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71.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 11 MAGGIO 2021

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 2930

Relazione per la Sessione Europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2021, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 3328

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2021. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARCAIUOLO (FdI)

MASTACCHI (RCPER)

CASTALDINI (FI)

TARUFFI (ERCEP)

LISEI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (Lega)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

SABATTINI (PD)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

PICCININI (M5S)

PIGONI (BP)

SONCINI (PD)

 

OGGETTO 2970

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Legge europea per il 2021".

(Relazione della commissione)

(Ordini del giorno oggettI 2970 /1/2/3/4/5 – Presentazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BESSI, relatore della commissione

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 3328

Emendamenti oggetto 3328

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,46

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 71 del giorno 11 maggio 2021.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Iotti e gli assessori Corsini e Donini.

Procediamo con l’appello nominale.

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CALIANDRO Stefano
  9. CASTALDINI Valentina
  10. CATELLANI Maura
  11. COSTA Andrea
  12. COSTI Palma
  13. DAFFADÀ Matteo
  14. DELMONTE Gabriele
  15. FABBRI Marco
  16. FACCI Michele
  17. FELICORI Mauro
  18. GIBERTONI Giulia
  19. LIVERANI Andrea
  20. MALETTI Francesca
  21. MARCHETTI Daniele
  22. MARCHETTI Francesca
  23. MASTACCHI Marco
  24. MONTALTI Lia
  25. MONTEVECCHI Matteo
  26. MORI Roberta
  27. MUMOLO Antonio
  28. OCCHI Emiliano
  29. PARUOLO Giuseppe
  30. PETITTI Emma
  31. PICCININI Silvia
  32. PIGONI Giulia
  33. PILLATI Marilena
  34. RAINIERI Fabio
  35. ROSSI Nadia
  36. SABATTINI Luca
  37. SONCINI Ottavia
  38. STRAGLIATI Valentina
  39. TAGLIAFERRI Giancarlo
  40. TARASCONI Katia
  41. TARUFFI Igor
  42. ZAMBONI Silvia
  43. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): Con 43 presenti riprendiamo i nostri lavori d’aula.

 

OGGETTO 2930

Relazione per la Sessione Europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2021, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

 

OGGETTO 3328

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2021. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo la seduta dagli interventi dei Gruppi sulla Sessione europea.

Abbiamo iscritti a parlare i consiglieri Barcaiuolo, Taruffi, Zappaterra.

La parola al consigliere Barcaiuolo.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Onestamente non avevo intenzione di intervenire nel corso di questo dibattito, ma confesso che sono stato stimolato da alcuni passaggi che oggettivamente mi hanno lasciato anche basito rispetto ad alcune ricostruzioni.

Chi vi parla rappresenta in quest’aula la forza politica sicuramente con la storia più europeista di chiunque altro, noi cantavamo Europa nazione, mentre tutte le altre forze politiche facevano a gara a fare cheerleader a questa o quell’altra superpotenza, che nel corso della guerra fredda usavano l’Europa come un succulento banchetto a cui potersi cibare.

È chiaro che questo tipo di Europa che abbiamo fortemente sognato non può essere sicuramente quella che è stata descritta oggi e non può essere quella che dai Trattati di Maastricht in poi, quindi dal 1992, passando ovviamente per Amsterdam, per Nizza e per Lisbona, è stata costruita.

Sogniamo con forza un’Europa confederale, che possa mettere insieme gli Stati membri sulle grandi questioni centrali del nostro tempo e che possa lasciare al contempo agli Stati membri una vera sussidiarietà, per organizzare tutto ciò che deve essere organizzato dal basso. Abbiamo invece un’Europa che fa esattamente il contrario, con un’unica eccezione, cui arriverò a breve, un’Europa che cerca di imporci il diametro delle vongole da pescare, che, notizia di ieri, impone o cerca di imporre la produzione di vino annacquato e possibilmente senz’alcol, che con il sistema del Nutri-Score cerca di smantellare la produzione tipica, in modo particolare italiana, ma non solo, cercando di raccontare, anche da un punto di vista del cibo e quindi delle produzioni agricole, cose eccellenti, cose meno, in male in base ad interessi non meglio specificati, un'Europa che invece sparisce completamente sulle grandi questioni politiche. Sparisce completamente sulla politica estera (la crisi libica del 2011 è l’esempio forse più dirompente da questo punto di vista, ma non è l’unico esempio in cui ci siamo vergognati dell’atteggiamento dell’Europa supina all’interesse di questo o di quest’altro Stato membro). Lo vediamo quotidianamente nei rapporti ad esempio con la Russia, dalle assolutamente inaccettabili sanzioni che tuttora permangono e, dall’altro lato, l’inchinarsi costantemente al sultano Erdogan e alla sua Turchia.

Perché ho fatto questi passaggi? Perché è chiaro che, se noi non abbiamo bene idea di cosa può e deve essere l’Europa, diventa difficile riuscire a comprendere, anche in questa fase ascendente che oggi trattiamo, quali devono essere, appunto, proprio perché di fase ascendente si tratta... Far capire che cosa deve arrivare a Strasburgo e a Bruxelles.

Sicuramente ‒ parlavo prima di un’eccezione ‒ il metodo sui vaccini era un metodo che poteva e doveva funzionare. Era il metodo giusto. Era: cerchiamo di acquistare in maniera assolutamente centrale i vaccini che ci servono per superare questa fase pandemica, proprio per evitare una concorrenza tra Stati rispetto a questo. Proprio su questo, proprio quando, forse per la prima volta negli ultimi 25-30 anni, l’Europa faceva quello che doveva fare, si è rappresentato il più grande fallimento dell’Unione europea; fallimento, da un lato, nell’incapacità miope di voler immaginare di poter incentivare anche con i finanziamenti la produzione di un vaccino europeo e nell’incapacità dei massimi vertici europei di stendere contratti che potessero garantire gli Stati membri. Non è un caso se oggi i Paesi occidentali fuori dall’Unione europea ‒ mi riferisco agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e a Israele ‒ ci bertucciano rispetto alla produzione dei vaccini e alle campagne vaccinali che sono riusciti a mettere in campo. Con tutto quello che ne conseguirà rispetto alla ripresa economica.

Ma c’è altro da dire. Oggi abbiamo, giustamente, parlato di PNRR; questo grande piano che farà risorgere anche l’Italia come Paese membro dell’Unione europea; questo grande piano che sono 250 miliardi... Apro una parentesi: da spendere nei prossimi cinque anni. Solo nell’ultimo anno abbiamo sforato di 158 miliardi, per dare il giusto peso alle cose. Non mi sembra che questi 158 miliardi abbiano messo l’Italia, oggi, nella condizione di ripartire. Invece, ovviamente, si celebrano in maniera incredibile questi 250 miliardi. 250 miliardi la cui grande parte vi ricordo che è debito caricato sulle spalle dei nostri figli. Per carità, in una situazione di questo tipo è giusto, è logico fare debito, ma una domanda resta ancora senza risposta: perché fare debito ‒ per carità, interessi sicuramente buoni rispetto a questi prestiti ‒ con delle condizionalità specifiche? Non è forse un caso che questo PNRR ha avuto prima la bollinatura verde, il via libera dall’Europa e solo successivamente è stato inviato ai parlamentari italiani, al Parlamento italiano che, vi ricordo, è l’unico luogo dove si esercita la sovranità richiamata nel primo articolo della nostra Costituzione.

A me questa cosa non convince; non convince perché c’erano altri metodi per poter arrivare almeno a una parte di questi fondi, ed è evidente che mi riferisco alle emissioni di titoli di Stato che, quandanche sono stati posti in essere negli ultimi anni, hanno sempre dato dei risultati sicuramente ben oltre le aspettative. E non mi convince il fatto che sia colui il quale ci presta i soldi che debba imporci di fatto come spenderli.

Tutti pensano che questo PNRR servirà a risolvere i problemi della sanità italiana e poi vediamo che sulla sanità italiana sono stanziati soltanto circa 15 miliardi, l’8 per cento del totale. Una sanità italiana che ha dimostrato di non essere un’efficienza di cui invece tutti noi ci siamo sempre vantati. Vede, consigliera Zamboni, ad oggi – purtroppo mi riferisco ai numeri ufficiali e mi rendo conto che potrebbero non essere veritieri – la percentuale di morti in Italia rispetto al numero di abitanti è superiore a India e Brasile; la percentuale dei contagiati morti per numero di abitanti in Italia è superiore a quelle di India e Brasile. Noi dobbiamo cercare di uscire da una narrazione in cui è stato fatto tutto il possibile, perché così non è stato in questi 15 mesi, e il timore è che non sarà così nei prossimi mesi, nei prossimi anni, anche quando verranno spesi i soldi del PNRR.

Sempre stando alla sanità, io ho un grosso timore, che in questa Regione già si è messo in moto, si è messo in moto in virtù, per carità, dei tagli alla sanità che sono stati fatti dal 2011 e 2012, nei Governi che si sono succeduti (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni), in cui la chiave di volta sembra essere quella della creazione delle Case della salute.

Attenzione, attenzione a non cercare di far passare quelle che potrebbero essere anche ottime attività ambulatoriali a degenze di qualità, perché è chiaro che stiamo parlando di cose diverse. La sanità italiana ha bisogno di una riformulazione credo globale, sia sulla medicina di base sia sulla medicina territoriale, che ha dimostrato lacune. Possiamo dircelo qua, francamente, in maniera assolutamente trasversale, anche i colori politici delle Regioni con cui vengono governate, perché se andiamo a vedere i dati con un pochino di calma, forse vedremo che anche qui, sì, c’è una piccola differenza in genere tra nord e sud, ma in tutte le Regioni italiane c’è bisogno di una riformulazione complessiva.

Queste cose, che oggettivamente mi preoccupano e mi spaventano, credo debbano essere lasciate quantomeno a verbale in una fase ascendente, quale quella che stiamo affrontando oggi.

Fratelli d’Italia rivendica il diritto a sognare ‒ questo non ce lo toglierà nessuno ‒ un’Europa diversa, libera, sovrana, solidale e rispettosa delle proprie tradizioni, che sono quelle greche e romane cristiane. Nessuno lo può mettere assolutamente in discussione. L’Europa dei mille campanili che si interfaccia e si contrappone all’Europa dei palazzi di vetro di Strasburgo e di Bruxelles. Ed è quell’Europa che ha come motto “uniti nella diversità”, che troppo spesso anche oggi viene costantemente dimenticato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

Il consigliere Taruffi si era iscritto già nella mattinata, però lascia la parola prima al consigliere Mastacchi.

A lei, consigliere Mastacchi. Prego.

 

MASTACCHI: Ringrazio il consigliere Taruffi per la precedenza.

Grazie, presidente.

Abbiamo davanti un periodo pieno di grandi sfide. La crisi derivante dall’emergenza Covid ci sta mettendo a dura prova e gli effetti che ha scatenato sull’economia non possono non influenzare il nostro futuro, le decisioni e, di conseguenza, anche l’approccio che dobbiamo avere con l’Europa.

Ci sono interi settori produttivi che sono stati messi in ginocchio, gli imprenditori, i dipendenti delle aziende in crisi. Le famiglie, di conseguenza, si trovano in una situazione della quale non possiamo non tenere conto nelle nostre future decisioni. L’Europa gestisce le forniture dei vaccini e sta manifestando difficoltà a rispettare le tempistiche, con il grave rischio di arrivare in ritardo all’appuntamento autunnale con la riapertura delle attività post vacanze, senza avere una sufficiente copertura.

La grande responsabilità che abbiamo come italiani e come amministratori dell’Emilia-Romagna è quella di prendere provvedimenti che consentano di non buttare l’estate 2021, programmando le attività finalizzate a una ripartenza in sicurezza, non come è avvenuto nell’estate 2020, che è stata sprecata per parlare di banchi a rotelle, monopattini, eccetera, rimandando a fine agosto le attività che avrebbero consentito una ripartenza di scuola, trasporti e, di conseguenza, di tutte le attività produttive in sicurezza.

Per fare questo è fondamentale passare dalla fase di programmazione alla fase di messa a terra ‒ come va di moda dire oggi ‒ delle attività, in particolare quelle legate ai fondi del PNRR appena presentato in Europa, piano che non ha al suo interno attività puntuali e concrete, ma solo progettazioni di massima. È fondamentale, appunto, passare rapidamente dalla fase di programmazione a quella attiva, declinando puntualmente le attività concrete da avviare, in particolare per: un potenziamento della sanità, riportandola sui territori, anche i più marginali, per poter essere più rapidi nelle risposte, evitando quando possibile le ospedalizzazioni. Questo sia sul fronte della battaglia al Covid – penso che ormai tutti abbiamo capito che il tempismo, ed in particolare le cure domiciliari precoci sono fondamentali per vincere la battaglia contro il Covid – ma anche per un’organizzazione sanitaria che torni sui territori e che ci resti anche ad emergenza finita.

Si parla molto del tema green. Personalmente sono molto d’accordo. Credo che sia anche importante parlarne non solo in chiave ideologica, ma anche recuperando sul fronte degli interventi della manutenzione sul territorio: dissesto idrogeologico, emergenze ambientali come alluvioni e altro, manutenzione della rete viaria, dei ponti, che ormai a causa della mancata manutenzione sono al collasso. Assieme alle infrastrutture digitali, quindi le vie informatiche, come fibra, internet veloce eccetera, faranno la differenza sulla velocità di ritorno alla normalità.

Molto importante anche la nuova pianificazione dei fondi, che saranno da pianificare appunto nei prossimi sette anni in agricoltura. Il PSR è uno strumento fondamentale per il sostegno ed è sicuramente fondamentale per un settore importantissimo per il nostro Paese, che ha sempre contraddistinto l’Italia nel mondo attraverso i tanti prodotti agroalimentari di eccellenza derivanti dalle nostre coltivazioni.

