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153.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 17 OTTOBRE 2017

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5390

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, in relazione all’asta di beni riguardanti Giuseppe Verdi che avverrà a Londra presso Sotheby’s in data 26 ottobre, affinché la collezione ritorni in Italia e rimanga unita e accessibile anche dopo la vendita. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

MEZZETTI, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Ancora sullo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

 

OGGETTO 5408

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta, proposta al Ministero della Salute, riguardante la deroga alla chiusura di punti nascita che non rispettino gli standard operativi ed il numero minimo di parti annuali. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

DELMONTE (LN)

VENTURI, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

DELMONTE (LN)

 

OGGETTO 5417

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche nei confronti del Governo, per evitare la chiusura dei punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO) e Borgo Val di Taro (PR). A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

VENTURI, assessore

SENSOLI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 5418

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il mantenimento del punto nascita di Borgo Val di Taro (PR) ed il potenziamento dei servizi del relativo presidio ospedaliero. A firma dei Consiglieri: Cardinali, Iotti, Lori

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

CARDINALI (PD)

VENTURI, assessore

CARDINALI (PD)

 

OGGETTO 5422

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mantenere operativi i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, con particolare riferimento al parere sfavorevole alla relativa deroga emesso dalla Commissione Percorso Nascite nazionale. A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TORRI (SI)

VENTURI, assessore

TORRI (SI)

 

OGGETTO 5421

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante l’azienda DEMM di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

COSTI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

Richiesta di inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

DELMONTE (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

CALIANDRO (PD)

RAINIERI (LN)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SI)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Per fatto personale

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 4965

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale» (72)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5450 - Presentazione, discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI, relatore di minoranza

IOTTI (PD)

CALVANO (PD)

ZAPPATERRA (PD)

CALIANDRO (PD)

IOTTI (PD)

 

OGGETTO 4271

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali)". A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Bargi, Delmonte, Liverani, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Rainieri, Rancan

(Relazione e discussione)

(Ordine del giorno oggetto 4271/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 5438 – Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI, relatore

MOLINARI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,08

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centocinquantatreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 26 settembre 2017 (n. 148);

pomeridiana   del 26 settembre 2017 (n. 149);

antimeridiana del 27 settembre 2017 (n. 150);

antimeridiana del 3 ottobre 2017 (n. 151);

pomeridiana   del 3 ottobre 2017 (n. 152);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Sono assenti i consiglieri Aimi, Francesca Marchetti, Ravaioli, Soncini e gli assessori Bianchi e Gualmini.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 5390

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, in relazione all’asta di beni riguardanti Giuseppe Verdi che avverrà a Londra presso Sotheby’s in data 26 ottobre, affinché la collezione ritorni in Italia e rimanga unita e accessibile anche dopo la vendita. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Ricordo solo, per il procedimento di discussione, che per l’illustrazione e la replica da parte del consigliere sono previsti sei minuti; la risposta della Giunta deve avvenire all’interno dei tre minuti.

Primo oggetto dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è l’oggetto 5390: Interrogazione di attualità circa le azioni da porre in essere in relazione all’asta di beni riguardanti Giuseppe Verdi, che avverrà a Londra, presso Sotheby’s, in data 26 ottobre, affinché la collezione ritorni in Italia e rimanga unita e accessibile anche dopo la vendita, a firma del consigliere Foti, a cui do la parola.

Risponde l’assessore Mezzetti.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Presidente, io mi permetto di lasciare a lei, per quanto riguarda la discussione di alcuni question time che seguiranno, di valutare l’opportunità, insieme all’Assemblea, di accorpare anche, a questo punto, la discussione delle risoluzioni 4979 e 1667, 2778, 4419 e di altre eventualmente presentate, al fine dell’economia dei lavori dell’Aula.

Il motivo è semplicemente che diversamente, oggi pomeriggio o domani mattina, torneremmo ugualmente a ripetere la discussione sul tema oggetto del question time.

Se così non sarà, ne prendo atto: vorrà dire che la discussione si farà in due riprese, una volta con una risposta dell’assessore, la volta successiva con la risposta dell’assessore e dell’aula.

Ciò detto, mi limito soltanto ad osservare, rispetto al mio question time, il fatto che a Londra, il 26 ottobre è fissata un’asta di importanti, se non fondamentali documenti, che testimoniano la vita di Giuseppe Verdi.

Mi pare, senza andare troppo nel dettaglio, che sia eloquente quanto ha detto il professor Della Seta al riguardo. Il quale ha sostenuto che sulla base di questi carteggi, dovremmo rifare l’edizione uscita nel 2001 dei carteggi verdiani curati da Carlo Matteo Mossa.

Io, signor assessore, ho anche una corposa documentazione che ho ricavato dalle rassegne stampa di questi giorni relativamente all’interesse, oltre che della parte politica di Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale, che rappresento, anche delle Istituzioni locali, rispetto alla possibilità di intervenire anche sul Governo, anzitutto per avere almeno la garanzia che la consultazione di questo materiale possa in futuro rimanere pubblica, ma anche e soprattutto perché vi sia la possibilità di realizzare una “cordata” che partecipando all’asta possa tenere questi preziosi documenti in Italia.

A tal fine, l’interrogazione proprio a questo si rivolge e proprio questo richiede: cioè che vi sia un intervento anche della Regione nei confronti del ministro Franceschini affinché sia chiaro a tutti quanto sta accadendo e l’inopportunità che una siffatta documentazione di importanza fondamentale per la cultura italiana sia dispersa nel mondo, tra l’altro, con l’impossibilità, dato che son più lotti quelli che vanno all’asta, di tenere questa documentazione sotto una regia unica e quindi con interlocutori vari, magari giapponesi, cinesi o africani, per la qual cosa sarebbe poi difficile sul serio poter anche soltanto accedere ad una consultazione diretta.

Rimango fiducioso della risposta del signor assessore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Mezzetti.

Poi intervengo sull’altro argomento che mi ha posto.

 

MEZZETTI, assessore: Consigliere Foti, consiglieri e presidente, grazie.

Quella affrontata nell’interrogazione del consigliere Foti è una questione delicata e importante, per quello che è il patrimonio culturale di questa Regione, ma anche per il patrimonio culturale-nazionale, italiano e, quindi, come era giusto che fosse, bisognava investire Governo e Ministero dei beni culturali, perché non è una questione che riguarda soltanto la cultura locale.

Come il consigliere sa, purtroppo la Regione Emilia-Romagna non ha gli strumenti per partecipare autonomamente, eventualmente, all’asta Sotheby’s, quindi ci siamo mossi immediatamente nei confronti del MIBACT, più esattamente nei confronti della Direzione generale degli archivi, che è quella predisposta all’eventuale acquisto in aste internazionali di beni.

La Direzione generale ci ha risposto che in questo momento dell’anno ha esaurito i suoi fondi, e che però il ministro Franceschini avrebbe a disposizione eventualmente risorse. La dizione è esattamente Fondi speciali a disponibilità del ministro.

A questo riguardo ho scritto una lettera, al ministro, nei giorni scorsi, sollecitandolo esattamente nelle due direzioni che l’interrogazione del consigliere Foti pone, e cioè quella di garantire l’uso futuro pubblico di tutte le carte, ma soprattutto, se non ritenesse il caso, il Ministero, di muoversi nei confronti di questa asta per poter acquisire i beni.

Sappiamo che al momento è in corso un’istruttoria da parte degli uffici del ministero e che il ministero si è riservato di prendere una decisione alla chiusura dell’istruttoria stessa.

Spero che appunto l’istruttoria si concluda rapidamente, perché se la data è il 26, evidentemente è prossima.

Comunque, abbiamo messo in campo tutte le azioni che abbiamo potuto fare e metteremo in campo quelle che potremo fare nei prossimi giorni per sollecitare in questa direzione, anche, mi pare di poter dire, in sintonia unanime con l’opinione pubblica e istituzionale di Parma, ma anche di questa Regione.

La ringrazio, quindi, anche per questa sollecitazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Mezzetti.

Mi rivolgo invece al consigliere Foti, dandogli tre minuti, ovviamente, quelli che ha.

Rispondendogli invece sul quesito che mi pareva mi avesse posto sugli argomenti, non su questo argomento, ma sugli argomenti che seguono, ebbene, le interrogazioni hanno il loro iter, mi sembra ovvio, nel senso che c’è il consigliere che pone un tema e la Giunta risponde. Nell’ordine del giorno abbiamo le risoluzioni. Ho già una richiesta di mettere all’inizio le risoluzioni e gli atti di indirizzo, nel pomeriggio o alla fine degli argomenti all’ordine del giorno.

Ho già una richiesta depositata da parte del Movimento 5 Stelle, di metterla all’inizio dei lavori, come atto di indirizzo. Se eventualmente mi arrivano altre richieste, le esamino.

Intanto, a lei la parola, consigliere Foti. Ha tre minuti per la replica.

 

FOTI: È chiara la risposta, signora presidente.

Io mi limitavo soltanto a dire, per i lavori dell’economia dell’Aula, che logica avrebbe voluto che l’Assemblea accondiscendesse a trattare le risoluzioni congiuntamente alle risposte immediate, fermo restando che le due procedure non si andavano a mischiare, ma esattamente alla fine del question time si sarebbe svolta anche la discussione sulle risoluzioni in modo tale da uscire, entro la conclusione dei lavori della mattinata, con una decisione al riguardo. Tuttavia, questo è un problema dell’Aula e quindi vedremo di farlo risolvere dall’Aula.

Per quanto riguarda, invece, la risposta dell’assessore Mezzetti, io non avevo dubbi, conoscendo la sua sensibilità, che si sarebbe attivato.

A me pare che sia una vicenda di fondamentale importanza per la cultura italiana e, se mi permettete, anche e soprattutto per la Regione Emilia-Romagna che a Verdi quanto meno ha dato i natali e nei cui luoghi, dalla Provincia di Parma a quella di Piacenza, è noto che abbia lungamente vissuto gran parte della sua vita.

Mi auguro anch’io che il Ministero tenga presente che è giusto fare le istruttorie, ma che l’asta c’è il 26 di ottobre e quindi sarebbe auspicabile, francamente, che entro due o tre giorni questa istruttoria fosse chiusa.

Mi permetto soltanto di dire che si sarebbe potuto eventualmente valutare l’Istituto di studi verdiani come soggetto che, in prima battuta, avrebbe potuto partecipare all’asta, eventualmente anche e soltanto attraverso una garanzia fideiussoria che consentisse a quell’istituto di poter operare in un mercato, che è quello delle aste, dove lo stanziamento non può essere ad libitum, ma non può essere neanche predefinito, perché è chiaro che spesso e volentieri, come voi sapete, la questione dell’asta ha dei meccanismi che si sa dove si parte e non si sa dove si arriva.

In ogni caso, mi auguro che la questione venga monitorata e seguita,  soprattutto perché – torno a ripetere – mi parrebbe assurdo disperdere un patrimonio di così grande interesse e che indubbiamente servirebbe a questo Paese, non solo in termini culturali, ma ritengo anche in termini di studi e in termini anche turistici, perché è ovvio che un fondo di questo tipo è un fondo che non solo appassiona, ma interessa anche e soprattutto migliaia e migliaia di cittadini che vedono nell’opera lirica e in coloro i quali l’hanno composta, ancora oggi, un momento di grande importanza e quindi anche di crescita personale oltre che culturale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Sull’ordine dei lavori.

Noi avevamo depositato una richiesta di inversione sapendo che ci sarebbero state persone tra il pubblico e quindi chiedevamo l’anticipazione della discussione per rispetto e per favorire l’ascolto. La proposta del consigliere Foti ci sembra ancora più ragionevole. Quindi, se gli altri Gruppi sono d’accordo, anche noi siamo favorevoli nell’anticipare, al termine dei question time, la discussione delle risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Bene. Io proseguirei con le interrogazioni.

Vorrei capire dagli altri Capigruppo cosa ne pensano. Comunque, alla fine delle interrogazioni, metterò ai voti la richiesta del Movimento 5 Stelle, se affrontare subito il pacchetto delle risoluzioni, quindi un intervento a favore e un voto contro, o alla fine dell’ordine del giorno.

 

Ancora sullo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

 

OGGETTO 5408

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta, proposta al Ministero della Salute, riguardante la deroga alla chiusura di punti nascita che non rispettino gli standard operativi ed il numero minimo di parti annuali. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo all’oggetto 5408: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la richiesta, proposta al Ministero della salute, riguardante la deroga alla chiusura di punti nascite che non rispettino gli standard operativi ed il numero minimo di parti annuali, a firma dei consiglieri Delmonte, Rainieri, Bargi. 

Darei la parola al consigliere Delmonte.

Risponde l’assessore Venturi.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Assessore, questa è la prima volta che discutiamo con il punto nascita chiuso. Qualcuno forse starà esultando. Non so per cosa e non so perché, ma prima o poi sono convinto che lo capiremo tutti. Forse guardando quali persone saranno in prima fila a tagliare il nastro del MIRE in futuro? Tuttavia, io sono un disfattista, lo sono sempre stato e lo sono sempre stato in tutto questo percorso. Vorrei solo non aver avuto mai ragione.

Oggi, assessore, con il mio question time le do una possibilità, una grande occasione, quella di parlare direttamente a loro, le persone vittime di questa scelta.

Si, perché non voglio oggi che risponda a me. Vorrei che rispondesse a tutte le persone che sono dietro di me in questo momento, a quelle che ci stanno guardando da casa e a quelle che sono impegnate a lavoro per mantenere in vita quel territorio così tanto danneggiato da questa scelta, quello appenninico.

Le mie domande, diverse da tutti gli altri question time di oggi, non sono rivolte al futuro. Non le chiedo che cosa vuole fare del punto nascite perché lo ha già deciso ieri: lo ha chiuso. Le chiedo, invece, conto del passato. Le chiedo se è sicuro di aver fatto tutto il possibile come lei ha dichiarato alla stampa. Le chiedo se la richiesta di deroga è stata fatta a regola d’arte e le chiedo soprattutto perché un Ministero avrebbe mai dovuto accogliere una richiesta fatta in questo modo, con questi tempi e senza nessuno sforzo da parte della Regione per rendere sicuro quello che voi avete sempre considerato un reparto non sicuro. Le chiedo di rispondere a queste domande, senza mettere sul piatto i soliti 3 milioni di investimenti sugli altri reparti, apprezzabili se fatti in un contesto completamente diverso, senza scaricare responsabilità su altri e senza parlare il solito politichese.

Ha l’occasione di chiarire davanti a loro. Lo faccia una volta per tutte con la franchezza che quest’Aula, ma soprattutto queste persone meritano per il loro impegno civico fuori dalla politica, dato ogni giorno togliendo tempo alle povere famiglie.

Mi riservo di effettuare altre osservazioni dopo la sua risposta, che però mi auguro essere sul merito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

La parola all’assessore Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: Caro consigliere, grazie.

Non sono abituato e non sono capace di parlare in politichese. È proprio una di quelle cose che non ho mai imparato nella vita. Chiedo scusa di questo.

Penso che apprezzerà il fatto che tutte le volte che abbiamo parlato di queste cose ho cercato di farlo, anche recentemente, usando una parola, che ripeto per l’ennesima volta oggi e che si chiama “sicurezza”. Si chiama sicurezza delle madri e sicurezza dei bambini e delle bambine.

Questa è l’unica cosa che ci è sempre importata. Questa è l’unica cosa che ci ha condotto a fare, dopo un parere negativo della Commissione regionale, anche un ultimo tentativo con la Commissione nazionale. È talmente vero e da questo punto di vista la invito, comunque, a non insinuare che c’è qualcuno che esulta, perché non sono io. A me dispiace profondamente dell’esito finale, tant’è che noi abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare, compresi gli incontri che abbiamo fatto al Ministero, tant’è che una delle deroghe che non aveva concesso la Commissione regionale è stata concessa dalla Commissione nazionale. Questo per dire che non era già tutto scritto.

La Commissione regionale consultiva tecnico-scientifica percorso nascita ha affidato il mandato di condurre valutazioni approfondite della situazione assistenziale perinatale territoriale e ospedaliera e a luglio del 2017 ha terminato i propri lavori, i cui esiti sono riportati nella relazione trasmessa all’assessorato. La Commissione regionale ha preso in considerazione tutti gli studi disponibili. Ha confermato le priorità per la sicurezza delle cure, che oggi impone standard più rigorosi, in particolare per quanto riguarda la presenza di personale di tecnologia, nella consapevolezza che oltre agli investimenti è necessario che il punto nascita affronti quotidianamente un numero sufficiente di parti per accumulare esperienze e abitudini e affrontare tutte le situazioni, anche quelle più difficili, rare e impreviste.

La Commissione ha valutato il quadro demografico ed epidemiologico caratterizzato da una costante contrazione delle nascite, che è iniziata nel 2011 e che si protrarrà, sulla base delle previsioni elaborate dal Servizio di statistica regionale fino al 2024. Sono tati esaminati i documenti prodotti dai territori di localizzazione dei punti nascita ed ascoltate le valutazioni dei direttori generali e sanitari delle aziende sanitarie coinvolte.

