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176.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 5 DICEMBRE 2022

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6072

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla contrazione di diversi fondi del bilancio regionale di previsione 2023. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

CALVANO, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 6052

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali sono gli interventi e le iniziative che la Giunta intende assumere per accrescere la sicurezza del territorio montano e per mantenere le condizioni ottimali della sua viabilità, sia quella di collegamento con i centri urbani di pianura che quella vicinale, al fine di scongiurare il rischio di isolamento degli abitanti delle vallate del Reno e del Setta. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

CORSINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 6065

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al progetto per la messa in sicurezza della Strada Statale 64 "Porrettana". A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

CORSINI, assessore

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 6063

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda monitorare le varie fasi che dovranno portare all'erogazione del fondo affitti 2022. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele (Lega)

CORSINI, assessore

MARCHETTI Daniele (Lega)

 

OGGETTO 6068

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione intenda sollecitare nuovamente INPS perché trasferisca i dati circa le domande e le attribuzioni dell'assegno unico universale, per un'analisi dettagliata del fenomeno, e sollecitare il Governo ad apportare i debiti correttivi al provvedimento, riconoscendo un principio sostanziale che tiene in considerazione l'interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. A firma dei Consiglieri: Amico, Caliandro, Mumolo, Gerace

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

CORSINI, assessore

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 6074

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'avvio di un monitoraggio straordinario e puntuale all'interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Marino Alto Adriatico mediante valutazioni, analisi e censimenti quali-quantitativi delle acque marino-costiere, della fauna ittica, degli organismi e microrganismi. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FABBRI (PD)

CORSINI, assessore

FABBRI (PD)

 

OGGETTO 6067

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per la riapertura del Pronto Soccorso dell'Ospedale Magati di Scandiano (RE), con particolare riguardo all'articolazione oraria del servizio previsto e alle caratteristiche del personale da impegnare nel reparto. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

DONINI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 6071

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere a tutela delle aziende e dei lavoratori del settore biomedicale della regione Emilia-Romagna, a seguito della richiesta di compartecipazione al superamento del tetto di spesa regionale per l'acquisto di dispositivi medici. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Rancan

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

DONINI, assessore

PRESIDENTE (Zamboni)

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 6069

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per garantire una rapida ripresa dell'operatività dell'ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo (RE). A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

BONDAVALLI (BP)

TARUFFI, assessore

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 6070

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni da mettere in atto per la preservazione della specie Lupo sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

MAMMI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 5807

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna". (57)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione)

PRESIDENTE (Zamboni)

AMICO, relatore di maggioranza

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

TAGLIAFERRI (FdI)

BONDAVALLI (BP)

MARCHETTI Francesca (PD)

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

POMPIGNOLI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

FELICORI, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,47

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 176 del giorno 5 dicembre 2022.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 23 novembre 2022.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato la propria assenza l’assessora Lori.

Ai sensi dell’articolo 102-bis del Regolamento interno, partecipa in modalità telematica il consigliere Delmonte.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 6072

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla contrazione di diversi fondi del bilancio regionale di previsione 2023. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Più precisamente, partiamo dall’interrogazione 6072: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla contrazione di diversi fondi del bilancio regionale di previsione 2023. L’interrogazione è a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Buongiorno, presidente. Buongiorno, assessori.

Ringrazio l’assessore Calvano, con cui c’è stato un confronto verbale abbastanza impegnativo. In realtà, negli scorsi giorni, nel momento in cui ho depositato questa mia domanda, mi faceva notare che questa aveva una connotazione più da articolo 30, che è lo strumento che i consiglieri regionali utilizzano per conoscere meglio i dati.

Ho avuto poco margine per potermi confrontare. La telefonata è stata breve e tendenzialmente ha parlato molto l’assessore Calvano e poco io. Volevo sottolineare l’importanza, per me, di cominciare questo lungo percorso che ci porterà all’approvazione del bilancio proprio con un atto politico, che è questa mia domanda. Ritengo che l’Assemblea legislativa e anche i cittadini che, di fatto, rappresentiamo abbiano contezza di quello che avverrà e che cosa vuol dire in termini di servizi che la Regione Emilia-Romagna continuerà ad offrire nel suo territorio.

In questi giorni, la Regione ha annunciato nel proprio comunicato una manovra da 13,4 miliardi di euro, in cui la sanità rappresenterà la maggiore spesa. Sfiora i 10 miliardi di euro. La Giunta ha, inoltre, dichiarato un taglio di circa il 10 per cento dei fondi delle attività non sanitarie.

La Giunta sostiene di mantenere ferme le tasse e garantire 2,3 miliardi di investimenti. Tuttavia, sulla stampa, ed è a questo che mi riferisco ed è il motivo della mia domanda, cioè rispetto agli assessori che hanno parlato... La stampa e gli assessori con il maggior numero di riduzioni hanno dovuto ammettere i tagli, cercando di minimizzare e affidandosi ad assestamenti e variazioni future, per provare a mantenere tutti gli impegni annunciati.

Annuncio che (in replica, assessore, l’ascolterò con molta attenzione) secondo me il dato più significativo, vista anche la discesa in campo della nostra Vice Presidente, è che proprio i tagli maggiori arrivano dal suo ambito, un ambito che forse non interessa più, perché evidentemente le politiche precedenti e quello che lei oggi porta in dote è un buco sostanzioso.

La pubblica amministrazione parla con atti e non con i comunicati, e nessun dirigente può fare un contratto o rinnovare un servizio senza la copertura finanziaria. La verità è quella rappresentata da un’associazione che conosco da molti anni, che mi ha inoltrato poche settimane fa il diniego allo storico contributo che la Regione aveva sempre dato, un contributo sicuro, non particolarmente oneroso.

È desolante come il buco della sanità ora penalizzi Terzo settore e cultura, dove iniziano ad arrivare i primi “no” ai finanziamenti di progetti, ma anche i “no” che ricadono sui Comuni e che arriveranno in maniera poderosa - per la mia esperienza amministrativa e politica - ad incidere profondamente le politiche degli amministratori, perché le risorse a disposizione sono significativamente inferiori rispetto a quelle dell’anno scorso a causa delle spese sanitarie fuori controllo.

La Giunta ha dichiarato un taglio di circa il 10 per cento dei fondi alle attività non sanitarie, ma temo, e per questo chiedo a lei a quanto ammontino esattamente e se queste minori risorse potranno pregiudicare i servizi ai cittadini e alle imprese emiliano-romagnole.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Risponde l’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Ho ritenuto opportuno mettere nero su bianco le cose che ho detto alla Castaldini nella telefonata successiva al deposito del suo question time. che ha deciso di lasciare come question-time.

Il confronto richiesto dalla consigliera Castaldini tra il bilancio consolidato e il bilancio preventivo 2023-2025 della Regione non è possibile, in quanto i due documenti sono redatti sulla base di princìpi contabili differenti.

Il primo, ovvero il bilancio consolidato, raccoglie ed assembla tutti i bilanci della Regione nella sua accezione allargata: bilancio regionale dell’Assemblea legislativa, delle agenzie e quant’altro, utilizzando i criteri propri della contabilità economico-patrimoniale (costi, proventi e stock del patrimonio).

Il secondo, ovvero il bilancio preventivo, è redatto sulla base dei criteri tipici della contabilità finanziaria pubblica, entrate e spese, ed ha la finalità di allocare le risorse per missioni e programmi. Il principio contabile è quello della competenza finanziaria potenziata, ovvero il criterio utilizzato è quello giuridico per l’assunzione dei crediti, accertamento delle entrate e dei debiti, impegno della spesa.

Detto questo, che sarebbe sufficiente per chiudere la risposta alla consigliera Castaldini, vado oltre dicendo che non è possibile il confronto tra il bilancio consolidato del gruppo Amministrazione pubblica della Regione Emilia-Romagna, redatto secondo i criteri e i princìpi della contabilità economico-patrimoniale, e il bilancio preventivo, redatto secondo i princìpi della contabilità finanziaria, in quanto governati da princìpi diversi di competenza nell’esercizio finanziario di rilevazione delle transazioni e dei fatti gestionali.

Tutto ciò premesso, provo a interpretare quello che forse chiedeva la consigliera Castaldini, nel senso che nel caso in cui la consigliera, nel suo QT, intendesse chiedere un confronto per missioni del bilancio preventivo 2023 con il rendiconto 2022, mi preme sottolineare che tale rendiconto sarà redatto ad aprile 2023, per poi essere approvato dall’Assemblea entro giugno 2023, e che comunque il confronto tra il preventivo 2023 con il consuntivo 2022 sarebbe non rappresentativo, in quanto il bilancio consuntivo comprende entrate e spese, tra cui quelle vincolate straordinarie, che intervengono in corso d’anno e che, quindi, non sono riscontrabili nei preventivi.

Io, allora, ho fatto un’altra ipotesi. Nel caso in cui la consigliera intendesse, invece, chiedere un confronto per missioni tra bilancio preventivo 2022 e bilancio preventivo 2023, in sintesi la mia risposta, se avesse chiesto questo, avrebbe evidenziato un preventivo 2023 che prevede un aumento complessivo della manovra di bilancio per oltre 486.000.000 di euro, considerando il totale delle missioni, con una crescita dei comparti sanità, sviluppo economico, politiche del lavoro, assetto del territorio e politiche energetiche e con un accantonamento straordinario per la sanità nei fondi e accantonamenti, alcune riduzioni di dotazione anche e soprattutto per la conclusione di alcune leggi di finanziamento e di alcuni investimenti, come nel diritto allo studio e nelle infrastrutture, dove abbiamo completato interventi in conto capitale, che quindi non abbiamo riscritto al bilancio 2023, ma si sono conclusi con il bilancio 2022, e rinvio alla seconda parte del semestre per alcune politiche riguardanti i trasporti e la mobilità, soprattutto perché siamo ancora in attesa delle previsioni nazionali in materia. Sono stabili gli altri interventi, comprese le politiche culturali – basta andare a leggere la missione – grazie alla crescita degli investimenti in conto capitale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Assessore, la ringrazio per la risposta, la ringrazio di essere andato oltre e anche di aver immaginato tanti miei pensieri. Le dico anche che, nei rapporti più intimi, nessuno osa tanto. Per cui, la ringrazio per questa sintonia. La rispetto e non mi permetterei mai di mettere in dubbio la sua onestà intellettuale. Questa volta – diciamolo – il compito che le è stato assegnato è sovraumano, per cui spero molto in questo oltre.

Le principali criticità sono rappresentate dal disavanzo 2022 di 880 milioni di euro delle ASL e dalle coperture utilizzate negli scorsi anni per coprire le spese sanitarie, che hanno asciugato, per me, buona parte dei fondi regionali. E lo dico con molta preoccupazione, la stessa che lei vive. Il debito della sanità regionale ‒ inutile girarci attorno ‒ è strutturale e non legato al momento eccezionale determinato dalla pandemia e dai costi energetici. Non lo dico io, ma le relazioni di chi controlla i bilanci, dalla Corte dei conti al Ministero.

Io non ho fatto un esercizio di stile o anche legato alla mia poca competenza. Ringraziando Dio, la mia competenza all’interno delle Amministrazioni e, soprattutto, all’interno di un Comune importante come il Comune di Bologna, mi ha dato la possibilità di leggere i bilanci, di patire e anche di capire quali sono le opportunità. Mi preme, però, dirle, soprattutto riguardo a quello che avevo accennato rispetto alla poderosa campagna elettorale che porterà l’ex vicepresidente Schlein, ad esempio, a raccontare di sé, della bellezza che ha portato nella Regione Emilia-Romagna, che i fondi della Missione 6, Politiche giovanili, sport e tempo libero nel 2023 segnano ‒ e mi spiace dirlo e farò di tutto per dimostrare questo dato ‒ un dato estremamente preoccupante, altro che 10 per cento. Meno 22 per cento e meno 20 per cento rispetto all’ultimo preventivo definitivo 2022. Questa è semplicemente una valutazione rispetto al preventivo 2022 e a quello 2021. Per cui, dati molto più preoccupanti. Temo anche per scelte politiche. Faccio l’esempio della vicepresidente, ma semplicemente perché oggi è più presente sui giornali. Per me sono scelte sbagliate, profondamente sbagliate, di questi due anni di Amministrazione.

Questo è l’ordine di grandezza del problema. Bisogna essere chiari e spiegare fin da subito ‒ e questo è il contenuto della mia domanda ‒ quali servizi non ci saranno più. È ora di correre, di fare in fretta, di raccontare tutta la verità a chi ci ha eletto. Ma non una verità dovuta a una inadeguatezza politica. Sicuramente a un problema strutturale, sicuramente a tempi che non sono positivi e non certo lieti per le persone. Ma soprattutto ripensare ‒ questo è quello che mi interessa ‒ sia la sanità sia tanti altri servizi che, secondo me, potevano essere tagliati e forse inadeguati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6052

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali sono gli interventi e le iniziative che la Giunta intende assumere per accrescere la sicurezza del territorio montano e per mantenere le condizioni ottimali della sua viabilità, sia quella di collegamento con i centri urbani di pianura che quella vicinale, al fine di scongiurare il rischio di isolamento degli abitanti delle vallate del Reno e del Setta. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6052: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali sono gli interventi e le iniziative che la Giunta intende assumere per accrescere la sicurezza del territorio montano e per mantenere le condizioni ottimali della sua viabilità, sia quella di collegamento con i centri urbani di pianura che quella vicinale, al fine di scongiurare il rischio di isolamento degli abitanti delle vallate del Reno e del Setta, a firma del consigliere Mastacchi.

Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Buongiorno. Grazie, presidente. Buongiorno, assessore.

Questa interrogazione a risposta immediata scaturisce a valle degli ultimi eventi che si sono verificati sulla Valle del Reno, che si aggiungono a tutta un’altra serie di difficoltà che il territorio, come ben sapete, sta vivendo.

Partiamo dalla chiusura della statale 325 per lavori in corso, ma chiusa da ormai quattro anni, perché è stata chiusa nel 2019 e fra pochi mesi saranno quattro anni che la strada è chiusa. Il casello di Rioveggio, che incide anch’esso su una strada statale, a rischio di cedimento, anche questo cantiere fermo - credo - da più di dieci anni;  il Ponte Da Vinci, che sta vedendo in questi giorni l’inizio dei lavori, ma non ha assolutamente una prospettiva di soluzione nel breve periodo; la bretella autostradale di Sasso Marconi e, a livello infrastrutturale di prospettiva, il cosiddetto “valico delle ganzole”, che collega il nodo di Rastignano alla viabilità autostradale di Sasso Marconi, che durante i periodi invernali subisce gravi problematiche a causa del brutto tempo.

Avremo a breve poi i lavori sulle gallerie dell’autostrada 1 di Monte Mario, e in prospettiva tutto questo si innesterà nei lavori di Casalecchio di Reno per il completamento della statale Porrettana e il passante di mezzo. L’ultima ciliegina è stata nei giorni scorsi la caduta di alcuni frammenti dalla rupe di Sasso Marconi, che è un collo di bottiglia che mette in difficoltà il passaggio di tutto il traffico della Valle del Reno.

Questa caduta, seppur almeno al momento risolta abbastanza velocemente e brillantemente, ha comunque riacceso un faro su tutte quelle che sono le difficoltà che la viabilità di quella zona sta vivendo e potrebbe vivere in caso di un ulteriore crollo. Infatti il traffico che si è creato in conseguenza dei semafori installati è andato ad incidere ulteriormente sull’ingorgo che già vive Sasso Marconi per effetto della chiusura del Ponte Da Vinci, quindi fragilità complessiva del sistema viario di quella zona. L’ho detto anche ieri in un convegno pubblico, sarebbe necessaria un’analisi complessiva, quindi una visione di territorio di insieme perché, finché continuiamo a vedere il piccolo problema quotidiano e lavorare sempre su quello, probabilmente ci trasciniamo dietro una situazione irrisolvibile.

Tutto questo si innesta anche nel degrado generalizzato delle strade provinciali derivanti dalla gestione della Città metropolitana, che credo sia ormai sotto gli occhi di tutti che non è in grado di mantenere, come facevano, invece, in passato le Province, la viabilità provinciale, quindi una mancata programmazione dei lavori, delle manutenzioni e così via.

Dovremmo uscire dall’approccio ideologico di parte, come è successo in passato, perché ogni volta che c’è stata una proposta di soluzione di un problema l’approccio è sempre stato “la squadra A è a favore, la squadra B è contraria”, il che ha fatto sì che si sia ingessato tutto, e con il mancato presidio del territorio, come ho detto prima, tutto questo ha portato a una situazione veramente disastrosa.

Anche ieri c’è stato un dibattito sul Passante Reno-Setta a fronte della riqualificazione della Porrettana, che invece è in corso di studio in questi giorni. Quindi, sarebbe importante avere la consapevolezza che il problema, non il problema singolo, ma il problema territoriale, sta diventando veramente serio e servirebbe veramente un tavolo di confronto che possa dare una soluzione complessiva.

Vengo, comunque, alla domanda della mia interrogazione, che chiede quali sono gli interventi e le iniziative che intende assumere nel breve e nel lungo periodo per puntare ad accrescere la sicurezza nel territorio montano, per il mantenimento delle condizioni ottimali della viabilità per il collegamento sia con i centri urbani di pianura che con quelli vicinali per scongiurare il rischio di isolamento degli abitanti delle vallate del Reno e del Setta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

In risposta alla sua interrogazione immediata in oggetto, relativa alla viabilità nelle vallate del Reno e del Setta, per quanto afferisce al distacco del materiale roccioso avvenuto in località La Rupe di Sasso Marconi si comunica che la Regione si è prontamente attivata nei confronti di ANAS, società proprietaria e gestrice della strada statale 64 (Porrettana), per assicurarsi che si attivassero immediatamente i controlli e le verifiche del caso, e quindi la società ha riaperto la statale al traffico dopo aver effettuato gli interventi di consolidamento dei massi pericolanti e accertato che sussistano le garanzie di accettabili condizioni di sicurezza per gli utenti della strada.

Per quanto, invece, riguarda la complessa gestione delle opere in esecuzione e in progetto nell’area in argomento, sono costanti e continue le interlocuzioni (tavoli tecnici, tavoli politici) e i confronti con il MIT, l’ex MIMS, ANAS, ASPI e Città Metropolitana di Bologna, tendenti a sollecitare e a coordinare le complesse attività previste dalla vigente normativa, dalle norme tecniche di costruzione delle strade e dall’acquisizione dei pareri da parte degli Enti preposti.

Siamo, ovviamente, consapevoli delle difficoltà ‒ ne abbiamo parlato in molte occasioni ‒ e dei disagi sopportati dalla popolazione che risiede in quelle zone, ma continuiamo ad assicurare il massimo impegno, al fine di snellire le procedure, il reperimento delle risorse, la costante sorveglianza e il monitoraggio dell’avanzamento dei lavori, il contributo tecnico e amministrativo, dove necessario, e la ricerca di soluzioni tecniche volte a limitare al minimo l’impatto sul traffico e sugli utenti.

