231.
SEDUTA DI MARTEDÌ 26 FEBBRAIO 2019
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA
INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea
OGGETTO 7952
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e procedure riguardanti la promozione e gli interventi relativi agli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola. A firma del Consigliere: Galli
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
GALLI (FI)
CORSINI, assessore
GALLI (FI)
OGGETTO 7998
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per contrastare il radicamento, in Emilia-Romagna, delle mafie straniere, con particolare riferimento a quella nigeriana ed a quanto avvenuto a Ferrara, in data 16 febbraio 2019. A firma del Consigliere: Tagliaferri
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
TAGLIAFERRI (FdI)
MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
TAGLIAFERRI (FdI)
OGGETTO 8004
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le difficoltà in cui versano i consorzi per l’internazionalizzazione riguardo alle politiche regionali per l’export. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
RANCAN (LN)
COSTI, assessore
RANCAN (LN)
OGGETTO 8006
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa gli strumenti per vigilare sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
CALIANDRO (PD)
VENTURI, assessore
CALIANDRO (PD)
OGGETTO 8007
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i controlli realizzati sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione e sui conseguenti esiti. A firma del Consigliere: Taruffi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
TARUFFI (SI)
VENTURI, assessore
TARUFFI (SI)
OGGETTO 8008
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere a partire da quale e fino a quale giorno possa essere individuata la data di svolgimento delle prossime elezioni regionali. A firma del Consigliere: Bertani
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
BERTANI (M5S)
MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
BERTANI (M5S)
OGGETTO 8009
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'eventuale monitoraggio specifico dei treni utilizzati dai pendolari, al fine di individuare e anticipare possibili situazioni di emergenza come quella accaduta sulla linea ferroviaria che collega Reggio Emilia, Bagnolo, Novellara e Guastalla. A firma del Consigliere: Sassi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Saliera)
SASSI (Gruppo Misto)
DONINI, assessore
SASSI (Gruppo Misto)
OGGETTO 6244
Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla Legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)» (106)
(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 6244/1 oggetto 8022 - Presentazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno 6244/2 oggetto 8023 - Presentazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Saliera)
BOSCHINI, relatore della Commissione
RANCAN, relatore di minoranza
BIANCHI, assessore
TAGLIAFERRI (FdI)
BOSCHINI (PD)
PRODI (Gruppo Misto)
BOSCHINI (PD)
SENSOLI (M5S)
BOSCHINI (PD)
TARUFFI (SI)
OGGETTO 7391
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Norme per lo sviluppo, l'esercizio e la tutela dell'apicoltura in Emilia-Romagna» (107)
(Relazione della Commissione)
PRESIDENTE (Saliera)
SERRI, relatrice della Commissione
PRESIDENTE (Rainieri)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica oggetto 6244
Emendamenti oggetto 6244
Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA
La seduta ha inizio alle ore 10,03
PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 231 del giorno 26 febbraio 2019.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 12 febbraio 2019, nn. 229 e 230.
Se non vi sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Saliera): Sono assenti i consiglieri Bargi, Bonaccini, Molinari e l’assessore Gazzolo.
Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.
(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
OGGETTO 7952
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e procedure riguardanti la promozione e gli interventi relativi agli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano-romagnola. A firma del Consigliere: Galli
PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Oggetto 7952: interrogazione circa questioni e procedure riguardanti la promozione e gli interventi relativi agli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano-romagnola, a firma del consigliere Galli, a cui do subito la parola.
Risponderà l’assessore Corsini.
GALLI: Grazie, presidente.
Poche settimane fa – due settimane fa, mi sembra – proprio con l’assessore Corsini ci siamo trovati presso la montagna modenese per un’informazione sulle condizioni, sulle promozioni della montagna modenese.
In realtà, la montagna modenese, come la montagna bolognese, la montagna reggiana, tutta la zona appenninica dell’Emilia-Romagna, ha problematiche simili. Queste problematiche concernono la valorizzazione o il mantenimento delle attività che sono oggi presenti sul territorio. Tra le attività presenti, senza dubbio, l’aspetto del turismo ricreativo è importante. In questa categoria rientrano senza dubbio gli impianti di scii, impianti che permettono durante la stagione invernale di avere un’importante attività di ricezione e permettono risorse economiche per le popolazioni interessate. Insomma, sono attività da mantenere e valorizzare.
In quest’ottica rientra la mia interrogazione, dove richiedo lo stato dell’arte del collegamento sciistico tra la Doganaccia in Toscana e il Corno alle Scale, ma più precisamente la situazione del masterplan, il che vuol dire lo stato dell’arte della ristrutturazione di tutta l’area sciistica bolognese, che da troppo tempo attende una risposta. C’erano sessanta giorni di tempo. Questi sessanta giorni sono scaduti. È stato già affrontato il tema in Commissione. Vorrei sapere un punto fermo su quello che sta succedendo in quell’area da parte dell’Amministrazione regionale.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Galli.
La parola all’assessore Corsini, prego.
CORSINI, assessore: Grazie, presidente.
Come già risposto recentemente a un’analoga interrogazione del consigliere Facci, fornisco alcuni elementi partendo dalla premessa, che è la seguente: al fine di dare compiuta realizzazione all’intervento di collegamento previsto nell’accordo di programma, le due Regioni, Emilia-Romagna e Toscana hanno ravvisato l’opportunità, come già detto, di affidare la realizzazione di un masterplan quale strumento di approfondimento propedeutico alle successive fasi di progettazione previste dal decreto legislativo.
In merito all’interrogazione, e in base agli elementi forniti da ERVET, dalla società appaltante l’incarico per la realizzazione del masterplan, si forniscono i seguenti chiarimenti: ERVET ha avviato una procedura per l’affidamento della realizzazione del masterplan a una ditta specializzata nel settore. In esito all’aggiudicazione, l’incarico è stato sottoscritto nel dicembre del 2018. In coerenza con l’accordo di programma e nella conseguente offerta tecnica, il masterplan per lo sviluppo sostenibile del comprensorio del Corno alle Scale quale stazione turistica estiva ed invernale, è finalizzato alla promozione congiunta dell’attività sportiva in montagna attraverso la valorizzazione dei versanti tosco-emiliano e romagnolo, da conseguire appunto con la realizzazione di nuovi impianti di risalita e di piste di discesa di collegamento, nonché la revisione, la sostituzione, l’ampliamento e l’acquisto di impianti di risalita e di innevamento artificiale.
Fermo restando, quindi, che il masterplan dovrà essere congruente con gli obiettivi e le indicazioni previste nell’accordo di programma, questo strumento dovrà individuare le più idonee modalità realizzative, affrontando anche eventuali soluzioni tecniche alternative e valutando elementi di contesto in un panorama più ampio.
A tal fine, si è appunto rilevata l’opportunità di realizzare il masterplan anche attraverso un percorso di partecipazione, volto a raccogliere idee, proposte e contributi. Questo percorso di partecipazione è stato inserito nella proposta tecnica e previsto dal capitolato di gara.
In data 10 gennaio, il Comune di Lizzano, individuato come soggetto attuatore dell’intervento, ha convocato un primo incontro di partecipazione con gli stakeholder, che si è svolto con l’assistenza tecnica della società Terre, incaricata per la realizzazione del masterplan.
Dalle informazioni acquisite è emerso che nel corso dell’incontro fra i vari temi di confronto è stato illustrato un preliminare scenario di natura conoscitiva, il quadro di riferimento normativo e legislativo e della pianificazione territoriale vigente, e sono emerse anche alcune ipotesi di lavoro riguardo allo sviluppo e alla valorizzazione del comprensorio quale stazione turistica estiva e invernale.
Com’è connaturato in qualsivoglia percorso di partecipazione, le idee che emergono nella fase di consultazione possono non essere perfettamente aderenti al quadro normativo o ai vincoli normativi o programmatici. Ovviamente, in una successiva fase di analisi, si dovranno necessariamente valutare gli aspetti di congruenza con questi elementi, al fine di individuare la proposta tecnica più idonea, che dovrà rispondere agli obiettivi individuati nell’accordo di programma.
È utile sottolineare, infine, come il compito del masterplan quale strumento propedeutico alla progettazione dell’impianto sia quello più ampio di individuare tutte le azioni necessarie per giungere alla pianificazione di una stazione sciistica sostenibile.
Nell’incontro del 10 gennaio, durante la fase introduttiva, la società ha presentato le analisi effettuate fino a quel momento e proposto alcuni scenari possibili. La presentazione è stata poi pubblicata anche sul sito del Comune di Lizzano.
Risulta che molte persone presenti all’incontro hanno colto l’opportunità…
PRESIDENTE (Saliera): Mi scusi, assessore, è andato oltre di un minuto.
CORSINI, assessore: Okay. Va bene.
PRESIDENTE (Saliera): Magari la consegna.
CORSINI, assessore: Sì.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie.
CORSINI, assessore: Finisco qui allora?
PRESIDENTE (Saliera): Sì.
CORSINI, assessore: È più di una riga, per cui a questo punto mi fermo. Lo consegno a mano.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie.
Consigliere Galli, prego.
GALLI: Presidente, immagino che l’assessore avesse quasi finito. Ma rispondere quando lei non l’ha fatto finire di rispondere, magari stava rivelando…
PRESIDENTE (Saliera): Se volete, io lo faccio continuare. Però, allora, si tratta di cambiare anche i regolamenti.
GALLI: Sono certo che ormai aveva finito e che non abbiamo perso chissà che cosa, però rispondere senza che l’assessore abbia finito la sua relazione lo trovo un po’ bizzarro.
PRESIDENTE (Saliera): Non è bizzarro, è il regolamento che prevede tre minuti all’assessore e sei minuti complessivi a lei. Se l’Assemblea ritiene di cambiare il regolamento, lo deve cambiare.
GALLI: No, per carità. Concedo un minuto dei miei sei minuti.
PRESIDENTE (Saliera): Io ho il dovere di farlo rispettare e lei dovrebbe anche richiamarmi se non lo rispetto.
GALLI: Lo farei. Però, ero curioso di sentire la risposta complessiva dell’assessore, senza nulla togliere alle sue prerogative.
PRESIDENTE (Saliera): Se l’Assemblea è d’accordo, vorrà dire che in via eccezionale l’assessore Corsini termina.
Prego, assessore.
CORSINI, assessore: Vado direttamente alla conclusione.
L’incontro previsto per l’8 febbraio citato nel question time, come si desume dalla mail mandata dal Comune di Lizzano ai partecipanti e pubblicata sul sito del Comune, è stato poi posticipato a data da destinarsi, in attesa degli esiti degli approfondimenti di natura tecnica, amministrativa e istituzionale ancora in corso.
In relazione ai tempi di conclusione del masterplan, da informazioni acquisite presso ERVET, l’incarico della durata complessiva di sessanta giorni è attualmente in corso in ragione della sospensione dei termini per l’acquisizione presso gli enti competenti di cartografie necessarie all’elaborazione compiuta del masterplan. Tenendo conto degli esiti del masterplan stesso, inizierà poi la procedura di assegnazione della progettazione dell’impianto tramite la Centrale unica di committenza dell’Unione dell’Appennino bolognese.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore.
Ha la parola il consigliere Galli. Prego.
GALLI: Grazie, presidente.
Nell’ultimo passaggio ho capito il motivo per cui l’8 febbraio non è stata data attuazione all’incontro. Se mi posso permettere, come era stato preannunciato, cittadini e stakeholder – usando un termine che lei ha usato più volte – avevano intenzione di partecipare a questa riunione. Sarebbe stata buona creanza avvisare dello slittamento, spiegando magari le motivazioni. A volte la documentazione arriva all’ultimo momento e non c’è tempo di elaborarla o, magari, è ancora incompleta. Però dire le motivazioni, spiegare ai cittadini il perché non c’era questa riunione e spiegare quando ci sarebbe stata la riunione successiva sarebbe stato non solo utile, ma una regola di buona creanza.
Ci risulta che in questo periodo di costruzione di questo masterplan... Altro termine che si poteva non usare, perché quando si spiega a un cittadino un piano di indirizzo, una visione di indirizzo, certamente è più completo che usare il termine “masterplan”, che a volte non a tutti può essere consueto.
Qual è la cosa che troviamo positiva e che speriamo arrivi in fondo in questo percorso un po’ accidentato? Come due anni fa le aziende balneari hanno avuto, da parte della Regione, un’apertura, concedendo un’apertura anche durante il periodo invernale per le attività di ristorazione e ricreative in modo da creare un unicum nel corso di tutto l’anno, lo stesso percorso – lo capisco – si cerca di fare per le stazioni sciistiche o per le attività situate in montagna. Credo che sia un percorso corretto. Meno corretto che i tempi slittino in continuazione senza arrivare a una resa dei conti o a un risultato concreto.
Confido che sia l’ultimo slittamento dei tempi e che si arrivi in una scadenza sollecita ad avere un risultato concreto, in modo che le attività possano cominciare a rapportarsi con questo masterplan su cui voi contate molto.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Galli.
OGGETTO 7998
Interrogazione a risposta immediata in aula circa le azioni da attuare per contrastare il radicamento in Emilia-Romagna, delle mafie straniere, con particolare riferimento a quella nigeriana ed a quanto avvenuto a Ferrara, in data 16 febbraio 2019. A firma del Consigliere: Tagliaferri
PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 7998: interrogazione a risposta immediata in aula circa le azioni da attuare per contrastare il radicamento in Emilia-Romagna delle mafie straniere, con particolare riferimento a quella nigeriana e a quanto avvenuto a Ferrara in data 16 febbraio 2019.
La parola al consigliere Tagliaferri.
Risponderà il sottosegretario Manghi. Prego.
TAGLIAFERRI: Presidente, sottosegretario.
Nella serata del 16 febbraio scorso, come sappiamo, a Ferrara, in zona GAD, un cittadino nigeriano, nel tentativo di sottrarsi ad un controllo di routine da parte dei Carabinieri, si è dato alla fuga, venendo investito da un veicolo in transito. Il soggetto, ricoverato presso l’ospedale cittadino, è stato trovato in possesso di 7,40 grammi di hashish e conseguentemente deferito all’autorità giudiziaria.
Nella fase successiva all’incidente, un gruppo di almeno una cinquantina di persone di origine africana, sull’erroneo presupposto che il giovane spacciatore fosse morto, si è radunato in strada rovesciando i cassonetti e ostruendo una parte della carreggiata alla circolazione. I disordini sono proseguiti con minacce e lancio di oggetti contro le forze dell’ordine intervenute.
Solo l’arrivo di diverse pattuglie e la notizia che il connazionale era soltanto ferito hanno consentito alle forze dell’ordine di riassumere pacificamente il controllo della situazione. La cosiddetta zona GAD di Ferrara, comprende la stazione ferroviaria ed i giardini antistanti, contesti urbani interessati dal fenomeno dello spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti, praticato per lo più da cittadini africani, principalmente di nazionalità nigeriana, comunità numericamente radicata nel capoluogo ferrarese.
Una fotografia precisa della situazione in cui versa il GAD è riassunta dai numeri contenuti nella risposta fornita dal ministero degli interni all’atto ispettivo presentato dai parlamentari di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Alberto Balboni. Nella sola zona GAD, nel corso del 2018, le forze di polizia hanno complessivamente svolto 166 servizi straordinari con 4.618 persone controllate ed identificate, 65 arresti ed il sequestro di chilogrammi 1,242 di cannabinoidi e di 208 grammi di hashish cocaina.
Nel mese di gennaio 2019, infine, nella stessa zona sono stati effettuati dalle forze dell’ordine, complessivamente 14 servizi straordinari di controllo, con 321 persone identificate, due arresti ed il sequestro di 122 grammi di cannabinoidi e di 0,42 grammi di hashish. L’episodio in questione desta particolare allarme a causa della forte presenza di richiedenti asilo di nazionalità nigeriana nella zona di Ferrara e in tutta l’Emilia-Romagna, che fornisce spesso e volentieri manovalanza ad una criminalità organizzata, formata da connazionali, già radicata e prevalentemente dedita allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione. Ciò è confermato anche dalle ultime operazioni antidroga della Squadra mobile della Polizia di Stato, con sequestri di droga, arresti e denunce di soggetti nigeriani, tra i quali irregolari o richiedenti asilo, con permessi di soggiorno per motivi umanitari.
L’insediamento della mafia nigeriana in Emilia-Romagna è stato recentemente confermato anche dalla Direzione investigativa antimafia ed era già stato ben descritto da una relazione dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano, che aveva rilevato come le organizzazioni criminali centroafricane vi operano in diversi settori, dal traffico di sostanze stupefacenti alla ricettazione, fino alla tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione o al lavoro nero.
Già negli scorsi anni clamorosi fatti di cronaca hanno dimostrato che la mafia nigeriana che agisce in Emilia-Romagna sta diventando sempre più offensiva e, al contempo, organizzata, utilizzando associazioni etniche e agenzie di money transfer come copertura per traffici di droga e prostituzione.
Già in occasione dell’affermarsi delle mafie autoctone all’interno del territorio regionale, il Partito Democratico aveva gravemente sottovalutato il fenomeno, affermando a più riprese, attraverso i suoi amministratori, che l’Emilia-Romagna aveva gli anticorpi, salvo poi essere clamorosamente smentito dai fatti dell’inchiesta Aemilia, cui seguirono alcuni mea culpa e una legge ad hoc del tutto inutile per fronteggiare un fenomeno come la mafia nigeriana.
Sinora l’attenzione dedicata dall’Istituzione alla criminalità organizzata nigeriana si è dimostrata del tutto insufficiente e ne ha permesso la crescita e la strutturazione operativa, così da ingenerare il legittimo sospetto che la sinistra consideri la mafia come tale se italiana, mentre altra cosa se i delinquenti sono stranieri.
La situazione, già precaria, è aggravata dal fatto che, per decisione del Consiglio comunale a guida PD, la Polizia locale di Ferrara opera priva di arma, risultando così completamente inadeguata a fornire supporto alle forze di pubblica sicurezza in relazione ai nuovi problemi di tutela dell’ordine pubblico causati dall’immigrazione clandestina e dall’affermazione sul territorio delle nuove mafie di origine straniera.
Fratelli d’Italia già più volte è intervenuta a livello locale, regionale e nazionale per denunciare il progressivo radicamento sul nostro territorio di mafie straniere, con particolare riguardo a quella nigeriana. Il 20 febbraio, in risposta ad un question time posto dai parlamentari di Fratelli d’Italia circa quanto avvenuto a Ferrara, il Governo ha assicurato l’intenzione di rafforzare gli organici delle Forze dell’ordine. La Questura di Ferrara beneficerà di un aumento di organico pari a 55 unità. A ciò si aggiungerà un piano straordinario di rinforzi di controllo del territorio attraverso Reparto prevenzione crimine e la disponibilità a valutare un ulteriore potenziamento del contingente di tredici militari già assegnati al Comune di Ferrara nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”, che attualmente sono utilizzati per vigilare sulla stazione ferroviaria e dintorni.
Siamo, quindi, a chiedere quali ulteriori e concrete iniziative intenda assumere la Regione Emilia-Romagna per combattere il radicamento delle mafie straniere e, in particolare, se, sull’esempio di quanto recentemente fatto dalla Regione Lombardia, intenda siglare un accordo sulla sicurezza integrata con il Viminale e l’ANCI che possa costituire la cornice di riferimento di patti territoriali per la sicurezza urbana che sappiano affrontare con la doverosa forza situazioni che rischiano di sfuggire completamente di mano, se non già lo sono. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Tagliaferri, la devo informare che ha superato il tempo e che, quindi, nella risposta potrà dire solo se è soddisfatto o non soddisfatto. Eventualmente, altre volte si premunisca nel contare i tempi.
La risposta al sottosegretario Manghi.
MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.
Consigliere Tagliaferri, da prima appare grandemente non veritiera l’ipotesi avanzata dal consigliere interrogante secondo la quale la Regione presterebbe dovuta attenzione alle forme di criminalità organizzata solo se di matrice autoctona. Tale ipotesi, infatti, è smentita dai fatti.
In effetti, i ricchi materiali di ricerca sulla criminalità organizzata in regione, pubblicati ormai da due decenni, nell’ambito del programma “Città sicure”, hanno più volte affrontato il tema della presenza della criminalità organizzata di origine straniera nel territorio regionale. È sufficiente, ad esempio, far riferimento al Volume 29 dei Quaderni di Città sicure, criminalità organizzata e disordine economico in Emilia-Romagna, che già nel 2004 riportava e analizzava le trasformazioni dei mercati illegali e l’arrivo di sodalizi criminali di origine straniera nel territorio regionale, tra cui proprio quelli nigeriani.
Naturalmente, l’Amministrazione regionale si impegna a promuovere, come del resto ha sempre fatto, ogni possibile misura di prevenzione del crimine organizzato e mafioso, qualsiasi origine esso abbia, anche in raccordo con le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine presenti sul territorio, a cui è peraltro demandata in via esclusiva la funzione di contrasto e repressione di ogni forma di delittuosità.
Del resto, nella risposta scritta del sottosegretario per l’interno, pubblicata il 20 febbraio ultimo scorso nel bollettino in Commissione I, Affari costituzionali della Camera, riferita proprio alle iniziative per contrastare la diffusione delle mafie nigeriane nella città di Ferrara, è stato ribadito che il fenomeno delle mafie straniere e in particolare di quella nigeriana non è affatto sottovalutato, bensì attentamente monitorato dalle forze di polizia anche grazie all’impiego di risorse a ciò dedicate in modo specifico.