La Commissione, fatte tutte le valutazioni e gli approfondimenti necessari, ha proposto all’unanimità la sospensione dell’assistenza al parto per Borgo Val di Taro, Castelnovo né Monti, Pavullo nel Frignano e Scandiano, senza procedere alla richiesta di deroga al Comitato nazionale. Ha altresì proposto di richiedere la deroga per i punti nascita di Mirandola e Cento, in quanto localizzati nei territori colpiti dal sisma del 2012.

La Giunta regionale ha preso atto del documento tecnico, ma ha deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la chiusura dei punti nascita e quindi di chiedere le deroghe per il mantenimento di punti nascita con tutti i punti nascita con meno di 500 parti.

La procedura di richiesta è stata avviata a luglio 2017 con la trasmissione della delibera di Giunta regionale n. 1.112.

Il Ministero della salute, in data 4 ottobre, ha trasmesso il parere del Comitato percorso nascita nazionale alla Direzione generale indicando la sospensione dell’assistenza al parto nei punti di Borgo Val di Taro, Castelnovo, Pavullo e la deroga per i punti nascita di Scandiano, Cento e Mirandola.

La principale motivazione indicata per la sospensione dell’assistenza al parto nei tre punti è quella correlata al basso tasso di natalità e alla impossibilità di raggiungere, nei prossimi anni, un numero di parti sufficiente a garantire la sicurezza e la competenza dei professionisti e di tutta la struttura per le situazioni di emergenza ― questo è quello che dice la Commissione nazionale ― che anche nei parti fisiologici possono presentarsi, seppure con più bassa frequenza.

Di fatto si è valutato il rischio, correlato alle distanze e ai disagi, che queste possono comportare, quello determinato da condizioni assistenziali e strutturali inadatte ad affrontare le possibili emergenze del parto e si è ritenuto quest’ultimo più importante.

Nella risposta del Comitato percorso nascita nazionale si sottolinea che solo una quota della popolazione veramente bassa di donne potrà subire un disagio orografico importante, che è stato da loro valutato (cito di nuovo la Commissione nazionale).

Giova ricordare che da almeno cinque o sette anni questi punti nascita partoriscono esclusivamente donne valutate a basso rischio e che le donne a medio e ad alto rischio sono già ora indirizzate verso i punti nascita hub di riferimento, con disagi contenuti e sicurezza garantita anche dall’attivazione in tutti i territori dei protocolli STAM e STEN come previsto dalla delibera di Giunta regionale del 2013. I dati, inoltre, dicono che già una quota importante di donne gravide dei tre distretti coinvolti scelgono spontaneamente di andare a partorire in punti nascita al di fuori del distretto.

Le cito i dati dei primi otto mesi di quest’anno, fino ad agosto. A Borgo Val di Taro hanno partorito nel distretto il 34,1 per cento delle donne, per un totale di 74 parti, con una proiezione al 31.12 di 111. A Castelnovo hanno partorito nel distretto il 31 per cento delle donne, le altre hanno scelto un altro luogo fuori distretto, 51 parti tra gennaio ed agosto con la proiezione a Castelnovo di 77.

A Pavullo la fidelizzazione è del 53,3 per cento, 126 parti. La proiezione è a 189. Sto finendo, presidente, ancora venti secondi le chiedo.

Queste premesse rendono evidente come la decisione sui punti nascita non sia di tipo economico e amministrativo, ma che si basa in primis sulla valutazione della sicurezza delle donne, dei neonati e dei professionisti coinvolti.

Senza la garanzia che la nascita si svolga in condizioni di sicurezza, con tutti gli elementi strutturali, organizzativi, tecnico-professionali previsti, a partire dal numero minimo di nati all’anno, non sarebbe equo mantenere aperti dei punti nascita, con la consapevolezza di offrire un’assistenza comunque inferiore agli standard di sicurezza che devono essere garantiti a tutte e a tutti.

Proprio sulla base dei pareri espressi in modo unanime da entrambe le Commissioni, che non solo per un vincolo normativo, seppure presente, ma soprattutto per una scelta etica di salvaguardia della sicurezza delle madri e delle bambine e dei bambini che si è provveduto a dare indicazioni alle aziende sanitarie di sospendere le attività nei tre punti nascita e riorganizzare l’assistenza al percorso nei distretti di riferimento potenziando e integrando le attività di territorio e ospedale, in particolare sull’assistenza alla gravidanza e al puerperio e sulla continuità assistenziale al parto e in dimissione. Non chiude nessun reparto. Non chiede l’ostetricia, non chiude la ginecologia. Stiamo parlando esclusivamente del parto.

La richiesta di deroga è stata redatta, infine, sulla base di quanto previsto dal protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con meno di 500 parti all’anno, fornendo tutte le informazioni richieste.

Il Ministero della salute ha successivamente richiesto ulteriori integrazioni che sono state immediatamente ed esaustivamente fornite dalla Direzione generale cura della persona. La richiesta di deroga evidenziava che per punti nascita oggetto di parere positivo da parte della Commissione, la Regione si impegnava, come si impegna, a garantire l’adeguamento agli standard operativi, tecnologici e di sicurezza previsti nell’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, qualora gli stessi non siano già idonei.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

Ho dato la possibilità all’assessore di spiegarsi. Quindi, ha avuto più minuti. Adesso è prevista la replica del consigliere Delmonte. Cercherò di essere altrettanto generosa.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Non è un problema. Preferivo, in effetti, ascoltare tutta la risposta, anche perché la risposta reale alla mia domanda è avvenuta solo nell’ultima parte.

Ci tengo a specificare che il mio question time chiedeva esattamente queste due cose, per chi non l’avesse letto. Se riteneva vincolante il parere espresso dalla Commissione percorso nascita nazionale e se la richiesta di deroga al Ministero fosse stata corredata da tutti gli elementi che il Ministero, soprattutto nel suo protocollo, richiedeva. 

La risposta mi ha lasciato abbastanza perplesso. Sono soddisfatto della risposta, nel senso che mi ha risposto su tutto. Non sono soddisfatto nel merito, perché l’assessore ha detto che, secondo lui, su questo mi ha risposto anche in un’altra richiesta di accesso agli atti, esiste un vincolo ben specifico rispetto al parere del Ministero.

Allora si metta d’accordo con il suo ministro, perché il suo ministro, quando è ora di andare addosso ai governatori della Lega Nord e Maroni, dice che noi non c’entriamo niente in quanto la responsabilità di chiudere il punto nascita spetta esclusivamente alla Regione. Quando, invece, siamo in Emilia-Romagna assolutamente no, è tutta colpa dei tecnici di Roma, che sono loro che decretano la chiusura. Ne prendiamo atto. Evidentemente ci sono due pesi e due misure che dovrebbero non esserci quando, però, si parla della salute dei bambini.

La decisione, quindi, lei dice che è spettata al Ministero con la sua richiesta di deroga che è stata rigettata.

Secondo il protocollo, però, l’allegato 1B dell’accordo del 16 dicembre 2010, lei doveva allegare un cronoprogramma degli investimenti alla richiesta di deroga. Io le volevo chiedere perché non c’era. Io ho guardato tutti gli atti e un cronoprogramma preciso degli investimenti nel reparto non era presente e, secondo me, è per quello che poi il Ministero le ha fatto una richiesta aggiuntiva di chiarimento.

Io purtroppo non ho potuto leggere la richiesta aggiuntiva, perché l’ho chiesta ai suoi uffici, ma purtroppo erano troppo impegnati per fornirmela nei tempi dovuti. Non erano troppo impegnati, però, quando hanno dovuto rispondere al Ministero, perché il 14 settembre la sua dirigente ha risposto al sottoscritto dicendo: “a seguito della sua richiesta, una richiesta passata, non sono pervenute comunicazioni dal Ministero della salute”. Era il 14 settembre scorso. Il 13 ottobre, poi, la stessa dirigente mi risponde, invece, che il Ministero aveva effettuato una richiesta – non so in che data perché purtroppo non mi è stato detto – alla quale, però, la Regione ha risposto il 18 settembre. Al 14 settembre non vi era nessuna richiesta dal Ministero. Al 18 settembre, invece, era già arrivata la richiesta ed era già stata mandata la risposta. Ricordo a tutti che il 16 e il 17 erano un weekend. Volevo capire quando è avvenuta.

Ben venga la velocità, ma volevo chiedere quegli atti. Li ho chiesti in tutti i modi chiamando tutti gli uffici e mi sono stati negati, forse mi arriveranno un’ora e mezza dopo questa discussione.

Quello che mi lascia perplesso, però, è che lei dice che non chiude un reparto, chiude una funzione del reparto, che è quella del parto. Al di là del fatto che, secondo me, per un reparto di ostetricia e ginecologia il parto è un punto abbastanza rilevante, e non tanto nell’iter stesso.

Tuttavia, le chiedo: quali ostetriche vorranno restare in un reparto dove la loro attività è solamente di consultorio senza dover fare la parte delle nascite? Quelle inesperte che sono alle prime armi hanno sicuramente la volontà di imparare e andare in un reparto completo, quelle che, invece, magari, sono un po’ più anziane e di esperienza non vedo perché dovrebbero scegliere un punto nascita a 50 chilometri per fare un lavoro che, comunque, sarà relativamente mozzato all’interno delle proprie funzioni.

Secondo me – sono sempre il solito disfattista – questo è l’inizio della fine del reparto. Non sto parlando dell’ospedale, come alcuni altri hanno detto. Infatti, mi auguro che non sia la fine di un intero ospedale. Però, di un intero reparto, secondo me, sì. E dico anche di un intero territorio, perché quando si vanno a togliere delle funzioni così fondamentali, come quella di poter far nascere i propri figli su un territorio, questo ne è molto danneggiato.

Credo che lei lo sappia benissimo. Ha detto più volte – lo ha ribadito sempre durante questo iter – che è solo questione di sicurezza. Lei, ovviamente, come tutti noi, anzi, molto meglio di tutti noi, perché ha molta più competenza, ha letto benissimo l’accordo Stato-Regioni e sa benissimo come il numero di 500 parti non è uno standard di sicurezza. È uno standard operativo e viene evidenziato così perfettamente all’interno dell’accordo Stato-Regioni.

Le dirò di più. Forse sarò impopolare a dire questa cosa, però un politico serio, a mio parere, e con questo non vuol dire che lei non lo sia, doveva prendere atto di uno stato di sicurezza o no di un reparto e se il reparto non era sicuro nel 2015 andava chiuso immediatamente, perché non si prendono in giro per due anni e mezzo le persone dicendo che non è sicuro e poi lo si lascia aperto.

Evidentemente non vi era questa urgenza di chiuderlo per questioni di sicurezza. Altrimenti, un politico lo avrebbe chiuso, avrebbe ripristinato tutte le funzioni e gli investimenti necessari per metterlo in sicurezza e solo quando era in sicurezza lo riapriva per permettere al servizio di esistere a tutela di tutto il territorio.

Abbiamo preso in giro i cittadini per due anni e mezzo, e non mi dica che ha fatto tutto quello che ha potuto, perché, a mio parere, ha fatto tutto ciò che ha voluto, e ha voluto chiudere tre punti nascita.

 

(applausi dai banchi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Chiedo al pubblico di astenersi da applausi e da segni di approvazione. Altrimenti, vi devo far uscire.

 

DELMONTE: Concludo dicendo che ha fatto tutto ciò che ha voluto. Ha chiuso i punti nascita.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi chiedo silenzio.

 

DELMONTE: Le do un dettaglio. Sono gli unici che avevamo in territorio appenninico, su tutta la Regione. Purtroppo – ne devo prendere atto – questa battaglia è finita. Difficilmente ci saranno altre possibilità per tornare indietro. Non ci saranno più nuovi codici fiscali con il C219, come non ci saranno con tutte le altre sigle di Pavullo e Borgo Val di Taro. Ma questo poi mi permette di dire che è una battaglia che non ha nessun vincitore, da nessuna parte politica. Ci abbiamo perso tutti, ci perde un territorio e questo territorio spero si sappia rialzare.

Credo che le persone che sono qui dentro siano la dimostrazione che, comunque, nonostante tutto quello che è stato fatto dalla vostra politica in questi anni, questo territorio è più forte e vi supererà alla grande.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

 

OGGETTO 5417

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche nei confronti del Governo, per evitare la chiusura dei punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO) e Borgo Val di Taro (PR). A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5417: Interrogazione di attualità a risposta immediata circa le azioni da porre in essere anche nei confronti del Governo per evitare la chiusura dei punti nascita di Castelnovo ne’ Monti e Pavullo nel Frignano e Borgo Val di Taro, a firma della consigliera Sensoli.

Risponderà l’assessore Venturi.

Consigliera Sensoli, ha la parola.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Rinuncio all’esposizione, perché, purtroppo, la situazione è tristemente nota. Attendo la risposta dell’assessore e mi tengo il tempo per la replica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Prego, assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: La parte di risposta che ho dato in precedenza è anche all’interno della risposta di questo question-time. Proseguo con la parte che, invece, rivolge altre domande.

Il decreto del ministro della salute dell’11 novembre 2015, al comma 1 dell’articolo 1, prevede che il CPN, il Comitato percorso nascita nazionale, esprima un motivato parere su eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti annui, in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sul documento concernente “Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita per la riduzione del taglio cesareo”. Il motivato parere del Comitato risulta, pertanto, vincolante rispetto alla possibilità di derogare alle previsioni dell’accordo Stato-Regioni.

La natura del vincolo è collegata alla necessità, da parte di ciascuna Regione, ai sensi dell’intesa del 2005 del 23 marzo, di garantire gli adempimenti a proprio carico per l’accesso al maggior finanziamento delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale.

Relativamente al percorso nascita, l’adempimento prevede, fra l’altro, l’applicazione di quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, relativamente alla riorganizzazione dei punti nascita ospedalieri regionali. Un mancato adempimento può, pertanto, essere collegato alla mancata corresponsione di una quota parte, per le Regioni come la nostra non in piano di rientro, di un 1 per cento del fondo sanitario, circa 80 milioni di euro.

L’adeguamento della rete dei punti nascita regionali alle previsioni dell’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 è espressamente previsto anche dal decreto ministeriale n. 70 del 2015 ed è anche evidente come la previsione di un meccanismo di deroga, previo parere da parte di un organismo tecnico-nazionale, non possa che essere collegato all’esistenza di vincoli, impegni e precise previsioni normative rispetto alle quali non sarebbe altrimenti possibile prescindere.

Dal punto di vista sostanziale, il parere della Commissione nazionale, che indica espressamente, per i punti nascita per i quali è stato espresso parere negativo rispetto alla deroga, l’impossibilità a garantire la sicurezza materno-fetale… Lo continuerò a ripetere fino in fondo: “La sicurezza materno-fetale”. Altro che io ho fatto quello che mi è parso, caro consigliere! Altro che io ho fatto quello che mi è parso! Ho fatto quello che mi ha chiesto questa Assemblea. Di chiedere la deroga nazionale, e i tempi non li stabilisco io, ma sono quelli dettati dai documenti.

Dal punto di vista sostanziale, il parere che indica espressamente, per i punti nascita per i quali è stato espresso parere negativo rispetto alla deroga, l’impossibilità a garantire la sicurezza materno-fetale, anche in funzione di eventuali emergenze che dovessero verificarsi durante il travaglio o parto, nonostante l’eventuale rispetto di tutti i criteri previsti dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, assume la natura di un vincolo non più solo normativo, ma anche etico in relazione alla sicurezza delle madri e dei bambini e rappresenta, inoltre, un vincolo per l’operatore, che potrebbe essere chiamato a rispondere personalmente, nel futuro, degli eventuali eventi avversi che dovessero presentarsi.

Inoltre, appare non percorribile la proposta di fare una nuova richiesta alla Commissione nazionale, perché la principale motivazione indicata per la sospensione dell’assistenza nel parere della Commissione nazionale è quella correlata ai bassi tassi di natalità e alla impossibilità di raggiungere nei prossimi anni un numero di parti all’anno sufficiente, ma neanche lontanamente a garantire la sicurezza e la competenza dei professionisti e di tutta la struttura per le situazioni di emergenza, che anche nei parti fisiologici possono presentarsi, seppure con bassa frequenza.

La tendenza rispetto alla natalità è di una costante purtroppo contrazione. Purtroppo questo è uno dei principali problemi che abbiamo in questo Paese, sennò non staremmo qua a discutere e a fare questo dibattito. Il problema è che abbiamo la natalità bassissima ormai. Questo è il tema. Non dipende dalle chiusure dei punti nascita, ma è l’esatto contrario. La tendenza rispetto alla natalità è di una costante contrazione che si protrarrà fino ad almeno il 2024, con una prospettiva di ripresa dei numeri di nati attuali nel 2030.

