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182.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 20 DICEMBRE 2022

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5910

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2023". (115)

(Continuazione discussione)

(Ordini del giorno 5910/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13 oggetti n. 6153 615461556156615761586159616061616162616361646165 Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

OCCHI (Lega)

FACCI (Lega)

POMPIGNOLI (Lega)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

CUOGHI (FdI)

PILLATI (PD)

CATELLANI (Lega)

CALVANO, assessore

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PELLONI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

STRAGLIATI (Lega)

PICCININI (M5S)

MOLINARI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

OCCHI (Lega)

FACCI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

CUOGHI (FdI)

COSTA (PD)

MARCHETTI Daniele (Lega))

PICCININI (M5S)

TARUFFI, assessore

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 5910 - emendamenti 28 e 30

(Gli emendamenti che insistono sull’oggetto 5910 sono pubblicati in allegato al resoconto integrale 183 – Seduta 20 dicembre 2022 Pomeridiana)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,43

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 182 del giorno 20 dicembre 2022.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Corsini e Mammi e partecipa in modalità telematica, ai sensi dell’articolo 112 bis del Regolamento interno, la consigliera Costi.

 

OGGETTO 5910

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2023”. (115)

(Continuazione discussione)

(Ordini del giorno 5910/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13 oggetti n. 6153 – 6154 – 6155 – 6156 – 6157 – 6158 – 6159 – 6160 – 6161 – 6162 – 6163 – 6164 – 6165 Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dall’oggetto 5910, proposta d’iniziativa della Giunta recante la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale, DEFR, 2023.

Ricordo che su questo oggetto insistono 29 proposte di emendamento, di cui 7 a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi, 8 a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi, 7 a firma del consigliere Daniele Marchetti, uno a firma dei consiglieri Catellani, Montevecchi e Bargi, 2 a firma della consigliera Zamboni, uno a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani e Facci, un altro a firma di Pelloni e Facci e 2 a firma della consigliera Piccinini. Poi ci sono 13 ordini del giorno a varie firme.

Partiamo adesso e riprendiamo dalla discussione generale del provvedimento.

È iscritto a parlare il consigliere Amico. Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Ci troviamo appunto oggi a discutere del DEFR. Io volevo fare qualche considerazione. Ieri sono state avanzate una serie di riflessioni, interventi di vario segno e in particolar modo mi sembra ci si sia concentrati su quello che è il problema complessivo che stiamo attraversando oggi come Regione e come Paese che ha a che fare con quelle che sono le risorse destinate alla sanità pubblica. Quindi, la cifra che ha condotto tutta quanta la discussione sia di ieri che nei passaggi nelle varie Commissioni e altro ha avuto come focus principale il tema delle criticità legate alla sanità.

Ora, è chiaro, e credo che sia sotto gli occhi di tutti, che non siamo qui a dire che va tutto bene, che è tutto quanto perfetto, che è tutto quanto in ordine. Anzi, ci troviamo a discutere animatamente su questo punto proprio perché le questioni non hanno colto o compiuto la traiettoria che dovevano compiere, ed è chiaro che le criticità che stiamo affrontando in questo frangente, dopo due anni di pandemia, due anni e mezzo di pandemia, dopo il rincaro dei costi energetici, che sono quelli che maggiormente ci preoccupano, mettono a repentaglio anche la tenuta complessiva della sanità.

Credo che la manovra che noi poi discuteremo, anche legata al bilancio, vada invece in una direzione che dice che la Regione cerca di fare a tutti i costi la sua parte per tenere, appunto, la sanità pubblica universalistica, una sanità sulla quale abbiamo continuato a investire. Vorrei anche ricordare che nel corso di questi due anni il numero del personale è incrementato significativamente. Sono circa 7.000 le persone in più assunte presso il comparto sanitario delle professioni mediche e infermieristiche, il che segna anche come abbiamo deciso di continuare a investire su questo fronte, su questo punto.

È un investimento che non può essere trascurato e non credo che possa essere ascritto, come alcuni colleghi hanno definito precedentemente, imputabile a una mala gestione, ma invece a una risposta positiva a quella che è la domanda crescente di sanità che le persone pongono al sistema sanitario nazionale e al sistema sanitario regionale.

Sappiamo che, rispetto a tutti i tagli che sono stati condotti dai Governi passati, la flessione che è stata descritta nel corso dei decenni del passato della spesa sanitaria pubblica ha avuto un momento di inversione di tendenza proprio al termine del 2019 per quanto riguarda l’annualità del 2020, quando il Ministro Speranza invertì inserendo ulteriori 2 miliardi a favore della sanità pubblica, poi progressivamente accresciuti nel corso degli anni successivi e oggi confermati anche dalla legge di stabilità del Governo nazionale. È un’inversione di tendenza che quindi è partita proprio pochi mesi prima della pandemia, ma che chiaramente non è stata sufficiente, non ha potuto rispondere a queste esigenze crescenti e devastanti che sono stati i mesi e gli anni della pandemia.

Io credo che oggi, nel momento in cui, anche nella definizione del DEFR, del Documento di economia e finanza, affermiamo, come affermeremo più avanti, che nella criticità che abbiamo nella sanità tendiamo a confermare due elementi essenziali, il primo la consistenza e l’assoluta invarianza del Fondo regionale non autosufficienza e quindi una risposta alle situazioni più deboli e fragili, così come il mantenimento dell’impegno rispetto al cofinanziamento dei fondi strutturali dell’Unione europea, ci dica quanto e come questa Regione voglia comunque non rinunciare, da un lato, al mantenimento dei servizi sanitari pubblici e nello stesso tempo agire in termini di sviluppo.

L’impiego di questi fondi credo non sia, come è stato descritto di nuovo da alcuni colleghi, utilizzato per tappare dei buchi, bensì per continuare a prevedere una crescita per quanto riguarda l’Emilia-Romagna e intervenire a favore di una situazione che dal punto di vista economico congiunturalmente negativa, che invece attraverso questi fondi noi riusciamo a pensare di poter invertire in termini di segno, mettendo a disposizione dei cittadini, delle cittadine, delle imprese, delle aziende pubbliche del sistema emiliano-romagnolo.

Se poi questo significa accelerare, per quanto riguarda i primi due anni, tre anni di impiego dei fondi del settennato, credo che facciamo bene in questa direzione, a farlo, e facciamo bene a farlo anche in relazione alla conferma che diamo alla priorità della sanità pubblica. Una priorità che la Regione Emilia-Romagna dà è che ad oggi un Governo, uno Stato che si accapiglia per definire qual è la soglia al di sotto della quale non sia necessario l’utilizzo del POS, o che oggi dica che probabilmente bisogna rinunciare allo SPID, quindi sostanzialmente agire in una chiave conservativa e di uno sguardo al futuro, che quindi discute ampiamente per settimane di questi argomenti, anziché mettere al centro il tema della sanità e del finanziamento della sanità pubblica, credo che la dica lunga su quanto e come i ruoli siano da rivedere.

La consigliera Rontini diceva di non capire la timidezza per la quale non si chieda unanimemente un’implementazione del fondo del Sistema Sanitario Nazionale. Ma io non capisco perché oggi dobbiamo ancora discutere se è giusto o meno pagare da parte dello Stato le commissioni che gli istituti bancari richiedono a un servizio come quello del pagamento elettronico e non capisco come si possa pensare in un momento come questo, dove abbiamo anche provato sulla nostra pelle per quanto riguarda l’utilizzo, per esempio, del Fascicolo Sanitario Elettronico l’impiego dello SPID, con tutte le difficoltà del caso, abbia invece portato una semplificazione, un’automazione, una capacità di intervento proprio sulle questioni sanitarie da parte dei cittadini e delle cittadine.

Un Governo che invece di ragionare su come implementare e mantenere, per esempio, come facciamo in Emilia-Romagna il fondo regionale per la non autosufficienza fa la guerra ai poveri, ovvero interviene in maniera restrittiva su quella misura che, pur se perfettiva, ha il compito di intervenire sulla riduzione della povertà presente in Italia, che è chiaramente crescente, che tutti i dati attestano come il reddito di cittadinanza abbia impedito che diverse persone, milioni di persone scivolassero verso la povertà assoluta, una posizione qui, all’interno di quest’aula dove le vicende si fanno spesso e volentieri anche ideologiche e non fattive.

Quando vedo degli ordini del giorno che invitano sostanzialmente a sostenere, per esempio, i movimenti pro-life; quando, pur nella mitigazione dell’emendamento presentato sul tema dello screening sulla fertilità, che non assume più probabilmente quelle connotazioni di cui abbiamo discusso all’interno della Commissione I, ma comunque rimane sempre a carico del sistema sanitario regionale, screening che già oggi è praticabile in forma privata, mentre quelle risorse io credo che debbano essere impegnate eventualmente, come a me è capitato di ricevere la chiamata, per lo screening per l’epatite C, così come l’impegno che ci dobbiamo assumere è, per esempio, su un tema che ho sollevato ieri durante il question time nel cercare di garantire ai minori con disagio psichico anche delle possibilità di residenzialità e di cura residenziale che non sia lontana da casa e che non sia mescolata con gli adulti; ecco, credo che lì ci siano ancora oggi dai banchi dell’altra parte di quest’aula delle posizioni ancora molto ideologiche.

Invece il tema è quello di capire come, da un lato, sostenere la sanità pubblica a livello regionale e chiedere che non ci si è capiti su alcuni provvedimenti che personalmente ritengo molto poco proficui e produttivi e come e quanto, attraverso le risorse dei fondi strutturali, noi riusciamo a invertire un segno di tendenza macroeconomica che rischia di segnare un segno particolarmente negativo. Solo attraverso l’impegno e l’impiego di questi fondi noi riusciamo a pensare di invertirlo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

In questo periodo stanno avvenendo cose particolarmente importanti a livello internazionale. È un periodo ormai un po’ lungo. È un periodo che inizia, ormai possiamo definirlo, dal 2021, all’inizio del 2021. Sto parlando ovviamente del problema dell’approvvigionamento energetico del nostro continente.

Mi sarei aspettato in questo documento, in questo aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, già partendo dalla prima versione della NADEFR questo problema era già ben presente, ma con un aggiornamento mi sarei aspettato una valutazione della nostra Regione su quello che è l’impatto, su quello che potrà essere l’impatto economico sulle famiglie e sulle imprese di questa crisi energetica e di come la nostra Regione, con tutti gli strumenti a sua disposizione, possa cercare di contenere queste problematiche, o almeno dare una chiave di sviluppo e di programmazione che tenga conto di questa nuova condizione che caratterizza il nostro continente, ma direi anche il mondo intero, se consideriamo anche i Paesi in via di sviluppo.

Io vorrei ricordare un attimo quelli che sono stati i passaggi che hanno portato a questa enorme problematica, ma tutto può essere ricondotto a uno squilibrio eccessivo tra la domanda e l’offerta di energia, ovvero con la ripresa delle attività economiche e con il fatto che le energie rinnovabili, per esempio quelle del Mare del Nord e per esempio quelle idroelettriche del Sudamerica, hanno avuto un periodo di stop, in quel periodo lì è iniziata una grande domanda di energia.

Parliamo dell’inizio del 2021, lì c’è stato il primo picco della richiesta energetica, tutto il mondo cercava energia e non ce n’era abbastanza. Lì ci siamo svegliati, purtroppo, in un contesto in cui le nostre aziende di produzione di energia non avevano investito abbastanza nelle nuove tecnologie esistenti e quindi tutta questa necessità di energia non ha potuto essere compensata.

Bene, come ha risposto il nostro continente (parlo della Commissione europea)? Ha risposto “acceleriamo sulle rinnovabili”, ma sappiamo che il tema delle rinnovabili e di come arrivarci nella transizione energetica e nella transizione ecologica è un processo che dovrà durare una ventina o una trentina d’anni, a seconda delle tecnologie che vogliamo implementare per arrivare a questa indipendenza energetica.

Ebbene, se noi invece pensiamo di poter arrivare in breve tempo a questo tipo di tecnologie che attualmente non sono disponibili, e vogliamo completamente rinunciare anche a una piccola parte di energie chiamiamole tradizionali, di energie, anche quelle fossili, rischiamo di andare a sbattere. Questo errore non è stato fatto dai nostri concorrenti europei, vorrei dire questo. Noi abbiamo in questa fase, che dovrebbe essere una fase di collaborazione estrema tra i Paesi europei, tra i Paesi della comunità, ripeto, europea, e dovrebbe essere una comunità, abbiamo dei Paesi come la Germania che invece stanno per esprimere un vantaggio competitivo nei confronti delle nostre aziende. Questo perché? Perché noi ci siamo arrovellati per mesi sul price-cap, ci siamo arrovellati per mesi su come accelerare, e ancora come dare degli obiettivi che erano già irrealizzabili prima e renderli ancora più irrealizzabili. La Germania, che è un nostro competitor principale per gran parte delle nostre aziende, cosa fa? Garantisce un prezzo calmierato dell’energia ai propri energivori e anche ai propri cittadini. Cosa fa? Tiene aperte le centrali nucleari, in più riapre le miniere di carbone: questo perché? Perché per quel Paese il fatto principale è mantenere competitive le proprie aziende.

E com’è che tutto questo riverbera sul nostro territorio? Per esempio, parlavo del vantaggio competitivo che avranno le aziende tedesche, le aziende bavaresi nei confronti invece delle nostre aziende, e anche di quelle della nostra Regione, che saranno molto svantaggiate. C’è qualcuno che la mette lì un po’ come battuta, ma che sta dicendo che probabilmente in Germania o in Baviera, da qualche parte sorgeranno dei nuovi Paesi, magari con nome di “Sassuolen”, perché lì si andranno magari a ricostruire le aziende che producono ceramiche, ovvero, ci sono già, ma potranno soppiantare le nostre perché noi ci siamo arrovellati su meccanismi che non tutelano o almeno nel lungo termine non tutelano le nostre imprese e le nostre famiglie.

Ecco, io di questo avrei voluto vedere traccia nella Nota di aggiornamento. Ne parlavamo anche precedentemente, quando abbiamo approvato il Piano energetico, di come la nostra Regione intende nel medio periodo, perché stiamo parlando di un triennio, reagire a questo tipo di problematica, una problematica che certamente non si risolve a parole e non si risolve ponendo ancora una volta dei limiti estremamente stringenti o ponendoci degli obiettivi estremamente stringenti che tutti sappiamo, in fin dei conti, che non saranno realizzabili.

Il tema è che avremmo potuto fare il Piano energetico e non è stato fatto o avremmo potuto metterlo nella NADEFR. Almeno avrei voluto, nelle pagine introduttive, trovare una anche velata, chiamiamola così, anche tra le righe, critica a un modello di transizione che ha mostrato tutti i suoi limiti, a un modello di sviluppo che ha mostrato tutti i suoi limiti. Se noi teniamo conto della necessità dei tre grandi pilastri della transizione ecologica ed energetica, che sono la transizione stessa, ma sono anche la sostenibilità economica e la sostenibilità tecnologica, questi tre pilastri non vengono mai tenuti pienamente in considerazione dal legislatore europeo e a cascata noi gli andiamo sempre dietro, senza porre mai anche una critica.

Quindi, io avrei voluto non dico un ripensamento totale perché chiaramente si dovrebbe andare a rivedere anche il nostro Patto per il lavoro e il clima, che sembra che sia ormai la base di ogni strumento che questa Regione porta avanti, uno strumento, un patto che conteneva una visione e conteneva una prospettiva che, direi, è completamente mutata, è completamente crollata. Se non fosse che questo impatta fortemente sulle nostre imprese, io direi che è solo una questione lessicale. È solo questione di voler inserire nella NADEFR o meno quella che è una problematica che sta intervenendo in tutto il mondo.

