Espandi Indice

128.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 8 MARZO 2022

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4615

Interpellanza sugli interventi effettuati nel 2019 e nel 2021 per garantire la messa in sicurezza di via Ardigò a Bologna e del relativo contesto abitativo. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

PRIOLO, assessora

CASTALDINI (FI)

 

Appello dei consiglieri

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 4857

Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire una de-escalation militare. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Lisei, Pigoni, Castaldini, Piccinini, Taruffi, Mastacchi, Zamboni, Rancan

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

CASTALDINI (FI)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 4465

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Piano regionale di attuazione del Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani - II Fase" di cui alla Delibera di Giunta regionale n. 1024/2018. Modifiche in materia di indennità di Tirocinio. (72)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

COLLA, assessore

MALETTI (PD)

 

OGGETTO 4695

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "L.R. n. 8/2017 - art. 2, comma 3 - Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna". (73)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARUFFI, sottosegretario

MARCHETTI Francesca (PD)

BONDAVALLI (BP)

CATELLANI (Lega)

AMICO (ERCEP)

MORI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Francesca (PD)

LIVERANI (Lega)

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 4704

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Integrazione dell'atto di indirizzo 2021 - 2023 relativo alla legge regionale n. 5/2018 per il programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all'impiantistica e alle attività del tempo libero". (74)

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARUFFI, sottosegretario

CATELLANI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 48574465 4695

Emendamenti oggetto 4695

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,46

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 128 del giorno 8 marzo 2022.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno poi giustificato la propria assenza il consigliere Bargi e gli assessori Donini e Salomoni.

 

Svolgimento di interpellanza

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 4615

Interpellanza sugli interventi effettuati nel 2019 e nel 2021 per garantire la messa in sicurezza di via Ardigò a Bologna e del relativo contesto abitativo. A firma della Consigliera Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo l’interpellanza 4615: interpellanza sugli interventi effettuati nel 2019 e nel 2021 per garantire la messa in sicurezza di via Ardigò a Bologna e del relativo contesto abitativo. L’interpellanza è a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Intanto io non la leggerei, perché immagino che lei l’abbia già letta per dare risposta, quindi vado avanti.

Questa è una storia un po’ lunga e molto problematica. A gennaio di quest’anno sono stata contattata dai residenti di una zona particolarmente coinvolta nelle vicende di cronaca nell’ultimo periodo, quella della zona del punto di vista Ruffillo.

Vorrei fare un piccolo contesto della periferia sud di Bologna, che confina con via Stignano e via Ardigò, una strada di circa 180 metri in salita che costeggia in destra idraulica l’argine del torrente Savena, a monte della chiusa di San Ruffillo. Su questa via sorgono due villette edificate fra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, abitate da alcuni residenti che mi hanno contattato allarmati per quello che sta succedendo.

In particolare, i residenti si sono accorti che la sponda del torrente Savena, che sorregge la strada e le loro case, negli ultimi 18-20 mesi si è profondamente modificata, abbassandosi a gradoni fino a un metro di dislivello. Si sono presentate crepe nei muri perimetrali delle loro case e una spaccatura sulla strada perpendicolare all’andamento dell’argine.

Sul torrente sono state fatte in tempi recenti, più o meno contemporanei alla modifica geologica riferita dai residenti, alcune opere di manutenzione, la prima a inizio 2020, a seguito di una piena particolarmente aggressiva di novembre 2019, che aveva mangiato una parte di sponda e anche un sentiero del CAI, per cui sono stati fatti lavori urgenti per la difesa spondale di ricostruzione della scarpata, la seconda di metà 2021, dato che i lavori dell’anno precedente non erano stati risolutivi, sono stati posati massi ciclopici per consolidare il piede del versante di frana.

Se, però, in questi lavori e nelle relazioni che ho letto con estrema attenzione, facendomi aiutare anche da persone molto più competenti di me, da professionisti che si occupano di questo nella vita, c’è qualcosa che manca, e cosa esiste e vive al di sopra di questa sponda e come tutelarlo. In nessun documento viene scritto una riga sul mettere in sicurezza la sponda per la difesa della strada o dell’abitato. Ne vengono prese in esame o valutate le forze che agiscono al di sopra della scarpata.

Dico di più. Le mappe regionali, aggiornate a una decina di anni fa, catalogano quella sponda come una frana acquiescente, ovvero che non ha mostrato un movimento negli ultimi cicli stagionali. Ma la realtà ci dice che negli ultimi mesi la frana si era attivata e la Regione deve sentire, credo, la responsabilità di case occupate e di persone che abitano lì.

Chiedo, quindi, perché l’intervento del 2019 non sia stato risolutivo, ma si è dovuto intervenire poi anche nel 2021, se l’intervento del 2021 sia finalmente risolutivo e se l’area è stata posta in sicurezza, si vi siano rischi di cedimenti strutturali dell’abitazione di via Ardigò, della sede stradale di via Ardigò e del sentiero 913 del CAI.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Prego, assessora Priolo.

 

PRIOLO, assessora: Proverò a dare una risposta che rientra nel merito delle competenze regionali, che quindi hanno fatto intervenire l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, perché sono quelle attinenti strettamente all’officiosità idraulica del torrente Savena e non hanno a che fare direttamente, se non indirettamente, invece, con quanto da lei evidenziato. Quindi, preliminarmente è opportuno precisare che l’intervento denominato “Sistemazione tratto del torrente Savena a monte del Ponte delle Oche, fino alla briglia di San Ruffillo, in Comune di Pianoro”, prevedeva la realizzazione di numerosi interventi lungo il tratto del torrente Savena sopra identificato, e l’intervento puntuale richiamato dall’interpellanza è uno dei tanti previsti in una perizia giustificativa dei lavori. Tra gli interventi previsti era particolarmente rilevante ai fini della sicurezza idraulica il consolidamento del piede della scarpata dell’argine in terra, posto a circa 200 metri a monte della briglia di San Ruffillo, in destra idraulica, in prossimità di via Pavese. Tale tratto di arginatura era stato realizzato sulla base delle indicazioni di programmazione degli interventi del Piano stralcio di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Reno, con lo scopo di ridurre il rischio idraulico e contenere le piene per eventi con tempi di ritorno pari a cinquant’anni. In seguito alle piene del 2019 si era innescato un processo erosivo del piede del rilevato, con conseguente indebolimento dell’opera, da cui è scaturita la necessità di consolidamento. In fase di realizzazione dell’opera si è riscontrata l’esigenza non solo di intervenire sul piede del rilevato, ma di proteggere anche la sponda interna con un rivestimento in pietrame che, all’innalzarsi del livello di piena, impedisse il dilavamento del terreno e il verificarsi di nuove erosioni.

Questa necessità ha portato a concentrare gli importi destinati agli interventi ipotizzati a monte della briglia di San Ruffillo, esclusivamente sulla messa in sicurezza dell’argine, in quanto elemento di maggior rischio idraulico, posto peraltro in prossimità delle scuole elementari di via Pavese. L’impegno dell’Amministrazione di provvedere alla realizzazione di un’opera di difesa spondale in sinistra del tratto, subito a monte della briglia di San Ruffillo, al fine di evitare franamenti di materiali che ostruissero la sezione di deflusso, è stato mantenuto e confermato tale fabbisogno nell’ambito della ricognizione condotta a seguito dell’ordinanza di Protezione civile n. 622 del 2019, che conseguentemente ha finanziato l’intervento lavori di ripresa di erosione spondale del tratto torrente Savena, compreso tra il Comune di Bologna e il Comune di Pianoro, conclusosi nel 2021.

L’intervento ha riguardato il versante in sinistra idraulica che ha interessato i movimenti franosi che causavano lo scivolamento del materiale e il restringimento della sezione del corso d’acqua, con possibile occlusione dell’alveo di magra. In questo contesto, poiché il fenomeno erosivo al piede della sponda costituiva un elemento di rischio per l’innesco di nuovi movimenti franosi, si è reso necessario realizzare una difesa in massi con l’unica finalità di garantire l’officiosità idraulica del torrente Savena.

Scopo dell’intervento era il mantenimento dell’officiosità idraulica del torrente Savena, e non la difesa dei beni privati, o della viabilità comunale di via Ardigò, attività di manutenzione del territorio che non rientrano nell’ambito di competenza dell’Agenzia.

Si ricorda, infine, quanto previsto dall’articolo 12 del regio decreto n. 523 del 1904 – ahimè, sono ancora queste le norme a cui facciamo riferimento – che dice che “i lavori ai fiumi e ai torrenti che avessero per unico oggetto la conservazione di un ponte, o di una strada pubblica, ordinaria o ferrata, si eseguono e si mantengono a spese esclusive di quella Amministrazione cui spetta la conservazione del ponte o della strada. Se essi gioveranno anche ai terreni e anche ad altri beni pubblici e privati, proprietari e possidenti potranno essere chiamati a concorrere in ragione degli utili che ne risentiranno. Sono ad esclusivo carico dei proprietari e possessori frontisti le costruzioni delle opere di sola difesa dei loro beni contro i corsi d’acqua, di qualsiasi natura, non compresi nelle categorie precedenti. Essi possono però chiedere di essere costituiti in consorzio costitutivo con il procedimento di cui all’articolo 21, chiamando a concorrere gli eventuali proprietari che dell’opera risentono beneficio”.

Gli interventi fino ad ora realizzati dalle strutture dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile sono stati finalizzati al presidio della sicurezza e officiosità idraulica e non hanno riguardato in alcun modo interventi o indagini sullo stato delle abitazioni di via Ardigò, della sede stradale di via Ardigò, o del sentiero 913 del CAI. Devo dire che ho chiesto comunque agli uffici di verificare anche con il Comune di Bologna da questo punto di vista, dove insiste l’abitazione se ci fossero particolari segnalazioni sui cedimenti strutturali e non abbiamo un ritorno come segnalazione che ci compete.

Ci tenevo a precisare però che in questo caso noi abbiamo agito, siamo intervenuti laddove la competenza lo richiedeva, per garantire l’officiosità idraulica, che è il compito che pertiene la nostra agenzia. Diversamente, in questo caso competerebbe direttamente ai privati dover ottemperare, come prevede il Regio decreto, per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza della loro privata abitazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Priolo.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Per me sono molto chiare le varie competenze, anche se secondo me c’è un punto da fare, cioè che prima di scrivere a me questi cittadini hanno scritto a tutte le Istituzioni, e secondo me sarebbe molto utile agevolare un incontro sicuramente con loro, ma anche un confronto con residenti, CAI, Comune di Bologna e Regione, credo che soprattutto in momenti come questo si possa fare e sono felice di poterlo agevolare, anche perché rimane un problema oggettivo e la speranza che l’intervento del 2021 sia veramente risolutivo.

Va bene, grazie, assessore, grazie per la risposta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

Appello dei consiglieri

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARGI Stefano
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. BULBI Massimo
  7. CALIANDRO Stefano
  8. CASTALDINI Valentina
  9. CATELLANI Maura
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. DELMONTE Gabriele
  14. FABBRI Marco
  15. FACCI Michele
  16. FELICORI Mauro
  17. GIBERTONI Giulia
  18. LIVERANI Andrea
  19. MALETTI Francesca
  20. MARCHETTI Daniele
  21. MARCHETTI Francesca
  22. MASTACCHI Marco
  23. MONTALTI Lia
  24. MONTEVECCHI Matteo
  25. MORI Roberta
  26. MUMOLO Antonio
  27. OCCHI Emiliano
  28. PARUOLO Giuseppe
  29. PELLONI Simone
  30. PETITTI Emma
  31. PICCININI Silvia
  32. PIGONI Giulia
  33. PILLATI Marilena
  34. POMPIGNOLI Massimiliano
  35. RAINIERI Fabio
  36. RANCAN Matteo
  37. RONTINI Manuela
  38. ROSSI Nadia
  39. SABATTINI Luca
  40. SONCINI Ottavia
  41. STRAGLIATI Valentina
  42. TAGLIAFERRI Giancarlo
  43. TARASCONI Katia
  44. TARUFFI Igor
  45. ZAMBONI Silvia
  46. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): 46 presenti.

 

OGGETTO 4857

Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire una de-escalation militare. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Lisei, Pigoni, Castaldini, Piccinini, Taruffi, Mastacchi, Rancan, Zamboni

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto si riprende dalla discussione della risoluzione sull’oggetto 4857: risoluzione che impegna la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire la de-escalation militare, a firma dei consiglieri Zappaterra, Lisei, Pigoni, Castaldini, Piccinini, Taruffi, Mastacchi, Rancan e Zamboni.

Chi si iscrive a parlare? Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Già mi sembra strano e particolare, molto curioso e davvero fuori da ogni logica dover venire in quest’aula oggi e, purtroppo, dover parlare di guerra, mai mi sarei aspettato nel 2022 di venire nella nostra aula della Regione Emilia-Romagna a parlare di un conflitto di guerra, di morti, di civili che devono scappare, perché sotto le bombe e sotto attacco.

Penso che, oltre al fatto di fare una risoluzione comune, sia necessario fare qualcosa di concreto, e poi mi spiegherò meglio, ma oggi stiamo assistendo all’assurdo nella nostra storia, perché in queste giornate, in questi dodici giorni oggi, dove si trova sulla scena internazionale e tiene banco sulla scena internazionale questo conflitto, sappiamo bene che molti di noi hanno pensato che dalla storia non abbiamo imparato nulla. Questo lo dico perché il conflitto e la guerra non sono mai la risposta a problemi diplomatici o a problemi di convivenza tra popoli, e non lo devono essere. Oggi abbiamo assistito e stiamo assistendo a una delle fasi più buie del nostro periodo, che non è assolutamente giustificabile. Noi abbiamo presente bene la storia ed è per questo che dobbiamo lavorare perché le guerre non debbano mai venire a verificarsi o, purtroppo, a ripetersi.