Al riguardo si evidenzia che sia nell’ambito del Servizio centrale operativo del Dipartimento della pubblica sicurezza, che all’interno delle squadre mobili delle questure esistono articolazioni dedicate alle indagini concernenti la criminalità straniera, tra cui quella nigeriana. L’incisiva azione di contrasto da parte delle forze di polizia sta già producendo significativi risultati investigativi. Ne sono testimonianza le più recenti operazioni portate a termine sull’intero territorio nazionale.
Per quanto attiene i compiti propri dell’ente regionale, il piano integrato delle azioni regionali per la promozione della cultura, della legalità e della cittadinanza responsabile, e la prevenzione del crimine organizzato e mafioso dei fenomeni corruttivi approvato con delibera di Giunta regionale n. 493 del 9 aprile 2018, ha esplicitamente previsto un’attenzione particolare ai fenomeni posti in essere da consorterie criminali di origine straniera.
Da ultimo, il consigliere interrogante solleva il punto relativo all’eventuale disponibilità della regione Emilia-Romagna a sottoscrivere un accordo sulla sicurezza integrata con il ministero dell’interno, seguendo l’esempio della regione Lombardia. Va preliminarmente specificato che ad oggi, a seguito di puntuale verifica con gli uffici della Regione Lombardia, non risulta ancora sottoscritto alcun protocollo con il ministero dell’interno e ANCI. Più in generale, la possibilità di sottoscrivere tali accordi è stata introdotta dal decreto legge 20 febbraio 2017 n. 14, recante Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città, convertito con modifiche nella legge 18 aprile 2017 n. 48, che anche in attuazione dell’articolo 118, comma 3 della Costituzione ha disciplinato le modalità e gli strumenti di coordinamento tra Stato, regioni, province autonome di Trento e Bolzano ed enti locali, in materia di politiche pubbliche per la sicurezza integrata.
Va precisato che la regione Emilia-Romagna ha contribuito poi alla definizione delle linee generali delle politiche pubbliche per la sicurezza integrata, adottate in attuazione dell’articolo 2 del succitato decreto-legge n. 14 del 2017…
PRESIDENTE (Saliera): Sottosegretario, si avvia alla fine?
MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Poche righe.
Il 24 gennaio 2018, con accordo in sede di Conferenza Unificata e su proposta del ministro dell’interno, che delineano i prioritari settori di intervento per il perseguimento di migliori condizioni di sicurezza nelle città e nel territorio extraurbano, attraverso accordi per la promozione e la sicurezza integrata che potranno essere stipulati dai Prefetti dei capoluoghi delle regioni, dai presidenti delle regioni e dalle province autonome.
Finisco: in conseguenza di quanto appena riportato la regione Emilia-Romagna ha già concordato un’ipotesi di accordo per la promozione della sicurezza integrata tra la Prefettura UTG di Bologna, capoluogo di regione e la regione stessa, che è attualmente posta da parte della Prefettura UTG di Bologna al vaglio dell’ufficio del Ministero dell’interno per un’ulteriore verifica tecnica prima della formale sottoscrizione.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.
La parola al consigliere Tagliaferri.
TAGLIAFERRI: Posso dire solo se sono soddisfatto o meno. Ebbene, non sono soddisfatto. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Prego.
OGGETTO 8004
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le difficoltà in cui versano i consorzi per l’internazionalizzazione riguardo alle politiche regionali per l’export. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte
PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 8004: interrogazione a risposta immediata in aula circa le difficoltà in cui versano i consorzi per l’internazionalizzazione riguardo alle politiche regionali per l’export. A firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Delmonte.
Risponde l’assessore Costi.
La parola al consigliere Rancan. Prego, ha la parola.
RANCAN: Grazie, presidente.
Questo question time fondamentalmente nasce dalle necessità che sono state riportate da vari attori nel settore dei consorzi per l’internazionalizzazione, che hanno caratteristiche diverse rispetto ai consorzi per l’export, di cui secondo me e secondo noi in questo momento la Regione si è un po’ dimenticata, nel senso che i consorzi per l’internazionalizzazione presentano funzioni più ampie rispetto ai consorzi per l’export e sono costituiti, in forma di società consortile o cooperativa, da piccole e medie imprese industriali, artigiane, turistiche, di servizi e agroalimentari, aventi sede in Italia rispetto a quelle che sono le direttive della normativa nazionale.
Il compito di questi consorzi è, quindi, promuovere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese attraverso la realizzazione di eventi e progetti finalizzati alla penetrazione nei mercati esteri, l’erogazione di servizi informativi, di assistenza e sostegno alle azioni promozionali. Questo è comprendente nella nostra legge regionale.
Oltretutto, la Regione ha approvato, con delibera di Giunta, il percorso di accreditamento istituzionale di questi consorzi per l’internazionalizzazione della regione Emilia-Romagna, nell’ottica di accrescere il livello organizzativo e la qualità dei servizi offerti alle imprese associate, per cercare di rafforzarne il ruolo. Oltretutto, secondo la Carta dei princìpi di responsabilità sociale e d’impresa della Regione Emilia-Romagna, la Regione sostiene i progetti di impresa nel campo della ricerca, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione.
C’è da dire, però che, malgrado queste premesse, è stato rilevato un aumento delle difficoltà e dei costi di partecipazione ai bandi di rilevanza regionale, vi è stata una diminuzione dei contributi stessi, quindi che l’Amministrazione regionale ha erogato, divenuti col passare del tempo sempre minori, e vi è stato un rapporto, un feedback dell’Amministrazione regionale nei confronti di queste persone che è venuto sempre carente. Quindi, vi sono stati sempre confronti minori della Regione con queste realtà.
Oltretutto, bisogna cercare di comprendere quali siano le reali necessità di una programmazione che possa essere anche più a lungo termine per cercare di comprendere e strutturare le esigenze delle aziende consorziate. Noi abbiamo quattro correzioni che fondamentalmente dovrebbero essere fatte: a) ritorno alla cadenza annuale dei bandi; b) definizione di linee guida che durino almeno trentasei mesi; c) ripristino di riunioni preventive tra Amministrazioni, dirigenti e funzionari con questi Consorzi per programmare le attività e un incremento del contributo massimo erogabile ad aumento delle quote legate al mantenimento e funzionamento di queste strutture.
Noi chiediamo quali siano realmente le politiche che voglia intraprendere questa Regione per migliorare e per far sì che questi Consorzi possano tornare ad avere un appoggio concreto da parte della Regione.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.
La parola all’assessore Costi.
COSTI, assessore: Credo che nella presentazione dell’interrogazione ci sia una lettura parziale di quello che è avvenuto e di quello che stiamo facendo. Voglio ricordare che noi siamo l’unica Regione in Italia che riconosce i Consorzi e che ha sempre garantito in modo continuativo le risorse, promuovendo l’azione e soprattutto l’innovazione dei Consorzi rispetto ad un mondo che muta.
L’unica riduzione del numero dei Consorzi è stata realizzata non tanto con atti nostri, ma dall’applicazione della riforma nazionale che – come hanno detto gli interroganti – ha introdotto i Consorzi per l’internazionalizzazione. Il processo è avvenuto sempre in raccordo con le associazioni di categoria, con le rappresentanze delle piccole e medie imprese e, soprattutto, con un percorso rapportato alle problematiche che i Consorzi ponevano. Sto parlando del periodo tra il 2012 e il 2013.
Le modifiche fondamentali che abbiamo inserito sono il processo di accreditamento, anche questo avvenuto in modo molto graduale e sempre con l’ottica di garantire trasparenza, qualità e soprattutto buon utilizzo dei fondi pubblici, perché sono contributi pubblici, rispetto agli obiettivi e ai risultati; il secondo, sempre in un’ottica di massima trasparenza, l’informatizzazione dei bandi per rendere trasparente tutte le fasi procedurali, come oltretutto richiesto dai piani nazionali, tra cui la prevenzione della corruzione.
Ai Consorzi, in questi anni, abbiamo poi dedicato sempre importanti risorse, come dicevo, in modo continuativo. Vi darò lo specchietto dove vedrete che non c’è stato alcun dimezzamento rispetto ai contributi medi annui che sono stati dati. Abbiamo riconfermato per il 2019, 2,5 milioni, quindi nessuna penalizzazione. La biennalità è implicita nelle nuove norme di finanza pubblica, ma anche in un bisogno che hanno le imprese di avere comunque coperti gennaio e febbraio, che sono mesi chiaramente di fiere.
Per quanto riguarda l’applicazione del de minimis, questo discende dalla legislazione vigente, non è che noi possiamo avere delle norme esterne. Abbiamo cercato nel tempo, rispetto ai bandi e alle linee-guida, di non apportare delle modifiche significative, proprio per agevolare i consorzi. I bandi, ricordo, vengono sempre discussi con le associazioni di categoria tramite il tavolo. Anche di questo ho i verbali, per cui non è neanche un problema, cogliendo spesso suggerimenti e miglioramenti, così come per le linee guida. È chiaro che lo sportello internazionalizzazione è sempre a disposizione.
Dico anche che io stessa in questi anni ho intavolato dialoghi con le associazioni, le imprese e i Consorzi stessi, ho lavorato e sto lavorando con loro. Continuerò questo lavoro con molta attenzione per tutti i consorzi che chiaramente operano con progetti di evidente interesse per le piccole e medie imprese, e soprattutto in qualità e trasparenza.
Aggiungo anche che sulla programmazione, consigliere, apre una porta. Noi aspettiamo chiaramente il 116, perché sul tema della programmazione pluriennale questa è una delle materie… Voi sapete che sull’internazionalizzazione l’abbiamo chiesta.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.
La parola al consigliere Rancan, che ha circa due minuti.
RANCAN: Fantastico! Aspettiamo il 116, quando poi è un problema che si ripercuote già da tanti anni.
Qua viene detto anche che vi è sempre stato dialogo. A me però così non risulta. A me risulta che la struttura invece sia completamente assente nei confronti dei consorzi. La dirigenza, la dipendenza, i funzionari sono completamente assenti e non ascoltano i consorzi. Oltretutto, lei dice che è una lettura parziale. Questa è una classica lettura assolutamente non di parte, ma una lettura oggettiva, perché se vi è stata una riduzione dei consorzi, un motivo ci sarà, un motivo c’è. Quindi, nei fatti non vi è stata programmazione, i fondi erano annuali. La biennalità ha permesso quindi di far cosa? Di ridurre drasticamente i fondi. Nei fatti i fondi sono stati ridotti del 50 per cento: questo va detto. Se quindi voi volete continuare così, andrete a sbattere, anzi, state andando a sbattere. Avete sbattuto per tanti anni, continuerete a sbattere ancora di più: cosa vi devo dire? Oltretutto, accreditamento fumoso, la nuova piattaforma SFINGE è davvero una cosa allucinante, per non parlare dei regimi de minimis, e poi si continua e si perdura su questa situazione.
Bisogna capire che i consorzi per l’internazionalizzazione sono fondamentali per il nostro territorio, soprattutto per le piccole e medie imprese. Se si continua ad avere un atteggiamento di barriera e di muro nei confronti di queste realtà, andrà a finire che le imprese saranno messe in completa e totale difficoltà, e noi questo non lo possiamo permettere.
Noi avevamo fatto quattro proposte concrete, che vi ho elencato nella mia domanda, capisco bene che da parte della Regione ci sia un atteggiamento di chiusura, parte politica, parte funzionaria, parte dirigenziale, che quindi non vuole risolvere realmente i problemi dei consorzi per l’internazionalizzazione. Complimenti! Cosa vi devo dire? Continuate così. Ma fate attenzione, perché avete già sbattuto e continuerete a sbattere.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.
OGGETTO 8006
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa gli strumenti per vigilare sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano
PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 8006: interrogazione a risposta immediata in aula circa gli strumenti per vigilare sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione. A firma dei consiglieri Caliandro e Calvano.
Risponde l’assessore Venturi.
La parola al consigliere Caliandro. Prego.
CALIANDRO: Grazie, presidente.
Suscitano orrore e profondo sdegno le immagini riprese dalle Forze dell’ordine nella casa famiglia “Il fornello” di San Benedetto Val di Sambro, che mostrano con quanta sistematica crudeltà gli operatori a cui era affidato il benessere e la tranquillità degli anziani ospiti accanissero le loro cattiverie e le loro sevizie psicologiche sugli anziani.
Non si tratta purtroppo di un caso isolato, il che dimostra che la normativa su cui poggiano oggi le autorizzazioni e i controlli su tali strutture si rivela insufficiente a garantire la qualità e la professionalità dell’offerta.
Rilevato che la Regione Emilia-Romagna ha avviato, negli ultimi anni, una serie di iniziative a legislazione vigente, in modo da consentire meglio di vigilare sulle strutture e sui loro operatori, e come prevenire i casi di burnout. In particolare, con il DGR n. 664/2017 sono state aggiornate le disposizioni sulla vigilanza delle strutture. Si sono, inoltre, invitati i Comuni a predisporre un piano di controllo, unitamente alle ASL, sulle piccole strutture nei pressi degli indirizzi regionali a cui ispirare i regolamenti locali.
Si interroga, dunque, la Giunta per sapere quali siano le cause dell’inefficacia dello strumento oggi esistenti e cosa si intenda fare, di concerto con il livello statale, per scongiurare il ripetersi di episodi simili ed avere la certezza dell’onorabilità e della serietà di chi opera a contatto con persone indifese e vulnerabili.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.
La parola all’assessore Venturi. Prego.
VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consiglieri.
Intanto, vorrei esprimere anche in aula lo sdegno per quello che è successo e per quanto è emerso grazie all’indagine dei carabinieri della compagnia di Vergato sulla gestione della comunità “il Fornello” di San Benedetto Val di Sambro. La compagnia di Vergato è, tra l’altro, guidata da un ex comandante dei NAS, prima di Parma poi di Bologna. Questo dà conto anche della capacità investigativa della quale davvero dobbiamo ringraziare, per quello che ha portato alla luce.
Il sistema regionale dell’assistenza sociosanitaria e socioassistenziale offre servizi a favore di persone anziane con disabilità, sui quali contiamo per 1.237 strutture, alle quali aggiungiamo 505 strutture che accolgono fino ad un massimo di sei ospiti e si chiamano “Casa famiglia”. È un sistema imponente per quanto adeguato alla domanda, che naturalmente crescerà negli anni, ahimè, con un elevatissimo valore sociale, in quanto è rivolto alle persone più fragili ed indifese e che, pertanto, deve assicurare la qualità delle prestazioni erogate e deve operare in un contesto qualificato e di piena legalità.
A tal fine, riteniamo anzitutto necessario perseguire una modifica della normativa nazionale che allo stato attuale permette l’apertura di strutture fino ad un massimo di sei ospiti senza le adeguate verifiche preventive circa la sussistenza dei requisiti necessari. Il tema sarà portato all’attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per proporre una modifica condivisa della normativa nazionale.
Segnalo che è una normativa nata con tutti i buoni propositi della normativa. “Casa famiglia” vuol dire un luogo dove sono ospitati un massimo di sei anziani senza non autosufficienza, quindi autosufficienti o con lieve non autosufficienza, quindi persone che possono stare e devono stare, auspicabilmente, in un ambiente di comunità per avere una vita sociale il più possibile consentita. Qualora non sia possibile addivenire ad una modifica della normativa nazionale, che si rende necessaria per le ripetute violazioni in termini di dignità della persona e anche di reati commessi all’interno di queste strutture, in Emilia-Romagna come in molte altre regioni.
Entro l’estate la Giunta regionale proporrà all’Assemblea legislativa di adottare una legge regionale al fine di rendere obbligatori nei regolamenti comunali tutti i requisiti di qualità previsti nel documento Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle case famiglia, definiti nel luglio 2018 insieme ad ANCI Emilia-Romagna con la collaborazione e la condivisione di organizzazioni sindacali con le quali è stato sottoscritto uno specifico accordo, associazioni di pazienti e familiari, esperti dei Comuni e delle aziende USL, comitati consultivi misti. Gli stessi comitati consultivi misti che si sono proposti di dare una mano, si sono resi disponibili per i controlli e per aprire le case famiglia non soltanto negli orari canonici, ma anche durante tutta la giornata, al fine di rendere oltre che più comunitaria la vita delle persone, anche più rigorose le presenze all’interno della struttura e non soltanto quella dei gestori.
Il documento regionale prevede lo svolgimento di verifiche preventive all’avvio dell’attività, mediante la comunicazione di disponibilità al controllo della struttura prima della sua apertura, il possesso di requisiti di moralità dei titolari, la disponibilità di spazi adeguati e, da norma, la presenza di personale qualificato, l’organizzazione strutturata e di attività di animazione motoria, gite ed uscite e la presenza di un diario di bordo, ove vengono annotati ogni giorno le attività e gli eventi accaduti.
A tal fine verrà istituito uno specifico gruppo di lavoro coordinato dall’assessorato politiche per la salute, e composto da rappresentanti delle aziende USL, Comuni, sindacati, associazioni di volontariato. Le strutture dovranno assicurare una più ampia fascia di apertura e permettere l’accessibilità…
PRESIDENTE (Saliera): Assessore Venturi, anche lei.
VENTURI, assessore: Ho chiuso, ho terminato.
… Ma anche associazioni di volontariato del territorio. Per contrastare questi tragici episodi è necessaria una collaborazione estesa, come abbiamo già detto, da parte dei familiari degli altri attori, che evitino il favorire dell’insorgere di comportamenti, prassi o atteggiamenti incompatibili col rispetto della dignità della persona.
Il resto lo potrà leggere.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.
La parola al consigliere Caliandro. Prego. I minuti li vedete sul tabellone. Quattro minuti circa.
CALIANDRO: Grazie, presidente.
La risposta che l’assessore Venturi ha dato traccia una linea di responsabilità rispetto ai gravissimi fatti di questi giorni. Credo, infatti, che la discussione intorno alla quale si è animato il buon intento di intervenire su questa piaga moderna vada contestualizzata all’interno di un sistema di welfare che è stato ferito, gravemente ferito.
28.000 anziani nelle nostre strutture in questa regione rappresentano un grande monito per chi ha a cuore la Cosa pubblica. Mi auguro che il Governo sappia farsi parte responsabile nella modifica della legislazione nazionale e osservo con grandissimo interesse e grandi aspettative l’impegno che questa Regione ha preso pubblicamente anche oggi, l’impegno di dire che, se non interverrà questo Governo, interverremo noi. Non possiamo lasciare sole 28.000 persone rispetto a un sistema deregolamentato e non sufficientemente controllato.
Non sono tutte le realtà come quella di San Benedetto, ma le responsabilità che vengono accertate da parte della magistratura in queste ore sono sicuramente il più grande campanello d’allarme che una società moderna e civile deve sentire chiamare a sé stesso.
È vero, noi abbiamo 505 famiglie di 6 persone che hanno realizzato delle case: questo era lo spirito della normativa. Lo spirito della normativa era quello di non desocializzare persone anziani ancora autosufficienti. Allora la dico così: noi dobbiamo metterci molto di più di quello che abbiamo messo.
Come Regione abbiamo fatto cose importanti (l’ho citato nell’interrogazione) ma dobbiamo chiedere a questi sindaci, in accordo con quelli che sono gli impegni che sono stati presi dall’ANCI regionale, che impegno vogliono dare per i controlli su questi territori di queste case. Non possiamo pensare che il problema sia sempre un altro.
Anche a San Benedetto voglio capire che cosa è accaduto, non soltanto perché è accaduto, in quanto ci sono due forme di grande imbarazzo in questa vicenda: c’è quella del senso civico che è stato ferito con questi fatti gravi; c’è quello dei familiari che avevano affidato i loro congiunti, i loro anziani alle cure di una casa che pensavano che li potesse proteggere e non violentare, che li potesse accudire e non rendere più deboli.
Assessore, condivido con lei questo impegno. La strada è giusta. Non basta una SCIA, non può più bastare, e le confermo che le verifiche che penso che vadano messe in atto in parte potessero essere già prese dai sindaci attraverso le loro Polizie municipali, perché le possibilità di intervento ispettivo già esistono da parte dei sindaci.
Quindi io chiedo a noi stessi di prendere un impegno, alla Giunta e alle minoranze in questo caso, perché si modifichi la legislazione nazionale, ma con la stessa fermezza che si deve di fronte a questi casi non pensiamo che il problema sia sempre da un’altra parte.
Quindi, presenteremo anche oggi una risoluzione su questo tipo di impegno perché noi vogliamo che questa Regione ci metta la faccia su questa cosa e chiediamo anche alle minoranze di farsi parte responsabile e non di ricorrere a inutili speculazioni su una vicenda così grave.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.
OGGETTO 8007
Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i controlli realizzati sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione e sui conseguenti esiti. A firma del Consigliere: Taruffi
PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 8007: interrogazione a risposta immediata in aula circa i controlli realizzati sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione e sui conseguenti esiti.
La parola al consigliere Taruffi.
Risponderà l’assessore Venturi.
Prego, consigliere Taruffi.
TARUFFI: Grazie, presidente.
