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150.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 GIUGNO 2022

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5348

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia il quadro della situazione in Emilia-Romagna relativamente al dimensionamento scolastico, anche alla luce della notizia del recente accordo in Conferenza delle Regioni. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Pillati, Gerace, Daffada', Caliandro, Fabbri, Rontini, Montalti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Francesca (PD)

SALOMONI, assessora

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 5346

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per superare le criticità evidenziate dall'utenza delle linee ferroviarie Parma-Guastalla-Suzzara e Novellara-Guastalla, a seguito della modifica degli orari di alcune corse e dei lavori in corso di realizzazione sulle tratte suddette. A firma dei Consiglieri: Costa, Gerace, Mori, Bessi, Rontini, Sabattini, Zappaterra, Daffada'

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

COSTA (PD)

CORSINI, assessore

COSTA (PD)

 

OGGETTO 5355

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se persiste l'intenzione dell'amministrazione regionale di finanziare e sostenere il nuovo impianto di risalita "Polla – Lago Scaffaiolo", al fine di permettere il collegamento tra il versante emiliano (Corno alle Scale) e quello toscano (Doganaccia). A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

CORSINI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 5354

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di cessare ogni incentivazione rivolta a favorire la combustione delle biomasse, in particolare di quelle di origine forestale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

COLLA, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 5358

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla frana verificatasi in località Gessi di Zola Predosa e sullo stato del monitoraggio dei movimenti franosi in corso, soprattutto alla luce delle attuali condizioni climatiche. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

PRIOLO, assessora

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 5339

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per impedire l'esclusione di alcuni reparti ospedalieri dal riconoscimento dell'indennità di malattie infettive. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

BARUFFI, sottosegretario

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 5349

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di reperire ulteriori risorse finanziarie per sostenere la realizzazione di progetti di impiantistica sportiva, anche alla luce del bisogno emerso nella richiesta effettuata dagli Enti Locali nell'ambito della partecipazione alla recente procedura sull'edilizia sportiva. A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 5350

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure che è possibile adottare per garantire che l'attività del personale sanitario e amministrativo nei reparti di pronto soccorso, o di altri presidi a rischio, sia svolta in condizioni di sicurezza, rispetto agli episodi di violenza che si susseguono da tempo. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

BARUFFI, sottosegretario

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 5352

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla possibilità di attivare l'orologio climatico online anche sul sito istituzionale della Giunta, valutando l'eventuale installazione di un display sulla facciata della sede della Regione Emilia-Romagna come ha fatto il MITE. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

BARUFFI, sottosegretario

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 5353

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla richiesta del Comitato Italiano Paralimpico nei confronti dell'Ausl di Piacenza, al fine di ottenere l'utilizzo di spazi all'interno dell'Ospedale di Fiorenzuola destinati alla pratica e all'avviamento dello sport paralimpico. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 5357

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere al fine di sopperire alla carenza di personale medico nelle strutture sanitarie pubbliche regionali, affinché sia garantita l'assistenza ai cittadini riconoscendo la competenza e la professionalità dei medici. A firma del Consigliere: Lisei

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

LISEI (FdI)

BARUFFI, sottosegretario

LISEI (FdI)

 

OGGETTO 5351

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni si stiano intraprendendo per favorire l'accesso al Registro unico del Terzo settore dei soggetti associativi e far sì che l'istituto del 5 per mille rimanga prerogativa del solo no profit. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

BARUFFI, sottosegretario

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 5342

Comunicazione dell'assessore Priolo, ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea, su: "Informativa relativa ad emergenza siccità e crisi idrica".

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

PRIOLO, assessora

RANCAN (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

CALIANDRO (PD)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

PIGONI (BP)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,49

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 150 del 28 giugno 2022.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiane e pomeridiane del 14 e 15 giugno 2022.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Gerace e gli assessori Calvano e Donini.

Ai sensi dell’articolo 102-bis del Regolamento interno partecipa in modalità telematica la consigliera Montalti.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo adesso i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 5348

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia il quadro della situazione in Emilia-Romagna relativamente al dimensionamento scolastico, anche alla luce della notizia del recente accordo in Conferenza delle Regioni. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Pillati, Gerace, Daffadà, Caliandro, Fabbri, Rontini, Montalti

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interrogazione 5348: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quale sia il quadro della situazione in Emilia-Romagna relativamente al dimensionamento scolastico, anche alla luce della notizia del recente accordo in Conferenza delle Regioni, a firma dei consiglieri Marchetti Francesca, Pillati, Gerace, Daffadà e Caliandro.

Prego, consigliera Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

L’interrogazione verte rispetto alla questione del dimensionamento scolastico, che già con la legge di bilancio per il 2022 aveva visto un intervento del Governo con una misura volta a dare ad un numero maggiore di scuole un proprio capo di istituto e un DSGA a tempo pieno, che si è rivelata fondamentale anche nel momento di gestione dell’emergenza dovuta al Covid.

La disposizione ha previsto di estendere agli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024 la riduzione del parametro minimo utilizzato per determinare l’assegnazione alle istituzioni scolastiche di dirigenti scolastici a tempo indeterminato e dei direttori dei servizi generali e amministrativi. Tale parametro, corrispondente a 600 unità di studenti e ridotto sino a 400, in alcuni casi è stato portato a 500 unità. Il numero minimo, quindi, di studenti che le istituzioni scolastiche devono raggiungere per avere un proprio dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi è stato, dunque, abbassato a 500 studenti e 300 nelle piccole isole e nei comuni montani, così com’era accaduto, appunto, per il 2021-2022 in luogo dei rispettivamente 600 studenti e 400 studenti per le piccole isole e i comuni montani previsti in precedenza.

La norma che ho citato ha prorogato, quindi, per un altro anno scolastico la trasformazione dei 247 istituti scolastici, finora classificati come sottodimensionati, in istituti quindi normo-dimensionati con diritto all’assegnazione in via esclusiva di un dirigente scolastico e di un DSGA titolare. Il quadro della nostra regione risulta prevedere quattro istituti scolastici sottodimensionati: un istituto a Modena, due nella provincia di Reggio Emilia, uno nella provincia di Rimini. Proprio considerato come le attuali norme sul dimensionamento puntano sicuramente anche a un principio di efficienza della pubblica amministrazione, e anche di razionalizzazione delle spese pubbliche, occorre però evitare che le Regioni vengano estromesse dalle decisioni relative alle autonomie scolastiche, perché sappiamo quanto queste rappresentino un importante presidio del territorio, in particolare nelle aree interne e nelle aree montane, elemento al quale questa Regione è sempre molto attenta.

Abbiamo appreso dalla stampa che il 22 giugno è stato raggiunto un accordo in Conferenza delle Regioni sulla proposta avanzata dal Ministero dell’istruzione relativamente al dimensionamento e ai criteri di questo, che consentirà che la prossima assegnazione dei dirigenti tenga conto del numero delle autonomie e della media degli alunni presenti in ciascun territorio.

Proprio anche alla luce di questo accordo, chiediamo alla Giunta e all’assessore Salomoni quale sia il quadro della situazione nella nostra Regione relativamente al dimensionamento scolastico, proprio anche alla luce dell’accordo che citavo e di cui abbiamo appreso da notizie di stampa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Prego, assessora Salomoni.

 

SALOMONI, assessora: Grazie, presidente. Grazie, consigliera.

Per dare attuazione all’articolo 12 del decreto-legge n. 104 del 2013, quello che attribuisce la competenza del dimensionamento scolastico alle Regioni, e di conseguenza attribuisce anche l’individuazione delle istituzioni che sono sede sia del dirigente scolastico che del DSGA, è necessaria la definizione di un accordo in sede di Conferenza Unificata.

L’attuazione di questa normativa è inserita tra le riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza e attribuita al Ministero dell’istruzione. In questo contesto, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 è stato avviato un percorso per definire il contenuto dell’accordo col Ministero. Il percorso ha visto coinvolta la X Conferenza, quella che, come lei sa, si occupa di istruzione, la X Commissione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Come lei ha giustamente citato, la Conferenza ha approvato nella seduta con i presidenti, il 21 giugno di quest’anno, una proposta, che è frutto di un lungo lavoro di confronto e ha visto l’approvazione unanime della X Commissione. La proposta viene dal Ministero dell’istruzione e prevede sostanzialmente una base storica, che è legata al numero attuale delle autonomie calcolate in base alla normativa attuale, quindi quella dei 300 o 500, che in qualche modo è più favorevole rispetto alla normativa stabile pre-Covid, più un numero, che dipende dal numero medio di studenti per autonomia che ciascuna Regione ha sul territorio. Su richiesta delle Regioni, questo accordo avrà durata triennale o più che triennale, per permettere la nomina a tempo indeterminato sia dei dirigenti scolastici che dei DSGA. L’attuazione è prevista per l’anno scolastico 2023-2024.

 Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, in considerazione del numero medio di studenti per Istituzione elevato rispetto alla media nazionale, l’accordo prevede un numero di autonomie, ovviamente a partire da questo anno scolastico che ho citato, sufficiente sia ovviamente a coprire tutte quelle normo dimensionate che sono già considerate come base storica, sia a ripristinare le quattro sottodimensionate, che lei ha citato nell’interrogazione. Sarà quindi possibile da quel momento salvaguardare queste quattro sottodimensionate e, ovviamente, mantenere tutte le normo dimensionate. Fissati questi criteri di riparto, perché l’accordo prevede sia dei numeri che un criterio di riparto generale, si può immaginare che l’Emilia-Romagna, anche al prossimo momento di verifica che sarà alla fine di questi tre anni, nonostante il calo demografico nazionale dovrebbe comunque riuscire a dare stabilità all’attuale sistema. Ovviamente questa è una stima, non è un calcolo.

Questa decisione a questo punto è una decisione della Conferenza, deve andare in Conferenza unificata e, attraverso una serie di ulteriori passaggi, trasformarsi in decretazione. Ovviamente avrò cura di aggiornarla rispetto ai passaggi.

Come ci siamo detti, l’applicabilità di queste regole parte dal prossimo anno scolastico, non da quello che inizia a settembre, ma da quello successivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Mi ritengo soddisfatta, vedo che l’assessore sta presidiando e monitorando la discussione che è in atto. Credo che la salvaguardia degli istituti che riguardano la nostra Regione sia fondamentale. Sarà utile anche tenere insieme quei ragionamenti che sono in atto rispetto alle autonomie, ma anche tutto il tema delle aree interne della montagna, anche in un’informativa che penso potrà essere, alla fine del percorso, quando l’assessora lo riterrà opportuno, anche in Commissione.

Grazie. Credo che sia un aggiornamento, un’attività importante che la Regione continua a fare nelle sedi sovraordinate.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 5346

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per superare le criticità evidenziate dall’utenza delle linee ferroviarie Parma-Guastalla-Suzzara e Novellara-Guastalla, a seguito della modifica degli orari di alcune corse e dei lavori in corso di realizzazione sulle tratte suddette. A firma dei Consiglieri: Costa, Gerace, Mori, Bessi, Rontini, Sabattini, Zappaterra, Daffadà

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 5346: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alle misure da adottare per superare le criticità evidenziate dall’utenza delle linee ferroviarie Parma-Guastalla-Suzzara e Novellara-Guastalla, a seguito della modifica degli orari di alcune corse e dei lavori in corso di realizzazione sulle tratte suddette. L’interrogazione è a firma del consigliere Costa e altri.

Prego, consigliere Costa.

 

COSTA: Grazie, presidente. Buongiorno.

In parte la questione che porto oggi all’attenzione dell’Assemblea ha trovato soluzione proprio all’inizio della settimana scorsa. No, anzi, di questa settimana. Sostanzialmente muoveva, questa richiesta di informazioni all’assessore, dall’introduzione dell’orario estivo sulla linea Parma-Suzzara e dalle modifiche agli orari in conseguenza anche dei lavori sulla linea ferroviaria Reggio-Guastalla, per consentire i lavori di adeguamento del Piano del ferro alla stazione di Guastalla, modifiche di orari che hanno portato a diversi problemi per i pendolari delle linee e alla impossibilità di rispettare alcune coincidenze, soprattutto per quei lavoratori che, magari, facevano un primo pezzo di viaggio sulle linee ferroviarie Parma-Suzzara e che poi dovevano prendere degli autobus per valicare in Provincia di Mantova, in Regione Lombardia, verso Viadana; lavoratori emiliano-romagnoli che, però, lavorano in un’altra Provincia perché vivono nelle zone di confine tra Emilia-Romagna e Lombardia.

Come dicevo, in parte si è trovata una soluzione con l’introduzione, credo a partire da ieri mattina, di un servizio sostitutivo con autobus in partenza da Parma alle ore 07,45, per consentire a quei lavoratori di non dover attendere il treno, che, invece, sarebbe stato in partenza alle ore 8.

Ho comunque tenuto a mantenere il question time per avere informazioni relative a questo servizio sostitutivo di autobus, alla durata del servizio stesso prevista dall’assessorato, ma anche per fare il punto rispetto ai lavori che si intensificheranno tanto sulla Reggio-Guastalla quanto sulla Parma-Suzzara e che nelle prossime settimane, soprattutto in vista della ripresa delle scuole a settembre, potrebbero necessitare ulteriori modifiche di orario. Quindi, ritenevo comunque opportuno, pur avendo già toccato con mano una parziale soluzione alla questione, ascoltare l’assessore in merito.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il consigliere Costa perché mi dà la possibilità di rispondere alla sua immediata rispetto ad alcune criticità che oggettivamente si sono verificate sulla Parma-Guastalla-Suzzara, in particolare nel momento in cui è avvenuto il cambio di orario del 13 giugno, criticità che hanno diverse origini, non da ultimo alcune difficoltà dell’azienda rispetto al personale e ad alcune problematiche legate ad alcune giornate in cui il personale è risultato carente, per ragioni naturalmente tutte giustificabili, però questo ha comportato una serie di criticità. In relazione all’interrogazione in oggetto, in merito alle criticità emerse a seguito del cambio orario del 13 giungo sulla Parma-Guastalla-Suzzara e anche ai disagi sulla tratta Novellara-Guastalla della linea per Reggio si precisa che, al fine di risolvere le problematiche emerse, sentiti i comitati utenti, l’azienda Trenitalia TPER, come dicevo, e FER, è stato istituito un bus sostitutivo aggiuntivo rispetto a quanto andato in vigore lo scorso 12 giugno. Pertanto, dal 27 giugno al 30 luglio 2022 sulla linea Parma-Suzzara verrà modificata l’offerta commerciale con l’aggiunta del bus B5522, che manterrà il medesimo orario anche dal 1 agosto al 10 settembre 2022.

Colgo l’occasione anche per ribadire che le modifiche orarie sono conseguenti agli importanti investimenti tecnologici messi in campo dalla Regione e da FER. Inoltre, preciso che, al fine di massimizzare lo scambio di informazioni tra i diversi attori, la Regione organizza incontri periodici con il CRUFer (Comitato regionale degli utenti ferroviari), che negli ultimi anni hanno permesso anche di migliorare il servizio.

Per quanto riguarda i lavori di elettrificazione della linea Parma-Suzzara-Poggio Rusco, finanziata con fondi del PNRR – avremo, tra l’altro, anche per questo importante cantiere un aumento dei costi, che però verrà coperto dal decreto del Governo per compensare, appunto, l’aumento dei costi dei materiali e non interrompere alcuni cantieri importanti già avviati –, la fine dei lavori è prevista con le seguenti fasi: il tratto Guastalla-Suzzara a fine 2023; il tratto Suzzara-Poggio Rusco a fine 2024; il tratto Parma-Guastalla a fine 2025. Si stima quindi che i lavori termineranno definitivamente per la fine del 2025.

Per quanto riguarda il posizionamento del sistema di controllo marcia-treno sulla Suzzara-Ferrara i lavori sono terminati. Nel marzo scorso è arrivato il nullaosta dell’Agenzia della sicurezza ferroviaria (ANSFISA) e dal 20 giugno scorso l’impianto è attivo su tutta la rete. Per quanto riguarda invece la Ferrara-Codigoro, al momento si conferma la programmazione stimata dell’inizio dei lavori per il 2023 con tempi di esecuzione di circa un anno. Questa stima potrebbe essere aggiornata anche in funzione dell’elettrificazione della linea. Anche per la Ferrara-Codigoro, che è stata finanziata dal Governo – recentemente il CIPE ha dato la propria approvazione – , il costo iniziale di 35 milioni è lievitato, anche in questo caso in seguito all’aumento delle materie prime, a 45 milioni, quindi 10 milioni in più. Anche in questo caso, come nel precedente, il decreto legislativo del Governo consente di integrare le somme a disposizione e quindi di non avere problemi rispetto alla realizzazione di questa importante elettrificazione che completerebbe l’elettrificazione degli oltre 350 chilometri di linee regionali.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, assessore.

Come dicevo, sono pienamente soddisfatto perché ero già in parte a conoscenza della soluzione del problema che era stata posta in essere con l’istituzione di questo servizio sostitutivo con autobus. Colgo l’occasione invece per dire che abbiamo in Commissione III sospesa una richiesta di audizione delle aziende che si occupano del trasporto ferroviario della nostra Regione. Se anche l’assessore è d’accordo, in accordo con il presidente della Commissione III si potrebbe calendarizzare, magari per gli inizi di settembre quella famosa audizione, anche per poter fare il punto sullo stato di avanzamento degli importanti lavori che anche l’assessore richiamava e dell’organizzazione del servizio in vista della ripresa da metà settembre in poi, dell’anno scolastico, quindi del trasporto studentesco.

Grazie, assessore.

 

OGGETTO 5355

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se persiste l’intenzione dell’amministrazione regionale di finanziare e sostenere il nuovo impianto di risalita “Polla – Lago Scaffaiolo”, al fine di permettere il collegamento tra il versante emiliano (Corno alle Scale) e quello toscano (Doganaccia). A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 5355: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se persiste l’intenzione dell’amministrazione regionale di finanziare e sostenere il nuovo impianto di risalita Polla al fine di permettere il collegamento tra il versante emiliano e quello toscano. L’interrogazione è a firma del consigliere Facci.

Prego, consigliere.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Questa interrogazione si inserisce in una discussione che sicuramente facciamo da diverso tempo e che vede l’assessore Corsini protagonista in positivo del supporto a questa importante opera, che un territorio quale quello dell’Alta Valle del Reno, ma non solo, attende da parecchio tempo.

Credo che però a questo punto sia necessario fare un’operazione di verità o quantomeno di chiarezza, nel senso che quest’opera nasce con un obiettivo quasi unico, andare a sostituire due impianti per permettere il collegamento fra due territori. Questo deve essere, a mio avviso, molto chiaro, perché altrimenti si perde di vista l’investimento importante che ha fatto prevalentemente il Governo, ma poi naturalmente a cascata anche la Regione.

Non voglio ripercorrere tutta la genesi degli atti amministrativi, dei vari protocolli e intese, eccetera, però cosa è successo, perché siamo ampiamente in ritardo nella realizzazione di quest’opera? È successo che lo sviluppo di questa importante area di territorio, area tra l’altro in sofferenza come un po’ tutte le aree sciistiche o comunque le aree di montagna a causa dell’emergenza sanitaria, con tutte le chiusure che vi sono state, quest’area del territorio è da oramai più di un anno ostaggio di un pugno di associazioni, associazione che evidentemente non hanno a cuore lo sviluppo turistico e i posti di lavoro, tra l’altro associazioni che vedono anche il “colpevole” (in senso lato colpevole) supporto, in questa operazione di contrasto alla iniziativa della Regione, anche di esponenti di questa maggioranza, ma questo è un discorso che poi coinvolge i singoli e certamente non la Giunta.

Queste associazioni hanno portato la Regione davanti al TAR e il TAR ha di fatto ingessato, come ogni procedimento giudiziale che dir si voglia, e hanno bloccato quest’opera. Adesso il TAR sta svolgendo una perizia per valutare se, effettivamente, quest’opera è un ammodernamento di impianti esistenti o se, invece, è un’opera nuova.

Comunque, la conseguenza è che stiamo perdendo tempo preziosissimo.

Poiché poche settimane fa, neanche quindici giorni fa, in sede di Commissione la maggioranza che sostiene questa Giunta ha bocciato, di fatto ha impedito l’approvazione di una risoluzione che voleva invitare la Giunta ad andare avanti, credo sia interessante, anzi sia necessario, più che interessante, capire la posizione, ad oggi, dell’assessorato, della Giunta e dell’assessore Corsini, ma da un punto di vista molto preciso. Io non ho dubbi che la Regione abbia intenzione di andare avanti con quest’opera, ma il punto è questo. Poiché vi è un procedimento avanti alla giustizia amministrativa, che riguarda l’assoggettabilità di questa procedura a VIA oppure no, la domanda è molto semplice: se vi è ancora interesse, da parte dell’Amministrazione, ad andare avanti nel sostenere quest’opera, quale che sia il pronunciamento della giustizia amministrativa, cioè se da parte della Regione devono andare avanti nel realizzare un’opera che va a sostituire due impianti e che va a realizzare, a permettere il collegamento tra due versanti. Perché il tema è questo. Un’opera al posto di due e collegamento tra due versanti che oggi non sono collegati, indipendentemente da quello che sarà l’esito del pronunciamento del TAR.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Prima di dare una risposta veloce, ma nel merito, all’interrogazione, la premessa di carattere politico è che la Giunta regionale vuole e realizzerà l’impianto. Non abbiamo mai avuto alcun dubbio.

Questo progetto risale a qualche anno fa. Quando fu sottoscritto il protocollo d’intesa con la Regione Toscana e il Governo, in particolare il Ministero dello sport, i finanziamenti sono stati ottenuti per realizzare diversi interventi sulle due stazioni sciistiche più importanti della nostra regione: il Cimone, da una parte, e il Corno alle Scale, dall’altra. Nello specifico, per il Corno alle Scale il finanziamento di 5 milioni è stato ottenuto proprio per realizzare un nuovo impianto. Poi ci sono state diverse progettazioni, fino ad arrivare a quella attuale, che prevede, appunto, come diceva il consigliere Facci, l’installazione di una nuova seggiovia, in sostituzione di due vecchie seggiovie, che verranno rimosse.