Quello che stiamo vedendo l’abbiamo visto tutti dai giornali, le cronistorie di cosa è successo, a me oggi, però, piacerebbe parlare fuori da ogni tipo di tifoseria, fuori da ogni tipo di ideologia, perché le tifoserie oggi portano solamente a un’escalation molto pericolosa di quello che oggi è un conflitto già aspro, di quello che oggi è già una crisi geopolitica importantissima. Noi dobbiamo avere ben presente che con i missili e le bombe non si trova mai una soluzione, anzi si crea solo disagio sociale. Oggi quello che abbiamo nella nostra regione e nel nostro Paese è anche un ingresso di persone, di profughi, profughi che scappano da guerre e che noi abbiamo il dovere di accogliere, il dovere di aiutare, il dovere di supportare. Per questo io ringrazio i tanti enti di volontariato, le tante parrocchie, i tanti Comuni che si stanno prodigando per aiutare queste persone. Oltretutto, mi permetto di dire che sarebbe necessario e magari anche consigliato o auspicabile che la Regione potesse magari stanziare dei fondi per quei Comuni che oggi, in attesa anche di accordi statali, aiutano e stanno aiutando profughi ucraini, in attesa di capire cosa avverrà a livello centrale.

Quello che c’è da fare oggi, però, e penso che sia comune a tutti, è lavorare per la pace perché, al di là di tutto, non possiamo permetterci che ci siano questi problemi all’interno della nostra Europa. Sappiamo bene che a parte la distanza breve che ci separa dalla geolocalizzazione del conflitto, siamo praticamente coinvolti, viste anche le dichiarazioni dell’Unione europea e viste anche le prese di posizione del Governo dello Stato italiano.

Io dico allora che noi dobbiamo cercare, con tutte le nostre forze, di intraprendere la via diplomatica: è questo quello che dico. Poi, in questi giorni, sia Russia che Ucraina si sono visti, anzi, si sono viste le rispettive delegazioni. Non so se si arriverà ad una definizione rapida del conflitto, ma io spero di sì, e spero che sia necessario quindi fermare questo scempio. Anche perché, al di là di tutta quella che è la vera emergenza, cioè l’emergenza umanitaria, l’emergenza sociale e l’emergenza di quelle famiglie, alcune nascoste nei bunker, altre nelle metropolitane, altre scappano, per chi riesce a scappare, vi è anche l’emergenza economica.

Sappiamo bene che le nostre imprese hanno rapporti con determinate parti del nostro globo, compresa anche la Russia. Sono state applicate delle sanzioni che ovviamente vedranno delle contro sanzioni, sappiamo bene qual è la cronistoria; ma dobbiamo lavorare, oggi, anche per cercare di tutelare il nostro tessuto economico.

Quanto al nostro tessuto economico avete sentito, anche nei giorni scorsi, le parole di rappresentanti di categoria, che hanno detto: attenzione, aiutateci perché noi abbiamo una grande crisi da affrontare.

Ovviamente, sapete bene che dopo il Covid non ci sarebbe mai voluta, per le nostre imprese, per la nostra economia, una crisi di questo tipo, perché è veramente deleteria. Sono, siamo quindi davvero soddisfatti di questa risoluzione unanime, che ha comportato un lavoro importante di tutti i Gruppi politici in questa Regione, perché noi pensiamo che la Regione Emilia-Romagna sia una regione importante, che tiene rapporti anche internazionali, di un determinato tipo. Cito per esempio quelli che sono stati dei viaggi nel passato, quando siamo andati a vedere cosa si faceva, per esempio, in Bielorussia, al confine con l’Ucraina. Oltre a manifestare la solidarietà, quindi, ci vogliono però anche azioni concrete. Ci vogliono quindi sostegni per quella che è l’accoglienza, e la Regione Emilia-Romagna deve e può fare la sua parte. Noi siamo uniti, in questo, è fondamentale.

Ogni tanto ci veniva da chiederci… Sentivo prima il consigliere Taruffi, che diceva “mi fa piacere che in quest’Aula e a livello anche nazionale si sia presa una posizione unanime anche per chi magari ha fatto determinate cose, ha detto determinate cose negli ultimi periodi”, però, signori, dobbiamo guardarci in faccia e dirci che la guerra cambia tutto, perché quando a un certo punto ci sono delle invasioni, ci sono delle guerre, ci sono delle violenze, noi dobbiamo fermamente condannare quegli atti che sono atti sbagliati, e questo lo diciamo a gran voce.

Vi è poi anche tutta la partita della energetica, quindi della nostra necessità di essere al più presto autonomi sulla parte energetica, perché oltre l’Emilia-Romagna noi siamo l’Italia, una nazione di cui noi siamo orgogliosi, che può davvero fare la differenza nel contesto internazionale e fare la differenza anche nel contesto geopolitico, e dobbiamo fare la differenza.

Ovviamente a tutti noi rimane (sono contento che sia specificato in questa risoluzione) il cordoglio alle famiglie di tutte le vittime di questa terribile guerra, perché, al di là dell’emergenza con la quale noi dobbiamo fare i conti a livello di impatto sociale, impatto di accoglienza, dobbiamo sicuramente però fare i conti e dare un ampio cordoglio a quelle famiglie che oggi soffrono, a quelle famiglie che hanno parenti in Ucraina, a quelle famiglie che magari si sono divise, perché le donne e i bambini sono venuti via, mentre gli uomini sono rimasti a combattere, mentre magari anche qui vi sono stati dei ricongiungimenti difficili dovuti a questa guerra.

Speriamo quindi che ci sia un intervento urgente, che ci sia qualcosa di strutturale, di veramente strutturale a livello umanitario, a livello economico e soprattutto anche a livello di politica estera, che deve essere una politica estera forte, che possa dare una risposta concreta a tutte le emergenze di questa guerra che proprio nessuno si aspettava, nessuno vuole e tutti vogliamo che si concluda il prima possibile, perché siamo ai limiti di qualcosa di davvero incredibile.

Chiudo ovviamente annunciando il voto favorevole del Gruppo della Lega a questa risoluzione, sperando che si possa davvero aiutare queste persone che stanno arrivando con concretezza, serietà e buonsenso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Mai avrei pensato di dover intervenire su un tema come questo, una guerra nel cuore dell’Europa, una guerra sanguinosa che sta portando distruzione e morte fra la popolazione civile.

Forza Italia appoggia convintamente questa risoluzione di sostegno al popolo ucraino, ed è stato evidente che di fronte a questo non ci sono state divisioni, ma un dialogo franco. Questo dice di una maturità politica. Non possiamo chiaramente esimerci da un giudizio politico e dal chiederci cosa avrebbe potuto fare l’Europa e non ha fatto. Ma questo io credo non sia il momento dell’analisi, ma della domanda profonda di che cosa, da una parte, possiamo fare noi come politici impegnati in un’Assemblea legislativa, ma è anche il momento di cercare di lenire le ferite di chi arriva nel nostro Paese.

Vista la mia provenienza, io credo sia giusto qua ricordare le parole di Papa Francesco. Non le faccio mie, perché sarebbe indegno farle mie, però mi ha colpito molto che cosa ha scritto, provando anche a delineare un modo di agire e di pensare alla guerra. Il Papa ha detto: “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto, così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace”. Ecco, prendiamo contatto con le ferite: è questo il punto, credo, da cui dobbiamo partire oggi per non essere ideologici.

Ho avuto occasione di vedere in questa giornata tanti atti privi di ideologia, anzi belli, belli da guardare, belli da vedere, come le parole della comunità che abbiamo sentito giù in aula Fanti, dove si metteva insieme il desiderio d’aiuto alla necessità e alla bellezza di una chiesa, come quella di Bologna e quella di San Michele, che si trova a pregare, che sembra un gesto piccolo, ma che lei ha testimoniato essere un gesto grande.

Oggi, 8 marzo, 26.000 donne ucraine residenti in Emilia-Romagna, che abitano le nostre case, che servono i nostri anziani, e non solo, e che si sentono impotenti di fronte al dolore della famiglia che hanno lasciato e che stanno tentando di portare in Italia, e ne arriveranno tante e tante altre. Con queste donne che fanno le valigie, scegliendo in un soffio cosa prendere e cosa lasciare, per loro e per i loro figli, e che si chiudono alle spalle la porta di casa, sapendo che forse non la riapriranno più. Le donne che devono salutare i propri mariti e i propri compagni alla frontiera, che devono salutare i figli perché hanno compiuto diciotto anni e per forza devono andare a combattere, che considerano ancora bambini, ma che sono costretti a combattere. Le donne più anziane, che non sanno se riusciranno ad affrontare il viaggio, molte volte preferiscono rimanere lì, a costo della loro vita.

Il nostro compito politico, in questo momento storico, credo sia di servire quel dolore, quel dolore sconfinato che io non riesco neanche a comprendere e che forse molti di noi non riescono neanche a comprendere. L’ingranaggio sta partendo, piano, e spero che arriverà a breve a regime, quello della solidarietà. Si sta facendo uno sforzo grande, uno sforzo che credo vada organizzato con estrema cura.

È per questo che qui oggi provo a proporre alcuni punti concreti, che sono stati momenti di confronto con chi appunto deve aver a che fare con quelle donne, con questa emergenza e con tutti i problemi che si stanno ponendo davanti a noi. Innanzitutto, ieri abbiamo superato le 2.000 persone arrivate in Regione, 500 solo a Bologna, e di queste solo un centinaio sono nei CAS. È normale, perché in molti casi vengono accolti in famiglie, e si apre, in questo caso abbiamo un punto politico, tutta la questione del tracciamento.

Come avete visto è stato aperto un hub nel centro di Bologna. Questa rete deve esistere in tutte le province della nostra Regione. La prima accoglienza, cioè, che vuol dire l’identificazione per poi avere tutti i servizi che la Regione Emilia-Romagna gli offrirà e un primo punto di screening per tamponi e vaccini è evidente che non basta solo a Bologna. Per cui spero che da qui a brevissimo tutte le province possano avere lo stesso identico hub che è stato pensato e immaginato nella mia città.

Vorrei poi che si tenesse in enorme considerazione non solo, giustamente, facendo vedere la volontà e l’amore che abbiamo nell’accoglienza di quei bambini, ma vorrei che noi, che l’assessore alla scuola da oggi potesse immaginare un percorso di vera accoglienza, di vera integrazione. Questi sono bambini che non sanno una parola di italiano, e non sono solo bambini delle elementari, ma ci troveremo a gestire una fascia di età da zero anni fino all’università, così come è scritto nella risoluzione. Giustamente abbiamo non solo l’esigenza di avere dei mediatori culturali che in certi casi non basta, ma serve affrontare seriamente la lingua italiana, perché queste persone non rimarranno qua per poco. Queste persone non torneranno nel loro Paese; decideranno, molto probabilmente, che questa sarà la loro terra.

Non è un problema di emergenza, allora, ma è un problema di lungo periodo. E se c’è una responsabilità che noi abbiamo, è l’educazione, e la Regione ha un enorme compito, quello di fare un tavolo, che so che è già stato previsto, ma oltre al tavolo è evidente che abbiamo bisogno di risorse, di persone competenti, di qualcuno che sappia dialogare e insegnare la lingua italiana, perché è fondamentale per un primo passo nei confronti dell’integrazione.

Altro aspetto. Ho visto e sono molto contenta di questa piccola brochure informativa su come raccogliere medicinali, soldi e vestiario. Se c’è una cosa che ha colpito il nostro cuore, è la grande, enorme disponibilità di aiuto e di accoglienza. Parliamo innanzitutto delle tantissime famiglie disposte ad accogliere, su questo noi anche qui possiamo dare un contributo fondamentale come Regione Emilia-Romagna, forse essere i primi, ovvero abbiamo la necessità di avere un registro dove poter far iscrivere quelle persone desiderose di essere famiglie accoglienti per un percorso che durerà non una settimana, ma mesi interi, ed è evidente che quelle famiglie hanno bisogno di punti di riferimento istituzionali per rispondere alle tantissime domande che hanno, essendo loro famiglie che accolgono.

Altro aspetto. Può essere – speriamo – che da Roma qualcuno pensi al sostegno economico per queste famiglie, e avere un registro di queste famiglie vuol dire avere già un punto di riferimento a chi poter dare i contributi. Sono fatti piccolissimi, ma credo che possano mettere ordine al desiderio enorme, bello e da tenere con grande riguardo di chi vuole aiutare, quindi un registro per le famiglie e un punto informativo dedicato alle famiglie che vogliono accogliere e poi la grande questione della raccolta di denaro e di materiale.

Su questo, visto che la Regione Emilia-Romagna è molto competente e sa che tipo di comunicazione fare su certi temi, è fondamentale comunicare il meglio possibile come e a chi donare, perché le notizie sono veramente schizofreniche in questo caso, perché ci sono realtà che chiedono di sospendere alcune raccolte, altre che ne chiedono, e, di fronte alla buona volontà e alla generosità, non possiamo dire no, ma bisogna dire qual è l’indirizzo e qual è la via che la Regione Emilia-Romagna persegue, per cui la capacità di comunicare e di saper informare chi ha questa enorme capacità di accogliere.