Anche la nostra interrogazione prende le mosse da quanto è avvenuto nella Casa famiglia “Il Fornello” di San Benedetto Val di Sambro. In apertura mi voglio associare anch’io al ringraziamento per il lavoro svolto dalla compagnia dei carabinieri di Vergato, guidata dal maggiore Simonetti, che ha fatto emergere un quadro raccapricciante di quanto avveniva all’interno di quella struttura. Credo non ci siano parole per descrivere quanto è emerso e il disgusto – di questo bisogna parlare – che credo abbia pervaso tutti noi rispetto a quello che avveniva in quella struttura.
Noi abbiamo nella nostra regione – come è stato ricordato – oltre 1.200 strutture per quasi 28.000 posti letto; 980 sono strutture per anziani; più di 250 le persone con disabilità, fra residenze, centri diurni, case di riposo, comunità alloggio. Abbiamo 500 Case famiglia, 398 per anziani, 107 per persone con disabilità.
La nostra Regione offre, quindi, numericamente un’offerta molto significativa da questo punto di vista. Su queste realtà sono stati realizzati anche numerosi controlli, 400 controlli sulle strutture pubbliche e private accreditate autorizzate. Cito i dati rilasciati dall’assessorato recentemente. Oltre 263 verifiche, quindi sopra il 50 per cento dei controlli, si sono focalizzate anche su queste strutture.
Le considerazioni le farò, magari, nella seconda parte.
Chiediamo di sapere quali siano stati gli esiti di questi controlli, se e quali difformità siano state riscontrate e con quali conseguenze per i gestori della struttura.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.
La parola all’assessore Venturi. Prego.
VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.
Nel 2017, il numero delle strutture che accolgono anziani e disabili fino ad un massimo di sei ospiti (quindi case famiglia, appartamenti protetti e gruppi appartamento non soggetti ad autorizzazione al funzionamento) era di 505, per un totale di 2.746 posti disponibili. Nella primavera 2017, questo assessorato e ANCI Emilia-Romagna hanno invitato i Comuni, in collaborazione con le aziende USL, a predisporre uno specifico piano biennale di controllo che includesse la verifica delle condizioni organizzative, assistenziali e di personale, nonché la verifica dei requisiti strutturali impiantistici ed igienico-sanitari delle strutture in questione.
Tale piano prevedeva il controllo del 100 per cento delle strutture che accolgono fino a sei ospiti, attive sull’intero territorio regionale, entro fine 2018. Il 52 per cento di queste strutture è stato oggetto di vigilanza nel corso del 2017. Per 190 strutture sono state rilevate difformità di diversa entità. Nella maggior parte dei casi si è trattato di difformità lievi, quale la tenuta della documentazione; meno frequenti i casi, che sono stati comunque rilevati, di difformità rilevante, quali il superamento della capacità ricettiva massima, la presenza di più case famiglia nello stesso immobile senza autonoma organizzazione, la presenza di persone non autosufficienti di medio-alto grado, la presenza di personale qualificato.
In presenza di difformità rilevanti, i Comuni hanno approvato atti di diffida nei confronti dei gestori, richiedendo i necessari adeguamenti. Entro il prossimo mese di giugno saranno disponibili e completi anche i dati relativi ai controlli effettuati nell’anno appena trascorso.
Si evidenzia che sempre insieme ad ANCI Emilia-Romagna, con la collaborazione e la condivisione di sindacati, associazioni pazienti e familiari, esperti dei Comuni e delle aziende USL, comitati consultivi misti, è stato elaborato il Documento Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle case famiglia, che definisce regole omogenee e chiare, che dal 16 luglio 2018 è a disposizione dei Comuni e delle aziende USL.
Segnalo che le strutture sociosanitarie e socioassistenziali soggette ad autorizzazione al funzionamento nel 2017 erano 1.237. Di queste, 389 sono state controllate nel corso del 2017. La vigilanza su queste strutture, come si diceva prima, viene effettuata dai Comuni, con la collaborazione dei dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende USL, sulla base dei modelli operativi di collaborazione e coordinamento definiti a livello locale.
Gli esiti dell’attività di vigilanza, comprese eventuali non conformità, sono infatti gestiti localmente da Comuni e Aziende USL. Entro il prossimo mese di giugno saranno disponibili gli esiti di una ricognizione effettuata presso le Aziende sanitarie, per raccogliere analiticamente quanto emerso dai controlli svolti. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.
La parola al consigliere Taruffi, che ha poco più di tre minuti.
TARUFFI: Grazie, presidente.
Dal quadro emerge innanzitutto, come ci aspettavamo ovviamente, una chiamata in causa dell’intera filiera istituzionale, a partire dai Comuni e dalle commissioni delle ASL e via a salire. Quello che rileviamo è che, visto che si parla di modificare la legge nazionale, sarebbe ora di cominciare a discutere del fatto che non è possibile pensare che per certi servizi, come quelli di cui stiamo parlando, così delicati e che riguardano un pezzo della società così fragile sia necessaria e sia sufficiente una comunicazione di inizio attività, come quando si apre un negozio o come quando si apre un’attività commerciale di qualunque tipo. Non può essere questo il regime al quale è assoggettato quel tipo di attività. Punto primo.
Punto secondo. Visto che forse è il caso di cominciare a pensare anche a interventi radicali, ovviamente mi riferisco anche e soprattutto al quadro nazionale, forse è il caso di cominciare a dire che in queste strutture il privato può operare solo se è convenzionato, solo se è accreditato, punto. Io comincio a pensare che forse sarebbe il caso di sottolineare come su certi ambiti della vita, a partire da quelli più fragili, debba essere il pubblico ad avanzare una risposta, debba essere il pubblico a farsi carico di dare risposte, ovviamente con finanziamenti dedicati, con investimenti dedicati, che non possono che stare in una filiera che dal nazionale al regionale arriva fino ai territori, perché questa deve essere la priorità. E quando interviene il privato, lo deve fare solo in un regime che non può che essere quello dell’accreditamento e della convenzione con il pubblico, perché il privato lasciato alla propria libera iniziativa su questi ambiti io penso che sia ora di cominciare a dire che non è più possibile tollerarlo.
Ciò detto, esistono tante realtà che non delinquono, che operano secondo le regole, che fanno il proprio lavoro, però io penso debba esserci un principio ordinatore generale pubblico che segua le caratteristiche e gli elementi che ho indicato, perché quello è un ambito troppo importante e riguarda una fragilità così elevata che non possiamo permetterci il rischio di continuare a vedere le cose che abbiamo visto.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.
OGGETTO 8008
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere a partire da quale e fino a quale giorno possa essere individuata la data di svolgimento delle prossime elezioni regionali. A firma del Coonsigliere: Bertani
PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 8008: interrogazione di attualità a risposta immediata per sapere a partire da quale e fino a quale giorno possa essere individuata la data di svolgimento delle prossime elezioni regionali, a firma del consigliere Bertani, a cui do la parola.
Risponde il sottosegretario Manghi.
Prego.
BERTANI: Grazie, presidente.
Leggendo la rassegna stampa di queste settimane ho notato che in alcuni organi di stampa, facendo un po’ le previsioni di quali saranno i prossimi consiglieri regionali del PD e facendo le rose di chi potrà essere eleggibile, ma qui non ci interessa, si citano anche le date eventuali di quando potrebbero esserci le elezioni regionali.
In particolare, si fa riferimento al fatto che l’insediamento è avvenuto a fine dicembre 2014 e che dopo la scadenza bisogna votare entro sessanta giorni. Quindi, si parla di fine gennaio, inizio febbraio 2020. Queste ipotesi hanno destato sorpresa perché non ci sembrano suffragate dalla normativa. Infatti, la nostra legge regionale fa riferimento alla legge n. 108/68, che dice che le elezioni si tengono entro le quattro domeniche precedenti dalle ultime elezioni. Quindi, dai nostri calcoli, direi che le date possibili sono il 27 ottobre, il 3 novembre, il 10 novembre o il 17 novembre.
È vero, nel frattempo la normativa nazionale si è aggiornata, rispetto all’aggiornamento della nostra legge regionale, ed è stato introdotto il concetto che, in realtà, possono svolgersi le elezioni regionali anche a sessanta giorni, con una prima modifica fatta alla legge n. 165/2004, e ulteriori sei giorni per arrivare alla domenica successiva.
Visto che il presidente della Regione dovrà concordare la data delle elezioni, penso sia corretto che la Giunta ci illustri quando intende riconoscere le finestre adeguate, perché la normativa su questo punto non è ancora chiarissima. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.
La parola al sottosegretario Manghi.
MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.
In risposta al consigliere Bertani, vado ad asserire quanto segue. La legge regionale n. 21/2014, all’articolo 15 e all’articolo 16, opera un rinvio generico alle norme statali vigenti in materia di elezioni regionali, come correttamente riportato dal consigliere Bertani.
Del resto, l’articolo 122 della Costituzione impone alle leggi regionali il rispetto dei princìpi fondamentali dettati con legge statale in materia di elezione degli organi regionali. La legge regionale deve quindi rispettare le norme dettate dallo Stato. L’articolo 15 della legge regionale infatti si chiude con “per quanto altro attinente alla materia elettorale non disciplinato dalla presente legge, trova applicazione la normativa statale vigente”, mentre l’articolo 16 si apre con “nel rispetto della vigente normativa statale”.
Al fine di determinare il periodo utile per far svolgere le elezioni, occorre pertanto individuare tali disposizioni di principio. In particolare, sebbene non richiamate espressamente dalla legge regionale n. 21/2014, la legge n. 165/2004, all’articolo 5, disciplina la durata degli organi elettivi regionali e deve essere applicato in quanto norma di principio in materia di elezioni regionali. Tale disposizione stabilisce che gli organi elettivi delle Regioni durano in carica per cinque anni, fatta salva, nei casi previsti, l’eventualità dello scioglimento anticipato del Consiglio regionale.
Il quinquennio decorre per ciascun Consiglio dalla data delle elezioni, e le elezioni dei nuovi Consigli hanno luogo non oltre sessanta giorni successivi al termine del quinquennio. La norma esplicita dunque come la decorrenza di riferimento per il calcolo del quinquennio sia la data delle precedenti elezioni e non quella di insediamento dell’Assemblea legislativa, come rilevato dal consigliere interrogante.
Il DL n. 27/2015 ha poi allungato il periodo entro il quale possono aver luogo le elezioni regionali, oltre i sessanta giorni successivi alla scadenza naturale della legislatura regionale, vale a dire fino alla domenica compresa nei sei giorni ulteriori al quinquennio, determinandosi così un lasso temporale aggiuntivo massimo di 66 giorni per l’effettivo svolgimento delle elezioni rispetto alla scadenza del quinquennio come correttamente riportato nell’interrogazione.
Per quanto concerne, invece, il termine cosiddetto anticipatorio, vale quanto stabilito dalla legge n. 108/1968, normative espressamente richiamate all’articolo 15 della legge regionale 21/2014: l’articolo 3, comma 2, fissa il momento a partire dal quale è possibile svolgere le elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali, ovvero, a decorrere dalla quarta domenica precedente il compimento del quinquennio.
Dal combinato disposto delle normative richiamate di fonte statale e regionale, le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dovranno, dunque, svolgersi necessariamente in una domenica compresa tra il 27 ottobre 2019 e il 26 gennaio 2020. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.
La parola al consigliere Bertani.
BERTANI: Ringrazio il sottosegretario Manghi per la chiarezza della risposta, perché finalmente abbiamo la posizione della Giunta, visto che c’era stata qualche ipotesi sul fatto che la nostra legislazione non fosse adeguata, quindi non c’era chiarezza sul 26 gennaio.
Ritengo che adesso, però, la Giunta, visto che sono tre mesi dal 27 ottobre al 26 gennaio, debba far sapere anche ai consiglieri per tempo quale data intende proporre per le elezioni. Perché? Perché i cittadini intanto hanno il diritto di saperlo per tempo, ma abbiamo vari progetti di legge, potrebbero esserci proposte di legge di iniziativa popolare, che sono valide solo entro una certa data, abbiamo il PRIT che deve essere prima adottato e poi approvato, abbiamo il tema delle funzioni attenuate che avrà questa Assemblea e avrà la Giunta.
Ritengo, quindi, che sia giunto il momento che la Giunta esprima (non è la domanda che facevo oggi) e faccia sapere ai cittadini e ai consiglieri qual è l’intenzione all’interno di questa finestra che oggi finalmente ci avete fatto sapere. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.
OGGETTO 8009
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'eventuale monitoraggio specifico dei treni utilizzati dai pendolari, al fine di individuare e anticipare possibili situazioni di emergenza come quella accaduta sulla linea ferroviaria che collega Reggio Emilia, Bagnolo, Novellara e Guastalla. A firma del Consigliere: Sassi
PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 8009: interrogazione di attualità a risposta immediata circa l’eventuale monitoraggio specifico dei treni utilizzati dai pendolari, al fine di individuare e anticipare possibili situazioni di emergenza come quella accaduta sulla linea ferroviaria che collega Reggio Emilia, Bagnolo, Novellara e Guastalla. A firma del consigliere Sassi, a cui do la parola.
Risponderà l’assessore Donini. Grazie.
SASSI: Grazie, presidente.
Credo che le notizie stampa e l’interrogazione che ho depositato siano abbastanza esaustive della situazione, quindi attendo la risposta e magari intervengo successivamente. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Bene, consigliere Sassi.
La parola all’assessore Donini. Prego.
DONINI, assessore: Grazie, presidente.
Ringrazio il consigliere Sassi per questa interrogazione, che mi dà modo di esplicitare ciò che è accaduto nel giorno a cui fa riferimento l’interrogante.
Relativamente al guasto citato dal consigliere, ho provveduto a chiedere chiarimenti a TPER, l’azienda che gestisce il servizio. L’azienda riferisce che il caso di infiltrazione di fumo in una vettura sulla linea Reggio-Guastalla è avvenuto il giorno 4 febbraio, quando la caldaia utilizzata per il riscaldamento del comparto visitatori ha registrato un malfunzionamento. Il materiale rotabile interessato è diesel. Al di là delle specifiche tecniche, per questi materiali il riscaldamento dei comparti viaggiatori avviene con caldaie poste all’esterno del convoglio. Il guasto si è verificato in una fermata, quando le porte erano aperte per la salita e la discesa dei viaggiatori, che hanno potuto avvertire la presenza di fumo.
Il personale TPER, avvedutosi del problema della fumosità della caldaia, è intervenuto spegnendola. Successivamente, il mezzo è stato rinviato in officina per la riparazione della caldaia stessa. TPER ritiene che il malfunzionamento sia da attribuire alla mancata accensione delle caldaie del riscaldamento del materiale rotabile coinvolto per i diversi giorni che hanno preceduto l’episodio in oggetto, in quanto le miti temperature esterne non lo rendevano necessario.
Con riferimento al fatto che il convoglio abbia viaggiato, però, con le porte aperte, come riportato da notizie di stampa, TPER comunica che ciò non è possibile, poiché a garanzia della sicurezza dei viaggiatori il macchinista è impossibilitato a muovere il convoglio nel caso le porte non siano tutte correttamente chiuse.
Grazie alla gara del ferro promossa dalla Regione Emilia-Romagna, anche sulla linea Reggio-Guastalla, una volta completata l’elettrificazione della linea e la consegna dei nuovi treni, verranno utilizzati treni elettrici di nuova generazione. I lavori di elettrificazione prevedono un investimento di circa 13 milioni di euro e termineranno nel mese di settembre di quest’anno, del 2019. Quindi, probabilmente già alla fine di quest’anno un treno elettrico potrà circolare in quella linea.
L’Emilia-Romagna è, ovviamente, tra le regioni con l’età media del materiale rotabile più basso (13,6 anni) rispetto ad una media nazionale di 16 anni, ma un ringiovanimento della flotta che non ci basta, tant’è che abbiamo in animo di mettere in esercizio 75 nuovi elettrotreni entro l’anno.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.
La parola al consigliere Sassi.
SASSI: Grazie, presidente.
La ricostruzione che fornisce TPER della situazione direi che è abbastanza generica e semplicistica. In base alle testimonianze, c’è ben altro. Il viaggio lo hanno fatto e lo hanno fatto dovendo sorbire i gas di scarico di un diesel.
Il problema nasce tecnicamente, ma poi è stato detto che in realtà c’era una tubazione che serviva proprio al riscaldamento della carrozza che si era rotta, veicolando all’interno della vettura il gas di scarico, quindi di fatto facendone una camera a gas. Che le porte non si potessero tenere aperte in viaggio, anche secondo me è un’esagerazione giornalistica. So bene, o almeno spero che sia così, che i sistemi di sicurezza lo impedirebbero. Fortunatamente i finestrini sono stati aperti, perché sennò forse avremmo avuto altri tipi di problemi più legati all’aspetto sanitario.
Tutto ciò premesso, cura del ferro o meno, credo che la regione abbia una diretta o indiretta responsabilità, anche nel corretto monitoraggio di quelle linee che sono veramente vetuste. Quanto però ad averne contezza e a fare qualcosa, sono due cose diverse.
Quello che chiedo io nell’interrogazione, e nella risposta non vi è stato alcun accenno, è se i pendolari che hanno subìto questa situazione si potranno vedere eventualmente anche un riconoscimento in termini economici, un rimborso, un riconoscimento del disagio subito, anche in termini di abbonamenti – non entro nel merito della parte economica perché non è quello che mi interessa.
C’è da dire però una cosa, assessore: quella linea ha una lunga storia. Oggi, purtroppo, con un guasto prevedibile o imprevedibile, non lo so, non sta a me dirlo, non sono un tecnico specializzato in quel tipo di strutture, c’è persino una raccolta firme dei comitati che si sta muovendo per quella linea, si sono stancati della pessima qualità del servizio fornito da quella stessa linea.
Io non dico che tutte le linee siano messe uguali. So che lei ne è a conoscenza, perché so che personalmente ogni tanto si reca a provarle, di persona, e questo lo apprezzo. Però il punto è che siamo poco proattivi. Oggi è successa questa cosa, era prevedibile, può darsi. Non credo affatto che la regione si muova con dolo, assolutamente, però credo che sia un pochino lenta nel reagire a quelle che, a mio avviso, stanno diventando sempre più una vera e propria emergenza. Qui fortunatamente non sembra che ci siano stati danni alla salute, sembra che tutto sia rientrato senza grossi traumi, però poteva finire peggio. Quindi, alla fine credo che questa situazione, per quanto riguarda il pendolarismo, ma in generale i viaggiatori della nostra regione, che magari potrebbero essere anche dei turisti (chi lo sa!) e non sarebbe un gran bel biglietto da visita presentarsi in questo modo, sia ormai insostenibile e che si debba assolutamente intervenire in modo proattivo, andando a fare un’indagine seria e puntuale per capire dove bisogna intervenire in somma urgenza e in modo prioritario rispetto ad altre situazioni.
Spero, soprattutto per gli utenti di questi servizi, che non dovremo ritrovarci qui con un altro question time, un’altra interrogazione per situazioni simili o legate ai disservizi continui non solo di quella linea. Del resto, credo che ormai si sia detto tutto: la cura del ferro averla messa su carta, come lei già ben sa, non basta, è un impegno preciso, che va riconosciuto e riconosco, ma non è ancora operativo. Quindi, è chiaro che, per quanto si cerchi di accelerare, non è mai troppo presto in questo caso, perché abbiamo delle situazioni veramente ancora molto critiche. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.
Abbiamo terminato le interrogazioni a risposta immediata. Proseguiamo con l’ordine del giorno.
OGGETTO 6244
Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla Legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)» (106)
(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 6244/1 oggetto 8022 - Presentazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno 6244/2 oggetto 8023 - Presentazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 6244: progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: “Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale n. 17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)”.
Testo n. 1/2019 licenziato dalla Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 21 febbraio 2019.
Progetto di legge composto da 13 articoli.
Il relatore della Commissione, consigliere Giuseppe Boschini, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.
Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha anch’esso preannunciato di svolgere la relazione orale.
Sono state presentate sette proposte di emendamento, due a firma del consigliere Tagliaferri, tre a firma del consigliere Boschini, una a firma dei consiglieri Prodi, Torri e Taruffi, una a firma della consigliera Sensoli.
Su tale oggetto insiste, altresì, un ordine del giorno, il n. 6244/1, a firma della consigliera Sensoli.
Apriamo il procedimento di discussione dando la parola al relatore della Commissione, consigliere Boschini, che ha a disposizione venti minuti.
Prego, consigliere.
BOSCHINI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.
Ogni anno – in particolare lo scorso anno – circa 30.000 emiliano-romagnoli svolgono un’esperienza di tirocinio. Al 70-80 per cento sono giovani, ma non soltanto, perché in realtà numerose norme si appoggiano sul tirocinio come strumento di attuazione. Penso, per esempio, alla legge regionale n. 14 oppure ai programmi che nascono dalla comunità, come “Garanzia giovani”. Quindi, è uno strumento su cui anche diverse tipologie di figure, oltre naturalmente ai giovani, trovano una possibile risposta ai fini formativi e di transizione verso il mondo del lavoro.
Se ci chiediamo come viene vissuto il tirocinio dai giovani, magari anche dalle loro famiglie, sappiamo che viene considerato spesso come quelle diavolerie moderne che contribuiscono a creare un regime di precarietà nell’accesso al mercato del lavoro. In realtà, il tirocinio, così come l’apprendistato, è forse una delle forme più antiche di apprendimento e di inserimento nel mondo del lavoro. Ce lo dice non soltanto il termine stesso, che rimanda al latino e all’esperienza che facevano i soldati romani di apprendimento, ma potremmo dire che Ippocrate, Galeno e Leonardo da Vinci sono stati tirocinanti e apprendisti, perché hanno appreso non andando a scuola o all’università, ma semplicemente affiancando in situazioni di lavoro le persone più esperte.
