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131.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 22 MARZO 2022

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4916

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le tempistiche di inaugurazione e apertura alla fruizione pubblica del nuovo Corridoio di collegamento naturalistico ciclopedonale Ravenna-Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FABBRI (PD)

LORI, assessora

FABBRI (PD)

 

OGGETTO 4924

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quanto la Giunta intenda monitorare e intervenire circa le difformità di applicazione della normativa sull'assegno unico universale penalizzanti sotto il profilo di genere. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

LORI, assessora

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 4918

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle azioni da intraprendere affinché non venga danneggiata l'emittenza televisiva locale in seguito al processo in atto di refarming della banda 700. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Daffada'

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 4921

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di equiparare alle "Vittime del Dovere" il personale sanitario deceduto o che abbia riportato gravi lesioni durante il servizio nel corso della pandemia da Covid-19. A firma del Consigliere: Lisei

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

LISEI (FdI)

DONINI, assessore

LISEI (FdI)

 

OGGETTO 4922

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al progetto Silk-Faw, la joint venture che si era impegnata a investire un miliardo di euro in uno stabilimento a Reggio Emilia per la produzione di autovetture sportive di lusso elettriche. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

BARUFFI, sottosegretario

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 4923

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'impatto del rincaro carburanti sulle aziende di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

BARUFFI, sottosegretario

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 4925

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta voglia intervenire presso le Aziende sanitarie di Parma al fine di assicurare il pieno utilizzo dei mezzi loro assegnati, garantendone l'impiego anche per i servizi in emergenza-urgenza. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

DONINI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 4926

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'emergenza ucraina: accoglienza diffusa, sostentamento e accesso al servizio sanitario. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 4927

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga di confermare il proprio interesse al sostegno, anche finanziario, alla realizzazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale 2023 dell'Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RAINIERI (Lega)

CORSINI, assessore

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 4920

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle iniziative da adottare per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrati in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bulbi, Zappaterra, Mori, Caliandro, Costi, Costa, Montalti, Rontini, Rossi, Daffada', Sabattini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BULBI (PD)

MAMMI, assessore

BULBI (PD)

 

OGGETTO 4928

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di sostenere la filiera zootecnica regionale in crisi a causa dell'insufficiente importazione di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali da allevamento. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BERGAMINI (Lega)

MAMMI, assessore

BERGAMINI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Appello nominale dei consiglieri

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 4776

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni in materia tributaria". (38)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

SABATTINI, relatore della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

PELLONI (Lega)

SABATTINI (PD)

BARGI (Lega)

CALVANO, assessore

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,49

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 131 del 22 marzo 2022.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana dell’8 e 9 marzo 2022. Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato la propria assenza il consigliere Caliandro.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo ora i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 4916

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le tempistiche di inaugurazione e apertura alla fruizione pubblica del nuovo Corridoio di collegamento naturalistico ciclopedonale Ravenna-Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interrogazione 4916, interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali siano le tempistiche di inaugurazione e apertura alla fruizione pubblica del nuovo corridoio di collegamento naturalistico ciclopedonale Ravenna-Comacchio. L’interrogazione a firma del consigliere Fabbri.

Prego, consigliere.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e tutte le colleghe.

Questa interrogazione attiene alla realizzazione e conclusione di un’opera pubblica, un’arginatura di separazione tra la proprietà pubblica e quella privata delle Valli di Comacchio ed è a cavallo tra le province di Ravenna e Ferrara e i Comuni di Ravenna, Argenta e Comacchio.

È un’opera che è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna, ormai un decennio fa, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro e che ha previsto una serie di opere idrauliche funzionali nonché, per l’appunto, la realizzazione di questo di questa grande arginatura che corre nel mezzo delle valli e collega le due province.

Quella che originariamente era stata pensata soltanto come un argine di separazione tra la parte pubblica e la parte privata, atta a chiudere un contenzioso proprio sulla proprietà, quindi sotto il profilo patrimoniale, contenzioso pluridecennale tra i privati e il pubblico, è stata poi ripensata e riprogettata non solo come un argine di separazione, ma anche come un grande percorso naturalistico di tipo ciclopedonale, che consente di collegare le due province, bypassando quella che oggi è la strada statale 309 Romea, che è l’unico tragitto viario, dunque anche per le biciclette, percorribile e di collegamento tra le due province.

In quest’ambito è stata anche realizzata una serie di interventi connessi e finanziati dal POR FESR 2014-2020 sull’asse 5 dal PSR, che hanno realizzato una serie di interventi a cerniera, di collegamento proprio tra la costa della provincia di Ferrara con la costa comacchiese e con l’argine Reno, quindi in provincia di Ravenna.

Quest’argine, a seguito anche delle ultime interlocuzioni in corso rispetto alla Ciclovia Adriatica, assume un’importanza ulteriore, perché pare che all’interno delle valutazioni di incidenza ambientale in corso il percorso originariamente previsto dalla Ciclovia Adriatica e parallelo all’argine Agosta sia stato bocciato per questioni paesaggistiche, quindi questo nuovo argine assume un valore particolarmente importante.

I lavori di questo argine sono stati conclusi, sono stati lavori pluriennali perché il consolidamento di un argine nel bel mezzo di una valle non è cosa banale, e anche le ultime finiture con la realizzazione di questo tappetino per questo percorso ciclopedonale intermodale, quindi di collegamento tra le due province è stato concluso.

Con questa interrogazione, quindi, prendendo atto della strategicità - anche in chiave turistica, non solo in chiave di fruizione ambientale - della destinazione Romagna, ma, più in generale, del Parco del Delta del Po, è un qualcosa di assolutamente è fondamentale per lo sviluppo di quella che è un’area interna, un’area che ha delle criticità che tutti conosciamo anche in termini proprio di disoccupazione e di necessità di creare nuove opportunità.

In tal senso, quindi, per quanto riguarda il primo tratto di collegamento, quello è stato concluso da ormai due anni e collaudato, ma non ancora aperto, mentre l’ultimo tratto, quello che è proprio di competenza del Parco, che è stato il soggetto attuatore per conto della Regione di questo argine, è stato concluso il 9 giugno 2021, proprio con il documento di collaudo statico; recentemente, cioè il 1° marzo, si è approvato anche il certificato di regolare esecuzione.

C’è anche una grande richiesta da parte di associazioni legate al turismo ambientale, associazioni legate al cicloturismo, ma anche di operatori economici che vedono in questo collegamento una grossa opportunità per lo sviluppo di quel turismo green, che per noi è sicuramente una delle industrie “trainanti” del Parco del Delta del Po.

Per questo motivo interrogo la Giunta: per sapere le tempistiche esatte per l’inaugurazione e l’apertura alla fruizione pubblica di questo nuovo corridoio di collegamento naturalistico ciclopedonale tra Ferrara e Ravenna, anche in considerazione che la primavera è alle porte e quindi sarebbe conveniente, già per la stagione 2022, avere questa opportunità che sarà, ripeto, anche in chiave di Ciclovia Adriatica, un corridoio fondamentale per il collegamento nord-sud.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Risponde l’assessora Lori. Prego.

 

LORI, assessora: Grazie, presidente.

In risposta alle sollecitazioni poste dal consigliere Fabbri, devo dire che condividiamo, naturalmente anche attraverso il lavoro del Parco, questa necessità di poter integrare e arricchire, cosa che peraltro stiamo cercando di portare avanti anche attraverso altre progettualità, tutte quelle opportunità che possono contribuire al potenziale in termini di fruizione, del Parco, che naturalmente rientra tra le aree di maggior pregio ambientale del nostro territorio.

Rispetto al tema specifico posto dal consigliere Fabbri, come dicevo, c’è stata anche un’interlocuzione con l’Ente di gestione per i Parchi e le Biodiversità del Delta Po. In particolare, mi riferisco ad una recente nota interlocutoria che abbiamo acquisito; possiamo dare informazione che tutto è predisposto per l’apertura pedonale del collegamento naturalistico di cui all’oggetto, quindi l’inaugurazione da questo punto di vista è prevista in un tempo molto breve.

Per quanto, invece, in modo più specifico riguarda l’apertura ciclabile di questo tratto di percorso, al fine di garantire la dovuta attenzione alle tematiche della sicurezza circa la frequentazione, l’Ente Parco evidenzia come necessario e opportuno individuare e approntare alcuni accorgimenti aggiuntivi per far sì che la frequentazione possa avvenire nella massima sicurezza. Quindi, ci sono predisposizioni che riguardano alcune limitate parti strutturali e soprattutto vanno definiti alcuni accordi, che interesseranno in particolare il Comune di Comacchio, per quanto riguarda la fruizione, oltre che specifiche collaborazioni per interventi in caso di emergenza. Quindi, si tratta di una serie di situazioni puntuali e circoscritte che il Parco sta portando avanti e che si risolveranno in tempi brevi per consentire anche la fruizione dal punto di vista ciclabile.

L’Ente attualmente è in attesa di avere questa conferma, da parte dell’Amministrazione comunale di Comacchio, della presa in carico di questa pista ciclabile e sta definendo, in collaborazione con il Comune, le attività che riguarderanno la futura manutenzione ordinaria e straordinaria del percorso, facendo riferimento in particolare ad una convenzione stipulata nel 2014. Quindi, anche per quanto riguarda l’aspetto della ciclabilità i tempi saranno certamente brevi, invece per il percorso pedonale l’inaugurazione è imminente e questa pista sarà fruibile già dal periodo primaverile-estivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori.

Prego, consigliere Fabbri, per la replica.

 

FABBRI: Grazie, assessore.

Volevo innanzitutto esprimere la mia soddisfazione per questo riscontro. Ho visto che, anche nei giorni scorsi, l’Ente Parco ha convocato un incontro proprio per presentare, dopo che è stata presentata questa interrogazione, anche nello specifico le tempistiche di apertura, che evidentemente hanno visto esaurirsi il ruolo sia della Regione come Ente al tempo che ha stanziato le risorse, sia del Parco, che ha visto realizzare queste opere. Ora, davvero speriamo che questo passaggio di consegne all’ente proprietario di quest’opera pubblica, cioè il Comune di Comacchio, sia quanto più rapido possibile.

Colgo con favore le tempistiche annunciate, cioè brevi, da qui alla prossima primavera-estate, posto che, ripeto, si è concluso l’iter in capo alla Regione e al parco con difficoltà non scontate, dovute anche a un’opera complessa anche per la location in cui è stata realizzata. Però, credo che ora spetti anche all’ente locale fare quell’ultimo miglio che ci permette finalmente di consegnarla al pubblico. Quindi, sono pienamente soddisfatto. Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

 

OGGETTO 4924

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quanto la Giunta intenda monitorare e intervenire circa le difformità di applicazione della normativa sull’assegno unico universale penalizzanti sotto il profilo di genere. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 4924: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere quanto la Giunta intenda monitorare e intervenire circa le difformità di applicazione della normativa sull’assegno unico universale penalizzanti sotto il profilo di genere. L’interrogazione è a firma del consigliere Amico.

Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Questa interrogazione arriva pochi giorni dopo dalla introduzione, quindi dalla esecutività di questa nuova misura nazionale, che è l’assegno unico universale che è iniziato a intervenire a partire dal 1° marzo 2022, che costituisce un beneficio economico attribuito su domanda e su base mensile per il periodo compreso tra il mese di marzo di ciascun anno e il mese di febbraio dell’anno successivo ai nuclei familiari in relazione alla condizione economica del nucleo secondo l’indicatore della situazione economica equivalente, ovvero l’ISEE.

Il valore dell’assegno per il primo figlio oscilla tra un minimo di 50 euro e un massimo di 175 euro mensili. Il calcolo prevede, poi, dal secondo figlio in poi una maggiorazione che va da un massimo di 85 euro a un minimo di 15 euro, sempre a seconda del valore dell’ISEE.

L’assegno, in caso di genitori coniugati, potrà essere corrisposto anche solo a uno di essi per il valore del 100 per cento, così come nel caso di genitori separati o divorziati, purché siano entrambi d’accordo, può essere indicata la corresponsione secondo un riparto del 50 per cento.

Tuttavia, la nostra società rileva profonde trasformazioni e le situazioni che osserviamo sono molto eterogenee tra loro. Il nucleo familiare si compone spesso di genitori divorziati, separati, non sposati, a volte anche in conflitto tra loro. La modalità attraverso la quale corrispondere l’assegno unico universale prevede il concorso di entrambi i genitori. Basta solo che uno dei due non presenti la documentazione necessaria, d’ufficio viene attribuito il valore minimo dell’assegno, ripartito comunque al 50 per cento tra i due.

Infatti, in assenza di accordi presi in fase di separazione, molte madri a cui è già stato attribuito l’assegno familiare si troveranno a dover sopportare una perdita economica quando il coniuge faccia richiesta del 50 per cento dell’assegno unico, madri che ‒ lo abbiamo rilevato a più riprese ‒ percepiscono stipendi inferiori, a parità di mansione, rispetto ai loro compagni e che, quindi, contribuiscono in maggior parte al calcolo dell’assegno. Tuttavia, questo assegno viene ripartito sulla base del 50 per cento.

Lo Stato, nell’applicazione della normativa, dà per implicito che ciascun genitore contribuisca in parti uguali al mantenimento dei figli, secondo le proprie possibilità, e ottemperando responsabilmente alle necessità che il minore presenta.

Tuttavia, la realtà ci consegna un dato molto differente, spesso a svantaggio della donna. Pur in presenza di affido condiviso, nella maggior parte dei casi i padri hanno in custodia i figli ogni due fine settimana e per una serata infrasettimanale. Questa situazione grava economicamente di più sulle madri, quindi, quasi sempre conviventi, in continuità con i figli, per le giornate restanti. In questo scenario, la norma pensata per le famiglie concordi determina una significativa problematica per i nuclei familiari, in cui l’affidamento del minore può essere fonte di conflitto. Già in questi primi mesi di applicazione, o giorni, perché le domande potevano essere comunque presentate a partire dal 1° gennaio, i Patronati del lavoro che seguono le pratiche hanno segnalato diversi casi di nuclei divisi e non concordi, dove il marito, non presentando la dichiarazione ISEE, costringe entrambi, come recita la norma, al percepimento dell’assegno minimo e, in ogni caso, questo suddiviso al 50 per cento.

Come dicevo prima, questo accade soprattutto in un momento come quello che abbiamo attraversato. Abbiamo visto anche con l’assessora Lori nel corso di questi mesi, di questi ultimi due anni, quanto e come le donne abbiano pagato il prezzo della pandemia sotto il profilo lavorativo, rinunciando spesso e volentieri alla propria carriera, alla propria attività lavorativa.

Conseguentemente, chiediamo, con questa interrogazione, se la Regione intenda effettuare un’analisi dettagliata del fenomeno, monitorando i casi in Emilia-Romagna nell’arco temporale dei prossimi 4-6 mesi e, anche alla luce dell’impegno nel contrastare le diseguaglianze di genere, se abbia intenzione di sollecitare il Governo a chiarire eventuali incongruenze e a portare i debiti correttivi al provvedimento, riconoscendo un principio sostanziale che tenga in considerazione l’interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde l’assessora Lori. Prego.

 

LORI, assessora: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Amico.

L’istituzione dell’assegno unico e universale per i figli a carico è una misura introdotta di recente dal decreto legislativo del 21 dicembre 2021, n. 230 e quindi è attiva da qualche mese. È un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento del ventunesimo anno di età, al ricorrere di determinate condizioni e senza limiti di età per i figli disabili.

La norma prevede, per presentare la domanda, un periodo che decorre dal 1° gennaio di ciascun anno. Per le domande presentate dal 1° gennaio al 30 giugno 2022 l’assegno unico universale spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Quindi, anche queste decorrenze ci indicano davvero quanto sia recente questo provvedimento.

L’assegno unico universale, oltre ad essere una misura nazionale garantita operativamente da INPS, è una misura appunto istituita di recente, per la quale non è ancora concluso il periodo di presentazione della domanda con accesso pieno al beneficio, per cui, al momento, non avendo dati a disposizione, non è possibile effettuare valutazioni di efficacia e di merito.

Il decreto legislativo n. 230 del 2021 prevede peraltro all’articolo 9 un Osservatorio nazionale per l’assegno unico e universale per i figli a carico, proprio con funzioni di supporto tecnico e scientifico per lo svolgimento delle attività di analisi, monitoraggio e valutazione di impatto dell’assegno di cui al presente decreto. L’Osservatorio è presieduto dal Presidente dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia ed è composto da un rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze, da rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un rappresentante di INPS, un rappresentanti di Istat, un membro designato dal Presidente dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, un membro designato dalla Conferenza Unificata nonché da due rappresentanti delle associazioni familiari maggiormente rappresentative.

Nello svolgimento delle funzioni, l’Osservatorio coordina le proprie attività di ricerca con quelle dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia e dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Oltre a questo, predispone per l’autorità politica delegata per la famiglia una relazione semestrale sullo stato di implementazione dell’assegno. A tal fine l’INPS provvede alla realizzazione di un Osservatorio statistico sui beneficiari dell’assegno, aggiornato mensilmente e pubblicato sul sito istituzionale dell’istituto, e alla trasmissione all’Osservatorio di una relazione trimestrale sugli aspetti amministrativi gestionali, oltre che una relazione semestrale che individua altresì le possibili azioni da realizzare per una maggiore efficacia dell’intervento.

Attraverso questi strumenti di monitoraggio, sarà possibile identificare e valutare eventuali situazioni di disparità, che si dovessero verificare nell’applicazione dell’assegno unico universale, alle quali ci impegniamo a prestare la dovuta attenzione e a mettere in campo naturalmente tutte quelle azioni propositive per misurarne l’efficacia.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Ringrazio per la risposta di cui mi dichiaro soddisfatto. Ovviamente l’essere così recente del provvedimento non consente di avere oggi dei dati statistici consolidati, la segnalazione che raccogliamo dai patronati comunque indica delle criticità, vedremo quelle che saranno le risultanze degli osservatori nazionali, chiedendo magari un aggiornamento nei prossimi mesi per capire se effettivamente queste storture che stiamo riscontrando sul territorio debbano essere corrette.

Adotteremo quindi le iniziative necessarie, affinché questa parità che cerchiamo di perseguire come Regione, ma credo anche come sistema Paese nel suo complesso, attraverso queste misure che hanno sicuramente il pregio di mettere al centro il minore non si rivelino invece una fonte di diseguaglianza ulteriore rispetto a quelle che già sono presenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 4918

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle azioni da intraprendere affinché non venga danneggiata l’emittenza televisiva locale in seguito al processo in atto di refarming della banda 700. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Daffadà

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo adesso con l’interrogazione 4918: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle azioni da intraprendere affinché non venga danneggiata l’emittenza televisiva locale in seguito al processo in atto di refarming della banda 700, a firma dei consiglieri Bondavalli e Daffadà.

Prego, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

È un tema che mi sta particolarmente a cuore, e credo sia molto importante portarlo all’attenzione di quest’Aula, perché l’emittenza televisiva locale rappresenta davvero storicamente un patrimonio di libera informazione e utilità collettiva anche in Emilia-Romagna.

Lo dico non tanto perché, come sapete, in questo settore ho vissuto un lungo periodo del mio percorso professionale, ma anche perché lo ritengo un dato oggettivo. È proprio così: anche nella stagione della pandemia che, ricordiamo, non è ancora conclusa, le televisioni locali hanno dato ulteriore conferma del fondamentale servizio quotidiano di informazione che svolgono, contribuendo a garantire identità culturale e senso di appartenenza alla comunità del territorio.

Cosa sta accadendo in questo momento? Tutto il settore è interessato dal cosiddetto switch-off, ovvero dal riordino e dall’assegnazione delle frequenze gestito dalle competenti autorità nazionali. Da ciò consegue che nella nostra regione si sta realizzando il processo di refarming della banda 700 e del passaggio alle trasmissioni televisive digitali di seconda generazione, disposto dalla normativa proprio di specifico riferimento.

Il percorso prevede la dismissione di tutte le frequenze utilizzate dalle imprese televisive locali e il passaggio alla trasmissione delle relative programmazioni mediante nuovi operatori di rete. Questo nuovo assetto è determinato sulla base di gare, realizzate naturalmente dal Ministero dello sviluppo economico.

Si stanno delineando diverse criticità, come ci viene segnalato da chi, appunto, sul territorio è parte attiva. Sono criticità, per riassumerle, che determinano una difficile ricezione delle tv locali. In particolare, sono due le problematiche che vengono evidenziate. Prima di tutto, in diverse zone si rivela necessaria la copertura radioelettrica di primo livello, che ha la funzione di fare servizio su tutto il territorio regionale. In secondo luogo, la ricezione dei canali televisivi con le antenne condominiali non è possibile essenzialmente perché i filtri di antenna installati erano funzionali alle precedenti collocazioni frequenziali; ovvero, le antenne sono orientate, in questo momento, in direzioni che non corrispondono più ai nuovi punti di emissione.