Io non vado avanti oltre. Credo che per parlare di pace un primo passo sia quello di fare bene sul serio il nostro lavoro. La pace passa anche da lì, cioè la pace che si può dare nel cuore a chi arriva e dire: ecco, questa è casa tua; non è più la casa che hai abbandonato, ma c’è una nuova casa che tu puoi trovare nella regione Emilia-Romagna. È un nostro compito. Anzi, è il primo compito che noi abbiamo in un periodo così doloroso di guerra.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Mi unisco innanzitutto alle parole delle colleghe e dei colleghi che mi hanno preceduta, esprimendo lo sgomento per questa aggressione vigliacca e violenta da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina, che sta portando anche l’intera Europa, se non riusciremo a tirare il freno di emergenza, sull’orlo di un conflitto più esteso. Quindi, è molto importante che si sia trovata la capacità di arrivare ad una risoluzione unitaria, sostenuta da tutte le forze politiche rappresentate in questa Assemblea. È un risultato davvero importante, perché trovare un punto di vista condiviso in una situazione così tragica è un piccolo aiuto, è un piccolo passo in avanti per dare un contributo positivo alla soluzione del conflitto, naturalmente con le possibilità limitate che abbiamo. Però, è giusto che in tutte le sedi dove siamo attivi facciamo sentire la nostra voce.

Il primo punto, quindi, è questa condanna dell’aggressione. È stato giusto dare come prima risposta quella delle sanzioni economiche, sanzioni economiche che, però, come è già stato ricordato, colpiscono anche chi le impone allo Stato aggressore. Però, è la strada non violenta dal punto di vista dello scontro armato, non sanguinosa per cercare di indurre lo Stato aggressore a più miti consigli. È difficile, però, oggi, immaginare quale sarà la durata di questo scontro e, quindi, è difficile anche immaginare la traiettoria temporale degli aiuti che andranno messi a disposizione della popolazione in fuga, perché di fronte a una parte di cittadini che restano e combattono noi vediamo decine di migliaia di persone che ogni giorno, con fagotti più o meno grandi, abbandonano il Paese, abbandonano le loro case, senza sapere quando mai ci potranno fare ritorno. Quindi, è una situazione veramente drammatica. Quindi, bene accompagnare le sanzioni economiche da un’azione diplomatica.

Non si può, però, non notare qui l’assenza dell’Unione europea in quanto tale. È intervenuto il premier israeliano Bennett, è intervenuto Erdogan, Johnson ha pubblicato una sua traiettoria di condizioni per arrivare a un cessate il fuoco che difficilmente la Federazione Russa, nella figura di Vladimir Putin accetterà, Macron pure è in movimento da tempo. Manca un’iniziativa chiara dell’Unione europea. Contemporaneamente, diciamo pure che preoccupa che la locomotiva politica ed economica dell’Unione europea, cioè la Germania, abbia avviato un programma di riarmo del valore di 100 miliardi di euro. Non succedeva da decenni, si può dire quasi dalla fine della seconda guerra mondiale, che la Germania avviasse un programma così massiccio di riarmo.

Le risposte che possiamo allora dare, naturalmente, temporalmente hanno due livelli: uno, ripeto, è quello della risposta a breve termine. Oggi Europa Verde sottoscrive questa risoluzione unitaria, ma nel contempo ne ha depositata una propria che indica quello che noi ci aspettiamo debba fare la Regione: quindi, attivare urgentemente aiuti economici e umanitari a favore della popolazione ucraina e dei profughi, avviare progetti di accoglienza, tenendo conto che possono essere a lungo termine, e che c’è anche il tema dell’impatto sanitario. Noi abbiamo infatti ancora un’emergenza Covid, che non è completamente conclusa, e sappiamo che la popolazione in arrivo non è tutta vaccinata. Poi, sostenere le manifestazioni e le iniziative che in Emilia-Romagna chiedono la cessazione del conflitto; operare nelle sedi opportune perché il Governo italiano prenda iniziative diplomatiche a favore del cessate il fuoco e non continui a guardare l’attività degli altri; chiedere al Governo, nelle sedi opportune dove la Regione Emilia-Romagna può agire, di adoperarsi a livello internazionale per evitare che centrali nucleari e siti di stoccaggio di materiali radioattivi possano rappresentare degli obiettivi militari. Questo pericolo, che abbiamo già visto concretamente, dall’assalto alla centrale dismessa di Chernobyl, all’assalto ad un’altra centrale ancora in funzione, dovrebbe aprire gli occhi a chi ancora non vuole vedere questa realtà, quanto sia pericolosa la tecnologia nucleare, anche per questi fatti.

Alla Regione Emilia-Romagna Europa Verde chiede poi di sostenere la petizione “un dividendo per la pace”, nata a sostegno della proposta di scienziati e di una cinquantina di premi Nobel, tra i quali Carlo Rubbia e Giorgio Parisi, che chiedono ai Governi di tutto il mondo di tagliare del 2 per cento le spese militari annuali per cinque anni, al fine di creare un fondo, stimato nell’ordine di 1.000 miliardi di dollari al 2030, da impiegare per combattere la crisi climatica, la povertà, le pandemie.

Questa è una misura di quelle a lungo termine, ossia quelle che costruiscono le condizioni per la pace, cosa che non è stata fatta rispetto al conflitto tra Ucraina e Federazione Russa, che covava sotto l’apparente cenere.

Le azioni di disarmo bilanciato per raccogliere fondi da dedicare a iniziative di pace e di prosperità sono quindi fondamentali sul medio e lungo periodo, anche in questo caso, perché affrontare la giusta accoglienza da dare ai profughi richiede, come è già stato ricordato, risorse.

Chiediamo quindi che l’Emilia-Romagna prenda atto che l’energia nucleare è intrinsecamente una tecnologia pericolosa e che lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili è l’unica strada per rendere il nostro Paese, quindi anche l’Emilia-Romagna, autonomo dalla dipendenza da fonti di energia come il gas metano, che incidono anche pesantemente (l’abbiamo visto in queste settimane) sui bilanci del sistema Italia e che coinvolgono contesti geostrategici critici, come conferma il conflitto in corso in Ucraina.

È necessario quindi prendere atto che invece bisogna guardare alle energie rinnovabili, come indicato nel Patto per il lavoro e per il clima, e che questo impiego delle energie rinnovabili deve essere prioritario in Emilia-Romagna, mentre oggi vediamo che un grande progetto come Agnes al largo di Ravenna, una mega centrale eolica off-shore, viene ostacolato, idem succede per un impianto analogo al largo di Rimini.

Ecco chi sono i Partiti del no, sono quelle Amministrazioni locali che impediscono che si ricorra in maniera costruttiva alle energie rinnovabili in una fase in cui abbiamo visto che dipendere da fonti di energia estere crea problemi economici e adesso va a intercettare questioni di conflitti internazionali.

Chiediamo anche un’altra cosa, e questo è un compito che possiamo assumere tutti: promuovere un dialogo congiunto tra le comunità russe e ucraine che vivono in Emilia-Romagna come una sorta di elemento di diplomazia pacificatrice dal basso. Oggi abbiamo incontrato alcuni rappresentanti della comunità ucraina della nostra Regione, ci sono anche comunità russe, proviamo a facilitare un dialogo perché, dopo le macerie della guerra, bisognerà ricostruire un contesto di pace, e questo contesto di pace va messo in campo preventivamente, sennò continueremo a passare dallo sgomento per un conflitto allo sgomento per un altro conflitto. Ecco perché sarebbe il caso che il “Governo dei migliori”, a guida Draghi, si desse da fare per contribuire alla realizzazione di un’Europa denuclearizzata dall’Atlantico agli Urali, procedesse alla ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari e contribuisse a riaprire una riflessione a livello europeo sulla necessità di condividere un’unica politica comunitaria estera e di difesa dell’Unione europea, che consentirebbe, tra l’altro, di ridurre le spese militari. Basti pensare che le spese militari dell’Italia e della Germania, che continua ad aumentare – ho già ricordato che la Germania ha un piano di riarmo da 100 miliardi di euro, una cosa veramente sconvolgente rispetto alla traiettoria che aveva seguito fino adesso di rifiutare politiche di riarmo – sono pari a quelle di alleanze molto più estese. Quindi, una politica di difesa unitaria dell’Unione europea consentirebbe, di nuovo, di risparmiare risorse, da investire molto più proficuamente per il bene dell’umanità e non per alimentare conflitti armati.

È importante, quindi, che come Regione, come forze politiche di questa Regione e come società civile noi si operi per radicare profondamente questa cultura della pace. Si dice: si vis pacem, para bellum. No, cominciamo a passare a: si vis pacem, para pacem.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ci troviamo qui oggi, dopo due anni di pandemia che ha stravolto le nostre vite e ha martoriato la nostra economia, a parlare di rischio di terza guerra mondiale. Siamo stati catapultati all’interno di un conflitto che è nel cuore dell’Europa. Si parla addirittura di bombardamenti delle centrali nucleari dell’Ucraina e rispetto anche a un rischio di fuga di materiale radioattivo. È uno scenario surreale. E a questo assistiamo ogni giorno da qualche settimana a questa parte. Sembra un film e, invece, purtroppo è la realtà.

In questo senso oggi abbiamo il dovere di sostenere questa Istituzione, quindi la Regione, affinché metta in campo tutte le azioni necessarie, come si è detto anche in precedenza, rispetto all’accoglienza dei rifugiati che questa guerra sta provocando, rispetto all’integrazione, alla mediazione: tutte azioni che sono necessarie, e aiuti che sono indispensabili a un popolo che è sotto attacco.

Abbiamo anche il compito di rispondere in maniera unitaria, come Paese, all’interno dell’Unione europea. Un Paese che però si deve interrogare anche rispetto alle conseguenze delle nostre azioni in questo conflitto. Io credo che questo Paese abbia anche l’obbligo di guardare agli errori del passato, per evitare di ricommetterli.

In questo senso, faccio riferimento anche a quella che è stata una mancata politica energetica di questo Paese. Questo è uno di quegli errori che noi oggi stiamo pagando: li stiamo pagando come cittadini, li stiamo pagando come imprese, li stiamo pagando come economia. Abbiamo mancato di fare investimenti sulle energie rinnovabili. Nel 2011 abbiamo bloccato lo sviluppo delle energie e delle infrastrutture, delle energie rinnovabili, quando questo Paese avrebbe la capacità di produrre sei, sette, dieci giga di fotovoltaico, e se non avessimo smesso di investire in quel settore, probabilmente oggi faremmo sicuramente a meno del gas russo da cui oggi dipendiamo.

In questo senso, ovviamente, oggi si parla di ricorrere a fonti diversificate. Addirittura, si parla di riaprire le centrali a carbone: uno scenario inquietante, che aggiunge un problema ad un problema, perché l’emergenza climatica è un problema attuale. Questa guerra corre il rischio di andare ad accentuare anche quel problema.

Noi allora abbiamo l’obbligo, oggi, di promuovere il dialogo, di promuovere la de-escalation. Come dicevo, dobbiamo fare di tutto, anche come Regione, perché la Regione può fare la propria parte, anche per parlare un linguaggio di pace. Abbiamo il dovere di provare a fare la nostra parte per fermare questa guerra insensata che sta provocando, come dicevo, tante vittime anche tra i civili, che notoriamente sono quelli che alla fine di tutto ci rimettono.

Abbiamo il dovere, come dicevo, di sostenere i nostri sindaci anche nell’accoglienza, so che molte realtà si stanno attivando anche con piattaforme, anche con chiamate, ho visto tanti sindaci esporsi in prima persona per sollecitare tutte quelle famiglie che hanno la possibilità di accogliere i rifugiati a farlo, è il momento per ognuno di noi di fare la nostra parte, chi può accogliendo i rifugiati che oggi arrivano, ma arriveranno in maniera sempre più massiccia.

Abbiamo il dovere di sostenere le nostre associazioni, che si stanno spendendo per poter dare un aiuto a questo popolo, però, allo stesso tempo, abbiamo anche il dovere, come ricordavo prima, di mettere in campo tutto ciò che può agevolare azioni istituzionali, dialoghi, quella de-escalation che ci deve portare ad abbandonare le armi e provare ad addivenire ad una pace collettiva.

Credo che però questo Paese abbia anche il dovere di non perdere di vista l’orizzonte, quindi tutte quelle politiche di cui oggi ci ritroviamo a parlare, tutti quegli errori che sono stati fatti nel passato e che oggi non sono più recuperabili, però, guardando all’orizzonte, credo che abbiamo il dovere morale di dovere e di potere cambiare rotta, e in questo senso fare tutto ciò che è nelle possibilità delle Istituzioni tutte per poter arrivare anche all’indipendenza energetica, che oggi è un vero problema. Ce ne siamo resi conto in maniera manifesta, perché questa guerra ha portato alla luce anche questo, quindi provare a puntare, come dicevo prima, a rendere il nostro Paese meno vulnerabile anche da questo punto di vista, meno dipendente da situazioni geopolitiche che non ci appartengono, sulle quali potremmo svincolarci e non dover più dipendere da chi tiene il tubo del gas, come in questo caso la Russia, ma come può essere l’America o altre nazioni, e fare investimenti che siano strutturali da questo punto di vista, proprio perché questo Paese ne ha le capacità e, come diceva anche oggi il presidente Bonaccini, ci sono aziende che stanno urlando il loro grido di aiuto in questo senso, e noi abbiamo il dovere di rispondere con azioni, però, concrete.

