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54.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO 2021

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 2342

Relazione sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’art. 10, comma 4 della L.R. 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2018

(Discussione)

 

OGGETTO 2343

Relazione sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’art. 10, comma 4 della L.R. 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2019

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

STRAGLIATI (Lega)

AMICO (ERCEP)

MONTALTI (PD)

BONDAVALLI (BP)

DELMONTE (Lega)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

 

OGGETTO 1809

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere in ogni scuola del territorio regionale momenti di studio e sensibilizzazione sul tema delle Foibe; a invitare ogni amministrazione comunale ad organizzare attività aperte all’intera cittadinanza per la Giornata del Ricordo; a illuminare il palazzo della Regione con luci tricolori nella notte tra il 9 e il 10 febbraio di ogni anno. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri

(Continuazione discussione)

 

OGGETTO 2169

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere iniziative ufficiali a ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’oro al merito civile. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Rainieri, Occhi, Liverani, Montevecchi, Delmonte, Rancan, Catellani, Gibertoni

(Continuazione discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

PILLATI (PD)

CATELLANI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

BARCAIUOLO (FdI)

PIGONI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

BARCAIUOLO (FdI)

ZAMBONI (EV)

CATELLANI (Lega)

CASTALDINI (FI)

MARCHETTI Francesca (PD)

PICCININI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

BARCAIUOLO (FdI)

ZAPPATERRA (PD)

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 2534

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché intervenga presso i vertici di Trenitalia per garantire il futuro industriale e occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle Officine di Manutenzione di Bologna e di Rimini. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico, Rossi, Zamboni

(Rinvio in commissione)

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 2540

Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire l’acquisizione di competenze da Green Manager, promuovendo corsi di formazione per l’attuazione della transizione ecologica negli enti pubblici e nelle imprese private dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

COSTA (PD)

FACCI (Lega)

ZAMBONI (EV)

 

Inversione dell’ordine dei lavori.

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 2411

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, anche all’interno della Conferenza Stato Regioni e Province Autonome, al fine di sostenere l’attività venatoria e la propria contrarietà all’abrogazione dell’art. 842 del Codice Civile. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Facci, Liverani, Pompignoli, Catellani, Delmonte, Montevecchi, Rancan, Bargi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

RAINIERI (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

RONTINI (PD)

BARCAIUOLO (FdI)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 2537

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a realizzare un monitoraggio e una contestuale mappatura dei distaccamenti del Corpo dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio e a proseguire nel sostegno economico a favore della manutenzione ordinaria e/o straordinaria delle sedi dei distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

MARCHETTI Francesca (PD)

PELLONI (Lega)

ZAMBONI (EV)

MARCHETTI Francesca (PD)

TARUFFI (ERCEP)

PICCININI (M5S)

DAFFADÀ (PD)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche rinvio in commissione e oggetti 25342540 - Inversione dell’ordine del giorno oggetti 24112537

Emendamenti oggetto 2537

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,53

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 54 del giorno 3 febbraio 2021.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Corsini e Donini.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. BULBI Massimo
  7. CALIANDRO Stefano
  8. CASTALDINI Valentina
  9. CATELLANI Maura
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. DELMONTE Gabriele
  14. FABBRI Marco
  15. FELICORI Mauro
  16. GIBERTONI Giulia
  17. LIVERANI Andrea
  18. MALETTI Francesca
  19. MARCHETTI Daniele
  20. MARCHETTI Francesca
  21. MASTACCHI Marco
  22. MONTALTI Lia
  23. MONTEVECCHI Matteo
  24. MORI Roberta
  25. MUMOLO Antonio
  26. OCCHI Emiliano
  27. PARUOLO Giuseppe
  28. PELLONI Simone
  29. PETITTI Emma
  30. PIGONI Giulia
  31. PILLATI Marilena
  32. POMPIGNOLI Massimiliano
  33. RANCAN Matteo
  34. RONTINI Manuela
  35. ROSSI Nadia
  36. SABATTINI Luca
  37. SONCINI Ottavia
  38. STRAGLIATI Valentina
  39. TAGLIAFERRI Giancarlo
  40. TARASCONI Katia
  41. TARUFFI Igor
  42. ZAMBONI Silvia
  43. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): Piccinini che avevo dimenticato. Presenti 44 all’appello.

 

Sull’ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Molto brevemente, sull’ordine dei lavori.

Mi prendo questi tre minuti per fare una considerazione all’aula, una considerazione a me stesso e una considerazione soprattutto rivolta alla Presidenza.

Abbiamo visto gli articoli che sono stati pubblicati questa mattina sulla stampa, che riguardano in principal modo la presidente dell’Assemblea, dove si palesa la volontà e la possibilità di una candidatura a Sindaco di Rimini.

Come è stato discusso nelle ultime Capigruppo, ovviamente anche se c’è un atteggiamento di correttezza e di responsabilità da parte della presidente, quindi se legittimamente, come è stato nel rapporto che consegue anche a quello che comporta una presa di posizione e una decisione politica, questo ovviamente fa venir meno il ruolo di rappresentanza di tutte le forze politiche che sono rappresentate qui, in questa seduta.

Quindi sicuramente, presidente, quello che io le chiedo è di valutare concretamente, nel modo più celere possibile, se quella correttamente è la strada che lei ha deciso di intraprendere, come è stato riportato anche oggi sulla stampa, quindi di valutare le dimissioni dal ruolo di presidente dell’Assemblea, perché penso sia giusto e corretto che si possa arrivare a una presidenza che, al di là del lavoro che è stato fatto fino ad oggi, possa garantire una rappresentanza di tutte le forze politiche.

Questo lo dico senza entrare nel merito della sua persona, presidente, questo lo voglio dire a discapito di tutte quelle che possono essere le discussioni o altro, solamente perché, come Gruppo della Lega e anche magari rappresentando qualche parere di qualche altro Gruppo politico, posso dire che penso sia necessario, essendo incompatibile la carica di Sindaco e, secondo noi, anche moralmente la candidatura alle ipotetiche e potenziali primarie, come viene definito oggi sul giornale quello che potrebbe essere il dibattito riminese dei prossimi giorni, sicuramente potrebbe essere utile una riflessione seria e concreta e soprattutto celere su questo punto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Mi unisco alla richiesta fatta dal collega Rancan, nel senso che credo che la Presidenza dell’Assemblea legislativa, che di fatto è la seconda carica istituzionale della Regione, non sia politicamente compatibile con un’eventuale candidatura a sindaco.

Sicuramente l’incompatibilità scatterebbe, lo sappiamo, da un punto di vista amministrativo, solo in caso di elezione, ma, presidente, lei occupa quello scranno perché è votata pressoché all’unanimità, forse c’era un’astensione, adesso vado a memoria, da questa Assemblea. È legittimo che lei non solo appartenga a una forza politica e possa “partecipare” alla vita politica anche del suo partito, nonostante il ruolo che occupi. Diverso diventa nel momento in cui lei veramente nella sua autonomia personale decida di intraprendere un percorso che la va a caratterizzare comunque come una figura di parte.

Per questo, unendomi a quanto già detto dal collega Rancan, anche Fratelli d’Italia le chiede formalmente se le interviste che abbiamo letto oggi prese dalla stampa riminese corrispondono al vero, ma sono interviste quindi non più in discussione, la sua volontà ci pare legittimamente chiara, di trarne le dovute conclusioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene. Altri? È chiaro.

 

OGGETTO 2342

Relazione sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’art. 10, comma 4 della L.R. 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2018

(Discussione)

OGGETTO 2343

Relazione sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’art. 10, comma 4 della L.R. 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2019

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alle relazioni.

Oggetto 2342: relazione sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’articolo 10, comma 4, della legge regionale 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2018.

Ai sensi del comma 4 dell’articolo 10 della legge regionale n. 12/2002, l’Assemblea legislativa, previo esame della Commissione assembleare competente, discute la relazione in oggetto.

L’esame della Commissione Cultura, Scuola, Formazione e Legalità è avvenuto in data 21 gennaio. La relazione 2343 sullo stato di attuazione degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, ai sensi dell’articolo 10, sempre della legge regionale 24 giugno 2002, n. 12, riferita all’anno 2019.

Ai sensi del comma 4 dell’articolo 10, l’Assemblea legislativa, previo esame, discute la relazione in oggetto. L’esame è avvenuto nella Commissione Cultura in data 21 gennaio.

A questo punto, passiamo al procedimento di discussione. Passo la parola alla vicepresidente Schlein, che illustra le relazioni.

Prego, vicepresidente.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Buongiorno a tutte e a tutti, consiglieri.

Procedo alla presentazione delle relazioni annuali sulla cooperazione internazionale per il 2018 e il 2019.

La legge regionale n. 12 sulla cooperazione internazionale, all’articolo 10, comma 4, prevede ‒ come sapete ‒ che annualmente la Giunta regionale presenti all’Assemblea una relazione sullo stato di attuazione del Documento di programmazione e sugli interventi che si sono svolti. Essendo i documenti di programmazione triennali, le relazioni fino al 2016 venivano presentate triennali. Dal 2017 si è deciso di presentarle annualmente. La relazione 2017 è stata presentata nel 2019. La relazione 2018 doveva essere presentata nel 2020, ma gli impegni legati all’insediamento della nuova Giunta e, successivamente, all’esplosione della pandemia hanno fatto slittare i tempi. Per questo motivo, presentiamo ora insieme le relazioni relative alle attività di cooperazione dell’anno 2018 e dell’anno 2019.

Nel complesso dei due anni si sono conclusi 56 progetti ordinari, 25 nel 2018 e 31 nel 2019. Alcuni esempi di alcuni progetti, senza fare un torto a nessuno degli altri. Abbiamo visto operare un progetto del Comune di Ravenna nei campi profughi Saharawi. È stata attivata una Commissione sanitaria scolastica nelle cinque wilaya dei campi per monitorare la salute di circa 18.000 bambini, che ha svolto anche attività di sensibilizzazione sul tema della salute di base a bambini, genitori e insegnanti. È stata organizzata una missione chirurgica, che ha realizzato ben 70 interventi nei campi e ha fatto formazione ai medici locali. Il senso è anche quello di dare continuità ai progetti che si fanno una volta che vengono conclusi, per lasciare qualcosa sul territorio in cui si opera. Potenziamento della Commissione ostetrico-ginecologica, che era nata con precedenti progetti e ha fatto attività di monitoraggio della salute delle donne e attività anche di formazione e informazione.

Anche nel 2019 c’è stato un progetto Comune di Parma e Burundi, con il sostegno al potenziale produttivo delle piccole aziende burundesi e la diversificazione delle attività agricole, con l’introduzione di tecnologie innovative e sostenibili. Le attività che si sono realizzate sono state la formazione tecnica di campo, l’organizzazione e la gestione, l’attività di piccoli fondi di microcredito e la fornitura di piccoli ausili e sementi, supporto alla conservazione, allo stoccaggio, alla distribuzione nei mercati locali.

E poi le attività consuete che facciamo in Bielorussia, con l’Associazione Chernobyl, la prevenzione del disagio minorile, l’offerta di nuovi spazi per l’orfanotrofio sociale locale, il sostegno a modelli di casa famiglia e allo scambio di esperienze tra operatori dei nostri servizi ed operatori bielorussi.

Gli obiettivi che perseguiamo con queste progettualità sono direttamente collegati all’Agenda 2030 e agli obiettivi di sviluppo sostenibile. In particolare, si è perseguito il primo obiettivo, quello più perseguito è l’obiettivo 2, sconfiggere e sradicare la fame, a seguire l’obiettivo 8, promuovere un lavoro dignitoso, l’obiettivo 3, tutelare la salute ed il benessere, l’obiettivo 4, favorire un’istruzione di qualità per tutte e per tutti, l’obiettivo 5, promuovere le politiche di genere, e l’obiettivo 11, rendere le città inclusive e sostenibili.

Si sono conclusi in questi anni anche cinque progetti di emergenza, un progetto concluso nel 2018, il progetto sanitario ad Haiti per rispondere ad un’emergenza sanitaria, e quattro progetti conclusi nel 2019 in Niger, per rafforzare la resilienza di minori non accompagnati, usciti dai centri di detenzione libici, in Somalia per prevenire malattie legate alla malnutrizione, verificatesi in seguito all’emergenza umanitaria, in Myanmar, per portare sostegno alimentare alle comunità degli sfollati interni, e in Mozambico, per fornire supporto alle famiglie delle vittime del Ciclone Idai.

Le risorse complessive messe a disposizione sono state per i progetti ordinari nei due anni 2.124.423 euro, per i progetti di emergenza 212.846 euro. Per quanto riguarda i progetti ordinari, la Regione partecipa alla realizzazione con un contributo medio per il 2018 del 46,49 per cento e per il 2019 del 55,59 per cento. La restante percentuale viene messa a disposizione del partenariato di progetto, che è costituito, come sapete, da enti locali, organizzazioni di volontariato, associazioni.

Il partenariato di norma è molto vario e competente, e il coinvolgimento dei territori è il vero valore aggiunto dei progetti di cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna, che permettono di valorizzare le buone pratiche e le singole esperienze, anche le vocazioni del nostro territorio alla cooperazione.

La Regione, attraverso i tavoli paese ed incontri periodici, condivide con tutto il proprio territorio sia la fase di programmazione che quella di esecuzione del monitoraggio delle attività messe in campo. Stiamo per iniziare le consultazioni per la definizione del nuovo Documento di programmazione della cooperazione internazionale, queste consultazioni coinvolgono gli enti locali, le organizzazioni non governative, le università, le associazioni delle diaspore e anche le imprese coinvolte.

Le persone raggiunte con i differenti progetti sono state 200.821, la maggior parte è costituita da giovani, minori, famiglie, donne, agricoltori, enti dei territori e operatori economici.

Il monitoraggio dei progetti avviene sia in itinere attraverso un software della cooperazione che monitora i cronoprogrammi delle attività e segnala eventuali ritardi o inadempienze nella presentazione della relazione di narrativa intermedia, il rendiconto finanziario intermedio, le variazioni al progetto, le proroghe e oltre a questo monitoraggio tramite il software vi sono anche delle riunioni periodiche con i partner di progetto che coinvolgono anche i partner in loco.

A chiusura del progetto viene richiesta la relazione finale delle attività che espliciti i risultati raggiunti, le attività realizzate, le reti create, il coinvolgimento dei partner e la rendicontazione finanziaria con la presentazione di tutti i giustificativi di spesa.

Tutta la documentazione viene caricata sul software della cooperazione garantendo in questo modo piena trasparenza e tracciabilità dei documenti che sono stati inviati in merito ai singoli progetti.

Venivano organizzate anche, negli anni antecedenti alla pandemia, delle missioni puntuali di monitoraggio e verifica nei Paesi oggetto di intervento e a molte delle stesse hanno partecipato anche consiglieri regionali, in Bielorussia e nei campi profughi Saharawi, per esempio.

L’Agenda 2030 è parte integrante delle politiche di cooperazione e lo sarà maggiormente nel nuovo documento che stiamo elaborando, in linea anche con il rinnovato impegno di questa Giunta regionale che ha informato lo stesso programma di mandato e i diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

Di rilievo risulta il lavoro sulla localizzazione dell’Agenda 2030 che la Regione sta facendo attraverso il progetto Shaping Fair Cities. Si tratta di un progetto europeo che coinvolge diversi comuni del territorio (Modena, Reggio Emilia e Forlì) e che ha coinvolto, attraverso il meccanismo del […] ulteriori 23 enti locali della Regione: Comuni capoluogo, piccoli Comuni, Unioni di Comuni con cui stiamo lavorando sui temi dell’Agenda 2030 e sulla sensibilizzazione della cittadinanza. Una parte della relazione, l’avrete visto, riguarda i progetti nazionali e internazionali che la Regione realizza con altri fondi o come partner oppure come capofila. Parliamo di progetti dell’AICS, l’Agenzia italiana della cooperazione o finanziati dalla Commissione europea.

Per quanto riguarda i progetti AICS di cui la Regione è partner le risorse sono tutte nazionali ed il ruolo della Regione è portare la propria esperienza e le proprie politiche in condivisione con questi territori.

Si tratta di due progetti in Mozambico: il progetto “Partecidade”, di cui il Comune di Reggio Emilia è capofila, e riguarda la pianificazione partecipata dei servizi per le città; il progetto “Salsa”, di cui il CEFA è capofila, che vuole rafforzare il settore agro-zootecnico; il progetto “Cibo e Lavoro” nei campi profughi Saharawi di cui è capofila la ONG Africa 70; il progetto “Mustaqbaluna” nei territori palestinesi con capofila AVSI, che vuole creare opportunità di lavoro per ragazzi e ragazze con disabilità.

La Regione si rapporta costantemente con il livello nazionale, partecipando a tavoli di coordinamento e programmazione, e non potrebbe che essere così, in un raccordo costante, naturalmente, anche a seconda delle reciproche competenze in materia. Questo permette di dare ai progetti regionali che hanno dimensionamenti più bassi, in genere, di quelli nazionali opportunità differenti e di valore aggiunto, anche per valorizzare i risultati che otteniamo grazie a questo forte partenariato con il territorio.

L’ultima sezione della relazione riguarda il programma assistenziale a favore di minori stranieri e i progetti di accoglienza e assistenza a favore dei bambini provenienti dal Saharawi e da Chernobyl. La Regione dal 2001 mette in atto i programmi assistenziali di presa in carico di minori stranieri non curabili nei propri Paesi. Nel 2018 e nel 2019 sono stati accolti in strutture sanitarie circa 70 minori con patologie varie e sempre negli stessi anni circa 700 bambini provenienti dalla zona di Chernobyl e dai campi Saharawi vengono ospitati da famiglie e strutture del nostro territorio.