Però sarebbe stato interessante, dato che siamo una regione in cui c’è un’elevatissima produzione anche di aziende che sono fortemente energivore. Parlavo prima del tema delle ceramiche, ma abbiamo anche tutto il tema della possibilità di avere nuove fonti di energia. Tutto questo non è presente in questo aggiornamento e tutto questo non è presente neanche negli atti che abbiamo approvato e che andiamo ad approvare, quindi io mi chiedo se qualcuno riesca a dare una risposta anche a questo quesito, ovvero la nostra Regione si sta ponendo questo problema? Siamo almeno consci di quello che sta avvenendo?

Tra l’altro, a breve, con l’anno nuovo andremo ancora nella nuova fase della sessione europea, quindi immagino che ci arriverà ancora un quadro conoscitivo prodotto delle nostre strutture. Allora, mi chiedo, sarà quella la fase in cui iniziare a dire “bene, il mondo prima del 2020 era un mondo, c’è stata la pandemia, c’è stata una pseudo-ripresa economica nel 2021, c’è stata una guerra nel 2022 che è ancora in corso”, ma – attenzione - anche qui forse molti non lo stanno, non lo vogliono capire, non l’hanno capito, ma questa guerra in Ucraina è solo la punta dell’iceberg di un intero sconvolgimento che c’è in quel settore, di un intero sconvolgimento anche macro economico e geopolitico che sta interessando il nostro continente all’interno di una guerra grande, una guerra tra la Cina e gli Stati Uniti, una guerra che è ancora fredda, ma rischia di arrivare a compimento.

In questo scenario noi come ci poniamo? In questo scenario abbiamo un’idea di dove andare, abbiamo un’idea di come aiutare le nostre aziende a migliorare, abbiamo un’idea di come accelerare veramente il processo di transizione energetica o non ce l’abbiamo?

In questo dibattito mi sono poi permesso di presentare un ordine del giorno su un tema che avevamo appena affrontato nel Piano energetico, ovvero quello dell’incentivazione o meno del biometano. Noi sappiamo che abbiamo in questa Regione tantissimi impianti di biogas, che dovranno trasformarsi in breve periodo, vista la fine degli incentivi per la generazione di energia elettrica da biogas.

Abbiamo la necessità per le nostre aziende agricole di riconvertirsi rapidamente per avere nuove fonti di energia, e lo stanno facendo, stanno anche applicando nuove tecniche agricole, nuove tecniche agrarie.

Ebbene, una norma recepita nel piano energetico vieterebbe alla nostra Regione di incentivare quegli impianti di biometano che utilizzano colture dedicate. Letta così, uno dice: bene, certamente, il cibo non deve essere utilizzato per produrre energia, il cibo deve andare primariamente all’essere umano; perfetto, ma in realtà non è quello che sta accadendo, nel senso che noi abbiamo colture dedicate ma previste dalla legge, previste dalla normativa, previste dalla normativa anche europea che a volte vogliamo seguire e a volte, invece, a questo punto non seguiamo.

Se quindi noi andiamo a togliere questi finanziamenti, cosa succede? Che un’intera filiera in costruzione, quella del biometano sia per autotrazione che per la messa in rete si andrebbe a depauperare.

Certo, la Regione non li vieta ma non li incentiva, quando invece andrebbero incentivati. Abbiamo fatto diversi passaggi, anche cercando emendamenti nel piano energetico. Non sono stati recepiti. Riproviamo con questo ordine del giorno almeno a portare avanti le colture di secondo raccolto, che sono quelle previste per un biometano di elevata qualità, un biometano che a livello europeo viene incentivato proprio se riesce a emettere pochissimi gas climalteranti GHG. Questo è un paradosso che speriamo di riuscire a risolvere; speriamo anche che all’interno degli assessorati abbiano fatto delle valutazioni. C’era il tema della PSP, della PAC; anche qui si parlava di biogas genericamente, noi qua invece stiamo parlando di biometano, che sono due cose abbastanza diverse, perché il biometano si ottiene dal biogas ma con una fase di upgrading, e comunque hanno utilizzi diversi. Questo ha colpito anche i consorzi che producono biometano, perché? Perché dicono: noi stiamo cercando di andare verso un’economia green a tutela delle nostre aziende e a tutela anche dell’ambiente, perché ricordiamo che le colture di secondo raccolto permettono uno stoccaggio dell’azoto, uno stoccaggio della CO2, hanno delle tecniche anche antiche ma che sono state riprese in maniera innovativa, ovvero la mancanza di aratura, quindi con minor sconvolgimento del terreno. Queste tecniche andrebbero, appunto, incentivate, anche perché questa è la tecnologia. Questa è la tecnologia migliore che c’è in questo momento e quindi non si capisce perché la nostra Regione debba aver preso una posizione così ideologica e abbia recepito un’impostazione talmente ideologica, quando si va invece nella direzione opposta.

Quindi noi abbiamo un Patto per il lavoro e per il clima che ci dà al 2035 il 100 per cento di energie rinnovabili. Abbiamo delle filiere che stanno lavorando per questo e noi le andiamo a disincentivare. Questo è un punto, secondo me, fondamentale su cui intervenire e chissà quanti altri paletti ci saranno nelle rinnovabili. È questo il punto che noi ci dobbiamo porre in questo momento.

Una seconda questione che porteremo avanti sarà quella, per esempio, del fotovoltaico flottante e del fotovoltaico a terra nelle cave ripristinate. In alcuni documenti si parla ancora di cave dismesse, abbandonate. Non esiste la cava dismessa o abbandonata, almeno in questi termini. Si parla ancora di vietare il fotovoltaico quando abbiamo il ripristino di tipo ambientale delle attività estrattive. Anche questa cosa qui è un qualcosa che non andrà nella direzione di incentivare le rinnovabili, non andrà nella direzione di rispettare tutti gli obiettivi che ci siamo autoimposti a livello politico, a livello di Assemblea legislativa. A livello tecnico, però, a livello anche interno degli uffici ci sono ancora dei paletti.

Con l’ordine del giorno sul biometano cerchiamo almeno di ripristinare un attimo di correttezza, ma di limpidezza, di linearità in questo processo, altrimenti credo che questa sarà l’ennesima occasione mancata e, a livello più generale, questa Nota di aggiornamento non tiene conto minimamente di ciò che sta avvenendo e di ciò che potrebbe avvenire e - concludo - non ha alcuna visione né geopolitica, né nazionale, né interna, regionale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Non farò un ragionamento a tutto tondo, come hanno fatto i miei colleghi, in quanto ritengo che quello che dirò verosimilmente oggi pomeriggio per quanto riguarda la relazione sul bilancio possa essere più che sufficiente.

Credo però che non si possa non prendere in considerazione questo documento, che certamente non è il bilancio, ma in qualche modo va ad integrarlo quantomeno nelle scelte di fondo, è un documento meno contabile e più politico, perché in qualche modo vuole mettere a fuoco quelle che sono le scelte che l’Amministrazione intende portare avanti.

È chiaro quindi che nel momento in cui questo è un documento prettamente politico, che ovviamente è basato sulla serie di disponibilità ma che, a differenza del bilancio, può inserire anche una serie di prospettive, una serie di desiderata (passatemi il termine), proprio per questo motivo diventa importante capire cosa c’è e cosa non c’è.

Allora, non vorrei fare un’analisi a tutto tondo, perché diventa sostanzialmente complessa, mi limito a fare qualche osservazione, partendo da una delle materie che notoriamente mi è più cara, quella della montagna e delle aree interne.

Ecco, mi sarei aspettato, visto il cambio di passo che la Giunta ha voluto sancire sostituendo l’assessorato, o meglio spacchettando l’assessorato che era di competenza dell’assessore Lori e assegnando la delega sulla montagna all’assessore “montanaro” Taruffi, mi aspettavo che questo cambio di passo fosse formalizzato non solo in una ridistribuzione della delega, ma che fosse proprio sostanziale, anche solo, dicevo, in un’ottica di prospettiva, quindi trovare in questa nota delle indicazioni di fondo, delle scelte, delle proposte.

In realtà, non troviamo niente. In realtà, nel capitolo, nella parte dedicata alla montagna e alle aree interne, parliamo di welfare: giusto, sacrosanto, giustissimo, importante, una misura che è certamente meritevole di attenzione, di approfondimento. Non troviamo indicate politiche per la montagna e per le aree interne.

È una Nota di aggiornamento, certo, ma non è che la Nota di aggiornamento escluda quello che era appunto…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per cortesia.

 

FACCI: Mi sorprende per il fatto che il nuovo assessore, in realtà, per noi montanari è motivo di fiducia, è motivo anche di orgoglio, per certi aspetti. Ma bisogna poi che ci sia concretezza, perché se ovviamente passiamo da una gestione obiettivamente insufficiente sulla montagna, qualcuno dell’assessore Lori ha una gestione che allo stato non è conosciuta perché non troviamo alcun tipo di indicazione, non vorremmo cadere dalla padella alla brace.

Lo dico perché se guardiamo il programma di mandato della Giunta, in realtà sulla montagna ci son tante belle parole, c’è anche l’indicazione di una legge sulla montagna nuova di zecca. Queste sono le indicazioni di fondo; poi vediamo che quando si tratta di andare a dare dignità ai Comuni montani, questa maggioranza stecca. Non è un caso che pochi giorni fa in Commissione, poi vedremo nei prossimi giorni sul bilancio, ha perso l’ennesima occasione per dare dignità a tutti i Comuni montani nell’individuazione, nell’assegnazione del fondo regionale per la montagna. Noi sappiamo che questa Regione esclude dalla compartecipazione a queste risorse i Comuni che non sono associati, i Comuni che non fanno parte di Unioni o che non sono frutto di Fusioni, e sono dieci in tutta la Regione. Questi dieci Comuni montani per la Regione sono Comuni di serie B e non hanno diritto al Fondo regionale per la montagna, alle risorse.

Ma ci sono tante altre questioni naturalmente che meritano di essere prese in considerazione e non è un caso che ho presentato, così lo illustro pure, evitando di intervenire poi successivamente, uno specifico ordine del giorno che riguarda la banda larga, perché sulle connessioni, sulle infrastrutture telematiche in montagna e nelle aree interne questa Amministrazione spende parole, fiumi di parole da diversi anni. In realtà, abbiamo una situazione che è ancora incrostata come era incrostata tempo fa.

Io, all’inizio del 2022, quindi dieci mesi fa, feci una ricognizione, che è semplicissima. C’è un programma, c’è un sito dedicato. Basta aprire, ci sono i dati, non c’è niente di non chiaro. Vi è lo stato dell’arte della attivazione della connettività internet con fibra ultraveloce sia per le scuole, sia per le imprese, sia per le famiglie. Bene, la situazione ad oggi, 20 dicembre, è la medesima dell’inizio dell’anno e le vede penalizzate. Mentre vede in crescita le aree a ridosso dei capoluoghi di provincia e le aree circostanti, ovviamente maggiormente urbanizzate, vede al palo, sempre al palo, le aree di montagna e le aree interne.

Ho fatto un esempio nell’ordine del giorno rispetto al bolognese. Poi, ovviamente ognuno può andare nella propria provincia oppure possiamo farlo tutti complessivamente, ma abbiamo delle zone in cui la percentuale di copertura è ampiamente inferiore alla media del capoluogo di provincia, così come alla media regionale. Addirittura vi sono plessi scolastici che non hanno alcun tipo di copertura a un giga, a differenza di altri. Eppure, ci sono risorse dedicate a questa azione, ci sono i finanziamenti del PNRR, c’è la strategia nazionale della banda ultra larga, ci sono le risorse del FESR, eppure la nostra Regione da questo punto di vista è drammaticamente indietro.

Tra l’altro, quello che stride (mi sono sempre domandato il perché) è com’è possibile che, in una realtà regionale in cui abbiamo investito milioni di euro per una società che si chiama Lepida e che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della digitalizzazione, della connessione di tutto il mondo, noi siamo ancora qua a rivendicare e a richiedere risorse straordinarie europee, risorse straordinarie nazionali, perché non siamo in grado di mettere in connessione l’Appennino o le nostre aree interne.

Questa obiettivamente è una contraddizione che qualcuno prima o poi dovrà spiegare, visto che stiamo parlando di una società in house, nella quale, se vogliamo andare a vedere quanti denari sono stati investiti, credo che, a distanza di così tanto tempo, stare ancora a rincorrere le infrastrutture informatiche sia obiettivamente quantomeno curioso.

Non voglio poi parlare delle infrastrutture viarie, le infrastrutture tradizionali o i servizi per i quali sappiamo essere una nota dolente. Non parlo neanche più dei punti parto, non ne parlo più, con una sanità regionale (ne parlerò nel pomeriggio) nella situazione in cui è, oggi obiettivamente si fa fatica a parlare di garantire un servizio minimale, figuriamoci se questa Regione può assecondare la promessa di Bonaccini, che tronfio non tanto, con la sua nota autorevolezza e spavalderia annunciò non molto tempo fa che avremmo superato non solo la pandemia, ma avremmo riaperto tutti i punti parto, nascita della Regione, perché naturalmente questa Regione avrebbe dovuto compiere questo tipo di passo.

Credo, quindi, che da questo punto di vista ci sia obiettivamente molto da fare, assessore Taruffi. Io so perfettamente che il suo pensiero è diverso da chi l’ha preceduta. Ma lei mi insegna, ha sempre insegnato a quest’aula che le azioni politiche si svolgono e si concretizzano mediante documenti: atti, documenti, poche chiacchiere.

Ebbene, siccome il NADEFR è un documento, credo, abbastanza rilevante in questa sede, perché in un qualche modo fotografa e cristallizza l’azione politica in un determinato momento storico anche magari di difficile equilibrio finanziario, ma che comunque fotografa le scelte politiche, scelte politiche sulla montagna in questo DEFR non ci sono.

Dopodiché, uno lo interpreta come vorrà. E non credo che possa essere, almeno non per me che ho un’età, come diceva qualcuno, e faccio fatica ad essere attratto da luccichii, il punto vero è che le misure messe in campo finora (il bando montagna, delle giovani coppie, piuttosto che misure a spot) non servono, lo sappiamo tutti noi che non servono, faranno felici quattro o cinque famiglie a Comune. I Comuni montani sono 119, se non vado errato, fino all’ultimo censimento, 121 aumentato di due; 121 Comuni montani, quattro o cinque famiglie felici. Bene, sicuramente saranno contente di ricevere somme che arrivano fino a 30.000 euro, ma ci fermiamo lì, non è quello che mantiene la popolazione nelle zone di crinale, non è quello che tiene le famiglie, non è quello che tiene le attività imprenditoriali.

Occorre obiettivamente quindi che ci siano delle scelte di fondo diverse. Ero convinto di parlare di meno, ma poi la questione montagna e anche la sua presenza qua, e la ringrazio di essere sempre presente, a differenza di altri assessori, ovviamente non è da solo, apprezzo ovviamente la presenza di tutti gli altri. Volevo fare un riferimento al fatto che però bisogna che anche su questo documento ci sia un maggior collegamento con tutto il pacchetto complessivo del bilancio, perché, andando a fare un po’ le pulci qua e là, noto che, per esempio, nella partita che riguarda il trasporto di merci su ferrovia non c’è assolutamente una attualizzazione o coerenza o allineamento di questo DEFR con quello che in realtà sancisce il collegato e sancisce negli stanziamenti che sono previsti.

Mi fa piacere che ci sia l’assessore Priolo perché proprio in occasione… Anche se la materia in questo caso è dell’assessore Corsini, proprio in occasione di uno di quegli approfondimenti del venerdì mattina, ormai l’appuntamento è quello, sul Piano aria si era ragionato su una nuova programmazione triennale della misura chiamata Ferrobonus, che avrebbe visto la Regione protagonista con lo stanziamento di ulteriori 3 milioni per anno, quindi 9 milioni in tre anni, per arrivare a togliere dalla rete stradale, dalla rete viaria, vado a memoria, non so quante migliaia di tonnellate e quante migliaia di mezzi pesanti superiori alle 35 tonnellate. Non mi ricordo qual era la portata, comunque l’obiettivo è più aria pulita, meno camion su strada con 9 milioni, considerando che la legge n. 30 del 2019 mette un milione ad anno.