Di conseguenza, le televisioni locali davvero rischiano di essere di difficile ricezione in molte zone della nostra regione. Questo non è un quadro definitivo, ma è un quadro che può anche vedere delle modifiche, che può essere in evoluzione. Se però questa fosse la situazione definitiva, ne deriverebbe, a parer mio, un vulnus molto grave per la libera informazione del territorio regionale, che sarebbe privato di alcuni dei suoi punti di riferimento della quotidianità.

E sono davvero punti di riferimento per tanta gente che vive nella nostra regione. Per questo motivo interrogo la Giunta: per chiedere se e soprattutto come intende farsi parte attiva per favorire la risoluzione di una questione che può danneggiare l’emittenza televisiva locale e il suo ruolo di informazione sul territorio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Sto guadagnando tempo per trovare la risposta. Non me ne voglia. Sennò, vado a braccio.

Grazie, presidente.

L’informazione libera e plurale rappresenta un bene di interesse pubblico da tutelare, principio che la Regione Emilia-Romagna ha sancito all’articolo 1 della legge regionale n. 11/2017 per il sostegno all’editoria locale, fortemente voluta dall’Assemblea. Ovviamente l’emittenza locale televisiva vi rientra a pieno titolo e anche durante la pandemia le tv locali hanno svolto una funzione essenziale nell’informare i cittadini e le comunità ovunque nel nostro territorio, forti di un radicamento altrettanto importante.

La Regione, com’è noto, ha inteso sostenere il settore erogando anche ristori agli operatori dell’informazione locale attraverso due bandi successivi del 2000 del 2021, con oltre 1,3 milioni di euro, a seguito della messa a disposizione di spazi per campagne di comunicazione istituzionale legate al Covid, promosse sia dalla Giunta che dall’Assemblea. Solo con la chiusura del secondo bando nell’ottobre scorso sono stati erogati contributi per circa 650.000 euro a ben 125 testate di ogni genere, tra le quali 17 emittenti televisive.

È, dunque, necessario e fondamentale che la fase di riordino delle frequenze, il cosiddetto “switch-off”, a cui l’interrogante ha fatto riferimento, che è in corso, anzi ormai si è perfezionato a livello nazionale, e che non rientra nelle prerogative della Regione, si completi, però garantendo la continuità nella ricezione anche delle emittenti televisive locali. I cittadini hanno il pieno diritto di poter vedere tali emittenti in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna e nei rispettivi bacini di utenza e aree coperte.

Come Presidenza della Giunta stiamo seguendo la situazione e, in particolare, il monitoraggio della copertura dell’intero territorio regionale dopo l’assegnazione delle frequenze all’operatore privato scaturita dalla procedura nazionale, a cui si è fatto riferimento, cioè Ei Towers, chiamato a garantire tale copertura rispetto però – e qui è il problema – a una percentuale minima del 90 per cento della popolazione regionale e non delle aree territoriali, percentuale di popolazione rispettata, ma che non determina automaticamente la copertura di tutto il territorio, che quindi merita una particolare attenzione.

Per questo stiamo monitorando la situazione attraverso Lepida e il Co.Re.Com. regionale, che hanno istituito un tavolo tecnico con il quale mantenere contatti con le emittenti televisive per una verifica ancor più puntuale della copertura del territorio, in particolare proprio delle aree montane, ma anche di pianura.

Il tavolo tecnico che si è riunito si riunirà ancora una volta oggi, 22 marzo, alle ore 16, per una verifica aggiornata della copertura delle frequenze, degli eventuali problemi di ricezione, ora che, come dicevo, la fase di switch-off può considerarsi sostanzialmente conclusa, riunione alla quale parteciperà anche EI Towers.

Bisogna essere consapevoli del fatto che il diritto d’uso delle frequenze delle reti di primo livello è stato assegnato per tutto il territorio regionale. Coprire le zone bianche dove risiede meno del 10 per cento della popolazione diviene, almeno in prima istanza, un tema economico, per di più con operatori alle prese con un comparto in difficoltà.

Da un punto di vista normativo, le emittenti locali hanno già ora la possibilità di attivare impianti attraverso i Comuni e le Comunità montane e più nel dettaglio per tutta la zona di Sassuolo. Quando il Comune di Serramazzoni rilascerà l’autorizzazione paesaggistica a installare due pannelli che il gestore si è reso disponibile a montare sul ripetitore di Monfestino, il problema sarà risolto, da quanto ci viene riferito. Nella riunione di oggi del tavolo tecnico verranno chiarite quali potrebbero essere le altre zone critiche, specie in area montana.

Concludo, presidente, scusandomi. Una volta verificata la situazione in sede tecnica, come Presidenza convocheremo nuovamente una riunione con le emittenti televisive, con Co.Re.Com. e con Lepida, per capire quali iniziative potranno essere assunte per ovviare a eventuali problemi che emergeranno in sede tecnica.

Per quanto ci riguarda, a tutti gli emiliano-romagnoli va garantita la possibilità di poter vedere le emittenti televisive locali sul digitale terrestre, senza che vi siano aree del territorio scoperte o emittenti penalizzate nell’ovvio rispetto delle normative vigenti. Come Regione Emilia-Romagna, insieme all’assessore Lori, faremo tutto ciò che rientra nelle nostre competenze perché ciò avvenga e i cittadini abbiano e si vedano riconosciuto questo pieno diritto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Per la replica, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio davvero il sottosegretario Baruffi per questa risposta, per la quale mi ritengo naturalmente soddisfatta. C’è un lavoro in corso, un lavoro anche di confronto e di ascolto, come ha sottolineato il sottosegretario Baruffi. Bene l’istituzione di un tavolo tecnico, che, come veniva ricordato, si riunirà anche nella giornata di oggi, alle 16, proprio per seguire gli aggiornamenti e, soprattutto, per provare a capire quali sono ancora oggi le zone scoperte dalla ricezione delle televisioni.

Bene anche la disponibilità a questa nuova riunione della Presidenza con le emittenti televisive, con Lepida e con il Co.Re.Com., come diceva il sottosegretario, per provare a fare ogni sforzo possibile, evidentemente per quanto di competenza di questa Regione, per dare una risposta ai cittadini che hanno evidenziato queste criticità insieme agli operatori del settore.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

 

OGGETTO 4921

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di equiparare alle “Vittime del Dovere” il personale sanitario deceduto o che abbia riportato gravi lesioni durante il servizio nel corso della pandemia da Covid-19. A firma del Consigliere: Lisei

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con le interrogazioni.

Siamo all’interrogazione 4921: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la possibilità di equiparare alle “Vittime del Dovere” il personale sanitario deceduto o che abbia riportato gravi lesioni durante il servizio nel corso della pandemia da Covid-19.

L’interrogazione è a firma del consigliere Lisei.

Prego, consigliere.

 

LISEI: Grazie, presidente.

In queste aule, ma non soltanto in queste aule, diciamo che nei momenti più bui della pandemia la politica ha in tante occasioni, con larghe mani, ceduto alla retorica che vedeva e dipingeva come “eroi” tutti i medici, il personale sanitario, che durante la pandemia ha, di fatto, rappresentato un po’ la bandiera di chi, portando avanti con sacrificio il proprio dovere, tirava su quella che potremmo dire “la baracca”. Una retorica che è proseguita anche successivamente, anche nelle successive ondate.

Una retorica, però, che nei fatti non si è mai tradotta, o si è tradotta poco, in atti concreti per ripagare questo eroismo. Se questi medici, questo personale sanitario erano davvero eroi, allora bisogna equipararli agli eroi e non alle semplici pedine, proprio perché, mentre i dirigenti, i grandi generali, l’OMS, il CTS, ministri e assessori comandavano le fila, questi eroi erano la nostra fanteria e, come tutte le fanterie, in tutte le guerre, visto che in tanti casi la pandemia è stata paragonata a una guerra, come in tutte le fanterie, dicevo, purtroppo, le prime linee sono quelle che pagano più a caro prezzo i sacrifici delle guerre.

Credo sia anche arrivato il momento e sia giusto riconoscere qualcosa in più rispetto a quello che è stato riconosciuto. È davvero un peccato che anche alla Camera si sia parlato della possibilità di un ristoro alle famiglie dei medici deceduti a causa del Covid, ma questo ristoro non si sia mai concretizzato in maniera fattiva. Anzi, al Senato è stato bocciato il cosiddetto subemendamento Cantù, che avrebbe consentito di accedere a questi ristori.

Il nostro ordinamento, e questa è una proposta che è stata fatta dagli stessi medici, prevede la possibilità, con la legge n. 466 del 1980, di riconoscere i medici, il personale infermieristico e il personale sanitario come vittime del dovere. Questa legge istituisce, appunto, le vittime del dovere. Ricomprende tutta una serie di categorie che normalmente, in un periodo normale, rientrano tra coloro che sono vittime del dovere, come Vigili del fuoco e gli appartenenti alle Forze dell’ordine e al servizio pubblico di pronto soccorso.

In questo caso ci sarebbe la possibilità di inserire anche la categoria del personale sanitario all’interno di questo elenco, una possibilità che consentirebbe, appunto, di ottenere concretamente qualche beneficio alle famiglie che hanno perso i propri cari, proprio perché in quella difficilissima fase della pandemia stavano tenendo su la baracca.

Dobbiamo anche dire le cose come stanno e su questo nessuno si è scusato. Forse entriamo in una parte più politica, ma è un dato oggettivo che, quantomeno nelle prime ondate, c’era la completa assenza di posti letto, c’era la completa carenza di personale e c’era la completa assenza di dispositivi di protezione. Erano completamente allo sbaraglio. Nonostante questo, hanno portato avanti il loro lavoro facendo straordinari, facendo sacrifici e cercando di recuperare tutte le inefficienze di un sistema e di chi doveva dirigere, dei grandi generali. Anche questi hanno commesso tanti errori, compreso quello della completa assenza di un Piano pandemico.

Visto che li abbiamo chiamati eroi, credo che giuridicamente sarebbe necessario riconoscergli anche il titolo di eroe e questo si potrebbe fare, appunto, inserendoli nelle vittime del dovere. È chiaro che non è una competenza della Regione Emilia-Romagna. Ne sono assolutamente consapevole. Sono altrettanto così consapevole che questa Regione ha più volte manifestato, comunque, un grande senso di riconoscimento e di ringraziamento nei confronti di questi medici.

Spero, ed è la domanda che faccio in questa immediata, che anche questa Regione, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, cerchi di portare avanti questa importante modifica normativa che andrebbe a vantaggio dei nostri eroi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Risponde l’assessore Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Lisei.

È un tema per il quale la Regione Emilia-Romagna ha mostrato sempre grande sensibilità, come lei ha riconosciuto nella sua premessa, e io, consigliere Lisei, penso che davvero debbano essere garantiti sostegni adeguati e tempestivi per le famiglie dei professionisti che hanno perso la vita per garantire la salute delle nostre comunità.

D’altra parte, questa Amministrazione nell’ambito delle sue possibilità, soprattutto nelle prime ondate, quando appunto, come richiamava lei, molti del personale sanitario si sono trovati quasi a mani nude a fronteggiare l’impatto pandemico, abbiamo cercato di riconoscere loro una sorta di premialità, il più possibile condivisa, per il sacrificio e per il lavoro che hanno fatto in maniera incessante.

La ringrazio, quindi, consigliere, e ritengo che, di fronte a un tema di questa importanza, non possa che esserci piena condivisione del proposito, da sostenere in ogni sede istituzionale e, per quanto mi riguarda, visto che, come lei giustamente ha detto, la discussione deve avvenire in ambito nazionale, porterò la questione dentro la Commissione Salute nazionale.

Ci sono diversi riferimenti normativi, peraltro, su questa tematica, che confermano l’estensione ai familiari superstiti dei benefici citati, permettendo l’equiparazione per questi sanitari alle vittime del dovere.

Presso la Presidenza del Consiglio, inoltre, è istituito un Fondo destinato a iniziative di solidarietà a favore dei familiari del personale medico, infermieristico e sociosanitario, impegnato nella gestione dell’emergenza epidemiologica, deceduto per una patologia contratta durante il servizio prestato.

Unendo quindi questi due ambiti, si può anche pensare di elaborare una proposta al Governo. Lo stesso Governo ha incrementato il Fondo da 10 a 15 milioni con il recente decreto-legge n. 17 (quello delle bollette, tanto per intenderci), garantendo speciali elargizioni a favore dei coniugi o dei figli o, in mancanza dei genitori, dei soggetti. La dotazione del Fondo può essere inoltre incrementata da parte di soggetti o Enti privati.

Le confermo quindi il mio sostegno a questa iniziativa per garantire dei sostegni adeguati e tempestivi per tutte le famiglie dei professionisti che hanno perso la vita per garantire la salute delle nostre comunità.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, assessore.

Io spero davvero che entro la data del prossimo 20 febbraio (prossimo, nel senso che questo è già passato, visto che il 20 febbraio è la Giornata nazionale del personale medico, sanitario e sociosanitario), se tutti assieme remiamo nella stessa direzione, possiamo raggiungere questo obiettivo e festeggiare davvero, in quella data, con un risultato che sarebbe un riconoscimento fattivo di quei sacrifici.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

 

OGGETTO 4922

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al progetto Silk-Faw, la joint venture che si era impegnata a investire un miliardo di euro in uno stabilimento a Reggio Emilia per la produzione di autovetture sportive di lusso elettriche. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Adesso passiamo all’interrogazione 4922: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito al progetto Silk-Faw, la joint venture che si era impegnata a investire un miliardo di euro in uno stabilimento a Reggio Emilia per la produzione di autovetture sportive di lusso elettriche. L’interrogazione è a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Da giorni, sulle cronache dei giornali si rincorrono notizie riguardo a questo progetto Silk-Faw. Sono notizie che vanno in direzione opposta, alcune tranquillizzanti, altre che invece destano l’allarme sulla vera entità e sul futuro di questo progetto.

Per questo pensiamo che l’aula dell’Assemblea legislativa, oggi, sia la sede giusta e più appropriata per fare chiarezza su questo progetto.

A cosa punta il progetto Silk-Faw? È una joint venture sino-americana che si è impegnata a investire un miliardo di euro in uno stabilimento a Reggio Emilia per la produzione di autovetture sportive di lusso elettriche. Tale attività, secondo quanto annunciato all’epoca, avrebbe portato alla creazione di 3.000 posti di lavoro.

Qual è la situazione odierna? Non vi sono tracce di lavori in corso, e i proprietari del terreno in località Gavassa, su cui dovrebbero sorgere il nuovo impianto e l’annesso centro di ricerca, hanno fatto trapelare la voce che il colosso automobilistico non è andato neppure a rogito. Un atto, peraltro, già rinviato più volte.

Ad alimentare ulteriori dubbi sulla realizzazione del progetto concorrono anche l’assenza di notizie sul sito web dell’impresa cinese, un’impresa, ricordiamo, di proprietà pubblica, e anche voci su una presunta difficoltà del proprietario di Silk, l’americano Jonathan Krane, a portare a termine sui mercati finanziari la raccolta delle risorse necessarie dei capitali da investire.

C’è un precedente che alimenta ulteriormente gli allarmi. Nel 2018 il colosso Faw aveva tentato un’operazione analoga in Germania e qui aveva investito in una start-up, anche in questo caso sino-americana, con in più un’appendice tedesca, la Byton Automobile, che nel 2021 è fallita senza aver mai prodotto un’auto, lasciando senza lavoro 1.500 persone tra Stati Uniti e Germania. Questa fallimentare avventura imprenditoriale, benché di breve durata, però, aveva permesso ai cinesi di Faw di sfruttare le competenze dei qualificatissimi team americano e tedesco per progettare, ingegnerizzare e produrre un’auto elettrica di alta gamma.

Alla luce di questo precedente in Germania, alcuni esperti del settore, anche dalle nostre parti, non escludono che anche il progetto relativo all’area Gavassa sia finalizzato, in realtà, a sfruttare il know-how, che sappiamo essere più che ricco, della Motor Valley emiliana, anche in questo caso per carpire ed esportare segreti industriali in particolare riferiti al design industriale e al marketing dei marchi Ferrari e Lamborghini.

La Regione Emilia-Romagna ha assegnato a Silk-Faw Automobile un finanziamento complessivo di 4,5 milioni di euro nell’ambito di un bando del 2021. Lo scorso 14 marzo, in riferimento a questo finanziamento che è stato concesso, in ragione di 4 milioni per la creazione di un sistema sostenibile e di sviluppo motor vehicle, anche attraverso ricerche provenienti dall’ambito universitario e start-up, e 502.000 euro come incentivo all’occupazione di persone svantaggiate e disabili, ecco rispetto a questo finanziamento il 14 marzo scorso il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha dichiarato: “Speriamo che l’investimento vada a buon fine. Ma finché non lo vediamo realizzato non gli diamo un euro dei 4,5 milioni che gli dobbiamo dare”.

Tutto ciò premesso, la domanda alla Giunta è questa: in questo rimbalzo di notizie sui giornali, la Giunta è in possesso di notizie circostanziate e affidabili? Rispetto a queste notizie, comunque, conferma l’indisponibilità a erogare contributi in assenza di rassicurazioni attendibili da parte dei proponenti del progetto, al fine di evitare quanto già avvenuto in Germania?

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Potrei cavarmela dicendo “sì”. Mi pare che questo potrebbe risolvere, però vorrei dare conto meglio degli elementi che sono stati valutati attraverso specifico bando, delle condizionalità e dello stato dell’arte rispetto alle condizioni delle quali sta parlando anche la stampa in questi giorni.

Ricordo che il bando approvato con deliberazione di Giunta del 2021, a cui l’impresa Silk-Faw Automotive Group Italy ha partecipato, prevede che la procedura di approvazione delle domande presentate sia di tipo valutativo a graduatoria, ai sensi dell’articolo 5.2 del decreto legislativo n. 123 del 1998, stabilendo, pertanto, che la valutazione dei programmi presentati e dei progetti che li compongono sia di natura comparativa e presupponendo che l’istanza di partecipazione della documentazione di corredo vengano prodotti sulla base di modulistica standard, come quella approvata con il nostro atto dirigenziale.

La competente struttura regionale ha acquisito la documentazione prevista per tramite dell’applicativo informatico Sfinge 2020, che ha segnato il protocollo – le fornirò tutti i dettagli - al progetto ricadente nella tipologia B prevista dal bando, cioè gli aiuti a favore della ricerca e dello sviluppo e quello al progetto ricadente nella tipologia C prevista dal bando per la realizzazione di progetti di formazione e incentivi all’assunzione di lavoratori svantaggiati e di lavoratori con disabilità. Queste sono le due linee attivate.

Il nucleo di valutazione nominato con determinazione dirigenziale ha ritenuto sufficiente la documentazione acquisita, quindi esaustiva, ai fini dello svolgimento delle attività di valutazione i cui esiti sono stati recepiti con deliberazione della Giunta n. 2235 dell’anno passato, con la quale, tra le altre cose, è stato approvato l’elenco dei progetti ammissibili e finanziabili.

La documentazione acquisita secondo le procedure previste è strettamente correlata ai singoli progetti candidati all’agevolazione. Si compone di documentazione amministrativa e documentazione descrittiva degli interventi. I progetti sono accompagnati da una descrizione del programma di investimento che delimita il contesto industriale entro il quale l’impresa intende realizzare i progetti proposti.

Nello specifico, l’impresa ha presentato un progetto di ricerca e sviluppo finalizzato a dotare l’Hypercar di prossima produzione presso lo stabilimento a Reggio Emilia di un sistema denominato VAI (Vehicle Artificial Intelligence) per la raccolta e l’elaborazione dei dati provenienti dai veicoli finalizzati alla verifica delle prestazioni e attività di informazione predittiva sulla manutenzione e l’informazione del guidatore.

Ha presentato, inoltre, un progetto di attività formative, che non sono state ammesse, però, all’agevolazione, e di assunzione di personale disabile o svantaggiato secondo le definizioni della normativa di riferimento.

Le competenti strutture regionali hanno acquisito la documentazione utile alla valutazione delle proposte progettuali e la documentazione amministrativa necessaria a soddisfare le verifiche procedimentali.

Le modalità di erogazione del contributo concedibile prevedono che questo possa essere liquidato dall’Amministrazione solo a fronte di stati di avanzamento economico realizzativo del progetto di ricerca, a fronte dell’effettiva assunzione del personale svantaggiato e disabile, i cui costi salariali sono agevolati.

In sostanza, l’Amministrazione non eroga il contributo in anticipazione, ma solo sulla base di spese effettivamente sostenute e interamente quietanziate da parte dell’impresa.

Con riferimento all’incremento occupazionale previsto, pari a 193 addetti a tempo pieno e indeterminato, che rappresentano, tuttavia, una porzione di tutti gli addetti che saranno occupati sull’impresa rispetto al progetto presentato, è previsto un Piano con step trimestrali, monitorato a cadenza semestrale attraverso l’invio di relazioni. Si specifica, inoltre, che il mancato rispetto degli impegni occupazionali determina la revoca del contributo stesso.

L’Amministrazione, in ragione delle previsioni contenute nello schema di accordo, approvato congiuntamente al bando della richiamata deliberazione di Giunta, svolgerà attività di monitoraggio dell’investimento finalizzata sia alla verifica della rendicontazione finanziaria degli stati di avanzamento sia al rispetto del programma occupazionale.