Io ringrazio i colleghi e voglio ringraziare anche l’assessora Priolo che questa mattina, rispondendo a un question time del collega Costa, ha fatto il quadro della situazione di tutto ciò che questa Regione sta facendo. Quindi, da parte mia va un doveroso ringraziamento e apprezzamento per quello che si sta facendo. Credo che sia utile, anche come Gruppi consiliari, poter fare degli approfondimenti e tenerci costantemente informati su quelli che sono gli sviluppi di questa guerra e su quelli che sono gli sviluppi delle azioni che questa Regione sta mettendo in campo, anche per poter fare, nel nostro piccolo ovviamente, la nostra parte. Quindi, ancora grazie a tutti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Mi associo a quanto già detto dai colleghi degli altri Gruppi assembleari nel dire che ritengo un ottimo segnale il fatto che quest’aula all’unanimità oggi si esprima verso la stigmatizzazione della tragedia dell’Ucraina, che è una tragedia che si consuma da giorni e ritenuta da tutti inaccettabile. Non è scontato. Le vicende sono sempre complesse, quindi penso davvero che la posizione che prendiamo oggi sia una posizione forte, almeno quanto quella già presa dal Parlamento.

La tragedia che si sta consumando in Ucraina, dicevo, è veramente inaccettabile e di dimensioni enormi. Più di un milione di profughi ha già attraversato il confine ucraino, prosegue incessantemente l’offensiva militare russa dal cielo, dalla terra e dal mare, che punta a fiaccare ogni resistenza e a sottomettere Kiev. I colloqui avviati tra le delegazioni di Kiev e di Mosca procedono, ma procedono molto lentamente, senza peraltro che Mosca abbia concesso una tregua, tregua chiesta non soltanto dagli ucraini, ma anche dalle Nazioni Unite, dall’Unione europea e dai principali leader mondiali. Poi, se grazie a un potenziale militare nettamente superiore Putin può imporre una soluzione basata sulla forza, da questa avventura il presidente russo forse non sta ottenendo i risultati sperati. L’Europa a volte titubante si è compattata e ha risposto in maniera ferma e decisa.

Forse Putin pensava che sarebbe stata una guerra-lampo, che gli avrebbe consegnato l’Ucraina in poche ore. Deve invece fare i conti con una resistenza tenace, che dimostra che gli ucraini non vogliono in nessun modo essere sudditi di Mosca. Forse avrà pensato che gli Stati Uniti sarebbero rimasti un po’ più a guardare; forse Putin ha pensato che anche l’Europa, come dicevo prima, sempre titubante, avrebbe continuato ad essere poco incisiva.

Invece, questa tragica invasione dell’Ucraina ha fatto sì che Stati Uniti e Unione europea abbiano dimostrato quanto sia solido il rapporto transatlantico che ha garantito anni e decenni di pace, finora.

Putin ha scommesso sul ricatto del gas russo. In parte saremo penalizzati da questo; però la Russia si vede colpite da sanzioni durissime, che metteranno a dura prova anche la tenuta dell’economia russa, oltre, purtroppo, ad indebolire i cittadini russi dei quali dovremo farci carico, come ci stiamo facendo carico dei profughi ucraini.

Forse Putin pensava di poter contare su un vasto sostegno internazionale; invece, all’ONU è stata approvata una risoluzione di condanna dal 90 per cento degli Stati. Forse ha cercato con questa bieca invasione di ricompattare i russi, risollecitando l’orgoglio della Grande Russia. Per la prima volta dopo anni, invece, cominciamo a vedere un po’ di dissenso anche nelle piazze russe.

Insomma, la guerra di Putin alla fine ha prodotto come unico risultato quello di destabilizzare gli equilibri geopolitici che dalla caduta del muro di Berlino ad oggi hanno garantito decenni di stabilità e di sicurezza.

Da qui nasce la decisione di quello che lui chiama l’Occidente, e anche del nostro Paese, dell’Italia, di non subire la protervia di Putin e la sua violazione di ogni regola della convivenza pacifica. È questa la ragione per cui siamo al fianco degli ucraini, al fianco dei profughi, della popolazione civile, mettendo in campo una grande azione umanitaria e di solidarietà, ma anche al fianco di chi combatte mettendogli a disposizione gli strumenti per difendere la sua e la nostra libertà.

Il Parlamento, come avete già detto, ha votato unanimemente la risoluzione perché c’è una guerra che vìola i princìpi fondamentali, a partire dal rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale. C’è un Paese aggredito, l’Ucraina, che ha chiesto di non essere lasciata sola nel resistere all’aggressione. Io penso che sia giusto che l’Italia abbia risposto all’appello, e che l’abbia fatto in coerenza con lo Statuto delle Nazioni Unite e con la Costituzione, che all’articolo 11 dichiara che “l’Italia rifiuta la guerra come strumento di offesa e di risoluzione dei conflitti”, e ne siamo tutti convinti.

Il nostro sostegno (credo sia giusto chiarirlo) non ha come obiettivo aggredire la Russia, ma quello di consentire all’Ucraina di difendersi dall’aggressione di Putin. Non abbiamo dichiarato guerra a nessuno, come Paese non siamo impegnati militarmente con le nostre truppe, ma l’Italia repubblicana non è un Paese neutrale, non lo è mai stato e non lo prescrive la Costituzione.

Siamo al fianco dell’Ucraina per non subire un atto di prevaricazione e violazione del diritto internazionale, una scelta che, a mio parere, non contraddice la vocazione alla pace, ma la pace non si conquista stando fermi, la pace non si conquista con l’inazione, la pace non si conquista assistendo passivamente ai soprusi, la pace si conquista anche combattendo, come ci hanno dimostrato i partigiani, che all’epoca non esitarono ad imbracciare le armi per conquistarsela sul campo la pace.

Se aiutiamo l’Ucraina a resistere, probabilmente aiuteremo anche la ripartenza di un negoziato efficace, sostenendo un popolo che si sta battendo per la sua libertà, ma anche per la nostra. Si è parlato oggi di conflitto nel cuore dell’Europa, che nessuno avrebbe pensato di vedere di vedere nel 2022, dopo due anni di pandemia, e questa è la posta in gioco, di questo stiamo discutendo nel sostegno all’Ucraina, alla loro libertà, anche alla nostra libertà, che io non esito a definire molto più importante del prezzo del gas, che pure è un tema cruciale.

La risoluzione, che oggi andremo ad approvare all’unanimità grazie al contributo di tutti i Gruppi assembleari, dice molte cose, tra cui l’impegno dell’Europa e degli Stati membri all’accoglienza dei profughi, aspetto sul quale la nostra Regione è già impegnata da giorni, chiede un impegno a costituire un Fondo per ristorare i Paesi più penalizzati dalle sanzioni verso i russi, quindi il tema dell’energia è un tema cruciale.

Le nostre imprese devono essere accompagnate in questa fase difficile, i profughi vanno accolti, ma mi sento di ribadire che aver reagito con fermezza, con determinazione e con decisione è fondamentale per difendere anche la nostra libertà, che – ripeto – io reputo più importante di quel che vale il gas.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Altri che vogliono intervenire? Non ho altri iscritti a parlare.

A questo punto, se non ci sono altri iscritti a parlare, mettiamo in votazione la risoluzione 4857, risoluzione che impegna la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire una de-escalation militare.

Prima di passare alla votazione nominiamo i tre scrutatori: consigliere Taruffi, consigliere Caliandro e consigliere Pompignoli. Tre uomini. È stato casuale.

Mettiamo in votazione la risoluzione 4857.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 39

 

È approvata.

 

OGGETTO 4465

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Piano regionale di attuazione del Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani – II Fase” di cui alla Delibera di Giunta regionale n. 1024/2018. Modifiche in materia di indennità di Tirocinio. (72)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto proseguiamo con l’ordine del giorno e passiamo all’oggetto 4465.

Siamo in attesa sull’oggetto 4465. L’assessore Colla sta entrando in Regione.

Consigliere Gerace, ci ha chiesto l’intervento? Bene.

Proseguiamo con l’oggetto 4465, la proposta di iniziativa della Giunta recante “Piano regionale di attuazione del Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani – II Fase” di cui alla delibera di Giunta regionale n. 1024/2018 che riguarda le modifiche in materia di indennità di tirocinio.

Ricordo che la Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità ha espresso parere favorevole nella seduta del 10 febbraio 2022, con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario, 13 astenuti.

A questo punto, apriamo la discussione sull’oggetto e passerei la parola per illustrarlo all’assessore Vincenzo Colla. Prego, assessore.

 

COLLA, assessore: Non la voglio fare troppo lunga, la cosa è molto semplice, ringrazio anche tutti i consiglieri della Commissione con i quali abbiamo dato una valutazione all’unanimità.

L’operazione è che su Garanzia Giovani (stiamo parlando dei tirocini di Garanzia Giovani, ovviamente non di tutti i tirocini) abbiamo deciso, da una parte, di dare un voucher-compenso di 350 euro per chi attiva i tirocini, per un massimo di sei mesi, decorrenza 1° aprile. Tra l’altro, l’altra operazione che stiamo facendo è che stiamo definendo anche con l’INPS la nuova convenzione per far sì che il primo mese sia erogato direttamente dall’INPS, e in questa fase ovviamente ci permette di consolidare uno strumento, che è uno strumento importante di formazione, rapporto ed educazione nei luoghi di lavoro. Prima davamo zero, oggi siamo in grado di dare 350 euro, che vuol dire a costo zero per l’impresa. Mi sembra un fatto nuovo, anche molto positivo, e questo è il contesto. I tirocini in questa regione ormai sono uno strumento molto consolidato, per cui sarebbe stato anche assurdo avere delle risorse e non avere la possibilità di spenderle nel modo giusto per dare la possibilità a questi ragazzi anche di educarsi ai luoghi di lavoro e, quindi, sapere, finita la scuola, qual è l’asset di riferimento e di competenze su cui vogliono poi ridisegnare il proprio futuro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Altri che vogliono intervenire in dibattito generale? Prego, consigliera Maletti.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali gestisce il Programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, attraverso il quale viene attuata in Italia l’iniziativa “Garanzia Giovani”. Garanzia Giovani è il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Esso, infatti, prevede nei Paesi con un tasso di disoccupazione superiore al 25 per cento appositi stanziamenti per la realizzazione di misure di orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un percorso scolastico formativo, cioè i NEET. Ai giovani sotto i trent’anni deve essere garantito un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del sistema di istruzione formale.

Le misure specifiche previste dal programma sono l’accoglienza, l’orientamento, la formazione, l’accompagnamento al lavoro, l’apprendistato, il tirocinio, il servizio civile, il sostegno all’autoimprenditorialità, la mobilità professionale all’interno del territorio nazionale, un Paese della UE, bonus occupazionale per le imprese e la formazione a distanza.

Data la natura dei servizi e delle misure previste, il programma è attuato attraverso le Regioni, che svolgono il ruolo di organismi intermedi. Il Piano regionale di attuazione del Programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani – II Fase” è stato approvato nel 2018 con la deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 173.

Come ben sappiamo, però, questi anni di pandemia hanno nettamente cambiato la nostra società, e oggi ci troviamo a fare i conti con un mercato del lavoro che ha penalizzato ulteriormente soprattutto quelle fasce della popolazione che già erano più vulnerabili, cioè le donne e i giovani.

Il tasso di occupazione giovanile è infatti calato del 9,9 per cento, mentre il numero dei NEET tra i 15 e i 29 anni, che nel 2019 era pari al 14,3 per cento, è salito nel 2020 al 15,9 per cento.

Dall’inizio dello stato di emergenza pandemico, e con le misure restrittive che ne sono conseguite, le imprese del territorio hanno avuto molte difficoltà nell’ospitare giovani per consentire loro di svolgere i tirocini, fondamentali per agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani nel percorso di transizione tra scuola e lavoro, o tra un lavoro e l’altro.

Per questi motivi si è ritenuto opportuno, attraverso le modifiche che oggi ci troviamo a votare, ridurre gli oneri a carico delle aziende, prevedendo, con le risorse del programma “Iniziativa Occupazione Giovani” appunto che queste risorse concorrano al finanziamento della indennità di tirocinio, e che tale indennità sia interamente finanziata a valere sulle risorse del programma per quanto riguarda i giovani con disabilità, o svantaggiati.

Non è chiaramente una modifica di per sé risolutiva di un problema che la pandemia ha reso macroscopico, tanto più che oggi, con la crisi energetica che ci stiamo apprestando ad affrontare, il problema della disoccupazione rischia di travolgere interi settori del nostro territorio. Ma ciò dimostra tutta la volontà di questa Regione di non lasciare indietro nessuno, a partire proprio dalle persone più vulnerabili.

Per cui, con grande convinzione il Partito Democratico voterà a favore di questa delibera. Ringraziamo l’assessore e anche tutti i dirigenti dell’assessorato per questa scelta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno in dibattito generale.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto. Qualcuno vuole intervenire? Non abbiamo nessuno neanche da remoto in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione il provvedimento, la proposta d’iniziativa della Giunta recante il “Piano regionale di attuazione del Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 27

Astenuti 10

 

È approvato.

 

OGGETTO 4695

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “L.R. n. 8/2017 - art. 2, comma 3 - Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna”. (73)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo alla proposta d’iniziativa della Giunta recante: “L.R. n. 8/2017 - art. 2, comma 3 - Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna”.

Ricordo che la Commissione Cultura, Sport, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità ha espresso parere favorevole nella seduta del 24 febbraio 2022, con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario e 16 astenuti, apportando modifiche al testo.

Su tale oggetto insistono anche 9 proposte di emendamento, a firma della consigliera Catellani.