La nostra volontà è assolutamente quella di completare questo percorso, che ha avuto, purtroppo, in questi anni diverse interruzioni, legate prevalentemente al cambio dei referenti tecnici al Ministero, che ci hanno costretto a diversi stop and go, e non da ultimo il ricorso, legittimo ricorso naturalmente, effettuato da alcune associazioni ambientaliste, che oggi è sospeso, per un giudizio di merito, al TAR. Lo dico perché, nel caso in cui il TAR dovesse pronunciarsi sulla obbligatorietà a questo punto di una valutazione d’impatto ambientale, a differenza della procedura di screening che è stata valutata idonea dai nostri uffici, i tempi si allungheranno ulteriormente, ma faremo quello che naturalmente il Tribunale amministrativo ci dirà di fare, nel caso in cui, appunto, questo fosse il pronunciamento, ma l’iter e, quindi, la procedura di realizzazione dell’impianto del Corno alle Scale andranno comunque avanti, a prescindere dalle valutazioni che esprimerà il Tribunale amministrativo regionale.

A riscontro di questa interrogazione fornisco alcuni elementi informativi e alcune valutazioni, che ho in parte anticipato. Il finanziamento regionale deriva dall’accordo con l’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio e la Regione Toscana, pertanto l’intervento in esame non è in discussione. È ovvio che la Regione intende continuare a sostenere la realizzazione degli interventi in attuazione dell’accordo di cui è firmataria.

Il ricorso presentato in relazione alla procedura di screening non comporta il blocco delle attività di competenza del Comune di Lizzano e degli altri Enti coinvolti, tant’è vero che stanno procedendo al completamento delle procedure per arrivare ad un definitivo pronunciamento della Conferenza di servizi relative alla predisposizione della documentazione e all’avvio del procedimento per l’approvazione del progetto in variante agli strumenti urbanistici. Tuttavia, è doveroso segnalare che, ove gli organi giurisdizionali competenti si esprimessero in via definitiva in senso sfavorevole, come dicevo prima, sulla procedura di screening completata dalla Regione, ravvisando diversamente le esigenze di una procedura di VIA, a detta sentenza occorrerà, ovviamente, adeguarsi sottoponendo il progetto a detta procedura.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Sarò lapidario, ed è un’affermazione che non mi sentirete fare forse troppe volte in quest’aula, ma sono ampiamente, anzi completamente soddisfatto della risposta dell’assessore Corsini perché, ripeto, qui c’è un’operazione chiarezza da fare, avete venti contrari anche in maggioranza, in quest’aula. Il fatto che da parte dell’amministrazione regionale vi sia questa determinazione nell’andare avanti, ovviamente per noi montanari è motivo di sollievo.

Ovviamente, assessore, non le sfuggirà, come non le è mai sfuggito, che la componente tempo è una componente essenziale in questo frangente. Il territorio ha sofferto troppo in quest’ultimo periodo. Se vogliamo, la questione della sofferenza in senso ampio si è vista anche nella distribuzione dei vari ristori ai vari livelli che ci sono stati in quest’ultimo periodo. Pertanto io, ovviamente, invito, ma non ho dubbi che ciò avverrà, la sua persona è sempre stata molto attenta e molto presente sul territorio, però questa era una domanda necessaria. Forse la risposta la conoscevo già, ma volevo risentirla, perché ripeto, avete chi anche all’interno di quest’aula rema contro.

Il fatto che lei, ovviamente espressione della Giunta, sia deciso ad andare avanti, ripeto, nella sostituzione dell’impianto in funzione del collegamento fra i due versanti, perché questa finalità spesso si tende a dimenticare, è per noi sicuramente motivo di garanzia.

La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 5354

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di cessare ogni incentivazione rivolta a favorire la combustione delle biomasse, in particolare di quelle di origine forestale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione in 5354: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla necessità di cessare ogni incentivazione rivolta a favorire la combustione delle biomasse, in particolare di quelle di origine forestale. L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore.

La mia interrogazione unisce due temi che sono collegati in modo purtroppo naturale da molto tempo, ossia il taglio indiscriminato di boschi e foreste, penso in particolare, ma non soltanto, ai nostri boschi ripariali, alla vegetazione ripariale e anche al nostro Appennino e alla combustione di biomasse.

La combustione di legna da boschi e foreste, peraltro, è da tempo fortemente discussa perché emette più anidride carbonica per unità di energia rispetto ai combustibili fossili, quindi, addirittura, la stessa Commissione europea ha riconosciuto finalmente come le foreste ricrescano troppo lentamente per compensare le emissioni causate dalla combustione del loro stesso legno.

Si bruciano gli alberi, cioè, si emette anidride carbonica, quindi emissioni climalteranti, e poi la massa arborea che dovrebbe contribuire a liberarci dalla CO2 non ce la fa perché sono gli alberi che vengono bruciati e producono CO2: un controsenso, quindi, una contraddizione al limite del delirio.

Il pacchetto “Fit for 55” dovrebbe contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione del 55 per cento di emissioni di CO2 entro il 2030, però non protegge ancora le foreste e i boschi e quindi non protegge ancora il tema della salute umana e del clima.

Nel taglio indiscriminato di alberi, a volte di interi boschi, e – ribadisco – pensiamo agli innumerevoli tagli dei boschi ripariali in tutto il territorio della Regione Emilia-Romagna, che proseguono ormai sostanzialmente indisturbati da oltre un decennio, e in questo svolge purtroppo un ruolo cruciale proprio l’approvvigionamento delle centrali a biomasse e la necessità delle centrali a biomasse di approvvigionarsi di massa legnosa da bruciare.

Tra l’altro, le centrali a biomasse non sono centrali climaticamente neutre, questo ormai è assodato, la combustione di biomasse non ha nulla di climaticamente neutro e ricordo che in Pianura Padana abbiamo già raggiunto i 2 gradi in più rispetto alla media della temperatura a livello nazionale e internazionale. La Pianura Padana, quindi, è semmai un laboratorio negativo, in cui la fine del countdown degli orologi climatici è già stata raggiunta, ed è un laboratorio in cui confrontarsi rispetto a dove quei 2 gradi in più ci sono già.

Cosa significa? Che in Pianura Padana una classe politica responsabile dovrebbe riconoscere che non ci si può permettere qualunque tipo di dispendio energetico, qualunque tipo di sviluppo industriale, non ci si può permettere qualunque tipo di combustione, proprio perché è un territorio molto peculiare purtroppo a livello internazionale, essendo anche l’area più inquinata a livello internazionale.

Questo è l’aspetto che dovrebbe venire prima di qualunque valutazione economica e che invece non viene prima di qualunque valutazione economica. Infatti, sfruttando l’attuale crisi energetica, si continua ad utilizzare fonti energetiche che non hanno nulla di climaticamente neutrale, come le biomasse di origine forestale. In più, si vuole il ritorno pesante alle fonti fossili e alle trivelle.

Lo dico per evidenziare che c’è una miopia grave a livello generale, perché sappiamo che, tra giacimenti certi e possibili, nel nostro Paese si possono estrarre al massimo 90 miliardi di metri cubi di gas, che è il quantitativo sufficiente a coprire appena 12 mesi di fabbisogno nazionale. Dopodiché siamo di nuovo in deficit energetico, oltre ad aver causato un bel po’ di subsidenza irrecuperabile.

Vorrei ascoltare quindi la risposta dell’assessore Colla, perché nella risposta che ho avuto ad una interrogazione scritta ha continuato a prospettare l’eventualità di finanziamenti pubblici a favore di impianti per la valorizzazione energetica delle biomasse legnose, mi piacerebbe invece che ci fossero delle considerazioni al passo con i tempi, al passo con la tutela non soltanto della nostra natura, del nostro paesaggio, ma della salute umana e del clima.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Assessore Colla, prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera.

Si richiamano per intero le considerazioni riportate nelle risposte già fornite alla consigliera alle interrogazioni n. 3219/2021 e n. 5176/2022.

Confermato che, per quanto riguarda il tema della riduzione delle emissioni inquinanti, da tempo le politiche regionali sulla qualità dell’aria sono volte a contenere le emissioni di polveri da combustione di biomassa sia ad uso energetico che termico. Nella risposta all’interrogazione n. 3219/2021 è data ampia dimostrazione in tal senso, evidenziando come il PAIR 2020 abbia regolamentato l’uso della biomassa per riscaldamento domestico, indicando le caratteristiche tecniche degli impianti che possono essere installati. Conseguentemente, eventuali azioni del PTA 2022-2024 che finanzino questo tipo di azioni non potranno sostenere impianti che non abbiano le caratteristiche di cui sopra.

Inoltre, sempre il PAIR 2020, con l’articolo 20 delle NTA, ha disposto che impianti per la produzione di energia elettrica alimentati a biomassa debbono dimostrare un saldo emissivo zero nell’ambito dell’autorizzazione ambientale o nella dichiarazione di SUAP, in base alla dimensione dell’impianto.

Dall’applicazione di queste due norme, PAIR e biomasse domestiche per produzione energetica elettrica, ne deriva che le azioni del PTA 2022-2024 in questi due settori non implicheranno l’incremento delle emissioni di PM10 e NOX a causa dell’uso delle bioenergie.

Per quanto riguarda la richiesta di ridurre lo sfruttamento delle foreste, dei boschi regionali, compresi quelli ripariali, come condizione indispensabile per il ripristino degli ecosistemi, cessando la dipendenza dalla combustione di legno, si evidenzia che nel Piano forestale e in particolare nel Regolamento forestale viene confermata la primaria funzione protettiva del suolo e di conservazione della biodiversità e del passaggio svolto dalle nostre foreste, senza escludere l’utilizzazione per finalità produttive, pienamente sostenibili, che non intaccano il capitale forestale accumulato sia in termini di accumulo CO2 che di assolvimento dei servizi ecosistemici. Per il futuro è sicuramente auspicabile un’evoluzione dei boschi che consenta di ottenere una maggior quota di legname per uso industriale alternativo all’utilizzo energetico, attualmente circa il 3-5 per cento del totale, per favorire l’estensione di boschi meglio strutturati di alto fusto. Questo anche attraverso l’erogazione di incentivi, come già avviene con talune operazioni forestali, del PSR e promozione ai fini correlate. Oltre il 90 per cento del materiale legnoso prelevato dai boschi della regione è, infatti, sempre destinato ad usi energetici per riscaldamento domestico prevalentemente in singole abitazioni ed edifici, spesso anche per autoconsumo del legname prodotto nei boschi aziendali e di proprietà. Dalle elaborazioni GSE relative al consumo annuo di biomasse di origine legnoso in regione, tenuto conto del fatto che tali comprendono anche biomasse di provenienza regionale, il quantitativo è di circa 1,3 milioni di metri cubi annui, che risulta certamente inferiore all’accrescimento medio annuale della biomassa legnosa regionale.

Si può, pertanto, infine affermare che l’andamento del volume medio della biomassa legnosa sia comunque in aumento. Per quanto riguarda, inoltre, l’evoluzione dei boschi della regione, si evidenzia che i dati recenti quantificano le aree di interesse forestale in oltre 600.000 ettari, la superficie più estesa da oltre 150 anni. La tendenza è di un ulteriore e progressivo aumento.

Questo è il tratto della risposta alla consigliera. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Io registro che la miopia generale che ho cercato di evidenziare con qualche esempio nella presentazione ce l’abbiamo qui in Regione, in una versione, se possibile, ancora più renitente al cambiamento. Questo, ovviamente, è non soltanto deludente, ma è anche molto grave, perché io vedo una sorta di tripla predazione rispetto ai beni pubblici e ai cittadini. Cioè, che cosa succede? Succede che vengono dati incentivi con soldi pubblici alle centrali a biomasse, quindi incentivi con i soldi dei cittadini, viene tolta ai cittadini, alla collettività massa arborea, che è quella che, invece, dovrebbe contribuire ad abbassare le emissioni climalteranti, quindi due predazioni, e la terza è che non c’è nessuna dichiarazione da questo Governo nella direzione di restituire ai cittadini i super-mega-extra-profitti aggiuntivi realizzati in questi mesi dalle grandi società energetiche e dalle multiservizi, terza predazione. Qui abbiamo una tripla predazione ai danni dei cittadini in termini economici, di salute e di clima.

Mi pare che stiamo parlando di una questione che è oltre la miopia. Questa è una gravità conclamata. Quando l’assessore nella risposta si appella al principio “do no significant harm”, io suggerisco che si sostituisca l’aggettivo “significant”, perché dov’è che voi mettete la fine del significativo, assessore? Dov’è che un danno non è più significativo per voi? Metteteci l’avverbio “più”: no “non fate danni significativi”, ma “non fate più danni”. Non dovete fare più danni. Questo è il principio a cui dovrebbe ispirarsi una Regione illuminata e importante come si dovrebbe conformare alla Regione Emilia-Romagna, questa è la visione che dovrebbe avere, almeno una visione. Invece, vediamo come al solito una garanzia dell’esistente e la paura che si muova qualcosa, o che qualcosa cambi.

Si chiede però ai cittadini solidarietà; gli si dice di essere uniti, gli si dice di subire i sacrifici, che sono anche sacrifici di salute. Mi pare però che qua stiamo parlando di una unità a senso unico perché la predazione è tutta da parte dei decisori rispetto ai cittadini.

Io non so, mi pare che i dati parlino chiaro, che la scienza parli chiaro e che la Regione continui a fare orecchie da mercante.

 

OGGETTO 5358

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla frana verificatasi in località Gessi di Zola Predosa e sullo stato del monitoraggio dei movimenti franosi in corso, soprattutto alla luce delle attuali condizioni climatiche. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 5358: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla frana verificatasi in località Gessi di Zola Predosa e sullo stato del monitoraggio dei movimenti franosi in corso, soprattutto alla luce delle attuali condizioni climatiche. L’interrogazione a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore.

Chiaramente, non le chiederò particolarmente… Partirò da questo punto, cioè dalla frana di Zola Predosa. So che lei non può avere risposte sul futuro; però proviamo a fare una mappatura e proviamo a capire la situazione oggi, in Emilia-Romagna, di queste dinamiche, di questi fenomeni. La Regione Emilia-Romagna, con quasi 80.000 fenomeni censiti, è la seconda in Italia dopo la Lombardia per diffusione ed estensione di frane sul proprio territorio.

La maggior parte delle frane ha un’attività intermittente, caratterizzata da lunghe fasi di quiescenza, anche della durata di decenni, alternate a fasi di attività che possono determinare la mobilizzazione di interi versanti con gravi conseguenze. È evidente la complessità dell’attività, ma è altrettanto vero che si tratta di un’emergenza da affrontare e da affrontare in maniera decisiva e non più procrastinabile. Le immagini che abbiamo visto a Zola Predosa domenica sono tanto impressionanti quanto allarmanti. Diversi studi hanno dimostrato che alcuni indicatori della qualità del suolo, quali lo stoccaggio di C organico, suscettività al compattamento e all’incrostamento, capacità di infiltrazione, trattenuta idrica, erodibilità e tasso di erosione siano già variati in dipendenza dei cambiamenti climatici avvenuti in Italia dagli anni Sessanta ad oggi, e potranno cambiare ancora sensibilmente in funzione del clima previsto dai modelli per i prossimi trent’anni.

Anche qui, faccio un breve accenno perché in realtà l’altra cosa che mi rende curiosa è capire come il Centro meteo possa aiutarci su questi aspetti così delicati, e qual è questo tipo di collaborazione (tema che non è contenuto nella mia domanda, quindi ne parleremo in altri momenti). L’aumento dell’erosione del suolo, diminuendone la sua capacità di invaso naturale di raccolta delle acque meteoriche, è destinato ad esacerbare sia il rischio di siccità sia il rischio idrogeologico, con conseguenze per ora non adeguatamente considerate. Pertanto, assessore, le chiedo se le attuali condizioni climatiche, quali l’ondata di caldo anomala e la forte siccità, possano pregiudicare e peggiorare i movimenti franosi in corso, e quali azioni intenda attuare la Regione nel caso specifico e in tutti gli altri casi monitorati, azioni che immagino tengano conto anche del tema per me molto caro dei finanziamenti europei PNRR.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Risponde l’assessore Priolo. Prego.

 

PRIOLO, assessora: Proverò a darle una risposta puntuale all’evento, perché credo che sia opportuno dire come siamo intervenuti su Zola Predosa e, più in generale, come stiamo provando a muoverci.

Come ha sottolineato lei per completezza di informazioni, nel nostro Appennino emiliano-romagnolo sono censiti 90.000 frane, corpi di frana di varie tipologie, ed è importante catalogarli, perché in prevalenza sono scivolamenti e colamenti di materiali argillosi e detritici. Tali movimenti franosi sono generalmente innescati dalle precipitazioni meteoriche, quindi da pioggia e neve.

Le frane di dimensioni medio-piccole rispondono molto rapidamente ai picchi di piovosità, riattivandosi e accelerando i movimenti, mentre i grandi movimenti franosi del nostro Appennino necessitano di periodi piovosi prolungati, tali da rendere i versanti saturi d’acqua. Questo anche per rispondere rispetto alla attuale siccità. Le stagioni non piovose e le fasi di siccità, al contrario, determinano arresto o rallentamento delle suddette frane.

Per quanto riguarda le frane di crollo, a cui è ascrivibile l’evento franoso avvenuto nel territorio di Zola Predosa, la situazione è più complessa, in quanto gli elementi in gioco, oltre alle precipitazioni, riguardano anche l’assetto strutturale e il sistema di fratturazione che interessa l’ammasso roccioso. Le azioni nel tempo delle acque meteoriche e delle escursioni termiche nel periodo invernale possono portare ad un progressivo allargamento delle fratture, fino ad arrivare ad una situazione di precario equilibrio.

Tale situazione può perdurare lungamente nel tempo, fino a generare il distacco dei blocchi, che avviene generalmente in modo improvviso e repentino, con segni precursori difficilmente individuabili. Al momento, nel caso del crollo in questione non si ravvisano elementi per collegarlo direttamente all’attuale situazione di siccità o alle alte temperature.

In riferimento alle azioni attivate dalla Regione relativamente ai movimenti franosi monitorati, il bilancio regionale 2022-2024 ha finanziato 760.000 euro sul triennio per la realizzazione di indagini geognostiche e rilievi di terreno, per la redazione delle perimetrazioni degli abitati da consolidare e da delocalizzare. Per il medesimo periodo sono stati stanziati 4,2 milioni di euro per opere di consolidamento e interventi di sistemazione dei versanti.

Nel caso specifico di Zola, con l’intervento dei Vigili del fuoco sono state effettuate le primissime valutazioni tecniche, le opportune verifiche a titolo cautelativo sull’incolumità delle persone potenzialmente coinvolte a seguito del crollo dei massi; controllo effettuato anche grazie all’ausilio di una squadra con cani, cinofili, che fortunatamente ha dato esito negativo.

Il Comune nell’immediato ha emesso specifica ordinanza per la tutela dei residenti nell’immobile interessato e successivamente ha disposto la chiusura al transito del Sentiero dei Gessaroli a tutela dei potenziali fruitori del sentiero prossimo all’area oggetto del crollo.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile, con il supporto dei funzionari comunali, ha effettuato specifiche ispezioni in località Gessi di Zola ed è stato riscontrato che l’evento è riconducibile ad un importante fenomeno di crollo che ha interessato la parete rocciosa nella sua altezza (20-25 metri). La parte collassata, una volta al suolo, si è disarticolata in vari blocchi, che sono arrivati a lambire le abitazioni poste a valle. La frana si è innescata all’interno della formazione gessosa solfifera, caratterizzata da un ammasso roccioso localmente molto fratturato e meccanicamente debole. Per cui, non è scontato che la presenza di piani di discontinuità distanti e molto estesi abbia portato alla formazione di un blocco roccioso di notevoli dimensioni, potenzialmente instabile.

Per la valutazione dei necessari interventi di messa in sicurezza della parete rocciosa e dei soggetti deputati a intervenire, il Comune e l’Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile stanno effettuando i necessari approfondimenti tecnico-amministrativi al fine di individuare quali azioni attuare, anche in base alle verifiche puntuali rispetto alla proprietà delle aree coinvolte. In particolare, la parete rocciosa su cui si sono verificati i distaccamenti risulta essere una superficie catastalmente intestata ad un soggetto privato. Il Comune sta, pertanto, effettuando i necessari approfondimenti sulla titolarità della stessa, al fine di avviare un procedimento finalizzato alla messa in sicurezza.

Nei confronti dei proprietari oggetto dell’ordinanza sindacale, in attesa che gli stessi possano ritornare presso le loro abitazioni, potrà essere garantito supporto economico mediante il contributo di autonoma sistemazione.

In linea tecnica, oltre a un rilievo puntuale delle situazioni critiche, dovrà essere attuato un primo intervento di disgaggio delle pareti rocciose pericolanti, per poi individuare, con un progetto specifico, la sistemazione definitiva. Il sopralluogo ha permesso, infatti, di evidenziare la presenza di cunei minori di rocce. Per cui, si rende necessario uno studio approfondito della parete interessata mediante l’utilizzo di droni per verificare la presenza di ulteriori fratture e successivo sopralluogo di tecnici specializzati.

In conclusione, consigliera, sono andata un po’ oltre, però, rispetto alla sollecitazione che ha fatto lei sul Centro Meteo, sarà interessante, comunque, anche a seguito di un incontro che ho fatto ieri, riuscire a conservare in maniera sempre più predittiva tutti i vari dati che il Centro Meteo conserverà. Ci parlano oggi di 800 milioni di dati, di cui vengono utilizzati ai fini meteo 80 milioni, attualmente. Probabilmente, avremo anche su questi eventi... In questo momento non c’è una specificità sull’argomento, però è evidente che possono essere dati che ci possono aiutare comunque nella gestione del territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Assessora Priolo, noi ci conosciamo da tantissimo tempo per cui mi permetta una battuta. Rispetto all’elenco, che non era una mia richiesta, perché so che sulla prontezza dell’azione nel mettere in salvo il territorio siamo molto preparati, mi sembra un po’ quando arriva la pagella a casa e c’è un sei e i figli piccoli dicono “sì, però in ginnastica ho preso nove”. Mi permetta questa battuta. Però, l’idea era quella di provare a immaginare un percorso più lungo, perché c’è un aspetto che mi preoccupa, e lo vado qui a segnalare, che sono i fondi PNRR, perché dalla politica della Regione, soprattutto questa Regione, ci si aspetta sempre molto e in questi mesi io credo che abbiamo avuto occasioni importanti ed eccezionali, ma temo che non fossimo particolarmente pronti. Purtroppo le risorse PNRR hanno un orizzonte temporale molto breve e difficilmente potranno essere impegnate in questa Regione in un piano significativo e strutturale. Cioè, la messa in sicurezza del suolo rischia di passare in secondo piano. Uguale per la lotta agli sprechi delle conduttrici idrauliche o gli investimenti per evitare alluvioni peggiori, quelle note con le sigle TR100, TR200 e TR500.