Ebbene, con la legge di stabilità, ne parleremo nel pomeriggio, e con il collegato andiamo in realtà a fare altro. Andiamo a prevedere un periodo biennale e andiamo a prevedere 200.000 euro per anno. Nel DEFR si parla ancora della legge n. 30/2019 che di fatto, in realtà, verrà superata dalla nuova disposizione. Trovo obiettivamente ancora molta confusione. Quindi, credo che questo documento in realtà altro non sia, come è sempre stato, se non una dichiarazione un po’ di intenti, messa a punto con le risorse che verosimilmente si pensa di ricevere e con quelle che sono le disponibilità.

Indubbiamente, però, è un documento, come ha detto e concludo la relatrice Catellani, assolutamente insufficiente, e aggiungo assolutamente inadeguato a quelle che sono le reali necessità dei territori.

Ritengo che obiettivamente in certi contesti il cambio di passo sia non solo necessario, ma doveroso. Capisco che siano scelte di fondo, siano scelte politiche, che verosimilmente portano a una riduzione di attenzione anche finanziaria ad altri contesti, ma, nel momento in cui i denari sono quelli che sono, le scelte diventano importanti. Magari insistiamo di meno sulla cooperazione internazionale e guardiamo di più alla parità e alle pari opportunità fra tutti i territori che non sono oggi in questa situazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti in dibattito generale. Prego, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Proseguiamo - grazie, presidente - nella discussione sulla Nota di aggiornamento. Anch’io, ovviamente, come il consigliere Facci non entro tanto nel merito della Nota di aggiornamento, perché la relatrice di opposizione l’ha già illustrata in maniera impeccabile su tutti gli aspetti, evidenziando le deficienze di questa Amministrazione regionale.

Si è toccato un po’ tutti gli aspetti dal punto di vista delle competenze degli assessori e, come vedete, ogni assessore, almeno dai banchi dell’opposizione, ha evidenziato una serie di intenti... diciamo che tra il DEFR, la Nota di aggiornamento 2022 e la Nota aggiornamento 2023 poco cambia, viene inserito qualcosa sul PNRR, ma sul resto è la stessa trasposizione dal 2022 al 2023, quindi diciamo un copia incolla, che ci sta nel tipo di ragionamento che viene fatto, ma ovviamente stiamo facendo la stessa discussione che abbiamo fatto negli anni passati.

Ora siamo passati dalla sanità, quest’anno ovviamente c’è un problema evidente, che già il consigliere Marchetti ha evidenziato, stiamo parlando del territorio e dell’ambiente, abbiamo visto come il consigliere Occhi abbia criticato ovviamente l’operato dell’assessore competente, abbiamo fatto tutta una serie di critiche rispetto a questa Nota di aggiornamento, che paiono assolutamente evidenti, sulle quali ovviamente io mi conformo.

Parlo un po’ dell’assessore Calvano, perché giustamente, come presidente della Commissione Bilancio abbiamo fatto tutta una serie di ragionamenti. Quello che mi stupisce ancora, soprattutto per quello che riguarda il riordino istituzionale, è la concentrazione sulle Unioni dei Comuni, sulle Fusioni che non si riesce a comprendere: ogni anno cioè si incentivano Unioni e Fusioni fallimentari.

Io vorrei capire anche dall’assessore Calvano: perché andare a schiantarsi contro il muro su questo ragionamento? Un conto è… Siamo partiti nel 2014, con un assetto istituzionale che poteva al tempo essere fonte di razionalizzazione di spesa da parte dei Comuni, creando questo contenitore importante, che riguardava appunto le Unioni dei Comuni.

Dal 2014 a oggi avete visto come questo assetto sia totalmente sbagliato, e non si capisce come mai non si vira verso altri tipi di riordino istituzionale. Io faccio un esempio: noi, nell’Unione a quindici del Comune di Forlì, Unione totalmente fallimentare, perché forse è anche una delle più grandi d’Italia, il Comune di Forlì è uscito riappropriandosi di quelle funzioni che ovviamente non erano in grado di essere gestite dall’Unione medesima: non c’è personale, non ci sono risorse, non c’è niente.

Oggi, nella Nota di aggiornamento si dice: incentiviamo ancora le Unioni e le Fusioni. Non vorrei ricordare quello che è successo in passato, nella scorsa legislatura: su otto Fusioni ne avete perso sette. Peccato che l’assessore Taruffi non sia ancora nei banchi del Consiglio regionale perché ci saremmo divertiti su questo aspetto. Però, avete perso le Fusioni; nelle Unioni non c’è possibilità di futuro, lo vedete; noi siamo riusciti, come Comune di Forlì, a riappropriarci delle funzioni e a mettere in linea un oggetto specifico rispetto alle funzioni delegate, e a dare concretezza e risposte ai cittadini.

Nello specifico, quindi non capiamo perché la direzione debba essere sempre la stessa. Capisco che siate la stessa Amministrazione e che dovete comunque dar conto di una serie di esigenze, ma purtroppo su questo non abbiamo idea delle motivazioni per le quali si insiste su un percorso sbagliato. Nella scorsa legislatura, su questi aspetti avevamo chiesto anche le dimissioni dell’assessore competente al bilancio. Quest’anno abbiamo chiesto le dimissioni dell’assessore della sanità. È stato destituito completamente l’assessorato alla montagna, ripreso dall’assessore Taruffi, ma questo perché? Perché probabilmente chi lo ha preceduto non è stato in grado di gestire l’emergenza montagna. Quindi, anche questo dovrebbe essere fonte di dimissioni da parte di un assessorato, anche perché si parla di montagna dopo venti giorni dall’ingresso dell’assessore Taruffi in Giunta. Prima di montagna se ne parlava ben poco.

Bene, abbiamo assetti istituzionali di riordino territoriale, di gestione del territorio assolutamente inconferenti rispetto a quella che è una linea che state dando, cioè non c’è più risposta alle linee di mandato che la Giunta sta dando rispetto al cittadino che deve usufruire dei servizi. Sul resto, ovviamente, tanti miei colleghi hanno già parlato e hanno già criticato la Nota di aggiornamento.

Io mi limito oggi, dopo questo breve inciso che ho fatto, a presentare un ordine del giorno che sicuramente potrà fare discutere, ma credo che anche l’assessorato che riguarda il mondo delle attività venatorie debba comunque fare un passo in più rispetto a quello che sta facendo, con un pochino più di coraggio, rispetto alle scelte attuali. Parliamo del lupo. Se da un lato noi abbiamo e lo ha detto ieri mattina rispondendo a un question-time l’assessore Mammi, la possibilità di contenere questa specie, dall’altro lato dobbiamo cercare di fare delle azioni tali e consequenziali al contenimento della specie per non arrecare danno.

Sapete che poche settimane fa è stata approvata una risoluzione in Europa proprio che va verso questa direzione e che io ho ripreso nel testo dell’ordine del giorno, sul quale spero che vi sia condivisione anche dai banchi della maggioranza rispetto a un tema particolarmente gravoso, che riguarda i danni che questa specie sta arrecando alla fauna, all’agricoltura, alle poche risorse che sono state messe in campo relativamente ai risarcimenti del danno creati da queste specie, ed è per questo che noi insistiamo e chiediamo un’azione di forza, che non so quanto possa essere messa in campo dall’assessorato e soprattutto da questa Giunta, visto che per la parte della maggioranza la tutela ambientalista e animalista è importante, forse molto di più rispetto a quella della scorsa legislatura.

Se però oggi vogliamo andare incontro alle esigenze di chi si sente danneggiato e tutelare l’ambiente sotto l’aspetto venatorio, cerchiamo di comprendere quali azioni mettere in campo.

Ovviamente nelle azioni che ho indicato vi sono anche i prelievi di controllo sul lupo, sul quale occorre ovviamente fare una distinzione importante, perché abbiamo il lupo italico, che è da preservare ed è comunque patrimonio indisponibile dello Stato, sul quale ovviamente c’è un’etichetta di protezione da parte dell’Europa, ma, come tutti ben sappiamo, non è tanto il lupo italico che crea il problema quanto l’ibrido, e su questo una sorta di censimento e di azione di contenimento dobbiamo farla.

L’ordine del giorno viene quindi correlato ad una parte della Nota di aggiornamento sull’assessore Mammi, che da un lato dice “noi tuteliamo e facciamo azioni di contenimento per i danni da fauna selvatica”, però dall’altro lato dobbiamo essere consequenziali rispetto a quello che noi diciamo nei nostri ragionamenti.

Rispetto alle critiche a tutto tondo che sono state espresse da parte dei miei colleghi, alle quali ovviamente mi riporto integralmente, su questo specifico ordine del giorno chiederei ovviamente a chi si è occupato della Nota di aggiornamento come relatore di esprimersi rispetto a come intende votare questo ordine del giorno o se vi sono delle modifiche da poter apportare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Sarò velocissima, perché ero intervenuta sul DEFR anche ieri pomeriggio parlando di sanità, ma l’intervento del collega e amico Pompignoli, romagnolo come me, mi ha sollecitata a intervenire perché mi è sembrato un po’ paradossale. Ha dato la colpa del fallimento dell’Unione del forlivese al collega Calvano…

 

(interruzione del consigliere Pompignoli)

 

RONTINI: Di tutte le Unioni, grazie, collega Pompignoli, così cito testualmente.

Io la invito anche durante le festività, se vorrà, a fare qualche chilometro e a spostarsi nel faentino, dove c’è un’Unione, l’Unione della Romagna Faentina che è la più matura a livello regionale non perché lo dice Manuela Rontini, che proviene orgogliosamente da quel territorio, ma perché lo dicono gli indicatori che la Regione, fin dalla redazione del PRT ha individuato, per monitorare, valutare, aiutare, sostenere e supportare le Unioni. È un’Unione fin dal 2012, ne abbiamo celebrato, qualche settimana fa, i dieci anni, degli amministratori, generosi, anche di parti politiche diverse, perché non tutti e sei i Comuni dell’Unione sono governati dal Partito Democratico, ma uno di questi Comuni è governato dalla Lega. Hanno saputo però lavorare insieme per semplificare la vita ai cittadini e alle cittadine di quel territorio.

È un’Unione che è stata sostenuta in questi anni dalle scelte coraggiose e lungimiranti che ha fatto l’assessore Calvano: penso ai bandi sugli investimenti, che si sostanziano con accordi di programma e fanno sì che quei territori possano ulteriormente investire; penso all’ultimo progetto sull’informatizzazione, sulla videosorveglianza, sulla sicurezza per dare servizi il più omogenei possibili alle loro comunità.

Ce l’ho anch’io, però, una richiesta da fare all’assessore Calvano, in linea, del resto, con quanto abbiamo scritto nel programma di mandato del presidente Bonaccini, che più che una richiesta è un auspicio: spero che nel 2023, tra le tante cose da fare riprenderemo in mano anche la legge 13 e riprenderemo in mano anche le norme che regolano le Unioni dei Comuni per dare la possibilità a Comuni, anche di province diverse da quelle di appartenenza, di aderire a delle Unioni che funzionano e di poterlo fare in base a quelle che sono le similitudini territoriali, indipendentemente dai confini provinciali.

Ci sono infatti Comuni del forlivese che ci guardano con attenzione e che chiedono da tempo di potersi unire all’esperienza di successo della Romagna faentina, una esperienza supportata dalla Regione Emilia-Romagna, che colgo l’occasione di ringraziare, un’esperienza che è il frutto della generosità e della capacità degli amministratori che si sono succeduti nel nostro territorio, a partire dal sindaco Malpezzi, che è stato colui che ha creduto più di tutti in questa esperienza, che sta portando buoni frutti a tutto il territorio.

È il buon senso che ci tiene insieme. È il buon senso che ci fa superare localismi per stare insieme e avere l’ottica e lo sguardo rivolto ai nostri cittadini. La invito consigliere Pompignoli a venire. Le potrò raccontare qualcosa in modo che anche voi forlivesi possiate riprendere la strada che avete abbandonato, non so perché, ma che può dare buoni risultati anche ai territori, come l’esperienza anche della Bassa Romagna, che non ho citato, racconta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Solo per rispondere alle critiche della consigliera Rontini. Io non ho detto che imputo la colpa del fallimento dell’Unione di Forlì all’assessore Calvano. Ho semplicemente detto questo, che tutte le Unioni non funzionano, compresa quella di Faenza, e invito la consigliera Rontini a parlare coi suoi sindaci, anche dell’Unione a 14, perché tutti i sindaci stanno discutendo sul fatto se restare o meno dell’Unione, in quanto oggi le Unioni, così come sono strutturate, non funzionano, perché non ci sono possibilità di poter esprimere e razionalizzare il concetto dell’Unione, delle spese rispetto ai servizi che devono essere dati. Quindi, non ci sono servizi.

Se queste Unioni non funzionano, allora dobbiamo cambiare rotta e convengo con lei, consigliera Rontini, che occorre mettere mano alla legge. Su questo ovviamente l’impegno dell’assessore deve essere preso, ma è un impegno che deve essere preso in tempi rapidi, cioè noi stiamo volgendo ormai al secondo giro di mandato e sulla normativa riguardante le Unioni e le Fusioni ancora nulla si sa, se verranno fatte modifiche oppure no, quindi da un lato, consigliere Rontini, parli con i suoi sindaci che le diranno esattamente cosa non funziona, dall’altro lato, assessore Calvano, deve oggi dire “bene, questa è la programmazione, il prossimo anno metteremo mano alla normativa sulle Unioni e sulle Fusioni, e insieme cercheremo di costruire un percorso che possa dare i risultati sperati”.

Dubito che, se si va avanti così, tanti Comuni riusciranno a restare dentro le Unioni, ma probabilmente usciranno proprio per rafforzare quel ruolo, che il Comune deve avere, di guida amministrativa non delegata ad altri.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

Con questa Nota di aggiornamento al DEFR dobbiamo prendere atto che questa Regione parla tanto di mobilità sostenibile, ma, quando poi si tratta di concretizzare nei fatti delle azioni che vanno verso un sostegno alla mobilità sostenibile e a proposte di mobilità sostenibile, di proposte se ne vedono poche, di soluzioni se ne vedono poche.

C’è spesso molta attenzione a quello che devono fare i cittadini, se possono o non possono usare l’auto in determinati periodi, in determinate zone, ma da parte dell’Ente Regione, da parte nostra non c’è una volontà di spingere e di dare soluzioni alternative.

Abbiamo pensato quindi di fare delle proposte in questo senso e di portare perciò degli emendamenti e degli aggiustamenti a quella che è la Nota di aggiornamento al DEFR, con quelli che sono, secondo noi, dei possibili impegni, certo non risolutivi (probabilmente si potrebbe fare anche molto di più), ma intanto cominciare a fare qualcosa di più in questa direzione.

Per questo abbiamo proposto alcune cose che riguardano l’uso delle ferrovie. Le ferrovie sono uno dei temi principali se vogliamo parlare di mobilità sostenibile, perché spostano molte persone, usano dei convogli, quelli moderni che vanno a elettricità, che non hanno emissione in loco e che possono in qualche modo essere alimentati con energia a emissioni zero e cose di questo tipo, per cui crediamo che vadano sostenuti.

Noi abbiamo presentato degli emendamenti che vanno in questa direzione e che riguardano prevalentemente l’uso anche serale delle corse. Soprattutto chi abita nelle zone più periferiche della Regione, infatti, quindi chi impiega più tempo per rientrare, parliamo ad esempio delle zone legate alla montagna, ha ovviamente bisogno di più tempo per rientrare, quindi ha bisogno anche di corse serali.