È utile ricordare che non è la mancanza del punto nascita che porta alla denatalità, bensì la denatalità che porta a condizioni di non sicurezza dell’assistenza, al parto che, pertanto, deve essere sospeso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla consigliera Sensoli, che ha, naturalmente, sei minuti.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta, però qui c’è qualcuno che non sa cosa sta dicendo o dice cose non corrispondenti alla realtà. A questo punto, non so se sia lei o se sia il ministro Lorenzin, che ha dichiarato: “Il ministero della salute non può imporre alcuna chiusura dei punti nascita”. Così come relativamente a un’ulteriore richiesta, sempre il ministero dichiara, relativamente a una richiesta della Lombardia: “Il Comitato nazionale percorso nascita esprime pareri tecnici sulla scorta della documentazione fornita dalle Regioni”. Ovviamente, se voi fornite una documentazione tecnica e non fornite le motivazioni per cui, secondo una scelta politica e di tutela del territorio, i punti nascita dovrebbero rimanere aperti, chiaramente, poi, il Ministero decide in base ai documenti che riceve.

Sempre il ministero dice: “Aspettiamo, se disponibile, ulteriore documentazione e nuovi elementi istruttori da parte della Regione Lombardia per investire tempestivamente il Comitato per una nuova valutazione”. Significa che valutazioni nuove, eventualmente, si possono fare, se veramente si ha intenzione di tutelare un territorio.

Quando lei ci parla di sicurezza, assessore, bisogna distinguere le motivazioni tecniche dalle motivazioni politiche. Lei ci parla di sicurezza, ma qui si parla di organizzazione sanitaria. I parametri di sicurezza possono essere mantenuti decidendo quale organizzazione sanitaria si vuole dare. Vi riempite la bocca con il modello hub and spoke e poi, quando lo si potrebbe applicare, non lo applicate. Preferite chiudere servizi. Vi fate paravento con le scelte tecniche, quando dovrebbero essere le scelte politiche, che fanno riferimento ai tecnici, perché i tecnici devono trovare le migliori soluzioni alle scelte che si fanno politicamente, non il contrario.

Altra questione. Ieri lei dichiara: “Investiremo 3,4 milioni di euro comunque nell’ospedale”, in uno degli ospedali. Perché non li investite in sicurezza? Perché non li investite per assumere personale? Perché non li investite per accompagnare le donne, per mantenere i punti nascita, per mantenere le sale parto efficienti, per ruotare il personale, mantenendo così i parametri di sicurezza e la manualità, come vi abbiamo sempre proposto noi in questi tre anni.

Li investite in cosa? Sparate cifre sperando, così, di tenere buoni i cittadini sciorinando cifre senza dire cosa volete fare. Li potreste investire in questi settori. Voi fate riferimento al parametro dei cinquecento parti per le mura paragonando l’Emilia-Romagna – visto che è un parametro nazionale – a certe regioni dove episodi di mala sanità esistono quotidianamente, purtroppo. I casi sono due: o il parametro di cinquecento parti l’anno è un parametro operativo, come diceva il consigliere Delmonte, oppure l’Emilia-Romagna non è un’eccellenza e ci paragoniamo a regioni dove, purtroppo, muore gente di mala sanità tutti i giorni.

Decidete chi siamo e, soprattutto, decidete cosa vogliamo essere, perché – ripeto – qui stiamo parlando di scelte politiche ed è ora che voi usciate dai palazzi, usciate dai consessi dove c’è solo gente che vi dà ragione e iniziate a parlare con la gente. Non potete lamentarvi dei cali della natalità quando è la politica la prima a non aiutare le donne a fare figli, a partire dal percorso... 

 

VOCE: Brava!

 

(applausi dai banchi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi chiedo di non applaudire e di stare in silenzio. È ovvio che nessuno vi vuole far uscire e sappiamo perché siete lì, però atteniamoci al Regolamento, altrimenti mi costringete ad agire. Ve lo chiedo per favore.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: A partire dal percorso di accompagnamento alla gravidanza, alla natalità, un percorso di assistenza con del personale qualificato, con del personale pubblico, assunto nel pubblico – le donne non si debbono rivolgere ai corsi prenatali sparsi da enti che, purtroppo, non sono certificati, perché la Regione nemmeno prevede il percorso di accreditamento per chi fa corsi anche per le future mamme – per finire alle rette degli asili nido, che sono inaccessibili, posti che non si trovano, mezzi di trasporto che non ci sono e scuole ridotte all’osso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

 

OGGETTO 5418

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il mantenimento del punto nascita di Borgo Val di Taro (PR) ed il potenziamento dei servizi del relativo presidio ospedaliero. A firma dei Consiglieri: Cardinali, Iotti, Lori

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5418: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il mantenimento del punto nascita di Borgo Val di Taro ed il potenziamento dei servizi del relativo presidio ospedaliero, a firma dei consiglieri Cardinali, Iotti e Lori.

L’assessore Venturi darà la risposta.

Il consigliere Cardinali ha la parola.

 

CARDINALI: Grazie, presidente.

Stiamo vivendo una giornata difficile, importante, di valutazione e anche di attesa, ma dobbiamo vivere una giornata con serietà e con impegno, una giornata che stia sui punti. Questa interrogazione entra nel merito, sta sui punti. Parla dell’ospedale di Borgo Val di Taro, parla di un punto nascite che, pur tra mille difficoltà, come dai dati anche di stamattina, ha tentato di rimanere su numeri interessanti. Non ci è rimasto – questo lo esprimo con dispiacere – perché sono troppi i cittadini che hanno scelto un altro ospedale per partorire. Questo ci ha messo in difficoltà sotto questo profilo e ha fatto sì che anche i dati di stamattina mettessero questo ospedale nelle condizioni di non avere numeri che, invece, quel distretto, quel territorio esprime. Questo lo dico perché è un territorio di montagna, con difficoltà orografiche. È un territorio dove nascere è complicato, ma è complicato anche vivere. Quindi, l’impegno delle istituzioni è stato quello, in questi anni, di portare opportunità di lavoro e di portare occasioni che permettano alle famiglie di vivere.

Voglio capire che cosa succederà di questo punto nascita. Voglio capire la situazione reale che nel complesso dovrà sostenere questo ospedale. Infatti, la mia interrogazione chiede due cose. La prima riguarda il mantenimento o l’opportunità di garantire il punto nascita. Con la seconda voglio capire che tipo di interventi strutturali e di incremento di personale e infrastrutturale vogliamo dare a questo ospedale. È un presidio straordinariamente importante. La provincia di Parma ha già riorganizzato i suoi ospedali e Borgo Val di Taro è stato inserito negli ospedali da mantenere in vita, perché è un ospedale collocato in un’area in cui, dal punto di vista territoriale, possono anche essere interessate le due regioni limitrofe o le vallate di quelle regioni, come la Liguria e la Toscana.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Cardinali.

La parola all’assessore Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, consigliere.

Ripeto che le prime due pagine della prima risposta che ho dato sono inserite anche negli altri question time perché contengono dati importanti. Ritorno su un dato che nessuno ha citato, fuorché il consigliere Cardinali, sui primi otto mesi di quest’anno. Io, però, vorrei rileggerli per tutti. Posto che il giorno è un giorno nel quale non è felice nessuno, posto che io sono nato in un punto nascita che non c’è più (questo non interessa nessuno, ma i bambini continuano a nascere, per fortuna), trovo che in almeno due casi su tre (Borgotaro e Castelnovo ne’ Monti) siamo vicini a degli indici di fidelizzazione inferiori a un terzo. Le donne per i due terzi vanno a partorire in altri distretti. Questo è un dato oppure non ne vogliamo tener conto?

 

(interruzioni dai banchi del pubblico)

 

Credo che il consigliere Cardinali abbia provato a dare una risposta. Certo che le mandiamo noi. Cosa dovremmo fare? Dovremmo far partorire le donne che hanno una gravidanza complicata in un ospedale di montagna? Un infarto lo teniamo nell’ospedale di montagna? È del tutto evidente che questo fa parte della medicina moderna. Io sto parlando di donne che non hanno una gravidanza complicata, perché le altre vanno già via.

Comunque, nella consapevolezza dell’importanza degli ospedali delle zone di montagna (lo avrà letto, consigliere), ieri sera c’è stato un incontro con il sindaco di Borgotaro e diverse associazioni di volontariato nella sede dell’assessorato. Si è parlato del piano di sviluppo dell’ospedale. Non è vero – io lo sento dire, sento le registrazioni – che questo è il primo passo per chiudere i reparti di ostetricia e ginecologia e che il secondo passo sarà chiudere gli ospedali. Noi non guadagniamo nulla. Da questa riorganizzazione spendiamo soltanto un sacco di risorse in più. Lo abbiamo detto e lo diremo fino in fondo (al di là degli applausi o dei fischi che prendiamo): lo facciamo per garantire la sicurezza delle madri e dei bambini. Fra qualche anno, quando saremo tutti più calmi, ce lo riconoscerete. È molto più facile venire qui a dire una cosa che fa prendere gli applausi piuttosto che a dire che noi stiamo lì e cerchiamo di tutelare la sicurezza di chi non ha una malattia, ma un evento che capita una volta, al massimo due, nella vita oggi. Non sei, otto o dieci, come succedeva quando sono nato io. Questa è la nostra unica preoccupazione.

Ieri abbiamo discusso, così come ne discuteremo in comitato di distretto, di investimenti sull’ospedale di Borgotaro, che valgono insieme circa 3.500.000 euro, che fanno parte della riorganizzazione dei pronto soccorso per mezzo milione di euro, di una ristrutturazione del comparto operatorio tesa a consentire 400 interventi chirurgici in più all’anno – alla faccia dello smantellamento! – per un milione e mezzo di euro e migliorare l’accessibilità allo stabilimento per 700.000 euro, nonché acquisire quindici unità in più di personale, facendo così venire meno il problema dell’ostetrica che non sa cosa fare in quanto l’ostetrica si recherà nelle case delle gravide, l’ostetrica andrà a seguire le gravidanze con la medicina di iniziativa, che è quello che facciamo già, che è esattamente quello che facciamo già, e avrà da lavorare più di prima l’ostetrica. E questo alle ostetriche gliel’abbiamo pure già spiegato. Quindi, questi 780.000 euro per quindici unità in più di personale, cinque dirigenti medici e dieci del comparto, non sono investimenti che si fanno una volta, perché tutti gli anni li continueremo a pagare. E se ce n’è bisogno, ne assumeremo degli altri, perché è quello che stiamo facendo in questi anni. D’altronde, i 2.580 infermieri e medici che abbiamo stabilizzato e assunto a tempo indeterminato negli ultimi due anni li abbiamo assunti per potenziare il servizio sanitario regionale, non certo per indebolirlo, e li abbiamo assunti dovunque ci siano stati chiesti, compresi gli ospedali di montagna. E questo è un ulteriore segno di quello che vogliamo fare negli ospedali dell’Appennino, le cose che si possono fare sicurezza, assegnando a quegli ospedali un ruolo che è più che di distretto, ma è anche provinciale, dal momento che quei 500-600 interventi chirurgici che faremo in più a Borgo Val di Taro li faremo anche per i parmigiani, li faremo anche per i fidentini. Spostiamo i chirurghi e li portiamo su per operare anche persone che non sono di lì. Questo è l’unico modo per avere un ospedale che, per i prossimi vent’anni, non debba assistere alla discussione “si mantiene, non si mantiene”, perché vogliamo potenziarlo per la popolazione di riferimento.

Siamo inoltre impegnati anche nel migliorare l’assistenza del percorso nascita attraverso la realizzazione di azioni finalizzate a crescere la qualità e il valore del percorso, con la personalizzazione dell’assistenza e l’accompagnamento delle donne e delle loro famiglie, il rafforzamento dell’assistenza pre e post parto, la creazione dell’anagrafe delle gestanti, il contatto telefonico e le visite ambulatoriali costanti, la prosecuzione delle attività consultoriali, l’accompagnamento al parto, visite, ecografie e controlli, corsi di preparazione al parto, assistenza in puerperio, sostegno all’allattamento. È tutto come prima. Questo è tutto come prima. E se vi dicono cose differenti, non corrispondono al vero. infine, sistemazioni alberghiere, se si vogliono, vicino al punto nascita previsto. Certo, per una settimana si va da un’altra parte. Ma tutto il resto della gravidanza, tutto il prima e tutto il dopo, rimane lì accanto alle vostre case, in piena sicurezza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Cardinali per la replica. Ha tre minuti.

 

CARDINALI: Grazie, assessore, anche se sono triste, deluso e amareggiato per il fatto che dobbiamo compiere dei passi negativi, ma sono soprattutto molto deluso e molto amareggiato per un parere nazionale che ha tenuto poco in considerazione i temi dell’orografia dei territori e i temi di come le realtà di quei territori provano a stare in piedi, un parere che poteva rispecchiare al suo interno alcune valutazioni sotto questo profilo interessanti. Però, nessuno ha intenzione di fermarsi qua. Tutti abbiamo intenzione di vigilare attentamente sulle parole dette in quest’Aula, vigilare attentamente sulle situazioni che si verranno a verificare, perché ogni parola ha un peso, ogni parola per i cittadini di quel territorio, anche per quelli che sono qua stamani, ha un peso. Lo hanno ascoltato con quella logica e con quella stessa logica vogliono continuare a presidiare un ospedale e un territorio che deve continuare a offrire servizi.

Con riferimento agli interventi strutturali, scorgiamo azioni realmente interessanti – l’ho letto anche sul giornale –, opere che strutturalmente possono garantire una prospettiva interessante per un ospedale che si deve dare un futuro a vent’anni, non a domani, perché l’obiettivo per quei territori è quello di avere un ospedale da qua a vent’anni. Lì ci sono delle prospettive. Forse ne mancherà qualcuna o qualcuna andrà rivista e rivalutata, ma sicuramente dovrà essere tenuta in considerazione per dare quella qualità nei servizi oggi presente in quell’ospedale, in particolare per quegli ospedali che hanno saputo dare qualità in molti reparti e che oggi sono diventati anche poli attrattivi, com’è Borgo Val di Taro per molti aspetti.

Stiamo attenti, quindi, e portiamo avanti con forza e decisione tutto quello che stamattina abbiamo espresso, perché abbiamo l’obbligo di farlo per i cittadini che vivono in quei territori e che vogliono continuare a vivere in quei territori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Cardinali.

 

OGGETTO 5422

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mantenere operativi i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, con particolare riferimento al parere sfavorevole alla relativa deroga emesso dalla Commissione Percorso Nascite nazionale. A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ora darei la parola sull’oggetto 5422, in quanto con il consigliere Bignami ci siamo accordati e mi ha chiesto di essere ultimo e di mantenere lo svolgimento sullo stesso argomento.

Oggetto 5422: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mantenere operativi i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, con particolare riferimento al parere sfavorevole alla relativa deroga emesso dalla Commissione Percorso Nascite nazionale, a firma del consigliere Torri, a cui do la parola.

Risponderà l’assessore Venturi.

 

TORRI: Rinuncio all’esposizione. Il tema è noto, per cui attendo la risposta per controreplicare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

La parola all’assessore Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: Consigliere, le riconfermo tutta la prima parte della risposta, che contiene anche i dati, ragion per cui non la sto a rileggere.

Per quanto riguarda, invece, gli investimenti, ovverosia ciò che vogliamo fare a seguito del parere, su Castelnovo ne’ Monti la Regione, in condivisione con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie e le Aziende sanitarie, è impegnata in progetti di miglioramento delle strutture ospedaliere attraverso investimenti a favore degli ospedali di montagna, che riguarderanno Borgo Val di Taro Castelnovo e Pavullo.

In particolare, con riferimento all’ospedale “Sant’Anna” di Castelnovo, è prevista la riorganizzazione del punto di primo intervento e la realizzazione della nuova camera calda, per un costo complessivo di 2,8 milioni di euro. Per l’ospedale è prevista, inoltre, ed è già in corso avanzato di assunzione, la presa di servizio di sedici unità di personale, sei medici e dieci tra infermieri e operatori di sala operatoria, il che consentirà di aumentare l’attività chirurgica almeno di 200 interventi l’anno. La spesa per le assunzioni è stimata in circa un milione di euro. Infine, con l’intento di preservare e garantire costantemente qualità e sicurezza delle cure erogate alla popolazione di Castelnovo ne’ Monti, presto sarà attivo anche il servizio di elisoccorso notturno, che è già stato approntato, ma per varare il quale dobbiamo aspettare l’assenso definitivo da parte dell’Ente nazionale di assistenza al volo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola al consigliere Torri. Prego.

 

TORRI: Grazie, presidente.

In virtù del dibattito che si è sviluppato questa mattina, nonché dell’ultima parte della risposta, non posso dichiararmi soddisfatto della risposta e, più in generale, della situazione.

Nessuno chiaramente sottovaluta i fondi e le proposte di investimento che sono state prospettate dall’assessore, che anzi saremo tra i primi a verificare che vengano puntualmente realizzate, però il problema che si è venuto a creare, lo stesso che ci non ci può rendere soddisfatti, è la situazione di disagio di un intero territorio.