Per concludere, quindi, più pragmatismo e velocità nell’applicazione dei vari piani; più attenzione ai territori marginali e montani; più attenzione alla velocità, alla riconfigurazione del sistema sanitario, riportandolo sul territorio; più politiche green vere e meno ideologiche sul tema ambientale. Per alimentare le auto elettriche servono le fonti energetiche pulite, come per esempio l’idroelettrico, tanto osteggiato nella nostra regione. Se promuoviamo le auto elettriche e poi produciamo energia da fonti non rinnovabili il tutto risulta inutile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente, grazie colleghi consiglieri.

Ho ascoltato con particolare attenzione la relazione del presidente Bonaccini e poi ho avuto modo di ascoltare l’intervento di alcuni miei colleghi, alcuni che parlavano di Europa come matrigna e come incapace di immaginare e sollecitare politiche virtuose e importanti. Oggi, però, non si parla di politiche a debito. Si parla per l’Italia di 235 miliardi. Questo è un fatto oggettivo che ci racconta una storia, ci racconta qual è il tipo di politica che noi andremo a fare e quali sono le riforme che noi immaginiamo per un Paese come l’Italia.

Però non tratterò un tema nazionale, che non credo interessi molto questa Assemblea, giustamente. Credo che il focus vada fatto esattamente su quale è il ruolo della Regione Emilia-Romagna e come ci giocheremo una partita così fondamentale.

C’è una premessa importante. Raccontiamo fuori, ai giornali, alle telecamere, nelle varie interviste, che noi siamo i primi in assoluto nello spendere bene i soldi europei. Siamo i primi della classe. Faccio presente che noi siamo sicuramente i primi della classe e siamo in una classe di asini. Siamo i più bravi in una classe di asini, che sono tutte le Regioni del Paese, della Nazione italiana che non hanno e non sanno spendere ancora bene, purtroppo, i fondi europei. Siamo i primi, ma tantissimi soldi vengono restituiti all’Europa, soldi che potrebbero essere usati sul territorio per immaginare, per fare grandi politiche, grandi cose.

Quindi, proviamo ad alzare l’asticella. Proviamo a fare una programmazione che ci permetta di restituire sempre meno all’Europa. Ma è impossibile parlare di programmazione europea, così come l’abbiamo fatta, se la Giunta, il presidente Bonaccini non ci racconta qual è la strategia di utilizzo del Recovery Plan. Non si può pensare al programma del settennato senza affiancare quale sarà la visione di quei soldi europei così importanti. Tutte le volte che ho cercato, ho tentato di dirlo in Commissione, dove ci veniva spiegato per l’ennesima volta il percorso di un Patto sul lavoro, sicuramente interessante, ma che non tiene conto di quei fondi fondamentali, vuol dire sbagliare, vuol dire avere due binari paralleli che, in realtà, dovrebbero essere convergenti, perché ci dovrebbero raccontare qual è l’idea dell’Emilia-Romagna.

Bene. C’è un punto fondamentale. Mentre io, come Forza Italia, avevo il dubbio che ci fossero già stati tanti dialoghi con il Governo precedente e si tentava di avere un dialogo, per fortuna, con il Governo Draghi, in maniera sommessa, assolutamente, facevo presente il punto centrale: se si vuole costruire sul serio un piano, per poi ingaggiare il Governo affinché questo piano sia veramente un vestito su misura per l’Emilia-Romagna, c’è in assoluto un grande assente, anzi, tanti grandi assenti che si chiamano sindaci dell’Emilia-Romagna. Scusate, spiegatemi quale sindaco oggi conosce il progetto che è stato inviato a Roma; ma non del centrodestra, a me interessano i sindaci di sinistra che sanno che cosa andrà a dire il presidente Bonaccini a Roma. Chi conosce meglio le infrastrutture di tutto il territorio, qual è l’esigenza infrastrutturale del territorio dell’Emilia-Romagna? I sindaci. Chi conosce meglio la situazione degli edifici, di quello che bisogna andare a curare meglio, se non il sindaco? Nessuno, solo che questo lavoro costa fatica, questo lavoro costa impegno, questo lavoro – che si deve fare, che si può fare – costa la fatica anche di perdere il consenso e a volte si preferisce dare la propria idea sulla Regione Emilia-Romagna non passando da chi, di fatto, è stata la grande opportunità per essere eletto del presidente Bonaccini.

Questo lo penso. Io penso e ritengo che questo lavoro debba essere fatto e siamo già profondamente in ritardo. Ma se noi dobbiamo indicare al Recovery quali sono le opere fondamentali, queste opere devono essere già cantierabili, devono già essere tutte nel cassetto, altrimenti parliamo di niente. Parliamo di nulla, parliamo di un’idea e parliamo ancora, infatti, di che cosa vorremmo fare per le donne, qual è la nostra ipotesi su antidiscriminazione, cioè parliamo di cose su cui non c’è un progetto, su cui non c’è una base, su cui i soldi del Recovery Plan non potranno essere neanche utilizzati. È una presa in giro, è una presa in giro.

Allora, vi chiedo veramente, lo chiedo un’altra volta, perché per fortuna alcuni sindaci si sono mossi e hanno scritto un appello al presidente Bonaccini. Quell’appello io lo presenterò come interrogazione per provare a sollecitare esattamente questo tipo di percorso, che è l’unico percorso possibile per rendere concreti quei soldi, per fare in modo che quei soldi possano essere spesi bene. E mi spiace profondamente che i sindaci del centrosinistra perdano la grande occasione per rifare il volto delle loro città. Hanno perso la più grande occasione di interlocuzione con un presidente che è dalla loro parte. Allora, rispetto a questo – riprenderò il tema, ho portato un’interrogazione anche in Commissione – spero che ci sia la possibilità non di essere ogni tanto informati su quello che la Giunta andrà a dire a Roma per conto nostro, ma che sia un lavoro proficuo, ovvero come può essere un rapporto proficuo semplicemente coinvolgendo i territori che ci hanno votato, che hanno votato anche noi, non solamente voi, seduti lì.

È uno dei più grandi lavori che ci aspetta, sarà sicuramente la possibilità di dare una mano alle imprese, dare una mano a tutte le cose che abbiamo sempre purtroppo lasciato indietro. Non sprechiamo questa occasione e, per non sprecarla, bisogna semplicemente provare a parlare con chi giustamente è stato eletto e con chi oggi ha progetti nel cassetto, che forse hanno una visione ben più grande anche della Regione Emilia-Romagna.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni rispetto a una Sessione europea che cade in un momento cruciale della nostra storia recente, non solo perché attraversiamo da oltre un anno una condizione di crisi e di difficoltà che non ha precedenti nella storia recente delle nostre società, una crisi dovuta alla pandemia, che ha messo in evidenza, io credo, alcuni problemi strutturali, che erano però ben presenti già prima della pandemia.

Alcuni di questi elementi strutturali e di problemi strutturali secondo noi hanno a che fare con alcune parole chiave che sono state evocate anche nel dibattito di oggi e che, più in generale, hanno preso molto spazio nel dibattito pubblico e politico degli ultimi anni. Mi riferisco al binomio sicurezza e sovranità.

Per molti anni abbiamo visto le cronache politiche a tutti i livelli essere occupate nel dibattito dal tema della sicurezza, salvo poi a un certo punto verificare che il vero problema non arrivava su una barca dal mare, ma viaggiava attraverso le relazioni tra esseri umani ai quattro capi del mondo, perché il virus, quello che ci ha messo così tanto in difficoltà e che ha svelato il tema della sicurezza sociale, di cui ha bisogno la nostra società, ha tolto un velo sul dibattito, anche per certi aspetti un po’ stravagante, che abbiamo affrontato in tutti questi anni.

Sicurezza sociale, perché le fragilità che sono emerse in questi dodici mesi e che hanno messo, come dicevo, in evidenza tanti elementi di criticità delle nostre società, hanno a che fare esattamente con la sicurezza sociale. Con la rete che abbiamo scoperto nuovamente essere fondamentale, dopo tanti anni in cui il sistema sanitario pubblico è stato oggetto di tagli nei finanziamenti statali, abbiamo scoperto che è importante avere una rete di prossimità, una rete territoriale diffusa ospedaliera che sia in grado di essere il primo punto di riferimento per i cittadini.

Sicurezza sociale perché in tanti, e soprattutto in tante, hanno perso il posto di lavoro, hanno visto ridursi la propria capacità reddituale e hanno dovuto richiedere l’intervento dello Stato, che si è dovuto in questi mesi riorganizzare e ha visto riassegnare alle proprie funzioni un ruolo diverso, sia di intervento in campo economico sia di intervento dal punto di vista del sostegno del reddito, del sostegno economico e sociale a migliaia di persone che hanno perso il lavoro, hanno perso la propria attività, hanno visto ridursi ‒ come dicevo ‒ il potere d’acquisto.

Sicurezza sociale, quindi. Noi abbiamo declinato in tanti anni il dibattito sulla sicurezza, relegandolo esclusivamente a una pretesa discussione di ordine pubblico. In realtà ci siamo scoperti, di fronte alla minaccia, quella vera, sprovvisti o comunque in difficoltà. Le nostre società, le società europee, in questo caso, si sono viste sprovviste dei mezzi per tutelare i cittadini rispetto ‒ quello che dicevo ‒ al tema della sicurezza sociale, sanità pubblica, Welfare State, intervento pubblico e ruolo pubblico dello Stato nell’economia.

La pandemia ci ha aiutato da questo punto di vista. Drammaticamente, ovviamente. Il carico di morte, di disperazione, di sofferenza che ha portato è stato ed è una cosa drammatica. Però, a ben guardare, ci ha aiutato anche a ridefinire e a mettere in discussione alcuni dogmi, che qualcuno ha ventilato e ha voluto imporre nel dibattito come fossero indiscutibili. Invece no. Abbiamo scoperto, come dicevo, che il ruolo pubblico in economia è stato fondamentale. Abbiamo scoperto, come dicevo, che la sanità pubblica, attraverso le proprie articolazioni territoriali, è fondamentale. Abbiamo scoperto che, nel momento di crisi, il mercato non è in grado di autoregolamentarsi da solo e c’è bisogno dell’intervento dello Stato per sostenere le imprese, per sostenere il lavoro, le lavoratrici, i lavoratori, per dare la possibilità a tutti di avere una vita dignitosa, perché di questo spesso abbiamo parlato.

Dicevo, sicurezza e sovranità. L’altro tema di cui molti si sono riempiti la bocca e hanno riempito le agende politiche, le cronache politiche è sovranità. Abbiamo scoperto, in realtà, che di fronte alla minaccia e alla crisi vera non c’è la possibilità di chiudersi in un solo Paese e risolvere una crisi così drammatica, che ha ovviamente aspetti sanitari che sono diventati economici e che corrono il rischio di diventare sociali. Dicevo, quella sfida non si affronta chiudendosi in un solo Paese, pensando di poter rivendicare, diciamo così, un’autonomia da tutto e da tutti.

Infatti, chi ha sostenuto negli anni queste tesi negli ultimi dodici mesi quantomeno ha incominciato un po’ a slittare. Non aveva più la presa sulla società che pensava di poter avere, perché quelle parole d’ordine sono cadute in poche settimane nel dimenticatoio. Infatti, abbiamo scoperto che è necessario un approccio multilaterale, che è necessaria la collaborazione internazionale, che è necessario avere un coordinamento delle politiche europee, anche e soprattutto rispetto a crisi drammatiche come quelle che stiamo vivendo. Sappiamo oggi che non ci sarà fine a questa pandemia fino a quando non avremo garantito a tutti di poter avere accesso ai vaccini e di poter mettere in sicurezza tutte le popolazioni del mondo. Non c’è muro che tenga, non c’è confine che tenga: il virus ovviamente passa sopra a tutto e a tutti.

Ecco, allora, che se queste sono le coordinate intorno alle quali si sviluppa anche la discussione dei prossimi mesi rispetto alla definizione e all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in una cornice che è quella europea che – lo voglio ricordare – dal punto di vista economico ha messo in campo una bocca di fuoco che non ha paragoni con quello che è avvenuto dal dopoguerra in poi, ecco allora che, se queste sono e devono essere le linee fondamentali su cui investire, quindi sicurezza sociale, sanità, infrastrutture digitali e ovviamente il tema fondante e fondamentale che racchiude un po’ tutto il resto, il tema della transizione ecologica, della modalità attraverso la quale cambiare il modo di produzione e di distribuzione nelle nostre economie, ovviamente mettendo al centro l’abbattimento delle emissioni climalteranti, che non può essere predicato, ma deve essere praticato quotidianamente, a tutti i livelli istituzionali le nostre azioni devono essere improntate a questo modello, a questa che non è più una scelta, ma è una necessità che ci impone la realtà.

Prima chi mi ha preceduto lamentava il mancato coinvolgimento degli Enti locali nella definizione del PNRR e si chiedeva a quale titolo chi rappresenta oggi la Regione potesse partecipare a quel dibattito in assenza di un coinvolgimento delle Autonomie locali. A me viene da dire attenzione, guardate che la modalità attraverso la quale questo Governo sta agendo anche e soprattutto nella definizione del PNRR non è piovuta dal cielo, ma è figlia di un disegno politico che ha prodotto la fine di un Governo in favore della nascita di un altro, perché oggi ci possiamo dire con una certa tranquillità e chiarezza che il passaggio dal Governo Conte 2 al Governo Draghi non ha mutato le politiche in termini di scelte di contenimento della diffusione del virus, non ha mutato l’impostazione rispetto a un tema sanitario, ma sicuramente ha introdotto una modalità differente rispetto alle scelte economiche, intendendo per economiche quelle legate alla definizione del PNRR.

Io ricordo che alla fine dello scorso anno qualcuno in Parlamento e qualche senatore in particolar modo eletto non troppo distante da qua, giusto in Toscana, interveniva nell’aula del Senato accusando il Governo di un mancato coinvolgimento del Parlamento, accusando il Governo di aver istituito cabine di regia extraparlamentari nella gestione delle risorse, che si sarebbero dovute finalizzare nel PNRR, oltre che evocare altri strumenti, alcuni meccanismi economici di stabilità di cui poi si è persa traccia, e in particolar modo ricordo che il dibattito allora era questo, il coinvolgimento, le parti sociali, le Regioni, le Autonomie locali, il Parlamento.