Questo è, di fatto, il più vecchio metodo conosciuto di apprendimento e ha indubbiamente un forte potere formativo. Lo aveva nelle società antiche, quando c’era da imparare un mestiere o un’attività professionale, ma continua a conservare anche oggi questo forte potere formativo. Sappiamo che sempre di più non è soltanto importante conoscere una disciplina, una materia, ma è fondamentale saperla spendere in una situazione. Le situazioni di lavoro, di contesto tecnologico-organizzativo sono tra loro sempre più diverse. Ecco perché i tirocini sono l’occasione per apprendere competenze trasversali che, come sappiamo, sono particolarmente importanti anche per la vita lavorativa e l’inserimento lavorativo.
Non a caso, i dati ci dicono che circa il 60 per cento di chi fa un tirocinio in Emilia-Romagna entro dodici mesi ha un esito occupazionale positivo, cioè trova da lavorare, il 35 per cento nell’impresa stessa dove si è svolto il tirocinio, e il 50 per cento, fra l’altro, con contratti di qualità, cioè tempi indeterminati, o contratti di apprendistato, quindi anche il tirocinio. In realtà non è soltanto il tassello di un percorso di precarietà, ma spesso è il primo tassello che consente di entrare poi in maniera più stabile nel mercato del lavoro.
Nessun problema sui tirocini, quindi? Direi che non è così, nel senso che sono uno strumento fondamentale, lo abbiamo visto dai numeri, adesso. I tirocini sicuramente hanno anche un’esigenza di qualificazione costante. Occorre evitare per esempio che vengano ripetuti nella storia lavorativa delle persone, nella storia di formazione delle persone, quindi occorre evitare che si protraggano oltre la loro funzione che, ribadiamo, è una funzione formativa, non di lavoro, men che meno di supplenza di altri lavoratori. È quindi fondamentale che ci sia questo ruolo non lavorativo – lo ribadiamo, il tirocinio non è lavoro – e di non sostituzione. Ecco perché è fondamentale che questa misura formativa di politica attiva del lavoro tenga in equilibrio le due polarità: formazione e misura attiva di transizione, di preparazione al lavoro.
Quando queste due polarità, formazione e lavoro si sbilanciano all’interno dei tirocini, allora nascono i problemi. È il senso di questo intervento normativo, che va a modificare la legge regionale n. 17 del 2005, che è un po’ la legge-quadro sul lavoro e sulla sua regolarità in Emilia- Romagna. Quando, dicevo, si sbilanciano queste due polarità, formative e di accesso al mondo del lavoro, nascono spesso problemi di regolarità, di controllo, di qualità del tirocinio, su cui la legge interviene. E la legge interviene sulla base delle linee guida nazionali del 2017, che vengono in gran parte recepite da questa norma, però anche con alcune modifiche importanti; e interviene anche alla luce dell’esperienza fatta negli ultimi anni.
L’ultima volta che l’Assemblea è intervenuta sui tirocini era il 2013. Da allora ci sono stati programmi importanti, come appunto Garanzia Giovani, o la legge regionale n. 14, che hanno portato a fare tante esperienze, ad accrescere anche i numeri ed ecco da qui la necessità di un nuovo intervento. Intervento che dal punto di vista legislativo è stato oggetto di una forte concertazione con le parti sociali.
Sappiamo che la legge regionale n. 12 del 2003 prevede, attraverso la Commissione regionale tripartita, non solo la possibilità, ma la necessità di questi percorsi di concertazione. Devo dire che come sempre in queste materie che sono a cavallo fra i diritti della persona, e quindi i diritti sindacali, il mondo del lavoro, il mondo della formazione, aver avuto un percorso di concertazione è ancora una volta molto importante. Quindi, come sul recente Patto per il lavoro dei giovani, devo dire che la prassi della regione di andare a questa concertazione è molto importante, e davvero ne richiamiamo il valore e ringraziamo i soggetti che vi partecipano anche per il forte contributo tecnico e di merito che hanno dato alla fase istruttoria della legge.
La legge, nel merito, supera le quattro tipologie tradizionali che eravamo abituati a considerare numerate, denominate dalla lettera a) e d) del tirocinio, e sostanzialmente d’ora in poi li distingue in base alle tipologie di utenza, che determinano anche una diversa durata massima del tirocinio anche in termini di ripetibilità, quindi per i disabili fino a 24 mesi, per le persone svantaggiate fino a 12 mesi e per i tirocini ordinari di carattere formativo e di avvicinamento al mondo del lavoro la durata è ridotta dai 12 degli attuali tipi b) ai 6 mesi.
Si tratta, quindi, di una misura importante, un dimezzamento della durata standard, che va proprio nel senso di assicurare che venga utilizzato per le finalità di apprendimento, che in sei mesi riteniamo si possano raggiungere, e non dando luogo magari a ripetizioni che rispondono più a esigenze interne dell’organizzazione che non della persona.
Naturalmente per le persone disabili e per le persone svantaggiate la norma, in particolare l’articolo 26-novies, introduce delle deroghe importanti. Quindi, laddove il tirocinio sia necessario anche protrarlo per più tempo per facilitare l’accesso di una persona con situazione oggettiva di svantaggio o di disabilità verso il mondo del lavoro, si potrà andare con deroghe motivate oltre i 12 o i 24 mesi previsti.
Fra gli elementi importanti, che in parte riprendono la norma precedente e in parte la innovano, il divieto per l’azienda di ripetere il tirocinio con lo stesso tirocinante. Credo che questo sia un elemento di grande importanza. Però, si mantiene la possibilità per la persona di fare più tirocini, naturalmente in aziende diverse, con diverse qualifiche e unità di competenza come obiettivo del tirocinio, quindi per completare effettivamente una formazione e non per ripeterla più volte nello stesso ambito professionale.
Non possono fare tirocini le imprese che hanno licenziato nei dodici mesi precedenti o che hanno fruito della cassa integrazione straordinaria, semplificando. Anche questo è un elemento per assicurare che non vi sia alcun effetto sostitutivo nell’uso del tirocinio rispetto ai normali contratti lavorativi.
Non possono essere fatti tirocini con ex lavoratori dell’impresa o per sostituire altro personale o per picchi di attività. Anche questa è una fattispecie che cerca di guidare a un utilizzo corretto del tirocinio, per la sua finalità formativa e non per finalità, invece, interne all’organizzazione.
Introduciamo anche nuove forme di premialità. Chi assumerà un tirocinante, fra l’altro con un contratto di qualità, al termine dell’esperienza potrà fare in futuro un tirocinio in più rispetto al limite di numero ammesso in base ai dipendenti dell’impresa. Anche questo ci sembra un elemento importante, molto semplice. Per ogni tirocinante che assumi potrai fare altre esperienze di tirocinio. È un modo anche per premiare le imprese che dimostrano di utilizzare il tirocinio davvero come strumento di avvicinamento al lavoro e poi di assunzione.
Abbiamo discusso molto, anche in Commissione e nel percorso di avvicinamento alla legge, sul tema di come definire il numero di tirocinanti che possono entrare in un’impresa. In particolare, se inserire al fianco dei lavoratori a tempo indeterminato, nella base di calcolo, anche i lavoratori a tempo determinato. Su questo anch’io avevo le mie convinzioni. C’è stato un forte confronto con le parti sociali all’interno dell’udienza conoscitiva svolta dalla Commissione. Ci sono stati tanti interventi che, sostanzialmente, ci hanno invitato a non modificare il testo depositato dalla Giunta, che prevede, come elemento di innovazione, il fatto che anche i lavoratori a tempo determinato concorrono, come base di calcolo, per ampliare la possibilità di fare un tirocinio in più o due tirocini in più in impresa.
Non stiamo parlando, in realtà, di grandi numeri. La questione è più culturale che non di merito. Il nostro orientamento sicuramente è quello di mantenere il testo presentato dalla Giunta, pur essendo un tema di grande interesse su cui capiamo anche la diversità delle posizioni che si potranno generare.
Tra gli altri elementi della legge, già naturalmente previsto, si ribadisce l’obbligo di assicurazione sia presso l’INAIL sia presso compagnie private per la responsabilità civile verso terzi, ribadendo anche in questa sede, oltre che nell’ordine del giorno che anche noi stiamo per depositare, che naturalmente questo obbligo di assicurazione compete per legge o al soggetto promotore o al soggetto ospitante. Non c’è uno che abbia un obbligo maggiore dell’altro. Tocca poi alla convenzione, quindi all’accordo che trovano questi due soggetti (impresa e soggetto promotore), decidere e stabilire chi si assume l’onere assicurativo, che è un obbligo molto importante.
L’indennità minima viene fissata a 450 euro. Anche questo mi sembra un elemento importante, che fa chiarezza. Non stiamo qui a discutere se sono pochi o se sono molti. Non è uno stipendio, quindi non va raccordato allo stipendio di un lavoratore. È un’indennità che si dà a una persona che sta crescendo, che si sta formando, quindi come tale va valutata. Mi sembra uno strumento importante per qualificare un’esperienza, anche dal punto di vista della persona.
Molta importanza viene data nella legge al sistema informativo per la fase di attuazione e di gestione dei tirocini. Credo che davvero questo sarà un punto saliente anche nella fase di applicazione della legge. Anche su questo torniamo nell’ordine del giorno. Riteniamo che nella fase attuativa – la legge entrerà in vigore il 1° luglio, così dice il testo – sia molto importante continuare anche la concertazione con le parti sociali, con i soggetti attuatori, coi Comuni, con tutti i soggetti chiamati a promuovere tirocini, perché questo sistema informativo sia davvero al tempo stesso efficace per i controlli e snello nella fase di attuazione e di attivazione. Abbiamo anche rivisto complessivamente il sistema delle sanzioni. Questo è importante: fino ad oggi c’erano sanzioni prevalentemente di carattere amministrativo. Non solo: sul piano lavoristico ci sono anche altre sanzioni, ma sul piano amministrativo, prevalentemente sanzioni di tipo economico.
Oggi le sanzioni diventano molto importanti. Quando si attiva, in particolare, un tirocinio senza autorizzazione, e naturalmente il sistema informativo dovrà aiutarci a scandire bene che cosa è abuso e che cosa eventualmente non ha funzionato, quando davvero si riscontra che ci sono una responsabilità e una colpa specifica, da questo punto di vista le sanzioni diventano importanti. A seconda delle fattispecie, infatti, si va da un anno a tre anni di sospensione. In caso di recidiva, queste sospensioni raddoppiano, fino alla definitiva eliminazione del soggetto promotore o dell’azienda dalla possibilità di promuovere o ospitare tirocini in futuro.
Capite che sono sanzioni molto importanti, perché non si fucila nessuno, però siccome se il tirocinio funziona tutto è snello e regolare, e se lo si fa in maniera irregolare c’è un problema, e credo che siamo tutti d’accordo, la finalità di questa legge non è punitiva, assolutamente, ma è di riqualificazione dell’esperienza, di snellimento e di facilitazione. Quando però le cose non funzionano, credo che sia anche giusto che un soggetto venga richiamato e poi eventualmente eliminato dal gioco, qualora continui a non rispettare le regole.
Da questo punto di vista sarà fondamentale l’accordo con l’Ispettorato del lavoro, che è previsto dalla legge per il monitoraggio e la condivisione dei dati. Su questo, fra l’altro, torneremo in sede di ordine del giorno. Ci piace anche ricordare infatti che il 116 interviene su questo aspetto, quindi abbiamo chiesto anche questa competenza per quanto riguarda i tirocini e quindi ci sembra importante in questa sede richiamare che se il 116 avrà il suo corso, potremmo fare ancora di più in modo diretto. controllo e qualità sui tirocini, come Regione.
Infine, come dicevo, c’è una norma speciale per la deroga sulle durate, sulle indennità e su altre caratteristiche, in caso di tirocini per le persone fragili e per le persone disabili.
Ho sostanzialmente finito, eventualmente mi riservo di intervenire in replica, dopo il dibattito generale, ma dicevo che sono ogni anno quasi 30.000 le persone che in Emilia-Romagna fanno un’esperienza di tirocinio.
Per il Partito Democratico e per il relatore è fondamentale che si tratti di un’occasione per formarsi, per crescere, per conoscere meglio il mondo del lavoro, e che non sia mai un’occasione di lavoro mascherato, sotto retribuito o sotto garantito. Questo lo dobbiamo, attraverso questa legge, non soltanto ai tanti giovani che si accostano ai tirocini, ma anche ai disabili, alle persone fragili, che lo utilizzano per inserirsi gradualmente nel mondo del lavoro, anche con la forte vigilanza dei servizi sociali e dei servizi comunali.
Già oggi la larga maggioranza di chi fa un tirocinio in Emilia-Romagna trova un’esperienza di qualità, e di questo dobbiamo ringraziare tutti gli attori (imprese e promotori) e spesso trova da lavorare, come dicevo, entro dodici mesi. Quindi, l’obiettivo che ci proponiamo con questa legge è quello di rendere il tirocinio sempre di più un’opportunità mirata, tutelata, controllata nei suoi obiettivi formativi, assicurando al tempo stesso semplificazione, facilità di accesso per le imprese, per continuare sempre meglio a garantire un’esperienza di transizione verso il lavoro efficace e di qualità. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.
Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Rancan. Prego.
RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente.
Abbiamo studiato e guardato questo progetto di legge per capire bene quali siano fondamentalmente le problematiche e le questioni che potevano essere messe in risalto. A parte il fatto di “Garanzia Giovani”, che più volte noi abbiamo specificato e su cui abbiamo voluto mettere l’accento, perché nei fatti ha avuto grossi problemi, che abbiamo segnalato negli ultimi anni, già a iniziare subito da questa legislatura, perché in varie sedi e in varie sezioni abbiamo avuto questi problemi che abbiamo segnalato, nei fatti noi pensiamo che i tirocini debbano essere qualcosa di concreto e debbano essere qualcosa di più performante possibile per incentivare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Certo che, però, giustamente, devono essere date linee guida di un determinato tipo.
Io vedo, perché conosco personalmente tanti ragazzi e tanti giovani che utilizzano i tirocini, che molte volte certe aziende utilizzano i tirocini per “sfruttare” il giovane, magari facendogli fare delle attività di un certo tipo rispetto alle attività che fanno i “dipendenti” a tempo determinato o indeterminato o comunque assunti dall’azienda stessa.
Spero in un percorso di tirocinio che possa portare, poi, all’assunzione definitiva del giovane direttamente all’interno dell’azienda in cui pratica questo tirocinio. Penso che, soprattutto in età post scolastica, possa essere una funzione importante.
Lo abbiamo analizzato. A nostro avviso, dobbiamo segnalare la questione che riguarda i richiedenti asilo. Ancora una volta, come era stato specificato in diverse tematiche, in diversi ambiti, anche in diverse Province dai nostri consiglieri comunali e dai nostri rappresentanti qui in Regione che nel loro territorio lavorano, per quanto riguarda i richiedenti asilo da parte nostra c’è un problema. Fondamentalmente, noi non possiamo permettere che i tirocini vengano dati ai richiedenti asilo, perché poi vanno a discapito dei nostri ragazzi. Sono posti che vengono meno. Come sappiamo dai dati, per la maggior parte delle percentuali, attorno al 5-7, massimo 10 per cento, queste persone si vedranno riconosciuto lo status di rifugiato politico. Il restante 90-95 per cento non otterrà lo status di rifugiato politico. Fondamentalmente, stiamo dando a delle persone la possibilità di aprire a dei tirocini cui queste persone non avrebbero, teoricamente, a nostro avviso, diritto. Segnalo questo fatto. Si vuole insistere ancora su questa cosa, quando secondo noi sarebbe stato meglio eliminarla da questo progetto di legge e dalla visione che noi abbiamo dei tirocini.
Altra cosa che mi permetto di segnalare è che subito dietro i richiedenti asilo viene specificato “titolari di protezione umanitaria”. Voglio ricordare alla struttura, alla politica che la protezione umanitaria dal Decreto Salvini è stata eliminata. La parola “umanitaria” viene eliminata. Vorrei capire, anche in questo punto, come viene gestita, come viene definita dalla Regione una questione che poi a livello centrale non sarà più prevista. Nella legge nazionale questo non sarà più previsto. Questo è un altro vulnus importante. Ho capito che si vuole fare un po’ di “buonismo” mettendo dentro “umanitario”, ma l’umanitario concretamente non vi sarà più. Secondo me, questa cosa avrà problemi grossi, anche dal punto di vista tecnico, non solo politico. Mi permetto, oltre alla relazione che ha fatto il collega, consigliere Boschini, di porre l’accento su questa cosa. Per noi è assolutamente inqualificabile e inaccettabile che si possa e che si debba dare il tirocinio a dei richiedenti asilo, la maggior parte dei quali, ripeto, non otterranno la protezione internazionale, o la cui domanda di asilo comunque non verrà accolta. Questo va a discapito delle possibilità per i nostri giovani di ottenere i tirocini, e per questo non è assolutamente possibile.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan per la sua relazione.
Ora l’assessore Bianchi, a cui darei la parola, mi ha chiesto di poter intervenire.
BIANCHI, assessore: Intervengo ovviamente per rivolgere dei ringraziamenti e svolgere un paio di riflessioni. Mi scuso con tutti voi se poi mi assenterò, ma ho avuto ieri uno spiacevole intervento, quindi ho dei problemi di salute.
Ringraziamenti, dicevo. Questa è una norma che arriva in quest’aula dopo un lungo iter di discussione. C’è stata una lunghissima discussione tra le parti sociali, con una grande elaborazione congiunta. C’è stato un grande lavoro insieme, e io veramente ho trovato una parte costituente di questa regione, perché è importante anche come si formulano le norme, il fatto di arrivare ad un testo della Giunta, che però è stato esso stesso risultato di una lunghissima riflessione congiunta fra le parti sociali. Mi sembra un dato di straordinaria importanza. Così come vi è stata una lunga discussione in Commissione. Ringrazio ovviamente Matteo Rancan, ringrazio Giuseppe Boschini e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questa discussione.
Questa discussione sostanzialmente rileva l’importanza di uno strumento, che è uno strumento di connessione fra le competenze che le persone hanno acquisito a scuola, o in un lavoro precedente, e quelle che gli verranno chieste poi svolgendo un lavoro. Queste sono competenze che non riguardano soltanto la tecnicalità di un mestiere, ma riguardano anche il come si svolge un mestiere, le relazioni, la capacità di stare su un luogo di lavoro, la capacità di avere dei rapporti con altre persone. È quindi sicuramente uno strumento formativo, ed è uno strumento formativo a largo spettro, come si dice, cioè non è uno strumento formativo che deve trasferire delle conoscenze specifiche su come funziona quella macchina o come funziona quell’altra macchina, ma è uno strumento formativo che serve soprattutto a imparare tutto quello che c’è nel lavoro, compresa anche la dignità del lavoro. Per gli studenti questo è un fatto fondamentale, ci sono anche tanti tirocini pre-uscita, cioè tanti tirocini curricolari.
Noi abbiamo lavorato molto per collegare i tirocini curricolari a quelli post titolo, ma ci sono anche tanti tirocini per coloro che un lavoro l’avevano, l’hanno perso e si devono riposizionare sul mercato del lavoro. Poi vi è tanta attenzione per le persone fragili e di diverse fragilità. Io su questo non entro. Devo dire che il fatto che in una legge nazionale venga soppressa la parola “umanitaria” mi turba sempre, ma questa è una posizione personale.
Detto questo, la Giunta ritiene che questo sia uno strumento importante, e mi pare che nella discussione generale sia stato ribadito e credo che venga ribadito ancora più tardi. Ovviamente, l’Assemblea in questo è sovrana, ma credo che sia importante ricordare che questo è uno strumento di formazione, è uno strumento di formazione nel senso pieno, cioè di capacità di dare forma anche a quello che si è imparato in una vita e riposizionarlo in una nuova fase della vita.
Rivolgo, quindi, semplicemente i miei ringraziamenti a tutti, ringraziamenti ai relatori di maggioranza e minoranza, e ringrazio l’intera Assemblea ancora una volta per l’attenzione che viene posta ai temi della formazione e dell’educazione.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Bianchi.
Ora apriamo la discussione generale sul provvedimento.
Si è iscritto il consigliere Tagliaferri. Prego, ha la parola.
TAGLIAFERRI: Presidente e colleghi, il presente progetto di legge intende recepire all’interno dell’ordinamento regionale le linee guida in materia di tirocini, adottate ai sensi dell’articolo 1, comma 34, della legge n. 92/2012 e aggiornate in data 25 maggio 2017 con l’intesa Stato-Regioni.
A tal fine, il progetto di legge si propone di modificare soltanto gli articoli della legge regionale 1 agosto 2005, n. 17, recante “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”, che intervengono sulla materia dei tirocini.
L’iter preparatorio di questo provvedimento legislativo ha sicuramente avuto una lunghissima gestazione, se solo si pensa che l’accordo Stato-Regioni prevedeva che l’aggiornamento delle linee guida fosse recepito dalle singole Regioni entro sei mesi, ergo entro la fine del mese di novembre 2017, mentre questo progetto di legge è approdato in Commissione soltanto all’indomani delle politiche del 2018.