Io mi fermerei qui per la presentazione. Vi ricordo che in Commissione avete ricevuto il libro di sintesi, la pubblicazione di sintesi della relazione 2018. Era ancora in corso di stampa la relazione 2019, che abbiamo avuto il piacere di poter distribuire oggi in aula ai consiglieri. Se qualcuno, naturalmente, la volesse ricevere perché è con noi collegato, siamo disponibili a fargliene reperire una copia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Schlein.

Dibattito generale. Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi. Ringrazio la vicepresidente Schlein per la presenza e per la relazione.

Abbiamo discusso l’argomento all’ordine del giorno in V Commissione. Non nascondo che, come commissari del Gruppo Lega, ci saremmo aspettati maggiore trasparenza. Abbiamo avuto la relazione del 2018, il libretto stampato in Commissione e oggi quello del 2019. Ci saremmo aspettati prima di discutere la relazione in Assemblea e poi di vedere la stampa di questi libretti. Anche per una questione di rispetto dell’Assemblea.

Procedo con alcune considerazioni. Per quanto riguarda la Lega, devo fare una doverosa premessa: non siamo contrari alla cooperazione internazionale tout court. Anzi, siamo stati una delle prime forze politiche a sostenere che le popolazioni fragili vadano aiutate nei loro Paesi d’origine, anche per gestire in maniera migliore il fenomeno delle migrazioni che ormai da diversi anni interessa la nostra nazione, anche con percentuali significative di immigrazione clandestina, con tutte le problematiche del caso. Del resto, sono dati oggettivi, il fatto che l’Italia rispetto agli altri Paesi europei abbia una percentuale maggiore di immigrazione clandestina.

Se quindi queste popolazioni rimangono nel loro Paese d’origine, sicuramente è meglio per tutti.

Vogliamo anche però che le risorse impegnate dalla Regione Emilia-Romagna in favore della cooperazione internazionale siano spese in maniera oculata, trattandosi di risorse che di fatto vengono sottratte agli emiliano-romagnoli (parliamo di oltre 2 milioni di euro per l’anno 2018 e l’anno 2019), quindi queste risorse devono essere spese in maniera oculata e la rendicontazione deve avvenire nella massima trasparenza.

Su questo, vice presidente, come già detto in Commissione, abbiamo qualche dubbio, in quanto abbiamo avuto non poche difficoltà a reperire soprattutto le rendicontazioni economiche dei vari progetti. Non dimentichiamo che siamo in un momento particolarmente critico per il nostro Paese e anche per la nostra Regione, la crisi pandemica ha dato il colpo di grazia all’economia italiana, avendo un fortissimo impatto socioeconomico, vediamo che i ristori non arrivano, ho letto l’intervista ieri di un esercente piacentino che diceva “ho ricevuto più bollette rispetto ai ristori”, la Cassa integrazione non viene pagata, per cui abbiamo un obbligo morale ancora più forte nei confronti degli emiliano-romagnoli, quindi la massima trasparenza deve essere garantita in quanto, come dicevo, si tratta di risorse significative.

Entrando nel merito della legge regionale, come lei diceva, vice presidente, i bandi e gli avvisi sono il bando ordinario per progetti di cooperazione, avvisi per la realizzazione di progetti di emergenza, avvisi per la realizzazione di progetti strategici, bandi per la pace.

Rispetto all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), la norma regionale però fa riferimento solo ai progetti strategici e ai progetti di emergenza, e tra l’altro la rendicontazione, per quanto riguarda l’Agenzia italiana per la cooperazione, è molto puntuale, essendo basata su criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza.

Diciamo che la parte più consistente degli investimenti regionali riguarda il bando ordinario (poi entrerò nel merito). Per quanto riguarda il comma 4 della legge n. 12 del 2002, come diceva lei, vicepresidente, prevede una relazione annuale sullo stato di attuazione della legge. Quindi, lei giustamente ha detto “siamo in ritardo rispetto alla relazione del 2018 e 2019, che andava presentata all’aula nel 2020”. Per la rendicontazione e la presentazione del 2020 chiedo alla Giunta più puntualità.

Vicepresidente, il dettato normativo impone che la relazione riguardi la legge nella sua interezza e non soltanto parte di essa. Noi nelle slide che abbiamo ricevuto per la Commissione, sono slide ben impostate dal punto di vista grafico, mancano delle relazioni sui progetti di pace. Non sono citati. Tra l’altro, l’impegno economico rispetto ai progetti di pace è aumentato esponenzialmente, passando dai 148.000 euro del 2018 ai 243.000 euro del 2019.

Per cui, per la relazione 2020, chiediamo che anche i progetti di pace vengano presentati nella relazione che arriva ai commissari con magari una stesura più organica, simile a quella che era stata presentata nella legislatura precedente che mi dicono essere più corposa e più dettagliata rispetto a quella che è stata preparata per la relazione di oggi, indicando anche il costo progetto e non soltanto il costo Paese.

Venendo ora ai progetti per la pace, vicepresidente, non è stato semplice accedere ai progetti per la pace. Siamo riusciti ad ottenere un po’ di materiale grazie ai nostri collaboratori, che ringrazio di cuore, con un articolo 30.

Leggiamo sul sito di un’associazione “Progetto Pita e Pasta di Pace 2019”. In relazione al progetto in oggetto si legge testualmente: “Vi aspettiamo a Reggio Emilia per il Mercoledì Rosa il 26 giugno per imparare a cucinare la pita oppure semplicemente per assaggiarla”, 13.300 euro per questo progetto. Magari ci sarà sicuramente anche altro, però lei capisce, vicepresidente, che per i commissari di opposizione vedere un impegno di spesa significativo per un progetto in cui si cucina e si mangia la pita a Reggio Emilia durante il Mercoledì Rosa sembra una spesa un po’ eccessiva.

Forse la rendicontazione dovrebbe essere più puntuale. Chiediamo alla Giunta, ad integrazione delle presenti relazioni, un adeguato documento di monitoraggio per i progetti per la pace approvati nel 2018 e 2019.

Ripartizione fondi bando ordinario. Ne abbiamo già parlato in Commissione. Vincoli nella ripartizione delle spese ammesse, spese generali amministrative 5 per cento fisso non rendicontato, sensibilizzazione in Emilia-Romagna, che è obbligatoria, 4,5 per cento massimo, personale italiano e diaria per spese di ammissione, 25 per cento massimo. Quindi, nel complesso, all’intervento vengono sottratte fino al 34,5 per cento di risorse. In queste spese non sono ricomprese le spese di viaggio del personale italiano e i costi del personale locale, nonché le diarie ad esso riferite, per le quali non è previsto nessun tetto. Quindi, per il donato, la spesa per equipaggiamenti, materiali, forniture, quello che dovrebbe essere il cuore dell’operazione, di un intervento di cooperazione internazionale, la percentuale indicata dalla legge regionale non può superare il 28 per cento dei costi diretti dell’attività.

Inoltre, non più della metà di questa percentuale può essere utilizzata per la realizzazione di opere strutturali. Pensiamo, ad esempio, ad opere infrastrutturali, a cui può essere dedicata una soglia massima del 14 per cento. Rispetto al 4,5 per cento per la sensibilizzazione in Emilia-Romagna, vicepresidente, ci sembra una spesa inutile ed eccessiva. Ad esempio, del progetto Valorizzare l’autonomia e l’inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico è prevista una ricaduta sul territorio tramite pubblicità in radio ed eventi di sensibilizzazione in Emilia-Romagna. Un altro progetto per l’Ucraina. “Si prevedono, infine, attività di sensibilizzazione in Emilia-Romagna con incontri e feste aperte alla cittadinanza”. Secondo noi, le risorse devono andare in favore, trattandosi di cooperazione internazionale, di opere infrastrutturali, acquisto di materiali, non di certo per fare le feste in Emilia-Romagna o per il personale italiano.

Esame progetto bando ordinario. Ne abbiamo già parlato in Commissione. Progetto di intervento in Burundi “ParmaNutri”. Noi leggiamo, vicepresidente. In relazione alle finalità della relazione, si legge testualmente: “Ridurre la malnutrizione dei bambini sotto i cinque anni dei quartieri nord del Burundi, coinvolgendo le loro mamme nella sperimentazione di una tecnologia innovativa applicata all’ambito della formazione ad una corretta nutrizione”. Per quanto attiene alle metodologie si legge, invece: “Le attività realizzate vanno dalla formazione alle mamme ad una corretta alimentazione dei bambini, supportandoli anche con una App creata ad hoc, dimostrazioni pratiche di ricette corrette per la giusta alimentazione”. Costo del progetto 41.598 euro. Fondi stanziati dalla Regione: circa 25.000 euro.

Già avevo evidenziato l’inadeguatezza del progetto, creando una App innovativa per le mamme in Burundi, che è un Paese che ha un reddito pro capite di circa 240 euro l’anno. Penso anche che queste persone non possano disporre di uno smartphone. Quindi, qualche dubbio rispetto all’efficacia di questo progetto penso possa sorgere e sia anche legittimo.

Altri progetti in Saharawi. Camminata non competitiva. Adesso va bene tutto, ma pensiamo che queste popolazioni abbiano altre esigenze e altre necessità. Fondi regionali 25.000 euro e poi ci sono altri progetti come quello di cui parlava lei, in Niger, che va a sostegno dei minori non accompagnati evacuati dalle carceri libiche rispetto a minori che hanno subito violenze psicologiche, fisiche e sessuali nelle carceri della Libia, vengono formati all’utilizzo di strumenti informatici. Secondo noi, rispetto anche ai traumi subiti, probabilmente questi minori avranno altre necessità sia di tipo medico che di tipo psicologico.

Per quanto riguarda l’informatizzazione e la trasparenza, lei, vicepresidente, ha ottime capacità comunicative (questo glielo riconosco) e con grande enfasi ha presentato questa piattaforma, questo software utilizzato per il monitoraggio dei singoli progetti attraverso la raccolta di tutta la giustificazione, documentazione, giustificativi di spesa, rendicontazione, nonché delle relazioni circa l’esito dei progetti.

Ecco, vicepresidente Schlein, però noi abbiamo verificato che a questo software possono accedere solo i responsabili dell’Assessorato e le associazioni che realizzano i progetti stessi, a noi commissari è dato solo vedere la scheda progetto, senza la rendicontazione, quindi a proposito di trasparenza evidenzio notevoli criticità.

Sul sito della Regione sono reperibili solo le schede progetto relative all’annualità 2019, gli importi di cofinanziamento regionali non ci sono, quindi, come dicevo, noi li abbiamo ottenuti solo grazie ad un articolo 30.

Quindi, vicepresidente, rispetto a quanto dichiarato non siamo contrari alla cooperazione internazionale, però torno a ripetere che, trattandosi di risorse significative che vengono sottratte agli emiliano-romagnoli, pretendiamo che vengano realizzati progetti ben strutturati, magari meno parcellizzazione, meno progetti, ma più efficaci e ben strutturati, e che sia garantita la massima trasparenza, il rispetto delle tempistiche nei confronti dei commissari e dell’Assemblea legislativa, e poi che sia possibile accedere in maniera puntuale e semplice alle rendicontazioni di tutti i progetti, perché – ripeto – ad oggi non è così.

Chiediamo quindi maggiore trasparenza, chiediamo che le risorse regionali vengano spese in maniera più oculata e – ribadisco – che per l’anno 2020 vengano presentati anche nella relazione i progetti di pace, che ad oggi non sono citati nel materiale che abbiamo ricevuto, e che la rendicontazione sia sempre più puntuale e trasparente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Abbiamo letto sia nella fase precedente della Commissione che nella Commissione V le due relazioni per quanto riguarda gli anni 2018 e 2019 delle attività della Regione per la cooperazione allo sviluppo; attività che storicamente la Regione promuove proprio nell’ottica di una costruzione solidale con i Paesi che vanno in una qualche maniera accompagnati rispetto al tema dello sviluppo e la promuove secondo una metodologia che è quella della cooperazione decentrata, cioè quindi non tanto grandi progetti che richiederebbero ancora più risorse di quante vengono stanziate dal bilancio della Regione, ma, come giustamente riportava la vicepresidente, molte in relazione sia con gli enti locali del territorio emiliano-romagnolo, che sono gemellati con diverse parti del mondo e che intrattengono relazioni internazionali con molti di questi Paesi, sia soprattutto in relazione a quelle che sono le definizioni del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che definisce quali sono, a livello italiano, le aree di intervento prioritarie e che quindi determinano, attraverso un intervento con le risorse regionali, un fattore moltiplicatore e di coordinamento ulteriore per rendere maggiormente efficaci interventi su questi Paesi. Questo anche grazie a una relazione costante con le organizzazioni non governative, senza le quali questi interventi alla cooperazione e allo sviluppo non sarebbero possibili.

Spesso le organizzazioni non governative che operano direttamente all’interno di quei Paesi vi operano da lungo tempo, sono in grado di conoscere sia dal punto di vista della situazione politica amministrativa locale del Paese in cui operano sia nella relazione con le Regioni e i Comuni, la possibilità di intervenire in maniera maggiormente efficace.

Veniamo da una stagione piuttosto recente per cui le organizzazioni non governative sono state, di fatto, denigrate e messe sotto attacco, tanto che spesso e volentieri quelle che sono le attività di raccolta fondi delle stesse organizzazioni non governative negli ultimi anni hanno subito delle flessioni piuttosto ingenti, tanto è vero che tra il 2018 e il 2019 c’è questa variazione della parte di cofinanziamento da parte della Regione che dal 47 per cento passa al 55 per cento, proprio in ragione del fatto che la capacità di autofinanziamento delle organizzazioni non governative si è ridotta a causa di una campagna denigratoria durata assai. Tuttavia, è bene anche ricordare come non si tratti di azioni ‒ diciamo così ‒ di donazione, quelle che fanno le organizzazioni non governative, ma che operano in stretta relazione con le popolazioni locali non tanto per portare beni, vettovaglie, merci, bensì per sviluppare delle consapevolezze all’interno della popolazione del territorio in cui operano, così come all’interno dei territori di provenienza, dei comuni, per esempio, emiliano-romagnoli, che su determinate aree Paese vanno a intervenire.

Per cui, le attività di sensibilizzazione, così come le attività sul Paese di intervento, sono altrettanto necessarie per far sì che proprio quel volano di autofinanziamento delle organizzazioni non governative, che consente di fare in modo che le risorse della Regione Emilia-Romagna siano una parte di quello che viene speso per quanto riguarda la realizzazione del progetto, possa effettivamente crescere e avere maggiori gambe. Non solo. Per quanto riguarda l’intreccio con i Comuni della Regione Emilia-Romagna e le aree Paese su cui intervengono le organizzazioni non governative, spesso e volentieri la relazione sui Paesi esteri su cui intervengono serve anche per tenere una buona relazione con le comunità residenti straniere sul territorio e, conseguentemente, dare un quadro complessivo non solo per quanto riguarda l’aiuto, ma anche per il benessere delle persone che risiedono in Emilia-Romagna.

Tutte quante queste cose la Regione le fa da lungo tempo. Credo che le due relazioni diano precisamente conto di questo.

L’implementazione del sistema informatizzato per quanto riguarda la rendicontazione è stata un’innovazione portata negli scorsi anni e credo sia molto funzionale alle organizzazioni non governative, ma anche, per quanto riguarda la costruzione della trasparenza e della rendicontazione, per la Regione. Credo sia stato un passo avanti importante, che non è stato ininfluente per quanto riguarda gli sforzi anche da parte delle organizzazioni non governative, che spesso e volentieri, così come tutte le organizzazioni di volontariato, rischiano di trovarsi sepolte sotto le incombenze burocratiche. Quindi, una semplificazione dal punto di vista informatico che va di pari passo con la trasparenza io la saluto in termini positivi.

Vorrei chiudere questo intervento facendo anche riferimento a quelle che sono state nel passato le attività non solo di cooperazione, ma anche di intervento in emergenza. Venivano citati alcuni Paesi. Vorrei richiamare l’attenzione, dato che siamo su questo argomento, su quanto sta accadendo alle porte dell’Europa, in Bosnia, presso Bihac, dove molte persone (circa 3.000) si trovano in questo momento in condizioni particolarmente disumane, non avendo riparo, non avendo nessun riconoscimento di diritto rispetto alle proprie richieste di valutazione della propria condizione di asilo o meno.

Vorrei appunto sottolineare come questo stia accadendo, come la sensibilizzazione anche su questo stia prendendo spazio all’interno della nostra stampa, ci sono stati anche europarlamentari che sono andati alla frontiera e che sono stati fermati tra l’altro dalle forze dell’ordine serve.

Su questo chiederei e avrei intenzione di presentare a breve una risoluzione perché la Regione si faccia portatrice sia nei confronti del Ministero degli Esteri, perché riconosca il campo informale attualmente presente come attività all’interno della quale poter intervenire, sia per mettersi in relazione con le organizzazioni che lì operano già da lungo tempo (penso a IPSIA Acli, a Caritas, a CEFA), perché quello che a cui stiamo assistendo è qualcosa di particolarmente grave e disumano.

Poiché diversi Comuni della Regione sono gemellati con altrettanti Comuni di quell’area, credo che un intervento della Regione di coordinamento, che possa spingere affinché le Protezioni civili portino non tanto semplicemente vettovaglie o abiti, bensì strutture come tende o cucine, possa essere molto utile per accompagnare e per risollevare un po’ le sorti di queste persone, spesso donne e bambini, che in questo momento stanno sotto la neve, al freddo, senza alcun riparo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Intanto io voglio partire con una considerazione: l’Emilia-Romagna da lungo tempo ha deciso qual è il proprio posto nel mondo, mettendosi dalla parte della solidarietà, della cooperazione internazionale, e facendolo anche con umiltà, sapendo che non può cambiare i destini del mondo, ma può fare tanto per quei territori e anche per quelle persone che vivono situazioni di difficoltà e di fragilità.

Parto da qui perché quando si parla di cooperazione internazionale, cooperazione allo sviluppo bisogna prima di tutto avere le idee chiare e sapere da che parte stare, sapere perché essere parte attiva della cooperazione, delle relazioni di solidarietà è importante per una Regione, ma più in generale per una comunità.