Poi abbiamo località che hanno anche una vocazione turistica, per cui possono avere anche un tipo di spostamento che è legato al raggiungimento delle località in orari serali, o addirittura usare queste località come luogo proprio di stazionamento per poi visitare il resto della Regione.

Ecco allora che su questo bisogna fare dei ragionamenti e delle implementazioni, e abbiamo presentato in questo senso due emendamenti: uno specifico sulla linea Bologna-Porretta Terme, e l’altro invece che riguarda il trasporto pubblico locale in generale.

Un terzo emendamento che abbiamo proposto invece riguarda lo studio di fattibilità per la realizzazione di due nuove linee ferroviarie: una sarebbe la Sassuolo-Maranello-Vignola, che poi da Vignola si può collegare a Bologna; l’altra, la Maranello-Formigine, che quindi si collega con la già esistente Sassuolo-Modena, creando quindi nel distretto ceramico una vera e propria rete ferroviaria. Noi chiediamo ovviamente al momento lo studio di fattibilità, uno studio che preveda un’ipotesi dei tracciati e delle dislocazioni delle stazioni, o delle fermate, ed evidenzi gli effetti sul trasporto di persone e merci, perché queste linee sono attualmente usate solo per il trasporto persone, ma vista la forte industrializzazione del territorio potrebbero essere usate anche per le merci, quindi possibili connessioni con le grandi aziende presenti, gli impatti sul traffico veicolare e perciò sulle emissioni di anidride carbonica nonché ai tempi e ai costi necessari a un’eventuale realizzazione, perché ovviamente lo studio di fattibilità è la prima fase verso la realizzazione. Chiediamo anche che tale studio di fattibilità sia approntato dopo avere sentito i comitati, le associazioni di categoria e le organizzazioni di utenti presenti sul territorio.

Questo è forse il fulcro di questo emendamento, perché questo emendamento, dobbiamo dirlo, questa idea, in tutta sincerità, non parte da noi. Parte proprio dai comitati di utenti che sono nel territorio. È un’idea che nel distretto gira da tempo. È un’idea che è stata presentata anche pubblicamente nel novembre del 2021. Alla presentazione era presente l’allora solo consigliere regionale Taruffi. È una cosa che poi è stata portata avanti anche con le amministrazioni locali.

Questi comitati, in particolare il Comitato Pro-treno di Maranello, che è quello che un po’ sovrintende a questa idea in senso più generale, ma anche il Comitato viaggiatori della Modena-Sassuolo, che è interessato, appunto, per il prolungamento o per il ramo che da Formigine poi va a Maranello, hanno incontrato anche le amministrazioni locali. Hanno parlato di questo progetto e avevano avuto rassicurazioni dagli assessori, in particolare di Maranello, di Formigine, di Fiorano, quindi amministrazioni non certo di Centrodestra, che questo studio di fattibilità sarebbe stato programmato dalla Regione nel bilancio 2023.

Ecco, noi non l’abbiamo trovato questo studio di fattibilità, immaginiamo per refuso visto che era stato promesso a tutti quanti che ci sarebbe stato. Ci siamo sentiti quindi di riparare a questo refuso presentandolo noi. Ci aspettiamo che questo, così come quegli altri, venga valutato, quindi, non come una proposta di parte, ma come una proposta che evidentemente interessa tutti, poiché tutti quanti siamo andati a parlare con questi comitati, addirittura qualcuno ha presentato il progetto e alla fine abbiamo tutti quanti spinto verso questa direzione, oggi è forse l’occasione per concludere questo primo passo, che porta alla realizzazione dello studio di fattibilità e chissà, forse, un domani ad avere questi due nuovi rami delle ferrovie. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Altri in dibattito generale? Non ho altri in dibattito generale.

Chiedo, quindi, se ci sono repliche da parte dei relatori. Prego, consigliera Pillati.

 

PILLATI: Grazie, presidente, davvero solo qualche accenno, ma mi sento in dovere di ringraziare tutte le colleghe e i colleghi che sono intervenuti e che hanno reso la discussione, il dibattito sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale così ricco.

Voglio ringraziarli per il contributo alla discussione, che è stato dato prima in Commissione e poi anche in queste ultime ore, con la presentazione di altri emendamenti e di ordini del giorno. Tutte le valutazioni sul documento e sullo scenario che fa da sfondo alle nostre politiche sono assolutamente ammissibili, non tutte però, a mio parere, sono condivisibili.

Ho sentito davvero molte valutazioni sui temi, sul documento, ho sentito anche aggettivi che riguardano proprio la Nota di aggiornamento: deludente, insoddisfacente, insufficiente. Credo davvero che sia del tutto legittimo non condividere gli obiettivi strategici, o parte degli obiettivi strategici contenuti in questo documento, ma, come ho cercato di sottolineare nella mia relazione introduttiva, le valutazioni che dobbiamo fare su questo documento devono tenere certamente conto dei cambiamenti, dei numeri differenti, dei diversi scenari, ma ogni valutazione deve tener conto che non si tratta di un nuovo Documento di economia e finanza regionale, ma di una Nota di aggiornamento a un documento di cui confermiamo gli obiettivi. Dunque, quando sento dire che mancano temi e argomenti nella Nota di aggiornamento, mi viene il sospetto che non si stia valutando quello che è invece, a mio parere, il messaggio di fondo, certamente non trascurabile. Noi cioè confermiamo i 97 obiettivi contenuti nel Documento di economia e finanza regionale approvati in quest’aula nel mese di luglio. Questo significa che al netto di un nuovo obiettivo, che è quello di cui abbiamo più volte parlato, del rigassificatore di Ravenna che punta a dare una risposta che va al servizio di tutto il paese rispetto a una delle tante criticità che dobbiamo affrontare, dicevo, avere confermato i 97 obiettivi del DEFR significa che questa Regione è in grado di programmare.

La solidità della nostra programmazione sta appunto nel confermare, con aggiustamenti, aggiornamenti certamente importanti, rispetto ai quali il contributo anche delle minoranze è certamente importante. Però davvero voglio ribadire che se avessimo stravolto un documento dopo solo alcuni mesi, sarebbe venuta meno la nostra capacità, come ente, di programmare.

È vero, ci sono dei cambiamenti, ma molti di questi sono cambiamenti che già eravamo stati in grado di cogliere nella redazione del DEFR e nella discussione conseguente. Questa Nota di aggiornamento dimostra che di fronte alle complessità e alle criticità di cui anche nella discussione di ieri e di oggi si è parlato, abbiamo strumenti e strategie per non uscire da quelli che sono i binari della nostra programmazione, e di mettere in campo, proprio in una funzione anticiclica, quelle che sono le attuazioni dei fondi europei. Proprio l’accelerazione, di cui anche il consigliere Amico parlava nel suo intervento, ci consente quindi di dare quelle risposte alle famiglie, alle imprese e anche a un sistema sanitario che vogliamo pubblico e universalistico.

Davvero credo che la discussione di oggi e il lavoro che, con grande spirito di collaborazione, andremo a fare nella discussione degli emendamenti e degli ordini del giorno dimostri la capacità di questa Regione di affrontare anche la complessità di questo tempo e di farlo con l’auspicio, davvero, di condividere quelle risposte che la nostra comunità regionale attende.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pillati.

Consigliera Catellani, vuole intervenire per eventuali repliche? Prego, consigliera Catellani.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Mi corre l’obbligo, chiaramente, di replicare nuovamente alla collega Pillati. È proprio incontrovertibile che questa Nota sia modesta. Utilizziamo modesta. Gli interventi dei colleghi, anche quelli di maggioranza oggi e anche ieri, hanno veramente dato un valore aggiunto alle poche cose che in realtà la Nota ha riportato nel suo testo. Quindi, non aggiungo nient’altro, gli emendamenti e gli ordini del giorno sono tantissimi, se non ringraziare tutti quanti, soprattutto chiaramente i miei colleghi, per gli interventi che hanno fatto in tutte le materie che, invece, non sono state minimamente toccate dalla Nota di aggiornamento, ancorché abbiano subito modifiche in questi ultimi mesi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

A questo punto passo la parola, per il suo intervento, all’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie all’aula per il dibattito che si è sviluppato tra ieri ed oggi. Grazie alle Commissioni per il lavoro attento che hanno messo in campo. Grazie ovviamente alle relatrici, a partire dalla consigliera Pillati, che, oltre ad aver fatto un lavoro approfondito, credo che abbia cercato in tutti i modi anche il confronto all’interno di quest’aula dentro la maggioranza e con l’opposizione. Ringrazio in tal senso anche la disponibilità della consigliera Catellani, perché così come ogni anno, laddove ci sono proposte coerenti con gli obiettivi di mandato che si è data la Giunta e con gli obiettivi che scriviamo all’interno del DEFR, accogliamo le proposte che ci arrivano anche dall’opposizione, nello spirito con cui stiamo governando questa Regione.

Mi permetto una prima riflessione di metodo sul tema DEFR e NADEFR e poi entro nel merito di alcune questioni. Sul metodo provo a rafforzare i concetti che ha già ben espresso la relatrice Pillati, cioè noi presentiamo ogni anno il DEFR, che è il documento nel quale indichiamo gli obiettivi di quell’anno e del triennio collegato a quell’anno, e quelli sono gli obiettivi che ci accompagnano da quel momento fino alla fine dell’anno e che in teoria ci accompagnano per tutto il triennio.

Poi cosa succede generalmente? Che in corso d’anno ci sono delle mutazioni nello scenario economico, nello scenario sociale, a maggior ragione in un momento storico come questo, dove le comunità sono spesso sottoposte a nuovi shock. Poi succede anche un fatto istituzionale, cioè che c’è una nota di aggiornamento al DEFR del Governo e quindi noi siamo obbligati, un po’ per legge, un po’ per opportunità, a recepire anche quello che emerge in quelle note, quindi cosa succede? C’è il DEFR, si fa la Nota di aggiornamento, che in realtà cosa fa? Sistema, se c’è da sistemare, le previsioni congiunturali ed eventualmente ricalibra gli obiettivi nel caso in cui dall’approvazione del DEFR fino a quel momento ci siano state cose che sono cambiate.

Nel caso in cui nella NADEFR non si intervenga su un determinato obiettivo è perché è buono quello che abbiamo scritto nel DEFR.

Provo a spiegarlo, per rafforzare ancora di più, con un esempio, e mi hanno fornito l’occasione di farlo il consigliere Facci e il consigliere Occhi, se non vado errato. Utilizzo l’esempio fatto dal consigliere Facci, che dice che rispetto al tema della montagna o delle aree interne non c’è niente in questa Nota di aggiornamento al DEFR. Ha ragione, perché il buon lavoro fatto dalla collega Lori, il buon lavoro che ha iniziato immediatamente a fare il collega Taruffi ci avevano già fatto indicare nel DEFR quelli che erano gli obiettivi che volevamo raggiungere, quindi non c’è bisogno nella NADEFR di aggiornare quegli obiettivi.

In particolare, ci sono due obiettivi generali che sono la valorizzazione e l’identità delle potenzialità della montagna da un lato; un secondo obiettivo più generale è la riduzione degli squilibri regionali tra aree montane e interne e aree urbane. Siamo stati talmente coerenti con quei due obiettivi che non solo non c’era necessità di aggiornarli, ma abbiamo realizzato, o sono in corso di realizzazione quei due obiettivi. Guardo il collega Taruffi e penso alla recente approvazione in Giunta della STAMI, cioè della Strategia per le Aree Montane e Interne che abbiamo messo in campo in modo innovativo rispetto alla passata legislatura. Se infatti nella passata legislatura le strategie territoriali avevano solo un confine urbano, e quindi riguardavano esclusivamente le città, con la programmazione attuale per rafforzare l’attenzione che vogliamo avere verso le aree interne e le aree montane, abbiamo affiancato alle cosiddette ATUSS, cioè le strategie che riguardano le città, su cui poi oltretutto tornerò quando parleremo di Unioni, una strategia territoriale che riguarda le aree montane e interne.

È solo strategia? No, perché alla strategia sommiamo risorse, perché le STAMI si inseriscono dentro la programmazione europea, consentendo a quei territori sia sul versante delle risorse per gli investimenti pubblici, sia sul versante degli investimenti privati, di avere una quota stabilita, prestabilita di fondi a loro disposizione, che è certamente un salto di qualità anche rispetto alla passata legislatura.

Così come è un innegabile salto di qualità che quest’anno i Comuni montani si vedranno attribuire per la sistemazione delle loro strade 11 milioni di euro. Perché? Perché grazie al dialogo che abbiamo messo in campo con il Governo, raccontando al Governo quello che facevamo noi, il precedente Governo ha deciso di fare misura analoga, che si somma alla nostra e che trasforma i nostri 5 milioni in 11 milioni di euro. Sostanzialmente – guardo di nuovo il collega Taruffi – andiamo a finanziare oltre il 50 per cento delle loro spese per la sistemazione delle strade: una cosa mai vista in Regione Emilia-Romagna.

Si può far meglio? Certo, si può fare sempre meglio, sempre meglio. Ma questo è un salto importante di qualità, oltretutto in un momento di particolare difficoltà della finanza pubblica, a partire dai Comuni, come del resto, nel dibattito che vediamo in queste ore sulla manovra, sta emergendo in maniera rilevante.

Uso un altro esempio per dire DEFR e NADEFR. In questo caso vi ho fatto l’esempio della cosa che non abbiamo modificato perché era già dentro il DEFR. Vi faccio un esempio invece di una cosa che abbiamo modificato perché non era dentro il DEFR e mi riferisco, lo ha già citato la relatrice Pillati, al fatto che abbiamo inserito l’obiettivo di realizzare e di portare a termine nei tempi previsti il rigassificatore posizionato a Ravenna.

Non c’era all’inizio, perché non era prevista questa cosa o non era emersa quando abbiamo fatto il DEFR. È emersa in corso d’anno. L’abbiamo inserita dentro alla Nota di aggiornamento e guardate che la riteniamo una risposta di sistema da parte dell’Emilia-Romagna al problema di carattere energetico. Possiamo risolvere il problema di carattere energetico con i rigassificatori? Certamente no.

Sarebbe certamente utile che a Piombino facessero la stessa cosa che hanno fatto a Ravenna e in Emilia-Romagna. Mi pare che la sensibilità di chi governa Piombino non sia la stessa di quella dell’Emilia-Romagna rispetto al tema di carattere energetico, sul quale noi vogliamo dare un contributo che non si può esaurire nel rigassificatore, ma che deve essere abbinato.

Questo rigassificatore deve essere abbinato all’idea, già messa in campo e che stiamo sviluppando, della realizzazione di un parco di energie rinnovabili che sta dentro quella programmazione energetica regionale che il collega Colla nelle settimane scorse ha portato in quest’aula, che abbiamo approvato e che ci dà un orizzonte di lungo periodo sull’energia, consapevoli che alcune cose dobbiamo farle nel più breve tempo possibile. Qui si inserisce la programmazione dei fondi europei molto concentrata per dare risposte immediate, con fondi straordinari, a un problema che ha una dimensione che va ben oltre i confini dell’Emilia-Romagna.

Spero su questo di avere spiegato e di essere riuscito a farvi capire, se non ci sono riuscito è colpa mia, qual è il rapporto tra DEFR e NADEFR. Così si spiega perché una NADEFR può essere più o meno corposa. Detto questo, vengo al merito. La NADEFR, che noi avevamo impostato sulla base della Nota di aggiornamento al DEF fatta dal Governo Draghi, l’abbiamo dovuta ulteriormente aggiornare perché il Governo Meloni ha modificato alcuni dati di carattere congiunturale, però ha sostanzialmente ribadito un concetto, cioè che il Paese, l’Italia, è a rischio nel 2023 di crescita zero.