In particolare, per quanto riguarda il progetto di fattibilità tecnico-economica in corso di predisposizione da parte di ANAS, con il cofinanziamento importante da parte della Regione, per l’ammodernamento della Statale 64, si è provveduto ad evidenziare ai progettisti le principali criticità del tracciato attuale, al fine di acquisire proposte per la risoluzione e un significativo miglioramento del collegamento della Vallata del Reno alla rete viaria nazionale, con l’obiettivo, naturalmente, di ridurre, oltre che garantire livelli più adeguati di sicurezza, i tempi di percorrenza, a tutto vantaggio dei cittadini e delle oltre 400 imprese insediate sul territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, assessore.

È la risposta che mi aspettavo. Comunque, ritengo che serva un approccio più determinato e con una visione più complessiva. Anche perché nelle discussioni che si sono susseguite in questi giorni si mette sempre in contrapposizione un intervento rispetto all’altro, mentre io credo sia necessario avere una visione d’insieme e una proposta plurima sulla viabilità della montagna. Non è un singolo intervento che può risolvere il problema, ma bisogna avere una visione di insieme e, eventualmente, anche proporre più soluzioni diversificate tra di loro, che vanno, poi, nel loro insieme, a risolvere le problematiche.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

 

OGGETTO 6065

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al progetto per la messa in sicurezza della Strada Statale 64 “Porrettana”. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Petitti): Interrogazione 6065: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa al progetto per la messa in sicurezza della Strada Statale 64 “Porrettana”, a firma della consigliera Evangelisti.

Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente. Buongiorno. Buongiorno, assessore.

L’oggetto è quello della Statale 64 Porrettana, che è un collegamento ormai noto, collega Pistoia a Ferrara e attraversa tutto l’Appennino tosco-emiliano. Credo ormai sia nota anche all’assessore, soprattutto per il tratto che collega Sasso Marconi al medio-alto Reno.

È una strada di antica istituzione e il suo tracciato ha subito moti modifiche nel corso del tempo. È diventata per il nostro territorio, per il territorio dell’Appennino, una delle arterie più importanti, anzi forse l’unica, e permette il raggiungimento dal capoluogo di Bologna alla realtà del medio-alto Reno.

Nel corso degli anni ci sono stati molti eventi purtroppo negativi, che hanno contrassegnato la transitabilità di questo tratto. L’ultimo in ordine di tempo è stato poc’anzi citato, si è trattato della caduta di massi in località Sasso Marconi.

Questa ha comportato, se non questa volta per molto tempo, comunque un disagio di alcuni giorni per l’interruzione del tratto, che ha comportato anche un’interruzione del tratto ferroviario in alcune ore e comunque ritardi notevoli.

Sappiamo che da molti anni la Regione parla di un progetto di messa in sicurezza della Statale 64 Porrettana. Questo progetto a noi risulta che da nessuno sia ancora potuto essere visionato, neppure – pare - lo abbiano potuto vedere le Amministrazioni dei Comuni interessati.

Risulterebbe che questo progetto sia stato realizzato dalla Città Metropolitana con uno studio di prefattibilità che risale al 2018. Si tratterebbe di realizzare opere atte a migliorare la viabilità e la sicurezza della strada Porrettana, che però, a distanza di quasi quattro anni (siamo nel 2022), ad oggi non ha portato a nulla di tangibile.

Mentre aspettavamo risposte (le abbiamo chieste anche di recente, in una Commissione che ha tenuto il Comune di Bologna in congiunta con la Città Metropolitana), ci siamo premurati di chiedere informazioni al MIT, e nella risposta abbiamo appreso, per il programma ANAS MIT 2023-2026, informazioni su un prospetto di opera denominata “Adeguamento nel tratto Sasso Marconi - Vergato della strada SS 64” per una lunghezza di circa 24 chilometri, e per noi questa è stata una prima informazione.

Sempre nella stessa risposta, abbiamo appreso che si tratterebbe di manutenzione straordinaria del costo di 120 milioni di euro interamente a carico di ANAS S.p.A. e che comprenderebbe interventi di miglioramento della Strada Porrettana, con realizzazione di incroci e rotatorie in corrispondenza dei centri abitati, realizzazione in prossimità delle aree produttive e artigianali, allargamento di alcuni tratti del tracciato e interventi volti alla razionalizzazione degli accessi privati posti direttamente sulla strada in argomento. Questa è testualmente la risposta che abbiamo ricevuto dal Ministero. Sempre nella stessa risposta abbiamo ricevuto informazioni che il livello di progettazione sarebbe in fase preliminare da parte di ANAS, in base ad una convenzione che ha stipulato nel 2021 con la Regione Emilia-Romagna.

Non è un mistero – l’abbiamo detto anche nell’incontro che il consigliere Mastacchi citava, quello che si è svolto ieri in Appennino – che riteniamo che l’unica soluzione o la migliore possibile per collegare il territorio del Medio e Alto Reno al capoluogo, ma anche al versante toscano, ma anche alla A1 sia un collegamento autostradale veloce, questo per rilanciare il territorio dal punto di vista di turistico, ma anche economico e produttivo. Quindi, per noi una infrastruttura veloce resta l’unica possibilità.

È altrettanto vero che non vogliamo rimanere impassibili e fermi su una posizione e, come abbiamo detto ieri e anche in altre occasioni, siamo pronti al confronto. Preferiremmo non accettare soluzioni al ribasso, però siamo pronti ad un confronto, che fino ad oggi non c’è stato.

Chiediamo, quindi, a lei, assessore, a che punto è questo progetto per la messa in sicurezza della strada statale 64 (Porrettana), di che tipo di progetto si tratta, quindi se le informazioni che abbiamo ricevuto corrispondono a quelle che ci fornirà la Regione, se è stato condiviso con i sindaci, quindi con le Amministrazioni interessate, quindi con il territorio, a quanto ammonterebbero complessivamente i costi di quest’opera, quindi se viene confermato quell’importo oppure no, a carico di chi sarebbero questi oneri e se si tratta di un progetto alternativo o sostitutivo ad un’eventuale bretella Reno-Setta o a una strada con altra denominazione, però a percorrenza veloce.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera.

Alcune mie considerazioni naturalmente ricalcano le stesse che ho appena presentato nell’interrogazione del consigliere Mastacchi, e parto proprio dal tema de La Rupe, nel senso che ribadisco che, per quanto attiene al distacco del materiale roccioso, la Regione si è prontamente attivata nei confronti di ANAS per assicurarsi che si attivassero immediatamente i controlli e le verifiche del caso e che, quindi, la società ha riaperto la statale al traffico dopo aver effettuato gli interventi di consolidamento dei massi pericolanti e, naturalmente, aver accertato che sussistano le garanzie di sicurezza per gli utenti della strada.

Per quanto riguarda la gestione delle opere in esecuzione e in progetto nell’area in argomento, sono ovviamente costanti ‒ come dicevo ‒ e continue le interlocuzioni e i tavoli tecnici, confronti con il Ministero, con l’ANAS, con Autostrade per l’Italia, con la Città Metropolitana di Bologna, tendenti a sollecitare e a coordinare le attività previste dalla normativa vigente e dalle norme tecniche di costruzione delle strade, oltre all’acquisizione dei pareri da parte degli Enti preposti.

Siamo, naturalmente, consapevoli delle difficoltà e dei disagi sopportati dalla popolazione che risiede nelle zone oggetto dell’interpellanza e assicuriamo un continuo impegno, dimostrato anche dalla scelta politica fatta dalla Regione Emilia-Romagna di cofinanziare ad ANAS una serie di progettualità, di studi di fattibilità tecnico-economica di alcune strade statali particolarmente importanti che attraversano la nostra regione, tra cui la Strada Statale 64. Ricordo che non era una scelta obbligata. È una scelta politica, per accelerare le scelte, per accelerare prima ancora le progettualità e poi, naturalmente, il reperimento degli investimenti. Stiamo parlando di strade statali, quindi la competenza, anche dal punto di vista economico e della progettazione, è in capo esclusivamente ad ANAS.

Dicevo che, consapevoli di queste difficoltà, siamo comunque attivi in maniera costante per il reperimento delle risorse attraverso il contratto di programma con ANAS Spa, contratto di programma che è in forte ritardo rispetto alla scadenza del precedente contratto di programma, che è scaduto nel 2020. Nel frattempo, per quanto riguarda il progetto di fattibilità tecnico-economica, siamo in costante contatto, anche attraverso riunioni che si sono svolte recentemente con ANAS, per individuare, dal punto di vista tecnico, la soluzione progettuale, dal punto di vista della fattibilità tecnico-economica, che possa risolvere le criticità del tracciato attuale.

Sono in campo una serie di proposte tecniche. Quella che noi caldeggiamo è quella che consentirà di ridurre sensibilmente, in maniera significativa i tempi di percorrenza e di collegamento con la rete viaria nazionale, come dicevo prima, per garantire alle oltre 400 imprese del territorio collegamenti più rapidi e più veloci, quindi, di conseguenza, anche mantenere elevata la propria competitività.

Naturalmente appena avremo gli elaborati definitivi (definitivi dal punto di vista ovviamente della progettualità di carattere preliminare), apriremo un confronto con i territori, analizzando, perché questo è un dato che ancora non abbiamo, anche alla luce degli aumenti particolarmente significativi dei materiali, che hanno fatto lievitare ‒ faccio una stima approssimativa ‒ intorno al 40 per cento i costi delle opere. Siamo appunto in attesa di avere le progettualità, le soluzioni tecniche e, ovviamente, anche i costi e gli oneri relativi.

Quando avremo acquisito da parte di ANAS tutti questi elementi, potremo, con tutti gli elementi sul tavolo, aprire un confronto con gli Enti locali e definire la soluzione progettuale più indicata, per risolvere le criticità del collegamento fra la rete viaria nazionale, la città di Bologna e ovviamente il territorio montano dell’Appennino, oggetto di questo intervento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Grazie, assessore. Dovrei esprimere in questo momento la mia soddisfazione o insoddisfazione, quindi se sono o non sono soddisfatta, e non sono.

Non sono nel senso che apprezzo la preoccupazione della Regione e dell’assessore per lo stato della viabilità in quel tratto, ma, mentre la Regione Emilia-Romagna effettua le proprie interlocuzioni, i propri tavoli tecnici con Autostrade (a me non risulta, ma prendo atto che c’è anche con Autostrade), la viabilità di quel territorio è sempre più difficoltosa, oserei dire anche la incidentalità, il dato incidentale sempre su quel tratto, gli imprenditori lamentano una soluzione e con stupore apprendo che comunque, rispetto a tutte le domande che ho posto, poche sono le risposte.

Non mi è stato dato un dato temporale, quindi quando, come ieri, sul territorio mi sento dire “abbiamo una soluzione oggi e, se voi volete prospettare una soluzione, dovete prospettarla sempre per oggi”, mi sembra che soluzioni concrete e progetti quantomeno presentabili, discutibili e confrontabili, non ce ne siano.

Questo è un po’ preoccupante perché, al di là di quello che c’è stato dal 2018 ad oggi, sono comunque passati quattro anni e per quanto riguarda un progetto credo che ci si possa confrontare anche in modo più concreto. Non condivido il fatto di confrontarsi con i territori in un momento successivo, perché su quel tratto c’è un problema politico – lo sappiamo – oggettivo, ci sono sindaci di due Comuni che vorrebbero conoscere questo progetto o questi progetti per valutare se il loro Comune, se la loro area territoriale possa accettare un progetto di quel tipo, e mi riferisco a Vergato e Marzabotto. Quindi, forse un confronto preventivo con tutte le Amministrazioni dell’Appennino per sciogliere anche il nodo rispetto a questi due Comuni sarebbe quanto mai opportuno.

Prendiamo atto di una serie di proposte tecniche e prendiamo atto che, comunque, non è confermato nemmeno il dato di 120 milioni di euro. L’assessore parla di co-partecipazione della Regione, ANAS ha detto…

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Evangelisti, le chiedo di concludere. Ha abbondantemente terminato il tempo.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Dicevo, ha detto che è a totale carico di ANAS. Aspettiamo risposte concrete, come è stato detto ieri, per oggi, e non per domani.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6063

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda monitorare le varie fasi che dovranno portare all’erogazione del fondo affitti 2022. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 6063: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Giunta intenda monitorare le varie fasi che dovranno portare all’erogazione del fondo affitti 2022, a firma del consigliere Marchetti Daniele.

Prego, consigliere.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Con il presente question time intendiamo portare all’attenzione della Giunta regionale il tema del fondo affitti 2022, e 2022 si fa per dire perché, prendendo atto dell’intera fase istruttoria e della scrematura che comunque dovrà essere effettuata sulle domande pervenute, apprendiamo che questi fondi che sono stati promessi per il 2022, quindi per il corrente anno, non arriveranno nelle tasche dei cittadini che ne hanno fatto richiesta prima di aprile 2023.

Riporto le preoccupazioni di molti cittadini che ci hanno contattato in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi, che facevano particolarmente affidamento su queste risorse che in questi ultimi anni vengono erogate dalla Regione Emilia-Romagna, con un cofinanziamento, ovviamente, da parte dello Stato centrale.

La Regione, per raccogliere queste richieste che sono pervenute per beneficiare del fondo affitti 2022, ha creato una piattaforma digitale, che avrebbe avuto il compito di facilitare, di semplificare l’intero procedimento, però ci siamo accorti che, a fronte delle 66.000 richieste pervenute, queste sono state quelle che ci avete indicato come richieste inoltrate da parte dei cittadini emiliano-romagnoli, a fronte di questa situazione, le tempistiche per arrivare ad una effettiva erogazione saranno ancora molto lunghe.

Noi chiediamo oggi, in quest’aula, pur comprendendo che, per quanto riguarda la fase di erogazione di questi fondi, la Regione non ha competenze, in quanto la Giunta regionale, in seguito allo stanziamento, ha delegato, in sostanza, i territori, i Comuni capo distretto, le aziende ai servizi alle persone del nostro territorio... Però i territori, sicuramente, non vanno abbandonati. Credo che la Giunta emiliano-romagnola debba tenere monitorato l’intero iter per cercare di garantire in tempi celeri questi aiuti, soprattutto oggi, dove le famiglie, al di là delle difficoltà che già stanno vivendo nel corso di questi ultimi anni, a maggior ragione oggi, fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, se teniamo in considerazione anche il fatto del caro energia.

Oggi cerchiamo di ottenere delle risposte, delle rassicurazioni, più che altro, in tal senso, proprio da riportare a tutti quei cittadini che quotidianamente ormai ci contattano per segnalarci queste problematiche.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere. Per rispondere al presente question time, evidenzio che la piattaforma web regionale utilizzata quest’anno ha permesso la raccolta in forma semplificata e qualificata delle istanze, nonché il popolamento automatico dei dati ISEE presenti nel database ufficiale INPS in riferimento all’intestatario dello SPID utilizzato per l’accesso. Visti i possibili ritardi in capo ad INPS tra la data di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica e l’effettiva pubblicazione sul proprio sito web dei dati ISEE a garanzia dei cittadini, tale popolamento ha dovuto essere realizzato in due momenti, sia il giorno stesso della presentazione dell’istanza sia a dieci giorni di distanza.

Tale possibilità ha permesso di eliminare da parte dei cittadini l’allegazione di qualunque documento e, dunque, ai Comuni di disporre immediatamente dei dati originali su cui avviare l’istruttoria, con un enorme vantaggio in termini di semplificazione.

Allo stato attuale, la piattaforma regionale non permette di realizzare al proprio interno le fasi di esclusiva competenza degli Enti locali concernenti l’istruttoria, la pubblicazione delle graduatorie, la rendicontazione finale, che anche quest’anno hanno dovuto essere dai distretti realizzati al di fuori di essa con i sistemi e le procedure già in uso.

Dopo la conclusione del popolamento dei dati INPS, di cui al punto precedente, i distretti hanno, quindi, potuto avere accesso al backoffice della piattaforma web regionale per visualizzare e, soprattutto, scaricare le istanze complete di ogni dato di loro competenza territoriale. Per queste ragioni, la piattaforma web regionale non consente di monitorare sistematicamente e costantemente l’iter in campo agli Enti locali.

Si rappresenta che, ove pure si addivenisse al modulo di backoffice centralizzato, la velocità dell’istruttoria rimane comunque una variabile in capo alla singola Amministrazione, in relazione alle risorse di personale disponibili per il completamento dell’operazione.

La Regione sta sviluppando ulteriormente la propria piattaforma, al fine di includere adeguatamente l’istruttoria, la graduatoria e la rendicontazione. Almeno parte di queste funzioni sarà verosimilmente disponibile e operativa in occasione del prossimo bando.

L’auspicio è che, quando l’intero procedimento sarà internalizzato, saranno finalmente disponibili i dati aggiornati in tempo reale rispetto a quanto avviene e viene deciso quotidianamente presso gli Enti locali.

Al di là della piattaforma, la Regione garantisce un servizio qualificato di assistenza tecnica, amministrativa e giuridica. La Regione risponde inoltre a numerosi cittadini che telefonano o scrivono per avere informazioni e aggiornamenti in merito alla propria istanza, informandoli, quando necessario, che è necessario appunto rivolgersi al proprio Comune.

Con riferimento a quanto riportato nell’ambito dell’interrogazione, laddove si ritiene che presumibilmente la pubblicazione delle graduatorie provvisorie avverrà non prima del mese di aprile 2023, si evidenzia come tale previsione appaia oltremodo ampia e non riconducibile a un dato medio sul territorio regionale.

Alcuni distretti hanno avuto accesso ai dati anche in corso di raccolta, proprio al fine di ottimizzare le tempistiche e accorciare i tempi di definizione delle rispettive graduatorie, fermo restando che l’attività rimane in capo alle Amministrazioni locali in relazione alle risorse umane e strumentali disponibili.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini, anche per il rispetto dei tempi. Lasciamo sempre qualche secondo in più, però proviamo ad essere rispettosi del tempo dato ad ognuno.

A questo punto prego, consigliere Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

C’è da dire una cosa: siete, nel vero senso della parola, dei prestigiatori, perché in sostanza il Fondo affitti 2022, prendendo atto di questa risposta e della fase istruttoria che abbiamo descritto questa mattina, non verrà erogato, verrà erogato nel 2023, e, se non ci saranno dei cambi di rotta nell’impostazione dell’intera procedura per l’erogazione di questi Fondi così importanti, ci ritroveremo nella stessa situazione il prossimo anno, cioè con i Fondi 2023 che andranno nel 2024.

Il risultato, riassumendo il tutto, è che nel 2022, in un momento di grande difficoltà per quanto riguarda i cittadini per via del caro energia e di tutti i costi della vita quotidiana degli emiliano-romagnoli, non hanno visto 1 euro.