Credo che uno degli elementi più interessanti e più importanti che emerge dalla rendicontazione, dai rapporti che sono stati portati in Commissione, che oggi la vicepresidente ci ha illustrato, è che l’impegno sul fronte della cooperazione non è l’impegno solo della Regione, ma è l’impegno di tutta una comunità, di tutta la comunità regionale che, insieme, interviene laddove ce n’è bisogno, laddove ci sono magari dei rapporti consolidati dei Comuni. Anche qui mi piace il fatto che non solo i grandi Comuni si occupano di cooperazione, ma ci sono anche piccoli Comuni che portano avanti da decenni gemellaggi e sono presenti magari anche con relazioni nate all’interno delle parrocchie o con relazioni costruite grazie alla presenza delle associazioni locali che poi vanno nel mondo e riportano in Emilia-Romagna quelli che sono i bisogni.

Dicevo di una comunità che si muove, perché nei progetti, spesso fatti con dei larghi partenariati, noi vediamo tutta la comunità emiliano-romagnola, piccoli e grandi Comuni, le associazioni, le ONG, le ONLUS, il terzo settore e questo io penso che sia proprio uno di quei valori distintivi della nostra comunità regionale. C’è un tema di solidarietà che non rimane ancorato ai confini regionali o nazionali. Qui voglio aprire una parentesi. La nostra Regione sulla solidarietà, per esempio, attraverso la Protezione civile, da sempre opera anche nel nostro Paese quando ce n’è bisogno. Di fronte alle emergenze, di fronte ai terremoti non ci siamo mai sottratti. Questa caratteristica di solidarietà traguarda i confini, va laddove ce n’è bisogno.

Prima parlavo di umiltà, perché sappiamo che le risorse messe in campo sono comunque risorse limitate, anche se moltiplicate dal partenariato allargato che si mette in moto e che concretizza i progetti di cooperazione, ma è anche un’umiltà che ha lo sguardo e il volto delle persone. I progetti che, come Regione, aiutiamo a realizzare sono progetti che stanno vicino alle persone, alle donne, ai bambini, alle famiglie, cercando di cambiare la quotidianità che ‒ non dobbiamo mai dimenticarci ‒ per una persona fa la differenza. Intervenire con progetti sanitari in territori di confine, magari anche in guerra, intervenire con progetti di educazione che riescano a garantire la scuola a un gruppo di bambini che, magari, non potrebbe accedere perché si trova in un villaggio sperduto, si trova in un territorio in cui quel tipo di servizio lì non c’è, intervenire per aiutare le donne a mettere in moto dei progetti imprenditoriali, quindi permettere a delle famiglie di poter vivere in maniera dignitosa del proprio lavoro. Questi sono solo alcuni degli esempi dei progetti che noi cofinanziamo.

Questo ci deve rendere orgogliosi. Determinare dei cambiamenti anche nella vita di una piccola comunità, di una famiglia, di un bambino, di una donna è importante. È importante perché cambia la vita di quelle persone, dà un’opportunità e anche un senso di legame tra comunità che traguarda i confini. Ancor di più nell’epoca che noi stiamo vivendo, siamo consapevoli che non viviamo dentro una bolla. È un mondo globalizzato. La pandemia ancor di più ci ha messo di fronte a questa realtà.

Noi dobbiamo essere pronti, consapevoli, continuare in questo nostro impegno di cooperazione. Credo sia davvero molto importante anche il lavoro che si sta facendo in prospettiva rispetto al nostro contributo, come Regione, alla realizzazione dell’Agenda 2030. Dico questo perché sempre di più ci rendiamo conto che le fragilità che si abbattono anche sulla nostra realtà, sul nostro territorio (penso all’emergenza climatica) si possono affrontare solo se a livello globale riusciamo a mettere in moto percorsi positivi e virtuosi. Questo ha a che fare tanto con la cooperazione internazionale. È vero che c’è un piano di politiche strategiche che rimane ed è in una dimensione di relazione tra i Governi e di scelte che stanno in capo agli Stati, ma poi c’è anche un piano molto concreto su cui la cooperazione tra Regioni e territori può fare davvero la differenza, quindi il nostro essere come Regione in prima linea. Lo dico perché, come dicevo prima, la solidarietà fa parte del DNA emiliano-romagnolo, ma anche l’andare nel mondo fa parte del DNA emiliano-romagnolo, è uno di quegli elementi che noi dobbiamo sempre di più rinforzare, dobbiamo rendere sinergico e strategico.

Questo significa per esempio lavorare tanto sulle politiche di internazionalizzazione, come stiamo facendo, per rafforzare il nostro export, ma significa anche lavorare su quelle politiche di cooperazione che rendono anche più semplice il nostro stare nel mondo.

Chiudo con una piccola riflessione. C’è un lavoro che è stato fatto e che si continua a fare sul tema della trasparenza e della tracciabilità, prima il consigliere Amico parlava del sistema informatizzato per la rendicontazione, più in generale noi vediamo che tutti i progetti sono progetti che ci vengono portati in Commissione, in Assemblea, che raccontano delle storie che possono essere approfondite, e sui quali speriamo anche di poter tornare sul campo, come era possibile prima della pandemia, per vedere con i nostri occhi, per incontrare e anche per capire meglio come poter essere più efficaci e più incisivi. In fondo (lo dico in maniera molto convinta) la solidarietà è una scelta di civiltà, quindi in questo momento, in cui tutti noi vi diamo la tendenza a chiuderci, viviamo la tendenza a pensare al problema quotidiano, a pensare a come cercare di affrontare questa grande crisi che abbiamo davanti, credo che mettere dentro le nostre politiche un impegno rispetto alla cooperazione e la solidarietà significhi anche poter essere più incisivi sulla nostra ripresa, sulla rimessa in moto del sistema regionale e anche ovviamente nazionale, su quel sistema di relazioni internazionali che all’Emilia-Romagna dà tanto, perché noi siamo una Regione, come dicevo prima, aperta nel mondo, fa parte del DNA del nostro DNA e anche di quello che è il nostro percorso di ricostruzione.

Continuiamo quindi in questa direzione, continuiamo a farlo con questo forte spirito di comunità, come una comunità che va nel mondo, perché la solidarietà è davvero non solo un atto di civiltà, ma fa parte del DNA emiliano-romagnolo ed è quell’elemento che ci mantiene umani e direi anche vivi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Vorrei ringraziare la vicepresidente Schlein e ricordare come questa Regione vanti una lunga tradizione di impegno, di aiuti e di stanziamenti di fondi destinati alla cooperazione internazionale sia sul piano istituzionale sia su quello del positivo protagonismo. Qui è stato anche ricordato più volte di una rete di associazioni e soggetti del territorio che sono davvero in grado di esprimere il profilo valoriale della nostra terra.

A mio parere è bene proprio ricordarlo in occasione della presentazione di queste relazioni che riguardano il 2018 e il 2019, perché dà conto del respiro prima di tutto etico che muove l’impegno costante di una comunità a favore di chi, geograficamente distante da noi, vive una quotidianità strutturalmente connotata da difficoltà e da tante sofferenze.

Così come in un tempo in cui si reitera un profondo quanto attuale dibattito che riguarda i processi migratori, continuare a procedere sulla dimensione della cooperazione internazionale e continuare a farlo concretamente, come questa Regione sta facendo, significa, in termini di principi e di approccio, porsi anche l’obiettivo di provare a modificare in senso migliorativo le condizioni di contesto e farlo direttamente nei territori favorendone appunto lo sviluppo.

Entrando in una valutazione brevemente più specifica però delle relazioni emerge intanto un incremento dei fondi messi a disposizione da cui discende anche un accresciuto quantitativo delle progettazioni messe in campo. Questa è una buona notizia. Non è che stiamo parlando di cifre particolarmente ingenti, però stiamo parlando di un impegno costante e concreto che è anche importante.

La dinamica incrementale va colta, a mio parere, va evidenziata anche in relazione oggi alle molteplici sollecitazioni sul piano delle richieste di risorse che la complessità attuale sottopone proprio alla Regione.

In linea generale mi sento di condividere anche l’insieme dei Paesi beneficiari, compresa la sostanziale preponderanza di risorse e interventi indirizzati al continente africano, per ragioni proprio di percorso e anche di retaggi storici, quanto di condizioni attuali.

Non è di minor conto e attenzione la frontiera dei principali destinatari delle progettazioni, che voglio ricordare, giovani in particolare, donne, famiglie, minori. In particolare proprio il coinvolgimento attivo dei giovani credo costituisca la prospettiva privilegiata per un riassetto della tenuta sociale e per la delineazione reale di qualche prospettiva futura per quei contesti.

È una valutazione positiva quella che diamo a riguardo delle due relazioni sottoposte oggi all’attenzione dell’Assemblea legislativa, nell’auspicio, naturalmente, che quello della cooperazione internazionale continui ad essere un elemento distintivo dell’agire di questa Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Altri? Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Tre brevi osservazioni, anche frutto di quella che è stata la discussione che ho appena sentito.

La prima, in realtà, proviene da quella che è stata l’esperienza dei cinque anni precedenti e quella di questa legislatura. C’è una differenza evidente dovuta principalmente anche al clima che stiamo vivendo, purtroppo, per colpa di questa pandemia a livello italiano, ma a livello globale, ovviamente, che è quella di una minore partecipazione ovviamente in loco (capiamo l’impossibilità), ma dell’Assemblea in generale. Ci siamo accorti come nel primo quarto ‒ alla fine è passato un quarto, quasi, di legislatura ‒ di fatto l’Assemblea regionale non abbia partecipato a quelle che sono le iniziative di cooperazione. Quello che viene portato avanti dalla Giunta non trova mai un riscontro, un parere o quasi mai un coinvolgimento dell’Assemblea e dei Gruppi consiliari assembleari. Questo lo posso dire, ad esempio, in modo plateale per quanto riguarda il Saharawi. Se prima c’era un Intergruppo attivo, con cadenza di riunioni molto frequenti, in realtà in questa legislatura è stato costituito... Posso dirlo? Sì. Ci è arrivata una mail: chi vuole partecipare a questo Intergruppo Saharawi? Io ho mandato una risposta, ho detto: io ci sto. Ci sono stato nei cinque anni precedenti e ci sto anche in questo. Poi non ho più sentito assolutamente nulla. Credo sia stato costituito. Non lo so. Forse non sono stato invitato alle riunioni dopo o non è arrivata la mia partecipazione. Credo che l’Intergruppo, da questo punto di vista, abbia di fatto perso ogni sua attività.

Se è vero che sicuramente la pandemia rende difficile poter fare riunioni con le associazioni, credo che le videoconferenze, come funzionano per quest’aula, possano funzionare per un Intergruppo. Evidentemente c’è stata una volontà da parte della Presidenza dell’Assemblea, da parte della Giunta, da parte dei singoli Gruppi ‒ non lo so ‒ di abbandonare questo percorso partecipativo dell’Assemblea in favore di un percorso solo di Giunta, esclusivamente di Giunta.

Due altri interventi, invece, scaturiti da questa discussione. Il primo è che rifiutiamo categoricamente la definizione della consigliera Montalti, in cui dice che dobbiamo decidere da che parte stare, cioè come se ci fosse una parte che vuole aiutare le altre popolazioni e un’altra che invece se ne vuole disinteressare. Non è assolutamente così e credo che questa definizione sia sbagliatissima.

Noi abbiamo evidenziato più volte, anche nella scorsa legislatura, come a decidere da che parte stare dovrebbe essere questa Giunta, cioè non si può fare cooperazione a degli oppressi e finanziare gli oppressori, perché non funziona così, non possiamo fare cooperazione in Saharawi e stringere accordi commerciali con il Marocco, non può funzionare così, non possiamo fare cooperazione in Palestina e quelli che voi definite oppressori che sono praticamente tutte le nazioni intorno come Israele voi dite “andiamo a farci accordi commerciali”.

Non può funzionare così, cioè dovete decidere voi da che parte stare, perché se da una parte troviamo accordi commerciali, non di cooperazione, ma commerciali, perché abbiamo interesse a farlo, con certe nazioni che voi definite oppressori di altre, poi andiamo dagli oppressi a farci cooperazione, credo che abbiate un po’ le idee confuse.

Ultimo tema, quanto dichiarato dal consigliere Amico, che ha dichiarato come una campagna denigratoria contro le ONG abbia portato a un minore finanziamento e quindi, per bilanciamento, a una maggiore partecipazione di finanziamento della Regione Emilia-Romagna, che è passata, come lui ha evidenziato, da un 46-47 a un 55 per cento. Le percentuali non dicono tutto, sono i numeri che dicono tutto, cioè quel valore oggettivo, perché se nel 2018 i finanziamenti delle ONG e di partner, come vengono definiti nella relazione, sono stati di 1.002.000, nel 2019 sono stati 1.001.000, cioè è totalmente invariato il finanziamento che arriva dai partner, siamo noi che abbiamo aumentato ed è per quello che è aumentata la percentuale.

Non è vero quindi che le ONG denigrate, ed era sottinteso quello voleva dire, magari da un Governo precedente o da alcune forze politiche, perché noi abbiamo attaccato alcune ONG (tengo a precisarlo), quelle che lucrano, non quelle che fanno veramente del bene, per cui era diminuita la partecipazione, quindi noi abbiamo dovuto mettere di più, no, noi abbiamo messo di più e loro hanno messo uguale, questo è quello che dice il libricino che ci ha distribuito e questo è quello che dicono i conti.

Attenzione, quindi, prima di fare certe affermazioni, perché ribaltare i numeri quando i numeri sono oggettivi credo sia un esercizio molto brutto di politica.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Non abbiamo altri in dibattito generale, quindi a questo punto do per chiuso il dibattito su queste relazioni.

Vicepresidente Schlein, prego.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Ringrazio davvero le consigliere e i consiglieri per aver partecipato con puntuali interventi che ci hanno offerto molti spunti di riflessione, che peraltro cadono in un momento utile, perché, a breve, dovremo riscrivere proprio le nuove linee di indirizzo triennali sulla cooperazione internazionale. Da questo punto di vista parto proprio dall’ultimo intervento del consigliere Delmonte, perché stiamo discutendo oggi le relazioni relative agli anni precedenti, cioè il 2018 e il 2019. Avremo presto l’occasione di un confronto ampio con l’Assemblea su queste nuove linee di indirizzo, oltre che naturalmente arrivare presto, come chiesto dalla consigliera Stragliati, a discutere le attività che sono state svolte durante il 2020.

Tra l’altro, la volevo informare che, nel frattempo, le schede progetto del 2020 sono state caricate, come prevede la legge, non appena è stata approvata la graduatoria, mi sembra qualche settimana fa, credo alla fine di dicembre. Quindi, sono disponibili già anche quelle del 2020. Abbiamo finanziato 40 progetti nel corso del 2020, quindi anche con un aumento numerico per una somma complessiva di 1.400.000 euro circa. Abbiamo proseguito nel nostro impegno anche in un anno difficile, come quello che è stato il 2020.

Anzi, mi si consenta questo dato di premessa, che abbiamo condiviso anche in Commissione. La pandemia è una vicenda drammatica e senza precedenti che, però, sfida lo stesso concetto di confine. Da questo punto di vista ci richiama ad una maggiore cooperazione internazionale. Abbiamo o non abbiamo capito che il benessere degli altri è il nostro? Se non ce l’ha insegnato una pandemia che non ha conosciuto confini e che ci deve preoccupare nella misura in cui pensate al tema della campagna vaccinale che stiamo affrontando, pensate al tema del fatto che siamo impossibilitati da tempo a viaggiare serenamente e ad avere la mobilità classica che si svolge per ragioni professionali o per ragioni turistiche in giro per il mondo, pensate alle conseguenze, se non ci occupiamo anche di come condividere le soluzioni che noi per primi come Emilia-Romagna ci siamo trovati, lo sapete, una delle prime Regioni, il primo Paese dell’occidente che è stato colpito dalla pandemia, a elaborare soluzioni.

Guai se non avessimo avuto quello spirito che la consigliera Montalti e la consigliera Bondavalli hanno opportunamente ricordato prima, cioè di condividere quell’esperienza drammatica e le soluzioni che ne sono scaturite. Poi lo affronteremo nelle sedi opportune, perché colgo davvero lo spunto della consigliera Stragliati, però nel 2020 abbiamo ragionato anche con altri territori e altri Paesi sulle soluzioni alla collaborazione di tipo sanitario su quello che noi, come Regione Emilia-Romagna, ahimè, ci siamo trovati per primi a dover studiare e affrontare.

Abbiamo una solida tradizione che si innova anno per anno, e bisogna essere fieri di quella solidarietà e dell’essere un punto di riferimento, da questo punto, per l’esperienza Covid. Ciò non significa che non possiamo migliorare. Voglio rispondere anche puntualmente ad alcune delle utili sollecitazioni che ha fatto la consigliera Stragliati. Sulla questione della trasparenza penso, invece, che le schede progetto diano già un’ampia visione delle cose. Peraltro, agli scontrini, alla rendicontazione puntuale si può accedere con un semplice accesso agli atti. Il monitoraggio e la valutazione della rendicontazione sono fatti anche sul posto, prima di fare il saldo dei progetti. Non diamo un anticipo. Noi paghiamo man mano che il progetto avanza e ottiene risultati. Lo seguiamo passo per passo. Questo siamo tenuti a fare.