Dobbiamo rimanere fermi e rassegnarci al rischio di un Paese a crescita zero? Io penso di no, e in questa Nota di aggiornamento al DEFR noi, nel recepire quella che è la previsione di crescita indicata dal Governo, riteniamo di dover mettere in campo delle contromisure. Quali sono le contromisure, se non il tentativo di accelerare sul versante investimenti, per dare ulteriore spinta sul Prodotto interno lordo e quindi sulla crescita, in modo tale che questa possa avere effetti positivi sui redditi e sull’occupazione? Ecco che si spiega il passaggio che abbiamo fatto nella Nota di aggiornamento, in cui abbiamo rafforzato il versante investimenti anche grazie all’utilizzo del PNRR, anche grazie all’utilizzo dei fondi strutturali 2021-2027, anche grazie a scelte di bilancio che dopo andremo a discutere.

In sostanza, abbiamo messo in campo una NADEFR, così come un bilancio, nella quale non ci rassegniamo alla crescita zero, perché pensiamo che l’Emilia-Romagna possa essere nelle condizioni - congiuntura permettendo - di non rassegnarsi alla crescita zero.

Del resto, ci è già capitato, proprio nel corso del 2021, di aver immaginato una crescita intorno al 6 per cento o poco più, e oggi che ne vediamo la coda finale abbiamo registrato una crescita del 7,2 per cento. Di chi è merito? Dell’Emilia-Romagna nel suo insieme, di chi investe in questa Regione, Enti pubblici e imprese che, grazie alla loro capacità (parlo di queste ultime in particolare) soprattutto in termini di esportazione creano ricchezza. Compito delle Istituzioni è poi fare in modo che quella ricchezza si distribuisca nel modo migliore possibile, ma poi ne discuteremo in fase di bilancio.

Guardate, puntiamo a fare tutto questo in un contesto in cui c’è indubbiamente un’emergenza sui conti pubblici. È un’emergenza localizzata? Purtroppo no, la discussione sulla legge di bilancio nazionale ne è la riprova. Io sono sempre impegnato a cercare di dare i documenti per discutere di quello che facciamo nel più breve tempo possibile, in modo che possiate tutti guardarli e affrontarli.

Purtroppo, ad oggi, lo dico da amministratore regionale, non sappiamo ancora cosa c’è scritto nella legge di bilancio che deve essere approvata, non iniziata a discutere, ma approvata fra pochi giorni. Me ne rammarico. Voi ce l’avete. Me ne rammarico ulteriormente perché la dovremmo avere anche noi. Non ce l’abbiamo, fa lo stesso. Faremo con quello che abbiamo, come siamo abituati a fare. Però, dicevo, tutto ciò l’abbiamo predisposto in una fase di emergenza dei conti pubblici, dove insiste l’emergenza di carattere sanitario.

Il Guardian nei giorni scorsi purtroppo ha fatto un report, un’inchiesta sulla situazione del sistema sanitario in Europa. Quello che stiamo vivendo in Italia – ma il mio non vuole essere un mal comune mezzo gaudio – è quello che purtroppo sta vivendo l’Europa nelle sue eccellenze, a partire da Germania, Francia, Spagna, dove le tematiche che stiamo affrontando qua, in quest’aula, oggi, sono tematiche che sono dentro quel dibattito, dentro quei dibattiti, e guardate, sono dentro il dibattito in Germania, dove l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL è vicina al 10 per cento, a fronte di un’Italia in cui l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL è al 6,6 per cento nel 2023 e viene ipotizzata in calo nel 2024 e 2025. Dati OCSE: spesa sanitaria pubblica sotto il 6,6 per cento significa collasso. Questo non possiamo permettercelo e su questo faremo battaglia, istituzionale e politica: sulla sanità si gioca la sostenibilità sociale dell’intero sistema nazionale, europeo, oserei dire globale, perché c’è anche quel tema di cui sarebbe giusto e opportuno farsi carico.

Una sanità dove noi, lo vedete nel piano investimenti che richiamavo prima, aumentiamo addirittura gli investimenti in campo sanitario anche grazie all’utilizzo delle risorse straordinarie a nostra disposizione. Però. lo dicevo in Commissione e lo ribadisco qua oggi, chiederci di aumentare gli investimenti in sanità, e al contempo il taglio alla spesa previsto nelle leggi di bilancio sono due cose tra loro incompatibili, sono due cose tra loro incompatibili. Di chi è colpa? Sono abituato, di fronte ai problemi, a non cercare il colpevole, ma le soluzioni. Però, guardate, evitiamo di scaricarcela di qua e di là: Draghi aveva previsto 6,6, 6,4, 6,2; il Governo Meloni ha ribadito 6,6, 6,4, 6,2. Quindi, su questo serve o servirebbe uno sforzo collettivo.

Riprendo le parole della collega Rontini, che richiamava la necessità di una battaglia comune su questo punto, perché non è una battaglia dell’Emilia-Romagna. È una battaglia sulla tenuta dei sistemi sanitari nel Paese e di fronte a questo credo che nessuno si debba sottrarre a questa battaglia, a prescindere dal colore politico; tant’è vero che è stato citato in quest’aula il presidente Fedriga, che su questo mi pare molto allineato con le posizioni dell’Emilia-Romagna. Vi ho citato Bertolaso, quando ho voluto fare un esempio di chi fa battaglie analoghe alle nostre. Non credo che Fedriga e Bertolaso, l’ho detto in altri contesti, facciano parte del Pantheon del Partito Democratico, però in questo momento, insieme a noi, stanno facendo una battaglia, che è una battaglia importante per il Paese, per le regioni per la tenuta del sistema sanitario nel suo insieme, per i nostri cittadini.

Su questi temi, oltretutto, devo dire due risposte puntuali, perché credo che sia giusto darle. Siamo i primi impegnati sul Fondo regionale non autosufficienza. Abbiamo appena approvato una delibera in cui incameriamo i 63,7 milioni di Fondo nazionale, che ci ha portato a un Fondo regionale non autosufficienza, presidente, superiore a mezzo miliardo di euro quest’anno, che metteremo ovviamente a disposizione delle comunità locali, così come sulle ASP siamo ben consapevoli del problema di tassazione che hanno sull’IRAP. Ne siamo talmente consapevoli che nel 2021, 2022 e 2023 abbiamo previsto un intervento straordinario di 4 milioni all’anno per venire incontro alle loro esigenze di bilancio, ma non basta, perché è un intervento che deve accompagnare una riforma. Quindi il 2023 bisogna che ce lo prendiamo tutto per poter fare quella riforma che aiuti loro a uscire da una situazione non semplice.

Però mi permetto anche qui di dire una cosa. Un pezzo di riforma passa da noi, ma un pezzo di riforma passa anche da quello che deciderà di fare il Governo e la maggioranza in questo Paese. Ci sono norme rispetto alle quali noi non possiamo andare, perché il perimetro della nostra competenza legislativa arriva fino a un certo punto. Poi il perimetro si allarga e riguarda il Governo. Noi lì non ci possiamo arrivare perché, se ci arrivassimo, qualcuno ci boccerebbe la legge. Quindi, anche qui, spero in un’azione congiunta di quest’aula, di questa Giunta, indubbiamente, sul tema, ma inevitabilmente anche di un ascolto che ci deve essere da parte di Governo e Parlamento.

Concludo sul versante del riordino istituzionale. Ha ragione il consigliere Pompignoli quando dice che ci sono Unioni che non funzionano. Però, vi faccio una domanda. Lei ha ragione quando dice che ci sono Unioni che non funzionano, un po’ meno ragione quando dice “allora bisogna fermarsi con le Unioni”, perché è come se chiedessi a Pompignoli “ma i Comuni funzionano tutti bene?”, lui sicuramente, soprattutto pensando a quelli di Sinistra, mi direbbe di no (è una battuta), e ha ragione, non su quelli di Sinistra, ma sul fatto che non tutti i Comuni funzionano allo stesso modo, ma, a fronte di Comuni che non funzionano bene, è mai venuto in mente a qualcuno di sopprimere i Comuni? No.

A fronte di Unioni (40 nella nostra Regione), oltre l’80 per cento della popolazione vive in un territorio con un’Unione di Comuni, a fronte di qualcuna che funziona male (qualche problema a Forlì c’è, lo sappiamo molto bene, e ce ne sono anche altre di cui potrei farvi il dettaglio di dove sono i problemi), ma a fronte di alcune Unioni che non funzionano smantelliamo l’intero sistema? Perché, guardate bene, se avessimo smantellato l’intero sistema, i 30 milioni che in questo triennio lo Stato ci ha dato i Comuni non li avrebbero visti, perché sapete perché ce li hanno dati? Perché noi abbiamo fatto altrettanto e ne abbiamo messi 30, se noi avessimo tirato via i nostri 30, non avremmo sottratto solo 30 milioni ai Comuni, gliene avremo sottratti 60. Sarebbe stata una buona politica? No, a maggior ragione in un momento di crisi istituzionale sui conti pubblici, sarebbe stata una buona politica? No.

Si possono migliorare le Unioni sulla governance? Certo. Si possono chiedere e pretendere misure diverse da parte del Governo, per stimolare le forme associative, a partire dalle Unioni? Sì, si devono chiedere, ed è quello che stiamo facendo con tutti i Governi, e lo faremo anche con questo, perché lì dentro ci sono delle potenzialità enormi, le citava la consigliera Rontini, ma potrei citarvi tanti presidenti che vedono quelle potenzialità. Le abbiamo viste talmente tanto, come dicevo prima, che alcune Unioni ormai sono diventate una città, e uno dice “ma come, Paolo, nel fare le Unioni quindi hanno rinunciato alla loro identità?”, no, è proprio questa la bellezza dell’Unione: posso mettere insieme i servizi e non perdo la mia identità, e rafforzo i servizi ai cittadini, perché divento un Comune (guardo il faentino) da 2000 abitanti, che non potrebbe mai avere un dirigente o una posizione organizzativa, che invece, siccome è in Unione, può avvalersi di dirigenti, di direttori generali, quindi di competenze, che possono consentire a quel territorio di sviluppare, di crescere. Alcune di queste Unioni stanno ora dentro le strategie urbane, hanno l’opportunità di diventare città diffuse che acquisiscono anche ulteriori finanziamenti oltre quelli che citavo in precedenza.

So che non ci riuscirò, ma l’obiettivo me lo darò, me lo sono già dato: non solo quello di rivedere, anzi, di unificare la legge n. 13 e la legge n. 21 in un Testo unico degli enti locali dell’Emilia- Romagna, ma mi porrò anche un altro obiettivo: l’obiettivo di fare in modo che quando ci sono forze tra di loro contrapposte in una campagna elettorale, in un Comune che è dentro l’Unione, la discussione non sia “Unione si, Unione no”, ma diventi “Unione come”. Questa sarebbe una discussione pienissima di senso.

Che è l’auspicio che ho anche rispetto al tema più generale dell’Unione europea, ma tralascio perché entreremmo in un campo diverso. Questo però è l’obiettivo. Io spero che ci si riesca, spero che davvero rispetto a questo tema si possano mettere da parte visioni di carattere ideologico. La Regione non ci mette ideologia nella discussione sulle Unioni, ci mette pragmatismo, ci mette analisi dei risultati e in funzione di quei risultati decisioni di carattere politico, consapevoli del quadro, purtroppo, nel quale ci troviamo, consapevoli del fatto che sempre di più servono politiche e capacità di investimento che possono avere una dimensione strategica e di area vasta. Le Unioni possono aiutare da questo punto di vista, e su questo lavoreremo anche nella costruzione, come abbiamo scritto nella NADEFR, del Testo unico degli enti locali.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Ora passiamo agli emendamenti, più precisamente al dibattito generale sugli emendamenti. Ricordo che abbiamo trenta proposte di emendamenti a varie firme: chiedo se qualcuno vuole intervenire.

Non ho richieste di intervento sugli emendamenti. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Solo per capire se sono già stati distribuiti tutti nei banchi dei consiglieri.

 

PRESIDENTE (Petitti): Mi dicono di sì, da qui. Tutti gli emendamenti distribuiti, anzi, se volete verificare… Io adesso magari leggo quali sono, a quali firme, magari questo può aiutare voi nell’organizzazione: 8 sono a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi; 8 a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi; 7 a firma del consigliere Daniele Marchetti; uno a firma dei consiglieri Catellani, Montevecchi e Bargi; 2 a firma della consigliera Zamboni; uno a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani e Facci; uno Pelloni e Facci; 2 a firma della consigliera Piccinini. Questi sono i 30 emendamenti.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Quindi non ci sarà il dibattito sui singoli emendamenti? Per capire.

 

PRESIDENTE (Petitti): No, dopo li votiamo. Facciamo prima dibattito generale sugli emendamenti, dibattito generale sugli ordini del giorno. Poi passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte e poi alla votazione.

 

PICCININI: Allora intervengo brevissimamente. Io ho presentato due emendamenti, su cui chiederei poi il voto elettronico. Li ho già illustrati in discussione generale. Uno riguarda, appunto, il MES, su cui credo sia… Visto che è un dibattito che è ritornato in campo anche a livello nazionale, ahimè, perché pensavamo fosse una stagione superata e invece…

 

PRESIDENTE (Petitti): Consiglieri, un po’ di silenzio, per cortesia. Prego.

 

PICCININI: Pensavamo fosse una stagione superata e invece ci troviamo di nuovo dentro a questo dibattito, se vogliamo anche un po’ tossico per come viene affrontato.

Sapete la contrarietà rispetto a questo strumento del Movimento 5 Stelle e quindi ho presentato un emendamento in questo senso, anche perché a livello nazionale il Governo di Centrodestra dovrà decidere se ratificarlo o meno. Dopodiché io penso che non sia la soluzione che anche questa Regione dovrà adottare per far fronte alle criticità che citava prima anche l’assessore Calvano riguarda alla sanità. Se non abbiamo fatto determinate cose prima, non è che possiamo buttarci mani e piedi accedendo a uno strumento che ha più lati negativi che positivi.

Poi, il secondo emendamento riguarda una questione su cui il Movimento 5 Stelle è da sempre, dal 2016 addirittura. Pensate quanto tempo è passato. Riguarda la gratuità dei parcheggi degli ospedali. Ho visto che il collega Marchetti ha presentato un ordine del giorno, che insiste però sugli atti di bilancio, su cui sono arrivati degli emendamenti del collega Costa del Partito Democratico. Immagino, quindi, che quegli ordini del giorno verranno approvati.

Io ho voluto inserirli anche all’interno del DEFR, perché se vogliamo fare qualcosa, bisogna che ci prendiamo degli impegni un po’ stringenti, visto che, come ricordavo prima, è un tema su cui dibattiamo ormai da anni, dal 2016, quindi credo che oggi sia giunto il momento non più di fare delle chiacchiere e di raccontarci ancora quanto sia la nostra volontà di arrivare a rendere questi parcheggi gratuiti sia per i cittadini che per gli operatori.

All’epoca la definimmo una tassa sul dolore, perché di fatto questo poi diventa, e se abbiamo tutti l’intenzione di arrivare lì, interloquendo ovviamente anche con i Comuni e naturalmente con le ASL, bisogna però che un impegno stringente lo prendiamo e quindi che lo inseriamo all’interno del DEFR, perché altrimenti il rischio è che continueremo a dibatterne per altri cinque anni, senza mai arrivare al risultato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Mi rivolgerò alla presidenza per correttezza, però, ovviamente, essendoci gli assessori in aula, spero che prestino attenzione.

Non siamo all’anno zero per quanto riguarda la questione delle ASP. Se ne è dibattuto nel 2020, audizioni in Commissione delle ASP, l’esigenza era nata nella scorsa legislatura dove gli attuali assessori erano consiglieri, quindi in qualche modo la questione è nota, l’impegno è noto. Apprendere oggi dall’assessore Calvano che “la riforma” sull’imposizione fiscale IRAP sulle ASP è subordinata anche - ovviamente non solo, anche - a provvedimenti governativi spiazza, nel momento in cui c’è un documento di questa Assemblea, quindi o sta sbagliando l’assessore Calvano oggi o abbiamo sbagliato noi, quando abbiamo approvato un impegno con un ordine temporale, che era fine 2022, che questa cosa si sarebbe risolta.