Ci siamo accorti, in poche parole, temo, che il cassetto con i progetti è, almeno dal mio punto di vista, abbastanza vuoto e rischiamo di non riuscire a programmare con lungimiranza gli interventi di difesa del suolo, e questo è un nodo politico che bisogna sciogliere.

Ho letto comunicati stampa in merito al via libera all’utilizzo delle risorse assegnate alla Protezione civile, ho letto che c’era molta soddisfazione, ma sono 61 milioni di euro e grazie a questi si potranno realizzare diciannove macrointerventi da Piacenza a Rimini, fondi utilizzati per mettere in sicurezza fiumi, versanti e costa, in territori colpiti da eventi meteo particolarmente intensi per i quali dal 2013 è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. È poco. Il clima sta mutando, l’onda anomala di caldo e la straordinaria siccità sono concause, ma non possono essere in molti casi il capro espiatorio. Non possiamo dimenticare che lo studio e la progettazione sono fondamentali, e non solo per questo ambito, ma per tutti gli ambiti, e proprio oggi, paradossalmente, le risorse per sistemare e per migliorare ci sono e sono evidenti.

Assessore, chiaramente ringrazio sempre chi lavora con solerzia e chi risolve i problemi, e chi è all’opposizione deve questo a chi governa, soprattutto in situazioni di emergenza, però io credo, dal mio punto di vista e dal suo punto di vista, che questa sia la strada da percorrere anche per poter capire come prevenire questi fatti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

 

OGGETTO 5339

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per impedire l’esclusione di alcuni reparti ospedalieri dal riconoscimento dell’indennità di malattie infettive. A firma del Consigliere: Mastacchi

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 5339: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alle misure da adottare per impedire l’esclusione di alcuni reparti ospedalieri dal riconoscimento dell’indennità di malattie infettive. L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi.

Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Inevitabilmente, a valle del periodo di emergenza Covid cominciano a venire a galla i primi problemi delle attività e dei provvedimenti messi in campo nei due anni. I temi sono tanti: uno di questi è oggetto della presente interrogazione ed è la questione delle indennità date ai professionisti, quindi a medici e infermieri.

Premesso che apprendiamo da recenti segnalazioni del territorio che in considerazione dell’attuale contesto epidemiologico, in relazione all’attuale modello organizzativo di gestione dei pazienti, è intenzione del Servizio sanitario regionale Emilia-Romagna escludere dal riconoscimento dell’indennità di malattie infettive una serie di contesti; l’intenzione è quella di escludere dal riconoscimento dell’indennità di malattie infettive i percorsi interni come radiologia, ostetricia, le aree di pronto soccorso, di medicina d’urgenza, il personale del 118 che presta servizio in ambulanza, e mantenere invece tale indennità per coloro che operano nelle aree Covid dedicate, tipo degenza ordinaria, semintensiva e terapia intensiva, nel servizio di igiene pubblica, qualora gli operatori effettuino tamponi e nel servizio di microbiologia.

Evidenziato che malgrado lo stato di emergenza sia cessato il 31 marzo 2022, la minaccia è ancora ben presente sul nostro territorio e questo è verificabile dagli stessi dati forniti dall’azienda sanitaria. Inoltre, vi sono alcuni reparti con zone-filtro, dove i pazienti sospetti di positività al Covid sono mantenuti in isolamento e sono trattati con tutte le dovute precauzioni predisposte dalle linee guida aziendali; la nostra Regione non può pensare di risolvere i problemi di budget a danno dei dipendenti, eliminando indennità e riducendo voci salariali, ma tutt’al più sarebbe auspicabile la creazione di un percorso programmato per i pazienti Covid positivi, partendo già dall’intervento del 118 al passaggio e al monitoraggio dei pronto soccorso, sino ad arrivare all’eventuale ricovero, al fine di rendere tracciabile ed evidenziabile il personale dedicato.

Questo permetterebbe di circoscrivere la platea degli operatori coinvolti nella gestione diretta dei pazienti positivi, ai quali, giustamente, andrebbe riconosciuta l’indennità di malattie infettive.

Considerato che anche con riferimento al recente accordo della dirigenza, dove si riconosce un’incentivazione dei medici del pronto soccorso, ci sembra insensato togliere la stessa indennità al personale del comparto che opera nell’esercizio della professione, fianco a fianco a chi viene invece tale indennità la riceve.

Escludere il personale del 118 e del pronto soccorso, che sono i primi esposti ad un contatto diretto con un paziente che ancora non è stato sottoposto allo screening che effettua una valutazione triage, somministrano la terapia e operano l’assistenza infermieristica sia in ospedale che in un ambiente confinato e ristretto come quello dell’ambulanza, rappresenta quantomeno un’esclusione illogica, che finirebbe con l’aggravare le tensioni interne, già sollecitate dalla carenza di personale e dalle riduzioni salariali.

Interroga la Giunta per sapere se intenda adoperarsi e in che modo, affinché le indicazioni regionali dal Servizio sanitario non si riducano a risolvere i problemi di budget a danno dei dipendenti, eliminando indennità e riducendo voci salariali come l’indennità di malattie infettive, ma operino per quel riconoscimento dovuto alle categorie professionali, che sono state i pilastri della nostra sanità durante l’emergenza pandemica, garantendo la tenuta del Servizio sanitario e la salute dei cittadini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Nell’ambito del confronto regionale con le organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del comparto, è stato sottoscritto il verbale di confronto del 30 aprile 2020, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 469/2020.

In questo verbale le parti hanno ritenuto di procedere all’aggiornamento dei criteri generali per l’individuazione dei servizi aziendali, ai fini del riconoscimento dell’indennità per particolari condizioni di lavoro, alla luce della profonda riorganizzazione dei servizi assistenziali ed in particolare dell’assistenza ospedaliera definita dalla programmazione regionale.

In particolare, ai fini della corretta individuazione dei servizi di malattia infettiva, al fine del riconoscimento della relativa indennità si è quindi stabilito che l’indennità in esame fosse corrisposta al personale infermieristico e al personale ad esso assimilato dalla norma contrattuale, anche se non operante in servizi specificamente definiti di malattie infettive, qualora lo stesso presti la propria attività nei contesti organizzativi che sono stati indicati.

Si indicava inoltre di valorizzare la possibile estensione ai fini del riconoscimento dell’indennità ad altri operatori sanitari, in coerenza con quanto previsto dal disposto contrattuale. Nel verbale di confronto viene precisato che l’erogazione dell’indennità di malattie infettive per la fase di emergenza avviene, come previsto dalla norma contrattuale, per ogni giorno di servizio prestato nei reparti interessati, con decorrenza dal 1° maggio 2020.

Quanto definito nel verbale è coerente con le indicazioni interpretative dell’ARAN, le quali, dopo aver evidenziato come la disciplina contrattuale non abbia assunto come fondamento per l’erogazione del beneficio una situazione di rischio generico e che, pertanto, l’indennità in esame può essere erogata solo al personale operante nei servizi indicati (terapie intensive, sub-intensive e malattie infettive), ha tuttavia ammesso la possibilità da parte di ogni singola Regione, fatte salve le procedure di confronto contrattualmente stabilite, di rimodulare e adattare i servizi in relazione alla condizione di emergenza sanitaria; adattamento e rimodulazione avvenuti nei termini e alle condizioni sopra indicate.

La Regione non ha dato successivamente alcun parere contrario, rimandando l’applicazione dell’istituto in parola, come espressamente, peraltro, previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro, alle singole aziende, in considerazione dell’effettiva e potenziale esposizione al virus e, in particolare, in considerazione dell’organizzazione del lavoro in essere nelle singole aziende.

Si tratta, naturalmente, di condizioni diverse, che, come tali, debbono essere riconosciute e disciplinate.

Si aggiunge, infine, che l’erogazione o la non erogazione dell’indennità di malattie infettive non può ex lege costituire un maggiore o minore costo di bilancio, gravando gli stessi sui fondi della contrattazione collettiva, definiti dal contratto nazionale di lavoro, che se da un lato costituiscono un limite di spesa (il fondo è dato per definizione esattamente come negli Enti locali, che lei conosce bene), dall’altro devono essere necessariamente spesi in toto nell’anno di competenza e non possono essere utilizzati per improprie economie di bilancio.

Quindi, non esiste e non può sussistere per definizione alcuna volontà di risparmio o altra finalità per un trattamento differente dalle condizioni indicate.

Si è data, quindi, un’interpretazione ‒ credo ‒ corretta al contenuto del contratto collettivo. Ci si è confrontati con ARAN e si è ottenuta la possibilità di riconoscere le specificità delle diverse situazioni lavorative che si determinano nelle diverse aziende sulla base di condizioni differenti organizzative. Dall’altro lato, c’è necessaria copertura, perché si va ad attingere al fondo che per sua natura è determinato e non può essere esteso, ma, dall’altro lato, è capiente, quindi pienamente disponibile, né sussiste ‒ ci tengo a ribadirlo per la seconda volta ‒ la possibilità che si determinino delle economie di spesa per stornare queste risorse ad altro impiego. Sono esattamente utilizzate per queste finalità.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Ringrazio il sottosegretario per la risposta.

Ancora una volta devo dire che, purtroppo, l’audio in aula non è molto di qualità e ho parecchie difficoltà a capire il significato complessivo, per cui mi riservo di fare una valutazione più approfondita leggendo il testo della risposta. Probabilmente sarà il filtraggio della mascherina che non consente una scansione delle parole così chiara come dovrebbe essere, per cui mi scuso di non poter essere in grado di esprimere una risposta rispetto al contenuto della risposta che ho avuto dal sottosegretario.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 5349

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di reperire ulteriori risorse finanziarie per sostenere la realizzazione di progetti di impiantistica sportiva, anche alla luce del bisogno emerso nella richiesta effettuata dagli Enti Locali nell’ambito della partecipazione alla recente procedura sull’edilizia sportiva. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 5349: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la possibilità di reperire ulteriori risorse finanziarie per sostenere la realizzazione di progetti di impiantistica sportiva, anche alla luce del bisogno emerso nella richiesta effettuata dagli Enti locali nell’ambito della partecipazione alla recente procedura sull’edilizia sportiva. L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli.

Prego, consigliera.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Torno con questa interrogazione su un tema molto importante, che è quello dello sport. Sappiamo quanto lo sport sia fondamentale per la crescita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, a maggior ragione lo abbiamo riscoperto anche durante le fasi più difficili di questa pandemia, e torno su questo tema in particolare richiamando l’impiantistica sportiva.

Ho pensato di proporre, appunto, questa interrogazione a risposta urgente in aula guardando anche la recente procedura dedicata proprio a questo tema, disposta ai sensi della legge regionale n. 5/2018, con la quale la Regione ha assegnato ben 8,7 milioni di euro a 29 progetti presentati da Comuni. Questa procedura penso abbia confermato innanzitutto un aspetto, e cioè il grande bisogno esistente al riguardo della riqualificazione, della messa in sicurezza, dell’efficientamento, dell’ampliamento e delle nuove costruzioni di edilizia sportiva. Ricordo che sono state ben 243 complessivamente le proposte avanzate, e questo testimonia ciò che provavo a dire poco fa, e cioè della grande richiesta che arriva oggi dagli Enti locali rispetto a questo tema.

Credo sia oggettivo riconoscere in modo particolare quanto lo sforzo finanziario della Regione Emilia-Romagna riguardo in generale proprio all’impiantistica sportiva sia stato in questi anni rilevante. Voglio ricordare un dato complessivo, cioè 52 milioni di euro circa in totale tra il bando del 2018 e la procedura che ho richiamato prima, messi a disposizione per 180 interventi a favore degli Enti locali sui vari territori, da Piacenza a Rimini: parliamo, ricordo ancora, di 180 interventi.

È una cifra, quella che ha messo in campo la Regione Emilia-Romagna sicuramente di assoluta importanza. C’è un piano reale di azione che non si vedeva da tempo, non dimenticando, peraltro – purtroppo, aggiungo – il non eguale sforzo compiuto dal livello nazionale, come è anche attestato dall’esito deludente per il nostro territorio regionale, in generale per il nord Italia, proprio dell’ultimo bando di sport e periferia.

Ciononostante, lo abbiamo visto e ho provato a ricordarlo nel corso di questa presentazione, le necessità restano. Restano, e se possibile aumentano, anche in virtù della grande vivacità delle proposte formulate dall’associazionismo sportivo regionale e anche della diffusione di nuovi sport. Sono tante le richieste che mi arrivano in queste settimane dai Comuni, in particolare, naturalmente, dalla provincia a cui appartengo, ma questo è un tema che riguarda tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna, in ordine alla possibilità di poter disporre dunque di nuove risorse.

Per questo l’interrogazione di questa mattina: per chiedere alla Giunta regionale se sta valutando la possibilità di mettere a disposizione altri fondi per la realizzazione di interventi di impiantistica sportiva funzionali alla predisposizione di un nuovo bando, o al limite anche per recuperare parte delle proposte non finanziate che costituiscono il parco-progetti definito dalla procedura che è stata richiamata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie. Se non incorro nella censura della Presidenza, toglierei solo per un secondo la mascherina, scusandomi anche col consigliere Mastacchi, almeno per dare utilità ai lavori.

Rispondo all’interrogante che ha anticipato i termini principali della questione, ricordando come questo bando che si è concluso sia reso possibile grazie all’assegnazione straordinaria da parte del Governo di risorse FSC della precedente programmazione, quindi 2014-2020, quindi come i 5,7 milioni inizialmente destinati all’iniziativa, e proprio in ragione del positivo riscontro da parte delle amministrazioni locali che hanno aderito in modo pressoché generalizzato, la Giunta abbia poi stabilito di aggiungere ulteriori 3 milioni di euro rinvenuti dal Fondo nazionale di programmazione per gli investimenti territoriali a favore dei Comuni, il cosiddetto fondo per le Regioni a statuto ordinario, ai sensi del comma 134, legge n. 145 (legge di bilancio 2019) per arrivare, come ricordava la consigliera Bondavalli, ad un totale di 8,7 milioni di euro.

Per venire a noi, confermiamo in ogni caso l’intenzione della Giunta, una volta che la nuova programmazione FSC 2021-2027 sarà perfezionata, di procedere ad una nuova e più rilevante iniziativa a sostegno dell’impiantistica sportiva, dove certamente potranno essere ripresentati anche i progetti raccolti con questo bando. Troveremo anche la modalità per non rendere burocraticamente dispendiosa questa procedura.

In pendenza di un accordo con il Governo, io non mi sento ancora di determinare tempi precisi e la struttura, la fisionomia della nuova iniziativa, però confermo che rappresenta una priorità per la Giunta regionale, per la Presidenza della Giunta, e avevamo anche indicato un criterio di priorità per l’assegnazione di queste risorse a un’iniziativa nel nostro auspicio entro l’anno. Vedremo come si concluderà il negoziato con il Governo e le altre Regioni.

Voglio ricordare, infine, che molte delle progettualità che sono state avanzate in questo bando da parte degli Enti locali risultano coerenti, sia per gli Enti proponenti, sia per le tipologie di intervento previste, con il programma FESR, che è stato licenziato dall’Assemblea. Proprio l’Assemblea legislativa, attraverso specifici emendamenti e ordini del giorno approvati anche bipartisan (devo dire che su questo c’era stata una coralità di indicazioni da parte dell’Assemblea verso la Giunta), ha infatti inteso riconoscere pienamente l’impiantistica sportiva quale ambito coerente con le strategie territoriali previste all’OP5 del programma. Vale per quelle delle città, delle aree urbane, vale soprattutto per le STAMI, quindi le strategie di tutta la montagna, oltre che delle aree interne.

È ovviamente rimessa agli attori delle strategie territoriali ogni valutazione in proposito, posto che la predisposizione di questa strategia è già stata fatta da parte delle diverse STAMI ed è prevista l’approvazione finale (questo è il timing che ci siamo dati anche con l’assessore Lori) entro la fine dell’anno, quindi nel corso del confronto dei prossimi sei mesi potremo valutare anche se alcune di queste progettualità potranno essere ricomprese nella negoziazione diretta e finanziate attraverso il programma del FESR.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio naturalmente il sottosegretario per questa risposta, che mi vede soddisfatta intanto perché si conferma la priorità, come diceva giustamente il sottosegretario Baruffi, dello sport per questa Regione, quindi sul tema che ho presentato in aula questa mattina. È un’ottima notizia, è un’ottima notizia per Istituzioni e mondo sportivo l’intenzione della Giunta regionale di mettere dunque a disposizione ulteriori risorse per investimenti pubblici in edilizia sportiva, ovviamente segnalo nel limite del possibile e per quanto dipenda dalla nostra Regione. Sappiamo ‒ come ci ha detto il sottosegretario ‒ che è in corso un’interlocuzione con il Governo. È chiaro che è importante il tempo con cui ciò potrà avvenire, vista anche la dimensione del bisogno, come testimoniano oggi gli amministratori locali, che si rivolgono anche a noi.

Così come, anche nel prendere atto di quanto espresso al riguardo, magari se si può considerare ancora l’opportunità, se possibile, ovviamente, di destinare parte di queste risorse, che verranno individuate, a finanziare alcuni dei progetti presentati dai Comuni con la procedura di cui parlavamo. È chiaro che se anche questi progetti, che già sono stati presentati, invece, rientrassero nel prossimo bando, più consistente dal punto di vista delle risorse finanziarie, senza appesantire burocraticamente tutti i passaggi, sarebbe, naturalmente, una cosa da sottolineare con positività.

Ringrazio davvero per questo lavoro. Attendiamo al più presto, speriamo, o comunque nei prossimi mesi, delucidazioni in proposito, ovviamente da comunicare, poi, agli interessati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

 

OGGETTO 5350

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure che è possibile adottare per garantire che l’attività del personale sanitario e amministrativo nei reparti di pronto soccorso, o di altri presìdi a rischio, sia svolta in condizioni di sicurezza, rispetto agli episodi di violenza che si susseguono da tempo. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 5350: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa le misure che è possibile adottare per garantire che l’attività del personale sanitario e amministrativo nei reparti di pronto soccorso, o di altri presìdi a rischio, sia svolta in condizioni di sicurezza, rispetto agli episodi di violenza che si susseguono da tempo. L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini.

Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito alla ripetizione di episodi gravissimi e inqualificabili di aggressioni violente nei confronti del personale delle strutture dei servizi di pronto soccorso in diversi ospedali della regione. Non è, purtroppo, una novità né una recrudescenza recente, limitata nel tempo, ma l’ennesima serie di eventi che, con regolarità, si verificano nelle strutture del servizio sanitario regionale più esposte.

Non a caso, per limitarci agli ultimi casi, oltre alle aggressioni ai danni del personale sanitario avvenute a Imola presso le strutture di Santa Maria della Scaletta il 7 giugno e alla distruzione del vetro della portineria, deve essere segnalata con grande preoccupazione la situazione che si è prodotta nei presìdi sanitari delle carceri, dove si registra un vero e proprio fenomeno di fuga del personale dal servizio, come denunciato anche dai sindacati nel caso della Dozza a Bologna.

A fronte di questa lunghissima e ininterrotta serie di eventi, distribuiti, purtroppo, in tutta la regione, alcune organizzazioni sindacali hanno indetto lo stato di agitazione, collegando nella loro legittima protesta fenomeni tra loro diversi, che tuttavia testimoniano una condizione di oggettiva e inaccettabile sofferenza del personale sanitario. Dobbiamo sottolineare, infatti, che violenze verificatesi soprattutto nei servizi di emergenza-urgenza non possono trovare risposta solo nell’adozione di accordi e piani incentrati su formazione e azioni di sensibilizzazione. A questo aspetto si aggiunge la considerazione che le aggressioni possono, ovviamente, solo acuire e rendere ancora più pesanti gli effetti delle gravi carenze di personale diffuse nell’intera sanità regionale, in particolare, come dicevamo, nei servizi di pronto soccorso. Infatti, in questo modo si rende, ovviamente, ancora meno appetibile il lavoro in questi reparti, connotato sempre più da rischi assolutamente impropri e inaccettabili, nonché da turni pesantissimi.

È, quindi, indispensabile lavorare per assicurare innanzitutto e da subito condizioni di sicurezza per tutti gli operatori dei reparti di pronto soccorso e dei presìdi che, come nel caso delle carceri, sono sottoposti a più elevate pressioni e a rischi di violenze, sapendo che in questo modo tuteliamo anche la sicurezza di pazienti e accompagnatori.

In questo quadro, però, dobbiamo avere un’altra consapevolezza, vale a dire la ricerca di soluzioni che, cercando di eliminare o ridurre il rischio di aggressioni e violenze, agiscano anche rispetto alla complessiva e pesante insufficienza degli organici nei nostri ospedali.

Da qui questa interrogazione, con la quale richiedo quali misure intenda adottare la Giunta regionale, anche a seguito del confronto con le organizzazioni sindacali e con le altre istituzioni, per garantire che l’attività del personale sanitario e amministrativo nei reparti di pronto soccorso o di altri presìdi a rischio sia svolta in condizioni di sicurezza rispetto agli episodi di violenza e aggressioni che si susseguono da tempo, precisando comunque le iniziative dirette a determinare l’adeguamento degli organici e a valorizzare il lavoro dei servizi di pronto soccorso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Le aggressioni da parte di utenti che accedono ai servizi sanitari rappresentano un fattore di rischio inaccettabile per il personale delle Aziende sanitarie nel corso della loro attività lavorativa, già da anni oggetto di attenzione sia a livello regionale che nazionale.

