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109.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 13 DICEMBRE 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3366

Interpellanza circa problematiche e questioni riguardanti l'affitto di rami di azienda della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, partecipata della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

CORSINI, assessore

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 3384

Interpellanza circa l'iter della Regione Emilia-Romagna riguardante la concertazione con le parti sociali ed economiche ed i soggetti coinvolti nelle scelte relative alle politiche sanitarie. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

VENTURI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 3453

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina dei beni regionali - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10» (47)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, esame articolato e approvazione)

(Ordine del giorno 3453/1 oggetto 3714 - Presentazione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

SABATTINI, relatore della Commissione

BERTANI, relatore di minoranza

ZOFFOLI (PD)

 

Richiesta di inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 2303

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant'Agostino, nella Provincia di Ferrara» (48)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

PETTAZZONI (LN)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

FABBRI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

POMPIGNOLI (LN)

PETTAZZONI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 2306

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant'Ilario d'Enza nella Provincia di Reggio Emilia»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 2306/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

 

OGGETTO 3616

Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a non approvare progetti di legge relativi alla fusione di Comuni qualora non si sia registrato un orientamento favorevole in tutti i Comuni coinvolti, ad apportare modificazioni alla legge regionale n. 24/1996, come modificata dalla legge regionale n. 15/2016, e a definire ed attuare azioni di promozione e di accompagnamento dei processi di fusione dirette a favorire la partecipazione territoriale agli stessi, incentivando inoltre l’impegno dei cittadini e delle associazioni fin dall’inizio dei procedimenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni, Piccinini

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

TORRI, relatore della Commissione

DELMONTE, relatore di minoranza

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

DELMONTE (LN)

 

OGGETTO 2079

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordine del giorno 2079/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

 

OGGETTO 3627

Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea a non approvare il progetto di legge relativo alla fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio, a verificare l'iter di fusione per incorporazione fra i Comuni di Mondaino e Montegridolfo, apportando inoltre modifiche alla legge regionale n. 24/1996, riguardanti la fattispecie in cui "… l'esito del referendum sia favorevole alla fusione solo in una parte dei Comuni interessati...". A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

ROSSI NADIA, relatrice della Commissione

SENSOLI, relatrice di minoranza

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

PRUCCOLI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 3453 - 2303 - 2306/1

Emendamento oggetto 3453

Ordine del giorno 2306/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,14

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centonovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la consigliera Tarasconi e l’assessore Donini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 3366

Interpellanza circa problematiche e questioni riguardanti l'affitto di rami di azienda della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, partecipata della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze, con l’oggetto numero 3366: Interpellanza circa problematiche e questioni riguardanti l'affitto di rami di azienda della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, partecipata della Regione Emilia-Romagna, a firma del consigliere Rainieri a cui do la parola.

Risponderà l’assessore Corsini.

Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, Presidente.

Assessore, prima di commentare la sua risposta le leggo il titolo della Gazzetta di Parma: “Porro e Valentini sempre in stallo. Nessuna ipotesi di riapertura. Sul caso degli alberghi il contratto con Accenture non è ancora stato risolto. Continuano a mancare le manifestazioni di interesse per il destino degli hotel”. Questo è il titolo del giornale la Gazzetta di Parma di ieri, 12 dicembre.

Purtroppo non è la prima volta che in quest’aula mi rivolgo a lei per sapere che cosa si vuol fare di questi hotel e di quello che è stato il disastro contrattuale fatto dal sindaco di Salsomaggiore nei confronti della città che lui amministra. Questo è purtroppo un danno fatto ai cittadini e alla città. Aspetto la sua risposta non prima di dirle che è stato anche condannato al pagamento delle spese, che lei sa benissimo, per aver perso la causa in merito a queste situazioni.

Il Comune di Salsomaggiore e la Regione Emilia-Romagna essendo socia, anche se di minoranza, che cosa intendono fare per chiudere definitivamente questa vicenda? Perché, ad oggi, al di là delle belle parole del sindaco, smentite poi nei fatti, nulla è detto circa la chiusura di questa vicenda, che ormai è un po’ una barzelletta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Ranieri.

La parola all’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

È una vicenda complicata più che una barzelletta. È una vicenda non semplice da risolvere, che viene da molto lontano.

In ogni caso, come abbiamo già più volte avuto occasione di dire, perché questo tema è stato oggetto di diverse interpellanze e interrogazioni, la Regione Emilia-Romagna ha sempre ritenuto compatibili con gli obiettivi dei soci pubblici delle Terme di Salsomaggiore di Tabiano i tentativi, numerosi per la verità, che sono stati intrapresi negli ultimi anni e intensificati negli ultimi mesi dal CdA della società stessa finalizzati a individuare dei nuovi affittuari o dei nuovi acquirenti del ramo d’azienda alberghi, in quanto questo ramo d’azienda è inserito in un generale Piano di salvataggio di una realtà in profonda crisi rispetto alla quale credo l’impegno della Regione da questo punto di vista non sia mai mancato e neanche del Comune di Salsomaggiore e della Provincia di Parma.

In riferimento al primo quesito che chiama in causa in qualche modo il comportamento del sindaco di Salsomaggiore, io non ritengo ragionevole ipotizzare una espressione formale da parte della Regione o considerazioni di merito rispetto alle valutazioni o agli intendimenti fatti da terzi, nello specifico dal sindaco di Salsomaggiore.

Per quanto riguarda, invece, la solidità e l’affidabilità del nuovo socio di maggioranza di Accenture, ricordo, come abbiamo anche più volte sottolineato, che tutte le attività, tutte le operazioni della società sono sempre state sottoposte al vaglio degli organi della procedura (giudice delegato e commissario) e che l’Amministrazione regionale ribadisce anche in questa occasione piena fiducia nel fatto che questi organi siano perfettamente garanti dell’operato degli amministratori della società e quindi delle normative vigenti e delle procedure di legge previste in materia.

Rispetto alla situazione del ramo alberghi allo stato attuale io non credo sia serio ipotizzare e fare previsioni sulla tempistica della risoluzione delle problematiche attinenti appunto alla struttura del Porro, perché in questi anni i tentativi che sono stati fatti per una ragione o per l’altra non sono andati a buon fine, ma soprattutto perché la struttura del Porro, com’è noto, è parte della procedura di concordato preventivo liquidatorio. Peraltro ieri doveva essere un giorno importante per questa procedura perché era prevista l’adunanza dei creditori, che però mi hanno informato ieri sera e questa mattina mi è stato riconfermato che l’adunanza dei creditori è stata rinviata a una prossima data e quindi dovremmo attendere una data prossima per capire l’atteggiamento e l’espressione di parere e di volontà da parte dei creditori della procedura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

La parola al consigliere Rainieri, che ha sette minuti.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Assessore, la ringrazio per la risposta, anche se mi viene da dire che è un po’ la fotocopia di quelle che in questi tempi ci siamo detti rispetto alle altre interrogazioni. Non ha detto nulla di nuovo. Per carità, non sto incolpando lei di non volermi dire quello che sta succedendo, ma è stato fatto un ricorso che è stato perso dal Comune. Si sventolano le cose e poi dopo non si riescono a fare in modo che raggiungano l’obiettivo. Il sindaco di Salsomaggiore ha altri problemi. Ha il problema degli immigrati su Tabiano, ha il problema degli hotel Porro e Valentini, del campo da golf. Credo che vi sia ormai una situazione veramente arrivata alle battute finali.

Lei ha detto che non è una barzelletta. Non è una barzelletta questa storia, però tutto quello che sta succedendo sembra un po’ come le barzellette che si raccontano sui Carabinieri, che tutte le volte c’è qualche cosa che non va e il Carabiniere cerca di difendersi dando la colpa all’altro.

Di fatto, questa società pare addirittura che abbia capitalizzato cambiando la sede, mettendola a Salsomaggiore. Insomma, stanno facendo di tutto per continuare a girare intorno a quello che è il problema senza che nessuno invece punti alla soluzione.

Questa società, lo abbiamo capito, ha contratto debiti, si è intascata dei soldi, ha licenziato delle persone, ha fatto lavorare persone che non dovevano lavorare in quegli hotel e ha cacciato persone che avevano il diritto di stare in quegli hotel come dipendenti e quindi avevano il diritto di usufruire di alcune camere messe a loro disposizione. Tutto questo non è avvenuto.

Noi, non noi come Lega a livello politico, ma i cittadini della zona, e di Salsomaggiore soprattutto, si stanno chiedendo per quanto questa cosa deve continuare.

Assessore, non sono soddisfatto della sua risposta. Credo che le informazioni lei le prenda da Salsomaggiore e ho la vaga sensazione che non le stiano dando tutte le informazioni necessarie affinché lei eviti, in alcuni casi, di fare brutte figure.

Le chiedo di informarsi meglio ed eventualmente di cominciare a mettere mano pesantemente su questa situazione. Già il declino di Salsomaggiore è difficile da fermare, se poi ci mettiamo, ribadisco, tutte le questioni che dicevamo prima, sarà difficile gestire tutto. 

Oltre agli immigrati, c’è la questione del campo da golf che arriverà anche quella e bisognerà cominciare a ragionarci perché anche lì ci sono dei seri problemi in quella struttura. Sul Porro e Valentini abbiamo un altro hotel appena aperto che hanno inaugurato, hanno fatto il giorno zero, ma poi non si capisce se lo aprono o non lo aprono perché non riescono a trovare qualcuno che lo faccia funzionare.

È una situazione per quel paese veramente disperata. Non so quanto la Regione Emilia-Romagna abbia interesse a far sì che continui in questo modo. Forse bisognerebbe metterci veramente un po’ di impegno affinché qualcuno, una volta per tutte, trovi una soluzione.

Visto che il sindaco di Salsomaggiore è incapace di farlo, qualcun altro ci metta mano. Grazie. 

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

 

OGGETTO 3384

Interpellanza circa l'iter della Regione Emilia-Romagna riguardante la concertazione con le parti sociali ed economiche ed i soggetti coinvolti nelle scelte relative alle politiche sanitarie. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 3384: Interpellanza circa l'iter della Regione Emilia-Romagna riguardante la concertazione con le parti sociali ed economiche ed i soggetti coinvolti nelle scelte relative alle politiche sanitarie, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

La parola al consigliere Bignami.

Risponderà l’assessore Venturi. Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Ringrazio anche l’assessore.

L’interpellanza in questione attiene a un tema emerso a metà ottobre e credo abbastanza dettagliatamente riportato nell’interpellanza stessa. Pertanto, rinuncio all’illustrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere, per l’interpellanza a cui provo a rispondere sinteticamente. Questa Regione, in presenza di normative nazionali che negli ultimi anni erano abbastanza vincolanti e severe rispetto all’assunzione di personale e alle vicende economiche, ha dato attuazione alle politiche riguardanti il personale del settore sanitario garantendo come priorità assoluta l’efficacia nell’erogazione dei servizi e il normale funzionamento delle aziende.

Le politiche sono state definite attraverso un rapporto costante e imprescindibile con tutte le figure investite di interessi specifici, comprese, ovviamente, le organizzazioni sindacali del personale dipendente, dirigenza e comparto e convenzionato a livello informativo e consultivo.

Gli atti regionali di programmazione sanitaria e i Piani di assunzione, caratterizzati e ponderati sulla base delle specificità e del contesto aziendale di riferimento, sono gli strumenti attraverso i quali viene concordata, annualmente, con le aziende e gli enti del Servizio sanitario la politica di gestione degli organici, inclusa la pianificazione del turnover.

Nel rispetto delle singole prerogative, la partecipazione di tutti i soggetti interessati attraverso un percorso di lavoro è stata attiva e anche proficua. Questo percorso ha portato, come primo risultato, alla definizione dell’accordo in merito alle politiche regionali di innovazione e qualificazione del sistema sanitario sottoscritto in data 19 settembre rispetto alla conferenza stampa citata svoltasi due giorni prima il 19 settembre del 2016; un accordo sottoscritto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, dall’assessore alle politiche per la salute e dai segretari regionali confederali di categoria CGIL, CISL e UIL.

L’accordo ha rappresentato la concreta convergenza sui temi urgenti che riguardavano e riguardano la sanità e la loro soluzione, traducendo in impegni formali le direttrici tracciate già dal Patto per il lavoro siglato nel luglio 2015 tra Regioni, Istituzioni locali, Università, parti sociali, datoriali e sindacati e il Forum del terzo settore.

Con l’accordo del 19 settembre le parti si impegnano a collaborare per realizzare azioni e strumenti che generino sviluppo e una nuova coesione sociale, promuovendo la creazione di occupazione, la valorizzazione delle persone, l’innovazione e la qualificazione del sistema sanitario nel suo complesso, per renderlo più compatibile con la domanda e le esigenze dei cittadini che si rivolgono alla struttura pubblica.

Tra i punti fondamentali dell’accordo i più importanti riguardano le politiche occupazionali a sostegno delle quali, entro il 2016, viene garantita la copertura del 90 per cento del turnover del personale cessato (misura che non ha pari in nessun’altra Regione di questo Paese).

Questa misura riguarda 1.530 unità di personale. Inoltre, sono in via di completamento le stabilizzazioni di altre 400 unità, l’assunzione di ulteriori 500 operatori principalmente appartenenti all’area del comparto al fine di garantire adeguatezza ed efficienza al sistema. Gli impegni assunti prevedono, infine, anche la proroga dei 149 professionisti che hanno contribuito alla riduzione delle liste d’attesa in prospettiva di un’eventuale futura stabilizzazione, che oggi non è possibile.

Un secondo risultato del percorso intrapreso con le organizzazioni sindacali è stato l’accordo, sottoscritto lo scorso 28 novembre, con l’area della dirigenza dipendente convenzionata rappresentata da oltre 13 sigle e confederazioni sindacali.

Il confronto sta oggi proseguendo ulteriormente sia per quanto riguarda l’area del comparto e della dirigenza con la finalità di rendere immediatamente operativi gli accordi e di adattarli alle singole realtà aziendali. Le parti hanno anche condiviso la costituzione di un Osservatorio regionale bilaterale che possa valutare l’implementazione e l’andamento dei progetti attivati a seguito dei citati accordi delle politiche occupazionali.

Esso costituirà un tavolo permanente di incontro e di confronto con le organizzazioni sindacali.

Evidenzio, infine, che le indicazioni regionali per il coordinamento e lo sviluppo delle Case della Salute, recentemente approvate dalla Giunta regionale, sono comunque state preliminarmente condivise con tutte le rappresentanze sindacali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Bignami, che ha otto minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore a cui chiedo gentilmente di poter acquisire la risposta in forma scritta per poterla verificare insieme alle parti sociali coinvolte, che evidentemente hanno trovato ragione di realizzare l’iniziativa politica di cui do atto nell’interpellanza medesima al fine anche di poter rendere la soddisfazione o meno rispetto alla risposta resa dall’assessore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 3453

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina dei beni regionali – Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10» (47)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, esame articolato e approvazione)

(Ordine del giorno 3453/1 oggetto 3714 - Presentazione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’ordine del giorno, con l’oggetto numero 3453: Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: “Disciplina dei beni regionali – Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10” (Delibera di Giunta n. 1716 del 24 10 16). 

Il testo numero 21/2016 è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali nella seduta del 21 novembre 2016 con il seguente titolo “Disciplina dei beni regionali. Modifiche alla legge n. 10 del 2000”.