Il nostro atto, quello presentato oggi dal Gruppo Sinistra Italiana, segue una serie di atti che hanno sempre avuto la volontà di mantenere attivi i punti nascita, giudicando non accettabile che un territorio, soprattutto come quelli disagiati dell’Appennino, ma in generale quelli periferici, anche in pianura, sia privato di questo servizio. Capiamo bene che è solo un servizio all’interno di un reparto, ma riveste un’importanza non solo sanitaria, che comunque è fondamentale, ma anche simbolica per questi territori.

È soprattutto alla luce di questo che non posso dichiararmi soddisfatto di quello che ho sentito questa mattina, e anzi, credo siamo di fronte ad una sconfitta della politica e della logica, perché una grande parte del territorio della nostra Regione, dalla via Emilia verso sud, prendendo per buona la risposta del Ministero, resta completamente sprovvisto di questo servizio di punti nascita, ed è la zona più complicata in cui vivere e pensavamo dovesse essere questo a valere. Già nel 2010, quando venne preso l’accordo Stato-Regioni, di conseguenza tutta la legislazione che ne è seguita, nessun Governo, dal 2010 a oggi, di nessun colore (fosse centrodestra, tecnico, o centrosinistra), ha mai deciso di invertire. Un accordo che fissa e però confonde criteri numerici e criteri organizzativi, parlando di sicurezza, ma di fatto, credo che in questo modo mascheri tagli alla sanità, tagli che, come dicevo prima nessun Governo ha deciso di invertire, accettando in un responso della Commissione nascite anche noi, anche la nostra Regione accetta questa logica.

Per quanto riguarda la situazione di Reggio Emilia, che è quella che conosco meglio, non posso fare a meno di rilevare che quella risposta, accettata molto frettolosamente, è contraddittoria, se non altro nel sottolineare l’importanza della rotazione delle équipe per il punto nascite di Scandiano e giudicarla invece in maniera negativa per il punto nascite di Castelnovo né Monti, che è più lontano dalla città, dimostrando così che si gira attorno soltanto ad un parametro numerico, che di per sé non rappresenta la sicurezza.

A questo punto, ed è il terzo motivo per cui non sono soddisfatto, credo che non siano state tenute in adeguata considerazione le proposte che da quel territorio, come dagli altri sono emerse, sostenute non soltanto dai Sindaci e dalle Istituzioni, ma anche da professionisti che hanno assieme ai cittadini redatto queste proposte, e che proponevano soluzioni organizzative, della cui validità io resto convinto – ma ognuno mantiene le proprie convinzioni, la mia era questa dall’inizio, e la mantengo anche oggi – è che potevano mantenere in sicurezza quei punti nascita indipendentemente dal numero, lasciando così un punto di riferimento ulteriore alle donne di quelle zone, che come ho già detto, sono quelle più difficili da vivere per la nostra regione.

Qui occorre rilevare anche, penso, in generale, nel percorso di questi due anni, nel quale abbiamo cercato di lavorare per ottenere questo risultato, e non smetteremo di lavorare in questo senso, nonostante tutto, l’abbiamo fatto assieme a consiglieri e persone di diverse estrazioni, senza chiederci chi eravamo e da dove venivamo, ma soltanto pensando di poter mantenere un servizio in più in certe zone. Io credo, appunto, che vada rilevato anche come sia mancato, a livello prima di tutto istituzionale, fra Istituzioni, Regione e Sindaci, e tra Istituzioni e cittadini, un confronto adeguato, che desse risposte effettive sulle proposte che dai territori sono emerse e che le considerasse come meritavano.

Alla luce di tutto questo arriviamo a quella che non credo sia una conclusione, perché comunque il nostro lavoro è quello di continuare comunque a creare spazi perché i servizi restino anche nei territori più disagiati. Arriviamo comunque a un passaggio che ritengo negativo e che non può soddisfarmi. Rivendichiamo il lavoro che abbiamo provato a fare insieme a tutti quanti perché la soluzione di questa situazione fosse differente, e ribadiamo la convinzione che dovesse esserci un’altra situazione.

In conclusione, replico velocemente a Gabriele Delmonte, ma in maniera informale, perché la conclusione di tutto questo intervento è il motivo per cui continueremo a lavorare. Lui dice: non vorrei essere troppo pessimista, il rischio è che finisca la montagna. La montagna come detto anche alla fine, non finirà, grazie ai montanari che hanno vissuto situazioni più difficili. Il problema, però, è che è una responsabilità per noi continuare nel lavoro che abbiamo fatto finora, e creare spazi perché appunto questa non sia la fine, almeno di questa vicenda.

 

(applausi dai banchi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Torri.

 

OGGETTO 5421

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante l’azienda DEMM di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5421: Interrogazione di attualità a risposta immediata circa la situazione riguardante l’azienda DEMM di Porretta Terme, a firma del consigliere Bignami.

Risponde l’assessore Costi.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

In realtà mi è forse anche troppo semplice accennare agli argomenti che hanno precedentemente caratterizzato i lavori dell’Aula, visto che Porretta Terme, ovvero la località Alto Reno Terme, su cui insiste l’interrogazione che sottopongo all’attenzione dell’assessore Costi fu interessata, proprio qualche tempo fa, dalla chiusura del punto nascite, con un’anticipazione di quello che ho sentito oggi e su cui ritrovo tante analogie, rispetto alle quali però non ritengo evidentemente di entrare, per non uscire dal tema dell’interrogazione stessa.

Mi permetto però semplicemente di dire che trovo un’intima connessione rispetto al depauperamento di servizi e di opportunità a cui la montagna viene quotidianamente sottoposta, anche nelle ricadute economiche che ci troviamo poi costretti ad affrontare, laddove paradigmaticamente, così come per la DEMM per Saeco e per altre aziende del nostro territorio, i segnali di abbandono che queste realtà si trovano a dover riscontrare da parte delle Istituzioni, inevitabilmente determinano, anche in campo economico, una disaffezione dal punto di vista degli investitori che si trovano a operare su quei territori, che inevitabilmente ripercuotono poi i propri effetti anche in ordine ai posti di lavoro e alla tenuta della socialità e delle famiglie che, inevitabilmente private di servizi essenziali e ancor più di opportunità di lavoro, si trovano a fare i conti con una difficoltà oggettiva.

Da qui, appunto, l’interrogativo che mi permetto di sottoporre all’attenzione dell’assessore Costi, che so essere impegnata sul fronte della DEMM e che certamente, non volendo evidentemente alimentare né contrapposizione né divisioni, ma cercando di essere presenti, e dando anche un modesto contributo alla risoluzione del problema, può essere, dicevo, l’assessore Costi, ingaggiata su questa vicenda, rispetto alla quale chiediamo aggiornamenti.

Aggiornamenti perché, così come da quanto raccolto anche dalla recente manifestazione, vi è l’esigenza, da parte dei lavoratori, di conoscere lo stato di quella situazione di crisi che ha anche coinvolto la Regione per quanto riguarda la cassa integrazione, per quanto riguarda gli impegni assunti, giacché, ma qui l’assessore credo, non sapendo della sua risposta, penso che su questo aspetto mi possa dare finora ragione, evidentemente i ruoli di chi governa sono più gravosi di quelli di chi è all’opposizione.

In questo, quello che ha anche detto poc’anzi l’assessore Venturi, che appunto richiamava l’etica della responsabilità da parte di chi lavora e di chi governa, è certamente ancor più pregnante e vero quando a essere toccato è il contesto lavorativo.

Quindi, ascolto con interesse la risposta dell’assessore Costi, rassegnando poi le conclusioni all’esito del riscontro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Costi. Prego.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente.

Io mi scuso, ma non potrò che ripetere quanto ho già riportato in quest’aula anche nelle precedenti Assemblee, perché questo è un tema che è stato già lungamente dibattuto.

Io mi permetto anche di dire che non esiste una relazione precisa, e soprattutto consolidata tra quanto è successo e sta succedendo alla DEMM rispetto ad altre situazioni di servizi.

Ricordo che la DEMM è una multinazionale, come lo è l’ex Nestlè a Parma, dove stanno facendo delle scelte indipendentemente dalla localizzazione dei territori. Ricordo anche che l’attuale commissario che è il dottor Tombari, ha informato, il 27 luglio scorso, di quanto era successo, e precisamente che in quella occasione si era ottenuta la proroga di un anno della procedura straordinaria, questo per poter permettere di attuare con un po’ più di tempo le procedure di vendita dell’azienda. Questa era stata accompagnata dalla domanda di estensione, per la durata della procedura della CIGS per tutto il periodo dell’amministrazione. Sono stati informati, come succede sempre, chiaramente, i sindacati.

Ricordo un altro elemento importante: la riorganizzazione delle deleghe dirigenziali in azienda per meglio governare questa fase, superando alcune difficoltà di rapporti interni che avevano caratterizzato i mesi passati e che erano stati contestati proprio dai lavoratori.

Successivamente, il dottor Tombari ha informato, sia le organizzazioni sindacali che le Istituzioni, che è stata scelta una società di advisor regolarmente autorizzata sempre dal Ministero, che è la Ernst & Young. Sono state fatte le nomine dirigenziali in azienda e quindi si è proceduto come si era deciso. Invece – questo è vero ed è emerso anche nella manifestazione dell’altro giorno – manca ancora il decreto per l’erogazione della CIGS.

Noi come Regione abbiamo seguito e stiamo seguendo quotidianamente questa vicenda. Per noi questo territorio – voi lo sapete – è fondamentale. Abbiamo già lavorato rispetto ad altre situazioni. Ci stiamo lavorando e stiamo seguendo assieme la procedura, la stiamo accompagnando per poter garantire il futuro di questa attività produttiva lavorando perché subentri possibilmente – deve subentrare – un soggetto industriale. Questo è l’impegno che noi stiamo seguendo, chiaramente assieme al dottor Tombari. Siamo attivati da tempo perché in questa fase di procedura, chiaramente, siano mantenute le attuali commesse da parte dei principali clienti. Questo è un altro tema fondamentale per permettere che la DEMM possa continuare a lavorare, ma mantenga anche il proprio valore.

Vengo all’ultimo tema che abbiamo affrontato e stiamo affrontando proprio in queste ore. Noi ci siamo attivati presso il Ministero del lavoro al fine di accelerare il decreto per il riconoscimento della CIGS per i lavoratori, che autorizza, chiaramente, il pagamento dell’ammortizzatore da parte dell’INPS.

Ricordo, però, che questi lavoratori vengono nel frattempo tutelati mediante l’attivazione del protocollo regionale per l’anticipazione bancaria della cassa integrazione, che noi abbiamo su tutto il territorio regionale, proprio per non lasciare i lavoratori senza reddito, anche nelle more delle procedure.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Bignami per la replica. Ha tre minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Costi perché l’attenzione che ripone sul tema è certamente da encomiare. Tuttavia, nell’interrogazione avevo posto degli interrogativi, ovvero quali sviluppi ci sono stati dall’incontro del 27 luglio. Noi dall’incontro del 27 luglio non abbiamo più riscontri e in effetti, assessore, quando lei dice “non posso che confermare quello che è stato detto” è proprio lì il tema, perché da allora siamo entrati sostanzialmente in una nebulosa in cui anche i lavoratori sono privi di riscontri e privi di risposta. Invece, credo sia necessario con chiarezza affermare che cosa sta succedendo lì dentro, soprattutto sotto due aspetti. Noi non abbiamo chiesto di sapere che cosa oggi la Regione sta facendo, perché quello che lei ha detto era noto e torno a dire, come anche si afferma di solito in un modo di dire bolognese, “piuttosto che niente, è meglio piuttosto”. Il problema non è dare oggi una anticipazione bancaria sulla CIGS, cosa che va bene, per carità, nessuno vuole in alcuna maniera mettere in discussione. Vogliamo sapere che cosa si sta facendo anche rispetto agli impegni assunti ad esempio dall’advisor che è stato individuato dalla DEMM e che non si sa che cosa sta facendo.

Il fatto che sia stato preso questo consulente, perché poi dietro i termini inglesi a volte si nascondono banalità molto più concrete, è cosa certa. Che cosa stia facendo non si sa. Pertanto, riteniamo che le manifestazioni a cui hanno anche partecipato esponenti della Giunta e della maggioranza, compiute giustamente, perché la solidarietà, per carità – questo nessuno lo vuol negare – è importante, quando ci sono ruoli di governo, debba essere anche accompagnata da una concretezza che qui non vediamo. Ed è appunto quella: andare a manifestare può essere positivo e certamente va fatto nella misura in cui chi governa porta anche delle soluzioni tanto più rispetto ad impegni assunti che oggi, invece, non vediamo concretizzati. Non è tanto rivolto a lei, assessore, perché mi ha dato la risposta che certamente lei poteva dare in questo contesto, ma bisogna stringere il soggetto che oggi sta gestendo questa fase nella gestione commissariale per chiedergli questo advisor che cosa ha elaborato. Perché non lo volete dire? Che cosa sta accadendo? Quale futuro viene dato non solo e non tanto alla DEMM quanto ai lavoratori della DEMM?

Sfrutto questi ultimi secondi, assessore, per rimarcare, invece, una cosa di cui sono convinto. Quando le Istituzioni compiono scelte che vanno a tagliare i servizi e la presenza delle Istituzioni stesse sul territorio, non possiamo poi sorprenderci se vi sia un disinteresse da parte di investitori economici che non trovando servizi, infrastrutture, opere, compensazioni, investimenti, inevitabilmente traggono da lì spunto e anche a volte fondamento (pretestuoso o no) per allontanarsi da un territorio. Ma di tutto ciò la politica non può evidentemente non farsi carico e non può far spallucce, perché rispetto a quelle scelte e a quelle ricadute noi abbiamo il dovere, prima ancora che politico, morale, di dare una risposta concreta ancor più, e mi permetto di dirlo nuovamente, se vi sono dei soggetti che avevano assunto degli impegni e che devono rendere con chiarezza e trasparenza conto di quelle scelte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

Richiesta di inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): Abbiamo concluso le interrogazioni a risposta immediata. Per cui, procediamo alla nomina degli scrutatori per poi sottoporre all’Aula le richieste presentate dalla consigliera Sensoli e dal consigliere Foti su un’inversione all’ordine del giorno.

Nomino scrutatori i consiglieri Lori, Piccinini e Mori.

La consigliera Sensoli e il consigliere Foti hanno richiesto l’inversione dell’ordine del giorno per trattare subito le risoluzioni sui punti nascita, cioè gli oggetti – chiamo i numeri e il primo firmatario, in modo da ricordare all’Assemblea quali sono –: 4979, a firma del consigliere Bignami, 1667, a firma della consigliera Sensoli, 2778, a firma del consigliere Rainieri, 4419, a firma del consigliere Delmonte, 5427, a firma della consigliera Sensoli, 5429, a firma della consigliera Gibertoni, 5436, a firma del consigliere Rainieri, 5437, a firma del consigliere Cardinali.

La discussione di tutti gli argomenti avverrà in modo congiunto. Naturalmente, per poter procedere su questo, è previsto un intervento a favore e un intervento contro e poi si procede per alzata di mano al voto.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Sull’ordine dei lavori, presidente. Volevo capire se stiamo votando l’inversione delle risoluzioni in modo che le risoluzioni siano le prime tra le risoluzioni o se, invece, stiamo votando di accorparle subito dopo questa discussione dei question time? Perché mi sembra che le due richieste dei colleghi Sensoli e Foti fossero leggermente diverse da questo punto di vista.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Le richieste si sono aggiornate nel frattempo. Tutte e due le richieste chiedono di procedere immediatamente, anticipando anche l’ordine del giorno normale, e quindi ora continuare la discussione sui punti nascita, non più attraverso le interrogazioni, ma con le risoluzioni.

Le risoluzioni che sono agli atti, le ho richiamate tutte, verrebbero discusse, comunque, in modo congiunto. I consiglieri hanno poi dieci minuti a testa per la discussione. Però, per poter procedere, devo mettere in votazione la richiesta a nome Foti e la richiesta a nome Sensoli.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Molto semplicemente, signora presidente, a me pare logico, anche in relazione all’utilizzo che è stato fatto dello strumento dell’interrogazione a risposta immediata, che evidentemente ascrive ai presentatori delle stesse una necessità di avere una risposta urgente e tra questi mi pare di avere ascoltato anche l’autorevole opinione del consigliere Cardinale del Gruppo del PD, che quindi ha ritenuto anch’egli che il tema fosse urgente, mi sembrerebbe logico, dicevo, che sviluppatosi il question time, si potesse l’Assemblea da subito esprimere su quelle che sono le risoluzioni che sono state presentate e che, tra l’altro, consentono a tutti i membri dell’Assemblea di poter intervenire, al di là che abbiano svolto o meno il question time. Mi pare una questione di buonsenso, atteso che comunque, al più, ne discuteremo oggi pomeriggio o domani mattina o domani pomeriggio.