Di tutto questo a un certo punto non si è più saputo nulla, non si è più sentito nulla e il Governo ha tracciato esattamente i propri desiderata, senza il coinvolgimento non solo degli Enti locali, ma anche per certi aspetti dei livelli regionali. Risorse che – voglio ricordarlo – sono quei circa 200 miliardi, che sono arrivati al termine di una lunga trattativa, che aveva visto proprio il Governo precedente protagonista anche a livello europeo.

Detto questo e concludo, l’ho voluto ricordare perché è giusto lamentare oggi l’assenza di un corretto coinvolgimento dei livelli istituzionali. Bisogna però ricordarsi perché siamo arrivati a questo punto e chi ha voluto che si arrivasse a questo punto.

Concludo. Se le cose che ho detto hanno a che fare con la realtà che viviamo, credo che abbiamo comunque di fronte a noi una straordinaria opportunità: quella di dare corso comunque nel miglior modo possibile, quota parte, ovviamente, all’attualizzazione di quelle risorse, che devono essere improntate ‒ così come, peraltro, ha definito la stessa Commissione europea ‒ all’ottenimento di quei traguardi, quegli obiettivi che potrebbero e potranno, e sono certo che da questo punto di vista riusciremo nell’obiettivo, ridisegnare il profilo di un’Europa che non sia solo quella, che pure abbiamo criticato, che ha tutelato alcuni interessi, che si è contraddistinta per il rigore e per l’austerity; potremmo finalmente ridisegnare il volto di un’Europa che ha al centro i popoli, come abbiamo sempre detto, ha al centro la sicurezza sociale, ha al centro la tutela della salute delle persone, ha al centro un’economia che finalmente deve poter essere improntata a criteri diversi da quelli che abbiamo conosciuto, perché di pianeti ce n’è uno solo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Come avete visto, Fratelli d’Italia ancora una volta svolge un ruolo forse un po’ critico all’interno di quest’aula, soprattutto su questi temi, nonostante, come ricordava bene il consigliere Barcaiuolo, la nostra storia, la nostra tradizione ci dica che siamo stati i primi a credere in un’Europa delle Nazioni. Ad ogni buon conto, vogliamo un po’ distinguerci in questa narrazione dell’Europa che viene spesso fatta e che è stata fatta anche nel corso del dibattito, questa narrazione fiabesca dell’Europa, dove tutto va bene ed è tutto bellissimo, che purtroppo ho sentito ripetere spesso nel corso della giornata odierna.

Vi dico francamente che se avessi avuto qualche dubbio, e qualche dubbio non mi è venuto, ma se anche avessi avuto qualche dubbio sul voto della risoluzione odierna, devo essere sincero, l’intervento che è stato fatto stamattina da Massimo Gaudina, dal capo delegazione della Commissione europea, me li ha veramente tolti tutti. Le parole che ha pronunciato, francamente, mi hanno a dir poco sconcertato. Mi hanno sconcertato perché le ritengo molto gravi. Stamattina è stato detto che le critiche che sono state fatte sul piano vaccinazioni sono state critiche esagerate, che in realtà il piano di vaccinazioni europee è stato un successo e che il tempo sta dando ragione all’Europa. Ora, noi possiamo dire veramente tutto, ho sentito dire di tutto e sto continuando a sentire dire di tutto dell’Europa. Ma arrivare a dire che il piano di vaccinazione europeo è stato un successo, ecco, credo che questa sia la barzelletta del secolo. Sentire dire da qualcuno che rappresenta la Commissione europea che il piano di vaccinazioni è stato un successo, ecco, credo davvero che sia qualcosa di imbarazzante. Difendere il piano di vaccinazione europeo e dire che è un successo, ecco, è qualcosa che fa scendere le braccia. I problemi che ci sono stati sul piano di vaccinazione europeo e sulle difficoltà di acquisire quei vaccini hanno causato migliaia e migliaia di morti. Siamo l’unico continente che non è stato in grado di produrre i vaccini. Siamo l’unico continente che non è stato in grado di chiedere alle case di distribuzione e di firmare dei contratti che ci garantissero di avere i vaccini in tempo.

Venire qua e presentarsi a quest’aula dicendo che il piano è un successo e che il tempo sta dando ragione all’Europa, credo che sia una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i morti che ci sono stati. Per me sono frasi imbarazzanti, sono frasi imbarazzanti dette da chi rappresenta l’Europa. Lo dico molto chiaramente, e questo dimostra quanto siano distanti i burocrati che rappresentano l’Europa dalla cittadinanza e dal corpo che dovrebbero rappresentare.

Perché è indiscutibile che ci siano stati dei ritardi nell’acquisizione dei vaccini. Dire quello che è stato detto vuol dire vivere da un’altra parte, vivere su un altro emisfero, vivere su un altro mondo. Ed è questa una delle ragioni per le quali, francamente, è difficile fidarsi di questa Europa e di come viene governata questa Europa. E mi dispiace. Ed è il motivo per il quale facciamo fatica a fidarci oggi di chi deve riempire di contenuti su temi che sono fondamentali per la vita dei cittadini, perché oggi abbiamo dei temi che dovranno essere riempiti di contenuti. Quando parliamo di Green Deal, quando parliamo di sostenibilità ambientale, sono temi, sono titoli sui quali c'è ampia condivisione.

Sul Patto per il clima e per il lavoro, come abbiamo avuto modo più volte di confrontarci anche con il presidente, certo che sugli obiettivi se condivisione, ma è la strada per raggiungere quegli obiettivi che farà la differenza, perché sarà su quel percorso che ci divideremo, perché su come raggiungere quegli obiettivi ci sono divergenze di vedute, e su come andrà riempito di contenuti il Green Deal, sul quale bisognerà raggiungere quegli obiettivi, c’è preoccupazione, perché bisognerà vedere se su quei contenuti prevarrà il furore ideologico di chi vuole a tutti costi introdurre tasse, balzelli, vincoli per le imprese, misure inutili, piste ciclabili nel deserto, monopattini o che ne so io, cose che noi non condividiamo, o magari chi vuol raggiungere quegli obiettivi attraverso incentivi e premialità per le aziende, per raggiungere una sostenibilità ambientale che sia compatibile con quella che si chiama Green Economy.

Oppure, come ricordato molto velocemente da alcuni colleghi, il motivo per il quale dobbiamo fidarci di un’Europa o di queste burocrazie che oggi rischiano di mettere in crisi il made in Italy con il Farm to Fork o il Nutri-Score, di un’Europa che sta avallando roba come il vino annacquato o la farina fatta di vermi o non so cosa, il latte con i piselli gialli o roba di questo tipo, che avvantaggerà le multinazionali e distruggerà la produzione made in Italy, perché questo è quello che sta accadendo introducendo Nutri- Score, perché è su questi temi che ci dovremo confrontare.

La risoluzione che stiamo approvando contiene certamente una parte di contenuti condivisibili, però ha anche tutta una serie di "invita", e mi sarebbe piaciuto che negli inviti che noi facciamo alla Giunta, nel rispetto delle competenze, ci fosse un monitoraggio molto più stringente rispetto a tutta una serie di tematiche che ci riguardano direttamente come Regione Emilia-Romagna, perché riguardano centinaia di imprese che sono nella nostra regione e sulle quali abbiamo bisogno di impegni, abbiamo bisogno che l’Europa si prenda degli impegni stringenti, perché riguarderanno il futuro di centinaia di aziende che sono nella nostra regione.

Perdonatemi, ma io non ho fiducia in chi oggi governa questa Europa. Lo dico anche con il massimo rispetto nei confronti del presidente, di cui ho sentito l’intervento stamattina. Glielo dico perché dobbiamo uscire un po’ dalla retorica che ha sempre il presidente, per carità, che noi siamo i più bravi, siamo i migliori, siamo quelli che spendono meglio i soldi, faremo big data, saremo la Regione big data, saremo la Regione Data Valley, Food Valley, siamo i migliori. Bene. Siamo sempre i migliori in tutto. Ho capito. Allora chiudiamo baracca e burattini e non facciamo più niente. Non lo so. Siamo i più bravi a prendere i soldi dell’Europa. Bene. Premesso che, come ha detto qualche collega, non è che stiamo viaggiando nella classe dei migliori. Paragoniamoci. Non è che i nostri competitor siano proprio dei Mandrake nel conquistare i fondi europei. Ammesso che siamo i migliori a prendere i soldi, confrontiamoci anche nello spenderli meglio, magari. Abbiamo anche ampi margini su come spendere i soldi. E su questo, secondo me, abbiamo ampi margini per fare dei passi avanti, visto che ne arriveranno anche tanti, e magari anche per confrontarci con le comunità su come spendere questi soldi, visto che ne arriveranno tanti. Mi pare di capire che le comunità, spesso tanti Sindaci, ancora non sappiano neanche come li spenderemo, perché non c’è stata nessuna condivisione ancora con le comunità su come spendere questi denari che arriveranno. Nemmeno lo sanno che cosa abbiamo inserito all’interno dei piani. Facciamo fatica a malapena a saperlo noi cosa c’è in quei piani.

Credo ci sia ancora molto lavoro da fare e ci sia poco da sedersi sulla retorica del “siamo i migliori”. Anche perché quella retorica del “siamo i migliori” alla gente che nell’ultimo mese è scesa in piazza ed è venuta qua sotto a manifestare in continuazione non interessa nulla. Non interessa nulla. C’è gente che sta chiedendo, c’è gente che non ha ancora uno stipendio a fine mese. Quindi, questa retorica non fa neanche parte dell’emiliano-romagnolo. Rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a cercare di migliorare. Questa è la retorica. Questo è quello che fa parte della nostra Regione. Lavoriamo, rimbocchiamoci le maniche, non sediamoci perché tanto siamo i migliori. Ecco, mi sarei aspettato un discorso più in questa direzione che è più nelle corde, credo, del cittadino emiliano-romagnolo, perché c’è ancora, credo, molto da fare sul come spenderli.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola il consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Intervengo prima della dichiarazione di voto perché voglio utilizzare il tempo per fare qualche considerazione. Si è parlato tanto di Europa in questa seduta, giustamente. La nostra idea di Europa è un’Europa che non sia una calotta sopra le nostre teste, ma sia un’Europa al servizio della nostra Regione, sia un’Europa vicina alla nostra Regione. Non possiamo permetterci di assistere a politiche europee, come abbiamo purtroppo assistito in passato, che hanno vessato categorie economiche, categorie sociali, che hanno vessato tante parti della nostra regione, però ad oggi, se ragionassimo ancora per un’Europa e con un’Europa di questo tipo, saremmo assolutamente anacronistici e saremmo sicuramente fuori da un dibattito locale, regionale, nazionale ed europeo che non ci vedrebbe protagonisti. Ciò che serve alla nostra Regione è che ci sia un’Europa capace di valorizzare anche quelle piccole peculiarità territoriali e quelle piccole esigenze e specificità anche produttive della nostra Regione, che devono essere valorizzate il più possibile per dire “questa può essere un’Europa valida”.

Anche da parte della Giunta abbiamo sentito come dall’europeismo convinto si è passati poi a criticità. Tante parti sono state mescolate negli scorsi anni; sicuramente quello che serve ora è stare in un’Europa per cambiarla, per incidere, ma stare in un’Europa che possa essere realmente al servizio della nostra Regione. Se l’Europa non è al servizio del nostro territorio, non è l’Europa che ci piace. Al di là dei massimi sistemi, presidente, di cui abbiamo sentito parlare troppo forse in quest’aula oggi (troppi massimi sistemi), noi come Lega abbiamo cercato – ringrazio il Gruppo della Lega e ringrazio anche il consigliere Sabattini per la pazienza che ha avuto durante questo dibattito – di entrare nel merito delle questioni. Possiamo parlare dei massimi sistemi, di come vorremmo l’Europa, di com’era l’Europa, di come sarà l’Europa, ma quello che poi interessa ai nostri cittadini, alla nostra gente è quello che noi facciamo qui realmente per far ripartire la nostra regione.

Il dibattito europeo che stiamo facendo oggi, sulla Sessione europea, è un dibattito nel merito. A noi non interessano ideologie, non interessa nulla che possa sembrare aleatorio, filosofico. Dobbiamo intervenire nel merito di ciò di cui stiamo parlando. Abbiamo parlato di PNRR e Next Generation. Questi possono rappresentare una svolta per la nostra Regione. Però, soprattutto considerando il fatto che questo Piano nazionale ha tante sollecitazioni al suo interno che vengono dalla Lega, come per esempio imprese, infrastrutture e tanto altro, e questo è lo stimolo che lancio alla Giunta, sicuramente a noi dei progetti che la Giunta ha intenzione di spendere con Next Generation o con il Recovery, chiamatelo come volete, con le varie sfaccettature, con questi 235 miliardi annui, a noi non è stata data contezza puntuale. A noi non risulta esserci nemmeno una delibera di Giunta che gestisca e chiarisca quali sono le priorità di questa Amministrazione regionale sui fondi da spendere sul territorio in infrastrutture o altro. Fondi che oltretutto dovranno poi essere vagliati e seguiti anche dalle Amministrazioni locali, oltre che dall’Ente regionale. Noi non abbiamo idea di quali siano i progetti prioritari per questa Giunta.

Io feci un question time il 19 gennaio, al quale non mi si diede risposta, neanche una risposta fumosa. Ad oggi siamo nella stessa situazione.

Comunque, tornando a quello che è il dibattito odierno, abbiamo presentato, presidente, e sono orgoglioso e ringrazio tutti i consiglieri anche della Lega che hanno lavorato puntualmente sulla cosa, abbiamo presentato ‒ dicevo ‒ 25 emendamenti nel merito, dei quali mi sembra che la maggior parte, circa 17, verranno approvati, e questo sarà anche un piccolo riconoscimento nei nostri confronti, della maggioranza, ma anche nei nostri confronti, che sicuramente stiamo facendo un ragionamento nel merito, al di là delle ideologie politiche. Qui dentro penso ci sia un segnale importante: se si ragiona sul merito sicuramente si può andare in una direzione concreta.

