. Il motivo è molto semplice: le leggi “manifesto politico” servono a questo, ad accontentare un po’ la piazza facendo finta di fare qualcosa, per poi, in realtà, non fare nulla, il che rende il tema serio e anche ridicolo.

Se la soluzione fosse così facile per tutti i sistemi extraparlamentari, non basterebbe che seguire la collega Rossi Nadia nel suo discorso. Purtroppo, anche le persone che hanno studiato il tema, ovviamente copiandolo, avranno poi ‒ e lo dirò al termine del mio intervento ‒ il risultato che questo sforzo di pensiero ha meritato.

Vi è di più. Vi è un’ulteriore proposta di legge che, forse, attiene di più al ragionamento della collega Rossi Nadia. Mi riferisco alla proposta di legge n. 3343 presentata il 2 ottobre 2015 dall’architetto onorevole Fiano, che io ho ben conosciuto e che, essendo leggermente meno pigro, ha fatto lo sforzo di farla iscrivere e calendarizzare nella II Commissione della Camera dei deputati perché si tenesse la discussione generale del provvedimento.

Come il collega Rainieri sa (mi riferisco a lui perché non vedo, qui dentro, altri ex parlamentari), si tratta di una sinecura, di un contentino che ogni tanto il Parlamento dà affinché si eviti ‒ soprattutto se si ricopre un ruolo politico televisivo ‒ di continuare tutti i giorni ad andare dal presidente per chiedere quando iscriverà la proposta di legge. Tra l’altro, la relatrice è di sicuro prestigio: si tratta dell’onorevole Ferranti, già magistrato e attuale deputato del Partito Democratico.

Questa risoluzione propone una soluzione legislativa che, effettivamente, mi porterebbe a votare a favore. Dato che, a differenza, purtroppo, della Regione Emilia-Romagna, la Camera dei deputati ha un Ufficio studi molto efficace ed efficiente, come tutte le proposte di legge, anche quella dell’onorevole Fiano è stata studiata dall’Ufficio studi della Camera. L’Ufficio studi della Camera, dopo aver richiamato numerose sentenze della Corte costituzionale in ordine a che cosa si debba intendere per “apologia di fascismo” (questo è l’argomento, collega Rossi Nadia, non altre elucubrazioni, sicuramente pregevoli sotto il profilo culturale, compresa la citazione di Gramsci, di cui, forse, sarebbe opportuno leggere anche le lettere dal carcere), così conclude rispetto alla proposta di legge per la quale farebbe il tifo la collega Rossi Nadia: “Con riguardo alla fase transitoria, non disciplinata espressamente dalla proposta di legge, si valuti, anche alla luce dell’interpretazione giurisprudenziale, se a seguito dell’introduzione delle nuove fattispecie penali possa prodursi un effetto retroattivo delle disposizioni più favorevoli rispetto alle più gravi fattispecie vigenti, quali l’apologia del fascismo e le manifestazioni fasciste”.

Al di fuori del linguaggio burocratico dell’Ufficio studi della Camera, stanno dicendo all’onorevole Fiano di imparare a fare le proposte di legge, perché se il fine è quello della relazione, il dispositivo, cioè il testo di legge, contraddice la relazione nel senso che alleggerirebbe le pene già vigenti. Sotto questo profilo, visto che è stata citata, vorrei ricordare che la Legge Scelba trova l’unico fondamento giuridico nella tredicesima disposizione transitoria della Costituzione italiana, una disposizione transitoria che, forse, in molti hanno non chiara, non letta o non capita. La disposizione recita testualmente: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Del “disciolto partito fascista”, che è una cosa diversa dal reato di apologia del fascismo cui prima si faceva riferimento.

Essendo io notoriamente ignorante, vi inviterei a leggere lo stenografico della Camera dei deputati del 23 maggio 1973, in occasione della richiesta di autorizzazione a procedere per la ricostituzione del partito fascista nei confronti dell’onorevole Giorgio Almirante. Almirante ‒ che, forse, aveva il vizio di tener presente che cosa volesse dire, in fatto e in diritto, ciò che si andava argomentando ‒ ebbe a citare esattamente quanto ebbe a sostenere uno dei padri costituenti, sicuramente un esponente comunista di allora di grande respiro culturale, quale era il senatore Terracini, il quale disse testualmente, a proposito della Legge Scelba: “Voglio dire, per ragioni di lealtà, che aver richiamato, come qui si fece nei confronti del partito fascista ricostituito, l'ipotesi dell'associazione a delinquere, mi pare non solo un errore giuridico, ma un’affermazione contraria alla concezione politica che regge la Repubblica italiana. Non confondiamo neanche sul piano delle più feroci lotte civili la politica con la criminalità, il codice penale con una legge dettata dalle esigenze della democrazia. Io nego pertanto che, in disperata ipotesi, contro il ricostituito partito fascista si possano adoperare gli strumenti del comune armamentario penale. Lo sappiamo che era consuetudine dei vecchi regimi reazionari del passato cercare di ridurre sul piano della criminalità i fenomeni politici a loro spiacenti e pericolosi. Non lo si rifaccia oggi, sia pure per combattere un pericolosissimo fenomeno politico. Non mettiamoci sul terreno che, allora prescelto, per sé solo poneva dalla parte del torto coloro che vi scendevano”. Io penso che la citazione sia autorevole, quantomeno sotto il profilo dell’appartenenza politica.

Prima ho citato il senatore Terracini. Sempre a proposito della discussione della Legge Scelba (perché questo è l’argomento), citerò un membro della Commissione interni della Camera che ebbe testualmente a dire: “Questa legge, così com’è, non ve la daremo, perché è una legge totalitaria”. Esiste un ragionamento per cui, allora, il PC si poneva questo problema. Si avvicinava il 1953, c’erano le elezioni politiche e si ventilava una legge truffa. Rispetto alle leggi elettorali di oggi, quella era una roba da educande. La legge truffa fu un’argomentazione che portò le opposizioni sicuramente ad una comune posizione.

Concludo. Per quale motivo non voterò questa risoluzione? Perché me lo ha insegnato l’onorevole Togliatti rispondendo, in sede di dibattito alla Costituente, all’onorevole La Pira: “Le osservazioni fatte alla sua proposta sarebbero giustificate se essa mirasse a definire il contenuto di un movimento o di un partito fascista. Contro una tale formulazione, cioè contro una formulazione ‒ diceva Togliatti ‒ che pretendesse di individuare il contenuto, cioè le finalità, i programmi di un movimento ritenuto fascista, sarebbero lecite tutte le critiche, perché qualunque partito potrebbe essere ricondotto sotto la figura del partito fascista attraverso disquisizioni dialettiche, così il Partito Democristiano come quello liberale e altri”. È evidente che temeva che, utilizzando quell’argomentazione...

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Foti, ha esaurito il tempo.

 

FOTI: ...potesse esservene anche per il Partito Comunista.

Queste sono le misere argomentazioni, da ragazzo di campagna, per cui vi prego di poter usare liberamente il mio cellulare, nonostante l’approvazione di questa risoluzione. Anche perché, come ho già avuto occasione di spiegare a qualche collega, il ritratto che ho è quello di Bonaccini da vecchio, non di Mussolini da giovane.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Mi viene in mente soltanto “usque tandem”. Credo molto nel senso e nella necessità di quanto è contenuto in questa risoluzione. In una terra come la nostra regione, che ha dato un apporto determinante alla liberazione del Paese dal nazifascismo e un contributo di vite significativo per arrivare alla costruzione di una democrazia compiuta, non è accettabile che passi sotto-silenzio o venga considerata una normale attività commerciale la vendita di paccottiglia inneggiante al regime, i suoi protagonisti principali, i suoi odiosi crimini.

I fatti di questo periodo dimostrano quanto il tema dell’antifascismo e della cultura del dialogo e del rispetto tra i popoli e le religioni diverse sia attuale. Lo è nel mondo, con l’imperversare del terrorismo e il dramma quotidiano dei migranti. Lo è nell’Europa, che vede la crescita di nuovi estremismi nazionalismi politici. Lo è nel nostro Paese, dove, nella tranquilla provincia marchigiana, un ragazzo nigeriano è morto di razzismo. È demagogia? Inutile polemica idealista? Io non credo, come direbbe un intellettuale di destra.

Credo che per sconfiggere questa deriva culturale si debba partire da piccoli doverosi passi, perché il male, nella sua banalità, come un attimo fa è stato ricordato, può nascondersi ovunque, soprattutto in ciò che consideriamo innocuo e a cui ci rivolgiamo con superficialità, come anche in quest’Aula è stato fatto, come, ad esempio, nella normalizzazione di ciò che è negazionismo.

Alla base della Legge Scelba, che punisce l’apologia del fascismo, ci sono ragioni storiche che rappresentano le nostre radici democratiche. Riteniamo sia giunto il tempo che quella legge venga integrata, riconoscendo come reati specifici quelli di produzione, distribuzione, diffusione e vendita di oggetti raffiguranti immagini o simbologie del disciolto partito fascista.

Allo stesso modo, è fondamentale che la propaganda del regime fascista e nazifascista venga punita da uno specifico articolo del codice penale. Non esistono, ad oggi, strumenti apprestati dal legislatore per la repressione di tali comportamenti. L’apologia del fascismo, infatti, per assumere un carattere di reato, deve consistere ‒ secondo la nota sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 1957 ‒ non in una semplice difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da poter condurre alla riorganizzazione del partito fascista.