Apriamo adesso il dibattito generale e passo la parola al sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Per ricapitolare un lavoro importante che è stato svolto nel corso di questi mesi e da ultimo anche dalla Commissione, che, come lei ha ricordato, è intervenuta anche con modifiche rispetto ad un testo che discende direttamente dalla riforma della norma di settore che è stata approntata nel 2017, quindi non molti anni fa, e che conteneva, però, questa previsione di dotare anche la nostra Regione, al pari di altre, di uno strumento che riaffermasse i princìpi a cui tendere come sistema, e da qui anche il percorso di condivisione svolto con le rappresentanze, con l’associazionismo sportivo, con gli enti e certamente con i soggetti pubblici. Voglio sottolineare come questo confronto si sia tenuto, anche nei mesi più complicati in cui abbiamo dovuto fronteggiare la pandemia, attraverso i gruppi di lavoro che sono stati istituiti e anche laddove si è trattato di codificare nel transitorio norme per il contenimento del Covid e misure di sostegno all’attività sportiva. Quindi, un confronto non occasionale che giunge oggi a un compimento attraverso una condivisione forte, larga e di sistema, come è giusto che uno strumento di questo genere possa essere per poter essere, al termine di questo percorso, recepito nel nostro ordinamento.

Voglio ringraziare anche la V Commissione, la presidente Marchetti e i membri commissari, che hanno discusso, ragionato, modificato e migliorato questo testo. Voglio ringraziare anche per la Presidenza il capo della Segreteria politica, il dottor Manghi, che ha seguito con molta attenzione fin dalle prime battute questo lavoro e la composizione anche del dialogo con tutte le rappresentanze.

In pochi termini, credo che il valore in questo momento di rimettere l’accento sullo sport sia un patrimonio acquisito da questa Assemblea. Lo dico anche alla luce e in forza dei tanti atti di sindacato ispettivo, iniziative che sono state assunte dai diversi Gruppi per richiamare l’attenzione della Giunta e dell’Amministrazione a un tema di sofferenza rispetto al mondo associativo, al mondo sportivo, e alla necessità, invece, di rilanciare questo settore in particolare per le nuove generazioni, per le generazioni più giovani, come elemento di coesione, come elemento di inclusione e, tra i princìpi, anche come elemento di contrasto a ogni forma di discriminazione e di separazione tra le persone, tra gli individui all’interno delle attività della nostra comunità. Credo che anche l’attività emendativa abbia avuto questo segno di rafforzamento del tratto inclusivo, di rafforzamento del tratto antidiscriminatorio, della capacità di tenere, insieme ai valori più tradizionali dello sport, appunto, segnati anche dalla competizione, dalla valorizzazione del talento quello della conciliazione, quello della cooperazione e quello della possibilità di far prevalere però gli obiettivi più profondi, che sono quelli naturalmente dello stare insieme, della socialità, per i più giovani anche quello del divertimento, non solo per i più giovani, ma prima di tutto far apprezzare questo elemento ai più giovani e la promozione, naturalmente, di corretti e sani stili di vita come elemento di promozione del benessere dei singoli e della comunità nel suo insieme.

È in questi termini, credo, che dotarci di una Carta Etica significhi oggi non tanto e solo assumere una deliberazione come atto assembleare, ma raccogliere un percorso corale che è stato svolto da tutte le rappresentanze dell’associazionismo, quindi metterlo a disposizione, richiamando al valore dell’adesione per i princìpi che sono in esso contenuti.

So che ci sono altre proposte di emendamenti. Io credo che sia stato fatto un grande lavoro, per la verità, dentro la Commissione, quindi credo che il punto di caduta che è stato raggiunto nell’attività istruttoria sia molto avanzato. Forse qualcosa è ancora possibile farla, adesso mi rimetto naturalmente all’aula, però credo che siamo arrivati ad una definizione piuttosto solido di quello che può essere restituito al mondo da cui queste istanze ci sono pervenute, che sono appunto quelle dello sport.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Dibattito generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Alcune valutazioni rispetto a un documento che, vogliamo ricordare, è definito. La sua definizione deriva dalla legge dedicata allo sport della passata legislatura, la legge regionale n. 8 del 2017, che prevede proprio che l’Assemblea regionale approvi, su proposta della Giunta, una Carta Etica, attuando, tra l’altro, i princìpi relativi alla diffusione della cultura della legalità dello sport, del suo valore educativo, adottando tutte quelle misure necessarie per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione.

Il valore di questo documento, che non è puramente un atto formale, credo che stia proprio nel richiamare le regole e i princìpi che danno corpo a quella che è la nostra idea di sport come diritto di tutte e di tutti, come un’attività che riesce a coniugare dagli stili di vita salutari all’aggregazione, alla socializzazione, a quell’esperienza relazionale d’incontro, del fare insieme, che credo che in questo periodo storico assuma un valore ancora più determinante e più profondo.

Si diceva già dell’importanza dell’inclusione, della valorizzazione dei talenti e di quella etica quotidiana, che altro non è che rispetto delle regole e dell’avversario. Ecco, in una parola ritroviamo qui in questa Carta Etica lo sport come elemento e diritto di cittadinanza. Credo che proprio questo sia il valore più profondo di questo documento, di cui voglio ringraziare per il percorso partecipativo che veniva già ricordato dal sottosegretario e che, insieme al lavoro svolto con i colleghi, si è potuto arricchire richiamandoci tutti a una corresponsabilità, quella cioè che tutti, dalle associazioni, da chi pratica lo sport, da chi l’organizza, alle società, al mondo della scuola, dell’università, della sanità c’è stata una convergenza.

Mi preme sottolineare anche l’importante contributo che l’Ufficio scolastico regionale ha potuto dare, nella convinzione che lo sport, insieme alla famiglia e alla scuola, rappresenti per questa Regione un’agenzia educativa, che riveste il ruolo di potente veicolo formativo, di presidio di comunità per un’educazione a una vita sana, ad un benessere, a una cittadinanza attiva, in grado di promuovere la solidarietà, l’inclusione sociale, la parità di genere, e che quindi, in questa rinnovata cultura sportiva, anche la Carta Etica rappresenti uno strumento capace di richiamare tutte le figure coinvolte a diverso titolo nel mondo dello sport, a partire dalle Istituzioni e dalle Pubbliche Amministrazioni al compito e a responsabilità specifiche che insieme possano concorrere a fare dello sport un reale luogo di crescita.

Io credo che in un contesto socio-territoriale come quello dell’Emilia-Romagna, nel quale il mondo sportivo vanta sane radici e tradizioni, questi principi, che possono apparire scontati, possano assumere un significato ancora più importante in questo momento storico complesso, in cui sono venute meno le relazioni, ma anche il percorso e l’aggiornamento continuo. Ringrazio anche per questo la Presidenza, il sottosegretario e il dottor Manghi, rispetto anche al valore che lo sport deve riprendere in particolare dopo questa pandemia, in cui anche le attività sono state ferme e dove i ragazzi, le nuove generazioni hanno subìto anche questa pausa, e invece credo che sia nostro compito – lo dicono i dati – cercare di dare loro tutte le opportunità anche di sostegni per poter far riprendere la pratica sportiva.

Mi permetterete un’accentuazione rispetto a questo rivolto alle bambine e alle adolescenti. I dati ci dicono un’altra cosa, voglio ricordare uno fra tutti il rapporto con i bambini, che traccia un profilo importante dell’associazione anche rispetto alla nostra regione di come le bambine siano quelle che si sono fermate di più, si siano dedicate meno e abbiano avuto un impatto, dopo la pandemia, davvero considerevole nella ripresa delle attività sportive. Ma voglio ricordare anche come il crollo, che ci veniva detto anche in Commissione, delle attività di squadra ci riportino a dover rimarcare che lo sport deve riprendere quella sua funzione che noi crediamo sia fondamentale, che è del fare insieme, fare squadra, fare aggregazione e cercare di mettere a frutto, certo, le potenzialità anche negli sport individuali, certo importanti, ma soprattutto essere in grado di dare l’opportunità a tutti di accedere alla pratica sportiva, di fare insieme e di diventare strumento di integrazione. Lo dico perché uno degli elementi anche qualificanti che è emerso dalla discussione credo sia rappresentato anche dal valore che si è voluto sottolineare dei progetti integrati dedicati allo sport, dove il termine “inclusione” non rimane uno slogan, ma diventa vera e propria pratica. Questo lo dobbiamo innanzitutto a tutte quelle associazioni, a quel tessuto associativo, ma anche di volontari e di esperti che fanno della pratica sportiva un veicolo fondamentale di integrazione e di inclusione anche per quei bambini che non solo hanno meno opportunità, ma hanno anche delle disabilità e che non per questo si trovano esclusi dal mondo della pratica sportiva.

Credo che quello di oggi sia un passo importante, un tassello fondamentale di quella legge dello sport, prima fra tutte, in cui questa Regione ha creduto e che ha segnato la scorsa legislatura, per riaffermare e richiamarci tutti a come sia importante traguardare attraverso un percorso quotidiano, affrontato con coscienza e responsabilità, l’importanza di rendere, dicevo, concreta l’etica nello sport.

Questa credo che sia anche, in questa fase di ripartenza, la questione cruciale. Penso che anche grazie al contributo dei colleghi sia stato possibile oggi avere un testo, una elaborazione che sicuramente arricchisce quello che era già un testo base significativo, frutto di un considerevole percorso di partecipazione e di condivisione, che può naturalmente, da domani, spero, trovare la più larga diffusione in tutti gli ambienti fra le Istituzioni. Credo infatti, come dicevo, che essere chiamati tutti ad una corresponsabilità rispetto a questo mondo sia fondamentale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Prego, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Se guardiamo alle scelte, alle azioni e agli investimenti messi in campo dalla Regione, abbiamo davvero la dimostrazione di quanto sia centrale lo sport nella programmazione dell’Emilia-Romagna. Ciò è stato confermato anche in questi primi due anni di mandato, nonostante, lo dobbiamo ricordare, gli effetti complessivi, anche proprio in termini di limitazioni e di chiusure generati dall’emergenza sanitaria.

Nonostante questo, risultano davvero molto significativi i fondi stanziati per la promozione e la diffusione della pratica sportiva, per il sostegno alle associazioni di settore, alle famiglie, anche, che avviano i propri figli a esperienze di sport, nonché all’impiantistica (peraltro, più tardi ne parleremo), e anche per il sostegno ad una grande varietà di eventi sportivi.

Queste sono tutte espressioni di quanto l’Amministrazione regionale valorizzi il potenziale che lo sport è in grado di mettere a disposizione delle comunità per la diffusione, si diceva prima, lo diceva prima anche il sottosegretario Baruffi nella propria relazione, di sani e corretti stili di vita, ma anche per il valore sociale ed educativo che lo sport riveste, in particolare per i nostri ragazzi e le nostre ragazze.

Stanno anche in questo le motivazioni per cui crediamo sia giusto accogliere e approvare la proposta di Carta Etica che oggi discutiamo. Ringrazio anche per il lavoro fatto la Presidenza, il sottosegretario Baruffi e il dottor Manghi: è stato un lavoro prezioso anche di condivisione (su questo tornerò).

C’è, è vero, innanzitutto l’ottemperanza a quanto disposto dalla legge regionale n.8 del 2017, però soprattutto c’è il riconoscimento reale e concreto dei valori che lo sport porta con sé. Esiste una sostanziale interrelazione tra etica e materia sportiva, penso che questo atto provi a codificarla, a divulgarla e anche a salvaguardarla.

Sappiamo che ci sono nell’ambito sportivo episodi che, purtroppo, nulla hanno a che vedere con i valori dello sport, ai quali ho provato a fare riferimento. Affermare principi e indirizzi coerenti di azioni che poi vengono messi in campo può davvero, a nostro parere, rivelarsi utile a sensibilizzare tutti coloro che ad ogni livello si occupano di sport.

Nella Commissione V, presieduta dalla collega Francesca Marchetti, alla quale peraltro prima molto bene lei ha fatto riferimento, abbiamo avuto anche la possibilità di integrare con alcuni emendamenti proposti dalla maggioranza, e penso che sia stato in Commissione un confronto importante, un confronto che peraltro ha arricchito il testo della Carta Etica.

Tra i contenuti specifici dei 14 articoli, vorrei soffermarmi un istante su quello che riguarda l’accoglienza e l’inclusione delle persone con disabilità, tema che è davvero particolarmente importante, e da questo punto di vista penso che lo sport possa fare la differenza e possa fare soprattutto tanto. Ho avuto modo di conoscere diverse esperienze nel mio territorio, diverse realtà, dove si sono create le condizioni per i disabili di vivere esperienze in relazione con altri, di misurarsi con se stessi, di sorridere, in una parola di crescere.

Questo è un esempio di come la Carta Etica dello Sport possa costituire un’opportunità per rafforzare e divulgare ulteriormente sensibilità ed esperienze virtuose, che sono già presenti sul territorio, ma che potrebbero trovare anche nuove forze e nuove energie.

Vado alla conclusione. Vorrei esprimere però un apprezzamento per il metodo con cui la proposta di Carta Etica è stata redatta. C’è stato da parte della Regione il coinvolgimento attivo del mondo sportivo regionale, con l’accoglimento di diversi contributi che sono stati recepiti dalla Giunta, ai quali si sono aggiunti quelli proposti, come ricordavo in Commissione. È un dato positivo, che dimostra ancora una volta un metodo, quello del fare insieme, che caratterizza la nostra Regione.

Dopo il passaggio di oggi, però, c’è una sfida vera che dobbiamo affrontare, sicuramente una sfida impegnativa, per la quale ognuno di noi deve prendersi la propria responsabilità, ed è quella di diffondere e far vivere nel concreto la Carta Etica, ponendo l’attenzione sui suoi contenuti, in modo tale che possano risultare più condivisi e interpretati nella realtà di ogni giorno, nella quotidianità di ognuno di noi e di chi si occupa di sport. Questo è quanto viene detto e disposto nell’articolo 13, ma è soprattutto ciò che dovremmo fare concretamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente. Grazie anche al sottosegretario Baruffi.