Questo è il risultato delle vostre proposte, che continuate a sbandierare ai quattro venti annualmente. Io ricordo il comunicato della Giunta dell’Emilia-Romagna che annunciò questo stanziamento record di 40 milioni di euro, senza però precisare che, in realtà, lo stanziamento regionale del 2022 era inferiore rispetto a quello del 2021. Vi è stato un aumento di quello nazionale, ma una diminuzione di quello regionale. Sta di fatto che nelle tasche dei cittadini richiedenti non è arrivato un solo euro nel 2022.

Mi auguro, a questo punto, che per la prossima annualità ci possa essere un’accelerazione per cercare di garantire questi fondi così importanti nel 2023 e non far slittare nuovamente, come dicevo prima, per via di queste lungaggini burocratiche, perché ricordo che anche nel 2021 i tempi di istruttoria sono stati sicuramente molto lunghi, ma i fondi che vennero stanziati nel 2021 vennero erogati nell’anno 2021. Quest’anno, invece, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio slittamento, che ha prodotto, ovviamente, un mancato aiuto nei confronti di quei cittadini che contavano su queste risorse che la Regione Emilia-Romagna, la Giunta Bonaccini aveva promesso con comunicati emanati per mezzo stampa e che, ovviamente, avevano creato molte aspettative tra i cittadini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

 

OGGETTO 6068

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione intenda sollecitare nuovamente INPS perché trasferisca i dati circa le domande e le attribuzioni dell’assegno unico universale, per un’analisi dettagliata del fenomeno, e sollecitare il Governo ad apportare i debiti correttivi al provvedimento, riconoscendo un principio sostanziale che tiene in considerazione l’interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. A firma dei Consiglieri: Amico, Caliandro, Mumolo, Gerace

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 6068: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Regione intenda sollecitare nuovamente INPS perché trasferisca i dati circa le domande e le attribuzioni dell’assegno unico universale, per un’analisi dettagliata del fenomeno, e sollecitare il Governo ad apportare i debiti correttivi al provvedimento, riconoscendo un principio sostanziale che tiene in considerazione l’interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Amico e Caliandro.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Con questa interrogazione ritorno su un tema che avevamo già sollevato all’altezza di marzo relativamente all’applicazione della nuova norma che prevede l’istituzione dell’assegno unico universale per i figli a carico dei genitori.

L’assegno è un beneficio economico attribuito su domanda su base mensile per il periodo compreso tra il mese di marzo di ciascun anno e il mese di febbraio dell’anno successivo ai nuclei familiari in relazione alla condizione economica del nucleo, secondo l’indicatore della situazione economica equivalente dell’ISEE.

Il valore dell’assegno per il primo figlio oscilla tra un minimo di 50 euro per gli ISEE da 40.000 euro e un massimo di 175 euro mensili per gli ISEE fino a 15.000 euro.

Il calcolo, poi, prevede una maggiorazione, che va da un massimo di 85 euro a un minimo di 15, sempre a seconda del valore dell’ISEE. Quando la misura fu istituita, a marzo, una serie di cittadini hanno iniziato a rivolgersi ai vari patronati, segnalando come l’introduzione dell’assegno unico iniziasse a presentare degli elementi di evidente squilibrio. Nel caso di genitori coniugati può essere indicata anche la corresponsione per il 100 per cento del suo valore a uno solo di essi oppure, analogamente, in caso di genitori separati o divorziati, purché siano entrambi d’accordo, può essere indicata la corresponsione al riparto del 50 per cento. Questo riparto dell’assegno unico, in caso di genitori separati, non tiene conto delle trasformazioni che registrano le situazioni molto eterogenee in cui si trova il nucleo familiare, che spesso si compone di genitori divorziati, separati o non sposati.

È molto consistente, nel nostro Paese, il perdurare di una situazione di divario salariale tra uomini e donne, aggravatasi con l’emergenza sanitaria ‒ e quelle successive ‒ che ha colpito in particolar modo, sotto il profilo lavorativo, la componente femminile, producendo diseguaglianze crescenti.

In assenza di accordi presi in fase di separazione, che saranno possibili in un momento successivo, ma non sono applicabili al pregresso, salvo la richiesta di revisione degli accordi economici presso i tribunali competenti, con un ulteriore dispendio economico, molte madri, a cui è già stato attribuito l’assegno familiare, si troveranno a dover sopportare una perdita economica quando il coniuge faccia richiesta del 50 per cento dell’assegno unico, avendone anche diritto. Quindi, si troverebbero costrette a ritrattare accordi già stabiliti.

Lo Stato, nell’applicazione della normativa, dà per implicito che ciascun genitore contribuisca in parti uguali al mantenimento dei figli, secondo le proprie possibilità, ottemperando responsabilmente alle necessità che il minore presenta. Tuttavia, la realtà ci consegna un dato molto differente, spesso a svantaggio della donna. Pur in presenza di affido condiviso, nella maggior parte dei casi i padri hanno in custodia i figli ogni due fine settimana, per una settimana infrasettimanale. Questa situazione grava economicamente di più sulle madri, quasi sempre conviventi in continuità con i figli, per le giornate restanti.

In questi primi undici mesi di applicazione, i patronati del lavoro, che seguono le pratiche, hanno segnalato diversi e numerosi casi di nuclei divisi e non concordi, dove il marito, non presentando la dichiarazione ISEE, costringe entrambi ‒ come recita la norma ‒ al percepimento dell’assegno minimo, in ogni caso suddiviso al 50 per cento, con evidente danno economico nei confronti della madre.

È infatti sufficiente che il genitore non presenti il proprio ISEE perché non venga effettuato il calcolo sulla situazione economica effettiva e al nucleo familiare venga attribuito il contributo minimo di 50 euro da dividere tra i due genitori.

In questo senso, avendolo già discusso in quest’aula, ma volendoci tornare perché non abbiamo raccolto ancora oggi dei dati, vogliamo sollecitare la Regione a interloquire nuovamente con INPS, per avere un dettaglio maggiore di quelle che sono queste casistiche, cioè le domande e le attribuzioni dell’assegno unico universale, per fare un’analisi dettagliata del fenomeno e dopo su questa eventualmente sollecitare il Governo ad apportare dei correttivi alla norma, riconoscendo comunque i principi sostanziali che tengono in considerazione l’interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

In riferimento all’interrogazione in oggetto, comunico quanto segue. L’istituzione dell’assegno unico e universale per i figli a carico è una misura nazionale, introdotta dal decreto legislativo n. 230 quale sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico, fino al compimento dei 21 anni, senza limiti di età per i figli disabili.

Il decreto stesso prevede, all’articolo 9, la costituzione dell’Osservatorio nazionale per l’assegno unico e universale per i figli a carico, con funzioni di supporto tecnico-scientifico per lo svolgimento delle attività di analisi, monitoraggio e valutazione di impatto dell’assegno.

L’Osservatorio si è insediato con la prima riunione del 4 ottobre 2022, presieduto dall’allora ministra Elena Bonetti. Da quanto si è potuto verificare, sono stati analizzati i dati disponibili dall’Osservatorio statistico dell’INPS sui beneficiari dell’assegno al 31 agosto 2022 e condivise le principali piste di lavoro, che saranno implementate nei prossimi mesi, anche al fine della predisposizione della relazione semestrale, che l’Osservatorio presenterà all’autorità politica individuando, in esito al monitoraggio, le possibili azioni da realizzare per una maggiore efficacia dell’intervento.

Parimenti, l’INPS ha provveduto alla realizzazione delle relazioni sulle domande di AUU presentate (ultimo aggiornamento disponibile ottobre 2022).

Ad oggi, le relazioni dell’INPS non riportano dati sulle domande presentate dai nuclei divisi e non concordi, e su come questi nuclei si comportino in merito alla presentazione della dichiarazione ISEE.

In relazione ai futuri monitoraggi periodici dell’Osservatorio, sarà possibile valutare eventuali situazioni di disparità che si dovessero verificare nell’applicazione dell’assegno unico e universale, attraverso anche un maggior dettaglio dei dati a disposizione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Da un lato sono soddisfatto della risposta, nel senso che aggiorna quella che è la condizione di lettura del fenomeno, che all’altezza di marzo non era possibile avere dato l’insediamento dell’Osservatorio solamente il 4 ottobre, dall’altro non sono affatto soddisfatto dei contenuti – questa non è responsabilità della Giunta, chiaramente – che riportano, perché un’analisi così poco approfondita o che non sia in grado di rilevare queste disparità credo che non aiuti a migliorare la norma che attualmente è in essere.

Io penso che oggi l’azione che potremmo svolgere – mi riservo poi di proseguire su questo tema anche attraverso altri atti – sia quella di chiedere non solo di monitorare, ma anche di provvedere a una modifica sostanziale per consentire alle madri separate che convivono con i propri figli di trovare un equilibrio economico maggiore rispetto all’utilizzo dell’assegno unico, anziché pensare magari a misure che prevedano, invece, benefìci per i matrimoni ecclesiastici.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6074

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all’avvio di un monitoraggio straordinario e puntuale all’interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Marino Alto Adriatico mediante valutazioni, analisi e censimenti quali-quantitativi delle acque marino-costiere, della fauna ittica, degli organismi e microrganismi. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6074: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito all’avvio di un monitoraggio straordinario e puntuale all’interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Marino Alto Adriatico mediante valutazioni, analisi e censimenti qualitativi e quantitativi delle acque marino-costiere della fauna ittica, degli organismi e dei microrganismi. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Fabbri e Zappaterra.

Prego, consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e a tutte le colleghe.

Con questa interrogazione intendiamo porre l’attenzione sul SIC Marino, che è stato istituito nel 2020 dalle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, un’area a mare di oltre 30.000 ettari, in cui convivono da sempre diverse attività legate alla pesca, al turismo, alla mitilicoltura per l’appunto, al Poligono militare “Foce di Reno”, a cui se ne stanno aggiungendo altre.

Premesso che la creazione e la gestione efficace delle zone marine protette nell’ambito della rete Natura 2000 costituiscono un obiettivo fondamentale della direttiva “Uccelli” e della direttiva “Habitat”, oltre a essere un elemento essenziale della strategia UE sulla biodiversità; che con deliberazione della Giunta della Regione Veneto n. 1135 del 6 agosto 2020 si è proceduto all’individuazione di un nuovo sito di importanza comunitaria denominato “SIC Adriatico Settentrionale Veneto”; che con delibera della Giunta della Regione Emilia-Romagna n. 1572 del 19.11.2020, si è proceduto, in continuità con il perimetro Veneto, a proporre al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare la designazione del SIC denominato “Adriatico settentrionale-Emilia-Romagna”; che l’area di 31.160 ettari, individuata al largo delle coste delta del fiume Po, comprende una consistente porzione di mare al largo dei sette lidi della costa ferrarese; che il SIC marino si trova tra le 6 e le 12 miglia al largo delle coste del delta del fiume del Po e confina con il SIC Veneto e convive, attualmente, con diverse attività antropiche, alcune interne e altre a ridosso dello stesso, tra cui il diporto, la pesca a strascico, la mitilicoltura e attività legate al Poligono militare di Foce Reno.

Attualmente queste attività presentano delle interferenze, tra cui alcune presunte e non verificate, come il danneggiamento di vivai di cozze da parte di tartarughe marine, e altre, invece, appurate, ma non censite puntualmente all’interno del SIC, come la morìa di delfini e tartarughe marine. Il monitoraggio, ad esempio, delle presunte interferenze da parte delle tartarughe marine sui filari delle cozze è agevolmente realizzabile con le nuove tecnologie, per esempio foto-trappole acquatiche. Questa attività, che è solo un esempio, potrebbe servire a misurare l’eventuale riconoscimento a carico dei pescatori dei danni da parte della fauna ittica e la messa in campo, per l’appunto, di accorgimenti tecnici.

A questi elementi, entro la fine del 2023, verranno attivate ulteriori attività, come ad esempio il rigassificatore di Ravenna. Inoltre, si fa largo la scelta del Governo di riattivare concessioni di idrocarburi esistenti.

Alla luce di ciò, è fondamentale avere una fotografia aggiornata e dinamica dell’attuale situazione, ex ante l’attivazione di nuove attività economiche, tra cui lo stesso rigassificatore. Ritenuto, quindi, urgente avviare un monitoraggio straordinario e puntuale all’interno del SIC marino Alto Adriatico attraverso valutazioni, analisi, censimenti quali-quantitativi delle acque marino-costiere, della fauna ittica, di organismi, prestando particolare attenzione ai rilievi delle attuali interferenze con le attività economiche esistenti da sempre.

Tutto ciò premesso e considerato, interrogo per sapere se la Giunta regionale intende destinare ulteriori risorse anche all’Ente Parco Delta del Po, quindi Ente per i parchi e le Biodiversità Delta del Po, delegato proprio dalla Regione per la gestione del SIC marino, affinché, in collaborazione con altri Enti pubblici, fondazioni, Enti di ricerca, si possa avviare questo monitoraggio straordinario e puntuale all’interno del SIC Marino, mediante le suddette valutazioni.

Ciò proprio per misurare, ad oggi, le attuali interferenze con le attività economiche.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

L’Ente di gestione del SIC Marino è l’ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po.

In data 17 maggio 2021, con delibera di Giunta regionale n. 710, sono state approvate le misure specifiche di conservazione del SIC Marino. Nel corso del 2021, è stato sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna, Struttura oceanografica Daphne - ARPAE, enti di gestione per i parchi e la biodiversità, Delta del Po, associazioni di categoria del settore pesca, il protocollo d’intesa per la gestione del sito Marino e riconosciute al Parco del Delta risorse dedicate.

Nel protocollo d’intesa sono state individuate alcune attività prioritarie, tra cui quelle sotto riportate, da realizzarsi nei prossimi anni, suddivise in 6 ambiti di intervento e inserite nel Piano triennale in fase di elaborazione.

Ambito d’intervento 1, Ricerca scientifica, studi e monitoraggio del sito e dei suoi habitat e comportamenti faunistici; Abito di intervento 2, Sostegno economico alle imprese ittiche; Ambito di intervento 3, Interventi attivi; Ambito di intervento 4, Promozione e attività dimostrative; Ambito di intervento 5, Attività di sorveglianza e vigilanza del sito Marino; Ambito di intervento 6, Divulgazione, sensibilizzazione, formazione e partecipazione attiva.

Qualora dalle attività di monitoraggio ambientali emergano effettive criticità, che al momento non sono note a questo assessorato, si potranno valutare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat marini presenti, le eventuali interferenze con le attività antropiche, ad esempio la mollusco coltura, e allo stesso tempo le eventuali interferenze delle attività antropiche nei confronti della conservazione della biodiversità, come ad esempio l’attività di pesca, l’estrazione di idrocarburi e altre attività. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Ringrazio naturalmente l’assessore Corsini, che è stato delegato per questa risposta, che francamente delinea dei provvedimenti, come il protocollo d’intesa che risale al 2021, che già conoscevo, che però sono in parte da aggiornare anche a seguito dei nuovi elementi di cui successivamente a questa data si sta parlando, cioè un elemento certo, che è l’attivazione del rigassificatore di Ravenna, e un elemento ancora non certo, a cui auspichiamo o, perlomeno, auspico non venga dato corso, che è la riattivazione di alcune concessioni legate agli idrocarburi.

Credo che le risorse ad oggi, seppur importanti, non siano sufficienti. Credo che, invece, l’impegno che dobbiamo destinare, anche in termini economici, per questi monitoraggi ulteriori anche rispetto a quelli definiti in precedente protocollo, dove non c’erano le condizioni attuali, sia necessario, e per queste motivazioni non mi ritengo soddisfatto della risposta, anzi sollecito a riprendere in considerazione quanto richiesto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6067

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per la riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Magati di Scandiano (RE), con particolare riguardo all’articolazione oraria del servizio previsto e alle caratteristiche del personale da impegnare nel reparto. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6067: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere le tempistiche per la riapertura del pronto soccorso dell’Ospedale Magati di Scandiano, con particolare riguardo all’articolazione oraria del servizio previsto e alle caratteristiche del personale da impegnare nel reparto. L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini.

Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

L’organizzazione dell’emergenza-urgenza del Servizio sanitario regionale è costantemente sotto i riflettori e costituisce uno dei temi e forse dei problemi più sensibili per le politiche della salute in Emilia-Romagna. Fra le diverse questioni che si propongono e che hanno senza dubbio dimensione e soluzione di rilievo generale, non dipendente, peraltro, solo dalle iniziative assunte a livello regionale, abbiamo da tempo anche quella della riapertura dei servizi di pronto soccorso dell’Ospedale di Scandiano, che nei fatti è chiuso dalla primavera del 2022, quando il Magati, a fronte dell’emergenza pandemica, divenne, su decisione dell’ASL, una struttura Covid per patologia internistica. Superata quella fase, il reparto è rimasto chiuso per consentire la realizzazione di un progetto di riqualificazione nell’ambito della rete di emergenza-urgenza ospedaliera, previsto da tempo.

Oggi il pronto soccorso di Scandiano è ancora chiuso. Voglio ricordare a questo riguardo che, quasi nove mesi fa, proprio lei, assessore, in quest’aula rispondeva a una mia interrogazione sui lavori in corso affermando di ritenere che i collaudi della nuova struttura “possano concludersi – cito naturalmente dalle dichiarazioni – entro il mese di aprile, successivamente il pronto soccorso dell’Ospedale di Scandiano potrebbe tornare in funzione, tenendo conto, però, della forte carenza di specialisti in medicina di emergenza-urgenza e di medici dell’emergenza territoriale, che riguarda ormai tutto il Paese”.

Effettivamente il problema della carenza degli specialisti ha avuto, per diversi ospedali nella nostra regione, un impatto particolarmente rilevante. Questo vale anche per le strutture dell’ASL di Reggio Emilia, che, com’è noto, ha fatto ricorso a procedure straordinarie, quali l’appalto dei servizi sanitari e l’acquisizione esterna di personale sanitario, oggetto anche di una mia interrogazione a risposta scritta, nella quale emergeva che i primi bandi non avevano sortito effetto, mentre, a seguito dell’indizione di nuove gare, sono state presentate, poi, diverse proposte.

Adesso pare che la riapertura del pronto soccorso sia prossima. Quindi, le chiedo, assessore, di sapere se oggi la Giunta possa indicare in quale data riaprirà il pronto soccorso dell’ospedale Magati, indicando l’articolazione oraria del servizio previsto, le caratteristiche in termini di esperienza e provenienza del personale da impegnare nel reparto. Anche questo, infatti, è un nodo da sciogliere. Non solo, quindi, la data certa per l’apertura, ma anche le caratteristiche del servizio, l’esperienza personale e l’orario di apertura.

