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48.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2261

Comunicazione del Presidente della Giunta ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea su: Patto per il lavoro e per il clima.

(Discussione)

(Risoluzioni 2261/1/2/3 - oggetti 2298 - 2299 - 2300 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BONACCINI, presidente Giunta

RANCAN (Lega)

PICCININI (M5S)

LISEI (FdI)

ZAPPATERRA (PD)

CASTALDINI (FI)

TAGLIAFERRI (FdI)

MASTACCHI (RCPER)

PIGONI (BP)

BONDAVALLI (BP)

ZAMBONI (EV)

TARUFFI (ERCEP)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

 

OGGETTO 2009

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Misure urgenti per promuovere la rigenerazione urbana dei centri storici, favorire gli interventi di qualificazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 e recepire le norme di semplificazione in materia di governo del territorio di cui al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76”. (14)

(Continuazione discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

RAINIERI (Lega)

COSTA (PD)

TARUFFI (ERCEP)

OCCHI (Lega)

LISEI (FdI)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (Lega)

OCCHI (Lega)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni oggetti 2261/1 (2298) - 2261/2 (2299) - 2261/3 (2300), 2009

Emendamenti oggetto 2009

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,48

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno a tutti.

Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 48 del giorno 23 dicembre 2020.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONACCINI Stefano
  7. BONDAVALLI Stefania
  8. BULBI Massimo
  9. CASTALDINI Valentina
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. DELMONTE Gabriele
  14. FABBRI Marco
  15. GIBERTONI Giulia
  16. IOTTI Massimo
  17. LISEI Marco
  18. LIVERANI Andrea
  19. MALETTI Francesca
  20. MARCHETTI Francesca
  21. MASTACCHI Marco
  22. MONTALTI Lia
  23. MONTEVECCHI Matteo
  24. MORI Roberta
  25. MUMOLO Antonio
  26. OCCHI Emiliano
  27. PARUOLO Giuseppe
  28. PELLONI Simone
  29. PETITTI Emma
  30. PIGONI Giulia
  31. PILLATI Marilena
  32. RANCAN Matteo
  33. RONTINI Manuela
  34. ROSSI Nadia
  35. SABATTINI Luca
  36. SONCINI Ottavia
  37. STRAGLIATI Valentina
  38. TAGLIAFERRI Giancarlo
  39. TARASCONI Katia
  40. TARUFFI Igor
  41. ZAMBONI Silvia
  42. ZAPPATERRA Marcella

 

 

OGGETTO 2261

Comunicazione del Presidente della Giunta ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea su: Patto per il lavoro e per il clima.

(Discussione)

(Risoluzioni 2261/1/2/3 - oggetti 2298 - 2299 - 2300 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori con il seguente argomento: 2261, comunicazione del presidente della Giunta ai sensi dell’articolo 76 del Regolamento dell’Assemblea: comunicazione sul Patto per il lavoro e per il clima.

A questo oggetto sono state abbinate due risoluzioni: la risoluzione 2261/1, risoluzione che impegna la Giunta a relazionare in sede di Commissione, con cadenza semestrale, il risultato del monitoraggio del Patto per il lavoro e per il clima, conseguentemente al confronto preventivo con i firmatari dello stesso, già programmato all’interno del Patto, a firma del consigliere Rancan e altri.

E poi la risoluzione 2261/2 che impegna la Giunta a promuovere la progressiva adesione al Patto per il lavoro e per il clima anche di altre organizzazioni ambientaliste, per rafforzare la capacità di intervento e l’efficacia delle strategie e aprire un confronto sulle misure attuative per definire strumenti di pianificazione degli interventi e della loro implementazione, collocandoli in un’articolazione cronologica che ne possa consentire il monitoraggio, la verifica e l’eventuale adeguamento, a firma della consigliera Piccinini.

A questo punto, passo la parola al presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Abbiamo pensato che, come accadde cinque anni fa, era luglio del 2015, fosse necessario dare alla legislatura... Ci verrò tra un attimo. In questa abbiamo guardato ben oltre. Per cercare di collocare in una cornice di programmazione e obiettivi strategici il lavoro, peraltro solito, quotidiano, faticoso, ma anche esaltante, per certi aspetti, di risposte ai nostri territori, alle nostre comunità, per collocare l’Emilia-Romagna in un posto all’altezza delle sue peculiarità, eccellenze e anche, io credo, aspettative.

Ci siamo trovati a vivere un tempo nel quale avremmo immaginato di collocare il nuovo Patto per il lavoro e per il clima in una stagione ordinaria. Invece, per colpa di nessuno, ci siamo trovati a vivere una stagione, quest’anno, che, se ce l’avessero raccontato esattamente un anno fa in quest’aula, avremmo pensato a una barzelletta o a uno scherzo.

Si vive la contemporaneità. Non abbiamo potuto fare altro che cercare, prima, di difenderci dalla pandemia e poi persino andarla ad aggredire. Io voglio guardare con fiducia al prossimo anno, credo l’anno decisivo, al di là della temporalità con cui la cosiddetta “immunità di gregge” arriverà. Insieme alla presidente dell’Assemblea, Petitti, abbiamo appena mandato un brevissimo messaggio video ai dipendenti di questa Regione. Abbiamo detto: speriamo sia la prima e l’ultima volta che ci tocca farlo in queste condizioni, con la mascherina, da lontano, senza poterci abbracciare, o quantomeno stringerci la mano, come facevamo nel brindisi ogni anno nell’aula qui sotto.

Per la verità, nel dramma che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo, abbiamo pensato che in ogni caso, come fu nel dopoguerra per le generazioni che ci hanno preceduto e come è stato per tanti di noi solo otto anni fa, otto anni e mezzo fa, nel terribile terremoto che colpì una parte dell’Emilia, io sono sicuro che questa Regione ripartirà.

La discussione di ieri in aula, e anche col bilancio che abbiamo approvato, insieme ad altri strumenti che collocherò affianco del patto, ci permetteranno – io penso davvero – di partire prima e meglio di tanti altri.

Un’unica cosa non riusciremo a riparare, con le migliaia di persone in questa regione, con le decine di migliaia di persone nel Paese. Come dicevo ieri, a Natale non le vedremo al loro posto, non perché ci siano ragioni di opportunità e di regole da rispettare, ma perché non ci sono più.

Tutto il resto sono convinto che noi lo recupereremo. Lo dovremo adattare ad un tempo nuovo. Allora viene da dire che quel patto per il lavoro e per il clima che abbiamo saputo indicare, portandoci con noi la firma, l’adesione di tutte le parti sociali di questa regione, e persino, per la prima volta, qualche rappresentanza in più, sia la cornice nella quale, mettendoci un tempo più lungo, almeno il 2030, come l’Agenda ONU indica, noi si possa costruire le condizioni per cui le scelte che verranno fatte, o quanto meno, se rispettate quelle che indichiamo, possano avere una cornice, la più condivisa possibile – da quando ero ragazzo mi hanno insegnato che se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano ci vai insieme agli altri – e possano permettere non solo di ripartire, e già questa non sarebbe poca cosa, mi direte, ma ripartire nel modo giusto, cioè collocando una terra, una regione che sappia anche in questo caso adeguare le proprie peculiarità ed eccellenze al tempo nuovo che viviamo e anche alle condizioni nuove che vivremo.

È una stagione in cui le decisioni sono a volte di brevissimo periodo. È bastata la notizia di una correzione del virus (uso un eufemismo) per bloccare voli, spaventare persone, rimettere l’ombra in quella luce che vedevamo alla fine del tunnel. Il 27 mattina confermo alla stessa ora, allo stesso minuto (più o meno) nelle nove province si partirà tutti insieme per vaccinare il primo migliaio, o poco meno, di persone. Siamo pronti e saremo pronti anche nei giorni successivi a partire con la prima tranche delle persone più coinvolte, gli operatori sanitari, a cui va tutto il nostro abbraccio. Come dicevo, con tutta la Giunta andremo a Natale a ringraziarli a nome non nostro, ma vostro, di tutta l’Assemblea legislativa. Poi anche, però, quelle persone che avete visto che fragilità hanno portato e a proposito di come dovremo cambiare le RSA e le CRA, che avranno bisogno di un ripensamento dal punto di vista degli standard con cui quei luoghi, diventati così fragili, in una terra che ne ha forse più che in qualsiasi altra parte d’Italia, devono essere affrontati.

La politica è più fragile di qualche anno fa. lo è nel mondo. Verrebbe da dire – non voglio farvi perdere troppo tempo – che ci sono alcuni Paesi, uno in particolare, in cui senza la pandemia sembrava che le elezioni andassero in una direzione e forse sono andate in un’altra anche a causa soprattutto della pandemia. Ci sono decisioni che vanno prese velocissime. Oggi – dopo devo, chiedendovi scusa, lasciarvi per l’alta responsabilità che ho – avremo una Conferenza straordinaria nel primo pomeriggio, la stiamo preparando adesso, con l’ANCI, con l’UPI e con il Governo per il tema della ripartenza della scuola, cercando tutti insieme di non far perdere ulteriori giorni ai nostri ragazzi o, quantomeno, ricominciare con la presenza alle superiori, se non per tutti, per una buona parte, e al contempo, però, avere chiaro che servono ancora più mezzi di trasporto, qualche orario differenziato, collocando quello come un servizio necessario per il tanto che abbiamo fatto pagare a tutti i nostri figli e nipoti. Noi ci abbiamo voluto mettere la strategia, pur in un tempo in cui anche noi a volte dobbiamo cambiare o adeguare le decisioni in poche ore. Dentro a questo, ci è sembrato che l’Agenda delle Nazioni Unite, ormai presa a riferimento da quasi tutte le Istituzioni nel mondo, chi più e chi meno, fosse il tempo, la linea giusta. Un decennio che va ben oltre questa legislatura, ben oltre chi ci succederà, ma che ha il dovere di provare a indicare una rotta, una strada.

Guardate, la vera anomalia è che noi, a partire da me, a volte, forse persino esaltandoli troppo, avevamo numeri che ci avevano riconsegnato una Regione che stava veramente andando verso la piena occupazione. Che poi fosse buona è tutto da dimostrare, ma certamente il recupero di migliaia di posti di lavoro era riconosciuto dagli attori sociali in campo. Venivamo da una recessione drammatica quando iniziammo la prima legislatura. Questa Regione aveva triplicato la disoccupazione rispetto agli ultimi 30-35 anni. Una congiuntura favorevole, a volte fortuna, tante altre volte, io credo, anche il merito da decisioni nazionali, europee, io credo anche quel Patto per il lavoro collocato in questa Regione ci hanno fatto correre più e meglio degli altri, o di tanti altri. Eravamo convinti che le nostre performance economiche, per le quali eravamo spesso ai vertici, la crescita, l’occupazione, l’export ci portassero quest’anno al vero slancio definitivo. Invece, una nuova recessione, nuovi posti di lavoro perduti o a rischio, saracinesche di imprese già abbassate o a metà. Quindi, uno sforzo che anche ieri abbiamo collocato in quegli impegni che dobbiamo garantire. Da soli non ce la possiamo fare, ma non è giusto nemmeno indicare solo agli altri quello che devono fare.

È stato un anno terribile. Il 2021 è tutt’altro che carico di incertezze e problemi. Ci mancherebbe. Ma la luce la possiamo cominciare a vedere, a partire dalle vaccinazioni su larga scala. Noi siamo una Regione aperta al mondo, perché esportiamo come nessun altro pro capite nel mondo rispetto al nostro Paese, peraltro il secondo Paese più manifatturiero d’Europa, dopo la Germania. Esportiamo merci, spesso merci di qualità eccellente, grazie alle nostre imprese e alle loro maestranze, e attiriamo tanti turisti. Eravamo su numeri che ricordavano quelli del boom economico del Paese in questi anni.

È un bel problema questo. Lo è meno per le merci, perché possono viaggiare e non portano il contagio. Lo è molto di più, e lo vedete, per il turismo e tutti i settori che aggregano persone, perché le persone diffondono il contagio.

Noi, però, anche nella pandemia siamo tra quelli che sul piano economico stanno reagendo meglio. Certo, ci sono tanti problemi. Andando ad analizzare e a scandagliare i dati economici di tanti istituti autonomi indipendenti, si vede che continuiamo a collocarci… Anche la ripresa, qui, partirà in maniera differente e più forte che da altre parti.

Il problema è intercettarla bene, il problema è tenere insieme il valore della ripresa economica con il valore della qualità della vita, di quella nuova vita a cui guardiamo, dei servizi. E allora, il nuovo patto per il lavoro e per il clima riparte certamente dal lavoro, perché per noi il lavoro è dignità, è cittadinanza, è libertà individuale, è coesione sociale.

E noi dobbiamo avere l’ambizione di offrire a tutti, a partire soprattutto da chi paga il prezzo più alto di questa crisi, i giovani e le donne, una opportunità per poter lavorare e tendere non solo alla piena, come spesso dicevo in passato, ma anche alla buona occupazione, che sia un lavoro di qualità, che poi sia dipendente o autonomo è indifferente, ma di qualità.

La precarietà abbiamo visto che è una condizione indesiderabile, spesso drammatica. È una condizione che dobbiamo combattere con politiche che rafforzano le persone, il lavoro, ma anche le imprese. E il primo fattore di qualità, ieri l’ho detto, l’abbiamo scritto, è quello della conoscenza: saperi diffusi, diritto all’accesso, gli strumenti per vivere pienamente e da persone libere il nostro tempo, come fattori di tanti e non solo di pochi.

Per questo, anche per un fatto di ragione e di generazione, siamo partiti dai nidi. Vedete: noi siamo la regione che in Italia, negli anni Settanta, ha “inventato” gli asili-nido, prendendoli a premio dalla Scandinavia. Sono nati qui i primi servizi per l’infanzia, mai pensati come parcheggi ma come prima agenzia educativa del territorio. Siamo partiti da lì prima ancora che dalla formazione secondaria e terziaria, che per noi è centrale, peraltro in un Paese, non so se condividete, che un po’ di decenni fa ha abbandonato troppo facilmente, o meglio, l’ha resa più fragile, la formazione tecnica e professionale. Invece oggi ne riscopriamo l’importanza perché manca – in alcuni settori, laddove anche in carenza di posti di lavoro si cerca personale qualificato, non perché non ci sia la voglia di farli lavorare – una parte di quella qualifica. Su questo, abbiamo detto che rafforzeremo tanto – è scritto in quel patto – il nostro impegno. Però, siamo partiti dall’infanzia proprio perché crediamo che coesione e inclusione per le famiglie di oggi e i cittadini di domani partano da lì. Poi, però, abbiamo pensato al tempo lungo, quindi salto tutto quello che ho già detto ieri. Ma l’Università delle Nazioni Unite, una delle poche sedi nel mondo da portare qui, vuole essere anche simbolicamente l’impegno che, insieme a tutti i firmatari del patto, abbiamo assunto. Se tutti i bambini e le bambine avranno la possibilità di entrare da subito nella rete educativa e formativa, ecco l’impegno sull’insegnamento della lingua inglese, ci permetterà di rafforzare tutto quello che è l’istruzione, fino all’università e alla laurea.

Tra poco gli assessori Salomoni e Corsini saranno in conferenza stampa per presentare il piano della ripartenza della scuola a gennaio, anche in presenza, per gran parte anche in presenza di nuovo, per i ragazzi che più hanno pagato la pandemia, e cioè quelli – chiamiamole come quelli della mia generazione le hanno conosciute – delle scuole superiori.

Il patto fissa un obiettivo ambizioso per questa regione, in un Paese che su questo è vicino alla maglia nera in Europa, cioè i cosiddetti NEET, quelli che non studiano e non lavorano. Noi vogliamo portarli sotto la soglia del 10 per cento, così come portammo, primi, sotto la soglia del 10 per cento in questi anni coloro che abbandonavano gli studi.