Il progetto di legge è composto da 12 articoli e scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, consigliere Luca Sabattini, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Andrea Bertani, anch’esso ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Apriamo la discussione dando la parola al primo relatore della Commissione, Luca Sabattini, che ha venti minuti.

Poi daremo la parola al relatore di minoranza, Andrea Bertani.

Prego, consigliere Sabattini, ha la parola.

 

SABATTINI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Grazie, colleghi.

Oggi ci troviamo a discutere questo PDL che riguarda la disciplina dei beni regionali. È un dispositivo legislativo di natura prettamente tecnica, che ha come faro la necessità di recepire alcuni adeguamenti normativi da una parte e introdurre alcune semplificazioni dall’altra nella gestione dei beni immobiliari. Ci tengo subito, in apertura, a ringraziare i colleghi. Soprattutto penso al consigliere Foti e al consigliere Bertani, che hanno presentato emendamenti a questo testo e che credo abbiano anche migliorato in più punti il testo stesso per renderlo più efficace. Nella relazione proverò a trattare anche alcuni dei punti che ci hanno visto più impegnati in Commissione.

Quali sono i punti qualificanti? Sulla parte dell’adeguamento normativo e delle semplificazioni abbiamo introdotto, con la discussione in Commissione, anche la diminuzione dei tempi che intercorrono tra una ricognizione e l’altra fatta dalla Giunta, anche per rendere più puntuale l’inventario e quindi anche il conto del patrimonio del nostro bilancio anche grazie agli emendamenti del consigliere Foti.

Nell’articolo 3 del progetto di legge viene appunto specificata (cosa che non c’era nella norma precedente) la possibilità in modo chiaro di poter affidare da parte della Regione i beni di propria proprietà agli Enti locali e anche qui specificando la necessità degli Enti locali che si candidano ad avere indisponibilità ai beni regionali, la necessità di predisporre anche un Piano di utilizzo e delle conseguenti risorse necessarie per procedere a una giusta gestione di questi beni che vengono eventualmente assegnati. Anche qui, viene introdotta una specifica, che durante la discussione in Commissione è stata evidenziata: dare priorità agli Enti dove insistono i beni immobili in oggetto e una priorità, soprattutto, ai beni territorialmente interessati allo stesso.

Un altro punto importante riguarda l’adeguamento dei valori con i quali i beni possono essere ceduti, con la conferma dell’evidenza pubblica nella cessione, ma consolidando il fatto, dall’altra parte, che la crisi economica ha modificato, anche in modo importante, i valori, soprattutto immobiliari. Il progetto di legge recupera, proprio per dare corso anche a una migliore gestione dei beni regionali nel suo complesso, la necessità di passare a una valutazione che non si basi soltanto sui valori catastali, ma che li riporti – penso, soprattutto, alle casistiche che riguardano i beni che si trovano al di fuori dei Comuni capoluogo – a una valutazione peritale, sempre verificata e vidimata dall’Agenzia delle entrate.

Un elemento di grande semplificazione evidenziato nella gestione, soprattutto, dei beni ereditati dalla vecchia ERSA, che riguardano soprattutto i piccoli e i piccolissimi beni sparpagliati (penso ai ritagli di terreno o alle piccole superfetazioni fatte in territorio, magari, di proprietà regionale, che meritano una sistemazione), e introduce la possibilità di procedere a una trattativa privata direttamente con il soggetto interessato, cosa che speriamo possa permetterci non solo di monetizzare cose che a patrimonio regionale non possono avere una giusta valorizzazione, ma anche una semplificazione complessiva della gestione patrimoniale.

Un altro elemento importante, forse una delle semplificazioni più utili alla gestione dei beni immobiliari, è quello di introdurre la possibilità che la Regione proceda a cessione anche per beni che non hanno, nel momento della cessione stessa in proprietà della Regione, una regolarità urbanistica. Questo non significa in alcun modo procedere a un condono, ma semplicemente porta la Regione a cedere questi beni mettendo vincoli all’acquirente di regolarizzare gli aspetti urbanistici, ma senza caricare la Regione stessa di pratiche estremamente costose di regolarizzazioni che, magari, in alcuni casi, porta anche a modificarne l’utilizzo per quello che potrebbe essere l’acquirente, quindi con una possibile semplificazione sia dal punto di vista del venditore, quindi l’Ente pubblico, che dal punto di vista dell’acquirente, un soggetto privato o, eventualmente, un Ente pubblico.

Il progetto di legge si occupa anche della parte che riguarda l’acquisto dei beni regionali e introduce un elemento che prima non vi era, ossia come regolarsi nei confronti di beni che vengono donati direttamente alla Regione. Vengono chiariti, in uno degli ultimi articoli del progetto di legge stesso, i criteri di pubblicità, rimandando a una delibera della Giunta la definizione dei criteri di trasparenza e di pubblicità. Preannuncio in sede di relazione che il recepimento dell’emendamento del collega, già depositato, che andremo a votare favorevolmente, vedrà un passaggio informativo nella Commissione competente.

Ultimo elemento di modifica portato dal progetto di legge in esame: viene introdotto un allungamento della possibilità di rateizzazione dei valori di cessione degli stessi beni, proprio per andare incontro a una riorganizzazione complessiva del patrimonio regionale e anche per incentivare la cessione di quei beni della Regione che non sono utili all’utilizzo delle finalità pubbliche, allungando da 10 a 20 anni l’autorizzazione per i soggetti privati e portando da 20 a 30 anni la possibilità di rateizzare per i soggetti e gli Enti pubblici.

È un progetto di legge – come dicevo in apertura – estremamente tecnico. Ribadisco i ringraziamenti dei colleghi. Con un lavoro collegiale in Commissione, siamo riusciti a portare in aula un progetto di legge che credo possa trovare un assenso abbastanza largo, anche frutto dalla discussione che abbiamo fatto insieme. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola al relatore di minoranza, Andrea Bertani. Prego.

 

BERTANI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Anch’io rendo atto del lavoro che è stato fatto in Commissione. Questo progetto di legge, come è già stato anticipato, riguarda la disciplina dei beni regionali e va a modificare, in parte, la famosa legge n. 10/2000 che conteneva già alcuni strumenti che, effettivamente, andavano aggiornati.

Il progetto modifica solo alcune parti e, effettivamente, connota un grado di dettaglio procedurale molto elevato. A tratti, è sembrato di lavorare su una delibera esecutiva più che su un progetto di legge. Al di là di questo alto livello di tecnicalità, la discussione si è soffermata sugli aspetti che potevano essere più critici e rendere realmente più semplice alienare alcuni beni, o permutarli, però – questo ha riguardato soprattutto il nostro lavoro – anche salvaguardare alcuni profili di garanzia che, secondo noi, andavano mantenuti.

In particolare, uno degli aspetti sui quali ci siamo soffermati era il fatto che nel progetto di legge di Giunta veniva eliminato il parere che, fino ad oggi, l’IBACN dava sui piani di alienazione. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto di reinserire questa importante clausola. Sicuramente, l’IBACN su alcuni beni può dare un apporto sia di valutazione che di suggerimento per capire il valore reale di quel bene e l’importanza che può avere all’interno della Regione. Questo aspetto è stato, giustamente, reinserito.

Altri aspetti importanti riguardavano la verifica di congruità presso l’Ufficio provinciale del territorio e dell’Agenzia delle entrate. Quando ci si riferiva, nel progetto originario, ad un Ente pubblico, era un termine che rischiava di essere troppo ampio. In questo caso, abbiamo ritenuto insieme che reinserire i termini riferiti alla legislazione nazionale di Ente territoriale e Servizio sanitario nazionale offrisse garanzie in più rispetto alla gestione dei beni.

Gli altri aspetti che sono stati adeguati, ai quali tenevamo in maniera particolare, riguardavano l’efficacia e la trasparenza nei processi di alienazione, permuta e acquisizione. Anche qui, ove possibile e ove pertinente, abbiamo reinserito gli aspetti di informativa rispetto alla Commissione competente. Quindi, l’emendamento di oggi deriva da una correzione rispetto a una richiesta che avevamo fatto in Commissione e va a reinserire un’informativa alla Commissione riguardo ai doveri di trasparenza che la Giunta avrà modo di regolamentare riguardo al progetto di legge. L’altro è la pubblicità delle trattative private e, soprattutto, delle alienazioni o delle vendite dei beni che possono non avere tutti i requisiti di legge. Quando si fa un bando – come in questo caso – dovrà essere pubblicizzato questo aspetto.

Il lavoro, secondo noi, in questo caso, è stato proficuo. Gli emendamenti migliorativi sono stati tutti accolti. Riteniamo che il lavoro svolto sia positivo. Sottolineo, inoltre, che presentiamo un ordine del giorno. Dico “presentiamo” perché, anche in questo caso, come è successo in altre occasioni, parliamo di prevenzione delle ludopatie e di lotta al gioco d’azzardo, che può diventare patologico. Nel tentativo di coinvolgere tutti i Gruppi, come in questo caso, abbiamo inserito un ordine del giorno collegato all’utilizzo dei beni. In particolare, in questa norma andiamo a inserire l’uso a titolo gratuito dei beni appartenenti al patrimonio regionale, a organizzazioni e a associazioni iscritte al registro regionale delle associazioni di promozione sociale oppure possiamo affidare il tutto direttamente a Enti locali. In questi casi, secondo noi, è importante che venga ribadito l’impegno delle associazioni e degli Enti locali che utilizzeranno quei beni a non installare, all’interno dei beni immobili, macchinette da gioco, videolottery o materiale promozionale. Anche queste sono piccole azioni che, tutti insieme, come Assemblea, dobbiamo considerare importanti. Come tutti i giorni si combatte una sorta di guerriglia Comune per Comune, porta a porta, contro questa offerta pervasiva del gioco d’azzardo, anche noi, secondo me, in tutti i provvedimenti che andiamo a prendere dobbiamo mettere un piccolo granello, un piccolo ostacolo a quello che rischia di essere un grande danno per i nostri cittadini.

Questo è il motivo per il quale abbiamo presentato questo ordine del giorno, che è stato sottoscritto – e ringrazio – da tutti i Gruppi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Siamo in discussione generale. I consiglieri hanno a disposizione venti minuti. Non ho iscritti.

Nel frattempo, nomino scrutatori i consiglieri Campedelli, Prodi e Gibertoni.

In discussione generale - ripeto - non ci sono iscritti.

Per cui, procediamo con la discussione congiunta sugli articoli e gli eventuali emendamenti. Abbiamo ricevuto una proposta di emendamento a firma del consigliere Bertani e un ordine del giorno 3453/1 a firma dei consiglieri Bertani, Ravaioli, Montalti, Bagnari, Prodi, Mumolo, Taruffi, Torri, Fabbri, Bignami e Foti.

Art. 1.

Sull’art. 1 insiste l’emendamento 1.

Apro la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Cinque minuti per consigliere. Chi chiede la parola? Nessun iscritto.

Apro la dichiarazione di voto congiunta. Nessuna dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani.

 

(interruzioni)

 

Scusate, siete un po’ distratti? Molto distratti. Troppo distratti.

 

(interruzioni)

 

Si è chiusa la discussione sull’art. 1 e anche le dichiarazioni di voto.

Siamo in votazione, che ripeto, perché ho visto l’aula molto distratta.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 all’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto sull’art. 3. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 5 è approvato.

Art. 6.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 6 è approvato.

Art. 7.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 7 è approvato.

Art. 8.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 8 è approvato.

Art. 9.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 9 è approvato.

Art. 10.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 10 è approvato.

Art. 11.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 12.

Apro la discussione generale. Nessuno è iscritto.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno è iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 12 è approvato.

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto congiunte sull’intero progetto di legge e sull’ordine del giorno 3453/1 (oggetto 3714), a firma del consigliere Bertani ed altri. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto finale.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3453/1 (oggetto 3714), a firma del consigliere Bertani ed altri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 3453/1 (oggetto 3714) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 3453, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Votanti

 

36

Favorevoli

 

28

Contrari

 

--

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Zoffoli, prego.

 

ZOFFOLI: Io naturalmente ero per il “sì”, ma non è venuto il voto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Mettiamo agli atti il suo voto favorevole.

Anche la consigliera Ravaioli ha espresso voto favorevole. Bene, grazie.

Proclamo approvata la legge riguardante «Disciplina dei beni regionali - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10»

 

Richiesta di inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): È pervenuta la richiesta di inversione dell’ordine del giorno per posticipare l’oggetto 3023, concernente “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”, e di anticipare tutti gli oggetti che riguardano le fusioni.

La richiesta è a firma della consigliera Gibertoni. Un po’ di silenzio, per favore.

Possiamo procedere con un intervento a favore e uno contro. Poi procediamo con la votazione dell’inversione dell’ordine dei lavori. Chi è a favore? Per l’intervento a favore, il consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Dichiaro, a nome dell’intera maggioranza, che siamo a favore dell’inversione dell’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Chi è contrario? Nessun contrario.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, come è stato descritto.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di inversione dell’ordine del giorno è accolta.

Si procede, pertanto, con gli oggetti “Istituzione di nuovi Comuni mediante fusione”.

 

OGGETTO 2303

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant'Agostino, nella Provincia di Ferrara» (48)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 2303: Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant'Agostino, nella Provincia di Ferrara" (delibera di Giunta n. 215 del 22 02 16) (Comune Terre del Reno).

Il testo n. 10/2016 è stato licenziato dalla I Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 05/07/2016.

La discussione generale nella seduta assembleare del 12/07/2016 e contestuale delibera n. 83 del 12/07/2016 di procedere all’indizione del referendum consultivo.

La pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 322 del 26/10/2016 dei risultati del referendum.

A norma della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni) art. 13, comma 2.

In caso di svolgimento del referendum, la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dei risultati del referendum.

Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni. Quindi, in questo caso il termine è il 27 dicembre 2016.

Il testo n. 22/2016 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari Generali ed istituzionali” nella seduta del 29 novembre 2016, con il titolo “Istituzione del Comune di Terre del Reno mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant’Agostino, nella Provincia di Ferrara”.

La relatrice della Commissione, consigliera Marcella Zappaterra, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Massimiliano Pompignoli, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli e dalla scheda tecnico-finanziaria.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Cedo ora la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Marcella Zappaterra, che ha venti minuti a disposizione. Prego.

 

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Non credo di aver bisogno di utilizzare tutti i venti minuti a disposizione perché credo davvero che sull’istituzione del nuovo Comune ci siano poche parole da spendere visto che hanno già deciso i cittadini. E lo hanno fatto con una chiara maggioranza in entrambi i comuni, a favore di un progetto di fusione sul quale le Amministrazioni hanno lavorato congiuntamente e che hanno fortemente voluto. Sul quale si sono rapportate proficuamente con la Regione, con la Giunta regionale e con gli uffici, anche attraverso il processo partecipativo che è stato avviato e nel quale la fusione dei Comuni di Mirabello e Sant’Agostino è stata inserita, il che ha certamente aiutato a far comprendere le opportunità che derivano da questa fusione.

Credo davvero che noi oggi possiamo esprimere soddisfazione per l’esito di questo che era prima solo un progetto e che oggi diventa una realtà. Dopo l’esito del referendum, è di fatto ufficiale che nel Ferrarese c’è un nuovo Comune, il Comune di Terre del Reno.