Dal punto di vista delle risorse, non penso che si possa dire che il 34,5 per cento delle risorse non vada al progetto. Sono parte integrante di quel progetto, perché il progetto non potrebbe camminare se non ci fosse il personale da queste e da quella parte che lo fa operare. Arrivo a fare un esempio concreto su uno dei progetti che voi avete citato e menzionato e su cui vi siete informati: proprio quello del Burundi. Il progetto del Burundi mira alla riduzione della malnutrizione dei bambini nei quartieri nord di Bujumbura, coinvolgendo le loro mamme nella sperimentazione di una tecnologia innovativa applicata all’ambito della formazione a una corretta nutrizione. La vicenda della App sviluppata dal Dipartimento degli alimenti dell’Università di Parma non è che uno degli aspetti di questo progetto, che riguarda, ad esempio, anche la produzione di piccole attività, cioè come far attivare, ad esempio, attraverso anche l’utilizzo di energie fotovoltaiche, l’avvio di attività generatrici di reddito per queste famiglie e per queste mamme con bambini malnutriti. Questo ha implicato l’acquisto in Italia e in loco di materiali per la produzione di pannelli e sistemi fotovoltaici e l’organizzazione di sessioni anche di sensibilizzazione settimanali direttamente nei quartieri, in questo caso in Burundi, rivolte a quelle mamme che partecipano a questi programmi di lotta alla malnutrizione, per fare delle piccole attività che mirino all’autosostentamento da questo punto di vista.

È un piccolo esempio per dire che anche ciò che si fa in Italia è parte integrante del progetto di cooperazione che ci vede lavorare su entrambi questi versanti. Quindi, non credo si possa dire che quelle non siano risorse che si traducono in risultati concreti per le persone e le famiglie a cui sono rivolte in loco.

Sul tema della sensibilizzazione in Emilia-Romagna io, invece, consigliera, penso sia fondamentale. Anzitutto, non dimentichiamolo, lo diceva prima il consigliere Amico, noi facciamo una parte di cofinanziamento con i fondi pubblici regionali, naturalmente il resto è il partenariato che partecipa. È vero che in questi anni, anche per effetto di quella becera guerra, le Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo (in realtà, questa ha avuto effetti su tutte le altre, a prescindere dal tipo di attività che portassero avanti) hanno visto un crollo verticale anche del cofinanziamento, del crowd funding.

Le attività di sensibilizzazione quindi non solo servono da questo punto di vista ad assicurare che le persone continuino ad appoggiare le operazioni di cooperazione internazionale, ma sono anche in qualche modo una restituzione dovuta a mio avviso ai cittadini e alle cittadine emiliano-romagnole di qual è il contributo che la Regione dà a questi progetti, di come vengono spesi questi fondi che sono pubblici, quindi invece penso che facciamo bene a insistere che i progetti vedano una sensibilizzazione e una piena informazione anche sul territorio della nostra Regione.

Sul tema di come vengono utilizzati in quel caso anche per questa App voglio fare un commento su questo, cioè vorrei che uscissimo da una visione colonialista per cui nei Paesi in via di sviluppo non si possono utilizzare tecnologie innovative per metterle al servizio delle persone e delle comunità, la stessa visione peraltro che vede spesso fare polemica ad esempio quando mi sembra di sentire alcune forze politiche a livello nazionale no dire “però se arrivano con le imbarcazioni sulla rotta mediterranea e sono provvisti di cellulare, vuol dire che non sono persone che hanno bisogno”.

Trovo che sia una lettura davvero sbagliata, per cui voglio dire “decidetevi, o ce li hanno o non ce li hanno questi dispositivi, e, se ce li hanno, è bene che noi gli strumenti li utilizziamo affinché in quel caso possano essere utilizzati per scambiare ricette che assicurino un adeguato nutrimento a bambine e bambini che si trovano in seria difficoltà”.

Amico prima diceva una cosa importante sulla Bosnia, su quello che sta accadendo in quella situazione. Innanzitutto colgo l’occasione per esprimere solidarietà piena a quattro eurodeputati, di cui due miei ex colleghi, che si sono trovati a essere bloccati nel loro legittimo tentativo (penso di poterlo dire in un’Assemblea legislativa), perché è un dovere di un rappresentante delle istituzioni, oltre che un suo legittimo diritto, verificare i luoghi di privazione delle libertà personali o dei diritti fondamentali.

Trovo molto grave quello che è accaduto quando le autorità hanno bloccato il loro accesso a quello che accade al confine tra la Bosnia Erzegovina e la Croazia, dove da tempo si sono documentate violazioni di diritti fondamentali. Siamo naturalmente anche noi preoccupati di ciò che accade, credo che debba esserci una risposta umanitaria europea molto più forte di così. Sono anni che questa vicenda va avanti, peraltro, non è questione di ieri. Quindi, fa bene il consigliere Amico a sollevare questa questione, che guardiamo e seguiamo con attenzione perché serve assolutamente non far mancare una risposta umanitaria a persone che si trovano in condizioni disumane nel campo di Lipa, che penso anch’io dovrebbe essere riconosciuto, visto che esiste da almeno tre anni.

Da ultimo, non voglio rubare troppo tempo, volevo solo intervenire su un’altra giusta sollecitazione che è pervenuta da parte della consigliera Stragliati. I progetti di pace sono parte della stessa legge, sono parte delle deleghe dell’assessore Felicori, che è qui al mio fianco, e quindi naturalmente si occuperà lui poi di presentare le relazioni prossimamente sulle attività dei progetti di pace anno 2018 e anno 2019.

Penso di non essermi appuntata delle altre questioni. Sulla questione del coinvolgimento dell’Assemblea ci risentiremo presto. La questione dell’Intergruppo, invece, è una questione che riguarda direttamente l’Assemblea e non la Giunta. Riconfermo la piena disponibilità nostra a lavorare insieme sul tema dei Saharawi, tanto più che siamo molto allarmati dalla ripresa del conflitto che è recentemente avvenuta in quei territori. Esprimo anch’io l’auspicio che presto, condizioni pandemiche permettendo, potremo ricominciare anche ad andare a visitare sul campo, insieme, a monitorare l’andamento di alcuni di questi progetti.

Vi ringrazio per l’attenzione e buon lavoro a tutte e a tutti.

 

OGGETTO 1809

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere in ogni scuola del territorio regionale momenti di studio e sensibilizzazione sul tema delle Foibe; a invitare ogni amministrazione comunale ad organizzare attività aperte all’intera cittadinanza per la Giornata del Ricordo; a illuminare il palazzo della Regione con luci tricolori nella notte tra il 9 e il 10 febbraio di ogni anno. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri

(Continuazione discussione)

OGGETTO 2169

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere iniziative ufficiali a ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’oro al merito civile. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Rainieri, Occhi, Liverani, Montevecchi, Delmonte, Rancan, Catellani, Gibertoni

(Continuazione discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto riprendiamo i nostri lavori dalla seduta pomeridiana di ieri, dall’oggetto 1809, la risoluzione che impegna la Giunta a prevedere in ogni scuola del territorio regionale momenti di studio e sensibilizzazione sul tema delle Foibe e a invitare ogni Amministrazione comunale ad organizzare attività aperte all’intera cittadinanza per la Giornata del Ricordo e illuminare il palazzo della Regione con luci tricolori nella notte tra il 9 e il 10 febbraio.

Ricordiamo che è a firma dei consiglieri Barcaiuolo, Lisei e Tagliaferri.

A tale oggetto è abbinato un oggetto analogo, la risoluzione 2169, che impegna la Giunta regionale a promuovere iniziative ufficiali a ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’oro al merito civile, a firma del consigliere Facci e altri.

Riprendiamo il dibattito generale congiunto sulle due risoluzioni. Chi vuole iscriversi a parlare?

Consigliera Pillati, prego.

 

PILLATI: Grazie, presidente.

Nel 2004, come è stato ricordato dal consigliere Barcaiuolo, la Repubblica italiana ha istituito la Giornata del Ricordo per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Una scelta importante, compiuta da una democrazia che non ha timore di fare i conti con il proprio passato.

Ricordare le vittime, quelle drammatiche pagine della nostra storia, significa non solo rendere omaggio a chi ha pagato con la vita o con il doloroso esilio dalle proprie terre le conseguenze di quel nazionalismo esasperato, che ha caratterizzato molti decenni del secolo scorso, ma implica una riflessione sulle responsabilità, sui tentativi di sminuire, giustificare o negare questa tragedia. Per lunghi decenni, infatti, all’ingiustizia di quei tragici eventi si è sommata quella dell’oblio, quell’oblio che ha preteso di mettere tra parentesi un pezzo di storia del nostro Paese, sottraendoci, così, la possibilità di vedere riconoscere fino in fondo in essa la stessa tragica cifra che accomunò in quel periodo tante parti d’Europa nelle persecuzioni di donne, uomini e bambini.

I totalitarismi, le discriminazioni e l’odio che percorsero l’Europa durante il Novecento possono davvero essere compresi se la lettura di quel pezzo di storia non incontra parentesi di silenzio. È per questo motivo che la Regione Emilia-Romagna ha promulgato nella scorsa legislatura la legge sulla Memoria del Novecento, per promuovere e sostenere attività di conservazione, diffusione, ricerca, didattica e formazione, volte a mantenere viva e a divulgare la memoria degli avvenimenti, delle persone, dei luoghi e dei processi storici.

Dentro questa concezione della memoria, che presuppone conoscenza e ricerca della verità storica, si inserisce l’approfondimento delle tante biografie di donne e uomini, tra cui anche quella di Norma Cossetto. È innanzitutto nelle scuole che possiamo e dobbiamo costruire il senso di appartenenza al nostro Paese, ma lo possiamo fare solo partendo dalla conoscenza e dall’approfondimento della nostra storia, anche dei suoi passaggi più bui, dando, così, sostanza e significato ai valori presenti nella nostra Costituzione, per impedire che si ripetano le vergogne vissute e talvolta perpetrate dai nostri connazionali. Ma non possiamo farlo invadendo delle prerogative che sono proprie delle istituzioni scolastiche.

Non dobbiamo mai dimenticare che le scuole hanno una loro autonomia e dobbiamo rispettare le scelte che i loro organi collegiali fanno in merito ai temi da approfondire e ai progetti con cui arricchire i Piani per l’Offerta Formativa, come dobbiamo rispettare la libertà di scelta degli enti locali anche nella volontà di approfondire la conoscenza storica, perché la memoria e il ricordo presuppongono la ricostruzione del passato attraverso il rigore metodologico della ricerca storica.

Compito della Regione è invece quello di favorire, ed è esattamente quello che fa attraverso la legge n. 3 del 2016, i progetti di rete sulla memoria del Novecento, sostenendo attività, iniziative di studio, ricerca, riflessione, formazione sugli avvenimenti di rilevanza regionale o nazionale, di cui si intende mantenere viva la memoria.

Ricordo che l’Assemblea legislativa nel corso della scorsa legislatura ha organizzato incontri, mostre, giornate di studio in collaborazione con le scuole, gli istituti storici del nostro territorio, oltre che viaggi di studio nei luoghi simbolo della tragedia delle Foibe. L’Assemblea legislativa ha anche donato a tutte le scuole e biblioteche dell’Emilia-Romagna una copia in formato e-book di un libro realizzato in collaborazione con la Fondazione Fossoli, che racconta la storia del villaggio allestito a Carpi nell’immediato secondo dopoguerra per ospitare i profughi italiani in fuga dai territori orientali, ceduti alla Jugoslavia, al termine del secondo conflitto mondiale, e in questi corridoi è stata allestita una mostra storico-fotografica dal titolo Profughi in silenzio, dedicata proprio a quegli eventi.

Ci stiamo avvicinando al 10 febbraio e forse, piuttosto che denunciare una disattenzione su questo tema che nei fatti non esiste, e ne sono prova le tante iniziative che si sono svolte e si continuano a svolgere nei territori della nostra Regione, vorrei venisse colta l’occasione per ribadire la necessità di continuare ad approfondire la nostra storia, per capire sempre meglio ciò che ha reso possibile quanto accaduto e come nasca quell’indifferenza, che fa chiudere gli occhi davanti alla violenza e alla sofferenza, perché quelle insidie possono riguardare anche il presente.

Noi abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo contribuire costantemente a un futuro di pace, di dialogo, di democrazia, nel quale non si definiscano nuovi confini, ma nuove frontiere. La nostra frontiera non può che essere quell’Europa unita che dobbiamo impegnarci a perseguire, non solo sul piano delle Istituzioni giuridiche ed economiche, ma anche come coscienza comune, perché solo così possiamo risolvere e superare odi e divisioni che purtroppo ancora nel recente passato hanno insanguinato il nostro continente e che rischiano sempre, in forme nuove, di riemergere.

Penso a quello che sta avvenendo al confine tra Croazia e Bosnia, di cui abbiamo parlato oggi, dove ancora una volta assistiamo a cose inimmaginabili e disumane.

Credo che oggi sia giusto averne parlato, perché fare memoria non è solo ricordare o tenere nel cuore, ma è anche assumersi l’impegno nel presente perché certe cose non si ripetano più.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pillati.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente. Ringrazio anche i colleghi che mi hanno preceduta.

Intervengo rispetto a una risoluzione integrata, quella del collega Barcaiuolo. La sintesi della risoluzione ripercorre un’interpellanza, la n. 2176, già discussa in quest’aula lo scorso Consiglio.

La risoluzione è volta a riconoscere e a ricordare nello specifico una delle vittime, che è appunto Norma Cossetto. Avevo avuto, siccome l’ho trattato io il tema, una risposta positiva da parte del sottosegretario Baruffi rispetto alla richiesta di ricordare questa figura di questa giovane donna che è stata insignita della Medaglia d’oro al merito civile da parte del presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi, proprio da parte del presidente della Repubblica.

Mi pregio di ricordare soltanto un passaggio in cui si ricorda di questa giovane donna, si dice “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patria”. Perché fu portata allo scorso Consiglio la figura di Norma Cossetto in quest’aula? Perché, purtroppo, presso il Comune di Reggio Emilia è stata presentata una mozione per intitolare una via a Norma Cossetto e, per sintesi, il Consiglio valuta chiaramente la mozione e poi vota a favore per questa intitolazione.

L’intitolazione è uno degli strumenti che viene utilizzato spesso proprio per ricordare, per mantenere, conservare e rinnovare la memoria, che poi è uno degli elementi rappresentativi della legge 30 marzo 2004, n. 92.

Cosa succede a Reggio Emilia? Succede che, dopo un voto favorevole da parte del Consiglio comunale, quindi valutato e verificato, io suppongo, anche ex ante, prima di arrivare in Consiglio, la Commissione toponomastica blocca l’intitolazione della via dicendo, per sintesi, che mancano notizie storiche con riferimento a questa figura, evidentemente negando, in realtà, qualcosa di acclarato, conclamato e ben certificato.

Io ho ringraziato il sottosegretario Baruffi allora. La domanda, la risoluzione è proprio quella che è stata presentata con l’interpellanza, cioè di sfruttare anche l’occasione del prossimo 10 febbraio per iniziative ufficiali sul territorio regionale a ricordo del martirio della giovane Norma Cossetto, con tutta evidenza, noi scriviamo, ancora colpevolmente ignorato non solo da parte della cittadinanza, ma anche da alcuni rappresentanti delle Istituzioni nostre. Questo è successo a Reggio Emilia.

La collega Pillati parla di lasciare autonomia alle scuole, quando è la stessa legge che dice, all’articolo 1, comma 2: “La realizzazione di iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado”. Non ci siamo inventati questa richiesta. Ci siamo rimessi a quello che è un articolo di legge che lo consente. Dire che non esiste disattenzione quando in un Comune, quindi pubblicamente, istituzionalmente, una Commissione, che è una Commissione toponomastica, quindi andando anche contro quello che è il potere primario di indirizzo politico e amministrativo del Comune, perché la Commissione evidentemente non ha lo stesso potere, e questo lo dice il TUEL... Secondo me, invece, un po’ di disattenzione purtroppo ‒ e dico “purtroppo” perché arriva proprio dalla mia Provincia ‒ ancora c’è.

Quindi, la sintesi è quella che vi ho detto. Noi chiediamo con questa risoluzione che venga ricordata proprio in occasione del 10 febbraio questa figura, quella della giovane Norma Cossetto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Presidente e colleghi, l’istituzione della Giornata del Ricordo, avvenuta nel 2004, alla pari del Giorno della Memoria, istituito dall’Italia nel 2000, o del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo o quello della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie sono giornate commemorative, che mirano a celebrare fatti tragici accaduti nel corso di quel secolo breve, ma mi verrebbe da aggiungere anche estremamente tragico, che è stato il Novecento.

La memoria deve essere quindi mantenuta e fortificata in ogni senso quale monito per ogni generazione presente o futura, la memoria è quindi il tratto comune a tutte queste giornate, memoria non solo come elemento celebrativo, ma quale collante essenziale per una società più coesa, che non dimentica gli eventi tragici che l’hanno determinata.

La memoria serve a ricordare doverosamente le vittime, di qualunque appartenenza politica, credo religioso, razza, nazionalità, di qualunque genere esse fossero, perché il sangue e le sofferenze di tutte le vittime hanno sempre lo stesso, identico colore.

La memoria quindi potrebbe essere un elemento capace di unire una società italiana invero ancora molto disgregata su tanti elementi, spesso pregna di posizioni preconcette. Chi non riesce a scorgere l’alto intendimento civile ed educativo in questo disegno credo che commetta un errore madornale, le vittime sono tali e come tali devono essere riconosciute e ricordate, non esistono visti e macabri classifiche tra vittime di serie A e vittime di serie B, esiste la tragedia, il dolore, la morte, le torture, e quelle sono comuni a tutte le vittime presenti e passate, e (speriamo ardentemente che ciò non accada) future.

È compito di tutte le Amministrazioni statali e degli eletti di ogni ordine e grado promuovere quella memoria condivisa, onesta, sincera e priva di disegni politici, affinché venga promossa, studiata e ricordata anche e soprattutto dalle generazioni più giovani.