Una società amica della famiglia e della natalità fa meno retorica e più politica di quanto non se ne faccia – l’ho detto ieri – nel nostro Paese. È per questo che il welfare è per noi pilastro essenziale, in tutta la sua diramazione di servizi laddove, ad esempio, nuclei familiari più stretti portano ognuno di noi a vivere spesso una condizione drammatica nelle proprie case, laddove se non ci sono servizi, pubblici, ma anche privati, rischiamo che si ammalino le persone sane che devono stare vicino a quelle ammalate.

Su questo abbiamo detto ieri, un nuovo welfare, dentro un quadro di una nuova sanità pubblica molto più di territorio, se vogliamo dare opportunità. L’avete detto tutti ieri e su questo c’era proprio un punto di condivisione, maggioranza e opposizioni, la montagna ha più valore, più rilancio, montagna o aree interne. È proprio qui che dobbiamo insieme provare a trovare nuovi parametri. Guardate che è una sfida che, riguardasse solo l’Emilia-Romagna, copieremmo qualche altra Regione e avremmo risolto il problema. Lo sento dai miei colleghi in Conferenza: è un problema di tutti, lo spopolamento delle montagne, il rischio che, se anche c’è un buon servizio, però se non hai lavoro, te ne vai lo stesso per dare da mangiare alla tua famiglia. Insomma, proviamo a mettercela dentro.

Se la piena e buona occupazione con quelle caratteristiche e con un nuovo welfare era l’obiettivo essenziale del Patto di prima, quello per il lavoro e per la legalità, adesso serve la sfida a due mani del nostro tempo, che è anche quella che nel mondo milioni di ragazzi e ragazze, una nuova generazione in campo ci chiede di affrontare, che è quella della transizione ecologica. Certo, qualcuno può dire: ti indicano il problema, ma non ti danno le soluzioni. Ma trovare le soluzioni sta alla politica, sta a chi guida le Istituzioni, cercare di provare a vedere che i disastri di queste settimane... Confermo che il ministro Boccia e il capo della Protezione civile Borrelli saranno il 30 a Nonantola, la mattina. Ma quante Nonantola vedremo nei prossimi anni? Certo, se non cede un argine, ed è per questo che abbiamo chiesto la Commissione d’inchiesta, ne avremo meno. Ma al di là dell’argine, il problema è che ormai le piene che si contano sono sempre più record, e battono quelle di prima. La fragilità dei territori, dei monti, le frane. Il tema del suolo, il dissesto idrogeologico. Ecco, noi abbiamo bisogno che la transizione ecologica, certo, dia una mano a migliorare la qualità dell’ambiente circostante, ma poi c’è un tema: la fragilità del territorio deve tener conto di quello che il nostro Paese sconta con ritardo. Troppa crescita fondata sul consumo e la produzione di rifiuti, consumo di suolo, impossibilità di alimentare la nostra società con fonti esauribili e ormai ‒ diciamo la verità ‒ esaurite.

Noi abbiamo bisogno di tenere insieme una transizione, proprio per questo usiamo questa parola, che, pur vedendo un obiettivo su cui tutto il mondo è in ritardo, non perda di vista il fatto di lasciare solo qualcun altro, perché la transizione è un salto a piè pari nel futuro senza averne costruito gli strumenti per tutti.

Finisco. Noi abbiamo fissato obiettivi importanti, che anticipano anche quelli già ambiziosi fissati dall’Agenda europea. Prima del 2050 neutralità carbonica, entro il 2035 100 per cento di energie rinnovabili. E ancora, essendo ‒ su questo, sì, abbiamo cento metri di vantaggio ‒ i primi in Italia qualche anno fa ad approvare, questa Assemblea la votò, una legge sull’economia circolare, un ulteriore salto della raccolta differenziata. Noi fissiamo tra cinque anni all’80 per cento l’obiettivo. Lo fissammo al 70. Non ci credeva quasi nessuno. Ce l’abbiamo fatta. Non vedo perché non possiamo darci un obiettivo ulteriore ambizioso, per ridurre ulteriormente i rifiuti non riciclati. E poi 4,5 milioni di alberi in cinque anni, 600 chilometri in più di ciclabili al 2025 e oltre 1.000 al 2030, la riduzione del traffico motorizzato privato di almeno il 20 per cento nei prossimi 4-5 anni, il tema dell’impegno sul bacino padano, su cui, come presidenti delle quattro regioni coinvolte, chiederemo al Governo un impegno più robusto in termini di risorse e noi cercheremo di metterci il coraggio che serve.

Insomma, queste sfide, e ho finito, che sono quelle del Patto per il lavoro e per il clima, servono perché noi abbiamo bisogno di provare a fare cose che permettano anche di cucire e ricucire il nostro territorio, nella regione, l’unica, peraltro, che è proprio in orizzontale nello Stivale italiano, ne paga alcuni prezzi, ma ne ha anche un’opportunità gigantesca, cioè che passano più o meno tutti da qui. Occorre pensare al momento del lavoro che tiene insieme i servizi e le opportunità, tutte le comunità, fare investimenti legati alla cosiddetta svolta green sulla green industry e la green economy, e dall’altro, una tassazione per la parte che ci riguarda, che non è tanta, che provi ad andare ad incentivare, e posso dire, non solo a punire da un lato, ma a premiare, invece, dall’altro, con una logica che possa essere virtuosa.

Io credo che questo lo possiamo fare, e che lo possiamo fare insieme. Credo sia giusto, per chi ce lo ha chiesto: lo facevamo, lo facevamo nel Patto, nella sede della Conferenza del Patto con le parti sociali. Lo verremo a fare nelle Commissioni preposte, per la prima volta. Giusto chi ci ha chiesto ogni sei mesi di essere misurati, anzi, ci misuriamo tutti insieme.

Per finire, abbiamo coinvolto tutti, abbiamo dato più di un mese e mezzo a tutti i Gruppi consiliari per poter mandare proposte, ci siamo anche sentiti in viva voce, alcune proposte sono già entrate da parte di maggioranza e opposizione nel Patto, per migliorarlo, per ribadirlo. Ma faremo in tempo a correggerlo, perché se pensassimo che scrivendolo e firmandolo, ce lo siamo detti con tutte le parti sociali, o gran parte di esse, avessimo già capito cosa succederà nei prossimi anni, più che fare gli amministratori pubblici, potremmo candidarci ad aprire uno studio di maghi.

In questo modo io credo che con una continua e consapevole verifica delle cose che abbiamo fatto e scritto, scusate, guardandole come le abbiamo fatte, noi possiamo farcela.

È evidente che il Recovery Plan da un lato sia una formidabile occasione. È tutto da dimostrare che saremo all’altezza di quella sfida, ma è una formidabile occasione che non ci sarebbe mai stata e non c’era prima; settennato di fondi europei, che c’è sempre stato, e dovremo proseguire a dimostrare di saperli impegnare bene, anche correggendo, alla luce della vicenda drammatica pandemica, le priorità e, da ultimo, i nostri bilanci.

Io credo sia una bella sfida. Ringrazio tutti per aver contribuito a un lavoro collettivo e comune. Cercheremo di farlo diventare non solo strumento e ipotesi di lavoro, ma vero e proprio strumento per applicare e realizzare le tante idee che ci abbiamo voluto mettere dentro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Iniziamo con il dibattito generale. Abbiamo il consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Avrei bisogno di circa almeno quaranta minuti per poter dire tutto quello che vorrei, anche visti i tanti temi che sono stati toccati in questa informativa.

Parto, però, da un concetto di metodo. Riconosco il fatto che ci sia stato fornito il patto per poterci lavorare rispetto alla legislatura passata, dove il patto è stato presentato senza sentire i Gruppi assembleari, mi sarebbe piaciuto magari che si potesse arrivare a un confronto in aula prima della sua presentazione alla stampa, per vedere la sua versione finale prima dell’ufficialità e magari anche prima della firma.

Parto da una considerazione, perché cercherò di entrare nel merito per far sì che il mio intervento non risulti essere solamente un intervento di massima, però mi piace partire dal nome di questo patto, Patto per il lavoro e per il clima, sperando che queste due parole non debbano confliggere l’una con l’altra. Parto dal presupposto che queste due cose devono lavorare insieme senza l’una rallentare l’altra, quindi che possano lavorare in sinergia.

Nella conferenza stampa che è stata fatta per la presentazione del Patto per il lavoro abbiamo sentito parlare anche di miliardi di fondi, che però dobbiamo specificare, soprattutto per la gente che magari ci ascolta, che non sono presenti in questo patto, quelle risorse. Queste sono più delle linee guida che noi ci diamo su una linea strategica politica che deve guidare la Regione Emilia-Romagna per una ripresa post Covid che, secondo noi, deve essere improntata soprattutto a far sì, ripeto, che lavoro e clima possano andare di pari passo e che possano comprendere, però, anche le nostre imprese all’interno di un progetto strategico.

All’interno del Patto per il lavoro leggiamo molte volte la parola “sviluppo”. Sviluppo sostenibile. Secondo noi, ovviamente, dobbiamo andare verso uno sviluppo sostenibile senza, però, dimenticarci lo sviluppo, perché tante volte, e in questo Patto è stato citato più volte e ho letto diverse volte una questione che sinceramente faccio fatica a capire che è quella relativa allo sviluppo digitale democratico. È una frase che non riesco a capire. Spero che, quindi, questo possa essere utile anche per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, perché si possa arrivare ad un voto telematico, com’è già stato stabilito da qualche ente in qualche provincia di questa regione.

Speriamo che in questo Patto non rimangano solo parole, anche se alcuni obiettivi sono, a parer nostro, di difficile raggiungimento. Noi diciamo che ci diamo degli obiettivi che, però, devono essere più concreti.

Parlare nel 2035 di 100 per cento di rinnovabili è un bellissimo obiettivo, però il 100 per cento di rinnovabili, secondo me, può essere difficile da raggiungere. Pensiamo, oltretutto, come avevamo chiesto anche nella videoconferenza che è stata fatta con gli assessori e il presidente, che potesse essere riconosciuto in questa epoca Covid, dove sia le scuole paritarie che la sanità privata hanno aiutato quello che è il comparto pubblico per la tenuta del nostro sistema sia sanitario che scolastico, che ci potesse essere all’interno del Patto un riferimento chiaro per poter riconoscere anche il ruolo di questi soggetti.

Abbiamo pensato e chiesto che siccome si parla all’interno di massimo ribasso, all’interno del nostro Patto per il lavoro, ci potesse essere anche la possibilità di inserire bandi a chilometro zero per le nostre imprese e quindi fare impresa a chilometro zero per aiutare sempre più concretamente le nostre imprese cercando di dare la possibilità di fare meno debito alle nostre imprese, ma dando più a fondo perduto seppure anche magari con una partecipazione piccola, quindi che non sia proprio un fondo perduto totale, perché sappiamo bene che magari il fondo perduto all’interno di questa maggioranza trova delle difficoltà.

Sul Recovery Fund che praticamente viene dato come risoluzione di tanti problemi, l’abbiamo già detto, noi siamo disposti a metterci al tavolo, però speriamo che i fondi poi arrivino, speriamo che i fondi poi ci siano, speriamo che sui fondi poi magari ci si possa mettere davvero attorno a un tavolo a capire che cosa sono questi fondi e come arrivano, a cosa ci vincolano. C’è un grande assente in questo Patto, che sono le grandi infrastrutture; grandi infrastrutture che sono un punto imprescindibile se noi vogliamo ragionare su uno sviluppo concreto della nostra regione, soprattutto per quanto riguarda l’asse imprenditoriale e produttivo. Abbiamo visto e abbiamo letto di infrastrutture digitali piuttosto che di infrastrutture sociali, infrastrutture scolastiche, ma di grandi infrastrutture purtroppo ne sentiamo la mancanza all’interno di questo Patto. Secondo noi, ci poteva essere una spinta, perché è anche quello che tutti gli imprenditori, tutto il nostro tessuto produttivo... Che, come giustamente veniva detto prima dal presidente, è un tessuto che va accompagnato. Noi sappiamo che all’interno della nostra Regione abbiamo grandi peculiarità produttive, abbiamo un know how molto sviluppato. Certo che, però, quelle imprese vanno accompagnate, vanno create ‒ e cito, parafrasando ‒ le condizioni per poter far sì che le nostre imprese possano svilupparsi sempre di più, perché solamente sostenendo quel tessuto noi riusciamo davvero ad avere una visione di prospettiva.

Mi spiace, e avevo proposto anche questo, che all’interno di questo Patto per il lavoro, anche visto l’emendamento che è stato approvato ieri in sede di Documento di economia e finanza, non sia citata la logistica piacentina, al fianco del porto di Ravenna. Questo, secondo me, è un grande assente. Visto che ieri nel DEFR abbiamo inserito il riconoscimento di Piacenza come Polo del ferro, magari poteva essere interessante inserire anche questo punto.

Servirebbe, secondo noi, una maggiore iterazione anche per quanto riguarda la sicurezza urbana. Noi sappiamo bene che, al di là delle grandi aziende, al di là di tutto quello che ci vogliamo dire sul resto, ci sono anche delle piccole realtà, che possono, per esempio, essere anche i commercianti, che sono comunque persone, imprese, partite IVA che danno lavoro a tanta gente. Sulla sicurezza urbana, se ci fosse un investimento, una prospettiva di investimento anche da parte della Regione, ci potrebbe essere anche più certezza per loro di poter lavorare in ambienti... Anche per riqualificare gli stessi ambienti che magari certe volte sono più degradati di alcune città, che avrebbero bisogno di ripartire. Sicuramente un insediamento commerciale può aiutare a ripartire.

Abbiamo presentato un ordine del giorno ‒ ringrazio il presidente di aver dato questa apertura nei confronti della proposta che abbiamo fatto ‒ per quanto riguarda la possibilità di relazionare ogni sei mesi all’aula e ai consiglieri lo stato di avanzamento di questo Patto per il lavoro, anche per un confronto corretto e franco, dove noi oggi diamo delle prospettive, dove voi avete dato delle prospettive, dove i firmatari, anche, danno altre prospettive, che però magari possono essere aggiornate nel corso del tempo.

Noi speriamo e pensiamo che questo Patto debba essere, possa essere, ha il dovere di essere qualcosa di lungimirante, per dare al nostro tessuto una prospettiva che non deve essere immediata, ma deve essere a lungo termine. Difatti, parliamo di Agenda 20-30 per lo sviluppo sostenibile.

Faccio un’ultima considerazione per quanto riguarda il dissesto idrogeologico. Dobbiamo capire questa cosa: noi abbiamo lavorato per tanto tempo sull’emergenza è necessario investire in prevenzione. C’è da dire però che la prevenzione può essere fatta solamente se ci si svincola da alcune realtà ideologiche, dove magari si inizia a dire: no, quel fosso non va pulito, no, quel torrente non va pulito, no il legno da lì non si può togliere, no il legno là bisogna lasciarlo, no, il letto del fiume non può essere ripulito da ghiaia o altro. Questo fa risultare anche in parte difficile la lotta al dissesto idrogeologico.

Sicuramente quindi va salvaguardato il nostro tessuto, ma vanno anche lasciate da parte determinate e certe ideologie. Avrei davvero una marea di cose da dire, ma purtroppo mi sono concentrato sulle più basilari, quelle che noi pensiamo essere più essenziali.

Io spero che ci possa essere anche un dialogo comune all’interno dell’evolversi di questo patto per il lavoro, sperando che però non rimangano solo parole. Lo dico non per fare una critica, o per dire qualcos’altro, ma perché noi abbiamo bisogno di obiettivi strategici. E per avere obiettivi strategici bisogna che le parole o le scritte rimangano e vengano tramutate in modo attivo in fatti.