Fatta questa doverosa premessa, e chiudo, presidente, si precisa che in data 4 marzo scorso si è tenuta la call con mister Li Chongtian, il direttore del CDA di Faw, il Console cinese a Milano, il Governo provinciale dello Jilin, [...] della Faw, Jonathan Krane, Katia Bassi, che è la manager director di Silk-Faw, il sindaco Vecchi e l’assessore Colla. L’incontro è stata l’occasione per presentare l’ingresso di mister Li Chongtian ‒ spero, naturalmente, che le mie pronunce non offendano il popolo cinese ‒ nel board della joint venture, che ha ribadito con chiarezza che, come partecipante dalla joint venture, Faw farà fronte alle proprie responsabilità e ai propri doveri, per far sì che la joint venture operi in accordo con gli impegni assunti verso la Regione Emilia-Romagna e per il rispetto di tutti i termini dell’accordo.

Rispondo io oggi, perché l’assessore Colla è a Maranello, come forse sapete, per sottoscrivere un importante ulteriore accordo con Ferrari. La Regione è impegnata, naturalmente, a moltiplicare queste iniziative di sostegno degli investimenti, così importanti per la nostra Motor Valley, ma si fa sempre garante anche dell’effettiva messa a terra delle risorse programmate e, ripeto, paga solo a spese quietanziate da parte degli investitori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Per la replica, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Ringrazio il sottosegretario per questa ricca risposta.

Al momento, naturalmente, Europa Verde si dichiara soddisfatta. Sono emersi due elementi che tranquillizzano: uno, il fatto che i fondi stanziati dalla Regione, o perlomeno promessi dalla Regione, verranno erogati solo a fronte di quietanze che dimostrino che quanto è stato promesso negli accordi è stato anche realizzato.

Non nascondo che per Europa Verde non è certo il settore delle auto elettriche sportive di lusso quello che per noi sarà solo risolutivo della conversione all’elettrico della mobilità motorizzata individuale. Parliamo di macchine, però è sicuramente lo stesso un segnale che auto elettrica si può, se addirittura c’è chi punta a produrne di sportive di lusso.

Ripeto, non è questo però il genere che Europa Verde ritiene sia da privilegiare nella conversione del settore automobilistico all’elettrico, considerato che, come sappiamo, dal 2035 non saranno più vendibili sul mercato auto con motore a combustione.

Per quanto riguarda invece lo stato di avanzamento dei lavori, prendo atto che il sottosegretario ha portato a conoscenza dell’Assemblea questo incontro, risalente al 4 marzo, al quale ha partecipato anche l’assessore Colla, che darebbe come segnale il fatto che il progetto non è fermo, ma sta proseguendo.

Questo poi, se effettivamente arriverà a destinazione, lo misureremo nei fatti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

 

OGGETTO 4923

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’impatto del rincaro carburanti sulle aziende di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 4923, interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, circa l’impatto del rincaro carburanti sulle aziende del trasporto pubblico, a firma del consigliere Mastacchi.

Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parliamo di rincaro dei carburanti e dell’impatto che lo stesso ha sugli autotrasporti, ma in particolare sui trasporti persone e scolastico. Quindi, parliamo della grande rete di piccole e piccolissime imprese che rappresentano il settore che sostiene questo mondo, in particolare aziende che operano nei piccoli comuni, quelli più marginali e di montagna.

Premetto che, quando ho depositato questa interrogazione, non era ancora intervenuto l’atto del Governo, l’ultimo decreto legge che prevede una riduzione del costo dei carburanti, decreto che attenua ma non risolve, se non in piccola parte, gli aumenti che nel periodo sono stati anche superiori al 100 pe cento. Inoltre, il provvedimento è anche un provvedimento di breve durata, termina a fine aprile, per cui in sostanza dà una boccata di ossigeno, ma lascia comunque sospeso il problema a futuri provvedimenti.

Vado a leggere il testo dell’interrogazione. “Premesso che l’aumento continuo e sostenuto dei costi energetici, che si sta verificando nelle ultime settimane, rischia di avere un impatto rilevante sui costi delle aziende di trasporto pubblico. L’escalation senza precedenti del prezzo dei carburanti rischia di mettere in ginocchio le aziende di trasporto persone, già provate da lunghi periodi di stop all’attività, imposti dalla pandemia degli ultimi due anni.

Per chi fa trasporto pubblico, con contratti e prezzi dei carburanti vecchi di anni e non facili da rivedere, si tratta di perdite impossibili da sostenere a lungo, ma anche per chi opera nel turismo i prezzi record dei carburanti gravano come un macigno sui bilanci.

Lo stesso Davide Missiroli, coordinatore del Caipet Emilia-Romagna, il Comitato regionale delle associazioni di imprese di trasporto e persone, intervistato recentemente, ha affermato che “l’escalation da record dei prezzi dei carburanti per autotrazione sta mettendo in ginocchio le imprese emiliano- romagnole del trasporto persone, che operano sia nel turismo che nel trasporto pubblico locale.

Già oggi molte imprese private non sono in grado di reggere finanziariamente e, se dovessero proseguire queste condizioni, - avvisa Missiroli - è imminente un fermo bus, con il taglio di linee e corse per mancanza di carburante”.

L’azzeramento delle accise sui carburanti palesato da taluno potrebbe non essere sufficiente, perché i rincari con percentuali a doppia cifra non colpiscono solo i carburanti, ma anche i pezzi di ricambio.

Evidenziato che il protrarsi di tale situazione potrebbe provocare ricadute importanti a danno degli utenti e il caro carburante finirà per pesare sulle tasche dell’utente finale, potrebbero essere a rischio i servizi aggiuntivi fino ad oggi garantiti dagli operatori privati, che segnalano di essere in forte difficoltà e alcuni dei quali rischiano di trovarsi in condizioni economicamente insostenibili.

Le attuali dinamiche che stanno alterando le normali logiche di mercato sono dovute non solo alle tensioni geopolitiche internazionali, ma importanti responsabilità vanno ascritte anche ad ingiustificate manovre speculative, con un rincaro vertiginoso dei carburanti che sta determinando situazioni di grande difficoltà per il settore autotrasporti.

Il costo dell’energia si riflette in tutta la filiera agroalimentare, riguarda sia le attività agricole, ma anche la trasformazione, la distribuzione e i trasporti.

Considerato che, a fronte di una larga platea di vittime di questi enormi rincari, esiste un gruppo di soggetti che in questa situazione ha realizzato degli extraprofitti, in alcuni casi anche notevoli, e tra questi, i produttori delle materie prime e i produttori di energia, cioè tutti i soggetti che possiedono centrali o comunque impianti di produzione di ogni tipo, ma anche i titolari di contratti di import, i fornitori di energia e le aziende che gestiscono la mobilità pubblica; che a livello nazionale si è ipotizzata un’addizionale per i produttori di energia sulle extra rendite, che sono l’effetto del divario fra i costi di generazione bassi per la produzione elettrica da fonti idroelettrica (tutta ammortizzata da parecchi anni) solare ed eolica, incentivata senza costi di materia prima ed i prezzi del gas (destinati alle centrali elettriche) saliti di oltre il 500 per cento in un anno; l’aumento dei prezzi dei carburanti ha generato un incremento del gettito fiscale grazie all’applicazione dell’IVA, che cresce in proporzione all’aumento del prezzo, mentre il valore delle accise è fisso, indipendentemente dai listini dei carburanti.

Il decreto-legge 27 gennaio 2022 n. 4 relativo alle misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici di lavoro, salute e servizi territoriali connessi all’emergenza da Covid-19, nonché il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, ha istituito presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili un fondo per mitigare gli effetti negativi prodotti al settore dei servizi di trasporto effettuati su strada.

La Finanziaria 2022, approvata con legge di bilancio 30 dicembre 2021 n. 234 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 22-24) ha previsto l’aumento strutturale del Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale che dagli attuali 4,95 miliardi di euro arriverà gradualmente fino a 5,35 miliardi, a partire dal 2026.

Interrogo quindi la Giunta per sapere se non sia opportuno agire urgentemente in sede di Conferenza Stato-Regioni, sostenendo una riduzione delle accise e dell’IVA sui carburanti, utilizzando le risorse disponibili nei Fondi nazionali dedicati, affinché possano essere calmierati i costi e coordinarsi anche con gli enti locali per restituire a favore di famiglie e di imprese una parte sostanziale degli extraprofitti conseguiti anche dalle aziende che gestiscono la mobilità urbana, per riequilibrare il rincaro del carburante, dal momento che le diverse aziende operanti nel settore del trasporto, spesso in regime di subappalto, rischiano di collassare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Le criticità sollevate dall’interrogante non possono essere certo né negate né minimizzate. La difficile congiuntura dovuta al rialzo dei prezzi delle materie prime, nonché la recrudescenza della guerra in Ucraina, con diminuzione delle forniture di gas russo, concorrono ad esacerbare l’emergenza economica del caro-bollette e del caro-carburante, con fortissimo impatto sia sulle famiglie che sulle imprese, e tra queste certamente quelle che gestiscono il servizio del trasporto pubblico locale o, comunque, il trasporto delle persone. È un problema che riguarda tutto il Paese e come tale non può che essere affrontato a livello nazionale.

Ricordo che il Governo era già intervenuto nei mesi scorsi per ridurre la pressione per il caro-bollette, prima del provvedimento adottato venerdì scorso in Consiglio dei ministri, in particolare con 1,2 miliardi nel terzo trimestre del 2021, 3,5 miliardi nel quarto trimestre dell’anno scorso e 5,5 miliardi per il primo trimestre del 2022.

Quanto al tema specifico degli extraprofitti, il Governo è intervenuto da ultimo con il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13. La disciplina introdotta si applica all’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 chilowatt che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del conto energia e dagli impianti di potenza superiore a 20 chilowatt alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono ai meccanismi di incentivazione entrati in esercizio in data antecedente al 1° gennaio 2010.

La norma propone di stabilizzare il trattamento di tutti questi impianti, vincolando gli operatori a restituire gli extraprofitti generati dalla vendita dell’energia rispetto a un prezzo equo ante-crisi fissato dallo stesso decreto per le varie zone di mercato, con un meccanismo a due vie. Il gestore dei servizi energetici calcolerà la differenza tra i prezzi di riferimento e i prezzi di mercato, se la differenza è positiva il GSE eroga il relativo importo al produttore, se la differenza è negativa il GSE conguaglia o provveda a richiedere al produttore l’importo corrispondente.

L’intervento è limitato nel tempo, a decorrere dalla data del 1° febbraio 2022 e fino alla data del 31 dicembre 2022, considerando la logica emergenziale attuale e la straordinarietà della misura. Le risorse generate andranno a riduzione degli oneri generali afferenti al sistema elettrico e, conseguentemente, delle bollette. Il decreto rimanda all’Autorità di regolazione (ARERA) la disciplina delle modalità con le quali è data attuazione alle disposizioni del decreto stesso.

Come dicevo, al fine di rispondere all’emergenza del caro-carburante, il Governo è intervenuto ora con un ulteriore decreto-legge, in fase di pubblicazione, che prevede proprio di ridurre temporaneamente le aliquote d’accisa per la benzina, il gasolio e il Gpl usato come carburante per calmierare il prezzo alla pompa.

Le misure messe in campo sono senz’altro importanti e funzionali a far fronte ad una crisi dovuta ad un’emergenza congiunturale causata da più fattori, anche se la Giunta si riserva di approfondirne, naturalmente, i contenuti.

La Regione contribuirà a seguire il tema dei costi dell’energia e potrà intervenire anche in sede di Conferenza delle Regioni per richiedere ulteriori azioni per arginare gli effetti della crisi in corso. Mi riferiva prima Corsini dell’esito dell’incontro fatto con le associazioni degli autotrasportatori. Su questo c’è un impegno, destinato anche al trasporto delle persone, dei 150 milioni, una quota riservata anche al trasporto delle persone, così come noi abbiamo riconosciuto un quid in più a chilometro alle aziende del TPL per sostenere in parte anche questi costi.

Valuteremo il testo del decreto e in sede di Conferenza ragioneremo con il Governo, che si è limitato a una misura di breve termine in questa fase, per misurarne l’impatto e valutare ulteriori misure, sulla base anche dell’andamento dei costi di mercato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Consigliere Mastacchi, per la replica.

 

MASTACCHI: Grazie, sottosegretario, per la risposta. Mi rendo conto che il problema è molto più grande di noi, ma credo che quanto espresso nella risposta presupponga un impegno della Regione, un impegno che deve essere forte in Conferenza Stato-Regioni, per fare tutto il possibile per attenuare questo grave impatto che abbiamo in questi giorni sul trasporto pubblico locale e sulla rete di turismo e trasporto scolastico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 4925

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta voglia intervenire presso le Aziende sanitarie di Parma al fine di assicurare il pieno utilizzo dei mezzi loro assegnati, garantendone l’impiego anche per i servizi in emergenza-urgenza. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 4925: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Giunta voglia intervenire presso le Aziende sanitarie di Parma al fine di assicurare il pieno utilizzo dei mezzi loro assegnati, garantendone l’impiego anche per i servizi in emergenza-urgenza.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini.

Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Oggi parliamo dell’utilizzo di due ambulanze acquistate con risorse pubbliche destinate all’Azienda ospedaliera universitaria di Parma per l’emergenza Covid, grazie al DL n. 34 del maggio 2020. Eravamo in piena pandemia. La rete di emergenza territoriale era in grande sofferenza, ma da allora, a differenza, per esempio, di altre ASL, giacciono praticamente inutilizzate. Quindi, prese e mai usate. Pare che la ragione risieda nella mancanza di personale dedicato, che era, però, previsto dal Piano di riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera della pandemia del giugno 2020.

A febbraio 2022, quindi a quasi due anni di distanza e dietro nostra sollecitazione, finalmente l’Azienda universitaria di Parma decide di dare seguito alla delibera che citavo prima, del giugno 2020, e assume a tempo indeterminato sei autisti soccorritori. Nel frattempo, però, viene aggiornato un accordo con i privati per la gestione, naturalmente onerosa, del servizio di soccorso in emergenza-urgenza, portandolo fino al 2023, mentre le due ambulanze che citavo in premessa, dal costo di 150.000 euro l’una, vengono utilizzate ancora in maniera residuale.

Pare sia stato raggiunto un accordo operativo a livello aziendale per l’impiego dei due nuovi mezzi e del nuovo personale. Tuttavia, questo accordo, pur prevedendo l’effettiva messa in strada delle ambulanze, limiterebbe l’impiego a quelli di proprietà pubblica solo a funzioni di appoggio e non al soccorso e ai trasporti in emergenza-urgenza, sui quali continuerebbero a essere impegnati solo o prevalentemente i mezzi acquisiti attraverso le onerose convenzioni che citavo prima. Questo esito sembra sia connesso all’indisponibilità del personale infermieristico che è indispensabile all’attività di soccorso e nei trasporti in emergenza-urgenza.

Considerando anche che l’accordo operativo avrebbe una durata di tre mesi, al termine della quale si dovrebbe procedere ad una sua rivalutazione, ho ritenuto di presentare questa interrogazione partendo dalla convinzione che si debbano utilizzare adeguatamente e opportunamente tutti i mezzi di proprietà pubblica assegnati alle aziende della Provincia, valorizzandone contestualmente l’impiego anche nei servizi di soccorso e di trasporto in emergenza-urgenza.

Chiedo quindi, a fronte di quanto illustrato, se la Regione voglia intervenire presso l’Azienda sanitaria ospedaliera-universitaria di Parma per assicurare il pieno utilizzo di questi mezzi che, ripeto, sono fermi dal 2020 e che dovevano servire per la pandemia, garantendo oggi l’impiego anche per l’emergenza-urgenza.

L’esigenza è quella di capire quale sia il modello organizzativo ipotizzato al termine del periodo di tre mesi, individuato dall’accordo, che ho richiamato e quali soluzioni siano prevedibili per il potenziamento della dotazione di personale infermieristico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Risponde l’assessore Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

La ringrazio, consigliera Piccinini, anche perché di questa questione lei mi aveva già fatto cenno in modo informale. Devo dire che questo question time pone in trasparenza una questione che è giusto chiarire.

Intanto la ringrazio anche per la costante attenzione al tema dell’emergenza-urgenza, sul quale noi stiamo lavorando in modo incessante in confronto con tutti i professionisti, i sindacati e anche la società scientifica che li rappresenta, per poter fare a breve una serie di proposte, anche immediate, di sostegno a questo settore.

In merito alla segnalazione sul territorio di Parma abbiamo approfondito, le aziende sanitarie hanno l’obiettivo prioritario di assicurare il pieno utilizzo dei mezzi loro assegnati. Per questo hanno approvato, lo scorso 14 gennaio, un progetto di rivalutazione dell’architettura territoriale del sistema dell’emergenza urgenza, nell’ambito del percorso di unificazione delle due realtà, che, come lei sa, è in corso.

L’analisi dei dati condotta dal gruppo di lavoro ha individuato gli ambiti in cui è necessario un ampliamento dell’offerta territoriale, utilizzando in modo puntuale e costante le risorse presenti e rispettando gli indirizzi normativi per contenere i tempi di soccorso, gestendo in maniera adeguata i pazienti ad alta criticità.

Le azioni di potenziamento del DL 34, a cui lei faceva riferimento, sono quindi state rimodulate, ampliando l’offerta per i trasporti interospedalieri urgenti, garantiti da mezzi risorse assegnate ad AUSL di Parma. Inoltre, è prevista l’attivazione di una risorsa integrativa da dedicare ai trasporti interospedalieri urgenti e per la rete ospedaliera di Parma e Provincia, con mezzi assegnati all’azienda ospedaliera a partire dal 21 marzo, a conclusione del percorso di inserimento del personale tecnico reclutato dalle selezioni in area vasta, come approvato dal Comitato di indirizzo del sistema 118 riunitosi il 16 marzo.

Tale risorsa, quando non impegnata per questi trasporti, potrà essere impiegabile per implementare l’offerta in ambito provinciale, valorizzandone l’impiego anche nei servizi di soccorso e di trasporto in emergenza urgenza, come lei faceva riferimento.

Nei prossimi tre mesi si proseguirà nella costituzione di un modello organizzativo dinamico delle risorse professionali, con ad esempio unità operative mobili con infermiere su ambulanze e auto infermieristiche, già presenti sul territorio provinciale, e particolare attenzione alle aree decentrate o a maggiore estensione e in quelle ad alti volumi di casi critici.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Piccinini, per la replica. Prego.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore. È vero, avevamo parlato di questa questione anche informalmente, quindi oggi una prima risposta arriva, dopo le nostre sollecitazioni, rispetto al fatto che questa ambulanza siano rimaste ferme per due anni, e già la cosa è abbastanza grave, oggi dobbiamo guardare al loro utilizzo da qui in avanti.

Mi è parso di capire dalla risposta che ci sia l’intenzione di utilizzarle, però, per quanto riguarda l’emergenza-urgenza, oltre che naturalmente i trasporti intraospedalieri urgenti, sono risorse ad esaurimento di quelle convenzionate, cioè solo dopo aver attinto dal privato. Dobbiamo dirci, allora, dal mio punto di vista, in maniera chiara, se queste ambulanze ci servono o no. Io credo che servano.

Se ci diciamo che sono mezzi che sono in più, allora forse, visto che li abbiamo pagati con fondi pubblici, credo sia il caso, a questo punto, di rivedere il contratto con i privati, perché non possiamo mantenere due mezzi fermi in un garage, che abbiamo pagato con risorse pubbliche, e dall’altra parte continuare a pagare la convenzione con i privati.

Dopodiché, naturalmente, nel ringraziare per la risposta segnalo però che pare che a breve ci sarà un incontro tra azienda universitaria e organizzazioni sindacali, perché finita la sperimentazione di tre mesi, la preoccupazione è che questo servizio venga in qualche modo dismesso, e che quindi le ambulanze rimangano di nuovo ferme.

Lo dico perché vorrei sensibilizzarla anche su questo, nel senso che bisogna mantenere l’attenzione alta e non lasciare che si facciano scelte che vanno contro l’interesse pubblico. Su questo, naturalmente, noi continueremo a monitorare la questione e faremo anche altri atti ispettivi, perché io penso sia interesse di tutti, anche suo, assessore. Queste sono scelte portate avanti dall’azienda universitaria, quindi ovviamente non ne faccio una colpa personale a lei; questo question time però serve anche a sensibilizzarla rispetto alle preoccupazioni sul futuro, su cosa, al termine di questa sperimentazione, succederà a questi mezzi che, torno a dire, sono stati pagati con risorse pubbliche, e soprattutto sono necessarie, sono strumento utile all’implementazione dei servizi di emergenza-urgenza, ma dei servizi sanitari che naturalmente devono assolutamente essere impiegati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 4926

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull’emergenza ucraina: accoglienza diffusa, sostentamento e accesso al servizio sanitario. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 4926: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sull’emergenza ucraina, accoglienza diffusa, sostentamento e accesso al servizio sanitario.

L’interrogazione è a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Provo a indicare una strada, che mi sembra invocata da tutti, ma da nessuno realmente attuata.