Con questo non voglio certamente attaccare la Giunta per il ritardo, ma evidenziare il lungo lavoro di concertazione necessario per trovare un punto di sintesi attorno a un tema così delicato come quello di implementare la forza occupazionale giovanile e non nel mondo del lavoro della nostra regione.
Il risultato pare essere stato quello di raggiungere un punto di equilibrio precario rispetto ad un testo mediato con il bilancino fra la visione politica della maggioranza e le differenti esigenze rappresentate dai molteplici portatori di interessi. Gli stessi attori ne hanno dato atto in sede di udienza conoscitiva.
Complessità, dicevo, che si è da subito manifestata anche al momento di iniziare ad affrontare il tema in Commissione, tanto è vero che ci troviamo oggi a discuterne in aula dopo un tempo davvero record, ovvero quasi un anno di gestazione in Commissione.
Se dovessi avanzare una critica alla maggioranza è proprio quella di non aver saputo gestire fino alla fine la confusione innescata da altri e da taluni attorno alla dicotomia tra formazione e politiche attive del lavoro.
Le linee guida sono, infatti, fin troppo chiari in merito. Cito: “Il tirocinio è una misura formativa di politica attiva finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo”. Ancora: “Il tirocinio consiste in un periodo di orientamento al lavoro e di formazione in situazione che non si configura come rapporto di lavoro”.
Questa dizione mi pare non possa lasciare adito a dubbio alcuno. L’obiettivo è quello di creare maggiori occasioni di lavoro in un momento nel quale, purtroppo, l’economia ha seri problemi.
Il tirocinio di per sé non è un rapporto di lavoro, ma è propedeutico a ciò. È una politica attiva che, attraverso un periodo di orientamento e formazione svolto direttamente presso chi il lavoro lo crea, facilita poi l’inserimento o il reinserimento professionale del soggetto che il tirocinio lo pratica.
Significativo in tal senso è che oltre il 60 per cento dei tirocini avviati si sia poi trasformato in un contratto di lavoro. Se io imprenditore ti prendo in azienda e ti insegno una professione, cioè investo tempo e denaro sul tirocinante, valutate le sue potenzialità, sono portato a dare continuità al rapporto.
Soltanto chi non ha mai fatto impresa può pensare il contrario. Il mio tempo, la mia esperienza valgono certamente di più di quanto può rendermi la differenza salariale tra un tirocinante ed un tempo determinato. Cosa diversa è se ci riferiamo ai tirocini previsti per l’accesso alle professioni ordinistiche, nonché i periodi di pratica professionale, ma questo progetto di legge esclude la possibilità di attivare i tirocini in favore di professionisti abilitati o qualificati all’esercizio di professioni regolamentate per attività tipiche, ovvero riservate alla professione. Eppure, per mesi, sembra che questo fosse uno dei passaggi più delicati di questo progetto di legge.
Il vero problema di una certa sinistra, soprattutto di quella sindacale, è proprio questo: il non avere mai fatto impresa, non avere mai creato neppure un singolo posto di lavoro che non fosse con fondi pubblici, cioè con le tasse versate da chi il lavoro lo crea veramente.
Perdonatemi lo sfogo, ma sentire i distinguo sollevati dal sindacato, dalla CGIL in particolare, in sede di udienza conoscitiva mi ha veramente fatto rizzare i capelli. Evidenziare come si debba parlare di formazione perché così la Regione può eseguire i propri controlli, in quanto se si trattasse di politiche attive per il lavoro i controlli potrebbero essere solo quelli statali, mi ha lasciato veramente basito, quasi come se l’unica garanzia contro lo sfruttamento operato dal padrone possa essere ancora data dalla premiata ditta emiliano-romagnola in salsa PD e pure, indubbiamente anche i settori di questa maggioranza non sono immuni da quelle sirene, sia stato necessario aggiungere quella parolina magica, “formativo”, all’articolo 1, con emendamento del relatore nel corso dell’ultima seduta di Commissione, per rendere digeribile il fatto che non si parla di lavoro, ma di formazione, quasi come se i tirocinanti, anziché in azienda, si trovassero al liceo.
La finalità dei tirocini è quella di insegnare un mestiere a un giovane o a chi è fuori dal mondo del lavoro da diverso tempo e vuole rientrarvi, con una logica di politica attiva e non di sussidio, come – ahimè – stiamo vedendo in questo momento in campo nazionale.
Ben venga, quindi, anche se con indubbio ritardo, questo progetto di legge. Non mi addentrerò nel formulare proposte emendative, anche se di certo alcune di puro buonsenso le avrei, per evitare di mettere a repentaglio il difficile equilibrio trovato. Mi limiterò, quindi, a presentare due soli emendamenti prettamente politici, che presenterò al termine del mio intervento.
Detto ciò, non posso certamente esimermi, per sommi capi, dal sollevare politicamente alcune osservazioni, per poi passare a due questioni che ritengo, anche alla luce di un primo anno di sperimentazione, andranno messe a punto. In primo luogo, vorrei ricordare a tutti che le linee guida nazionali adottate dalla Conferenza Stato-Regioni non sono certamente state introdotte nel nostro ordinamento da forze pericolosamente eversive come la Lega o il Movimento 5 Stelle, ma dal Partito Democratico, cioè dall’azionista di maggioranza assoluta della vostra Giunta, anche se pare proprio di capire che a taluni vadano strette.
Nel fare una veloce carrellata, partiamo dalla necessità di creare una procedura informatica ad hoc di autorizzazione e verifica preventiva da parte dell’Agenzia regionale per il lavoro sul rispetto degli adempimenti documentali circa l’attivazione dei tirocini, per poi venire alle tempistiche di dieci giorni, più quarantacinque giorni, più trenta giorni per affrontare le varie fasi di gestione della pratica, il tutto sicuramente per rendere più agevole ed immediatamente fruibile l’attivazione di nuovi tirocini.
Si passa, poi, al numero di tirocini attivabili in un’unica azienda, nonché il calvario per arrivare a determinare se i contratti a tempo determinato contribuiscono o meno a comporre la base di calcolo necessaria, senza scordare l’inibizione all’attivazione di tirocini, non soltanto a fronte dei licenziamenti da parte dell’azienda, ma anche nel caso della presenza di non superamenti del periodo di prova, dovuti, come spesso avviene, semplicemente al fatto che il lavoratore prova per qualche giorno il lavoro, poi lo lascia non trovandolo di suo gradimento, e conseguentemente così deve essere catalogato, anche se l’azienda non ha agito attivamente, ma si è limitata a subire questo tipo di comportamento. L’inserimento del tutor aziendale, figura tanto caro al relatore, che mi auguro non dovrà tradursi più in la in un aggravio di adempimenti per essere certificati tali.
Al contrario di quanto avviene nel resto della nazione, i tirocini emiliano-romagnoli saranno smart, cioè dureranno al massimo sei mesi anziché i dodici mesi canonici. Evidentemente, qualcuno della Giunta ha scoperto che – erroneamente – l’Istat conta tra gli occupati anche chi fa un tirocinio, e per alzare l’occupazione in vista delle prossime elezioni, ha suggerito di velocizzare i tirocini per aumentarne il numero di chi ne può fruire. Il sistema sanzionatorio, poi, è accentuato in maniera davvero draconiana rispetto a quello previsto dall’accordo Stato-Regioni. Si pensi soltanto che in sede di accordo, per la terza o maggiore violazione nell’arco dei 24 mesi, viene prevista un’interdizione per due anni, mentre in Emilia-Romagna – sottolineo in Emilia-Romagna –per la terza violazione nell’arco di 48 mesi è prevista l’interdizione perpetua.
In una nazione nella quale anche con più ergastoli rischi di uscire comunque dal carcere ad una certa età, l’unica condanna perpetua, quasi fosse una bolla papale di scomunica, è quella data dalla regione per i tirocini. Vi rendete conto che siamo al limite del ridicolo?
Vengo ora alle due questioni, che a mio avviso restano aperte: la prima è quella relativa alle aziende multisede, con presenza su diverse regioni, soggette, quindi alle più disparate regolamentazioni in ordine ai tirocini, aziende per le quali rischia di divenire proibitivo l’avvio di tirocini. Basti pensare come le regioni Veneto e Lazio hanno piattaforme dedicate in cui inserire i dati. La Regione Campania prevede il questionario con l’espressione dell’opinione del tirocinante. La Regione Lombardia prevede un raccordo quindicinale con il tirocinante, quindi una verifica quasi continua estremamente frequente della qualità delle attività svolte, e via dicendo.
Servirebbe un ufficio ad hoc per districarsi in questa giungla. Già queste aziende rischiano di dover prevedere percorsi particolari, nella nostra regione, a causa della limitazione, come dicevo, a sei mesi dei tirocini, contro i dodici previsti in sede nazionale.
Introdurre poi una specifica disciplina non contenuta nelle linee guida della Conferenza Stato-Regioni relativa ad una procedura informatica di autorizzazione e verifica preventiva da parte dell’Agenzia regionale per il lavoro sul rispetto degli adempimenti documentali circa l’attivazione dei tirocini creerà ancora maggiori difficoltà, soprattutto se combinata con la sanzione, che prevede l’interdizione, per la durata di tre anni, dall’attivazione di tirocini per gli inadempienti. Il risultato sarà probabilmente quello di scoraggiare, anziché incentivare, nuovi tirocini.
La seconda questione riguarda le sanzioni previste nei confronti del soggetto promotore. Ebbene, mi pare del tutto sproporzionata la norma che prevede l’interdizione perpetua alla terza violazione nell’arco di quarantotto mesi, indipendentemente dal numero di tirocini avviati.
È ovvio che maggiore è il numero di tirocini avviati più sarà facile commettere errori, soprattutto in presenza di un sistema di trasmissione telematico della documentazione per il quale non è espressamente previsto in legge che debba rilasciare conferma alcuna del materiale ricevuto o notificare eventuali errori in ordine alla completezza del materiale depositato.
Il rischio, anche in questo caso, generato dal clima di caccia alle streghe con il quale questo provvedimento nasce, è quello di costringere il soggetto promotore alla chiusura per violazioni che la stessa legge prevede come sanabili. Poco importa, infatti, che la sanabilità comporti la riduzione a un terzo delle sanzioni interdittive, in quanto mi sembra francamente che un terzo di perpetuo non possa che tradursi, anch’esso, in perpetuo. Considerate che, se questo stesso metro venisse utilizzato nei confronti dell’Ente Regione, avreste già chiuso i battenti da un pezzo, in quanto già a memoria potrei citarvi un paio di atti dirigenziali fatti e annullati più volte.
Avviandomi alla conclusione, come accennato precedentemente, veniamo agli emendamenti. Ho preferito proporre due emendamenti diversi, anziché uno unico, probabilmente più corretto dal punto di vista formale, perché avrebbe reso meno ridondante il testo, per meglio porre l’accento su entrambi gli aspetti che intendo sottolineare con le due proposte abrogative.
La prima è tesa a evidenziare l’inutilità di dedicare un percorso formativo a chi con tutta probabilità non avrà le caratteristiche per permanere regolarmente all’interno dei nostri confini. Secondo i dati forniti dal Viminale, nel corso dell’ultimo quinquennio solo il 22 per cento di chi è entrato sul suolo nazionale rientrava nelle casistiche di accoglienza garantite comunemente da tutti gli Stati europei, in particolare il 7 per cento con status di rifugiato e il 15 per cento con riconoscimento di protezione sussidiaria. Conseguentemente, soltanto uno su cinque fra coloro che richiedono la protezione internazionale statisticamente poi la ottiene. È inutile, quindi, sperperare pubblico denaro per sostenere la formazione di chi in Europa non sarà accolto.
Con ciò non voglio dire di limitare solo ai cittadini italiani tirocini, ma di concentrarli su chi ha prospettive concrete di inserirsi all’interno delle comunità perché gode già di protezione internazionale.
Il secondo è dedicato ad abrogare la previsione di includere la protezione umanitaria nei percorsi delle politiche attive per il lavoro in quanto ormai abrogata dal DL Sicurezza convertito dalla legge n. 113/2018, che permane soltanto nei nostri testi di legge, quasi a sottolineare, in maniera anacronistica, la volontà dei governatori a marchio Partito Democratico, fra i quali Bonaccini, a difendere ad oltranza una misura che ha portato a snaturare il volto delle nostre città.
Tale forma di tutela umanitaria, retaggio della Turco-Napolitano ed esistente soltanto in Italia, pur essendo stata introdotta quale forma di protezione complementare e residuale, è arrivata a rappresentare, di fatto, il beneficio maggiormente riconosciuto nel sistema nazionale di accoglienza.
Oggi, fortunatamente, questa anomalia è stata sanata e le uniche due forme di protezione internazionale riconosciute, come del resto anche da parte delle altre civilissime nazioni europee, sono i titolari dello status di rifugiato e quelli che godono della protezione sussidiaria.
Mi permetta, quindi, assessore Bianchi: su quasi 30.000 tirocini quelli autorizzati dalla Regione nel 2018 per richiedenti protezione internazionale umanitaria e titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria sono stati circa 1.700. Ciò significa che si parla di un 5-6 per cento del totale, cifra sicuramente contenuta, ma ugualmente significativa.
Se poi si pensa che di questi 260 sono stati pagati con fondi regionali, perché erano in condizioni particolari, ne deduco fossero richiedenti, anche perché altre condizioni particolari proprio non le vedo.
Ciò significa che circa un settimo dei tirocini destinati a questa fascia di popolazione è stato integralmente offerto dai contribuenti emiliano-romagnoli per pagare un tirocinio a chi probabilmente non ha diritto alcuno di permanere sul suolo nazionale. Assessore, altro che solidarietà! Questo lo definirei come danno erariale. Altro che affermare che i servizi agiscono sulla base di ciò che vi han detto loro!
Se uno attesta il falso, la Regione non ha strumenti adeguati di controllo. Se al percorso per i tirocini potessero accedere soltanto i titolari di protezione internazionale, ovvero chi possiede lo status di rifugiato o lo status di protezione sussidiaria, avrebbero i documenti necessari per attestare i propri requisiti.
Concludendo, la finalità di questo progetto di legge è quella di insegnare un mestiere a un giovane o a chi è fuori dal mondo del lavoro da diverso tempo e vuole rientrarvi, con una logica di politiche attive e non di sussidio, come oggi va di moda. Per questa ragione, vorremmo che quei 27.000 tirocinanti riportati nella relazione di accompagnamento al progetto di legge o i quasi 30.000 citati dall’assessore Bianchi per il 2018 nei prossimi anni potessero raddoppiare, ma per farlo dobbiamo creare le condizioni affinché i soggetti ospitanti abbiano le condizioni per poter avviare questi tirocini in una logica che questo progetto di legge, forse a causa delle eccessive concessioni alla sinistra estrema, certamente non è in grado di dare.
Alla luce di quanto esposto, sono per annunciare il voto contrario di Fratelli d’Italia ad un progetto di legge che riteniamo essenziale, ma certamente inadeguato al rispetto del suo primario obiettivo, che resta quello di insegnare un mestiere ai giovani. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.
Non ho nessun oratore in attesa, come iscritto.
Se non c’è nessun iscritto, possiamo procedere con l’eventuale replica del relatore di maggioranza.
Chiudiamo la discussione generale.
Per la replica, prego, consigliere Boschini.
BOSCHINI: Grazie, presidente.
Nel complesso, al di là dell’intervento del collega Tagliaferri, su cui adesso dirò alcune cose, mi sembra che il dibattito dimostri che sul tema dei tirocini grossissimi dissensi non sono emersi. È una legge su cui tutti fanno fatica a prendere una posizione contraria, al di là di alcuni aspetti di merito molto specifici, molto di dettaglio, di cui il più grande politicamente è il tema che sollevava il collega Rancan e che sollevano anche gli emendamenti del collega Tagliaferri, riguardante la destinazione ai richiedenti asilo e alle persone che hanno fatto domanda di protezione umanitaria.
Intanto, diciamo i numeri. Nella nostra regione, per esempio, tra i tirocini di tipo B, quelli aziendali tradizionali, solo l’8,7 per cento delle persone che hanno fatto un tirocinio nell’anno scorso sono stranieri, per cui ben al di sotto della media della popolazione lavorativa della nostra regione. 1.344 persone su 15.300. Capite che stiamo parlando di numeri comunque dove non si può ingigantire la relazione tra utilizzo dei tirocini in questa regione e cittadini stranieri.
Naturalmente, quando parliamo dei tirocini per le persone fragili, questa percentuale aumenta proprio perché ci sono alcune norme che prevedono che i tirocini possano essere utilizzati proprio, come dicevamo prima, per i richiedenti asilo.
La domanda che viene posta è: come mai in presenza del decreto Salvini si mantiene il riferimento alla protezione umanitaria? Lo si è deciso di fare, fra l’altro, anche alla luce di una recentissima sentenza, la n. 4890 della Cassazione, del 19 febbraio, quindi proprio di pochissimi giorni fa, che interviene sul tema della retroattività del decreto Salvini, sostenendo che naturalmente tutte le persone che sono in attesa di una risposta sulle procedure di asilo, o di riconoscimento della protezione umanitaria, non essendo le leggi nella nostra Costituzione retroattive, hanno il diritto a vedere completata questa procedura alla luce della previgente legislazione, in cui è avvenuta la domanda e in cui eventualmente è maturato il diritto.
Non sono io quindi a dover dire se è giusto o no inserire le persone che possono disporre di una protezione umanitaria fra i tirocinanti possibili. Posso solo dire che la Cassazione ritiene che queste persone esistano ancora, esisteranno finché non si saranno chiuse le loro procedure di domanda, ed ecco perché l’importanza di mantenere anche giuridicamente questo passaggio. Per questo, quindi, respingeremo anche gli emendamenti, proprio da un punto di vista meramente tecnico-legislativo, proposto dal collega Tagliaferri.
Però non mi sottraggo anche ad una valutazione politica, perché così sembra che dica semplicemente che l’osservazione di Rancan e di Tagliaferri non ha fondamento giuridico – e non ce l’ha. Ma non mi sottraggo anche ad un aspetto politico. La domanda che mi faccio sempre, e me la faccio proprio personalmente, da relatore, non pretendo di impegnare su questo nessuna maggioranza, è: ma se le persone straniere sono in Italia, che cosa diavolo ci dobbiamo fare? Più le trattiamo male, meglio è, e più le trattiamo male più i cittadini sono sicuri? È questa l’impostazione?
Io penso che se noi li aiutiamo a trovare un lavoro, per esempio attraverso un tirocinio, stiamo lavorando per la sicurezza dei cittadini e per evitare che questi ce li ritroviamo al parchetto a spacciare: o no? O è sbagliato, questo ragionamento?
Se tale ragionamento è corretto, non capisco perché stracciarci le vesti su tutto ciò che può essere una facilitazione dell’inserimento sociale e lavorativo di queste persone. Uno dice: non hanno diritto di restare perché adesso le rimpatriamo tutte. Ho letto anch’io nei giorni scorsi gli interventi del ministro Salvini sul tema dei rimpatri, che giustamente sollecitavano il fatto che i rimpatri sono aumentati. Allora sono andato a vedere i numeri. I numeri sono importanti, si possono dire tante cose, ma se uno guarda i numeri la realtà prende la sua piena forma.
I rimpatri, in Italia, dal 1° gennaio al 31 maggio, quindi vecchia gestione (chiamiamola ancora così) anche se in realtà il Governo ha chiuso molto prima, sono stati 2.833. Nella seconda metà del 2018, quindi nuova gestione Salvini, sono stati 3.626. Quindi, 2.833 nella gestione PD e 3.626 nella gestione Salvini. Sono aumentati? Certo, sono aumentati. In percentuale è stato anche un aumento rilevante. Ma da 2.800 a 3.600 rimpatri non è che abbiamo risolto il problema delle persone che sono arrivate in Italia, perché stiamo parlando di molte decine di migliaia di persone. Ergo, se queste persone sono qua, il problema di aiutarli a inserirsi, visto che non le rimpatriate tutte, al di là dei proclami, c’è e rimane.
Come vedete, vi ho spiegato che giuridicamente la cosa non ha fondamento, però per me politicamente ha comunque un verso: dare una mano a queste persone a inserirsi nella società italiana, ribadendo il fatto che, numeri alla mano, soprattutto per i tirocini di tipo a), b) e d), cioè formativi, aziendali e di inclusione sociale ai sensi della legge n. 14, la percentuale dei cittadini stranieri è inferiore alla media del loro numero nella popolazione. Ciò vuol dire che i tirocini sono una misura più per gli italiani che per gli stranieri. Più di così cosa vi devo dire?
Chiudo su alcuni elementi che toccava il collega Tagliaferri. Naturalmente, anche lui ha toccato dei temi, poi si è rapidamente ritratto di fronte al fatto che sono stati concertati con le parti sociali, non soltanto con una, ma con tutte. Mi permetta, però, di dire, collega Tagliaferri, che non si possono sentire delle affermazioni tipo “le persone di sinistra non hanno mai fatto impresa, non hanno mai creato un posto di lavoro, se non con fondi pubblici”. Ecco, volevo solo dirle che conosco, anche per esperienza personale, tanti imprenditori che votano PD, tanti commercianti che hanno dipendenti, e mi sembra che anche loro abbiano nei confronti dei tirocini l’approccio che hanno tutti gli altri imprenditori, di destra, di sinistra, di centro o apolitici, che è quello di dire che è uno strumento importante, ci permette di conoscere dei giovani, di aiutare a formarli attraverso un inserimento nel contesto organizzativo, che ho ribadito è la più antica forma di apprendimento conosciuta dall’uomo dal punto di vista professionale. Leonardo da Vinci ha fatto il tirocinante nella bottega del Verrocchio, ed è diventato Leonardo da Vinci. Quindi, non c’è bisogno di dire che non siamo al liceo. Lo sappiamo che non siamo al liceo. Ma il contenuto formativo dei tirocini c’è dai tempi di Leonardo da Vinci e di Verrocchio.