La Regione Emilia-Romagna ha predisposto indicazioni adatte al contesto operativo regionale e sono state trasmesse alle Aziende sanitarie le linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e sociosanitari, chiedendo di attivare gli interventi previsti, calandoli nelle realtà aziendali e valutando le modalità che meglio garantiscano l’efficacia degli interventi, nonché di segnalare eventuali problematiche.

Gli obiettivi del documento sono quelli di promuovere una politica di prevenzione del fenomeno della violenza sugli operatori sanitari, aumentando la conoscenza del fenomeno, programmando e implementando misure che consentano la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e violenti contro gli operatori sanitari. Inoltre, è necessario promuovere l’offerta di supporto psicologico e sanitario e la tutela legale e di supporto ai lavoratori in caso di denuncia. Tutte le Aziende sanitarie regionali hanno implementato le linee di indirizzo, redigendo un piano per la prevenzione degli atti di violenza sugli operatori sanitari (il cosiddetto PREVIOS), che prevede sia la raccolta, tramite una scheda specifica delle segnalazioni di aggressioni fisiche, verbali e contro la proprietà, sia la costituzione di un gruppo aziendale di miglioramento sul tema specifico, la valutazione del rischio, l’analisi degli infortuni con l’eventuale presa in carico sanitaria del lavoratore e la messa a punto delle misure di prevenzione e controllo del fenomeno.

Questo Piano PREVIOS è parte integrante anche del più generale piano aziendale per la sicurezza delle cure e la gestione del rischio. A livello regionale, si sta predisponendo un sistema di segnalazione informatizzato che raccoglierà le segnalazioni provenienti dalle varie aziende sanitarie per un’analisi e un controllo tempestivi del fenomeno, lasciando alle stesse la gestione del singolo episodio e le misure di prevenzione e protezione conseguenti.

Annualmente, pertanto, le segnalazioni degli infortuni dovuti ad aggressioni vengono trasmesse dalle Aziende sanitarie alla Regione che analizza il fenomeno e pubblica un rapporto sulle fonti informative e sulla sicurezza del [...], in cui è presente anche un capitolo che riporta i dati relativi alle violenze ai danni degli operatori dei servizi sanitari.

L’ultimo rapporto è stato predisposto nel dicembre 2021. I dati oggettivi che emergono sono i seguenti: l’andamento infortunistico rilevato da dati ufficiali INAIL dimostra che gli infortuni regionali nel periodo 2010-2019 rappresentano un 2,2 per cento circa del totale degli infortuni accaduti nelle strutture sanitarie e sono sostanzialmente stabili nel tempo. Le segnalazioni di aggressioni fisiche e verbali, invece, sono in aumento, prevalentemente a carico del personale addetto all’assistenza.

Per quanto attiene alle aggressioni fisiche, il 63 per cento riguarda l’area psichiatrica dipendenze, mentre le aggressioni verbali sono più frequenti nei pronto soccorsi (per il 29 per cento). Attualmente si stanno elaborando i dati per predisporre il report relativo dell’anno in corso.

In relazione all’attività di specificazioni tutte le aziende sanitarie hanno realizzato interventi di tipo tecnologico con revisione delle procedure di lavoro, in modo che gli operatori non si trovino mai soli in presenza di utenza o pazienti potenzialmente aggressivi.

È in corso di test, nell’area metropolitana bolognese, con il coinvolgimento sia dell’Azienda ospedaliera universitaria sia dell’azienda ASL di Bologna, un dispositivo di protezione individuale con indicazione all’utilizzo negli spostamenti notturni in caso di lavoro solitario. Si tratta di un gilet antiaggressione da indossare con possibilità di richiesta immediata di aiuto.

La formazione è un fattore molto importante in tema di prevenzione degli episodi di aggressione. Negli anni passati tutte le aziende sanitarie hanno organizzato corsi di formazione per gli operatori sanitari, puntando principalmente sulle modalità di riconoscimento dei principali segni premonitori di una possibile aggressione, sulle tecniche cosiddette di [...] ed in alcuni casi sull’addestramento relativo alle tecniche di divincolamento e difesa. Molti di questi corsi sono stati organizzati con la collaborazione di operatori delle forze dell’ordine.

Attualmente è in corso l’organizzazione di un corso di formazione regionale, progettato con le forze dell’ordine, da erogare in una prima fase alle Aziende sanitarie dell’area metropolitana bolognese, poi da estendere successivamente alle altre Aziende sanitarie della Regione. L’argomento, inoltre, è stato inserito nel nuovo corso di formazione obbligatorio per operatori sanitari neo assunti.

Ho concluso, presidente. La Regione Emilia-Romagna è componente, nell’ambito della rappresentanza prevista per le Regioni e Province autonome, dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, per monitorare gli episodi di violenza commessi e promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambiti più esposti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Ringrazio il sottosegretario per la risposta.

È chiaro che oggi la situazione è evidentemente insostenibile, bisogna assolutamente agire con concretezza, quindi bene l’azione di prevenzione, bene il sistema di segnalazione regionale e i corsi di formazione.

Abbiamo una grave carenza di personale, che ormai tutti conosciamo, soprattutto nel settore dell’emergenza urgenza, quindi dei pronto soccorso. Avremo verosimilmente 4-5 anni di sofferenza, sappiamo che una delle cause di queste carenze è il rischio aggressioni, quindi credo sia utile aumentare i presìdi di sicurezza per garantire al nostro personale una situazione che gli consenta di operare nella massima tranquillità, quindi l’invito è a fare di più e meglio.

Ricordo anche – e chiudo – che ho chiesto un’audizione in Commissione salute, proprio per fare il punto su questi aspetti e soprattutto sulla mancanza di personale e sui bandi che la ASL di Reggio Emilia ha provato a mettere in campo per sopperire alla mancanza di personale, per provare a dare risposte nell’erogazione dei servizi, ormai questa richiesta è di un mese fa, mi auguro che prima o poi, visto che il tema è assolutamente attuale, trovi risposta e che l’assessore Donini possa venire in Commissione a confrontarsi con i consiglieri rispetto a quello che succede sui territori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 5352

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla possibilità di attivare l’orologio climatico online anche sul sito istituzionale della Giunta, valutando l’eventuale installazione di un display sulla facciata della sede della Regione Emilia-Romagna come ha fatto il MITE. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 5352: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla possibilità di attivare l’orologio climatico online anche sul sito istituzionale della Giunta, valutando l’eventuale installazione di un display sulla facciata della sede della Regione Emilia-Romagna come ha fatto il MiTE, a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ricordo che la settimana scorsa, con la collega Silvia Piccinini del Movimento 5 Stelle, abbiamo presentato l’orologio climatico che è stato installato sul sito dell’Assemblea legislativa. Questa è un’iniziativa partita circa un anno fa, che ha coinvolto l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, che poi ha deciso favorevolmente per installare questo orologio climatico, che ha due colori. Il rosso indica quanto tempo manca agli attuali livelli di emissioni climalteranti per esaurire il bilancio di carbonio globale, vale a dire la quantità di anidride carbonica che può ancora essere rilasciata nell’atmosfera, limitando il riscaldamento globale a restare entro un aumento massimo di un grado e mezzo. Questo, come fu indicato dagli accordi di Parigi del 2015, come asticella da non superare se vogliamo che il pianeta non diventi inospitale per la razza umana. Il pianeta sopravvive anche a un aumento ulteriore di temperatura. Siamo noi che non ce la possiamo fare.

In azzurro, invece, si alternano diversi indicatori: la percentuale di energia mondiale fornita al momento da fonti rinnovabili; l’ammontare in dollari del fondo verde per il clima, un fondo che è stato istituito per consentire ai Paesi più poveri, che non hanno i mezzi per attrezzarsi contro il riscaldamento globale, pur essendone loro meno responsabili, ma tra i più colpiti, e questo lo cominciamo a vedere anche con le migrazioni dal continente africano; infine, la terza cifra è la superficie in chilometri quadrati di terra protetta grazie alla presenza di popolazione indigena.

L’attivazione dell’orologio climatico è stata l’ultima tappa di un percorso iniziato un anno fa, quando l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea accolse la proposta di aderire alla campagna internazionale del Climate Clock, l’orologio climatico, che aveva visto la prima inaugurazione il 19 settembre 2020 in Times Square, su Union Square, a Manhattan, a New York. L’obiettivo era ricordare ogni giorno al mondo quanto siamo pericolosamente vicini al baratro, quindi a quel punto di non ritorno rispetto al quale non si riuscirà poi a intervenire in modo efficace contro i cambiamenti climatici. Lo vediamo proprio in questi giorni a che punto è arrivato il tema della siccità: mancanza di piogge, territori aridi, fiumi in secca, il Po che vede una secca che non conosceva da ben settant’anni.

In Italia il primo orologio climatico, quarto a livello mondiale, dopo New York, Berlino e Seul, è stato inaugurato il 4 giugno, alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente, che è il 5 giugno, appunto, sulla facciata del Ministero della transizione ecologica a Roma. L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna è la seconda Istituzione italiana, dopo il Ministero della transizione ecologica, ad aver aderito a questa campagna internazionale. L’idea è quella di contribuire a mantenere alta la sensibilità a 360 gradi, a cominciare proprio dai legislatori di questa Assemblea, dalla Giunta dell’Emilia-Romagna, e mandare questo monito anche agli amministratori di altri enti della Regione, ma farlo presente anche ai cittadini nel loro ruolo di consumatori e agli operatori economici a tutti i livelli. Quindi, l’orologio climatico può essere sicuramente uno strumento comunicativo efficace a disposizione di Amministrazioni locali per accrescere la consapevolezza della popolazione e del mondo produttivo, ma anche dei decisori politici sull’urgenza di attuare interventi efficaci per fermare la spirale dei cambiamenti climatici.

Per tutti questi motivi, con questa interrogazione urgente Europa Verde interroga la Giunta per sapere se non ritenga opportuno attivare l’orologio climatico on-line anche sul sito istituzionale della Giunta, quindi aggiungendosi a questa campagna mondiale, valutando al contempo anche l’opzione di installare un display sulla facciata della sede della Regione Emilia-Romagna, come ha fatto il MiTE. Devo dire che l’Assemblea legislativa, per decisione dell’Ufficio di Presidenza, ha scelto l’opzione on-line, che era quella meno impattante economicamente perché ha un costo di 3.500 euro, mentre da preventivi che avevamo ricevuto fare un orologio climatico outdoor e indoor costava oltre 60.000 euro, farlo solo indoor o solo outdoor, quindi una sola versione, la metà.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Rimando ad altra sede, a partire dalla comunicazione che sarà svolta dopo, ogni considerazione sul merito.

Mi limito a dire che la Regione Emilia-Romagna, come opportunamente riportato dall’interrogante, è la seconda Istituzione dopo il MIT ad aver aderito alla campagna internazionale del Climate Clock, proprio su iniziativa dell’Assemblea legislativa, e questo lo considero impegnativo, naturalmente, per l’ente.

Appare quindi condivisibile e coerente che l’orologio climatico sia attivato anche sul sito web della Giunta, oltre che su quello dell’Assemblea. Appare pertinente anche la possibilità di prevedere la presenza di un analogo dispositivo fisico, sulla o nella sede dell’ente Regione, al fine di rafforzare l’informazione e promuovere un’adeguata sensibilizzazione dei cittadini, perché questo è naturalmente l’obiettivo.

Per una valutazione più puntuale e condivisa circa quest’ultima possibilità, la Giunta è fin d’ora disponibile ad un confronto con l’Assemblea, quindi lo dico al presidente, e in questo caso all’interrogante in qualità di vicepresidente, segnatamente con l’Ufficio di Presidenza, come da prassi nei rapporti tra i due organi, quindi disponibili a dare corso a questa previsione nelle forme e nei modi che vorremmo valutare insieme dopo valutazione tecnica adeguata.

Grazie, presidente.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Ringrazio il sottosegretario Baruffi per questa risposta, che mi lascia pienamente soddisfatta, perché colgo da subito la disponibilità a condividere l’orologio climatico sul sito della Giunta, e comunque a valutare l’ipotesi di un’installazione in struttura. Ho provveduto comunque a girare al sottosegretario il preventivo che ricevemmo all’epoca in cui non sapevamo ancora se avevamo risorse sufficienti anche per l’installazione fisica. Spero quindi che la Giunta sulla base di quello possa deliberare in fretta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo di spegnere per cortesia il microfono del consigliere Paruolo. Grazie mille. Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 5353

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla richiesta del Comitato Italiano Paralimpico nei confronti dell’Ausl di Piacenza, al fine di ottenere l’utilizzo di spazi all’interno dell’Ospedale di Fiorenzuola destinati alla pratica e all’avviamento dello sport paralimpico. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 5353: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla richiesta del Comitato italiano Paralimpico nei confronti dell’ASL di Piacenza, al fine di ottenere l’utilizzo di spazi all’interno dell’ospedale di Fiorenzuola destinati alla pratica e all’avviamento dello sport paralimpico. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rancan e Stragliati.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

È una situazione che voglio portare all’attenzione della Giunta per quanto riguarda l’ospedale di Fiorenzuola, centro unico della Val d’Arda, che è stato improntato a seguito della chiusura della struttura di Villanova come ospedale riabilitativo, quindi di riabilitazione fisico-motoria. Sappiamo che all’interno di questo ospedale vengono curati pazienti mielolesi, pazienti disabili, pazienti che hanno bisogno di aiuto sia fisico che psicologico, e questo question time va in quella direzione, perché sappiamo che ci sono state delle richieste da parte del Comitato Italiano Paralimpico, Sezione di Piacenza, dove veniva chiesta all’ASL, contestualmente alla creazione di questo nuovo polo, la possibilità di avere uno spazio dedicato alla formazione, anche per far sì che questi ragazzi potessero provare degli sport, attraverso il Comitato Italiano Paralimpico, in questa struttura, però ad oggi ancora risposta non è stata data né al Comitato Italiano Paralimpico né tantomeno all’Amministrazione locale di Fiorenzuola d’Arda…

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusate, chiedo un po’ più di silenzio in aula, grazie.

 

RANCAN: …né tantomeno ai ragazzi che hanno bisogno di iniziare a provare questi sport all’interno della struttura di Fiorenzuola.

Quindi l’interrogazione di oggi serve, da un lato, per portare questa situazione all’attenzione della Giunta, che per me è una situazione importante dato che si parla di persone disabili, anche perché sappiamo che a livello sportivo già tanti della nostra Regione, ma in Italia sono gli obiettivi raggiunti, anche da chi frequenta il Comitato Paralimpico anche Olimpiadi per le persone disabili, quindi sappiamo che può essere uno stimolo importante maggiore per le persone con disabilità anche per aiutarle a livello psicofisico. Quindi, chiedo alla Giunta se ha intenzione di sostenere la richiesta del Comitato Italiano Paralimpico di Piacenza e se c’è la volontà, anche tramite l’ASL piacentina, di poter dare ai ragazzi questa opportunità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

All’interno dell’ospedale della Val d’Arda, caratterizzato da una forte vocazione riabilitativa, assume particolare importanza lo sviluppo delle relazioni funzionali tra attività riabilitative e pratica sportiva, che è considerato un importante valore aggiunto in termini di salute, recupero funzionale e benessere psicofisico della persona con disabilità.

Per perseguire l’obiettivo di coniugare riabilitazione e sport si è dato corso ad una convenzione stipulata nel gennaio 2022 tra l’Azienda USL di Piacenza e il Comitato Paralimpico, che ha tra gli obiettivi principali la promozione dell’attività sportiva nelle persone con disabilità che frequentano i servizi sociosanitari del territorio, la sperimentazione di un laboratorio di avvicinamento alle pratiche sportive, l’apertura di sportelli presso l’ospedale e le case della salute che informino la popolazione sull’opportunità di sport praticabili per le persone con disabilità.

Il raggiungimento degli obiettivi sopra delineati sarà reso possibile anche attraverso l’impiego di personale qualificato, fornito dal Comitato Paralimpico, soprattutto per quanto riguarda le attività di sportello, mentre l’ASL di Piacenza mette a disposizione personale e locali idonei per permettere l’attività di avviamento alla pratica sportiva negli utenti in cura.

Sono già avviati incontri operativi tra professionisti dell’Azienda ASL di Piacenza e rappresentanti del Comitato Paralimpico, che dovranno, ai sensi dell’articolo 3 della convenzione, procedere alla stesura di specifici progetti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi sopra descritti. All’interno di questi progetti si darà seguito anche all’individuazione di spazi dedicati o, in alternativa, spazi comuni, per l’avvio dell’attività sportiva dei frequentatori dell’ospedale della Val d’Arda.

A tal proposito, sono già in essere compatti strutturati con i referenti del Comitato Paralimpico sia regionali che locali, per procedere con lo sviluppo complessivo del progetto. Parimenti, sono avviate le azioni per sviluppare la diffusione territoriale della pratica paralimpica, con il coinvolgimento dei case manager della disabilità ASL e dei professionisti territoriali del CIP, per l’avvio della pratica sportiva delle persone in carico ai servizi territoriali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il sottosegretario per avermi spiegato quello che sta succedendo all’interno dell’ASL, però oggi non vedo una risposta chiara alla mia domanda, che poi è la domanda che si fa il Comitato italiano Paralimpico, sezione di Piacenza, anche perché questo problema si è riscontrato a seguito della chiusura dell’ospedale di Villanova e si è riscontrato quindi a seguito del trasferimento della riabilitazione da Villanova a Fiorenzuola d’Arda. Ad oggi, quindi, i ragazzi a Piacenza non sanno dove poter provare questi sport paralimpici.

Ovviamente quello che viene detto oggi dal sottosegretario, però, pone un quesito. Certo, possono essere stabiliti degli spazi comuni o dedicati, ma la richiesta del Comitato Italiano Paralimpico di Piacenza è che vi sia uno spazio chiaramente dedicato all’interno dell’ospedale di Fiorenzuola d’Arda. Ci vuole uno spazio dedicato a questi ragazzi, come era stato promesso dall’allora DG, per poter dare la possibilità a questi ragazzi di svolgere attività all’interno di questo nuovo ospedale.

Noi pensiamo che sia prioritario, perché sappiamo bene, ripeto, come all’interno di questa struttura già lo spostamento da Villanova, e Villanova era una struttura che abbiamo sempre difeso anche per la sua area verde, per il suo parco, per la possibilità di effettuare tante attività anche all’esterno, oltre che all’interno, vista la piscina e vista la palestra che c’erano in quel complesso, però sappiamo che Fiorenzuola è una struttura completamente diversa, quindi oggi serve uno spazio dedicato per le attività sportive del Comitato Paralimpico e serve che venga fatto il prima possibile, mantenendo così le promesse che erano state fatte nel momento di chiusura di Villanova, sbagliando, e guardando anche all’apertura di Fiorenzuola.

Prendo gli ultimi due minuti per mettere l’accento su un problema che si sta verificando a Villanova, che è stato denunciato da due sindaci, dal presidente della Conferenza sociosanitaria Lucia Fontana, e dal sindaco, rieletto poco fa, di Villanova sull’Arda, Romano Freddi, sul cantiere molto, molto, molto lento, che sta procedendo molto a rilento, per il nuovo Centro paralimpico di Villanova sull’Arda. Questo, ovviamente, può creare qualche problema, perché sono stati i sindaci a dire che il cantiere sta andando molto a rilento rispetto a quelle che erano le scadenze programmate. Quindi, anche qui ci chiediamo: come mai sta andando molto a rilento? Perché i sindaci volevano valutare anche operazioni forti, anche probabilmente attraverso dei consulenti legali, per cercare di capire quali potessero essere le possibilità per accelerare. Ecco, io spero solo che le promesse che sono state fatte sul centro di Villanova non siano promesse col fumo, perché c’è stata l’inaugurazione, la posa della prima pietra, l’avvio del cantiere, serve ora, però, che si dia pragmaticità, perché Piacenza, Villanova, la Val d’Arda e Fiorenzuola hanno bisogno di quelle strutture che funzionano anche per i ragazzi e i pazienti, purtroppo, disabili, che devono avere la possibilità di praticare sport sia per il loro, ovviamente, benessere fisico, ma anche per quello psicologico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

 

OGGETTO 5357

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere al fine di sopperire alla carenza di personale medico nelle strutture sanitarie pubbliche regionali, affinché sia garantita l’assistenza ai cittadini riconoscendo la competenza e la professionalità dei medici. A firma del Consigliere: Lisei

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 5357: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere al fine di sopperire alla carenza del personale medico nelle strutture sanitarie pubbliche regionali, affinché sia garantita l’assistenza ai cittadini, riconoscendo la competenza e la professionalità dei medici. L’interrogazione è a firma del consigliere Lisei.

Prego, consigliera.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Sottosegretario, io non so quanto ve ne stiate rendendo conto, ma quello a cui stiamo assistendo è una vera e propria Caporetto della sanità pubblica. È una vera e propria Caporetto! Abbiamo i medici che fuggono, abbiamo i bandi che vanno deserti, abbiamo personale che si dimette, stanno aumentando le dimissioni volontarie di personale medico, abbiamo i reparti che sono sguarniti, abbiamo gente che aspetta al pronto soccorso, come è successo Ravenna, per 33 ore, ma non è un caso limite, perché ci sono tanti altri casi analoghi, abbiamo le prestazioni arretrate da recuperare, insomma è uno sfacelo, è una Caporetto della sanità!

Qual è la soluzione che sta portando avanti questa Regione, quella di perseguire ulteriormente il personale medico? Perché è questo che sta accadendo nell’ASL di Romagna, che è accaduto pochi giorni fa nella ASL di Romagna, personale medico a cui è stato decurtato lo stipendio perché non ha voluto sottostare al diktat di prestare la propria attività lavorativa al pronto soccorso.

Ci sono i turni che sono sempre più massacranti, c’è stato il blocco dei pagamenti delle reperibilità, e, invece di cercare in tutti i modi di trattenere le grandi qualifiche e il personale che abbiamo, lo trattiamo a calci nel sedere! Infatti cosa sta succedendo? Che tutti quelli che vanno via dal pubblico vanno nel privato, perché è questo che sta accadendo nella sanità: i medici, al contrario di una volta, quando facevano la corsa per poter lavorare nel pubblico, oggi scappano via per andare nel privato, per andare nelle cooperative, nelle quali sono trattati meglio, sono pagati di più, e noi cosa facciamo? Noi prendiamo e facciamo contratti con le cooperative per pagare il personale medico, che potevamo avere nelle nostre corsie ad un prezzo inferiore, pagandolo il triplo, il quadruplo, il quintuplo di quello che ci costerebbe se fosse rimasto.