I 4 milioni di euro (detta così, è tutto relativo) potrebbe sembrare una cifra imponente, importante, abbatte la metà dell’IRAP che pagano le ASP oggi, quindi abbiamo un sistema cooperativo, il sistema privato che paga zero per i lavoratori a tempo indeterminato, un sistema pubblico di ASP e servizi alla persona che paga il 4,25 per cento. Poi sulle virgole possiamo disquisire, nel senso che potrebbe essere 4 o potrebbe essere 4,30. Comunque, per un distretto di 100.000 abitanti di cui sono stato amministratore, cuba quasi 200.000 euro. Un’ASP dimensionata di servizi alla persona per un distretto di quasi 100.000 euro ha maggiori oneri, appunto per 200.000 euro che queste aziende pubbliche pagano in più rispetto ai loro “competitor” privati.

Quei 4 milioni di euro quindi sono assolutamente insufficienti, perché abbattono solo la metà dei costi del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato.

Non si provvede dal punto di vista economico ad abbattere il 100 per cento come per il sistema cooperativistico; per la riforma più volte promessa, anche con degli impegni giuridici approvati da questo Ente, con fine 2022 come scadenza, oggi ci viene detto “prendiamoci un altro anno”. Non è questione di prendersi un altro anno; è la dichiarazione dicendo “è subordinata anche all’impegno governativo”. Ripeto: delle due l’una. O abbiamo sbagliato a prendere un impegno giuridico lo scorso anno, lo scorso bilancio, perché credo già in Nota al DEFR abbiamo preso questo impegno; oppure qualcuno sta sbagliando oggi dicendo che appunto non si può fare oggi da soli questo tipo di riforma.

Io credo che un po’ di chiarezza andrebbe fatta, e soprattutto 4 milioni di euro sono pochi perché gli interlocutori, gli stakeholder in questo settore in qualche modo non combattono ad armi pari, mentre il privato è privilegiato rispetto al pubblico. Diciamocelo. L’emendamento io l’ho riproposto. Non è stato messo un ordine temporale, però era doveroso ricordare alla Giunta, all’Assemblea gli impegni presi. Io credo che sia il momento, detta in gergo calcistico, di tirare in porta, non di continuare a fare delle chiacchiere, proprio perché aiuterebbe la programmazione e per questi servizi la programmazione è fondamentale.

Bene quindi l’impegno sul triennio. Bene in parte, parzialmente, l’impegno dei 4 milioni di euro; però chiariamo che l’impegno dei 4 milioni di euro abbatte solo una parte di questi costi, mentre gli altri, i privati, appunto, hanno il 100 per cento dell’abbattimento dell’IRAP per legge e quindi riescono a programmare questi servizi.

Anzi, questo incentiva pure l’assunzione a tempo indeterminato, perché se si assume a tempo indeterminato, abbiamo lo sconto dell’IRAP al 100 per cento. Invece, sapete cosa sta succedendo? Il pubblico, proprio per questa incertezza, assume sempre di più. Andate a vedere la ASP di Carpi, andate a vedere altre ASP, anche Terre di Castelli e non solo. Stanno maggiormente ricorrendo al sistema interinale. Quindi chiamano non solo a tempo determinato, ma a sistema interinale

Ecco, questo è il risultato per la l’eccessiva incertezza che c’è nella programmazione delle aziende pubbliche alla persona.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale sugli emendamenti? Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Intervengo anch’io per illustrare alcuni emendamenti che abbiamo proposto. Parto dal primo. Siamo nell’ambito della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. L’emendamento è modificativo. Il tema è di assoluta attualità, rispetto al quale è stato fatto molto anche da questa Regione, ma riteniamo che molto si debba ancora fare.

Riteniamo che il tema della formazione sia fondamentale, un tema che va in qualche modo ad integrarsi con quello della vigilanza e del controllo e che, a nostro avviso, dovrebbe essere approfondita prima di sfociare nella successiva e non derogabile sanzione. Riteniamo che spesso la sanzione sia smisurata rispetto alla trasgressione posta in essere, soprattutto in alcuni settori, non in tutti. Quindi chiediamo di inserire nel paragrafo Obiettivo strategico 4 una locuzione per rafforzare la vigilanza e il controllo preventivi, pur intensificando l’azione nei confronti dei settori più a rischio.

Proponiamo poi un altro emendamento sempre modificativo, con il quale chiediamo l’impegno a garantire i servizi regionali anche a chi non utilizza canali informatici. Perché lo chiediamo? Perché, come è emerso anche nel corso di questa discussione, ci sono territori in cui davvero è difficile poter accedere alla rete. Ci sono persone, invece, che non possono o anche non vogliono utilizzare i servizi digitali, soprattutto gli over 70. Su questo c’è stato anche uno studio del Comune di Bologna. Noi riteniamo ovviamente che non per questo debbano essere esclusi dal poter beneficiare di servizi.

Il terzo emendamento è sempre un emendamento modificativo con il quale trattiamo il tema del lavoro. Siamo intervenuti più volte chiedendo un comportamento attivo della Regione nella riforma progressiva dei Centri per l’impiego.

Con questo emendamento chiediamo di inserire un paragrafo con cui, ai fini della responsabilizzazione e della emancipazione delle persone in difficoltà, potenziali beneficiari di un qualunque sussidio economico, riteniamo che, tra le altre iniziative, vi sia quella dell’obbligo di iscrizione al Centro per l’impiego. Questo per impegnare il richiedente ad una presa d’atto, ad una dimostrazione di volontà di voler uscire dalla condizione di difficoltà o di marginalità economica.

L’altro emendamento è un emendamento sempre modificativo, tratta il settore dei trasporti, lo avevamo identificato come emendamento n. 7, recava il numero 4 dell’Assemblea, lo abbiamo ritirato e ne abbiamo proposto un altro, il 7-bis, con cui chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, al fine di incentivare il Trasporto pubblico locale, di vagliare progetti che consentano l’attivazione di corse in orario serale e notturno per la tratta ferroviaria Bologna-Porretta Terme.

È una richiesta che viene da lontano, è una richiesta espressione del territorio, riteniamo che sia doveroso rispondere a questa attesa, soprattutto per coloro che utilizzano un mezzo di mobilità sostenibile quale il treno per motivi di lavoro, quindi anche in orari serali e notturni, ma anche per chi desidera beneficiare di servizi che si trovano nel capoluogo, o viceversa per chi dal capoluogo in quell’orario desidera accedere a servizi o offerte turistiche proposte dal territorio della Provincia.

È un impegno che abbiamo trovato sia nel programma di mandato di alcuni sindaci, sia anche nel programma di mandato, nell’impegno del presidente Bonaccini.

Auspichiamo l’accoglimento di tutti questi emendamenti e soprattutto di questo in particolare. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Altri in dibattito generale sugli emendamenti? Io non ho altri iscritti sugli emendamenti.

A questo punto passiamo al dibattito generale sugli ordini del giorno. Qualcuno vuole intervenire? Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Intervengo per presentare un ordine del giorno che ho ritenuto opportuno presentare e che si inserisce nell’iniziativa “Mettiamo radici per il futuro”, che ha l’obiettivo di mettere a dimora in maniera efficace e duratura 4,5 milioni di alberi in più in cinque anni, quindi nel mandato, uno per ciascuno degli abitanti della nostra Regione, per far diventare l’Emilia-Romagna il corridoio verde d’Italia.

È sicuramente un’iniziativa lodevole a cui plaudo, che mira a estendere la superficie boschiva regionale grazie alla creazione di infrastrutture verdi nelle città, ripristinare l’ecosistema naturale in pianura, sviluppando le aree boschive e le foreste in generale, realizzare nuovi boschi e piantagioni forestali in prossimità dei corsi d’acqua, riqualificare i sistemi agroforestali, siepi e filari, in un contesto di valorizzazione del paesaggio e di fruizione pubblica del territorio, per giocare un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nel miglioramento della qualità dell’aria.

La proposta che oggi porto qui all’attenzione dell’Assemblea può sembrare qualcosa di poco conto, in realtà sappiamo che la nostra Regione, per ragioni di tipo morfologico e geografico, è purtroppo una delle Regioni più inquinate a livello europeo, e una giusta collocazione di alberi ben curati, che possano crescere al meglio delle loro potenzialità, permette di immagazzinare CO2 e attenuare la crisi climatica, abbattere le polveri sottili PM10 e PM2,5, contenere i picchi di temperatura, attutire i rumori del traffico, produrre ossigeno e rendere più gradevole il paesaggio in cui viviamo.

La vicepresidente, assessore Priolo, ha riferito che a questi 4,5 milioni di alberi si aggiunge più di 1.000.000 di nuovi alberi, che saranno messi a dimora sul territorio regionale, lungo le rive del grande fiume, grazie a un progetto per la rinaturazione del Po, inserito nel PNRR, finanziato con 357 milioni.

In questo bellissimo progetto, a cui – ripeto - plaudo, non si è però considerato, a differenza di altre Regioni italiane, di ripensare a una piantumazione di queste piante nelle aree attigue agli svincoli autostradali, per renderli non più spazi passivi di servizio, bensì polmoni verdi attivi, utili a migliorare la qualità dell’aria e a salvaguardare l’ambiente.

Dopo i parchi e le piazze cittadine, occorrerebbe quindi rendere più verdi anche le aree limitrofe alle principali vie d’accesso autostradale alle città, spazi sempre brulli e inutilizzati. Mettendo a dimora un certo numero di piante in queste aree, queste potrebbero diventare il biglietto da visita per chi arriva nei centri urbani, così da non doversi trovare più di fronte a grigi e anonimi svincoli autostradali, ma a vere e proprie isole verdi capaci di contribuire a migliorare la qualità dell’aria, mitigando gli effetti inquinanti dei veicoli in transito e rendendo più gradevole il paesaggio.

Pertanto, con questo ordine del giorno chiedo alla Giunta regionale un impegno a proseguire, quindi, nell’estensione della superficie boschiva regionale, in particolare favorendo le piantumazioni in prossimità degli svincoli autostradali e delle aree limitrofe alle città, così da non renderli più spazi passivi di servizio e a sostenere azioni tese alla preservazione delle essenze arboree messe a dimora, così da scongiurare la prematura dipartita della suddetta a causa dell’incuria e/o eventi siccitosi.

Ripeto, può sembrare un’iniziativa di poco conto. In realtà è molto importante una politica tesa alla salvaguardia dell’ambiente, a ridurre l’impatto dell’inquinamento e quindi proporre un piccolo suggerimento che possa rendere più verdi, più belle le aree in prossimità degli svincoli autostradali.

Io penso, ad esempio, allo svincolo di Castel San Giovanni, che è anche in prossimità del Logistic Park, che è uno dei parchi logistici più importanti è meglio gestiti a livello europeo, in continua espansione. Abbiamo bisogno di una tangenziale. Questo continuo a dirlo e lo diciamo da anni. È uno svincolo che presenta un’area verde molto estesa, che con degli alberi sarebbe sicuramente più piacevole alla vista, ma andrebbe anche a mitigare l’inquinamento prodotto dal traffico pesante che quotidianamente percorre l’autostrada A21.

Mi sono sentita di proporre alla Giunta questo suggerimento…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio, per cortesia.

 

STRAGLIATI: …a inserirsi in un’iniziativa, ripeto, molto lodevole che ha intrapreso la Giunta regionale di mettere a dimora questi 4 milioni e mezzo di alberi in più per la nostra regione. Penso possa, ripeto, avere ricadute positive sul miglioramento e sulla qualità dell’aria. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Solo per illustrare l’ordine del giorno. Qualcosa avevo già detto anche ieri, partendo proprio dalla legge n. 15 del 2018 di cui questa Regione si è dotata e rispetto anche all’ultimo bando che è uscito e che pare abbia avuto dei buoni risultati per quanto riguarda il tema comunità energetiche, che per la prima volta è stato inserito, appunto, all’interno dei bandi sulla partecipazione.

Prima di arrivare, però, all’illustrazione dell’ordine del giorno, voglio fare riferimento anche a quello che diceva l’assessore Calvano perché, quando parliamo di assemblee cittadine sul clima, è bene anche parlare delle politiche che la Regione sta mettendo in campo.

Lo dico in riferimento al tanto citato rigassificatore di Ravenna. Io avevo chiesto di capire quale fosse la posizione di questa maggioranza, di questa Giunta sul destino che avrà il rigassificatore invece di Piombino, che ha fatto una scelta molto diversa, che è molto più vicina alla mia sensibilità, ovvero tenere questa infrastruttura solamente per tre anni, perché, quando parliamo di un rigassificatore che rimarrà per vent’anni al largo delle nostre coste, è evidente che non parliamo di un’infrastruttura di transizione, ma parliamo di un’infrastruttura strutturale.

Questo evidentemente mi vede abbastanza contraria, tant’è che io questo documento, a differenza di altri, non lo voterò, e uno dei motivi è questo, però sarei molto curiosa di capire cosa ne pensi la cittadinanza... Chiedo scusa...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, veramente, chiedo un po’ di silenzio. Se qualcuno vuole interloquire, magari esca anche un secondo dall’aula, perché altrimenti è proprio difficoltoso ascoltare chi interviene.

 

PICCININI: Grazie.

Come dicevo, quindi, sarebbe interessante capire effettivamente i cittadini cosa ne pensano di avere addirittura un secondo rigassificatore, e sarebbe interessante, come ho detto prima, capire anche questa Giunta, questa maggioranza quale posizione ha.

Purtroppo è stato citato dall’assessore Calvano ancora una volta il rigassificatore che verrà avviato nel 2024, nulla è stato detto rispetto all’ipotesi, che è circolata sui giornali, rispetto alla possibilità che il rigassificatore di Piombino venga accolto in questa Regione, con tutte le criticità che in quest’aula sono emerse anche da parte dei colleghi di maggioranza, quindi sarebbe interessante capire la posizione su questo. Lo dico perché, come dicevo, sarebbe interessante capire che cosa ne pensi anche la cittadinanza, e qui mi collego al all’ordine del giorno che ho depositato, che in qualche modo implementa gli strumenti di cui la Regione si è già dotata (citavo prima la legge n.15 del 2018) e quindi fare un passo in avanti andando a sostenere quelle che sono le assemblee dei cittadini, e lo voglio fare per spiegare esattamente che cosa sono queste assemblee, citando una definizione che viene dalla Svizzera. Le assemblee dei cittadini sono parte della democrazia partecipativa, costituendone la forma più avanzata e deliberativa. È un processo attraverso il quale i cittadini prendono decisioni politiche su questioni di interesse pubblico come il clima e la giustizia sociale e i suoi membri, che siedono in questo organo decisionale temporaneo affiancando Parlamento e Governo, sono selezionati tramite sorteggio con lo scopo di formare un campione rappresentativo della società. È quello che Bologna sta già facendo. Durante i lavori, i partecipanti apprendono in modo approfondito le questioni da affrontare, ascoltano gli esperti e le varie parti interessate, poi deliberano collettivamente e infine formulano raccomandazioni e decisioni legalmente vincolanti, che saranno poi attuate dalle autorità.

Quindi, è un tema anche attuale nel dibattito cittadino bolognese. Io non mi scandalizzo se siamo in diversi a sollevare lo stesso tema. Facciamo tutti politica, siamo tutti sui territori. È la normalità che determinate richieste possano venire da più parti. Quindi, chi parlava di ricatti o altre fesserie del genere… Io credo che, uno, chi ha voluto dare questa connotazione farebbe intanto bene a scusarsi e, in secondo luogo, evidentemente non si ha contezza di quello che succede qui dentro, perché ogni giorno forze politiche diverse qua dentro presentano proposte sullo stesso tema.