Noi dei proclami ce ne facciamo poco. Purtroppo, presidente, devo dirlo, come l’ho detto prima: nella conferenza-stampa che è stata fatta per la presentazione del Patto per il lavoro, è stato un po’ originale vedere il presidente che diceva “30 miliardi”, dall’altra parte c’era l’assessore Colla che diceva “ma sì, i soldi sono pochi, sono quelli che sono”: è stato un po’ originale.

Comunque noi sicuramente ci siamo, cercheremo di dare il nostro contributo, abbiamo dato, per quello che potevamo, qualche idea, qualche proposta. Speriamo che anche il dibattito per il futuro possa essere concreto. Noi ci saremo e ci siamo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio il presidente Bonaccini per la relazione.

Io vorrei iniziare soffermandomi su una parola che mi sembra essere la vera novità, per ora, annunciata e inserita nelle linee del Patto e che dobbiamo assolutamente tradurre in realtà. La parola che rappresenta la novità vera di questo documento è la parola “e”.

Lo dico anche in riferimento a quanto diceva il consigliere Rancan, che mi è parso di capire parlasse ancora di “sviluppo basta che sia” e si è soffermato anche, ancora una volta, sulle grandi infrastrutture, ma mi è dispiaciuto che non abbia, invece, parlato, per esempio, della manutenzione delle opere esistenti, penso per esempio ai ponti sul Po. Allora, la parola “e” perché non siamo di fronte a due patti, uno per il lavoro e uno per il clima, ma a un documento che indica un obiettivo comune e, secondo me, inscindibile, che non può essere perseguito in una sola delle sue parti, ma complessivamente, e sono necessariamente assieme.

Dobbiamo avere la consapevolezza che, fino a pochi mesi fa, le politiche per il lavoro, per la crescita, per le attività produttive e per il sostegno allo sviluppo dell’economia e le politiche per l’ambiente erano ricondotte non solo a logiche diverse, ma anche a logiche contrapposte. Questo penso sia il vero valore aggiunto di questo documento, perché senza questa “e” non si possono perseguire gli obiettivi che, invece, non solo il documento, ma credo tutti noi oggi dobbiamo prefiggerci. Contrastare i cambiamenti climatici e, grazie a questo, difendere, assicurare e promuovere lavoro e sviluppo, e nello stesso tempo promuovere e creare lavoro, attività economiche, innovazioni capaci di consentire la sostenibilità delle nostre comunità.

Il Patto per il lavoro e per il clima è, sotto questo profilo, oggettivamente una novità, alla cui redazione l’Assemblea ha partecipato in modo indiretto e che è stato adottato da un Organo, la Giunta regionale, del quale non fa parte la forza politica che rappresento, cioè il Movimento 5 Stelle, ma non per questo ci siamo tirati indietro quando ci è stato chiesto di fare la nostra parte.

Nei giorni scorsi ho definito il Patto per il clima e per il lavoro come una cornice, al cui interno deve essere ancora inserita la maggior parte dei contenuti. Sicuramente ci sono pagine, obiettivi e linee di intervento che abbiamo letto e al cui testo in parte abbiamo contribuito, ma sono pagine che ancora attendono di essere trasformate in azioni concrete.

Voglio esprimere, quindi, in questa sede una speranza, alla luce del dibattito anche in corso che c’è stato in questi tre giorni d’aula. Penso, per esempio, al pacchetto costituente la manovra di bilancio che abbiamo votato ieri e nel quale – lo riconosco favorevolmente – sono state accolte alcune proposte del Movimento 5 Stelle non solo importanti per noi, ma importanti di per sé, e che già si collocano all’interno di questo patto. Faccio riferimento esplicito all’ordine del giorno per destinare 3 milioni di euro dei prossimi investimenti per gli Enti locali per rendere sostenibile il parco auto dei nostri Comuni. È un segmento che il Patto per il lavoro e per il clima ha recepito.

Penso, per esempio, stando sempre agli ordini del giorno di ieri, e lo dico perché è e sarà fondamentale dare gambe e corpo a questo documento, all’impegno a favore della formazione professionale pubblica e alle misure in favore delle professioni del turismo, investendo anche su progetti che poggiano su diverse e innovative modalità di fruizione del nostro patrimonio. Penso all’elettrificazione delle reti ferroviarie regionali, agli investimenti che si stanno facendo. È un obiettivo che è stato inserito all’interno dell’agenda politica, spero di poter dire, anche grazie al lavoro che è stato fatto nello scorso mandato da parte del Movimento del Movimento 5 Stelle.

Mi sono soffermata velocemente su questi aspetti perché, a mio avviso, rappresentano elementi concreti e reali inseriti sul Piano di questa strategia, ma quella che abbiamo davanti è una scommessa, è una scommessa su cui vi siete messi in gioco, e questo ve lo riconosco, su cui noi vogliamo vigilare e faremo la nostra parte anche per migliorare l’attuazione di questo documento.

In questo senso oggi io voglio portare anche una richiesta rispetto alla risoluzione che abbiamo presentato. Lo sappiamo che ci sono state alcune associazioni ambientaliste che non hanno aderito a questo Patto, però l’auspicio e la richiesta che io faccio a questo ordine del giorno è di continuare il confronto anche con tutti questi soggetti che sono ancora rimasti, purtroppo, esterni al Patto e nello stesso tempo chiedo di accompagnare questo documento con una scansione di azioni e di interventi che dia il senso del percorso costante verso gli obiettivi indicati, perché dobbiamo anche vigilare che tutto quello che abbiamo scritto qui dentro trovi concretezza nelle azioni che dobbiamo portare avanti anche in questo mandato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Ricordo che ogni Gruppo ha a disposizione dieci minuti, quindi gli interventi anche di più consiglieri di un Gruppo cerchiamo di tenerli dentro i dieci minuti.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Presidente, non vorrei spegnere il suo entusiasmo, però le dico una cosa. Non vi sono dubbi che è stato fatto un lavoro importante perché questo documento contiene impegni importanti per tutti, per tutti i cittadini, per la Regione, per tutti i soggetti che lo hanno firmato, e le dico francamente che probabilmente l’avrei firmato anch’io questo Patto per il lavoro e per il clima. Al 90 per cento ne condivido il contenuto.

Il problema, secondo me, è proprio questo. È vero, rappresenta ‒ come lei ha detto ‒ questo Patto per il lavoro e per il clima una cornice. La cornice è importantissima. Però se noi all’interno di una bellissima cornice mettiamo uno scarabocchio, la cornice resta bellissima e lo scarabocchio resta uno scarabocchio.

Perché le dico questo? Perché, purtroppo, le divisioni nel mondo e nella maggior parte dei casi sono sul come si raggiungono gli obiettivi, su quali sono le strategie da utilizzare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Questo Patto per il lavoro e per il clima contiene sicuramente obiettivi importanti e, secondo me, è giusto anche fissare obiettivi che, magari, vanno oltre la possibilità che possiamo raggiungere. Glielo dice uno a cui piace avere obiettivi ambiziosi. A calare si fa sempre in tempo. Quindi, è giusto darsi obiettivi importanti. Però è evidente che proprio le firme che ci sono su questo Patto dimostrano, io credo, che c’è una “trasversalità”. Nel momento in cui un documento viene firmato da Legambiente e da ANCE, dai sindacati e da Confindustria, dal Comune di Piacenza e dal Comune di Ravenna, è evidente che è un documento che parla di tante cose, parla di tutto, contiene obiettivi per la stragrande maggioranza condivisibili, ma dice poco sul come questi obiettivi debbono essere raggiunti.

Francamente, in dieci minuti non mi sento di darle indicazioni di cosa ci poteva essere in più o di cosa ci poteva essere in meno. Questo documento parla di tutto. Parla di noi, parla della nostra Regione, parla delle persone. Sarebbe riduttivo, francamente, focalizzare il discorso su alcuni punti che mancano. Questo documento parla davvero di tante cose, di tante cose veramente importanti, di tante cose che ci impegnano tutti al raggiungimento di quei traguardi che ci diamo. Quindi, per carità, non voglio sminuirlo, perché credo sia importante assumersi degli impegni. Credo che chiunque venga eletto si assume degli impegni. L’unico suggerimento che mi permetto di darvi, e di darle, ed è in parte quello che le ho detto anche ieri, è che secondo me noi, le Istituzioni, la politica deve riacquistare la capacità di parlare soprattutto alle persone. Questo documento è un impegno che parla più a noi stessi. Lo firmano corpi intermedi, lo firma la politica.

Oggi la politica, i corpi intermedi sono sempre meno rappresentativi, fanno sempre più fatica a rappresentare le persone, perché il divario del linguaggio che c’è all’interno delle aule, gliel’ho già detto ieri, mi perdonerà se glielo ripeto, della politica e nelle aule di chi governa il territorio, con grande fatica, noi come i soggetti intermedi che gestiscono delle situazioni di grande difficoltà, a volte si discosta in maniera significativa dalle persone che sono sotto a manifestare – prima ho visto due con gli sci sulle spalle. Però, facciamo sempre più fatica a raggiungere quelle persone…

 

(interruzione)

 

LISEI: Esatto.

I documenti che sottoscriviamo, che scriviamo, spesso parlano più a noi stessi che all’esterno.

Secondo me, l’impegno che noi dovremmo darci è quello di essere più chiari con chi sta fuori, perché poi il cittadino comune – non voglio sminuire – Green Deal, Gap Generation non sa cosa sono. Se gliene vai a parlare si mette a ridere, dice: ma di cosa state parlando?

Allora, riacquistiamo, secondo me anche nei documenti, visto che siamo spesso tanto impegnati a mettere, lo dico, asterischi a destra e manca, cerchiamo di riacquistare… La politica deve riacquistare, e anche questo Patto dovrebbe riacquistare, secondo me è quello che manca, un linguaggio che raggiunga l’obiettivo, perché l’obiettivo è dare risposte, e molto spesso l’obiettivo è far capire al cittadino che quelle risposte ci sono state. Il cittadino percepisce sempre che non c’è una risposta.

Questo, nelle nostre terre, dove abbiamo dei cittadini particolarmente esigenti, come esigente è probabilmente la minoranza quando vi richiama, e vi richiama in tanti casi a condotte differenti, magari vi richiama anche semplicemente in maniera forte ad adottare politiche differenti, se la regione Emilia-Romagna ha una qualità della vita così alta è proprio grazie a quei cittadini.

La qualità della vita è data proprio dal fatto che il cittadino emiliano-romagnolo è un cittadino che non si accontenta. Lei ieri ha citato: siamo primi qua, siamo primi là, siamo primi su, siamo primi giù. Se siamo primi in molte classifiche, o secondi, o terzi, è perché il cittadino emiliano-romagnolo non si accontenta. Si lamenta, e quel lamentarsi consente alla pubblica amministrazione, consente a chi governa di dover alzare sempre l’asticella. Ed è uno dei motivi per i quali mi permetto e mi sono permesso di fare alcune osservazioni magari critiche rispetto a questo documento, che, ripeto, al 90 per cento condivido. Però, i prossimi conflitti saranno su come raggiungere questi obiettivi.

Ecco, secondo me, la nostra responsabilità e la responsabilità della politica, e qua concludo, che è quello che manca un po’ in questo documento, è guardare a chi stiamo parlando. Noi non stiamo parlando al resto dell’Europa, non stiamo dicendo al resto dell’Europa che siamo i più bravi, non stiamo dicendo al resto dell’Italia che noi siamo gli unici che abbiamo il Patto per il lavoro e per il clima. È importante dirglielo, per carità. Noi stiamo dicendo a quei maestri di sci che gli obiettivi che vogliamo darci sono di migliorare la qualità della loro vita, sono di migliorare la montagna, sono di consentirgli di continuare a fare il proprio lavoro nel rispetto dell’ambiente. Noi dobbiamo parlare a quelle persone. Questo è l’unico messaggio che le mando oggi e che le recapito oggi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente Petitti, ma soprattutto grazie alla Giunta per l’impegno che ha profuso, alla vicepresidente, e un grazie in particolare al presidente.

Oggi, con questa comunicazione o informativa o modalità di confronto sul patto, segniamo un passaggio davvero importante, importante e non scontato, non scontato perché noi stiamo rispettando la tabella di marcia della costruzione della visione del futuro di questa regione e lo stiamo facendo nel bel mezzo della pandemia. L’ha fatto la Giunta con l’importante lavoro trasversale degli assessorati, credo che l’abbia fatto in modo importante il presidente, che peraltro ha anche avuto la sfortuna di essere colpito e fisicamente debilitato per due mesi dal Covid. Io penso davvero che qui vada ribadito che l’aver siglato il patto non era scontato. Secondo me, questo ce lo dobbiamo dire, ma anche proprio perché stiamo facendo un confronto e un dibattito su questo corretto, ma come abbiamo svolto un confronto corretto sul bilancio di ieri. Credo che siano segnali politici importanti, anche in controtendenza, come dicevamo, rispetto alla politica nazionale, che spesso litiga.

Credo vada detto che vanno ringraziati il presidente, il sottosegretario e la Giunta per aver coinvolto i Capigruppo in questo Patto, non dobbiamo dimenticarcelo, anche questo è un pezzo di innovazione nella modalità dei rapporti tra la Giunta e l’Assemblea. Abbiamo avuto la possibilità di esprimerci ed esprimo anche la soddisfazione per aver visto accolti alcuni degli elementi evidenziati in quel dibattito, anche i colleghi lo potranno dire, perché poi abbiamo visto la prima versione del Patto e abbiamo visto l’ultima, e il confronto fatto ha visto le nostre aspettative accolte.

Io, in particolare, mi ero concentrata su alcuni temi (giovani, donne e lavoro sociale) e sono stati tutti recepiti. Quindi, credo che davvero il presidente e la Giunta si siano confrontati non solo con tutte le rappresentanze che là fuori ci sono e che svolgono un lavoro importante nel prendersi in carico le problematiche e i problemi delle aziende e delle associazioni, ma credo davvero che noi qui abbiamo avuto la possibilità di svolgere un ruolo.

Non ho bisogno di prendere tanto tempo. Il Patto è stato presentato, il presidente ha già fatto la comunicazione e, anche nelle legittime distinzioni, anche i colleghi di minoranza hanno apprezzato il lavoro che è stato fatto. Ci tengo a ribadire che segniamo un punto di partenza, non un traguardo, ma un punto di partenza fondamentale. Poi, non vogliamo chiamarlo modello? Io invece voglio dire, lo voglio dire: questo Patto per il lavoro e per il clima è un modello. So che il presidente non ama il termine, però non dobbiamo neanche essere troppo modesti. Io credo che si segni una strada importante che può essere di esempio o non di esempio, non voglio dire di esempio, ma utile anche nelle modalità di relazione tra le Istituzioni, i cittadini e il mondo esterno.

Secondo me non dobbiamo avere paura a definirlo così, con contenuti di alto profilo e sfide importanti che penso possano, con grande impegno, essere anche attuati; obiettivi che possono essere raggiunti.

Con questo Patto si definisce il futuro di questa Regione e le prospettive di futuro dei cittadini di questa Regione. Oltre ai capigruppo, sono stati coinvolti i presidenti di Commissione, siamo qui oggi a confrontarci, approveremo dopo ordini del giorno che impegnano la Giunta semestralmente o periodicamente a riferire in Commissione, perché così come la Giunta ha preso l’impegno di verificare il Patto con gli stakeholder è giusto che lo faccia anche con l’Assemblea. Credo che il Patto sia importante soprattutto per la parte di condivisione di impegni e responsabilità di ognuno per il proprio ruolo, per le sfide da cogliere per il futuro dei nostri cittadini e per le cose da fare. Un Patto che, ci siamo già detti, sintetizza obiettivi di alto profilo, fondati sulla sostenibilità ambientale, sulla sostenibilità economica e sulla sostenibilità sociale. Lo voglio dire, perché ieri abbiamo votato il bilancio, abbiamo avuto un dibattito intenso, qualcuno non avrà letto tutti gli ordini del giorno, ma ne è stato presentato uno che fa dell’innovazione sociale anche un elemento determinante nelle politiche; innovazione sociale che abbiamo sempre perseguito con diverse leggi, anche nelle passate legislature, in questa Regione.