Ebbene, volevo dirle che mi sembra che la legge sia, tutto sommato, equilibrata. Apre su molti aspetti e, certamente, è molto dura sulle sanzioni, e l’ho rilevato anch’io. Chiude sulle sanzioni, ma su questo – chiudo proprio su questo aspetto la mia replica – ritengo che la formulazione trovata in Commissione, anche con l’emendamento che andiamo a presentare oggi in accordo con gli uffici sulla parte autorizzativa, sia una formulazione molto attenta, molto prudente, molto intelligente. È una formulazione che sicuramente evita gli errori, utilizza il sistema informativo ed ecco perché è tanto importante che il sistema informativo funzioni bene e sia ben operativo, perché sarà quello che permetterà di avere sempre un disco verde per l’impresa, soggetto promotore non equivocabile, e quindi in ogni caso di sapere se quel tirocinio è stato attivato con il disco verde amministrativo oppure no.
A quel punto, essendoci un bel disco verde nel sistema informativo, possiamo permetterci di essere un pochino più severi con chi eventualmente quel disco verde non lo ha aspettato, non l’ha voluto attivare correttamente, eccetera.
Non mi pare che, alla fine, il meccanismo diventi di condanna perpetua se faremo funzionare come si deve il meccanismo autorizzativo che è stato più volte limato, a mio parere, in maniera davvero efficace.
Mi sembra che il meccanismo finale della legge possa essere così riassunto: snello nella fase applicativa, anche con un canale, di fatto, di attivazione immediata del tirocinio; autorizzazione chiara attraverso il sistema informativo. Per chi sgarra, però, severità.
A me sembra che i giovani, le famiglie, ci chiedono questo, anche le imprese: facciamo i tirocini, non li criminalizziamo perché sono strumenti importanti da sempre per apprendere e per inserirsi nel mercato del lavoro. Però, gestiamoli davvero come si deve perché abbiano questa qualità.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini. Consigliere Rancan, vuole replicare? No. Bene, allora procediamo intanto con la nomina degli scrutatori: la consigliera Prodi, il consigliere Campedelli e la consigliera Sensoli.
Iniziamo con l’esame dell’articolato.
Sull’articolo 1 insistono tre emendamenti: il n. 7, a firma Sensoli, il n. 1, a firma Tagliaferri, e il n. 2 a firma Tagliaferri.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto congiunta, articolo ed emendamenti. Nessuna dichiarazione.
Possiamo procedere alla votazione degli emendamenti.
Il primo emendamento è il n. 7, a firma Sensoli.
Per alzata di mano. Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È respinto.
Emendamento n. 1, a firma Tagliaferri.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È respinto.
Emendamento n. 2, a firma Tagliaferri.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È respinto.
Ora mettiamo in votazione l’articolo 1.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 2.
Sull’articolo 2 insiste l’emendamento n. 3, a firma Boschini.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3, a firma Boschini.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Ora procediamo con il voto sull’articolo 2.
Chi è a favore dell’articolo 2? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 3.
Nessun emendamento.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Votazione dell’articolo 3.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 4.
Sull’articolo 4 insiste l’emendamento n. 6, a firma Prodi, Torri e Taruffi.
Discussione generale.
Ha chiesto la parola la consigliera Prodi. Prego.
PRODI: Grazie, presidente.
L’emendamento che proponiamo, come era già stato illustrato nella discussione in Commissione, è volto a tenere insieme la possibilità di considerare il tempo determinato nel computo dei tirocinanti che possono essere ospitati.
Sappiamo che, per come è scritto, il progetto di legge in questo momento li considera di default, salvo ovviamente che il loro contratto rientra nella durata del periodo di tirocinio. Noi invece crediamo che l’idea che si debba avere sia di legare il numero di tirocinanti alla capacità formativa dell’ambiente che li ospita.
In questa visione, si propone quindi di prendere in considerazione anche chi sia assunto a tempo determinato, però a condizione che sia in grado di partecipare attivamente all’esperienza formativa, cioè di trasferire competenze che ragionevolmente può avere guadagnato in un lasso di tempo congruo di permanenza dentro l’istituzione ospitante.
Per questo noi proponiamo che sia computato anche chi è assunto a tempo determinato, però noi diciamo per dodici mesi, proprio per dare atto del fatto che ci sia anche un trasferimento di competenze, non solo un mero conto. È un approccio, a nostro avviso, di estremo buonsenso, che vuole sottolineare l’aspetto formativo che l’ambiente ospitante offre al tirocinante. Questo vuole anche tenere insieme alcune perplessità che abbiamo raccolto sia nei mesi di discussione, ma anche ad udienza conoscitiva, perplessità che condividiamo, però non necessariamente escludendo di fatto il tempo determinato, che sarebbe stata senz’altro la soluzione radicale ma più semplice, ma considerandolo proprio all’interno della finalità formativa della legge. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.
Ha chiesto la parola il consigliere Boschini. Prego.
BOSCHINI: Grazie, presidente.
Soltanto per esprimere la piena comprensione del ragionamento che ha sviluppato adesso la collega Prodi. Non ho fatto mistero, come relatore, anche in sede di Commissione, di udienza conoscitiva, che anch’io personalmente sul tema del tempo determinato, forse con argomentazioni un po’ diverse da quelle che ha portato la collega Prodi, nella sostanza sarei stato favorevole ad una forte semplificazione della legge. Tutto sommato, l’elemento di fatto è che calcolare o non calcolare i tempi determinati ai fini di sapere quanti tirocinanti può avere un’impresa, alla prova dei fatti ci ha dimostrato che non cambia molto, naturalmente in un senso e nell’altro.
Per me, che sono sempre per semplificare, tutto sommato sarebbe stato più semplice riferirmi solo ai tempi indeterminati. Tuttavia, non sono così sicuro che la ratio di questa norma, così come l’abbiamo scritta, fosse proprio soltanto destinata a far sì che imprese che hanno tempi determinati lunghi, cioè che già sono cresciute, che già hanno avuto la possibilità di contribuire alla formazione di un tirocinante. Ecco, non sono sicuro che questa sia esattamente la ratio, nel senso che un tempo determinato spesso viene anche da una vita lavorativa molto lunga in precedenza, non è necessariamente alla prima esperienza lavorativa, quindi non sono così sicuro che il meccanismo possa essere questo. In ogni caso, anche negli emendamenti in Commissione abbiamo teso a ribadire che per noi il responsabile dell’azienda che accompagnerà il tirocinante è un tutor, è un tutore a tutti gli effetti. Quindi è lì, secondo noi, la figura, che senza enfatizzarla troppo, senza volerla formalizzare eccessivamente è lì la figura che deve in qualche modo farsi garante del percorso formativo, più che non il numero complessivo dei dipendenti, che invece sono importanti per stabilire che un’impresa non sia fatta di tirocinanti. Questa mi sembra più la ratio della base di calcolo.
Ci tengo, però, a ricordare che in ogni caso il testo che andiamo ad approvare, se non facciamo nessuna modifica, prevede che i tempi determinati possono essere calcolati soltanto se iniziati prima e se termineranno dopo il periodo del tirocinio. In qualche modo lo devono abbracciare tutto. Questo serve a garantire che il tempo determinato non sarà in un rapporto di sostituzione col tirocinio, o viceversa. Questo è molto importante, perché garantisce la natura non sostitutiva del lavoro della presa in carico di un tirocinante da parte dell’impresa, che è forse la vera ratio di questo meccanismo.
Aggiungo che con il “decreto dignità” il profilo del tempo determinato si sta modificando, perché non è più possibile prorogarlo oltre i ventiquattro mesi, quindi i tempi determinati di durata superiore ai dodici mesi sono diventati molto rari (già lo erano prima). Ma sono molto rari anche i tirocini che si muovono su queste dimensioni. Nella maggior parte dei tirocini già oggi si attesta attorno ai sei mesi, quindi comunque un tempo determinato entrerebbe nel calcolo soltanto sostanzialmente quando ha durata superiore ai sei mesi, con la legge attuale.
Per questi motivi, volevo dire che condivido e comprendo le motivazioni della collega Prodi, tant’è che sono anche personalmente dispiaciuto di non poterlo accogliere. Direi che l’indicazione delle parti sociali in audizione è stata talmente chiara e talmente forte verso il mantenimento dell’impostazione della legge approvata dalla Giunta che non posso far altro che dire che non ci è possibile accogliere, seppur nello spirito è molto chiaro e in parte anche condivisibile, l’emendamento proposto.
Giacché ho la parola, così poi non disturbo più, spendo anche una parola (me ne sono dimenticato prima) sull’ordine del giorno che è stato presentato dai colleghi dei Cinque Stelle (visto che ho ancora un minuto, lo uso). A noi piace l’idea che si integri al meglio il tirocinio o qualsiasi altra politica del lavoro con le misure di contrasto alla povertà, il reddito di cittadinanza per capirci. Tecnicamente, ci viene segnalato come la presa in carico intensiva nella ricerca del lavoro che deve fare il centro per l’impiego sulla persona che richiede il reddito di cittadinanza passa per un assegno di ricollocazione che, ai sensi del decreto n. 150, non prevede la possibilità del tirocinio. Non viene erogato al soggetto pubblico o al servizio per l’impiego privato accreditato l’assegno di ricollocazione, quindi non può essere speso fisicamente, ai fini di un tirocinio.
Sul sito dell’ANPAL si dice chiaramente che il tirocinio non è ricompreso tra i successi occupazionali dell’assegno di ricollocazione, perché non è un contratto di lavoro.
Migliorare l’integrazione, come chiede l’ordine del giorno, con i tirocini a noi interessa, però, tecnicamente, la formulazione ci lascia un po’ perplessi. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini. Non ho nessun altro oratore iscritto.
La discussione generale è chiusa.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Passiamo alla votazione dell’emendamento n. 6, a firma Prodi, Torri e Taruffi.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È respinto.
Mettiamo in votazione l’articolo 4. Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 5. Sull’articolo 5 insiste l’emendamento n. 4, a firma Boschini.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Pongo in votazione l’emendamento n. 4, a firma Boschini.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Mettiamo in votazione l’articolo 5.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 6.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 6.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 7.
Sull’articolo 7 insiste l’emendamento a firma Boschini, n. 5.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5, a firma Boschini.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Mettiamo in votazione l’articolo 7.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 8.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 8.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 9.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 9.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 10.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 10.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 11.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 11.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 12.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 12.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Articolo 13.
Discussione generale. Nessun iscritto.
Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.
Mettiamo in votazione l’articolo 13.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
Dichiarazione di voto congiunta sull’intero progetto di legge e sugli ordini del giorno. Abbiamo due ordini del giorno: il n. 1, a firma Sensoli e il n. 2, a firma di diversi consiglieri (Boschini ed altri).
Ha chiesto la parola la consigliera Sensoli. Prego.
SENSOLI: Grazie, presidente.
Io intervengo in risposta alla motivazione del consigliere Boschini e lo invito a rivedere la posizione che ha dichiarato, perché sempre nel sito dell’ANPAL si trova, alla domanda “Chi è in tirocinio e impegnato in auto-impiego, può richiedere l’assegno?” “Sì. Sarà cura del destinatario della sede operativa rendere compatibile il servizio di assistenza intensiva alla ricollocazione alle esigenze di conciliazione con le attività formative previste dal tirocinio o gli impegni del destinatario”.
Noi, quindi, la motivazione tecnica francamente non la troviamo. Ci siamo appellati, oltretutto, nel nostro ordine del giorno, all’articolo 4 del DL del 28 gennaio 2019, che parla di adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, che prevede attività al servizio della comunità, riqualificazione personale, completamento degli studi, nonché altri impegni individuati dai servizi, quindi, negli altri impegni individuati dai servizi, eventualmente si può lavorare in questa direzione.
Aggiungo, e concludo, che comunque anche l’ordine del giorno presentato dal Partito democratico include delle casistiche che potrebbero rientrare benissimo nell’erogazione del reddito di cittadinanza, quando parla di persone che sono in lungo periodo di disoccupazione e hanno bisogno di ricollocarsi, oppure, che hanno perso il lavoro e che devono riqualificarsi e riposizionarsi nel mercato del lavoro.
Il mio quindi è un semplice invito a riconsiderare quanto dichiarato e a riguardare anche tecnicamente quello che abbiamo scritto noi. Per il resto, sulla legge ci asterremo. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.
La parola al consigliere Boschini. Prego.
BOSCHINI: Grazie, presidente.
Rispetto al tema dell’intervento della consigliera Sensoli, ribadisco che lo spirito dell’ordine del giorno a noi è chiaro. Siccome noi non vogliamo fare della “contraerea” sulle misure di contrasto alla povertà, perché ci interessa che funzionino e che diano risultati, non ci interessa chi le promuove, il tema non è questo. Il tema, come giustamente anche lei richiamava, è un altro: è possibile pensare ai tirocini fra le misure di accompagnamento formativo, che per come è descritto oggi l’assegno di ricollocazione dall’articolo 23 del decreto n. 150 possono essere previste a fianco dell’attività per la ricollocazione. Però, come dice la parola stessa, la ricollocazione e il relativo assegno, che sono la sostanza del servizio di assistenza intensiva nella ricerca del lavoro previsto dal decreto-legge n. 4, quindi dal reddito di cittadinanza, possono essere dati soltanto per un’effettiva ricollocazione, quindi per qualcosa che è lavoro, ma il tirocinio abbiamo detto chiaramente che non lo è. Può entrare in campo come misura complementare di formazione. Ecco, questo era un po’ il punto su cui magari, nella rapidità dell’intervento precedente, non sono stato chiarissimo.
Comunque, siccome lo spirito non ci trova contrari e tutto ciò che verrà a chiarificare e a migliorare l’integrazione tra il lavoro dei centri per l’impiego regionali e il decreto nazionale sul reddito di cittadinanza ci interessa, anzi lo sollecitiamo e lo ribadiamo, diciamo che possiamo girare il nostro voto da un voto contrario a un voto di astensione, come segno di attenzione e di buona volontà sul tema, anche se la formulazione non ci convince fino al punto di poterlo votare.
Dico solo una parola sull’ordine del giorno firmato da me e da altri colleghi della maggioranza. Oltre a ribadire il significato politico di questa legge a favore dei giovani e delle imprese, perché è l’alleanza fra i due, non lo scontro, a produrre risultati, chiediamo che sia intrapresa prontamente dalla Giunta la fase attuativa della legge in particolare per quanto riguarda la definizione degli atti amministrativi del sistema informativo di gestione. Ho già detto quanto è importante. Come credo sia importante che in questi mesi che ci separano dal 1 luglio, quando entrerà in vigore la legge, ci sia il miglior coinvolgimento possibile delle parti sociali e dei soggetti impegnati nella realizzazione dei tirocini per definire insieme anche la parte procedurale della legge, che è molto importante ai fini della regolarità e del controllo.
Chiediamo, inoltre, alla Giunta l’impegno a proseguire e a rinnovare, quando sarà necessario, gli accordi con l’Ispettorato regionale del lavoro, per assicurare che Regione e Ministero lavorino insieme sulle attività ispettive, che sono molto importanti anche ai fini del monitoraggio e della rendicontazione sociale di questo strumento. Fra l’altro, la legge introduce anche un nuovo strumento di rilevazione destinato ai tirocinanti: potrà aiutarci, anche questo, a capire cosa succede in queste esperienze e a migliorarle.
Soprattutto chiudiamo con la richiesta dell’impegno alla Giunta a proseguire le proprie iniziative con il Governo per la realizzazione dell’articolo 116, comma terzo. Su questo spendo l’ultimo minuto che ho a disposizione perché, come ricorderete nel dibattito che facemmo qui lo scorso 18 settembre, fra i temi e le competenze che abbiamo chiesto allo Stato centrale – se ne discute tanto in questi giorni – ce n’è anche una che riguarda specificamente i tirocini, cioè poter avere la competenza in materia di vigilanza sulla regolarità degli strumenti di politica attiva del lavoro con specifico riferimento ai tirocini. Questo dice l’accordo con il Governo.
Siccome oggi parliamo di tirocini, parliamo del fatto che, se sarà approvato l’articolo 116, potremo fare direttamente l’attività ispettiva sui tirocini, naturalmente anche avvalendoci del personale e delle competenze dell’Ispettorato territoriale del lavoro e questo va ancora una volta nel senso non del controllo poliziesco sui tirocini, ma del costante accompagnamento delle imprese per migliorare questo strumento. Grazie.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.
Ci sono altri iscritti nella dichiarazione di voto congiunta sul progetto e sugli ordini del giorno? Taruffi Igor, prego.
TARUFFI: Grazie, presidente. In ordine a questo progetto di legge rispetto alle disposizioni in materia di tirocini, annuncio il nostro voto di astensione, così come anche sugli ordini del giorno ad esso collegati. L’astensione è motivata dal respingimento dell’emendamento che abbiamo sottoscritto e che ha illustrato prima la collega Prodi. Noi ritenevamo e riteniamo che sarebbe stato più congruo se a fare da base per il numero di tirocini fossero il numero dei lavoratori a tempo indeterminato o comunque a tempo determinato di lungo corso, perché per noi il lavoro innanzitutto è lavoro a tempo indeterminato, e anche per una ragione che è quella che ha spiegato la consigliera Prodi rispetto alla qualità sia di chi svolge il tirocinio, sia di chi è chiamato a essere tirocinante in quel percorso.
Da questo punto di vista quell’emendamento, come peraltro il consigliere relatore Boschini e anche l’assessore Bianchi sapevano, sarebbe stato per noi determinante rispetto al nostro giudizio complessivo e quindi alla nostra posizione di voto. Aggiungo anche che l’emendamento che è arrivato nel corso dei lavori questa mattina, l’emendamento all’articolo 2, laddove si toglie la parola “nazionali” dal riferimento alla contrattazione nazionale di sicuro non è un passaggio che ci lascia indifferenti. Anzi, consideriamo che prefiguri un assetto e una disposizione che noi, ovviamente, non possiamo condividere.
Per queste ragioni, come ho detto, il nostro sarà un voto di astensione.
Mi sia consentita un’ultima battuta in chiusura. Il consigliere Boschini faceva riferimento alle parti sociali che si sono espresse durante l’udienza conoscitiva e che hanno manifestato la necessità/volontà di non modificare il testo. Sicuramente abbiamo capito che in particolar modo una delle parti sociali, quella datoriale, si è espressa in modo preciso contro questa modifica, meno altre. In particolar modo, sappiamo che anche all’interno del sindacato si è sviluppato un dibattito che non è per nulla univoco rispetto a questo punto, che noi cogliamo e vogliamo sottolineare come elemento di valore rispetto alla posizione che abbiamo assunto, vale a dire che non siamo proprio isolati in questa nostra valutazione.
D’altra parte, non l’ho fatto durante la discussione della legge urbanistica, lo faccio oggi, sottolineo che la presenza, anche fisica, all’interno dell’Assemblea durante i nostri lavori di chi rappresenta le organizzazioni datoriali è sempre una presenza molto puntuale e costante, evidentemente segno del fatto che le posizioni che vengono espresse in udienza conoscitiva poi vengono anche rappresentate non solo durante quell’udienza, come è normale che sia. Volevo sottolinearlo, perché comunque è una presenza, quella di Confindustria, sempre molto presente, è una presenza che sembra più un presidio che non una presenza ai nostri lavori. Lo sottolineavo giusto come elemento di valore comune.
PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.
Non ci sono altri iscritti.
Procediamo alla votazione degli ordini del giorno, per alzata di mano.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 6244/1, a firma della consigliera Sensoli.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È respinto.
(L’ordine del giorno 6244/1, oggetto 8022, è respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Saliera): Ordine del giorno n. 2, a firma del consigliere Boschini ed altri.
Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?
È approvato.
(L’ordine del giorno 6244/2, oggetto 8023, è approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con la votazione finale del progetto di legge 6244, con dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)
Presenti 42
Votanti 42
Favorevoli 26
Contrari 8
Astenuti 8
È approvato.
OGGETTO 7391
Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: «Norme per lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura in Emilia-Romagna» (107)
(Relazione della Commissione)
PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 7391: progetto di legge d’iniziativa Giunta recante “Norme per lo sviluppo, l’esercizio e la tutela dell’apicoltura in Emilia-Romagna”.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione politiche economiche nella seduta del 13 febbraio 2019. Il progetto di legge è composto da 11 articoli. La relatrice della Commissione, consigliera Luciana Serri, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.
Il relatore di minoranza, Matteo Rancan, ha preannunciato anch’esso di svolgere la relazione orale. Sono state presentate, al momento, tre proposte di emendamento a firma della consigliera Serri. Scusate, mi hanno dato l’aggiornamento. Quindi, sono state presentate dodici proposte di emendamento, tre a firma della consigliera Serri, sei a firma della consigliera Piccinini, tre a firma della consigliera Gibertoni.