Già che ci sono, visto che proprio venerdì è uscita anche la notizia della revisione della rete di emergenza-urgenza, che è una notizia abbastanza interessante e penso che se ne debba parlare anche all’interno di quest’aula, le chiedo anche due cenni su questo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Piccinini. In base a quello che le andrò a riferire in questi tre minuti, in questa risposta al suo question time, si conferma l’intenzione di aprire il pronto soccorso, punto di primo intervento di Scandiano, dopo mille criticità affrontate nel corso dei cantieri per la sua ristrutturazione e nel reperimento delle professionalità richieste, ossia specialisti di emergenza-urgenza entro il primo trimestre del 2023. Questo perché, a seguito dell’aggiudicazione della gara per il reperimento del personale esterno da parte di aziende e cooperative che dispongono di adeguate professionalità necessarie per le prestazioni erogabili, è stato presentato un ricorso davanti al TAR. Per cui, è necessario attenderne l’esito prima di poter avviare le interlocuzioni concrete con la ditta vincitrice e capire le sue reali disponibilità in termini di personale sanitario e turni da esso ricoperto.

L’articolazione oraria prevista del servizio è di 12 ore diurne, dalle 8 alle 20.

Per quanto riguarda le caratteristiche in termini di esperienza e provenienza del personale da impegnare nel reparto, assicurando gli adeguati standard di efficienza e sicurezza, nel bando di gara è previsto che la ditta vincitrice presenti all’azienda i curricula dei medici che propone per lo svolgimento del servizio medesimo. L’azienda valuterà, quindi, i curricula presentati e accoglierà quelli in possesso di una competenza ritenuta sufficiente all’espletamento del servizio. Il requisito principale, ovviamente, è il possesso della specializzazione in medicina d’accettazione e d’urgenza, in subordine specializzazione in branche affini ed equipollenti o specializzazioni in anestesia e rianimazione, con diploma di abilitazione di medico dell’emergenza territoriale o, in ulteriore subordine, medici con specializzazioni differenti, ma con esperienza documentata in attività di emergenza urgenza ospedaliera o territoriale.

Inutile dire, consigliera Piccinini, che questa soluzione, già di per sé, come ha visto, faticosissima e anche dispendiosa, non è da noi considerata come ideale, né strutturale, ma strettamente necessaria a far ripartire l’attività almeno per 12 mesi.

Nel frattempo, la nostra intenzione, come lei richiamava, è quella di avviare una seria riforma dell’emergenza urgenza, che si faccia carico della prospettiva di sensibile diminuzione dei professionisti specializzati nell’emergenza urgenza (oltre un terzo in meno da qui al 2025 a livello nazionale) e della necessità di riorganizzare la rete territoriale, separando l’emergenza degli interventi tempo-dipendenti dall’urgenza di presa in carico per patologie non a rischio vita o addirittura di media e bassa complessità, per i quali occorreranno percorsi diversi e separati, come da tempo ci richiedono gli stessi professionisti di emergenza urgenza, riorganizzando quindi anche la rete del 112-118, con l’istituzione anche del numero 116-117 per la bassa criticità.

Una riforma da fare con il contributo indispensabile dei professionisti, dentro la quale troveranno una loro traiettoria finalmente strutturale anche presìdi come quelli di Scandiano e - aggiungo io - anche di Correggio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore per la risposta.

Ovviamente il tema è quello della mancanza di personale, com’è noto, da cui dipende anche la riapertura del Pronto Soccorso di Scandiano.

Prendo atto che c’è un ricorso in corso, quindi speriamo che la situazione si risolva quanto prima. Condivido la considerazione rispetto all’utilizzo temporaneo di questo tipo di personale, perché non è neanche la mia soluzione ideale, come ho già detto diverse volte, e l’auspicio è che nel tempo si eviti di ricorrere a questo tipo di soluzioni.

Rispetto alla riforma che l’assessorato sta mettendo in campo, magari fare un approfondimento anche in Commissione, perché penso sia abbastanza interessante, ci sono spunti che potenzialmente potrebbero anche vederci favorevoli, però, ovviamente, abbiamo necessità di avere tutte le informazioni necessarie e tutti gli approfondimenti del caso, per poter fare una valutazione sicuramente più compiuta.

L’obiettivo però è il medesimo, lavorare con personale dipendente, quindi su questo siamo “dalla stessa parte”. L’unica cosa è rispetto ai tempi di apertura, cioè il mio auspicio è che il pronto soccorso riapra h24, perché è l’esigenza che sentono anche i cittadini. Ricordo che quel pronto soccorso serve un bacino di 80.000 persone, quindi c’è necessità di dare risposte a tutto tondo ed evitare di appesantire le strutture più centrali. Però, rispetto alla riforma di cui abbiamo sentito parlare mi riservo poi di fare considerazioni più approfondite quando avremo tutti gli elementi del caso, anche se ritengo già positivo che si cerchi di intervenire in maniera strutturale, non accontentandoci di mettere delle pezze a un problema che è un problema formativo e di mancanza di professionali, che riguarda non solo la Regione Emilia-Romagna, ma tutto il nostro territorio più in generale.

Grazie.

 

OGGETTO 6071

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere a tutela delle aziende e dei lavoratori del settore biomedicale della regione Emilia-Romagna, a seguito della richiesta di compartecipazione al superamento del tetto di spesa regionale per l’acquisto di dispositivi medici. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Rancan

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 6071: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere a tutela delle aziende e dei lavoratori del settore biomedicale della regione Emilia-Romagna, a seguito della richiesta di compartecipazione al superamento del tetto di spesa regionale per l’acquisto di dispositivi medici. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Facci, Marchetti Daniele e Rancan.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Questione della quale abbiamo già parlato recentemente in Commissione, però in seguito alla Commissione la situazione si è aggravata, o meglio, il grido d’allarme che proviene da tutto il settore del biomedicale in questo caso regionale, ma possiamo dire nazionale, comunque stando alla regione, è ovviamente un grido disperato. Perché? Perché la Regione, in forza di una disposizione di legge – questo lo voglio ricordare – sta chiedendo indietro una quota variabile tra il 2015 e il 2018, variabile fra il 40 e il 50 per cento dello sforamento di spesa per l’acquisto di dispositivi medici, e siccome lo sforamento si attesta sui 356 milioni di euro, come certificato recentemente, sui quattro anni la quota è di circa la metà, o poco meno.

Il tema è che cosa si può fare a livello regionale per sostenere un comparto tra l’altro strategico, perché non è soltanto posti di lavoro e non è soltanto aziende a rischio chiusura, ma è anche quello che ne conseguirebbe in termini di forniture, in un settore strategico e necessario come quello della sanità.

Non mi accontento della risposta, che ho già avuto, che è una norma di legge e che lo hanno fatto anche altre sedici Regioni, insieme a noi, su ventuno. Ci sono state, ripeto, Regioni che non hanno sforato. Non mi accontento anche perché, come scrivo nell’interrogazione, la Regione aveva già istituito, fin dal 2011, delle Commissioni, una Commissione regionale sui dispositivi medici e delle Commissioni aziendali, a livello locale, per i dispositivi medici, che poi sono state modificate in corso d’opera in Commissioni di Area vasta, quindi un po’ ridotte. Il punto è che queste Commissioni avevano il compito ‒ nomi e cognomi, persone, incaricati ‒ di condurre analisi sui consumi e sulla spesa, per promuovere l’appropriatezza e l’economicità di impiego dei dispositivi medici.

Non mi accontento neanche della risposta che ho già avuto sul fatto che noi, in qualche modo, abbiamo un’ampia mobilità extraregionale. La mobilità extraregionale è in attivo, c’è un saldo attivo. Tra quella attiva e passiva ‒ passatemi il termine ‒ non dico che ci guadagniamo, ma certamente abbiamo il corrispettivo economico adeguato.

A fronte di questa situazione, che obiettivamente è preoccupante, al netto dei contenziosi che sono stati avviati a livello giudiziario, con ricorsi in sede amministrativa nelle sue varie forme, si chiede cosa intenda fare la Regione di supporto alle aziende e ai lavoratori del settore biomedicale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Assessore Donini, prego.

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Facci. Cercherò ‒ spero ‒ di sforare di pochissimo, ma di essere preciso nella risposta, perché alcune questioni non le sono chiare, anche dopo averne discusso in Commissione.

Andiamo per ordine. Quando si parla di payback in ambito di dispositivi medici occorre precisare che si fa riferimento a una legge dello Stato, la n. 111 del luglio del 2011, Governo Berlusconi, il cui contenuto normativo introduceva un tetto di spesa per i dispositivi medici sostenuta dal Servizio sanitario nazionale. Il decreto legge n. 78/2015, Governo Renzi, disponeva conseguentemente che anche le aziende fornitrici fossero richiamate a concorrere allo sforamento del tetto di spesa, prescrivendo una partecipazione privata pari al 40 per cento nel 2015, 45 per cento nel 2016 e 50 per cento a decorrere dal 2017.

Una norma finora mai applicata, ma che il Governo Draghi ha invece inserito in un decreto, quello del luglio 2022, prevedendone l’applicazione anche a parziale contributo finanziario nei confronti delle Regioni per l’esercizio 2022, in considerazione dell’ingente spesa da esse sostenuta per far fronte alla pandemia e alle maggiori spese energetiche, entrambi non rimborsate in maniera adeguata e sufficiente dallo Stato.

La riscossione del payback per le Regioni è dunque un atto dovuto. In caso contrario, sarebbe inevitabile la contestazione di danno erariale a carico delle Regioni stesse.

Per ciò che ci riguarda, non abbiamo mai taciuto, nell’ambito della Conferenza delle Regioni e nei rapporti con il Governo, le diverse incognite e contraddizioni del payback Dispositivi medici, in primo luogo per la prevedibile serie di ricorsi da parte delle aziende coinvolte, che rendono la posta a bilancio di non immediata e certa riscossione, in secondo luogo per il carattere straordinario e non strutturale di tale introito. Oggi la sanità pubblica necessita di fondi strutturali e non di entrate straordinarie per coprire le spese sanitarie.

L’Emilia-Romagna, quindi, è una delle 17 Regioni che ha superato il tetto di spesa per i dispositivi medici. Questa situazione era pressoché inevitabile, dato che tale tetto di spesa fin dalla sua istituzione è risultato meno capiente della spesa storica per i dispositivi medici di questa Regione.

Si badi bene, inoltre, che il tetto di spesa fa riferimento esclusivamente alla spesa della sanità pubblica e non di quella privata, e risente in modo significativo della mobilità attiva delle Regioni, soprattutto in ambito ospedaliero e chirurgico. Per questo il tetto impatta maggiormente sulle Regioni che hanno una forte sanità pubblica ospedaliera e territoriale e che sono molto attrattive anche per i cittadini che non ne siano residenti, soprattutto per la cura e per interventi chirurgici di alta complessità che richiedono ingenti spese sanitarie in farmaci e in dispositivi medici.

Non a caso le Regioni che hanno un sistema di sanità pubblica esteso, diffuso, attrattivo paragonabile al nostro producono sforamenti che sono superiori o addirittura più di due volte tanto quelli della nostra Regione.

La Regione Emilia-Romagna è comunque attenta a sostenere, in maniera oculata e con appropriatezza, la spesa per i dispositivi medici, supportando le aziende sanitarie con gruppi di lavoro multidisciplinari e dedicati, mantenendo l’equilibrio fra economicità e miglioramento delle prestazioni LEA e garantendo un bimestrale monitoraggio dei dati di spesa e consumo al servizio del governo dei dispositivi delle direzioni aziendali. Ma ‒ ripeto ‒ Regioni che gestiscono con la sanità pubblica cure e interventi chirurgici di alta complessità per i loro cittadini e per i cittadini residenti fuori regione devono disporre di una dotazione adeguata di farmaci innovativi e dispositivi medici, spesso di elevata tecnologia.

Rispetto alle istanze che ci provengono, non tanto rivolte all’Assessorato alla sanità nello specifico, ma alla Regione in generale, siamo senza dubbio favorevoli alla convocazione urgente di un tavolo nazionale condiviso con Governo, Regioni e imprese che approfondisca a livello giuridico, economico e sanitario la tematica e che possa andare incontro alle ragioni delle realtà imprenditoriali del settore biomedicale, presenti in grande numero nel nostro territorio regionale. Ancora prima avvieremo un confronto in seno al Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia-Romagna.

Non ci sentiamo, quindi, e nessuno si ponga in contrapposizione con queste aziende. Anzi, vogliamo discutere con il Governo per provare a trovare insieme una soluzione al problema sollevato. Nessuno pensi che la Regione Emilia-Romagna voglia fare cassa o risolvere i problemi finanziari legati al mancato rimborso delle spese Covid ed energetiche con fondi straordinari eccezionali e di dubbia riscossione. Noi vogliamo, piuttosto, risorse adeguate e strutturali da parte dello Stato sul Fondo sanitario nazionale e che vengano riconosciute alle Regioni altre risorse, oppure la possibilità di trasformare in un piano pluriennale di ammortamento i costi Covid ed energetici che lo Stato non fosse in grado di rimborsare.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): La risposta al consigliere Facci per la replica.

 

FACCI: Purtroppo l’assessore continua a ripetere le solite cose – lo dico senza offesa, ovviamente – nel senso che le trasmettono le solite giustificazioni i suoi uffici.

Vorrei ricordare i rilievi della Corte dei conti, l’ultima è stata a luglio 2022 in occasione del rendiconto sul 2021, dove sia sul payback farmaceutico sia sul payback per i dispositivi medici la Corte dei conti invitava la Regione, con ulteriori raccomandazioni, a svolgere con attenzione la valutazione circa questo tipo di spese. Del resto, stiamo parlando di una quota richiesta fra il 2015 e il 2018, quando non c’era il Covid e non c’era la crisi energetica. Fra il 2015 e il 2018 l’Emilia-Romagna ha sforato di 356 milioni e non c’era il Covid né la crisi energetica che possono giustificare questo. Se vogliamo, dovremmo preoccuparci di capire quali saranno le spese che arriveranno o il saldo nel 2020, nel 2021 e nel 2022, perché se questo è il parametro dobbiamo seriamente preoccuparci.

Il punto rimane quello: è un superamento di un tetto di spesa dato. Allora, non mi può essere sufficiente la giustificazione “l’hanno fatto anche le altre Regioni”, perché ‒ ripeto ‒ sulla mobilità c’è attività, nel senso che c’è ricavo. Il saldo è attivo e, alla fine, le entrate corrispondenti ci sono.

Lo sforamento del tetto di spesa è significativo di una non corretta gestione della spesa in sede di preventivo e, verosimilmente, successivamente, di valutazione consuntiva. A cosa servono la Commissione regionale sui dispositivi medici e, a cascata, le Commissioni aziendali o i Nuclei di valutazione? A cosa servono se, alla fine, comunque si supera il tetto di spesa in questa misura? Il fatto che si dica che si parteciperà a un tavolo non so se potrà essere una misura di sostegno per le aziende e i lavoratori. Immagino che la Regione sia preoccupata. Io non disconosco la preoccupazione che può avere lei personalmente, il suo Assessorato. Dico soltanto che, per supportare un settore che rischia veramente di andare in crisi, occorre qualcosa di più di un tavolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6069

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per garantire una rapida ripresa dell’operatività dell’ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo (RE). A firma della Consigliera: Bondavalli

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula 6069 in merito alle misure da adottare per garantire una rapida ripresa dell’operatività dell’ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia. L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli, che ha la parola per illustrarla.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Porto in aula questo tema che riguarda in modo particolare una situazione che si è venuta a creare in un territorio specifico della provincia di Reggio Emilia, ma che desta anche l’attenzione in generale rispetto al tema della montagna, che, come sappiamo, sta molto a cuore a questa Regione.

Parto da qui, infatti, nella mia presentazione, da questa premessa, ricordando un dato oggettivo, che è l’impegno messo in campo in questi anni dalla Regione Emilia-Romagna in funzione del sostegno e della valorizzazione dell’ambito montano, del nostro territorio, con un obiettivo, di fatto, molto chiaro, che è quello di provare a invertire un trend demografico, soprattutto stiamo parlando dell’alto crinale, di progressiva discesa nel corso degli anni.

Parliamo di politiche, di misure e azioni accompagnate da rispettive risorse finanziarie rivolte ai residenti, con particolare riferimento alle famiglie, ma anche ai giovani e alle imprese. Sono misure finalizzate a rendere la nostra montagna un’area attrattiva e pienamente vivibile. È un lavoro in corso, è chiaro che si sta facendo un grande sforzo e questa è la strada sicuramente giusta da percorrere.

Questo impegno è in grado di ottenere però dei risultati significativi, se il permanere dei servizi per la comunità, oltre alla possibilità di poter contare su opportunità lavorative, viene garantito. Come abbiamo sempre detto, se c’è lavoro, se ci sono servizi, consentiamo alle persone che vogliono rimanere in montagna di poterlo fare.

È proprio su questo oggetto che verte l’interrogazione con uno specifico riferimento ad un ufficio postale. Siamo nella frazione di Gazzano, nel Comune di Villa Minozzo, la Provincia è quella di Reggio Emilia, a quanto segnalato dal Sindaco è chiuso dal 17 novembre scorso, poiché isolato rispetto a un problema che è il segnale della banda larga.

Già nei mesi scorsi si erano registrate, seppure con entità più lievi, interruzioni di linea rispetto alla rete di trasmissione dei dati e alla telefonia fissa, ora però la criticità appare decisamente marcata e pare fare riferimento, in relazione anche a quanto affermato da alcuni operatori di Telecom, ad un’infrastruttura che è vetusta, dunque, peraltro, difficilmente riparabile.

L’ufficio postale di Gazzano – ricordo ‒ è attivo soltanto due giorni alla settimana, precisamente il lunedì e il mercoledì, però si configura come un punto di riferimento essenziale per i cittadini e le imprese dell’area geografica dell’Alta Val Dolo, ubicata tra le Province di Reggio Emilia e di Modena, ed è ovvio che la sua inattività costituisca un elemento di criticità, un elemento di disagio.

Mi riferisco in modo particolare alle persone anziane, perché sappiamo come per molte persone anziane l’ufficio postale sia un punto di riferimento per esempio per il ritiro della pensione oppure comunque per l’effettuazione di pagamenti periodici.

Con questa interrogazione chiedo alla Giunta se, ovviamente nei limiti delle proprie competenze e prerogative, possa adoperarsi affinché l’ufficio postale torni ad essere quanto prima operativo, in modo da porre fine al più presto a quello che diverrebbe un depotenziamento dei servizi essenziali per la popolazione e le imprese di quest’area geografica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Taruffi per la risposta.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Bondavalli per l’interrogazione, perché ci dà modo di fare il punto su alcune misure e alcuni interventi che stiamo mettendo a punto.