Questo è quello che sta accadendo oggi nella sanità. È vero, è un problema nazionale, certamente è un problema nazionale, ma mi sbaglio o questa Regione ha sempre detto che è un’eccellenza da tutti i punti di vista? È un’eccellenza sì, come abbiamo sempre detto, per il personale che ci lavora, che però evidentemente ormai si è rotto le scatole di essere trattato a calci nel sedere, ma la parte organizzativa soffre di tutte le problematiche che hanno le altre Regioni, e forse anche di più.

Qui il nostro presidente Bonaccini più volte ha detto che siete per la sanità pubblica e che siete per la sanità territoriale, mi pare che stia accadendo l’esatto contrario. Mi pare che la sanità pubblica non esista più, che stiamo andando sempre più in un sistema privatistico di stile americano, che chi ha i soldi si può permettere la sanità, può farsi l’assicurazione e avere delle prestazioni, e chi non ha una lira non si può permettere una sanità adeguata e deve stare 33 ore al pronto soccorso per sperare di ricevere una prestazione sanitaria.

Non c’è neanche quella sanità territoriale che dicevate di perseguire, perché i presìdi sanitari territoriali sono stati smantellati e non c’è la possibilità di pensare che possono crearsi nuovamente, perché i fondi del PNRR li state utilizzando quasi tutti per creare nuove strutture, per creare le Case della salute, per creare nuovi poliambulatori, ma chi ci mettiamo dentro queste strutture? Perché qua c’è un problema di investire sulle persone, c’è un problema di investire sul personale, c’è un problema di valorizzare, riqualificare e essere attrattivi per il personale medico. Sennò, possiamo spendere milioni e milioni di euro, creare delle Case della salute, creare degli olimpi della salute, creare degli stadi della salute, ma resteranno sempre vuoti e quelle prestazioni sanitarie che dovrebbero essere erogate non possono essere erogate perché il personale medico non c’è. Si è rotto, non ne può più del pubblico e scappa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Vorrei tranquillizzare il consigliere Lisei: non è in corso alcuna Caporetto. Ci sono elementi di difficoltà, come li abbiamo attraversati negli ultimi due anni e mezzo, e noi siamo qui per governare, non per denunciare problemi, ma per provare ad affrontarli e risolverli.

Naturalmente i medici non si costruiscono in un giorno, e quindi qui sotto giudizio vi è giustamente anche una politica di lungo termine relativa alla strategia di formazione del personale sanitario nel nostro Paese. L’incidenza della spesa sanitaria nel nostro Paese è andata diminuendo nel corso del tempo, così come il ricorso alla sanità privata, convenzionata e non. Io credo che in questo quadro si possa ribadire che la nostra Regione, anche nel quadro della gestione della pandemia, abbia fatto scelte diametralmente opposte, nei limiti delle compatibilità dentro cui tutti ci muoviamo e nei limiti delle difficoltà che si ripercuotono anche sugli operatori, purtroppo sugli stessi operatori che hanno affrontato due anni e mezzo di gestione della pandemia. Quindi, nel corso degli ultimi anni, a seguito di una insufficiente programmazione del nazionale dei fabbisogni di personale medico specialista, del pensionamento di un numero significativo di medici specialisti e delle necessità clinico-organizzative connesse alla gestione delle emergenze pandemiche, tutte le Aziende sanitarie stanno attraversando una crisi di reperimento del personale medico specializzato, soprattutto in alcune discipline. Come sapete, il problema non è omogeneo. Tale circostanza, quindi, ha interessato anche l’Emilia-Romagna, che, pur essendo tra le regioni più colpite dall’emergenza pandemica, in particolare nella prima fase, ma non solo, è riuscita a mantenere in funzione, con esiti, io credo, complessivamente soddisfacenti, tutta la rete ospedaliera, nonostante le forti limitazioni dovute ai fattori soprariportati e alla necessaria creazione di percorsi separati nella gestione del flusso dei pazienti. Il fatto che abbiamo chiuso delle strutture non corrisponde al vero, il fatto che la resilienza di questo sistema territoriale si sia dimostrata più forte di altre è perché disponiamo di strutture territoriali, di ospedali di comunità presenti nel territorio che hanno permesso una gestione più sistemica anche della pandemia nei momenti più duri. Nel corso degli ultimi mesi l’assessorato ha introdotto numerose azioni per affrontare l’emergenza concernente il personale, adottando un pacchetto di misure urgenti, con effetto a breve, a medio e a lungo termine. Tali misure prevedono, tra l’altro, la valorizzazione del personale operante e il massimo utilizzo di tutti gli strumenti contrattuali ordinari e straordinari previsti dalla normativa vigente.

Da ultimo, sono state siglate o sono in corso di negoziazione intese con le principali organizzazioni sindacali delle diverse categorie professionali. Il ricorso all’appalto di servizi sanitari è strettamente legato a condizioni di estrema difficoltà nel mantenere le attività dei servizi di emergenza urgenza con il personale a disposizione. È importante sottolineare che, seppur pienamente legittimo, come confermato anche recentemente dal Governo, tale strumento trova applicazione in ambiti specifici e temporalmente circoscritti. Non si tratta né di una pratica generalizzata, né di un obiettivo a cui tendere, è parte di una strategia con cui provare a mettere in equilibrio le risorse economiche disponibili, le risorse umane disponibili e la necessità di accorciare le liste d’attesa, perché questo è il momento in cui tornare ad erogare le prescrizioni sempre più nei tempi previsti e programmati. La scelta di utilizzare le risorse del PNRR in particolare per la costruzione di strutture territoriali è una scelta positiva, utile, è un modello che la Regione Emilia-Romagna aveva già assunto per tempo, che riconferma, ed è positivo che il Governo intenda generalizzarlo su tutto il territorio nazionale. Si spende per i muri e non per le persone, perché questo prevede il PNRR, questo prevede la missione della salute. È aperto un confronto fra le Regioni e il Governo anche per quanto attiene le risorse funzionali del Fondo sanitario nazionale e non solo, per avere personale a disposizione dentro queste strutture e per far fronte anche ai costi energetici che questo determina (spesa corrente, quindi, non spesa di investimento).

Suggerisco però, a fronte della denuncia dei problemi che ci sono e sono ben a conoscenza dell’Amministrazione, di dare una dimensione a queste cose, perché il nostro obiettivo è portare fuori dalle difficoltà il sistema, così come lo abbiamo traghettato dentro la gestione dell’emergenza. Se diciamo che è una Caporetto, non facciamo un buon servizio neanche agli operatori sanitari.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Lisei.

 

LISEI: Guardi, sottosegretario, non facciamo un buon servizio a nessuno neanche nascondendo la polvere sotto il tappeto. La verità è che il personale sta scappando. La verità è che c’è il blocco dei pagamenti delle reperibilità. La verità è che al personale in Romagna sono state fatte delle decurtazioni dello stipendio. Se questo è il programma per cercare di trattenere i medici che abbiamo, ripeto, non c’è solo il problema di trovare nuovi medici, ci sono medici che si stanno dimettendo, stanno andando via, perché se lei lavora per la cooperativa “Stupazzoni” prende il triplo e fa meno ore in ospedale, mentre chi lavora al pronto soccorso fa dodici, tredici, quattordici ore, non ha ferie, non ha reperibilità e prende un terzo. Quindi, la gente si sta dimettendo dal pubblico per andare nel privato perché sta meglio, e noi compriamo le prestazioni dal privato che ci costano di più. Questa è la realtà dei fatti.

Se non è una Caporetto della sanità pubblica perdere il proprio personale, che è la maggiore risorsa che abbiamo, non so che cosa sia. Io dico che in regione Emilia-Romagna è bene investire su qualche struttura, ma stiamo parlando solo di risoluzione del problema attraverso il mattone, il mattone, il mattone. Creare le Case della salute, creare nuovi poliambulatori. Poi, tra tre o quattro anni quando saranno costruite, voglio vedere chi ci sta dentro. Il personale delle cooperative perché noi non ne abbiamo più. Questo è il dato di fatto. Non è una Caporetto? Chiamatela come volete, ma di fatto ne pagheranno le conseguenze i cittadini.

 

OGGETTO 5351

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni si stiano intraprendendo per favorire l’accesso al Registro unico del Terzo settore dei soggetti associativi e far sì che l’istituto del 5 per mille rimanga prerogativa del solo no profit. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, la n. 5351: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali azioni si stiano intraprendendo per favorire l’accesso al Registro unico del Terzo settore di tutti i soggetti associativi e poi far sì che l’istituto del 5 per mille rimanga prerogativa del solo non profit, a firma del consigliere Amico.

Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Questa interrogazione nasce da una serie di appelli che sono stati rivolti anche alla Regione Emilia-Romagna sia dal Forum regionale del Terzo settore che da alcune sue articolazioni territoriali rispetto ad una preoccupazione molto forte manifestate da soggetti associativi presenti sul nostro territorio, che ricordo essere censiti da Istat pari a circa 23.000, nella fase di transizione che ci porterà all’istituzione del Registro unico nazionale del Terzo settore, che è quello che compie un pezzo della riforma, ormai datata 2017, a livello nazionale. Dicevo, 2017, quindi una serie di ritardi che si sono accumulati nell’emanazione dei decreti attuativi, non ultimo quello istitutivo del Registro unico, che per una serie di temporalità sta costringendo sostanzialmente queste associazioni a dover svolgere delle assemblee con maggioranze qualificate nel periodo estivo. Voi sapete che, se parliamo di volontariato e di associazioni, l’onere burocratico è importante, ma non può essere impeditivo della propria azione, e conseguentemente la necessità di riallineare dei tempi diversi rispetto a quella che è la scadenza estiva, sapendo che il Registro unico si articola attraverso gli uffici regionali, quindi scarica nel nostro caso sul livello regionale, sugli uffici della Regione, una serie di incombenze, uffici che si stanno rendendo conto che rispetto a quei 23.000 soggetti di cui dicevo prima, la registrazione degli 8.000 dell’esistente Registro regionale determina una distanza molto ampia, che quindi impone a questi oltre 15.000 soggetti di capire all’interno di quale quadro stare.

Certo, ci sono stati mesi di studio e di approfondimento, ma lo stesso Ministero del lavoro non ha emanato non solo decreti attuativi, ma alcune circolari che facessero chiarezza, per esempio sulla definizione degli Statuti di questi soggetti. Non ha approvato, per esempio, dei modelli di Statuto che potessero essere assunti dalle reti associative.

Quello che più ci preoccupa sono chiaramente le piccole associazioni, che magari non hanno un supporto diretto e di consulenza efficace.

Al di là dell’onere burocratico, sappiamo anche che manca il quadro fiscale di riferimento per l’intero Terzo settore, quindi questo comporta anche una difficoltà di questi soggetti nel capire all’interno di quale casella del Registro unico stare, mancano ancora i ristori che a livello nazionale sono stati stanziati già a partire dal 2020, ma che nel corso di questi due anni e ancora non sono stati erogati nei confronti di questi soggetti, è stata sventata recentemente, ma l’attenzione, secondo me, va tenuta molto alta, la distrazione delle risorse derivanti dal 5 per 1000, che costituzionalmente sono state orientate nei confronti del no-profit e che ultimamente un emendamento voleva distogliere, inserendo anche, per esempio, le forze dell’ordine.

Siamo consapevoli che la Regione Emilia-Romagna, da questo punto di vista, riconoscendo il valore che questi soggetti associativi hanno rappresentato nella pandemia, ma anche nella gestione dell’emergenza ucraina su cui hanno investito molto, nel senso che, contrariamente a quanto fatto dal Governo, sono state stanziate risorse per 12 milioni, ma queste risorse sono state erogate, la Regione Emilia-Romagna ha accompagnato tutti i percorsi di trasformazione rispetto al Registro unico, quindi la domanda di oggi è capire quali azioni si stiano intraprendendo per favorire un traghettamento quanto più possibile esteso di questi soggetti – 23.000, ricordo – all’interno del Registro unico e, quindi, non dissipare un patrimonio molto importante per il nostro territorio regionale, fatto di volontariato e partecipazione, su cui anche molti Enti locali fanno affidamento per la gestione di una serie di attività e servizi che, altrimenti, non potrebbero svolgere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In merito a quanto evidenziato dal consigliere, mi preme sottolineare la piena condivisione sull’importanza di sostenere e promuovere il mondo del Terzo settore, che ha dimostrato di essere risorsa fondamentale, ancora una volta, nelle difficoltà che le nostre comunità hanno dovuto affrontare negli ultimi anni.

Proprio per questo la Regione ha attivato uno sforzo economico poderoso stanziando in due anni oltre 17 milioni di euro per misure a sostegno dell’attività degli enti della nostra regione e per lo stesso motivo è massima l’attenzione affinché l’attuazione della riforma per la parte relativa al Registro unico del Terzo settore non impatti negativamente sulle associazioni, in particolare su quelle meno strutturate.

Infatti, con l’approvazione del decreto direttoriale n. 561/2001 della Direzione generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese del Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è reso operativo, come ha ricordato l’interrogante, il Registro unico del Terzo settore, pertanto a far data dal 23 novembre 2021 è possibile presentare, da parte degli enti, domanda di iscrizione ad una delle sezioni del cosiddetto RUNTS, ma soprattutto si è dato avvio alla parte di trasmigrazione dei soggetti iscritti nei registri regionali e nel Registro nazionale delle APS al RUNTS.

La trasmissione è un processo che consta di due fasi. Il primo step – dico cose che il consigliere Amico conosce meglio di me, ma lo faccio a beneficio della platea – si è avviato il 23 novembre 2021 e si è concluso il 22 febbraio 2022, ha riguardato il trasferimento, secondo tracciati ministeriali, dai precedenti registri regionali verso il RUNTS degli elementi informativi e documentali riguardanti le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale iscritte. Contestualmente, vi è stata la trasmigrazione dei dati da parte dell’Ufficio ministeriale delle associazioni affiliate alle reti nazionali iscritte nel Registro nazionale delle APS, per un totale complessivo di circa 10.500 associazioni in Emilia-Romagna. In data 22 febbraio ha avuto inizio il secondo step. Sono stati iniziati ex officio i procedimenti di verifica sulla sussistenza dei requisiti per l’iscrizione nelle sezioni del RUNTS dei sopramenzionati Enti, già iscritti nei preesistenti Registri delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, con o senza personalità giuridica.

Il termine per la conclusione del procedimento, fissato in 180 giorni, scade il 22 agosto. Da qui il problema sollevato, al netto di eventuali sospensioni o interruzioni per integrazione di dati o documenti. Ad oggi, l’Ufficio RUNTS della Regione Emilia-Romagna deve operare su 11.307 posizioni aperte, di cui 9.074 trasmigrate dalla Regione e 2.233 provenienti dal Ministero, in trasferimento concorrente Regione/Ministero sono 794 al 27 aprile 2022.

Le 2.233 associazioni provenienti dal Ministero sono associazioni che risultano affiliate ad una delle 47 reti associative nazionali, precedentemente iscritte al Registro nazionale APS, con sede legale nel territorio della Regione Emilia-Romagna, delle quali attualmente l’ufficio regionale non dispone di alcun dato o documento obbligatorio o necessario a finalizzare l’iscrizione al Registro.

Per facilitare la gestione della trasmigrazione delle associazioni che fanno parte di rete nazionale, è stata fin da subito avviato una collaborazione con il Forum regionale del Terzo settore, in particolare per definire modalità e tempi per l’acquisizione delle informazioni mancanti, e ad oggi hanno fornito i dati richiesti 33 reti, come ARCI, ANSPI, ACLI, AGESCI, Movimento Cristiano lavoratori. Queste 33 reti rappresentano 2.133 associazioni su 2.333 totali, a dimostrazione dell’ottimo rapporto di collaborazione tra l’Ufficio regionale, il Forum del Terzo settore e le reti associative della nostra Regione, che hanno fornito un supporto fondamentale.

L’altro importante canale di collaborazione è quello con i Centri di servizio per il volontariato, a cui si rivolge un grande numero di associazioni per ricevere assistenza in questa delicata fase, con le quali l’ufficio regionale realizza periodici momenti di confronto e aggiornamenti reciproci.

Ad oggi risulta completata la trasmigrazione al RUNTS di 1.336 associazioni e ve ne sono 2.536 con procedimenti ancora in corso. Sono state richieste modifiche statutarie laddove gli Statuti contengano disposizioni in contrasto al Codice del Terzo settore oppure laddove manchino i documenti obbligatori.

Quanto fin qui descritto dimostra la complessità e la delicatezza del processo che è stato tempestivamente avviato, soprattutto l’impossibilità – lo riconosciamo – di concluderlo entro il termine definito dal Ministero per il 22 agosto, che vedrebbe molte associazioni, soprattutto gli affiliati alle reti nazionali, dover modificare e approvare i nuovi Statuti nei mesi di luglio e agosto, convocando le assemblee in seduta straordinaria, poiché non è stato prorogato il termine del 31 maggio, che dava la possibilità di modifiche statutarie con maggioranze semplificate. Al fine di garantire pari trattamento a tutte le associazioni in fase di trasmigrazione e di riconoscere le oggettive difficoltà poste dal processo, le Regioni e le Province autonome hanno approvato, in Conferenza delle Regioni, proposte emendative al Codice del Terzo settore, poi inviate al Ministero competente, quello del ministro Andrea Orlando. In sintesi, questi i contenuti delle proposte: prevedere una sospensione nel periodo estivo dal 1 luglio al 15 settembre, perché ciò permetterebbe alle associazioni che devono modificare gli statuti di non dover convocare le assemblee in un periodo oggettivamente proibitivo; introdurre di nuovo la possibilità di approvare le modifiche statutarie con maggioranze semplificate, quindi prorogare la misura fino al 31/12; prorogare il termine per l’accreditamento al 5 per mille dal 31 ottobre al 31 dicembre. In questi giorni la risposta del ministro Orlando, il presidente della Conferenza delle Regioni, che assicura condivisione e massimo impegno nel portare a termine l’iter legislativo necessario per tali modifiche.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie…

 

BARUFFI, sottosegretario: Concludo, presidente.

Da ultimo, si fa presente che il Ministero non ha ancora approvato gli statuti tipo per le reti associative nazionali, fondamentale strumento previsto dalla normativa per agevolare i procedimenti di trasmigrazione e nuove iscrizioni, sia a vantaggio delle associazioni che dell’Ufficio regionale del RUNTS. Anche in questo caso, in sede di Commissione Politiche sociali gli assessori di tutte le Regioni e delle Province autonome hanno chiesto un incontro con il direttore generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per avviare un confronto immediato.

Era oggetto dell’interrogazione, per cui concludo dicendo che la Regione condivide la preoccupazione e l’attenzione manifestate dall’interrogante anche su un corretto impiego dello strumento del 5 per mille. Non si tratta di definire iniziative buone o non buone, si tratta di riconoscere la specificità di istituti per come sono stati concepiti e non metterli in conflitto con finalità differenti, né migliori né peggiori, ma decisamente differenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Mi dichiaro soddisfatto della dettagliata e quanto mai pedagogica risposta dell’Assessorato e del sottosegretario, che, secondo me, dà anche il senso della complessità della transizione che stiamo affrontando rispetto a tutto quanto il tema del Terzo settore e ci dà idea della complessità soprattutto in ordine burocratico di adempimento: E qui credo che vada anche osservato come l’apporto della Regione sia stato particolarmente positivo perché ad oggi quella riforma nazionale che doveva ricomporre un quadro sta facendo fatica e sta soprattutto rimanendo ancorata all’elemento di carattere formale, mentre rinuncia quasi interamente all’attività di promozionalità e di sostegno. Testimone ne è la mancata erogazione dei ristori ormai da due anni a questa parte, che speriamo avvenga nei termini più celeri possibili.

Ringrazio quindi nuovamente il sottosegretario Baruffi, chiedo chiaramente il testo della risposta, sarà anche nostra cura informare chi ha sollecitato a mezzo stampa una attenzione particolare rispetto ai dispositivi che sono stati rappresentati dalla Conferenza Stato Regioni nei confronti del Ministero del lavoro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Abbiamo concluso le interrogazioni, colleghi, quindi proseguiamo con l’ordine del giorno.

 

OGGETTO 5342

Comunicazione dell’assessore Priolo, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, su: “Informativa relativa ad emergenza siccità e crisi idrica”

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): L’ordine del giorno prevede l’oggetto 5342, la comunicazione dell’assessora Priolo, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, su: “Informativa relativa ad emergenza siccità e crisi idrica”.

Prego, assessora Priolo.

 

PRIOLO, assessora: Probabilmente prenderò tutto il tempo che ho a disposizione. Presidente, consiglieri e consigliere, intervengo per relazionare su questa nuova emergenza, che attanaglia non solo l’Emilia-Romagna ma l’intero nord Italia. Questa siccità è un’emergenza inedita rispetto a quella già vissuta nel 2017 per diversi territori dell’Emilia-Romagna, a partire dalle Province di Ferrara e Ravenna, fino ad arrivare oggi a Parma e Piacenza.

Tale emergenza da sabato si unisce, in un binomio di fuoco, allo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, scattato per i territori di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in vigore dal prossimo 1 luglio. Proprio oggi, martedì, stando alle previsioni, potrebbe essere prorogato ed esteso a tutto il territorio regionale.

Il mio intervento vuole fornire il necessario quadro di lettura della fase che stiamo attraversando, facendo il punto sulle misure di prevenzione già attuate negli ultimi mesi dalla Regione e dai Consorzi, e sugli interventi da mettere in campo con celerità per fronteggiare l’emergenza.

Dopo aver dichiarato lo stato di crisi regionale nella giornata di martedì 21 giugno, entro 24 ore il presidente Bonaccini firmerà la richiesta dello stato di emergenza nazionale al Governo. Ottenerlo è fondamentale per la gestione unitaria delle criticità che interessano tutto il bacino del Po, al di là dei confini regionali, oltre che per mettere in campo le risorse necessarie all’assistenza alla popolazione e agli interventi più urgenti. Se è vero che l’acqua è vita, infatti, lo è a maggior ragione in una terra come la nostra, dove la risorsa idrica è un motore indispensabile per i vari settori dell’economia.