Venendo all’impegno dell’ordine del giorno, noi chiediamo che la Giunta si impegni a promuovere una specifica e ampia forma di partecipazione dei cittadini e dei soggetti organizzati alla definizione delle strategie regionali per il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla creazione di modelli di sviluppo sostenibili da realizzarsi in modo strutturato, quali un’assemblea organizzata dai cittadini che accompagni il processo di attuazione del nuovo Patto per il clima e per il lavoro e le misure previste dal DEFR 2023, di cui alla delibera assembleare n. 92 e alla Nota di aggiornamento del DEFR di cui alla proposta di oggetto assembleare.

Siccome, appunto, ci sono altre forze politiche interessate a questo argomento, io mi aspetto in questo senso un voto positivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Molinari, prego.

 

MOLINARI: In merito all’ODG n. 5, penso a firma del consigliere Pompignoli, proponevamo la sostituzione del dispositivo con il seguente testo. Fatte tutte le promesse, “rafforzare tutte le azioni in essere in ambito alla popolazione dei grandi carnivori, in particolare quella dei lupi, in particolare nelle zone montane e rurali, anche al fine di proteggere e preservare le pratiche agricole tradizionali e lo stile di vita degli allevatori che si dedicano alla pastorizia, riconoscendo altresì azioni di finanziamento adeguate alla prevenzione contro gli attacchi agli animali da reddito nonché risarcimenti adeguati; a sollecitare il Governo ad avviare tutte le azioni necessarie volte al contenimento del lupo, compreso il monitoraggio, in modo da garantire la compatibilità tra la presenza di questo grande carnivoro e le attività umane zootecniche, in particolare per le aree montane”.

Di fatto abbiamo ripreso la tematica posta dal consigliere Pompignoli. Non facciamo altro che ripetere quella che è la posizione dell’Assessorato, un’attività già svolta dalla Regione Emilia-Romagna, anche nei limiti delle proprie competenze, per quanto riguarda azioni di studio, azioni, come è emerso anche nelle ultime dichiarazioni, di rafforzamento delle indennità per quanto riguarda i danni causati dal lupo. Dal punto di vista anche del chiarire quelli che sono i passaggi formali e burocratici c’è anche lo spostare e il coinvolgere il Governo per quanto riguarda quelle che sono le azioni, anche in correlazione con la Commissione europea, per quanto riguarda il contenimento e azioni che cerchino quanto meno di affrontare un problema che, più lasciamo passare il tempo senza affrontarlo, diventerà un problema quasi inaffrontabile.

Chi vive tutti i giorni nei nostri territori sulla montagna, chi cerca di sviluppare attività economiche si ritrova suo malgrado a gestire delle situazioni alle quali le Istituzioni devono necessariamente dare delle risposte. Quindi noi, cogliendo anche quella che è la preoccupazione emersa nell’ordine del giorno presentato e soprattutto cogliendo quelle che sono le istanze del territorio e le azioni poste in essere da parte dell’amministrazione regionale, facciamo questa proposta sperando che poi venga accolta dall’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Molinari.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Sull’emendamento proposto ovviamente c’è consenso e mi fa piacere che anche da parte della maggioranza vi sia sensibilità sul tema. La questione lupo, ovviamente, è una questione importante, che sta comunque arrecando danni al sistema sia dell’agricoltura che anche nel mondo venatorio. Quindi, accolgo con favore l’emendamento. È chiaro che qui si mette anche un incipit sul sollecito al Governo. È altrettanto evidente che, ovviamente, essendo la specie protetta, lo Stato deve garantire un’azione di monitoraggio e di controllo anche nei confronti dell’Europa, perché di fatto la protezione è a livello europeo, quindi condivido il percorso fatto in questo emendamento, quindi ringrazio anche la maggioranza di aver reso possibile un ordine del giorno su una tematica molto spesso divisiva anche all’interno della maggioranza, ma da questo punto di vista apprezzo lo sforzo fatto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Sempre sull’ordine del giorno che ritengo molto importante, quello sul biometano avanzato, perché è vero che, come diceva prima l’assessore Calvano, abbiamo fatto in questa Regione un importante passo con il rigassificatore, però il rigassificatore va a mitigare una situazione veramente molto problematica sugli approvvigionamenti di gas, cioè il nostro Paese ha dovuto in pochi mesi pensare a come sostituire il 40 per cento del proprio gas con altre fonti. Il gas russo era il 40 per cento delle fonti di approvvigionamento di gas naturale italiano, quindi è stata un’emergenza. Sicuramente il tema di legarci al GNL, al gas liquido è qualcosa di emergenziale, è un intervento importante che durerà nel tempo, ma non possiamo pensare a livello di costi di legarci per lungo tempo al gas liquido, ed è per questo che ribadisco l’importanza di utilizzare fonti, possibilità di fonti anche regionali provenienti dal Bacino Padano, quel Bacino Padano inquinato, con gravi problemi di qualità dell’aria.

Il biometano avanzato, che andrà a sostituire i tradizionali, o a sostituire in parte i tradizionali impianti a biogas, è una soluzione che ci permette di avere un target obiettivo fino a 5 miliardi di metri cubi (queste sono le stime della potenzialità di biogas italiano, che, come sappiamo, si concentra in gran parte nel nostro Bacino Padano, ricco di zootecnia e di agro-industriale. Quindi, questo ordine del giorno va nella direzione di permettere l’incentivazione di una tecnologia che è all’avanguardia, che esiste. Le colture di secondo raccolto non sono un qualcosa che va a detrimento dell’ambiente; anzi, sono un qualcosa che può essere utilizzato a supporto delle aziende agricole. Noi abbiamo necessità anche di garantire all’azienda agricola un approvvigionamento energetico costante, ma anche un reddito costante. Il problema della nostra agricoltura è anche un problema di reddito, come spesso questo vada integrato e come questo possa essere integrato dalle bioenergie. Questo è il tema. Se noi andiamo a recepire, invece, una volontà… Quell’emendamento di Legambiente che è stato recepito nel Piano energetico regionale è un qualcosa che va in contrasto con quella che è la tecnologia attuale e anche con quelli che dovrebbero essere i nostri obiettivi di una agricoltura sempre più sostenibile, ma anche più ricca, ma anche più diversificata.

Il biometano, quello di ultima generazione, quello che verrà utilizzato sia per la messa in rete che per l’autotrasporto, deve avere delle caratteristiche di ottimizzazione che possono essere ottenute tramite alcune colture di secondo livello, ma non c’è alcun contrasto con l’alimentazione umana o con l’alimentazione animale. Ci sono alcune colture di secondo livello, di secondo raccolto, che sono sempre state utilizzate a questi scopi. Quindi, è un altro appello che noi facciamo. L’abbiamo già fatto in discussione del Piano energetico regionale. Crediamo che, se vogliamo davvero portare avanti quelli che sono gli obiettivi del DEFR della NADEFR, del nostro Patto per il lavoro e per il clima e anche tutti gli obiettivi che si è posta la Regione e gli obiettivi di mandato, dobbiamo evitare di inserire, di mettere dei lacci e lacciuoli. Quindi, ritengo che debba essere portato avanti il finanziamento o l’incentivo regionale anche agli impianti di biometano che utilizzano colture di secondo raccolto, almeno quello, perché sono quelle che sono sempre state utilizzate anche per questi scopi. Non sono in contrasto con l’agricoltura green, non sono in contrasto con l’alimentazione umana, vanno a vantaggio di una filiera che, anche per quanto riguarderà il digestato come sostituzione di concimi chimici, quindi abbiamo anche il tema dei nitrati, secondo me c’è una filiera che sta lavorando, c’è una tecnologia che ormai ha raggiunto un apice nel proprio sviluppo, non capiamo perché la Regione debba continuare a portare avanti un’idea che non è neanche corretta dal punto di vista tecnico, secondo me è solo pura e semplice ideologia.

Cerchiamo quindi di evitare di mettere ulteriori paletti a una tecnologia, a uno sviluppo, che tutti siamo pronti a cogliere, quindi il Piano energetico regionale e tutti gli incentivi che arrivano anche dal PNRR. Qui stiamo parlando di un decreto che è stato recepito, un decreto attuativo del PNRR che parla di biometano avanzato, biometano avanzato con colture di secondo raccolto, quindi anche qui si va in contrasto con quello che è addirittura il PNRR, di cui noi ci fregiamo ogni giorno che arriverà la cosiddetta “pioggia di miliardi”. Questa pioggia di miliardi poi deve essere portata nelle tecnologie, che in questo momento sono al loro massimo sviluppo, quindi chiedo ai colleghi di fare una riflessione anche su questo tema.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie. In realtà non volevo intervenire, ma quando ho sentito la replica dell’assessore Calvano sul metodo di questo NADEFR ho ritenuto di dover spendere due parole. Ovviamente approfitto, forse impropriamente, di questo spazio legato all’ordine del giorno, visto che ho presentato un ordine del giorno, che riguarda, come ho detto prima, la montagna e riguarda una grave carenza della montagna, che è quella della connessione, nonostante questa Regione parli in maniera molto chiara di investimenti sulle tecnologie, sul digitale, sul non lasciare indietro nessuno, sul non abbandonare i territori più lontani, eccetera, eccetera, eccetera.

Il fatto che in questo Nota di aggiornamento, secondo l’assessore Calvano, dovrebbero esserci solo gli aggiornamenti rispetto alla versione base del DEFR, ma credo che non sia esattamente così, perché, se così fosse, nella montagna ci sono buchi rispetto a quello che abbiamo fatto, per esempio, anche sulla legge sulle Comunità energetiche. Ci sono tutta una serie di… Ho preso questa, ad esempio. In realtà, il punto vero è che su questo tema, sul tema montagna, che è quello che in un qualche modo ho osservato più approfonditamente, ritengo che ci sia un approccio eccessivamente superficiale. Ritengo che le azioni che dovrebbero essere messe in campo non sono consequenziali rispetto a quanto in qualche modo è stato comunicato, a quanto è stato appunto dichiarato come scelta di campo dell’Amministrazione.

Non è un caso che abbia preso la questione del digitale, per il fatto che dovrebbe essere la misura più semplice da realizzare. Visto che non si realizzano strade, non si realizzano bretelle, non si realizzano infrastrutture certamente impattanti per il numero di soggetti che necessariamente devono coinvolgere anche solo in termini di agglomerati urbani, centri abitati, eccetera, dovrebbe essere la più facile. Con la contraddizione che dicevo prima, che abbiamo una società in house che come mission dovrebbe avere in qualche modo quella di connettere l’universo mondo.

Quindi, questo ordine del giorno vuole evidenziare questa richiesta. Ci sono territori, quelli della montagna, che non hanno la connessione come altri territori. Parliamo di parità, parliamo di disuguaglianze, di superare le disuguaglianze e poi siamo i primi che in qualche modo non mettiamo prioritariamente davanti chi appunto è più indietro. Scusate il gioco di parole.

Questo ordine del giorno chiede che, nella scelta di fondo di andare a potenziare le infrastrutture di comunicazione per imprese, scuole, famiglie e comunità, ci sia le priorità per le zone di montagna e le aree interne. È molto semplice. Si fa questa richiesta.

Mi allaccio all’intervento che non ho fatto prima, che è quello legato agli emendamenti, in particolare un emendamento della collega Evangelisti che ho sottoscritto, e la ringrazio per la disponibilità alla sottoscrizione, che è quello del potenziamento della ferrovia Porrettana. Al riguardo voglio raccontarvi un aneddoto. C’è chi racconta le storie e io racconto gli aneddoti. L’aneddoto è che oramai quasi vent’anni fa, o un po’ meno di vent’anni fa, mi trovavo in Provincia, consigliere provinciale, non c’era ancora la Città metropolitana e si parlava del potenziamento del servizio ferroviario metropolitano. Il servizio ferroviario metropolitano stava alla Giunta provinciale di allora, come il Piano area sta all’assessore Priolo. Cioè, sostanzialmente è la linea guida che determinava qualsiasi tipo di scelta nell’ambito della mobilità sostenibile e del trasporto pubblico. Correttamente. Il problema era che si escludevano le aree di periferia, si arrivava a prevedere questo completamento solo nell’ambito dell’hinterland, la cintura bolognese, eccetera.

Bene, dai banchi delle opposizioni ovviamente cosa si chiedeva: non dovete escludere le aree di montagna, dovete escludere le aree interne, quindi potenziamo il servizio ferroviario metropolitano, la cura del ferro. Ricordo un convegno della presidente di allora Draghetti.

Bene, sistematicamente c’era questa esclusione e quindi c’era una precisa volontà politica della maggioranza di allora in un qualche modo di non impegnarsi, perché forse non conveniva, perché evidentemente forse non c’erano consensi sufficienti e sappiamo un po’ come sono le dinamiche della politica. Ebbene, oggi siamo di nuovo a parlare, dopo circa vent’anni, delle stesse cose. Io ovviamente auspico che ci sia una sensibilità differente. Forse ci siamo resi conto tardi, o meglio vi siete resi conto tardi, di quanto sia importante il territorio delle aree interne, il territorio della montagna. L’abbiamo riscoperto tutti, o meglio chi non lo conosceva prima lo ha scoperto durante il Covid, ha scoperto le opportunità e adesso ci si sta rendendo conto, vi state rendendo conto, che è necessario investire bene.

Questo ordine del giorno va in questa direzione, così come l’emendamento della collega Evangelisti che ho sottoscritto va in quella direzione.

Auspichiamo naturalmente che ci sia una sensibilità diversa. Auspichiamo che il nuovo assessore alla Montagna rappresenti veramente un cambio di passo rispetto al precedente assessore, nonostante quello che dice la difesa d’ufficio, lodevole, ma indubbiamente molto debole dell’assessore Calvano rispetto al precedente assessore alla montagna.

Quindi, auspichiamo appunto che vi possa essere concretezza nelle azioni. Non ovviamente in questo DEFR, perché in questo DEFR, assessore Taruffi, assessore Calvano, sulla montagna nulla c’è.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Facci per la sottoscrizione dell’emendamento. Il tema evidentemente è sentito dalla montagna, dall’Appennino.

Do atto anch’io di avere sottoscritto un ordine del giorno del consigliere Facci, il 5910/13, in materia di copertura di banda larga. Aggiungo anche io un aneddoto, un episodio sul tema e do atto, l’ho già fatto per la verità in alcuni interventi fa, di aver consegnato in tempi non sospetti, quando ero consigliere metropolitano ed ebbi l’ardire di voler organizzare un incontro tra i due presidenti, quello metropolitano e il presidente Bonaccini, al presidente Bonaccini un plico in cui, appunto, vi era la richiesta di copertura di banda larga soprattutto nel territorio dell’Appennino. Il presidente assicurò la copertura al 2021. Oggi siamo quasi al 2023 e questa copertura non è presente, come compiutamente e giustamente da atto l’ordine del giorno a prima firma del consigliere Facci.

Aggiungo un altro particolare. Occorrerebbe monitorare l’attività di questi gestori, non solo relativamente alla banda larga, ma anche per la telefonia, e guardo l’assessore Taruffi perché un semplice temporale non può lasciare isolate queste zone.

Vengo poi a illustrare un ordine del giorno presentato dal Gruppo di Fratelli d’Italia, a mia prima firma. Riguarda sempre il tratto ferroviario Bologna-Porretta. In questo caso si sofferma sulla stazione di Casalecchio di Reno. La stazione di Casalecchio di Reno centrale è tornata pienamente operativa, dopo, appunto, la sospensione del servizio e la soppressione di alcune fermate, tra cui questa, a causa dei lavori di costruzione di un tratto, in galleria, della nuova Porrettana.

Questi lavori sono durati circa un anno. Oggi, appunto, la stazione è tornata operativa. A nostro avviso, occorrerebbe prevedere un potenziamento e un miglioramento dei collegamenti tra questa stazione, il centro di Casalecchio e conseguentemente anche il Capoluogo di Bologna, per qualificare ulteriormente l’offerta del servizio di trasporto pubblico e valorizzare, appunto, una stazione che è centrale dal punto di vista dei collegamenti dell’area metropolitana. È una stazione che è fornita anche di un parcheggio scambiatore e quindi, nell’ambito del progetto della mobilità sostenibile, è appunto centrale anche in questo senso.