Va fatta chiarezza per evitare il perpetuarsi di un fenomeno illecito troppo spesso derubricato a questioni di folklore e che, invece, è un oltraggio alla storia e alla dignità del nostro Paese. Ci si aspetterebbe una condivisione trasversale su queste tematiche politiche da parte di tutte le forze politiche, anche da quelle colpevolmente silenti in questa Assise. Su temi di questa rilevanza, non farlo vuol dire negare una storia condivisa, valori che sono incardinati nella nostra Costituzione, che viene brandita all’occorrenza e mai difesa nella sostanza, su princìpi che sono alla base del nostro Paese democratico e del convivere civile.

La civiltà è fatta anche di simboli. Con i simboli la si può costruire e la si può lentamente erodere e distruggere. Noi non solo intendiamo proteggerla, ma insieme vogliamo difendere la memoria e il sacrificio di chi è morto per la nostra storia e per la nostra libertà, oltre a perseverare in una credibilità nazionale, messa fortemente in crisi dalla nostra incapacità di punire questi comportamenti.

È importante che l’Assemblea approvi questa risoluzione. È importante che l’Emilia-Romagna, regione della Scuola di Pace di Monte Sole e della legge sulla Memoria del Novecento, si confermi in prima linea nella promozione di storia e cultura della nostra Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza. Motivo per cui, qualsiasi apologia di quel regime è per noi del tutto inaccettabile e ci auguriamo che lo sia anche per gli altri membri che non saranno colpevolmente silenti in questa Assemblea.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente, chiedo la parola in discussione generale, non in dichiarazione di voto.

Da cinquant’anni discutiamo di apologia del fascismo. Vi sono leggi a tal proposito. Penso alla Legge Scelba, che è stata citata, e alla Legge Mancino. Esistono già leggi speciali che identificano e puniscono l’apologia del fascismo.

L’introduzione, oggi, di un articolo nel codice penale non credo possa essere la soluzione al problema. Ad ogni modo, oggi non parliamo necessariamente di apologia del fascismo, perché la risoluzione si fonda esclusivamente sulla promozione e la vendita di gadget legati a Benito Mussolini o al fascismo. Andiamo a colpire due paesi. Predappio ‒ parliamo di tre negozi ‒ vive di commercializzazione di questi prodotti. Mussolini è nato a Predappio. Non so che cosa abbia fatto il sindaco Frassineti quando è stato detto che si voleva aprire un museo per il fascismo...

 

FOTI: Hanno trovato la soluzione: dividono la casa in due.

 

POMPIGNOLI: Dividono la casa in due. Esatto, consigliere Foti.

Evidentemente, la storia non la volete riconoscere. La storia la volete cancellare. È successo diversamente anche per altre risoluzioni che sono state affrontate in quest’Aula.

Chiaramente, l’imposizione dell’ideologia totalitaria deve essere condannata. È anche vero che la repressione violenta di qualsiasi forma di opposizione al partito unico, la negazione della libertà di espressione, l’uso di metodi intimidatori e violenti e il controllo di qualsiasi canale di informazione e propaganda della società civile, l’utilizzo di torture, omicidi e deportazioni di massa furono i pilastri del regime comunista. È come se oggi vi chiedessi di cancellare vie, nomi e piazze che facciano riferimento al Partito Comunista. Non ve l’ho chiesto. È la storia. Ciascuno di noi, poi, in propria coscienza vedrà e deciderà ‒ sulla base della storia che leggerà ‒ qual è la sua opinione.

Il consigliere Caliandro faceva riferimento all’episodio di Fermo. Io non credo che oggi si debba fare riferimento a quell’episodio, perché è ancora in discussione la dinamica. Non si sa se sia un omicidio a scopo razziale. Non si sa nulla. Oggi, invece, si insiste nel prendere ad esempio questo episodio.

Se, a questo punto, volete cancellare la storia vietando la vendita di accendini, di bottiglie raffiguranti il periodo fascista, io non vedo come si possa, sulla base di questo divieto, cancellare vent’anni che hanno fatto parte del Novecento; vent’anni di storia che, nel bene e nel male, hanno contribuito, nel Novecento, a dare un orientamento, orientamento che ciascuno di noi, attraverso quello che la storia ci ha insegnato, dovrà decidere se è stato un bene o se è stato un male. Non credo che commercializzare e vietare questa commercializzazione possa essere la soluzione a un problema di regimi totalitari, nel senso complessivo del termine: non solo fascisti, non solo nazisti, ma anche comunisti.

Lascio perdere le varie proposte che sono state affidate alla Camera dei deputati e che ha già ben indicato il consigliere Foti. Abbiamo già delle norme che specificano e regolamentano l’apologia del fascismo, per cui introdurre un articolo al Codice penale non ha assolutamente senso, come vietare la commercializzazione di prodotti raffiguranti immagini del regime fascista non ha assolutamente senso, perché comunque di fatto si tende esclusivamente a cancellare un periodo storico che, volente o nolente, c’è stato.

La risoluzione che viene presentata dal Partito Democratico, quindi, fondamentalmente non trova il nostro appoggio, innanzitutto perché dal punto di vista giuridico sono già vigenti leggi speciali che regolano il tipo di reato costituito dall’apologia del fascismo, ragion per cui introdurlo nel Codice penale non avrebbe giuridicamente senso. Inoltre, presso i due rami del Parlamento giacciono proposte ormai da cinquant’anni, in attesa che vengano discusse. Anche della stessa incostituzionalità della cosiddetta legge Scelba si parla ormai da anni e sono state emesse sentenze al riguardo, che però non vanno a incidere esattamente sul regime di incostituzionalità. Si discute da anni, ma evidentemente non c’è la diretta volontà di cancellare quel periodo di storia. Del resto, neanche nelle parole della proponente della risoluzione ho avvertito la volontà di intervenire in tal senso, ma si è limitata esclusivamente a leggere la risoluzione presentata.

Sinceramente non trovo corretto il tentativo, a mio avviso maldestro, di cancellare esercizi commerciali in determinati luoghi dell’Emilia-Romagna, tra i quali cito Predappio e Rimini, che vivono e campano di questo. Si tratterebbe, in effetti, esclusivamente di penalizzare questi esercizi commerciali allo scopo di cancellare o, evidentemente, di voler cancellare questo periodo storico, che comunque c’è stato.

Alla luce di queste considerazioni, ritengo che questa risoluzione debba essere respinta. Anzi, chiedo alla proponente di ritirare questa risoluzione, perché effettivamente è priva di senso, perché se colpire quattro esercizi commerciali per voi significhi cancellare vent’anni di storia credo sia un tentativo che non riuscirà, anche in questa Assise. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. In realtà avevo deciso di non intervenire, ma poi ha preso la parola il consigliere Pompignoli e per me è diventato impossibile tacere.

Il consigliere Pompignoli forse non ha capito bene quello che lui stesso ha detto, perché ha fatto affermazioni che, secondo me, non sono accettabili in quest’Aula. Siccome siamo in un’Assemblea legislativa e non siamo in un bar, dire che il fascismo ha dato un orientamento, poi si giudicherà se positivo o negativo, è una considerazione che va un po’ oltre alle dichiarazioni che qui si possono accettare.

Credo che fra di noi alcuni aspetti li dobbiamo chiarire e li dobbiamo mettere in un terreno comune, cosa che in questo Paese non si è fatto e non si è fatto per troppo tempo. Però, per quella che è stata la storia del nostro Paese, queste espressioni e la leggerezza con cui vengono formulate sono davvero inaccettabili.

Badate, qui nessuno vuole cancellare un periodo della storia, ci mancherebbe altro. Anzi, forse quel periodo, come anche altri, dovremmo studiarlo meglio per evitare di dire delle sciocchezze. Lo ripeto, nessuno vuole cancellare quel periodo, però forse dobbiamo chiederci se è normale, come lei ha detto poco fa, che esistono attività che campano, come ha detto lei, vendendo oggetti, gadget e altro che fanno riferimento al regime fascista, il cui significato in questo Paese ben conosciamo.

Io non volevo intervenire – e lo dico per davvero – perché penso che di questo argomento non ci sarebbe stato neanche bisogno di discutere. Si poteva tranquillamente passare al voto e procedere al punto successivo, tanto immaginavo che l’oggetto fosse condivisibile. Così purtroppo non è stato. E, allora, ho deciso di intervenire, proprio perché le affermazioni che ho sentito qui formulare mi hanno sorpreso, da un lato, e lasciato un po’ sbigottito, dall’altro.

Certo, sono cinquant’anni che discutiamo di alcune tematiche e non sono i gadget che determinano il cambiamento, non è la vendita di un oggetto che cambia il corso della storia, però, consigliere Pompignoli, d’emblée fare finta che tutto quello che è stato possa essere cancellato, come lei forse vorrebbe, come se nulla fosse successo, questo non è possibile. E lo dice chi non ha problemi a condannare tutti i totalitarismi che ci sono stati in Europa, tutti, e che a suo tempo non ha avuto nessun problema a votare risoluzioni, ordini del giorno o a istituire nel piccolo Comune che ha amministrato una piazza intitolata ai Martiri delle Foibe. Nessun problema. Questo perché non bisogna avere paura della storia, mai. Anzi, bisogna conoscerla e conoscerla nella sua completezza, anche perché la storia è storia, quindi non si può avere paura della storia. Bisogna aprire i libri, studiarla tutta, denunciare tutto quello che va denunciato, a partire dai crimini che sono stati perpetrati in tutte le parti d’Europa da tutti i regimi totalitari. Ma non è che, siccome in alcune parti c’è stato un regime che ha commesso alcuni crimini, allora non si possono citare quelli che hanno commesso altri. No, non funziona così. Bisogna denunciarli tutti.