Intervengo proprio perché l’Emilia-Romagna e il suo governatore fanno dello sport motivo di vanto, e anche a giusta ragione perché siamo una regione prodiga in questa attività e prodiga anche nei risultati e nelle soddisfazioni sportive. Nella nostra regione lo sport è praticato in ogni sua inclinazione, in quella agonistica, che può essere sia dilettantistica che professionistica, e anche in quella meramente amatoriale, anche e soltanto come strumento benefico per la salute psicofisica. Ma qualunque sia il motivo per cui si abbraccia lo sport, i valori che sono in campo – la collega Bondavalli ha parlato di valori – sono pur sempre gli stessi: disciplina, rigore, educazione, lealtà, socialità, volontà, divertimento e sacrificio, ma sempre e comunque il risultato. Quindi, il concetto di agonismo è insito nella parola “sport”. Questo a prescindere che il risultato sia vincere la Coppa Italia o rassodare il gluteo. Tutto parte soltanto da un verbo, che è “vincere”, da una parola che è “vittoria”, che però nella Carta Etica non si vede. Parlare di sport senza inserire queste terminologie è stravagante o forse soltanto riduttivo. Sarebbe stato accettabile laddove vi foste limitati all’applicazione della legge n. 8/2017, confinata semplicemente allo sport come attività motoria. Ma nel momento in cui i vostri interlocutori sono dirigenti, atleti, allenatori, arbitri, tutto il mondo sportivo, anche agonistico, non potete o, meglio, non dovreste dire che la vostra idea di sport è questa. Lo sport si fa per divertimento, ma prima di tutto si fa per vincere, anche su noi stessi, anche quando facciamo la corsetta del sabato mattina al parco. Quindi, bella l’idea della Carta Etica, ma sicuramente è una Carta Etica non completa, sommaria, timida e parziale. È una rappresentazione soltanto parziale di quello che è il tema dello sport.

Vado agli emendamenti che ho presentato, che non sono stati accolti. Allora, scrivete che troppo spesso le cronache danno conto di inaccettabili episodi di violenza, razzismo, intolleranza e sfruttamento dei giovani atleti. Ho eccepito che quantomeno era da eliminare il “troppo spesso”. Violenza ce n’è stata, ce n’è, razzismo ce n’è stato e ce n’è. Ma che voi mi diciate che l’Emilia-Romagna, dove anche le società che militano nei campionati superiori sono formate principalmente da volontari, da gente dedita, che sono ex atleti, gente semplicemente innamorata dello sport, possa essere la protagonista di un “troppo spesso”, io mi chiedo se voi vivete in una realtà parallela. L’Emilia-Romagna, invece, è una di quelle realtà in cui lo sport è un fiore all’occhiello, e dove queste casistiche si sono verificate, ma il “troppo spesso” secondo me è eccessivo.

Non vi ho detto “eliminate le casistiche”, che pure ci sono, benché lo sfruttamento di giovani atlete mi pare pure eccessivo. Ma che scriviate “troppo spesso”, secondo me è offensivo nei confronti degli atleti e di tutto quel mondo sportivo e agonistico che fa dello sport la propria ragione di vita. In Emilia-Romagna c’è, e sono quelli che poi voi andate a premiare, quando vincono la Coppa Italia, o le altre coppe.

Avete detto di no all’inserimento di parole come “potenziamento dei talenti”. A forza di stare nella terra di mezzo, non chiamate più le cose col loro nome: io mi chiedo dov’è la vergogna a parlare di agonismo, di competizione, di “potenziamento dei talenti degli atleti”. Io mi chiedo dove sia, e non è sfruttamento, è potenziamento di una caratteristica che crea l’atleta un domani.

Agonismo: dov’è l’orrore della parola “agonismo”? Dov’è l’orrore nella parola “competizione”? Sport è agonismo ed è anche competizione; sennò, vuol dire che il vostro modo di concepire lo sport non è completo.

Avete scritto – vi ho chiesto cortesemente di modificare il verbo per quello che avete scritto – “di affermare in Emilia-Romagna la cultura della legalità nello sport”. Vi ho chiesto di sostituire la parola “affermare” con la parola “perseguire”. “Affermare” significa che in Emilia-Romagna la legalità nello sport non esiste. “Perseguire” vuol dire che esiste la cultura della legalità, e anche questo è offensivo nei confronti di chi lo sport lo fa anche per passione, oltre che per lavoro. “Perseguire” va bene; non vi andava bene “perseguire”? “Promuovere”, allora, “sostenere”; ma che voi diciate “affermare” è fuori da ogni logica!

Guardate: sono d’accordo a stigmatizzare tutti quegli atteggiamenti che sono contrari alla parità di genere, è anche l’8 marzo, sono una donna. Ma leggere che vi muovete a contrastare ogni forma di disparità di genere per garantire alle atlete donne tutte le tutele riservate agli uomini, come per esempio il trattamento – scusate – sanitario, previdenziale e pensionistico, perché se questo significa tutelare le donne rispetto al concetto di parità di genere alzo di nuovo le mani, perché tutte queste cose, i trattamenti pensionistici, previdenziali e sanitari sono previsti per legge, non c’è disparità in un atleta che è pagato maschio o che è pagato femmina, siamo tutti uguali, come se si facesse un altro qualsiasi lavoro.

Mi è stato spiegato raccontandovi un evento dove sicuramente la discriminazione la condivido, ma che non trova assolutamente spazio in questa fase. Perché gli emendamenti? Perché è chiaro che la Carta Etica è bellina, ma non può essere soltanto bellina, se parlate di sport, dovete farlo a tutto tondo. Allora, se volete che da questa parte si voti a favore, bisogna che la Carta Etica abbia anche un senso, è inutile dire “noi l’abbiamo tagliata soltanto su quello che è il concetto della partecipazione e genericamente di quello che è il benessere psicofisico”, perché è una balla mondiale! Non si fa sport soltanto per il benessere psicofisico, anche chi fa la corsetta il sabato la fa per vincere su se stesso.

Non avete accolto alcun emendamento, è chiaro che non si vota contro la Carta Etica, perché è giusto che ci sia, però siamo l’Emilia-Romagna, ne fate un vanto, quindi, santa pazienza, trattate lo sport come va trattato, con la dignità che deve avere, senza avere paura di dire agonismo, ve lo dico agonismo, competizione e anche vittoria, perché chiunque di voi va a fare la partitella la fa perché divertimento è anche vincere.

Io ho giocato per tanti anni, preferivo vincere senza divertirmi che perdere divertendomi, però, se voi lo sport lo vedete in un’altra maniera e non inglobate nella Carta Etica anche lo sport agonistico, signori, io vi guardo, vuol dire che voi non sapete assolutamente che cos’è lo sport agonistico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Catellani.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Vorrei ringraziare anche io per il lavoro che ha fatto la Giunta e il sottosegretario Baruffi e il dottor Manghi nella costruzione di questo documento, che dà il segno di come, per arrivare a definire dei principi di carattere etico, comportamentale all’interno del mondo sportivo, ci si sia avvalsi e si siano avviate interlocuzioni profonde, lunghe, anche discussioni articolate con lo stesso mondo sportivo, con le associazioni, il CONI, le società sportive dilettantistiche e le società sportive.

Credo che questa sia una cifra che contraddistingue l’operare della nostra Regione e, quindi, arrivare a costruire dei testi e degli orientamenti che si sostanzino anche dei contributi delle parti coinvolte dagli stessi, e non in una dimensione o in una dinamica di piaggeria o di accondiscendenza, ma proprio riconoscendo la capacità, il valore, la competenza e la conoscenza profonda di quelli che sono i mondi su cui si va a operare.

Oggi ci troviamo ad approvare questa Carta Etica, che è arrivata in Commissione dopo un lungo lavoro approfondito, coinvolgente dei vari attori, che definisce e delinea una serie di princìpi legati all’intero mondo sportivo, che è senz’altro fatto anche di agonismo, ma sappiamo bene come l’agonismo riguardi un numero circoscritto di persone coinvolte nel mondo sportivo e sappiamo come la pratica sportiva, dal punto di vista del benessere, della ricreazione, del coinvolgimento e della partecipazione, sia anche una pratica molto orizzontale, democratica, aperta non solo esclusivamente alle eccellenze, ma anche a una crescita civica e civile delle persone, siano esse bambine e bambini, ragazze e ragazzi, adulti o anziani.

L’impegno che io credo questa Carta Etica provi a delineare e a tracciare come orizzonte è quello di uno sport inclusivo – lo diceva bene la collega Bondavalli prima – che abbia un’attenzione anche per quanto riguarda le fragilità, che non frustri le dinamiche competitive agonistiche, ma che comunque sappia leggere il tessuto profondo presente e capillare sul territorio di tanta pratica sportiva fatta nelle scuole, fatta nei centri estivi, fatta dalle varie associazioni. Credo che questo sia il pregio di questa Carta Etica, che non si concentra solo ed esclusivamente sulle dinamiche di eccellenza, ma tende a introdurre degli elementi che facciano sì che quella pratica sportiva sia effettivamente, oltre all’agonismo, anche divertimento. Sappiamo bene come, e lo ricordiamo nella Carta Etica, le reazioni a bordo campo di genitori che assistono a competizioni per quanto riguarda i propri figli spesso e volentieri trascendano nell’incitazione e nel tifo, superando quelli che sono le modalità e il rispetto nei confronti di ragazze e ragazzi che evidentemente vogliono praticare lo sport innanzitutto per divertirsi.

Sappiamo come all’interno del mondo sportivo esistano discriminazioni patenti tra uomini e donne. La consigliera Catellani faceva riferimento a un caso che è accaduto proprio ad un’atleta emiliano-romagnola, una pallavolista, che al momento della propria dichiarazione di gravidanza è stata allontanata dalla squadra di pallavolo nella quale era assunta come atleta. Casi eclatanti come quello della pallavolista ve ne sono molti altri, che magari non assurgono alle cronache giornalistiche, sostanzialmente nella pratica non così evidenti, che non arrivano, appunto, all’onore delle cronache. Per questo abbiamo voluto introdurre quel richiamo con evidenza al rispetto di quelle che sono le condizioni di garanzia previdenziali, pensionistiche e sanitarie anche e soprattutto per quanto riguarda le donne. Per questo abbiamo voluto introdurre un richiamo all’affermazione dei princìpi di legalità, sapendo che spesso e volentieri i soggetti che si offrono come sostenitori dal punto di vista economico, per quanto riguarda le attività sportive spesso e volentieri hanno delle pratiche al limite della legalità.

Io credo che nel momento stesso in cui noi tracciamo un orizzonte di carattere etico, come quello presente all’interno di questa Carta, facciamo dei richiami, delle sollecitazioni, degli inviti più che mai opportuni. Così come è stato più che mai opportuno ragionare e lavorare in chiave emendativa ad una riformulazione di alcuni passaggi del testo che misuravano un linguaggio non particolarmente paritario.

Io credo che il testo che oggi arriva in aula sia particolarmente migliorato anche sotto questo profilo, credo che abbia dato modo non solo ai consiglieri, ma a coloro che sono destinatari della Carta Etica, di provare a fare una riflessione ulteriore, di interrogarsi sulle modalità con le quali noi descriviamo le figure professionali, gli atleti, le atlete. Quelle declinazioni, quelle modalità che parlano di persone che non utilizzano magari un maschile sovra esteso, una capacità di nascondere sotto la coltre del maschile tutta una serie di figure che, invece, hanno piena legittimità di operare all’interno del mondo sportivo e devono trovare all’interno del mondo sportivo la possibilità di praticarlo.

Non dico che materialmente questo non avvenga, dico che però, nel momento stesso in cui noi misuriamo le parole nei nostri interventi, nei nostri documenti, nelle risoluzioni che approviamo, credo che il linguaggio sia la sostanza, sia l’orizzonte attraverso il quale arriviamo a descrivere il mondo e non poter nominare, in una forma declinata al femminile, figure professionali o atletiche credo che sia un ostacolo allo sviluppo e all’approdo da parte delle donne e delle ragazze a questi elementi.

Certo, la Regione Emilia-Romagna non si limita a tracciare un orizzonte di principio etico, dopo discuteremo un ulteriore documento che credo vada letto in forma intrecciata, perché significa consentire una pratica sportiva presente sul territorio e quindi introdurre anche elementi di carattere materiale e concreto come delle risorse per quanto riguarda gli impianti sportivi.

È chiaro che ci è più facile il compito nello svolgere queste attività, questa nostra azione anche di carattere politico nel momento in cui troviamo un testo di riferimento come quello della Carta Etica, che credo sia arrivato dopo i lavori di Commissione a una sintesi e a una capacità propositiva molto positiva.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

In sede di Commissione, come hanno anticipato i colleghi, abbiamo partecipato attivamente all’integrazione della Carta valoriale di principi e di impegni che riteniamo davvero possa contribuire ad unire più profondamente il mondo dello sport in Emilia-Romagna e quindi anche la società tutta.

Ritengo significativo approvare questa Carta Etica in questa Giornata internazionale della donna, che celebriamo con l’angoscia di cui abbiamo ragionato prima, quindi ha ancora più valore ispirarsi allo spirito solidale che anche lo sport in tutto il mondo ha espresso di fronte a queste tragedie.

Ecco quindi che la pace ad ogni livello passa attraverso la promozione dei valori fondamentali dello stare insieme e del rispetto reciproco, e anche questa Carta parla di pace, in quanto intende portare a sintesi i valori democratici e inclusivi che uniscono lo sport, le società, le associazioni e le persone che lo praticano.