Colleghi, la vera domanda che dobbiamo porci è questa; come pensano la Regione e l’Assemblea legislativa regionale di rispettare la legge della Repubblica (ripeto: legge della Repubblica) e celebrare degnamente il Giorno del Ricordo 2021? Parlo del 2021, non di ciò che è passato, ciò che è oggi. Ricordiamoci che non si parte da zero, anche nella scorsa legislatura ho avuto l’onore di rappresentare il mio Gruppo nell’Ufficio di Presidenza e posso portare testimonianza diretta del rapporto proficuo che si ebbe con l’allora presidente dell’Assemblea, Simonetta Saliera, arrivando a una programmazione degli eventi culturali, che furono davvero tanti nei cinque anni, realmente rispettosi della lettera e dello spirito tanto della Costituzione della Repubblica quanto delle leggi approvate dal Parlamento.

In questo quadro, per la prima volta nella storia della Regione Emilia-Romagna, ci fu la giusta valorizzazione del Giorno del Ricordo.

Nel 2016 ci fu un convegno, ospitato proprio in Assemblea, con la testimonianza degli studenti si erano recati in visita alle Foibe all’interno dei viaggi della memoria finanziati dall’Assemblea. Nel 2017 si replicò con altre classi. Nel 2018 l’Assemblea ospitò la mostra dedicata alla storia del villaggio San Marco di Carpi, dove avevano trovato rifugio e “ospitalità” – ospitalità, ovviamente, lo metto tra virgolette perché quello che era lo sappiamo bene – gli italiani scacciati dall’Istria dopo l’occupazione titina.

Nel 2019-2020 fu la volta di raccontare con un video l’esperienza degli studenti bolognesi in visita al confine orientale.

Nel corso del quinquennio della scorsa legislatura oltre duemila studenti si recarono, grazie al sostegno dell’Assemblea legislativa, in visita ai luoghi del martirio a Trieste e non solo a Trieste. Fu il frutto di una precisa scelta di rispettare le leggi della Repubblica e di non ignorare nessuna pagina della nostra storia comune. In questi giorni, solitamente, e ripeto “solitamente”, eravamo già informati di cosa avrebbe fatto l’Assemblea legislativa per il Giorno del Ricordo. Quest’anno, e lo dico con grande rammarico, così non è stato, così non è. Ce ne dogliamo molto, perché non accettiamo nessuna scelta ideologicamente ritardata e non accettiamo che si scomodi il Coronavirus e le misure di prevenzione da esso imposte.

Proprio ieri, infatti, abbiamo avuto l’onore di assistere all’inaugurazione di un’importante mostra fotografica negli spazi dell’Assemblea legislativa.

Nello stesso rispetto delle norme anti-Covid ci saremmo aspettati iniziative per il Giorno del Ricordo, come è avvenuto nello scorso mandato. Chiediamo alla maggioranza l’acume politico di ridurre il danno di questa mancanza votando la nostra risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non abbiamo altri in dibattito generale.

Se non ci sono altri in dibattito generale, passo alle dichiarazioni di voto congiunte sulle due risoluzioni. Non ci sono dichiarazioni di voto.

Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Confesso che sono un po’ rattristato da come si è evoluto il dibattito su un tema che, come ha giustamente detto il consigliere Pillati, non dovrebbe più dividere nessuno, e invece, magari, si cerca qualsiasi virgola per tentare di dividere. Il fatto che oggi, presumibilmente, non si arriverà a un voto unanime su due risoluzioni credo di assoluto buonsenso e oggettivamente inattaccabili da ogni punto di vista, non si capisce bene per quale motivo, ho paura che rappresenti il fatto che all’interno della maggioranza... Sicuramente non tutti. L’ho detto ieri e l’ho scritto nella risoluzione. So come pensa e ciò che pensa al riguardo del tema, ad esempio, il presidente Bonaccini. Forse qualche retroterra culturale di qualcuno che ancora, magari, non è consapevole e vuole cercare qualche ricostruzione storica che non ha avuto e non può avere spazio rispetto a quella che ormai è la storiografia ufficiale, per quanto la storia di per sé sia sempre comunque ricerca perpetua, quindi non può esserci mai una qualcosa che resta comunque sempre per forza immanente... Onestamente non capisco i motivi per i quali, di fatto, le due risoluzioni non verranno approvate.

Il consigliere Pillati si è anche contraddetto nel suo intervento, quando parla, da un lato, di autonomia scolastica e, dall’altro, di iniziative con cui si coinvolgono le scuole e sono state coinvolte le scuole. Delle due l’una. Non possiamo far stare insieme l’autonomia scolastica, che, per carità, difendo e garantisco, con il fatto di poter coinvolgere le scuole in iniziative fatte anche dall’Ente Regione. Sono due cose assolutamente differenti. Non è assolutamente vietato che la Regione possa mandare o comunicare qualcosa alle nostre scuole, in modo particolare, evidentemente, alle scuole medie e superiori.

Abbiamo avuto il caso, per me vergognoso, di ciò che è accaduto a Reggio Emilia. A Reggio Emilia c’è qualcuno, che riveste una carica istituzionale, che in maniera formale ha sputato su una medaglia d’oro. Questo è quello che è avvenuto in una città della nostra regione. Credo che questo tipo di atteggiamenti meritino censure ben forti e ben più pesanti di quanto non siano avvenute.

Per il resto, io ho un’altra piccola annotazione, consigliera Pillati. Non è che qualcuno ha costruito il Villaggio San Marco a Carpi. Il Villaggio San Marco era un campo di concentramento o quantomeno un campo di smistamento usato dai nazisti all’interno della seconda guerra mondiale. Dopodiché, guarda caso, proprio lì sono stati messi gli esuli istriani, fiumani, giuliani e dalmati. La storia va raccontata possibilmente nella sua completezza, anche perché la Regione Emilia-Romagna ha qualcosa in più da farsi perdonare rispetto all’oblio, giustamente citato, rispetto alla vicenda delle Foibe e dell’esodo istriano, giuliano, fiumano e dalmata, ovvero quell’increscioso episodio accaduto proprio a pochi metri da noi, alla stazione di Bologna, quando alcuni sindacalisti della CGIL pensarono bene di versare sui binari il latte predisposto per i bambini figli degli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati.

Questo è uno dei tanti episodi raccapriccianti che ha dovuto subire questa popolazione martoriata rispetto a delle vicende belliche che hanno dovuto subire, non essendo certo stati protagonisti della loro sorte.

È chiaro che se questa mozione, come mi pare di aver inteso, non verrà approvata, oggi stesso depositerò un’analoga mozione per il 10 febbraio del 2022, perché credo che repetita iuvant rispetto a queste dinamiche, ho visto in questi anni tanti enti locali cambiare completamente atteggiamento rispetto a questa pagina di storia, sono convinto che anche Regione Emilia-Romagna potrà cambiare atteggiamento rispetto a qualche assordante silenzio che in quest’aula oggi c’è stato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dichiarazione di voto? Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Credo ovviamente che sia importante aver deciso di trattare questo tema durante l’Assemblea, troviamo però i testi proposti non sufficienti, perché possiamo come Gruppo assembleare Bonaccini Presidente accoglierli. In particolare, troviamo il testo della Lega piuttosto ideologico.

Sulla risoluzione invece presentata dal consigliere Barcaiuolo, troviamo alcuni punti sui quali secondo noi ci sarebbe stata la necessità di lavorare diversamente, magari anche insieme, quindi (perché no?) lavorare anche in vista delle prossime occasioni. In modo particolare, nel dispositivo credo che sia importante ribadire che non è così, cioè non è la Regione che deve invitare le scuole, perché quando facevo l’assessore alla cultura ad esempio l’ho fatto, ho ricordato la Giornata del Ricordo insieme alle scuole come Istituzioni locali. Quindi, secondo me, è un errore presentarlo in questo modo.

Come lista del presidente, quindi, su questa ci asterremo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Ci sono altri in dichiarazioni di voto? Non ci sono altri.

Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente.

Esprimo il mio rammarico che non si possa arrivare a un testo condiviso, non perché io abbia la pretesa che si possa scrivere una memoria condivisa in astratto, ma perché penso che il compito delle Istituzioni non sia quello di scrivere la storia, ma sia quello di promuovere la ricerca storica, un dibattito all’altezza della ricerca storica libera e promuovere la diffusione della memoria.

C’è una legge nazionale che la Regione Emilia-Romagna riconosce pienamente. C’è una legge regionale impegnata a sostenere in modo corretto la ricerca storica, la divulgazione storica e anche la memoria attraverso procedure codificate che, insieme, questa Assemblea si è data.

Questa Assemblea anche rispetto al Giorno del Ricordo ha assunto iniziative comunque importanti, in particolare rivolte alle scuole. Quindi, non vorrei che rimanesse agli atti che la mancata condivisione su testi che hanno, io credo, anche i limiti che le forze di maggioranza hanno indicato, rappresentasse, per questa Istituzione, per la Giunta certamente, un elemento di disimpegno rispetto, invece, alla propria attività così come codificata dalla legge n. 3 del 2016, che prosegue, sarà finanziata adeguatamente, continuerà ad essere finanziata perché senza la pretesa, ripeto, di scrivere una memoria condivisa, ci sia però la possibilità di avere una ricerca libera e il sostegno a queste attività di ricerca e di divulgazione che possono in un qualche modo essere rivolte a tutta la cittadinanza e non solo al pubblico degli specialisti.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Siccome il sottosegretario ha chiesto di intervenire ed eravamo in dichiarazione di voto, si riaprono ovviamente le dichiarazioni di voto.

Prego, consigliere Barcaiuolo.

 

BARCAIUOLO: Grazie.

Ringrazio il sottosegretario Baruffi per l’intervento. Semplicemente per dire che da parte nostra c’è l’ampia disponibilità a poter trovare lo spazio per addivenire a un testo comune, votato all’unanimità dell’Assemblea.

È chiaro che la disponibilità si presuppone che già ci dovrebbe essere stata nel momento in cui evidentemente ogni tipo di risoluzione è emendabile nel momento in cui viene depositata o presentata.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Zamboni, prego.

Dopo c’è la consigliera Catellani.

 

ZAMBONI: Francamente, mi associo all’appello per arrivare a un testo congiunto di tutta l’Assemblea. Credo che qui nessuno abbia voglia di porre delle etichette politiche a fatti tragici come quelli che hanno attraversato il Novecento, dal fascismo al nazifascismo, allo stalinismo, a tutte le altre guerre che sono scoppiate in seguito alla dissoluzione della Jugoslavia.

Non si tratta di fare un’analisi partitica di queste tragedie, ma di ricordarle, mantenerne la memoria per evitare che si ripetano, quindi per seminare cultura di pace, cultura del rispetto reciproco.

Se si decide di proseguire con la votazione, esprimo voto di astensione sulla risoluzione presentata da Fratelli d’Italia. Ho qualche problema ad astenermi su quella della Lega, ma mi astengo anche su questa, con l’appello che si arrivi a un testo condiviso.

Credo che all’interno di questa Assemblea non ci siano partigianerie rispetto a quale strage è stata più tragica. Si tratta di ricostruire la storia che ha visto l’Europa divisa, come è stata. Le foibe fanno parte di un pezzo di quella storia tragica. Non c’è da fare una classifica: chi è stato più cattivo di chi. Lo dico in un modo anche infantile. Si tratta di condividere in un’Assemblea legislativa della nostra Regione, che comunque ha legiferato a favore della memoria, che comunque, proprio nel programma di attività dell’Assemblea legislativa, vede il Progetto Novecento, che a questo è orientato.

Un testo condiviso ‒ non c’è stato il tempo di farlo fino adesso ‒ senza, scusate se uso questa parola, tifoserie partitiche. Qui si tratta di ristabilire un principio, che è quello della convivenza democratica. Quello che, per esempio, lasciatemelo dire, non c’entra con la discussione di stamattina, ma è palesemente violato in Egitto, con la riconferma del carcere preventivo per Zaki e quello che vediamo violato sulle piazze della Russia, dove i manifestanti vengono manganellati e dove un capo dell’opposizione viene portato in galera. Per quanto si possa discutere sulla sua attività, io non entro nel merito di questo, ma un oppositore caricato su un cellulare e portato in galera non è certo bandiera di diritti democratici. Sono questi che noi dobbiamo seminare nella nostra Regione, nel nostro Paese, quindi – ripeto – spero che ci sia la possibilità di scrivere insieme una presa di posizione che onori la memoria di chi è stato vittima delle Foibe, senza dimenticare gli orrori comunque che i fascisti hanno compiuto in quelle terre, che non giustificano le vendette, perché altrimenti i martiri delle Fosse Ardeatine non sarebbero più dei martiri. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche l’intervento della collega Zamboni.

Rispetto invece a quanto detto prima dalla collega Pigoni, secondo la quale la risoluzione sarebbe troppo ideologica, mi permetto di dire, quantomeno rispetto alla nostra, che non è altro che un richiamare fatti vecchi, lontani e anche molto recenti, quindi non vedo nulla di ideologico.

Mi permetto invece di ringraziare il sottosegretario Baruffi, perché ha utilizzato termini che condivido, “libera, condivisione, ricerca, storica”, perché è così, è con queste parole veramente che si onora la memoria, quindi ringrazio ancora una volta l’intervento del sottosegretario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Quando ho ascoltato sia ieri che questa mattina la discussione di questa risoluzione, mi è venuta alla memoria la mia storia politica, che è comune a tanti di noi, quando sistematicamente, ogni volta che veniva presentato un ordine del giorno nei nostri Consigli comunali, in tutto il territorio regionale, era come se ingaggiassimo una lotta uno contro l’altro.

Tutte le volte quella dinamica a me stava stretta, non ero stata eletta per quello, ero stata eletta per rendere onore anche al ricordo di storie che potevo conoscere o non conoscere, immaginate a Bologna quante volte si è parlato dell’attentato tragico che la nostra città ha avuto, io avevo tre anni, e ho sentito raccontare quella storia, non l’ho vissuta neanche direttamente, ma sentivo la necessità di ricordarla, di raccontarla per poterla ricordare e per custodirla.

Per custodirla io ho imparato nella mia vita che non si può essere in contrapposizione, cioè per rendere onore ai morti non si può neanche permettere, credo, di discutere su questo. Di fronte alla sensibilità sicuramente diversa di partiti politici io non posso che dire sì o almeno condividere perfettamente l’intervento di Baruffi, che è poi l’intervento della Giunta, che poi è l’intervento che sollecita ogni partito politico che è seduto qui, ovvero la possibilità di trovare parole comuni, di trovare memoria comune, di trovare ricordi che possano consolare il cuore di tutti noi.

Rispetto a questo noi dobbiamo sentirci una responsabilità politica e umana. Dobbiamo fare un passo indietro e farne dieci avanti, cioè fare quello che, in teoria, dovremmo essere chiamati a fare, la mediazione, che è la parte più affascinante della politica.

Sono certa che i miei colleghi possono aprire un dialogo su questo. Io chiaramente voterò a favore, ci mancherebbe, ma chiedo alla maggioranza un’apertura e una possibilità. C’è da dire, però, che la politica ha un metodo e forse questa mediazione poteva essere trovata un attimo prima. Forse ognuno di noi poteva costruire un percorso affinché non si arrivasse alla votazione e alle dichiarazioni di voto. Però, credo che questo questa possibilità debba essere colta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Raccogliamo la disponibilità che è venuta da parte delle minoranze, ma mi preme ricordare come questa Regione, lo ricordava molto bene e in modo dettagliato, e vorrei che fosse chiaro, e forse sarebbe bene che ci ascoltassimo, perché può essere utile per tutti a fare quei processi anche di condivisione su tematiche delicate, e lo diceva già la collega Pillati, che cosa questa Regione ha fatto e i dati che parlano molto chiaro rispetto al rispetto che questa Assemblea già con la legge n. 3 del 2016 e con l’impegno straordinario dell’Assemblea legislativa, ricordo che oltre duemila studenti hanno visitato i luoghi attraverso i viaggi della memoria delle tragedie delle Foibe al confine.

Credo che il tema sia come ci poniamo di fronte a una serie di azioni che ci sono già, perché è logico che nelle premesse, probabilmente, ci sono sfumature. Bisogna tener conto delle diverse sensibilità che ognuno di noi porta, ma ritengo che se l’obiettivo è quello indicato e tracciato della legge... C’è una legge nazionale. Permettetemi. Lo direi allo stesso modo se invitassi le scuole a fare qualcos’altro. Ci sono delle leggi che superano gli inviti, perché è già previsto anche rispetto a una serie di azioni che vengono messe in campo dalla scuola.

Se l’intento è quello di arricchire, approfondire una questione, una linea che ha già in una legge regionale, ha già in una legge nazionale, ha già in un percorso dell’Assemblea legislativa in essere degli aspetti, potrebbe essere una proposta, che faccio a seguito anche dell’intervento della Giunta, quella magari ‒ abbiamo parlato tanto di gruppi e intergruppi, e abbiamo anche le Commissioni ‒ di rimettere la discussione nell’ordine della Commissione, trovando, però, dentro quel solco indicato dalle discipline che ci sono già un’azione, che è quella rispettivamente al valore della memoria, che credo sia innegabile con i fatti e con le leggi che questa Regione ha nel suo DNA.

Se questo è il solco, potrebbe essere anche un’idea quella di ritrovarci attorno anche ‒ perché no? ‒ a un progetto elaborato dall’Assemblea. I viaggi della memoria sono una peculiarità che ha dato sempre un valore aggiunto alla nostra Assemblea legislativa. Su questo solco ci trovate. Oggi non stiamo, e lo dico come Gruppo del Partito Democratico, come ha già illustrato benissimo la collega Pillati, votando tra chi è a favore o contro la legge del ricordo. Ripeto: c’è una legge nazionale, abbiamo una legge regionale, abbiamo dei progetti in essere. Quindi, potrebbero anche essere considerate pleonastiche le richieste che sono state fatte, volendo fare polemica. Come vedete, e l’intervento pacato della collega Pillati ne è testimonianza, l’approccio che abbiamo utilizzato è stato diverso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo un po’ per esprimere il mio rammarico sul fatto che non ci sia stata in qualche modo l’interlocuzione preventiva che avrebbe potuto portare a un documento comune.