Vi ricordo che noi viviamo in una terra che sa bene che cosa ha voluto dire l’occupazione nazista e fascista, per cui penso che sia giusto e doveroso, nei confronti di tutto quello che è stato il nostro percorso e la nostra storia, a maggior ragione in questa regione, cercare di fare tutto il possibile per evitare che venga data enfasi all’apologia del fascismo, anche attraverso la vendita di gadget, che peraltro vengono recepiti come se fosse normale. Non è normale. Io vorrei che partissimo dal presupposto che non è normale vendere oggetti recanti l’effigie del Duce o inneggianti al fascismo. Non è normale. Il fatto che accada non significa che sia normale. Non è normale. Come non sono normali, o perlomeno non dovrebbero esserlo in un Paese civile, tanti atteggiamenti che vengono assunti purtroppo da tante persone allo stadio o nei luoghi di ritrovo. Non sono normali, e vanno denunciati con forza.

Non vorrei che, a forza di abituarci a vedere certe immagini, a vedere certe scene, a vedere come vengono trattate alcune persone in questo Paese, cominciassimo a pensare: “Va beh”. Non esiste nessun “va beh”. Non è normale. Sono atteggiamenti che vanno denunciati. E la leggerezza con la quale lei ha pronunciato certe parole onestamente mi ha sorpreso, per non dire altro.

In conclusione, rinnovo il mio invito a compiere lo sforzo di aprire i libri di storia e di studiarli con la massima attenzione. Non è mai troppo tardi né per imparare né per riconoscere gli errori. Soprattutto non è mai troppo tardi per riconoscere che, solo se mettiamo una pietra sopra a quello che è successo, nel senso che ci diciamo tutto quello che è stato e ripartiamo, forse possiamo ricostruire un Paese unito, in un’Europa unita, in un mondo un pochino diverso. Se, invece, continuiamo a discutere come abbiamo fatto oggi, cercando chi da una parte e chi dall’altra di tirare un pezzettino di storia a proprio favore, difficilmente riusciamo a dare un valido contributo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Intanto noto, come un segno dei tempi, che l’intervento del consigliere di sinistra Taruffi è l’unico che è avvenuto in camicia nera in quest’Aula. Quindi, non so se sarebbe il caso magari di cambiarla anche nelle prossime occasioni o nelle prossime tornate. Potremmo presentare un ordine del giorno o un progetto di legge…

 

(interruzione del consigliere Boschini)

 

… per invitare a indossare in Aula un abbigliamento più adeguato, con tutta una serie di provvedimenti di defascistizzazione.

Ho visto tanti avvenimenti in quest’Aula negli anni che ho avuto la fortuna, forse più che il merito, di ritrovarmici, ma credo che un momento così basso non l’abbiamo mai raggiunto. Insomma, di fronte a una situazione di crisi economica terribile per l’Italia e l’Emilia-Romagna ci stiamo occupando dei gadget con effigiata l’immagine di Benito Mussolini o di qualche gerarca (non ne ho idea). Vogliamo arrivare all’introduzione di una normativa penale che, come diceva prima il consigliere Foti, è addirittura inferiore sotto il profilo della pena rispetto a quella che già l’ordinamento attuale prevede? In questo momento di follia, come diceva il consigliere Taruffi, è una pazzia sentire queste cose in Aula. Ma, allora, dovremmo spogliarci magari da questa parte della camicia io di Forza Italia e mettermi soltanto quella di “forza”! Credo davvero che siamo giunti a un punto davvero basso del dibattito politico. Si dovrebbe cominciare a cancellare i nomi di tante strade e di tante piazze, se passasse questo provvedimento anche a livello nazionale. Si dovrebbe disconoscere ciò che è avvenuto in quegli anni.

Ho sentito anche più di un invito a studiare la storia. Ecco, io credo che sia proprio questo un aspetto molto importante: non vorrei che qualcuno confondesse la “storia siamo noi” con quest’Aula. La storia non siamo noi. Il giudizio lo dobbiamo lasciare alla storia, magari con i suoi limiti e con i suoi difetti, però anche con quello che essa stessa ci ha trasmesso, con i giudizi che ognuno di noi può trarre di episodi che si sono verificati in quel ventennio, che sono certamente anche negativi. Non possiamo certo dire che ci fosse il sole a mezzanotte, ma non possiamo nemmeno raccontare che vi fosse il buio a mezzogiorno, perché tante cose sono state fatte. Non dico nulla di scandaloso in quest’Aula se parlo, ad esempio, di riduzione dell’orario di lavoro. Le pensioni chi le ha portate in questo Paese? L’INAIL? Le bonifiche? Vogliamo continuare?

 

(interruzioni)

 

Il Governo Giolitti come è finito? Studiatevi la storia…

 

(interruzioni)

 

Presidente, per cortesia.

 

PRESIDENTE (Soncini): Il consigliere Aimi ha la parola, scusate. Chiedo all’Aula di fare silenzio.

 

AIMI: Grazie, presidente. Quest’Aula ha avuto, qualche minuto fa, un’occasione straordinaria per esprimere la propria solidarietà e ricordare un episodio che è avvenuto pochi giorni or sono nella nostra civilissima Modena, in cui è stata divelta la targa di una strada dedicata a Sergio Ramelli, che era allora un militante del Fronte della Gioventù. La targa è stata strappata, i fiori che erano stati deposti sono stati messi in un cassonetto alla rovescia, l’immagine di Sergio Ramelli impiccata a testa in giù, evocativa anche questa, addirittura è stato affisso un cartello dall’altra parte della strada con la scritta “Sergio Ramelli assente” ed è stata appoggiata una chiave inglese. Ricordo, infatti, che Ramelli venne ucciso a sprangate con delle chiavi inglesi. Quindi, gli episodi di violenza che devono essere stigmatizzati sono tanti, e anche la storia ne ha riportati. Non possiamo certo dimenticare quello che è accaduto laddove hanno governato i regimi comunisti, anche quelli totalitari, forse di un totalitarismo storicamente e anche come numero di vittime molto peggiore e molto più feroce di quanto non sia stato il fascismo in Italia, senza voler dar nessuna giustificazione al fascismo in Italia. Si parla di oltre cento milioni di morti. Che cosa facciamo, evitiamo i gadget, le copertine dei libri, cancelliamo i nomi di strade dedicate a uno piuttosto che a un altro? C’erano partiti che dedicavano le proprie sedi a Ho Chi Min e Pol Pot, e potrei continuare. Il libretto rosso di Mao negli anni Settanta: chi è che li ha dimenticati? Trenta milioni di esecuzioni capitali commesse nella Cina comunista. So che viene da soffiare a qualcuno, perché si fa fatica a sopportare un bilancio tragico di vite, ma non c’è differenza tra i milioni di morti causati da una parte e quelli causati dall’altra. È una vergogna in assoluto e per tutto, una cosa che dovrebbe far rabbrividire quest’Aula, invece di soffiare.

Allora, se vogliamo ricordarli, ricordiamoli tutti. Predisponiamo un progetto di legge che vieti l’utilizzo di simboli vergognosi come quelli del nazionalsocialismo, ma anche come quelli del social-marxismo. Facciamolo, se abbiamo il coraggio. Evitiamo di guardare la storia in un’unica direzione. Peraltro, aggiungo che francamente, se vogliamo compiere un atto di verità in quest’Aula, diventiamo ridicoli se pensiamo di poter sconfiggere un’idea, quello che fecero in tanti combattendo il fascismo – ci furono battaglie importanti di liberazione –, con questa forma iconoclasta togliendo le medagliette da qualche negozio. Questa operazione mi ricorda, molto in piccolo, quella che compiono certi combattenti di un fanatismo ideologico, rivoluzionario o religioso quando arrivano in certi Paesi. Non voglio assolutamente fare nessun paragone, ma quando si tratta di iconoclastia, a proporzioni diverse, mi viene in mente Palmira e quello che è accaduto, con la distruzione di tutti i monumenti.

Diamo un senso e una proporzione alle cose. Io credo che sia folle arrivare al punto di dover cancellare la memoria, ma credo che sia non tanto opportuno arrivare alla chiusura di qualche negozio e impedire magari che su un accendino o su una medaglietta ci sia un’immagine. Se questa democrazia, se la nostra libertà ha il timore e il terrore di queste cose, signori miei, siamo messi veramente male. D’altronde, fino a questo momento sono fenomeni che sono rimasti circoscritti, ma se arriviamo alla proibizione – è questo il punto vero del dibattito politico – diamo una sorta di aurea positiva a quella ideologia. Ci rendiamo conto che, nel momento in cui noi andiamo a proibire una cosa, diventa immediatamente appetibile anche sotto il profilo ideologico? Ma, allora, noi non abbiamo reso un grande servizio…

 

MARCHETTI Francesca: Lo terremo presente per la legalizzazione delle droghe leggere.

 

AIMI: Io sono contrario alla legalizzazione delle droghe leggere, ma non so che cosa c’entri. Perché non presenta, consigliera, una mozione o una risoluzione per proibire l’utilizzo di magliette con il simbolo della marijuana? Non ci siamo spinti a tanto. Stiamo parlando di cose, comunque, diverse. Non so che cosa c’entri questo.