Abbiamo votato, nella seduta di presentazione, all’unanimità sull’avvio del referendum. Io auspico, come conseguenza della discussione che si è sviluppata anche in Commissione, che l’esito del referendum consenta anche a tutte le forze politiche presenti in quest’aula di votare all’unanimità la legge istitutiva del nuovo Comune. Credo ce ne siano le condizioni proprio nella presa d’atto e nel rispetto della decisione espressa dai cittadini in modo estremamente chiaro.

È stato avviato dai due Comuni lo studio di fattibilità per verificare i requisiti per dar corso alla fusione e alla costituzione di un nuovo Comune, con alcuni obiettivi molto chiari. Innanzitutto, l’obiettivo di assicurare ai cittadini un miglioramento dei servizi qualitativamente e quantitativamente adeguati, garantendone la continuità e il miglioramento e assicurando loro il decentramento nell’erogazione dei servizi attraverso sportelli polifunzionali, dimodoché i cittadini di nessuno dei due comuni si sentissero abbandonati o depauperati di un punto di riferimento con il Comune stesso.

Altro obiettivo è la possibilità di realizzare investimenti e attivare nuovi servizi attraverso la contestuale riduzione delle spese strutturali e la complessiva semplificazione dell’organizzazione politica e burocratica. Sono due comuni molto simili in termini di struttura organizzativa, due comuni contigui, un comune da 3.305 abitanti che si fonde con uno di 6.009 per dar vita a un comune di dimensioni significative da 10.244 abitanti, che avrà l’opportunità di veder realizzati investimenti e servizi migliorativi della qualità della vita dei cittadini del nuovo comune e determinerà la possibilità concreta di agevolare la futura Amministrazione comunale a costruire soluzioni per i problemi dei cittadini.

Penso sia vantaggioso poter usufruire dei benefici prodotti dalla fusione in termini di economie di scala nella riorganizzazione dell’Amministrazione stessa, con le opportunità relative al personale del nuovo Ente e all’ottimizzazione complessiva nella gestione delle risorse. Del resto, è noto a tutti che due Comuni di piccole dimensioni dispongono di poco personale, che difficilmente riesce a progettare, a costruire e a lavorare in maniera efficiente. Un Comune di 10.200 abitanti che, invece, mette insieme le risorse di personale dei due comuni può dar vita a un’organizzazione certamente più efficace. Ma un Comune di 10.200 può anche avere un maggior peso istituzionale nel contesto territoriale nel quale si trova, che è quello dell’Unione dei Comuni dell’Alto Ferrarese, nel Distretto sanitario Ovest. Quindi, un Comune che può esercitare un peso diverso e maggiore di quanto non potessero avere a livello istituzionale i due Comuni separati.

Altro vantaggio non secondario è quello di essere esentati dagli obblighi della gestione associata dei servizi, attualmente imposti per legge ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. Sarebbe stato il caso di Mirabello, che per il numero attuale degli abitanti sarebbe stato sottoposto a tale obbligo.

Ancora, elaborare strategie di sviluppo del territorio su scala più ampia è certamente un altro vantaggio, che a questo punto con un Comune con un peso istituzionale come quello che potrà avere il Comune Terre del Reno sarà importante per l’intero territorio.

Infine, e lo dico da ultimo perché certamente non è il motore che ha fatto ottenere la maggioranza al referendum, la possibilità di accedere ai contributi e alle agevolazioni statali e regionali previste per le fusioni. A tal riguardo, vorrei precisare, rispetto alle preoccupazioni che abbiamo riscontrato promuovendo le iniziative sul territorio durante la campagna referendaria, che i contributi e le agevolazioni sono anche aumentate rispetto a quelle promesse, concordate e previste per legge. D’altronde, la legge di stabilità che è stata appena approvata prevede un aumento sul fondo statale rispetto all’impegno che avevamo assunto in questo Consesso nella presentazione del progetto di legge.

Questo punto lo tengo per ultimo, perché è certamente significativo e importante. Sarà davvero una fortuna per la nuova Amministrazione del Comune unico da poter spendere, ma certamente non è stato questo il motivo principale che ha indotto gli amministratori e, di conseguenza, i cittadini ad aderire convintamente alla fusione.

Credo davvero che nella costruzione del progetto di fusione, che purtroppo – e dico purtroppo – è l’unico che è passato della tornata referendaria di ottobre, il grande merito degli amministratori che sul territorio hanno lavorato sia stato quello di lavorare partendo per tempo, inserendo l’ipotesi di fusione nei programmi di mandato, condividendo la necessità della fusione in un Comune unico in modo largo con i loro cittadini, a prescindere dalla campagna referendaria e dal successivo referendum. Loro sono partiti molto prima, con le associazioni di categoria e anche con il mondo dell’associazionismo locale, nonché con i cittadini raggruppati nelle varie forme. Sono partiti molto prima per condividere i contenuti non solo dello studio di fattibilità ma anche dell’opportunità di addivenire alla fusione.

Io credo, dunque, che gli amministratori siano riusciti bene in questo tentativo di larga condivisione. Certo, la politica si è divisa. Nel Comune di Sant’Agostino la fusione è stata sostenuta bipartisan da tutte le forze politiche presenti in Consiglio, quindi non solo dal PD ma anche da Forza Italia e dalla Lega, mentre a Mirabello purtroppo la condivisione non è stata bipartisan, ma si è proceduto a in Consiglio comunale a maggioranza. Non ho avuto l’occasione di parlare con tutte le forze di minoranza, ma certamente la Lega si è espressa in modo contrario. Comunque, credo che l’aver portato avanti il progetto in modo bipartisan abbia certamente avvantaggiato Sant’Agostino rispetto a Mirabello e ritengo che, nel risultato del referendum, anche questo elemento sia riscontrabile.

Del resto, in tutta la campagna referendaria per promuovere il referendum l’impegno è stato del Partito Democratico certamente, di qualche altra forza politica che lo ha condiviso su Sant’Agostino, ma spero che oggi si possa arrivare a un voto unanime sulla legge di istituzione del nuovo Comune, ancorché ci si sia divisi prima, perché credo davvero che il nuovo Comune che partirà dal 1° gennaio e che avrà un Governo in carica dalle prossime elezioni comunali che si terranno nella prossima primavera, possa contare sul sostegno di comunità unite, al di là delle appartenenze politiche e al di là di chi vincerà la sfida nelle prossime elezioni comunali. Chi vincerà avrà certamente a disposizione nuove opportunità che invece le Amministrazioni uscenti non hanno avuto, nella gestione della Cosa pubblica e del territorio e nella promozione di azioni protese alla risoluzione dei problemi dei loro cittadini.

Io credo che questo sia il punto di partenza.

La legge istitutiva è composta di pochi articoli. Ritengo che i cittadini abbiano capito l’importanza della fusione per la loro prospettiva e per la prospettiva del loro territorio.

Auspico, oltre a un voto unanime sulla nuova legge istitutiva, che si possa portare avanti celermente la parte procedurale e burocratica che porterà il 1° gennaio al Comune unico. Come Assemblea, vigileremo affinché le procedure di cambio codici per l’iscrizione al mercato elettronico, che sia il MePA piuttosto che Intercent-ER siano compiute velocemente in modo che il Comune unico possa davvero partire il 1° gennaio senza che i cittadini nemmeno si accorgano che le procedure sono cambiate, e che possano accedere ai finanziamenti e partecipare ai bandi senza ritardi. Questo è l’auspicio che ripropongo rispetto alla parte che dobbiamo svolgere come Regione e al compito che ci assumiamo come Assemblea legislativa. Arriviamo ad approvare la legge istitutiva oggi, 14 dicembre, e credo che tutti debbano correre per arrivare all’operatività a partire dal 1° gennaio. Ritengo sia un compito fattibile e chiedo l’impegno di tutti perché la nuova operatività parta davvero dal 1° gennaio.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Sentendo la relazione della consigliera Zappaterra mi verrebbe quasi da votare “no” a questa fusione, anche perché i cittadini hanno scelto. Anche il 4 dicembre i cittadini hanno scelto, ma il percorso avviato dal Governo è sicuramente diverso rispetto al percorso che abbiamo oggi con questa fusione.

Io personalmente non sono a favore delle fusioni, non come movimento della Lega Nord. Personalmente non sono a favore delle fusioni perché comunque ritengo che le fusioni vadano a inficiare l’identità territoriale dei Comuni che si vanno a fondere. È evidente, però, dall’altro lato, che sia necessario ascoltare i cittadini. Di qui l’errore della legge che prevede appunto le fusioni. Ritengo più opportuno, prima di intraprendere un percorso legato allo studio di fattibilità, piuttosto che alla promozione sul territorio delle fusioni, ascoltare i cittadini in via anticipata, cioè fare un referendum anticipato rispetto a quello che invece è l’iter attuale che lo vede nella fase conclusiva.

È evidente che ascoltare i cittadini è importante per noi e sotto questo punto di vista la fusione di Mirabello e Sant’Agostino avrà sicuramente esito positivo con il nostro voto a favore.

La consigliera Zappaterra nella sua relazione sminuisce un po’ il ruolo delle fusioni dicendo sostanzialmente che l’incentivo economico non è fondamentalmente il dato essenziale per cui i Comuni vanno poi a fondersi. In realtà, è completamente l’opposto. Sfido chiunque nei territori a fondersi senza incentivo economico. I risultati sarebbero assolutamente diversi e forse quello che è stato capito si trova nelle altre cinque fusioni che non sono passate nell’ottobre del 2016.

Quindi, è evidente che la legge sulle fusioni – di qui poi la mozione di censura nei confronti dell’assessore Petitti – deve trovare assolutamente un punto di equilibrio che vada a verificare esattamente quelle che sono le volontà dei cittadini. La legge è fatta male, l’abbiamo rifatta peggio successivamente e quindi ritengo che sia opportuno fermarsi a capire quale legge migliore si possa attuare per far sì che il procedimento partecipativo di tutti i cittadini sia elevato al massimo grado di popolarità.

Il referendum deve essere la base di partenza delle fusioni, non la base di arrivo.

È chiaro che nel caso di Mirabello e Sant’Agostino la cittadinanza si è espressa sostenendo il voto favorevole a questo progetto di legge sulle fusioni. Questo progetto di legge avrà il nostro voto favorevole, però è chiaro che si deve fare un distinguo rispetto a quelli che sono, invece, i progetti di legge che non sono andati come il PD riteneva dovessero andare, ma è evidente che dobbiamo trovarci nella condizione secondo la quale questo iter debba essere necessariamente modificato.

È chiaro che la relazione, che è già stata fatta sulla base dell’intervento della consigliera Zappaterra, sull’articolato non ha senso ripeterla. Verrà fuso il nuovo Comune e nel momento in cui i cittadini avranno dato il consenso positivo si dovrà necessariamente arrivare ad un procedimento di fusione nei tempi più rapidi possibili, come diceva la consigliera Zappaterra.

Non dimentichiamo quello che ho detto prima sulle perplessità legate alla legge sulle fusioni e non di meno a quello che è l’incentivo economico che fa sì che i Comuni votino a favore delle fusioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Apro la discussione generale. Do la parola al consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente.

Faccio mie le riflessioni del collega Pompignoli circa le pecche che questa impalcatura legislativa, a tema fusioni, lasciano e sono particolarmente gravi.

Come diceva il collega prima, il fatto che molti Comuni abbiano detto di no alle fusioni forse dovrebbe farci pensare e riflettere sulla possibilità di fare qualche modifica anche ora, in corso d’opera, rispetto alle regole del gioco.

Concordo con la consigliera Zappaterra sui risultati di questa fusione. Il collega Pompignoli intanto ha già anticipato il voto favorevole che ribadisco. Concordo sul fatto che sicuramente un Comune più grande sarà certamente più organizzato, il personale sarà di più, il peso istituzionale sarà di tutt’altra portata. Concordiamo anche sul fatto che si lavori per fare in modo che i cittadini abbiano meno disagi possibili rispetto al procedimento di fusione, quindi nel tempo in cui questa fusione avverrà, però sui dati, consigliera Zappaterra, proprio non mi sento di essere d’accordo con lei perché giustamente hanno deciso i cittadini, ma di larga maggioranza proprio non direi. Se pensiamo al Comune di Mirabello, il Comune di Mirabello ha espresso 12 preferenze in più del sì rispetto al no e soprattutto il processo partecipativo non è per nulla soddisfacente perché pensiamo che le persone che si sono recate alle urne per votare questo referendum sono state appena il 35,5 per cento rispetto agli aventi diritto. Quindi, nel rispetto della decisione presa dai cittadini di certo non c’è stata un’affluenza tale da far richiamare al successo elettorale vero e proprio.

Concordo, inoltre, con il collega Pompignoli quando dice che il contributo economico fa la differenza. Sicuramente sì. Nello specifico, il Comune fuso di Mirabello e Sant’Agostino riceverà per i primi tre anni 330.000 euro annui di contributi e successivamente, per i quindici anni a venire, 180.000 euro. È chiaro che dal punto di vista della spesa e dal punto di vista degli investimenti queste iniezioni di liquidità danno davvero una forte spinta nei confronti degli investimenti e sicuramente hanno spinto gli amministratori a decidere per la fusione anche e soprattutto sulla base dell’aggio economico che ne deriva.

Vi paleso la perplessità di come questa fusione è avvenuta. Si parla di processo partecipativo. Io ho partecipato ad alcune iniziative di informazione alla popolazione riguardo alla fusione e sono rimasto veramente molto perplesso rispetto all’affluenza: non c’era nessuno. Sono state fatte le riunioni al cospetto di una decina di persone, forse perché fatte in orari non proprio consoni ad un’adunata di piazza, forse perché non fatte in sedi particolarmente appetibili per attirare cittadini, ma di fatto, almeno nelle riunioni a cui ho partecipato, non c’era assolutamente gente. E forse il dato che ne è derivato, che dicevo prima dell’affluenza al 35 per cento, deve far riflettere circa le modalità che i due Comuni e anche le modalità dettate dall’Amministrazione regionale non abbiano reso particolarmente popolare il fatto che si dovessero andare a decidere le sorti della fusione dei Comuni.

Diceva bene il collega Pompignoli prima: il rispetto anche solo di un voto in più della popolazione che si esprime fa sì che il nostro voto sarà un voto favorevole. Rispettiamo ovviamente la decisione popolare. Ricordo che è una fusione, come dicevo in un precedente intervento, quando se ne parlava le volte scorse, che nasce comunque zoppa. Nasce zoppa perché uno dei due Comuni era commissariato, quand’anche lo ricordava bene la collega Zappaterra prima negli anni precedenti entrambi i Comuni avevano creato un percorso che avrebbe portato alla fusione nel momento dell’approssimarsi alla fusione il Comune di Sant’Agostino, che dei due era il Comune più grosso, da 5.000 quasi 6.000 abitanti, si ritrovava commissariato e non con un sindaco o un’Amministrazione che potesse fare la propria parte propedeutica al discorso della fusione.

Forse è anche per questo che, se andiamo a vedere l’esplosione dei dati, in Sant’Agostino città ha vinto il “no”, mentre la differenza l’hanno fatta le frazioni. Probabilmente, il fatto che mancasse una Amministrazione in quel Comune ha realmente fatto la differenza.