Ogni anno in regione se ne consuma mediamente oltre 1.400.000.000 di metri cubi, il 60 per cento circa per usi irrigui (900 milioni), il 25 per cento per il potabile (350 milioni) e il 14 per cento per l’industria (200 milioni). Le condizioni meteo vissute a partire dall’autunno mettono ora alla prova i prelievi necessari a soddisfare questi bisogni.

Nel corso dell’estate in Emilia-Romagna il bilancio idro-climatico è sempre stato negativo. Tuttavia, i livelli raggiunti nelle ultime settimane sono paragonabili a valori di fine stagione. La situazione è particolarmente critica sulle colline piacentine e parmensi e nella pianura ferrarese. Colpisce il dato delle precipitazioni, già inferiori lo scorso ottobre del 55,8 per cento rispetto al valore medio dei trent’anni precedenti (1990-2020). Sono caduti al suolo 47,4 millimetri di pioggia, ben 59,7 in meno rispetto ai 107 attesi. Tutto l’inverno è trascorso con valori al di sotto della media. L’apice della gravità si sta raggiungendo a giugno: finora si sono registrati solo 16 millimetri di pioggia in tutta la regione, con una flessione del 62,2 per cento rispetto al dato storico, meno 26,2 millimetri. Le piogge cumulate da ottobre 2021 a maggio 2022 sono tra i sei e i sette indicatori più bassi dal 1962, simili a quelli delle ultime annate più siccitose, come il 2017, il 2012 e il 2007.

Alla scarsità di piogge si uniscono le alte temperature: maggio 2022 è il terzo più caldo dal 1961. Anche a giugno le massime sono state quasi di tre gradi superiori alla norma. Per i prossimi giorni le previsioni rimangono stabili. La presenza di un anticiclone causa un ulteriore aumento della temperatura, con punte, che stiamo vivendo, di 37 gradi in pianura e comunque valori leggermente superiore alla media climatologica fino al 24 luglio, quando tenderanno a riallinearsi al dato medio. Fino a domenica 10 luglio le precipitazioni saranno inferiori alla norma del periodo.

La siccità di piogge, a partire dall’autunno-inverno 2021, ha infatti determinato la riduzione delle portate dei corsi d’acqua per lunghi periodi prossimi o inferiori ai minimi storici. Nonostante i temporali di inizio giugno, non si sono registrati significativi incrementi in termini di portata nel reticolo idrografico principale regionale. Al contrario, si osservano livelli ovunque in lieve diminuzione. Le portate medie mensili parziali di giugno risultano inferiori alle medie storiche per il periodo di riferimento in tutto il territorio regionale, raggiungendo valori confrontabili con i minimi storici nell’Emilia occidentale e in Romagna. Il grande fiume è l’osservato speciale, il Po, la disponibilità di risorsa è costantemente valutata dall’Osservatorio parmense degli usi idrici del distretto padano, che torna a riunirsi nella giornata di oggi e che già nella sua ultima seduta, il 20 giugno, ha stabilito il passaggio dal livello medio di severità idrica allo stato di severità idrica alta.

Ha inoltre proposto di limitare le derivazioni in atto di almeno il 20 per cento, tenendo inalterati i rilasci dei grandi laghi, proposta bocciata dal Consorzio di Ticino che ha immediatamente risposto negativamente, a meno di una disposizione nazionale superiore, proveniente dal Capo dipartimento di Protezione civile.

Le portate del Po risultano comunque in diminuzione, con medie mensili parziali decisamente inferiori a quelle storiche del lungo periodo e confrontabili con i minimi storici. La situazione è preoccupante, perché il sistema irriguo regionale ha avviato alcuni prelievi significativi dal Po per sopperire alla carenza naturale di deflusso dei corsi d’acqua appenninici.

Rilevante è il prelievo effettuato a Palantone, a servizio del canale emiliano-romagnolo, che contribuisce a rispondere alla necessità idropotabile del ravennate, oltre che ad alimentare il comparto irriguo del settore orientale della Regione.

La magra fluviale e le condizioni di alta marea favoriscono la risalita del cuneo salino, a risalire più dell’ingressione è il Po di Goro il ramo delta più vicino al mare, è lì che con l’alta marea il cuneo ha raggiunto i 21 chilometri, dati eloquenti se paragonati ai valori del 2003, annata già critica, quando con l’alta marea si era attestata sui 14,4 chilometri.

Per contrastare il fenomeno, fondamentali sono le portate in arrivo da monte. A Pontelagoscuro sono scese ed è scattato il livello di preallerta. A Bondeno, il CER stamattina si è attestato a 2,61 metri, pochi centimetri in più rispetto ai giorni scorsi, quando era sceso sotto i 2,58, soglia minima sperimentata per il funzionamento delle pompe.

Un focus fondamentale è anche quello che riguarda il riempimento degli invasi, anch’esso in diminuzione. Particolarmente severa la situazione nel piacentino, il dato peggiore riguarda la diga di Molato con funzioni irrigue, piene solo per il 24,3 per cento. Quella di Mignano, che serve l’idropotabile della Val d’Arda e risponde anche a necessità dell’agricoltura, è al 49,2 per cento.

Migliore la situazione nel bolognese, con Suviana al 95 per cento, e in Romagna, dove Ridracoli si attesta all’82 per cento, un dato importante per le utenze idropotabili di oltre la metà del territorio delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Ad integrarla nel riminese è la Diga del Conca, piena per circa il 90 per cento.

A fronte di una situazione critica già dall’inverno, la Regione è intervenuta nei mesi scorsi per salvaguardare la risorsa idrica e prevenire il più possibile i danni al comparto agricolo. A marzo sono partite attività di informazione e comunicazione per sensibilizzare sulle buone pratiche di risparmio idrico. Ad aprile, a fronte di un regime idrologico già estivo, la Giunta regionale ha anticipato l’applicazione del deflusso minimo vitale. Ciò ha permesso di usufruire delle eventuali precipitazioni invasando il possibile, per non perdere nemmeno una goccia d’acqua. Un mese dopo, il 23 maggio, la Giunta ha approvato le disposizioni sulla richiesta delle deroghe temporanee al deflusso minimo vitale, semplificando la procedura da seguire, ma prevedendo anche un attento monitoraggio sul fronte ambientale per minimizzare l’impatto sugli ecosistemi. Ciò si unisce al sistema a semaforo, a portata di click, attivato da ARPAE lo scorso anno attraverso il proprio sito web, per una gestione dei prelievi da fiumi e torrenti volta a coniugare la tutela dell’ambiente con le esigenze irrigue.

Dal punto di vista istituzionale sono stati, inoltre, attivati specifici tavoli di coordinamento tematici per garantire l’uso ottimale della risorsa in relazione al Reno lo scorso 17 giugno e al Po, ad Isola Serafini, il 20 giugno, già operativo dalla primavera quella sul Trebbia e la Diga del Brugneto. L’aggravarsi della situazione, però, ha portato all’istituzione di una specifica cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, che si è riunita per la prima volta martedì 21 giugno. Con me hanno partecipato il collega Mammi, i servizi regionali competenti, ARPAE, AIPO, Autorità distrettuale di bacino del fiume Po, ATERSIR e i gestori del servizio idrico integrato, ANBI e i Consorzi di bonifica e il Consorzio Canale Emiliano-Romagnolo. La cabina di regia ha condiviso la scelta di richiedere lo stato di emergenza nazionale al Governo in seguito alla dichiarazione dello stato di crisi regionale per ottenere risorse necessarie all’assistenza alla popolazione e agli interventi urgenti. A cura di ATERSIR, in seguito alla riunione è stata diffusa a tutti i Comuni emiliano-romagnoli un’ordinanza tipo da adottare per limitare gli sprechi d’acqua. Già il giorno successivo, martedì 22 giugno, ho illustrato in Conferenza Stato-Regioni la situazione dell’Emilia-Romagna. La discussione si è concentrata su due filoni di intervento: le misure da mettere in atto immediatamente per affrontare l’emergenza e le progettualità di medio-lungo periodo, compresi gli interventi strutturali e norme di semplificazione per la loro attuazione.

La siccità in corso presenta, infatti, gravi conseguenze su più fronti, per cui si rende necessario intervenire su più livelli, intanto l’idropotabile. Garantire l’acqua per soddisfare le esigenze idropotabili è la priorità irrinunciabile che la Regione si è data, insieme a tutti i soggetti competenti nella gestione della risorsa idrica.

Al momento, le principali criticità riguardano Ferrara e Ravenna, alimentate in gran parte dal Po, ma, contrariamente a quanto affermato sulle colonne di un quotidiano nazionale, l’acqua potabile nelle due province non ha le ore contate. Al momento, anche grazie a tutte le azioni attivate, continua quindi a non esserci un rischio per il servizio idropotabile.

Su Ravenna, il CEF stamattina, come dicevo, è a 2,61 metri, contro il nuovo minimo sperimentato di 2,52 nei giorni scorsi, quindi in salita rispetto ai livelli di massima allerta. Il canale emiliano-romagnolo alimenta infatti diversi potabilizzatori, tra cui il NIP 1 e il NIP 2, a servizio dell’area di Ravenna, e gli impianti di Forlimpopoli e Bubano.

In tal senso è opportuno ricordare che dall’invaso di Ridracoli dipende circa il 50 per cento dell’approvvigionamento idropotabile non solo della provincia di Ravenna, ma anche delle province di Forlì, Cesena e Rimini, motivazione per la quale risulta fondamentale garantire potabilizzatori NIP 1 e NIP 2.

Nessuna criticità immediata, quindi, per i 240.000 abitanti di Ferrara e dei nuovi Comuni della provincia, dove l’apporto idropotabile dipende dal Po, con i prelievi del potabilizzatore di Ponte Lago scuro, Argenta, Mirabello, Poggio Renatico, Portomaggiore, Sant’Agostino, Vigarano Mainarda, Voghera e parte di Cento.

Ad oggi, il fiume evidenzia livelli inferiori alle medie del periodo, con trend in decrescita, ma ancora sopra il livello minimo per il funzionamento fissato a meno 7,60 metri sullo zero idrometrico.

Questa mattina è a meno 7,17 metri, in via precauzionale si sono avviate le operazioni per installare tre pompe da posizionare in alveo su strutture galleggianti. Con lo stoccaggio di sicurezza disponibili attraverso appositi bacini, inoltre, si potrebbe comunque sopperire per tre giorni all’alimentazione idropotabile del territorio interessato in caso di stop al prelievo da Po.

Particolare attenzione stiamo avendo sull’Acquedotto gestito da CADF, che serve fino a 70.000 utenze di 11 Comuni della Bassa ferrarese (Riva del Po, Jolanda di Savoia, Mesola, Goro, Codigoro, Copparo, Tresignana, Fiscaglia, Lagosanto, Stellato e Comacchio).

Il 49 per cento delle acque è captato da falda profonda tramite pozzi a Ro, ma ben il 51 per cento deriva dal Po alla centrale di potabilizzazione di Serravalle. L’impianto si trova poco a monte dell’incile del Po di Goro e dista dal mare circa 45 chilometri. È quindi minacciato dalla risalita del cuneo salino, che, però, come vi dicevo, allo stato attuale ha raggiunto i 21 chilometri.

Infine, problemi di approvvigionamento diffuso si stanno cominciando ad avere nelle zone appenniniche della regione, dove diverse acquedotti sono alimentati da sorgenti montane in rapido esaurimento. La situazione potenzialmente più critica è certamente quella della provincia di Parma, nell’area servita dal gestore Montagna 2000, che presenta sistemi di rete molto frazionate e di difficile interconnessione con gli acquedotti di valle. In questi casi sarà quasi certamente inevitabile il ricorso all’uso delle autobotti per l’approvvigionamento dei serbatoi.

Sul fronte irriguo complessa è la situazione nel piacentino. Già gli invasi di Molato e Mignano, di cui vi parlavo, sono in forte sofferenza e si stanno applicando riduzioni delle erogazioni alle aziende agricole. Si è anticipato di un mese il rilascio ordinario di 2.500.000 metri cubi di acqua dalla Diga del Brugneto. Risultano in deficit anche i fiumi appenninici. Si eseguono ancora prelievi dal Po, ma in riduzione di circa il 20 per cento. Situazioni di criticità già in atto anche nel reggiano, con la situazione più grave sull’Enza, che l’ha già raggiunta a fine maggio. Oggi presenta valori prossimi al DMV ed è già stato richiesto il prelievo in deroga. Per l’area del Po la criticità è stata raggiunta il 10 giugno, per quella del Secchia il 20. In tutti i bacini l’irrigazione è strettamente turnata.

La crisi ha il picco anche per il CER, mentre si prevede a inizio luglio nel parmense, dove la portata dei corsi d’acqua appenninici è fortemente in calo, con Taro ed Enza prossime al DMV. Lo stesso vale nell’ambito di competenza dei Consorzi di bonifica Burana, della Pianura Ferrarese e della Romagna, ed entro metà luglio per la Renana. Nell’area del Consorzio della Romagna Occidentale il picco è in corso e con previsioni di aggiornamento nel Distretto di pianura, mentre è previsto per agosto nel Distretto della montagna.

La scarsità di precipitazioni e la secca del fiume Po hanno inciso anche sulle produzioni di energia idroelettrica cumulate al 22 giugno dalle centrali Enel in regione Emilia-Romagna, in crollo a meno della metà rispetto al 2021, calo del 56 per cento. Per la prima volta nella sua storia è stata affermata la centrale di Isola Serafini, nel piacentino. Il livello delle acque non permette, infatti, il funzionamento dei gruppi idroelettrici dell’impianto.

Come vi dicevo, dopo il decreto sullo stato di crisi regionale, il presidente si appresta, entro ventiquattro ore, a sottoscrivere lo stato di emergenza nazionale, e probabilmente dopo la Conferenza Stato-Regioni siamo la prima Regione a chiederlo. Inoltre, è in corso un grande lavoro di coordinamento tra Regione, Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, ATERSIR, gestori del servizio idrico integrato, Consorzi di bonifica e ANBI per censire tutte le azioni da mettere in campo nell’immediato per affrontare l’emergenza.

Come previsto dal Codice di Protezione civile, si tratta delle misure di assistenza alla popolazione, ad esempio la fornitura di acqua attraverso autobotti, e degli interventi urgenti per ripristinare la funzionalità dei servizi pubblici e delle reti, per salvaguardare la riserva idropotabile e proteggere gli habitat, specie la fauna ittica.

Dai primi dati della ricognizione emerge un fabbisogno di oltre 12 milioni per rispondere nell’immediato alle criticità. Ben 10 milioni riguardano gli investimenti sul fronte idropotabile, con opere per più di 4 milioni già in corso o di prossimo avvio, tra fornitura di acqua con autobotti, scavo di pozzi, posa di nuove condotte, sistemi di pompaggio.

Altri 2.200.000 euro circa afferiscono all’irriguo e per oltre la metà fanno riferimento a progettualità già in atto o in partenza (impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi delle sezioni di presa degli impianti, per fare qualche esempio).

Raggiunta una quota di 20 milioni di euro, la maggior parte (18 milioni) per intervento sul Canale emiliano-romagnolo e l’irriguo, per interventi di riduzione del rischio residuo da attuare nel medio termine, dunque non finanziabili con la prima fase dello stato di emergenza. Si tratta comunque di numeri in costante aggiornamento ora per ora, di un work in progress, e l’obiettivo è ottenere il prima possibile la dichiarazione dello stato di emergenza con le relative risorse.

I cambiamenti climatici in corso ci porteranno sempre più in futuro ad affrontare difficoltà legate alla scarsità della risorsa idrica, e il lavoro da fare per affrontarli è tanto, ma l’Emilia-Romagna non parte davvero, innanzitutto perché ha chiari i pilastri su cui fondare la propria strategia, più capacità di stoccaggio.

Meno perdite di rete e utilizzo della risorsa idrica, come avviene a Mancasale, in provincia di Reggio Emilia, dove l’impianto di depurazione assicura ogni anno 5 milioni di metri cubi d’acqua all’agricoltura, sono i princìpi a cui ispirare il nuovo Piano di Tutela delle Acque, sono i princìpi che già si rispecchiano negli investimenti previsti prima di tutto sul versante idropotabile, candidati al PNRR.

Lo scorso maggio, il Consorzio d’Ambito ha presentato un pacchetto di 15 macro interventi del valore di 197 milioni di euro, 132 milioni richiesti al Ministero attraverso il bando del PNRR e i restanti finanziati in tariffa. Al centro la sostituzione di tubature obsolete per la riduzione delle perdite da Piacenza a Rimini, ma anche l’installazione di strumenti smart per la misura dei parametri dell’acqua, la modellazione idraulica della rete per conoscerne i punti di fragilità e l’installazione di valvole di controllo delle pressioni.

A questi si affiancano risorse per 605 milioni di euro destinate al settore dell’irrigazione e già avviati 40 interventi del Piano invasi 2018-2020, dal valore di 250 milioni. Lo stato di avanzamento è complessivamente al 65 per cento. Cinque progetti sono ultimati: prolungamento della condotta primaria dal CER per alimentare l’alta pianura bolognese per 11 milioni; infrastrutturazione idrica per l’utilizzo dei laghetti ex cava di Medesano per 1,4 milioni, ma anche nei bacini non è ancora ultimata l’escavazione; nuovo invaso a Castel San Pietro per 1,82 milioni;: secondo stralcio delle opere di distribuzione delle acque del CER nell’area Ronco-Bevano, tra Forlì e Forlimpopoli; manutenzione straordinaria impianto irriguo Deserto, a Imola. Cinque sono in fase di conclusione: recupero del volume utile della Diga di Mignano, di cui abbiamo testé parlato; nuovo invaso ad uso plurimo a Fabbiano di Borgonovo, nel piacentino; riqualificazione sistema irriguo nel comune di San Prospero per 7 milioni; realizzazione dell’adduzione primaria del sistema irriguo Ciarle, a Poggio Renatico, per 9 milioni; efficientamento della rete tubata nei comuni della pianura ravennate per 15 milioni. Altri sei dal percorso autorizzativo sono appena iniziati: miglioramento e adeguamento delle reti di distribuzione nel comprensorio del Canale Naviglio nel parmense; manutenzione straordinaria di Mignano e Molato, quindi ulteriori interventi; interventi sul sistema irriguo dell’Arda per 18,5 milioni; nuovo invaso Villalunga di Casalgrande; raddoppio della linea Dozza-Navile, a Bologna; ammodernamento impianto vecchio Pilastresi a Bondeno; nuovi invasi a rete irrigua nei comuni dell’Appennino ravennate per 17,5 milioni. Al momento il problema principale è dovuto all’aumento dei costi di manutenzione. Entro il 2023, comunque, la quasi totalità delle opere sarà in esercizio.

A questi si aggiungono diciotto interventi che il PNRR finanzierà con 355 milioni. Siamo in attesa dei decreti di assegnazione delle risorse e, complessivamente, tra Piano invasi e PNRR le opere previste cresceranno di 75 milioni di metri cubi la disponibilità d’acqua, la capacità di stoccaggio salirà di 17 milioni di metri cubi, anche realizzando piccoli invasi, altri 46 milioni deriveranno da risparmio idrico, i restanti 12 milioni di metri cubi di acqua derivano da interventi diversi, ad esempio piccoli impianti di depurazione, aumento dell’efficienza degli impianti e razionalizzazione dell’utilizzo delle acque del CER. Per questo serve realizzarli nel più breve tempo possibile.

Sulla scorta di quanto deciso in Conferenza Stato-Regioni il 22 giugno, il giorno successivo la Regione ha incontrato i tecnici del Ministero della mobilità sostenibile, i Consorzi di bonifica e AIPO per avviare una ricognizione sulle modalità utili a snellire gli iter di attuazione degli interventi su infrastrutture per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico, già finanziato dallo stesso MIMS nell’ambito del PNRR.

Ieri, la Regione ha trasmesso, a mia firma al Ministero la nota con le proposte elaborate, a partire dal taglio dei tempi del Procedimento autorizzatorio unico regionale, la vecchia VIA, e per gli espropri, la richiesta di assistenza tecnica a prestazioni appaltanti in termini di risorse sia economiche che umane, da investire nella progettazione e nelle procedure di gara, l’ipotesi di uno stretto coordinamento sul tema dell’adeguamento dei prezzi.

In conclusione, scusandomi per avervi rubato cinque minuti in più del tempo, è evidente che la crisi che stiamo vivendo è anomala, soprattutto perché il nostro malato speciale, che è il Po, non aveva questa crisi da più di settant’anni, ed è evidente che la governance nazionale che noi stiamo chiedendo è fondamentale perché, per poter dare risorsa idrica al Po, è necessario che intervengano i grandi laghi a monte, che, come avete visto, hanno deciso senza una decisione nazionale di non rilasciare acqua, soprattutto in alcuni casi.

Detto questo, è evidente che il lavoro che abbiamo messo in campo nel corso di questi anni e di questi mesi sta garantendo la risorsa idropotabile alla nostra Regione e, anche se faticosamente, stante la siccità che vi ho descritto puntualmente, sta contribuendo al mantenimento, con i prelievi ridotti, del comparto irriguo.

Certo, non basta fare investimenti infrastrutturali, sarà necessario agire su tutti i fronti che intervengono sul cambiamento climatico, per fare in modo che non avvengano più o quantomeno per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici stessi.

Le infrastrutture servono, ma serve anche il cambio di paradigma che stiamo portando avanti con le pianificazioni strategiche regionali, a partire dal Piano rifiuti che approderà qua in aula, a partire dal Piano dell’aria, al nuovo Piano di tutela delle acque, che sarà particolarmente importante in questa stagione, anche perché verrà a coincidere con il nuovo Piano invasi, che il Governo ha deciso di mettere in campo dal punto di vista nazionale.