C’è una cosa che ci troviamo a vivere che è totalmente nuova, è la guerra, è una guerra alle porte, fatta di responsabilità vecchie, anche nostre. Però, c’è un punto, credo positivo, che è quello che lascia quel dolore e il nuovo modo che noi, per la prima volta nel nostro Paese, abbiamo di pensare all’immigrazione e all’accoglienza di quelle persone. Questo è, credo, qualcosa di assolutamente nuovo. E noi abbiamo il compito di guardare a quel fenomeno, a questo fenomeno, che cambia anche le parole sentite dopo tanti anni di dibattito politico qua, guardare quel fenomeno in modo totalmente nuovo, con risposte che, evidentemente, possono accogliere questa nuova potenzialità.

Vediamo, allora, qual è la situazione. È evidente che quelle persone non possono essere accolte nei CAS. Quelle persone chiedono e vanno in famiglie che conoscono, in punti di riferimento che già hanno nella nostra nazione, e vogliono stare lì. Non siamo noi a dovergli dire “no, dovete cambiare idea”. I CAS non sono una risposta. Però, in questa mia interrogazione provo ad andare oltre alle tante dichiarazioni che si sono viste sui giornali, ovvero “lo Stato ci deve aiutare”. No. La Regione da oggi può aiutare quelle famiglie e può dare un contributo vero alle famiglie che in questo momento ospitano.

Farò qui una relazione che va esattamente in quella direzione, nella speranza di andare oltre il dibattito un po’ stantio di chi deve aiutare chi. Ci sono quelle famiglie, vanno aiutate e va dato un contributo economico, e non va dato ai CAS. Questo è il titolo della storia.

Prima di tutto, la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022, con la quale è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alle esigenze di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale. Quindi, abbiamo uno stato di emergenza e, dunque, abbiamo poteri in più. Per l’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile n. 873 del 4 marzo 2022, che nomina i presidenti delle Regioni come commissari delegati e che in tale veste possono, fra l’altro, aprire apposite contabilità speciali, intestate a ciascun commissario delegato o a uno dei soggetti attuatori da lui individuati, bene, lunedì 14 marzo il presidente Stefano Bonaccini, alla riunione fra la Conferenza delle Regioni e il capo del Dipartimento nazionale, dice “ho proposto un contributo economico di autonoma assistenza che accoglie le persone che fuggono dalla guerra”, che è quello, credo, che tutti noi desideriamo e vogliamo.

Nel Consiglio dei ministri del 18 marzo il Governo ha approvato un decreto-legge contenente misure urgenti per contrastare gli effetti economici umanitari della crisi dell’Ucraina, con particolare riferimento all’accoglienza diffusa, sostentamento e contributo per l’accesso al Servizio sanitario nazionale, che è attorno ai 428 milioni di euro.

In data 18 marzo le Prefetture dell’Emilia-Romagna hanno dichiarato che i profughi sono 12.916, di cui solo 830 ospitati nei CAS, cioè il 6,4. Il restante 93 per cento è accolto in modo diffuso nel territorio, grazie ai ricongiungimenti, già residenti nel territorio emiliano-romagnolo, e alla disponibilità di numerosissime famiglie e associazioni di volontariato.

Qua, però, cambia il colore della storia. La mia domanda è se veramente, nei fatti, il modello che si vuole privilegiare è quello. Ci sono dati che mi fanno un po’ preoccupare. Perché? Proprio questa mattina leggo che a Bologna la Caritas ha ricevuto 150 disponibilità di famiglie e che finora solo 13 di queste famiglie sono state attivate. Le famiglie già formate con il Progetto Vesta non sono state ancora allertate. Nemmeno le associazioni familiari, almeno di mio riferimento, che si occupano da sempre di accoglienza e di affido, quindi formate e pronte per accogliere le famiglie.

Il nostro presidente ha utilizzato il ruolo da delegato della Protezione civile per stipulare l’8 marzo un accordo per le vie brevi con Confindustria, Federalberghi, Confcommercio, Confesercenti e ASSOHOTEL. Benissimo. Però, mi chiedo, allo stesso modo perché non si è scelto di firmare un accordo con tutti i soggetti che si stanno facendo promotori di registri di famiglie già accoglienti o che hanno espresso la disponibilità ad accogliere? I Comuni, le Caritas diocesane, le ONG del territorio. Ci sono già modelli virtuosi da allargare. Alcuni Comuni della Regione già partecipano al Progetto Vesta e alcuni sindaci mi hanno fatto presente che per i Comuni sarebbe molto facile poter utilizzare il modello di sostegno economico alle famiglie previsto dalle norme per l’affido.

Mi tengo spazio per la risposta, assessore. Mi chiedo perché la Giunta non stia utilizzando tutte le forme che in questo momento ci sono e di cui in questo momento già dispone, come l’istituto dell’affido, il Progetto Vesta, fondi di Protezione civile per sostenere già da oggi, nell’immediato, le famiglie emiliano-romagnole che stanno accogliendo i profughi nelle loro abitazioni e che intendono farlo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Risponde la vicepresidente Schlein. Prego, vicepresidente.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Grazie, consigliera Castaldini.

In via generale risulta chiaro che la rete di assistenza deve essere gestita in una forma di stretto coordinamento tra Governo, Protezione civile nazionale, Regioni e Istituzioni territoriali, dalle Prefetture al Servizio sanitario, agli Enti locali e, naturalmente, anche il Terzo settore, in attuazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 febbraio. In questo senso, le ordinanze del Capo della Protezione civile nazionale hanno il compito di assicurare il coordinamento tra le misure assistenziali e il sistema di accoglienza.

Il Governo, anche su nostra sollecitazione in una collaborazione costante, sta andando in questa direzione che la consigliera ha prefigurato, perché è vero che, tra l’altro, stanno ulteriormente aumentando i numeri. Siamo già oltre i 14.000 nella nostra regione e la maggioranza di queste accoglienze in questo momento sono di livello familiare e domestico, non all’interno delle strutture dell’accoglienza del sistema CAS o SAI.

È stato proprio pubblicato questa notte, sostanzialmente, in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 21 marzo 2022, n. 21, che prevede che il Dipartimento della Protezione civile possa definire ulteriori forme di accoglienza diffusa, diverse da quelle previste nell’ambito delle strutture di accoglienza, da attuare mediante i Comuni, gli enti del terzo settore, i centri di servizio per il volontariato, gli enti, le associazioni iscritti al registro di cui all’articolo 42 del decreto legislativo n. 286/1998 e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Quindi, sta appunto al Dipartimento organizzare la filiera per allargare le maglie di questa accoglienza diffusa.

Inoltre, può definire ulteriori forme di sostentamento per l’assistenza alle persone titolari della protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione, per la durata massima di 90 giorni dall’ingresso nel territorio nazionale. La terza lettera dice che, inoltre, il Dipartimento di Protezione civile riconosce nel limite di 152 milioni di euro l’anno per il 2022 alle Regioni e alle Province autonome, in relazione al numero delle persone accolte naturalmente, i contributi forfetari per l’accesso alle prestazioni e al Servizio sanitario nazionale.

Questo decreto legge prevede che, con le ordinanze di Protezione civile adottate in attuazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio, si provvede alla disciplina delle diverse forme di supporto dell’accoglienza, tenendo conto dell’eventuale anche progressiva autonomia delle persone assistite. In particolare, sono stati stanziati in questo decreto, lo riprendeva nella sua interrogazione la consigliera Castaldini, 428 milioni di euro. Siamo in attesa degli atti attuativi che possano definire quanto, per ogni singola di queste attività che ho appena elencato, sarà stanziato.

Rispetto a questi fondi, siamo appunto in attesa di capire dal Governo le misure di attuazione, con particolare riferimento proprio a queste modalità, che la Protezione civile definirà, di allargamento delle maglie anche dell’accoglienza diffusa. Questa è una strada che, come la consigliera ricordava, ci siamo permessi anche di suggerire tramite il presidente Bonaccini, di sostegno economico concreto a quelle famiglie che stanno aprendo le porte, che fortunatamente anche in Regione Emilia-Romagna sono tante, ma ‒ fatemi dire ‒ oltre a sostegno economico bisogna che si definiscano modalità per seguire queste accoglienze e per monitorarle, soprattutto quando si tratta di minori e quindi soggetti fragili.

La nostra Regione si contraddistingue per un forte slancio di accoglienza e di aiuto, lo vediamo anche nelle forme di accoglienza esistenti maturate negli anni secondo la disciplina vigente, che in questo caso vanno rafforzate, perché siamo davanti ad una situazione obiettivamente eccezionale.

A tal proposito, proprio ieri abbiamo incontrato, in un incontro promosso proprio da noi con il Tribunale per i minorenni, la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza e una rappresentanza dei servizi sociali dei Comuni, per trattare proprio il tema dei minori stranieri non accompagnati, e siamo stati informati dal Tribunale che stanno preparando queste linee guida per le diverse casistiche, che sono anche molto diversificate, a seconda di con chi arrivano questi minori, dove si trovano attualmente, per orientare gli Enti coinvolti nel sistema di accoglienza riguardo alla specifica situazione dei minori.

Peraltro, con la nota del Dipartimento di Protezione civile del 21 marzo, sono state diffuse le prime indicazioni operative per l’accoglienza, che mettono in capo al Commissario, Prefetto Francesca Ferrandino, la redazione di un piano finalizzato proprio a coordinare le attività svolte dai diversi soggetti interessati in materia di accoglienza dei minori non accompagnati in arrivo dall’Ucraina.

Gli Enti preposti, dal Ministero al Prefetto Ferrandino, che è stata nominata Commissaria sui minori, stanno quindi sviluppando questi percorsi ad hoc, adattati alla situazione specifica attuale dei minori in arrivo dall’Ucraina.

Rispetto all’affidamento familiare occorre ricordare che, in base a quanto definito dalla normativa sia nazionale che regionale, il relativo contributo economico è garantito dagli Enti locali e correlato anche ad un progetto specifico, individuale, per il sostegno di un minorenne che necessiti di essere accolto temporaneamente fuori dalla propria famiglia. Ha quindi tempi di definizione anche per le lunghe verifiche sulla presenza o meno di genitori, che mal si adattano alla situazione di emergenza attuale, anche perché la speranza è che magari possano esservi, in queste settimane, anche dei ricongiungimenti, qualora i genitori stessi, soprattutto le madri, riescano a raggiungere i propri figli al sicuro.

Considerato quindi che questa configurazione potrebbe non essere sempre compatibile con la situazione di emergenza di un afflusso massiccio e contemporaneo di migliaia di minori sul territorio, pensiamo che sia giusto individuare questi percorsi ad hoc preferibilmente in seno alla Conferenza Stato-Regioni insieme agli Enti locali, anche perché dobbiamo garantire che gli Enti locali abbiano risorse adeguate per garantire l’accoglienza piena e dignitosa di questi minori, che naturalmente hanno anche dei bisogni specifici, oltre a dover essere accompagnati nell’inserimento scolastico.

È chiaro che i Comuni da soli in questo momento non ce la possono fare.

Senza dubbio, quindi, possono essere anche dei percorsi di affidamento successivi quando ci sarà il tempo di studiare percorsi individualizzati, a cura però dei servizi sociali, e naturalmente, con la convalida da parte del Tribunale dei minori. Essendo però minori che sono già qua, in questo momento è naturale che aspettiamo che Ferrandino, e naturalmente il Dipartimento di protezione civile ci garantiscano al più presto con che tempi arriveranno queste forme di sostegno diretto alle famiglie che accolgono.

Noi stiamo già lavorando con il Terzo settore per assicurare che non siano lasciate sole, queste famiglie, ma perché siano naturalmente accompagnate anche con servizi di inserimento adeguati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Attenti, perché di minori non accompagnati la casistica è bassissima. Questi cioè sono bambini che vengono qua con la propria mamma e vengono accolti in famiglie.

Dalla risposta capisco che noi preferiamo questo tipo di accoglienza, finalmente… Invece del CAS, di fronte a tanta ospitalità e accoglienza, noi desideriamo, come Regione Emilia-Romagna, che le famiglie abbiano un ruolo fondamentale. Bene, questo ci interessa: come facciamo? Dico io alla Giunta: nello stesso identico modo in cui voi aiutate le famiglie affidatarie, cioè dando un contributo al mese alla famiglia, libero, da utilizzare, perché noi non immaginiamo che quelle famiglie, di fronte all’enormità di disponibilità debbano essere messe nei CAS. A me interessa questo, mi interessa questo paradigma.

Attenzione: il fattore tempo è fondamentale, perché più noi ci diciamo “aspettate un attimo, lo Stato sta arrivando, faccio dei protocolli, firmo delle cose…”, quella famiglia – attenzione – che sta ospitando, deve fare la spesa per dieci persone, deve pagare le bollette per dieci persone. In un certo senso, temo che la politica in realtà dica: benissimo le famiglie, ma io vi faccio aspettare talmente tanto che alla fine voi famiglie non siete sostenute da noi dello Stato. Per cui, alla fine, quelle famiglie sono costrette a ripiegare su una forma di accoglienza, che è evidente perché lo state raccontando in tutti i giornali, in tutti i telegiornali, in tutte le interviste; a voi non piace. L’effetto tempo è fondamentale per non far stancare la possibilità di accogliere.

La Regione allora può anticipare, eccome, ha tutti gli strumenti per farlo. Perché i soldi arriveranno, arriveranno in abbondanza, lo dice il decreto. Aspettare vuol dire scegliere un’accoglienza piuttosto che un’altra: attenzione, perché i fatti in politica e le conseguenze di chi decide come si decidono i soldi dicono anche un’affezione rispetto a una politica o a ad un’altra. Ho questo terrore. Fate che non sia così. Scegliamo le famiglie, le aiutiamo in maniera libera, perché sono loro il primo esempio di accoglienza nuova e di un modo nuovo di parlare di immigrazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

 

OGGETTO 4927

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga di confermare il proprio interesse al sostegno, anche finanziario, alla realizzazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale 2023 dell’Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 4927: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Giunta ritenga di confermare il proprio interesse al sostegno, anche finanziario, alla realizzazione del Piano di sviluppo aeroportuale 2023 dell’aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rainieri e Occhi.

Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Parliamo, appunto, dell’aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma, per il quale è in via di completamento l’iter per la realizzazione del Piano di sviluppo dell’aeroporto. L’attività del Piano di sviluppo è finalizzata ad attrarre per questo aeroporto del settore cargo, courier ed e-commerce, da affiancare a quelle già presenti del settore trasporto passeggeri, e prevede l’allungamento della pista di atterraggio e la realizzazione di un nuovo polo cargo e di un nuovo hangar di aviazione generale.

La Regione, negli anni scorsi, ha previsto un investimento di 12 milioni di euro per queste attività e il Piano di sviluppo è sottoposto al provvedimento di VIA, di competenza statale, che si è concluso, tra l’altro, con il decreto ministeriale di compatibilità ambientale.

La situazione dell’aeroporto è stata portata all’attenzione anche del Consiglio comunale di Parma con un’interrogazione a prima firma del capogruppo del PD, appunto, in Consiglio comunale a Parma, dove adduce che la Giunta comunale, con la delibera n. 450, trasmessa alla Regione Emilia-Romagna, avrebbe evidenziato riguardo al master plan dell’aeroporto “Giuseppe Verdi” solo aspetti di rilievo critico in ordine alla carenza di documentazione relativa alle prescrizioni indicate in sede di VIA. Inoltre, la stessa Amministrazione chiede se, alla luce di tali valutazioni critiche formulate dagli uffici, ritiene ancora di poter sostenere pubblicamente che vi siano problemi di inquinamento anche acustico. Questo è, in sintesi, il contenuto dell’interrogazione del capogruppo del PD presentata nel Consiglio comunale di Parma.

Noi riteniamo che per Parma sia fondamentale un aeroporto con uno sviluppo cargo vista la presenza di questo scalo, che è un aeroporto a livello nazionale. Rimane anche l’unica opportunità di avere un’importante infrastruttura di trasporto e di collegamento nazionale e continentale, visto che la fermata della TAV non sappiamo che fine farà. Quindi, chiediamo se si ritiene che le prescrizioni e le condizioni ambientali indicate per l’approvazione del Piano di sviluppo aeroportuale 2023 dell’aeroporto Verdi possano essere ottemperate nei successivi passaggi previsti per la sua realizzazione, quindi confermare il proprio forte interesse al sostegno, anche finanziario, di tale operazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rainieri.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche i consiglieri Rainieri e Occhi. Rispetto a quanto chiesto dai consiglieri stessi, evidenzio che innanzitutto la Giunta, per lo sviluppo dell’aeroporto di Parma e il suo rafforzamento, così come previsto nel Piano industriale, sottoposto, ovviamente, all’approvazione di ENAC, ha promosso con il Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili l’assegnazione alla società di gestione aeroportuale di un finanziamento di 12 milioni di euro per l’allungamento della pista nell’ambito dei fondi FSC 2014-2020.

A parte questo finanziamento, di origine statale, ad oggi la Regione non ha previsto nessuna ulteriore assegnazione di risorse a valere sul bilancio regionale.

Relativamente alle prescrizioni e alle condizioni ambientali indicate, relative all’approvazione del Piano di sviluppo aeroportuale 2023 dell’aeroporto Verdi, per le quali è attualmente in corso la procedura di verifica di ottemperanza, la Regione, che partecipa al tavolo di confronto con tutti gli Enti, pur consapevole di alcune criticità rilevate dal Comune di Parma, che sono in corso di approfondimento, confida che le stesse possano essere ottemperate nei successivi passaggi previsti per la sua realizzazione, quindi conferma il proprio interesse al sostegno di tale operazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore che, nella sintesi della risposta, ha sostanzialmente confermato quello che negli anni si è più volte in questa sede discusso, ma che evidentemente ancora a Parma, tra qualcuno del PD e l’Amministrazione, non è ancora chiaro.

Ci auguriamo che la Regione continui su questa strada, quindi di mantenere la promessa di una forte attenzione all’aeroporto di Parma, confermando tutto quello che è stato detto in questo periodo.

Ci auguriamo anche che, per giochi politici, però, non ci sia ancora una discussione, all’interno di una campagna elettorale che sta iniziando anche per le amministrative a Parma, che vada contro quelle che sono le decisioni prese in quest’aula da questa amministrazione regionale e che invece vada a favore di una grande, importante, essenziale infrastruttura per quelle che sono tutte le attività di sviluppo di una città come Parma, che ha già delle grosse problematiche sui vari ponti, sulle varie strade di collegamento con altre regioni e con altri corridoi.

Ieri abbiamo partecipato, insieme all’assessore, a una conferenza stampa, un po’ particolare come conferenza stampa, rispetto a quelle che sono le infrastrutture e attività sul territorio. Credo che, in funzione di quello che è stato detto ieri dall’assessore Corsini e dagli altri colleghi che hanno partecipato, l’aeroporto di Parma ancora di più abbia una valenza strategica per quel territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rainieri.

 

OGGETTO 4920

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle iniziative da adottare per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrati in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bulbi, Zappaterra, Mori, Caliandro, Costi, Costa, Montalti, Rontini, Rossi, Daffadà, Sabattini

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 4920: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle iniziative da adottare per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrati in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare.

L’interrogazione è a firma del consigliere Bulbi e altri.

Prego, consigliere Bulbi.

 

BULBI: Grazie, presidente.

Le difficoltà della filiera agroalimentare sono ormai note. Mi preme rivolgermi all’assessore, che ha dimostrato in questi anni particolare attenzione e sensibilità rispetto alle vicissitudini che, in particolar modo negli ultimi due, hanno purtroppo interessato il mondo agricolo: gelate, grandinate, insetti nocivi e per ultimo la siccità.

I prezzi dell’energia, in particolare il prezzo del gas naturale, stanno raggiungendo livelli mai visti e si registra un netto aumento dei prezzi anche per altri costi di produzione come sementi, fertilizzanti, carburante, energia elettrica, macchinari e mangimi, riducendo i margini di profitto degli agricoltori oltre i livelli accettabili, in molti casi, azzerando totalmente la redditività delle aziende.

Alla situazione drammatica derivata dall’aumento dei costi energetici, si sono aggiunte le conseguenze della guerra in Ucraina in termini di approvvigionamento e di mercato. Purtroppo la guerra ha rivelato l’importanza di non essere dipendenti da pochi Paesi nell’approvvigionamento di cereali, oli e concimi, argomento da non considerare assolutamente residuale. Per questo bisogna assolutamente non perdere tempo, per garantire maggiore produzione di beni agricoli, cosa che può avvenire con un aumento della produzione.

È importante sottolineare come la crisi della produzione agricola si stia ripercuotendo a cascata su un comparto alimentare, la cui filiera nel complesso è fra i primi settori economici del Paese, con un fatturato annuale di oltre 540 miliardi di euro e 3,6 milioni di persone occupate.

Non starò qui ad elencare tutti i dati che fotografano una situazione davvero preoccupante, che vede drammatici più, quando si tratta di rincari, e dolorosi meno, quando si tratta di ricavi. In Italia, negli ultimi 10 anni i beni agricoli sono scesi del 6 per cento, il valore è cresciuto del 17, le importazioni sono aumentate del 45 per cento.