Su tale oggetto insistono quattro ordini del giorno, il primo a firma della consigliera Piccinini, il secondo a firma della consigliera Sensoli, il terzo a firma dei consiglieri Serri, Caliandro, Rontini, Prodi, Rossi, Zappaterra, Taruffi, Paruolo, Rancan, Zoffoli, Liverani, Delmonte, Francesca Marchetti, Ravaioli, Mumolo, Benati, Soncini, Pompignoli, Cardinali, Tagliaferri, Facci, Torri, Montalti, Pruccoli, Bagnari, Sabattini, Poli, Campedelli, Calvano, Tarasconi e Lori, il quarto a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini.
Do ora la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Serri, che avrebbe venti minuti, vediamo di farle concludere la sua relazione. Prego.
SERRI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.
Oggi, come cita anche il titolo, ci apprestiamo ad approvare una legge che si propone di tutelare e favorire lo sviluppo dell’apicoltura nel territorio della regione Emilia-Romagna.
È una nuova legge sull’apicoltura, che arriva esattamente al trentesimo compleanno della vecchia normativa, della precedente legge regionale n. 35/1988.
È una legge innovativa, necessaria sia per adeguare le norme regionali a una serie di norme, di regolamenti, di direttive e anche di raccomandazioni europee che si sono susseguite in questi anni.
Oltre a questo, era comunque necessario arrivare alla scrittura di una nuova legge proprio perché era necessario affrontare e dare risposte efficaci alle nuove problematiche e alla trasformazione che il settore ha visto in questi anni, nuovi aspetti e problematiche sanitarie, lo stesso rapporto con l’attività agricola, che necessita di essere affrontato pensando anche a un nuovo patto, a un patto innovativo con l’agricoltura affinché le pratiche siano rispettose e siano riconoscenti del prezioso lavoro di impollinazione che le api svolgono, insieme agli altri insetti.
È un lavoro prezioso che accresce la redditività delle aziende agricole e, quindi, svolge un ruolo importante anche a favore dell’agricoltura, oltre al ruolo importante di preservazione della biodiversità.
Il percorso che andremo a chiudere oggi con questa legge è stato un percorso lungo, un percorso comunque portato avanti dalla Giunta. È stato lungo perché si è voluto costruire questo testo di legge, questa proposta di legge avvalendosi di un confronto e di un coinvolgimento importante con i rappresentanti di questo affascinante mondo dell’apicoltura.
Credo che sia questo un elemento di grande positività, perché la concertazione e la condivisione rappresentano sempre un valore, rappresentano sempre una positività.
Anche il lavoro che abbiamo svolto in Commissione assembleare ha mantenuto questo stile. Abbiamo lavorato con due audizioni, di cui una che ha visto la partecipazione di tutti gli stakeholder, i portatori di interesse ed un’altra che, comunque, abbiamo organizzato proprio per affrontare anche alcuni approfondimenti scientifici.
A questo proposito voglio anche qui ringraziare comunque le persone che hanno contribuito a darci elementi, a darci comunque supporto negli approfondimenti utili al nostro lavoro di legislatori. Cito comunque il Servizio sanitario della Regione, il dottor Diegoli; il Servizio fitosanitario regionale, il dottor Stefano Boncompagni e Mazzini e l’Università di Bologna con il professore Luca Fontanesi.
Ringrazio anche tutti i tecnici dell’Assessorato dell’Agricoltura, la dottoressa Chiarini, il dottor Di Salvo e il dottor Ravegnini, che ci hanno accompagnato e aiutato a fare gli approfondimenti necessari. Diciamo anche che gli approfondimenti che abbiamo fatto in questa fase hanno messo in luce alcune cose. In modo particolare quanto sia utile lavorare e impegnarsi sul tema della ricerca. È utile per migliorare l’attività dell’apicoltura, per migliorare le produzioni e per riuscire anche a proporre soluzioni sempre più sostenibili nelle pratiche agricole che tanto comunque coinvolgono e hanno impatto con l’apicoltura.
Allo stesso modo si è evidenziato anche quanto sia importante spingere sulla formazione; una formazione che deve coinvolgere sia chi si accinge a fare l’apicoltore, a volte anche così, in modo hobbistico, quindi anche partendo da una piccola attività, perché non ci si improvvisa. Affrontare questa attività da apicoltori senza la giusta formazione e la giusta preparazione può anche comportare problematiche.
La formazione deve essere una formazione specifica che coinvolga gli istituti tecnici e professionali agrari oppure anche corsi di laurea, quali ad esempio Scienze agrarie e Medicina veterinaria, per formare professionisti, consulenti preparati anche su questa materia, che aiuteranno il settore a crescere e ad affrontare in modo serio le problematiche che incontrano.
Alcuni numeri per comprendere l’entità del settore. In Italia parliamo di 1,2 milioni di alveari distribuiti su varie regioni, 45.000 apicoltori censiti e si stimano 70.000 apicoltori, di cui 20.000 fanno dell’apicoltura una professione e gli altri, ovviamente, hanno questa attività come secondaria o hobbistica.
La nostra Regione si colloca ai primi posti in questo settore sia in termini di patrimonio apistico che di valore complessivo della produzione. In Emilia-Romagna sono presenti 11.500 apiari, di cui il 61 per cento sono stanziali e il 39 nomadi. Di 3.900 apicoltori, il 35 per cento sono professionisti e gli altri 65, invece, svolgono altre attività e lo fanno in modo secondario.
Questi sono – come dicevo prima – indicatori importanti, ma non è tutto. Come detto, l’apicoltura non è solo impresa, non è solo professione. A questo va aggiunto il prezioso valore dei servizi ecosistemici che le api arrecano mediante il servizio dell’impollinazione. È un settore, infatti, questo, che riveste particolare importanza anche per la funzione ambientale che svolge, per il ruolo importante di preservazione della biodiversità, nonché per il contributo che dà – come prima si diceva – all’agricoltura attraverso l’impollinazione. Si può senza ombra di dubbio affermare che contribuisce ad accrescere il reddito agricolo.
Consideriamo che, delle cento colture da cui dipende il 90 per cento della produzione mondiale di cibo, ben 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Ecco perché oggi possiamo dire di portare in aula una legge che non riguarda solo chi esercita questa professione di apicoltore o una ristretta cerchia di appassionati, ma una legge importante.
È notizia di questi giorni – lo riportava la Repubblica della scorsa settimana, del 18 febbraio – che in Baviera è stato promosso perfino un referendum per salvare le api. Ovviamente, questo è un fatto che testimonia un interesse crescente nei confronti di questo insetto, un’attenzione e una consapevolezza cresciuta negli ultimi anni anche a seguito di una maggiore sensibilità ambientale.
Io penso però che la gestione e la valorizzazione di questo settore, la salvaguardia dall’ape passa attraverso una serie di buone prassi e norme che devono tutelare e salvaguardare questioni che sono complesse, che se non governate possono confliggere.
Rientra nelle responsabilità del legislatore trovare le soluzioni tutelanti per governare con equilibrio. Non credo che questa complessità possa trovare le giuste soluzioni attraverso un sì o un no di un referendum. È compito del legislatore e della politica, come facciamo qui, oggi, con questa legge che si prefigge di affrontare molteplici aspetti, che insieme promuovono e potenziano il settore apistico, valorizzano i suoi prodotti, attuano azioni di difesa igienico-sanitario della popolazione apistica, contrastano fenomeni di moria e spopolamento, prevedono forme di controllo dell’impiego di fitofarmaci, da evitare durante la fioritura, disciplinano le modalità di movimentazione delle api, tutelano e assicurano la conservazione dell’ecotipo (la ligustica) ed evitano che vengano lasciati in stato di abbandono apiari. Favoriscono inoltre lo sviluppo di forme associative ed accordi tra apicultura e apicultura. Promuovono infine, mi piace ricordare, di favorire l’inserimento alla conservazione di specie vegetali, anche non autoctone, di interesse apistico.
Ci apprestiamo dunque a votare un provvedimento importante per la nostra regione. Il progetto, composto da 11 articoli, delinea una nuova disciplina del settore apistico, alla luce dei cambiamenti normativi che si sono succeduti. Nel corso degli anni il quadro normativo del settore, infatti, si è evoluto, e oggi la materia risulta principalmente disciplinata dalla legge nazionale, la n. 313 del 2004, e da una serie di altri provvedimenti tra cui il decreto interministeriale del 2009, che reca Disposizioni per l’anagrafe apistica nazionale.
Fra gli obiettivi della legge che stiamo per licenziare, trovano ampio spazio le misure atte a contrastare il fenomeno dello spopolamento degli alveari, della moria delle api, degli insetti pronubi, la difesa igienico-sanitaria e la difesa da trattamenti fitosanitari. Sono fenomeni, questi, quello della moria delle api, che si sono accentuati negli ultimi anni, e sono ovviamente conseguenza di più fattori, a partire dalle problematiche legate ai cambiamenti climatici, ai rischi conseguenti alle pratiche del commercio internazionale, a un maggior rischio di trasmissione di patogeni. Per questo le attività per la difesa della salute delle api entreranno a far parte di uno strumento regionale molto importante, che è il piano regionale integrato relativo alle attività di controllo in campo di sicurezza alimentare, sanità e benessere animale.
All’interno di questo piano, sarà compreso un piano per il controllo dell’impiego dei fitofarmaci in fioritura.
Il nostro testo di legge, inoltre, prevede il divieto di lasciare gli apiari in stato d’abbandono, il che rappresenta un altro punto fermo e innovativo della disciplina, che testimonia la volontà di mettere in atto azioni di contrasto e prevenzione dei rischi igienico-sanitari. Analogamente, il divieto durante il periodo della fioritura di trattamenti fitosanitari ad attività insetticida o acaricida, o comunque di altri prodotti fitosanitari che riportano in etichetta l’indicazione che segnala controindicazioni per la salute delle api e degli altri insetti.
L’articolo 4 di questa legge istituisce il Tavolo apistico regionale, un tavolo che ha funzioni tecnico-consultive, a cui parteciperanno in forma stabile i rappresentanti designati da ciascuna delle associazioni e organizzazioni degli apicoltori, oltre ovviamente ai rappresentanti dei servizi regionali del settore dell’agricoltura e della sanità veterinaria.
Io credo che sia uno strumento importante, utile soprattutto a facilitare il legame e le relazioni con gli operatori del settore. Molte finalità ricomprese in questa legge prevedono lo sviluppo di azioni che verranno analizzate e concordate in seno al tavolo e che si presuppone, attraverso proprio la condivisione, faciliteranno azioni e comportamenti da mettere in pratica per raggiungere insieme gli obiettivi e le strategie che ci si prefigge.
Il tavolo avrà funzioni tecnico-consultive e non sarà in alcun modo sostitutivo delle funzioni sindacali svolte da sempre dalla Consulta agricola.
Sempre in fatto di associazione, questa legge riconferma l’utilità e vuole anche favorire lo sviluppo delle forme associative tra gli operatori del settore. Credo che l’istituzionalizzazione del Tavolo apistico, con la partecipazione di rappresentanti designati da tutte le associazioni, anche le più piccole, quindi indifferentemente dal livello di rappresentatività che esse hanno ne faranno parte, sia una prova di questa volontà.
Analogamente, la sottoscrizione di accordi fra le associazioni e organizzazioni degli apicoltori e le associazioni e organizzazioni degli agricoltori è, per la nostra Regione, una strada maestra da percorrere, per addivenire ad accordi che prevedano l’adozione di buone pratiche agricole, rispettose per le api e gli insetti pronubi, tanto utili all’agricoltura. A questo pro citiamo quale esempio l’accordo siglato nel 2017, a Cesena, tra il mondo apistico e i rappresentanti del mondo sementiero.
Inoltre, in perfetta sintonia con il mondo apistico, con i rappresentanti delle associazioni della nostra Regione, con l’articolo 7 si introducono indirizzi finalizzati a tutelare la popolazione apistica, a tutelare la biodiversità delle specie di api, preservando dal rischio di ibridazione l’ecotipo emiliano romagnolo, la Apis mellifera, sottospecie ligustica. Questa sottospecie ha delle peculiarità e caratteristiche che vengono riconosciute molto positive ed è stata apprezzata ed esportata in tutti i continenti.
Si prevedono azioni finalizzate al miglioramento genetico di questa sottospecie ligustica e anche alla successiva diffusione del materiale selezionato.
Nel territorio della nostra regione sarà consentito svolgere attività di selezione, moltiplicazione delle api regine, di materiale apistico vivo solo se appartenenti alla sottospecie ligustica e non sarà consentito introdurre api appartenenti a sottospecie diverse dalla ligustica.
Per le medesime finalità gli allevatori che producono e commercializzano materiale apistico vivo della sottospecie ligustica potranno chiedere l’istituzione di zone di conservazione, dell’ampiezza massima di 10 chilometri di raggio, in cui non sarà consentito nemmeno l’allevamento.
Inoltre, sempre con richiesta, potranno essere istituite zone di rispetto per realizzare stazioni collettive di fecondazione. Sarà possibile in queste zone allevare solo api della sottospecie ligustica.
Il nomadismo rappresenta una pratica utile allo sviluppo dell’apicoltura che va sostenuto e regolamentato con uno specifico atto che verrà emesso nei sei mesi successivi all’approvazione della legge, che tratterà anche aspetti inerenti le distanze tra gli apiari.
Fra le finalità della legge mi piace ricordare – l’ho detto anche in premessa – quello che si pone come obiettivo: di favorire l’inserimento e il mantenimento di specie vegetali anche non autoctone; specie vegetali ovviamente di interesse apistico. È un aspetto questo su cui credo sia necessario porre attenzione e fare crescere anche cultura e conoscenza, sviluppare azioni concrete di sostegno attraverso adeguati strumenti quali, ad esempio, la prossima programmazione dei fondi strutturali e il Piano forestale.
Ovviamente, questa è una pratica che si rende utile anche a seguito di un cambiamento che è avvenuto nell’agricoltura, soprattutto in talune zone.
Inoltre, credo che potrà comunque mettere a valore anche terreni e luoghi comunque oggi in stato d’abbandono che potrebbero essere quindi valorizzati in questo modo.
Citavo in premessa, comunque, anche gli indirizzi che sono stati approvati in seno al Parlamento europeo lo scorso marzo 2018 con una risoluzione. Possiamo dire che, comunque, la nostra legge risponde coerentemente alle indicazioni e agli indirizzi contenuti in quella risoluzione, che si poneva l’obiettivo di sviluppare azioni per proteggere e sostenere il settore dell’apicoltura, ricordava l’importanza dell’apicoltura per l’agricoltura e auspicava anche l’aumento di fondi per gli apicoltori, raccomandando l’impegno nella ricerca, nella formazione e nell’istruzione.
L’Assemblea, inoltre, approverà, su proposta della Giunta, il programma apistico poliennale. Questo programma permetterà di programmare tutte le azioni necessarie per dare gambe alle finalità, alle strategie di questa legge, azioni che saranno sostenute e finanziate attraverso le misure comunitarie di sostegno alle organizzazioni comuni di mercato, le cosiddette “OCM”.
Infine, la legge definisce le competenze in tema di vigilanza assegnando alle aziende sanitarie e ai servizi regionali le funzioni di controllo, oltre a prevedere all’articolo 10 le sanzioni da applicarsi in caso di violazione. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI
PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.
È così conclusa la fase antimeridiana dell’Assemblea, che riprenderà alle ore 14.
La seduta ha termine alle ore 12,58
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta:
il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI, gli assessori Paola GAZZOLO e Massimo MEZZETTI e i consiglieri Stefano BARGI e Gian Luigi MOLINARI.
Votazione elettronica
OGGETTO 6244 “Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla Legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)»” (106)
Presenti: 42
Favorevoli: 25
Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.
Contrari: 8
Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Giancarlo TAGLIAFERRI.
Astenuti: 8
Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Silvia PRODI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.
Non votanti: 1
Simonetta SALIERA.
Assenti: 8
Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alan FABBRI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI.
Emendamenti
OGGETTO 6244 “Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla Legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)»” (106)
Emendamento 1, a firma del consigliere Tagliaferri:
«All’articolo 1, comma 6, lettera d) le parole “richiedenti nonché” sono soppresse.»
(Respinto)
Emendamento 2, a firma del consigliere Tagliaferri:
«All’articolo 1, comma 6, lettera d) le parole “o umanitaria” sono soppresse.»
(Respinto)
Emendamento 3, a firma del consigliere Boschini:
«Al comma 4 dell’articolo 2 del progetto di legge “Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale n. 17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).” (d.G.R. n. 356/2018) la parola: “nazionali” è eliminata.»
(Approvato)
Emendamento 4, a firma del consigliere Boschini:
«All’oggetto assembleare n. 6244, il comma 1 dell’articolo 26 ter della legge regionale n. 17 del 2005, come sostituito dall’articolo 5 del progetto di legge, è sostituito dal seguente:
- “L’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna verifica l’idoneità e la congruenza delle comunicazioni effettuate dai soggetti promotore ed ospitante, ai sensi dell’art. 24, commi 7 e 9. Dopo dieci giorni di calendario dal recepimento da parte del sistema informativo della documentazione inviata, l’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna tramite il sistema informativo effettua la verifica su idoneità e congruenza delle comunicazioni. I soggetti Promotore e Ospitante, con espressa richiesta attraverso il sistema informativo, possono rinunciare alla facoltà di successiva modifica dei contenuti della documentazione presentata. In questo caso la verifica su idoneità e congruenza delle comunicazioni è effettuata sin dal momento del recepimento della documentazione e l’esito della verifica sarà visibile nel sistema informativo al soggetto promotore, nella giornata successiva. Dalla verifica della coerenza delle informazioni contenute nella documentazione, attestata dall’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna tramite il sistema informativo, il tirocinio è attivabile. Qualora la documentazione risulti incompleta o non idonea, l’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna tramite il sistema informativo segnala, immediatamente dopo la suddetta verifica, la necessità di integrare la documentazione, consentendo la correzione delle eventuali incongruenze entro il termine perentorio di trenta giorni di calendario dalla segnalazione delle stesse; il soggetto promotore potrà sanare anche di propria iniziativa le incongruenze, che gli verranno segnalate dai sistemi informativi. Dalla avvenuta regolare integrazione della documentazione, attestata dall’Agenzia per il lavoro dell’Emilia-Romagna tramite il sistema informativo, il tirocinio è attivabile; se le incongruenze non vengono corrette entro il termine perentorio di 30 giorni di calendario, il tirocinio non è attivabile. L’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna prende atto della corretta attivazione del tirocinio attraverso un proprio provvedimento entro 45 giorni dall’attestazione, da parte del sistema informativo, dell’attivabilità del tirocinio.”.»
(Approvato)
Emendamento 5, a firma del consigliere Boschini:
«All’oggetto assembleare n. 6244, al comma 5 dell’articolo 26 quinquies della legge regionale n. 17 del 2005, come sostituito dall’articolo 7 del progetto di legge, il periodo dopo le parole “definisce con proprio atto” è sostituito dal seguente: “in modo coordinato con altre eventuali rilevazioni di risultato richieste dall’amministrazione, un formulario di valutazione del tirocinio, da compilarsi da parte del tirocinante al termine dell’esperienza.”.»
(Approvato)
Emendamento 6, a firma dei consiglieri Prodi, Torri e Taruffi:
«All’articolo 4, il comma 2 dell’art. 26 bis della legge 17/2005 viene così modificato:
Possono essere ospitati tirocinanti nel rispetto delle seguenti quote di contingentamento:
a) un tirocinante, nelle unità operative prive di dipendenti o con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato nonché determinato, purché la data di inizio del contratto sia di almeno 12 mesi anteriore alla data di avvio del tirocinio;
b) non più di due tirocinanti contemporaneamente, nelle unità operative con un numero di dipendenti compreso tra sei e venti, assunti a tempo indeterminato nonché determinato, purché la data di inizio del contratto sia di almeno 12 mesi anteriore alla data di avvio del tirocinio;
c) un numero di tirocinanti non superiore al dieci per cento dei dipendenti contemporaneamente, con arrotondamento all’unità superiore, nelle unità operative con ventuno o più dipendenti a tempo indeterminato nonché determinato, purché la data di inizio del contratto sia di almeno 12 mesi anteriore alla data di avvio del tirocinio.»
(Respinto)
Emendamento 7, a firma della consigliera Sensoli:
«Nel comma 5 dell’articolo 1 della legge regionale n. 17 del 2005, come sostituito dall’articolo 1 del progetto di legge n. 6244, la parola “quaranta” è sostituita da “venti”.»