Penso che questo Patto possa davvero corrispondere alle aspettative dei cittadini. Sono molto d’accordo con il collega Lisei, che dice che le aspettative dei cittadini emiliano-romagnoli sono molto alte. È vero, sono molto alte, e quando anche noi siamo ai massimi livelli, come Regione, su tutti gli indicatori, ed è giusto che lo diciamo, dobbiamo sempre ricordarci che i nostri cittadini sono abituati bene e non si accontentano, ed è giusto che non si accontentino. Noi dobbiamo fare il massimo sforzo per mantenere il livello delle loro aspettative.

Fatemi anche dire che per i cinque anni passati e per i risultati del precedente Patto per il lavoro, che credo davvero sia stato un apripista, il lavoro fatto quest’anno, a partire dal bilancio di ieri e con il suggello del Patto per il lavoro e per il clima, possiamo davvero sancire una modalità di svolta, con obiettivi e contenuti chiari.

Penso che anche il confronto che c’è stato in aula in questi giorni, ieri sul bilancio, oggi sul Patto, sia stato un confronto, pur nelle legittime differenze, sereno e proficuo. Credo che questo confronto possa essere di aiuto e di supporto anche alla Giunta nella realizzazione e nella concretizzazione del Patto, con l’auspicio che anche la platea dei soggetti, pure importante, che ha firmato possa allargarsi. Credo sia un elemento dirimente aver coinvolto nel Patto per il lavoro e per il clima anche la componente ambientalista, che non era giustamente presente nel precedente Patto per il lavoro. Tutto quello che si può fare di più va fatto, ma ‒ ve lo dico molto chiaramente ‒ io non ho difficoltà a pensare che noi, pur con obiettivi molto ambiziosi, se continuiamo a lavorare come stiamo lavorando, con questo ritmo serrato, con la Giunta e il presidente impegnati ai massimi livelli e un’Assemblea che si confronta, come abbiamo fatto in questi due giorni, gli obiettivi potremo raggiungerli e gli emiliano-romagnoli ce ne daranno atto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente, della sua relazione.

Andrà via ma la sostituisce questa volta degnamente la vicepresidente che è in aula, siamo molto contenti della sua presenza. Ieri è stata più volte richiamata e citata, per cui la ringrazio della sua presenza, vicepresidente.

Andiamo con ordine – parlo alla maggioranza, parlo anche all’assessore Colla, che ringrazio molto perché ha sempre avuto un dialogo molto proficuo con le Commissioni. C’è un hashtag che in questo momento va molto di moda, che si chiama #ddimentichiamociil2020. I motivi ci sarebbero, è evidente, soprattutto di fronte alla morte e al dolore che abbiamo vissuto.

Però, dimenticare totalmente il 2020 a mio parere è profondamente sbagliato. Nella dimenticanza, inevitabilmente ci si arrende all’inutilità, ci si arrende a ciò che può sembrare non servire, e questo è un dramma, perché tutto serve, anche il dolore.

Da questo periodo noi abbiamo imparato, credo, grandi cose. La prima – uso parole del Covid, parole che non mi piacciono, ma la politica è il luogo che ha sofferto di più del distanziamento sociale. La politica, cioè, negli ultimi vent’anni era diventato il luogo più lontano, più incapace di leggere veramente le esigenze delle persone, dei lavoratori, dei cittadini, anche di questa regione. Invece, il Covid ci ha insegnato a cambiare prospettiva, a fare politica in maniera diversa, a diminuire il distanziamento sociale, che è la cosa più importante, che è la cosa più interessante anche di questo Patto sul lavoro.

Presidente, questa cornice che lei definisce è una cornice fondamentale, che ridisegna la Regione Emilia-Romagna e lo fa, come dicevo ieri, in maniera coraggiosa. Non si dà un tempo piccolo, ci dà un tempo grande; dentro si possono costruire una marea di cose. Semplicemente, si possono far rivivere le nostre aziende, si può dare un valore al lavoro, quindi un valore alla persona, non a pena della dignità, ma un valore completo.

Questo però ha una lettura completamente diversa da quella che il Presidente… Non completamente, ma in buona parte diversa da quella che il Presidente ha dato. Perché dentro questa cornice ci deve essere una parola che si chiama libertà. Libertà, che è un modo totalmente diverso di concepire l’uomo, non è questa Giunta, non è questa maggioranza che dice come quella persona deve essere, come deve lavorare, come decide di gestire la propria famiglia, se quel bambino deve andare al nido agli zero anni. No, non è così. Non sarà mai così, perché in mezzo c’è la vita. Ho fatto il primo figlio a ventisette anni, ho deciso di fare la mamma e dopo di far carriera. Tutte quelle persone che insieme a me decidono in questo modo devono essere libere di poterlo fare, perché solo così si amano le donne, solo così si amano le donne.

L’esempio di dare un servizio 0-3 anni gratuito a tutti vuol dire che si va verso quella direzione, ma forse ce ne sono tante altre, tante altre, interessanti. La possibilità di aiutare a sostenere le babysitter, anche queste lavoratrici, anche queste molte volte dimenticate perché tutte in nero. La possibilità di sostenere i Comuni che vogliono dare servizi integrativi diversi. La fantasia, la fantasia di immaginare che qualche famiglia si metta assieme e inventi i micronidi e quelle mamme diventino imprenditrici. A me è questo il livello che interessa, è questo il livello che interessa, perché lì dentro batte il cuore, batte la testa, ci sono i pensieri. E non darò mai la soluzione: ragazze, fate così, andate al nido, andate al nido tutti, perché così siamo tutti uguali, perché il servizio è tutto uguale. Poi è eccellente, per carità. Ma quel livello lì appena, appena esclusivamente è piccolo, è un orizzonte piccolo, è un orizzonte piccolo che non rende grandi chi in questo momento amministra una Regione così importante.

Poi si è parlato di formazione. Assessore Colla, a lei spetterà un grande compito, forse il compito più interessante che c’è, quello della formazione e delle professioni, quello di immaginare e riformare, quello di cancellare per sempre, per sempre, da questa Regione una cosa che io ritengo ormai inammissibile, perché se noi parliamo di NEET e parliamo di ragazzi dispersi e di dispersione scolastica non possiamo permettere che i ragazzi che decidono di entrare in formazione debbano stare in standby non si sa come, non si sa dove, per un anno nelle scuole emiliano-romagnole. Cioè, il percorso di formazione deve iniziare da quattordici anni. Non si può più procrastinare questo momento. Abbiamo una responsabilità educativa immensa.

Ho sentito parlare di scuola e un po’ tremo per questa conferenza stampa che ci sarà, perché il DPCM ci ha dato un limite del 75 per cento, che non è un regalo, non è una gentile concessione che Roma e la ministra Azzolina ci fanno, è ciò che ci spetta. È ciò che ci spetta, che spetta ai nostri ragazzi. Ormai siamo talmente abituati a vivere con i divieti che una piccola concessione ci dà felicità, come vedere due persone per Natale. A me questo livello non interessa, mi interessa che la Regione Emilia-Romagna vada con fierezza verso il 100 per cento. Mi aspetto che in quella conferenza stampa non ci sia il problema del 75 per cento, ma di arrivare al 100 per cento in brevissimo tempo, con tempi certi. Se le altre Regioni sono lente, è un problema loro. Se gli altri non corrono, è un problema loro, non è un problema nostro.

Sono certa, certissima, che dentro questo Patto del lavoro si può costruire un mondo, si può avere appunto un sogno, quasi un’utopia, spero, spero che si possa essere all’altezza, credo, però, che ci sono alcuni punti che vadano chiariti alla fine di questa discussione. La neutralità climatica dell’Emilia-Romagna per il 2050 ha un costo, un costo salato. Le tasse che l’Europa mette, in particolare la plastic tax, hanno un costo salato per questa Regione e per le aziende di questa regione.

Come giustamente ha rilevato il collega Rancan, il tema delle infrastrutture forse andrebbe ridiscusso. Sono certa che dentro è contenuto, ma non declinato. E non si può la crescita di una Regione come quella dell’Emilia-Romagna senza un tema importante con le infrastrutture.

Cara Giunta, cara vicepresidente, caro presidente, ci aspetta un compito molto impegnativo, profondamente impegnativo, che è quello, oltre di assicurare il lavoro, di avere bene in mente, e io so, vicepresidente, che lei questa cosa ce l’ha nel cuore, di avere in mente i tanti che in questo momento, a causa di politiche romane cattive, mai politiche attive, ma sempre politiche passive, si troveranno a marzo in una situazione difficilissima.

Oggi è il momento per investire per quelle persone, per gli individui che rischieranno sicuramente di perdere il posto, è il tempo di investire in maniera pesante nella formazione, perché in questo modo, in questo periodo di stand by, loro, quando finirà, quando finiranno i sussidi, quando finiranno le politiche passive del Governo, ci saremo noi a promettere politiche attive, a dare la possibilità a quelle persone di essere formate per avere un altro lavoro e sicuramente, forse, anche più interessante rispetto alle cose che facevano prima.

Questo è il compito, questa è la concretezza della politica. Non c’è altra strada per aiutare le persone nel mondo del lavoro.

Vi auguro buon lavoro. Come potete notare, anche rispetto al livello, alla compostezza, mi permetta, faccio una battuta, però sono più democristiani di me, Lega e Fratelli d’Italia oggi hanno dimostrato, adesso manca il collega Mastacchi, un livello, secondo me, di attenzione, di ascolto, di proposte, di volontà di ritornare su questo tema che non si può che accogliere. Non si può che fare questa strada assieme. Altrimenti rischia di essere una strada costruita a metà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Presidente e colleghi, io non sono decisamente democristiano e, in vista di questo dibattito, seppur con poco tempo a disposizione, ho fatto un esercizio. Ho letto i comunicati stampa della Giunta e gli articoli di stampa sul Patto per il lavoro e per il clima. E poi ho letto il documento originale fornito dagli uffici competenti. A leggere i vostri comunicati stampa, sembra che con la firma del documento il mondo sia diventato bellissimo. Sviluppo sostenibile, lotta alle disuguaglianze, cura del territorio, una spruzzatina di mobilità sostenibile e, voilà, il capolavoro è servito.

Tornato sulla terra, dopo cotanto splendore e magnificenza, ho letto il documento ufficiale per cercare la conferma che si era trovata la soluzione a tutti i problemi del mondo. Ero pronto a prendere carta e penna e a dichiarare che “devo ammettere che la Regione Emilia-Romagna è la migliore al mondo e che alle prossime elezioni voterò per il PD”. Poi, man mano che leggevo, però, mi veniva un dubbio. In tutte le pagine di promesse elettorali ‒ perché di questo si tratta nel documento che ci avete dato ‒ non c’è una riga che dica come le bellissime cose che volete fare verranno fatte. Non c’è scritto quando verranno fatte, chi le farà, con quali soldi. Solo belle promesse ed una sfilza impressionante di soggetti auditi o contattati. Poco importa che enti territoriali elementari, come i Comuni, siano parificati ad associazioni di categoria o sindacati o Università o uffici scolastici regionali. Tutto fa brodo quando si tratta di fare numero in questa maniera.

Siamo seri. Chi può essere contro lo sviluppo sostenibile? Chi può essere così stolto da dire che vuole uno sviluppo che inquina l’aria, che insozza i fiumi e produce beni inutili? Siamo tutti per lo sviluppo sostenibile. Chi è il pazzo che condanna a morte se stesso e i propri figli in nome dell’inquinamento? Peccato che non ci diciate come volete fare, come volete ottenere questi obiettivi. In mancanza di uno straccio di indicazione più puntuale, queste sono solo belle parole per suscitare reazioni positive. Nulla di più. Insomma, avete varato il primo documento istituzional-emozionale della storia. Potete essere assolutamente fieri del traguardo raggiunto. Mi domando se saranno dello stesso avviso i cittadini di questa regione.

Come ho detto ieri mattina nel corso del dibattito sul DEFR, siamo al Mulino Bianco. Peccato che viviamo la più grande crisi del Secondo dopoguerra. Ci state proponendo un documento pieno di buone intenzioni, condito di tanta bella ideologia, ma che non porta da nessuna parte.

Lo ripeto: questo è il momento della verità e degli interventi reali, non di spot; servono fatti e non parole. Ma soprattutto occorre una visione veramente strategica per capire come far convivere le misure contenute nel Piano Aria con la sostituzione del parco veicoli circolante. Voi proponete il monopattino elettrico da radical chic; ma la stragrande parte della gente si infila preoccupata in auto diesel, alla mattina presto, conscio del fatto che deve farlo per raggiungere il proprio posto di lavoro e portare a casa il pane quotidiano.

Servono idee di medio e lungo termine sul tipo di sviluppo che si vuole proporre – sto chiudendo, presidente –; ma mentre leggo le pagine elegiache del vostro documento, debbo registrare il progetto di quell’ecomostro rappresentato dalle pale eoliche al largo di Rimini.

Serve concretezza. Chiudete il libro dei sogni e uscite da questi palazzi per capire i problemi reali della vostra e nostra gente. Scoprirete un mondo completamente diverso da quello che immaginate.

Qualche tempo fa ho sentito un intervento televisivo del presidente Bonaccini in cui si magnificava il ruolo programmatorio che la regione Emilia-Romagna si è ritagliata. Bene: in risposta a quell’intervento, invito il presidente, la Giunta e tutta la maggioranza ad entrare seriamente e realmente in contatto con il Paese reale. Prima lo farete, meglio sarà per tutti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Buongiorno, presidente. Grazie dell’opportunità.

Seguendo l’onda delle ultime parole della Castaldini, mi autodenuncio dichiarando il mio approccio positivo ad affrontare temi come questo. Un po’ per carattere, ma anche, in particolare, in conseguenza all’attività che ho svolto fino a qualche mese fa, cerco sempre di vedere in ogni situazione, in ogni problema nel quale mi trovo quale possa essere l’approccio positivo e che cosa posso fare per migliorare la situazione.

Pur avendo partecipato poco alla stesura e al miglioramento del documento, proprio perché il limite forte che ho di essere monogruppo e di dover essere onnipresente, non mi consente di poter scendere molto in profondità in tutti i temi.

Cerco quindi, dove è possibile, di focalizzarmi su alcuni punti e di dare il mio contributo appunto con un approccio positivo.

Credo che tante cose siano state dette, alcune in chiave più critica, altre in chiave più costruttiva, gli spunti da parte dei miei colleghi sono arrivati e credo che, se la Giunta vorrà ascoltare, troverà il modo, comunque, strada facendo, di migliorare questo documento.

È un documento importante, importante intanto perché ci si mette in discussione rispetto a un futuro. Se è difficile programmare in tempi normali – prima diceva il presidente che non voleva avere il brevetto da mago, quindi aveva un approccio costruttivo –, quindi se è difficile programmare in tempi normali, credo che lo sia ancor di più in un periodo come questo, che è un periodo sicuramente di grandissima incertezza. Sappiamo che davanti a noi c’è un periodo nel quale non sappiamo con esattezza cosa succederà e quali saranno le azioni più corrette per uscire. Come sappiamo anche che da questa situazione negativa inevitabilmente ci saranno anche dei riflessi positivi, lo diceva sempre prima il presidente. Il Recovery Fund, per esempio, è una conseguenza molto positiva derivante da questa situazione molto negativa.

Quindi, l’approccio positivo che voglio mettere io è questo: prendo molto positivamente il fatto che il presidente abbia già dichiarato la sua disponibilità a confrontarsi con noi rispetto alla verifica degli obiettivi; credo che sia altrettanto importante il fatto che dia poi anche la disponibilità ad ascoltarci e a mettere in pratica quelle che saranno le nostre segnalazioni e le osservazioni che faremo strada facendo.