Ad ogni modo, se vogliamo cancellare una mentalità totalitaria e di idee totalitarie, dobbiamo guardare alla storia nel suo complesso e sviluppare un ragionamento a trecentosessanta gradi, e non limitarci, lo ripeto, alle medagliette con quelle effigie. Uno storico certamente non di parte, Renzo De Felice, socialista, lo storico che ha scritto la biografia più importante di quegli anni, a quel periodo ha dato un giudizio certamente negativo, ma per certi aspetti positivo. Ebbene, io credo che noi dobbiamo arrivare a una sintesi di intelligenza. Io credo che ogni fenomeno totalitario lo si combatta con le idee e non con questa pseudo-repressione delle immaginette. Lo si combatte con gli approfondimenti culturali, lo si combatte con lo studio approfondito della storia e dei fenomeni veri. Anche perché se si raccontano le fanfaluche e le bugie si rischia di rendere un disservizio alla libertà e alla democrazia, valori nei quali tutti ci riconosciamo in quest’Aula.

Allora, se vogliamo fare qualche cosa di positivo, valutiamo questi problemi, che non credo siano all’ordine del giorno, compiamo una valutazione a trecentosessanta gradi e vediamo magari di arrivare a condannare…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

 

AIMI: …altri tipi di apologia, come quelli che si sono verificati – questa sì che è un’apologia di reato gravissima – nella democraticissima Modena pochi giorni fa, dove la targa di Sergio Ramelli è stata divelta, strappata, la sua fotografia è stata impiccata a testa in giù e sono state deposte delle chiavi inglesi a evocare ricordi veramente terribili, credo terribili per tutti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Intervengo innanzitutto per dire: peccato! Lo dicevo prima al collega Torri: mi stavo quasi convincendo a votare a favore della proposta del collega Aimi. Perché dopo quarant’anni dalla morte di Ramelli, in una situazione irripetibile, che io da giovane ho vissuto, caratterizzata da una violenza quotidiana, rievocare in qualsiasi modo, tanto più in un modo elogiativo o riflessivo, sia veramente fuori luogo e inammissibile.

Sono morte molte persone in quella situazione, e ricordo il grande principio che animava anche gli antichi greci: oltre il rogo non duri ira nemica. E questa mi sembrava un’acquisizione civile da ripetere in quest’aula. Tuttavia, la piccola problematica, almeno apparentemente, legata ai fascisti mi fa pensare che le cose non stiano esattamente in questa maniera e che forse la critica mossa, giustamente, a certi atteggiamenti di rivendicazione di fatti così luttuosi nasconda un’apologia in qualche modo proprio della prassi e della teoria fascista.

Badate, l’elemento che trovo sia veramente grave in quel commercio non è il commercio in sé, ma la banalizzazione, la banalizzazione del male. Ad esempio, quando si acquista il modellino di un manganello e, quindi, si fa un’apologia dello squadrismo, e la si fa in questo modo, si fa una propaganda estremamente pericolosa, rivolta a giovani e presentata in modo innocuo e scherzoso, per cui alla fine questa propaganda è poi la propaganda degli altri contenuti, dei contenuti effettivamente per noi inammissibili, da noi condannati da sempre, che vedo purtroppo che non sono condannati allo stesso modo da noi tutti.

È pur vero che abbiamo avuto degli scontri di dittature, certo, ma consentitemi di porre a ognuno di voi un quesito. Immaginatevi a Stalingrado, nella terra di nessuno, tra le truppe naziste e quelle dell’Armata Rossa, potete scegliere se andare di qua o di là, e sono due dittature: voi da che parte andate?

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto la parola il presidente Bonaccini, prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Chiedo scusa, perché so che passo avanti a due o tre interventi, ma devo andare a una conferenza stampa a Ravenna e vorrei esprimere alcune rapide considerazioni di carattere generale.

Posto che chi parla intitolò, da presidente della Commissione Toponomastica, proposta che venne approvata all’unanimità, tra l’altro, dall’Istituzione modenese alcuni anni fa, due vie parallele a Brasili e Ramelli, due ragazzi che furono uccisi, peraltro, non durante manifestazioni o addirittura l’espressione della loro legittima appartenenza politico-ideologica, ma mentre facevano tutt’altro. Quindi, già pochi giorni fa ho espresso riprovazione per quello che è accaduto, perché quella intitolazione, che avvenne a metà degli anni 2000 (mi pare) a Modena, aveva lo scopo di promuovere l’idea che mai più nessuno possa essere ucciso per odio politico. Quindi, tutto ciò che va nella direzione di “umiliare” la memoria e il ricordo, per quello che mi riguarda, deve essere assolutamente condannato. Così come tutto ciò che ha avuto espressione con la memoria e il ricordo di fatti delittuosi o drammatici, a partire dalla questione che riguarda le Foibe e gli infoibati, rispetto alle quali per quanto mi riguarda, anche a nome delle Istituzioni che ho rappresentato, ho sempre espresso presenza, sentimento di vicinanza e riconoscimento di quello che fu per anni, peraltro, cancellato o non ricordato.

Senza adesso entrare nel merito della vicenda, che ognuno legittimamente può porre come crede, ritengo ci sia un tema. Io credo che si debba riconoscere la tragedia e la follia nazifascista, ricordare cos’è stato il fascismo in questo Paese, cosa sono stati i fascismi e, limitandomi al tema dell’Italia e dell’Emilia-Romagna, come è nata la Costituzione. Pur sempre ribadendo che si deve rispetto e pietà a tutti i caduti, da qualsiasi parte essi abbiano combattuto, non possiamo equiparare chi lottò e persino morì per garantire il mantenimento di un regime che tolse il diritto di parola, di libertà di pensiero, di opinione con chi si batté e magari morì o mise a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari per ridare a tutti noi, ad esempio, la possibilità di svolgere democraticamente un dibattito in un’Istituzione repubblicana come questa.

Mi dispiace che sia perso questo concetto. Mi sarebbe piaciuto sentire parole molto nette e definitive nella terra di Marzabotto, di Campo Fossoli, di Montefiorino, e potrei proseguire perché vado a ricordarne continuamente. Magari da chi viene da una militanza nel Movimento Sociale posso non dico comprenderlo su questa parte, ma sinceramente, consigliere Pompignoli, non me l’aspettavo da lei che non esprimesse al riguardo un giudizio definitivo. Mi sarei aspettato anche un giudizio più marcato e netto dai consiglieri Aimi e Foti, ma, lo ripeto, non da lei, consigliere Pompignoli.

Volevo dire solo questo, perché credo che ci si possa ritrovare tutti quanti su valori e sentimenti che ci accomunano, o dovrebbero accomunarci, per quella che è stata una condanna di un periodo storico, che mi auguro non rivivremo mai più, che in questo Paese ha fatto tali, tanti e troppi lutti che credo tutti quanti dovremmo ritrovarci uniti attorno, invece, all’esaltazione delle Istituzioni repubblicane. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Bonaccini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Avevo intenzione di intervenire un po’ prima per cercare di stare un po’ su quello che era l’argomento oggi in voto. Come immaginavo, abbiamo preso la strada dei ricordi, del rievocare eventi vari, in giro, nella storia dell’umanità, che lasciano un po’ il tempo che trovano. Oggi siamo nel 2017…

 

(interruzioni)

 

Scusate, sono io che sono avanti nel tempo. Sono talmente avanti che son già alla prossima! Forse perché sono le 17? Può darsi.

Siamo nel 2016, giustamente, e non si può pensare che oggi il tema sia andare a mettere, come capisco dalle parole del presidente Bonaccini, un puntino definitivo su quella che è la storia della parentesi fascista di questo Paese, dopo anni passati a vedere ordini del giorno dei Consigli comunali (non lo dico io, perché io sono nato molto tardivamente rispetto al dibattito più acceso su questi temi), e da parte di chi ha vissuto quegli anni, ogni anno, ad ogni amministrazione che si succedeva nei Consigli comunali, gli ordini del giorno, le risoluzioni, la Regione, i ricordi. Insomma, dopo aver passato tutto questo tempo, decenni, a stabilire e definire quella che è la posizione dell’Istituzione rispetto a quel periodo, credo che oggi sia totalmente ridondante e anacronistico dover ribattere su questa questione.

Se il tema invece è che vogliamo dire la nostra, vogliamo dire che i totalitarismi che si sono succeduti nella nostra storia hanno causato problemi, hanno tolto la libertà alle persone di poterci esprimere e li hanno piegati al loro…

 

(interruzione del consigliere Iotti)

 

Qual è il problema? Non l’ho capito?

 

IOTTI: Hanno ammazzato della gente…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Iotti, non è un dibattito a due: per favore.

 

BARGI: Evidentemente non riusciamo a finire questo discorso che è molto importante, probabilmente a questo punto non so nemmeno se riusciamo a votarlo.

Insomma, il discorso è questo: se il tema è quello di prendere i totalitarismi, metterli da parte e dire di smettere di fare richiami a questi, credo – come è stato detto anche da diversi intervenuti, compreso il consigliere Taruffi, la storia deve essere presa per quella che è – che siano capitoli chiusi. Se oggi il problema è il fascismo, chiedo a qualcuno di indicarmi allora dov’è la sede del partito fascista, così magari andiamo a vedere che cosa stanno facendo. Bisogna cercare di capire, a meno che qualcuno non voglia sottintendere che oggi c’è chi cerca di rievocare quel periodo. Soprattutto se guardate me, vi assicuro che del nazionalismo italiota è l’ultima cosa di cui un leghista ha bisogno. Insomma, non siamo di certo noi qui a rievocare un determinato periodo di quel tipo.