La Regione ha condiviso la stesura della Carta, come già aveva condiviso il testo della legge n. 8, che la prevede, e il ruolo della Regione si conferma quale ruolo di regia rispetto ai protagonisti che sul territorio presidiano, educano, promuovono questa attività così importante per la crescita consapevole e sana del benessere dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, così come per il benessere psicofisico degli adulti di ogni età.

Abbiamo detto, quindi, salute, abbiamo detto, quindi, benessere psicofisico. Vedete che stiamo chiarendo i princìpi che ci ispirano in questo percorso, perché i protagonisti sono loro, non siamo noi. Non siamo noi a dire come si fa ad essere un buon atleta o un buon sportivo, con quanto livello di agonismo si è bravi o non bravi a interpretare lo sport in regione Emilia-Romagna, ma sono i valori praticati, che diventeranno poi princìpi costituzionalmente garantiti, perché il diritto allo sport questo sarà, sono questi che ci danno anche una visione di società a cui contribuire.

Crediamo, quindi, che il punto di equilibrio che è stato trovato sia un punto di equilibrio assolutamente soddisfacente, che significa valorizzare i comportamenti, gli scambi, i princìpi di convivenza in ambito sportivo, compreso, appunto, l’ambito agonistico, che significa riaffermare e condividere il rispetto delle differenze e delle diversità all’interno dei valori della solidarietà e della concordia. Perché dico nell’ambito agonistico? Perché – adesso senza voler fare l’esegesi dei termini – l’esaltazione della cultura del corpo non ancorato ad un quadro valoriale di insieme ci porta ad altri momenti storici della nostra società. Noi vogliamo esaltare il valore educativo dello sport, che comprende anche l’agonismo, però secondo una prospettiva della pedagogia dello sport, quindi non un’esaltazione della competizione per la competizione, un’esaltazione dell’agonismo per l’agonismo, ma lo spirito agonistico inquadrato in un ambito pedagogico di educazione e di crescita collettiva della società. Altrimenti, l’Istituzione può anche far senza metterci il becco. Cioè, voglio dire che ogni atleta si tara secondo i suoi valori, l’agonismo, le voglie che ha di diventare un grande atleta, piccolo, medio o basso. Se l’Istituzione interviene in questo percorso non è per dare le medaglie. Ci pensa, appunto, il confronto agonistico. Perché interviene l’Istituzione? Perché nel valore costituzionalmente garantito dello sport ci vede una leva di costruzione di visione di una società e di un modello di società. Quindi, forse è legittimissimo che ci sia una contrapposizione, una visione differente della società e di come si intende l’ambito sportivo, perché ci sono due visioni di società. Per quanto mi riguarda, non sono interessata a intervenire come Istituzione a vagliare il grado di agonismo e quello che in qualche modo dovrebbe succedere nella competizione. Quello che a me interessa, inteso ovviamente in senso più generico, come Istituzione è dare un contributo a sostenere il buon spirito agonistico, l’agonismo secondo la prospettiva della pedagogia dello sport.

Fra l’altro, questo percorso di maturazione della disciplina dello sport è una maturazione, nel senso che noi in effetti siamo partiti da una visione dello sport competitivo, cultura del corpo e quant’altro. Siamo arrivati, con l’evolversi delle riflessioni sullo sport e sulla società alla pedagogia e all’agonismo secondo la prospettiva pedagogica ed educativa dello sport.

Poi, uno può anche rimanere ancorato ad altre valutazioni, ed è rispettabilissima questa idea dello sport. Però deve consentire agli altri di procedere con lo sviluppo della società.

Il femminile non è tradizionalmente valorizzato nello sport, ma questo non è che lo dice una femminista di avanguardia (o di retroguardia, a seconda di come si voglia dire), ma lo dicono tutti. Lo dice l’esperienza, lo dicono le nostre atlete, lo dicono anche i presidenti... lo dice anche Malagò, nel senso che confrontandoci con lui su che cosa può fare il CONI per valorizzare, eccetera, non è che nessuno tradisca questo elemento oggettivo della struttura del sistema competitivo italiano nello sport. Tant’è che è stato costituito un fondo per il professionismo degli sport femminili a livello nazionale, adesso è anche slittata, mi sembra, l’attivazione, ma le Federazioni si rendono conto che bisogna fare un quid pluris per rendere concrete ed esigibili le pari opportunità nello sport. Cosa vuol dire? Che non conta più il merito? Ci mancherebbe. Vuol dire che bisogna colmare quei divari di genere che abbiamo interpretato, analizzato, approfondito in tanti nostri passaggi e che 193 Paesi nell’ONU hanno definito essere un problema: punto n. 5 dei 17 Goal dell’Agenda 2030 dell’ONU: 193 Paesi speriamo che possano dare una concreta testimonianza di un elemento e di una criticità che c’è, che esiste e che noi vogliamo superare.

Devo dire che le stesse associazioni sportive, e io ringrazio UISP e tutte quelle che ci hanno dato una mano in anni di approfondimenti, attraverso analisi, proposte, per superare i gap che penalizzano le donne e le ragazze in ambito amatoriale, motorio e anche agonistico, stereotipi culturali sin dalle scuole, impegni familiari di cura sulle loro spalle, che le tengono lontane dalla pratica sportiva per lunghi periodi e le escludono da una possibilità di benessere, cioè di stare meglio rispetto agli altri, di prevenire malattie, patologie che lo sport aiuta ad di evitare o comunque a ritardare possibilmente.

Diseguali rapporti di potere, soffitti di cristallo che riguardano lo sport, anche per quanto riguarda l’accesso alle dirigenze, ai vertici della società. Quanta retorica! Ma la retorica è dire delle robe per persuadere gli altri, che poi, alla fine, se uno ci crede o meno, è uguale.

Noi invece ci crediamo e vogliamo rafforzare, sottolineandoli, questi elementi di pari opportunità anche nello sport, come del resto abbiamo fatto aderendo alla Carta Olimpia per i diritti delle donne nello sport, promossa dall’UISP è già presente nella legge n. 8.

Ecco dunque che per tutti questi ambiti di sensibilizzazione una Carta Etica dello Sport siffatta cosa ci può aiutare a fare? Ad accelerare gli elementi positivi che sono all’interno del nostro ruolo a supporto di questa Carta, perché altrimenti non ci sarebbe nessuna utilità della nostra soggettività istituzionale in questo percorso, se non ci fosse una visione di insieme, un supporto e un sostegno ai soggetti organizzati, che rendono possibile lo sport di base, amatoriale, ma anche quello competitivo e agonistico, e che dobbiamo ringraziare quotidianamente.

In questo ringraziamento, però, c’è anche la consapevolezza che, come tutti i sistemi umani, possono migliorare, e noi siamo qui per sostenerli con risorse, per sostenerli con competenze, con esperienze, con una visione che renda lo sport sempre più inclusivo. Ecco perché abbiamo fatto emendamenti in questo senso, ecco perché sosteniamo un protagonismo importante di tutti i soggetti del terzo settore, noi in primis come Istituzione ritenendo che sia fondamentale che lo sport diventi un’opportunità e non sia invece precluso alle persone con maggior fragilità che possono sentirsi inadeguate.

Noi vogliamo una società che dia a tutti l’opportunità di sentirsi adeguati, di sentirsi bene in qualsiasi contesto. Se poi questo non è agonismo, pazienza.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

A questo punto chiedo se qualcuno vuole intervenire sugli emendamenti. Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Mi permetto di correggere la consigliera Catellani: noi accoglieremo un emendamento, precisamente l’emendamento n. 5, anche perché vi è stata una riformulazione rispetto a quanto detto durante l’interlocuzione con la collega. Mentre, confermo il voto contrario, per le ragioni che già anche la collega che mi ha preceduto credo abbia ben espresso, rispetto agli altri.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri in dibattito generale sugli emendamenti? Io non ho nessuno sugli emendamenti.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte, emendamenti e provvedimento. Chi si iscrive a parlare? Prego, consigliere Liverani.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Chiaramente è stato detto quasi tutto dalla consigliera Catellani, dalla mia collega, e condivido appieno quello che ha detto, volevo dire solo due cose. Lo sport è benessere fisico e mentale, è educazione, è partecipazione, è confronto, è comunità, e per tutti i valori intrinsechi deve essere praticato da chiunque lo desideri, senza distinzioni.

La Carta Etica dello Sport è costituita da 14 articoli e possiamo certamente affermare che condividiamo gran parte dei concetti espressi negli stessi, ma vogliamo anche sottolineare che attività motoria, sport e attività agonistica sono in questo documento equiparati, ma in realtà sono, sì, complementari, ma non sostitutivi. Chi pratica attività motoria ha come obiettivo il benessere psicofisico. Lo sportivo, sia dilettante che professionista, ha invece come obiettivo la vittoria. È per questo che non possiamo pensare che la salute e il benessere psicofisico sia per il professionista il primario obiettivo. Anzi, spesso, per raggiungere grandi vittorie, gli atleti attraversano momenti di stress importanti, gareggiano con problemi fisici, e per questo si avvalgono del supporto di professionisti medici e motivatori.

La vittoria voluta, cercata, combattuta, agognata e la sana competizione, hanno per noi un grande valore che merita di essere considerato estremamente positivo.

Da ultimo, ma non meno importante, voglio attirare la vostra attenzione sull’articolo 13, dove la Regione Emilia-Romagna si impegna a creare condizioni di premialità all’atto della pubblicazione di bandi per la concessione di contributi e di altre sovvenzioni per i beneficiari che hanno sottoscritto la Carta Etica e che ne promuovono i valori con adeguate iniziative. Per prima cosa penso che sia assolutamente sbagliato utilizzare un documento etico come mezzo di premialità. Secondariamente, su che criteri si baserà il giudizio secondo cui un’iniziativa sarà virtuosa o meno nel promuovere i valori della Carta Etica? Non vogliamo che un’iniziativa di questo spessore morale finisca per trasformare questo documento in un mero bollino da avere per ricevere dei soldi.

Per quanto possiamo condividere l’idea di creare una Carta Etica, per queste motivazioni il nostro voto sarà di astensione (e naturalmente a favore degli emendamenti presentati da Maura Catellani). Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Liverani.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altre dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione prima gli emendamenti e poi il provvedimento.

Partiamo dall’emendamento n. 1, a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 13

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo ora all’emendamento n. 2, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 12

Contrari 25

 

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Volevo aggiungere il mio voto contrario, perché non sono riuscita.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Aggiungiamo il voto contrario della consigliera Rontini e il voto favorevole del consigliere Lisei.

Andiamo avanti con l’emendamento n. 3, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 12

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 4, a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 36

Favorevoli 10

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 5, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 38

Contrari 1

 

È approvato.

 

Passiamo adesso all’emendamento n. 6, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 12

Contrari 26

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 7, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 35

Favorevoli 11

Contrari 24

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento n. 8, sempre a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 11

Contrari 27

 

È respinto.

 

Siamo arrivati all’ultimo emendamento, a firma della consigliera Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 11

Contrari 27

 

È respinto.

 

Mettiamo in votazione la proposta d’iniziativa della Giunta recante “Legge Regionale n. 8/2017 - articolo 2, comma 3 - Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 28

Astenuti 13

 

È approvato.

 

OGGETTO 4704

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Integrazione dell’atto di indirizzo 2021-2023 relativo alla legge regionale n. 5/2018 per il programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all’impiantistica e alle attività del tempo libero”. (74)

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 4704: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Integrazione dell’atto di indirizzo 2021-2023 relativo alla legge regionale n. 5/2018 per il Programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all’impiantistica e alle attività del tempo libero”.

Ricordo che la Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 marzo, con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario e 16 astenuti, apportando modifiche al testo.

Apriamo il dibattito generale. Prego, sottosegretario Baruffi.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

È un atto annunciato, atteso dagli Enti locali, credo quanto mai opportuno nella misura in cui stiamo ancora attendendo di poter arrivare ad un accordo-quadro con il Governo, con le altre regioni per la programmazione del nuovo ciclo di FSC 2021-2027.

Ne approfitto per dirvi che il Governo sta procedendo in questo senso, attraverso alcune anticipazioni. Una si è realizzata da poco tempo, di circa 107 milioni di euro. Sono stati programmati e pianificati interventi che abbiamo avuto modo di apprezzare anche nella discussione del documento complementare al PRIT, rispetto al tema della mobilità sostenibile. Un altro pacchetto significativo di interventi è andato sul tema del contrasto al dissesto idrogeologico, quindi pienamente in linea con le priorità identificate dall’Assemblea.

Da ultimo nel DSR, stiamo procedendo anche in questo senso rispetto alla definizione delle nostre priorità, posto che ancora, ripeto, manca un accordo quadro e la definizione delle risorse programmabili.

In questo ambito, abbiamo ricevuto una dotazione di risorse straordinarie che attengono alla vecchia programmazione, risorse nazionali, e abbiamo ritenuto tanto più doveroso corrispondere ad una misura che andasse incontro al mondo dello sport. Abbiamo parlato di Carta Etica fino a qualche minuto fa, lo abbiamo fatto ricordando anche come questo lavoro sia stato svolto nel corso della pandemia e di che prezzo abbia pagato, nella pandemia, il mondo sportivo a tutti i livelli.

Tra questi livelli c’è senz’altro quello dell’impiantistica sportiva da un lato e di chi fa vivere l’impiantistica sportiva nei territori dall’altro. Penso in particolare agli enti pubblici, ma anche agli enti di gestione, alle associazioni che attraverso l’utilizzo di questo impianto come bene comune, mettono a disposizione poi l’attività, la pratica e gli impianti per le comunità locali.

In questo senso, riuscire ad immaginare, pur nei limiti delle risorse date da questa assegnazione straordinaria e quasi fuori tempo massimo, anche a questo mondo un’ulteriore risposta, credo che oltre che essere un impegno assunto già alla fine dell’anno passato, sia un elemento di coerenza rispetto alle necessità che noi abbiamo.