Ringraziando anche chi ha lavorato, noi abbiamo fatto emendamenti sulla ripresa economica. Abbiamo fatto emendamenti che possono andare a colpire il settore del terziario per far sì che sia un settore da considerare nei sostegni. Abbiamo fatto emendamenti per una maggiore flessibilità sul rientro dai debiti, per quanto riguarda gli investimenti, vista l’emergenza Covid. Abbiamo fatto degli emendamenti che vanno nella direzione del fotovoltaico, in caso esaurite e ripristinate, abbiamo studiato e abbiamo lavorato, e questo sicuramente è qualcosa che cerchiamo di portare a casa per gli emiliano-romagnoli.

Come sull’ambiente abbiamo delle priorità, le abbiamo anche sull’agricoltura, perché abbiamo presentato un ordine del giorno per quanto riguarda la tutela del nostro vino locale, viste anche le ultime trovate dell’Europa sul vino annacquato e altro, sulla sburocratizzazione e il velocizzare tutti i procedimenti e i processi che possono essere utili ai nostri comparti produttivi, ma anche al nostro comparto sociale per la ripresa della nostra Regione.

Abbiamo fatto emendamenti sulle donne che hanno bisogno di essere sostenute in questa parte, visto anche purtroppo il grande problema di perdita di lavoro che c’è stato in questa emergenza Covid. Abbiamo fatto emendamenti sulle discriminazioni, abbiamo fatto emendamenti sugli aiuti alle imprese. Soprattutto pensiamo e speriamo che questa Giunta voglia andare nella direzione di valorizzare la medicina territoriale, anche quei fondi che arriveranno dall’Europa, perché di parole sulla medicina territoriale ne abbiamo sentite tante, però oggi non mi sembra che l’assetto sia cambiato, oggi mi sembra che l’assetto sia identico alle situazioni pre-Covid.

Abbiamo imparato durante l’emergenza Covid che certi ospedali chiusi da questa Giunta, certi posti letto tagliati da questa Giunta nella passata legislatura sono serviti, però per ora non mi risulta che ci sia stato un investimento territoriali in modo importante, ad oggi non vediamo ancora nulla.

Noi pensiamo quindi che ci possa essere una Europa che realmente risponde alle esigenze del nostro territorio, ecco perché abbiamo cercato di presentare emendamenti in questa direzione, ecco perché, quando parliamo di Patto per il lavoro che ho sentito citare dal presidente Bonaccini come il grande fiore all’occhiello di questa Giunta però quel Patto del lavoro deve lavorare, considerando tutte le categorie economiche, ma deve dare anche un feedback. Noi speriamo che si possa arrivare il prima possibile ad avere un feedback da questo Patto per il lavoro.

Sulle vaccinazioni mi permetto di fare un piccolo inciso, ringraziando anche il cambio di passo che c’è stata da questo Governo e dal generale Figliuolo, che ha raggiunto le 500.000 vaccinazioni giornaliere. Sulle imprese, visto che il presidente Bonaccini questa mattina ha citato che si partirà con le vaccinazioni in azienda, cambiamo intanto il termine vaccinazioni in azienda, perché sicuramente non saranno vaccinazione in azienda, magari parliamo di vaccinazioni per le aziende. Sappiamo che qui, in Regione Emilia-Romagna, dalle informazioni che abbiamo questi hub, che saranno circa 20 o 30, saranno pagati dalle aziende stesse. In questi hub, che, ripeto, non saranno in azienda, ma saranno delle aziende, perché poi saranno delle aziende, saranno poi le imprese a investire. Peccato che, a differenza di altre Regioni, la nostra non ha ancora emanato linee guida, protocolli. Non c’è nulla. Le aziende sono nel panico, perché non sanno come poter gestire la cosa, al di là degli annunci della Giunta e del presidente Bonaccini su questo tema.

Ecco perché abbiamo presentato anche un’interrogazione immediata. Non è possibile continuare a sparare a zero sulle vaccinazioni in azienda, ma alla fine di concreto, permettetemi, non c’è ancora il protocollo per poterlo attuare, a differenza di altre Regioni che sono più avanti di noi.

Bene, presidente, concludo dicendo che la nostra Regione in questa fase ha bisogno dell’Europa, anche relativamente ai fondi europei che arriveranno tramite il Governo. L’Europa, però, ha bisogno anche della nostra Regione. Quindi chiedo alla Giunta di avere sempre un atteggiamento puntuale, di avere sempre un atteggiamento non asservito all’Europa, ma un atteggiamento che sia concretamente in aiuto ai nostri cittadini emiliano-romagnoli, che non deve essere di sudditanza all’Unione europea, ma deve essere di confronto alla pari per il bene della nostra Regione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo ora la parola alla vicepresidente della Regione, con delega alle relazioni internazionali e ai rapporti con l’Unione europea, Elly Schlein. Prego.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Ringrazio davvero tutta l’Assemblea e tutte le Commissioni che abbiamo attraversato, in cui abbiamo accompagnato il percorso importante di questa Sessione europea 2021. Ringrazio anche i nostri ospiti di oggi, Massimo Gaudina, chiaramente il presidente Pompignoli, per avere contribuito anche lui a questo percorso, e la consigliera Montalti, che pure ci ha dato una mano a istruire questo percorso, Commissione per Commissione, e i servizi. Fatemeli ringraziare. L’ha fatto la stessa Montalti stamattina. Dal dottor Ricciardelli alla dottoressa Lucertini e Cirielli, che hanno contribuito, insieme a noi, ad illustrare quello che era nel rapporto conoscitivo che la Giunta ha preparato e poi, naturalmente, a provvedere insieme a voi a costruire questa risoluzione, questo rapporto importante che voterete oggi e che vorrà indirizzare anche il lavoro della Giunta in questa direzione.

Sulla vocazione europea in questa Regione e di questa Regione ha già detto parole importanti, su cui non torno, questa mattina il presidente Bonaccini. Noi siamo una Regione che ha un alto tasso di partecipazione sia nella cosiddetta fase ascendente, cioè quella che contribuisce alla creazione del diritto europeo, sia in fase discendente, e ne è questa la dimostrazione.

A seguito di questa discussione sulla Sessione europea, affronteremo la legge europea, cioè siamo anche una Regione attenta ad adattare il proprio ordinamento regionale alle novità più significative dell’ordinamento comunitario. Questo è un dato che rivendichiamo.

Questa pandemia, che ha sconvolto il mondo, ha sconvolto l’Europa e i suoi Paesi, ha fatto emergere molte contraddizioni e amplificato anche le diseguaglianze preesistenti, ma ha affiancato anche dei nuovi bisogni. Di questi dobbiamo occuparci e rispondere insieme. La pandemia, più di ogni altra cosa, ci ha insegnato che il benessere degli altri è anche il nostro, che quei confini sono molto labili, e naturalmente ci ha insegnato che per questo serve maggiore integrazione europea, per mettere in comune risorse e strumenti su alcune sfide su cui, ahimè, gli Stati nazionali non sono più una dimensione sufficiente per dare risposte concrete e restituire davvero la sovranità a chi appartiene, cioè al popolo, ai cittadini.

Farlo ad un livello che è l’unico adeguato per rispondere insieme alla sfida dei cambiamenti climatici e dell’emergenza climatica in corso, a quella della politica estera e di sicurezza comune, a quella di questa maledetta pandemia, dell’impatto drammatico sanitario, sociale, economico che sta avendo nelle nostre comunità, quindi più integrazione e più cooperazione europea e internazionale.

Una Sessione europea questa, che cade in un momento in cui siamo ancora alle prese con questa crisi, ma bisogna dire che l’Unione europea ha risposto, ha battuto un colpo, un colpo forte, si è registrato finalmente il segno di una svolta durante l’anno scorso. Fatemi citare uno degli estensori della Dichiarazione di Schuman, Jean Monnet, che molto tempo fa disse che l’Europa si sarebbe forgiata nelle sue crisi e sarebbe stata la somma delle risposte messe in campo a quelle crisi. Ci aveva visto lungo, perché è quello che stiamo vedendo a partire da questa drammatica pandemia, che è riuscita anche a sradicare alcuni dogmi che avevano soffocato per anni il dibattito, impedendo avanzamenti fondamentali per il processo di integrazione europea.

Mi riferisco al fatto che si è sospeso, con l’attivazione della General Escape Clause, il Patto di stabilità e crescita, per mettere in condizione i Paesi di reagire come dovevano all’esplosione della pandemia, si è rivisto il Fondo della solidarietà europea, cambiandone i meccanismi come il Parlamento già chiedeva da tempo, ma finalmente si è fatto. Si è messo in campo il primo strumento per gli ammortizzatori sociali e il sostegno al lavoro da parte europea, uno strumento SUR da 100 miliardi, di cui una buona parte sono confluiti nel nostro Paese, e che ha fatto bene il premier Draghi qualche giorno fa, nel vertice di Porto, a chiedere che sia reso strutturale e che rimanga come strumento anche dopo, per dare corpo a uno di quei pilastri del pilastro europeo dei diritti sociali, dare concretezza a quel pilastro.

È anche l’anno in cui si è fatto finalmente ‒ ne avete parlato molto nei vostri interventi ‒ un grande piano di investimenti per una ricostruzione su basi diverse, il famoso Next Generation EU, che ha voluto anche rafforzare complessivamente la dotazione del quadro finanziario pluriennale europeo. Complessivamente ‒ lo ricordava il presidente, ma anche Gaudina stamattina ‒ un piano di 1.800 miliardi di euro. Una cosa mai vista da questo punto di vista. Però, attenzione: non sono soldi che cadranno a pioggia. Ha avuto coraggio ‒ bisogna riconoscerlo alla Commissione europea ‒ a indirizzare queste risorse alle giuste condizionalità. Non era scontato, in un momento di difficoltà, provare a tracciare una strada nuova, quella che coniuga la transizione ecologica, ormai irrimandabile per le nostre società, con la trasformazione digitale e con l’inclusione sociale, quindi il contrasto alle diseguaglianze.

Su questi assi dovremo dimostrare, come Paese e come Regione, e siamo pronti a dimostrarlo, che siamo in grado di investire queste risorse in modo nuovo. Perché la Commissione non le pagherà a scontrino, dobbiamo esserne ben consapevoli; le pagherà al raggiungimento delle performance, e questo impone a noi di dotarci di una rivoluzione del modo in cui spendiamo e in cui riusciamo a monitorare anche gli impatti sociali, economici e occupazionali di genere e ambientali dei progetti e degli investimenti che con quelle risorse vorremo fare. Quindi, una grande opportunità, è vero, è stato detto stamattina da molti dei vostri interventi. Sta a noi, però, rendere concreti benefici per le nostre comunità e i nostri territori. E lo faremo, con tutto il sistema regionale, come siamo abituati a fare.

Ci siamo tenuti insieme anche in quest’anno così difficile, con le categorie, con i sindacati, con le Istituzioni, con gli Enti locali, chiaramente, e continueremo a farlo. Anzi, fatemi specificare questo: i fondi del PNRR sono fondi importanti. Noi abbiamo la necessità di garantirne un’attuazione coordinata e integrata tra i fondi del Next Generation, in particolare del Recovery and Resilience Facility, con quelli della programmazione europea 2021-2027, su cui stiamo già imbastendo chiaramente il nostro lavoro, con anche quelli del REACT-EU e con tutte le altre opportunità di finanziamento che avremo a disposizione, anche tramite i fondi diretti. Non dimentichiamolo. La nostra Regione non solo, come avete ricordato e sottolineato, è una di quelle che ha impegnato maggiormente i fondi della programmazione 2014-2020, praticamente impegnandoli tutti, nel 97-98 per cento, ma anche sui fondi diretti, quelli a cui partecipano e si candidano direttamente le imprese, gli enti di ricerca, le realtà associative del nostro territorio. C’è stata un’altissima partecipazione che ha permesso di attrarre altre risorse in Emilia-Romagna. Ricordiamolo. Ad esempio, quelle del programma Horizon EU, che è il più grande programma di ricerca del mondo.

Su alcuni punti specifici che avete sollevato permettetemi di dare anche una risposta. La Regione è stata impegnata sia nel negoziato dell’accordo di partenariato per il riparto delle risorse FESR FSE Plus tra le Regioni nell’ambito della Conferenza delle Regioni, sia negli incontri con il Governo per il PNRR e per accogliere appieno questa opportunità.

Siamo stata la Regione che, da tempo e dall’inizio di questa vicenda, ha chiesto con molta forza, tramite il presidente Bonaccini e gli interventi che ha fatto a più riprese anche nei mesi scorsi, che ci fosse un pieno coinvolgimento dei territori, delle Regioni e dei Comuni sia nella fase di programmazione che nella fase di attuazione del PNRR. Non possiamo dire che questo confronto ci sia stato né con il Governo precedente, né con questo Governo.

Chiaramente continueremo a insistere in tutte le sedi opportune, ciò non ci ha impedito di iniziare una fase preliminare di riflessione raccolta interna di quelle che potrebbero essere le linee progettuali più importanti per la nostra Regione, secondo i crismi che ha dato l’Unione europea a quel piano, naturalmente bisognerà lavorare e continuare a fare anche con la Conferenza delle Regioni, insieme a cui abbiamo puntualizzato alcuni aspetti e consegnato al Governo nelle brevi sedi di confronto che fino qui ci sono state.

Chiaramente non finisce qua, continueremo naturalmente a lavorarci, ma vorrei sottolineare che, per tenere insieme le esigenze dei territori, noi abbiamo fatto un lavoro che anticipa quello che sarà da fare quando arrivano le risorse, perché abbiamo costruito un Patto per il lavoro e per il clima che fissa gli obiettivi strategici già condivisi con tutto il sistema territoriale e che a quegli obiettivi e non ad altri decide di destinare esattamente quello che arriverà tramite queste programmazioni di fondi.