Quindi, l’economia dei lavori è esattamente la stessa. Sotto il profilo della logica, non vi è dubbio che la logica imporrebbe di andare su questa strada. Dopodiché, ovviamente, la democrazia è una questione di numeri, quindi saranno i numeri a decidere se vince il buonsenso o vince, invece, la tesi di chi spera di non discutere il tema entro domani sera.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Considero l’intervento del consigliere Foti a favore.

Consigliera Sensoli, sull’ordine dei lavori, prego.

 

SENSOLI: Presidente, come ho anticipato prima, noi concordiamo con il consigliere Foti. Quindi, anche la nostra richiesta, in realtà, è da intendersi uguale a quella che ha appena fatto il consigliere Foti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Considerato il vostro intervento come intervento a favore, c’è un intervento contrario alla proposta?

La parola a Stefano Caliandro, Capogruppo del PD. Prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Assistiamo oggi ad una scena che non ci saremmo aspettati. Stante l’iscrizione della risoluzione della consigliera Sensoli del 23 novembre 2015, una risoluzione che ben potrebbe essere stata trattata sui punti nascita, mentre a favore di telecamera e di pubblico ci viene richiesto di invertire quello che è un Regolamento palese di questo Consiglio, e stante anche quello che abbiamo detto nella recente Conferenza dei Capigruppo con il questore Foti e nel corso dell’ultimo Consiglio, penso che si debba mantenere la trattazione dei punti nell’ordine naturale. Non vi è l’urgenza che è stata rappresentata, non perché il tema non sia importante (anzi, lo è ed è stato rappresentato quanto urgente sia), ma perché è urgente che i cittadini non vengano presi in giro. Quando le cose si fanno con serietà, si fanno per tempo. Quando, invece, si sceglie la telecamera come momento di comunicazione politica, si prende in giro l’opinione pubblica.

Noi non ci prestiamo a questo gioco. Sappiamo quanto sia importante la salute e la sicurezza delle persone, siamo orientati in quella direzione, ma non indietreggeremo mai rispetto alla demagogia.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Sull’ordine dei lavori, però devo procedere alla votazione. Uno a favore e uno contro.

Mi hanno chiesto la parola i consiglieri Rainieri, Foti e Bertani. Sull’ordine dei lavori?

 

(interruzioni)

 

Non a favore o contro, perché è già avvenuto.

 

(interruzioni)

 

Bene.

Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intanto voglio ricordare al presidente del Gruppo del PD che le risoluzioni, di comune accordo, erano state ritirate qualche tempo fa perché si aspettava di capire cosa avesse fatto e cosa volesse fare la Regione.

Altra cosa che voglio ricordare al presidente Caliandro: noi non abbiamo voglia di andare in televisione, non abbiamo bisogno delle telecamere, non abbiamo bisogno dei giornali, ma abbiamo bisogno che i cittadini sappiano – quando hanno votato qualche anno fa – per chi hanno votato e come la gente si sta comportando dal momento che è stata votata per determinate situazioni. Ricordo che in quest’Aula qualche consigliere regionale del PD disse che...

 

PRESIDENTE (Saliera): Chiedo scusa, consigliere Rainieri...

 

RAINIERI: Sull’ordine dei lavori, presidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ho capito, sull’ordine dei lavori.

Io vi faccio intervenire tutti perché ho altre tre richieste sull’ordine dei lavori. Quindi, la logica vorrebbe che, essendoci stata una dichiarazione a favore e una contro, si procedesse al voto. Poi, sulla richiesta dell’ordine dei lavori, do la parola per tre minuti ciascuno.

 

RAINIERI: Se chi interviene non interviene a favore o contro, ma interviene dicendo delle cose che non sono corrette, uno ha anche l’obbligo di rispondere e di rimettere le cose al proprio posto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Infatti, io le ho dato la parola, però...

 

RAINIERI: E io la ringrazio.

 

PRESIDENTE (Saliera): ...sto precisando...

 

RAINIERI: Io ho finito, però.

 

PRESIDENTE (Saliera): ...che bisogna essere anche un po’ corretti sull’andamento.

 

RAINIERI: Se mi lascia andare avanti, in un secondo finisco.

 

PRESIDENTE (Saliera): Bene.

 

RAINIERI: Volevo semplicemente dire al consigliere Caliandro, presidente del Gruppo PD, che in quest’aula qualche consigliere regionale aveva assolutamente scongiurato il pericolo che i punti nascita sarebbero stati chiusi. Oggi stiamo discutendo di qualcosa d’altro.

Quindi, è giusto che qui oggi si cambi anche l’ordine dei lavori per dare la possibilità alle persone, alla gente (non alle televisioni, ma alla gente) che si è fatta un paio d’ore di pullman o di macchina o, comunque, ha perso anche una giornata di lavoro per venire a sentire quello che fanno le persone che hanno eletto nel loro territorio. Grazie.

 

VOCE: Bravo!

 

(applausi dai banchi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Saliera): Silenzio.

Grazie, consigliere Rainieri.

A questo punto, faccio parlare tutti. Ho iscritti i consiglieri Foti, Bertani, Taruffi e Caliandro.

 

(interruzioni)

 

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Io intervengo per richiamo al Regolamento, e lo faccio solo perché nessuno ha precisato quanto è accaduto.

Premesso che sta alla presidenza ritenere se la mia proposta sia legittima o meno, e non ad altri (altri hanno solo la facoltà di poter dissentire e votare), a termini di Regolamento questa proposta è stata presentata ed è ammissibile. Quindi, ogni giudizio ultroneo è soltanto per grazia ricevuta nostra di averlo ascoltato.

Voglio, però, chiarire, presidente, che le risoluzioni in esame sono state calendarizzate dalla Conferenza dei Capigruppo nella riunione dei Capigruppo, appunto, senza che nessuno abbia posto vincoli all’esame delle stesse. Non era sicuramente noto in quel momento il parere o meno espresso dalla Commissione nazionale. Questo fa parte di una procedura che non prevede iscrizioni all’ordine del giorno di temi non iscritti all’ordine del giorno, ma chiede semplicemente che sia trattato – come verrà trattato – comunque entro due giorni un argomento nei confronti del quale nessuno si è opposto. Se poi qualcuno ha la coda di paglia, problema suo bruciarsela o meno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie.

Semplicemente per chiedere il voto elettronico.

Non si può. Allora, qualcuno si prenda la responsabilità di questa scelta. Ci dite che vogliamo agire a favore di telecamere, ma anche voi presentate all’ultimo minuto una risoluzione da abbinare a questo tema. Anche voi siete sul tema all’ultimo minuto, mentre noi da tempo le abbiamo...

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Il voto è manifesto per alzata di mano.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Visto che stanno intervenendo tutti per dichiarare quello che intendono fare su queste risoluzioni e visto che in quest’Aula non è la prima volta che discutiamo di questo tema (se volessimo ripercorrere anche i lavori che sono stati fatti, sarebbe utile a memoria di tutti), noi, come Gruppo di Sinistra Italiana, in questo caso, per risparmiare tempo (intervengo anche a nome di Articolo 1 MDP), siamo per discutere subito le risoluzioni, per dare consequenzialità alla discussione che c’è stata sui question time e per dare modo a tutti i consiglieri di intervenire su un tema che sta a cuore a molti di noi, in particolar modo a quelli che, come il sottoscritto e come il mio collega Yuri Torri, provengono da zone di montagna, da zone dell’Appennino, in cui, peraltro, esistono strutture ospedaliere sulle quali bisogna richiamare costantemente l’attenzione delle istituzioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Per l’ultimo intervento la parola al consigliere Caliandro, Capogruppo del PD.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Solo per ristabilire un attimo il rapporto tra verità e correttezza istituzionale. Il 4 ottobre di quest’anno il ministero ha diramato l’esito delle consultazioni che pure sono state chieste sui punti interessati. Il 25 ottobre la Commissione sanità affronterà il tema così come programmato. La Conferenza dei Capigruppo si è svolta l’11 ottobre, occasione nella quale nulla è stato posto come tema di accelerazione dell’argomento, ragione per la quale non si è ravvisata all’unanimità... Erano presenti tutti i Capigruppo di tutti i partiti. Il silenzio è stato totale. Invece, a favore di telecamere, a favore di pubblico si dice il falso. Di fronte al falso non possiamo che tacere e andare avanti per la nostra strada.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Passiamo alla votazione.

 

(interruzioni)

 

Adesso basta.

Mettiamo ai voti...

 

(interruzioni)

 

Ora mettiamo ai voti...

 

(interruzioni)

 

Poi interverrà per fatto personale, lasceremo spazio agli interventi e a tutto il resto. Ora mettiamo ai voti, perché ormai vi siete chiariti sui diversi aspetti, credo.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine del giorno e, quindi, di discussione immediata del pacchetto delle risoluzioni.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di inversione dell’ordine del giorno è respinta.

Si procede con l’ordine del giorno.

 

(interruzioni e fischi dai banchi del pubblico)

 

Per favore, silenzio.

Oggetto 4965…

 

(interruzioni dai banchi del pubblico)

 

Chiedo al pubblico di accomodarsi e di restare in silenzio.

 

(interruzioni dai banchi del pubblico)

 

Intanto che aspettiamo che il pubblico si accomodi, invitando gli scrutatori ad accompagnarmi, faccio presente che sono stati venti i voti contrari e diciassette quelli a favore.

 

Per fatto personale

 

PRESIDENTE (Saliera): La parola al vicepresidente Rainieri per fatto personale. Prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

A me non va di essere additato come una persona falsa. Quindi, chiedo le scuse del presidente del Gruppo PD, perché a noi – l’ho detto e l’ho premesso – della stampa e della Tv non ce ne frega niente. Era per dare un senso di lavoro a quest’Aula. Comunque, non accetto che qualcuno dica che noi siamo falsi e abbiamo creato questa situazione per andare sui giornali e apparire nelle televisioni.

Chiedo, quindi, le scuse in Aula del presidente del Gruppo PD Caliandro, a nome mio, ma anche a nome di tutti i colleghi qui presenti e dei cittadini che stanno ascoltando la seduta di questa mattina.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola, sempre per fatto personale, al capogruppo Caliandro. Non oltre tre minuti, poi si conclude.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Lungi da me l’idea di attribuire la categoria dell’uomo falso al consigliere Rainieri e agli altri consiglieri. Ho detto semplicemente che i fatti, nella loro ricostruzione e nella loro tempistica, non erano veri, perché il 4 ottobre è accaduta una cosa, l’11 ottobre ne è accaduta un’altra e il 25 ottobre ne accadrà un’altra ancora. Questo era il senso delle mie parole. Ma mai, mai e poi mai entrerò nella sfera individuale dell’offesa personale. Rimarrò sempre all’interno di quella dignità politica che la politica deve avere, che si confronta con la sobrietà e con l’irriducibilità delle proprie idee. Quindi, non sarò mai demagogico e non accetterò mai di poter offendere qualcuno. Se le mie parole possono offendere, me ne farò carico nelle sedi dell’affetto e della testimonianza di rispetto delle idee degli altri. Purtuttavia, questo non significa che indietreggerò mai rispetto all’idea che, quando ascolto una cosa non vera, debbo stare in silenzio o mettermi a favore di telecamera. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliere Foti.

 

FOTI: Per fatto personale.

Desidero sottolineare che io, per contro, dico che la ricostruzione del consigliere Caliandro è falsa, per il semplice motivo che, se avesse letto l’ordine del giorno – mi auguro che l’abbia fatto – e se l’avesse capito – mi auguro che l’abbia capito –, saprebbe perfettamente che, verbale della Conferenza dei capigruppo alla mano, il consigliere Bignami ha affermato che avrebbe segnalato la sua risoluzione il giorno successivo, e questa discussione ha come capofila l’iscrizione della risoluzione del consigliere Bignami relativa a Porretta Terme, dopodiché a termini di Regolamento sono state accorpate le altre risoluzioni. Quindi, il consigliere Caliandro ha perso per l’ennesima volta l’occasione per tacere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

A questo punto direi che chiudiamo la questione dei fatti personali e procediamo con i progetti di legge.

 

OGGETTO 4965

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale» (72)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5450 - Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 4965: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale» (Delibera di Giunta n. 1020 del 10 07 17).

Il testo n. 3/2017 è stato licenziato dalla Commissione “Politiche per la salute e Politiche sociali” nella seduta del 10 ottobre 2017.

Il progetto di legge è composto da sette articoli.

La relatrice della Commissione, consigliera Marcella Zappaterra, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Tommaso Foti, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Iniziamo, quindi, con l’avvio della discussione dando la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Zappaterra, che ha venti minuti. Prego.

 

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Questo provvedimento non desterà – immagino – le stesse passioni dei temi della sanità e dei punti nascita, appena trattati, ma spero comunque che catturi l’attenzione dei colleghi e anche di chi ha la possibilità e la pazienza di rimanere per ascoltare, perché resta un provvedimento assolutamente importante per il Terzo settore e le associazioni e gli organismi che ne fanno parte di questa regione.

È un progetto di legge della Giunta che si inserisce in un quadro di grandi cambiamenti relativamente alla normativa del Terzo settore. È, infatti, entrato in vigore pochi mesi fa il Codice del Terzo settore, oggetto del decreto legislativo più corposo tra quelli emanati dopo la legge delega per la riforma del Terzo settore (legge n. 106/2016), che tutti conosciamo.

Lo scopo principale del Codice è un riordino complessivo della materia e credo che tre esempi possano essere sufficienti a farne comprendere la portata.

Il primo è che, con questo provvedimento, vengono abrogate diverse normative, tra cui le due leggi storiche, quella sul volontariato del 1991 e quella sulle associazioni di promozione sociale del 2000, oltre che buona parte della legge sulle Onlus del 1997.

Il secondo è che vengono raggruppate in un solo testo tutte le tipologie di quelli che da ora in poi dovranno definirsi “Enti del Terzo Settore” (ETS) e vengono definite sette nuove tipologie, che sono le seguenti: organizzazioni di volontariato, che dovranno aggiungere “OdV” alla loro denominazione; associazioni di promozione sociale, che sono quelle che conosciamo con il nome di APS; imprese sociali, incluse le attuali cooperative sociali, per le quali però si rimanderà a un successivo decreto legislativo a parte; enti filantropici; reti associative; società di mutuo soccorso; altri enti e associazioni riconosciute, e non, fondazioni ed enti di carattere privato senza scopo di lucro diversi dalle società.

Restano, dunque, fuori dal nuovo universo degli Enti del Terzo settore, tra gli altri, le Amministrazioni pubbliche, le fondazioni di origine bancaria, i partiti, i sindacati, le associazioni professionali di categoria e di datori di lavoro. Mentre, per gli enti religiosi il Codice si applicherà limitatamente alle attività di interesse generale. Un esempio degli enti del Terzo settore: saranno obbligati a definirsi tali, attraverso l’iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore, che farà definitivamente pulizia dei vari elenchi ad oggi esistenti.

Il Registro avrà sede presso il ministero delle politiche sociali, ma sarà gestito e aggiornato a livello regionale.

Viene infine costituito presso lo stesso ministero il Consiglio nazionale del Terzo settore, nuovo organismo di una trentina di componenti, senza alcun compenso, che sarà tra l’altro l’organo consultivo per l’armonizzazione legislativa dell’intera materia. Infine, l’ultimo esempio: col nuovo Codice del Terzo settore vengono definite in un unico elenco le attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, che in via esclusiva o principale sono esercitate dagli enti del Terzo settore. Si tratta di un elenco, ovviamente aggiornabile, che riordina le attività consuete del no profit, dalla sanità all’assistenza, dall’istruzione all’ambiente, e ne aggiunge alcune emerse negli ultimi anni, quindi quelle innovative legate al co-housing, all’agricoltura sociale, alla legalità, al commercio equo-solidale, eccetera.

Gli enti del Terzo settore con l’iscrizione al Registro saranno tenuti al rispetto di vari obblighi, riguardanti la democrazia interna, la trasparenza dei bilanci, i rapporti di lavoro e i relativi stipendi, l’assicurazione dei volontari, la destinazione degli eventuali utili. Ma potranno anche accedere a una serie di esenzioni e vantaggi economici previsti dalla riforma, circa 200 milioni nei prossimi tre anni, sotto forma ad esempio di incentivi fiscali maggiorati per le associazioni, per i donatori, per gli investitori nelle imprese sociali, e di risorse del nuovo fondo progetti innovativi di lancio dei social bonus dei titoli di solidarietà.

Senza contare che diventano per la prima volta esplicite in una legge alcune indicazioni alle pubbliche amministrazioni su come cedere senza oneri alle associazioni beni mobili o immobili per manifestazioni, o in comodato gratuito come sedi o a canone agevolato per la riqualificazione, o incentivare la cultura del volontariato, soprattutto nelle scuole.