La consigliera ha giustamente ricordato gli interventi che sono stati fatti sia nel finire della scorsa legislatura che in questa, misure specifiche per il sostegno dei territori dell’Appennino emiliano-romagnolo, misure a favore delle imprese, misure a favore delle giovani coppie che intendono acquistare o ristrutturare casa in montagna, misure per la riduzione dell’IRAP, quindi in favore delle imprese, e via dicendo, però è del tutto evidente che queste misure, che pure sono importanti e fondamentali, quando si scontrano con questi elementi di difficoltà quotidiana, necessitano di un surplus di intervento da parte della Regione.

Ovviamente gli uffici postali e le difficoltà in cui non solo nel territorio segnalato, il comune di Villa Minozzo, ma in generale, sappiamo che esistono criticità rispetto alla presenza e alla permanenza degli uffici postali nei territori più periferici, quindi questa problematica necessita di un impegno maggiore da parte della Regione per provare a coordinare e vedere in che misura, anche con Poste Italiane, se e come possiamo intervenire per provare a sostenere le Amministrazioni che sul territorio si battono per mantenere aperti questi servizi. Lo dico in generale. Nella fattispecie abbiamo un problema di collegamento. Dal punto di vista delle azioni concrete è in corso, come sappiamo, il piano BUL, affidato al concessionario Open Fiber, che prevede la connessione di tutte le aree cosiddette “bianche” entro la fine del 2024 e per le aree cosiddette “grigie”, quelle in cui alcuni operatori avevano previsto una copertura, ma che ancora non è stata effettuata, le opere saranno realizzate entro il 2025, attraverso un canale di finanziamento specifico del PNRR.

Detto questo, però, abbiamo provato a trovare soluzioni alternative e anche per ridurre i tempi di questi interventi abbiamo incontrato, la settimana scorsa, i gestori delle principali reti telefoniche, e con Open Fiber dobbiamo fare il punto proprio per verificare lo stato d’avanzamento nello specifico su alcune realtà territoriali, quelle nelle quali i servizi, come in questo caso, sono più in difficoltà. Quindi, sarà nostra cura promuovere un incontro specifico con Open Fiber, con Poste Italiane e con l’Amministrazione del Comune di Villa Minozzo per capire in che misura e in quali tempi si può prevedere di intervenire, ovviamente facendoci carico di aiutare a trovare delle soluzioni dal punto di vista più complessivo. Va da sé che punti come questi, soprattutto per le aree periferiche, rappresentano elementi, dal punto di vista sociale, di tenuta sociale, molto importanti. Non è solo un fatto economico, gestionale o aziendale. Rappresentano anche elementi importanti per il tessuto sociale. Quindi, è necessario mettere in campo un di più per provare a dare risposte.

Facendo seguito all’incontro che abbiamo già fatto la settimana scorsa con gli operatori, ne promuoveremo, a questo punto, un altro più specifico con i soggetti che ho citato, per vedere di trovare una soluzione e, quindi, per dare la possibilità di riaprire quanto prima quel servizio che, per quelle località, diventa un elemento di tenuta sociale e non solo un servizio [...].

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Bondavalli per la replica.

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Taruffi per questa risposta, che consente di ripercorrere, anche velocemente, tutto quello che la Regione ha messo in campo ‒ come si diceva prima ‒ rispetto al tema e alla situazione del nostro Appennino.

Bene, dunque, l’incontro che si è svolto la scorsa settimana per fare il punto complessivamente rispetto a queste tematiche. Ancor meglio l’incontro che la Regione, come diceva l’assessore, programmerà la prossima settimana, che coinvolgerà anche il Comune interessato nel caso specifico da questa interruzione.

Mi ritengo soddisfatta, dunque, della risposta. Conferma l’impegno della Giunta regionale a sostegno della nostra montagna. Naturalmente, sarà mia cura continuare a seguire questa vicenda sino alla sua risoluzione, che mi auguro avvenga davvero nel tempo più breve possibile. Qualcuno potrà dire che interessa poche persone, ma immaginiamo che cosa voglia dire per quelle persone avere un servizio di quel tipo. Siccome credo che questa Regione si debba occupare di ogni persona, lo abbiamo sempre detto, non vogliamo lasciare nessuno indietro, questa era anche un’interrogazione che andava in questa direzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6070

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni da mettere in atto per la preservazione della specie Lupo sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula oggetto 6070 relativa alle azioni da mettere in atto per la preservazione della specie Lupo sul territorio regionale, a firma della consigliera Gibertoni, che la illustra.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Aspetto che si liberi l’assessore. Credo che risponda l’assessore Mammi. Giusto?

Buongiorno, assessore. Ogni due-tre anni si torna a chiedere la testa del lupo. Mi ricordo, nella scorsa legislatura, era il 2016, che già in Conferenza Stato-Regioni si diceva che si doveva chiedere una deroga per cacciare il lupo. È una battaglia che per fortuna riuscimmo a vincere e le Regioni che avevano fatto questa proposta vergognosa dovettero cambiare idea.

Mi ricordo nel 2018, sempre nella scorsa legislatura, che in questa Regione, durante la discussione del Piano faunistico venatorio, ci fu chi chiedeva l’eradicazione degli ibridi di lupo, salvo poi dover ammettere che non era in grado di distinguere un lupo da un ibrido di lupo, perché in effetti sono indistinguibili.

Ecco perché io mi chiedo come mai leggiamo in questi giorni sulla stampa che si parla di lupi intorno allarmistico, mi chiedo se le persone che pubblicano questi articoli sappiano di cosa parlano, sappiano se parlano di lupi, se parlano di ibridi di lupo e se le affermazioni che fanno e le richieste soprattutto che fanno abbiano una base scientifica.

Ce lo chiediamo perché pochi giorni fa, fortunatamente, il Comitato permanente della Convenzione di Berna riunitosi a Strasburgo ha respinto la richiesta della Svizzera di tornare (non era la prima volta che la Svizzera lo chiedeva, anche qui c’è questo ritornello per cui il lupo è costantemente in pericolo)... per fortuna la Convenzione di Berna ha detto che il lupo non può essere listato come specie semplicemente protetta, ma deve restare nell’Allegato 2.

Deve quindi restare una specie rigorosamente protetta, particolarmente protetta, non può avere quello che chiamano down-listing, quindi scendere di importanza nello status di protezione, però qui da noi non passa giorno senza che vengano pubblicati articoli con toni allarmistici, in cui si configura una situazione di assoluta emergenza che non è basata su alcuna base scientifica.

Faccio rilevare che, in seguito alla persecuzione dell’uomo sul lupo, in particolare fino agli anni ‘70, era scomparso completamente dai nostri territori. È stato quindi parzialmente assente per diversi decenni in seguito alle eradicazioni avvenute in quegli anni, e la sua assenza o diminuita presenza evidentemente ha permesso l’adozione di pratiche di zootecnia che non tenevano più in considerazione la necessità di dotarsi, ad esempio, di strumenti in grado di sostenere la convivenza con la specie lupo, ossia banalmente cani da guardiania, pastori maremmani o abruzzesi, recinzioni degne di questo nome.

Più che la pericolosità del lupo, quindi, mi pare che le popolazioni abbiano forse perso la memoria culturale di come si può e si deve convivere con questa specie, una specie fondamentale sotto l’aspetto ecologico, sotto l’aspetto ambientale, sotto l’aspetto economico, perché è una specie bandiera che addirittura accresce il turismo e accresce anche il pregio delle aree naturali in cui è presente sotto l’aspetto simbolico, che qui non sto a specificare, ma sappiamo quanti sono i riferimenti storico-culturali simbolici del lupo addirittura nella storia italiana e, comunque, in generale come simbolo di selvaticità e della natura libera dall’intervento umano, quello che proprio si vuole, invece, arrivare a comprimere, arrivare a confinare, arrivare a minacciare.

Nel silenzio che ho notato rispetto a tutto questo montare di allarme, che non viene soltanto dal cambio di Governo, perché anche nel Governo precedente l’ex ministro dell’ambiente aveva fatto aperture a deroghe rispetto addirittura alla caccia e alla persecuzione del lupo, quindi a tornare a mandare ai cittadini, alla popolazione dei messaggi retrivi, dei messaggi arretrati, che secondo me istituzioni degne di questo nome dovrebbero, invece, arginare, confinare, con questa interrogazione chiedo, invece, di fare corretta informazione, basata su dati scientifici.

Guardi, assessore, se il lupo ha bisogno di un avvocato in quest’aula, allora è la scienza che ha bisogno di un avvocato in quest’aula, è la zoologia che ha bisogno di un avvocato. Quindi, chiedo la posizione della Giunta su questo.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Mammi per la risposta.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie alla consigliera Gibertoni, che mi consente di ricordare, attraverso la risposta alla sua interpellanza, quante attività svolgiamo come Regione sui temi da lei richiamati. Come lei richiama nell’interrogazione, la Regione è da sempre molto sensibile e attiva nell’implementare azioni volte alla coesistenza uomo-lupo, così come si è sempre manifestata attenta a intervenire nei casi specifici in cui tale coesistenza abbia ingenerato situazioni di particolare criticità o addirittura conflitti.

Si conferma, pertanto, a tal riguardo che verrà proseguita l’attività di comunicazione, di informazione e di condivisione con i soggetti competenti, finalizzata a fornire adeguate informazioni utili a comprendere il fenomeno. Io stesso ho partecipato a molti incontri sul territorio, incontri molto partecipati da cittadini, da agricoltori, da allevatori, da amministratori locali, e lo farò anche nei prossimi mesi, in quei territori dove purtroppo si sono verificati conflitti e situazioni di paura e tensioni, come aggressioni da parte dei lupi ad altri animali. Quindi, è giusto andare sul territorio, spiegare, parlare, raccontare quello che si sta appunto facendo come Regione e dare le corrette informazioni.

Per quanto riguarda la seconda questione che pone, quindi che cosa si fa per la prevenzione, come già comunicato in precedenti interrogazioni, da più di un decennio sono stati attivati interventi finalizzati a mitigare gli impatti derivanti dalla presenza del lupo, in particolare per prevenire danni alle aziende zootecniche. È in corso, inoltre, di valutazione l’adeguamento del modello finora applicato al nuovo contesto di presenza e espansione della specie, naturalmente in condivisione con ISPRA, con la quale ci confrontiamo e ci rapportiamo quotidianamente.

Dal punto di vista finanziario, rispetto ai sistemi di prevenzione e di protezione, si ricorda che vengono stanziati fondi per la concessione di contributi alle imprese agricole, i quali sono finalizzati alla realizzazione di presìdi per la prevenzione dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni e alle opere effettuate sui terreni a pascolo. Si fa presente che nel 2021, su un totale di circa 250.000 euro, il 54 per cento dell’ammontare complessivo è stato destinato alla prevenzione dei danni da lupo. Quindi, una quantità importante di risorse.

Nel 2022 abbiamo stanziato 350.000 euro. Utilizzeremo una parte di queste risorse per allestire sistemi di prevenzione di attacchi da lupo a tutte le 40 aziende che ne hanno fatto domanda. Quando un’azienda agricola, un’azienda zootecnica chiede un contributo per installare sistemi di prevenzione di attacchi del lupo noi la finanziamo. Scorriamo sempre tutta la graduatoria e andiamo a soddisfare tutte le domande.

La Regione, poi, ha messo a disposizione di tutte le aziende zootecniche l’assistenza gratuita di un tecnico esperto per individuare i sistemi di difesa dagli attacchi da lupo più idonei alle specifiche modalità di allevamento, così come una casella postale e un numero telefonico attivo 24 ore su 24, anche alla cittadinanza, per segnalare situazioni critiche. I sopralluoghi seguiti alle segnalazioni sono mediamente una cinquantina all’anno per quanto riguarda le aziende zootecniche, mentre per le interlocuzioni dei tecnici con i cittadini, interlocuzioni volte a sensibilizzare e a fornire gli strumenti necessari per prevenire gli aspetti critici, queste segnalazioni sono circa una trentina all’anno. Parliamo di oltre 80 interlocuzioni o con allevatori o con cittadini da parte del nostro esperto, proprio per informare e coinvolgere.

Infine, l’ultimo quesito rispetto al futuro. Naturalmente, parteciperemo attivamente ‒ come stiamo già facendo ‒ alla costruzione del nuovo Piano Lupi nazionale. È in discussione da molto tempo una proposta di revisione dell’attuale normativa, dell’attuale legislazione sul lupo. Penso sia giusto adeguarla a una situazione mutata nel corso dei decenni, anche a seguito di una maggiore presenza del lupo in quantità e di una presenza del lupo anche in contesti antropici nei quali anni fa non c’era, e ho scritto negli anni scorsi ai precedenti ministri (l’ho chiesto anche all’attuale Ministro, insieme agli altri colleghi assessori regionali) di poter discutere del tema anche nella Commissione Politiche agricole della Regione, in modo che il Piano Lupi non sia solo discusso e analizzato dalla parte tecnica, ma ci sia anche un coinvolgimento della parte politica.

Abbiamo bisogno quindi, secondo me, di un nuovo monitoraggio nazionale sulla presenza del lupo nel nostro Paese, abbiamo bisogno di strumenti più attuali e più adatti a questo nuovo contesto, e, soprattutto, abbiamo bisogno di una strategia nazionale, perché il tema del lupo non può essere ovviamente affrontato da una singola Regione. Dobbiamo farlo proprio per evitare conflitti tra la presenza del lupo e le attività antropiche, conflitti che purtroppo negli ultimi mesi e negli ultimi anni in alcuni territori abbiamo purtroppo visto.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, assessore.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Come nel 2016, come nel 2018, come negli anni scorsi, come oggi, noi siamo qui a ribadire e saremo qui a ribadire che il punto principale è che la salvaguardia del lupo è stata una vera e propria conquista dell’ambientalismo storico, quindi non parliamo di una cosa poco rilevante, oltre che oggi una battaglia di civiltà e di restituzione di verità scientifica.

Esprimo quindi, rispetto alla risposta che mi viene data oggi, parziale soddisfazione e mi auguro che in Conferenza Stato Regioni e anche nelle sedi di confronto con il Governo la Regione Emilia-Romagna mantenga il punto rispetto alla necessità della preservazione del lupo. Adeguamento sì, ma adeguamento rispetto alla preservazione del lupo e alla coesistenza delle specie, e allora, in quel caso, la mia soddisfazione sarà piena.

Oggi la Regione fa diverse cose per aiutare coloro che si sentono minacciati dal lupo ingiustamente, forse va divulgato ancora di più il fatto che ci sono queste possibilità.

La questione dei cani inselvatichiti, degli ibridi di lupo quindi è molto spesso causata da quelle stesse popolazioni che, avendo perso memoria culturale della necessità della coesistenza, non recintando i loro animali causano l’eventuale proliferare di cani inselvatichiti, che però a un certo punto diventano indistinguibili e uccidere un cane è ancora reato, per fortuna.

È quindi importante che si diffonda sempre di più e con maggiore capillarità, che non si lascino andare avanti queste derive come niente fosse, perché è importante che anche la comunicazione mantenga una serietà basilare, quindi ad essere in pericolo se non si fa così e non si interviene (oggi qualcosa si è detto, per fortuna, e spero che i territori ne tengano conto), ad essere in pericolo non è più solo il lupo, ma sono le aspettative di evoluzione culturale e scientifica di una pur piccola parte della nostra società, ma di quella parte della nostra società...

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera, la invito a concludere.

 

GIBERTONI: Chiudo subito, presidente.

Dicevo, quella parte della nostra società che è sempre pronta a riavvolgersi, a guardare al passato, a tornare indietro verso la preistoria. Allora, ancora di più io esorto la Giunta a farsi punto di riferimento anche culturale…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera, deve concludere.

 

GIBERTONI: …perché coloro che hanno l’istinto a tornare alla preistoria restino tra noi.

Grazie.

 

(applausi dai banchi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non si applaude e non si espongono cartelli, lo sapete, perché lo diciamo in ogni seduta a cui partecipate.

 

OGGETTO 5807

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna”. (57)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso al progetto di legge 5807: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna”. È la delibera di Giunta n. 1687 del 10 ottobre di quest’anno.

Il testo n. 6/2022 è stato licenziato dalla Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 24 novembre ultimo scorso, con il seguente titolo: “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna. Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 18 (Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali)”.

Il progetto di legge è composto da 11 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Amico Federico Alessandro… Scusate, qui però va anche il relatore di maggioranza. Dicevo, consigliere Amico Federico Alessandro, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Pompignoli Massimiliano, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Ricordo che su questo oggetto insistono 11 proposte di emendamento, delle quali 1 è a firma dell’assessore Felicori, 1 è a firma dei consiglieri Gerace, Amico e Pompignoli, 4 sono a firma del consigliere Pompignoli, 5 sono a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Ricordo che il procedimento di discussione prevede la relazione del relatore della Commissione, consigliere Amico, venti minuti, la relazione del relatore di minoranza, consigliere Pompignoli, per un massimo di venti minuti, la discussione generale, dove ogni consigliere ha a propria disposizione venti minuti per intervenire. Poi segue la replica del relatore di maggioranza, per un tempo massimo di venti minuti; la replica del relatore di minoranza, per altrettanti venti minuti; eventuali conclusioni della Giunta, per venti minuti. Poi c’è l’esame dell’articolato, eccetera.

A questo punto, apro la trattazione del provvedimento dando la parola al consigliere Amico Federico, relatore di maggioranza.

 

AMICO, relatore di maggioranza: Grazie, presidente.

Vorrei iniziare questo accompagnamento della discussione del progetto di legge ringraziando innanzitutto il relatore di minoranza, Pompignoli, che nel corso di queste settimane, nella trattazione in Commissione fino ad arrivare oggi in aula, è stato sicuramente di confronto, anche franco, netto, pur nelle differenze. Così come vorrei ringraziare l’assessore Felicori per aver introdotto questa iniziativa, che è un progetto di legge di iniziativa di Giunta, su un tema che sappiamo essere a lui personalmente caro, ma in generale interessante per la comunità emiliano-romagnola. Così come vorrei ringraziare anche la struttura dell’Assessorato, in particolar modo la dottoressa Ambrosini, la dottoressa Collina e il dottor Taurasi, per il supporto, anche tecnico, nella valutazione della discussione degli emendamenti. Infine, i miei collaboratori Parisi, Ferramola e Sedda, che mi hanno dato supporto in questo approfondimento e trattazione.

Penso che la memoria corra immediatamente nel momento stesso in cui parliamo di cimiteri significativi e monumentali per la Regione Emilia-Romagna. Scomodo uno dei massimi autori della letteratura italiana dell’Ottocento. Voglio ricordare come anche Ugo Foscolo, nel suo carme dei Sepolcri, avesse individuato all’interno delle istituzioni, quella delle nozze, quella dei tribunali e chiaramente anche quella delle sepolture, la funzione, la caratteristica per la quale il genere umano si distingue dalla animalità, dall’animalità ferina e costruisce, attraverso queste istituzioni, in ultimo quella cimiteriale, il suo profilo di umanità, di cultura, di capacità di costruire un consesso umano. In particolar modo, quel carme dei Sepolcri avviene in un periodo storico preciso, all’indomani o nel corso dei moti che attraversarono in Italia sulla scorta del movimento napoleonico, quindi ha uno sguardo civile laico, mentre invece, per quanto riguarda la tradizione precedente, identificava i cimiteri come luogo profondamente religioso.