Ribadisco il nostro voto positivo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Ci sono altri interventi in discussione generale? La parola al consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Com’è noto, la nostra posizione sulle fusioni è in generale positiva, però c’è un vincolo importante, che è quello della partecipazione e della decisione dei cittadini. In questo caso – purtroppo unico caso e adesso spiegherò meglio questo “purtroppo” –, unico caso su queste fusioni, i cittadini si sono espressi favorevolmente. Quindi, in questo caso, coerentemente a quello che abbiamo sempre detto, voteremo a favore.

Va valutato, però, l’insieme – di questo discuteremo approfonditamente anche nei prossimi oggetti – dei risultati, che ci dà un’indicazione importante. L’indicazione importante è che il metodo che si sta perseguendo evidentemente non funziona. O non funzionano le fusioni e quindi ci stiamo sbagliando tutti o non funziona il metodo, perché i cittadini, nella maggior parte dei casi, hanno votato contrariamente.

Da questi casi in cui il voto è favorevole, anche se poi viene sottolineata la bassa affluenza, dobbiamo capire perché in questo caso ha funzionato. La consigliera Zappaterra diceva che c’è stato un coinvolgimento fin dalle fasi iniziali. Io non conosco bene il territorio, quindi mi fido delle parole della consigliera Zappaterra, ma sento anche le voci critiche dei colleghi della Lega.

Sicuramente chi è del territorio capisce meglio, però il concetto che i cittadini vanno coinvolti fin dall’inizio e il processo deve partire dal basso è un’informazione importante che rimane fondamentale se continuiamo a calare questi processi dall’alto sempre più, con la sfiducia che c’è anche nei confronti delle Istituzioni, sempre più le risposte saranno negative, tanto più che quando ci sono dei referendum e questi referendum vengono disattesi la sfiducia aumenta.

Pensiamo ai referendum sull’acqua pubblica, ma pensiamo anche al referendum di qualche giorno fa dove una componente di quel voto era una componente politica e la risposta che è stata affidata ai cittadini è stata sicuramente uno schiaffo. Quindi, finché noi diamo degli schiaffi ai cittadini prepariamoci ad avere delle reazioni che, con il tempo, non sono sicuramente a favore delle Istituzioni.

Per concludere, in questo caso noi votiamo sì, però ricordiamo che quella legge, come è stata modificata quest’estate, contiene dei profili che allontaneranno sempre di più la possibilità di voti favorevoli, perché sono state inserite delle casistiche che vogliono andare a forzare il risultato dei voti.

Chiedo a tutta l’Assemblea di riflettere su quell’articolo sterminato che è stato approvato di corsa quest’estate, scritto all’ultimo momento, con l’interruzione dell’aula, con una discussione su discussione all’aula interrotta, senza quindi una riflessione, secondo noi, fatta bene in cui sono state inserite tutta una serie di casistiche. Le casistiche, secondo noi, sono semplici. Se i cittadini, anche di un solo Comune, dicono di no, il referendum non va fatto. Va fatta, comunque, un’analisi e vanno aperte delle possibilità invece per i cittadini di quei Comuni che danno un parere favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

La posizione del nostro Gruppo rispetto ai processi di fusione dei Comuni in generale è nota. Noi riteniamo siano utili questi processi e quindi li sosteniamo. Dove riusciamo e dove possiamo ci spendiamo perché questi processi vadano avanti, ovviamente partendo da una considerazione che vale per questo caso come per gli altri, per tutti quelli che abbiamo esaminato, quelli che hanno dato un esito positivo, come quelli che hanno dato un esito non positivo. Sono tutti processi che partono per iniziativa e sono partiti per iniziativa delle Amministrazioni comunali, cioè sono tutti processi che trovano origine da una delibera dei Consigli comunali che chiedono alla Giunta regionale di avviare processi legislativi per le fusioni.

Dopodiché si avvia il processo che conosciamo sul quale pure sarà anche opportuno riflettere sulle normative. Anch’io penso che qualcosa si possa migliorare nella definizione della legge che è a fondamento dei processi di fusione, però io, proprio per la correttezza e anche per l’onestà dei rapporti che devono intercorrere tra di noi, eviterei di continuare a ripetere processi calati dall’alto perché non sono mai calati dall’alto. Non c’è nessun progetto di legge di fusione tra Comuni che abbia trovato origine da un’iniziativa dell’Assemblea legislativa, né in questa legislatura né in quella precedente.

Noi abbiamo sempre risposto, sia in questa legislatura che in quella precedente, a richieste che provenivano dai territori e segnatamente dalle Amministrazioni comunali, che spesso non erano nemmeno dello stesso colore politico.

Questo è successo, consigliere Pompignoli.

Forse l’analisi che dobbiamo fare riguarda anche come nascono questi processi e cioè valutare bene se e quando un’Amministrazione in Consiglio comunale avvia il procedimento, chiede l’avvio del processo legislativo di fusione se effettivamente ha ponderato bene le situazioni, se ha costruito per il percorso, perché abbiamo evidentemente preso atto del fatto, e lo sapevamo già, non è che ce lo possiamo nascondere, che i processi di fusione sono processi che vanno costruiti con calma, con attenzione e senza fare forzature, perché le forzature, e questo vale sia in scala locale che in scala nazionale, non portano bene. Quindi, chi vuole forzare poi va a sbattere.

Siccome sappiamo che questo è, perché questo è, dobbiamo chiedere alle Amministrazioni che quando decidono di avviare questo processo lo facciano con maggiore forse cautela e con maggiore attenzione, non per scaricare responsabilità, perché qui dirò anche un’altra cosa che, secondo noi, deve poter valere in generale. Forse è il caso che prima di avviare, di richiedere l’avvio dei processi legislativi, le Amministrazioni abbiano svolto un referendum preventivo.

Questa potrebbe essere una possibilità. Per cui noi siamo coinvolti come Regione quando le Amministrazioni, i territori e le comunità si sono già espresse, perché a quel punto noi andiamo avanti speditamente. Forse questa potrebbe essere una soluzione che possiamo immaginare di introdurre.

Detto questo, però, io rimango anche dell’avviso – e lo dissi anche a luglio quando discutemmo della modifica della legge – che tentare di quadrare e incasellare tutte le possibili soluzioni rischia di essere un problema, perché la realtà è più complicata di come la vorremmo.

Penso anche che l’Assemblea debba poter avere un margine di discrezionalità. Non siamo solo qui a recepire in modo notarile quello che succede. Esistono casi in cui nella valutazione dell’Assemblea, secondo me, è utile mantenere un margine di flessibilità perché l’Assemblea possa decidere nei casi più complicati. Questo è il quadro sul quale, secondo noi, ci si deve muovere. Detto questo siamo di fronte, nel caso specifico, a un risultato chiaro in cui i cittadini si sono espressi favorevolmente alla fusione. Non è uno dei pochi, perché, consigliere Pompignoli, sempre con cortesia le ricordo che nel Comune di Ventasso, di Alto Reno Terme, di Montescudo e Monte Colombo – potrei citare tanti altri casi della precedente legislatura – i processi di fusione sono andati avanti e sono andati avanti con il consenso dei cittadini. Forse più che chiederci se sia giusto o meno portare avanti i processi di fusione dovremmo chiederci come quei progetti e come quei processi vengono avviati.

Torno a quello che dicevo prima. Magari suggerirei più calma, qualche correttivo, qualche elemento. Però, in linea generale credo che dobbiamo dirci noi cosa pensiamo, perché, e qui torna fuori l’elemento che tutte le volte discutiamo, credo sia bene, sia opportuno che le forze politiche rappresentate in questa Assemblea dicano cosa pensano delle fusioni in generale. Non vale dire: “Siamo d’accordo, però se succede questo...”. Che cosa pensiamo delle fusioni? Questo dobbiamo dire. Noi pensiamo che le fusioni vadano sostenute, incentivate, aiutate e non vadano imposte, però la nostra linea è chiara e sui territori ci stiamo comportando in modo conseguente.

Certo, di fronte al fatto che un referendum dà un esito controverso o, addirittura, negativo ci si ferma. Senza dubbio. Con la stessa chiarezza, mi piacerebbe che anche tutte le altre forze dicessero che cosa pensano. Queste fusioni dobbiamo aiutarle, pensiamo che siano utili per la riforma “buona” delle Istituzioni oppure no? Altrimenti, tutte le volte fare il gioco delle tre carte diventa un pochino problematico.

Ovviamente, il nostro voto su questo progetto di legge è favorevole. Sugli altri, dove, ovviamente, le volontà dei cittadini e delle comunità sono state evidenti, ci fermeremo. Ad ogni modo, noi dobbiamo precisare che cosa vogliamo fare in linea generale. Sennò, tutte le volte ripartiamo daccapo.

In conclusione, ribadisco che non intendo scaricare responsabilità sulle Amministrazioni. Penso, però, che quando le Amministrazioni partono lo debbano fare, forse, con maggiore cautela. L’insegnamento che possiamo trarre da questa tornata sta proprio lì, senza demonizzare, ovviamente, i processi, senza pensare che dietro questo “no” ve ne siano altri (anche se, fortunatamente, ne sono arrivati anche altri). Non mischiamo le carte. Non mischiamo le questioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire, sempre in discussione generale, il consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Non vorrei essere al posto dell’assessore Petitti. È l’unica fusione che è passata ed è già un’ora e mezza che stiamo parlando di questo tema. Dopo aver ascoltato l’intervento illuminante – lo dico con grande senso del dovere – del consigliere Taruffi, che vedo ormai proiettato come nuovo leader emiliano di sinistra italiana (si chiamerà così), non potevo stare zitto.

Il consigliere Taruffi, secondo me, ha toccato un punto sicuramente importante, che credo ci debba far riflettere tutti, in particolar modo la Giunta regionale. Questo referendum su Sant’Agostino e Mirabello ha avuto una cosa, a mio avviso, importante dietro che ha permesso anche un risultato positivo o, perlomeno, il voto in termini assoluti sul “sì”, che non è stato politicizzato. C’è stata una grande riflessione istituzionale da parte dei sindaci, della Giunta, dei Consigli comunali che parte da lontano e ha portato, ovviamente, a un clima più legato, effettivamente, al territorio e meno al discorso politico, anche se, ovviamente, ogni partito, ogni movimento, ogni lista civica ha dato il proprio contributo, in termini di idee, sulla fusione.

È stato un po’ difficile per noi sostenere il “sì” su questo referendum e il “no” dopo un mese e mezzo per il referendum legato alla Costituzione. Si rischiava di fare un po’ di confusione. Credo che la realtà sia proprio questa. Se ne stiamo fuori il più possibile, come movimenti e come partiti, effettivamente, sui territori si riesce a costruire qualcosa. Ne è un esempio questo, con tantissime difficoltà che venivano evidenziate prima.

Se è vero che le Istituzioni locali hanno fatto tanto da questo punto di vista, credo che la Regione Emilia-Romagna non abbia fatto abbastanza per cercare di informare e di creare quella cultura legata a una scelta importante per quello che riguarda un approccio diretto alla vita civica dei cittadini, come quello relativo alla scelta se fondersi oppure no. Questo lo dimostrano anche le percentuali di voto ridicole rispetto a quello che, secondo me, dovrebbe essere un referendum con delle percentuali di voto molto più alte. Quando si parla del 33/37 per cento nei due Comuni credo che non si sia raggiunto l’obiettivo prefigurato. Credo che questo sia dovuto – come dicevo prima – alla poca informazione. Inoltre, il discorso delle fusioni non eccita tanto, permettetemi il termine, l’elettorato in generale. Finché questa Nazione non sceglierà di portare avanti altri processi a livello nazionale, come un federalismo fiscale vero e proprio, che dia autonomia sia alle Regioni che ai Comuni, anche in termini di fiscalità, dubito che la gente si farà abbindolare da facili slogan del tipo “abbiamo un peso istituzionale più forte, abbiamo la capacità di fare più investimenti non perché siete dei territori meritevoli, ma perché noi, Regione, vi compriamo dicendo che vi diamo per tot anni delle risorse”.

Credo che vada fatta, invece, una riflessione a monte molto più importante su quello che deve essere l’assetto istituzionale dello Stato e da lì, forse, anche la consapevolezza dei cittadini che vanno a votare potrebbe cambiare.

Allo stesso modo, sono rimasto un po’ stupito del fatto che, dinanzi all’unica fusione andata a buon fine, dopo circa due mesi dal referendum, arriviamo solo oggi in aula. La Giunta è consapevole del fatto che stanno arrivando le feste di Natale e che gli adempimenti di questi Comuni per fondersi nel nuovo Comune saranno molti. Durante questo periodo natalizio, specialmente con un Comune, ahimè, commissariato, si dovrà – come diceva prima, giustamente, la collega Zappaterra – lavorare molto in questa direzione. Non vi è stato un bagno di umiltà, anche da parte della Giunta, dicendo: “Mandiamo avanti prima questo, nelle Commissioni e poi in aula, e anticipiamo di qualche settimana il voto, e poi vediamo gli altri dove siamo andati male”. Probabilmente, avremmo fatto del bene a questo territorio e avremmo evitato anche un dibattito politico fine a se stesso che, ahimè, continuerà anche nei prossimi punti all’ordine del giorno di oggi.

Chiudo facendo una riflessione. Cerchiamo, anche in questo caso, di portare al voto subito, come è giusto che sia, questo Comune. Non credo che ci sia la paternità di nessun partito politico attorno a questo processo di fusione. Ho letto alcune dichiarazioni degli amministratori più importanti del Partito Democratico di questi territori, l’ex vicesindaco Tassinari e il sindaco di Mirabello, Poltronieri, che sono stati gli artefici, secondo i giornali e anche secondo loro stessi, di questo processo di fusione. Siccome siamo stati legati ai territori fino ad oggi, vorrei dire una cosa a questi amministratori del Pd: non cerchiamo di individuare, effettivamente, chi ha vinto e chi ha perso, ma cerchiamo di andare avanti. Per rivalità di partito, qualcuno si vuol candidare a sindaco del prossimo Comune al posto dell’altro. Purtroppo, ci sono anche queste realtà. Cerchiamo, invece, di portare avanti velocemente tutti gli adempimenti che ci aspettano, sia per il Comune di Mirabello che per il Comune di Sant’Agostino.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

Io non ho iscritti ulteriori in discussione generale.

Chiedo l’eventuale replica della relatrice di maggioranza.

Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Auspicavo il voto all’unanimità, visto l’esito referendario, ma, sentite le motivazioni del collega Pompignoli e del collega Pettazzoni, in particolare, li sfido a votare “no”. Ho ascoltato alcuni interventi che, alla fine, si possono sintetizzare con il “votiamo sì, perché i cittadini hanno deciso che la fusione deve andare avanti, però noi eravamo contrari”.

Abbiate il coraggio, con le motivazioni che avete portato, di votare “no” e di andare a spiegare ai cittadini di Mirabello e di Sant’Agostino perché avete votato “no”, con le stesse motivazioni del sacrificio compiuto nel votare “sì”.

Chiedo un po’ di coerenza in quest’aula. Il relatore di minoranza non si è occupato della fusione, non si è mai visto sul territorio, si è occupato di tutt’altro. L’intervento era tutto verso la legge. La legge regionale non è certamente la legge istitutiva delle fusioni, così come non lo era il PDL.