Su questi temi, come è già stato detto, anche nella scorsa Legislatura spesso e volentieri le varie forze politiche presenti in Assemblea si sono divise, credo sia un errore farlo oggi, come è un errore fermarci a divisioni ideologiche stucchevoli, dagli interventi che ho sentito io credo ci siano tutte le condizioni per trovare una quadra su un testo comune.

Vorrei quindi fare un appello a tutti quanti, per prendersi il giusto tempo, magari anche all’interno di una Commissione o di un’altra sede, per trovare davvero una condivisione d’intenti che oggi non riusciamo a trovare, perché lo abbiamo fatto tante volte anche nello scorso mandato e, memore di questo, credo che oggi dobbiamo in qualche modo far passare un messaggio unitario da quest’aula.

La mia richiesta quindi oggi è quella di sospendere questa discussione e arrivare a un testo comune all’interno di una Commissione o comunque mandare un messaggio unitario da questa Istituzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione i due documenti, le due risoluzioni.

La prima risoluzione, la 1809, risoluzione che impegna la Giunta a prevedere in ogni scuola del territorio momenti...

Mi scusi, nessun problema, è stata questione di secondi.

 

ZAPPATERRA: Abbiamo fatto noi tutte le dichiarazioni, le ultime, a partire dal suggerimento del sottosegretario accolto dal collega Barcaiuolo e da noi pure raccolto, a rimettere il tema, quindi io capisco entrambe le risoluzioni in Commissione, per condividere un testo unitario.

Mi pare che la discussione sia andata in questa direzione, per cui...

 

PRESIDENTE (Petitti): In questo caso è chiaro che non si vota...

 

ZAPPATERRA: Avevo capito che rimandassimo la questione...

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha fatto bene a fare questa sintesi.

Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Torno a ripetermi: io ho accolto con favore le parole del sottosegretario Baruffi. Resto convinto che ci possa essere tranquillamente uno spazio per arrivare a un documento condiviso, però, attenzione, la risoluzione è stata presentata i primi di ottobre. Siamo al 3 febbraio, siamo a una settimana dal Giorno del Ricordo. Se c’è lo spazio per arrivare a un testo condiviso, si sospende l’aula o ci troviamo nella pausa e arriviamo a un testo condiviso oggi, non in Commissione. In Commissione potremo lavorare per l’anno prossimo, evidentemente. Il testo non può essere dato in questo caso. Io resto disponibile oggi ad arrivare a un testo condiviso. Se non è oggi, vedremo quello che succede l’anno prossimo e oggi ognuno si assumerà la responsabilità di votare come ritiene rispetto alle risoluzioni presentate.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Presidente, non ci eravamo capiti. Noi siamo disponibili a fare la sospensione anche oggi. Se il testo condiviso riusciamo a farlo oggi, è chiaro che la Commissione non credo sia più all’ordine del giorno. Se non ce la facciamo, a questo punto, voteremo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Se c’è bisogno di qualche minuto per verificare l’effettiva condizione di un testo congiunto, altrimenti… 

Prego, consigliere Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Penso che ci servirà più di qualche minuto. Se non vogliamo sospendere l’aula, lo facciamo nella pausa pranzo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo. Andiamo avanti e magari nella pausa pranzo lavoriamo e ci prendiamo questo impegno come aula, se siete tutti d’accordo, se c’è questa volontà.

Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie.

Io resto a disposizione a condizione che nel primo momento utile dopo la sospensione e quindi nella giornata odierna si arrivi alla discussione di questo. Non vorrei che qualcuno poi arrivi alle 17,30, tutti a far merenda, perché qua funziona così, e dopo qualcosa va in cavalleria.

Chiedo alla Presidenza di prendersi l’impegno, comunque vada l’eventuale trattativa, di arrivare oggi a un voto o su una mozione unanime o su quelle depositate e comunque nella giornata di oggi. Chiedo questa condizione.

 

OGGETTO 2534

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché intervenga presso i vertici di Trenitalia per garantire il futuro industriale e occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle Officine di Manutenzione di Bologna e di Rimini. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico, Rossi

(Rinvio in commissione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto proseguiamo con l’oggetto 2534: risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare il Governo affinché intervenga presso i vertici di Trenitalia per garantire il futuro industriale e occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle Officine di Manutenzione di Bologna e di Rimini, a firma dei consiglieri Taruffi, Amico e Rossi.

Apriamo il dibattito generale. Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

In accordo con l’assessore Colla, poiché non poteva essere presente, chiedo di portare il testo in Commissione.

 

PRESIDENTE (Petitti): C’è un intervento contrario a riguardo? Altrimenti votiamo.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Se ho capito bene, c’è una richiesta di portare in Commissione l’argomento.

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto, poniamo in votazione il rinvio della risoluzione in Commissione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 24

Astenuti 10

 

È approvato.

 

La richiesta è approvata. Quindi, la risoluzione passa in Commissione.

A questo punto, andiamo avanti con l’ordine del giorno.

 

OGGETTO 2540

Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire l’acquisizione di competenze da Green Manager, promuovendo corsi di formazione per l’attuazione della transizione ecologica negli enti pubblici e nelle imprese private dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati alla risoluzione 2540: risoluzione che impegna la Giunta a favorire l’acquisizione di competenze da Green Manager, promuovendo corsi di formazione per l’attuazione della transizione ecologica negli enti pubblici e nelle imprese private dell’Emilia-Romagna, a firma della consigliera Zamboni.

Dibattito generale. Non so se la consigliera Zamboni vuole intervenire oppure dibattito generale. Mi scusi, non la vedevo da qua. Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione ha un obiettivo preciso: favorire la formazione nella nostra Regione di competenze che servano a sostegno della transizione ecologica sia nell’ambito delle imprese private che nell’ambito degli enti locali.

Parliamo quindi di corsi di formazione, da finanziare preferibilmente con il Fondo sociale europeo, nel solco di una prassi che questa Regione segue da altri periodi di legislatura. Ricordo che nel penultimo mandato, quello precedente a quello in cui ci troviamo, l’assessorato, allora diretto dall’assessore Patrizio Bianchi, lanciò la formazione rivolta alla imprenditoria privata della Regione orientata sulla base di tre driver: internazionalizzazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile.

Vi è già quindi nella tradizione e nel passato di questa Regione questa attenzione a porre in campo risorse, che poi in base a bandi vengono impiegate per coprire i costi dei corsi professionalizzanti, che intorno a specifici obiettivi da raggiungere (ho ricordato i tre del mandato precedente) aiutano il settore privato a dotarsi di competenze specifiche.

La Regione Emilia-Romagna ha appena approvato il Patto per il lavoro e il clima, è impegnata in una serie di percorsi per raggiungere obiettivi che riguardano appunto lo sviluppo sostenibile, abbiamo appena assistito in Commissione ambiente, un paio di settimane fa, a un’illustrazione dell’assessora all’ambiente Irene Priolo, che in quel caso fu sostituita dai tecnici, comunque su mandato dell’assessora Irene Priolo, su mia richiesta, ci è stato illustrato lo stato di avanzamento del programma “Emilia-Romagna Plastic free”.

Abbiamo di fronte a noi gli obiettivi del Green Deal europeo. Speriamo sempre, come Europa Verde. Vedremo se il prossimo Governo, ma qui bisogna sempre toccare ferro quando si parla del prossimo Governo, cambierà gli obiettivi dell’attuale Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore di stanziamenti più netti per la svolta verde. 

Oggi, nonostante la Commissione imponga la soglia del 37 per cento di risorse da indirizzare al Green Deal, vediamo che l’attuale Piano di ripresa e resilienza nazionale tocca solo il 31 per cento. Speriamo sempre che rientri in questo bacino di risorse anche un programma di risorse specificatamente rivolto al risanamento del bacino padano, nel quale, insieme a noi, vivono 22 milioni di residenti in quella che è stata definita l’area più inquinata d’Europa.

Abbiamo di fronte, come Regione, obiettivi di transizione ecologica, di transizione energetica, che sono dettati dalla risposta da dare all’emergenza climatica, all’emergenza ambientale, ma sono dettati anche già da precisi impegni presi, ripeto, nell’ambito del Patto per il lavoro e il clima e nel programma di mandato della Giunta.

Per cui, seguendo un precedente che è stato introdotto dalla Regione Lazio proprio in riferimento alla loro legge sul Plastic Free, vorrei ricordare che, al momento, di Regioni che hanno questa legge ce ne sono tre: Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, e sono le uniche tre Regioni in Italia ad essersi dotate di questo programma. Bene, nello specifico provvedimento di cui si è dotata la Regione Lazio si prevede la creazione di questo Green Manager, che sarebbe una sorta di esperto della transizione ecologica, esperto di gestione dei rifiuti.

La Regione Lazio affronta questa formazione appoggiandosi all’ARPA del Lazio. In questa risoluzione io, invece, ho preferito riconfermare percorsi già seguiti, ripeto, dalla Regione Emilia-Romagna, che sono i bandi con i quali si finanziano questi corsi che vengono realizzati dai centri per la formazione che sono riconosciuti dalla Regione, quindi autorizzati e certificati. In questo caso, ha introdotto anche una possibile collaborazione con il sistema universitario, data la particolare richiesta di competenze che c’è nel sistema universitario della nostra regione. Il che non vuol dire, quindi, né istituire corsi di laurea né istituire un gruppo, un ordine professionale né tantomeno accollarsi, poi, la retribuzione di queste figure.

Il compito della Regione Emilia-Romagna è di consentire che si creino le competenze che servono là dove servono, ossia nella piccola e media impresa che non dispone di risorse sufficienti, spesso, a fare queste forme di promozione di percorsi formativi interni e in aiuto anche ai piccoli Comuni che, per lo stesso motivo, devono affrontare il complesso degli atti, delle gestioni, anche proprio della gestione del funzionamento degli enti stessi, in chiave di transizione ecologica, transizione energetica, senza averne le competenze.

Con questa risoluzione si propone che la Regione, ripeto, continuando una prassi... Vorrei ricordare che è appena uscito un bando, proprio in questi giorni, per la formazione permanente a sostegno della transizione verde e digitale. In questo caso, però, questo bando non prevede la possibilità per i dipendenti pubblici a tempo indeterminato di partecipare. Invece come Europa Verde noi pensiamo sia importante portare queste competenze sia nella piccola e media impresa, che ‒ ripeto ‒ è più svantaggiata rispetto alle grandi imprese, sia dentro gli enti locali, perché la transizione verde e il rispetto del Patto per il lavoro e il clima possono avvenire solo se capillarmente nella Regione sono disponibili le competenze professionali necessarie.

Il dispositivo è molto chiaro. La richiesta è, con l’aiuto del Fondo sociale europeo, le risorse del Fondo sociale europeo, di avviare, lanciare questi bandi, pensando che il Green Manager è una figura più complessa rispetto all’Energy Manager, che ha solo una specializzazione in campo energetico, o al Mobility Manager. Addirittura il Mobility Manager, lo sappiamo, è normato da una legge nazionale, ma riguarda imprese oltre i 300 dipendenti.

In questo caso, invece, si vuole intervenire con questa figura che accorpa più competenze in quei luoghi di lavoro che sono gli enti locali e la piccola e media impresa, per dare la possibilità a questi di impossessarsi delle conoscenze, del know how necessario a svolgere la transizione ecologica, la svolta verde, che è una delle chiavi della filosofia e degli obiettivi che stanno alla base di questa consiliatura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dibattito generale? Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Buongiorno, presidente.

Gli obiettivi di questa risoluzione sono pienamente coerenti con quanto questa Regione ha fissato nel testo sottoscritto per il Patto per il lavoro e per il clima, che è un po’ la nostra bussola rispetto a queste tematiche.

È un documento molto completo, molto ampio, che dedica un passaggio proprio all’impegno che la Regione Emilia-Romagna si è assunta nel generare ed essere propositiva nella creazione di momenti di formazione specifici, dedicati tanto al comparto pubblico quanto a quello privato (ricordiamoci che il Patto per il lavoro e per il clima è stato sottoscritto con una condivisione molto ampia dalle parti sociali, dalle associazioni di rappresentanza e di categoria), quindi, come dicevo, momenti di formazione tanto per i dipendenti del comparto pubblico quanto per quelli privati, perché si possano generare dentro questi settori, in capo a quei lavoratori che già stanno lavorando (questa è una specifica che tengo a dire, non stiamo andando a formare delle figure nuove, stiamo andando a completare, ad arricchire la formazione dei lavoratori della pubblica amministrazione e del comparto privato che già insistono nel mondo del lavoro sia pubblico che privato), competenze particolari, utili a far sviluppare tanto alla pubblica amministrazione quanto al comparto privato progetti che possano portarli a conseguire quei risultati così sfidanti che ci siamo dati nel Patto per il lavoro e per il clima.

In particolare, la pubblica amministrazione tanto regionale quanto locale avrà bisogno davvero di accrescere e di farlo rapidamente competenze di Green Manager. Cosa dovranno fare queste figure, una volta formate all’interno del nostro apparato pubblico? Seguire gli enti in cui lavorano nel percorso di adeguamento agli obblighi normativi, ad esempio nell’appalto dei lavori piuttosto che nell’acquisto di beni e servizi verdi, il cosiddetto green public procurement – il mio inglese è quello che è, però ci siamo capiti, sono gli acquisti verdi della pubblica amministrazione – piuttosto che integrare in ambito di pianificazione i concetti della mitigazione e delle modifiche dei cambiamenti climatici con i quali dobbiamo fare sempre più conto e da ultimo sviluppare competenze diffuse presso gli stakeholder e quindi in questa comunicazione e confronto costante tra il pubblico e il privato, in grado di tradurre in progetti concreti quegli obiettivi che noi abbiamo definito nei documenti programmatici, per primo, appunto, il Patto per il lavoro e per il clima. Sostanzialmente si sta dicendo, dentro il Patto per il lavoro e per il clima, che abbiamo definito alcuni obiettivi decisamente importanti, ci prendiamo anche l’onere, come Regione Emilia-Romagna, di essere attivi nella formazione dei lavoratori che insistono nel comparto pubblico o privato affinché maturino quelle competenze utili a tradurre, dentro i loro specifici settori di impegno, progetti efficaci e pratici che ci aiutino tutti insieme a conseguire quei risultati così sfidanti che stanno dentro il Patto per il lavoro e per il clima.

Credo che sia un passaggio fondamentale che sta anche in quell’ottica di partecipazione diffusa e di integrazione verticale che la Regione Emilia-Romagna da sempre sposa. Non si conseguono gli obiettivi del Patto se non ci portiamo dietro davvero tutta quanta la collettività, sia i privati cittadini con i loro comportamenti individuati, verso i quali andrà sviluppata anche una comunicazione specifica, lo abbiamo detto anche in Commissione Ambiente l’altro giorno, perché i comportamenti individuali possono fare la differenza, e non conseguiremo quegli obiettivi se il comparto pubblico non tradurrà in passaggi pratici e concreti sui territori, dall’ultimo dei Comuni fino ad arrivare, fino a risalire alla Regione, quelli che sono i nuovi orientamenti che noi abbiamo sposato con il Patto per il lavoro e per il clima. Nel farlo, ovviamente, un ruolo da protagonista lo possono giocare, sempre in collaborazione e in concertazione con i luoghi di formazione, che sono anche privati, che sono anche dentro le associazioni di categoria, però un ruolo assolutamente importante lo potrà giocare il vasto comparto della formazione pubblica.

C’è una infrastruttura capillare diffusa sul nostro territorio, che vanta esperienze di lungo corso, che magari può anche essere in affanno in questo particolare momento legato alla pandemia, perché anche quella è formazione che, al pari di quella scolastica, è andata in difficoltà in questo momento, in particolar modo per quanto attiene a quella che è l’attività di mercato che questi centri facevano. Questa potrebbe essere una nuova occasione, invece, di attività per quei centri di formazione pubblica, che, secondo me, sapranno coglierla appieno.

Ecco perché credo che la risoluzione sia pienamente coerente con la filosofia che questa Regione pratica da diverso tempo a questa parte. Secondo me, merita l’accoglimento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Altri? Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Tutte le volte che mi imbatto nelle risoluzioni della collega Zamboni mi sale un sentimento positivo. Un sentimento positivo, tengo a precisarlo. Però anche un sentimento di sorpresa. Perché mi sorprendo? Lei dirà e voi direte. Perché, in realtà, in queste risoluzioni, che trovo ben articolate e approfondite, con citazioni che, ovviamente, denotano una profonda conoscenza della materia o quantomeno una volontà di ricerca seria delle questioni, alla fine si concludono con una serie di manifesti programmatici, manifesti di nobili intenti che poi, però, nella pratica cozzano con la realtà.

Qual è il sentimento di sorpresa di cui parlavo? Ovviamente, mi verrebbe da dire: benissimo, perfetto, è giusto perseguire questo tipo di scelta di fondo, una politica che guarda ai princìpi, è giusto che si approfondisca questo New Green Deal, queste nuove politiche, eccetera. E poi andiamo a vedere quello che succede intorno a noi.

Quando si parla di questo programma Lazio Plastic Free, preso come riferimento, della Regione Lazio, che intende promuovere interventi di sostenibilità ambientale, sviluppo della raccolta differenziata, mi domando come siamo messi noi. Allora sorrideremo insieme, consigliera Zamboni, ripercorrendo, ripensando a tutte le prese di posizione che abbiamo fatto in questi mesi sulla evidentemente perdurante volontà di questa Regione di continuare nella politica delle discariche, e ci siamo trovati a contestare più volte una serie di scelte ampiamente opinabili che sui nostri territori vengono tuttora quantomeno tollerate.