Abbiamo fatto quindi una scelta che anticipa da questo punto di vista, perché quegli obiettivi strategici non li abbiamo calati dall’alto, li abbiamo già scritti insieme a tutto il sistema territoriale delle categorie, dei sindacati, delle università, naturalmente anche del terzo settore e delle sue rappresentanze e di alcune associazioni che lottano contro i cambiamenti climatici, quindi abbiamo fatto questo lavoro d’anticipo che ci aiuta a indirizzare per bene queste risorse.

Alcune altre sottolineature prima di chiudere. Devo dire che, dal punto di vista della nuova contingenza geopolitica, possiamo essere fiduciosi che si facciano passi avanti per una vera transizione ecologica, avremo le risorse a disposizione, è interessante la disponibilità della nuova Amministrazione americana, ma anche il dialogo che sarà necessario con altri Paesi molto produttori di emissioni, come la Cina.

Il Green Deal sarà uno sforzo trasversale per riorientare tutte le politiche pubbliche agli obiettivi di decarbonizzazione e anche al nuovo obiettivo, che saluto con grande favore, della riduzione delle emissioni al 55 per cento almeno entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, uno sforzo in linea con gli obiettivi che ci siamo dati e che dovremo mettere giù, a terra, settore per settore, con strategie attuative naturalmente obiettivi intermedi.

La trasformazione digitale è tale se ci aiuterà a conoscere meglio i bisogni dei nostri territori, delle nostre comunità, quindi che sia un processo, anch’esso, inclusivo, redistributivo. Su questo fatemi dire che si sta dialogando. A Bruxelles c’è un trilogo in corso, un negoziato su una misura di trasparenza fiscale necessaria a chiudere la parentesi dei paradisi fiscali senza palme, che purtroppo abbiamo anche in Europa. Si tratta della cosiddetta “Direttiva CBCR”, Country By Country Reporting pubblico. Mi auguro che il Parlamento e il Consiglio approvino quanto prima questo strumento, chiedendo a tutte le multinazionali di coniugare con trasparenza, declinare i propri bilanci e dirci quante tasse pagano, quanti profitti fanno, quanti enti hanno e quanti dipendenti hanno in ogni Paese in cui operano dentro e fuori l’Europa, e che questa trasparenza non ha mai fatto chiudere nessuna banca, quindi con costi molto ridotti, ma riesce efficacemente a far saltare molti schemi elusivi che, purtroppo, ci costano moltissimo e rubano risorse fondamentali per il nostro futuro.

Chiudo, presidente, con alcune cose che avete sollevato prima. Sul tema della parità di genere non torno. Sarà oggetto anche della trattazione che faremo nel prossimo oggetto. È chiaro che anche qui l’Unione ci insegna, nell’articolo 208 del Trattato, che serve un approccio gender mainstreaming, il che vuol dire adottare una dimensione, uno sguardo di genere a trecentosessanta gradi, in tutte le politiche, e non come un compartimento stagno. Il coraggio che ha avuto la Commissione europea per individuare le giuste condizionalità sui fondi del Next Generation EU vorrei vederlo e vorremmo vederlo anche nel seguire, ad esempio, la scelta dell’Amministrazione americana nel rivedere gli accordi TRIPs e sospendere i brevetti sui vaccini, non perché questa mossa sia di per sé sufficiente; perché, chiaramente, poi bisogna scambiare anche le conoscenze e le tecnologie. Però è una strada di revisione sicuramente importante da seguire.

Lo stesso coraggio, e qui chiudo davvero, lo vorremmo vedere, io lo vorrei vedere anche sulle politiche d’asilo europee, perché, ahimè, non sono all’altezza di quel principio di solidarietà europea e del principio di equa condivisione delle responsabilità che stanno già scritti sui trattati. Non bisogna inventarli. Mi auguro che porti questa stagione anche a riformare davvero il Regolamento di Dublino e non con pannicelli caldi, come quelli attualmente proposti nel Patto dell’immigrazione europea, che parla ancora di solidarietà volontaria, che come sappiamo, purtroppo, non è mai stata efficace a salvare davvero le vite in mare, come è drammaticamente successo anche negli ultimi giorni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È così finita la fase della discussione generale.

Ricordo che sull’oggetto 3328 insistono otto proposte di emendamento: una a firma dei consiglieri Bargi, Sabattini, Pigoni e Pompignoli; due a firma della consigliera Piccinini; uno a firma delle consigliere Stragliati e Catellani; due a firma dei consiglieri Montevecchi e Catellani; uno a firma dei consiglieri Rancan e Catellani; uno a firma del consigliere Sabattini.

Passiamo, quindi, al dibattito generale sugli emendamenti, di dieci minuti.

Ci sono richieste? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente rispetto ai due emendamenti che ho presentato, di cui avevamo già discusso anche in Commissione.

Il primo interviene rispetto a un emendamento che poi è stato approvato in Commissione, che fu presentato dalla Lega, il testo è rimasto purtroppo così e riguarda la mobilità elettrica, in cui si dice che le fasce di popolazione meno abbienti possono partecipare alla transizione ecologica attraverso gli incentivi per la trasformazione delle auto a benzina e diesel tramite l’operazione chiamata retrofit, quindi la modifica dell’auto a motore endotermico con un passaggio a metano o GPL.

Io ho già avuto modo di dire che questa impostazione, dal mio punto di vista, è un'impostazione classista e discriminatoria. La transizione ecologica deve essere accessibile a tutti, a maggior ragione alle fasce più deboli della nostra popolazione, perché se non includiamo tutti all’interno della transizione ecologica, certi problemi si ripresenteranno sotto altre forme.

Il mio emendamento, avendo interloquito anche con il collega Sabattini, ha visto una riformulazione, che tiene insieme anche quella che è una nostra richiesta, cioè, anziché pensare al retrofit per arrivare ad auto a metano o GPL, se dobbiamo finanziare queste modalità, finanziamole per il passaggio all’elettrico. Sono ancora convinta che le risorse pubbliche debbano essere spese lì, quello debba essere il nostro obiettivo.

L’emendamento del collega tiene insieme l’emendamento iniziale della Lega, quindi metano, GPL, elettrico. Di questo abbiamo già parlato, io sono soddisfatta da una parte, perché sono state recepite le nostre richieste, inserendo anche il passaggio per i mezzi pesanti, quindi gli N2 e gli N3, però non ci convince sovvenzionare il passaggio a metano o a GPL, quindi sull’emendamento riformulato ci asterremo.

Per quanto riguarda invece l’emendamento che riguarda la strategia Farm to Fork, su cui sono intervenuta in Commissione, credo che questa sia una strategia (se ne parlava anche in discussione generale) che va perseguita senza “se” e senza “ma”.

Nella relazione si dice, in sostanza, che questa strategia persegue obiettivi troppo ambiziosi. Io credo, invece, che noi come Regione non dobbiamo tirarci indietro. Gli obiettivi sono sicuramente sfidanti, questo nessuno lo mette in dubbio, però dobbiamo affrontare questa sfida con coraggio. Ne elenco solo alcuni: la riduzione del 50 per cento dei pesticidi chimici che inquinano aria, acqua e suolo; arrivare al 25 per cento dei terreni agricoli destinati a biologico o alla riduzione del 50 per cento della vendita di antimicrobici, gli antibiotici per gli animali da allevamento, che causano 33.000 morti all’anno; il ripristino della biodiversità in almeno il 10 per cento della superficie agricola.

Questi, secondo noi, sono obiettivi imprescindibili, anche alla portata della nostra Regione. Come già dicevo, su queste sfide noi non dovremmo tirarci indietro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in dibattito generale sugli emendamenti? Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Utilizzo questa possibilità anche per richiamare e dare conto del lavoro che anche in Commissione abbiamo fatto su tanti aspetti della relazione, della risoluzione che stiamo andando a discutere oggi. I tanti contributi arrivati anche dall’opposizione hanno, secondo me, migliorato in alcuni aspetti certamente il testo. Proprio su questo, durante la discussione in Commissione, avevamo rimandato un emendamento che poi, insieme al collega Bargi, abbiamo riscritto e rimodellato sul tema delle TS, che ha visto, così, il completamento di un’argomentazione che credo, correttamente, debba essere inserita, come sottolineato dal collega, all’interno della risoluzione.

Quindi, su questo emendamento certamente ci sarà il nostro voto favorevole. Sottolinea un aspetto, che abbiamo anche già discusso all’interno di quest’aula, di come questo sistema possa rischiare, per i settori energicamente molto assorbenti, di compromettere una concorrenza con altri territori.

Credo che la sottolineatura all’interno della risoluzione fosse assolutamente corretta, come, richiamando l’intervento della collega Piccinini, all’interno dell’emendamento da lei presentato, che, così come formulato, non ci può vedere a favore, ma in una riscrittura, che poi è l’emendamento che ho presentato durante la discussione, assorbe, secondo me, un elemento importante del contributo di quell’emendamento, che è ricomprendere, all’interno delle incentivazioni per la riconversione anche del parco veicolare della nostra Regione, anche l’incentivazione per la riconversione elettrica di quei veicoli che nascono con motore termico, con la volontà, proprio come ci siamo detti anche su tanti altri aspetti, di non porre soltanto i grandi obiettivi, ma anche cercare di governare (credo che questa sia la sfida più importante) la transizione, che è transizione ecologica, transizione digitale, transizione in tanti aspetti che hanno avuto una grande accelerazione durante la fase pandemica.

Su quelli verremo valutati come qualità delle politiche messe in campo e come qualità istituzionale e politica, perché durante la fase di transizione si misurerà anche la nostra capacità di trascinarci dietro la più grande parte della nostra comunità.

Prima, nell’intervento iniziale, ho provato soltanto con uno slogan a riassumere questo pensiero, noi dobbiamo avere lo sguardo lungo, ma un’attenzione puntuale sulla realtà, dall’altra accompagnare questa visione con il coraggio di sperimentare, eventualmente anche di sbagliare e di correggersi, perché anche quello è un modello con il quale si costruisce l’innovazione, non guardare soltanto all’obiettivo massimo possibile, anche perché la ricerca e l’innovazione spostano sempre per fortuna in avanti l'innovazione messa in campo, ma non aspettare sempre l'innovazione successiva per mettere a terra delle azioni, perché senza questa disponibilità e questa politica si rischia di aspettare il sol dell’avvenire, senza mettere a terra e cominciare a produrre nella realtà i cambiamenti tanto necessari.

Per quello che riguarda gli altri emendamenti, provo a riassumerli complessivamente. Per quanto riguarda l’altro emendamento della collega del Movimento 5 Stelle, lo abbiamo bocciato in Commissione I, durante la discussione. Ovviamente lo ribocceremo in aula, perché quell’elemento ‒ lo richiamavo anche nell’intervento iniziale ‒ di sottolineatura per noi è assolutamente importante e fondamentale. Sta proprio nella logica del concetto che esprimevo prima. Visione, ancoraggio alla realtà, volontà di sperimentare e Governo della transizione.

Per quanto riguarda gli altri emendamenti presentati dai colleghi della Lega, non ci vedono concordi, ma credo che questo fosse abbastanza scontato, vista l’impostazione che su questi temi abbiamo, anche estremamente differente. Ma credo ci stia anche all’interno di una discussione politica, che ovviamente vede le nostre forze politiche su diversi temi avere anche posizioni diverse, ma che dall’altra parte sono anche in grado, nell’applicazione pratica, come abbiamo dimostrato, di trovare una sintesi puntuale. Questa posizione non vale per tutti e quattro gli emendamenti. Per il primo, che riguarda delle precisazioni numeriche, che però evidenziano e rafforzano gli obiettivi di sistema per l’uguaglianza di genere, su quell’emendamento ci troverete a favore.

Ringraziando anche per la collaborazione di tutti quanti i colleghi delle forze politiche nella gestione di questa lunga Sessione europea, direi di aver espresso il parere su tutti gli emendamenti presentati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale sugli emendamenti, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sulla risoluzione. Cinque minuti per Gruppo.

Non vedo interventi. Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intanto...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sapevo di stimolarla con questo mio intervento.

 

TARUFFI: Siamo a microfoni aperti, presidente, eviterò di commentare.

Era per riprendere anche il filo del ragionamento rispetto a quanto si diceva nel corso del dibattito generale, ovviamente rispetto alla risoluzione presentata dal presidente Pompignoli a nome della Commissione, per cui ringrazio anch’io (non l’ho fatto prima) il presidente Pompignoli, anche gli interventi che abbiamo ascoltato questa mattina, in particolar modo di Massimo Gaudina, ospite gradito, che ha dato un punto di vista credo anche utile alla nostra discussione, perché, a differenza ad esempio di quello che nel corso del dibattito generale hanno sostenuto alcuni colleghi in particolar modo della Destra credo che in effetti, ad esempio quando si faceva riferimento a quel passaggio del dottor Gaudina, in cui lo stesso segnalava come un anno fa difficilmente avremmo potuto immaginare di ritrovarci, un anno dopo, a maggio, con milioni di vaccini già inoculati, diverse possibilità anche dal punto di vista dei vaccini, quando diceva quello credo che stesse dicendo un aspetto persino per certi aspetti banale.

Questo non significa difendere in tutto e per tutto quanto avvenuto a quel livello decisionale della Commissione europea rispetto alla strategia di vaccini, anche perché c’è un tema che aleggia e che ha aleggiato nelle nostre discussioni e non è stato esplicitato, un tema su cui noi spesso interveniamo e sul quale siamo intervenuti spesso, che ha a che vedere con il superamento dei brevetti sui vaccini.