Quello che però ci preme cercare di capire è cosa andiamo a votare. Andiamo a votare l’impedimento della circolazione di determinati gadget: prima sentivo addirittura citare i manganelli. Non ricordo, almeno da quando ho vita io, episodi in cui ci sono squadristi che per qualche motivo intervengano, manganelli alla mano, gridando “viva il duce”: non me li ricordo. So cosa è successo l’altro giorno a Bosco Albergati, dove si tengono i mondiali antirazzisti: un ragazzo, tacciato di essere fascista perché iscritto a Lotta studentesca, è stato preso a cinghiate da non ben identificati ragazzi che partecipavano a questa iniziativa, probabilmente perché ideologicamente opposti a lui.

Io credo quindi che alimentare questo tipo di dibattiti non faccia altro che rievocare e tenere viva questa divisione, che per forza di cose sul nostro territorio esiste. C’è chi proviene da una cultura di un certo tipo e chi da un altro. Però, cercando oggi di farla rivivere in continuazione, anche nelle generazioni nuove, non si fa altro che rischiare di far verificare questi eventi. Questo è successo oggi.

Vi faccio un altro esempio: qui nella risoluzione, tra l’altro, si dice che si vuole impedire la vendita di gadget perché offendiamo il turista che viene e vede certi simboli che per lui possono essere oltraggiosi. Sempre nella civilissima Modena, quando ero all’inizio dell’esperienza, da giovane padano, a fare i banchetti in piazza (avevo diciassette anni, ancora i capelli lunghi e la coda, sembravo il collega Fabbri un po’ più magro), in quel contesto ricordo una signora dell’est, se ricordo bene di origine polacca, che si avvicina al banchetto dicendo “ma in questo Paese siete pazzi?” Pensavo ce l’avesse con noi per qualche proposta magari contro l’immigrazione, ma in realtà, indicando più avanti i portici di Modena, mi chiede “com’è possibile che ci siano persone che sventolano quelle bandiere?” Non so spiegare né che partito fosse né che firme stessero raccogliendo, però stavano sventolando la bandiera dell’URSS al banchetto.

Ora, in Italia si è fatto largo uso di simboli richiamanti un determinato totalitarismo, in questa regione se ne è fatto quasi un culto. Però vedere una bandiera di quello che era proprio il sistema totalitarista dell’Unione sovietica a un banchetto in piazza, alla presenza di una persona, tra l’altro, di uno Stato che ne ha sofferto, chiaramente ha causato lo stesso effetto che i simboli fascisti hanno causato nei turisti citati in questa risoluzione.

È qui che vorrei capire dov’è l’inghippo. Se il problema sono i simboli totalitaristi, credo che la risoluzione dovrebbe recitarli tutti, a prescindere dal regime a cui si fa riferimento, e non da ultimo quello forse più attuale e pericoloso, in tema di morti, visto che prima ho utilizzato una frase che non andava bene (però quando sparano le loro “filosoficate” va sempre bene): quello dell’Isis, in questo periodo. Faccio solo l’ultimo esempio: nella finale degli Europei, c’è stata un’invasione di campo, c’è stato un attimo di silenzio totale perché il terrore che potesse esserci un qualche tipo di attentatore ha zittito tutti i commentatori. C’è la paura, il timore di organizzare un evento di massa perché possa succedere qualcosa. Un problema odierno, che noi a volte facciamo fatica ad affrontare, ma poi vedo l’enfasi che mettiamo su queste questioni del passato.

Se quindi il problema sono i simboli totalitaristi, dobbiamo fare un piccolo esame di coscienza: sì, prima veniva citata via Stalingrado. Se non ricordo male, visto che dagli anni Sessanta quella città si chiama Volgograd, forse va aggiornata anche la nomenclatura stradale, forse quella via Stalin, rimasta in circolazione anche nei ricordi di qualche piccolo paese, anche in Sicilia, forse andrebbe rimossa. Lo stesso Partito Comunista internazionale del resto ha proceduto alla destanilizzazione del gran Che, personaggio che era un eroe. Insomma, riaprire questa discussione sui due fronti, mi fa scappar da ridere, però se affrontiamo il tema, lo affrontiamo per quello che è. Totalitarismi no, impediamo la libera circolazione di questi gadget: per me, ripeto, non è così che si ferma il totalitarismo, non è così che si stronca il problema. Abbiamo partiti che avevano la falce e il martello nel simbolo fino all’altro giorno (ancora fino ad oggi, in certe realtà). Non sono di certo questi simboli, venduti in una spilla, in una maglietta, in un accendino che portano a un’apologia.

Il fascismo in questo Paese è chiaramente già preso in considerazione per quello che è stato, ha le sue norme che impediscono la ricostituzione di quel tipo di partito, però quello che andiamo a votare oggi non vale praticamente nulla. Non è con questo che lo andiamo a fermare, e soprattutto non è volendo riconoscere per l’ennesima volta, volendo prendere anche una volta posizione dicendo che quella parte di storia è stata cattiva e chi si rifà a quella parte di storia è cattivo, che noi andiamo a porre fine alla questione. Io dico cattivo perché fascista non so; mi viene da dire allora che se uno ha una maglia con sopra Annibale è cattivo perché è arrivato alle porte di Roma e ci stava per far fuori! Oppure, se uno arriva con un tappeto turco, sarà contro il Sacro Romano Impero, quindi dobbiamo in qualche modo difenderci. Insomma, parliamoci chiaro: è abbastanza ridicolo. Se vogliamo riconoscere il problema dei totalitarismi non c’è nessun problema: siamo dentro un’Istituzione democratica, penso che nessuno abbia problemi a riconoscerli. Ma se il giochino è sempre il solito: il fascismo è brutto e cattivo e chi ci va dietro è ancora peggio, finiamo con quello che è successo a Bosco Albergati l’altro giorno, e continuiamo ancora a vivere in questo contesto dove chi è da una parte picchia chi è dall’altra, ma personalmente io credo che il vero passo in avanti lo si faccia voltando pagina.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Campedelli. Ne ha facoltà.

 

CAMPEDELLI: Grazie, presidente. Anch’io, come altri colleghi, ero intenzionato a non intervenire perché ritenevo bastasse la presentazione della Risoluzione da parte della consigliera Rossi Nadia. Gli interventi invece che si sono susseguiti mi hanno spinto a dire la mia sulla questione in essere. Si è parlato di profilo basso della discussione, effettivamente devo dire che ho sentito valutazioni veramente di basso profilo nell’arco del dibattito.

Credo che se si affrontano questi argomenti partendo dalle tifoserie, o dalla banalizzazione delle questioni, non se ne viene fuori. Io allora dico la mia: siamo all’interno di una Istituzione, un’Assemblea legislativa. L’Assemblea legislativa da sempre ha promosso principi e valori in linea con il dettato costituzionale in opposizione ai totalitarismi, ai regimi dittatoriali, contro il razzismo, contro la violenza, da qualsiasi parte provenga. E qui penso agli incontri che abbiamo fatto con i ragazzi delle scuole, in cui si sono affrontati questi temi e credo che si debba partire da lì. Il tema in discussione non è quello relativo al colore di una camicia che indossa una persona, ma credo sia proprio quello del messaggio che diamo noi componenti dell’Assemblea. Infatti, se una bottiglia con l’effigie di Mussolini nell’etichetta viene considerata uguale, banalizzando, a una bottiglia che ha un grappolo d’uva, vuol dire che non abbiamo ben presente qual è stata la nostra storia recente. Qui non si sta parlando di cancellare la storia del nostro Paese, non si sta dicendo che si mette al bando il collezionismo storico, la raccolta documentale di atti di quel periodo, o lo studio della storia: assolutamente no. Qui si sta dicendo di dare un segnale rispetto a quello che vediamo. La questione non è quella di tre negozi che lucrano su un periodo storico molto triste per il nostro Paese, ma si sta parlando di quale messaggio diamo noi. Io credo che sia importante prendere posizione semplicemente per dare un senso alla nostra storia, alla storia della nostra comunità nazionale, così come abbiamo preso posizione di fronte a tante altre questioni.

Io ricordo quando abbiamo parlato della legge sulla memoria e dei suoi contenuti. Quando si è parlato dell’esodo giuliano-dalmata, lo stesso consigliere Aimi è rimasto molto colpito del fatto che il Comune di Carpi avesse promosso una ricerca sul Villaggio San Marco e continuasse a lavorare sulla storia del Villaggio San Marco, perché io credo che la storia non debba essere di parte. La storia la si studia, la storia non si inventa è scientifica. Quindi è chiaro che se siamo qui, come diceva prima il Presidente Bonaccini, in un Assemblea in cui possiamo dire quello che pensiamo, non siamo in dittatura, lo dobbiamo a chi è venuto prima di noi. Dopodiché, c’è chi ha difeso i valori democratici e chi ha combattuto per difendere la dittatura, questo lo dobbiamo riconoscere. È vero che i morti vanno pianti tutti, ma c’è chi era da una parte e ha portato la democrazia in questo Paese e chi invece voleva difendere la dittatura.

Detto questo, però, io credo che se partiamo tutti quanti dall’assunto che è importante la democrazia, che sono importanti i valori della libertà, bisogna che studiamo davvero la storia, cercando anche di capire perché, in questa Regione, all’epoca del Ventennio, ci fu una forte adesione a quel regime. Ma questo lo fai non vendendo le bottiglie con l’effigie del duce, lo fai studiando gli atti, la documentazione degli archivi, per capire quali erano le questioni sociali presenti nel ventennio in questo territorio e quali potevano essere le motivazioni, studiare per evitare di incorrere ancora in quegli errori.