In questo modo, invece, anche successivamente al famoso Editto di Saint Cloud, che per ragioni innanzitutto di carattere sanitario ma poi anche di carattere ideologico, figlio della Rivoluzione francese, inizia ad identificare il cimitero proprio nella sua funzione culturale, ma anche destinato all’esterno delle mura cittadine, all’esterno del contesto della vita quotidiana per evitare i contagi, ma soprattutto per introdurre una discriminazione tra coloro che erano defunti, per evitare di perpetrare disparità che invece nella fase dei Governi aristocratici erano più che evidenti.

La letteratura, a partire da Foscolo, a partire dalle cose che si sono succedute di genere in genere, ha individuato i cimiteri come luoghi importanti sia nel loro valore storico-culturale complessivo, sia anche come scenario di attività di narrativa, di rappresentazioni e altro.

Questo perché il cimitero spesso oggi lo diamo per scontato, quasi come un elemento automatico del nostro panorama civile, ma trascuriamo a volte nella fretta, nella disattenzione, anche nella difficoltà del reperimento delle risorse di riconoscere anche la sua qualità di portatore di ricchezza, di storia, di cultura, di tradizione, di attenzione alla storia e alla cultura della comunità nel quale quel cimitero risiede, sia un cimitero religioso, sia un cimitero laico, sia con la presenza di sacrari legati a momenti storici, sia con tombe di famiglia.

In sostanza, come ha ricordato spesso nella discussione in Commissione l’assessore, i cimiteri devono essere considerati parte integrante del patrimonio scultoreo e architettonico del nostro Paese, una storia ricca anche di elementi innovativi, che proprio lì hanno trovato modo di essere sperimentati e tracciare delle linee di visibilità piuttosto interessanti.

Raccontano, questi cimiteri, le storie delle comunità in cui risiedono, grandi o piccole che siano, raccontano dei legami, delle trasformazioni che sono avvenute all’interno di quelle grandi e piccole comunità. Valorizzano un’eredità culturale intesa in senso lato, un’eredità culturale che non è solo ed esclusivamente quella dell’elemento strettamente di carattere materiale, che chiaramente nel cimitero si incarna nei monumenti, nelle lapidi e nei sacrari ma che è quella eredità culturale larga, estesa, che fa parte, appunto, del patrimonio anche immateriale del riconoscimento della presenza di una serie di condizioni che consentono anche di configurare elementi architettonici e scultorei all’interno delle nostre città.

È una eredità culturale che – mi fa piacere richiamarlo e nella legge lo si riprende – è definita dalla Convenzione di Faro, ovvero nel momento in cui si parla di insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, delle loro credenze, delle conoscenze e delle tradizioni, che sono comunque in continua evoluzione, che non sono fisse ora e per sempre, ma che si accompagnano, anche con il contributo della cittadinanza, non solo attraverso le Istituzioni, e anche con il contributo delle trasformazioni che la società impone.

In ogni caso con questa legge, oltre a riconoscere i cimiteri significativi e monumentali, che sono sicuramente luogo di memoria, sono anche all’interno di un processo di valorizzazione complessiva a livello europeo, tanto da istituire – abbiamo avuto modo di ascoltare alcuni esponenti all’interno dell’udienza conoscitiva – un’associazione, l’Association of Significant Cemeteries in Europe (ASCE), che dal 2001 ad oggi raccoglie a questo scopo una serie di organismi di ricerca e istituzioni pubbliche, a cui parte dei cimiteri monumentali presenti sul territorio emiliano-romagnolo già aderisce e che promuove non solo a livello localistico, ma in una rete complessiva la presenza dei cimiteri monumentali, che sono a tutti gli effetti dei documenti storici, questi cimiteri, appunto per la tradizione e per l’eredità culturale che rappresentano e che stratificano nel corso del tempo.

Durante l’udienza conoscitiva abbiamo ascoltato gli interventi dei rappresentanti dell’Associazione, abbiamo ascoltato e siamo rimasti anche favorevolmente sorpresi dell’esistenza di una letteratura, di una popolarità di quella che è l’attenzione nei confronti dei siti cimiteriali, anche al di là delle condizioni storico-istituzionali. Abbiamo ascoltato l’autrice, podcaster e blogger Giulia Depentor, che ci ha illustrato come funziona il suo blog dal titolo “Camposanto”, che è uno dei blog maggiormente seguiti a livello italiano e che, guarda caso, racconta di storie di cimiteri italiani, e non solo, facendo delle ricerche, ricostruendo anche delle genealogie di come quei cimiteri si sono andati a costruire, delle tombe non solo di personaggi illustri, ma anche di micro-storia. Abbiamo ascoltato operatori che gestiscono siti cimiteriali. Abbiamo ascoltato anche Amministrazioni locali, grandi e piccole, che ci hanno sollecitato, anche nel testo di legge, a porre dei correttivi che consentissero anche a chi, magari, non ha una dotazione non solo economica, ma anche strutturale sufficientemente grande per accompagnare il processo di valorizzazione di quel cimitero, di tenere conto dell’esistenza anche di più piccole realtà cimiteriali e comunali, che consentissero, a questo punto, di entrare nella lettura e negli elementi propositivi che questa legge presenta.

Abbiamo parlato dei cimiteri storici e monumentali, grandi e piccoli. Sappiamo che sul territorio anche emiliano-romagnolo sono presenti numerosi cimiteri di guerra, numerosi cimiteri risalenti ai fatti storici che hanno attraversato il secolo del Novecento. Così come sono presenti anche altri cimiteri di testimonianza importante. Penso ai cimiteri ebraici presenti sul territorio emiliano-romagnolo che ci aiutano a leggere la complessità e quell’eredità culturale pluristratificata, mutante, del nostro tessuto culturale.

Insomma, da questa legge, è la prima annotazione che l’Assessorato ha condotto, sono circa 80 i cimiteri monumentali significativi presenti sul territorio regionale. Un censimento condotto preliminarmente all’approvazione della legge, che, però, questa legge vorrebbe portare più avanti rispetto a questa generale lettura. Vorrebbe portare a compiere, in un censimento più esaustivo, attraverso il settore patrimonio culturale, per riuscire a leggere... Abbiamo capito anche dall’udienza conoscitiva come sia, ad oggi, inesistente una lettura dei cimiteri a livello nazionale, quindi un censimento più esaustivo, più preciso e più puntuale per costruire una banca dati che sia corredata da apparati burocratici, per rendere evidente sul territorio nostro quali siano questi cimiteri.

Questo è utile non solo per quanto riguarda la conoscenza, ma chiaramente anche per la loro divulgazione, per arrivare ad attrarre, in casi specifici particolari, non solo risorse pubbliche, ma anche risorse private. che possano aiutare la manutenzione in questi territori. Penso anche all’impiego di strumenti nazionali come quelli dell’Art Bonus, riducendo o almeno arrestando il degrado di queste situazioni.

Con questa legge, quindi, noi vogliamo proporre l’istituzione di questo censimento, vogliamo accompagnare a questo censimento una sua visibilità nazionale e internazionale, favorendo coloro che sono iscritti all’associazione di cui dicevo prima, inserire questi siti all’interno di un apposito percorso culturale e turistico, come anche testimoniato dalla blogger che abbiamo ascoltato.

Vogliamo promuovere restauro e conservazione delle strutture architettoniche, decorative e monumentali dei siti cimiteriali, anche congiungendo quelle che sono le competenze degli Enti locali e favorendo l’incontro con le istanze della Sovrintendenza ai beni culturali.

Vogliamo anche promuovere dei progetti volti alla valorizzazione dei cimiteri. Abbiamo ascoltato in udienza conoscitiva diverse associazioni che ci hanno raccontato come la loro attività all’interno di questi siti cimiteriali abbia consentito la ricostruzione di legami con persone sepolte da tempo addietro, in caso di cimiteri ora non più attivi.

Vogliamo, in sostanza, favorire e portare a pieno titolo all’interno del nostro patrimonio culturale regionale tutti questi siti.

Su questa legge insistono numerosi emendamenti, presentati anche oggi in aula, che, anche avendo fatto il lavoro di scrematura in Commissione, tornano alla nostra attenzione. Su questi mi pronuncerò poi successivamente. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Ora passiamo alla relazione del relatore di minoranza, il consigliere Pompignoli. Prego, consigliere.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Tanto è già stato detto dal relatore di maggioranza, che ringrazio ovviamente per la disponibilità accordata anche nella costruzione di un percorso comunque teso a modificare quelli che sono stati gli aspetti sostanziali di questo progetto di legge presentato dall’Assessorato, progetto di legge che, assessore, è il primo in Italia fondamentalmente come progetto di legge regionale, e mi sarei aspettato un pochino più di sensibilità anche rispetto ai tanti emendamenti presentati dall’opposizione. Però, questo lo vedremo nel prosieguo della discussione, soprattutto anche in ragione degli emendamenti che sono stati riproposti sia da questo Gruppo che da parte di altri Gruppi.

Chiaro è che parliamo di un progetto di legge particolarmente importante, perché tende a valorizzare i cimiteri monumentali, tanti ce ne sono in regione Emilia-Romagna, inserendoli anche in quel percorso turistico che, ovviamente, già il sito in sé non prevede e non stimola tanto, il turismo sul cimitero, ma proprio nella valorizzazione degli aspetti monumentali all’interno dei siti dei cimiteri. Questa è sicuramente una voce di carattere importante, che dà ai cimiteri della regione Emilia-Romagna un ruolo di risalto economico, ma anche, come dicevo prima, turistico sul nostro territorio.

Dobbiamo partire da un concetto particolare, e cioè le finalità. Non vado ad indicare l’articolato, perché già il relatore di maggioranza ne ha descritto bene ogni sua caratteristica e peculiarità, quello che mi preme sottolineare dal punto di vista di opposizione, di chi ha letto questo progetto di legge in maniera spesso anche critica e non ideologica, è l’aspetto più critico di questo progetto di legge che sta, appunto, nelle sue finalità, e cioè il richiamo ai princìpi della Convenzione di Faro, che giustamente il relatore di minoranza ha enunciato come princìpi ispiratori di questo documento, ma che noi riteniamo essere un principio di carattere ideologico proprio con riguardo a come la Convenzione di Faro è stata istituita e ratificata – lo ricordo – ad ottobre 2020.

Perché parlo di criticità? Da un’attenta lettura della Convenzione di Faro e, in particolare, del combinato disposto di due articoli, il 4 e il 7, vi è un rischio potenziale – parlo di rischio potenziale e non parlo di applicabilità del principio proprio su questo progetto di legge – perché, come dicevo, dal combinato disposto di questi due articoli si rischia effettivamente che ci sia una possibile ingerenza o limitazione da parte degli Stati ovviamente contraenti, ratificanti questa convenzione nei confronti del nostro patrimonio artistico.

Noi sappiamo che l’Italia, rispetto all’intero globo terrestre, se non vado errato, poi mi correggerà lei, assessore, che è molto più esperto di me, ha oltre il 60 per cento del patrimonio artistico culturale rispetto agli altri Paesi. Sappiamo quanto di questo patrimonio artistico noi ne facciamo un vanto in Europa e nel mondo e quanta attrattività il nostro patrimonio abbia nei confronti delle altre popolazioni civili.

Rispetto a questa convenzione, il rischio è proprio quello di porre alcune censure rispetto alle nostre opere e ai nostri monumenti. Censure che, ovviamente, noi non vogliamo che si mettano. Parlo di rischio potenziale perché, da quando è stata ratificata la Convenzione di Faro dall’Italia, che ricordiamo essere il ventesimo Paese sui 49 del Consiglio d’Europa... La Convenzione di Faro non è stata ratificata né dalla Francia, né dalla Germania ‒ faccio degli esempi ‒ né dal Regno Unito. Quindi, qualche dubbio probabilmente è stato preso in considerazione anche dagli altri Stati. Convenzione che, dicevo, è stata ratificata nel 2020, la cui applicabilità, ovviamente, è entrata in vigore proprio dal 2020.

Oggi non abbiamo esempi di censure, però questo non vuol dire, nel momento in cui noi la inseriamo all’interno di un progetto di legge che riguarda...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, altrimenti è complicato ascoltare gli interventi.

Prego, consigliere.

 

POMPIGNOLI: Che riguarda la valorizzazione dei cimiteri. Non stiamo parlando di un patrimonio artistico tout court a livello italiano, ma stiamo parlando semplicemente di cimiteri. Noi andiamo a inserire, quasi a volerci mettere un sigillo del Partito Democratico su questa legge... Che un po’ macchia il senso di quella che potrebbe essere, secondo il mio parere, una legge giusta, corretta, applicabile per la valorizzazione dei nostri cimiteri monumentali. Abbiamo discusso in Commissione, ne ha discusso anche il correlatore di maggioranza. Ho presentato, sia in Commissione sia oggi, un emendamento abrogativo proprio sul tema, proprio per comprendere e farvi comprendere quali sono le perplessità che da questa opposizione derivano rispetto a questo progetto di legge qui.

È evidente, quindi, che se da un lato il progetto di legge ha sicuramente natura premiale, rispetto al quale noi avremmo potuto dare un voto favorevole rispetto a come si era costruito, anche se breve è stato il percorso, ma comunque finalizzato ad una legge molto semplice, molto descrittiva, sulla quale, come ricordo oggi, non ci sono contributi su questa legge, ma verranno poi applicati in un passaggio successivo, questa posizione rispetto alla Convenzione di Faro mette seri dubbi rispetto alla bontà del progetto di legge.

Da questo punto di vista, assessore, dobbiamo capire e comprendere le motivazioni per le quali è stata inserita, e capire e comprendere se le perplessità, che non solo sono state poste dall’opposizione, ma anche in Senato e alla Camera sono stati sollevati parecchi dubbi da parte delle allora opposizioni che nel 2020 erano al Governo, diano il senso di quella che è la preoccupazione rispetto alle “eventuali” (le metto tra virgolette) censure che alcuni monumenti potrebbero riservare rispetto alla ratifica della Convenzione di Faro.

Sul resto non vi sono problematiche, lo abbiamo corretto in corso d’opera, soprattutto per quanto riguarda gli accessi, abbiamo sentito in udienza conoscitiva quali motivazioni siano state addotte rispetto a questo progetto di legge da parte di chi abbiamo sentito. Abbiamo corretto il tiro rispetto ad alcuni articoli di legge e credo di aver collaborato in maniera fattiva con il relatore di maggioranza rispetto alla costruzione di un testo sul quale oggi abbiamo quell’unico dubbio, rispetto al quale ho detto già in premessa.

Non ho molto altro da aggiungere, se non poi discutere o disquisire sugli emendamenti che sono stati presentati, rispetto ai quali, ovviamente, cercherò di comprendere e capire quale posizione la maggioranza prenderà.

Oggi, quindi, mi limito in questa fase a dare qualche spunto di riflessione rispetto alla discussione che dovremmo affrontare su questo progetto di legge, comprendere le motivazioni e le basi sulle quali sono state inserite alcune frasi nelle finalità, per poi eventualmente replicare e fare una discussione più compiuta nella successiva parte, legata al dopo relazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Apriamo il dibattito generale. Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente, assessore e colleghi.

Assessore, pur avendo più volte polemizzato con lei, tengo a sottolineare che la rispettiamo come persona coerente con le proprie convinzioni, con le proprie idee e con una preparazione culturale e amministrativa forse unica in quest’aula. Capiamo che per l’assessore Felicori il seguente progetto di legge è il coronamento dell’attività iniziata tanti anni fa quando era dirigente del Comune di Bologna e il sindaco si chiamava Giorgio Guazzaloca. Detto tutto questo, il nostro voto sarà politico e, di conseguenza, ha dei paletti politici.

Non occorre essere credenti, basta esseri umani per sapere che i cimiteri sono prima di tutto un luogo sacro, sì, luogo sacro anche per atei e agnostici, perché sacra è la vita di chi nei cimiteri riposa, luogo sacro per chi nei cimiteri va per ricordare e tenere stretto il legame con i propri cari che non ci sono più. Per questo, vogliamo essere chiari: tutte le attività volte alla valorizzazione dei cimiteri monumentali devono essere adeguate al luogo. Detto in modo ancora più chiaro: si devono rispettare i vivi e i morti; i cimiteri non possono diventare scenario per concerti e feste, ma sono un luogo da rispettare e da far rispettare.

La definizione e il riconoscimento dei cimiteri monumentali storici dell’Emilia-Romagna è affidata esclusivamente alla Giunta con apposita deliberazione, che disciplina il procedimento, le modalità di presentazione delle domande, i requisiti di partecipazione e i criteri di valutazione. Se lo scopo della presente legge è effettivamente la salvaguardia e valorizzazione di elementi così significativi del patrimonio culturale regionale, occorre una condivisione dei criteri almeno con la Soprintendenza. A mio parere, è indispensabile e necessario che l’Assemblea legislativa, depositaria di tutte le sensibilità culturali e politiche degli elettori emiliano-romagnoli, deve essere coinvolta quantomeno nella definizione delle linee applicative della legge e poi nella sua valutazione.

Un altro paletto riguarda i finanziamenti. Trovo imbarazzante discutere questa legge nei giorni in cui, a mezzo stampa, l’assessore alla cultura ha comunicato al mondo che il suo Assessorato ha subìto tagli del 10 per cento delle risorse disponibili. In sintesi, o i nuovi progetti come questi non verranno finanziati, oppure per finanziarli si tagliano risorse a progetti già esistenti. In ogni caso serve chiarezza, perché aggiungere reiteratamente e in ordine sparso all’insieme delle istituzioni che possono avere accesso ai finanziamenti della legge n. 18/2000, in origine musei, biblioteche e archivi, nuove tipologie di luoghi e monumenti, dalle case dei personaggi illustri ai cimiteri monumentali, ottiene il solo effetto di redistribuire la torta, scarsa in partenza, di tali finanziamenti in fettine sempre più piccole, così irrisorie da rischiare, come spesso accade, una rinuncia da parte degli stessi beneficiari, in quanto il contributo concesso spesso non consente la realizzazione del progetto effettivo.

Invece di continuare a implementare leggi civetta, di sola funzione propagandistica, dunque, si dovrebbero elaborare leggi dotate di chiare e trasparenti risorse economiche, incardinate in una programmazione culturale degna di questo nome. Altrimenti non ha alcuna efficacia, ai fini della protezione di quel patrimonio che dichiara solennemente di voler conservare e valorizzare.

I finanziamenti relativi al PDL cimiteri sono inseriti all’interno della legge regionale n. 18/2000, che, essendo antecedente, anche per l’impostazione culturale, a quella Convenzione di Faro già citata nel PDL cimiteri, sconta di parecchie criticità quanto a programmazione culturale e a conseguenti risorse finanziarie.