A partire da questo e mettendo in fila altre cose, si potrebbero fare diverse critiche alla gestione o segnalare diversi aspetti negativi dal punto di vista della gestione anche e soprattutto della campagna vaccinale, del reperimento delle dosi, però su un punto non possiamo non essere d’accordo, cioè un anno fa, di questi tempi, quando stavamo (sicuramente lo ricordate bene, lo ricordiamo bene tutti) stavamo vivendo proprio in questi giorni le prime timide riaperture, dopo due mesi di lockdown serrati con tutte le attività chiuse, quella vicenda che purtroppo ricordiamo bene, allora stavamo, in questi giorni, riaprendo timidamente le prime attività, misurando... Il 3 maggio, lo ricordo, era il giorno in cui si erano riaperte quasi totalmente le attività produttive. Il 18 maggio dell’anno scorso riaprirono bar, ristoranti, eccetera. Se allora, in quel contesto, in quella situazione, ci avessero detto che nel maggio dell’anno successivo ci saremmo trovati comunque ‒ parliamo anche solo della nostra regione ‒ con 1.900.000 somministrazioni effettuate, 650.000 persone, quasi 700.000 già vaccinate, con l’immunità di gregge che è oggettivamente e obiettivamente alla nostra portata entro l’estate, se le cose procederanno così come si sono finalmente messe in fila, credo che se qualcuno ci avesse detto questo l’anno scorso in questo periodo avremmo detto: “Magari”. Avremmo detto “magari”.

Questo credo sia utile riprenderlo e sottolinearlo, e mi avvio alla conclusione perché non ho altro tempo. Da questo punto di vista, il fatto che in pochi mesi, anche e soprattutto grazie ai finanziamenti decisi dai Paesi dell’Unione europea, dalla Commissione europea, non solo si sono trovati più vaccini, non solo si sono trovati vaccini per un virus di cui un anno e mezzo fa non conoscevamo l’esistenza... È stato fatto effettivamente un passo gigantesco dal punto di vista della ricerca e dal punto di vista scientifico, ovviamente. Si è ottenuto un risultato straordinario, merito anche, come dicevo, dei finanziamenti che abbiamo messo in campo come Unione europea, eccetera.

Ho utilizzato questo esempio per dire che cosa? Per dire che è l’elemento, forse, migliore per poter provare a raccontare che cosa può essere l’Unione europea. Ovviamente con tutte le criticità, con tutti i limiti, con tutti i problemi che sono stati sollevati, che anche noi non abbiamo mai omesso di denunciare. Però, l’Unione europea può anche essere soprattutto questo. Credo sia giusto e sia corretto ricordarlo. Ripeto: se un anno fa ci avessero detto “a maggio del prossimo anno saremo in queste condizioni”, avremmo tutti sottoscritto. Oggi dobbiamo combattere, batterci per proseguire, migliorare, implementare, assicurare a tutte le attività di riprendere nel più breve tempo possibile e di lasciarsi alle spalle questo terribile incubo, senza però mai perdere di vista quello che possiamo e dobbiamo essere e quello che può essere l’Unione europea.

Sulla base anche di queste considerazioni, per il ruolo che ha l’Emilia-Romagna in Europa, l’Emilia-Romagna è una Regione profondamente europea, profondamente collegata al disegno e al percorso europeo, ovviamente esprimiamo il nostro voto favorevole su questa risoluzione. Nelle prossime ore, e evidentemente anche domani, proseguiremo con la legge europea e con il resto, avremo modo ulteriormente di approfondire alcuni passaggi, alcuni elementi e sottolineare alcune cose che ci stanno molto a cuore, ma per il momento oggi sicuramente il nostro è un voto favorevole sulla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola la consigliera Zamboni. Prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intervengo per annunciare il voto favorevole e approfitto anche (non l’ho fatto prima) per ringraziare il Presidente della I Commissione, consigliere Pompignoli, e anche Luca Sabattini, che ha fatto da contro relatore, diciamo così, quindi li ringrazio per questo lavoro che hanno fatto.

Anch’io mi associo alle parole del consigliere Taruffi per quanto come Europa Verde abbiamo anche sollevato delle critiche al modo in cui è stata gestita l’operazione di acquisto dei vaccini per quelle parti di opacità, di non trasparenza, una sorta anche di sudditanza verso i Big Pharma, però, fatta la tara di tutto questo, siamo oggi nelle condizioni di poter disporre dei vaccini, e quanti Paesi vorrebbero essere nelle condizioni dell’Unione europea!

Io ringrazio anche l’organizzazione in particolar modo della nostra Regione. Ho avuto la possibilità di visitare, per esempio, l'hub vaccinale qui in Fiera, che è un’organizzazione, una macchina perfetta. Oggi noi siamo a soli 456 nuovi casi, quindi la campagna vaccinale sta dando i primi frutti, stanno calando i nuovi contagi. Anche ieri eravamo intorno a poco più di 400 nuovi casi.

In questo l’operazione dell’Unione europea ci ha aiutato moltissimo, è inutile nasconderselo, così come ci sta aiutando la disponibilità dei fondi (lo ricordavo questa mattina), fondi che devono aiutare una ripresa dell’economia dell’Unione europea, ma in chiave di transizione ecologica, perché quello dice la scansione degli obiettivi di fondo della messa a disposizione di questi fondi straordinari.

Il nostro Paese avrà tra i 60 e i 70 miliardi di risorse a fondo perduto. In quale altro mondo è immaginabile un’operazione del genere? Qui dovremo essere bravi a spenderli, perché se entro il 2026 non si porteranno a termine i progetti che sono finanziati, salta tutta la macchina, quindi siamo in una situazione di dotazione di risorse, tanto più preziose dopo il colpo che ha subìto l’economia nella nostra regione. Ci sono dei settori che sono completamente a terra. Ecco, qui semmai sarebbe da chiedere al nostro Governo di essere un po’ più rapido nella concessione dei famosi ristori. Però, dal punto di vista della nostra collocazione in Europa, in questo caso abbiamo solo avuto dei vantaggi.

E poi, dal punto di vista ambientale, resto del parere che è stata la cornice europea che ha fatto da traino alla legislazione italiana per diventare una legislazione più attenta alle tematiche ambientali. In questo ringrazio anche il fatto di stare nel contesto europeo, da questo punto di vista. È l’Unione europea che con la sua legislatura… È vero, ci sono anche le cose paradossali, la lunghezza delle zucchine, la grandezza delle vongole, eccetera, sono tutti aspetti che tendono al ridicolo, ma la sostanza dell’impalcatura della legislazione ambientale è stata una sostanza positiva. I nuovi target che sono stati messi a livello della Commissione e addirittura a un livello superiore per quanto riguarda il taglio delle emissioni climalteranti dall’Europarlamento ci aiutano ad andare in avanti, non ad andare indietro. E con questi fondi che riceviamo abbiamo una spinta ulteriore in quella direzione. Quindi, io credo che il nostro bilancio oggi non possa che essere positivo e trovo anche che sia stato utile fare questa discussione qui, nella nostra Assemblea legislativa. Siamo un’Assemblea legislativa di livello regionale, quindi è importante che affrontiamo anche queste materie nell’ambito dell’orizzonte europeo.

Si possono avere opinioni diverse, ma è importante confrontarsi anche con questo livello, che sarà sempre più determinante, e speriamo che lo diventi anche dal punto di vista della politica estera, dove adesso invece ognuno parla per conto proprio, con le conseguenze che sappiamo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Mi associo anch’io ai ringraziamenti al relatore di maggioranza, come a quello di minoranza e al presidente della I Commissione Pompignoli. Credo che, al di là delle opinioni di merito, sulle quali ovviamente faremo sempre fatica a convincerci l’un l’altro per arrivare ad un’unanimità, comunque possiamo essere contenti e soddisfatti del metodo utilizzato per arrivare a fare una discussione come questa, importante, impegnata e anche molto ordinata. Non è scontato. Credo che, in quest’aula, nei passaggi più difficili, abbiamo imparato anche ad ascoltarci e a confrontarci. Credo che questo aiuti complessivamente i lavori dei Gruppi assembleari a dare un contributo fattivo.

Io credo che, da questo punto di vista, sia stato fatto un ottimo lavoro, a partire dalla Commissione. Poi è chiaro che, come Gruppo del Partito Democratico, anticipo il voto favorevole alla risoluzione per molti motivi, che sono i motivi che sono già stati anticipati molto bene dal collega Sabattini, che ha fatto un quadro complessivo di come siamo arrivati a questo punto, con alcuni focus specifici sulla tematica del credito piuttosto che sul contesto complessivo, come è stato ben detto dalle altre due colleghe, la consigliera Montalti e la consigliera Mori, che si sono concentrate su altri aspetti, dalla necessità di maggiori investimenti sulla valorizzazione del ruolo delle donne, di cui ha parlato anche il presidente, alla parte ambientale dell’economia circolare.

Questi interventi, aggiunti all’introduzione della presidente Petitti stamattina, piuttosto che del presidente Bonaccini, e con le conclusioni della vicepresidente Schlein, credo che siano entrati bene nel merito del lavoro che è stato fatto e soprattutto dell’orizzonte strategico che questa Regione sta proiettando.

Siamo certamente ancora in piena pandemia e stiamo ancora affrontando la parte sanitaria. L’emergenza non è finita, l’emergenza sanitaria richiede ancora attenzione, però è vero che lo scenario sta cambiando e, di fronte ad una crisi come quella legata al Covid, quindi una crisi senza precedenti, va reso merito all’Unione europea di aver dato una risposta senza precedenti. Poi si poteva fare di più, si poteva fare anche meglio, forse sì, ma forse anche no, perché davvero possiamo dirci che è stata archiviata completamente la probabilmente troppo lunga stagione dell’austerity europea. L’Unione stavolta ha davvero saputo mettere in campo misure straordinarie per consentire ai Paesi membri di intervenire fuori dai vincoli della finanza pubblica e assicurando risorse importanti.

Come Regione io credo che noi abbiamo fatto la nostra parte soprattutto nel mettere a disposizione strumenti assolutamente integrati dal nuovo Patto per il lavoro e per il clima sottoscritto a dicembre, piuttosto che la coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, piuttosto che il programma di mandato del presidente, che veniva citato anche questa mattina, e alla fine la coerenza di questi strumenti, che sono comunque il frutto di un dibattito fatto non solo in aula, ma anche con le comunità e gli stakeholder di questa Regione credo davvero proietti questa Regione ad essere protagonista del cambiamento, ad anticipare soluzioni importanti, soprattutto a non volersi tirare indietro, a non resistere al cambiamento, ma a volerlo assolutamente guidare.

Da questo punto di vista, il lavoro che è stato fatto è un lavoro importante, sfidante, perché certamente gli obiettivi adesso vanno concretizzati, però credo si possa dire che a fronte dell’Unione europea, che ha reagito alla pandemia mettendo in campo nuove politiche e risorse senza precedenti, come Regione Emilia-Romagna, attraverso gli strumenti e gli obiettivi che ci siamo dati con l’ascolto e la condivisione dell’intero sistema regionale, siamo pronti a fare la nostra parte, perché questi strumenti si concretizzino e si trasformino davvero in opportunità per le nostre comunità e i territori nella complessa opera di ricostruzione che ci aspetta fin da subito, non solo quando finirà la pandemia, ma sulla quale dobbiamo adoperarci fin da ora. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente. Siamo contenti del dibattito che c’è stato su questa risoluzione per quanto riguarda le politiche europee, ribadisco, come ho ribadito in discussione generale, che la Lega ha presentato, tra Commissione e aula, 25 emendamenti nel merito, non sui massimi sistemi, ma soprattutto e solo su quelle che sono tematiche concrete che avranno ricaduta diretta sui territori, e anche un ordine del giorno, quindi siamo soddisfatti del dibattito che c’è stato e annuncio il voto di astensione della Lega sulla risoluzione, chiedendo la possibilità di votare per parti separate il punto 29, 30 e 32, quindi avere una votazione separata su questi punti. Sul resto ci asterremo, su questi punti, quindi il 29, il 30, il 32, per quali chiediamo la votazione per parti separate, voteremo contro. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ne approfitto anche io per ringraziare sicuramente il collega Pompignoli, ma tutti i presidenti delle Commissioni che hanno seguito la sessione europea, che è stato un procedimento anche complesso e articolato, ringrazio anche gli assessori che hanno voluto essere presenti a questi appuntamenti e che quindi non hanno fatto mai mancare il loro apporto e il loro contributo e che ha visto anche momenti di confronto positivi.

Tengo in particolar modo a ringraziare gli uffici, lo dico in quanto presidente di Commissione, per l’assistenza e il supporto che ci hanno dato nell'affrontare testi sicuramente molto complessi, anche per quanto riguarda i contenuti.

Ho già in parte manifestato quella che dal mio punto di vista è la criticità all’interno di questo testo, l’ho fatto anche presentando due emendamenti. A questo punto, siccome, stando anche alle dichiarazioni del collega Sabattini, i miei emendamenti verranno respinti, le chiederei anch'io, presidente, la votazione per parti separate, quindi per quanto riguarda il punto 7 chiederei di arrivare con la votazione alle parole oggetto 1817/2020, Sessione europea 2020, una seconda votazione, che parte invece da "si evidenzia tuttavia" alle parole "impatto molto forte sulla capacità produttiva europea" e poi passare ad una terza votazione, che inizia da "sul tema della sostenibilità ambientale" fino alla fine del testo.

Capisco che non sia una modalità particolarmente agile e anche agevole, me ne dispiaccio, però, d’altra parte, purtroppo con la pandemia siamo costretti anche con le votazioni da fare come si riesce. In conclusione, per questi motivi il voto del Movimento 5 Stelle sarà un voto di astensione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Mi unisco al coro dei ringraziamenti al presidente di Commissione e ai relatori di maggioranza e di minoranza. Credo sia stato fatto un lavoro importante.

Vengo a sottolineare quelle che saranno le nostre votazioni sugli emendamenti e sulla risoluzione. Voteremo, ovviamente, a favore dell’emendamento 1; contro l’emendamento 2 e l’emendamento 3, presentati dalla consigliera Piccinini; a favore, invece, dell’emendamento 4, presentato dalla consigliera Stragliati; contro l’emendamento 5, presentato dal consigliere Montevecchi e dalla consigliera Catellani; contro l’emendamento 6, presentato dal consigliere Rancan e dalla consigliera Catellani, così come all’emendamento 7, presentato dai consiglieri Montevecchi e Catellani.