Vi sarà quindi una strategia nazionale, all’interno della quale la Regione Emilia-Romagna potrà collocare la sua strategia regionale. È un’occasione, è un’opportunità alla luce anche di quello che stiamo vivendo. Il capo dipartimento Curcio si è proposto di attivare una cabina di regia nazionale, alla luce delle richieste che tutte le Regioni stanno facendo, perché è necessario mettere intorno a un tavolo più Ministeri, quindi non basta il MiTE, non basta il MIMS, ma serve anche il MiPAAF. È necessario che i tre Ministeri collaborino tra di loro per fare in modo che anche tutti gli investimenti che sono previsti all’interno del PNRR procedano alle medesime velocità. Attualmente non è così, e lo abbiamo sottolineato anche in cabina di regia.

Siamo in una stagione particolarmente delicata. Avete visto, abbiamo anche l’allerta incendi boschivi. Siamo in un connubio, ovviamente interdipendente da quello che sta accadendo. Però, la Regione Emilia-Romagna si è mostrata pronta, e non da oggi, e quindi stiamo affrontando comunque nel miglior modo possibile anche questa grave siccità.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora.

Abbiamo lasciato qualche minuto in più a questa comunicazione. Adesso iniziamo il dibattito e passo la parola al consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Grazie anche all’assessore per l’informativa e per la relazione che è stata fatta questa mattina, anche a seguito delle richieste che sono state fatte in Conferenza dei capigruppo.

Sappiamo che la crisi idrica, la siccità che stiamo vivendo in queste settimane è qualcosa di anomalo, qualcosa di emergenziale, una questione molto straordinaria, però alle questioni straordinarie bisogna rispondere con misure straordinarie. Questo ovviamente significa che bisogna ripensare un po’ anche a prese di posizione politica, a prospettiva. Non si possono più fare gli errori del passato, ma bisogna guardare al futuro, anche perché avete ben visto cosa sta succedendo ai nostri agricoltori e ai nostri campi. Purtroppo oggi si sta parlando e bisogna parlare di salvare i nostri campi e la nostra agricoltura, si sta parlando e si sta pensando di salvare il futuro delle nostre colture, di salvare il nostro sistema agricolo e agroalimentare, ma anche il sistema energetico. Quindi, servono delle misure forti, servono anche prese di posizioni politiche molto forti, che devono andare in una direzione, ovverosia quella di eliminare completamente l’ideologia e guardare quella che è la realtà, quindi eliminare tutte quelle prese di posizioni estreme da parte di chi è per l’ambientalismo fanatico e arrivare alla realtà. Oggi cosa servono? Oggi servono invasi. Oggi servono dighe. Oggi serve raccogliere acqua per tenerla nei casi di emergenza, ma serve anche raccogliere acqua quando cade dal cielo. E questo lo dicono i climatologi, anche oggi su giornali e quotidiani della nostra regione. Quindi, questo è quello che serve. Poi serve anche prendere delle posizioni chiare sul deflusso minimo vitale, perché noi continuiamo a vedere che tutti gli anni vengono fatte le richieste per queste deroghe al deflusso minimo vitale, ma la realtà è che servirebbe fare una battaglia qui in Regione, a livello nazionale, ma anche a livello europeo per ricalcolare il deflusso minimo vitale, per utilizzare quel valore mediano che consentirebbe ai nostri agricoltori di poter avere acqua sempre.

Ovviamente sappiamo che l’emergenza di oggi è qualcosa di straordinario, perché vediamo che il livello del nostro grande fiume, il Po, è qualcosa che nella storia avranno visto pochissime volte e che noi sicuramente non abbiamo mai visto e speriamo di non rivedere mai.

Serve una presa di posizione politica forte, evitando e lasciando da parte quegli accordi politici, quelle ideologie politiche, quelle divisioni interne che sono solamente da una parte della politica, perché serve guardare al futuro. Oggi la realtà che i nostri agricoltori vedono e provano sulla loro pelle è quella di avere acqua per darci da mangiare, per continuare a poter lavorare, per continuare anche a poter allevare, perché anche la zootecnia ha bisogno di acqua, e anche qui non bisogna fare per forza la lotta agli allevamenti intensivi, perché poi anche qui si parte e si entra nell’ideologia, ma oggi quella è economia, quella oggi è nostro tessuto imprenditoriale, quella oggi è nostro tessuto sociale, da lì bisogna continuare e ripartire.

Vi è poi anche la questione energetica, perché io vengo da Piacenza, una provincia dove è stata chiusa la centrale di Isola Serafini perché non c’è più acqua, quindi quegli invasi (non bisogna aver paura di dire il nome invasi, a volte fa paura, però il concetto è quello) o anche eventuali traverse, perché so che per esempio in Val Trebbia si sta partendo attraverso Mirafiori e si può andare avanti con determinate questioni.

Relativamente alla mia provincia, ci sarebbe, secondo noi, la potenzialità, la volontà e la necessità di fare una diga in Val Nure e in Val Trebbia, ma sicuramente ne parleremo più avanti. C’è da dire che anche per l’energia le dighe sono fondamentali, gli invasi sono fondamentali per mantenere vive le energie dei nostri territori, con delle centrali per poter utilizzare il livello idroelettrico.

Noi siamo chiari, siamo sempre stati chiari a livello politico su questo, su quello che serve, su quello che servirebbe, su quello che è necessario, e serve coraggio, serve coraggio per andare avanti in questa direzione, quindi eliminare lo spazio ideologico e partire dal presupposto che la realtà è un’altra. La realtà è questa che vediamo, non c’è bisogno che ce lo venga a dire qualcuno dall’alto, la vediamo quando usciamo di casa, la vediamo perché vediamo anche gli incendi che, purtroppo, capitano anche nei nostri piccoli centri, lo vediamo che c’è una siccità incredibile. E oggi non serve più perdere tempo.

Io qua chiudo perché voglio che si possa dare ampio spazio al dibattito. Noi interverremo ancora come Lega e presenteremo anche un ordine del giorno allegato a questa comunicazione, perché pensiamo sia necessario dare un’impronta e un indirizzo politico. Sicuramente crediamo, ripeto, che sia ora di poter dare una concretezza alle parole che abbiamo sentito, ma oggi, secondo me, serve un nostro segnale politico che dica al mondo esterno, al mondo agricolo, al mondo dei nostri cittadini che noi siamo per quella cosa lì, e cioè deroghe al DMV o ricalcolo, che sarebbe la soluzione potenzialmente più lineare e che più sul lungo periodo ci può aiutare, e invasi e dighe sia per l’agricoltura che per l’idroelettrico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Gentilissimi colleghi, in questi giorni, su iniziativa delle colleghe Silvia Zamboni e Silvia Piccinini, l’Assemblea ha installato sul proprio sito ufficiale l’orologio climatico, che sulla base di studi scientifici misura quanto tempo mancherebbe ancora per raggiungere 1,5 gradi di riscaldamento del pianeta e subire conseguenze irreversibili. È giusto interrogarsi sul tempo climatico e sul tempo che scorre soprattutto in tema di siccità. Da quanto tempo hanno lanciato l’allarme gli agricoltori e gli esperti sulla necessità di infrastrutture scelte e non più rinviabili affinché non si verificassero condizioni di scarsità idrica che mettono a rischio le nostre produzioni e il concetto stesso di sicurezza alimentare? Evidentemente in questa Regione, che tanto parla di transizione ecologica, la nozione di tempo come unità di misura da applicare ad una necessaria programmazione non è troppo considerata. Sono, infatti, anni che i territori, e noi con loro, chiedono interventi mirati e già individuati per contrastare la crisi idrica connessa con il cambiamento climatico. Oggi siamo arrivati alle ordinanze che i Comuni possono emettere per razionalizzare l’acqua. Intanto, nulla si è fatto per le infrastrutture. In questa Regione siamo bravi a insegnare ai bambini a chiudere l’acqua quando si lavano i denti, ma non abbiamo bacini di raccolta sufficienti per convogliare le acque e fare riserva. Ora chiediamo di razionalizzare i consumi domestici. Caro cittadino, non innaffiare i gerani e non lavare la macchina, vedrai che così si risolve la crisi idrica. Ma la verità è che abbiamo reti idriche obsolete, che disperdono il 40 per cento di questa preziosa risorsa. Invasi sembra quasi una parola proibita, ma quello che capita oggi è frutto dell’ideologia ritardata di chi ha sottratto tempo e risorse al miglioramento delle nostre imprese, alla realizzazione, per stare sul tema della siccità, di quei bacini artificiali che servono a tenere l’acqua per i tempi di crisi.

Il Po ha sete, le nostre campagne hanno sete, c’è da chiedersi se le tante risorse sprecate per il finto ecologismo si fossero...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

TAGLIAFERRI: Si fossero usate per avere una rete idrica più efficace, oggi non saremmo così all’emergenza, o quantomeno potremmo affrontare questa emergenza con un minimo margine di manovra in più.

Se si fossero realizzati bacini di raccolta, come avvenne in anni ormai lontani a Ridracoli, oggi anche l’Emilia non avrebbe sete, invece da quando la Sinistra da rossa ha deciso di fare il greenwashing, ha smesso di progettare e di realizzare nuove infrastrutture idriche, e oggi ne paghiamo le conseguenze.

Dopo decenni di incuria, avete finalmente scoperto le reali necessità di un territorio complesso come il nostro e avete coniato slogan altisonanti come “avere cura del territorio”, “proteggere il territorio”, “lottare contro i fenomeni di erosione del territorio”.

Bene, dopo decenni abbiamo realmente iniziato a vedere il frutto delle vostre perenni rincorse, anche se in tanti vi hanno esortato a vedere il fenomeno dell’esondazione dei corsi d’acqua come una sola faccia di un problema molto più complesso. Oggi come allora vi diciamo nuovamente che la società odierna è strettamente connessa all’erosione del territorio di ieri.

Caro assessore, da piacentino le dico che i nostri territori sono allo stremo, la nostra agricoltura è allo stremo e conseguentemente la nostra economia è allo stremo, il patto sociale su cui si fonda il vostro Governo si sta assottigliando sempre più, la gente non ne può più di stati emergenziali che si susseguono uno all’altro, la gente vuole vedere che i soldi della propria tassazione garantiscano reale protezione e progresso, e questo è oltremodo evidente che non accade.

Attualmente abbiamo campi in fiamme tra Ponte Nuovo e San Giorgio, con i Vigili del fuoco impegnati per ore a contenere le devastazioni, in Val Tidone la diga del Molato è al 28 per cento della sua capacità, e la situazione è addirittura idilliaca se paragonata a quanto accade in Val Trebbia.

Discorso ulteriore è poi quello relativo alle infrastrutture, che al momento annunciate a pieni polmoni e che sarete costretti a mettere realmente in campo, se non volete trovare, in un futuro molto vicino, gli agricoltori sotto i vostri uffici. Attenzione a che tipo di infrastrutture andrete a mettere in campo, ve lo dico ancora una volta, cercate di pianificare strutture realmente efficaci, senza incorrere in sprechi e inefficienze. Giusto per fare un esempio relativo alla provincia di Parma, cercate di dialogare realmente con i territori e con i vostri cittadini, astenetevi dall’agire con protervia e arroganza, come state facendo per la cassa di espansione sul Baganza, cercate un reale punto di incontro con chi vive su quei territori e iniziate a ragionare, al posto di una cassa di espansione a ridosso di centri abitati e zone produttive, per una più funzionale diga a monte della zona individuata per la cassa di espansione, che potrebbe risolvere in un colpo solo i problemi di approvvigionamento idrico e garantirebbe anche una certa produzione di energia elettrica pulita.

Al momento non ci rimane che pregare per la pioggia. Ma una preghierina la facciamo anche per voi, affinché possiate svegliarvi per garantire ai vostri cittadini e ai nostri cittadini infrastrutture degne di questo nome, capaci di rispondere realmente ai mutamenti imposti dal cambiamento climatico.

L’orologio del clima dà la sveglia, ma bisogna sentirla. Caro assessore, assieme alla sua Giunta, non si giri dall’altra parte a fare un ennesimo riposino.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per aver accolto la richiesta che abbiamo rivolto, come Presidenza della Commissione III, a riferire in aula su questo importante tema. Trovo veramente strano il fatto che il mio intervento debba intervenire dopo un accorato appello del collega Rancan al superamento dell’impostazione ideologica, immediatamente smentito dal collega, piacentino anche lui, rispetto al superamento ideologico. Evidentemente in questi giorni a Piacenza la botta ancora non è stata superata. Ne prendiamo atto. Quindi, si cerca di creare una polemica a destra per altri motivi, ma purtroppo non piove e il problema rimane per tutti.

Torno adesso al fatto, invece, che positivamente, evidentemente quando decidiamo di parlare degli argomenti, anche il tempo ci ascolta e qualche pioggerellina si comincia a intercettare in questi giorni. Ma evidentemente il punto è tutto politico, colleghi. Il punto è tutto politico. Io credo che la scelta della collega Zamboni, con la sua lunga storia, da tanti anni impegnata sui temi legati all’ambiente, e della collega Piccinini di sfidare questa Regione ad uno scatto in avanti con l’orologio climatico sia qualcosa che dovremmo tutti accogliere con grande senso di responsabilità, grandissimo senso di responsabilità, perché interrogarsi a valle dei problemi è molto sbagliato. Noi dobbiamo interrogarci sul perché cambia il clima e come cambia il clima, non soltanto di come costruiamo dighe e invasi. Peraltro, nella relazione l’assessore Priolo ha indicato quali sono le guideline che abbiamo scelto di seguire... Mi sentite? Credevo fosse saltato il collegamento.

Forse il tema sul quale dovremmo interrogarci, in verità, oltre a essere evidentemente lo studio di quello che è successo come caldo storico dal 1961 ad oggi, domandarci come mai proprio Ferrara e Piacenza siano le zone più colpite rispetto a questo clima impazzito, rispetto a questo sistema idro climatico che cambia evidentemente le nostre priorità.

Mi ponevo quindi una domanda non retorica, come si evitano gli sprechi d’acqua? Perché la partita è questa. Noi abbiamo consapevolezza di come il rapporto tra potabile, industria e irriguo sia il tema sul quale si muove la discussione legata a come si conserva l’acqua. Non ci poniamo invece il problema inverso, con il quale ci si domanda come si genera l’acqua. Allora i temi sono evidentemente due, quelli di cui ci possiamo occupare nel nostro microcosmo sono fortemente legati anche al Piano per l’aria, oltre che a quello per i rifiuti, sono collegati evidentemente anche al nostro sistema di industrializzazione territoriale.

L’orologio climatico a mio giudizio non serve quindi soltanto a controllare il meccanismo con il quale creiamo un controllo smart dei livelli e valutiamo il sistema obsoleto delle nostre tubature, ma serve a dirci anche quanto poco tempo abbiamo.

Su quanto poco tempo abbiamo raccolgo l’invito del collega Rancan. Noi abbiamo il dovere di intervenire, perdonami, Matteo, con impostazione ideologica, non post-ideologica, nel senso che noi dobbiamo avere come ideologia l’obiettivo del superamento delle crisi che viviamo, dobbiamo trovare le ragioni del lavoro insieme, perché pensiamo che la priorità sia cambiare il modo in cui noi produciamo la scarsa produzione di acqua, quindi questo significa stabilire nuove regole, nuove buone pratiche.

Mi taccio perché nel Gruppo del Partito Democratico c’è la volontà di presentare una risoluzione, la volontà di discutere a 360 gradi, quindi non voglio rubare tutto il tempo ai miei colleghi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intanto colgo almeno un riconoscimento unanime. Si riconosce che i cambiamenti climatici sono in atto, che non sono una invenzione dei soliti ambientalisti, che peraltro ho sentito in un intervento di nuovo attaccati, come se fossimo noi la fonte di tutti i mali, anziché essere stati un campanello d’allarme che ha suonato per tempo, ma nessuno l’ha ascoltato, o quasi. Quindi, i cambiamenti climatici sono in atto, lo vediamo appunto dagli eventi meteo estremi, perché ricordiamoci che qualche giorno fa una tromba d’aria ha devastato la spiaggia di Riccione, quindi zone estese della regione essiccate dalla siccità, contemporaneamente fenomeni meteo come quelli di Riccione. Quindi, occorre procedere con urgenza con politiche di mitigazione, ovvero di riduzione delle emissioni climalteranti, e allora, per esempio, come Regione potremmo contribuire finalmente con i famosi parchi eolici al largo di Rimini e di Ravenna, e stop, invece, alle nuove trivellazioni in Adriatico, che sono, anche queste, corresponsabili della risalita del cuneo salino nel Delta del Po, che ormai ha raggiunto gli oltre venti chilometri, minaccia l’habitat e sottrae acqua dolce per l’irrigazione dei terreni coltivati. Quindi, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per fare fronte agli effetti già in corso.

Uno dei problemi più drammatici scatenati dai cambiamenti climatici è, appunto, la siccità, di cui parliamo anche in questa seduta, che sta colpendo in maniera molto grave anche la nostra regione, mettendo a rischio l’agricoltura, le attività economiche e la disponibilità di acqua per gli usi sanitari e alimentari nel settore civile. Non ce lo nascondiamo, ci sono Comuni che hanno già disposto un razionamento dell’acqua e si parla già di Comuni che verranno riforniti di acqua con autobotti. Tra gli effetti ci sono sconvolgimenti paesaggistici ambientali, come appunto la risalita del cuneo salino, che già ricordavo.

Come Europa Verde, quindi, riteniamo che si debba intervenire su più fronti. Oltre a chiedere giustamente lo stato di calamità al Governo, bisogna anche agire localmente per politiche finalizzate all’uso razionale dell’acqua e alla sua conservazione sia in termini qualitativi che quantitativi. La soluzione di questi problemi per Europa Verde non può essere affidata alla realizzazione di invasi di grandi dimensioni, la cui costruzione – prendo, per esempio, la Diga di Vetto, richiederebbe dai dieci ai quindici anni, e quindi non potrebbe certo essere la risposta ai problemi odierni.

Le politiche finora perseguite in Regione in materia di risorse idriche basate sulla preservazione di qualità e quantità, sul risparmio e la conservazione, sulla captazione intelligente, sull’uso corretto, sul riuso, sul potenziamento delle strutture esistenti, sul contenimento delle perdite dei canali di bonifica, anche se virtuose, evidentemente non sono state sufficienti, e oggi vediamo gli effetti di questo periodo di grave siccità.

Come Europa Verde proponiamo quindi interventi che affrontino in maniera più mirata il tema, soprattutto per quanto riguarda gli usi irrigui, che sono i principali consumatori di acqua. Politiche che puntano su mega invasi non risolvono il problema, come ho detto, a causa dei tempi di realizzazione, a causa anche dei costi in un Paese come il nostro, che ha già un enorme debito pubblico.

La realizzazione di nuovi invasi di accumulo va quindi attentamente valutata in termini sia di dimensioni, sia di localizzazione, anche perché, alla luce della reale necessità, questi investimenti vanno valutati tenendo a mente il principio di fare di più con meno, cioè ottenere di più investendo meno risorse ed investendo anche meno tempo per realizzare le opere.

Tra le possibili soluzioni alla crisi idrica agricola vi è senza dubbio la necessità di lavorare sull’efficientamento dei sistemi irrigui per superare quelli a pioggia, nonché prevedere il sostegno alla creazione di una rete fitta e capillare di piccoli invasi, ad esempio utilizzando delle ex cave. Vanno ridotti gli sprechi, vanno eliminate le forme di irrigazione a pioggia, si deve puntare anche a una riconversione delle colture idro esigenti come i kiwi, che non sono nemmeno originari delle nostre terre, sui tetti delle case vanno collocate cisterne di accumulo dell’acqua piovana e bisogna utilizzare le acque di depurazione, una volta depurate dai depuratori, a scopi irrigui. È stato ricordato dall’assessore l’esempio di Mancasale a Reggio Emilia, e non deve essere un’eccezione, ma diventare la norma questo tipo di impianto.

Come Europa Verde chiediamo, quindi, alla Giunta di promuovere ed incentivare investimenti nel campo del risparmio idrico in edilizia, nel turismo, sostenendo l’innovazione applicata all’utilizzo delle acque nel comparto produttivo in agricoltura alla luce di esempi come quello di Mancasale. Bisogna promuovere misure specifiche cosiddette nature-based, che fanno affidamento su soluzioni naturali, e nuove politiche di gestione dei canali irrigui dell’alta pianura, da invasare nei periodi non irrigui per favorire la dispersione nel sottosuolo e, quindi, ricaricare le falde. Politiche di riutilizzo delle depressioni di ex cave per invasare in periodi di morbida le acque superficiali a fini irrigui e contemporaneamente favorire l’infiltrazione nel sottosuolo, con ricarica, anche in questo caso, delle falde. Politiche di sviluppo della ricarica artificiale controllata, detta in sigla MAR, sull’esempio di quanto realizzato sulla conoide del fiume Marecchia, al fine di immagazzinare risorse idriche da utilizzare nei periodi siccitosi. Invasare acque di processo certificato, idoneo e conforme, e favorire la dispersione nel sottosuolo, con ricarica delle falde. Promuovere la revisione strutturale della rete irrigua, a partire dalla bassa pianura, sostituendo il trasporto superficiale dei canali con tubazioni interrate, per evitare appunto l’evaporazione o, perlomeno, limitarla. Pianificare un rapido upgrade dei metodi e delle tecnologie irrigue in uso in Emilia-Romagna per sviluppare l’irrigazione a rateo variabile, applicando pratiche irrigue basate sul protocollo Irrinet del Consorzio di secondo grado del Canale Emiliano-Romagnolo. Come sto elencando, ci sono modalità, ci sono metodi avanzati già studiati che vanno diffusi nella nostra regione.

Ancora, promuovere politiche di disincentivazione delle colture altamente idroesigenti, come i kiwi, che citavo prima, che sono estranei alle filiere di pregio, tipo il pomodoro, e quindi una loro eventuale sostituzione con altre che richiedono meno acqua, ad esempio sostituire il mais con il sorgo. Promuovere l’inserimento in tutti i Piani attuativi comunali relativamente ai nuovi insediamenti o alla ristrutturazione urbanistica di quelli esistenti dell’obbligo di specifiche misure di risparmio idrico, come l’adozione di dispositivi idonei ad assicurare una significativa riduzione del consumo di acqua proveniente dall’acquedotto comunale. Utilizzo delle acque meteoriche raccolte dalle coperture degli edifici attraverso canali di gronda impermeabili per convogliare le acque meteoriche nei pluviali e nel sistema di raccolta, come cisterne, vasche, per l’irrigazione del verde di pertinenza, la pulizia degli spazi pertinenziali interni ed esterni e per gli usi consentiti all’interno delle abitazioni.