Mi preme piuttosto evidenziare l’urgenza di dare risposte ad un settore strategico, la cui salvaguardia è fondamentale non soltanto per il comparto stesso, ma per tutti gli altri che da esso dipendono, fino ad arrivare ai consumatori finali, su cui è inevitabile si riversi a cascata l’aumento dei prezzi.

Un’agricoltura in salute che garantisce un giusto reddito per sopravvivere all’imprenditore agricolo è utile per il presidio dei territori e dell’ambiente, ma è anche garanzia per la salute animale e per la sicurezza alimentare, oltre che modo per salvaguardare sia le produzioni di qualità che la tutela dei lavoratori stessi.

So che in questi giorni è stata costante l’interlocuzione fra Regioni, quindi anche l’Emilia-Romagna, e Governo. In quest’ottica di dialogo, sono pertanto a chiedere quali iniziative la Regione intenda adottare, sia direttamente che nel contempo sollecitando il Governo ad avviare un piano di emergenza straordinario per il settore agroalimentare, finalizzato ad assicurare prezzi accessibili delle materie prime, per evitare che si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bulbi.

Risponde l’assessore Mammi. Prego, assessore.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Bulbi, perché mi dà la possibilità di rendicontare rispetto a quanto stiamo facendo e chiedendo al Governo per sostenere il comparto agricolo e agroalimentare in questo momento così difficile, segnato da problemi strutturali, vecchi, che già conoscevamo, e da nuovi, che purtroppo la guerra in Ucraina sta provocando.

Il comparto agricolo e agroalimentare italiano, che intravedeva importanti segnali di ripresa, si è trovato a inizio del 2022 a fare i conti con una crisi generalizzata, dovuta all’incremento dei costi di produzione, principalmente collegato ai costi energetici e delle materie prime, aggravato dal conflitto apertosi tra Russia e Ucraina.

Il conflitto si è inserito in un contesto di turbolenza dei mercati delle commodities (cereali soprattutto e oleoproteaginose) paragonabile a quello della crisi del 2008. Turbolenze originate da più cause di natura politica, congiunturale e anche di tipo speculativo, che rendono l’Italia molto vulnerabile per il grado di dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti dei principali cereali (grano e mais, in particolar modo), nonché della soia e del girasole.

L’Ucraina è il quarto produttore al mondo di cereali, e importante fornitore per l’Italia di mais, di soia e di grano, alimentando rispettivamente le filiere zootecniche della pasta e dei prodotti da forno. Mais e soia sono presenti in tutte le razioni zootecniche per bovini da latte, da carne, suini, pollame da carne, o ovaiolo.

La mancanza di queste tre importanti commodities rischia di impattare sia sulle produzioni agroalimentari di eccellenza, ma anche sulle produzioni comuni di carne, latte e pane.

Come Regione Emilia-Romagna, abbiamo continuato a lavorare sulla competitività e la resilienza delle imprese agricole e agroindustriali, favorendo gli investimenti in energie rinnovabili per l’autoconsumo, in modo da ridurre la dipendenza dal mercato e dalle sue fluttuazioni, in termini di prezzi, aumentando così la sostenibilità economica e anche ambientale delle produzioni.

Abbiamo poi inserito agevolazioni e semplificazioni di natura burocratica e amministrativa in vista dell’uscita della pubblicazione dei bandi del Piano di sviluppo rurale, cercando di accelerare il più possibile la pubblicazione degli stessi, che aiuteranno le imprese a fare investimenti utili a migliorarne l’efficienza e la competitività. Come sapete, abbiamo già bandito oltre l’80 per cento delle risorse pubbliche previste nel Piano di sviluppo rurale, e abbiamo inserito delle semplificazioni rispetto ai preventivi da presentare e la documentazione da produrre, proprio perché ci rendiamo conto che in questa fase è difficile raccogliere preventivi, bisogna adeguarli e tenere in considerazione i fluttuanti cambiamenti dei mercati molto repentini.

Infine, le cinque richieste rivolte al Governo: la prima è quella di valutare il posticipo al 2024 della nuova PAC e della sua entrata in vigore per poter fare nel frattempo un’analisi di impatto, che ci aiuti a capire che cosa, a seguito della guerra in Ucraina, sta succedendo e succederà nel nostro Paese. La seconda richiesta è quella di utilizzare la possibilità che ha dato la Commissione europea di avere più superfici agricole a disposizione, di rimettere a produzione nuove aree agricole. Ne avremo quasi 18.000 ettari, in Emilia-Romagna, e possono naturalmente, queste aree, essere utilizzate soprattutto per recuperare quelle colture sulle quali noi importiamo molte derrate dall’Ucraina, quindi mais, girasole, l’olio.

Abbiamo poi chiesto di derogare alla disciplina degli aiuti di Stato, esattamente come abbiamo fatto durante il Covid, durante la pandemia. Siamo in una situazione di crisi, anche questa, quindi andrebbero applicate le stesse deroghe che erano previste. Abbiamo poi chiesto tutta una serie di provvedimenti legati alla liquidità per le imprese agricole, come l’anticipazione strutturale dell’erogazione della domanda unica, lo sblocco di tutti i pagamenti pubblici e della pubblica amministrazione verso le imprese e anche l’attivazione di fondi specifici per le nostre imprese, e poi di intervenire anche per agevolare l’accesso al credito e consentire una gestione più flessibile dei mutui. Su questo il Governo è andato nella direzione che avevamo chiesto. Come sapete, infatti, nel decreto pubblicato il 18 marzo è stata data la possibilità alle imprese agricole di ricontrattare e rinegoziare i mutui, estendendo la possibilità di rimborso fino a venticinque anni, con una garanzia di ISMEA. Abbiamo poi chiesto anche di consentire la cumulabilità delle misure di FEASR e di FEAGA con il credito d’imposta, così come avviene per tutti gli altri aiuti di Stato.

Abbiamo poi chiesto interventi nazionali sui costi energetici per abbassare le accise sul carburante e, quindi, andare incontro ai problemi che su questo riscontrano le imprese. Il Governo, nel decreto, ha messo 25 centesimi al litro per trenta giorni, un fondo da 35 milioni di euro da erogare alle imprese e anche la possibilità di un credito d’imposta per recuperare il 20 per cento di quanto si è speso in carburanti.

Le ultime due cose che abbiamo chiesto e in parte ottenuto dal Governo sono la possibilità di avere un accoppiato straordinario, cioè un contributo a ettaro straordinario per gli agricoltori che metteranno aree agricole, in particolar modo i 18.000 ettari che abbiamo recuperato, per produrre quelle culture che importiamo in particolar modo dall’Ucraina, e la possibilità di utilizzare il digestato equiparato al posto del fertilizzante chimico.

Infine, come saprete, anche la Commissione europea ha emanato alcuni provvedimenti verso il settore agricolo, con alcuni interventi di sostegno alla filiera delle carni suine, stanziando 500 milioni di euro destinati alle imprese agricole, e questa deroga per l’utilizzo temporaneo di terreni che non erano produttivi e che ora lo saranno proprio per aumentare la nostra autonomia e autosufficienza alimentare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Mammi.

Prego, consigliere Bulbi.

 

BULBI: Ringrazio l’assessore per la risposta puntuale, come speravo, ma ne ero certo, e anche per il lavoro che ha fatto nei confronti del Governo e delle altre Regioni per arrivare a condividere queste azioni, che sono fondamentali per tenere in vita il settore agroalimentare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 4928

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di sostenere la filiera zootecnica regionale in crisi a causa dell’insufficiente importazione di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali da allevamento. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Rainieri

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, la n. 4928: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla necessità di sostenere la filiera zootecnica regionale in crisi a causa dell’insufficiente importazione di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali da allevamento.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Bergamini e Rainieri.

Prego, consigliere Bergamini.

 

BERGAMINI: Buongiorno, presidente.

Premesso che il prolungarsi della guerra in Ucraina sta mettendo a forte rischio l’approvvigionamento di materie prime agricole; preoccupa in particolar modo il blocco dell’importazione di mais dai principali Paesi fornitori del mercato italiano, che sono, appunto, l’Ucraina, invasa dalle truppe della Federazione russa, e l’Ungheria, che ha deciso di fermare le esportazioni per salvaguardare il proprio mercato interno.

Le associazioni agricole stimano l’esaurimento delle scorte in essere di mais tra non più di 20 giorni, con conseguente interruzione della produzione italiana interna di mangimi, che comporterà il blocco quasi totale delle forniture nutrizionali agli allevamenti e l’inevitabile necessità della riduzione dei capi allevati attraverso massicci abbattimenti di animali.

Osservato che il fabbisogno nazionale di mais per la produzione di mangimi per allevamenti animali è stimata in 9 milioni di tonnellate, a fronte di una produzione interna di 6. Fino a 15 anni fa la produzione interna italiana di mais riusciva a coprire quasi per intero il fabbisogno nazionale.

Evidenziato che l’unica alternativa ai mercati ucraino e ungherese per risolvere l’emergenza di approvvigionamento di mais per la produzione mangimistica interna sembra essere quella di rivolgersi al mercato americano, in particolare a USA e Argentina, i cui tempi logistici, però, sono molto lunghi, andando dalle quattro alle otto settimane per l’approdo dei carichi presso i porti italiani.

Al fine di non incorrere in futuro in nuove crisi alimentari per gli animali, e non solo, d’allevamento, occorrerebbe ridurre la dipendenza italiana dalle importazioni di mais, ripristinando alle coltivazioni di tale cereale i circa 300.000 ettari di terreno agricolo su suolo nazionale.

Interrogano la Giunta regionale per sapere se e quali iniziative intenda attivare per evitare il collasso della filiera zootecnica regionale dovuto all’insufficienza delle importazioni di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali d’allevamento e se intenda ragionare con le altre Istituzioni competenti per eliminare o, comunque, ridurre significativamente la dipendenza della filiera zootecnica dell’Emilia-Romagna del mais proveniente dai mercati esteri.

Aggiungo soltanto che la guerra è quella cosa che, purtroppo, restituisce spessore alle cose e una gerarchia ai valori davvero importanti. Quindi, se vogliamo ancora avere un futuro come Paese prospero, credo che dovremmo avere più cura di un settore che per l’Italia è primario solo nel nome. Dovremmo finalmente cominciare ad aumentare le quote, le percentuali ‒ per così dire ‒ di indipendenza rispetto all’estero dei vari settori di produzione, soprattutto di quelli strategici. Dovremmo perdere meno tempo in sciocchezze, questo è ovvio, pensare prima agli interessi nazionali, poi alle ideologie che ognuno può avere in testa o a quello che ci ordina l’Europa.

Concludo con le parole del presidente Giansanti di Confagricoltura sulle politiche agricole europee recenti: “Sono state fatte scelte sbagliate, che hanno polarizzato l’approvvigionamento in zone del mondo, mentre ora ci troviamo a dover rifornirci altrove con i consueti problemi”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bergamini.

Assessore Mammi, prego.

 

MAMMI, assessore: Grazie, consigliere Bergamini, per la sua interrogazione. Ha ragione. Dall’analisi congiunturale rappresentata dal Ministero delle politiche agricole nell’informativa sulle conseguenze della crisi Ucraina-Russia sul settore agroalimentare italiano, si rileva che, nell’immediato, il settore più colpito per l’Italia è quello dell’alimentazione animale: frumento, mais, olio di girasole, pannelli di estrazione; e solo in parte per l’alimentazione umana, cioè frumento tenero.

In particolare, per quanto riguarda il mais destinato all’alimentazione animale, l’Italia è ampiamente dipendente dal commercio con l’estero, importando circa il 50 per cento dei propri fabbisogni, e la quotazione del prezzo è quindi largamente esposta alla volatilità e alle turbative internazionali dei mercati. Tra i nostri fornitori, l’Ucraina nel 2021 ha fornito il 13 per cento del mais, mentre la quota dell’Ungheria è del 32 per cento.

Tale scenario si inserisce all’interno di un più ampio quadro, in cui per il 2021 si è già registrato un forte rialzo delle materie prime agricole, con la quotazione del prezzo del mais che in Italia ha raggiunto i livelli record degli ultimi trent’anni, 400 euro a tonnellata. Gli altri fornitori a cui fa riferimento il nostro Paese provengono dall’area di maggiore produzione del centro-est Europa, la Slovenia, la Croazia, l’Austria, la Serbia, la Bulgaria, la Romania.

Va sottolineato che questi ultimi tre Paesi stanno valutando politiche restrittive alle esportazioni e questo potrebbe determinare nel lungo periodo problemi di rifornimento e mi auguro ovviamente che le autorità europee intervengano. Per questo, in alternativa si sta valutando di considerare di aumentare i quantitativi dei Paesi europei già fornitori, Francia, Austria e Romania, con i quali abbiamo scambi commerciali costanti e le cui produzioni costituiscono un mercato privilegiato per la salubrità delle granelle per la filiera da latte, per il basso contenuto di micotossine, e questo naturalmente per affrontare l’emergenza che stiamo attraversando e che avremo nelle prossime settimane.

Per quanto riguarda il continente americano, il ricorso ai grandi produttori, in particolar modo USA e Argentina, è in parte rallentato dal costo di trasporto via nave, in relazione al quale i prezzi della logistica internazionale ancora non sono ritornati sui livelli pre-pandemici. A questo poi si aggiungono i problemi relativi alla qualità del prodotto estero, perché le importazioni da questi Paesi sono limitate dalle caratteristiche qualitative richieste dalle legislazioni dell’UE che ne impediscono la commercializzazione in Europa, gli OGM per gli Stati Uniti e il contenuto dei residui di pesticidi per l’Argentina.

Nel contesto regionale sul breve periodo sono, però, rientrati i timori di una difficoltà di approvvigionamento, diversamente invece per quanto riguarda il medio e lungo periodo, soprattutto a seguito del perdurare della situazione attuale che potrebbe generare incertezza sulle forniture di materie prime. Per non creare squilibri alla filiera zootecnica, le strade che possono essere intraprese sono quelle che prevedono, quindi, di rafforzare i legami commerciali nell’immediato con questi Paesi da cui tradizionalmente importiamo questi cereali, ma la strada maestra che dobbiamo organizzare già adesso e sulla quale dobbiamo investire risorse e attuare i provvedimenti, come ho detto nell’interrogazione precedente, è quella di aumentare la produzione nazionale di cereali, essere sempre più autosufficienti e autonomi in queste colture, in queste produzioni fondamentali per la zootecnia e per il consumo anche umano.

Proprio per questo, la Commissione europea, come ho richiamato nell’interrogazione precedente, ha consentito di mettere a disposizione nuove aree agricole, che erano aree tenute a riposo per condizionalità ambientali e che per un periodo potranno essere invece coltivate. In Emilia-Romagna sono quasi 18.000 ettari. Io penso che a partire da queste aree, ma anche da altre aree che potrebbero essere individuate, occorrerebbe prevedere anche un incentivo a ettaro per quelle produzioni che noi attualmente importiamo in modo massiccio.

Lo abbiamo chiesto al Governo perché il Governo ha la possibilità di prevedere un accoppiato straordinario, cioè un pagamento straordinario che si aggiunge a quelli ordinari, che potrebbe stimolare questo tipo di produzione e questo tipo di coltivazioni.

Le altre cose che abbiamo chiesto le ho richiamate nelle interrogazioni precedenti. Richiamo anche la necessità di fare una riflessione rispetto al Piano strategico nazionale e la nuova PAC. Come ho detto prima, c’è un contesto generale notevolmente mutato. Io penso che bisognerebbe avere il coraggio di rinviarne l’applicazione al 2024, perché nel frattempo andrebbe fatta un’analisi di impatto per capire cosa succederebbe se quella è la strada che intendiamo proseguire e continuare.

Sempre dentro al nuovo Piano strategico nazionale anche gli eco-schemi vanno modificati e integrati per consentire di utilizzare le risorse previste negli eco-schemi anche per quelle grandi colture, come il mais e i cereali, come il grano, che attualmente ne sarebbero esclusi. Anche questo ho chiesto proprio recentemente al Ministro, scrivendo al Ministro una lettera e parlandone nella Commissione Politiche agricole è un impegno importante da portare avanti.

Concordo con lei che la strada maestra è quella di incentivare il più possibile questo tipo di produzioni a livello nazionale con gli strumenti ordinari e anche straordinari che si potranno individuare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliere Bergamini, per la replica.

 

BERGAMINI: In breve, crediamo si debba fare qualcosa noi per primi. I nostri imprenditori, le loro famiglie, ma anche le nostre famiglie non si sentono sicuri e tutelati in questo momento per questo tipo di crisi, che potrebbe colpire anche altri comparti con l’alimentazione umana.

Sentito ora l’assessore, siamo contenti che si preveda, o meglio che si lotti, perché ci sarà un po’ da lottare sicuramente per un incentivo per questi nuovi seminativi, che devono essere assolutamente uno stimolo iniziale che ci vuole sicuramente in tempi brevi (non so come faremo, ma si dovrà fare) e chiediamo naturalmente che, come abbiamo già detto diverse volte sul tema agricoltura, che in Conferenza Stato Regioni il presidente Bonaccini faccia sentire il peso importantissimo della più importante pianura d’Europa nel tema delle produzioni agricole e dell’indipendenza alimentare per i nostri animali e naturalmente anche per la nostra popolazione. Grazie.

 

Appello nominale dei consiglieri

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bergamini.

A questo punto abbiamo concluso le interrogazioni, quindi procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CALIANDRO Stefano
  9. CASTALDINI Valentina
  10. CATELLANI Maura
  11. COSTA Andrea
  12. COSTI Palma
  13. DAFFADÀ Matteo
  14. DELMONTE Gabriele
  15. FABBRI Marco
  16. FACCI Michele
  17. FELICORI Mauro
  18. GERACE Pasquale
  19. GIBERTONI Giulia
  20. LIVERANI Andrea
  21. MALETTI Francesca
  22. MARCHETTI Daniele
  23. MARCHETTI Francesca
  24. MASTACCHI Marco
  25. MONTALTI Lia
  26. MONTEVECCHI Matteo
  27. MORI Roberta
  28. MUMOLO Antonio
  29. OCCHI Emiliano
  30. PARUOLO Giuseppe
  31. PELLONI Simone
  32. PETITTI Emma
  33. PICCININI Silvia
  34. PIGONI Giulia
  35. PILLATI Marilena
  36. POMPIGNOLI Massimiliano
  37. RAINIERI Fabio
  38. RANCAN Matteo
  39. RONTINI Manuela
  40. ROSSI Nadia
  41. SABATTINI Luca
  42. SONCINI Ottavia
  43. STRAGLIATI Valentina
  44. TAGLIAFERRI Giancarlo
  45. TARASCONI Katia
  46. TARUFFI Igor
  47. ZAMBONI Silvia
  48. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): 48 presenti.

 

OGGETTO 4776

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Disposizioni in materia tributaria”. (38)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto continuiamo con l’ordine del giorno e abbiamo l’oggetto 4776: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disposizioni in materia tributaria”.

Ricordo che il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 16 marzo 2022 e che questo progetto di legge è composto da quattro articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Sabattini Luca, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Bargi Stefano, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Su tale oggetto è stata presentata una proposta di emendamento a firma del consigliere Bargi.

A questo punto iniziamo la discussione del provvedimento e partiamo dalla relazione del relatore della Commissione, consigliere Sabattini. Prego, consigliere.

 

SABATTINI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Buongiorno, colleghi.

La legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale del triennio 2022-2024 ha previsto la riforma delle aliquote IRPEF, registrando il passaggio da cinque scaglioni, come previsto in precedenza, a quattro scaglioni di reddito, con le relative aliquote, una trasformazione, come ci siamo detti anche in Commissione, che sicuramente va in una direzione che non è quella consona del campo che comunque rappresento, che è quello progressista e riformista, quindi riduce un po’ la progressività in questo senso, però dall’altra parte richiede anche una modifica di quelli che sono gli scaglioni previsti per la nostra addizionale regionale.

Ricordo a me stesso e ai colleghi come è strutturata l’addizionale regionale, che prevede una quota fissa prevista dallo Stato dell’1,23 per cento e una parte variabile a disposizione delle scelte regionali, che prevede una progressività che andava dallo 0,1 fino all’1,1 per cento per il massimo scaglione di reddito precedente.

Questo non è solo un PDL di recepimento tecnico ma, come ci siamo detti anche in Commissione, contiene anche una scelta politica importante che la Giunta ha fatto e noi sosteniamo convintamente, che è quella di applicare questa necessaria modifica, anche con la volontà di riaffermare due princìpi, che sono anche quelli costitutivi delle scelte che vi presento, che sono quelle del non aumento della pressione fiscale, sia nella consistenza complessiva dell’imposta riscossa del bilancio regionale, che grossomodo cuba attorno a 1,2 miliardi di euro, la provvista data dall’addizionale regionale, quota fissa e quota variabile.

Poi c’è stata un’altra scelta, proprio per ribadire una delle scelte di questi sette anni dell’Amministrazione Bonaccini, cioè quella di non aumentare la pressione fiscale sui cittadini emiliano-romagnoli. Quindi, una scelta anche di ritaratura delle aliquote all’interno degli scaglioni, che anche all’interno delle stesse aliquote, considerando le singole consistenze dei redditi dei cittadini emiliano-romagnoli, non producesse un maggior gettito.