Una parte consistente del nuovo Codice è dedicata ai centri di servizio per il volontariato interessati da una profonda revisione, che ne riconosce le funzioni svolte nei primi vent’anni della loro esistenza, e le adegua allo scenario nuovo, a cominciare dall’allargamento della platea alla quale i CSV dovranno prestare servizi, che coinvolgerà tutti i volontari degli enti del Terzo settore e non più solo quelli delle organizzazioni del volontariato definite dalla legge n. 266 del 1991.

I Centri che dovranno essere di nuovo accreditati verranno governati da un inedito organismo nazionale di controllo e dalle sue articolazioni territoriali, le cui maggioranze saranno detenute dalle fondazioni di origine bancaria.

Sarà inoltre ridotto il numero complessivo dei centri in riferimento ad alcuni parametri territoriali, e nella governance dei CSV potranno entrare tutti gli enti del Terzo settore, lasciando però al volontariato la maggioranza nelle assemblee. Saranno previsti nuovi criteri di incompatibilità tra la carica di presidente di un CSV e altre cariche come quella di ministro, parlamentare, assessore o consigliere regionale o di comuni oltre i 15.000 abitanti.

Ho fatto questa premessa, magari un po’ lunga ma credo assolutamente doverosa, tenuto conto che è in questo quadro che si inserisce il pdl che oggi andiamo ad approvare. Proprio nel quadro del nuovo Codice del Terzo settore, anche la nostra Regione ha l’obbligo di individuare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, la struttura competente per la gestione dei procedimenti di iscrizione e controllo, che sarà indicata come ufficio regionale del Registro unico nazionale del Terzo settore. Fino all’istituzione del Registro unico, i procedimenti amministrativi relativi alle iscrizioni e ai controlli sugli enti del Terzo settore saranno effettuate in via transitoria, secondo le leggi regionali vigenti, tenuto conto che del Codice si applicano da subito gli aspetti civilistici.

Nulla cambierà invece per quanto riguarda la gestione delle iscrizioni e dei controlli relativi alle cooperative sociali, poiché materia non oggetto di delega al Governo. È importante evidenziare, perché è stata anche oggetto di due risoluzioni assembleari che in quest’aula abbiamo discusso, che una volta avvenuta l’istituzione dell’Organismo nazionale di controllo e degli organismi territoriali di controllo, che di fatto andranno a sostituire gli attuali Comitati di gestione, i fondi conferiti dalle fondazioni bancarie confluiranno nel Fondo unico nazionale, e si andrà all’accreditamento dei Centri servizi di volontariato, con la possibilità di mantenere in deroga la territorializzazione degli stessi, proprio come da modello emiliano-romagnolo sul quale anche qui abbiamo insistito.

In questo quadro, dicevo, si inseriscono la ridefinizione, la semplificazione e l’armonizzazione delle forme di partecipazione alla concertazione regionale che andiamo ad approvare e che ha visto un lungo confronto all’interno del mondo del Terzo settore. Confronto che è stato avviato fin dalla precedente legislatura, proprio su richiesta dei rappresentanti del Terzo settore stesso e da giugno 2016 ha visto avviare un iter che ha visto impegnata la Conferenza regionale del Terzo settore, gli osservatori regionali delle APS e del volontariato, che si sono incontrati in molte sedute, fino a sfociare con l’ottenimento del parere favorevole al testo, nella stessa Conferenza regionale degli enti del Terzo settore e della cabina di regia per le politiche sanitarie e sociali.

Il progetto della Giunta consta di sette articoli, e nella sostanza modifica le leggi regionali n. 34 del 2002 e n. 12 del 2005 sul tema del sistema delle rappresentanze e confronto fra il Terzo settore e gli enti pubblici, perseguendo due obiettivi principali: la semplificazione e la razionalizzazione di sedi, strumenti, percorsi di confronto e approfondimenti sui temi del Terzo settore, e la definizione di rappresentanze unitarie del Terzo settore, superando finalmente, vivaddio, la separazione fra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, appunto, come dicevo in premessa, in coerenza con i princìpi del nuovo codice del Terzo settore.

Quando siamo andati in Commissione, è a verbale, abbiamo detto che il pdl anticipa la modifica delle forme di partecipazione e rappresentanza del Terzo settore rispetto ad un quadro normativo nazionale in fase di riforma. Credo che adesso, col codice del Terzo settore vigente, possiamo dire che arriviamo assolutamente in tempo, e fra i primi, soprattutto in coerenza con gli stessi. La riorganizzazione e la semplificazione che approviamo con questo progetto di legge vengono considerate da tutti, dalla Regione ma anche dal Terzo settore, una scelta strategica e funzionale ai temi della programmazione regionale e locale e soprattutto all’attuazione concreta della riforma stessa.

Gli organismi interessati sono tre: gli osservatori, l’unificazione dell’Osservatorio regionale dell’associazionismo di promozione sociale previsto dall’articolo 14 della legge regionale n. 34 del 2002 e dell’Osservatorio regionale del volontariato, previsto dall’articolo 12 della legge regionale n. 12 del 2005, attraverso l’istituzione dell’Osservatorio unico regionale del Terzo settore.

Le funzioni sostanzialmente rimarranno invariate, e sono le seguenti: analizzare e valutare le necessità del territorio e le priorità di intervento anche attraverso un confronto attento con le realtà associative di base; favorire la conoscenza e la circolazione di esperienze trasversali al Terzo settore, raccogliere dati, documenti e testimonianze riguardanti le attività del Terzo settore stesso; proporre alla Conferenza del Terzo settore, con particolare riferimento alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale iscritte nei Registri regionali, iniziative di studio e di ricerca ai fini della promozione e dello sviluppo delle attività di volontariato e di promozione sociale nel contesto del Terzo settore, anche in collaborazione con gli enti locali; adottare iniziative di proposta, di impulso, di sensibilizzazione, di monitoraggio e di verifica in materia di Terzo settore (così si concludono le funzioni).

Alla Giunta regionale ovviamente spetta il compito di definire composizione e modalità di funzionamento. Ad oggi, i due Osservatori sono costituiti da 16 componenti più quattro invitati permanenti per quanto riguarda l’osservatorio regionale dell’APS. Gli altri aspetti riguardano le Conferenze regionali. Coerentemente con le Conferenze regionali, relativamente alle due leggi oggetto del riordino, vengono previsti momenti di periodico confronto e riflessione sulle politiche di coinvolgimento e promozione dell’associazionismo del volontariato, che vengono a questo punto ricondotte ad un unico organismo denominato “Assemblea regionale del Terzo settore”. Entrambe le Conferenze, in base alle norme vigenti, hanno cadenza di norma triennale, mentre la nuova Assemblea, facendo sintesi fra i due ambiti, avrà cadenza di norma biennale. Quindi, snellire gli organismi consentirà di convocarli anche più spesso.

L’ultimo elemento qualificante del pdl è la scelta coraggiosa di abrogare i Comitati paritetici provinciali istituiti dalla legge n. 12 del 2005, che erano composti da rappresentanti degli enti locali e dalle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte.

L’esperienza di questi anni – credo che tutti coloro che hanno avuto ruoli nelle pubbliche amministrazioni e negli enti locali potranno testimoniarlo – ha dimostrato, nei fatti, l’inefficacia di questo strumento, che è giusto che venga superato a favore di organismi associativi unitari – non solo volontariato, ma anche promozione sociale – che siano autonomamente costituiti, che rappresentano davvero l’interlocutore degli enti locali sui temi della programmazione e delle politiche di interesse del terzo settore, in particolar modo in ambito sociale.

La Regione con la proposta di legge interviene solo definendo, nel pieno rispetto delle autonome prerogative dei soggetti del terzo settore, i criteri minimi a garanzia dei princìpi irrinunciabili di democraticità, responsabilità, rappresentatività, trasparenza e si impegna a promuovere la costituzione di questi organismi sull’intero territorio provinciale.

La modifica, ovviamente, è finalizzata a rafforzare e a legittimare gli organismi di rappresentanza del livello territoriale al fine di promuovere la massima partecipazione e il massimo coinvolgimento del Terzo settore nella programmazione territoriale.

Non è un mistero per nessuno che, molto spesso, sui territori, volontariato e Terzo settore vivono momenti di crisi di partecipazione importante e questo è certamente uno dei temi sui quali il progetto di legge che andiamo ad approvare punta a migliorare la situazione.

Per chiudere, presidente, in Emilia-Romagna ad oggi sono presenti 3.077 organizzazioni di volontariato, 3.993 associazioni di promozione sociale, che con questa semplificazione avranno ancor più voce e più forza, perché lo snellimento della rappresentanza, senza che, però, venga limitata nella rappresentatività, consentirà convocazioni più numerose e un confronto ancor più serrato. Ne sono consapevoli i partecipanti all’udienza conoscitiva, nella quale, come consiglieri, abbiamo completato l’iter di ascolto degli stakeholder, dai quali abbiamo avuto parere unanime sul testo, oltre che un plauso e un invito a procedere celermente. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola al relatore di minoranza, il consigliere Foti. Prego.

 

FOTI, relatore di minoranza: Presidente, speravo che almeno l’assessore delegato fosse in Aula, ma evidentemente l’importanza del provvedimento è pari all’auditorio assessorile che manca.

La collega Zappaterra ha svolto una relazione molto dettagliata su quanto prevede questo progetto di legge, che, in verità, dobbiamo dirlo, è sufficientemente figlio o nipote delle normative di legge nazionale, che, ovviamente, interessando il Terzo settore, oggi ci portano in un quadro che potremmo dire di profondi cambiamenti rispetto all’impostazione di alcuni anni fa. Cosa si otterrà da questa legge, francamente, è difficile dirlo oggi.

Nell’audizione che c’è stata le organizzazioni del Terzo settore presenti non hanno dimostrato occasione di dissenso, dato che sono i diretti interessati a questo tipo di organizzazione. Ricordo che abbiamo approvato anche una risoluzione a suo tempo rivolta al Terzo settore quando il decreto legislativo ne prevedeva, almeno nel suo schema iniziale, una burocratizzazione troppo avanzata.

In questo caso c’è anche una semplificazione di organi rispetto a quelli attuali. Se poi saranno organi che vanno parallelamente a quelli statali o previsti a livello statale o andranno a confluire in un progetto forse un po’ più coordinato oggi non è il caso di poterlo prevedere.

Personalmente mi auguro – questo penso sia un auspicio di tutti – che le organizzazioni del Terzo settore siano messe nella condizione di poter lavorare così come si addice a organizzazioni di volontariato, con un tasso di burocrazia il più basso possibile.

Il fatto di creare dei momenti di coordinamento e di confronto può essere utile anche come scambio di esperienze. Mi auguro di poter misurare poi, nei prossimi anni, l’efficacia di questa norma, perché le norme hanno un pregio: possono essere scritte anche molto bene, non produrre nessun effetto, essere scritte meno bene e produrre effetti positivi o negativi. Sotto il profilo della scrittura delle norme, il testo ci sta anche. Sotto il profilo del raggiungimento degli obiettivi futuri, può essere anche una scommessa questo disegno di legge.

Torno a ripetere: mi auguro – la consigliera Zappaterra sicuramente con più efficacia di me l’ha già dimostrato – che sia una normativa che venga sfruttata dalle organizzazioni del Terzo settore e che molto onestamente le stesse, una volta che l’hanno provata, dicano se l’impianto sta in piedi o l’impianto va cambiato e migliorato.

Torno a ripetere che la parte politica in queste vicende è un attore in più. Chi poi, effettivamente, è protagonista di questa legge sono le organizzazioni, le più varie e le più diffuse sul territorio regionale. Una volta che hanno trovato un ottimale modo di funzionamento non si vede perché noi dobbiamo “interferire”. Questo di oggi è un provvedimento legislativo che, essendo stato sufficientemente, se non pienamente, condiviso dai diretti interessati, non mi sento di criticare. Chiedo soltanto, e questa penso sia la vera scommessa, di fare un tagliando a questo tipo di impostazione legislativa per vedere se poi, effettivamente, coloro i quali oggi si sono espressi in un modo favorevole, riscontrano o meno delle situazioni deficitarie o comunque migliorabili per far sì che questa ricchezza, che è un po’ un unicum italiano…

L’insieme di organizzazioni del Terzo settore italiano è una cosa seria rispetto ad organizzazioni similari, ma non per capacità, numero di persone coinvolte e organizzazione che altri Paesi possono avere. È una ricchezza. Io penso che sia una ricchezza che, molto spesso, non viene non riconosciuta, ma non tenuta presente. Mi riferisco soprattutto al fatto che le migliaia di operatori che operano qui dentro spesso e volentieri sono ritenuti soltanto dei benefattori. Però, se devono fare notizia, fanno notizia tradizionalmente le persone che magari fanno un danno anziché lavorare nel Terzo settore.

Dato che vi è stato un momento in cui sul Terzo settore aveva messo gli occhi persino qualche organizzazione malavitosa, penso che, invece, sia un settore che, proprio per la cultura che è alla base di molti o dei tanti che vi operano, vada preservato da infiltrazioni, vada preservato da condizionamenti di tipo politico, vada possibilmente lasciato in una condizione – scusatemi se uso un termine che non mi appartiene né culturalmente né politicamente, ma non riesco a definirlo meglio – di autogestione, lasciando al principio e al senso di responsabilità di chi vi opera trovare le migliori formule per far crescere un’organizzazione di cui oggi, torno a ripetere, l’Italia e la nostra Regione possono andare fiere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Passiamo, quindi, alla discussione generale.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Molto brevemente, presidente, intervengo per dibattere su quanto il relatore di minoranza Foti ha detto, giustamente, allargando un po’ la discussione sull’argomento specifico.

È chiaro che oggi andiamo ad affrontare una materia che riguarda l’unificazione dell’Osservatorio, cosa per la quale credo che difficilmente ci possano essere contraddizioni o discussioni. Si tratta di avere un’unica sede in cui diversi soggetti troveranno la maniera di discutere e confrontarsi. Credo sia una semplificazione, più che altro, che anticipa quello che, giustamente, saranno i successivi provvedimenti che dovranno essere messi in atto. È stato citato, è stato approvato il Codice unico, il decreto legislativo n. 117. Da molti anni si parlava di un provvedimento di questo tipo. Il Terzo settore ormai non è un gruppo di spontaneismo o di persone che, non sapendo bene cosa fare, passano le loro giornate. È un settore di grandissima importanza. Ritengo che sia un pezzo del welfare di questo Paese insostituibile, perché ormai sta caratterizzandosi in tutti i settori della società ed è un formidabile elemento di aggregazione e di partecipazione, quella vera, non quella fatta semplicemente con le urla e con le proteste.

Questo è un movimento che va avanti ed è un movimento che produce relazioni. Il Codice unico introdurrà e semplificherà tutta la normativa. Di fatto, gli enti che un tempo erano associazioni di promozione sociale e volontariato diventeranno enti del Terzo settore.

La grande innovazione – ma non mi dilungo – è quella relativa al fatto che finalmente si mette in chiaro qual è la finalità e quali sono i limiti di quello che, nella mia visione, rimane un punto fermo, cioè un’attività di natura non commerciale e non lucrativa, quindi orientata totalmente alla promozione della socialità di questi interventi, da quella che sfocia, in alcuni casi, in un’attività che ha caratteristiche commerciali, ma che deve rientrare appieno nella mission reale, cioè una finalità tutta sociale. Questo codice, per la prima volta, definisce questi contorni. Sicuramente, data la complessità, non potrà dare risposte immediate a tutto, ma credo che rappresenti un passo in avanti.

Lo dico solo per inciso: il codice, per essere messo in atto, richiede quarantadue atti successivi. Non è poca cosa. Non dipende solo da noi, perché tutta la materia fiscale allegata deve essere vagliata dall’Unione Europea, quindi da tutti i suoi organismi. Credo che questo sia un passaggio fondamentale, ma che ci permetterà, all’interno del prossimo anno (le previsioni, quindi, sono per il 2018), di avere un quadro completo. A quel punto, e concludo, per quello che riguarda la nostra legislazione regionale (che, lo voglio dire, da questo punto di vista è una delle più avanzate a livello nazionale, perché da tempo ha recepito tutta la normativa differenziata nel settore), dovremmo sicuramente pensare alle associazioni che si trovano in questa regione, agli enti del Terzo settore (quelli che saranno) per cercare di metterli nelle condizioni non solo di recepire tutti i contenuti obbligatori di quel testo, ma anche di porre – se ve ne fossero le condizioni – ulteriori elementi in grado di essere tarati sulla nostra situazione regionale, che vede una presenza davvero incredibile di soggetti e che, da questo punto di vista, dovrà essere, credo, un punto importantissimo. Parliamo di milioni di persone coinvolte, sia in parte sia a livello temporaneo, che si riconoscono e trovano un punto di riferimento territoriale nelle sedi delle associazioni.

Oggi questa delibera è un primo piccolo passo. Unifica un Osservatorio. Ci sarà da fare molto altro. Credo, però, che sia il segnale che in questa direzione questa Assemblea, questa Regione si deve spendere appieno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Ci sono altri interventi in discussione generale?