La nostra è una democrazia forte, con una delle Costituzioni più avanzate del mondo in particolare nei suoi primi articoli fondamentali grazie al contributo di tutte le forze democratiche. O riconosciamo questo, o continueremo a fare i tifosi, e noi, che rappresentiamo un pezzo importante delle Istituzioni, su queste questioni che sono questioni di principio, non abbiamo bisogno di fare i tifosi, o di prendere con sufficienza situazioni o manifestazioni.

Gli atti di intolleranza sono da combattere tutti, dall’abbattimento dell’intitolazione di una strada che ricorda un determinato momento o una persona, a chi va a imbrattare murales relativi alla lotta che questo Paese sta conducendo contro le mafie. Credo che le Istituzioni debbano essere sempre in prima fila. Banalizzare ciò che è evidenziato nella risoluzione vuol dire anzitutto non conoscere la nostra storia è come dire che la nostra storia è una cosa superflua nemmeno da studiare. Se vogliamo invece rendere più forti le Istituzioni la nostra storia va studiata, e costantemente dobbiamo lavorare perché le giovani generazioni conoscano la nostra storia nazionale, così come la storia del mondo.

Io allora penso che non sia inutile la discussione che stiamo facendo oggi, ma che sia importantissima. Ed in chiusura ripeto che spererei che si superasse questo tema della banalizzazione e soprattutto questo tema delle tifoserie. Prima il Presidente della Regione citava alcuni luoghi simbolo del nostro territorio, partendo appunto dal campo di Fossoli, da Monchio, Susano e Costrignano, Montefiorino, Marzabotto e tante altre situazioni che ben conosciamo: noi dovremmo partire da lì. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

Ha chiesto di parlare la consigliera Ravaioli. Ne ha facoltà.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Davvero telegrafica solo per ribadire una banalità che però credo non sia superflua alla luce di alcune riflessioni che sono emerse durante il dibattito. La conoscenza della storia non passa certamente per una maglietta con su scritto “me ne frego” o per un accendino con l’immagine del duce, anzi. Credo che da questo punto di vista una lezione importante arrivi proprio da Predappio, che come sapete è terra di pellegrinaggi, di nostalgici in ricordo della marcia su Roma, piuttosto che in occasione della nascita o della morte di Benito Mussolini. Sono momenti in cui tra l’altro si movimenta fortemente l’economia dei negozi di souvenir e di gadget fascisti.

Proprio questo territorio sta portando avanti una sfida importante per reagire a questa deriva, ed è una sfida che non accetta di banalizzare fenomeni gravi, con l’etichetta di folklore, ma che sta cercando una via differente, un approccio differente per fare i conti. Si deve infatti fare i conti con un momento grave, tragico della nostra storia come quello del Ventennio fascista. L’approccio è quello della conoscenza, è quello del metodo scientifico, l’approccio è quello storiografico. Per questo la proposta che sta arrivando da Predappio, su cui si sta lavorando, è quella di dare vita ad un centro internazionale di studi non solo sul Ventennio fascista, ma in senso più generale sui totalitarismi, proprio perché attraverso la conoscenza, attraverso la contestualizzazione storica, attraverso lo studio dei documenti, attraverso la verità dei fatti, si arrivi ad alimentare la conoscenza che rappresenta la via di elezione per poter poi fare propri quegli ideali di libertà e di democrazia che sono sanciti dalla nostra Costituzione, che sono alla base dell’Europa così come l’hanno disegnata i padri fondatori. È quindi uno sforzo importante, uno sforzo che io credo debba essere valorizzato nella sua portata. Evitiamo davvero banalizzazioni su temi delicati, perché davvero occorre evitare certamente da un lato la censura preventiva su alcuni argomenti importanti della nostra storia, che purtroppo sono ancora sostenuti da tanti, e secondo me è una via assolutamente sbagliata, ma la conoscenza deve essere fatta nei modi giusti, quelli, appunto, della storiografia, della scienza e delle tante voci del mondo scientifico che speriamo proprio a Predappio possano trovare una sede importante, una sede in cui la storia si studia e in cui per questo si alimenta il terreno della democrazia e della consapevolezza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Ravaioli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Chi mi conosce o ha avuto modo di conoscermi e di conoscere il mio approccio, sa che il mio approccio è veramente poco ideologico, sono molto tecnico. Per avere questo approccio, ho semplicemente letto e interpretato quello che dice la risoluzione.

Io credo che quest’Aula dovrebbe parlare di leggi basate sull’ideologia, non parlare di ideologia basandosi su leggi. Credo che dovremmo farle le leggi, ma credo che leggendo bene questa disposizione e soprattutto ascoltando le parole del Capogruppo del PD, si capisca quale danno si potrebbe fare facendo passare questo messaggio. Attenzione: non mi riferisco né all’apologia del fascismo né ai gadget. Qui dentro oggi abbiamo parlato solo di gadget, ma la risoluzione non parla solo di gadget, e le parole di Caliandro non parlavano solo di gadget, ma di qualunque bene raffiguri simbologie, simboli riconducibili a quell’epoca. Attenzione perché qui, fuori da quest’Aula, ci sono migliaia e migliaia di antiquari che vendono materiale che non è apologia, che non inneggia al fascismo, ma che raffigura semplicemente dei simboli che possono essere banalmente un fascio littorio sulla colonna di una credenza. Questo per voi che cos’è? È apologia del fascismo? Va proibito? Togliamo il lavoro a tutti quegli antiquari che quando lo hanno letto, perché ho girato loro questo atto, hanno detto: “ma davvero vogliono generalizzare un accendino con scritto ‘I love duce’, paragonandolo a un mobile antico che ripone un simbolo non dichiaratamente di apologia?” Non è la stessa cosa, non possiamo paragonare queste due cose. Mi dispiace ma sarebbe una semplificazione troppo banale.

Se vogliamo davvero fare una legge sensata, fare un ordine del giorno, una risoluzione sensata bisogna distinguere, e credo che questo sia essenziale per garantire un mercato che esiste, basta fare un giro all’interno dei mercatini di antiquariato per trovare reperti storici, che non sono stampati ieri, che non sono creati oggi per creare apologia o per rifondare qualsivoglia partito fascista. Sono semplicemente storia, e come storia credo che possano essere acquistati e detenuti tranquillamente, senza dover per forza rievocare tramite essi una nuova ideologia o un nuovo partito. Credo che questo sia l’unico tema che si va ad evidenziare nel primo passaggio di una risoluzione che mi permetto di dire che è scritta abbastanza male, nel senso che non va a specificare molto bene nulla. Forse voleva essere appositamente vaga per attirare questa demagogia all’interno di discorsi che secondo me non hanno nulla a che vedere con l’Aula di un’Assemblea legislativa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, se lei mi consente, mi ricollego al dibattito che si è sviluppato, ma mi riferisco anche all’assenza del presidente Bonaccini, che nel suo intervento, peraltro garbato, ha sottolineato, almeno nel caso di Aimi e mio, di aver compreso non ho capito bene cosa, dato che francamente mi parevano due interventi molto chiari.

Se vi è un dubbio rispetto al fatto che noi si siano accettate le regole del gioco democratico, voglio chiarire all’Assemblea legislativa: chiunque è qui dentro ha accettato le regole del gioco democratico, quindi non deve più fare esami, anche perché poi gli esaminati sono una cosa e gli esaminatori sono un’altra. Dovremmo quindi poi andare a vedere se sono peggio gli esaminati o gli esaminatori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, qual è il merito dell’ordine dei lavori?

 

FOTI: Se lei mi lasciava finire, avevo finito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io la lascio finire, però lei di tre minuti ha ancora un minuto. Vorrei chiederle di arrivare…

 

FOTI: Dato che ho tre minuti, penso di poter esaurire entro il terzo minuto, anche se la sua interruzione ovviamente mi ha fatto perdere il filo del ragionamento…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Le concedo il recupero.

 

FOTI: La ringrazio. Io volevo essere molto chiaro dicendo, signor presidente, che non ho alcuna difficoltà a riconoscere che l’antifascismo è stato un valore. Dico soltanto che altri invece pensano che il comunismo sia un valore, ed è una cosa leggermente differente. Se è vero che si vuole trovare una soluzione partecipata, questa risoluzione, ed è il motivo per cui chiedo formalmente una sospensiva, dovrebbe prevedere, non in senso cogente ma in senso aperto, in generale, una norma di legge che preveda il divieto di diffusione di materiale di esaltazione dei totalitarismi. Su questo ci stiamo, non abbiamo paura a votare. Ci sembra strana una cosa, però, lo dico per l’ultima cortese collega del Gruppo del PD che è intervenuta: io non posso che registrare, come lei, che il cimitero di Predappio ospita illustri personaggi, tra cui il sesto Presidente del Consiglio, Adone Zoli. Se poi la gente preferisce andare sulla tomba del duce anziché su quella di Zoli, forse è la democrazia, non solo quella cristiana, che lo ebbe ad esprimere, ma quella italiana, che si deve chiedere qualcosa. Quindi io chiedo, signor presidente, la sospensione dell’esame della risoluzione in oggetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Aimi, sempre sull’ordine dei lavori?

 

AIMI: No, credo che ci sia una dichiarazione a favore…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Infatti, adesso stavo spiegando che vista la richiesta del consigliere Foti, dobbiamo fare un intervento a favore e uno contro. Si prenota il consigliere Aimi.