Anche le motivazioni addotte nel merito fanno un po’ ridere. Da un lato, si dice che gli incentivi sono fondamentali per far andare avanti le fusioni e, dall’altro lato, si rileva che tutte le altre non sono passate. Se gli incentivi fossero fondamentali, probabilmente, quella di Mirabello e Sant’Agostino non sarebbe stata l’unica fusione a passare. Non è così. La dinamica è un po’ più complessa. Il consigliere Pettazzoni dice: “È una fusione che nasce zoppa perché c’era un Comune commissariato” quando il Comune commissariato è quello in cui il risultato referendario sul “sì” alla fusione è stato maggiore. L’affluenza è stata troppo bassa, la maggioranza troppo risicata. Possiamo parlare per sei mesi di fila, però la maggioranza è chiara. Al referendum si è spiegato bene che chi andava decideva. In democrazia funziona così. Vivaddio, rassegnatevi e non fatene sempre una questione politica rilevante, quando i cittadini si sono espressi non può esserci sempre il “ma però”.

Ha ragione il consigliere Fabbri: la fusione di Mirabello e Sant’Agostino è passata perché si è tenuta molto sui contenuti territoriali e perché non la si è politicizzata troppo. È stato chiaramente così. Io lo so perché, a differenza del consigliere Pettazzoni, che ha partecipato solo a un incontro del percorso partecipativo della Regione, io ho partecipato alle assemblee di Dosso, di San Carlo, di Sant’Agostino. Le assemblee promosse dalle Amministrazioni erano assolutamente partecipate.

A questo punto, fatemi stigmatizzare l’atteggiamento ambiguo che la Lega ha avuto sulla fusione. A Mirabello, in Consiglio, mi sono trovata il vostro consigliere Brini, il quale esprimeva palesemente il “no” alla fusione. Mi sono anche trovata in assemblea a Sant’Agostino con il vostro assessore Marvelli, il quale, invece, ha sostenuto la fusione.

Io non voglio politicizzarla adesso. Non ci sono vincitori. È giusto che nessuno ci metta il cappello, però pretendo un po’ di chiarezza sul fatto che voi certamente a favore della fusione non avete lavorato, che qualcuno dei vostri ha lavorato contro e che siete stati tiepidi anche nella discussione di presentazione del PDL. Basta vedere i verbali. Avete votato perché si votava semplicemente: “Facciamo il referendum?”; “Sì, facciamo il referendum”. Diversamente, forse, sarebbe stato un voto differente anche quello.

Messi insieme questi elementi, esprimete un voto coerente con queste motivazioni e con il tipo di percorso che avete seguito per la fusione. I cittadini sono molto più attrezzati di quanto pensiamo. Non credo vadano sottovalutati lasciando intendere come ha fatto il consigliere Fabbri che, forse, non hanno chiara la differenza tra il voto al referendum costituzionale e il voto al referendum sulla fusione, perché i risultati di entrambi i referendum dimostrano che ce l’hanno chiarissima.

Ammettete che la vostra posizione ambigua, su questo, è stata dettata dal fatto che il consigliere Pompignoli, come relatore di minoranza, ha premesso che è contrario alle fusioni, ma lì le Amministrazioni alle quali avete partecipato hanno deciso di andare avanti, ammettete che, alla fine, avreste preferito che anche la fusione di Ferrara non passasse per tenere una posizione partitica sulle fusioni. La nostra fusione è passata. Non potete votare contro. Abbiate, però, il coraggio di dirlo, con motivazioni che siano vere. Di questo si tratta. 

Presidente, ovviamente, con questo confermo il voto favorevole del Gruppo. Se ci saranno altri spazi in dichiarazione di voto, non so se il Capogruppo ne vorrà approfittare.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola, per la replica, al relatore di minoranza consigliere Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Le lezioni di democrazia da parte della consigliera Zappaterra io non le consento, anche perché, dopo il 4 dicembre, se la democrazia voleva essere quella che dice la consigliera Zappaterra, si andava subito a votare, non si faceva un Governo tecnico, visto che si deve decidere in base alle volontà dei cittadini.

Stiamo parlando di fusioni, e fin qui ci siamo. Io ho detto che esprimo un parere personale. Io non sono d’accordo sulle fusioni. Io sono d’accordo sul rispetto della volontà popolare. Il referendum si è espresso in senso positivo. Pertanto, rispetto la volontà dei cittadini. Punto. Questo è il rispetto della democrazia, non quello che state facendo voi.

Da questo punto di vista, credo sia opportuno che la consigliera Zappaterra, prima di parlare, pensi almeno dieci minuti, forse venti. Evidentemente, non sa quello che dice. Ed è anche opportuno rimarcare questo concetto. Io non sono del territorio. È intervenuto il consigliere Pettazzoni, che è del territorio. Ero relatore di minoranza di questo progetto di legge perché il consigliere Pettazzoni non era della I Commissione. Siamo chiari. Quindi, non vengo a Ferrara per fare degli incontri. È venuto il consigliere Pettazzoni piuttosto che il consigliere Alan Fabbri. Penso sia chiaro il concetto. Non dobbiamo fare una questione sul fatto che io non sono andato sul territorio per fare degli incontri sulla fusione. Credo sia opportuno che la consigliera Zappaterra quantomeno dica che i rappresentati della Lega Nord si trovavano sul territorio per parlare delle fusioni.

Da questo punto di vista, lezioni di democrazia non ne dobbiamo prendere dal Partito Democratico, tanto è vero che – come dicevo inizialmente – se la lezione deriva da persone che non rispettano la volontà popolare (lo si vede con il referendum del 4 dicembre), a questo punto, facciamo un pensiero e capiamo, effettivamente, quello che sarà l’esito di un Governo che, sicuramente, non rispecchierà la volontà dei cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Passiamo, quindi, all’analisi dell’articolato.

Art. 1.

Apro il dibattito generale sull’art. 1. Ci sono iscritti? No.

Apro le dichiarazioni di voto sull’art. 1. Ci sono iscritti? No.

Prima della votazione, controllo se ci sono i consiglieri scrutatori. Il consigliere Campedelli lo vedo, la consigliera Gibertoni no, la consigliera Prodi sì. Sostituisco la consigliera Gibertoni con la consigliera Piccinini nelle funzioni di scrutatrice.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 5 è approvato. 

Art. 6.

Apro la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 6 è approvato.

Apro le dichiarazioni di voto finali sull’intero progetto di legge. Ci sono dichiarazioni di voto?

La parola al consigliere Pettazzoni, prego.

 

PETTAZZONI: Grazie.

Giusto due parole, anche per riprendere le dichiarazioni della collega Zappaterra che sembrano più un processo alle intenzioni che un intervento nel merito.

“Li sfido a votare ‘no’”. Mi dispiace: la sfida non è accolta. Se la consigliera vuole, facciamo “testa o croce” e ci giochiamo un caffè al bar, ma giocarsi un voto così, con una sfida estemporanea, non mi sembra nemmeno particolarmente corretto, anche alla luce del fatto che – come abbiamo detto prima – c’è un voto popolare sicuramente chiaro, come lo definisce lei, un po’ meno importante per la nostra visione, data l’affluenza e dato lo scarto minimo in Sant’Agostino centro e in Mirabello Comune, dove la differenza, il delta, è di 12 voti. Comunque sia, è un’espressione popolare che rispettiamo. Lo abbiamo detto, fin dalla prima volta che si è parlato di questa fusione nello specifico.

Pertanto, confermo il voto favorevole del nostro Gruppo. Lavoriamo, piuttosto, lo dicevamo tutti bene prima, affinché il passaggio sia facilitato e non crei problemi alla cittadinanza. Metterei un po’ di acqua sul fuoco, in questo momento. Quand’anche la discussione sia stata un po’ aspra, i cittadini hanno deciso, quindi bisogna assolutamente garantire il massimo rispetto di questa scelta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pettazzoni.

La parola alla consigliera Marcella Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Consigliere Pettazzoni, lo sai che ti voglio un gran bene, però credo che una camomilla tu la debba offrire al consigliere Pompignoli. D’altronde, il fatto che nel suo primo e secondo intervento abbia parlato quasi sempre di referendum costituzionale e quasi mai di fusione credo che in qualche modo confermi quello che dicevo all’inizio. Al di là delle dinamiche interne relatore o no, sul territorio io ho sentito i rappresentanti della Lega di Mirabello dirsi contrari. Quindi, è inutile tentare di far passare in quest’aula il concetto che anche loro hanno lavorato strenuamente per la fusione.

Ciò detto e ciò chiarito, spero che si arrivi ugualmente all’unanimità e mi auguro che avremo occasione di lavorare su molte altre fusioni in questa Regione, perché ne abbiamo bisogno.

Confermo il voto favorevole del Gruppo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Zappaterra.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2303, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

36

Favorevoli

 

36

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Terre del Reno mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant'Agostino, nella Provincia di Ferrara».

 

OGGETTO 2306

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant'Ilario d'Enza nella Provincia di Reggio Emilia»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 2306/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

 

OGGETTO 3616

Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a non approvare progetti di legge relativi alla fusione di Comuni qualora non si sia registrato un orientamento favorevole in tutti i Comuni coinvolti, ad apportare modificazioni alla legge regionale n. 24/1996, come modificata dalla legge regionale n. 15/2016, e a definire ed attuare azioni di promozione e di accompagnamento dei processi di fusione dirette a favorire la partecipazione territoriale agli stessi, incentivando inoltre l’impegno dei cittadini e delle associazioni fin dall’inizio dei procedimenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni, Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 2306: Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant'Ilario d'Enza nella Provincia di Reggio Emilia" (delibera di Giunta n. 293 del 29 02 16).

A questo oggetto è abbinato l’oggetto 3616: Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a non approvare progetti di legge relativi alla fusione di Comuni qualora non si sia registrato un orientamento favorevole in tutti i Comuni coinvolti, ad apportare modificazioni alla legge regionale n. 24/1996, come modificata dalla legge regionale n. 15/2016, e a definire ed attuare azioni di promozione e di accompagnamento dei processi di fusione dirette a favorire la partecipazione territoriale agli stessi, incentivando inoltre l'impegno dei cittadini e delle associazioni fin dall'inizio dei procedimenti, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni e Piccinini.

Il testo n. 13/2016 è stato licenziato dalla I Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 05/07/2016.

La discussione generale si è tenuta nella seduta assembleare del 12/07/2016 ed è contestuale la delibera n. 86 del 12/07/2016 di procedere all’indizione del referendum consultivo.

La pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 322 del 26/10/2016 dei risultati del referendum.

Il testo n. 24/2016 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari Generali ed istituzionali” nella seduta del 6 dicembre 2016, con il titolo “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant’llario d’Enza nella Provincia di Reggio Emilia”, con parere contrario.

Il relatore della Commissione, consigliere Yuri Torri, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Gabriele Delmonte, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il progetto di legge, come sapete, è composto da 6 articoli.

Do la parola al relatore della Commissione, consigliere Yuri Torri.

 

TORRI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Rispetto ai passaggi precedenti e all’ultimo passaggio in aula, per quanto riguarda la relazione occorre dare conto del momento fondamentale di questo progetto di legge di fusione, che è rappresentato dalla consultazione referendaria e dal successivo passaggio in I Commissione, che è la Commissione referente. Per questo motivo è stato proposto l’ordine del giorno per il non passaggio all’esame dell’articolato del progetto di legge, su cui anticipo che voteremo favorevolmente, come chiedo a tutta la maggioranza di fare, non tanto per sottrarsi all’esame del progetto di legge, che comunque in quest’aula è già stato valutato e votato, quanto per una conseguenza tecnica del precedente passaggio in Commissione in cui si è votato, dietro mia proposta, in accordo con il relatore di minoranza, consigliere Delmonte, contro il progetto di legge proprio a seguito del passaggio referendario.

Il passaggio referendario ha evidenziato in due Comuni su tre una chiara contrarietà al progetto di legge, in particolare il Comune di Gattatico, che si è espresso contrariamente con una percentuale superiore al 60 per cento, e il Comune di Campegine con una percentuale superiore al 70 per cento. Ha prevalso il voto favorevole a Sant’Ilario d’Enza, che ha segnato una percentuale superiore al 60 per cento, tuttavia con un’affluenza che non ha superato il 50 per cento e che, comunque, è stata inferiore rispetto agli altri tre Comuni.

Si tratta di un risultato evidente, che ha portato al voto contrario all’unanimità da parte della Commissione e che ci porta oggi a votare favorevolmente al non passaggio all’esame dell’articolato, nel rispetto prima di tutto della volontà popolare.

Ad ogni modo, come abbiamo avuto occasione di dire commentando a caldo i risultati e nelle successive fasi del confronto, penso sia giusto, proprio per la natura del tema e per l’espressione popolare, non fermarsi al rispetto, comunque dovuto, della volontà popolare, ma procedere a un approfondimento e a una riflessione maggiore. Scampoli di questa riflessione sono già stati espressi – dico scampoli perché si parlava di un altro territorio, non perché fossero poco approfonditi – durante la discussione del progetto di legge precedente. Sul tema della fusione ci siamo confrontati anche in altre sedute, perché questo risultato, come il risultato di tutta la tornata – e non abbiamo difficoltà a dirlo – richiama non soltanto a rispettare i cittadini, che è comunque un atto dovuto e fondamentale, ma anche a capire a quale genere di riflessione questa espressione ci deve indurre.

Penso che il percorso di questa fusione, come abbiamo avuto modo di ribadire in occasione intanto dell’indizione del referendum e poi dei confronti che abbiamo tenuto al riguardo, a questa riflessione porti comunque, indipendentemente dal risultato, aspetti che possono tornare utili alle nostre future valutazioni in materia, perché ha avuto, fino al suo esito negativo, un iter tutto sommato lineare e per certi aspetti particolare, a partire dalle delibere che i tre Consigli comunali hanno adottato per chiedere alla Regione di rispettare comunque la volontà popolare espressa in ogni singolo Comune, per arrivare all’inserimento nel progetto di legge di queste tre delibere, nonostante formalmente sia una procedura singolare, nella fase istruttoria, su iniziativa del relatore di minoranza, all’incontro da parte dell’Ufficio di Presidenza della I Commissione con i comitati che avversavano la fusione, caso unico rispetto a tutti i percorsi di questo tipo che abbiamo già affrontato. Dopodiché, una volta indetto il referendum, credo si sia avviato un confronto schietto e acceso sul territorio, che ha visto comunque una buona partecipazione. Il risultato è stato chiaramente avverso alla fusione e alla posizione che abbiamo sostenuto, per cui questo, proprio perché abbiamo affrontato la questione cercando di mantenere il più lineare possibile il percorso, cercando di fissare in un ordine del giorno questi punti, proprio nel momento in cui si andava verso una modifica delle normative, perché questo era un percorso particolare che meritava quel tipo di rispetto, cercando di tenere fermi questi aspetti, per quanto possa dire, per la posizione che ho sostenuto rappresenta una sconfitta chiara. Ma non mi sento affatto a disagio perché, come ricordava prima anche il collega Taruffi, quello che abbiamo sempre ribadito è che in questi casi è giusto affrontare le questioni mantenendo più vicini ai territori le problematiche e rendendole meno politicizzate, evitando inutili forzature. Quindi, abbiamo manifestato prontezza nel voler rispettare l’espressione dei referendum e non forzare rispetto alla volontà popolare. Questo è quello che abbiamo detto fin dall’avvio di questo percorso, questo è quello che abbiamo cercato di fare negli atti, almeno da parte mia, nei mesi in cui l’Assemblea ha lavorato sul tema delle fusioni e non specificamente su quella.