Parliamo di economia circolare, poi abbiamo avuto poche settimane fa in quest’aula la consapevolezza che ha determinato l’ulteriore rinvio del termine, che scadeva il 31 dicembre 2020, per l’adeguamento da parte di tutti i Comuni della Regione rispetto alla tariffazione puntuale, siamo indietro moltissimo. Possiamo pensare e guardare quelle che sono ancora le strutture pubbliche, visto che comunque dobbiamo guardare prevalentemente gli edifici pubblici e poi andremo a pensare anche ai privati, rispetto per esempio ai sistemi di riscaldamento, quanto si sia ancora indietro, quindi all’efficienza energetica, o anche semplicemente (certamente più importante) a tutta la tematica della sicurezza degli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici.

Credo che, se oggi dobbiamo investire delle risorse in materia di sostenibilità, dobbiamo guardare a 360 gradi, ma partirei dai problemi che già oggi esistono. Sorrido quando si parla di liberare gli enti pubblici, liberare dalla plastica usa e getta uffici, mense, sagre e feste, ripulire spazi pubblici, fiumi, mare e spiagge, andiamo alla nostra mensa a due passi e vediamo quanta plastica quotidianamente noi consiglieri ovviamente utilizziamo!

Credo che ci sia una serie di contraddizioni tra quello che si vuole fare e quello che in realtà si tollera e che sia a volte disarmante, quindi trovo sicuramente interessante e anche doveroso voler insistere su politiche di tutela dell’ambiente, è doveroso, certo, lo condivido, non è la prima volta che lo dico e che faccio questo tipo di affermazione, ma io credo che debba cessare anche la logica che le politiche dell’ambiente si calano dall’alto come una mannaia e improvvisamente tutti debbono… Deve esserci un progressivo adeguamento, a partire dai comportamenti che per primi noi continuiamo a tollerare.

Torno alla questione della tariffazione puntuale. Non riteniamo che la tariffazione puntuale in materia di raccolta dei rifiuti debba essere un obiettivo da raggiungere prima di ogni altro? Siamo indietro. Allora, se siamo indietro, bisogna capire il perché si è indietro, bisogna in un qualche modo accelerare e intervenire rispetto agli enti locali che non sono ancora nelle condizioni di farlo e verosimilmente intervenire magari anche con risorse per permettere che vi sia questo tipo di risultato, non che si rinviano le scadenze quando si impara che naturalmente non si possono più rispettare.

Parlare oggi di supportare i Green Manager all’interno degli enti pubblici addirittura dentro le imprese private, credo che pur non volendo disconoscere, non voglio disconoscere l’importanza della formazione, non la voglio disconoscere, credo però che occorra un sano realismo a volte, anche nell’impiego delle risorse. È vero che questo è un impegno e non è certamente un impegno di spesa, però è un impegno ideale, un impegno politico. Credo che tutte le volte che andiamo a parlare di queste tematiche occorra effettivamente considerare quello che è lo stato dell’arte sul quale noi oggi dobbiamo intervenire per rimediare a quelle che sono le problematiche già oggi presenti piuttosto che andare in un qualche modo a sovraccaricare a volte la pubblica amministrazione di figure o di protocolli che fanno poi fatica a livello pratico a produrre risultati concreti.

Anticipo anche il voto finale. Ci asterremo su questa risoluzione. Ripeto, condividiamo di fondo una volontà di preservare l’ambiente, ma questo ricorso eccessivo a queste sovrastrutture a volte, leggi, protocolli, figure eccetera e poi nella pratica ci comportiamo diversamente, credo che questa contraddizione debba essere rimarcata e infatti non può essere oggi taciuta, neanche in considerazione di quello che è stato questa risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Facci, grazie.

Altri? Sennò passiamo in dichiarazione di voto. Qualcuno in dichiarazione di voto? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Voglio ringraziare, naturalmente, il consigliere Costa, che nel suo intervento ha colto perfettamente l’obiettivo e lo spirito di questa risoluzione. Quindi, non ci torno sopra, perché dovrei ripetere quello che lui ha detto.

Per quanto riguarda il consigliere Facci, innanzitutto ringrazio per la benevola astensione. Capisco che con questa risoluzione non si risolvono tutti i problemi che sono ancora aperti. Noi parliamo di transizione ecologica e di transizione energetica proprio perché è un processo. Forse siamo all’inizio, non siamo nemmeno a metà di questo processo, però gli obiettivi che ci siamo dati sono quelli che richiedono quella presenza di competenze che dicevo, per gestire l’energia, per gestire la mobilità, per gestire gli acquisti verdi, quindi gli acquisti che puntano a usare servizi e anche materiali verdi.

Si punta a controllare maggiormente il risparmio idrico, anche. Una gestione efficace dei rifiuti. A questo deve sovrintendere questa figura che riteniamo importante formare. Ripeto, non è un ordine professionale, non è un corso di laurea, ma è un aiuto che vogliamo dare ai soggetti che sono coinvolti nella transizione energetica. Senza il contributo di tutti non raggiungiamo gli obiettivi. E ci vogliono capacità specifiche, ci vogliono conoscenze.

Questa risoluzione vuole offrire un aiuto a chi si mette in cammino con noi, necessariamente, per raggiungere un obiettivo collettivo. È chiaro che i punti che sono stati sollevati vedono delle criticità. Sulle discariche, anche come Europa Verde, siamo intervenuti. Sul fatto, invece, del Plastic Free vorrei ricordare ‒ l’ho fatto anche nel primo intervento ‒ che di recente ci è stato illustrato il lavoro che è stato fatto per arrivare alla realizzazione del programma Plastic Free, che ha visto intanto mettere intorno a un tavolo una serie di figure autorevoli in tutti i campi, che anche con gruppi di lavoro specifici sulle varie tematiche devono indicare le tappe del percorso.

Ringrazio quindi – ripeto – per l’astensione, che comunque è un voto che guarda con rispetto a questa proposta, ringrazio naturalmente il consigliere Costa per aver centrato nel suo intervento perfettamente il senso di questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dichiarazioni di voto? Non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione il documento, la risoluzione 2540, a firma della consigliera Zamboni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 21

Astenuti   11

 

È approvata.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Petitti): Per la risoluzione 2443 a firma della consigliera Castaldini è stato chiesto un rinvio e c’è già un accordo in Assemblea, quindi verrà posticipata.

Ha invece chiesto un anticipo il consigliere Rainieri della risoluzione 2411, anche in questo caso c’è un accordo di Assemblea.

Passiamo alla risoluzione 2411, la risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi...

Scusi, consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Capisco, presidente, che forse la conduzione dell’aula in queste giornate non è esattamente la cosa sulla quale abbiamo più concentrazione in assoluto, però mi risulta a) che non ci sia nessun accordo d’Assemblea per fare un’inversione e b) che, se non ricordo male, ci dovrebbe essere un Regolamento, chiedo conferma alla Presidenza, per cui le risoluzioni che hanno un calendario, un ordine di calendario, per essere anticipate bisogna che ci sia il voto dell’aula.

Siccome accordi non ce ne sono, perché io faccio il capogruppo e non mi risulta che nella Capigruppo qualcuno abbia avanzato questa richiesta. In qualità di capogruppo non sono stato contattato dal proponente per fare l’inversione, in nessuno modo, quindi non sono d’accordo affinché questo avvenga, quantomeno chiedo il voto. Ribadisco, non so chi l’abbia informata…

 

PRESIDENTE (Petitti): Infatti adesso preciso la cosa.

 

TARUFFI: …dell’accordo dell’Assemblea. Si dà il caso che prima bisognerebbe dalla Presidenza sapere se i capigruppo o meno sono d’accordo, prima di dire che c’è un accordo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Esatto. Infatti ero stata informata. La Presidenza era stata informata in questo senso. È evidente che se non c’è questo accordo procediamo al voto.

Prego, consigliere Rainieri, per precisare la posizione.

 

RAINIERI: Intervengo sull’ordine dei lavori, su questa questione. Mi dispiace che il collega Taruffi dica così, perché fuori, in corridoio, quando ne ho parlato con la capogruppo Zappaterra, c’era anche lui e lui mi ha detto “Parla con la collega Zappaterra”.

 

(Interruzione del consigliere Taruffi)

 

RAINIERI: Presidente, non è un problema. Chiedo scusa perché le ho fatto una proposta. Pensavo che si potesse lavorare come ieri, di comune accordo. L’ho chiesto semplicemente perché ho un impedimento oggi pomeriggio. Non cambiava niente, credevo, ma evidentemente da parte del collega Taruffi, che ha qualche altro problema con la maggioranza, e non con me, perché altrimenti non si spiega questa questione, le chiedo scusa a nome della Lega e di Fabio Rainieri per averle chiesto, sperando in un approccio molto più umano della questione e non politico, le chiedo di ritirare la mia proposta e di andare avanti così. Discuteranno la risoluzione senza di me, però la facciamo comunque oggi pomeriggio e la farà qualche mio collega.

Non ringrazio il collega Taruffi per questa sua esternazione, perché pensavo di non meritarmela. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Io farei così. Facciamo che mi assumo io la responsabilità perché dovevamo verificare con tutti. Mi era stato detto. Nessun problema. Stiamo tutti calmi. Rispettiamo il Regolamento. A questo punto, la sua richiesta, che è una richiesta legittima, perché lei dopo non riesce ad essere presente in aula e quindi chiede che venga discussa questa risoluzione in sua presenza, io la metto ai voti dell’aula.

Rispettiamo alla lettera il Regolamento. Sono stata un po’ veloce. Un intervento a favore e uno contro. C’è già un intervento a favore e uno contro, perché mi sembra si siano già espressi due consiglieri.

A questo punto, mettiamo ai voti la richiesta di anticipo di questa risoluzione.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 34

 

È approvata.

 

(L’inversione dell’ordine dei lavori è accolta)

 

OGGETTO 2411

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, anche all’interno della Conferenza Stato Regioni e Province Autonome, al fine di sostenere l’attività venatoria e la propria contrarietà all’abrogazione dell’art. 842 del Codice Civile. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Facci, Liverani, Pompignoli, Catellani, Delmonte, Montevecchi, Rancan, Bargi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto, passiamo alla discussione, al dibattito generale sulla risoluzione 2411, che impegna la Giunta ad attivarsi, anche all’interno della Conferenza Stato-Regioni e delle Province Autonome, al fine di sostenere l’attività venatoria e la propria contrarietà all’abrogazione dell’articolo 842 del Codice civile, a firma del consigliere Rainieri e altri.

Dichiaro aperta la discussione, il dibattito generale. Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Credo non sia una sorpresa per nessuno il voto contrario di Europa Verde. Mi dispiace non poter restituire il favore dell’astensione, ma io proprio su questo tema ero già intervenuta con un’interrogazione. Voi sapete bene qual è la posizione dei Verdi rispetto alla caccia, in particolar modo la posizione dei Verdi rispetto alla possibilità dei cacciatori di muoversi a proprio piacimento sul territorio.

Quindi, annuncio voto contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri? Io non ho nessuno in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto? Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Solo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo della Lega Nord alla risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Bessi, prego. Ha un problema con il collegamento.

Consigliere Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Credo che il consigliere Bessi volesse solo segnalare che prima non gli è funzionato il voto...

 

PRESIDENTE (Petitti): Infatti non riusciamo a metterci in contatto con lui, perfetto, grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Per annunciare naturalmente il mio voto negativo, che non credo sorprenderà nessuno. Su questa tematica siamo su fronti totalmente opposti credo sia con la maggioranza che con i colleghi della Lega, quindi il nostro voto sarà negativo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Ovviamente annuncio il voto contrario del Gruppo di Emilia Romagna Coraggiosa, correggo anche la consigliera Piccinini, perché non c’è una maggioranza favorevole a questo... solo perché è giusto mettere i puntini sulle “i”, quindi in quest’aula si determina dalle dichiarazioni di voto, come abbiamo capito, il fatto che Partito Democratico e Lega sono d’accordo su questo tema, non c’è la maggioranza, c’è un’altra cosa. Primo punto.

Secondo punto. Mi dispiace per i problemi personali che  portano via dall’Assemblea nel pomeriggio il consigliere Ranieri, è evidente che non c’è nessuna ragione personale quando si discute di queste cose, c’è però una valutazione di carattere politico, perché oggettivamente la necessità di anteporre, pur comprendendo le legittime problematiche del consigliere Rainieri, di anteporre e di invertire l’ordine del giorno questa discussione mi è sembrato da parte di chi ha votato un atto un po’ unilaterale, quantomeno perché di solito si condividono certi passaggi nei modi e nelle forme che sono utili all’interno di una maggioranza.

Dopodiché prendiamo atto, ci sono valutazioni diverse, su questa come probabilmente su altre cose semplicemente prendiamo atto anche nel corso della giornata che certe valutazioni, certe sensibilità, certe modalità di rappresentare anche posizioni differenti possono trovare... Ovviamente, come ho sempre detto, una maggioranza non è una caserma, quindi ci sarà la possibilità di discutere tranquillamente, segnalando sensibilità e posizioni differenti sui temi in Commissione e in aula, così come è giusto che sia, perché, ovviamente, si possono trovare punti di sintesi, se li si cerca. Se non li si cerca, non si trovano e quando non si trovano è giusto che emergano su questo, che non è un tema strategico, è un tema, come sui temi strategici, perché patti chiari e amicizia lunga.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intervengo per ricordare alla consigliera Piccinini che Europa Verde fa parte della maggioranza e che si era espressa contro questa risoluzione. Lo dico nel rispetto della verità, perché vedo che in queste ore ci sono sempre un po’ degli svarioni per quanto riguarda la mia attività.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Solo per anticipare il voto favorevole del Partito Democratico che è sulla falsa riga di quanto l’assessore Mammi, intervenendo alcune settimane fa nella Commissione Politiche economiche che presiedo, aveva già espresso un orientamento politico e istituzionale su questo tema.

Penso che sia da ribadire la necessità a più livelli, non solo sul punto citato e oggetto della risoluzione, della necessità forse di rimettere mano alla normativa sull’attività venatoria a livello nazionale. Non è un tabù. È un tema che è emerso più volte anche in quest’aula. Penso che in quest’aula, in questa Regione, la pluralità delle posizioni espresse dalla maggioranza sia sempre stata un valore aggiunto. Lo è stato negli anni scorsi e penso che potrà continuare ad esserlo con la capacità di portare a una sintesi alta le diverse sensibilità e i diversi approcci. Penso che saremo capaci, anche su temi non strategici, come diceva il consigliere Taruffi, ma su temi che riguardano la quotidianità degli emiliano-romagnoli, perché, purtroppo, assistiamo a danni alle attività degli agricoltori, ma sempre più frequentemente anche ad incidenti stradali che talvolta portano con sé anche alcune vittime tra civili.

Penso che il dibattito e il confronto tra di noi continuerà ad essere un valore aggiunto per gli obiettivi che questa Regione si è data e continuerà a darsi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Solo per annunciare il voto a favore di Fratelli d’Italia alla mozione, che condividiamo integralmente. Mi permetto di dire, consigliera Rontini, che un conto sono le [...] diverse e un conto sono le diverse sensibilità, che possono albergare, evidentemente, all’interno della stessa maggioranza. Quando le posizioni, come in questo caso, sono distinte e distanti in modo ben delineato, forse è un qualcosa di diverso. Auspico che su questo la maggioranza, per il bene, ovviamente, della conduzione, della guida di questa Regione e della Giunta, possa fare chiarezza, perché evidentemente non si può semplicemente ridurre a una semplice sensibilità diversa quando su una posizione fondamentale rispetto anche a quelle che sono le competenze della Regione, così come sancite dal 117 della Costituzione, ci sono posizioni che divaricano in maniera così forte rispetto ai diversi Gruppi della maggioranza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, per un chiarimento rispetto alla dichiarazione. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Siccome sono stata tirata in ballo, giusto per correggere un attimo. Sicuramente la posizione del Movimento 5 Stelle è diametralmente opposta a quella della Lega, diametralmente opposta a quella del Partito Democratico. Siccome vedo che ci sono un po’ di fibrillazioni, è in linea con la posizione dei Verdi, che è in maggioranza, ma anche no.

Ribadisco che il nostro voto, per questo motivo, sarà contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene. Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione la risoluzione 2411, a firma del consigliere Rainieri e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 33

 

È approvata.

 

OGGETTO 2537

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a realizzare un monitoraggio e una contestuale mappatura dei distaccamenti del Corpo dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio e a proseguire nel sostegno economico a favore della manutenzione ordinaria e/o straordinaria delle sedi dei distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 2537: risoluzione che impegna la Giunta regionale a realizzare un monitoraggio e una contestuale mappatura dei distaccamenti del Corpo dei Vigili del fuoco presenti sul territorio e a proseguire nel sostegno economico a favore della manutenzione ordinaria e/o straordinaria delle sedi dei distaccamenti volontari dei Vigili del fuoco, a firma del consigliere Mastacchi.

Su tale oggetto insistono due proposte di emendamento a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Mastacchi, Taruffi, Pigoni e Pelloni.

A questo punto apriamo il dibattito generale. Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

So che qualcuno dei colleghi, come me, ha fatto il Sindaco nei Comuni dell’Emilia-Romagna, e chi ha fatto il Sindaco in particolare nei territori più marginali, nei Comuni più piccoli, ha sicuramente potuto apprezzare, nei momenti di emergenza e di difficoltà, il grande aiuto che i Vigili del Fuoco volontari, come tutte le altre associazioni che sono sul territorio, la Protezione Civile eccetera danno nei momenti di difficoltà.

Credo che chi non ha avuto questa fortuna abbia sentito la mancanza di questo aiuto, perché, quando i soccorsi e gli aiuti arrivano da lontano, non sempre riescono ad avere la tempistica necessaria per poter dare le risposte che i cittadini si aspettano, quindi la prossimità di questi distaccamenti è fondamentale in particolare per i territori più marginali.