Anche qui, per fare una valutazione complessiva, considerando che il cambio degli scaglioni... Ovviamente, come tutte le volte che si toccano gli scaglioni, si producono alcuni elementi di salto. Questi due elementi insieme consentono di poter dire che, oltre a non avere un aumento fiscale sui cittadini emiliano-romagnoli, non si ha neanche un deperimento del gettito complessivo dell’aliquota, che poi è quella che finanzia le politiche che noi mettiamo in campo con le scelte che facciamo.

Anche qui, la consistenza complessiva dei redditi degli emiliano-romagnoli si concentra per il 93 per cento inferiori ai 50.000 euro, che, all’interno della nuova modifica degli scaglioni, vede anche in questo provvedimento esattamente una non modifica dell’aliquota complessiva applicata. Infatti, anche nei movimenti degli scaglioni le aliquote rimangono fisse fino a 50.000 euro. Ricordo che questa è la consistenza per il 93 per cento dei redditi dei cittadini emiliano-romagnoli.

Ritorno un attimo sulla discussione più politica, che abbiamo fatto anche in Commissione, che ovviamente non ci ha visto trovare una sintesi anche di approccio dal punto di vista politico, perché è chiaro che si confrontano anche su questi temi due approcci culturali diversi.

Prima richiamavo l’approccio sicuramente più riformista-progressista, che è quello più legato anche agli elementi di progressività, e chi ha fatto uno dei tratti distintivi quello della tassazione per aliquota unica, un approccio che vede sicuramente una progressività legata anche alla necessità che la spesa pubblica e, quindi, anche le entrate siano elementi fondanti anche per raggiungere gli obiettivi di redistribuzione e di riduzione delle disuguaglianze, verso un approccio che sposa di più il mantenimento delle risorse in capo ai singoli, che poi, in una qualche maniera, devono rispondere alle proprie esigenze.

Il principio è che un PdL di pochi articoli, che potrebbe sembrare soltanto un recepimento tecnico, ha anche una caratterizzazione politica importante e ribadisce una delle scelte, delle linee di mandato di questi sette anni. Dall’altra parte, la necessità, anche in una fase così difficile come quella che stiamo vivendo sia in uscita dalla pandemia, ma anche per quello che sta avvenendo in giro per il mondo, deve vedere anche una forte consistenza dei bilanci pubblici per permetterci di mettere in campo quelle politiche richiamate anche dalle tante interrogazioni e i tanti aspetti che avete richiamato anche con le interrogazioni fino a pochi minuti fa. L’importanza di avere disponibilità per poter mettere in campo politiche pubbliche che raggiungano, da una parte, gli obiettivi e fanno sì anche che i cittadini e le imprese si sentano meno soli.

Un piccolo richiamo e su questo concludo. Stiamo parlando ovviamente di elementi, perché stiamo parlando di un’addizionale che ha una natura di imposta nazionale che è progressiva per sua natura, ma anche per quello che riguarda la parte variabile dell’addizionale regionale ha una consistenza minima per quello che riguarda i singoli cittadini emiliano- romagnoli, ma ha nel suo complesso una grande incidenza per quanto riguarda le entrate del nostro bilancio.

Un elemento di detrazioni flat su tutti i cittadini romagnoli avrebbe dall’altra parte (questo è stato anche un pezzo della discussione che abbiamo fatto) un effetto estremamente marginale sul singolo, ma estremamente rilevante sul collettivo complessivo del bilancio regionale.

Con queste motivazioni ho provato anche a tracciare una caratterizzazione politica di questo provvedimento e ho provato anche a risottolineare l’approccio che come maggioranza ci ha portato ad esprimere un parere favorevole su questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Bargi. Prego, consigliere.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Buongiorno.

Abbiamo affrontato il dibattito su questo progetto di legge, direi uno dei dibattiti più caratteristici in cui mi sia imbattuto durante la mia esperienza di consigliere regionale, su un tema così ampio, importante e poco affrontato, perché capiamo che non è qualcosa su cui possiamo discutere con toni da bar come magari può capitare su qualche argomento più politico, ma questo è un tema tecnico, che va a toccare fondamentalmente le entrate dell’Ente regionale, e sul quale ovviamente bisogna fare delle riflessioni importanti di natura politica, ma che non possono prescindere dalla questione tecnica.

Se infatti vai a modificare le aliquote, sai che dopo ti trovi con minori o maggiori risorse, a seconda di quello che intendi porre in essere. Ecco perché, a nostro avviso, affrontare un tema così ampio, una volta che ci si pone l’occasione, un’occasione, come diceva il collega di maggioranza, dovuta principalmente alla normativa nazionale che ci porta a dover fare anche noi una discussione. Noi abbiamo seguito come Regione, fino a quando è stata introdotta, l’addizionale IRPEF, il concetto di progressività per scaglioni pari-pari a quello utilizzato per l’imposta madre nazionale.

Di conseguenza, venendo meno uno scaglione, dobbiamo rimetterci mano anche noi. Dov’è però la componente, a nostro avviso, più politica e più interessante del dibattito? La Giunta ci dice: noi facciamo una proposta… Tra l’altro, come sempre, ovviamente le proposte dei progetti di legge arrivano direttamente dal potere esecutivo, una modalità, come sapete che io biasimo molto, tanto qui, come a livello nazionale, e se posso dirlo, anche col depotenziamento dei Consigli comunali a livello locale. Però, tale è il procedimento che ormai la politica ha preso, che forse bisognerebbe rivedere anche la seconda parte della Costituzione, se riteniamo che questo sia il modus operandi che bisogna tenere da qui al futuro.

Comunque, la Giunta ci dice: facciamo una proposta che ha un focus fondamentale – per noi, il nostro principio base è che il gettito rimanga invariato –; cerchiamo quindi di trovare il sistema per quadrare le aliquote, in modo tale da avere le entrate che avevamo prima e cambiare poco per i cittadini emiliano-romagnoli.

Qui, un primo commento. È vero, paradossalmente, mi vien da dire, rispetto anche a discussioni fatte in altri contesti, che si va a dare quasi uno sgravio per i redditi maggiori rispetto a quelli più bassi. Perdendo cioè lo scaglione finale, quello sopra i 75.000, per intenderci, e abbassando quello che era il penultimo, che oggi diventa l’ultimo, che da 55,75 passa a 50, da lì in poi l’aliquota resta costante, essendo aliquota percentuale, e chiaramente all’aumentare del reddito incide sempre meno. È ovvio quindi che chi stava prima nel penultimo scaglione, trova un lieve peggioramento della sua situazione contributiva. Chi sta sopra e si allontana, pur essendo un 7 per cento degli abitanti, dei cittadini, dei contribuenti della nostra regione, sono comunque quelli che sicuramente da questa situazione troveranno un lieve vantaggio, lasciatemelo dire.

Non ha chiaramente questa consistenza tale da dirci che si sta facendo un favore a chi sta meglio, però fondamentalmente l’effetto che poi si ha, lo si ha anche a livello nazionale.

L’impostazione di seguire il contesto nazionale quindi porta al medesimo esito che ha l’imposta madre, cioè agevolare un po’ di più il reddito più alto. Questo lo facciamo notare, però è forse l’elemento minore per noi, perché è l’impostazione del mantenere il gettito invariato che ci lascia un po’ più perplessi. Perché? Perché da tanti anni sentiamo il leitmotiv, e l’abbiamo sentito anche oggi: lasciamo la pressione fiscale invariata, quindi siamo bravi. In realtà, bisognerebbe spiegare perché dovremmo aumentare la pressione fiscale. Del resto, se uno mi dice “noi siamo bravi nel tenerla bassa”, vuol dire che ci sono dei motivi che porterebbero ad aumentarla. Non mi si dica che c’è crisi, perché la crisi la subisce tanto il pubblico quanto il privato. Quindi, per poter funzionare il pubblico ha bisogno delle risorse del privato, ma non possiamo neanche pensare di scaricare tutto il peso delle difficoltà sui nostri cittadini perché, se no, il giochino che veniva detto prima, la redistribuzione della ricchezza, che funziona molto bene, e sono anche convinto che sia una politica corretta, lo fai nel famoso periodo di vacche grasse. In quel caso funziona bene. Invece, quando va male, bisogna capire che, così come deve ridimensionare la sua capacità di spesa il privato, il pubblico deve farlo allo stesso modo. Qualcuno dice “tagliando servizi”. Ragazzi, abbiamo fatto il Patto per la semplificazione, quindi ci siamo già capiti. Vuol dire che, a volte, la struttura pubblica ha bisogno di essere un attimino smussata, il che non vuol dire tagliare servizi, ma vuol dire efficientare, vuol dire cercare di fare meglio.

Faccio un esempio banalissimo. Lo stiamo facendo sulla riscossione dei tributi – lo dico perché ne parlavamo ieri sera in Commissione con il Comune di Sassuolo – cercando di prendere le pratiche gestite da un altro Comune, La Spezia, che è molto avanti rispetto alla capacità di emissioni di notifica e di raccolta di tutte le entrate comunali, proprio per efficientare un servizio che magari nel tempo ci mette nelle condizioni di avere più economie, tali per cui potremmo anche pensare di ridurre le entrate fiscali. Questo è un obiettivo di lungo che si dà un piccolo Ente, che sicuramente incide poco, sicuramente può fare lo stesso la Regione Emilia-Romagna. Quindi sarebbero bello sentirsi dire “lavoriamo per ridurre il carico fiscale”, perché – lo ricordiamo – è dalla crisi del 2008 che noi non siamo più stati in grado di riprendere quel trend di crescita. Non vuol dire in termini assoluti del PIL, ma la percentuale di crescita del PIL di allora non siamo più riusciti ad agganciarla. Quindi, la difficoltà è ovvio che ce l’ha il pubblico, ma deve sapersi snellire nelle fasi di crisi, ovvio che ce l’ha il privato, sul quale il pubblico deve imparare a cedere qualcosina in questi momenti. E anche questa – ve lo dico – è redistribuzione della ricchezza. Del resto, non è solo “mi prendo io i soldi e ti insegno come spenderli”, ma è anche saper tenere un equilibrio tra i due elementi. D’altronde, giustamente, viene detto, abbiamo due concezioni politiche diverse. Io dubitavo un po’ della visione, della riscoperta keynesiana del PD, anche perché poco si sposa con il concetto di Spread, con il quale, invece, vi piace andare a braccetto.

È evidente che sono due modelli che tendono a confliggere, mentre per noi l’economia mista è sempre stata la soluzione più corretta, sia per dare spazio alla capacità e alle qualità individuali dei nostri cittadini che hanno dimostrato in tanti anni nel saper fare impresa, nel saper costruire un modello privato della nostra Regione, che poi dà sostentamento a quello pubblico, consentendo di fare tutte le politiche che ci piace fare, sia andando incontro con un modello pubblico che, invece, sappia effettuare una distribuzione della ricchezza meno ideologica e un po’ più sana.

Proprio per questo noi avevamo fatto una proposta. L’abbiamo rifatta oggi. Ci sia concesso. È un progetto di legge di quattro articoli e un emendamento. Possiamo perderci un attimo nel discutere. Non venga vista in logica ostruzionistica. Una proposta che andava nella direzione non molto facilotta, sempliciotta di dire “togliamo, abbassiamo un’aliquota”. Non so, il primo scaglione lo togliamo con lo 0.10 in più. Stiamo ad aliquota base e diamo un vantaggio un po’ a tutti i cittadini, a partire dai redditi bassi. È una proposta facilotta, che magari ha un impatto anche pesante. Perché poi andare ad agire su tutti gli scaglioni di seguito rispetto alle entrate regionali... No? Abbiamo detto: facciamo una proposta che cerca di essere un po’ più concreta. Poi, ragazzi, i numeri sono numeri. Occorrerebbe fare un’analisi molto seria di quanto questa proposta possa impattare, ma, visti i tempi cortissimi, facendo comunque la premessa che nel gruppo, poi interverranno i colleghi, era già stata richiesta un’analisi quando, durante la fase di approvazione del bilancio previsionale, già veniva messo in conto che si sarebbero dovute ritoccare le aliquote perché era in corso una discussione a livello nazionale, che poi è culminata con la legge di stabilità nazionale, la legge di bilancio nazionale e con l’adeguamento delle aliquote, con [...] dello scaglione finale... Si sapeva già. Erano state chieste alcune simulazioni, proprio per capire quali possibili soluzioni poter in qualche modo seguire. Questo sarebbe stato molto corretto, a mio avviso, e molto più serio solo se fosse stato fatto come proposta dall’Amministrazione, cioè dire: noi abbiamo fatto due o tre simulazioni; proviamo a vedere di ridurre le aliquote; proviamo a lasciarle invariate; proviamo a fare una terza cosa, che è la nostra proposta. Cioè andiamo ad agire sul caso specifico, cosa che la nostra Regione non fa, a differenza di tante altre Regioni sul territorio nazionale.

Partiamo da un primo presupposto. Intanto, quando è stato il momento, una decina o quindicina di anni fa, è stata portata l’aliquota minima delle Regioni a livello nazionale a 1,23, 0,9 nazionale e 0,33 regionale, fondamentalmente per il sistema sanitario e quindi sappiamo che sotto quella soglia non possiamo andare.

Possiamo spostare l’asticella in alto fino a 3,33, mi pare, come limite massimo. La Regione Emilia-Romagna ha impostato fin da subito, se vogliamo, un atteggiamento abbastanza incentrato sull’alzare l’asticella rispetto anche ad altre Regioni. Le Regioni peggiori di noi, peggiori inteso come prelievo fiscale, sono bene o male – guardavo il sito dell’Agenzia delle entrate – quelle che hanno dei piani di rientro sulla sanità e quindi sono più in difficoltà dal punto di vista contabile. Tante altre Regioni, tanto del centro quanto del nord Italia, soprattutto, adottano un atteggiamento diverso, financo l’azzeramento del surplus regionale, impostando l’aliquota base per tutte le fasce di reddito, quindi una sorta di flat tax base.

La Regione Emilia-Romagna ha fatto un’altra scelta. Quindi non è una novità dire che teniamo ferma l’aliquota, anzi sarebbe a mio avviso assurdo pensare, vista la situazione che c’è fuori da queste porte e da questo palazzo, di andare a inasprire. Questo sarebbe ancora peggiorativo rispetto alla condizione attuale. Di conseguenza, già partiamo con una soglia abbastanza alta di prelievo e non facciamo nessun tipo di sforzo per cercare di andare a ridurre.

Noi diciamo che c’è l’alternativa e introduciamo, come fanno tante Regioni, il caso speciale. Il caso speciale che abbiamo proposto noi, che poi si associa a quello di tante Regioni e anche a delle proposte, era un po’ quello che veniva fatto anche a livello nazionale. Ora è stato cambiato, va bene, però bene o male la Regione quello ha di strumento, non vedo che gli altri facciano diversamente, ovvero quello di andare a intervenire sui carichi familiari.

Questo permette di fare due cose in una: intervenire politicamente sulle famiglie, con una politica proattiva per le famiglie, e cercare di lasciare qualche risorsa in più in capo ai nostri cittadini. L’idea è proprio quella della redistribuzione della ricchezza, cioè ti lasciamo più denaro in tasca perché la nostra proposta partirebbe dal secondo figlio, con detrazione fissa a 100 euro, che aumenta di 50 nel caso del figlio disabile a carico.

Perché detrazione fissa? La detrazione fissa ha una sua logica. A differenza delle aliquote percentuali, che per poter essere incisive, dovrebbero, così era una volta, salire per varie fasce di reddito e quindi aumentare per scaglioni, in modo tale da essere più progressive possibile, la detrazione fissa è per sua natura progressiva, perché l’incidenza di una detrazione fissa cambia molto da un reddito basso a un reddito alto (è evidente, elementare, pura matematica).

Più difficile da comprendere per gli amanti dei balzelli, però, fondamentalmente l’incidenza di 100 euro che poniamo noi su chi deve pagare 200 euro, che è la seconda fascia di reddito più l’incidenza dell’aliquota sul proprio livello, quindi 2-300 euro di imposta rispetto a chi ne deve pagare 1.000 e rotti ha un impatto molto diverso, però allo stesso tempo toglie il concetto di famiglia dal concetto di reddito, dicendo che andiamo incontro a chiunque abbia una famiglia numerosa, noi riteniamo dal secondo figlio, perché è la casistica che va per la maggiore. Sappiamo che il tasso di natalità è particolarmente basso, quindi andare oltre vorrebbe dire premiare veramente poche famiglie.

Questa chiaramente era una proposta, che si lasciava tranquillamente nel dibattito della Commissione per poter eventualmente trovare una forma di conciliazione, è stata seccamente rifiutata dicendo che abbiamo un’ideologia diversa, e questo va benissimo, fa parte del dibattito, abbiamo due visioni diverse del modo di aiutare, di interpretare la fiscalità, l’aiuto e il contributo nei confronti del cittadino. Mi premeva far notare su questo aspetto che la redistribuzione della ricchezza non la fai esclusivamente dicendo “ti insegno io come spendere”, ma la fai anche intervenendo in una maniera che a volte è più veloce, più facile e meno burocratica, non richiede il calcolo dell’ISEE, non richiede i passaggi in Comune, non richiede i passaggi per andare a dimostrare che sei in difficoltà, ma è un semplice “io rinuncio all’entrata per lasciare a te la possibilità di spenderla come preferisci, poi qualcuno mi dice che rinuncia all’entrata e rinuncia anche al servizio”, quindi qualcuno ha fatto l’esempio “togliamo i servizi alle famiglie”, ma non è così che funziona.

Come ho detto, la macchina pubblica ha dei costi, cercare di efficientare, mantenere la stessa efficacia pur efficientando, facendo qualche economia, fa parte del lavoro dell’Amministrazione Pubblica, in particolare dell’Esecutivo. Ecco perché anche la questione che era stata posta in Commissione, premesso che è impossibile, se gli uffici ci rispondono picche quando chiediamo le simulazioni e poi ci si dà una seduta per discussione generale e votazione per poter fare delle simulazioni, se voi ci dite che dobbiamo tagliare qualcosa, dovete anche dirci “guardate che dovete indicare dove tagliare”. Questo è un concetto che io rigetto al mittente per un semplice motivo: o si apre il tavolo, con simulazioni, calcoli, ci mettiamo davanti al bilancio e decidiamo insieme, con tutto il tempo che ci serve a farlo, e allora posso anche dare qualche indicazione; oppure, mi rimetto al mio ruolo che è stato devoluto a quello di passacarte delle proposte della Giunta, e di conseguenza, se arriva la proposta della Giunta, io mi limito a fare una proposta politica. È facoltà dell’Assemblea dire che quello che facevamo ieri con 100, oggi lo facciamo con 90. E sta alla Giunta chiaramente andare a tarare il suo ruolo esecutivo su quello che viene votato in questa sede.

Questo è un concetto che io faccio molta fatica a recepire, mentre posso comprendere di più quello politico, perché se mi si dice politicamente che noi riteniamo di voler andare in questa direzione, perché per noi è migliore, questo lo posso capire, il dibattito ci sta e il confronto ci sta, ed è il motivo per il quale presentiamo l’emendamento e tendiamo a riportare questo in discussione anche in aula.

Che però ci si venga a dire “dovete essere voi a fare anche l’esecutivo”, questo non riesco ad accettarlo, mi dispiace, è qualcosa che non fa parte del mio ruolo. Altrimenti, come ho detto subito anche in Commissione, siamo disponibilissimi a sederci a un tavolo, ma ci prendiamo tutti i tempi.

In più, lo ripeto, su una proposta di questo tipo sarebbe stato molto bello avere qualche simulazione. Poi, politicamente, ognuno di noi dice “io preferisco tenere il gettito invariato, perché così possiamo garantire dei servizi”, e via discorrendo; ma almeno avere davanti delle simulazioni su delle ipotesi di applicazione diversa dell’aliquota, visto che è un lavoro che, ripeto, si fa una volta ogni tanti anni, perché non è che si metta mano ogni anno alla fiscalità dell’ente, ma è qualcosa che si poteva fare. A livello complessivo, quindi posso dire che siamo di fronte a un’occasione sprecata.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Apriamo il dibattito generale. Qualcuno vuole intervenire? Consigliere Pelloni, prego.

PELLONI: Grazie, presidente.

Sarei voluto intervenire magari dopo una risposta ai tanti quesiti, alle tante questioni poste dal collega da parte della maggioranza, ma temo che non si sia voluto discutere, che non ci si sia voluti confrontare su questo tema.