Per tutte queste ragioni, per quanto la mia inizialmente fosse una posizione differente, credo sia giusto e doveroso votare il non passaggio all’esame dell’articolato e, quindi, far decadere il progetto di legge di fusione in oggetto e, grazie a questa espressione, come alle altre, continuare nella riflessione che si era avviata anche con gli interventi precedenti sul tema delle fusioni, proprio perché bisogna non solo rispettare le volontà espresse, ma anche cercare di approfondire e capire bene le motivazioni alla base della volontà manifestata dai cittadini dei Comuni di Sant’Ilario, Campegine e Gattatico, ma più in generale della nostra regione. È un lavoro da svolgere indipendentemente, penso, dalle appartenenze politiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Ora interviene il relatore di minoranza, consigliere Gabriele Delmonte.

 

DELMONTE, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Per prima cosa desidero ringraziare il consigliere Torri, perché effettivamente in tutto il percorso che ha portato a questo progetto di legge, dall’avvio dell’iter in Regione fino al referendum, ma devo dire fino ad oggi, c’è stata una collaborazione netta tra i due relatori per portare massima trasparenza e massima comunicazione sui territori e anche per portare la voce dei territori qui in Regione, come è appena stato ricordato.

Io vorrei ripercorrere brevemente l’iter di questo progetto di legge che, non conoscendo gli altri, posso dire che ha avuto un iter molto lungo, un iter che è cominciato agli inizi del 2014 con la richiesta da parte dei tre Consigli comunali dei Comuni coinvolti di avviare uno studio di fattibilità per determinare quali sarebbero stati gli eventuali benefici o rischi di una fusione dei tre Comuni, studio di fattibilità che ha ricevuto un finanziamento di quasi 12.000 euro dalla nostra Regione e che è arrivato nel dicembre 2015 all’esposizione dei risultati al pubblico nel Comune di Gattatico.

Questi risultati, da questo momento in poi, sono stati mostrati, però, molto limitatamente, sono stati mostrati in modo alquanto fazioso. Da quel momento si è avviata una forsennata campagna elettorale, che ha portato al voto di ottobre di quest’anno, caratterizzata, a mio parere, da una forte disinformazione da parte delle Amministrazioni e da tantissime promesse elettorali. Addirittura avevamo già i candidati sindaci per il nuovo Comune, con i loro manifesti, pronti ad andare direttamente al voto. Questo atteggiamento, naturalmente, ha creato una forte disinformazione e ha fatto passare il messaggio ai cittadini che i giochi erano già chiusi, quando invece il loro voto era molto importante. Con presunte violazioni anche della comunicazione elettorale, perché sono state promosse parecchie iniziative sui giornali e sulle TV, addirittura con trasmissioni dedicate al “sì”, con articoli di giornale che promettevano piogge di soldi. Insomma, si sono verificate delle situazioni che, a mio parere, sono state non degne di particolare stima da parte né dei cittadini né di tutte le parti politiche.

Ricordo che questa campagna è stata portata avanti anche grazie a un contributo di altri 10.000 euro, stanziati dalla Regione a favore dei Comuni per garantire un’informazione bipartisan relativamente al processo referendario, che invece è stato utilizzato per inviare anche materiale informativo propagandistico per il “sì”. Insomma, ci sono stati alcuni comportamenti che mi permetto di dire non hanno definito un percorso completamente lineare, come diceva invece il consigliere Torri. Più che altro, invece, è stato un percorso piuttosto particolare, un percorso che ha portato, quest’anno, a tenere tantissimi incontri con la cittadinanza, alcuni promossi dalle Amministrazioni in modo bipartisan, altri da alcune forze politiche, altri ancora, sicuramente la maggio parte, dai comitati che sono nati sui territori, sia quelli del “sì” che in particolare quelli del “no”, che si sono mostrati molto attivi al riguardo, attivi al punto tale che è sembrato giusto, a mio parere, ma anche a parere del consigliere Torri, ascoltarli nell’Ufficio di Presidenza della I Commissione, proprio perché non erano schierati politicamente, ma rappresentavano un movimento che nasceva dalla cittadinanza e che richiedeva semplicemente di ricevere le necessarie informazioni per mettere a conoscenza i propri concittadini di tutte le sfaccettature legate alla vicenda. Dunque, indipendentemente dal fatto che tali comitati fossero per il “no”, essi volevano promuovere un percorso realmente partecipativo. Peraltro, si è anche tenuta un’udienza conoscitiva con i sindaci, come è avvenuto per le altre fusioni. Quindi, si è portato avanti un percorso realmente partecipativo, che però è avvenuto solo successivamente all’avvio della campagna elettorale. Questo, a mio parere, è uno dei difetti che caratterizza in generale questi progetti di legge sulle fusioni dei comuni a livello regionale.

Il 16 ottobre 2016 finalmente è arrivato il voto, e qui trovo giusto elencare alcuni numeri. Il comune che si sarebbe dovuto creare, a differenza di tutti gli altri che sono oggi in discussione, sarebbe stato un comune particolarmente grosso, un comune da 22.320 abitanti, circa 11.000 di un comune e circa 5.500 ciascuno gli altri due, che si sarebbero dovuto fondere, prospettando così – questo almeno è stato il sentore dei cittadini – più un’annessione che una vera e propria fusione. Ed è per questo che, secondo la mia analisi politica, nei comuni più piccoli ha stravinto il “no” a questo progetto.

Un altro numero erano i 19.500.000 euro che erano stati promessi, perché fondamentalmente di promesse si parla. Alcuni sarebbero entrati nel progetto di legge, altri invece sarebbero stati demandati ai bilanci nazionali, sottoposti a un vincolo di bilancio, ovviamente, di disponibilità di bilancio, come emerso dallo stesso studio di fattibilità, e quindi non erano di per sé garantiti.

Altri numeri sono stati quelli già ricordati dal consigliere Torri, vale a dire quelli relativi alle votazioni. A Sant’Ilario, unico comune in cui ha vinto il “sì”, ha votato meno del 50 per cento. È l’unico comune con l’affluenza sotto al 50 per cento (circa il 42 per cento, vado a memoria). Ha vinto il “sì” con il 62,8 per cento. A Gattatico e Campegine, invece, si è registrata un’affluenza di circa il 54-55 per cento. Ha vinto il “no” a Gattatico con il 64,08 per cento e a Campegine addirittura con il 75,16 per cento.

Io ricordo un articolo di giornale, pubblicato subito dopo una mini-consultazione svolta dai tre sindaci con i propri cittadini, con una partecipazione pressoché nulla, dato che si parlava di poche centinaia di schede pervenute sulle migliaia e migliaia di votanti, in cui emergeva già dall’inizio che i comuni di Campegine e Gattatico erano contrari a questa fusione. Ricordo perfettamente questi articoli di giornali in cui i sindaci dicevano: “Per forza, dobbiamo ancora avviare la campagna elettorale. Vedrete che li convinceremo”. In realtà, la campagna elettorale forse non è stata fatta in maniera adeguata, dal momento che i numeri sono aumentati nella direzione del “no”. E qui arrivo ad alcuni dati politici importanti.

Il Partito Democratico, che è quello che amministra tutti e tre i Comuni, a mio parere non ha saputo cogliere, almeno nei due comuni dove è prevalso il “no”, la volontà dei cittadini. Dico questo perché in un territorio dove vince il 75 per cento dei “no” andare a raccontare in campagna elettorale che il sentore è per il “sì” mi porta a pensare che o si è circondati da quel 25 per cento di persone che erano per il “sì” e si è preferito indossare i paraocchi, oppure evidentemente si è voluto sfidare questo sentore popolare proponendo un qualcosa che, in realtà, rispondeva forse più a logiche partitiche che a una volontà popolare vera e propria.

Tant’è che poi si è smossa una forza elettorale con spese e forze di persone incredibili, perché davvero non le ho viste neanche nelle amministrative nei territori in cui io vivo. Questa propaganda elettorale non ha fatto altro che puntare sul fattore economico, sempre e solo sul fattore economico: soldi, soldi, soldi che arriveranno.

Tutto questo, per la mia posizione, che era contraria fin dall’inizio a questa fusione, non faceva altro che giovare, perché se qualcuno ha come unico argomento i soldi i cittadini, che io non reputo assolutamente stupidi, non possono fare altro che mettere sull’altro piatto della bilancia il bene del proprio territorio, che non è sempre e solo legato alla parte economica, anche perché si veniva da campagna elettorali amministrative recenti in cui si diceva che siamo bravissimi ad amministrare, abbiamo fatto di tutto, i Comuni vanno benissimo e poi di colpo, dopo il referendum sulle fusioni, i Comuni vanno malissimo, abbiamo bisogno di soldi e dal 17 ottobre in poi i nostri Comuni vanno benissimo, con post su Facebook in cui si dice “guardate come sono bravo o come sono bello”. È evidente che la campagna elettorale è stata particolarmente strumentale.

Ho sentito prima la consigliera Zappaterra parlare di coerenza politica. Per una volta auspico che la coerenza politica in quest’aula non ci sia, perché se dovessimo tutti votare come abbiamo deciso di votare prima della data del 16 ottobre voi dovreste approvare tutte le fusioni dei Comuni, perché voi eravate per il sì in tutte le fusioni dei Comuni.

È intelligenza di un amministratore avere una propria idea, schierarsi prima, perché credo che siamo qui per dare una nostra opinione su quello che è un tema e non, mi dispiace dirlo, come hanno fatto i 5 Stelle in alcuni territori, non prendere assolutamente posizione per poi allinearsi dopo il voto referendario. Occorre prendere una posizione chiara fin dall’inizio e poi ammettere la sconfitta, se c’è una sconfitta, oppure godersi la vittoria.

Poi, qui dentro non dobbiamo fare altro che prendere in considerazione quello che è un voto referendario, in questo caso un voto referendario particolarmente netto che sia in termini assoluti che in termini puntuali su due Comuni su tre ha detto chiaramente “no” a questa fusione.

La coerenza politica è questa, a mio parere. Coerenza politica vuole che noi siamo qui per i cittadini e qui mi riallaccio su alcuni dati tecnici e normativi prima di chiudere, su cui mi trovo particolarmente d’accordo con il consigliere Taruffi che è intervenuto prima. Se noi avessimo optato per una soluzione che già la legge attuale delle fusioni permette, che è quella di procedere a un referendum consultivo prima di fare tutto l’iter, al di là delle diverse decine di migliaia di euro che avrebbe risparmiato la Regione per lo studio di fattibilità e per l’indizione del referendum, al di là dei soldi che forse avrebbe risparmiato anche il Partito Democratico per la campagna elettorale, forse si sarebbero risparmiati quei due anni di tempo in cui le Amministrazioni comunali sono rimaste bloccate, soprattutto nei Comuni più piccoli, per gestire un iter tutto sommato giusto, perché a quel punto era giusto fare un iter di condivisione, che però non ha fatto altro che portare ancora più danno, una volta che arriviamo ad oggi in cui bocciamo questo progetto di legge, anzi lo facciamo decadere in questo caso specifico, più danno di quanto in realtà i Comuni fossero nelle condizioni due anni fa, perché due anni fa comunque c’era un sistema in movimento che adesso deve ripartire; deve ripartire dopo due anni concentrati, soprattutto nella parte politica, a gestire solo una campagna elettorale continua a favore del sì.

Il consigliere Taruffi ha detto che dobbiamo prevedere all’interno della legge il referendum preventivo e cercare di capire noi quali saranno le conseguenze su quel territorio. Ha assolutamente ragione, ma c’è già. È una delle soluzioni previste dalla nostra legge per avviare l’iter delle fusioni, in cui si è ricordato che i metodi sono tre: o parte dalla Regione, imponendo dall’alto un metodo coercitivo assolutamente non condivisibile, o parte dai Consigli comunali, come è avvenuto in tutti questi casi, o parte direttamente dai cittadini. In tutti questi casi si può prevedere un referendum iniziale, non in fondo, dopo due anni di lavoro, di risorse spese, di tempi persi e di burocrazia persa nel vuoto, perché parliamo di due anni in cui si è perso tempo su quei territori, in cui si poteva fare qualcosa e non si è fatto assolutamente nulla.

L’ultima considerazione che faccio è che quando un “no” prevale in forma così netta occorre farsi delle domande, ripartire su quel territorio con una politica di ascolto chiara e soprattutto bisogna prenderne atto. Oggi ne prenderemo atto tutti insieme, come ne abbiamo preso atto in Commissione e quindi faremo decadere questo progetto di legge, ma forse bisogna anche ammettere una sconfitta non tanto politica, che non mi interessa più di tanto, ma dal punto di vista della partecipazione, perché io dico che un amministratore, e lo ripeto per l’ultima volta, che porta avanti qualcosa contro la sua cittadinanza, bocciata in maniera così netta, a mio parere si sarebbe addirittura dovuto dimettere. Non chiedo così tanto a questi amministratori. Chiedo almeno che da oggi in poi possano avviare un percorso di partecipazione più netto e che questi cittadini possano finalmente essere ascoltati perché con tutto l’impegno profuso in questi due anni per cercare di informare i propri concittadini credo che lo meritino.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Apro la discussione generale congiunta su progetto di legge e risoluzione.

Vi ricordo che sul progetto di legge insiste l’ordine del giorno di non passaggio all’articolato.

L’ordine del giorno è a firma del consigliere Poli.

Do la parola al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

I punti ormai li stiamo sviscerando in maniera completa. Mi sembra che siamo ritornati quasi alla discussione che abbiamo fatto quest’estate. Ribadisco che quella discussione, secondo noi, è stata fatta in maniera frettolosa ed affrettata ed oggi ci si accorge che aver fatto quella discussione frettolosa ed affrettata, aver preso delle scelte che vanno a premiare anche le situazioni controverse, nel senso che vanno a forzare anche le situazioni controverse, mi sembra che in tanti oggi si stiano accorgendo che quella è una forzatura che non andava fatta, perché ad oggi stiamo parlando ancora di referendum pre-legge, ma la stessa cosa succederà per il referendum con quella legge attuativa.

Il concetto rimane, come dicevano alcuni colleghi, quello della partecipazione. Bisogna che cominciamo a studiare quali sono le strategie per la partecipazione. Una nostra proposta, che è anche in questa risoluzione, è quella di far cominciare i processi partecipativi all’inizio, quando si comincia già a parlare di studio di fattibilità, perché lo studio di fattibilità, ad oggi, è una scelta che viene fatta all’interno dei Consigli comunali, in cui spesso i cittadini purtroppo, a parte qualche attivista, almeno nei miei territori… Io so che ai Consigli comunali partecipano gli attivisti del Movimento 5 Stelle. In altri Comuni più grandi immagino partecipino tanti cittadini, ma nei Comuni più piccoli ho l’impressione che ormai a partecipare ai Consigli comunali siano gli attivisti del Movimento 5 Stelle, ai quali rendo merito, come a tutti gli altri cittadini che hanno voglia di andare lì e capire cosa succede.

Dicevo che nei Consigli comunali si cominciano studi di fattibilità, che attengono a un aspetto meramente tecnico – si fa un impiegato più un impiegato, due risorse più due risorse – ma difficilmente si va ad analizzare…

 

(interruzioni)

 

Mi dicono che in altri Comuni ci sono anche gli attivisti della Lega.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Bertani, lei prosegua nel suo intervento.

 

BERTANI: Era un intervento amichevole, non di polemica.