A quanto è dato di conoscere, infatti, dalle Amministrazioni di numerosi Comuni della Regione, la legge n. 18/2000 da anni, ormai, oltre che carente quanto ad adeguata e trasparente pianificazione culturale, è fortemente deficitaria quanto a risorse distribuite a fronte delle domande dei territori. Pertanto, abbiamo presentato alcuni emendamenti migliorativi per dare certezza al fatto che non stiamo votando l’ennesima legge manifesto. Confidiamo nell’accoglimento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Altri in dibattito generale? Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Felicori. Ringrazio anche i relatori di maggioranza e opposizione per il lavoro che è stato fatto e anche per il confronto che abbiamo avuto in Commissione.

Vi è in primo luogo una volontà di riconoscimento a fondamento di questo progetto di legge che oggi viene sottoposto alla nostra attenzione, il riconoscimento dei cimiteri storici come espressione del patrimonio culturale regionale ed europeo. Penso sia giusto anche partire da qui, da questa considerazione. Penso non si tratti di un risultato o anche di un approdo, diciamo così, scontato. I cimiteri sono presenti nel vissuto delle esperienze di ciascuno di noi, di ogni persona in generale nell’immaginario collettivo, con identità e profili di altro tipo. Individuare in essi realtà che recano con sé una natura monumentale è una scelta che innanzitutto è condivisibile e anche inedita.

Con questo provvedimento la nostra Regione è di fatto la prima a intraprendere un tale tipo di scelta e potrebbe ‒ mi auguro ‒ indurne altre, insieme allo stesso Ministero dei beni culturali, a fare altrettanto, generando così delle vere e proprie opportunità di valorizzazione patrimoniale ampie e soprattutto significative.

Credo che da questo punto di vista vada dato merito all’assessore Felicori per l’idea messa in campo e per questo progetto predisposto, anche perché tra gli obiettivi che esso si prefigge vi sono anche quelli della conservazione e del restauro di cui monumenti storici – lo ricordiamo – hanno assolutamente costante necessità.

Alla luce del fatto che viviamo un tempo storico in cui peraltro si sta diffondendo la scelta della cremazione, il rischio anche di una sempre più complessa gestione dei cimiteri storici, che potrebbe persino portare alla loro progressiva dismissione, è assolutamente non infondato.

È dunque un provvedimento legislativo, quello che ci apprestiamo a votare oggi in aula, che potrà offrire possibilità di restauro e, conseguentemente, di mantenimento di luoghi che sono anche luoghi identitari, come abbiamo visto e anche sentito dalle testimonianze che abbiamo ascoltato in Commissione, quindi luoghi identitari e di alto significato.

Da ultimo, nel momento in cui i cimiteri storici vengono riconosciuti come un effettivo patrimonio culturale e si creano i presupposti per poterli mantenere integri e in buono stato di conservazione, possono entrare a far parte a pieno titolo di ampi percorsi di fruizione culturale e anche di respiro turistico, come avviene per tutte le altre espressioni monumentali di largo interesse collettivo.

Sulla base di queste motivazioni, dunque ancora un ringraziamento all’assessore Felicori, ed esprimo già da ora, ovviamente, un convinto sostegno a una proposta che considero intelligente e opportuna.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Marchetti Francesca, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni, perché credo che la legge, come è stata già illustrata dal relatore di maggioranza, che ringrazio, e anche dal relatore di minoranza, visto che si è fatto un percorso comune in Commissione, è una legge che scrive una pagina molto innovativa della nostra Regione e che può anche fare da apripista ad altri interventi che volessero seguire questa nostra impostazione. Lo dico perché c’è un tratto, io credo, che unisce l’azione politica che oggi rappresenta questa legge, insieme a quella che abbiamo già visto anche in occasione del percorso che abbiamo svolto nel riconoscimento dalla casa degli illustri, che come il patrimonio culturale diventa uno strumento fondamentale per perseguire innovazioni politiche di benessere e di coesione sociale e soprattutto di come si interpreta anche il valore del patrimonio culturale fortemente ancorato ai luoghi, e quando diciamo luoghi come il cimitero sicuramente per tante piccole comunità può diventare anche un’occasione, una possibilità per far conoscere un patrimonio che attorno ad esso si sviluppa.

Credo, quindi, che questa intuizione che l’assessore Felicori ha avuto in questo progetto di legge, in questa proposta vada ricondotta anche in una concezione più ampia di quelle che sono tutte le azioni che si stanno compiendo e le scelte legislative messe in campo in questo modo. Al di là del ruolo storico che da sempre questa Regione riconosce ai luoghi della memoria, i cimiteri si collocano all’interno anche di un’azione di valorizzazione, conservazione e promozione che, anche a livello europeo, si sta da tempo attuando, attraverso anche quell’attività dell’associazione ASCE che veniva ben illustrata prima. Comunque, credo che, come si può vedere anche dall’articolato, il carattere di memoria storica possa essere davvero integrato all’interno di questo percorso importante di valorizzazione del nostro patrimonio, ed è evidente nei cimiteri di guerra, come veniva già ricordato. Ma io penso come questo si colleghi fortemente a un’altra azione che da poco è passata in Assemblea, che è quella, ad esempio, del riconoscimento, quando parliamo di cimiteri di guerra, dell’adesione della nostra Regione all’Association Route, proprio perché credo che, rispetto anche al valore e agli itinerari che si possono sviluppare attorno a queste nuove forme di memoria storica, noi sappiamo come la Linea Gotica rappresenti nella nostra regione un patrimonio su cui si sta cercando sempre più di investire e lavorare.

Altrettanto significativi sono i cimiteri ebraici. A queste tipologie credo vadano anche legati tutti quei cimiteri dei piccoli centri, che, pur senza contenere monumenti rilevanti sotto il profilo storico-artistico o tombe di personaggi noti sul piano nazionale, raccolgono le memorie di una comunità. Credo che proprio su questi siti, che per loro caratteristiche paesaggistiche rappresentano ruoli particolarmente significativi e frequentati, anche al di là della presenza di singole sepolture, ci sia un valore aggiunto di questo intervento legislativo.

È ovvio che in questo contesto non si può non ricordare come i cimiteri vengano rappresentati anche dall’UNESCO come particolari patrimoni culturali, in cui natura e cultura assieme assumono per le comunità di riferimento particolari valori.

Con queste premesse, credo che possiamo intendere questo provvedimento di legge come una vera possibilità per sviluppare dei percorsi di turismo specifico, con radici ben solide rispetto al patrimonio culturale, la loro valorizzazione, ma soprattutto valore per le comunità di riferimento.

Credo, quindi, che questo strumento che la Regione mette in campo, quindi di riconoscere i cimiteri significativi proprio quali elementi del patrimonio culturale regionale da salvaguardare e valorizzare, rappresentino davvero, in quest’ottica, anche quella modalità di concorrere alla costruzione della coesione sociale.

Uno strumento, dicevo, per sostenere un percorso condiviso, attraverso il quale una serie di attori del territorio ‒ voglio ricordare quelli pubblici, ma anche quelli privati ‒ si possono attivare per ampliare la fruizione del patrimonio culturale regionale, inserendolo in un orizzonte più ampio europeo, turistico, che tiene aperte tutte le possibili connessioni di una comunità, di una visibilità nazionale e internazionale, ma anche il loro valore di restauro e conservazione delle strutture architettoniche.

Vedo, quindi, questo strumento di legge uno strumento che si colloca in una visione che da inizio legislatura, grazie all’azione della Giunta, ma anche con un processo di condivisione che ‒ non si può negare ‒ c’è sempre stato anche con i lavori della Commissione, vuole dare valore (potrei ricordare il Festival dei crinali come altro esempio) e cerca veramente di coniugare il respiro europeo e internazionale ai luoghi e ai valori delle comunità.

Questa modalità, anche attraverso questo strumento, credo che possa davvero implementare e aprire nuove possibilità per questa Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri in dibattito generale?

Io non ho altri iscritti in dibattito generale. A questo punto chiedo ai due relatori se vogliano aggiungere altre considerazioni, consigliere Amico e consigliere Pompignoli.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sì, io vorrei aggiungere qualche considerazione, ma, essendo arrivati questa mattina nuovi emendamenti (penso a quelli presentati dal Gruppo di Fratelli d’Italia) che non avevamo trattato in Commissione, su alcuni dei quali non riscontriamo problemi, mentre su altri c’è bisogno di un attimo di chiarimento, chiederei cinque minuti di sospensione per fare una valutazione assieme al Gruppo di Fratelli d’Italia, per leggere con attenzione almeno due di questi emendamenti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Se non ci sono obiezioni, cinque minuti di sospensione per valutare le possibilità di questo accordo.

 

(La seduta sospesa alle ore 12.16 è ripresa alle ore 12.30)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori.

Passo la parola a lei, consigliere Amico. Prego.

 

AMICO: Grazie, presidente. Grazie anche ai colleghi che hanno consentito questa breve sospensione dell’aula per mettere a punto alcuni emendamenti che intendevamo accogliere, presentati dai Gruppi assembleari, su una legge che è stata detta anche dai colleghi che mi hanno preceduto essere la prima in Italia e di stimolo non solo per quanto riguarda il territorio regionale, ma probabilmente anche per il resto del Paese nella valorizzazione dei siti cimiteriali.

Io vorrei ritornare momentaneamente sulla questione che divide me come relatore di maggioranza dal relatore di minoranza, ovvero il richiamo alla Convenzione di Faro, perché non vorrei che questa fosse, appunto, una battaglia solo ed esclusivamente ideologica nel caso degli articoli che richiama il consigliere Pompignoli. Nel caso della mia lettura o della nostra lettura della Convenzione di Faro, vorrei esplicitare chiaramente che non si tratta, come in alcuni casi in una sorta di vulgata è stata presentata la Convenzione, e cioè l’obbligo di velare, in ossequio delle culture differenti, nudità o elementi che possano recare disturbo a quella cultura. La Convenzione di Faro in tema di eredità culturale raccoglie la trasformazione della società, la quale trasformazione della società è economica, politica, sociale, di composizione demografica, di composizione anche delle varie provenienze e, conseguentemente, cerca di dare cittadinanza a chi abita anche i nostri territori nel momento stesso in cui questi ne acquisiscono progressivamente cittadinanza, entrano in relazione, ci contaminano, a partire dalla cucina, diciamo così, a partire anche da quelli che sono dei beni di carattere voluttuario, che, nel caso del patrimonio culturale, possono arricchire da un lato il cosiddetto “ideato in Italia” e la commistione di suggerimenti e suggestioni che arrivano da tante altre parti del mondo. È evidente ed è sotto gli occhi di tutti. La cultura si trasforma, man mano, con il contributo di tanti. A proposito di questo, vorrei solo citare un altro podcast che si chiama DOI (Denominazione di Origine Inventata), nel quale si specifica che, per esempio, gli spaghetti, come noi li conosciamo, bene o male sono stati inventati negli Stati Uniti e poi importati in Italia dopo il ventennio, quando dalle nostre parti c’era solo la pasta fresca, mentre la pasta di semola di grano duro, per conservazione, veniva prodotta negli Stati Uniti. Noi ne abbiamo fatto vanto nazionale, ma è il meticciato, il confronto tra culture che produce anche un’identità culturale come quella dello spaghetto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Intanto ringrazio il relatore di maggioranza, perché è l’unico che un po’ ha affrontato il tema riguardo alla Convenzione di Faro.

Le chiedo ‒ faccio una breve digressione, presidente ‒ a mezzogiorno e cinquanta se possiamo chiudere, perché abbiamo l’udienza conoscitiva, di sotto, sul bilancio. Le chiederei cortesemente di andare alla votazione di questo PDL dopo la pausa.

Rispetto a quanto detto dal relatore di maggioranza, proprio sulla Convenzione di Faro, visto che sugli altri temi fondamentalmente siamo totalmente d’accordo, vi leggo, perché secondo me è importante anche comprendere quali siano gli articoli che sono oggetto di discussione... Se mettiamo il principio e la finalità nell’articolo 1 del rispetto della Convenzione di Faro, la Convenzione di Faro, poi, ha una serie di articolati sui quali ci sono le nostre perplessità.

Il combinato disposto dall’articolo 4 e dall’articolo 7 prevede la possibilità per gli Stati di sedersi a un tavolo e, nel momento in cui ci siano delle sensibilità di etnie diverse rispetto alle nostre, si potrebbe verificare l’ipotesi di una censura dell’opera d’arte che comunque crea questa sensibilità.

L’articolo 4, lettera c), prevede che “l’esercizio del diritto all’eredità culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che sono necessarie di una società democratica per la protezione di interesse pubblico degli altrui diritti e libertà”.

Letto insieme all’articolo 7 “stabilire i procedimenti di conciliazione per gestire equamente le situazioni, dove valori tra loro contraddittori siano attribuiti alla stessa eredità culturale di comunità diverse”.

Ora, c’è una responsabilità per tutti gli Stati di rispettare il patrimonio culturale degli altri tanto quanto il proprio, con possibilità di ingerenze o limitazioni da parte degli Stati nei confronti del nostro patrimonio artistico e culturale. C’è questo rischio di censura della nostra arte, se altre comunità o singoli Stati si sentono offesi rispetto alle opere che noi andiamo a mostrare. Faccio riferimento ad esempio alla comunità islamica, che potrebbe essere quella che si potrebbe sentire più offesa nel nostro territorio.

È ovvio che la discussione è stata affrontata in Parlamento, alla Camera dei Deputati. Ricordo una frase dell’attuale premier Meloni che riguarda questa questione, in cui dice “la più clamorosa resa culturale della nostra civiltà”, e questo è un tema che ovviamente condivido rispetto a questo passaggio, ma critiche, oltre ovviamente all’attuale premier, vengono anche dai banchi della Lega, soprattutto con la sottosegretaria ai beni culturali, Lucia Borgonzoni, e anche a uno dei più noti esponenti artistici e culturali del nostro territorio e critici d’arte, Vittorio Sgarbi, che hanno identificato questa Convenzione di Faro come la possibilità di ingerenza da parte di altri Stati sulle censure delle opere d’arte.

Rispetto a queste argomentazioni nutro forti perplessità nella votazione di questo progetto di legge, che pone, come ho detto in premessa nella relazione iniziale, dei dubbi e dei cappelli ideologici, tanto che non ritengo che questa convenzione debba essere inserita in questo PdL. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Soltanto per annunciare il ritiro dell’emendamento n.9, che avevamo proposto a nostra firma, e per annunciare l’emendamento, sempre a nostra firma, dell’emendamento già proposto n. 7, così come già consegnato alla presidenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

A questo punto, per le conclusioni sul dibattito passo la parola all’assessore Felicori. Prego, assessore.

 

FELICORI, assessore: Ringrazio i relatori di maggioranza e di minoranza, la presidente della Commissione Cultura, che ha così ben favorito la procedura di questo progetto di legge.

Veramente poche parole per dire che penso che abbiamo compiuto un atto importante, stiamo compiendo un atto importante nel riconoscimento dei cimiteri monumentali come parte del patrimonio culturale. Abbiamo detto che non si può fare una decente storia dell’architettura europea degli ultimi due secoli senza considerare i cimiteri, tanto meno la scultura, e che i cimiteri sono aule didattiche formidabili per la storia delle città perché sono il microcosmo, la lente di ingrandimento con cui si può guardare la storia delle città e delle nazioni.

Questo riconoscimento, per il significato culturale che ha, vale tanto quanto i finanziamenti, che purtroppo soprattutto all’inizio non saranno abbondanti, nei restauri che sono necessari a gran parte dei cimiteri e nelle azioni di promozione altrettanto necessarie. In Emilia-Romagna noi abbiamo un patrimonio formidabile di cimiteri, a cominciare dai due che sono nati dalle conversioni di conventi certosini a Bologna e Ferrara, per proseguire con i tipici cimiteri a recinto ottocenteschi, come sono quelli di Modena, Forlì e Parma, per proseguire con i cimiteri ebraici a Finale Emilia, Ferrara e Bologna, per proseguire con cimiteri che rappresentano magnificamente il genius loci, il cimitero di Faenza, degnissimo cimitero della capitale mondiale della ceramica, e gli elementi anche del contemporaneo. Forse il cimitero della seconda metà del ventesimo secolo più importante è l’addizione di Aldo Rossi al cimitero di San…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio. Chiedo a lei, assessore, magari di avvicinarsi un po’ di più al microfono. Grazie.

 

FELICORI, assessore: Al cimitero di San Cataldo di Modena, che è in tutti i manuali fondamentale di architettura.

Stiamo compiendo, dunque, un’azione molto importante. Per valorizzare, ne sono convinto, conta molto anche il messaggio politico-culturale che questa Assemblea manda alle città, richiedendo un impegno corale da parte di tutti i Comuni. Ci attende un lavoro di promozione molto importante.

Non mi sottraggo alla questione della Convenzione di Faro posta dal consigliere Pompignoli. La Convenzione di Faro registra lo stato di avanzamento di un dialogo tra diverse Nazioni, diversi Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa, che ‒ come è noto ‒ è molto più largo e plurale dell’Unione europea.

Nel registrare tutto questo, non vanno visti solo gli eventuali limiti, quello che non è stato ancora possibile dire in una specie di manifesto della tutela del patrimonio. Va considerato anche il fatto che convenzioni come queste registrano, in un certo momento, l’avanzamento di tutto il movimento che si riunisce nella sottoscrizione.

Io non sono d’accordo con l’interpretazione che il consigliere dà del tema delle procedure conciliative, che mi sembra il tema più rilevante posto dal consigliere. Prendiamo atto della realtà. La realtà è che esistono posizioni culturali, religiose, politiche, ideologiche molto diverse all’interno della comunità internazionale. Noi abbiamo due possibilità per risolvere queste questioni: lo scontro e, secondo me, dentro una procedura conciliativa c’è anche il momento del conflitto, del dibattito e anche della battaglia severa, ma tutto questo deve avvenire in un quadro di conciliazione.

Noi non abbiamo possibilità alternativa al tentativo di conciliare dove è obbligatorio conciliare, ma questo non ha nulla a che fare con il fatto che il patrimonio culturale resti nella più piena sovranità degli Stati. L’orientamento della conciliazione è un orientamento, non è un obbligo. La conciliazione si farà qualora i soggetti plurali in tensione non abbiano una naturale conciliazione. Però la conciliazione è un processo di dialogo che include anche il conflitto e che non obbliga nessuno a perdere, se non volontariamente, prerogative che sono proprie degli Stati sovrani. Non credo che nessuno in Italia voglia perdere questo.

Ciò detto, rispondo nel merito, ma capisco la preoccupazione, che sono le naturali preoccupazioni di un mondo in cui, nell’arco, forse, di una vita, direi della mia generazione, abbiamo assistito a un processo di globalizzazione spaventoso, al cui confronto la stessa Seconda Guerra mondiale era un fenomeno quasi limitato. Dunque il problema c’è, è un problema però gestibile, non perdiamo niente, quell’articolo è una specie di dichiarazione di volontà di dialogo, qualora ci siano punti di vista diversi.