 

AIMI: Grazie, presidente. Solo per dare l’adesione alla richiesta del collega Foti per alcune ragioni che mi paiono abbastanza pregnanti sul tema. Innanzitutto, stando anche all’interpretazione autentica che ha dato di questa risoluzione il consigliere, capogruppo Caliandro, il quale ha evidenziato che risulterebbe opportuno, anzi, sarà obbligatorio, una volta che passerà questa risoluzione, dovessero essere compiuti tutti i doverosi passi per la modifica del Codice Penale, procedere alla cancellazione di certi simboli, al divieto della vendita o anche delle mere regalie di questi oggetti.

Finiremmo però, presidente mi consenta, per compiere secondo me qualche cosa davvero di folle. Seguendo questo ragionamento, a Predappio non solamente dovremmo abbattere la cappella della famiglia Mussolini, con il busto e quant’altro, ma dovremmo togliere i simboli con il fascio littorio in tutte le case cantoniere…

 

(interruzioni)

 

Leggo quello che avete scritto voi. E scrivete: “la presenza, nei negozi e nei piccoli mercati della nostra Regione, di oggetti vari, con immagini del regime fascista e nazista è fenomeno consolidato e da sempre approcciato, quasi alla stregua d’un tratto consuetudinario quasi folcloristico. L’ultima segnalazione risale all’estate scorsa, quando il fenomeno è stato portato all’attenzione dell’Istituzione con l’annuncio di cittadini statunitensi di origini ebraiche, in visita nel riminese”. Si dice: “il commercio e la diffusione di tali beni e prodotti evocanti il regime nazista e fascista hanno una funzione evidentemente propagandistica, integrando perfettamente il reato di apologia del fascismo”. Quindi, se è apologia questo, lo sono anche i tanti simboli, i tombini che troviamo mentre camminiamo lungo le strade, dovremmo chiudere i negozi dell’antiquariato, chiudere i mercatini. La cosa incredibile è che lo facciamo in maniera unidirezionale nei confronti di un “totalitarismo”, ma ci dimentichiamo in quest’Aula di guardare una cosa, quantomeno tragica anche quella, che è stata il regime comunista, non solamente in Italia ma nel mondo.

Se allora così è, noi dobbiamo avere il buonsenso anche di comprendere le conseguenze che si possono verificare. Andiamo magari nei negozi dove vengono venduti? Oggi si parla di gadget: cosa facciamo delle musicassette, dei CD, delle canzoni di quel periodo? Sequestriamo anche quelle?

 

(interruzioni)

 

Patrimonio che cosa? “La presenza nei negozi e nei piccoli mercati della nostra regione di oggetti vari, con immagini del regime fascista”; ci sono dei CD che hanno le immagini dei regimi fascisti, i discorsi di Mussolini: ritiriamo i libri con le effigi di Benito Mussolini?

Io credo che dovremmo veramente fare un supplemento di riflessione. D’accordissimo con quest’Aula nel momento in cui noi mettiamo la parola fine ad ogni gadget e ad ogni follia che riguardi i totalitarismi, ma se li dobbiamo ricordare, per cortesia, ricordiamoli tutti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Ricordo ai consiglieri Rossi e al presidente che quando uno chiede una mozione di sospensiva come in questo caso, ci sono due interventi, uno a favore e uno contro di tre minuti.

 

(interruzioni)

 

Se volete lo faccio riparlare, così ve lo spiega.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Guardi, presidente, noi la dobbiamo comunque ringraziare perché almeno di fronte a tutte queste fesserie che abbiamo ascoltato oggi, una vena di ilarità ci aiuta.

 

FOTI: Lui non lo può dire questo!

 

CALIANDRO: Io sono veramente colpito perché quando Corrado Guzzanti faceva la trasmissione Fascisti su Marte, ci ha raccontato anche di un modo in cui veniva banalizzato un certo periodo storico.

Noi non vogliamo assolutamente entrare in questo livello di polemica. Accogliamo la resistenza che viene fatta rispetto all’approvazione di questa risoluzione con un atteggiamento democratico di tolleranza. Non ne condividiamo chiaramente le motivazioni, perché non avremmo detto e non ci saremmo detti quello che pensiamo. Credo che la democrazia sia anche questo, riconoscersi diversamente rispetto ad alcuni temi. Non condividiamo, chiaramente, assolutamente tutta questa impostazione. Chiediamo che si voti questa risoluzione per il suo valore simbolico e per la sua possibilità di esprimersi. Ci auguriamo che non ci sia una resistenza a oltranza, ma ne prenderemo atto. Di più non possiamo fare; stiamo nella democrazia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Caliandro, noi adesso dobbiamo votare la questione sospensiva. Poi ci saranno gli interventi in dichiarazione di voto e poi si voterà la risoluzione.

Il consigliere Foti ha chiesto la parola. Per che cosa, consigliere?

 

FOTI: Per richiamo al Regolamento, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prima mettiamo ai voti la questione sospensiva, se lei è d’accordo.

 

FOTI: No, non sono d’accordo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lo dico io, nel senso che non era una richiesta mia nei suoi confronti, ma era un’indicazione mia: le dicevo che mettiamo ai voti…

 

FOTI: Ha detto se ero d’accordo…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Le dicevo che mettiamo ai voti, perché finiamo una delle questioni, poi lei interviene per richiamo al Regolamento.

Mettiamo ai voti la questione sospensiva.

 

FOTI: Con il sistema elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo, con il sistema elettronico. La votazione è aperta.

Scusi un attimo. Per Regolamento, in virtù dell’articolo 74, comma 6, le votazioni di richieste di sospensiva hanno luogo solo per alzata di mano.

 

(interruzioni)

 

Ogni tanto sbaglia anche il presidente.

Metto in votazione, per alzata di mano, la mozione di sospensiva.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La mozione è respinta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Io non evoco il fatto personale perché non mi ritengo chiamato in causa, ma forse a lei è sfuggito, signor presidente – può capitare –, nell’ambito di un’audizione multipla, di oratori, quanto ha detto il consigliere Caliandro. Il consigliere Caliandro ha detto “con tutte le fesserie che si sono dette qua dentro”.

Ora, il consigliere Caliandro, se parla per sé, fa benissimo, ipse dixit, e ci crediamo. Ma nel momento in cui la rivolge a un plurale maiestatis, non essendo egli il Papa, ma soltanto il capogruppo del Partito Democratico, finché lo è, allora penso di poter e dover dire che il rispetto che ci vuole per l’Aula non è unidirezionale.

 

(interruzioni)

 

Anzitutto, consiglieri interrompenti, se qualcosa che io ho detto non funzionava dovevate farlo presente al presidente che in quel momento presiedeva.

Io mi permetto di farlo presente perché non lo accetto. Si possono non condividere le argomentazioni che sono state presentate, anche quelle favorevoli, soprattutto quelle contrarie. È legittimo criticarle anche nel modo più feroce sotto il profilo politico, ma qui nessuno è fesso, perché se ci sono, per quanto mi riguarda, sono nell’altra parte dell’emiciclo dell’Aula, così lo chiariamo una volta per tutte. Io non vengo qui per essere offeso con valutazioni che non si confanno a un’Aula, ma a un trivio o a un bordello. Chi lo ha pronunciato scelga l’ambiente che preferisce.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, io le posso dire che la Presidenza non censura, sta nel buon modo di operare di ognuno di noi, eventualmente fare un mea culpa e magari chiedere eventualmente scusa delle parole utilizzate. Ognuno, però, in questo caso è libero di decidere come comportarsi. Noi non possiamo censurare, questo lei lo sa bene.

 

FOTI: Non è così. Può richiamare l’oratore ad un linguaggio… 

 

PRESIDENTE (Rainieri): Questo sì, chiaramente. Chiedo scusa, non avevo sentito la prima parte dell’intervento…

 

FOTI: Quello è un altro paio di maniche, non è una censura. 

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, però anche lei ha usato parole tipo “bordello” e robe del genere.

 

FOTI: “Bordello” non è offensivo”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Insomma. In quest’Aula non è esattamente una delle parole migliori da utilizzare.

 

FOTI: Non è offensivo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Credo che possiamo chiudere qui questa diatriba. Ribadisco, in altre sedi ne riparleremo.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Essendo evidente che questa è una mozione strumentale, essendo evidente che i valori dell’antifascismo con questa mozione non c’entrano niente, perché erano valori di libertà, quindi è della libertà dell’antifascismo condannare tutti i totalitarismi; essendo evidente che anche sotto il profilo personale noi siamo stati indicati, signor presidente, venendo dal Movimento Sociale Italiano, della cui provenienza io mi vanto, ebbene, dico, all’assente presidente Bonaccini, che il suo richiamo al Movimento Sociale Italiano – ha detto “capisco perché Foti e Aimi, che vengono da lì, non si sono pronunciati con chiarezza” – deriva da un fatto: concessa il 24 maggio 1973, solo nei confronti del Segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano, onorevole Giorgio Almirante, l’autorizzazione a procedere della Camera dei deputati perché venisse processato per ricostituzione del disciolto partito fascista, questo Stato, questi magistrati non hanno mai avuto il coraggio di celebrare il processo, che non è mai iniziato. È la dimostrazione che il ricorso all’uso politico della legge Scelba che qui si evoca, si fa per togliere di mezzo gli avversari politici, non per difendere dei valori.