(Respinto)
Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno
È stato presentato il seguente progetto di legge:
7987 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Disciplina per l’avvio e l’esercizio dei condhotel e per il recupero delle colonie”. (Delibera di Giunta n. 249 del 18 02 19)
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
7948 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per facilitare le associazioni del terzo settore e le organizzazioni di volontariato che svolgono manifestazioni ed iniziative pubbliche, con particolare riferimento alla piattaforma SuapPER. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Poli
7949 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti progetti di tracimazione controllata del fiume Po, con particolare riferimento alle esondazioni di ritorno. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Prodi
7950 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a fronte della scoperta, nel territorio collinare di Imola, di una scuola materna priva delle necessarie autorizzazioni all’apertura. A firma del Consigliere: Galli
7952 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa questioni e procedure riguardanti la promozione e gli interventi relativi agli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola. A firma del Consigliere: Galli
7953 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti la realizzazione di interventi di integrazione sociale tramite la metodologia dell’autocostruzione totale in campo abitativo, con particolare riferimento alla situazione esistente a Filetto (RA). A firma del Consigliere: Bertani
7954 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l’operatività del Comitato permanente sottoprodotti. A firma della Consigliera: Rontini
7956 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la delocalizzazione dell'azienda Frama Action di Novi di Modena e per tutelare i lavoratori della stessa. A firma del Consigliere: Alleva
7957 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedimenti riguardanti incarichi di collaborazione relativi all'AUSL di Bologna ed all'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7958 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare i disservizi che si registrano nel bacino di utenza dell'Agenzia di Mobilità Romagnola, con particolare riferimento ai contributi alla stessa attribuiti. A firma del Consigliere: Pompignoli
7959 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per abbassare i tempi di attesa relativi alle prestazioni specialistiche ambulatoriali di primo accesso presso l'AUSL di Parma. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7960 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per finanziare la realizzazione della tangenziale Nord Ovest, fra il casello dell'A21 e la strada provinciale 10R Padana Inferiore, di Castel S. Giovanni (PC), già prevista nel PRIT 1998-2010 e mai compiuta. A firma dei Consiglieri: Rancan, Tagliaferri
7963 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attuare interventi volti alla rimozione dei tronchi d’albero che si sono accatastati lungo il corso del fiume Savena, nella zona di Pianoro vecchio, e che pregiudicano il flusso delle relative acque. A firma del Consigliere: Galli
7964 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a fronte della presenza nel fiume Santerno, a Imola, di sostanze inquinanti e schiume che ne ricoprono la superficie. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7965 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e questioni riguardanti il taglio di alberi, con particolare riferimento ad episodi di disboscamento indiscriminato ed agli interventi sul corso del fiume Santerno. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7966 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per l’attivazione, presso l’Aeroporto Marconi di Bologna, di un presidio medico stabile. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7967 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare i livelli occupazionali e garantire il rispetto del piano industriale relativi all’azienda Demm di Alto Reno Terme. A firma del Consigliere: Galli
7968 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare il fenomeno del ritiro sociale volontario, denominato “Hikikomori”, con particolare riferimento ai giovani ed al mondo della scuola. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani
7969 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di ripristino del Canale Emiliano Romagnolo, danneggiato a seguito dell’esondazione del fiume Reno. A firma del Consigliere: Pettazzoni
7970 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti l’installazione, a Zadina nel Comune di Cesenatico, di un impianto radioelettrico per telecomunicazioni. A firma del Consigliere: Pompignoli
7972 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per eliminare i casi di maltrattamento a danno degli anziani ospiti di strutture. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7973 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rafforzare e rendere più efficace la lotta alla corruzione, specie nell’ambito della sanità pubblica. A firma della Consigliera: Piccinini
7974 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte di maltrattamenti perpetrati nei confronti di anziani ospiti in una struttura, con particolare riferimento alla costituzione quale parte civile della Regione Emilia-Romagna nel relativo procedimento. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7975 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti l’assunzione dei “navigator”, relativi ai centri per l’impiego, nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Galli
7976 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni, i controlli e le normative da porre in essere per evitare ulteriori casi di maltrattamenti di anziani non autosufficienti e minori ospitati in strutture, con particolare riferimento alla situazione esistente a San Benedetto Val di Sambro. A firma del Consigliere: Galli
7977 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rendere obbligatoria la presenza di un defibrillatore in ogni istituto scolastico. A firma del Consigliere: Galli
7978 - Interrogazione a risposta scritta circa una giornata seminariale, ed i contributi corrisposti ai relativi relatori, organizzata dalla Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7979 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la linea ferroviaria Reggio Emilia, Bagnolo, Novellara e Guastalla, ed i relativi disagi e disservizi causati all’utenza della stessa. A firma del Consigliere: Sassi
7980 - Interrogazione risposta scritta circa le azioni da attuare a seguito del rifiuto all’iscrizione di un ragazzo con disabilità presso un istituto scolastico di Sassuolo. A firma del Consigliere: Sassi
7981 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare i maltrattamenti di anziani ospiti di strutture e per istituire delle "Comunità Alloggio Sociale per Anziani autosufficienti" che offrano residenzialità di tipo sociale. A firma della Consigliera: Gibertoni
7982 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'hub piacentino di GLS, il rispetto del principio di legalità e la salvaguardia dell'economia regionale. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi
7983 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare l’esclusione di bambini da scuole pubbliche per l’infanzia in quanto diabetici, con particolare riferimento a quanto avvenuto a Castelnovo né Monti. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7984 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa l’accertamento di maltrattamenti in danno di ospiti anziani e non autosufficienti presso una Casa Famiglia con sede nel Comune di San Benedetto Val di Sambro, ed i controlli, la normativa e le azioni da attuare per evitare il ripetersi di tali situazioni. A firma del Consigliere: Facci
7985 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa riguardante i lavoratori del comparto sanità esposti a radiazioni ionizzanti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7986 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per scongiurare il pericolo di disastri ambientali conseguenti alla presenza, nella Pialassa dei Piomboni di Ravenna, di relitti di navi in condizioni di abbandono. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli
7989 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche riguardanti casi di diabete in età pediatrica, con particolare riferimento al rispetto delle norme per la somministrazione dei farmaci in orario scolastico. A firma del Consigliere: Torri
7990 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa e le procedure riguardanti le concessioni in materia di commercio al dettaglio su aree pubbliche. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7992 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto, presso le strutture sanitarie, delle linee di indirizzo regionali per l'accoglienza delle donne vittime di violenza sessuale, con particolare riferimento alla situazione esistente presso l'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Galli
7995 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire, a Parma, l’attività della polizia locale volta al contrasto del traffico ed alla vendita di stupefacenti, anche tramite arresti e sequestri. A firma del Consigliere: Rainieri
7996 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni e le procedure da attuare per evitare il ripetersi di rotture arginali quali quelle riguardanti il fiume Reno. A firma della Consigliera: Piccinini
7998 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per contrastare il radicamento, in Emilia-Romagna, delle mafie straniere, con particolare riferimento a quella nigeriana ed a quanto avvenuto, a Ferrara, in data 16 febbraio 2019. A firma del Consigliere: Tagliaferri
8000 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le problematiche connesse alla somministrazione di farmaci all’interno delle scuole, con particolare riferimento al caso, riguardante un bambino diabetico, verificatosi nella Provincia di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Sassi
8001 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante l’azienda Sirti s.p.a, e la tutela dei lavoratori della stessa. A firma del Consigliere: Taruffi
8002 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di attesa degli esiti relativi agli esami istologici e citologici effettuati presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri
8003 - Interrogazione a risposta scritta circa gli effetti sul clima organizzativo all’interno dell’Ospedale di Vaio a Fidenza a seguito di contrasti insorti tra il personale medico operante in tale struttura. A firma del Consigliere: Rainieri
8004 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le difficoltà in cui versano i consorzi per l’internazionalizzazione riguardo alle politiche regionali per l’export. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte
8005 - Interrogazione a risposta scritta circa le condizioni assistenziali esistenti nelle Case di residenza per anziani, con particolare riferimento al progetto denominato “Sente-Mente” in itinere presso le strutture di Sant’Anna e Santa Caterina di Bologna. A firma del Consigliere: Facci
8006 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa gli strumenti per vigilare sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano
8007 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i controlli realizzati sulle strutture che ospitano anziani e disabili in regione e sui conseguenti esiti. A firma del Consigliere: Taruffi
8008 - Interrogazione di attualità a risposta immediata per sapere a partire da quale e fino a quale giorno possa essere individuata la data di svolgimento delle prossime elezioni regionali. A firma del Consigliere: Bertani
8009 - Interrogazione di attualità a risposta immediata circa l'eventuale monitoraggio specifico dei treni utilizzati dai pendolari, al fine di individuare e anticipare possibili situazioni di emergenza come quella accaduta sulla linea ferroviaria che collega Reggio Emilia, Bagnolo, Novellara e Guastalla. A firma del Consigliere: Sassi
Interpellanze
7951 - Interpellanza circa l’avversione della cittadinanza di Finale Emilia nei confronti dell’ampliamento della relativa discarica. A firma della Consigliera: Gibertoni
7999 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere per rimuovere e smaltire i rifiuti presenti nel sito di San Lorenzo in Noceto, al fine di giungere alla completa bonifica dell’area. A firma del Consigliere: Pompignoli
Risoluzioni
7955 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi in tutte le sedi possibili al fine di sostenere verso Poste Italiane il consolidamento, nonché il rafforzamento nei casi possibili (come l'estensione dei giorni di apertura), degli uffici postali ubicati nei comuni dell'Appennino Reggiano, riconoscendoli quale fonte di presidio e servizio fondamentale per il mantenimento della popolazione montana e per l'attività turistica. (14 02 19) A firma del Consigliere: Delmonte
7961 - Risoluzione per impegnare la Giunta affinché proceda alla Costituzione di una Commissione scientifica avente il compito di analizzare e valutare le cause della rottura arginale del fiume Reno e per l’analisi strutturale delle arginature rimanenti del suddetto fiume. (18 02 19) A firma del Consigliere: Sassi
7962 - Risoluzione per impegnare la Giunta a reintrodurre la figura del ginecologo con reperibilità notturna nella fascia oraria dalle 20.00 alle 8.00, sette giorni su sette presso l’Ospedale di Pavullo nel Frignano e presso l’Ospedale Sant’Anna di Castelnuovo né Monti nel reggiano. (18 02 19) A firma del Consigliere: Galli
7971 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad estendere l’esenzione del ticket per prestazioni di Pronto Soccorso, a seguito di infortuni subiti in orario di servizio, anche agli agenti del corpo di Polizia Penitenziaria. (20 02 19) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli
7988 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad aderire all’appello del FAI (Fondo Ambiente Italiano) stanziando un contributo economico pari al numero dei voti raccolti dall'Antico Stabilimento Termale di Porretta Terme allo scopo di finanziare un primo progetto di restauro del complesso termale. (21 02 19) A firma del Consigliere: Taruffi
7991 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a prevedere un adeguato stanziamento economico per l'erogazione di contributi, diretti a favorire l'installazione su base volontaria di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso all'interno di nidi, micronidi, e strutture socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, o comunque in condizioni di inferiorità fisica e psichica, previo accordo con le rappresentanze sindacali, e comunque nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali. (21 02 19) A firma del Consigliere: Facci
7993 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere sul territorio regionale la cultura e la definizione di strategie d'intervento per il ritiro sociale volontario dei soggetti coinvolti (Hikikomori), approntando anche un protocollo d'intesa con l'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna, l'Ordine degli Psicologi e le associazioni che si occupano del fenomeno. (21 02 19) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani
7994 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad aggiornare la normativa che disciplina l'organizzazione, l'autorizzazione e il funzionamento delle strutture dedicate all'assistenza dei soggetti più deboli e a sostenere l'iniziativa a livello nazionale per installare telecamere a circuito chiuso in tali strutture. (21 02 19) A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Rancan, Tagliaferri
7997 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad istituire "Comunità Alloggio Sociale per Anziani autosufficienti" offrendo residenzialità di tipo sociale, in grado di garantire tutela e protezione abitativa a persone anziane, di età superiore a 65 anni, fragili e vulnerabili socialmente, autosufficienti, o con una parziale compromissione nelle attività strumentali della vita quotidiana o nella vita di relazione assicurando servizi alberghieri e sociali interni alla struttura, integrando tali strutture con i normali servizi sociali, sociosanitari e sanitari, di comunità, determinando un modello organizzativo che la Regione Emilia-Romagna può realizzare su tutto il territorio regionale, per la realizzazione delle "Comunità Alloggio Sociale per Anziani autosufficienti" (CASAER) con gestione pubblica, garantendo un’accoglienza fino a 12 ospiti ciascuna. (22 02 19) A firma della Consigliera: Gibertoni
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
7605 - Interrogazione a risposta scritta circa l'accertamento dei casi di infezioni causate dal microbatterio Chimera, con particolare riferimento agli interventi cardiochirurgici effettuati a Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni
7607 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'Unità Operativa di Oculistica presso l'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7608 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche connesse a proposte riguardanti la distribuzione gratuita di contraccettivi ai giovani, tramite i consultori pubblici, e le azioni da porre in essere per potenziare i corsi di educazione sessuale negli istituti scolastici medi e superiori. A firma del Consigliere: Galli
7609 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni ed i procedimenti da attuare per riconoscere il servizio di bonifica dagli imenotteri svolto dai Vigili del Fuoco, con particolare riferimento alla relativa dotazione tecnica ed al connesso aggravio di lavoro. A firma del Consigliere: Alleva
7610 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante un canile sito a Bagnolo di Piano (RE). A firma della Consigliera: Gibertoni
7613 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la realizzazione della terza corsia sulla A13 nel tratto Ferrara-Bologna. A firma del Consigliere: Calvano
7614 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare l'eliminazione dell'abbonamento per studenti "Scuola card". A firma del Consigliere: Galli
7615 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti percorsi autorizzativi relativi ad aree e cave site a Calendasco (PC). A firma della Consigliera: Gibertoni
7620 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per incrementare la manutenzione delle reti idriche, per incentivare la coltivazione della terra e le aziende agricole che tutelano il suolo, specie in zone abbandonate. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7621 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche inerenti la previsione di una sede unica per AMR, a Cesena, smantellando tutti i precedenti presidi operativi operanti sul territorio. A firma del Consigliere: Pompignoli
7622 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza dei pedoni nel tratto stradale del ponte sul Reno che collega, in località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio. A firma del Consigliere: Facci
7626 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la Commissione Regionale del Farmaco, con particolare riferimento allo svolgimento delle relative funzioni e riunioni. A firma del Consigliere: Galli
7627 - Interrogazione a risposta scritta circa il pagamento, da parte dell’AUSL di Ravenna, dei danni subiti da una ragazza rimasta invalida e definiti da una sentenza del Tribunale competente. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani
7629 - Interrogazione a risposta scritta circa il divieto di macellazione domestica famigliare di suini per i non allevatori. A firma del Consigliere: Rainieri
7630 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rafforzare le strutture ospedaliere di Carpi e di Mirandola. A firma del Consigliere: Campedelli
7631 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione attuale e le azioni da porre in essere per tutelare i pazienti affetti da fibromialgia. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7632 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Galli
7633 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per scongiurare il depotenziamento del reparto di Senologia dell’Ospedale Franchini di Rimini. A firma del Consigliere: Galli
7634 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti procedure selettive relative all’Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7636 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire la sicurezza dei cittadini che transitano sulla Strada Provinciale 65 della Futa. A firma del Consigliere: Taruffi
7637 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i danni causati alle aziende agricole dai lupi, con particolare riferimento alla situazione esistente a Gaggio Montano. A firma del Consigliere: Galli
7638 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche riguardanti il trasporto ferroviario regionale, con particolare riferimento alla tutela degli studenti e dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Bertani
7639 - Interrogazione a risposta scritta circa la legittimità di disposizioni contenute nella L.R. 13/2015, con particolare riferimento al trattamento del personale regionale trasferito alle Camere di Commercio. A firma del Consigliere: Rainieri
7641 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare il depotenziamento del Reparto di Chirurgia Senologica di Sant’Arcangelo di Romagna. A firma del Consigliere: Sensoli
7642 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il benessere degli animali, con particolare riferimento all’esibizione pubblica di rapaci ed alle relative manifestazioni. A firma della Consigliera: Gibertoni
7646 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la penalizzazione dei collegamenti ferroviari diretti di Parma con le altre importanti realtà nazionali, con particolare riferimento ai treni Frecciabianca che la collegano a Torino. A firma del Consigliere: Rainieri
7648 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle criticità riguardanti l’AUSL Romagna, con particolare riferimento alle situazioni esistenti a Ravenna ed a Cesena. A firma del Consigliere: Galli
7650 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da porre in essere per mettere in sicurezza la strada SS 632, con particolare riferimento alla frana sita in località Ponte della Venturina (BO). A firma del Consigliere: Galli
7653 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti un canile sito a Castelnovo di Sotto (RE). A firma della Consigliera: Gibertoni
7654 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare i disagi causati dal nuovo orario riguardante la tratta ferroviaria Ravenna-Bologna. A firma del Consigliere: Liverani
7656 - Interrogazione a risposta scritta circa sperimentazioni in corso presso l’Ospedale di Montecatone di Imola (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7657 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli previsti nell’Ospedale di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7658 - Interrogazione a risposta scritta circa la conformità rispetto alle norme vigenti degli allevamenti di animali da pelliccia presenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Facci
7661 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle criticità riguardanti l’Ospedale Policlinico di Sant’Orsola-Malpighi, con particolare riferimento al rispetto delle linee guida regionali per l'accreditamento delle medicine interne. A firma del Consigliere: Galli
7665 - Interrogazione a risposta scritta circa l’attivazione da parte delle autorità sanitarie della città di Parma della fase di attenzione per una possibile nuova epidemia di legionellosi. A firma del Consigliere: Rainieri
7671 - Interrogazione a risposta scritta circa l’iscrizione nel Registro regionale delle associazioni di promozione sociale di una associazione con sede a Vignola. A firma del Consigliere: Bargi
7672 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di un unico database regionale per i veicoli elettrici. A firma del Consigliere: Paruolo
7677 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da attuare presso Trenitalia per risolvere le criticità gravanti sull’utenza e sui pendolari, con particolare riferimento alla riorganizzazione degli orari ed alle tratte Rimini-Viserba-Cesenatico e Ravenna-Bologna. A firma del Consigliere: Galli
7678 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli da porre in essere per evitare che gli anziani siano oggetto, nelle strutture che li dovrebbero assistere, di vessazioni e di maltrattamenti. A firma del Consigliere: Galli
7682 - Interrogazione a risposta scritta circa i procedimenti in ambito sanitario ed ambientale da attivare in relazione ad un insediamento di nomadi sito a Novi di Modena. A firma del Consigliere: Bargi
7683 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare, anche tramite l’installazione di telecamere, i minori in ambito scolastico, con particolare riferimento alle scuole materne. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7684 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le criticità riguardanti il Poliambulatorio di Modena e tutelare il relativo personale. A firma del Consigliere: Galli
7710 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ottenere una deroga per i punti nascita di Castelnovo né Monti, Pavullo e Borgo Val di Taro, al fine di tutelare le donne in stato di gravidanza ed evitare il ripetersi di parti nelle autoambulanze. A firma del Consigliere: Sassi
7711 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare i disagi per la cittadinanza causati dalla chiusura dei passaggi a livello di Via Cavallo, di Via Viazzolo Lungo e di Via Zecchiere, con particolare riferimento ai Comuni di Guastalla, Novellara e Bagnolo. A firma del Consigliere: Galli
7712 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare il ripetersi di parti nelle autoambulanze, e per tutelare le partorienti, con particolare riferimento alla situazione esistente nella Provincia di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte
7713 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e problematiche riguardanti la tutela dei minori in relazione alla contestazione di infrazioni, quali quelle connesse all’utilizzo del trasporto pubblico. A firma della Consigliera: Gibertoni
7715 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare il depotenziamento dell’Ospedale di Santa Maria Bianca di Mirandola. A firma del Consigliere: Galli
7716 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ripristinare la guardia ginecologica H24 presso l’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo né Monti. A firma dei Consiglieri: Torri, Prodi
7717 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, nell’ambito dell’accreditamento delle Residenze Sanitarie Assistenziali, per superare le problematiche esistenti, con particolare riferimento alla situazione esistente a Longiano. A firma del Consigliere: Bertani
7760 - Interrogazione a risposta scritta circa la distruzione di un’opera di street art in occasione della commemorazione dell’Eccidio di Modena del 9 gennaio 1950, che ricorda l’uccisione di lavoratori che parteciparono allo sciopero delle Fonderie di via Ciro Menotti. A firma del Consigliere: Alleva
7774 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative per prolungare il periodo minimo e obbligatorio del servizio di assistenza alla balneazione. A firma della Consigliera: Rossi
7793 - Interrogazione a risposta scritta circa la crisi e la salvaguardia dei posti di lavoro del Gruppo Kipre. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi
7802 - Interrogazione a risposta scritta circa la crisi finanziaria del Gruppo Kipre, specializzato nella produzione di carni insaccate, con sede a Modena e circa le iniziative che la Giunta intende intraprendere a salvaguardia dei numerosi posti di lavoro. A firma del Consigliere: Rainieri
7833 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto artistico realizzato a Rimini “Il Laboratorio aperto diventa un Foyer a cielo aperto”. A firma della Consigliera: Sensoli
La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:
7859 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti una società patrimoniale partecipata del Comune di Sassuolo. A firma del Consigliere: Galli
In data 6 febbraio 2019 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 7762:
7762 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la realizzazione del collegamento tra le stazioni sciistiche del Corno alle Scale e della Doganaccia sul versante toscano. A firma del Consigliere: Facci
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 08/02/2019 al 21/02/2019
DPGR n. 17 del 08/02/2019
Costituzione commissioni mediche locali per le patenti di guida ai sensi del D.P.R. n. 495/1992 e ss.mm.ii. - modifica decreto n. 89/2017.
DPGR n. 19 del 13/02/2019
Costituzione della commissione per la valutazione dei candidati alla nomina a Direttore generale delle Aziende e degli Enti del SSR.
(Comunicazioni n. 79 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2019/502 del 25/02/2019)
I PRESIDENTI |
I SEGRETARI |
Rainieri - Saliera |
Rancan - Torri |