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Poche parole, perché mi collego agli interventi della relatrice e dei colleghi Iotti e Foti.

I dati sul volontariato in Emilia-Romagna portano questa Regione ad essere su questo tema sempre molto attenta, in un rapporto biunivoco. L’attenzione credo che abbia stimolato il volontariato. La grande presenza di volontariato ha stimolato l’azione legislativa e innovativa da parte della nostra Regione. I numeri parlano di 3.500 associazioni, di 3.000 organizzazioni di volontariato, di 723 cooperative sociali, di 940.000 persone impegnate nel Terzo settore. Praticamente, un quarto della popolazione emiliano-romagnola. Credo non sia un caso che l’Emilia-Romagna abbia avuto un ruolo importante anche nel dibattito e nel confronto con il Governo, nel momento in cui sono state riscritte le norme del Terzo settore attraverso il codice, ma anche attraverso tutti i decreti e le norme collegate.

Oggi è evidente un tema che credo stia a cuore a tutti: consentire che il volontariato possa esplicitarsi, esprimersi in tutte le sue forme e senza troppi vincoli. Uno dei problemi è certamente quello della burocratizzazione dei rapporti in determinate situazioni, nel rapporto tra volontariato ed enti pubblici. Questo tema lo abbiamo affrontato non solo in questa occasione, ma anche in altri provvedimenti che ha esaminato l’Assemblea. Mi riferisco, in particolare, ad esempio, alla legge per lo sport, dove abbiamo cercato di rendere più facile la possibilità per le associazioni sportive, in questo caso, di adire ai contributi regionali con procedure più snelle. Credo che dentro quel principio stiano anche le cose che facciamo con questo progetto di legge. Si semplifica – diciamo così – il quadro della governance regionale sia nel rapporto tra le associazioni e la Regione sia nei rapporti che le associazioni hanno con gli altri enti locali a livelli inferiori rispetto a quello regionale. Questa attività di semplificazione e di sburocratizzazione, insieme ad altre che sono in essere e in itinere, speriamo possa essere un ulteriore stimolo nei confronti di un settore fondamentale per la vita pubblica di questa regione e del Paese intero.

Al contempo, dobbiamo, ovviamente, mantenere alti tutti gli anticorpi affinché siano sempre meno le persone –  per fortuna sono una ristrettissima minoranza – che utilizzano il volontariato in modo strumentale, per fare ben altro. Stando dentro questo equilibrio, credo che la norma di cui ci occupiamo oggi, che anticipa anche alcune cose che verranno fatte a livello nazionale, sia assolutamente in linea con questo obiettivo e lo si debba perseguire con convinzione.

Provvedimenti di questo tipo – concordo con il collega Foti – meritano sempre un’attenzione e una verifica di come le cose, poi, si sviluppano e se davvero migliora la qualità della governance sia a livello regionale che a livello locale del volontariato. Sarà, ovviamente, nostra cura farlo. Solamente chi non fa nulla non sbaglia o non rischia di sbagliare. Credo, invece, che le cose che si sono decise di fare con questa legge vadano nella direzione giusta e rappresentino un modo attraverso il quale la Regione Emilia-Romagna, nuovamente, in questo campo e nel rapporto con il volontariato, è all’avanguardia rispetto ad altri e può fare da traino nei confronti di altre Regioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Non avendo altri interventi in discussione generale, chiedo al relatore e alla relatrice di maggioranza se vogliono intervenire.

Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Anticipando la dichiarazione di voto, ovviamente positiva, mi sento di assecondare il collega Foti rispetto al pieno impegno nella valutazione sul fatto che dobbiamo garantirci che il testo funzioni rispetto agli obiettivi che ci siamo dati. 

È vero che questo testo ha avuto la condivisione di tutti i rappresentanti del Terzo settore, ed evito di riprendere i passaggi illustrati precedentemente, ma è altrettanto vero che le leggi, quando vengono applicate, a volte presentano risvolti che magari non si sono riusciti a prevedere. Per quanto mi riguarda, confermo la piena disponibilità, spero in accordo anche con il presidente della IV Commissione, a darci un anno, un anno e mezzo di tempo, o comunque quello che servirà, per riportare la discussione in Commissione, avendo modo di sentire le associazioni che abbiamo udito in audizione e cercando di capire se, dopo un anno, la valutazione sul testo di legge è positiva, come ci aspettiamo, o se occorre aggiustare o modificare qualche aspetto, con la massima disponibilità a tornare in Aula in quanto l’obiettivo di questa legge è realmente quello di fare una cosa utile all’intero tessuto del Terzo settore regionale, senza il quale anche noi nella programmazione territoriale incontreremmo molte più difficoltà.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Passiamo alla votazione dell’articolato.

Manca la scrutatrice Piccinini, quindi nominiamo scrutatore il consigliere Daniele Marchetti.

Passiamo, quindi, all’articolato.

Art. 1.

Consigliere Caliandro, prego. Scusi, non l’avevo vista.

 

CALIANDRO: Chiedo la votazione elettronica, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Grazie, consigliere Caliandro.

Art. 1.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione dell’art. 1, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

23

Contrari

 

--

Astenuti

 

11

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 2, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

24

Contrari

 

--

Astenuti

 

10

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Art. 3.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 3, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

23

Contrari

 

--

Astenuti

 

11

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 4, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

33

Assenti

 

17

Votanti

 

32

Favorevoli

 

22

Contrari

 

--

Astenuti

 

10

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 5, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

22

Contrari

 

--

Astenuti

 

13

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Art. 6.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 6, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

23

Contrari

 

--

Astenuti

 

12

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Art. 7.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si proceda alla votazione dell’art. 7, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

24

Contrari

 

--

Astenuti

 

13

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull’ordine del giorno 4965/1 (ogg. 5450) e sull’intero provvedimento.

Ricordo che l’ordine del giorno è a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Gibertoni.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Attendevo l’illustrazione, ma se vogliono intervenire prima? No.

Molto brevemente, non per contrarietà, anzi valutandolo anche bene, sinceramente è un ordine del giorno che desta perplessità perché sembra quasi non intendere di cosa stiamo parlando.

I soggetti, che sono associazioni di volontariato, promozione sociale, o cooperative sociali, o imprese sociali che dir si voglia, sono soggetti di diritto privato. Si fondano sull’autogoverno, hanno un sistema di autonomia decisionale che non può essere in alcun modo, neanche per legge, interferito. Sono organismi unitari di rappresentanza, ma che partecipano ad Osservatori per i quali non c’è compenso, non c’è quindi alcuna relazione che possa avere un conflitto d’interesse con quello che riguarda nomine o interessi pubblici.

Io credo quindi che da questo punto di vista si debba riconoscere a questo mondo, e queste associazioni, la propria autonomia di scelta e di decisione. Gli organismi unitari di rappresentanza sono nominati in piena autonomia di quelle che sono le regole statutarie, e questo è riconosciuto dal codice Civile e tutto il resto.

Nessuna contrarietà, quindi, ma perplessità. Il parere è pertanto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione dell’ordine del giorno 4965/1 (ogg. 5450), a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Gibertoni, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

4

Contrari

 

33

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 4965/1 (ogg. 5450) è respinto.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 4965, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

24

Contrari

 

--

Astenuti

 

14

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale».

 

OGGETTO 4271

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali)". A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Bargi, Delmonte, Liverani, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Rainieri, Rancan

(Relazione e discussione)

(Ordine del giorno oggetto 4271/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 5438 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora al progetto di legge “Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012 n. 15 (Norme in materia di tributi regionali)”, a firma dei consiglieri Pompignoli, Fabbri, Bargi, Delmonte, Liverani, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Ranieri, Rancan.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio affari generali e istituzionali nella seduta del 10 ottobre 2017, con parere contrario.

Il progetto di legge è composto da due articoli. Il relatore della Commissione, consigliere Massimiliano Pompignoli, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Su tale oggetto è stato presentato un ordine del giorno 4271/1 di non passaggio all’esame dell’articolato, a firma del consigliere Poli.

La parola al relatore Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI, relatore: Grazie, presidente.

Intervengo su questo progetto di legge, che è relativo alla modifica di alcune disposizioni contenute nella legge regionale 21 dicembre del 2012 n. 15, che sono le norme di riferimento in materia di tributi regionali. In particolar modo, si interviene su alcuni articoli che riguardano la modalità di pagamento della tassa automobilistica.

Come tutti sappiamo, oggi la tassa automobilistica può essere pagata in determinati periodi dell’anno. Noi riteniamo, con questo progetto di legge, di riuscire a dare certezza nei pagamenti della tassa automobilistica, attraverso l’introduzione di un sistema di pagamento che è la domiciliazione bancaria.

Affinché il contribuente abbia maggiore possibilità di poter pagare la tassa automobilistica, anche attraverso un incentivo che è appunto uno sconto del 10 per cento, noi riteniamo, da questo punto di vista, che si riesca a fidelizzare l’utente della strada, quindi il proprietario di autoveicolo che comunque deve pagare il tributo relativo alla tassa automobilistica.

Con l’introduzione di questa modalità di pagamento riteniamo che il contribuente possa risparmiare anche se non cifre esorbitanti. Noi abbiamo introdotto la misura del 10 per cento di sconto per chi possa poi entrare a far parte di questa rete, relativa alla domiciliazione bancaria, fidelizzandolo, e pertanto avere maggiore certezza, dal punto di vista delle casse regionali, di incassi e di tributi.

In Commissione questo progetto di legge è stato bocciato, da parte della maggioranza. Non è stata una bocciatura dal punto di vista dell’idea di questo progetto, ma credo, poi interverrà qualcuno da parte della maggioranza, da un punto di vista tecnico. Noi riteniamo che questo provvedimento possa essere comunque importante per questa Regione, e che non necessiti di una scheda finanziaria. Attraverso uno studio che è stato fatto, e non nascondo che l’idea è partita da quanto è stato fatto dalla Regione Lombardia, che ha già istituito questo tipo di legge, noi riteniamo che fidelizzando il cliente, dando la possibilità di conferire allo stesso, nel momento in cui aderisce alla domiciliazione bancaria, uno sconto del 10 per cento sulla tassa automobilistica, si abbiano maggiori incassi per quanto riguarda appunto il tributo regionale, relativo alla tassa automobilistica, e non invece minori introiti. Questo perché? Noi abbiamo fatto una valutazione da un punto di vista tecnico-sommario relativa agli incassi che la Regione Emilia-Romagna fa e ha a livello di tassa automobilistica.

Nella previsione dell’anno 2015 si era previsto di incassare 460 milioni di euro. Si è accertato che si sono incassati 482 milioni di euro e abbiamo avuto maggiori entrate per 22.000 euro. Abbiamo un recupero coattivo nel 2015 di circa 70 milioni di euro di utenti della strada, proprietari di autoveicoli, che non hanno pagato la tassa automobilistica.

Faccio altresì presente che la Regione Emilia-Romagna ha una convenzione per il recupero di questa tassa automobilistica con l’ACI, con compensi esorbitanti, a nostro modo di vedere, che si aggirano intorno ai 5 milioni di euro.

È evidente che noi spendiamo, per recuperare le somme relative ai tributi legati alla tassa automobilistica, circa 5 milioni di euro all’anno, previsione che poi per il 2017 è stata diminuita e si va intorno ai 3,5 milioni di euro per il 2017, che potremmo evitare in relazione al fatto che con l’istituzione della domiciliazione bancaria si ha maggiore certezza legata al pagamento del tributo locale. C’è anche da discutere sulla convenzione, anche perché noi sostanzialmente paghiamo un ente di riscossione che ha solo la funzione di mettere in mora il contribuente, colui che non paga la tassa automobilistica e non ha altra funzione, perché, fondamentalmente, noi spendiamo soldi per mandare delle lettere a chi non paga la tassa automobilistica.

Dal 2014 al 2017 abbiamo pagato la somma di circa 14 milioni di euro solo per mandare delle lettere di messa in mora. È chiaro che attraverso questa modifica di legge e questo progetto di legge noi riteniamo da un lato di evitare la messa in mora e quindi abbassare, eventualmente, ancora di più, la convenzione che abbiamo con l’ACI.

Dall’altro lato riteniamo, attraverso un periodo transitorio che abbiamo indicato in legge di tre anni, di verificare che effettivamente questa istituzione di novità di pagamento possa incamerare nelle casse regionali maggiori somme.

La scheda finanziaria non necessita di altro in questo progetto di legge, perché riteniamo che si possa arrivare addirittura ad incamerare di più rispetto a quello che attualmente la Regione Emilia-Romagna incamera con il tributo. A questo punto, in Commissione il progetto si è arenato. Io l’avevo ritirato una prima volta per consentire agli uffici tecnici di verificare la fattibilità dal punto di vista non soltanto economico-finanziario, ma anche da un punto di vista pratico. Attivare la domiciliazione bancaria non è sicuramente semplice, però gli uffici regionali preposti a questo tipo di intervento potevano benissimo fare questo tipo di valutazione. L’ho reintrodotto e quindi l’ho rimesso in Commissione due settimane fa e l’esito, come lei ha riferito nell’introduzione, presidente, è scontato, cioè una bocciatura del progetto di legge.

Allegato a questo progetto di legge, in abbinamento, dovrebbe esserci – è stata presentata – una risoluzione. Si tratta di una risoluzione a firma anche mia, perché ritengo che si riesca ad andare verso questa direzione che abbiamo proposto noi come un progetto di legge e a firma anche del Partito Democratico.

Non so, presidente, se devo e posso discutere anche della risoluzione abbinata piuttosto che solo del pdl.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dopo ci sarà il tempo per la risoluzione, per la discussione, eventualmente.

 

POMPIGNOLI: Così faccio una discussione unica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei ha ancora dodici minuti.

 

POMPIGNOLI: Anche in relazione alla risoluzione che abbiamo presentato e che ho presentato insieme al Partito Democratico, ovviamente l’idea che abbiamo avuto con questo progetto di legge è un’idea che, come dicevo, non è assurda, nel senso che la valutazione deve essere fatta da parte degli uffici. Credo che ci sia oggi la capacità, da parte degli uffici tecnici, di poter verificare esattamente questo progetto di legge, attraverso l’approvazione di una risoluzione, che è un atto di indirizzo che diamo alla Giunta.  

Nella risoluzione voi vedrete che abbiamo messo la possibilità di istituire la domiciliazione bancaria come modalità di pagamento dell’auto, del bollo auto. Chiedo, ovviamente, anche di valutare la possibilità di ottenere una scontistica per chi utilizzerà questo metodo di pagamento. Noi avevamo indicato nel progetto di legge un 10 per cento, però valutiamo la possibilità, anche per incentivare poi l’utente a pagare la tassa auto, di poter dare la possibilità di scontarsi, almeno per quello che riguarda il bollo auto, una somma di danaro fidelizzandolo e utilizzando questo tipo di modalità di pagamento.

Da un lato dispiace che il progetto di legge non abbia trovato il suo accoglimento, non trovi il suo accoglimento anche oggi in Aula, perché noi ritenevamo che questo progetto di legge rientrasse nella direzione di incamerare maggiori introiti da parte del proprietario di autoveicoli nelle casse regionali, dando però, se noi cerchiamo certezza nei pagamenti, anche la possibilità a chi paga di poter utilizzare un istituto come la domiciliazione bancaria utilizzando una scontistica del 10 per cento. Così non sarà. Però, è un inizio la risoluzione presentata rispetto a quello che si andrà a fare spero in termini e in tempi abbastanza rapidi di verifica tecnica, economica e finanziaria da parte della Giunta per arrivare poi a un progetto di legge che vada a modificare gli articoli della legge regionale n. 15 del 2012, introducendo questo sistema e sperando di introdurre anche un sistema di scontistica per chi effettivamente poi aderisca all’istituto del pagamento della domiciliazione bancaria.

Credo che occorra riflettere bene. Questa la pongo come una riflessione che deve essere fatta da tutti i consiglieri che forse non hanno i dati aggiornati rispetto a quelle convenzioni che noi paghiamo ad istituti che fondamentalmente mettono solamente in mora perché poi il recupero coattivo è un’altra cosa. Abbiamo pagato nel corso di tre anni 14 milioni di euro. Mi sembra un’enormità per attivare una procedura di semplice messa in mora di un pagamento e quindi dovremmo trovare una soluzione diversa. Qualora non si dovesse ritenere fondata la pretesa di istituire una domiciliazione bancaria con una scontistica, dovremmo, secondo me, rivedere questa convenzione che nel 2017 ci porta via altri 3,5 di euro a fronte di un mancato pagamento, di un recupero di somme di denaro attraverso il mancato pagamento della tassa automobilistica di 70 milioni di euro. Questo era solo nel 2015.