Abbiamo ritenuto di accedere a questo attraverso uno strumento già utilizzato in questi ultimi anni, in particolare, cioè quello della legge n. 5, pianificando questo intervento nel Piano di sviluppo e coesione della Regione Emilia-Romagna, trovando l’assenso di tutti i soggetti del partenariato che sono presenti in questa cabina di regia, identificando un budget di 5,7 milioni di euro.

Noi che cosa approviamo oggi? Questo è l’atto preliminare, sono linee di indirizzo che definiscono all’interno del piano di azione le priorità, le modalità anche di attuazione. Abbiamo provato a codificarle, di modo che l’Assemblea svolga la funzione che le è propria di indirizzo e di definizione delle priorità, quindi ammodernamento, messa in sicurezza, riqualificazione degli impianti e delle attrezzature sportive per il tempo libero.

Voglio sottolineare, perché è un elemento che è stato aggiunto in via emendativa in Assemblea, la possibilità anche di sostenere interventi che perseguano l’efficientamento energetico e l’impiego delle energie rinnovabili, ringrazio la consigliera Zamboni in questo caso, è un intervento assolutamente coerente, quindi una definizione coerente rispetto agli obiettivi più generali che abbiamo codificato anche nella più recente programmazione, quindi si inserisce in un ambito che deve diventare sempre più pervasivo per portare all’efficienza, alla sostenibilità anche le gestioni, e mai come in questo momento ne abbiamo bisogno e se ne è parlato anche con riferimento specifico al terzo settore e all’attività sportiva.

Abbiamo quindi codificato l’ipotesi di andare non a un bando tradizionale, ma ad un avviso al quale possano corrispondere tutti i soggetti titolati, attraverso manifestazioni di interesse, per impianti pubblici intesi in senso di disponibilità, di proprietà, riconoscendo anche quello che è il pluralismo delle gestioni nei nostri territori, avendo riguardo in particolare ai Comuni più piccoli, perché stiamo parlando di interventi modesti nella dimensione, quindi con un’attenzione specifica ai Comuni più piccoli, alla necessità di realizzare questi interventi in tempi relativamente celeri (anche questo fa tesoro di un’esperienza che abbiamo maturato nel corso del 2000 con i bandi Covid per le aree maggiormente colpite dalla pandemia inizialmente, poi per l’Appennino) e con una percentuale di finanziamento da parte della Regione molto alta, non sono i tagli ordinari con cui ci muoviamo normalmente con i nostri bandi.

Stiamo parlando infatti del 95 per cento di intervento per i Comuni sotto i 10.000 abitanti e del 90 per cento sopra i 10.000 abitanti, per interventi di taglio medio-piccolo, per i quali può essere corrisposto un contributo fino alla concorrenza massima di 300.000 euro, con un’attenzione anche in questo caso a portare tutto il territorio nella possibilità non solo di partecipare, ma anche di vedersi riconosciuto un intervento, quindi abbiamo detto un solo intervento per l’Amministrazione e la possibilità di avere un certo equilibrio anche nel panorama regionale, quindi tutte le province possono stare dentro questo quadro. In via competitiva, a proposito della discussione fatta prima, ci siamo resi conto che anche in questi casi non sempre la distribuzione dopo riesce ad arrivare in modo equo, in questo caso, quindi, anche la natura cooperativa può essere utile, soprattutto laddove gli investimenti riescano a realizzare un beneficio che va al di là del singolo bacino comunale e ci possa essere un riconoscimento di questo beneficio più largo anche da parte delle Unioni di Comuni. Questo è un altro elemento che può dare premialità agli interventi.

Io credo che questo sia un intervento indispensabile, ma confermo quanto già detto qui in aula rispondendo ad alcuni question time, ricordo quelli della consigliera Bondavalli, o che abbiamo evidenziato anche in sede di illustrazione in Commissione. Anche in questo caso ringrazio l’Assessorato allo sport, il dottor Manghi, il dottor Brenaggi, la struttura della Direzione generale DGREI, quindi il dottor Frieri, la dottoressa Brancaleone e il dottor Bergamini. Li cito perché si tratta di un lavoro corale che è stato fatto e che ci predisponiamo a fare poi nella gestione delle domande che arriveranno. L’intendimento è quello di preparare un altro intervento di più ampio respiro. Nell’interlocuzione con la ministra Carfagna abbiamo sottolineato, come Regione, ancora una volta, l’importanza di avere l’ambito sportivo tra quelli dedicati ed eletti per la programmazione degli FSC, in questo senso certo di interpretare una sensibilità che è emersa a 360 gradi. Ricordo come anche la Lega avesse presentato attività emendative per sottolineare e rimarcare questa necessità.

Siamo nelle condizioni, credo, di poter, in tempi immediati, approvate le linee di indirizzo, l’atto di indirizzo, smarcare il bando, chiamiamolo così, l’avviso pubblico, un tempo di pubblicazione relativamente breve, un mese, e poi raccogliere e selezionare molto rapidamente, ripeto, con lo spirito che ho indicato, progetti che vadano in questa direzione, dando il massimo di soddisfazione a tutto il territorio, come è avvenuto in precedenza con gli altri bandi, in attesa che si possa perfezionare poi un bando più significativo dal punto di vista delle risorse, a quel punto ragionevolmente anche con interventi di portata un po’ più grande per gli impianti e magari a quel punto, avendo a disposizione più risorse, non così segregato solo per i piccoli Comuni. In questo caso credo che potranno essere interventi, invece, che guardano anche alla stagione, alla ripartenza, penso in particolare all’estate, penso ai Comuni dell’Appennino, e non solo dell’Appennino, che provano a riammodernare e a rimettere in efficienza le proprie dotazioni per poter accompagnare la ripartenza dell’attività sportiva delle società e dei gruppi all’interno delle comunità.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Consigliera Catellani, ho il dovere di chiederle se vuole intervenire. Lei per me può intervenire, lo dicevo solo perché magari domani mattina… Prego, consigliera Catellani.

 

CATELLANI: Grazie, presidente. Sarò brevissima. Ringrazio il sottosegretario Baruffi.

Abbiamo analizzato questo atto di indirizzo realizzato con l’applicazione del criterio della legge n. 5/2018 in combinato disposto con la legge n. 21/2012 sul sostegno al riordino territoriale. L’obiettivo, nel caso di specie, è l’investimento dedicato alla cultura sportiva, all’impiantistica e al tempo libero.

Ovviamente, si tratta di un argomento che ci vede ben predisposti, anzi, mi corre l’obbligo di dire che proprio per voce del consigliere Liverani, ma anche del nostro capogruppo Rancan, spesso su questo tema abbiamo esortato gli animi. Siamo tutti consapevoli che lo sport in generale, nel periodo pandemico e anche post-pandemico abbia sofferto molto, e ancorché oggi si vadano a destinare risorse, purtroppo, prima di trovare e ritrovare la vecchia serenità, passerà del tempo. Quindi nel merito, ovviamente, nulla osta, anzi, siamo perfettamente concordi.

Ciò che ci perplime di più è proprio il criterio previsto dalla n. 5/2018. Si tratta di un metodo procedurale capace di indirizzare la programmazione regionale e sovraregionale, che in questo caso si applica con il sistema dello PSAL. Non mettiamo in discussione la leale collaborazione, anzi, facciamo piuttosto un atto di fede, che va poi a supportare anche il voto che daremo rispetto al fatto che questi sforzi, che questa programmazione sia indirizzata a tutto il territorio, indistintamente. Perché questa osservazione? Perché purtroppo nei criteri già emergenti dall’atto di indirizzo, ma che saranno pur tali anche nelle manifestazioni di interesse, c’è una discrezionalità assolutamente ampia della Giunta, e un unico respiro, che è sempre quello della Giunta.

Il nostro voto è legato quindi al fatto che auspichiamo, confidiamo, siamo certi, visto che dalle parole del sottosegretario è arrivato, che effettivamente tutto il territorio beneficerà di questo tipo di programmazione perché tutto il territorio ne ha effettivamente esigenza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Catellani.

Sono le ore 17,28, per cui non ci sarebbe tempo per dare spazio ad altri interventi. A questo punto, quindi, dichiaro chiusa la seduta di oggi pomeriggio.

Riprendiamo domani mattina, alle ore 9,30, a partire da questo punto all’ordine del giorno.

Grazie a tutti e buona serata.

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,27

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO.

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Raffaele DONINI e Paola SALOMONI.

È assente per motivi istituzionali ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 4857

Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire una de-escalation militare. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Lisei, Pigoni, Castaldini, Piccinini, Taruffi, Mastacchi, Zamboni, Rancan

 

Titolo: 4857 - Risoluzione cons. Zappaterra e altri (solidarietà al popolo ucraino)

 

Presenti al voto:45

Favorevoli/Si:43

Non votanti:2

Assenti:5

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Bessi Gianni; Mastacchi Marco; Sabattini Luca; Tagliaferri Giancarlo

 

 

Non votanti

Bargi Stefano; Gibertoni Giulia

 

Assenti

Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Lisei Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo

 

OGGETTO 4465

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Piano regionale di attuazione del Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani - II Fase" di cui alla Delibera di Giunta regionale n. 1024/2018. Modifiche in materia di indennità di Tirocinio. (72)

 

Titolo: 4465 - Proposta (Piano regionale di attuazione del Programma

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:28

Astenuti:10

Non votanti:2

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Felicori Mauro

 

Astenuti

Bargi Stefano; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Mastacchi Marco; Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Gibertoni Giulia; Lisei

Marco; Montalti Lia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Titolo: 4695 - EM. 1 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:41

Favorevoli/Si:14

Contrari/No:26

Non votanti:1

Assenti:9

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti

Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia;

Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia;

Montalti Lia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 2 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:13

Contrari/No:26

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Rontini Manuela

 

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 3 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:13

Contrari/No:26

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 4 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:38

Favorevoli/Si:11

Contrari/No:26

Non votanti:1

Assenti:12

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco;

Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Lisei Marco

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Titolo: 4695 - EM. 5 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:41

Favorevoli/Si:39

Contrari/No:1

Non votanti:1

Assenti:9

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Rossi Nadia

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele;

Gibertoni Giulia; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 6 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:13

Contrari/No:26

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia;; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 7 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:37

Favorevoli/Si:12

Contrari/No:24

Non votanti:1

Assenti:13

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco;

Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano;

Rancan Matteo; Rontini Manuela; Sabattini Luca; Zappaterra Marcella

 

Titolo: 4695 - EM. 8 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:12

Contrari/No:27

Non votanti1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco;

Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - EM. 9 (a firma cons. Catellani)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:12

Contrari/No:27

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si

Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco;

Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Contrari/No

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia;

Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Occhi Emiliano; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo

 

Titolo: 4695 - Proposta (Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna)

 

Presenti al voto:43

Favorevoli/Si:28

Astenuti:14

Non votanti:1

Assenti:7

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti

Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco;

 

Non votanti

Petitti Emma

 

Assenti

Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4695

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "L.R. n. 8/2017 - art. 2, comma 3 - Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna". (73)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Catellani

«All'ottavo capoverso della "Premessa", il periodo "Tuttavia, troppo spesso le cronache danno conto di inaccettabili episodi di violenza, razzismo, intolleranza, sfruttamento dei giovani atleti." è soppresso.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Catellani

«All'ultimo capoverso dell'articolo 1, dopo le parole "La Regione dell'Emilia-Romagna riconosce inoltre la pratica dell'educazione fisica, dell'attività motoria e dello sport come strumento di tutela della salute" sono integrate le parole "di potenziamento dei talenti, di agonismo e sana competizione, di educazione, di vocazione alla socialità, di confronto,".»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Catellani

«Al primo capoverso dell'articolo 5, le parole "sono l'obiettivo irrinunciabile" sono sostituite dalle parole "sono uno tra gli obiettivi irrinunciabili»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma della consigliera Catellani

«Al secondo capoverso dell'articolo 7, le parole "L'educazione fisica, l'attività motoria e lo sport, oltre che sfida e competizione leale, devono rimanere prioritariamente fonte di divertimento," sono sostituite dalle parole "L'educazione fisica, l'attività motoria e lo sport, oltre che sfida, sano agonismo e competizione leale, devono rimanere fonte di divertimento".»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma della consigliera Catellani

«Il primo punto dell'articolo 8 recante “ad avvalersi di persone adeguatamente formate dal punto di vista educativo e tecnico e che manifestino il valore formativo della propria funzione nell'esercizio di ogni ruolo,” è così integralmente modificato “ad avvalersi di personale adeguatamente formato dal punto di vista educativo e tecnico e che manifesti il valore formativo della propria funzione nell’esercizio di ogni ruolo;”.»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma della consigliera Catellani

«Al terzo punto dell'articolo 8, le parole "per incrementare la partecipazione delle donne e delle ragazze all'attività sportiva, considerando la lotta al sessismo, in qualunque ambito si evidenzi, una priorità;" sono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma della consigliera Catellani

«Al quinto punto dell'articolo 8, le parole "ed evitando le specializzazioni precoci" sono soppresse

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma della consigliera Catellani

«All'undicesimo punto dell'articolo 8, le parole "ad affermare" sono modificate in "a perseguire".»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma della consigliera Catellani

«Il dodicesimo punto dell'articolo 8 recante "a contrastare ogni forma di disparità di genere per garantire alle atlete donna tutte le tutele riservate agli uomini, come per esempio il trattamento sanitario, previdenziale e pensionistico;" è soppresso.»

(Respinto)

 

 

LA PRESIDENTE

 

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

Espandi Indice