Ritengo che la vera differenza che farà fra il successo e l’insuccesso di questo documento sia in parte questa, quindi di ascolto a noi che siamo un po’ i rappresentanti dei cittadini, ma in particolare anche l’ascolto diretto del territorio, quindi dei cittadini, attraverso i sindaci, attraverso quelli che vivono i vari territori, perché chi da qui dentro scrive norme che devono andar bene per tutti i territori magari non si rende conto bene fino in fondo di quante differenze ci sono nella nostra regione. Parliamo di territori molto urbanizzati, come può essere la città metropolitana di Bologna, ma che ha al suo interno anche territori molto marginali, con problemi che sono molto lontani da quelli del centro urbano di Bologna. Quindi, andare a declinare decisioni e scelte politiche che accontentino e che vadano incontro a tutte queste situazioni molto differenziate è un compito molto arduo e difficile, che può essere realizzato proprio se ci sarà una grandissima capacità di ascolto e di declinazione di questo ascolto in fatti concreti.

Io faccio un esempio, che vuole essere costruttivo, anche in questo caso, e non critico.

Il provvedimento che è stato fatto per i 4,5 milioni di alberi è un provvedimento molto positivo se lo vediamo declinato in territori urbani, periurbani, collinari e di pianura. È un provvedimento, invece, molto sbagliato se lo andiamo a declinare nei territori di montagna, dove di alberi, paradossalmente, in certe zone, ce ne sono anche troppi, dove devono essere curati e manutenuti.

In un provvedimento come questo si sarebbe dovuta avere la capacità di ascoltare quei territori e declinare questi fondi in una programmazione che andasse nella direzione di rispondere a questi bisogni. In montagna abbiamo tantissimi terreni sulla carta classificati seminativi, che ormai, di fatto, sono diventati boschi. Questi sono alberi che stanno crescendo da soli senza bisogno che ci sia un investimento pubblico, ma sono alberi che stanno crescendo da soli e che avrebbero bisogno di una cura. Parliamo di fiumi, parliamo di alberi vicini alle strade, parliamo di alberi vicini alle reti infrastrutturali (telefoniche, elettriche, eccetera). Su questo credo che faremo la differenza.

Lo cito come esempio da utilizzare anche per altri approcci, c’è anche l’aspetto della prevenzione di cui ho avuto occasione di parlarne in un convegno anche con l’assessore Lori. I fondi sono importanti per la manutenzione del territorio, ma ancor più importante è avere un approccio non tanto di risoluzione dei problemi, ma di prevenzione dei problemi, anche perché sappiamo che il rapporto di investimento fra la prevenzione e la soluzione dei problemi c’è chi dice che è uno a sette, ma io credo che sia anche maggiore, che possa essere uno a dieci.

Anche qui si arriva a risolvere questi problemi, a prevenire questi problemi se si risponde rapidamente alle segnalazioni e alle richieste in particolare dei sindaci che hanno una visione puntuale del territorio e sono in grado di segnalare quello che sta succedendo nel loro piccolo territorio, per i loro cittadini.

Mi fermo qui. Rubo solo ancora qualche secondo per andare fuori tema. Dico una cosa che non c’entra niente con questo documento, però approfitto: nel 2006 a San Benedetto del Querceto ci fu un’esplosione nella quale perse la vita un vigile del fuoco volontario, Simone Messina. Tutti gli anni in questo giorno, il 23 dicembre, si teneva una cerimonia per ricordarlo. Quest’anno, purtroppo, non essendo possibile, chiaramente, in forza della situazione che stiamo vivendo, organizzare questa cerimonia, il Comune ha pensato di organizzare un minuto di silenzio alle 11, credo in questo momento. Ci tenevo anch’io a partecipare virtualmente a questa cerimonia, coinvolgendo anche tutti voi colleghi consiglieri e Giunta nel ricordo di questa persona, che per noi ha un significato molto importante.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Come appare ormai evidente, la politica non deve giocare in difesa. Non lo deve fare mai e a maggior ragione non lo deve e non lo può fare oggi. Per affrontare e programmare una ripartenza che tenga insieme sviluppo economico e ambiente, posti di lavoro e qualità della vita occorre prendere in esame accuratamente, coinvolgendo tutti gli attori, ogni ambito e ogni sfaccettatura. Anche perché si tratta di temi sicuramente molto complessi, sui quali occorre trovare una mediazione intelligente tra interessi, talvolta anche contrapposti.

Occorre, quindi, avere il coraggio di confrontarsi apertamente, trovare soluzioni, individuare le priorità. Occorre innovare, investire, evolvere. E occorre farlo insieme, per non rimanere impantanati in questo periodo di difficoltà. Ecco perché mi ritengo particolarmente soddisfatta che la Regione Emilia-Romagna, rilanciando il Patto per il lavoro del 2015, abbia sottoscritto un nuovo Patto per il lavoro e per il clima con le associazioni di rappresentanza del mondo produttivo del territorio, a partire da Confindustria, le Università, gli enti locali, i sindacati e anche le organizzazioni no profit, come Legambiente e il Forum del terzo settore.

Il coinvolgimento vero e costruttivo, a trecentosessanta gradi, della politica, forze di opposizione comprese, così come di tutta la società civile, oggi sarebbe meglio dire degli stakeholder, quindi di tutti i portatori di interesse di questi macrotemi, è una modalità di amministrare che sposo completamente.

Il presidente Bonaccini ha ribadito che chi vuole andare da solo magari va più veloce, ma chi vuole arrivare lontano va insieme agli altri. Io credo che, come Regione Emilia-Romagna, abbiamo l’obbligo non soltanto di guardare lontano, ma di arrivarci tutti insieme.

L’altro aspetto che voglio rimarcare è che questo non è un Patto scritto nella pietra, immobile e immutabile. I tempi e il quadro generale non ci consentono di fossilizzare decisioni di nessun tipo. Ecco perché credo sia ottima l’idea di un aggiornamento semestrale, per correggere e adeguare il Piano alle eventuali mutate esigenze.

Entrando più nel merito, questo progetto dovrà disegnare una regione dove al primo posto ci saranno conoscenza e sostenibilità, diritti ma anche doveri, opportunità diffuse e meno disuguaglianze. Un progetto i cui tanti sottoscrittori contribuiranno ad avanzare le proposte del sistema Emilia-Romagna per il Piano Next Generation EU, e per la nuova programmazione europea.

La nostra ambizione deve infatti essere elaborare e condividere le linee strategiche per la spesa dei fondi europei del settennato 21-27. L’Emilia-Romagna deve poter incidere, dare idee e dare stimoli, essere un punto di riferimento nazionale ed europeo, laboratorio di progetti, azioni best practices.

Non si tratta comunque di una sfida semplice, perché coniugare nel concreto le esigenze di un tessuto produttivo che sfida competitor di tutto il mondo e gli obiettivi di sostenibilità non è certo un aspetto da banalizzare, o risolvere con qualche slogan. La transizione ecologica verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dovrà tenere in considerazione la necessità di continuare a garantire la competitività delle nostre imprese e l’aumento di posti di lavoro di qualità.

Il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, ha giustamente commentato che il lavoro vero inizia adesso, perché è sicuramente importante condividere le linee di intervento e le strategie generali, ma occorre poi essere capaci di tradurle rapidamente in accordi operativi, in investimenti e in posti di lavoro, tenendo insieme sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ritengo che in questa sfida stimolante sarà determinante anche il ruolo di tutte le città e di tutti i territori, nella ricostruzione di un nuovo modello di sviluppo, basato su una sanità pubblica e per tutti una forte centralità sul tema dei saperi e delle competenze, su stili di vita e consumi più sostenibili, sulla scuola sicura e sempre in presenza, sulla digitalizzazione.

Abbiamo tutti insieme la possibilità di poter decidere in modo condiviso cosa fare, quanto investire e dove. Dobbiamo scommettere con fiducia su noi stessi. Molte attività economiche in Emilia-Romagna stanno soffrendo, hanno le spalle larghe ma cominciano ad avere anche il fiato corto. È nostro dovere sostenerle e accompagnarle ad un rilancio.

Le stime ci dicono che avremo in regione un calo del Pil inferiore a quello del resto del Paese. Dobbiamo quindi prepararci a cogliere appieno i primi segnali positivi e a cavalcare la ripresa generale dell’economia post pandemia, nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Nel 2021 avremo probabilmente già un rimbalzo positivo. Abbiamo tutti gli strumenti finanziari e umani per non farci sfuggire l’occasione di tornare a crescere, confermando di essere ciò che siamo: non solo una delle regioni europee più innovative ed economicamente robuste, attenti alle esigenze di tutti i suoi cittadini e dell’ambiente, ma anche una delle regioni meglio amministrate, non solo grazie alla sua classe politica, ma soprattutto grazie al coinvolgimento vero di tutta la nostra comunità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ci tengo a intervenire su questo punto, perché credo davvero che il Patto per il lavoro e per il clima costituisca un passaggio fondamentale e un passaggio strategico.

Ricordiamo che, dopo il più che positivo esito registrato nel quinquennio 2015-2020, nel quale il patto si è rivelato determinante per accompagnare e per sostenere la ripresa del territorio regionale in uscita dalla profonda crisi economica generatasi negli anni 2008 e 2009, ebbene oggi la sua riproposizione assume un profilo che supera il confine del mandato, avendo l’obiettivo di delineare il futuro della regione in un respiro temporale di portata decennale.

Anche in questa occasione si è fatto ricorso – lo voglio ribadire – a un metodo di democrazia, come indicato dal titolo del secondo paragrafo del testo. È essenziale, a mio parere, richiamare il profilo partecipativo e di condivisione che ha contraddistinto la redazione di questo documento: siglare il patto al termine di un confronto vero tra Istituzioni e rappresentanze economiche e sociali dà conto di una volontà di ascolto reciproco per approdare a una progettazione condivisa, da cui discende una sostanziale assunzione di responsabilità da parte di tutti i firmatari.

Altro elemento distintivo di questo patto è il suo carattere europeista. Vi è l’Europa, l’Unione europea a costituire un riferimento strategico per l’elaborazione compiuta e gli obiettivi individuati nella sua dimensione ora più marcatamente sociale e solidale.

Per ragioni di tempo non è possibile, e non lo voglio fare, andare nello specifico, perché è un documento davvero di densa portata. Però, essendo fondato sulla definizione di quattro sfide da affrontare, provo solo a soffermarmi brevemente su due di esse. Peraltro, alcune cose le ho già dette ieri in sede di bilancio nel mio intervento, per cui non le riproporrò.

La prima è senza dubbio quella riferita all’emergenza climatica e costituisce uno dei due oggetti principali del patto. La ritengo una causa inderogabile e, al tempo stesso, indifferibile, non solo per l’elevato grado di sensibilità con cui questo è presente in particolare nelle giovani generazioni, ma soprattutto per gli evidenti mutamenti climatici registrati negli anni e i relativi impattanti effetti determinati nella quotidianità di cui facciamo ormai continua esperienza.

Per questo motivo risulta indispensabile accelerare la transizione ecologica, rafforzando la diffusione e l’utilizzo delle energie rinnovabili nell’ambito di un progressivo processo di decarbonizzazione, affidandosi sempre più a indirizzi quali la rigenerazione urbana, la mobilità sostenibile, l’economia circolare, peraltro già intrapresi da questa Regione.

Vado alla conclusione.

La seconda sfida di cui voglio parlare brevemente è quella relativa alla trasformazione digitale, visti i molteplici diffusi effetti che il digitale stesso determina in ogni realtà.

Per quanto la nostra Regione abbia da tempo intrapreso un percorso importante sul tema, vi è ancora un divario da colmare con le realtà mondiali maggiormente avanzate in materia. Questo per rendere possibili competitività e internazionalizzazione del sistema imprenditoriale, semplificazione e qualificazione della pubblica amministrazione, così come ancora la necessaria alfabetizzazione a chi ne deve fare quotidiano utilizzo per accedere adeguatamente al mondo del lavoro.

Il grado di realizzazione di questo Patto segnerà l’avanzamento credo di una Regione che già oggi rappresenta uno degli avamposti istituzionali più solidi e strutturati del panorama italiano e non solo.

Chiudo dicendo che nella sottoscrizione di tanti e plurali soggetti istituzionali associativi, su cui mi sono soffermata all’inizio, c’è la cifra della fiducia che viene riposta nella Regione Emilia-Romagna per la serietà e la concretezza del lavoro che compie a partire dal lavoro del presidente Bonaccini. Questo mi pare sia un dato di fatto riconosciuto e certificato in modo diffuso e ribadito meno di un anno fa.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego. 

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

È chiaro che è stato svolto un lavoro complesso e quindi ringrazio gli assessori che se ne sono fatti carico. Ringrazio il presidente. È una complessità questa che non può sfuggire a nessuno. Riuscire a stringere un Patto con 500 soggetti che lo sottoscrivono implica un lavoro enorme di contatti, di sedute, di confronti. C’è anche l’originalità del Patto, perché un patto implica la corresponsabilità di chi l’ha sottoscritto, quindi coinvolge i soggetti chiamati a realizzare gli obiettivi del patto e tutti gli altri soggetti, penso in particolare al mondo ambientalista, che più che realizzatori di obiettivi, sono soggetti che puntano a individuare questi obiettivi e portarli all’attenzione di chi amministra la nostra Regione.

Fare questo lavoro in una fase straordinaria come quella che stiamo affrontando della pandemia non è, ovviamente, secondario. Questo contribuisce a dare peso agli accordi che sono stati presi. Come diceva la consigliera Zappaterra, però, sinceramente, ed è l’opinione che abbiamo anche in Europa Verde, a livello regionale, questo lo consideriamo un punto di partenza, non un punto di arrivo. Del resto, la transizione ecologica, che è uno dei pilastri di questo accordo, delinea un processo, non una staticità.

Riteniamo questo Patto la cornice che dovrà orientare, che dovrà indirizzare gli obiettivi portanti della programmazione e dei Piani che verranno approvati in questa legislatura, i Piani che vanno a scadenza nel 2020: rifiuti, energia, trasporti. Per ricordare quelli più strategici. Questi Piani, con i loro obiettivi, dovranno dare risposte coerenti ai princìpi e ai target presenti nel Patto. Ed è questa la difficoltà del passare dal Patto come punto di partenza e di cornice alla realizzazione degli obiettivi, che poi sono gli obiettivi che abbiamo già approvato quando abbiamo affrontato la discussione del programma di mandato della Giunta.

Vediamo da dove partiamo, quindi qual è la situazione di partenza rispetto ai punti di arrivo che ci siamo proposti, ribadendo anche nel Patto quelli che sono di mandato. Se guardiamo la produzione di energia da fonti rinnovabili, questo dato, ripreso nel Patto, ci dice che al 2017 con le rinnovabili l’Emilia-Romagna copriva appena il 13 per cento dei consumi finali di energia. Per quanto riguarda, invece, l’obiettivo a cui tendere, il Patto pone 100 per cento di rinnovabili al 2035. È evidente la distanza che ci resta da percorrere.

Rispetto alla riduzione delle emissioni climalteranti, il Patto pone, giustamente, almeno il 55 per cento al 2030. “Almeno” perché noi sappiamo che il Parlamento europeo sta lavorando perché si arrivi, invece, almeno al 60 per cento. Comunque, anche il meno 55 per cento è un taglio straordinario se si pensa che l’accordo precedente, a cui aveva partecipato anche il Governo nel 2018, era quello di meno 40 per cento.

Venendo alla Regione, il dato del 2017, riportato nel testo del Patto ci dice che rispetto al 1990, l’anno che viene preso a riferimento per indicare la percentuale di riduzione, ci dice che nel 2017 le emissioni climalteranti rispetto, ripeto, all’anno di riferimento 1990 le avevamo ridotte del 12 per cento.