Voteremo a favore, infine, dell’emendamento 8, a firma del consigliere Sabattini, e ovviamente a favore della risoluzione, in tutte le sue parti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Qualche altro intervento in dichiarazione di voto? Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto.

Passiamo alla votazione degli emendamenti.

Emendamento n. 1 a firma...

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay.

Riprendiamo i lavori dalla votazione dell’emendamento n. 1, a firma Bargi, Sabattini, Pigoni e Pompignoli.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Favorevoli 37

Contrari 3

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Passiamo ora alla votazione dell’emendamento n. 2, a firma Piccinini.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 4

Contrari 39

Astenuti 0

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 3, a firma Piccinini.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 41

Favorevoli 4

Contrari 35

Astenuti 0

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 4, a firma Stragliati e Catellani.

La votazione è aperta.

Chiedo scusa, collega Soncini, ha chiesto la parola?

 

SONCINI: Sì, presidente, avevo chiesto...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non l’abbiamo sentita, se può ripetere...

 

SONCINI: Sull’emendamento n. 1 è stato registrato erroneamente il mio voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene, grazie, ne prendiamo atto.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 45

Favorevoli 41

Contrari 1

Astenuti 0

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento numero 5, a firma Montevecchi e Catellani.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 16

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo all'emendamento n. 6, a firma Rancan e Catellani.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 41

Favorevoli 15

Contrari 25

 

È respinto.

 

Emendamento n. 7, a firma Montevecchi e Catellani.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 16

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 8, a firma Sabattini.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 44

Favorevoli 38

Contrari 4

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Ora vi chiedo un attimo di attenzione. Sulla risoluzione ci sono parecchie votazioni, perché sono state richieste votazione per parti separate. Cercherò di essere il più chiaro possibile.

Prima votazione: dall’inizio della risoluzione fino al punto 7, alle parole “Sessione europea 2020”.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 43

Favorevoli 26

Contrari 4

Astenuti 13

 

È approvata.

 

La parte dall’inizio fino al punto 7, alle parole “Sessione europea”, è approvata.

Ora votiamo dal punto 7, dalle parole “si evidenzia tuttavia che”, fino a “capacità produttiva europea”.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 41

Favorevoli 22

Contrari 5

Astenuti 14

 

È approvata.

 

La seconda parte è approvata.

Passiamo ora alla terza parte, che inizia da "sul tema della sostenibilità", fino alla fine del punto 28, "alla normativa europea approvata".

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 43

Favorevoli 26

Contrari 4

Astenuti 13

 

È approvata.

 

La terza parte è approvata.

La quarta parte invece inizia dal punto 29 e si conclude con la fine del punto 30.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 27

Contrari 17

Astenuti 0

 

È approvata.

 

La quarta parte è approvata.

Il punto n. 31 è la quinta parte.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 25

Contrari 4

Astenuti 14

 

È approvata.

 

La quinta parte è approvata.

Passiamo alla parte n. 6. Tutto il numero 32 è la parte n. 6.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 45

Favorevoli 26

Contrari 17

Astenuti 1

 

È approvata.

 

La sesta parte è approvata.

Ultima votazione. La settima parte inizia con il punto n. 33 e va fino alla fine della risoluzione.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 26

Contrari 4

Astenuti 13

 

È approvata.

 

L’ultima parte è approvata.

 

OGGETTO 2970

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Legge europea per il 2021".

(Relazione della commissione)

(Ordini del giorno oggetti 2970 /1/2/3/4/5 – Presentazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’oggetto 2970: proposta di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Legge europea per il 2021". (Delibera di Giunta n. 352 del 15.03.2021).

Il testo n. 2 del 2021, licenziato dalla Commissione Bilancio Affari Generali Istituzionali nella seduta del 5 maggio 2021.

Il progetto di legge è composto da 38 articoli.

Il relatore della Commissione, il consigliere Gianni Bessi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

La relatrice di minoranza, la consigliera Maura Catellani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Su tale oggetto insistono tre emendamenti, di cui due a firma dei consiglieri Mori, Zappaterra, Zamboni, Bessi, Pigoni, Montalti, Amico, Taruffi, Rossi, Costi, Bulbi e uno a firma della consigliera Catellani.

Sono stati presentati cinque ordini del giorno, il n. 1 a firma del consigliere Pompignoli, su cui insiste un emendamento a firma della consigliera Piccinini, il n. 2 a firma del consigliere Rainieri, il n. 3 a firma dei consiglieri Piccinini, Zappaterra, Zamboni, Bondavalli, Taruffi, il n. 4 a firma dei consiglieri Sabattini, Pompignoli, Bessi, Bargi, Pigoni, Rancan, Mastacchi, Zappaterra, Zamboni, Taruffi, Piccinini, Castaldini, Lisei, e il n. 5 a firma dei consiglieri Rainieri, Costi, Facci, Liverani, Daffadà, Bergamini, Pompignoli, Montalti, Stragliati, Montini, Bargi, Occhi, Francesca Marchetti, Zamboni, Zappaterra, Rancan, Pillati, Pigoni, Bulbi e Rossi.

Do la parola al relatore della Commissione, consigliere Bessi.

Ha venti minuti.

 

BESSI, relatore della commissione: Grazie, presidente.

Oggi siamo a relazionare per l’aula il progetto di legge 2970, come ha già annunciato il presidente, per le varie disposizioni.

Gentile presidente, gentili consiglieri e consigliere, credo opportuno fare una breve analisi di un lavoro che è stato svolto da tutti i Gruppi consiliari, dalla vicepresidenza, da questa Istituzione e si cala... Credo che sia anche interessante questa concomitanza con il precedente punto dell’ordine del giorno, la sessione europea, perché sono le due fasi, la prima ascendente, la seconda discendente, che ci vedono protagonisti nell’attuazione e nel formare l’ordinamento europeo, quindi il grado di coinvolgimento del nostro Ente nella costruzione di una così importante non solo istituzione, ma anche nelle tematiche che andremo a trattare. A questo è collegato un altro progetto di legge che andremo a discutere successivamente, il cosiddetto “REFIT”; anche questa un’opera collegata e sempre riguardante la nostra legislazione.

Credo che su questo solco, proprio di migliorare il grado di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo, noi ci occupiamo oggi di approvare la sesta legge europea regionale, che la nostra Regione adotta dal 2010 ad oggi. Nel corso della precedente legislatura era denominata “legge comunitaria”. Il nome era diverso, ma la sostanza è la stessa. Tutto ciò è una questione solo terminologica, ma credo sia importante ricordarlo in un passaggio. La legge europea regionale è disegnata, quindi in un inquadramento normativo dalla legge n. 16/2008 e chiaramente si collega, come detto, alla Sessione europea.

La risoluzione 1817 del 28 ottobre 2020, di chiusura della Sessione europea del 2020, poneva gli indirizzi di fase discendente e ha individuato alcune direttive europee già recepite dallo Stato, sulle quali ha invitato la Giunta a verificare gli adempimenti eventuali necessari per adeguare l’ordinamento regionale, quindi nella sua attuazione, ricorrendo, laddove possibile, allo strumento della legge europea regionale. Tra le direttive indicate, alcune formano oggetto di questo progetto di legge. Giusto per individuare non solo l’inquadramento normativo, ma anche il metodo di lavoro che si è contestualmente, come ricordavo all’inizio, svolto anche parallelamente alla Sessione europea, anche in molte Commissioni, alle quali con la collega consigliera Catellani abbiamo partecipato per illustrare i principali punti contenuti. Passerei a un’analisi, chiaramente... Mi dovete perdonare: non entrerò nel dettaglio, perché credo che anche il lavoro svolto precedentemente nelle Commissioni e altro... Credo che i cinque filoni normativi di cui ci siamo occupati siano tutti rilevanti.

Il Capo I, infatti, che consta dall’articolo 2 all’articolo 8, prevede appunto le norme di modifica della legge regionale n. 26 del 2004 che disciplina la programmazione energetica territoriale e altre disposizioni in materia di energia, in attuazione della direttiva europea in materia di prestazione energetica nell’edilizia e sull’efficienza energetica. Si tratta quindi di norme che derivano dalle recenti modifiche della disciplina introdotte a livello di Unione europea, poi recepite a livello nazionale.

Il Capo II, che va dall’articolo 9 all’articolo 24, è un filone che concerne la disposizione di modifica della legge regionale n. 9 del 2020, riguardante le assegnazioni delle concessioni di derivazioni idroelettriche con potenza nominale superiore ai 3000 chilowatt e determinazione dei cambi. È quella che abbiamo discusso lo scorso dicembre, che recepisce chiaramente una direttiva europea, la 96/92 dell’allora Comunità europea. Si tratta dunque di modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2020, n. 9, per migliorarne la formulazione del testo normativo, in coerenza con la direttiva che ho sopra citato e con alcuni principi generali di matrice comunitaria, recependo alcune proposte pervenute dopo l’approvazione della legge dalle strutture ministeriali competenti.

Le modifiche, quindi, sono state volte anche a evitare l’impugnazione da parte del Governo, che avrebbe chiaramente rallentato gli effetti delle norme impugnate. La materia è stata molto discussa anche a livello nazionale e ha visto alcuni dei provvedimenti regionali di altre Regioni essere impugnati nello specifico. Questo è per dare le modifiche degli aspetti più sostanziali.

Il capitolo terzo contiene le nuove norme in materia di gestione dei siti della rete Natura 2000, che rappresentano l’ossatura della difesa delle aree naturalistiche di rilievo per l’Unione europea, al duplice fine di semplificare il riassetto delle competenze gestionali e di superare i rilievi della procedura di infrazione ancora aperta. Chiaramente questo intervento legislativo che concerne la gestione dei siti della rete Natura 2000 e la valutazione di incidenza, per esempio, deriva dal fatto che nel 2019 sono state approvate le linee guida nazionali sulle valutazioni di incidenza che introducono diverse novità in materia di procedure amministrative connesse con la valutazione di incidenza, appunto i pareri, gli screening, le condizioni d’obbligo, le pre-valutazioni di incidenza eccetera, e dalla procedura della Commissione europea (chiaramente adesso non cito tutti i vari numeri dal 2014 che sono ancora in corso).

Il Capo IV, dall’articolo 29 all’articolo 36, riguarda l’introduzione di modifiche della legge regionale 10 febbraio 2006, n. 1 in materia di tutela sanitaria della popolazione dai rischi derivanti dall’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti, in attuazione del decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101. In sostanza, si tratta dell’aggiornamento di norme importanti che risalivano alla normativa EURATOM, quindi c’è una serie di queste direttive nel corso degli anni che vengono interessate da questo nuovo dispositivo. Chiaramente ha tutta una serie di modifiche che riguarda in particolare le autorizzazioni in capo ai Comuni o in caso, per esempio, all’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale ed energetica, l’ARPAE, e ne dispiega un po’ le modalità.

Per quanto riguarda invece il Capo V, quinto e ultimo ambito normativo, è intervenuto durante il lavoro in Commissione un emendamento della Giunta, che è stato poi approvato in tale sede, che appunto riguarda le disposizioni di incentivo alla mobilità sostenibile, volta ad ampliare la platea dei beneficiari del contributo regionale per l’acquisto di un veicolo ad alimentazione ibrida di prima immatricolazione. In questo caso è un riconoscimento per allargare il contributo regionale, appunto, all’importo del bollo auto fino a un massimo di 191 euro, a fronte dell’acquisto nel 2020 di un veicolo di alimentazione ibrida di prima immatricolazione, anche perché tale iniziativa – propria della Regione e poi aveva dato un grosso contributo quest’aula, dove tutti i Gruppi credo siano stati protagonisti – ha avuto molto successo e sono pervenute sul portale regionale oltre 8000 richieste di contributi, anche per evidenziare questo percorso, di cui si è discusso nella Sessione europea precedentemente con un ordine del giorno ulteriore.

Si è ritenuto quindi opportuno dare riscontro positivo a tali richieste e aumentare di euro 450.000 il limite di spesa originariamente stabilito. Chiaramente qui l’unico articolo che agisce su due capitoli dell’esercizio finanziario è di spostamento da un capitolo all’altro, i numeri sono nella relazione di accompagnamento, ma ha avuto chiaramente anche parere favorevole nella relazione tecnico-finanziaria.

In questo capo, in Commissione, a seguito di un emendamento della Giunta, come prima ricordavo, è stato aggiunto un ulteriore articolo, l’articolo 38, volto ad ampliare fino alla copertura del 100 per cento l’incentivo alla mobilità sostenibile. Si prevede infatti che il contributo regionale ai Comuni sia concesso al 100 per cento per gli interventi il cui importo sia inferiore o uguale ad euro 50.000, fino all’80 per cento qualora l’importo degli interventi sia superiore ad euro 50.000 ed inferiore o uguale ad euro 100.000, fino al 70 per cento per gli interventi di importo superiore ai 100.000.

Per concludere, non per ultimo chiaramente, ma vorrei ringraziare, non solo di forma, ma soprattutto di sostanza, il lavoro con tutti i colleghi dell’Assemblea durante le varie Commissioni, i vari temi. Su questo credo che anche il metodo di lavoro di un confronto leale e aperto sia acquisito e non certo solo per questo progetto di legge, chiaramente nelle legittime e diverse posizioni politiche, ma credo che il metodo di lavoro, la responsabilità e la trasparenza sia molto importante ricordarli, anche perché dicendolo va agli atti e credo che la forma sia sostanza.