Come ha ben detto il collega, è arrivata una proposta da parte della Giunta, una proposta che ha di fatto tagliato il dibattito. È stato anche richiesto un taglio dei tempi di discussione. L’unico che ha risposto è il relatore di maggioranza, nonché consigliere sempre molto attivo sui temi economici e di bilancio, che è il consigliere Sabattini, altri non pervenuti. Quindi, non c’è stata da parte della maggioranza assolutamente la voglia di confrontarsi su un tema importante, su un tema che ribadiamo è un tema politico, estremamente politico. Non so se la poca voglia di confronto è dovuta a diverse divisioni che ci sono nella maggioranza su tanti temi, sulla sanità, sull’ambiente, sull’edilizia, sull’urbanistica, sui trasporti, su vari provvedimenti importanti, e allora il contingentare i tempi di discussione era per non aprire magari ulteriori fratture. Lo dico perché è stato un problema che nel Governo, un Governo di larghe intese, con diverse forze politiche, con diverse sensibilità, soprattutto su questo tema poteva dividere, perché non potendosi confrontare su simulazioni, sebbene richieste… Io le ho richieste nel momento dell’approvazione del bilancio, proprio per avere la rincorsa e il tempo necessario per produrle, per poter avere il tempo di comprenderle ed eventualmente confrontarci. È chiaro che chiederle il giorno dopo la presentazione di questo PDL capisco che i tempi dopo non erano più sufficienti.

Vista la discussione che vi è stata a livello nazionale, parto dal presupposto che questa modifica nasce dal fatto che a livello nazionale, ma a mio avviso sarebbe stato necessario a tutti i livelli istituzionali, in un contesto come questo, dove tutte le Istituzioni, nelle loro possibilità dovevano e devono sostenere la crescita, si è fatta una scelta importante, e anche il Partito Democratico ha fatto questa scelta a livello nazionale, quando, rifacendomi alle parole che penso siano state pronunciate dal presidente del Consiglio – le riprendo dai quotidiani, ilSole24Ore e altri – questo è un momento che non c’è da prendere soldi. Quindi, anche solo dire “non vogliamo aumentare la pressione fiscale” non è il momento. Penso sia condiviso da tutti. Dopo decidiamo come, ma questo è il momento di dare. Queste le parole che sono state dette. Si possono condividere o si possono non condividere. Però è stata fatta una scelta nazionale importante. Per la prima volta, dal 2005, quindi sono passati oltre 15 anni, toccare le aliquote fiscali a livello nazionale al ribasso. Non è poco. Si è discusso tanto sulle aliquote più alte. Addirittura, c’è chi non voleva un abbassamento delle aliquote più alte. Poi si era trovata una mediazione su un contributo straordinario, ma anch’esso credo non abbia, poi, trovato approvazione finale. Il paradosso, invece, in questa Regione, è esattamente al contrario. Seppur di poco, le aliquote più alte sono le uniche che calano. Dico: perché non le abbiamo abbassate tutte? Questo è il vero tema.

A livello nazionale... Ripeto: se crediamo nella crescita e crediamo nella ripresa, cosa che era stata enfatizzata molto nel momento di previsione del bilancio, se cresciamo, il gettito dovrebbe aumentare. La scommessa che ha fatto il Governo è anche stata questa, quella di, con una forte crescita, se ben sostenuta a livello istituzionale, anche calando di poco... Non si è fatta una manovra shock, a livello nazionale. Però certamente è stato un segnale. A livello locale, invece, vediamo che nei redditi tra i 50 e i 55.000 euro già c’era un salto a livello nazionale importante, perché si passa, mi pare, dal 38 al 43. E non è poco. In più si aggiungono altri due punti, credo due punti, 2,4 punti in più a livello locale di addizionale regionale. Quindi, la fascia di reddito... Non è vera la concezione di dire: non abbiamo aumentato le imposte. Per quella fascia di reddito sì.

Possiamo dire quello che vogliamo: è una risultanza, non avremmo voluto togliere... Uno scaglione... Per quella fascia di reddito, da 50 a 55, le imposte aumentano. A livello locale, gli unici che beneficeranno, seppur di poco, di un piccolo calo sono i redditi più alti. Quindi, a livello nazionale, ripeto, è stata ferma molto la discussione, perché i redditi più alti non si dovevano toccare.

Adesso manca buona parte della sinistra radicale qua in aula, quelli che hanno fermato prevalentemente questo decreto fiscale tra ottobre e dicembre, penso per motivi più ideologici.

Però andiamo a vedere l’analisi, perché poi quello che andiamo ad approvare, che di fatto sia venduto come una riconferma di quanto deciso sette anni fa, vede comunque l’Emilia-Romagna tra le regioni del nord e le regioni più ricche, ma non solo del nord, come quella che ha un’imposizione fiscale… Si è detto all’1,23 che è di legge, più noi aggiungiamo qualcosa, nel senso che noi all’1,33 fino a 15.000 euro…

Andiamo a vedere i redditi più bassi. Andiamo a vedere nel dettaglio quello che è stato detto, la redistribuzione, il diminuire le disuguaglianze. Andiamo a vederli. Se lo andiamo a vedere nel dettaglio, andiamo a riconfermare un’impostazione che comunque… Anche per i redditi più bassi, abbiamo un’imposizione fiscale più alta rispetto a quasi tutte le regioni del nord, mi pare, tranne che il Piemonte. Ma è più bassa anche di noi la Calabria e la Sardegna. Siamo tra le poche Regioni in Italia che superano il 2 per cento e quindi nelle fasce più alte hanno l’imposizione più alta.

Abbiamo un’imposizione fiscale regionale mediamente più alta rispetto a tutti, questo ce lo dobbiamo dire, anche di Regioni governate tradizionalmente o quasi da sempre dal centrosinistra in altre zone d’Italia. Questo ce lo dobbiamo dire perché stiamo riconfermando questo. Stiamo riconfermando comunque una scelta fatta sette anni fa. Posso capire in un momento economico importante chiedere un contributo maggiore per, tra virgolette, “redistribuire”. Lo posso capire, ma in un momento in cui è fondamentale sostenere la ripresa o il recupero, perché, al di là della ripresa, appunto, non siamo ancora arrivati ai livelli di PIL pre-pandemia, bisogna fare tutte le azioni necessarie per riuscire ad aiutare e sostenere una fragile economia. Gli ultimi eventi, purtroppo, bellicosi, certamente non hanno aiutato e non aiuteranno.

Da un lato, questa scelta è fatta già di fatto. Si era capito dalla risposta più politica che tecnica che è stata data alle richieste di avere simulazioni o, se già nel bilancio, si era ipotizzato un’eventuale diminuzione della pressione fiscale. Era una scelta che era da fare durante il bilancio. Non è stata fatta e quindi è una scelta che qua si va a riconfermare, però aiutato completamente il contesto rispetto a dicembre.

Oggi c’è da trovare nuove soluzioni per il caro-prezzi, per il caro-benzina, per il caro-carburanti eccetera. Oggi non possiamo rimanere all’impostazione di dicembre e a tutti i livelli, ognuno per le proprie competenze.

Questo anche perché, facendo un’analisi degli ultimi due anni rispetto ai servizi erogati, perché è chiaro che da una parte della bilancia dobbiamo mettere la pressione fiscale, dall’altra i servizi erogati, dei servizi erogati negli ultimi due-tre anni non possiamo dire che sono aumentati, sono rimasti identici nella migliore delle ipotesi, se non diminuiti. Se guardiamo sul tema sanitario l’accesso (in Commissione abbiamo parlato delle esenzioni, del ticket), se c’è la prestazione, e questo è il problema, perché oggi la prestazione in tanti casi tra liste chiuse, 10, 11, 12 mesi per fare una cataratta, eccetera (quando affronteremo questo tema più nel dettaglio, verificheremo come la situazione sia peggiorata molto).

Mantenendo quindi la stessa impostazione fiscale, diminuendo i servizi, mi dispiace, ma non parliamo di redistribuzione, non parliamo di riformismo, non stiamo parlando di questo, stiamo parlando di una gestione di inerzia, di scelte fatte in passato che si pensa possano funzionare anche oggi, e poi - ripeto – il mio collega ha indicato come nella macchina amministrativa regionale ogni anno bisognerebbe trovare quelle efficienze, per ridurre i costi o per dare più servizi o per riuscire ad abbassare la pressione fiscale.

Noi adesso come Gruppo consiliare con il collega Facci stiamo facendo anche diversi atti ispettivi, perché vediamo che sul patrimonio per anni si sono spesi degli affitti passivi molto importanti, anche ben oltre quello che l’Agenzia del Demanio diceva, quindi ci sono margini per poter risparmiare sulla spesa per investirli in altro o per diminuire la pressione fiscale, perché questo è il vero tema. Anche una delle battaglie che stiamo facendo su Modena è dire perché Reggio, Parma e Ferrara hanno un’azienda unica o si andrà verso l’azienda unica, mentre Modena ha due aziende, due direttori generali, due sedi, due direttori sanitari, con quello che costa avere due di tutte le sovrastrutture, però sono scelte.

Regione Veneto ha 7-8 aziende sanitarie locali, noi ne abbiamo 14, a parità di popolazione, quindi c’è tanto da poter risparmiare, però ci deve essere la volontà di farlo e la volontà di confrontarsi su questi temi, anche con posizioni di partenza, politiche, di sensibilità, diverse.

Ma oggi la conclusione non c’è stata, da parte della maggioranza; anzi, la maggioranza consiliare ha di fatto rinunciato, ha abdicato verso la Giunta questo tema, che è uno dei temi politici più importanti. Le leve fiscali e la fiscalità infatti non solo appartengono all’Assemblea di diritto, per legge, ma credo che oggi le politiche si attuino anche tramite questo.

Oggi questo non è stato fatto, non c’è stata volontà sul confronto, quindi tutto il resto, ovviamente, va in secondo piano. Speriamo che ci si possa veramente confrontare. Dopo, è legittimo pensarla diversamente, ma qua è mancato completamente, totalmente il confronto a livello assembleare, e non capiamo perché non c’è la volontà, da parte della maggioranza, di confrontarsi su questi temi, magari anche ribadendo le proprie posizioni, nella legittimità di pensarla in maniera diversa.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessun iscritto in dibattito generale.

A questo punto, chiedo se i relatori vogliono aggiungere qualcosa.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Solo qualche passaggio, perché nella relazione iniziale ovviamente ho presentato il provvedimento e ho cercato di tracciarne dal punto di vista politico anche le scelte.

Apro ringraziando, cosa che non ho fatto prima, tutti i partiti di maggioranza sia per la compattezza, che per il sentirsi, credo, rappresentati dalle posizioni che ho espresso in un dibattito su un tema che ovviamente mi vede, anche per competenze specifiche, avere qualche elemento, qualche strumento in più anche dal punto di vista tecnico. Ma ringrazio anche per la fiducia: testimonio con molta serenità che non vi sono, nel modo più assoluto, divisioni da questo punto di vista.

Ho sentito dire tante cose sia dal collega Bargi che dal collega Pelloni, però ci sono 2-3 elementi di coordinate principali che anche in una discussione che sicuramente non ha appassionato come tante altre discussioni su altri temi specifici vanno mantenuti. Il primo è che, quando si parla di redistribuzione, la parola redistribuzione ha un significato, e redistribuzione significa prendere delle risorse da chi ne ha di più e redistribuirle all’interno di persone che ne hanno meno. Quello è l’elemento di redistribuzione. Se voi mi parlate di detrazioni, che è un altro concetto, non paragoniamo i due elementi alla stessa stregua, perché se all’interno dell’emendamento, quindi se vogliamo scendere dal punto di vista tecnico, mi parlate di una detrazione fissa, dove la capacità fiscale di uno che ha un reddito di 15.000 euro sull’addizionale è di 15 euro, significa che quella detrazione puntuale può essere assorbita dall’imposizione soltanto dai redditi superiori ai 40.000 euro, quindi questo è paradossalmente un elemento di redistribuzione al contrario.

Vi è, poi, l’elemento puntuale di un provvedimento nazionale, che è l’assegno unico universale sui carichi di famiglia, che assorbe tutti questi elementi di detrazione, che non ci consentirebbe neanche di fare questo provvedimento. Ma sgombrando il campo anche da questo problema di vincolo, nel momento in cui parliamo di questi elementi almeno manteniamo gli elementi di coordinate principali.

Altro elemento. Per quello che riguarda la tassazione sulle aliquote maggiori, o l’uno o l’altro. Se si è per gli elementi di una tassazione fissa lineare, com’è quello che è stato anche nella campagna elettorale che avete sostenuto in tanti momenti, oggi non si può, in questa discussione, utilizzare l’elemento di una sintesi nazionale che, come ho detto all’inizio, va in una direzione che non è propriamente quella del campo del Centrosinistra, cioè della riduzione della progressività, facendo i più progressivi, sostenendo dall’altra parte un elemento di flat... Altrimenti non riusciamo neanche a darci gli elementi di coordinata. Qual è l’elemento, come abbiamo detto in Commissione, di stortura di questo elemento di diminuzione delle aliquote fiscali? Sono gli elementi di salto, che stanno tra 50 e 55. Perché l’aliquota massima diminuisce di qualche percentile? Perché, una volta che ci siamo dati il criterio che la consistenza delle singole fasce doveva portare lo stesso gettito, non modificando in nessuna maniera quelli inferiori a 50.000 euro, la consistenza dell’ultima fascia cambiava rispetto al passato, perché ci finiscono anche tutti quelli che stanno tra 50 e 55. Per non aumentare il gettito prodotto da quella fascia si è andata a modificare lievemente quell’aliquota.

Badate che tutti questi provvedimenti... Voi dite: oh, caspita, però quelli che hanno un reddito molto più alto ne beneficiano di più. Non c’è dubbio. Ma pensate se avessimo avuto la flat tax. Questo è l’elemento di progressività.

Questi sono gli elementi che abbiamo portato all’interno di questo PDL, e qui annuncio anche... Ho provato anche a motivare il perché non possiamo votare l’emendamento presentato dai colleghi, che comunque ringrazio per aver partecipato anche a questo dibattito. Ricordo che la discussione principale sulle aliquote... Questo è un “incidente di percorso” dato dal cambio della normativa nazionale. La discussione puntuale sulle aliquote e sulle entrate, il luogo della discussione è quello, ovviamente, del bilancio.

Ci ho tenuto a fare queste puntualizzazioni, e chiudo, su questo perché non c’è dubbio che questa sia anche una discussione politica. È chiaro che partiamo da punti di vista molto diversi, che sono anche i punti di vista che, ovviamente, ci portano a essere su due approcci, anche culturali, molto diversi, che per me vedono la necessità del pubblico di mettere in campo politiche che creano gli elementi di trasformazione e di aiuto per la collettività, e chi invece pensa che in una qualche maniera ognuno si possa aiutare da solo.

Siamo diversi ed è anche per quello che ci presentiamo, a parte in questa fase storica estremamente particolare, da sempre - e continuerà a essere così – divisi alle elezioni. Anche questi elementi marcano ovviamente una forte differenza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Cerco di essere molto rapido, anche perché non so se ho dieci minuti. Due? Vado velocissimo. Non mi ricordavo se c’era il tempo della replica o altro. Comunque molto rapidamente per chiarire alcuni concetti.

La distribuzione della ricchezza è un principio, non è che uno lo deve leggere in maniera letterale. Ripeto, non è solo che io piglio i soldi e io ti dico come spenderli. La redistribuzione della ricchezza è anche andare a tarare la fiscalità in maniera tale da riconoscere un vantaggio e verso quel vantaggio lasciare le risorse. Noi la poniamo proprio su questo tema, sul tema dei carichi familiari.

È vero che esiste già a livello nazionale, ma è vero che può tranquillamente agire come fanno in tante altre Regioni. La Basilicata: non è che lo fa il Baden-Württenberg in Germania, lo fa la Basilicata. È andare a intervenire per dare un sollievo maggiore ai cittadini rispetto a un’imposta che non è 15 euro, perché dai 15.000 in su parte da 200 euro. Non è che non si conta la parte dell’aliquota base, e da lì va in su.

Sulla questione proporzionale, la flat tax qui non l’abbiamo mai proposta, nel senso che capiamo che c’è un sistema proporzionale che sicuramente non toccherete. La flat-tax avrebbe avuto un’incidenza pesantissima e quindi capiamo anche che sarebbe stata più una boutade. Noi abbiamo fatto una proposta diversa, cioè, mantenendo invariato il sistema di base, andiamo a fare un riconoscimento specifico.

Nessuna confusione e nessuna stranezza, non è mai arrivata qui la proposta della flat-tax. Infatti non capivo perché si stesse dibattendo su una cosa che non è stata proposta. La nostra proposta è una sola, e questa secondo noi era l’occasione per introdurla, ovvero riconoscere uno specifico vantaggio a determinati cittadini, che ha proprio la funzione che dice lei della redistribuzione. Solo che, a differenza del “ti dico io dove spendere, purché tu mi porti le beghe burocratiche”, è più rapida, più veloce e va direttamente ad agire sulle famiglie. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Ora, per le conclusioni, la parola alla Giunta.

Prego, assessore Calvano.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Porterò via davvero pochi minuti per essere coerente con gli orari dell’Assemblea. Innanzitutto, un ringraziamento al relatore Sabattini per il ruolo svolto e l’attività messa in campo per fare questa legge, e un ringraziamento alla Commissione 1 per la collaborazione dimostrata anche in questa occasione, in questo passaggio.

Condivido le parole che sono emerse, che non è un passaggio banale, ma è un passaggio indubbiamente legato a scelte che non ha fatto direttamente la Regione Emilia- Romagna, e rispetto alle quali la Regione Emilia-Romagna, al pari delle altre Regioni, ha il dovere di adeguarsi, che è il cambio degli scaglioni IRPEF deciso con la riforma fatta dal Governo.

Io tengo a sottolineare due cose. La prima è questa: in quest’aula abbiamo parlato di tassazione in due occasioni. Una è stata quella nella quale le tasse le abbiamo ridotte, e cioè quando abbiamo deciso di investire 30 milioni di euro per la riduzione dell’IRAP per le imprese in montagna. Poi c’è stata una seconda occasione in cui abbiamo parlato di tasse, che è proprio questa, in cui abbiamo deciso, rispetto all’IRPEF, di rimanere coerenti con l’impianto con cui questa maggioranza si è presentata agli elettori, con cui è stato predisposto il programma di mandato e che è stato più volte richiamato nei diversi passaggi di bilancio, cioè, mantenere invariata la pressione fiscale nei confronti dei cittadini emiliano-romagnoli.

La rimodulazione che abbiamo presentato in Commissione, e che presentiamo oggi in aula come Giunta, va proprio in questa direzione: si mantiene inalterato il peso della pressione fiscale sui cittadini emiliano-romagnoli, sia in termini complessivi, sia di peso fiscale all’interno dei singoli scaglioni, così come rimodulati dalla riforma governativa.

Anch’io sono un grande sostenitore della linea messa in campo dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, quando dice che è il momento di dare e non di prendere. Che è esattamente quello che abbiamo fatto in questi circa due anni, due anni e mezzo – anzi due anni – di attività da parte della Giunta. Lo dico perché è evidente, lo abbiamo visto in fase di rendiconto, nel corso del 2020, lo vedremo anche per quanto riguarda il 2021, noi abbiamo messo in campo, grazie sia allo smobilizzo di fondi regionali che all’utilizzo di fondi nazionali, manovre consistenti, per centinaia di milioni di euro, oserei dire miliardi anche, arriviamo anche a quelle cifre, durante la fase pandemica. In che modo? Sfruttando al meglio le risorse che la Regione aveva a disposizione nel proprio bilancio, cito lo svincolo dell’avanzo vincolato in tutte le forme consentite dalla legge, aggiungo alcune attività di risparmio che abbiamo messo in campo e il confronto, stimolato dalla Lega, sugli affitti. E mi consentirà di fare l’elenco, da quando sono assessore, di quanto abbiamo risparmiato su questo, e non mi fermerò a quello che vi dirò in quella sede, perché è un’azione che intendo continuare a portare avanti. Oltre a questo, in fase di bilancio, soprattutto di bilancio 2022-2024, abbiamo messo in campo iniziative che consentiranno ai cittadini emiliano-romagnoli di avere un risparmio sulle proprie tasche per il pagamento di alcuni servizi in particolare di quasi 100 milioni di euro, anzi di oltre 100 milioni di euro se ci mettiamo lo sconto IRAP di cui parlavo in precedenza.

Mi riferisco al fatto che tutte le famiglie al di sotto di un certo reddito ISEE non pagano più il trasporto pubblico scolastico. Siamo, credo, l’unica Regione che ha messo in campo una manovra di questo genere, restituendo una trentina di milioni ai cittadini emiliano-romagnoli o, meglio, consentendo ai cittadini emiliano-romagnoli di risparmiare 30 milioni di euro, quindi aumentando il loro potere d’acquisto o le disponibilità a loro disposizione (scusate il gioco di parole). Lo abbiamo fatto intervenendo in maniera importante, per oltre 20 milioni di euro, per la riduzione delle spese dei cittadini emiliano-romagnoli e delle famiglie emiliano-romagnole per quanto riguarda l’iscrizione dei figli all’asilo nido, in alcuni casi arrivando addirittura alla gratuità dell’ingresso all’asilo nido. Lo abbiamo fatto incrementando l’esenzione ticket che era prevista dal Governo estendendola per le prime visite alle famiglie numerose. Lo abbiamo fatto finanziando al 100 per cento le borse di studio nei confronti degli studenti e delle loro famiglie in Emilia-Romagna.