Questo delinea la complessità della strada da percorrere per arrivare a un meno 55 per cento al 2030 e alla neutralità carbonica, che è stata riconfermata come obiettivo, al 2050. Questi dati li ho citati per sottolineare che è molta la strada da fare, e anche per ribadire che per percorrere questa strada che è Europa Verde, siede in questa Assemblea e intende cooperare lealmente per raggiungere questi obiettivi in questo mandato, anno dopo anno, fino al 2025.

È chiaro che sono pochi gli anni che abbiamo di fronte. Sono pochi, ma l’urgenza di lottare contro i cambiamenti climatici ci spinge, ci esorta ad accelerare il passo.

Questo documento è comunque importante anche perché assume i 17 obiettivi dell’Agenda delle Nazioni Unite, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. È importante perché pone, tra gli obiettivi, quello di accompagnare la transizione energetica ecologica delle imprese. È chiaro che vanno strutturati dei piani di sostegno. Se vogliamo passare dai mega allevamenti ad allevamenti non intensivi, anche in questo caso va attuata una strategia di riduzione, di conversione dal mega allevamento all’allevamento di medie e piccole dimensioni.

In questo processo di evoluzione verso sistemi di produzione sostenibili ambientalmente, ma anche socialmente ed economicamente, ci devono aiutare i fondi europei, fondi europei che tra l’altro hanno proprio un capitolo di spesa particolare, che è il just transition fund, che è quello che deve sostenere le situazioni di difficoltà.

Qui stiamo parlando di ambiente, ma ovviamente stiamo parlando di attività economiche che vedono persone che ci lavorano. Quindi, questa evoluzione verso una sostenibilità a 360 gradi deve essere accompagnata da misure di sostegno a quei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Ma noi dobbiamo guardare a questo complesso del processo anche in funzione delle nuove opportunità che offre, quindi opportunità che offre di creare lavoro pulito e stabile. Queste sono tutte aggettivazioni che devono andare insieme: lavoro pulito non inquinante, lavoro stabile, lavoro dignitoso per chi ci lavora.

Trovo, quindi, molto importanti anche gli aspetti sociali del patto, dove si parla di diritto alla casa e di diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro e dove si fa anche riferimento alla sicurezza anche personale sul lavoro. Noi siamo un Paese dove ancora ci sono incidenti sul lavoro. Non è accettabile che nel 2020 ci siano ancora persone che perdono la vita sul luogo di lavoro.

È sicuramente importante anche il passaggio – non posso naturalmente citarli tutti nella brevità del tempo a disposizione – dove si fa riferimento all’investimento per la crescita e la qualificazione del lavoro femminile, per vedere più donne nelle posizioni decisionali e per avere più imprese femminili, più grandi, più numerose nei settori ancora appannaggio maschile.

Infine, c’è il passaggio sulla legalità. La legalità è fondamentale. A questo proposito, quindi, vista la decisione del presidente Bonaccini di stralciare due articoli che per i Verdi si erano rivelati complicati da sostenere, questa decisione conferma che noi non siamo la Regione dei condoni indiscriminati, ma siamo la Regione della legalità.

Il compito che abbiamo di fronte è immane. La pandemia non lo semplifica. La transizione non è e non sarà una passeggiata, e va costruita passo dopo passo.

Concludendo, chiedo alla Giunta di operare affinché un numero sempre maggiore di associazioni ambientaliste possa aderire al patto condividendone gli obiettivi e di creare un raccordo tra gli uffici in modo che tutti i vari settori che sono implicati nella realizzazione di questi obiettivi, quindi agricoltura, trasporti, energia, rifiuti eccetera possano avere una cornice di lavoro insieme.

Noi, comunque, come Europa Verde siamo qui, nella limitatezza delle nostre forze, per dare un contributo a raggiungere gli obiettivi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Parto ringraziando in modo non formale il presidente Bonaccini, la vicepresidente Schlein, l’assessore Colla e il sottosegretario Baruffi per il lavoro che hanno fatto in questi mesi, un lavoro molto articolato e complesso, considerando il periodo, la crisi drammatica che stiamo vivendo. Ottenere questo risultato, la sottoscrizione del Patto, all’interno dell’anno 2020 rappresenta sicuramente un risultato apprezzabile, importante, che rappresenta un punto di partenza molto significativo per questa legislatura.

Sulla sottoscrizione del Patto ho sentito qualche accenno forse un po’ troppo ironico durante la seduta, durante questa discussione, così come in altre occasioni. Mettere insieme una realtà così composita della società emiliano-romagnola e le rappresentanze datoriali, le rappresentanze dei lavoratori, Confagricoltura, Confcommercio, tutte le realtà di impresa, i Comuni, le associazioni dei Comuni, fino alle realtà ambientaliste, Legambiente e altri, non è stato né scontato, né facile, né può essere archiviato in una breve parentesi. Credo che dobbiamo dire due cose fondamentali su questo documento, sul Patto per il lavoro e per il clima. Intanto, dobbiamo sottolineare che è un documento di orizzonte, un documento che segna un orizzonte verso il quale la società emiliano-romagnola ha deciso di andare, l’orizzonte che si è data la società emiliano-romagnola perché l’elenco delle 55 realtà che hanno sottoscritto quel Patto rappresenta sostanzialmente l’intera società articolata, ma l’intera società emiliano-romagnola. Aver sottoscritto quel Patto in questo momento, nel pieno di una crisi così drammatica, rappresenta anche un modo – io credo che dovremmo essere tutti orgogliosi come Emilia-Romagna – per indicare in modo collettivo una strada per fuoriuscire dalla crisi. Ovviamente, l’emergenza sanitaria durerà ancora, lo sappiamo, dobbiamo contrastarla. Sappiamo le misure che dobbiamo seguire, però la crisi sanitaria ha prodotto una crisi economica e rischia di produrre anche una crisi sociale e questo documento rappresenta un tassello, ovviamente non c’è mai la soluzione a tutti i problemi, ma rappresenta ‒ dicevo ‒ un tassello importante di come si può uscire dalla crisi, come si può guardare a come ripartire dopo la crisi. L’elemento fondamentale, io credo, di questo Patto sta esattamente qui.

Il Patto per il lavoro a cui abbiamo fatto riferimento nel 2015, sottoscritto all’inizio della legislatura... Ma ancora prima, il primo Patto per il lavoro viene sottoscritto nel 2010, presidente Errani. Eravamo, in quel momento, nel pieno dell’effetto della crisi finanziaria del 2008. Questa Regione indica già un modello a cui riferirci, cioè l’accordo tra il tentativo di utilizzare la concertazione come modello per affrontare la crisi. Questo è stato il Patto del 2010. Nel 2015 viene implementato, puntando alla riduzione della disoccupazione, pensando, anche lì, a come affrontare insieme un momento difficile di rilancio. Quello strumento ci ha aiutato ad affrontare vertenze importanti e delicate.

La grande novità di cui oggi discutiamo, la grande novità è che non c’è solo il Patto per il lavoro. C’è il Patto per il lavoro e il clima. Per la prima volta, assieme a realtà datoriali, imprenditoriali, sindacali, costruttori, lavoratori, ci sono anche le realtà del mondo ambientalista. Ovviamente, questo consegna a tutti noi una responsabilità in più, perché vuol dire sapere che esistono punti di vista differenti, che dovranno trovare un elemento di sintesi, che rappresenta un punto di avanzamento per tutti quanti noi. La novità importante io credo che sia questa.

È ovvio che un documento di questo tipo, che segna un orizzonte, segna una cornice, segna un elemento verso cui tendere e in cui sono fissati obiettivi importanti... Il 100 per cento di energia rinnovabile al 2035, la riduzione del 55 per cento delle emissioni climalteranti almeno al 2050 sono obiettivi molto ambiziosi, che ovviamente necessitano di politiche, per quanto ci riguarda, coerenti, che dovranno tradursi, quindi, negli strumenti di programmazione che a partire dal prossimo anno dovremo affrontare. Penso a due su tutti: il Piano dell’aria e il Piano energetico regionale. Il Piano dell’aria. Siamo una delle regioni più inquinate, lo sappiamo. Come qualità, l’aria è purtroppo più inquinata. Il bacino padano non è solo un problema dell’Emilia-Romagna, ma riguarda altre Regioni importanti, riguarda il rapporto con il Governo. Il Piano energetico regionale, altro strumento fondamentale, attraverso il quale concretamente dovremo indicare come iniziare quella transizione di cui abbiamo dato volontà chiara all’interno del Patto.

Su questi strumenti misureremo la nostra collettiva capacità di produrre cambiamenti dal punto di vista di quello che sono le competenze e le possibilità d’intervento della regione.

Ma la forza del Patto, e su questo concludo, è che ciascuno si prende carico di un pezzo di responsabilità, condividendo uno scenario, condividendo un orizzonte verso cui tendere, che non vuol dire, ovviamente, che tutti saremo sempre d’accordo su tutto, perché è ovvio che i punti di vista sono diversi, che gli interessi dei sottoscrittori di quel Patto possono anche essere diversi, ma lì c’è un affidamento importante. Proviamo a risolvere i problemi insieme. Questo è quello che ha fatto dell’Emilia-Romagna la regione che conosciamo.

Se oggi, in quell’affidamento, aggiungiamo un elemento valoriale importantissimo, cioè quello, collettivamente, di riconoscere che l’elemento del cambiamento climatico e della transizione energetica sono due problemi non più rinviabili, che vanno affrontati e che vanno discussi in tutti i livelli, in tutti gli strumenti di programmazione, in tutte le politiche in modo trasversale di questa Regione, in cui ogni soggetto che ha firmato si prende quota parte di responsabilità per discutere collettivamente come uscire, come immaginare l’Emilia-Romagna del futuro, io penso che oggi abbiamo messo una prima pietra importante di un percorso che ovviamente è tutto da scrivere, e che segnerà, io credo, la legislatura. E finalmente, a partire dal 2021, speriamo si possa mettere alle spalle anche questa grande tragedia che è stata la pandemia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Vicepresidente Schlein. Prego, per l’intervento conclusivo della Giunta.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Volevo ringraziare sentitamente tutte le consigliere e i consiglieri e i Gruppi che hanno contribuito a questa importante discussione. Sull’importanza della discussione non ritorno. Abbiamo accettato di buon grado l’idea di tornare ogni sei mesi anche insieme a voi, perché questa è una sfida: quella del Patto, a cui abbiamo tanto lavorato insieme all’assessore Colla e a tutte le parti istituzionali, economiche e sociali, e per la prima volta anche al mondo delle associazioni che si battono per la giustizia climatica e ambientale.

È un lavoro che vogliamo proseguire, e questa firma è non la fine di un percorso, ma anzi, l’avvio di un percorso a cui naturalmente avendo fissato obiettivi strategici e processi trasversali, poi lo faremo vivere passo per passo. In questo ci sarà pieno spazio per proseguire questo confronto, per tenere conto anche delle giuste osservazioni che sono state fatte. Non mi sentirei di dover aggiungere altro rispetto ai tanti argomenti che sono venuti fuori. Fatemi ringraziare, però, anche in particolare le minoranze che, seppur con tratti diversi, oggi hanno fatto un’interessante e importante apertura di credito rispetto al percorso che abbiamo intrapreso con tutte le parti sociali. A loro ci siamo e ci saremo nella franchezza che contraddistingue questo confronto, ma non siamo stati affatto sordi a quello che già in questi mesi abbiamo potuto raccogliere in quel confronto e continueremo con lo stesso spirito, insieme al collega Colla, a dare vita a questo patto, per cui ricordo solo che è già previsto un meccanismo di monitoraggio, così come era stato fatto dal 2015 in avanti, e per quanto riguarda gli obiettivi climatici anche un percorso per la neutralità carbonica, che dovrà fissare gli obiettivi intermedi a cui miriamo nei prossimi anni, le strategie attuative e i meccanismi di monitoraggio per assicurare che queste parole importanti e condivise che segnano la volontà condivisa di ripartire insieme diventino poi anche fatti concreti e misurabili.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Schlein.

Abbiamo terminato con gli interventi.

A questo punto passiamo alle votazioni delle tre risoluzioni, ricordo una risoluzione a firma del consigliere Rancan ed altri, una risoluzione a firma della consigliera Piccinini e una risoluzione a firma della consigliera Zappaterra ed altri.

Partiamo dalla prima risoluzione, la 2261/1, a firma del consigliere Rancan ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 39

 

È approvata.

 

Passiamo alla risoluzione 2261/2, a firma della consigliera Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 15

 

È approvata.

 

Passiamo all’ultima risoluzione, la 2261/3, a firma dei consiglieri Zappaterra, Taruffi, Pigoni e Zamboni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 25

Astenuti 14

 

È approvata.

 

Abbiamo concluso con...

Consigliere Costa, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Benissimo. Aggiungiamo il suo voto a tutte e tre le votazioni.

A questo punto, proseguiamo i lavori.

Prima, ovviamente, accogliamo il pensiero del consigliere Mastacchi, nel ricordo del giovane vigile che proprio oggi, nel 2006, morì nell’esplosione a San Benedetto del Querceto. Anche noi ricordiamo questo triste evento.

 

OGGETTO 2009

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Misure urgenti per promuovere la rigenerazione urbana dei centri storici, favorire gli interventi di qualificazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 e recepire le norme di semplificazione in materia di governo del territorio di cui al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76”. (14)

(Continuazione discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, adesso, al progetto di legge 2009: progetto di legge d’iniziativa della Giunta “Misure urgenti per promuovere la rigenerazione urbana dei centri storici, favorire gli interventi di qualificazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali di cui all’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, e recepire le norme di semplificazione in materia di governo del territorio di cui al decreto legge 16 luglio 2020, n. 76”.

Ricordiamo che su questo oggetto sono stati presentati, insistono quattro ordini del giorno: il 2009/1 a firma del consigliere Costa e altri; il 2009/2 a firma dei consiglieri Lisei, Mumolo, Marchetti e altri; il 2009/3 a firma dei consiglieri Mastacchi e altri; il 2009/4 a firma della consigliera Piccinini.

A questo punto, si riprende dall’esame dell’articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 8

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 8.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, grazie.

Sull’ordine dei lavori, io chiedo questo: anche in virtù delle dichiarazioni del presidente Bonaccini su questo progetto di legge, sull’agenzia che è uscita proprio ieri pomeriggio, nella quale si chiede la soppressione degli ultimi due articoli di questo progetto di legge, non si comprende effettivamente che cosa si voglia fare di questo progetto di legge. Abbiamo iniziato le votazioni così, nude e crude; io chiederei alla maggioranza, e quantomeno al relatore, di motivare, sulla base delle dichiarazioni del presidente quali siano gli intendimenti.

Ad oggi, infatti, noi ci troviamo in una condizione strana. Già abbiamo iniziato un progetto in un modo; siamo arrivati a metà, l’abbiamo praticamente modificato, arriviamo alla fine già con le votazioni in corso, che lo andiamo a stravolgere nuovamente.

Ora, capisco e comprendo tutto, però qualche motivazione all’opposizione dovrà essere data. Diversamente, oggi di che cosa stiamo discutendo?

Io quindi chiederei: a) un’interruzione dell’aula per verificare esattamente le condizioni di questo progetto di legge; b) qualora il relatore voglia comunque dare delle motivazioni e delle spiegazioni in ordine a quello che è accaduto ieri sera, le valuteremo e ne prenderemo atto. Sulla base di queste motivazioni, quindi, cerchiamo di comprendere esattamente cosa votiamo, dove vogliamo andare, cosa volete fare, cosa volete modificare, che non arrivino altre modifiche in corso d’opera, perché a questo punto – guardo il consigliere Taruffi – è chiaro che loro vorrebbero abrogare la legge, cioè non la vorrebbero neanche fare. Però, tutto ha un limite, io credo, nelle varie modifiche che hanno interessato questo progetto di legge, e anche all’assessore di competenza che presenta un progetto e poi si trova esattamente un progetto completamente diverso dopo neanche diciassette giorni in cui ci è stato presentato in Commissione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: La discussione generale è già finita, procediamo con la votazione. Con le dichiarazioni di voto si cambi qualcosa prima di ogni articolo. Però, non credo serva una sospensione. Andiamo avanti con il voto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prendo atto del suo pensiero, ma è chiaro che non c’è nessuna…

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Prendo atto della volontà della maggioranza di non parlare di questo argomento. Prendo atto anche del fatto che ho sentito prima le dichiarazioni della consigliera Zamboni sul discorso della legalità, quindi voi avete presentato un progetto di legge illegale, perché togliendo quei due articoli, e lei ha specificamente detto che fortunatamente sono stati tolti quei due articoli in ordine al regime di legalità che si vuole presentare da questa Regione, evidentemente questi due articoli che volete abrogare riguardano temi illegali. Allora, che cosa ce li presentate a far che?