Infine, sappiamo che la Giunta vuole destinare 3,5 milioni alla Bonifica Centrale per lo studio di una diga. Ecco, pensiamo che questa somma sarebbe più utile spostarla per finanziare lo studio sulla proposta avanzata da Coldiretti di realizzare piccoli laghetti diffusi sul territorio. Coldiretti, non dei fanatici ambientalisti, come spesso veniamo accusati di essere.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Continuiamo con gli interventi. Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo in questo dibattito, tanto è già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, però mi fa piacere oggi che venga citata in maniera bipartisan un’iniziativa, che avevamo portato avanti con la collega Zamboni, di sensibilizzazione rispetto al tema degli stravolgimenti climatici, che è quella di mettere a punto l’orologio climatico sul sito dell’Assemblea, affinché tutti siano a conoscenza del fatto che non abbiamo più tempo e che serve assolutamente intervenire.

Mi fa piacere che questo venga riconosciuto anche da chi fino ad oggi questi stravolgimenti climatici ha provato in tutti i modi a negarli, invece la crisi climatica c’è, è reale, e questi eventi siccitosi che la Regione Emilia-Romagna non vedeva da settant’anni ne sono evidentemente la prova.

Come per la questione energia, purtroppo ci rendiamo conto dell’importanza che riveste questa risorsa, in questo caso l’acqua, solo a fronte di un’emergenza, un’emergenza che però non è di oggi, e per questo motivo servivano e a maggior ragione servono oggi interventi strutturali.

Mi trovo d’accordo con chi dice che servono invasi di piccole dimensioni per aumentare la capacità di captazione, che consentono anche la produzione di energia. Vorrei aprire anche una parentesi (guardo l’assessore Felicori, ma anche l’assessore Mammi) rispetto a quel progetto di solarizzazione del Canale emiliano-romagnolo, che mi auguro prosegua il suo percorso e arrivi a una concretizzazione, perché sarebbe un’innovazione di cui c’è assoluto bisogno.

Desidero quindi rinnovare il mio invito a fare azioni di moral suasion per proseguire su questa iniziativa. Dopodiché, come già si diceva in precedenza, ci sono associazioni, come Coldiretti, che evidentemente è nel settore agricoltura, che hanno dichiarato che serve una rete di piccoli invasi, senza l’uso di cemento e in equilibrio con i territori, perché evidentemente questo richiederebbe anche meno tempo. Sappiamo bene che costruire nuovi grandi invasi non è qualcosa che si può fare nell’immediato e, invece, noi abbiamo bisogno di agire oggi, e questa potrebbe essere parte della soluzione a un problema che tocca da vicino anche la nostra agricoltura. E su questo chiedo che si faccia – lo dico all’assessora Priolo – anche una riflessione rispetto a questa volontà manifestata da Coldiretti.

Noi purtroppo paghiamo il fatto che non abbiamo strutture o, meglio, le strutture che ci servono andavano fatte vent’anni fa, e oggi, come dicevo prima, viviamo in una situazione di emergenza su cui serve intervenire in maniera sostenuta, ma serve farlo rimanendo in equilibrio con il territorio e con l’ambiente, e sono due aspetti che devono andare avanti di pari passo.

Vorrei lasciare agli atti questo tipo di sollecitazione, sperando anche – come si diceva prima, a breve verrà firmato lo stato di emergenza nazionale – che in questo senso dal livello centrale arrivino gli aiuti anche per i nostri agricoltori, che si trovano in una situazione davvero di grande difficoltà.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Presidente, visti i tempi, se è possibile, andrei nel pomeriggio. Siccome ci sono già anche altri interventi, altre richieste…

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo altri interventi, però sono le ore 12,51, per cui per dare la possibilità di usare i dieci minuti a Gruppo a questo punto dichiaro chiusa la seduta e ci rivediamo nel pomeriggio per riprendere il dibattito.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,51

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori: Paolo CALVANO, Raffaele DONINI e il consigliere Pasquale GERACE.

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

5316 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". (Delibera di Giunta n. 967 del 13 06 22)

 

5317 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". (Delibera di Giunta n. 970 del 13 06 2022)

 

5320 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA". (Delibera di Giunta n. 971 del 13 06 22)

 

5331 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Norme in materia di sostegno ai carnevali storici". (Delibera di Giunta n. 1022 del 20 06 22)

 

5332 - Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Modifica della legge regionale 27 maggio 2015, n. 5 "Diritti di cittadinanza e politiche di coesione globale tramite la valorizzazione delle relazioni tra gli emiliano-romagnoli nel mondo. Abrogazione della legge regionale 24 aprile 2006, n. 3 (Interventi a favore degli emiliano-romagnoli e funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo)."" (22 06 22). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Stragliati

 

5336 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione all'associazione "European Chemical Regions Network"". (Delibera di Giunta n. 1026 del 20 06 22)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

5314 - Interrogazione a risposta orale in commissione relativa alle misure da adottare per contrastare il problema del sovraffollamento delle classi in diverse scuole emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Liverani, Bergamini, Rancan, Marchetti Daniele, Montevecchi, Stragliati

 

5318 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso per il duplice femminicidio avvenuto a Castelfranco Emilia (MO), così come previsto dalla legge 6 del 2014. A firma dei Consiglieri: Costi, Mori, Maletti, Sabattini, Zappaterra, Zamboni, Pillati, Pigoni, Rossi, Costa, Bondavalli, Amico, Rontini, Caliandro, Montalti, Marchetti Francesca, Daffada', Fabbri, Mumolo, Gerace, Bulbi, Soncini

 

5319 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda riconoscere un indennizzo alle famiglie di persone affette da disturbi dello spettro autistico, che si avvalgono dei metodi riabilitativi riconosciuti dall'Istituto Superiore di Sanità. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati

 

5321 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto del corretto iter di assegnazione degli alloggi ERP, con particolare riguardo alla situazione di Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5322 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito ai tempi di emanazione dei bandi per la progettazione definitiva e per l'affidamento dei lavori dei tratti della Ciclovia del Sole di competenza della Città metropolitana di Bologna. A firma della Consigliera: Zamboni

 

5324 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda adottare allo scopo di salvaguardare i lavoratori e le lavoratrici che l'azienda Sicam impiega nello stabilimento di Correggio (RE). A firma del Consigliere: Amico

 

5326 - Interrogazione a risposta orale in commissione relativa alla realizzazione del secondo lotto del Nodo di Rastignano – SP 65 in provincia di Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

5327 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno agire nelle sedi di confronto Stato-Regioni, affinché l'intolleranza al lattosio venga inserita nell'elenco delle malattie con condizioni croniche e invalidanti. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Daffada', Rontini, Bulbi, Soncini, Gerace, Fabbri, Pillati, Sabattini

 

5329 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla formazione degli interpreti di LIS (Lingua Italiana dei Segni), a valle delle recenti disposizioni ministeriali sui titoli necessari per poter ottenere tale qualifica. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Mori, Tarasconi, Daffada', Costa, Fabbri, Pillati, Costi, Gerace, Bulbi, Soncini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rontini

 

5330 - Interrogazione a risposta scritta in ordine alla non conformità tra normativa regionale e nazionale in materia di "spending review". A firma dei Consiglieri: Facci, Pompignoli, Bargi, Occhi, Catellani, Marchetti Daniele, Rancan, Pelloni

 

5335 - Interrogazione a risposta scritta in merito al nuovo orario ferroviario estivo per il servizio regionale, introdotto dal 13 giugno scorso, con particolare riguardo ai disagi segnalati dai pendolari della linea Parma-Suzzara.              A firma della Consigliera: Piccinini

 

5339 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per impedire l'esclusione di alcuni reparti ospedalieri dal riconoscimento dell'indennità di malattie infettive. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5340 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle modalità di monitoraggio dei tempi di attesa delle visite specialistiche. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Bergamini, Pelloni

 

5343 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere la consistenza e lo stato di conservazione delle tubazioni degli acquedotti regionali realizzate in cemento-amianto e il sistema dei controlli per garantire la salubrità delle acque, anche in relazione al Piano Amianto Regionale. A firma dei Consiglieri: Facci, Occhi, Pompignoli, Rainieri, Stragliati, Pelloni, Delmonte

 

5345 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla tempistica per il ripristino del ponte dei "Santi", situato in località Pilastri, a Bondeno (FE). A firma del Consigliere: Bergamini

 

5346 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per superare le criticità evidenziate dall'utenza delle linee ferroviarie Parma-Guastalla-Suzzara e Novellara-Guastalla, a seguito della modifica degli orari di alcune corse e dei lavori in corso di realizzazione sulle tratte suddette. A firma dei Consiglieri: Costa, Gerace, Mori, Bessi, Rontini, Sabattini, Zappaterra, Daffada'

 

5347 - Interrogazione a risposta scritta circa la salvaguardia della Sacca di Goro, con particolare riguardo all'attività di venericoltura, che rischia di essere compromessa dalle elevate temperature e dal lungo periodo di siccità. A firma del Consigliere: Lisei

 

5348 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia il quadro della situazione in Emilia-Romagna relativamente al dimensionamento scolastico, anche alla luce della notizia del recente accordo in Conferenza delle Regioni. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Pillati, Gerace, Daffada', Caliandro

 

5349 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibilità di reperire ulteriori risorse finanziarie per sostenere la realizzazione di progetti di impiantistica sportiva, anche alla luce del bisogno emerso nella richiesta effettuata dagli Enti Locali nell'ambito della partecipazione alla recente procedura sull'edilizia sportiva. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

5350 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure che è possibile adottare per garantire che l'attività del personale sanitario e amministrativo nei reparti di pronto soccorso, o di altri presidi a rischio, sia svolta in condizioni di sicurezza, rispetto agli episodi di violenza che si susseguono da tempo. A firma della Consigliera: Piccinini

 

5351 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni si stiano intraprendendo per favorire l'accesso al Registro unico del Terzo settore dei soggetti associativi e far sì che l'istituto del 5 per mille rimanga prerogativa del solo no profit. A firma del Consigliere: Amico

 

5352 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla possibilità di attivare l'orologio climatico online anche sul sito istituzionale della Giunta, valutando l'eventuale installazione di un display sulla facciata della sede della Regione Emilia-Romagna come ha fatto il MITE. A firma della Consigliera: Zamboni

 

5353 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla richiesta del Comitato Italiano Paralimpico nei confronti dell'Ausl di Piacenza, al fine di ottenere l'utilizzo di spazi all'interno dell'Ospedale di Fiorenzuola destinati alla pratica e all'avviamento dello sport paralimpico. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

 

5354 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla necessità di cessare ogni incentivazione rivolta a favorire la combustione delle biomasse, in particolare di quelle di origine forestale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5355 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se persiste l'intenzione dell'amministrazione regionale di finanziare e sostenere il nuovo impianto di risalita "Polla – Lago Scaffaiolo", al fine di permettere il collegamento tra il versante emiliano (Corno alle Scale) e quello toscano (Doganaccia). A firma del Consigliere: Facci

 

5356 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di installare una cartellonistica stradale lungo il tratto dell'A14 che attraversa la Romagna con la scritta 'Benvenuti in Romagna', nell'ottica di una rinnovata strategia di marketing territoriale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Montevecchi, Pompignoli

 

5357 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere al fine di sopperire alla carenza di personale medico nelle strutture sanitarie pubbliche regionali, affinché sia garantita l'assistenza ai cittadini riconoscendo la competenza e la professionalità dei medici. A firma del Consigliere: Lisei

 

5358 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla frana verificatasi in località Gessi di Zola Predosa e sullo stato del monitoraggio dei movimenti franosi in corso, soprattutto alla luce delle attuali condizioni climatiche. A firma della Consigliera: Castaldini

 

RISOLUZIONI

 

5328 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una riflessione sull'uso dello spazio pubblico a fini celebrativi e a istituire un fondo regionale a sostegno della realizzazione di statuaria pubblica per le persone illustri dedicata in particolare a donne che in Emilia-Romagna si siano distinte per meriti professionali, culturali, scientifici, sociali e civici. (21 06 22). A firma delle Consigliere: Zamboni, Pigoni, Bondavalli

 

5334 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per richiedere l'intervento del Governo perché promuova la destinazione di risorse adeguate, anche alle Regioni del centro-nord, compresi i territori emiliano-romagnoli, in modo da sostenere il recupero dei beni immobili confiscati e le progettualità di riutilizzo degli stessi. (23 06 22). A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Rossi, Daffada', Caliandro, Mumolo, Maletti, Bulbi, Costa, Montalti, Pillati, Bondavalli, Costi, Amico, Gerace, Tarasconi, Rontini, Sabattini

 

5337 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale nei confronti del Governo, affinché la crisi idrica regionale, con particolare attenzione alla situazione del Po, venga assunta come questione urgente di rilievo nazionale ed europeo. (23 06 22). A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra, Montalti, Daffada', Rontini, Marchetti Francesca, Pillati, Gerace, Sabattini, Paruolo, Caliandro

 

5338 - Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire affinché vengano prorogate le graduatorie per il personale con ruolo sanitario e per gli operatori socio-sanitari che scadono entro l'anno e i contratti che dovessero scadere prima dell'avvio delle procedure di stabilizzazione, al fine di evitare comportamenti eterogenei che possano alimentare tensioni nelle more di una procedura di stabilizzazione. (23 06 22). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5341 - Risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante norme armonizzate sull'accesso equo ai dati e sul loro utilizzo (normativa sui dati) – COM(2022)68 del 23 febbraio 2022. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012 e esame di sussidiarietà ai sensi del protocollo n. 2 allegato al trattato di Lisbona. (Approvata dalla I Commissione assembleare Bilancio, Affari generali ed Istituzionali in data 22 06 22)

 

5344 - Risoluzione per impegnare la Giunta a illuminare di viola un monumento o una delle sedi della Regione in occasione della giornata mondiale della Fibromialgia, a promuovere azioni di sensibilizzazione sulla patologia, a istituire uno sportello informativo gratuito dedicato e a prevedere forme di sostegno economico per supportare i pazienti. (24 06 22). A firma dei Consiglieri: Catellani, Pelloni, Stragliati, Marchetti Daniele, Delmonte, Bergamini

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

4882 - Interrogazione a risposta scritta sullo stato attuale della richiesta ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione Italiana di autonomia differenziata da parte della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Lisei

 

5035 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure necessarie per mettere in sicurezza un incrocio pericoloso sulla strada statale SP9, nella frazione di Casumaro di Cento (FE). A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5040 - Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti da adottare a tutela degli agricoltori emiliano-romagnoli danneggiati da eventi climatici avversi, con particolare riferimento alle gelate primaverili. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Bargi, Facci, Delmonte, Occhi, Rainieri, Catellani, Liverani, Pompignoli, Montevecchi, Rancan

 

5047 - Interrogazione a risposta scritta sulla previsione del fabbisogno del personale sanitario, dipendente e convenzionato, da oggi al 2026 e su quali azioni la Giunta intenda intraprendere nei confronti del Governo e in sede di Conferenza delle Regioni, affinché venga costruita una risposta nazionale, complessiva e di prospettiva sulla programmazione formativa e sul reclutamento del personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Soncini, Costi, Maletti, Rontini, Costa, Mori, Zappaterra, Caliandro, Gerace, Daffada', Rossi, Bulbi, Marchetti Francesca, Sabattini, Montalti, Pillati, Fabbri, Fabbri

 

5053 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'elevato rischio di aggressione a cui sono esposti gli agenti di Polizia Penitenziaria, con particolare riguardo alla situazione nelle carceri minorili della regione. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5056 - Interrogazione a risposta scritta su come la Giunta regionale intenda attivarsi, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, per fare in modo che il Governo possa rivedere i tagli alla Sanità. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5060 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni si intendano porre in essere per evitare la chiusura dell'Istituto scolastico paritario "Maria Ausiliatrice" di Lugo (RA). A firma del Consigliere: Liverani

 

5067 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla realizzazione del progetto dell'isola ecologica e punto riuso "Montericco" a Imola. A firma del Consigliere: Lisei

 

5072 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle modalità adottate dall'Ausl di Modena, a partire dal 2021, per il recupero di ticket non pagati e l'applicazione di sanzioni per la mancata disdetta degli appuntamenti. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5076 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali sono le azioni che si intendono adottare per rafforzare la sanità territoriale durante il periodo estivo sulla costa ferrarese, con particolare riferimento alla continuità assistenziale e al punto di primo intervento di Comacchio. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

5079 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come si intenda intervenire riguardo alla mancanza di Medici di Famiglia nella Provincia di Ravenna, con particolare riguardo alla situazione presente nei comuni di Lugo e Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

 

5080 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali filiali rimarranno attive in provincia di Ferrara, a seguito della ristrutturazione aziendale dell'Istituto bancario Bper. A firma del Consigliere: Bergamini

 

5081 - Interrogazione a risposta scritta sulla carenza di sale operatorie al Policlinico di Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5083 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta i risultati riscontrati sul monitoraggio del rilascio in natura del parassitoide "G. brasiliensis" per combattere la diffusione del moscerino dei piccoli frutti (D. suzukii). A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Occhi, Liverani, Delmonte, Montevecchi, Catellani, Bargi, Rainieri, Pompignoli, Rancan

 

5084 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda intraprendere un percorso simile al progetto "Vita Nascente" della Regione Piemonte. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Pelloni, Stragliati, Facci, Bergamini, Marchetti Daniele

 

5087 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione del progetto denominato Isola Ecologica Montericco a Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

5089 - Interrogazione a risposta scritta in ordine alla mancata previsione di gratuità dei trasporti in ambulanza di tipo secondario per i malati oncologici domiciliati, ma non residenti in Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Marchetti Daniele, Stragliati, Bargi, Bergamini

 

5091 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione di un'attività didattica verificatasi in una scuola secondaria di secondo grado in provincia di Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Lisei

 

5108 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione di degrado in cui versa la fermata Policlinico della linea ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5114 - Interrogazione a risposta scritta in merito a un'invasione di insetti verificatasi nel Policlinico di Modena che ha causato, nella giornata del 26 aprile, la chiusura di due sale operatorie del Reparto di Ostetricia e Ginecologia. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5135 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione abbia aderito o intenda aderire all'Osservatorio salute e benessere nei luoghi di lavoro per le persone affette da fibromialgia, al fine di modulare le mansioni dei dipendenti in relazione ai bisogni di salute e cura. A firma del Consigliere: Lisei

 

5170 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte ai ritardi nell'esaurire le richieste di fruizione di prestazioni sanitarie da parte degli utenti, con particolare riguardo alla situazione dell'AUSL di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

5174 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni necessarie per porre rimedio al problema del turn-over del personale sanitario, con particolare riguardo alla carenza di medici anestesisti all'Ospedale di Cento (FE) e in altre strutture ospedaliere emiliano-romagnole. A firma del Consigliere: Bergamini

 

5176 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno agire affinché l'energia prodotta da biomasse legnose non venga più incentivata con finanziamenti pubblici, al fine di evitare la distruzione e il degrado delle foreste e dei boschi europei. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5181 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla cessione del ramo d'azienda di un Gruppo che gestisce strutture sanitarie e assistenziali e alla relativa vertenza sindacale riguardante i dipendenti di tre strutture emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Bargi, Pelloni, Occhi, Liverani

 

5182 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda avviare un monitoraggio sul territorio regionale al fine di ottenere la situazione aggiornata sugli spazi teatrali e cinematografici non più attivi e se e come questi dati siano cambiati rispetto al periodo precedente alla pandemia. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5184 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per evitare la soppressione dei corsi serali nelle scuole secondarie di secondo grado di Parma per l'a. s. 2022/2023. A firma del Consigliere: Rainieri

 

5187 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità riscontrate nel recupero degli importi corrispondenti ai libri forniti agli alunni delle scuole primarie non residenti, ma frequentanti scuole in Emilia-Romagna e alle misure da adottare per superarle. A firma della Consigliera: Piccinini

 

5203 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di stabilizzare gli operatori amministrativi della sanità che si trovano in situazione di precariato. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5204 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per la riapertura dell'uscita autostradale A14 di Borgo Panigale, anche in vista dell'imminente inizio della stagione balneare. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei

 

5223 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle operazioni di taglio di alberi d'alto fusto in corso in località Valgattara, nel comune di Monghidoro (BO). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5226 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta condivida l'importanza di destinare parte dei fondi raccolti per venire incontro alle esigenze degli enti locali, delle famiglie e delle associazioni che stanno attuando in emergenza l'accoglienza dei profughi ucraini.               A firma dei Consiglieri: Paruolo, Daffada', Rontini, Zappaterra, Montalti, Costi, Maletti, Mumolo, Gerace, Costa, Bulbi, Pillati, Caliandro

 

5231 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere chiarimenti sull'espletamento di una procedura concorsuale per la copertura, a tempo indeterminato, di due posti di Dirigente delle Professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di Ostetrica - Area Infermieristica. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

 

5233 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'iniziativa cosiddetta "Month Pride", promossa da un liceo di Carpi (MO). A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

5243 - Interrogazione a risposta scritta circa i criteri seguiti per effettuare l'aggiornamento degli elenchi regionali di idonei da cui attingere per il conferimento dell'incarico di Direttore delle Attività Socio-Sanitarie delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario Regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

In data 13 giugno 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 5254:

 

5254 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa le misure più adeguate per valorizzare e promuovere le potenzialità culturali e turistiche del Cammino denominato "Via Romea Germanica". A firma del Consigliere: Pompignoli

 

In data 22 giugno 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, Ambiente, Mobilità”, alla interrogazione oggetto n. 5253:

 

5253 - Interrogazione a risposta orale in commissione sul rilancio della funzione crocieristica del Porto di Ravenna, sull'impatto sull'ambiente e sulla salute dei cittadini dell'inquinamento prodotto dalle grandi navi da crociera e sui tempi di realizzazione del sistema di elettrificazione delle banchine. A firma della Consigliera: Zamboni

 

(Comunicazioni prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno - n. 11 prot. NP/2022/1545 del 27 giugno 2022)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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