Restano due temi per il futuro, ad uno ha accennato anche la consigliera Bondavalli. Non voglio essere profeta di sventura, ma i cimiteri storici, tutti i nostri cimiteri, hanno fra i 150 e i 200-220 anni, i cimiteri storici in virtù della cremazione andranno incontro ad una catastrofe finanziaria oggi quasi inimmaginabile, sarebbe bene che i Comuni ascoltassero il profeta di sventura, che in questo caso sono io, perché è una questione serissima che va posta.

In questa questione serissima c’è anche una grande opportunità che i cimiteri, ormai tendenzialmente inutili possano diventare grandi parchi urbani e possano essere gli attori di una trasformazione urbana delle nostre città, anche questa senza precedenti, se ci muoviamo, perché gli alberi crescono lentamente, a differenza dei grattacieli.

Vi ringrazio, buon lavoro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Sono le ore 12,46. Il presidente Pompignoli ha espresso un’esigenza, vista la concomitanza con la Commissione. Quindi, non riusciamo in questi pochi minuti ad entrare nell’articolato.

Riprendiamo i lavori alle ore 14,30, come previsto.

Dichiaro chiusa la seduta.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,46

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Barbara LORI e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

6016 -  Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2023". (Delibera di Giunta n. 2035 del 21 11 22)

 

6022 -  Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2023-2025 (Legge di stabilità regionale 2023)". (Delibera di Giunta n. 2037 del 21 11 22)

 

6023 -  Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". (Delibera di Giunta n. 2038 del 21 11 22)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

RISOLUZIONI

 

6029 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare scelte innovative e tecnologicamente avanzate volte a eliminare le criticità legate alla lentezza dei passaggi a livello, che rappresenta un ostacolo anche per il transito dei mezzi di pronto intervento. (23 11 22). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6038 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un percorso per l'inserimento dell'agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario regionale e a riaprire gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l'Ospedale Bellaria di Bologna e nelle altre strutture della regione coinvolte nel progetto MED.IO.RER. (Medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna). (25 11 22). A firma della Consigliera: Zamboni

 

6044 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'introduzione, nell'ambito della sessione annuale della partecipazione di cui all'art. 6 della legge regionale n. 15 del 2018, di un focus dedicato alle istanze dell'Assemblea dei ragazzi e delle ragazze, quale momento di approdo annuale di un dialogo costruttivo e stabile tra le istituzioni regionali e i giovani. (28 11 22). A firma dei Consiglieri: Costi, Marchetti Francesca, Mumolo, Pillati, Gerace, Montalti, Sabattini, Mori, Zappaterra, Fabbri, Caliandro, Rossi, Amico, Bondavalli, Rontini, Bulbi, Daffada'

 

6049 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a migliorare l'accesso delle persone con disabilità ai servizi di trasporto pubblico locale. (29 11 22). A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

6051 -  Risoluzione sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell'Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale. (30 11 22). A firma del Consigliere: Piccinini

 

6055 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare una soluzione al problema dei doppi abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico per gli studenti che frequentano scuole e corsi di laurea extraregionali. (01 12 22). A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

6058 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo a condannare l'aggressione della Turchia contro la Federazione Democratica della Siria del Nord.  (01 12 22). A firma dei Consiglieri: Mumolo, Sabattini, Mori, Montalti

INTERROGAZIONI

 

6030 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda sostenere cittadini e imprese danneggiati dal forte maltempo che ha di recente colpito le coste emiliano-romagnole e se ritenga necessario aumentare le risorse per la prevenzione degli eventi climatici estremi. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

6031 -  Interrogazione a risposta scritta in ordine alle criticità e ai costi del programma regionale di incentivazione del trasporto ferroviario e fluviale delle merci. A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Delmonte, Occhi, Pompignoli, Rancan, Rainieri

 

6032 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere per prevenire criticità nel servizio agli utenti della linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore, in vista dell'imminente avvio del cantiere di interramento della stessa nel tratto urbano di Bologna. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Caliandro, Mumolo, Pillati, Rontini

 

6033 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda adottare per affrontare i problemi derivanti dalla riduzione della portata sorgiva del sito costituito dalle Grotte e Sorgenti pietrificanti di Labante, in provincia di Bologna e, di conseguenza, per risolvere le ricorrenti emergenze che si presentano. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6034 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riduzione dei posti letto negli ospedali di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6035 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al progetto "Spazzino di quartiere", avviato lo scorso luglio nel comune di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6036 -  Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da assumere a sostegno delle comunità emiliano-romagnole e del patrimonio pubblico e privato colpito dalle mareggiate del 22 e 23 novembre 2022. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra, Rontini

 

6037 -  Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se intenda rivedere i criteri per l'installazione di impianti fotovoltaici nelle aree di cava a destinazione ambientale. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Pelloni, Occhi, Rainieri, Delmonte

 

6040 -  Interrogazione a risposta scritta inerente all'attuale sede del servizio Spazio Salute Immigrati del distretto di Parma. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6041 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'apertura a doppio senso di marcia del Nodo di Rastignano - Comune di Pianoro (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6042 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di semplificare l'iter di "rinnovo patente" alle persone fragili. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti

 

6043 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa la possibilità di incentivare i test del DNA e gli esami autoptici sugli animali da compagnia e da caccia aggrediti da lupi o ibridi, al fine di favorire un monitoraggio puntuale degli esemplari di predatori presenti sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri, Pompignoli, Facci, Bargi, Delmonte, Montevecchi, Rancan

 

6045 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori di costruzione della Cassa di Espansione sul Torrente Baganza (PR). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6046 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le tempistiche previste per l'apertura del reparto ad alta intensità di cura dell'Ospedale dei Bambini di Parma "Pietro Barilla". A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6047 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al commercio e consumo di carni "esotiche" e al commercio di animali esotici vivi sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6048 -  Interrogazione a risposta scritta sul futuro del Polo Unico regionale del gesso in località Monte Tondo e sulla richiesta di ampliamento dell'area di estrazione oltre l'attuale confine definito dal Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) vigente. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6050 -  Interrogazione a risposta scritta in merito allo stato di sicurezza all'interno di una struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati sita presso l'Eremo di Ronzano (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6052 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali sono gli interventi e le iniziative che la Giunta intende assumere per accrescere la sicurezza del territorio montano e per mantenere le condizioni ottimali della sua viabilità, sia quella di collegamento con i centri urbani di pianura che quella vicinale, al fine di scongiurare il rischio di isolamento degli abitanti delle vallate del Reno e del Setta. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6053 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al monitoraggio delle condizioni ed eventuale ripristino dell'argine del canale navigabile Migliarino-Porto Garibaldi nel Comune di Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

 

6054 -  Interrogazione a risposta scritta circa le criticità segnalate nell'erogazione dei servizi della Medicina di Base nel comune di San Mauro Pascoli (FC). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6056 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno giungere, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad un accordo per una revisione normativa che consenta agli agenti di polizia provinciale (agenti ittico-venatori provinciali) e ai guardiaparco di esercitare la propria obiezione di coscienza all'uccisione di animali. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6057 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda mettere in campo a sostegno delle strutture residenziali sociosanitarie emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

6059 -  Interrogazione a risposta scritta circa segnalazioni relative a difficoltà di trasferimento dei dati del fascicolo sanitario elettronico, in caso di passaggio degli assistiti da un medico di medicina generale o pediatra a un altro. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6061 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al progetto di ripascimento, a protezione degli arenili e degli stabilimenti, con particolare riguardo alla situazione del litorale ravennate e ferrarese, a seguito della forte ondata di maltempo del 21 e 22 novembre 2022. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6062 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla modalità di raccolta dei rifiuti che verrà adottata nel comune di Sasso Marconi da gennaio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6063 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda monitorare le varie fasi che dovranno portare all'erogazione del fondo affitti 2022. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6064 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla sospensione del servizio di automedica con postazione di partenza presso il presidio ospedaliero di Lugo (RA). A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

6065 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al progetto per la messa in sicurezza della Strada Statale 64 "Porrettana". A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6066 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga la richiesta di ampliamento della cava di gesso di Monte Tondo compatibile con le norme di tutela ambientale vigenti e con la candidatura a Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6067 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per la riapertura del Pronto Soccorso dell'Ospedale Magati di Scandiano (RE), con particolare riguardo all'articolazione oraria del servizio previsto e alle caratteristiche del personale da impegnare nel reparto. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6068 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione intenda sollecitare nuovamente INPS perché trasferisca i dati circa le domande e le attribuzioni dell'assegno unico universale, per un'analisi dettagliata del fenomeno, e sollecitare il Governo ad apportare i debiti correttivi al provvedimento, riconoscendo un principio sostanziale che tiene in considerazione l'interesse del minore e la sua collocazione prevalente in ambito familiare. A firma del Consigliere: Amico

 

6069 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per garantire una rapida ripresa dell'operatività dell'ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo (RE). A firma della Consigliera: Bondavalli

 

6070 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni da mettere in atto per la preservazione della specie Lupo sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6071 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda assumere a tutela delle aziende e dei lavoratori del settore biomedicale della regione Emilia-Romagna, a seguito della richiesta di compartecipazione al superamento del tetto di spesa regionale per l'acquisto di dispositivi medici. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Rancan

 

6072 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla contrazione di diversi fondi del bilancio regionale di previsione 2023. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6073 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a una recente manifestazione di protesta promossa dai collaboratori scolastici e dai professori dell'Istituto Aldrovandi Rubbiani di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6074 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'avvio di un monitoraggio straordinario e puntuale all'interno del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Marino Alto Adriatico mediante valutazioni, analisi e censimenti quali-quantitativi delle acque marino-costiere, della fauna ittica, degli organismi e microrganismi. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

INTERPELLANZE

 

6039 -  Interpellanza per conoscere la tempistica prevista dalla Giunta per l'approvazione dei Programmi di cui all'art. 73 della legge regionale 7 del 2014, relativi agli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione e dei boschi ripariali a fini idraulici. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6060 -  Interpellanza sulla mancata connessione di molte strutture scolastiche alla Banda Ultra Larga. A firma della Consigliera: Castaldini

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

5706 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai disservizi determinatisi con la chiusura di tre giorni su cinque dell'ufficio postale di Gazzano di Villa Minozzo (RE). A firma dei Consiglieri: Soncini, Mori, Costa

 

5707 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per sostenere l'attività degli impianti sportivi e, in particolare, delle piscine a fronte dei rincari delle bollette. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5714 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se e come la Giunta intenda attivarsi per riqualificare l'area dell'impianto pilota dell'ex Sivalco di Valle Campo, a Lido di Spina (FE). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5722 -  Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere al fine di incrementare le risorse finanziarie destinate alle misure a sostegno del pagamento delle rette per la frequenza dei servizi educativi per la prima infanzia. A firma della Consigliera: Piccinini

 

5738 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se e come la Giunta intenda attivarsi per mettere un limite alla contribuzione dei comuni piccoli e montani al Fondo di solidarietà comunale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5740 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se e quando sia previsto l'aggiornamento del Regolamento regionale per la gestione degli ungulati. A firma dei Consiglieri: Bargi, Occhi, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Facci, Liverani, Montevecchi, Rancan, Catellani

 

5755 -  Interrogazione a risposta scritta sul taglio di alberi lungo la sponda destra del fiume Reno, nel territorio del Comune di Argelato. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5758 -  Interrogazione a risposta scritta sulla proroga del conferimento di biomasse nella centrale di Russi. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5760 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di una verifica dello stato di manutenzione del torrente Arda (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5783 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla situazione di estrema criticità del Pronto Soccorso dell'ospedale Ramazzini di Carpi (MO), dovuta alla carenza di personale medico. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Maletti, Costi

 

5791 -  Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per assicurare il giusto stipendio, salario accessorio incluso, ai lavoratori del comparto sanitario. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5815 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno che anche nel nostro territorio regionale si insedino start up e aziende che svolgano attività di studio e ricerca nel settore della produzione di carne e latte in vitro ("clean meat", "clean milk"). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5819 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'andamento nel tempo dell'estensione complessiva delle Oasi di protezione e delle Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC), nonché delle Zone di Rifugio sul territorio regionale e provincia per provincia. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5821 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al taglio di un esemplare secolare di tasso (Taxus baccata) che dovrebbe avvenire a breve nel comune di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5822 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta abbia messo in campo in ottemperanza della Risoluzione n. 4619 del 2022, con particolare riguardo a quelle specificamente rivolte agli studenti con disturbo dello spettro autistico e altre tipologie di disabilità. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pelloni, Stragliati, Facci, Bergamini

 

5823 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda intercedere con il Ministero degli Esteri affinché le Istituzioni dell'Unione Europea adottino il diritto di asilo per gli obiettori di coscienza e i disertori russi, bielorussi e ucraini. A firma del Consigliere: Amico

 

5826 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla realizzazione della "Prima linea tranviaria di Bologna (Linea Rossa)". A firma del Consigliere: Facci

 

5827 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al previsto obbligo di frequenza di tirocini formativi per i medici, in regime di convenzione con incarichi già a tempo pieno o a massimale pieno di assistiti, che seguono il corso di formazione in medicina generale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5836 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'attività e alle prospettive dell'Istituto Pio II di Misurina (BL), Centro di diagnosi, cura e riabilitazione ad alta quota delle malattie respiratorie del bambino e dell'adolescente. A firma della Consigliera: Castaldini

 

5839 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla moria di fauna ittica che si è recentemente verificata nel canale Calvetro tra le province di Reggio Emilia e Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5842 -  Interrogazione a risposta scritta sul rilascio e relative tempistiche dei Certificati Medici Sportivi per attività agonistica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5844 -  Interrogazione a risposta scritta circa lo stato degli interventi di attivazione della banda larga nei territori della Valle Savio. A firma della Consigliera: Montalti

 

5845 -  Interrogazione a risposta scritta sull'intenzione di addivenire, nei prossimi anni, alla realizzazione di una holding regionale dei trasporti. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5847 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per giungere alla conclusione dei lavori di ampliamento e riqualificazione del parcheggio di viale Oriani a Castel San Pietro Terme (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5862 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai disservizi verificatisi sulla tratta Cella-Caserma Zucchi del trasporto pubblico di Reggio Emilia e alle misure da adottare per risolverli. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

5863 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla data di chiusura del "Calendario venatorio regionale. Stagione 2022/2023". A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5864 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le motivazioni dei ritardi nell'avvio dei corsi di formazione di idoneità all'Emergenza Sanitaria Territoriale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5867 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla chiusura di diversi punti mensa della Società Cooperativa CAMST sul territorio metropolitano di Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

 

5869 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla data di chiusura del "Calendario venatorio regionale. Stagione 2022/2023", con particolare riguardo alla caccia alle specie migratrici. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

5871 -  Interrogazione a risposta scritta sulle misure da adottare per ridurre le liste di attesa delle Aziende Sanitarie Locali, garantendo l'accesso ai percorsi terapeutici delle persone affette da disturbi dello spettro autistico, residenti nella Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5879 -  Interrogazione a risposta scritta sulle condizioni lavorative degli autisti-soccorritori. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5892 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ad alcune criticità segnalate nell'attività di coordinamento di una Unità Operativa dell'IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola e alle misure da adottare per risolverle. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

5899 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda promuovere, unitamente agli Enti locali, azioni dirette all'immediato abbattimento dei costi dell'energia elettrica da parte delle società multiservizi fornitrici, partecipate dai Comuni e da loro holding, per i malati in gravi condizioni di salute che necessitano dell'utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche indispensabili per la loro esistenza in vita ed alimentate a energia elettrica. A firma della Consigliera: Piccinini

 

5909 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'applicazione della Direttiva 2007/60/CE, cosiddetta "Direttiva alluvioni", alla variante al piano particolareggiato dell'area 9 ex Sapaba, Casalecchio di Reno (BO). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5919 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla carenza di personale in alcuni reparti dell'Ospedale di Mirandola (MO). A firma delle Consigliere: Costi, Maletti

 

5925 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia la procedura standard indicata dalla Regione Emilia-Romagna per il ritiro delle cartelle cliniche presso le strutture sanitarie di sua competenza. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

5947 -  Interrogazione a risposta scritta inerente alle condizioni di lavoro e alla regolarità delle retribuzioni del personale addetto ai servizi alla persona dell'Aosp Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.

 

In data 28 novembre 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e Politiche sociali”, alle interrogazioni oggetti nn. 5741, 5825, 5832:

 

5741 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione per conoscere il giudizio della Giunta sulle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere del Comune di Bologna, con delega al Turismo e alle Politiche giovanili, alla luce dell'impegno della Regione Emilia-Romagna nella prevenzione e nel contrasto al consumo di droghe da parte dei giovani. A firma del Consigliere: Facci

 

5825 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere le ragioni del costante superamento del tetto annuale di spesa per l'acquisto di dispositivi medici da parte della sanità regionale. A firma dei Consiglieri: Facci, Pelloni, Stragliati, Bergamini, Marchetti Daniele

 

5832 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere i motivi del mancato ripristino del servizio di Medicina dello Sport presso l'Ospedale di Alto Reno Terme. A firma del Consigliere: Facci

 

In data 30 novembre 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, Ambiente, Mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn 5817, 5878, 5894:

 

5817 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa la problematica del percolato e del suo smaltimento presso la discarica di Tiedoli, nel comune di Borgo Val di Taro (PR). A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

 

5878 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa ai problemi segnalati da utenti TPER della provincia di Bologna nell'ottenere l'abbonamento gratuito per il trasporto pubblico nel percorso casa-scuola. A firma della Consigliera: Castaldini

 

5894 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa le iniziative adottate per garantire il miglioramento della strada Porrettana nel tratto compreso tra Sasso Marconi e la località Carbona di Vergato (BO), con particolare riguardo alla definitiva messa in sicurezza dello svincolo per Orelia in località Carbona. A firma del Consigliere: Facci

 

In data 1 dicembre 2022 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità”, alla interrogazione oggetto n. 5808:

 

5808 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in ordine ai nuovi interventi di sostegno alla pratica motoria e sportiva per i nuclei familiari. A firma dei Consiglieri: Facci, Pompignoli, Delmonte, Pelloni, Montevecchi, Occhi, Bergamini, Catellani, Marchetti Daniele, Stragliati, Rancan, Rainieri, Liverani, Bargi

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 18/11/2022 al 30/11/2022

 

DPGR n. 165 del 25 novembre 2022

Sostituzione di un componente della Consulta della Cooperazione istituita con decreto n. 220/2015 ai sensi dell’art.3 della L.R. 6/2006 e s.m.i.

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno - n. 20 prot. NP/2022/2809 del 2 dicembre 2022)

 

I PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti - Zamboni

Montalti

 

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