Noi, oltre a non incassare 70 milioni di euro nel 2015, ne abbiamo spesi altri 5 per fare i solleciti di pagamento. Credo ci sia qualcosa che non vada da questo punto di vista. Quindi, una soluzione deve essere trovata e noi ritenevamo che la soluzione utile, almeno per quanto riguarda la possibilità di incamerare più soldi, fosse quella di poter affiliare e fidelizzare il cliente, quindi l’utente proprietario dell’autoveicolo che deve pagare la tassa automobilistica attraverso domiciliazione bancaria, che è un pagamento certo, ovviamente, perché io porto in banca la mia ricevuta di pagamento e do ordine alla banca di pagare la tassa alla scadenza prestabilita. Il percorso è iniziato. Spero che non sia un percorso lungo, ovviamente. Qualche rimedio a questa situazione deve essere trovato. Speriamo che, nel corso di questa legislatura, si arrivi ad un provvedimento che possa effettivamente trovare una soluzione al problema che ho appena evidenziato e sottolineato e che non si arrivi, invece, a dilatare i tempi di introduzione di un nuovo progetto di legge, di una legge che vada a modificare quella attuale e che si arrivi, in tempi certi e rapidi, alla soluzione di un problema che attualmente sta evidenziando criticità dal punto di vista economico e di maggiori incassi che la Regione dovrebbe avere in virtù del pagamento della tassa automobilistica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ricordo che a tale oggetto è stata abbinata la risoluzione 5438, che impegna la Giunta ad avviare il percorso di verifica necessario e a sondare la possibilità di introdurre, fra le modalità di pagamento della tassa automobilistica, anche la domiciliazione bancaria, a firma dei consiglieri Molinari, Boschini, Montalti, Caliandro, Zappaterra, Iotti, Serri, Sabattini, Paruolo, Zoffoli, Lori, Tarasconi, Campedelli, Bignami, Pompignoli, Calvano, Bagnari, Daniele Marchetti, Rainieri, Rancan, Liverani, Foti e Rontini.

Io ho la richiesta di intervento del consigliere Molinari, al quale chiedo, però, di stare nei dieci minuti, altrimenti la faccio parlare oggi pomeriggio alla riapertura.

 

MOLINARI: Sarò velocissimo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Grazie.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Il pdl discusso in Assemblea aveva, fondamentalmente, due parti: una prima parte legata alla richiesta di una riduzione del 10 per cento e una parte legata a una richiesta di buonsenso destinata alla possibilità della domiciliazione.

L’impegno di fare una verifica tecnica, ma anche politica, per quanto riguarda l’analisi del pdl, è avvenuto in Commissione, è proseguito rispetto anche al parere espresso all’interno della Commissione in merito al pdl e ha portato all’elaborazione della risoluzione, cui ha già accennato anche il collega Pompignoli, soprattutto cercando di cogliere un invito politico, ma anche e soprattutto tecnico, come è emerso anche nelle note dell’assessorato, a effettuare tutte le verifiche per capire quelle che possono essere le condizioni e le possibilità per giungere, fondamentalmente, a quello che si può dire un servizio o, comunque, una facilitazione per il contribuente riguardante la domiciliazione.

Abbiamo colto, indubbiamente, la complessità dell’intera partita. Rimandiamo, con questa risoluzione, alla Giunta l’effettuazione di tutte le verifiche necessarie. La volontà, quindi anche la decisione di votare “no” al pdl, è legata soprattutto, al di là delle elencazioni indubbiamente interessanti, ma che propongo anche al collega Pompignoli, in quanto presidente della I Commissione, in disponibilità, anche avendone parlato con il vicepresidente Roberto Poli, anche eventualmente di convocare l’assessorato, quindi i tecnici che seguono tutta la parte illustrata dal collega Pompignoli, per discutere anche con i consiglieri regionali dei meccanismi, delle partite, delle entrate, delle complicazioni che sono state illustrate, magari anche delle opportunità che possono uscire da questo confronto, però, come si è detto, l’incertezza e l’indeterminazione per quanto riguarda la riduzione di un incasso rispetto a ipotetici costi e a ipotetici risparmi ci ha portato alla bocciatura del pdl.

Abbiamo colto l’invito, quindi anche l’opportunità offerta e la spostiamo, tramite una risoluzione, sulla Giunta. Pertanto, l’obiettivo di cercare, almeno in una fase iniziale, di facilitare le procedure per i cittadini è un obiettivo che anche noi, come maggioranza, ci poniamo e cerchiamo di tradurre anche in questo atto di indirizzo, del quale controlleremo l’esecuzione anche attraverso – come ho detto e come sto anche attualmente suggerendo – un incontro tecnico in cui si parli di questo funzionamento. Quando si parla di risparmi e di efficienza della Pubblica amministrazione questo tema credo debba interessare tutti, maggioranza e minoranza unite.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Sospendo l’Aula, perché non ci sarebbero più i tempi per un intervento completo per i nostri colleghi, ricordando che riprenderemo i lavori alle ore 14. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,54

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta regionale Elisabetta GUALMINI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Raffaele DONINI e i consiglieri Enrico AIMI, Francesca MARCHETTI, Valentina RAVAIOLI e Ottavia SONCINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 4965 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale» (72)

 

Votazione articolo 1

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 11

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Votazione articolo 2

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 10

Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Votazione articolo 3

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 11

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI, Yuri TORRI.

 

Votazione articolo 4

 

Presenti: 33

 

Favorevoli: 22

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 10

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 17

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Yuri TORRI.

 

Votazione articolo 5

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 22

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 13

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Yuri TORRI.

 

Votazione articolo 6

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 12

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI, Yuri TORRI.

 

Votazione articolo 7

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 13

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Giuseppe PARUOLO, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

Votazione progetto di legge oggetto 4965

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 14

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 5450 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 4965 Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla concertazione regionale e locale". A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 4

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 33

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Galeazzo BIGNAMI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Francesca MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5365 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare il servizio telefonico da rete fissa, sospeso da vari giorni, presso la località Zattaglia, nel comune di Brisighella. A firma della Consigliera: Rontini

5366 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il potenziamento del sistema autostradale e tangenziale di Bologna, con particolare riferimento all'ampliamento della sede stradale. A firma della Consigliera: Piccinini

5367 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la struttura socio-assistenziale San Camillo di Predappio (FC). A firma del Consigliere: Pompignoli

5368 - Interrogazione a risposta scritta circa le condizioni di sicurezza del Policlinico di Modena, in relazione al rischio sismico. A firma del Consigliere: Bargi

5369 - Interrogazione a risposta scritta circa interventi riguardanti il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico ferroviario regionale, con particolare riferimento all'acquisizione di nuovi elettrotreni. A firma del Consigliere: Bignami

5371 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per proseguire il percorso volto a consentire una lettura equilibrata e completa della storia e delle ideologie riguardanti il Novecento. A firma del Consigliere: Rainieri

5372 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti la riorganizzazione dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, con particolare riferimento a procedimenti relativi al conferimento di incarichi di strutture complesse. A firma del Consigliere: Bignami

5373 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti alloggi ACER siti a Imola, in via Manfredi. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5374 - Interrogazione a risposta scritta circa la disponibilità dei medicinali necessari per le vaccinazioni antitetaniche, con particolare riferimento alle farmacie situate nel Comune di Alto Reno. A firma del Consigliere: Bignami

5376 - Interrogazione a risposta scritta circa i termini di apertura dell'anno scolastico. A firma della Consigliera: Gibertoni

5377 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la partecipazione della Regione Emilia-Romagna nell'azienda Piacenza Expo S.p.A. A firma del Consigliere: Foti

5378 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento dei punti nascita negli ospedali di Castelnovo ne' Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO) e Borgo Val di Taro (PR) e la tutela dei cittadini abitanti in zone montane. A firma del Consigliere: Foti

5380 - Interrogazione a risposta scritta circa la posticipazione al 20 settembre, nell'ambito del calendario regionale, dell'inizio della raccolta del Tuber mesentericum. A firma del Consigliere: Torri

5381 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere la situazione di degrado riguardante l'area del liceo Monti di Cesena, sito nel piazzale Sanguinetti. A firma del Consigliere: Pompignoli

5382 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il progetto "Mi muovo in bici" con particolare riferimento alla situazione esistente a Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

5383 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a fronte della tromba d’aria che ha colpito il territorio della “Bassa Modenese” in data 6 ottobre. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

5384 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per monitorare e studiare il fenomeno della radicalizzazione islamica sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

5385 - Interrogazione a risposta scritta circa la copertura del servizio di guardia medica pediatrica nel territorio della Val d'Enza. A firma del Consigliere: Delmonte

5386 - Interrogazione a risposta scritta circa le condizioni contrattuali relative ai dipendenti delle imprese cooperative, con particolare riferimento a quelle sociali ed agli stipendi corrisposti ai dipendenti delle stesse. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

5388 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione, a Ravenna, di un deposito per lo stoccaggio di gas naturale liquefatto (GNL). A firma del Consigliere: Bertani

5389 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la quantificazione dei contributi compensativi ai comuni sedi di stabilimenti di stoccaggio di gas naturale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

5390 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, in relazione all’asta di beni riguardanti Giuseppe Verdi che avverrà a Londra presso Sotheby’s in data 26 ottobre, affinché la collezione ritorni in Italia e rimanga unita e accessibile anche dopo la vendita. A firma del Consigliere: Foti

5391 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da attuare per evitare la chiusura della biglietteria della stazione ferroviaria di Fiorenzuola d'Arda. A firma del Consigliere: Foti

5392 - Interrogazione a risposta scritta circa corsi di arabo, urdu ed inglese per gli studenti, ed i relativi genitori, attivati presso una scuola di Pontelagoscuro (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

5393 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche connesse a cumuli di materiali situati nel comune di Galliera (BO). A firma del Consigliere: Bignami

5394 - Interrogazione a risposta scritta circa le associazioni riconosciute dalla Protezione Civile operanti nel territorio imolese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5395 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per superare la crisi dei collegamenti infrastrutturali tra Emilia-Romagna e Lombardia nel tratto compreso nella provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

5396 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il depotenziamento dell'Ospedale di San Giovanni in Persiceto, con particolare riferimento all'Unità Operativa di Urologia. A firma della Consigliera: Piccinini

5399 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per avviare un tavolo di confronto con la Regione Lombardia per risolvere la grave situazione di isolamento causata, nella provincia di Piacenza, dalla chiusura al traffico di ponti sul fiume Po. A firma del Consigliere: Foti

5400 - Interrogazione a risposta scritta circa la sostituzione del parco rotabile inadeguato ed obsoleto con nuovi convogli nelle linee ferroviarie ferraresi, con particolare riferimento a quella che unisce Ferrara a Codigoro. A firma del Consigliere: Calvano

5403 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti il Servizio Gestione Rifiuti Urbani nella provincia di Reggio Emilia, con particolare riferimento al recupero di anticipazioni finanziarie. A firma del Consigliere: Foti

5404 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la situazione relativa alla spesa farmaceutica, alle prescrizioni di indagini diagnostiche ed ai medici di famiglia. A firma del Consigliere: Delmonte

5405 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dei Centri per l'Impiego ed i piani di rafforzamento delle politiche attive del lavoro. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi, Cardinali, Rontini

5406 - Interrogazione a risposta scritta circa le spese per marketing e comunicazione riguardante l'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Bignami

5407 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi e procedure riguardanti i medici di emergenza territoriale nell'Azienda USL della Romagna. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

5408 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta, proposta al Ministero della Salute, riguardante la deroga alla chiusura di punti di punti nascite che non rispettino gli standard operativi ed il numero minimo di parti annuali. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi

5409 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche connesse ad occupazioni avvenute nell'Università degli Studi di Bologna, con particolare riferimento alla tutela delle attività delle associazioni studentesche. A firma del Consigliere: Bignami

5410 - Interrogazione a risposta scritta circa l'adempimento di disposizioni relative a clausole valutative previste dalla legislazione regionale in materia di intervento pubblico nel settore abitativo. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5415 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Reggio Emilia-Ciano d'Enza. A firma del Consigliere: Torri

5417 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere, anche nei confronti del Governo, per evitare la chiusura dei punti nascita di Castelnovo né Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO) e Borgo Val di Taro (PR). A firma della Consigliera: Sensoli

5418 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il mantenimento del punto nascita di Borgo Val di Taro (PR) ed il potenziamento dei servizi del relativo presidio ospedaliero. A firma dei Consiglieri: Cardinali, Iotti, Lori

5419 - Interrogazione a risposta scritta circa la destinazione di risorse ai "richiedenti asilo" che potrebbero essere utilizzate per creare posti di lavoro per i disoccupati vittime della crisi economica. A firma del Consigliere: Foti

5420 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di un collegamento tra il casello di Barberino del Mugello e la Panoramica in direzione Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

5421 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione riguardante l’azienda DEMM di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Bignami

5422 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per mantenere operativi i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, con particolare riferimento al parere sfavorevole alla relativa deroga emesso dalla Commissione Percorso Nascite nazionale. A firma del Consigliere: Torri

 

Interpellanze

 

5379 - Interpellanza circa le azioni da attuare per eliminare il ticket, pari a 10 euro, previsto a carico dei cittadini quale compartecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica. A firma della Consigliera: Gibertoni

5413 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere per bonificare l'area Ex Ecoplast di Cesenatico. A firma del Consigliere: Pompignoli

5416 - Interpellanza circa le azioni da attuare per mantenere attivi i punti nascita situati a Castelnovo né Monti (RE), Pavullo nel Frignano (MO) e Borgo Val di Taro (PR). A firma delle Consigliere: Sensoli, Gibertoni

 

Risoluzioni

 

5370 - Risoluzione per impegnare la Giunta a prendere atto del fatto che l'eventuale chiusura del Punto Nascite di Castelnovo ne' Monti rappresenterebbe un danno per tutto l'Appennino Reggiano eliminando il servizio di parto in un ospedale con bacino di utenza di 33.000 abitanti, a mantenere aperto e operativo il reparto in questione, prevendendo inoltre un piano di investimenti specifici per l'adeguamento agli standard operativi richiesti dalla Conferenza Stato-Regioni del 2010. (05 10 17) A firma del Consigliere: Delmonte

5387 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire sul Governo e, in particolare modo, nei confronti del Ministro di Giustizia affinché, anche mediante provvedimenti di natura legislativa, sia disposto un piano di nuove assunzioni di agenti di Polizia Penitenziaria così da colmare le forti lacune presenti nelle piante organiche del Corpo. (11 10 17) A firma del Consigliere: Foti

5397 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea, con particolare riferimento alla normativa sugli imballaggi ed i relativi rifiuti, ad adoperarsi per destinare risorse specificatamente finalizzate, come previsto dal comma 2 dell'art. 4 della L.R. 16/2015, a sostenere la sperimentazione del vuoto a rendere, riservate alle Amministrazioni comunali che intendano prevedere forme di agevolazioni e/o di incentivazioni, quali ad esempio la riduzione della tassa sui rifiuti Ta.Ri., nei confronti degli esercenti, nonché dei produttori e distributori, che aderiranno alla sperimentazione. (11 10 17) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

5398 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo affinché venga adottata una normativa volta a definire criteri univoci per il calcolo dell'Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore degli Aeromobili Civili (IRESA), evitandone l'eventuale disapplicazione e nell'interesse della tutela del diritto alla salute dei cittadini, destinando inoltre il relativo gettito al contenimento del rumore ed al sostegno della popolazione delle zone interessate. (11 10 17) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi

5414 - Risoluzione per impegnare la Giunta a recedere dall'adesione alla rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), alla quale la Regione Emilia-Romagna ha aderito con deliberazione di Giunta regionale 17 febbraio 2014, n. 182. (13 10 17) A firma del Consigliere: Foti

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

5087 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione del Centro Endometriosi dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Mori

5137 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno interessare gli enti locali competenti (Comune di Fontanelice, Circondario Imolese) al fine di ripristinare il complesso turistico-ricettivo La Conca Verde ubicato nel Comune di Fontanelice (Bo) e costituito da un ristorante-pizzeria (chiuso da diversi anni e privo di gestione) e da una piscina. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5155 - Interrogazione a risposta scritta circa l’attuazione dei vari protocolli d’intesa stipulati dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana per la promozione turistica congiunta della montagna. A firma del Consigliere: Bignami

5339 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione occupazionale dei lavoratori coinvolti nei licenziamenti avviati dalla casa motociclistica Motori Minarelli. A firma del Consigliere: Taruffi

5340 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura dello stabilimento produttivo del gruppo internazionale Froneri (ex Nestlè) di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

5346 - Interrogazione a risposta scritta circa l’annuncio della chiusura a Parma dello stabilimento della multinazionale Froneri. A firma del Consigliere: Torri

 

Comunicazione ai sensi del comma 1, lettera m) dell’art. 68:

 

La Programmazione dei lavori dell’Assemblea legislativa, ai sensi dell’art. 16, del Regolamento interno, per il periodo ottobre - dicembre 2017, è stata approvata nella riunione dei Capigruppo allargata ai Presidenti delle Commissioni assembleari svoltasi in data 11 ottobre 2017.

(Comunicazioni n. 54 prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2017/2020 del 16/10/2017)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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