Dato atto di questo, prendo atto di questa volontà da parte della maggioranza e continueremo, visto che la volontà della maggioranza è quella di proseguire nelle votazioni, con le votazioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Andiamo avanti con l’articolo 8.

Dibattito generale sull’articolo 8.

Dichiarazioni di voto. Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Sull’ordine dei lavori, presidente.

Mi scusi, però dopo quello che è successo, come ha illustrato bene il relatore di opposizione su questa legge e come di prassi si è fatto spesso in quest’aula, credo che almeno ci debba essere un chiarimento tra i due relatori, perché la Lega aveva un indirizzo di votazioni di un certo tipo, poi, come ha detto il presidente Pompignoli, sono sopraggiunte delle novità, credo che almeno una sospensione che veda i due relatori, i Gruppi di maggioranza, l’assessore di competenza, per un piccolo chiarimento, credo che questo sia assolutamente nella prassi della discussione in aula. Tutto questo anche per cercare di far andare avanti poi, alla fine del chiarimento, i lavori nel modo più spedito. Visto che comunque siamo già a mezzogiorno, abbiamo ancora tante cose da fare, c’è un atto amministrativo e ci sono delle risoluzioni, direi che forse un chiarimento adesso potrebbe evitare situazioni peggiori alla riapertura del primo pomeriggio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Giusto per correttezza, perché sennò sembra che manchi qualche cosa, il relatore di minoranza è stato informato poco fa per quanto riguarda i due articoli che sono stati oggetto di dibattito anche nelle ultime ore. Io non ritengo ci sia altro da dire. Quando arriveremo sul punto sarà anche motivato meglio a favore dell’aula che cosa intenderemo fare e il perché.

 

PRESIDENTE (Petitti): Quindi, proseguiamo con le dichiarazioni di voto sull’articolo 8.

Non ho dichiarazioni di voto sull’articolo 8.

Metto in votazione l’articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Ora passiamo all’articolo 9.

Sull’articolo 9 insiste un emendamento, l’emendamento 13, a firma del consigliere Lisei.

Dibattito generale sull’emendamento 13.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’emendamento 13, a firma Lisei.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Contrari 23

Favorevoli 18

Astenuti 1

 

È respinto.

 

Passiamo all’articolo 9.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Il mio voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo un altro voto contrario.

 

TARUFFI: Lo rettifico perché...

 

PRESIDENTE (Petitti): Certo.

Passiamo all’articolo 9.

Dibattito generale. Già fatto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 15

 

È approvato.

 

Passiamo ora all’emendamento 14, sempre a firma del consigliere Lisei, che istituisce un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’emendamento 14.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Contrari 27

Favorevoli 15

 

È respinto.

 

Passiamo all’articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 10.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 17

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 11.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 12.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 15

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 13.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 13.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 25

Astenuti 15

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 14.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 14.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 25

Astenuti 16

Contrari 1

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 15.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 15.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 16.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 14

Contrari 0

 

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 17.

Dichiaro chiusa la votazione sull’articolo 17.

 

Favorevoli 26

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 18, ma prima all’emendamento che insiste sull’articolo 18, l’emendamento 2 a firma del consigliere Pompignoli.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’emendamento 2.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 15

Contrari 27

Astenuti 2

 

È respinto.

 

Ora passiamo all’articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 18.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 17

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 19.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 19.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 20.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Astenuti 18

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 21.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 14

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 22.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’articolo 22.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 15

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 23.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Dichiaro aperta la votazione sull’articolo 23.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 16

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 24.

Prima c’è un emendamento, l’emendamento 19, a firma dei consiglieri Occhi e Pompignoli.

Dibattito generale. Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Noi in Commissione abbiamo proposto questo emendamento all’articolo 24, che va ancora di più nella direzione di garantire lo Stato legittimo, il famoso Stato legittimo che è alla base anche di tutto l’articolato e nell’interesse di questo progetto di legge, per andare verso la semplificazione, poter utilizzare al massimo gli strumenti del 110.

Questo emendamento è stato proposto, ci è stato sollecitato anche dai tecnici che generalmente hanno difficoltà a interfacciarsi anche con il tema dello Stato legittimo. Abbiamo proposto questo emendamento in Commissione. Io ho consegnato le motivazioni di questo emendamento al dottor Santangelo e all’assessore Lori, perché è un emendamento molto tecnico, però va nella direzione di poter raggiungere più rapidamente lo stato legittimo, nei casi in cui vi sia la sanatoria, sia la possibilità, insieme, di fare la sanzione pecuniaria.

Esistono infatti delle casistiche nelle quali ci sono entrambe le diverse modalità per ottenere lo stato legittimo. Noi chiediamo che possano essere chieste insieme. Se un immobile presenta le due diverse tipologie, possibilità, quindi la sanzione pecuniaria e la sanatoria, attualmente gran parte degli uffici tecnici comunali non danno la possibilità di eseguire insieme le due casistiche, le due possibilità. Quindi, non si va nella direzione di garantire lo stato legittimo, non è possibile arrivare allo stato legittimo.

È quindi semplicemente una specificazione, sarebbe semplicemente una chiarificazione, anche per gli uffici che applicheranno la legge. Più volte abbiamo detto che l’importante è fare le leggi in Regione, ma poi fare in modo che anche gli uffici nei Comuni per esempio non la applichino a loro sentimento, ma che ci siano delle regole chiare. Almeno ci venga detto perché questo emendamento verrà bocciato, se verrà bocciato, o non verrà considerato; o almeno, si dia la possibilità di fare una circolare successiva, perché credo sia invece una casistica che è molto probabile che si verificherà, quindi anticipiamo il fatto che in alcuni casi, anzi, credo in molti casi, non sarà possibile ottenere lo stato legittimo.

Ripeto e chiarisco meglio: se abbiamo un edificio che ha le due casistiche, una ha la possibilità di sanatoria e l’altra, invece, è la sanzione pecuniaria per determinati tipi di abusi, quando queste due casistiche si presentano insieme non è possibile fare un’unica pratica per arrivare allo stato legittimo dell’immobile. Non essendo possibile avere lo stato legittimo dell’immobile, come sapete, non si può in gran parte dei casi arrivare al 110 per cento, al fatto di poter usufruire di questo bonus importante che questa legge vuol far sì che venga applicato più rapidamente nel corso di una volontà di rapidità ed efficacia anche dell’azione amministrativa e della possibilità di rendere efficaci i procedimenti legislativi che ci vengono anche dal Governo e dalla volontà politica che si è avuta, che credo anche in quest’aula sia emersa in questi giorni, la volontà della Giunta di semplificare.

Abbiamo appena parlato del Patto per il clima e per il lavoro, abbiamo parlato di tante cose per poter dare rapidità alla nostra azione e alla ripresa anche di questa regione e delle attività imprenditoriali di questa regione, questa è una piccolissima variazione all’interno dell’articolo 24, che andrebbe a inserire un nuovo comma nell’articolo della legge n. 23, e noi crediamo che questo debba almeno essere preso in considerazione, perché è qualcosa di molto semplice, che però potrebbe risolvere un sacco di problematiche, che molto probabilmente si verificheranno, anzi si sono già verificate, ai tecnici che poi andranno a proporre agli uffici il 110 per cento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dibattito generale?

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’emendamento n. 19.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Contrari 25

Favorevoli 17

 

È respinto.

 

Passiamo all’articolo 24.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’articolo 24.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 18

 

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 25.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione l’articolo 25.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 27

Astenuti 17

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 26.

Dibattito generale. Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Presidente, quello che le chiedo è questa cosa qua. Secondo lei, è meglio un immobile con un abuso non rigenerato, che, quindi, domani ci troveremo con l’abuso e oltretutto non rigenerato, o un immobile con un abuso rigenerato? Che cos’è meglio per l’ambiente? Avere un immobile rigenerato, ma con un abuso o avere un immobile con un abuso e non rigenerato? Per me, per l’ambiente, anche se c’è quell’abuso, che tanto resta comunque, è meglio avere un immobile rigenerato. Poi l’abuso, se sarà sanato o se non sarà sanato, è indipendente dal condono, è indipendente dalla rigenerazione. L’abuso, se c’è stato, c’è stato. Se può essere sanato, può essere sanato. Se può essere condonato, può essere condonato. Se non può essere condonato, non può essere condonato. È una cosa a parte.

Noi non è che favoriamo o premiamo gli abusi. Qui stiamo parlando di un discorso differente. Qui stiamo concedendo... Come dicono i vostri tecnici, non noi, non i pericolosi costruttori. Lo dicono i vostri tecnici. Queste procedure che noi oggi stiamo votando servono per favorire la rigenerazione, che sennò non avverrà. Quindi, con la scelta che andremo ad adottare, voi favorite la non rigenerazione urbana. Su questo bisogna essere molto chiari.

Mi appello ancora una volta al suo buonsenso, che ha tante volte dimostrato. Non c’entrano niente i condoni. Non c’entrano nulla di nulla. C’entra se vogliamo rigenerare o non vogliamo rigenerare. Non c’entriamo niente, come Regione, sui condoni, perché non siamo noi a concederli, non siamo noi a decidere se il condono si può fare o non si può fare. Non abbiamo deciso noi che si potevano fare i condoni o come si potevano fare. E non decideremo noi se quel condono è legittimo o non è legittimo o se l’abuso andrà sanato o non andrà sanato. Anche perché l’abuso, se c’è stato, c’è stato. Se c’è una sanzione di un abuso edilizio, c’è comunque. Noi, invece, abbiamo il potere importante di decidere se poter far rigenerare qualche cosa, anche con un abuso.

È questo l’obiettivo che abbiamo, perché questo progetto di legge è per facilitare la rigenerazione. Vogliamo rigenerare quegli immobili, o no? Io preferisco un immobile con un abuso rigenerato che un immobile con un abuso non rigenerato.

Io spero che anche da qua, quando andremo a votare tutto il resto del corpo degli articoli e dell’articolato, abbiamo in mente questo obiettivo. Già l’ideologia ha prevalso sul buonsenso su due articoli che sono stati ritirati, arrivare in aula.

Io spero almeno che il buonsenso, da qua al voto, e sul voto di ogni articolo, compreso quello sul quale sto intervenendo, prevalga. Sennò, è inutile che scriviamo di ambiente, è inutile che parliamo di ambiente, perché in molti di questi articoli, i dirigenti spiegano chiaramente il perché e qual è il loro senso. Il senso è favorire la rigenerazione, perché ci sono delle situazioni che impediscono o rallentano la rigenerazione di immobili. Questa è la realtà.

Ce lo dicono i vostri tecnici, non se lo dicono, ripeto, ANCE, gli architetti o gli ingegneri; ce lo dicono i vostri tecnici. Ci sono delle situazioni che rallentano o impediscono la rigenerazione. Noi vogliamo rigenerare, vogliamo degli immobili che non consumino, che non brucino energia, vogliamo poter far rigenerare. E a rigenerare non è che facciamo un favore al privato che rigenera, facciamo un favore alla collettività, facciamo un favore a tutti i cittadini.

Spero che ci siano ancora i margini perché il buonsenso prevalga.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Questa è parte di una discussione che abbiamo già fatto ieri, in particolare sull’articolo 6.

Vorrei chiarire le idee al consigliere Lisei, nel senso che prima di avventurarsi con certe teorie, bisognerebbe aver letto il Testo unico dell’edilizia. È una materia che a me non appassiona, che avrei francamente fatto a meno di approfondire, però mi è toccato farlo e l’ho fatto.

Il Testo unico dell’edilizia dice in maniera chiara che il cittadino non può avere diritto ad agevolazioni fiscali se ha degli abusi in casa che superano una tolleranza del 2 per cento. Quindi, dire ho un abuso adesso, ce l’ho dopo o ce l’ho domani non è una cosa che si può sostenere, perché è il Testo unico dell’edilizia che lo dice: non puoi avere agevolazioni se hai degli abusi in casa. Quindi, non è una scelta, è la legge. Bisogna che l’abbiamo tutti chiaro in testa, perché altrimenti rischiamo di dire delle cose che non stanno in piedi. Articoli 49 e 50 del DPR n. 380/2001. Ed è il motivo per cui si è intervenuti a livello nazionale con il Decreto Semplificazioni proprio per aprire a una deroga ai condomìni, perché questa cosa non si può fare. Lì è stata aperta una deroga per quelle particolari condizioni – ne abbiamo parlato anche ieri – ed era specificatamente solo per quella tipologia di edifici. Quindi, non è che si può scegliere se avere un abuso oggi che è uguale ad averlo domani. No. Per avere diritto alle agevolazioni, per avere accesso alle agevolazioni devi aver sanato l’abuso. Ma non lo dico io, lo dice la legge.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Questo è meraviglioso, quello che ha detto la consigliera Piccinini. Ma, consigliera, lei ha letto l’articolo oggetto di espunzione da parte del presidente? Io mi chiedo e vi dico questo, e poi interverrò anche sull’articolo 26, perché giustamente stiamo votando l’articolo 26. Guardo anche il sottosegretario. Qui non stiamo mica parlando che la Regione deve fare delle sanatorie o dei condoni. L’articolo 34, che sarebbe il 33, ha l’obiettivo di accelerare la conclusione dell’istruttoria dei condoni edilizi dal 1985 al 2004 ancora pendenti presso i Comuni. Cioè, con questo articolo noi andiamo a fare una sanatoria? O andiamo ad accelerare dei procedimenti legati a eventuali condoni e sanatorie? Stiamo discutendo del niente.

Io capisco che all’interno della maggioranza ci siano dei problemi, e diremo alla fine del progetto di legge quali saranno le nostre intenzioni su questo voto, che erano inizialmente buone. Poi, l’evolversi degli eventi e delle circostanze hanno indubbiamente modificato ogni tipo di conclusione. Il presidente, secondo me, si è fatto fuorviare dalle dichiarazioni ai giornali da parte di tutti su quella che è una sanatoria, che non è.

Credo che le idee un po’ confuse o ce le ha la Regione Emilia-Romagna per queste cose, che sono scritte dentro la relazione della legge, allegate alla legge, o ce le avete voi. Lo dicono i dirigenti. Allora, a questo punto, o sconfessiamo tutti i dirigenti e andiamo a casa tutti o chiudiamo la partita, perché, così, diversamente, non si può procedere.

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

POMPIGNOLI: Però, se lei mi presenta un progetto di legge con una relazione, progetto già votato in Commissione, e poi me lo sconfessate, alzo le mani, presidente.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Appunto, appunto.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Però, la sua maggioranza dice che i dirigenti hanno le idee confuse. Bisogna cercare di comprenderci un po’ anche sul merito della questione, perché, evidentemente, c’è qualcosa che non funziona. C’è qualcosa che non funziona. Farsi prendere per i cosiddetti dal Movimento 5 Stelle mi sembra…

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Io non sto esagerando, presidente. Io credo che qui ci abbiate preso in giro.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: In una legge, in un PDL che avete voluto fortemente, dando un’accelerazione importante, comprensibile, l’ho detto sin dall’inizio, comprensibile, però non si può in 17 giorni stravolgere un PDL vostro, dove voterete addirittura contro gli articoli che avete proposto. Credo che almeno negli ultimi sei anni non sia mai successa una roba del genere. Quindi, qualche domanda forse dovrà essere fatta.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Dopo ci daremo tutte le risposte alle domande del caso.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Non abbiamo paura, presidente, di affrontare un ragionamento…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Un attimo, calmi tutti. Prego.