Questa attività rischia di rimanere slegata dalla realtà che vive il cittadino tutti i giorni. Quindi, quello che proponiamo noi, che può essere modificato e allineato anche con altre proposte, è di coinvolgere i cittadini negli studi di fattibilità, di costruire lo studio di fattibilità partecipato in cui i cittadini vengono chiamati a riflettere su quali sono i pro e i contro di quella fusione, ma fin dall’inizio.

L’altra soluzione, che è già stata proposta da qualcuno, è di fare dei referendum preventivi, però anche qui fare un referendum senza che ci sia stato un minimo di informazione e di dibattito rischia di lasciare il tempo che trova.

Tuttavia, secondo noi, e mi sembra che la linea dei diversi sia questa, l’attività di confronto va fatta fin dall’inizio e non va fatta la forzatura dei beni, delle promesse economiche. È vero che queste hanno un impatto, ma va fatta anche per capire quali sono le effettive sinergie che si possono creare.

Nella nostra risoluzione, quindi, analizziamo quali sono le criticità e analizziamo anche un aspetto che ieri – vedo il consigliere Poli che mi sta passando vicino – mi è stato rinfacciato che noi nella sessione di bilancio in Commissione abbiamo avuto l’ardire di proporre degli emendamenti che andavano ad aggiornare, secondo noi, i limiti della legge sulle fusioni che abbiamo discusso questa estate. Noi ci siamo permessi di farlo anche perché questa Assemblea, a parte noi, la maggioranza di quest’Assemblea aveva approvato un ordine del giorno, a luglio di quest’anno, in cui si diceva che durante la sessione di Collegato al Bilancio di previsione 2017 si doveva portare una proposta di modifica della legge regionale n. 24/96. Noi ci siamo sentiti in dovere e autorizzati a farlo. Purtroppo siamo stati accusati di voler precorrere troppi tempi. Secondo noi, lo ribadiamo, vanno fatte tre riflessioni: 1) evitare le forzature, quindi, se c’è un Comune che dice “no” nessuno può costringere quel Comune ad essere fuso e questo, invece, rimane un vulnus di quella legge che è stata approvata questa estate, perché con la legge approvata quest’estate è aperta la possibilità di fondere i Comuni che siano contrari, dove i cittadini si sono espressi contrariamente; 2) dobbiamo aprirci – ne parleremo quando arriveremo al Comune di Saludecio – alla possibilità di creare delle corsie preferenziali dove ci sono dei Comuni che, comunque, hanno espresso una volontà di andare alla fusione; 3) dobbiamo aumentare e far partire per tempo i processi partecipativi, visto che, fra l’altro, mi sembra si voglia mettere mano anche alla legge sulla partecipazione. Queste due cose vanno ragionate insieme e vanno ragionate bene. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ci sono altri iscritti in discussione generale congiunta? Se non ci sono, passiamo a questo punto alle repliche dei relatori. Non ci sono.

Consigliere Pompignoli, prego. Lei voleva intervenire in dibattito generale congiunto?

 

POMPIGNOLI: Sì, in dibattito generale, ma più che altro sulla risoluzione presentata… 

 

PRESIDENTE (Soncini): Un attimo.

Consigliere Pompignoli, le do la parola in dibattito generale congiunto, quindi sul progetto di legge e sulla risoluzione.

 

POMPIGNOLI: Presidente, grazie.

Intervengo non tanto sul progetto di legge, quanto sulla risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle. Vorrei capire una cosa dal consigliere Bertani, quindi da chi ha proposto questo tipo di risoluzione, sul punto 2 dell’impegno, ovvero: “Nel caso l’esito del referendum sia favorevole alla fusione solo di una parte dei Comuni interessati, qualora questi siano contigui ai relativi Consigli comunali entro e non oltre i successivi 90 giorni dalla comunicazione dei risultati successivi avanzino istanza secondo quanto previsto al comma 2, articolo 8, l’Assemblea può procedere all’esame del progetto di legge di fusione”. Visto che si parte da uno studio di fattibilità ad esempio a tre, due dicono di sì e uno dice di no, sullo studio di fattibilità che è fatto a tre è ovvio che non si potrebbe andare a votare questo tipo di impegno, perché si dovrebbe tornare indietro. Quindi, volevo capire se voi avete già appurato tecnicamente che questo tipo di impegno possa essere corretto oppure no.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliere Bertani ha parlato cinque minuti, quindi ne ha altri quindici.

Prego, consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Ovviamente la tecnicalità finita dell’articolo di legge andrebbe studiata insieme, però quello che noi riteniamo è che sia possibile, quando si fa uno studio di fattibilità, prevedere anche delle sub fusioni, delle sotto fusioni e all’interno del referendum sia possibile anche dire “eventualmente, qualora non” la fusione si possa fare “con”.

È ovvio che lo studio tecnico legislativo va approfondito, ma noi chiediamo di aprire una flessione e una strada su questo aspetto, perché in alcuni casi, secondo noi, questa strada potrebbe essere percorribile.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Se non ci sono repliche dei relatori, passo alle dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato e sulla risoluzione. Sono cinque minuti per Gruppo.

Se non ci sono iscritti in dichiarazione di voto, passo alla votazione. Gli scrutatori Campedelli, Prodi e Piccinini sono presenti.

Passo alla votazione dell’ordine del giorno 2306/1, che insiste sull’oggetto 2306.

La parola al consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Scusi il disturbo, ma vorrei chiedere la votazione elettronica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Io ero pronta al voto. Lei chiede la votazione elettronica su che cosa? Non ho capito.

 

DELMONTE: Sull’ordine del giorno a firma del consigliere Poli.

 

PRESIDENTE (Soncini): Va bene.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’ordine del giorno 2306/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”, a firma del consigliere Poli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

37

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 2306/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3616, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni, Piccinini. 

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 3616 è respinta.

 

OGGETTO 2079

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini»

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordine del giorno 2079/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

 

OGGETTO 3627

Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea a non approvare il progetto di legge relativo alla fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio, a verificare l'iter di fusione per incorporazione fra i Comuni di Mondaino e Montegridolfo, apportando inoltre modifiche alla legge regionale n. 24/1996, riguardanti la fattispecie in cui "… l'esito del referendum sia favorevole alla fusione solo in una parte dei Comuni interessati...". A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 2079: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini”. 

Abbinata all’oggetto 2079 c’è la risoluzione 3627 per impegnare la Giunta e l’Assemblea a non approvare il progetto di legge relativo alla fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio; a verificare l’iter di fusione per incorporazione fra i Comuni di Mondaino e Montegridolfo apportando inoltre modifiche alla legge regionale numero 24 del 1996 riguardanti la fattispecie in cui l’esito del referendum sia favorevole alla fusione solo in una parte dei Comuni interessati. Questa risoluzione porta la firma dei consiglieri Bertani e Sensoli.

L’iter dell’oggetto 2079 è il seguente:

Il testo n. 8 del 2016 è stato licenziato dalla Commissione I Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 05.07.2016.

La discussione generale è stata svolta nella seduta assembleare del 12.07.2016 con la contestuale delibera numero 81 del 12.07.2016 per procedere all’indizione del referendum consultivo.

La pubblicazione nel Bollettino Ufficiale porta il numero 322 del 26.10.2016 con i risultati del referendum.

Il testo n. 25 del 2016 è stato licenziato dalla Commissione bilancio affari generali ed istituzionali nella seduta del 6 dicembre 2016, con il titolo “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nella Provincia di Rimini", con parere contrario.

La relatrice della Commissione, consigliera Nadia Rossi, ha preannunciato di svolgere relazione orale, così come la consigliera Sensoli, relatrice di minoranza.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli. Su questo oggetto insiste l’ordine del giorno 2079/1 di non passaggio all’esame dell’articolato, sempre a firma del consigliere Poli.

Do la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Nadia Rossi, che ha venti minuti. Prego.

 

ROSSI NADIA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Sarò molto veloce nel trattare questo argomento, anche perché il tempo che abbiamo a disposizione è poco. Le discussioni che hanno preceduto questo progetto di legge, riguardanti il medesimo tema, penso siano state comunque piuttosto esaustive. Ci potremmo sicuramente ripetere, ma non cambieremmo ad ogni modo la volontà.

Per quanto riguarda l’esito del referendum del 16 ottobre 2016 per la fusione tra Mondaino, Saludecio e Montegridolfo, il risultato finale è la vittoria del sì in due Comuni su tre. Questa fusione, la più anomala rispetto alle sei che ci apprestiamo a votare, dimostra la volontà di questa Regione di rispettare i territori. Dimostra soprattutto coerenza quando il presidente Bonaccini cita ogni volta la volontà, appunto, della decisione del territorio, che deve essere indubbiamente sopra ogni parte e non deve essere assolutamente scavalcata dall’Assemblea legislativa e dalla Regione stessa.

La percentuale maggiore si è espressa per il sì sul totale dei votanti, quindi in due Comuni su tre ha vinto il sì, e in un Comune in modo netto; ma è altrettanto vero che nel Comune, ed è il più grande, dove ha prevalso il no con una percentuale del 58,23 per cento rispetto al 41,77che si è espresso per il sì, è stata votata all’unanimità in Consiglio comunale, una delibera che chiede espressamente alla Regione di non proseguire il percorso di fusione.

Con questa motivazione, noi ci sentiamo di rispettare la loro volontà di non dare seguito a un processo che è iniziato non soltanto un paio di anni fa, quando da parte di alcuni, nei tre Comuni, la volontà di fondersi era già presente nel programma di mandato. Ben prima di quelle elezioni del 2014 che hanno eletto i Sindaci che oggi hanno chiesto le fusioni, avevano iniziato, in quei territori, ad affrontare la tematica, il discorso fusioni.

È un percorso che quindi non è nuovo, è un percorso che le nostre realtà, chi più chi meno, stanno affrontando. Non è certamente un discorso calato dall’alto, e anche l’esito lo dimostra. Non c’è una volontà coercitiva di voler per forza imporre le fusioni, altrimenti questa sarebbe stata ovviamente a portata di mano e indubbiamente giustificabile.

Come ha detto il presidente Bonaccini, anche nell’intervento durante l’ultima Assemblea legislativa, questo referendum del 16 ottobre 2016, che ha coinvolto diversi Comuni e che ha portato un risultato a volte anche non aspettato, perché in certe realtà non ci si aspettava nemmeno di avere una compattezza di no su tutti i Comuni, lui stesso ha aperto e ha dato la possibilità, che noi ovviamente raccogliamo come Assemblea, di provare a fare delle verifiche, di vedere come migliorare la legge e cercare, se volete anche insieme, di agevolare ancora di più i territori per raggiungere un obiettivo che questa Regione si è data e che, almeno noi come maggioranza – la minoranza sinceramente ancora non ho ben capito da che parte sta, che parte tifa, se è per le fusioni oppure no – abbiamo anche scritto nel programma di mandato.

Indubbiamente quindi c’è la volontà di fare in modo che i nostri territori, che i nostri piccoli Comuni possano intraprendere questo cammino e portarlo a termine, ripeto, senza assolutamente sentirsi col fiato sul collo da parte dell’Assemblea legislativa, o della Regione Emilia-Romagna.

Devono essere indubbiamente accompagnati, devono essere preparati, devono essere messi in condizione di poterlo fare, e noi lavoreremo per questo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rossi Nadia.

La parola alla relatrice di minoranza, consigliera Raffaella Sensoli. Ha venti minuti. Prego.

 

SENSOLI, relatrice di minoranza: Grazie, presidente.

Parto da una frase che ha detto prima la consigliera Zappaterra e con cui mi trovo d’accordo. La fusione funziona quando non viene politicizzata.

 

(interruzioni)

 

Non mi interessa: l’importante non è chi l’ha detto, ma l’assunto.

Peccato che in questo caso la fusione sia stata politicizzata, ma è stata politicizzata completamente dal Partito Democratico. Non si tratta di tifoserie, mi dispiace, qui non si fa il tifo, ma si tratta di analizzare i territori e di analizzare le volontà dei cittadini. Non mi sto a dilungare nuovamente su quelle che sono le nostre proposte, perché c’è un Comune che si è espresso contro, ma ci sono due Comuni che si sono espressi a favore, quindi un problema effettivamente di rispetto della volontà dei cittadini c’è, perché in ogni caso, si deve trovare una quadra, in qualche modo, per rispettare la volontà di tutti i cittadini. Il problema però non è questo. Il problema è che lo studio delle fusioni non deve partire da uno studio di fattibilità che parte dalla volontà dei Consigli comunali, deve partire dalla volontà popolare, deve partire da uno studio non solo di fattibilità, ma anche di progettualità.

Non si può pensare di impostare le fusioni solo appunto dicendo che per cinque anni si avranno degli incentivi economici ingolosendo così i cittadini, perché al termine di quei cinque anni, cosa succederà? Ci è stato chiesto, da alcuni: ma se queste fusioni non funzionano, se effettivamente non ci sarà un efficientamento dei servizi, possiamo tornare indietro? Se funzioneranno addirittura peggio? Non si tratta, infatti, solo di quanti soldi si danno ai Comuni, ma anche di come i Comuni li spenderanno, questi soldi. Se vengono spesi male e non si raggiunge il risultato dell’efficientamento dei servizi, alcuni cittadini, addirittura ci hanno chiesto se paradossalmente un domani si possa tornare indietro rispetto alla fusione.

C’è quindi un problema di mancata condivisione fin dall’inizio, per non parlare delle opinioni contrastanti tra i vari Sindaci dei tre Comuni, tra le dichiarazioni del Partito Democratico, che prima voleva tirare dritto come un treno, poi all’improvviso ha frenato di botto, quindi la situazione non è delle più semplici, e si è comunque verificato, all’atto pratico, quello che noi avevamo paventato durante la discussione della nuova legge sulle fusioni.

Chiaramente, quindi, questo progetto di legge si riferisce a una fusione di tre Comuni, e in questo momento è chiaro che non si può imporre una fusione a tre, se una parte dice di no, su questo concordiamo. Sicuramente, all’interno della maggioranza e della Giunta, comunque bisogna che si faccia chiarezza riguardo i percorsi da seguire, quando appunto ci si trova in situazioni del genere, e questa è solo una fusione a tre. Non oso immaginare quando ci dovessero essere delle fusioni ancora più numerose tra più Comuni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Apro la discussione generale congiunta su progetto di legge e risoluzione.

La parola al consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Solo alcune considerazioni in ordine a quanto detto dalla relatrice di maggioranza.

Pare sicuramente evidente uno scarico di responsabilità verso il presidente della Giunta, perché quando si è espresso a seguito della dichiarazione della mozione di censura fatta dall’Assemblea scorsa, il presidente della Giunta disse che fosse dipeso da lui, la fusione fra i tre Comuni non si sarebbe fatta.

Oggi il Partito Democratico dice che siccome il presidente della Giunta ha detto così, allora non la facciamo. Però l’intenzione era un po’ diversa, inizialmente, dopo il referendum. Come sapete, la legge prevede che nel momento in cui due Comuni dicano di sì e uno dica di no l’Assemblea legislativa può certamente procedere con la fusione.

Ora, era uno dei casi su cui ci siamo soffermati nella discussione della nuova legge sulle fusioni. Vi ricordo che noi presentammo infatti a firma del consigliere Marchetti, un progetto di legge che andava a regolamentare proprio questo caso. Progetto di legge bocciato dalla maggioranza.