Vedete? Io vorrei sapere, dopo l’approvazione di questa risoluzione, cosa facciamo di questo quadro.

 

(il consigliere Foti mostra un quadro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, lei sa che non può esporre…

 

FOTI: Non sto esponendo niente, sto mostrando una fotografia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo ai commessi se per favore possono ritirare il quadro al consigliere Foti.

 

FOTI: Non può ritirare niente, il commesso, e non si permetta di farlo, perché il questore dell’Aula sono io.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei è il questore e io sono il presidente.

 

FOTI: Non può sequestrarmelo perché io ho mostrato la fotografia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non ho detto di sequestrarglielo, ma di toglierglielo. Glielo riconsegnano finito il suo intervento.

 

FOTI: No, non me lo toglie perché io devo dimostrare che questo è patrimonio della Regione. Va bene? Sono due cose diverse!

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, la invito a tenere con la Presidenza toni un po’ diversi, a continuare il suo intervento e ad evitare di esporre quadri, fotografie e altro.

 

FOTI: Non sto esponendo un quadro personale: l’ha capito o no? È un quadro della Regione!

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dov’era?

 

FOTI: Se mi lascia finire, poi può parlare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, continui il suo intervento, prego.

 

FOTI: Anziché essere più realista del re poteva farmi finire. Il Regolamento prevede l’esposizione di altro, non di materiali in dotazione ai consiglieri, signor presidente: se mi avesse fatto finire, le avrei raccontato com’è andata la storia.

A me hanno regalato la fotografia di una piazza di Reggio Emilia. Me l’ha regalata una persona al di sopra di ogni sospetto; venendo io da Reggio a Bologna l’ho lasciata sul tavolo del mio ufficio, nel palazzo della Regione. Probabilmente qualcuno, dopo qualche giorno, vedendola sempre lì, abbandonata, ha pensato di farmi cosa gradita facendola gentilmente incorniciare e iscrivendola nel patrimonio della Regione.

Vorrei sapere, alla fine di questa risoluzione, contro chi procediamo per apologia di fascismo. Da ricerca storica fatta, la fotografia riguarda Piazza della Vittoria di Reggio Emilia e non c’è Togliatti, però è piena. Sicuramente nella fotografia, anche se con la lente di ingrandimento, si rintracciano dei simboli del Ventennio: torno a ripetere che è iscritta al patrimonio della Regione, ma non è una fotografia storica – attenzione! –, perché purtroppo, come lei sa, quando ti fanno un regalo bisognerebbe sempre verificare che cos’è, è una volgarissima riproduzione (fosse stata storica avrebbe avuto un suo valore).

Mi sono permesso di dire questo per dimostrare che una volta introdotta nell’ordinamento una norma quale quella che si vuole qui rappresentare – lei che è di Parma, signor Presidente, conosce bene il mercatino di Fontanellato, domenica prossima c’è quello dell’antiquariato –, io vi garantisco che se ci sono luoghi di spaccio della più vasta pubblicistica di questo mondo, compresa quella fascista, sono quei mercatini. Fontanellato è vero che era sede della Scuola allievi ufficiali della Repubblica sociale italiana, dalla quale uscì qualche personaggio storico a cui questa Regione ha dedicato anche l’Aula. Però, signor Presidente, vorrei sapere se poi, lei che è consigliere regionale di Parma, andrebbe a chiedere o meno di rimuovere tutti quegli espositori che hanno magari delle collezioni (oltre a Gente, Oggi, L’Unità anche del Popolo d’Italia). Parlo con Bruno, perché ci sono centinaia di edizioni.

Il mio voto contrario, allora, non è rivolto ai princìpi di libertà, che mi sono chiari, ma alla strumentalizzazione di quei princìpi, a fine di parte e a fine politica che si vogliono commettere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Avendo più interventi, essendo scaduto il termine e non avendo avuto indicazioni diverse dalla Capigruppo, sospendo la seduta di stasera. Grazie.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,05

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI, Sergio VENTURI e il consigliere Giorgio PRUCCOLI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 2753 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifiche legislative in materia di politiche sociali, per le giovani generazioni, e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale»” (36)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 28

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 6

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 8

Stefano BARGI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Roberta MORI, Silvia PICCININI, Giorgio PRUCCOLI, Andrea ROSSI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2945 “Ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto 2753 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Modifiche legislative in materia di politiche sociali, per le giovani generazioni, e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale". A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Soncini:

«Nel paragrafo "Considerato che", al quinto capoverso, le parole: "familiari, quali le comunità familiari e le comunità casa famiglia multiutenza sono sostituite dalle parole "con connotazione di tipo familiare ai sensi della normativa regionale in materia,"»

(Ritirato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli:

«Al quinto punto elenco della sezione introdotta da "Considerato", le parole "strutture familiari, quali le comunità familiari e le comunità casa famiglia multiutenza" sono sostituite dal testo seguente: "comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti di tipo interpersonali analoghi a quelli di una famiglia"»

(Respinto)

 

OGGETTO 2705 “Delibera: «Requisiti per l’iscrizione nell’elenco regionale delle associazioni e delle federazioni fra associazioni di emiliano-romagnoli all’estero ai sensi dell’articolo 14 comma 3, della L.R. n. 5/2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari, prot. AL/2016/26987 del 25 maggio 2016)” (88)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Gibertoni:

«Al punto 1.2 dei "Requisiti per l'iscrizione nell'elenco regionale delle associazioni e delle federazioni fra associazioni di emiliano-romagnoli all'estero" sono aggiunti la seguente lettera e) nonché il successivo periodo:

"e) non essere presiedute e non avere nei propri organi direttivi soggetti che abbiano subito condanne per reati di particolarità contro la pubblica amministrazione, le persone ed il patrimonio, per reati connessi all'attività della criminalità organizzata anche di stampo mafioso, o, comunque, per reati gravi in danno dello stato o della comunità che incidono sulla moralità professionale;

Le condizioni di cui alla lettera e) devono essere dichiarate nell'ambito di cui al successivo punto 2.2. Tali dichiarazioni devono essere rilasciate da ciascuno dei competenti degli organi direttivi dell’associazione richiedente da parte di ciascuno dei componenti degli organi direttivi."»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Risoluzioni

 

2920 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere la ferma condanna, a nome del Consiglio Regionale e del Presidente della Giunta, per lo scempio e gli atti vandalici commessi contro la memoria del giovane militante del "Fronte della Gioventù" Sergio Ramelli, deceduto nel 1975 a seguito dell'aggressione posta in essere da parte di un gruppo di extraparlamentari legati ad Avanguardia Operaia. (11 07 16) A firma del Consigliere: Aimi

2924 - Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare le prospettive occupazionali ed a richiedere la definizione di un piano industriale per la salvaguardia del personale di BolognaFiere S.p.A. (12 07 16) A firma dei Consiglieri: Piccinini, Marchetti Daniele, Taruffi

2934 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare la condivisione del piano industriale di Bologna Fiere, ad agire per il rilancio del sistema fieristico bolognese e per la salvaguardia dei lavoratori, sostenendo ogni azione utile al percorso di confronto tra azienda e sindacati. (12 07 16) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Bessi, Mumolo, Calvano, Marchetti Francesca, Lori, Rossi Nadia, Sabattini, Poli, Mori, Paruolo, Ravaioli, Cardinali, Montalti

 

Interrogazioni

 

2921 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i mancati pagamenti dei ticket connessi alle prestazioni fornite dalle strutture di Pronto Soccorso. A firma del Consigliere: Pompignoli

2922 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di piscine pubbliche da parte di soggetti che indossino indumenti diversi dai costumi da bagno, con particolare riferimento alla situazione esistente a Fidenza ed ai fedeli della religione mussulmana. A firma del Consigliere: Rainieri

2923 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la stazione ferroviaria di Funo ed il relativo collegamento con l'Interporto di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2930 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la rendicontazione delle spese relative al progetto "Mondiali antirazzisti" 2015, con particolare riferimento al Comune di Castelfranco Emilia. A firma del Consigliere: Bargi

2931 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni da attuare circa la tutela sanitaria delle Forze dell’Ordine e degli operatori addetti all’assistenza degli immigrati. A firma del Consigliere: Fabbri

2932 - Interrogazione a risposta scritta circa lo sfalcio della vegetazione presente ai lati della strada provinciale Virgiliana, con particolare riferimento al tratto tra Bondeno e Pilastri. A firma del Consigliere: Fabbri

2933 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire i collegamenti telefonici ed internet nelle zone dell'Appennino Reggiano. A firma del Consigliere: Delmonte

2935 - Interrogazione a risposta scritta circa l’installazione di tende, di capienza ipotizzabile pari a 800 posti, destinate ad ospitare migranti all’interno dell’ex Cie di Via Mattei a Bologna. A firma del Consigliere: Foti

2936 - Interrogazione a risposta scritta circa i tirocini attivati nel corso degli anni, con particolare riferimento ai contratti di lavoro ad essi conseguenti, specie nel settore degli esercizi farmaceutici. A firma del Consigliere: Paruolo

2938 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire, anche dal punto di vista tecnologico, la sicurezza delle ferrovie regionali, con particolare riferimento a quelle con binario unico. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2939 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere la situazione di degrado in cui versa l'ex stabilimento balneare Lidò di Lido delle Nazioni (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

2940 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le criticità e le problematiche riguardanti i Pronto soccorso regionali e potenziarli, con particolare riferimento a quello dell'Ospedale di Cesena. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Comunicazione n. 33 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1667 del 14/07/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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