All’assessore Calvano e al vicepresidente Schlein associo i due ringraziamenti, perché  sia sul progetto di legge di cui stiamo parlando adesso, che è la legge europea, sia sulla parte successiva, c'è stato un lavoro di collaborazione, di intreccio di argomentazioni, e poi tutti i loro collaboratori (non vado a fare un elenco), perché sono stati importanti e disponibili fondamentalmente nel supporto tecnico al ruolo che ho ricoperto in questo mese di lavoro, comprendendo in questo il presidente della Commissione dell’Assemblea Bilancio, Massimiliano Pompignoli, visto che era la Commissione competente, e tutti i suoi collaboratori, e non ultima la collega Maura Catellani, con cui credo abbiamo svolto proprio quel metodo di lavoro che dicevo prima, e mi fa piacere non solo per la formulazione, il confronto o altro, ma anche perché dal confronto si impara sempre qualcosa e quindi sicuramente ho imparato degli aspetti che in alcune parti, soprattutto quello giuridico, al di là del voto mi sono stati utili per comprendere meglio alcune dinamiche della legislazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

La relatrice di minoranza, consigliera Catellani, ha chiesto di intervenire domani, non essendoci i tempi utili per il suo intervento.

Chiudiamo quindi i lavori, che inizieranno domani mattina alle ore 09,30 con le interpellanze urgenti.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI,  Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI e il consigliere Massimo IOTTI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 3328

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2021. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 1 (a firma consigliere Bargi e altri)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 38

Contrari/No: 2

Astenuti: 1

Non votanti: 3

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella; Soncini Ottavia

Contrari/No

Piccinini Silvia; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti

Taruffi Igor


Non votanti

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio; Zamboni Silvia


Assenti

Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Petitti Emma


 

 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 2 (a firma consigliera Piccinini)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 4

Contrari/No: 39

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella


Non votante

Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma

 


Titolo: 3328 - votazione emendamento 3 (a firma consigliera Piccinini)

 

Presenti al voto: 41

Favorevoli/Si: 4

Contrari/No: 35

Non votanti: 2

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella


Non votanti

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio


Assenti

Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Bulbi Massimo; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma; Rossi Nadia; Tagliaferri Giancarlo


 

 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 4 (a firma consigliere Stragliati e Catellani)

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 42

Non votanti: 3

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Daffadà Matteo

 


Non votanti

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio; Zamboni Silvia


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 5 (a firma consiglieri Montevecchi e Catellani)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 16

Contrari/No: 26

Non votanti: 2

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo


Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Non votanti

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma; Piccinini Silvia


 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 6 (a firma consiglieri Rancan e Catellani)

 

Presenti al voto: 41

Favorevoli/Si: 15

Contrari/No: 25

Non votanti: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo


Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Non votanti

Rainieri Fabio


Assenti


Bargi Stefano; Bonaccini Stefano; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Petitti Emma; Piccinini Silvia

 

 

 

Titolo: 3328 – votazione emendamento 7 (a firma consiglieri Montevecchi e Catellani)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 16

Contrari/No: 26

Non votanti: 2

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo


Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Non votanti

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Titolo: 3328 - votazione emendamento 8 (a firma consigliere Sabattini)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 38

Contrari/No: 4

Astenuti: 1

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti

Piccinini Silvia


Non votanti

Rainieri Fabio


Assenti


Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Petitti Emma

 

 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione I parte

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 4

Astenuti: 13

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina

 

Non votante

Rainieri Fabio


Assenti


Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Petitti Emma;

 

 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione II parte

 

Presenti al voto: 42

Favorevoli/Si: 22

Contrari/No: 5

Astenuti: 14

Non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli/Si


Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Piccinini Silvia; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Taruffi Igor

 

Non votante

Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Petitti Emma; Zamboni Silvia


 

 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione III parte

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 4

Astenuti: 13

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina

 

Non votante

Rainieri Fabio


Assenti


Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Petitti Emma;

 

 

 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione IV parte

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 27

Contrari/No: 17

Non votanti: 1

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


 

Contrari/No


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

 

Non votante

Rainieri Fabio

 


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione V parte

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 25

Contrari/No: 4

Astenuti: 14

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti

Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina


Non votanti

Rainieri Fabio


Assenti

Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione VI parte

 

Presenti al voto: 45

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 17

Astenuti: 1

Non votanti: 1

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Contrari/No


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Astenuti

Piccinini Silvia


Non votanti

Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Titolo: 3328 - votazione risoluzione VII parte

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 4

Astenuti: 13

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Tagliaferri Giancarlo


Astenuti


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Rainieri Fabio


Assenti

Bonaccini Stefano; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Petitti Emma


 

Emendamenti

 

OGGETTO 3328

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2021. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bargi, Sabattini, Pigoni, Pompignoli

«Nel Punto 1), relativo all'Obiettivo n. 1 "Pacchetto pronti per il 55%", dopo il periodo:

"Alla luce del quadro esposto, si ritiene di grande interesse il "Pacchetto pronti per il 55%" e si chiede alla Giunta e all'Assemblea, ognuno per le proprie competenze, di monitorare lo sviluppo delle iniziative in esso previste, valutando l'opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea,"

sono aggiunti i seguenti periodi:

‘, con specifico riferimento all'iniziativa di cui alla lettera a) "Revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS)" per evidenziare le notevoli ricadute sul settore ceramico .Sul punto occorre infatti precisare che, come noto, il sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS UE} è considerato una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell'Unione Europea per contrastare i cambiamenti climatici e uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia, per come è attualmente strutturato, esso rischia di trasformarsi in uno strumento recessivo, in particolare per il settore ceramico. Il settore ceramico è infatti incluso nell'attuale lii FASE (2013-2020} ed è in procinto di entrare nella IV fase {2021-2030). La sfida ambiziosa che i i settori ceramici sono chiamati ad affrontare è legata agli obiettivi al 2030 delle emissioni, che impongono una riduzione del tetto delle emissioni pari al -43% rispetto al 2005, ma, mentre i grandi produttori di CO2, come le centrali elettriche, scaricano i costi delle quote che devono pagare sulle bollette, un'industria come quella ceramica si trova a pagare per ETS sia costi diretti che indiretti (quelli all' interno del costo della fornitura elettrica). Pertanto, la struttura dell'ETS, pur valida come meccanismo (ancorchè, essendo solo europeo, penalizza in termini di competitività i settori che esportano fuori UE}, andrebbe ricalibrata rispetto ai limiti dimensionali che fanno entrare obbligatoriamente un settore nel mercato ETS, dato che la produzione di CO2 del settore ceramico corrisponde a circa 1'1% delle emissioni industriali totali italiane conteggiate dal sistema. Peraltro, come risulta dalla previsione di cui alla lettera b) dell'iniziativa 1, la Commissione varerà il "Carbon border adjustment", un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che potrebbe compensare impatto ETS. Risulta quindi opportuna una rivisitazione dei parametri di entrata nel sistema ETS e la conseguente "ripesatura" delle quote assegnate. E' altresì importante che il settore ceramico venga compreso nella lista -prevista dalla stessa direttiva ETS- dei settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti, per poter affrontare le sfide della transizione energetica in Europa, evitando di favorire produzioni ceramiche realizzate in altre aree".

Di conseguenza, nel punto 43) relativo alla partecipazione della Regione Emilia­ Romagna alla formazione del diritto dell'Unione europea (cd. fase ascendente), tra le Nuove iniziative di cui all'Allegato I al Programma di lavoro della Commissione europea per il 2021, di interesse per la partecipazione regionale alla fase ascendente, relative all'Obiettivo n. 1 "Pacchetto pronti per il 55%" si ritiene opportuno aggiungere il riferimento all'iniziativa di cui alla lettera a): "a) Revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS}, compresi i settori marittimo, aereo e il regime CORSIA e una proposta relativa al sistema ETS come risorsa propria (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, 2° trimestre 2021)".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Piccinini

«Nel punto 7) dopo "Con riferimento all’Obiettivo n. 3 "Pacchetto su biodiversità e ambiente privo di sostanze tossiche"," sono cancellate le parole da: "si evidenzia che" fino a: "capacità produttiva europea”.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Piccinini

«Nel punto 9) le parole:

“, tenendo sempre presente il principio della neutralità tecnologica. In particolare in questa prima fase di transizione si ritiene fondamentale accompagnare l'evoluzione tecnologica relativa alla mobilità elettrica anche con incentivi per la trasformazione da benzina e diesel a metano o GPL per poter così venire incontro alle esigenze delle fasce di popolazione meno abbiente che potranno così partecipare alla transizione energetica."

sono sostituite dalle seguenti:

"che possano intervenire anche rispetto alla l'installazione di sistemi di riqualificazione elettrica su veicoli delle categorie internazionali M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G, immatricolati originariamente con motore termico, come concreta misura di riconversione del parco veicolare e in integrazione con i contributi previsti a tale riguardo dallo Stato."»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Stragliati e Catellani

«Al termine del punto 28 della risoluzione, dopo le parole "sfida per l'UE, divenuta ancora più urgente per le conseguenze economiche e sociali della pandemia." sono integrate le parole "Se da un lato i dati UE evidenziano come il divario retributivo di genere medio in Italia sia del 5,5%, contro una media europea del 16,3% (Eurostat, 2015), dall'altro va evidenziato come le donne tendono a trascorrere più spesso periodi di tempo fuori dal mercato del lavoro rispetto agli uomini, ed il reinserimento, soprattutto nel nostro Paese, presenti spesso forti difficoltà. Serve, invece, un'attenta riflessione circa il fatto che le posizioni lavorative di gestione e supervisione siano ricoperte in larga maggioranza da uomini. Questa tendenza raggiunge il culmine ai livelli più alti della scala lavorativa: meno del 6% dei dirigenti è, infatti, una donna.''»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Montevecchi e Catellani

«Al punto 29, le parole "Si evidenzia inoltre che è stato avviato il percorso di attuazione della L.R. 15/2019 "Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere" coinvolgendo gli stakeholder impegnati sul territorio regionale e si ricorda che dal 2008 è attivo sul territorio il Centro regionale contro le discriminazioni che, con i suoi 155 punti di accesso su tutto il territorio, svolge un'importante azione di prevenzione, supporto e monitoraggio contrastando tutti i fattori di discriminazione indicati nell'art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e non solo quelli relativi alla discriminazione razziale. Si chiede alla Giunta di continuare ad attuare pienamente la L.R. 6/2014 e la L.R. 15/2019 e sostenere gli interventi che vengono promossi sul territorio per diffondere una cultura dell'integrazione e della non discriminazione e per contrastare i fenomeni di violenza determinati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere. Inoltre, alla luce del quadro esposto, si chiede alla Giunta e all'Assemblea, ognuno per le proprie competenze, di monitorare lo sviluppo di questa iniziativa al fine di valutare l'opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea." sono così modificate "In considerazione del fatto che il Centro regionale sulle discriminazioni è stato istituito con un protocollo d'intesa siglato il 26 gennaio 2007, in concomitanza con l'inizio dell'Anno europeo delle pari opportunità per tutti, cioè da prima che l'entrata in vigore delle leggi regionali L.R. 6/2014 e L.R. 15/2019 gli assegnassero compiti di osservatorio, si chiede alla Giunta regionale di redigere uno studio circa l'attività svolta dai 155 punti di accesso presenti sul territorio regionale, completo dei dati delle segnalazioni raccolte nel corso degli anni di attività, suddivise per tipologia di discriminazione ed ambito provinciale, onde offrire all’Assemblea legislativa un'esatta percezione allo scopo di adeguare eventualmente gli strumenti legislativi in oggetto e valutare l'opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea."»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Rancan e Catellani

«Al punto 30, le parole "A tale proposito si richiama il Piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 dal titolo Un'Unione de/l'uguaglianza approvato il 18/09/2020. Si tratta di una delle azioni previste nel Piano d'azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali, in cui la Commissione definisce le misure che intraprenderà nei prossimi 5 anni adottando un approccio intersezionale al fine di contrastare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza che la crisi sanitaria causata dal Covid-19 ha fatto emergere o acuito. le azioni previste saranno dirette sia a verificare l'efficacia della normativa esistente, sia a colmare carenze negli ambiti in cui le discriminazioni hanno maggiori effetti quali, ad esempio, l'istruzione, il lavoro, le politiche sociosanitarie. la Commissione europea prevede inoltre interventi per contrastare le discriminazioni nell'accesso al lavoro e all'istruzione e nelle politiche socio-assistenziali attraverso iniziative specifiche e le possibilità offerte da Next Generation EU e dai fondi europei, in particolare, il Fondo sociale europeo Plus {FSE+J e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e altri strumenti di finanziamento per l'integrazione delle comunità emarginate. In tal senso la Commissione europea invita gli Stati membri, cui è affidata l'attuazione della maggior parte del bilancio dell'UE, che sono pertanto determinanti  nella  definizione  di politiche e azioni a sostegno delle vittime  di razzismo e discriminazione, a utilizzare al meglio i fondi disponibili per queste azioni ne/l'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-202 7 e di Next Generation EU." sono così modificate "si chiede alla Giunta regionale di redigere uno studio, avvalendosi della collaborazione del Centro regionale sulle discriminazioni, in modo che l'Assemblea legislativa possa valutare, sulla base di evidenze numeriche raccolte nel corso degli anni e documentate dall'Ente stesso, l'efficacia della normativa esistente, nonché  a verificare, su quella base, le eventuali carenze da colmare attraverso un oculato e consapevole utilizzo delle risorse a ciò espressamente vincolate a livello nazionale ed europeo, nella consapevolezza che per agevolare la ripresa del nostro tessuto economico, scongiurando di conseguenza il potenziale acuirsi di quelle disuguaglianze che la crisi  sanitaria  ha  fatto emergere, risulti prioritario non frammentare le risorse derivanti dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e dal Next Generation EU concentrandole piuttosto nel sostegno alle attività produttive."»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Montevecchi e Catellani

«Il punto 32 della risoluzione è soppresso.»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Sabattini

«Nel Punto 9), relativo all'Obiettivo n.  4 "Mobilità sostenibile e intelligente", il periodo dopo le parole:" anche con incentivi per", è sostituito dal seguente periodo: "la riconversione elettrica su veicoli delle categorie internazionali M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G, N2 e N3, originariamente nati con motore termico o per la trasformazione a metano o GPL, come concreta misura di riconversione del parco veicolare e in integrazione con eventuali contributi previsti a tale riguardo dallo Stato.".»

(Approvato)

 

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Rainieri

Bergamini - Montalti

 

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