 

(interruzione)

 

POMPIGNOLI: Dopo qui parleremo tutti.

L’articolo 26, oggetto di discussione generale, ovviamente, testualmente recita…

Prendo un attimo il punto dell’articolo 26: “Va a modificare l’articolo 19-bis della legge regionale n. 23 del 2004”, legge regionale che, a detta anche del relatore di maggioranza, dovrà essere modificata e stravolta a partire dall’anno nuovo, a venire, e su questo dovremo cercare di capire come verrà modificata.

Parla di tolleranze: “Le tolleranze, di cui ai commi 1, 1-bis e 1-ter del presente articolo, realizzate nel corso dei precedenti interventi edilizi, non costituendo violazioni edilizie, sono dichiarate dal tecnico abilitato ai fini dell’attestazione dello stato legittimo degli immobili”. Sullo stato legittimo si apre un mondo.

Le rubo qualche secondo in più, presidente...

 

PRESIDENTE (Petitti): Infatti, sono terminati i cinque minuti. Prego. Ne abbiamo altri quattro di interventi dopo.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì. Infatti qualche secondo... Ho solo detto che i cinque minuti sono terminati.

 

POMPIGNOLI: Sullo stato legittimo dell’immobile si apre un mondo. Oggi, ve ne sarete accorti, il procedimento legato alle rigenerazioni e al superbonus non è decollato, per paura di chi deve asseverare lo stato legittimo in merito a procedimenti interpretativi che ogni Comune fa.

È chiaro che ci troviamo un po’ fermi su questo sistema. È vero che dobbiamo andare a semplificare, da un lato; è altrettanto vero che dovremmo garantire a chi va a testare, che ha delle sanzioni qualora attesti falsamente quanto dichiarato, che il procedimento sta andando per il verso giusto. Su questo bisogna che poniamo una riflessione.

Mi fermo, presidente, perché ho compreso che ho sforato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Io non mi aspettavo un dibattito di questo tipo, nel senso che [...] una parte abbastanza sonnacchiosa nel dibattito, invece vediamo che è da ieri che si incomincia a parlare di questo progetto di legge che probabilmente creerà qualche mal di pancia all’interno della maggioranza, o lo ha già creato o ve lo sta creando. Questo è un qualcosa che noi andremo, nei prossimi mesi, a rivedere probabilmente più volte.

Lo dicevamo anche nella campagna elettorale, che il presidente ci ripete sempre, che è stata condotta, grande e vittoriosa. Però i temi che si ponevano erano temi che all’interno, poi, di una maggioranza abbastanza composita, abbastanza divisiva, divisa, su tanti temi, specialmente su quelli più divisivi dell’ambiente, sarebbero poi emersi nei prossimi cinque anni di Governo.

Iniziamo subito. Vedremo nel prossimo periodo, nei prossimi anni, visto che si parlerà di Piano dell’aria, si parlerà di Piano dei rifiuti, si parlerà di Piano delle cave, si parlerà di legge nuova sulle cave. Ci saranno tanti momenti in cui questa maggioranza potrà comunque trovare momenti di crisi.

Questo progetto di legge, che è nato in un modo e finirà in un altro, era stato, ma l’abbiamo detto più volte, chiesto, era stato fortemente voluto dalla Giunta, ma era stato anche fortemente sponsorizzato dai tecnici, che vedevano finalmente la risoluzione di tanti problemi burocratici, problemi di uffici, perché ognuno degli uffici ragiona per conto proprio, Comuni che chiedono una semplificazione per vedere la famosa messa a terra che ci racconta anche l’assessore Colla, di tutti gli investimenti e dei progetti.

Chiedo e mi chiedo come sarà possibile poi nei prossimi cinque anni raggiungere tutti gli obiettivi sfidanti che sono stati più volte enunciati, anche durante la campagna elettorale, durante il progetto e la discussione delle linee di mandato, e anche durante la discussione di questa mattina. Sarà molto difficile, perché poi ci si ferma e quando si arriva al dunque saltano fuori i problemi, saltano fuori piccoli commi, saltano fuori gli emendamenti non approvati, non si capisce per quale motivo, emendamenti non politici, ma emendamenti proprio di carattere tecnico e di volontà di semplificare.

Ci chiediamo quindi anche quanto potrà andare avanti questa continua contrapposizione. Come dicevo, i temi sono tanti, presidente: vogliamo parlare dell’ambiente, la caccia, l’agricoltura? Ci sono tante cose che dividono questa maggioranza, che l’hanno divisa nei cinque anni passati, e probabilmente causeranno altri problemi, in futuro. E noi saremo qui ancora a ribadire come poi nella pratica, effettivamente, chiedere ai cittadini di andare davanti a degli uffici con i loro tecnici, con tecnici che tra l’altro, presidente, devono – l’ho detto anche in Commissione – farsi le mappe dei tecnici comunali dei vari Comuni. Perché? Perché ogni Comune si fa la sua regola o tende a farsi la sua regola in quanto la regola generale è abbastanza interpretabile, e abbastanza discrezionale nell’applicazione.

Anche qua, quando si andava a chiedere di fare una piccola variazione per semplificare veramente, non ci è neanche stata data la possibilità di capire il perché, cosa è successo, cosa non è successo anche durante la Commissione.

Noi quindi ribadiamo il fatto, presidente, che non capiamo sinceramente se le volontà che avete di cambiare davvero, forse a volte si può anche cambiare il mondo, vogliamo capire se in questa Regione almeno riusciamo a cambiare le pratiche, se riusciamo a cambiare, a velocizzare, se possiamo aiutare veramente a mettere finalmente a terra anche le cose che riconosciamo che sono state dette. Ma finora sono state dette. Arriviamo al primo procedimento, diciamo che questo 2009, che dovrebbe essere il primo fiore all’occhiello di quella che è la famosa semplificazione, la rigenerazione, la ripresa e la resilienza di questa regione nel post pandemia, e già c’è il primo intoppo, già c’è il primo inciampo, già c’è la prima buca in questo lungo percorso che ci vedrà, nei prossimi cinque anni, tante volte in quest’aula a cercare di capire quali mal di pancia ci sono all’interno della maggioranza, se ci sono stati, e come intendete poi uscirne, perché la direzione che lei, presidente, cerca di intraprendere, che è la direzione del pragmatismo, la direzione di cercare di portare a casa le cose, di cercare di risolvere i problemi, sapevamo tutti che avrebbe incontrato dei problemi sul percorso. Quindi, la sua volontà è un conto, quello che le lasceranno fare sarà un altro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Sono le ore 13,01, per cui dichiaro chiusa la seduta del mattino.

Riprendiamo alle ore 14 con il dibattito.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 13,01

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Vincenzo COLLA, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Irene PRIOLO.

 

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2298

Risoluzione n. 1 collegata all’oggetto 2261 “Comunicazione del Presidente della Giunta ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea su: Patto per il lavoro e per il clima”. A firma dei Consiglieri: Rancan, Bargi, Rainieri, Marchetti Daniele, Pompignoli, Liverani, Montevecchi, Occhi, Delmonte, Catellani, Bergamini, Facci, Pelloni, Stragliati, Lisei, Barcaiuolo, Mastacchi, Castaldini

 

Titolo: 2261/1 (oggetto 2298) - votazione risoluzione (cons. Rancan e altri)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 41

Non votanti: 3

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Lisei Marco; Pompignoli Massimiliano; Stragliati Valentina

 

 

OGGETTO 2299

Risoluzione n. 2 collegata all’oggetto 2261 “Comunicazione del Presidente della Giunta ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea su: Patto per il lavoro e per il clima”. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Titolo:2261/2 (oggetto 2299) - votazione risoluzione (cons. Piccinini) Note:

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 15

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Pompignoli Massimiliano; Stragliati Valentina

 

 

OGGETTO 2300

Risoluzione n. 3 collegata all’oggetto 2261 “Comunicazione del Presidente della Giunta ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea su: Patto per il lavoro e per il clima”. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Taruffi, Pigoni, Zamboni

 

Titolo:2261/3 (oggetto 2300) - votazione risoluzione (cons. Zappaterra e altri) Note:

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 14

Non votanti: 3

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Pelloni Simone; Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Lisei Marco; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano

 

 

OGGETTO 2009

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Misure urgenti per promuovere la rigenerazione urbana dei centri storici, favorire gli interventi di qualificazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 e recepire le norme di semplificazione in materia di governo del territorio di cui al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76”. (14)

 

Titolo:2009 - votazione art. 7

 

Presenti al voto: 38

Favorevoli/Si: 26

Astenuti: 8

Non votanti: 4

Assenti: 12

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Bargi Stefano; Castaldini Valentina; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Pelloni  Simone; Rainieri Fabio; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Lisei Marco; Marchetti Francesca; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 8

 

Presenti al voto: 46

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 16

Non votanti: 3

Assenti: 4

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Pompignoli Massimiliano; Petitti Emma


Assenti

Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Iotti Massimo; Lisei Marco


 

Titolo:2009 - votazione em. 13

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 18

Contrari/No: 23

Astenuti: 1

Non votanti: 3

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Taruffi Igor

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti

Marchetti Francesca


Non votanti

Gibertoni Giulia; Paruolo Giuseppe; Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Piccinini Silvia

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 9

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 26

Astenuti: 15

Non votanti: 2

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Rancan Matteo; Zappaterra Marcella

 

 

Titolo:2009 - votazione em. 14

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 15

Contrari/No: 28

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 10

 

Presenti al voto: 46

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 17

Non votanti: 2

Assenti: 4

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Castaldini Valentina; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Rancan Matteo


 

Titolo:2009 - votazione art. 11

 

Presenti al voto: 46

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 16

Non votanti: 3

Assenti: 4

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Tagliaferri Giancarlo; Petitti Emma


Assenti

Castaldini Valentina; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Rancan Matteo


 

Titolo:2009 - votazione art. 12

 

Presenti al voto: 46

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 15

Non votanti: 3

Assenti: 4

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Tagliaferri Giancarlo; Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 13

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 26

Astenuti: 15

Non votanti: 2

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

nessuno


Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Bergamini Fabio; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Iotti Massimo; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 14

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 1

Astenuti: 16

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

Marchetti Francesca


Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Felicori Mauro; Iotti Massimo


 

 

Titolo:2009 - votazione art. 15

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 16

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Stragliati Valentina

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 16

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 14

Non votanti: 2

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Mastacchi Marco; Petitti Emma


Assenti


Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 17

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 16

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Iotti Massimo; Mumolo Antonio; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione em. 2

 

Presenti al voto: 47

Favorevoli/Si: 15

Contrari/No: 28

Astenuti: 2

Non votanti: 2

Assenti: 3

 

Favorevoli/Si


Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti

Barcaiuolo Michele; Lisei Marco


Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Iotti Massimo;


 

Titolo:2009 - votazione art. 18

 

Presenti al voto: 47

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 17

Non votanti: 2

Assenti: 3

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


 

Assenti

Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo


 

Titolo:2009 - votazione art. 19

 

Presenti al voto: 47

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 16

Non votanti: 3

Assenti: 3

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Tagliaferri Giancarlo; Petitti Emma


Assenti

Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo


 

Titolo:2009 - votazione art. 20

 

Presenti al voto: 47

Favorevoli/Si: 27

Astenuti: 18

Non votanti: 2

Assenti: 3

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Rancan Matteo


 

Titolo:2009 - votazione art. 21

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 14

Non votanti: 2

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 22

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 15

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Rancan Matteo

 

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 23

 

Presenti al voto: 46

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 16

Non votanti: 2

Assenti: 4

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2009 - votazione em. 19

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 17

Contrari/No: 26

Non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Piccinini Silvia

 

 

Titolo:2009 - votazione art. 24

 

Presenti al voto: 48

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 18

Non votanti: 2

Assenti: 2

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Castaldini Valentina; Iotti Massimo


 

Titolo:2009 - votazione art. 25

 

Presenti al voto: 47

Favorevoli/Si: 28

Astenuti: 17

Non votanti: 2

Assenti: 3

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Gibertoni Giulia; Petitti Emma


Assenti

Castaldini Valentina; Iotti Massimo; Rancan Matteo


 

Emendamenti

 

OGGETTO 2009

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Misure urgenti per promuovere la rigenerazione urbana dei centri storici, favorire gli interventi di qualificazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 e recepire le norme di semplificazione in materia di governo del territorio di cui al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76”.

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Pompignoli

 

«All’art. 18 del progetto di legge è inserito il comma3.

Dopo il comma 7 dell'art. 28 della legge regionale 15 del 2013 è inserito il seguente comma: comma 8. Nel caso di cambio d'uso, attuato liberamente nel rispetto del comma 7, in abitazione o altre destinazioni che determinino superficie utile i parametri da rispettare, quali, in particolare, altezza e rapporto di illuminazione sono quelli della destinazione in atto a condizione che non vi siano più di 3 operatori in contemporanea mentre il servizio igienico, per operatori e clienti può essere il secondo servizio dell'unità e non concorre alla superficie massima di 30 metri quadrati».

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma del consigliere Lisei

 

«L'art. 9, comma 1, lettera a) viene così sostituito:

"Articolo 9

Modifiche all'articolo 13 della legge regionale 30 luglio 2013, n. 15

1. Al comma 1 dell'articolo 13 della legge regionale n. 15 del 2013 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) la lettera a) è sostituita dalla seguente:

"a) gli interventi di manutenzione straordinaria e le opere interne qualora riguardino le parti strutturali dell'edificio o modifiche ai prospetti e all'involucro, incluse le opere di riqualificazione energetica e di consolidamento strutturale di facciate e involucro di fabbricato;".»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma del consigliere Lisei

 

«Dopo l'art. 9 è aggiunto il seguente art. 9 bis:

"Articolo 9 bis

Modifiche all'articolo 14 della legge regionale 30 luglio 2013, n. 15

1. All'articolo 14 comma 6, della legge regionale 30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia), dopo la lettera e) viene aggiunto il seguente testo:

6. Tale termine può essere sospeso una sola volta per chiedere chiarimenti e acquisire integrazioni alla documentazione presentata. Le richieste di integrazione della documentazione presentata possono avvenire esclusivamente per via scritta, con provvedimento firmato dal responsabile del servizio, senza che alcuna documentazione al di fuori della richiesta scritta sia dovuta per conformare il progetto, pena l'irricevibilità della richiesta di integrazione.

Nella richiesta di integrazione va citato esplicitamente il riferimento normativo in base al quale l'Ente ritiene che gli vada fornita documentazione integrativa o il dispositivo legislativo con cui il progetto è risultato in contrasto dai controlli effettuati.

La Modulistica Regionale Unificata non può essere modificata né integrata in alcun modo dagli Enti Pubblici locali che se ne servono, né ulteriori asseverazioni rispetto ad essa possono essere richieste".»

(Respinto)

 

Emendamento 19, a firma dei consiglieri Occhi e Pompignoli

 

«All'art. 24 dopo il comma 2 bis è inserito il seguente: "comma 2-ter: il permesso e la SCIA in sanatoria possono altresì prevedere la contestuale applicazione delle sanzioni pecuniarie per lo opere ulteriori rispetto a quelle oggetto di accertamento di conformità, in tutti i casi in cui la stessa sia prevista dalla presente legge in luogo della demolizione delle opere abusive e del ripristino dello stato dei luoghi; per tale fattispecie l'efficacia del titolo edilizio in sanatoria è subordinata all'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria determinata ai sensi dell'art. 21 della presente legge."»

(Respinto)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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