Oggi la maggioranza dice: rispettiamo la volontà popolare, per cui votiamo no. Ma è ovvio che la volontà popolare si è espressa nella maggioranza dei casi col sì. Qui, consigliera Zappaterra, viene il ragionamento di prima: a questo punto, voi qui dovreste votare sì, perché è uno dei casi per i quali la legge vi consente di votare sì.

È chiaro che stiamo ragionando su questioni di lana caprina, però nel momento in cui il PD scarica la responsabilità sul Presidente, dicendo che è stato lui a dire di non farla, pertanto noi subiamo le conseguenze di quello che ci dice il presidente della Giunta, è evidente che la volontà vostra non era quella.

Questa è la fusione più controversa tra le sei fusioni. È chiaro, e noi l’abbiamo sempre sostenuto, che nel momento in cui uno dei Comuni dice no alla fusione, questo progetto di legge deve assolutamente fermarsi, e così deve essere anche per la fusione di Mondaino, Saludecio e Montegridolfo. Però è chiaro che le incongruenze che sono state descritte dalla consigliera Rossi, da tutto il Partito Democratico, quando votò no al nostro progetto di legge che andava a regolamentare questo caso, sono palesemente evidenti. Non è che dobbiamo essere noi a chiarire qual è la posizione sulla fusione. Forse dovete essere voi a chiarirvi un po’ le idee su cosa fare sulle fusioni, perché evidentemente c’è qualcosa che non va.

Ora, sulla base di questo ragionamento, è ovvio che la Lega Nord voterà contro questo progetto di legge delle fusioni, rispettando la volontà popolare e il PDL che avevamo depositato. Però, sentire la maggioranza fare determinati ragionamenti, lascia un po’ il tempo che trova. Più che altro sono rimasto abbastanza perplesso sullo scarico di responsabilità del Partito Democratico sul presidente della Giunta. Questo sinceramente non me l’aspettavo, credevo che fossero tutti compatti, ma in realtà così non è.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Una semplice informazione. Ho tre iscritti: Bertani, Pruccoli e Taruffi. Siamo in dibattito generale congiunto. Sono le ore 17,48 (si è iscritta ora la consigliera Rossi): questo per dire che naturalmente si può riaprire il dibattito generale domani mattina. Diventa difficile, a questo punto, chiudere stasera. È un elemento di informazione non per contenere il confronto, perché noi stasera abbiamo previsto alle 18 l’orario di chiusura.

La parola al consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Come ho già ribadito ancora in precedenza, direi che adesso, su questo progetto di fusione, si vede con maggiore evidenza. Intanto, prima di tutto, quando prima la consigliera Zappaterra parlava di coerenza nei confronti dei colleghi della Lega, ebbene, in questo caso, per coerenza, i colleghi del PD, che spero non lo facciano, dovrebbero votare sì alla fusione.

Nelle loro dichiarazioni di quei giorni, i consiglieri Pruccoli e Rossi, ma anche l’assessore Petitti, dicevano che si sarebbe dovuti andare avanti con quella fusione, perché per alcuni cittadini saludecesi, che non si erano espressi, ma probabilmente erano a favore della fusione, si sarebbe dovuto andare avanti.

Tanto che se avessimo voluto applicare la nuova legge, se per caso il Consiglio comunale di Saludecio avesse deliberato di procedere con la fusione, si sarebbe andati avanti con la fusione, con la nuova legge, perché avete scritto una nuova legge che consente di andare contro la volontà dei cittadini. Il Consiglio comunale, infatti, in questo caso, può ribaltare l’esito del referendum.

Allora, se siete coerenti, cambiamo la legge che avete voluto fare a tutti i costi. La legge che avete voluto fare a tutti i costi, infatti, prevede cinque casi. Primo caso: maggioranza non favorevole alla fusione e maggioranza nei singoli Comuni non favorevole alla fusione. Per legge, non si procede e il progetto si blocca. Risultato complessivo favorevole alla fusione: i favorevoli nella maggioranza dei Comuni, l’Assemblea esamina immediatamente il processo di fusione, e a quel punto ovviamente l’Assemblea può dare e darà parere positivo.

Ma se cominciamo ad andare ad un parere generale complessivo, favorevole alla fusione, ma non favorevole della maggioranza dei Comuni, bastano le delibere dei Consigli comunali, anche con maggioranze nei Comuni più piccoli, dove se la maggioranza è del PD, è un attimo avere quella maggioranza, e si va contro quello che dicono i cittadini. Voi quindi, in coerenza, cosa fate in quel caso? Votate favorevoli alla fusione. Noi, in quel caso, votiamo contrari alla fusione.

Quindi, ditemi cosa vi dice il presidente Bonaccini di fare in questo caso. Secondo me in questo caso vi deve dire di non procedere alla fusione. E allora, cambiamo quella legge. Poi ci sono gli altri casi che non sto ad illustrarvi, perché in tanti forse li conoscete, ma sono così complicati che perderei un’altra mezz’ora ad illustrarli e faremmo tardi.

Vi invito quindi ad una riflessione e a tornare indietro sui vostri passi, perché se c’è un Comune in cui i cittadini si esprimono per il no, dobbiamo tornare indietro e fermare la fusione. Se siamo convinti che le fusioni siano importanti, cominciamo dall’inizio, con dei processi che coinvolgano tutti, ma non costringiamo a fare giravolte ed equilibrismi perché ormai, in questo caso, siete diventati degli esperti di salto triplo carpiato all’indietro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ho iscritto il consigliere Pruccoli. Prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente.

Come ho già avuto modo di dire, la Regione Emilia-Romagna ha fatto una legge per favorire le fusioni. In questo primo passaggio vorrei affrontare il tema, sentito davvero troppe volte, dei progetti calati dall’alto. Io vorrei capire che cosa ci si trovi di calato dall’alto in un flusso come quello che sto per descrivere.

Una legge che cerca di favorire le fusioni, comprendendo la difficoltà dei territori e dei Comuni, tra l’altro, grida di dolore che arrivano all’interno di questi palazzi della Regione, in particolare della Giunta, quotidianamente, da parte degli amministratori di centrodestra, centrosinistra e anche 5 Stelle. Quindi, una Regione che prende in mano questa situazione, prova a normarla, prova a legiferare sopra, prova a vedere di mettere anche degli incentivi per favorire dei processi di aggregazione che possano superare queste difficoltà.

Questa legge prevede che ci siano degli atti deliberati dai Consigli comunali, quindi sono gli amministratori locali che sfruttando e cercando di utilizzare una legge che appunto la Regione Emilia-Romagna ha fatto, provano a vedere come reagire alle difficoltà che hanno e provano a capire se ci possano essere dei progetti territoriali che possano avere un futuro, garantire servizi migliori alle cittadinanze e magari qualche investimento in più rispetto a quelli che i Comuni non si possono più permettere.

La parola va poi ai cittadini, attraverso il referendum consultivo. Poi la parola torna ulteriormente all’Assemblea, la quale deve evidentemente cercare di valutare le delibere dei singoli Comuni e il passaggio referendario, così come si è perfezionato nelle varie tornate.

Io quindi veramente vorrei capire dove, qualunque consigliere che sta qua dentro, possa vedere un progetto calato dall’alto in un processo come questo. Questo è il primo tema…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Scusate, consiglieri. Prego di ascoltare il consigliere Pruccoli.

 

PRUCCOLI: Possiamo anche aspettare che abbiano finito.

Il vero tema, secondo me, è definire dove stia la volontà popolare. È questo che ci mette davanti l’ultima tornata referendaria.

Siccome abbiamo detto che una riflessione sulla legge la vogliamo fare e la possiamo pur fare, forse dobbiamo veramente interrogarci su dove stia la maggioranza della volontà popolare. Resta quella frammentata del singolo Comune di origine? Oppure è possibile immaginare – dico che è possibile farlo, non dico che sia questa la strada – che è quella unitaria, dell’intero corpo elettorale del nuovo Comune fuso? Questa è una prima domanda che abbiamo davanti, e davanti alla quale credo ci siamo tutti, maggioranza e minoranza. Però ci dobbiamo stare dicendo ben chiaro se nelle fusioni crediamo, se le riteniamo davvero uno strumento attraverso il quale i Comuni possono cercare di superare un momento di difficoltà, possono avere un approdo migliore, oppure no, oppure, se volta per volta ci teniamo le mani libere per andare ad assecondare qualche amministratore locale o qualche piccola comunità, che magari non gradisce il progetto immaginato dai suoi amministratori. Questa è una prima domanda che abbiamo davanti.

Noi in questo momento non lo abbiamo definito, l’abbiamo lasciato abbastanza ampio, abbiamo visto poi che ci sono stati referendum dove, nonostante l’esito negativo in alcune parti, si è trovata una quadratura, si è stretto un patto territoriale per andare avanti in ogni caso, ma di norma, è evidente e mi sembra abbastanza chiaro che la linea che sta prendendo questa Assemblea legislativa sia quella di rispettare il referendum. Attenzione perché così effettivamente abbiamo portato automaticamente il referendum dallo status di consuntivo a quello di referendum decisivo, per cui, non è più una consultazione, ma noi rimettiamo nelle mani del corpo elettorale, integralmente, la responsabilità di ciò che deve avvenire poi, cioè, andare avanti o non andare avanti.

Per tranquillizzare sia il collega Pompignoli che il collega Bertani, vorrei che andassero a rivedere qualsiasi cosa che eventualmente fosse uscita o dalla mia tastiera o dalla mia bocca, nei giorni immediatamente seguenti il referendum dei Comuni riminesi, per vedere se trovano traccia del fatto che il sottoscritto avesse mai manifestato l’intenzione di procedere comunque.

Ho sempre detto che allo stato delle cose, con la legge che c’è e con quelli che erano i precedenti, con le casistiche più simili a quelle che si sono verificate nei tre Comuni del Riminese, l’unica cosa possibile sarebbe stata quella di non andare avanti, con grande rammarico. Se dire che c’è grande rammarico e se esprimere preoccupazione perché tre Comuni, una parte di vallata e un territorio particolarmente fragile ha perso un’occasione storica, significa voler andare avanti lo stesso, io credo che sulle parole dobbiamo intenderci, così come sui concetti. Per me resta un errore madornale che quelle comunità pagheranno carissimo, perché avranno difficoltà e non avranno forse la possibilità di andare avanti ad erogare servizi di livello decente. Però questo non significa che nessuno abbia mai, parlo personalmente, accarezzato l’intenzione di andare avanti comunque. Allo stato delle cose, la legge non lo consente. Personalmente sono convinto che noi dovremmo creare degli automatismi per fare in modo che sia molto chiaro che cosa si fa il giorno dopo l’esito del referendum.

Sarebbe bene uscire dall’equivoco, perché mettersi dalla parte della gente dicendo che noi rispetteremo sempre l’esito del referendum, quindi, ripeto, trasformando il referendum in un referendum che diventa decisivo, è un po’ poco. Io penso che bisogna stare dalla parte delle comunità, e stare dalla parte delle comunità significa aiutarle in un percorso, non fare il tifo per una fazione o per l’altra, per una scelta oppure per l’altra. Aiutarli in un percorso significa fare molto di più che mettersi a tifare per una delle due soluzioni.

Non ho capito bene come possa essere definita politicizzata quella tornata, in particolare adesso stiamo parlando dei Comuni riminesi. Forse governare la Regione, siccome è un processo che nasce all’interno dell’Assemblea legislativa dove governa il centrosinistra, dove governa, tra le altre forze, anche il Partito Democratico, allora diventa politicizzare un percorso di fusione? Io non credo.

Forse perché si guarda a quale etichetta ha il Sindaco di due, o tre Comuni, in questo caso due Comuni su tre, allora questo significa politicizzare un processo di fusione? Nel contempo, allora, io dico che si può anche vedere la medesima mala intenzione, da un’altra parte, per cui la si politicizza al rovescio: siccome l’Assemblea legislativa la governa il centrosinistra e siccome due Comuni su tre hanno un sindaco del Partito Democratico, allora meglio mandare a catafascio quella fusione, non facendo l’interesse di quella comunità, ma pensando solo ed esclusivamente ad un tornaconto politico. Siccome non voglio credere che sia così, dall’altra parte che non mi si venga a dire che questi processi vengono politicizzati.

Dice che la volontà popolare è la partenza di tutto l’iter dei processi di fusione dei nostri Comuni. Ma io a questo punto mi chiedo quale responsabilità vogliano prendersi le Istituzioni. Le Istituzioni, cioè, cosa devono fare, i notai? Ci riduciamo a questo? Oppure ci prendiamo le nostre responsabilità? Visto che abbiamo una delega che ci è stata conferita da dei mandati elettivi molto chiari, siamo nella democrazia rappresentativa, quindi c’è un passaggio in cui le popolazioni vengono coinvolte, in maniera, peraltro, come stiamo vedendo, decisiva, non capisco perché neanche l’intuizione, neanche il dover sottoporre al giudizio dei propri cittadini debba passare attraverso il vaglio, la pesatura, il voto di un Consiglio comunale: neanche questo. Ci deresponsabilizziamo da tutto e andiamo verso la democrazia diretta, senza il minimo filtro.

Io non credo che sia questa la strada. Se è questa l’idea di amministrare un territorio, io credo che prendiamo una strada molto pericolosa. Dobbiamo sì avere rispetto dell’esito del parere dei cittadini, però ripeto, una domanda, torno a ripeterlo per la seconda volta, ce la dobbiamo fare: la maggioranza dei cittadini è la maggioranza frammentata che ha partecipato a quel voto? O è la maggioranza unitaria? Perché uno viene interrogato se vuole far nascere o meno un nuovo Comune, quindi, complessivamente, oggi ci troviamo nell’impossibilità di soddisfare una necessità, in questo progetto in particolare.

Pur essendo io consapevole e convinto del fatto che non si possa andare avanti stante queste situazioni, ci troviamo davanti alla necessità di respingere un progetto di fusione che la maggioranza dei cittadini di quei tre Comuni avrebbe gradito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pruccoli.

Sono le ore 18,01. Ho quattro iscritti, quindi direi che chiudiamo la seduta pomeridiana e aggiorniamo i nostri lavori a domani. Il primo punto sarà questo, con la discussione generale congiunta.

Ci vediamo domani alle ore 9,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,01

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare l’assessore Raffaele DONINI e la consigliera Katia TARASCONI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 3453 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina dei beni regionali - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10»” (47)

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 30

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Tommaso FOTI, Lia MONTALTI, Fabio RAINIERI, Manuela RONTINI, Raffaella SENSOLI, Katia TARASCONI.

 

OGGETTO 2303 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Mirabello e Sant'Agostino, nella Provincia di Ferrara»” (48)

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 36

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

OGGETTO 2306/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza nella Provincia di Reggio Emilia». A firma del consigliere Poli

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 37

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Andrea LIVERANI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 3453 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disciplina dei beni regionali - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10»” (47)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’articolo 1 (comma 5-bis articolo 1 della L.R. n. 10 del 2000)

Al termine del comma 5 bis dell’articolo 1 della legge regionale 25 febbraio 2000, n. 10 (Disciplina dei beni regionali – Abrogazione della legge regionale 10 aprile 1989, n. 11) come riformulato dal progetto di legge 3453, sono aggiunte le seguenti parole:

“nonché i criteri di trasparenza di cui all’articolo 15.”»

(Approvato)

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 2306/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza nella Provincia di Reggio Emilia». A firma del consigliere Poli

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”;

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan – Torri

 

 

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