In molti casi questi fabbricati sono messi a disposizione dagli enti pubblici, quindi dai Comuni o dalle Unioni dei Comuni, e spesso non hanno le caratteristiche antisismiche necessarie per consentire ai volontari dei distaccamenti di lavorare in sicurezza. Il grande paradosso sarebbe se, in caso di terremoto, i presidi dei Vigili del Fuoco volontari venissero resi inagibili, o peggio crollassero proprio su chi deve prestare i primi soccorsi.

Sappiamo tutti che i Comuni sono in grande difficoltà e non hanno le risorse per intervenire direttamente, in molti casi non sanno neanche l’esatta situazione dei loro fabbricati, perché in molti casi non hanno neanche la possibilità di fare indagini.

I volontari in alcuni casi (lo abbiamo ricordato anche in dicembre, in occasione dell’Assemblea legislativa) hanno dato anche la vita, abbiamo ricordato infatti proprio in dicembre il sacrificio di Simone Messina, caduto nello scoppio di San Benedetto del Querceto, ma anche persone come Luigi Mezzini, che si salvò, ma porta ancora sul corpo i segni dell’esplosione, e credo, ahimè, non solo sul corpo. Credo che si porti dentro un peso molto pesante.

Abbiamo il dovere almeno di mettere le questioni come queste che ho citato in condizione – aggiungo persone, sono tante, io ne ho citate due, ma sicuramente sulla Regione ce ne saranno tante altre come loro, fortunatamente sono tante – di prestare la loro opera di volontariato nella massima sicurezza. Credo che questo sia un nostro dovere. Per cui, anche sugli emendamenti che sono stati proposti dalla maggioranza, sempre nello spirito di trovare una soluzione e quindi di portare un risultato e non tanto di guardare ai dettagli, alle virgole e in alcuni casi anche alle contrapposizioni politiche e ideologiche, i due obiettivi che la risoluzione si pone sono, il primo, quello di fare una fotografia della situazione e quindi avere almeno le idee chiare su qual è lo stato dell’arte della sicurezza dei fabbricati e chiaramente dopo un piano di pianificazione degli interventi attivarsi per reperire le risorse che saranno necessarie per intervenire su questo piano di adeguamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Altri in dibattito generale? Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Ringrazio il collega Mastacchi, il collega Taruffi e la collega Pigoni per aver accolto con disponibilità gli emendamenti che abbiamo presentato, perché il collega Mastacchi ha toccato un importante tema, che è quello delle sedi distaccate dei Vigili del fuoco. Abbiamo colto una collaborazione e un consolidamento dei rapporti di reciproca collaborazione che è avvenuto con l’Agenzia regionale ormai nel tempo. Fin dall’anno 2000 ricordo che la Regione Emilia-Romagna, per mezzo del servizio di Protezione civile prima e dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile poi, ho, con specifiche convenzioni, sostenuto e finanziato, anche con contributi, l’importanza dell’implementazione, del potenziamento e della manutenzione della gestione delle strutture.

Chiedo, colleghi, un po’ di silenzio. Sento un po’ di brusio. Chiedo scusa, collega Zamboni.

Il tema che si pone, quello di promuovere un monitoraggio che già si sta conducendo, ma con una mappatura più precisa rispetto alle condizioni delle sedi territoriali, credo sia anche una modalità per fare una fotografia della situazione esistente rispetto a delle sedi che... Come vi dicevo prima, è un rapporto che si è consolidato nel tempo non solo per le emergenze, ma anche rispetto a un presidio del territorio costante che, in particolare nelle sedi distaccate, anche nelle zone più decentrate della nostra regione, ha una funzione straordinaria. Quindi, il nostro compito è anche rendere e trovare le modalità, con le risorse disponibili, ed è questo anche l’intento del nostro emendamento, certo, attraverso ‒ dicevo ‒ le risorse disponibili del capitolo dell’assessorato all’ambiente e alla Protezione civile, dell’agenzia. Voglio ricordare che l’assessore Priolo ha già iniziato a visitare alcune sedi distaccate, per trovare anche risorse ulteriori, con un dialogo anche a livello nazionale, per trovare delle soluzioni condivise rispetto alle priorità che verranno recensite.

Questo è un tema che, grazie al lavoro e alla disponibilità del proponente, ci ritroviamo e che vogliamo continuare a consolidare in quel rapporto che, come dicevo, è ormai molto prezioso e utile ed è un valore aggiunto per l’attività dei Vigili del fuoco e per la nostra Regione Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Assolutamente mi unisco anch’io ai ringraziamenti al consigliere Mastacchi per aver portato questo tema importante. Da ex sindaco mi sono trovato anch’io in una situazione per cui questa risoluzione può dare alcune soluzioni. Effettivamente, ci sono alcune Amministrazioni comunali che hanno comprato o hanno in gestione, nel caso di specie con cui ho avuto a che fare, hanno in locazione delle sedi di distaccamento, anche permanente, addirittura. Però ‒ vi porto questa esperienza ‒ è estremamente difficile l’interlocuzione con il Ministero dell’interno.

Credo che la Regione, l’assessorato alla Protezione civile e all’ambiente, in questo caso, che è stato quello scelto, può sicuramente avere un peso specifico più importante di un singolo Comune o una singola Unione per riuscire effettivamente a risolvere, perché è capitato che distaccamenti di volontari avessero tutti gli opportuni finanziamenti e invece i distaccamenti permanenti, quindi ritenuti necessari, nel caso di quello di cui vi parlavo di Vignola che opera anche sulla A1 tra Bologna e Modena sud, con un numero di interventi estremamente rilevante e significativo, perché purtroppo l’autostrada abbisogna di diversi interventi.

Credo quindi che (ne parlavo con il collega adesso), oltre ad aver avuto un’unità di intenti, data forse dall’esperienza diffusa su questo tema, sarà importante l’azione dell’Assessorato e un monitoraggio da parte dell’Assemblea affinché si possa, nell’ottica di un coordinamento, di una mappatura e di una programmazione, anche avere una Regione che aiuta le comunità locali, perché ci siamo accorti di quanto questo servizio sia importante e di quanto ne abbiamo bisogno. Anche nel caso dell’ultima alluvione di Nonantola e Castelfranco i primi ad arrivare sul posto sono stati proprio i Vigili del fuoco, poi interviene la Protezione civile, ma in prima battuta ci sono Vigili del fuoco per tanti interventi, quindi avere una regia regionale su questo tema credo che sia una buona politica.

Ringrazio quindi chi ha presentato, chi comunque ha cercato di migliorare e di portare il proprio contributo con degli emendamenti che mi sono sentito anch’io di andare dalla Presidenza a sottoscrivere, perché credo che possa realmente portare una miglioria su un tema, di cui ci rendiamo sempre più conto di quanto ci sia bisogno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Solo al volo, perché non sono riuscita a sottoscrivere la risoluzione per tempo, però mi associo ai ringraziamenti, perché effettivamente è un punto molto importante che è stato sollevato, quindi annuncio già il voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene. Non ho altri in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto? Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Per annunciare il voto naturalmente favorevole alla luce anche di una convergenza che ho registrato dagli interventi dei colleghi anche sull’emendamento. Avevo dimenticato che gli emendamenti erano due. Ci siamo concentrati più su quello di sostanza, che riguarda gli impegni del dispositivo. Ce n’è anche un altro che va a sopprimere, dopo “Atteso che”, il secondo punto, perché riteniamo che possa essere interpretata in modo contraddittorio la richiesta di mappatura rispetto alla considerazione così formulata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dichiarazione di voto congiunta, sia per la risoluzione che per gli emendamenti?

Collega Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Solo per annunciare il voto favorevole alla risoluzione. Ovviamente, abbiamo sottoscritto gli emendamenti in modo convinto. Credo che questo sia un tema – ringrazio anche il consigliere Mastacchi e la consigliera Marchetti insomma per la disponibilità dimostrata - che conosciamo a livello territoriale, ma che merita il massimo di trasversalità e il massimo di adesione possibile, proprio per provare a trovare soluzioni su temi molto concreti come quello sollevato. Da parte nostra c’è la convinta adesione al testo così come modificato dagli emendamenti. Credo che queste siano le modalità nelle quali possono trovare spazio convergenze positive in quest’aula. Non sempre accade. Veniamo da una discussione poco fa in cui questo non è avvenuto. Sarà forse che gli interlocutori hanno come sempre un peso. Con il collega Rainieri capita in un modo, con il collega Mastacchi capita in un altro, insomma.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Solo per annunciare il voto favorevole sia alla risoluzione del collega Mastacchi che agli emendamenti della collega Francesca Marchetti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Daffadà, prego.

 

DAFFADÀ: Avevo chiesto prima del…

 

PRESIDENTE (Petitti): Infatti non veniva, non compariva. Ci scusi, abbiamo un problema con…

 

DAFFADÀ: Posso dire due cose? Sempre in dibattito generale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Certo.

 

DAFFADÀ: Volevo anch’io sottoscrivere le parole già espresse. Vengo da un territorio periferico, di montagna, dove c’è una sede, un distaccamento volontario da quarant’anni. Quindi, conosciamo qual è il lavoro, qual è l’azione, qual è il presidio che il Corpo dei Vigili del fuoco, sia permanenti che volontari, fanno quotidianamente.

Sono nati anche momenti molto belli, di collaborazione e di gemellaggio, e momenti di difficoltà. Mi piace ricordare in questa sede il grande legame di amicizia tra il Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Borgotaro e quello di Bondeno. Abbiamo anche il consigliere regionale della Lega, ex sindaco di Bondeno, che lo può testimoniare.

Credo che far sentire la voce della Regione, con le difficoltà che si hanno... Il consigliere Pelloni ha parlato di affitti, di locazioni e anche di rapporti difficoltosi con i Ministeri. Credo che la Regione in questi anni abbia fatto tanto e debba continuare a farlo per mantenere, anzi aumentare, probabilmente, anche lo sviluppo di presìdi, che sono sempre più importanti. Le aree periferiche stiamo cercando di aiutarle, di ripopolarle, ma sono state in questi anni un po’ abbandonate. Il bosco spesso ha preso anche piede rispetto alle coltivazioni.

Credo che avere un radicamento del Corpo dei Vigili del fuoco sia importante. Credo che la Regione debba essere al loro fianco, non solo negli edifici che sono di proprietà degli enti pubblici, perché ci sono anche edifici privati convenzionati. Per cui, credo sia importante a tutti i livelli poter essere al loro fianco.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Daffadà.

Consigliere Facci, per dichiarazione di voto, prego.

 

FACCI: Presidente, anch’io, come il collega che mi ha preceduto, volevo intervenire in dibattito generale. Avevo alzato la mano prima che lei...

 

PRESIDENTE (Petitti): Non si vedeva. Prego.

 

FACCI: Intervengo per dichiarazione di voto, a meno che non la voglia fare il collega... Credo la faccia il collega Pelloni. Due parole intendo dirle, però, se mi consente. Anch’io trovo che questa risoluzione sia estremamente positiva e importante. Chiedo anche di sottoscriverla. Non sono in aula, però nel primo momento utile la sottoscriverò.

Volevo solo dire questo. Giustamente, il collega Mastacchi nella risoluzione ricorda e richiama la convenzione quadro come una convenzione importante, una convenzione triennale tra l’Agenzia regionale per la Sicurezza e Protezione civile e il Ministero dell’interno e il distaccamento regionale dei Vigili del fuoco.

Vorrei ricordare che questa convenzione è stata da noi e anche da me personalmente più volte richiamata, perché a nostro avviso è una convenzione importante che va certamente valorizzata, ma soprattutto va finanziata.

Abbiamo ancora dei mezzi a disposizione del personale dei Vigili del fuoco estremamente obsoleti, abbiamo mezzi datati, ho fatto diverse interrogazioni sul punto, si fa presente nella risoluzione che diversi distaccamenti sono realizzati in locali precari e inadeguati, ma vorrei ricordare di aver presentato un atto (non ricordo sotto quale forma, se fosse un’interrogazione o una risoluzione) in cui chiedevo che venissero destinate risorse in forza di quella convenzione, in questo caso per il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Imola, per la nuova struttura che era stata ampiamente sollecitata dai territori.

La risoluzione pone al centro un problema, ovviamente lo pone in chiave positiva, evidenziando la strategicità e l’importanza di queste figure professionali che sono importantissime per territori, per la protezione dei territori, per tutta la tematica dell’ambiente. Voglio ricordare in particolare, ma non esclusivamente, i territori montani, quelli più lontani dai grandi centri, e quindi l’importanza che hanno questi distaccamenti, l’importanza che hanno questi presìdi, l’importanza di garantire loro condizioni di sicurezza e condizioni di lavoro idonee.

È chiaro che, nel momento in cui questa risoluzione pone al centro questa tematica e vuole ricordare l’importanza di queste figure professionali, di questa realtà importante e la vuole sostenere soprattutto finanziariamente con dotazioni adeguate e idonee, certamente trova il nostro consenso e il nostro plauso, quindi la sottoscriviamo e la votiamo con favore, auspicando che veramente vi sia un impegno di spesa proporzionato, perché se noi riteniamo che questa attività sia un’attività non dico prioritaria, ma sicuramente tra quelle prioritarie sul nostro territorio regionale, deve essere adeguatamente supportata.

Su questo la risoluzione avanza un impegno molto preciso e ovviamente non ho motivo di pensare che l’impegno possa essere disatteso, ma dico che è un impegno che va obiettivamente molto considerato e attenzionato da parte dell’Amministrazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Non ho altri che vogliono intervenire.

A questo punto mettiamo in votazione prima gli emendamenti e poi la risoluzione.

Partiamo dall’emendamento 1, che, come ricordavo, è a firma della consigliera Francesca Marchetti e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 39

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2, sempre a firma della consigliera Francesca Marchetti e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 38

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione la risoluzione 2537, a firma del consigliere Mastacchi.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 39

 

È approvata.

 

Sono le ore 13,07. Dichiaro chiusa la seduta.

Ci vediamo alle ore 14,30. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 13,07

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI,  Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI e Raffaele DONINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2534

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché intervenga presso i vertici di Trenitalia per garantire il futuro industriale e occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle Officine di Manutenzione di Bologna e di Rimini. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico, Rossi, Zamboni, Piccinini

 

 

Titolo: Rinvio in Commissione

 

Presenti al voto:35

Favorevoli/Si:24

Astenuti:10

Non votanti: 1

Assenti:15

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 


Astenuti

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo


Non votanti

Petitti Emma

 


Assenti

Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Delmonte Gabriele; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Maletti Francesca; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Tarasconi Katia


OGGETTO 2540

Risoluzione per impegnare la Giunta a favorire l'acquisizione di competenze da Green Manager, promuovendo corsi di formazione per l'attuazione della transizione ecologica negli enti pubblici e nelle imprese private dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Titolo: 2540 - votazione risoluzione

 

Presenti al voto:36

Favorevoli/Si:22

Astenuti:11

Non votanti: 3

Assenti: 14

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bondavalli Stefania; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Bessi Gianni;

 

Astenuti


Barcaiuolo Michele; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Bulbi Massimo; Paruolo Giuseppe; Petitti Emma


 

Assenti


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Marchetti Francesca; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Rancan Matteo; Rossi Nadia; Sabattini Luca

 

Titolo: Inversione dell'ordine dei lavori (oggetto 2411)

 

Presenti al voto: 38

Favorevoli/Si: 34

Contrari/No: 2

Non votanti: 2

Assenti: 12

 

Favorevoli/Si

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella


Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Taruffi Igor


Non votanti

Petitti Emma; Zamboni Silvia;


Assenti


Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

OGGETTO 2411

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, anche all’interno della Conferenza Stato Regioni e Province Autonome, al fine di sostenere l'attività venatoria e la propria contrarietà all'abrogazione dell'art. 842 del Codice Civile. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Facci, Liverani, Pompignoli, Catellani, Delmonte, Montevecchi, Rancan, Bargi

 

Titolo: 2411 - votazione risoluzione

 

Presenti al voto: 39

Favorevoli/Si:33

Contrari/No: 4

Non votanti: 2

Assenti: 11

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia


Non votanti

Catellani Maura; Petitti Emma;


 

Assenti


Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

 

OGGETTO 2537

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a realizzare un monitoraggio e una contestuale mappatura dei distaccamenti del Corpo dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio e a proseguire nel sostegno economico a favore della manutenzione ordinaria e/o straordinaria delle sedi dei distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Marchetti Francesca, Taruffi, Pelloni, Facci

 

Titolo: 2537 - votazione emendamento 1

 

Presenti al voto: 40

Favorevoli/Si: 39

Non votanti: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

 

Titolo: 2537 - votazione emendamento 2

 

Presenti al voto: 40

Favorevoli/Si: 38

Non votanti: 2

Assenti: 10

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi  Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia

 

Non votanti

Petitti Emma; Zappaterra Marcella;


Assenti


Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Rancan Matteo

 

Titolo: 2537 - votazione risoluzione

 

Presenti al voto: 41

Favorevoli/Si:40

Non votanti:1

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella;

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2537

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a realizzare un monitoraggio e una contestuale mappatura dei distaccamenti del Corpo dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio e a proseguire nel sostegno economico a favore della manutenzione ordinaria e/o straordinaria delle sedi dei distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Marchetti Francesca, Taruffi, Pelloni, Facci

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Marchetti Francesca, Mastacchi, Taruffi, Pigoni, Pelloni

Nell’ “Atteso che” il secondo periodo è soppresso.

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Marchetti Francesca, Mastacchi, Taruffi, Pigoni, Pelloni

I primi due punti del dispositivo sono sostituiti dal seguente punto:

“A promuovere il monitoraggio e la mappatura delle sedi territoriali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari di proprietà degli Enti locali presenti sul territorio regionale per valutarne la situazione e, compatibilmente con le risorse disponibili e con le priorità di bilancio dell’Assessorato Protezione Civile, a formulare soluzioni condivise, anche sollecitando gli interventi a livello nazionale, in stretta collaborazione con la Direzione Regionale Vigili del Fuoco Emilia-Romagna e i Comuni territorialmente competenti.”

(Approvato)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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