Tutto questo impatta sui cittadini emiliano-romagnoli ‒ lo abbiamo quantificato in sede di bilancio 2022-2024 ‒ per oltre 100 milioni di euro. Non abbiamo potuto quantificare la proposta messa in campo dalla Lega in termini di detrazioni, ma l’elemento di certezza che abbiamo è che con la manovra di bilancio messa in campo nel corso del 2022 noi stiamo determinando risparmi per i cittadini emiliano-romagnoli che si aggirano intorno ai 100 milioni di euro. Probabilmente è una cifra anche superiore a quello che l’eventuale emendamento della Lega avrebbe determinato. Ma è una supposizione. Non mi inserisco in una discussione su questo, perché non abbiamo i calcoli. Certamente abbiamo delle certezze, che sono quelle che dicevo in precedenza.

Questo, quindi, è lo spirito con cui abbiamo fatto questa proposta all’Assemblea regionale, che spero possa essere accolta. Una proposta coerente con quanto la Giunta si era impegnata a fare ad inizio mandato e coerente con quello che la Giunta vuole continuare a fare di qui a fine legislatura.

Ovviamente, la fase che stiamo attraversando è una fase molto complicata. Siamo ancora nella coda del Covid, e speriamo sia davvero una coda. Siamo in piena situazione emergenziale, a causa anche e soprattutto della guerra in Ucraina. Quindi, dovremo essere pronti a fare anche noi la nostra parte, con le nostre politiche, con i nostri strumenti di intervento. E il nostro assetto di bilancio penso ce lo possa permettere. Faremo di tutto perché ciò sia possibile, cercando di recuperare tutte le risorse che possono essere messe nelle disponibilità di cittadini, imprese e Comuni dell’Emilia-Romagna.

Questa comunità ha sempre dimostrato, anche nei momenti più difficili, di sapercela fare. Sono certo che anche una fase difficile come questa sapremo affrontarla da Emilia-Romagna.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Sono le ore 12,58, quindi l’esame dell’articolato lo tratteremo nel pomeriggio.

Dichiaro chiusa la seduta del mattino. Ci vediamo alle ore 14,30.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,58

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE; Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

4866 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di un presidio della Polfer nella stazione di Cesena o nelle sue immediate vicinanze. A firma del Consigliere: Lisei

 

4867 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di evitare che la franchigia internazionale Zebre Rugby Club lasci la sede di Parma dopo la stagione 2022-2023. A firma del Consigliere: Rainieri

 

4869 - Interrogazione a risposta scritta sulla tutela della filiera commerciale emiliano-romagnola colpita dall'interruzione delle rotte marittime commerciali da e verso il Mar Nero. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Rainieri, Facci, Delmonte

 

4870 - Interrogazione a risposta scritta sulla caccia alla Marzaiola, rara specie di volatile, da monitorare in quanto a rischio di estinzione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

4871 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia stato predisposto un piano di pulizia dei fondali, nonché di disboscamento dagli alberi che occupano l'alveo e gli argini dei fiumi, in particolare per il fiume Lamone. A firma del Consigliere: Liverani

 

4872 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di attesa delle visite mediche specialistiche pubbliche in provincia di Modena. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bargi

 

4874 - Interrogazione a risposta scritta sulla eccessiva proliferazione di daini nella Pineta di Classe (RA). A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4875 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla crisi del settore ceramico modenese. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4876 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla tempistica prevista per la sottoscrizione del programma triennale di interventi tra il MIMS e Anas a riguardo del quale è stato richiesto l'inserimento delle opere di razionalizzazione indispensabili per il miglioramento della SS63, tratto di collegamento dalla variante di Puianello alla variante del Bocco di Casina. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

4877 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi necessari per aumentare la sicurezza nelle strutture sanitarie, con particolare riferimento ai Pronto Soccorso, ai servizi di emergenza urgenza del 118 e ai reparti di psichiatria. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4879 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali sono i punti prelievo che intendono riaprire la propria attività, data la possibilità di effettuare i prelievi venosi anche con solo personale infermieristico. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

4880 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come si intenda agire per limitare l'impatto economico negativo per le aziende emiliano-romagnole attive in molteplici settori che hanno rapporti commerciali, industriali e sociali con Russia e Ucraina, paesi attualmente in conflitto. A firma della Consigliera: Rossi

 

4882 - Interrogazione a risposta scritta sullo stato attuale della richiesta ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione Italiana di autonomia differenziata da parte della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Lisei

 

4883 - Interrogazione a risposta orale in commissione sulla crisi dei fornitori di servizi pubblici essenziali, quali scuolabus o TPL, causa caro-carburanti. A firma della Consigliera: Castaldini

 

4885 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa i numeri di esenzione ticket per spese sanitarie di specialistica ambulatoriali e accesso in pronto soccorso con codice bianco a seguito di infortunio in servizio da parte lavoratori in servizio presso la Protezione civile. A firma della Consigliera: Castaldini

 

4886 - Interrogazione a risposta orale in commissione sui tempi di attesa per le visite sportive "Return-to-Play" dopo la guarigione da Covid-19. A firma della Consigliera: Castaldini

 

4887 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esecuzione delle verifiche sulla situazione delle acque del Canale Galasso, all'altezza di strada Molino di Baganzola nel Comune di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

4888 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per far fronte alla carenza di Medici di Medicina Generale in alcuni comuni dell'Unione delle Terre d'Argine (MO). A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4889 - Interrogazione a risposta scritta in merito a un questionario sottoposto agli studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado del territorio regionale, focalizzato sulle emozioni e i comportamenti legati alla pandemia da Covid-19. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4890 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se siano in corso studi e censimenti sui due nuclei di popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

4891 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere il giudizio della Giunta in merito al testo di proposta di legge, adottato dalla Commissione permanente "Agricoltura" della Camera dei Deputati, di modifica della L. 157/1992 in materia di istituzione di istituti regionali per la fauna selvatica e di contenimento dei danni da questa provocati. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

4892 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di rendere fruibile l'informazione a livello regionale a soggetti non udenti, introducendo il servizio di traduzione in LIS (Lingua Italiana dei Segni) in alcune edizioni del TGR. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Stragliati, Pelloni, Facci

 

4893 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative da adottare, anche attraverso adeguate forme di ristoro, al fine di tutelare il settore delle agenzie specializzate in turismo Education, penalizzato dalle conseguenze della pandemia. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4896 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative da adottare per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrati in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bulbi, Sabattini, Daffada', Rontini, Zappaterra, Rossi, Caliandro, Costi, Mori, Costa, Montalti, Fabbri, Gerace

 

4897 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la possibilità di sospendere, nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 giugno 2022, i termini per effettuare i versamenti in scadenza della tassa automobilistica, a seguito di eventi eccezionali e imprevedibili, come previsto dalla L.R. n. 15/2012 art. 5, comma 2. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

4898 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle criticità nella realizzazione della Casa della Salute di Lugagnano Val d'Arda (PC). A firma del Consigliere: Rancan

 

4899 - Interrogazione a risposta scritta per sapere cosa si intenda fare per sostenere il settore dell'editoria al fine di garantire una produzione di carta a prezzi che permettano di mantenere attivo il settore. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4900 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi di riqualificazione energetica da realizzare negli edifici regionali della sede di Bologna, situati nel Fiera District, in particolare in quelli di Viale Aldo Moro n. 50 (Assemblea Legislativa) e n. 52 (Giunta). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

4901 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla regolamentazione dell'inchiesta pubblica nelle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e alla promozione di pratiche partecipative deliberative. A firma della Consigliera: Zamboni

 

4902 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare a sostegno dei gestori dei centri diurni che dovranno tornare al sistema tariffario pre-pandemia, nonostante l'aumento dei costi di gestione. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4903 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda avvalersi, di concerto con altre realtà territoriali regionali, della possibilità di avviare gare d'acquisto interregionali per l'acquisto di beni e servizi in ambito sanitario, al fine di ottenere risparmi utili a ripianare le maggiori spese sostenute a causa della pandemia e a realizzare futuri investimenti senza tuttavia ridurre i servizi. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni, Facci, Bergamini

 

4904 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla regolamentazione della pesca con la canna da spiaggia. A firma della Consigliera: Marchetti Francesca

 

4905 - Interrogazione a risposta scritta in merito al mancato recepimento da parte della Regione Emilia-Romagna della normativa dell'AIFA del 30 marzo 2020 per consentire ai pazienti affetti da malattia di Pompe di praticare presso il proprio domicilio le necessarie terapie salvavita. A firma del Consigliere: Lisei

 

4913 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia attualmente il numero di Medici di Continuità Assistenziale presenti sul territorio regionale a fronte della difficoltà a reperire nuovi professionisti, e quante le prestazioni sanitarie che si sono registrate a loro carico durante il 2021 e il primo scorcio del 2022. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Zappaterra

 

4914 - Interrogazione a risposta scritta sulle misure necessarie per tutelare le strutture sanitarie, già provate dalla crisi economica connessa alla pandemia e per evitare che l'inflazione gravi sul budget destinato agli investimenti, ai nuovi macchinari e alle attività necessarie per rendere il sistema sanitario più efficiente. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4916 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le tempistiche di inaugurazione e apertura alla fruizione pubblica del nuovo Corridoio di collegamento naturalistico ciclopedonale Ravenna-Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

 

4917 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da intraprendere per estendere le misure anti-Covid ai profughi ucraini giunti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4918 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle azioni da intraprendere affinché non venga danneggiata l'emittenza televisiva locale in seguito al processo in atto di refarming della banda 700. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Daffada'

 

4920 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle iniziative da adottare per evitare che, a causa dei forti rincari delle materie prime registrati in agricoltura, si compromettano semine e produzioni importanti e, più in generale, per salvaguardare la filiera agroalimentare. A firma dei Consiglieri: Bulbi, Zappaterra, Mori, Caliandro, Costi, Costa, Montalti, Rontini, Rossi, Daffada'

 

4921 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di equiparare alle "Vittime del Dovere" il personale sanitario deceduto o che abbia riportato gravi lesioni durante il servizio nel corso della pandemia da Covid-19. A firma del Consigliere: Lisei

 

4922 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al progetto Silk-Faw, la joint venture che si era impegnata a investire un miliardo di euro in uno stabilimento a Reggio Emilia per la produzione di autovetture sportive di lusso elettriche. A firma della Consigliera: Zamboni

 

4923 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'impatto del rincaro carburanti sulle aziende di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

4924 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quanto la Giunta intenda monitorare e intervenire circa le difformità di applicazione della normativa sull'assegno unico universale penalizzanti sotto il profilo di genere. A firma del Consigliere: Amico

 

4925 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta voglia intervenire presso le Aziende sanitarie di Parma al fine di assicurare il pieno utilizzo dei mezzi loro assegnati, garantendone l'impiego anche per i servizi in emergenza-urgenza. A firma della Consigliera: Piccinini

 

4926 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'emergenza ucraina: accoglienza diffusa, sostentamento e accesso al servizio sanitario. A firma della Consigliera: Castaldini

 

4927 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga di confermare il proprio interesse al sostegno, anche finanziario, alla realizzazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale 2023 dell'Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

4928 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di sostenere la filiera zootecnica regionale in crisi a causa dell'insufficiente importazione di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali da allevamento. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Rainieri

 

INTERPELLANZE

4868 - Interpellanza per conoscere i dati aggiornati sul trasporto merci ferroviario e fluviomarittimo regionale (art. 10 L.R. 30/2019), le soluzioni individuate per il sostegno al settore, nonché le modalità di utilizzo delle recenti risorse statali stanziate per il trasporto fluviale. A firma dei Consiglieri: Facci, Occhi, Pelloni, Rancan, Pompignoli, Rainieri, Delmonte

 

4884 - Interpellanza relativa al rinnovo del contratto di locazione passiva di via Aldo Moro 44, immobile ad uso uffici della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Facci

 

4919 - Interpellanza relativa all'installazione della stazione radio base di Pennabilli e all'applicazione della DGR n. 1864/2018 per la copertura cellulare nelle aree di montagna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

RISOLUZIONI

 

4873 - Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Governo affinché siano adottate quanto prima le necessarie disposizioni normative per compensare i Comuni dalla sicura riduzione delle entrate a seguito dell'introduzione del nuovo canone forfettario in capo agli operatori che forniscono servizi di pubblica utilità di reti e infrastrutture di comunicazione elettronica. (10 03 22) A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4878 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dare corso ad ogni provvedimento utile al fine di consentire ai cittadini di utilizzare strumenti di riscaldamento, a prescindere dalla classificazione, quali camini, caminetti e stufe a pellet. (11 03 22) A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo

 

4881 - Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare misure urgenti di sostegno contro il rincaro della benzina e del gasolio. (14 03 22) A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4894 - Risoluzione per impegnare la Giunta a provvedere all'organizzazione della formazione all'uso di armi comuni ad impulso elettrico (Taser) del personale di Polizia Locale della Regione Emilia-Romagna. (15 03 22) A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4895 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo, al fine di sollecitare l'assunzione di una misura d'urgenza tesa ad una parziale e temporanea sospensione dell'esigibilità dell'accisa sul carburante, fino al ripristino del livello dei prezzi medi comparabili con quelli dell'ultimo trimestre dell'anno 2019, in modo da consentire una tenuta del sistema economico dell'intero Paese. (15 03 22) A firma dei Consiglieri: Rancan, Liverani, Pompignoli, Occhi, Rainieri, Catellani, Pelloni, Bargi, Marchetti Daniele, Delmonte, Facci, Stragliati, Montevecchi, Bergamini

 

4906 - Risoluzione per impegnare la giunta regionale a prevedere in maniera sistematica nei bandi regionali volti ad assegnare contributi o agevolazioni per la riqualificazione e/o la nuova edificazione di infrastrutture di edilizia ad uso pubblico criteri di premialità finalizzati all'efficientamento energetico e all'impiego delle energie e tecnologie rinnovabili. (17 03 22) A firma della Consigliera: Zamboni

 

4907 - Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale ad avviare un percorso assieme alla Regione Toscana, volto all'equiparazione dei corsi professionali in campo forestale, al fine di consentire l'operatività professionale delle imprese forestali emiliano-romagnole sul territorio toscano e viceversa. (17 03 22) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Facci, Catellani, Pelloni, Pompignoli, Occhi, Rainieri

 

4908 - Risoluzione relativa ai rincari dei carburanti e alle conseguenze sulle aziende del settore dell'autotrasporto. (17 03 22) A firma dei Consiglieri: Bulbi, Zappaterra, Daffada', Pillati, Costa, Gerace, Rontini, Maletti, Costi, Caliandro, Marchetti Francesca, Sabattini, Mori, Rossi, Montalti, Tarasconi, Paruolo, Fabbri

 

4909 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire sul Governo nazionale affinché vengano al più presto svincolati i fondi per l'erogazione dell'indennità di specificità per la categoria degli infermieri, garantendo valorizzazione e uniformità di trattamento a questa professione. (17 03 22). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

4910 - Risoluzione per impegnare la Giunta e il Presidente a continuare il percorso sull'autonomia differenziata, confermando tutti i propri precedenti atti di indirizzo in materia, con la richiesta a Governo e Parlamento di una accelerazione dell'iter di completamento del progetto di autonomia avviato fin dal 2017. (17 03 22) A firma dei Consiglieri: Facci, Rancan, Bergamini, Marchetti Daniele, Liverani, Rainieri, Montevecchi, Catellani, Bargi, Occhi, Pompignoli

 

4911 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere l'adozione di misure di sostegno da parte dello Stato per eliminare o ridurre gli effetti degli incrementi dei costi del carburante per i servizi di trasporto pubblico locale, evitando ricadute sul personale, sulle tariffe per gli utenti e sulla qualità e quantità dei servizi. (17 03 22) A firma della Consigliera: Piccinini

 

4912 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad aprire un confronto con Trenitalia-Tper e Trenitalia, con il coinvolgimento diretto dei Comuni interessati, allo scopo di mantenere la manutenzione di secondo livello dei treni di Trenitalia-Tper nelle officine di Trenitalia OMC dell'Emilia-Romagna e salvaguardare il futuro industriale degli stabilimenti di Bologna e Rimini. (17 03 22) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico

 

4915 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, nelle sedi più opportune, per far sì che il Governo nazionale proroghi di alcuni mesi le scadenze relative al Superbonus 110%. (17 03 22) A firma dei Consiglieri: Castaldini, Fabbri, Piccinini

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

4464 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni da intraprendere per calmierare il prezzo delle mascherine FFP2, rese obbligatorie per accedere ai mezzi pubblici e per frequentare la scuola, al fine di evitare effetti speculativi su questa tipologia di protezione. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4500 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai disservizi che hanno impedito agli assistiti dell'AUSL di Reggio Emilia di prenotare la cd "terza dose-dose booster" del vaccino anti Covid-19, tramite gli strumenti della Sanità Digitale, quali Cupweb e Fascicolo Sanitario Elettronico. A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte

 

4509 - Interrogazione a risposta scritta in merito a un guasto verificatosi nell'impianto di riscaldamento del Policlinico di Modena lo scorso 6 gennaio. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4523 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle difficoltà nell'effettuare sostituzioni del personale scolastico, assente perché positivo al Covid-19. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4525 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere le cause dell'incendio di un autobus urbano del bacino di Modena di Seta S.p.A, verificatosi il 10 gennaio scorso. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

4536 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento dei contagi e delle quarantene tra il personale operativo delle società che si occupano della gestione dei rifiuti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4538 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni necessarie per uniformare le modalità di utilizzo delle terapie con gli anticorpi monoclonali e dei nuovi farmaci antivirali, al fine di curare più efficacemente i pazienti affetti da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Bergamini, Stragliati, Facci

 

4554 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per arginare la diffusione della peste suina africana sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4558 - Interrogazione a risposta scritta in merito al decesso di un neonato all'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Lisei

 

4560 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'impossibilità di ottenere il Green pass rafforzato in caso di positività diagnosticata tramite tampone molecolare eseguito presso laboratori privati convenzionati. A firma della Consigliera: Castaldini

 

4594 - Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti da adottare affinché chi vive e opera in montagna, con particolare riguardo a chi gestisce impianti sciistici regionali, possa far fronte al rincaro dei costi dell'energia. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4637 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle soluzioni da adottare per permettere ai sistemi operativi delle AUSL di diverse regioni di comunicare correttamente tra loro, al fine di poter verificare la situazione sanitaria dei cittadini che si sono trasferiti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4638 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per far fronte agli anomali sversamenti di prodotti organici verificatisi nel canale di Cavezzo (MO) e al conseguente impatto sull'ecosistema. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni

 

4691 - Interrogazione a risposta scritta circa il verificarsi di episodi di inquinamento del Canale Naviglio, nel Comune di Copparo (Ferrara). A firma della Consigliera: Piccinini

 

4698 - Interrogazione a risposta scritta riguardo l'iter per procedere con gli interventi di rispristino, manutenzione e pulizia della Sacca di Goro (Fe). A firma del Consigliere: Lisei

 

4715 - Interrogazione a risposta scritta riguardante i lavori di ristrutturazione del ponte Leonardo di Sasso Marconi (Bo). A firma del Consigliere: Lisei

 

4739 - Interrogazione a risposta scritta per verificare se sussista la possibilità di effettuare un cambio di alloggio di edilizia residenziale pubblica per un cittadino imolese con gravi problemi di deambulazione. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

In data 15 marzo 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 4796:

 

4796 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere quale sia la posizione della Giunta in merito alla realizzazione dell'impianto di cattura e stoccaggio di CO2 di Ravenna e sulle azioni da mettere in campo per contrastare il declino dell'area offshore e del polo tecnologico energetico di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Occhi, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Catellani, Rancan, Liverani, Montevecchi, Facci, Bargi

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio Ambiente Mobilità”, nella seduta del 16 marzo 2022, ha esaminato la petizione in oggetto:

 

3943 - Petizione popolare per chiedere di porre in essere iniziative volte a tutelare i cittadini, che abitano a Bologna in via Carracci, nn. 69/6, 69/7, esposti ai rumori del people mover. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 44 del 14 09 21) formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

 

4828 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla riforma del catasto e all'eventuale conseguente aumento della pressione fiscale sulle famiglie. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

4863 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione intenda avanzare, all'interno della Conferenza Stato-Regioni, la richiesta di sospensione del canone Rai al fine di fornire un ulteriore sostegno alle famiglie fortemente colpite dal caro bollette. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

4865 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali misure la Regione stia adottando per sostenere famiglie e lavoratori, già fortemente colpiti dalla crisi economica, per l'acquisto del carburante. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 04/03/2022 al 17/03/2022

 

DPGR n. 23 del 09/03/2022

Primi provvedimenti urgenti per avviare le operazioni di accoglienza, soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina nel territorio dell’Emilia-Romagna a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale di cui al DCM 25 febbraio 2022.

 

DPGR n. 26 del 10/03/2022

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con decreto del Presidente regionale n.13/2008, ai sensi della L.R. n.15/2007 e ss.mm.ii.

 

DPGR n. 27 del 17/03/2022

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con decreto del Presidente regionale n.13/2008, ai sensi della L.R. n.15/2007 e ss.mm.ii – Rettifica DP n. 26/2022

 

 

LA PRESIDENTE

 

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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