Occorrerebbe rivedere anche alcune fermate di autobus, perché siano maggiormente coincidenti con gli orari dei treni e possano rappresentare un valido collegamento anche dal punto di vista turistico. C’è questo disallineamento, che non incentiva all’utilizzo del mezzo, ma soprattutto non permette di utilizzare correttamente i mezzi di trasporto, quindi bus e autobus.

Chiediamo quindi di impegnare la Giunta ad intervenire, per quanto di propria competenza, avviando una interlocuzione con TPER, affinché siano stanziate dall’operatore le risorse atte a potenziare questi collegamenti autobus dalla stazione di Casalecchio centrale verso il centro del paese e verso Bologna, al fine di qualificare l’offerta per i cittadini, ma anche per i turisti, in una zona che noi riteniamo ed è definita centrale per il sistema dell’area metropolitana.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Vado brevemente a presentare altri due ordini del giorno, che come Gruppo abbiamo presentato, collegati a questo oggetto.

Il primo riguarda il contrasto alle dipendenze patologiche, che sappiamo possono essere da sostanze psicotrope, quindi droghe di vario tipo e varie modalità di assunzione, ma anche da altre sostanze quali alcol, fumo eccessivo o addirittura abitudini, come quelle della pornografia, dell’uso dei videogiochi in maniera patologica, dell’uso dei social network in maniera esclusiva rispetto a quelle che sono la realtà e la società.

Queste dipendenze sono molto diffuse tra la popolazione ed in particolare tra i giovani, e proprio per questo ai giovani serve dare delle vie d’uscita, delle opportunità di riscatto da questi comportamenti che li tengono in qualche modo legati.

Noi riteniamo, non perché sia una nostra idea, ma perché ci sono ovviamente pratiche dimostrate scientificamente su questo argomento, che una proposta da fare ai giovani per evitare che entrino in questo status di dipendenza sia lo sport, e per questo riteniamo che sia importante investire sullo sport, su progetti che utilizzino lo sport proprio come cura delle dipendenze patologiche. Tra l’altro, l’Emilia-Romagna, leggiamo dal DEFR, vuole consolidare la leadership quale terra dello sport. Ci sentiamo di sottoscrivere questo e quindi di utilizzare bene e appieno questo strumento per evitare tutto quello che è legato alle dipendenze dai comportamenti o da sostanze che riguardano i giovani della nostra Regione.

Il secondo ordine del giorno che vado a presentare, invece, riguarda il discorso delle famiglie e della natalità.

La famiglia ovviamente è la prima cellula della società e quindi come tale va assolutamente, secondo noi, sostenuta. Perché, se si vuole in qualche modo sostenere la società serve partire dalla famiglia.

Le famiglie, purtroppo, risentono molto di questa crisi che è una crisi non solamente energetica ma da energetica si ribalta sull’inflazione dei prezzi e quindi sull’aumento dei prezzi, la diminuzione del potere di acquisto e le famiglie sappiamo bene che hanno bisogno di un sostentamento.

Questo ha ripercussioni anche su quello che è la natalità, cioè i nuovi nati all’interno delle famiglie.

Prima ci è stato spiegato che si stava discutendo la nota di aggiornamento ma dovevamo vedere che cosa c’era scritto nel DEFR e ovviamente siamo andati a vedere cosa c’era scritto. C’era tra il contesto della Regione anche un quadro demografico che ci portava dati preoccupanti in termini di natalità. Natalità che decresce continuamente, che ha avuto effetti negativi anche nel periodo della pandemia, che per qualche tempo qualcuno ha pensato di sostituire con la natalità di famiglie o di soggetti venuti dall’estero, ma anche questo non sta dando i risultati che si speravano.

La natalità è comunque in forte calo nella nostra Regione. Per questo non abbiamo trovato né nel DEFR, né nella sua nota di aggiornamento, alcun intervento.

Ecco che allora con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente di destinare fondi per l’attuazione di politiche di sostegno della famiglia e la natalità, anche attraverso la realizzazione dei cosiddetti progetti pro-life, cioè i progetti che le associazioni pro-life, o comunque tutto quanto il mondo che spinge per la vita, per la natalità, per le nuove nascite, propone. Perché quello che non siamo riusciti a fare come Regione Emilia-Romagna, qualcuno magari potrebbe insegnarci e darci suggerimenti di come si fa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Molto rapidamente, perché sono firmatario insieme alla collega Pillati di una proposta di emendamento all’ordine del giorno 7, che ha come primo firmatario il collega Marchetti e al quale hanno lavorato anche i colleghi Catellani e Delmonte. Torna su un argomento di cui abbiamo dibattuto 7, 8 mesi fa, sempre qui in aula, che riguarda la gratuità dei parcheggi attorno ai presìdi sanitari.

I due emendamenti modificano l’impegnato, mentre le premesse sono assolutamente corrette perché ripercorrono il percorso sul tema che la Regione ha avviato. Sostanzialmente chiedono, questi due emendamenti, entro il secondo trimestre del prossimo anno in Commissione competente venga effettuata una restituzione dei tavoli locali che sono composti da Comuni, aziende sanitarie associazioni dei pazienti, sindacati, ci venga restituito il loro lavoro di riorganizzazione della sosta attorno ai presìdi sanitari.

La seconda parte dell’impegnato, che poi è il secondo emendamento, di fatto viene quasi complessivamente riscritta ma sostanzialmente tenendo buona la necessità di individuare una quota, laddove è possibile, di parcheggi gratuiti per i pazienti che si recano presso i presìdi sanitari del territorio regionale per motivi di salute.

Chiede anche di lavorare di concerto con tutti i soggetti interessati al sostegno della mobilità anche per i dipendenti e per l’utenza in generale dei presìdi sanitari, incentivando anche altre forme di mobilità da e per i presìdi stessi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Intervento davvero telegrafico, giusto per confrontarci sull’emendamento che è appena stato illustrato dal consigliere Costa che insiste su un ordine del giorno che abbiamo abbinato alla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza regionale.

Il tema è quello che ha appena illustrato, ovvero quello della problematica legata ai parcheggi nei pressi degli ospedali della nostra Regione, che in alcuni casi risultano a pagamento, se pensiamo ad esempio al territorio bolognese, dove diversi presìdi ospedalieri sono interessati da questa problematica, che rappresenta un ulteriore balzello per chi si reca presso una struttura ospedaliera per motivi di salute, essendo costretti anche a pagare la sosta per l’auto.

Quindi, è un problema sicuramente da affrontare. L’avevamo fatto, come ha giustamente ricordato, con una nostra risoluzione alcuni mesi fa. In quell’occasione ci venne fatto presente che c’erano dei tavoli aziendali che stavano lavorando proprio sull’accessibilità dei presìdi ospedalieri da parte dei cittadini e dei pazienti. A questo punto abbiamo ritenuto opportuno arrivare un po’ a chiudere la questione, chiedendo alla Giunta di venire a riferire nella Commissione competente sul lavoro svolto da questi tavoli e sulle soluzioni che sono state individuate, andando a precisare comunque un ulteriore impegno che abbiamo ritenuto doveroso inserire in questo documento, ovvero quello di lavorare il più possibile per rendere gratuita la sosta in questi luoghi.

Mi rendo conto che la questione è estremamente complessa perché magari a volte si devono fare i conti anche con delle concessioni decennali per quanto riguarda la sosta e quindi ci sono anche dei tecnicismi da affrontare; ma credo che sia assolutamente una tematica da tenere al centro del dibattito, così come anche l’accessibilità da parte dei dipendenti stessi.

La maggioranza oggi ci propone di prevedere comunque delle modalità, degli incentivi sulla mobilità sostenibile, che non esclude però anche il lavorare sul rendere gratuito il parcheggio anche ai dipendenti. Credo che le tematiche da affrontare siano molteplici. Questo è sicuramente un passo avanti rispetto alla discussione che avevamo già fatto mesi fa. Quindi accoglieremo sicuramente questa proposta di modifica che giunge dalla maggioranza, con la speranza di poterci confrontare ulteriormente al più presto per riuscire a dare delle risposte concrete alla cittadinanza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Siamo in discussione sugli ordini del giorno, vero? Siccome è stato ripreso un emendamento che riguarda un tema su cui anche noi, come dicevo poc’anzi nel dibattito sugli emendamenti, su cui ci siamo spesi, quindi ci voglio ritornare anche per anticipare il mio voto su questo, nel senso che un voto favorevole su questo argomento non si nega a nessuno, anche perché, come dicevo, è dal 2016 che ce ne occupiamo.

Voglio ricordare però che sono passati sei anni, e dopo sei anni siamo ancora qua a parlare di lavorare, di confrontarci, di fare una Commissione per capire cosa è venuto fuori o verrà fuori dai tavoli, siamo qua che ci troveremo ancora a discutere.

Io vorrei capire quando iniziamo a fare qualcosa di concreto, perché in una situazione nella quale c’è un problema ovviamente economico, che pesa sulle spalle di tutti quanti, soprattutto delle fasce più fragili di questa popolazione, io penso a maggior ragione che sia urgente fare, anziché continuare a parlare, ed è il motivo per cui io ho presentato un emendamento per chiedere che almeno ci prendiamo un impegno concreto e lo mettiamo nella Nota di aggiornamento, anziché continuare a confrontarci, a dire che dobbiamo arrivare forse (non si sa quando) a prevedere la gratuità dei parcheggi.

Il collega Marchetti si ricorderà quante volte siamo intervenuti anche nella scorsa legislatura, quanti atti abbiamo presentato, io stessa ho presentato un’interrogazione su questo, quindi io vorrei che oggi arrivassimo a concordare delle scadenze entro le quali vogliamo fare, ed è il motivo per cui io ho presentato un emendamento, che mi pare di capire che però non verrà accettato, in sostituzione invece di un ordine del giorno in cui ci diciamo che ci vogliamo ancora confrontare su questo. Nel frattempo i cittadini e i pazienti che devono andare negli ospedali continuano a pagare, nel frattempo i dipendenti - anche qui assurdità delle assurdità - pagano il parcheggio per andare a fare il proprio lavoro, insomma mi pare che continuare a prendere altro tempo non sia la soluzione ideale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Non ho altri in dibattito generale. Ha chiesto la parola l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Rapidamente, solo per dar conto di alcuni elementi che sono arrivati, tra gli ordini del giorno e gli emendamenti, che riguardano materie più direttamente afferenti le deleghe di cui pro tempore porto la responsabilità.

Intanto mi fa piacere che l’aula abbia continuato a discutere e si continui a discutere di politiche per la montagna. Un fatto credo positivo. Credo che sia utile comunque per tutti, anche per tenere sempre in cima all’agenda delle nostre iniziative un tema che ci accomuna, accomuna molti di noi non solo per provenienza territoriale ma anche per interesse e visione rispetto alla nostra società regionale.

Volevo solo dare conto di alcuni aspetti molto rapidamente, intanto sul tema posto dal consigliere Facci attraverso l’ordine del giorno. Non ho il tempo qua, lo faremo magari in altra sede, appositamente in Commissione sarebbe utile, per quanto riguarda i ritardi che si sono accumulati, perché di questo si tratta, lo sappiamo, sul tema digitale che non sono però da imputare a Lepida quanto piuttosto a Open Fiber. Sarebbe utile fare una discussione magari per capire bene che cosa è successo e di chi sono le responsabilità.

Poi, è ovvio che per i cittadini e per le imprese cambia poco, che sia Lepida o sia Open Fiber, conta il risultato. Però per noi è utile capire dov’è situato il problema, perché forse possiamo insieme provare a colpire in modo preciso per dare una risposta a imprese e famiglie.

Comunque, il parere della Giunta su quell’ordine del giorno è un parere, quello presentato dal consigliere Facci e sottoscritto anche dalla consigliera Evangelisti, parere positivo.

Quindi proponiamo, la maggioranza, di accogliere l’ordine del giorno con una precisazione che mi corre l’obbligo di fare per quanto riguarda il tema telecomunicazioni, visto che è stato citato.

Questa Regione è impegnata già dal 2020 con un progetto speciale che è unico in Italia e che ci stanno chiedendo di provare ad esportare. Alcune delle altre Regioni e anche i gestori della telefonia ci hanno chiesto di poter condividere nelle linee generali con le altre Regioni per la copertura delle aree cosiddette bianche. In particolar modo ovviamente parlo delle telecomunicazioni della telefonia aree bianche che sono soprattutto quelle che le compagnie stesse definiscono a fallimento di mercato, cioè quelle dove l’investimento non è remunerativo per chi lo effettua.

Ecco, su quelle aree stiamo appunto facendo un Piano che va avanti da due anni. Già 17 tralicci sono stati posizionati, 6 verranno posizionati nel corso del 2023 precisamente nei Comuni di Casalfiumanese, Fontanelice, Pennabilli, Sogliano sul Rubicone, Gaggio Montano e Civitella di Romagna.

Questi saranno i primi sei di un percorso che da qui al 2025 prevede altri ventitré, oltre a questi, posizionamenti di tralicci che servono, appunto, per dare copertura, perché su quei tralicci sì agganciano poi le compagnie telefoniche per dare copertura ad aree in cui altrimenti la copertura non ci sarebbe.

Questo lo volevo dire per segnalare ovviamente questo lavoro che facciamo in collaborazione con l’assessora Salomoni e che sta andando avanti, a proposito di quali sono gli interventi segnalati all’interno della Nota di aggiornamento al DEFR e quali sono poi le politiche concrete che si mettono in campo; così come per quanto riguarda l’altro tema, che è più un emendamento, presentato dalla consigliera Evangelisti e sottoscritto anche dal consigliere Facci, cioè l’incentivo sul trasporto pubblico locale e l’attivazione di corse notturne e corse serali, con l’impegno per andare sulle corse serali e le corse notturne sulla tratta Bologna-Porretta Terme.

È un impegno sul quale il parere è positivo, perché, come ha spiegato anche l’assessore Corsini in diverse occasioni rispondendo a diverse interrogazioni che sono state fatte in quest’aula, alcune delle quali conosco molto bene, l’impegno della Regione è sempre stato quello di lavorare ed è quello di lavorare con Trenitalia per arrivare ad aggiungere queste corse già auspicabilmente nel corso del 2023, ovviamente compatibilmente con quelli che sono gli scenari complessivi di bilancio, che dopo discuteremo e conosciamo già. Però l’impegno c’è. Lo stiamo portando avanti e quindi il parere su questo è positivo.

Non torno perché non ho tempo sul tema delle strade, magari approfondiremo in Commissione. Io sono sempre disponibile. Penso che sia utile per tutti. L’intervento che però ricordava l’assessore Calvano di 11 milioni a favore dei 121 Comuni montani, che si vedranno appunto mettere a disposizione 11 milioni nei primissimi mesi del 2023 per le proprie strade, per la manutenzione ordinaria di strade comunali, quindi, oggetto che non sarebbe di competenza naturale della Regione, andrà, come diceva giustamente l’assessore Calvano, a coprire più del 50 per cento, in taluni casi forse anche l’80 per cento, di quelle che sono le spese di manutenzione ordinaria dei Comuni montani.

Un Comune mediamente di 4.000, 5.000, 6.000 abitanti a bilancio, solitamente, per la manutenzione ordinaria delle strade mette intorno ai 150.000 euro; noi contiamo di arrivare a dare, quando va bene, 70.000 o 80.000 euro per ciascuno di quei Comuni, attraverso quegli 11 milioni che dicevo. È un intervento che non ha paragoni per dimensioni e per capillarità.

Non basta, lo sappiamo, andremo avanti, però era solo per dare conto rapidamente del fatto che, al netto di quello che sono gli elementi e il consigliere richiamava rispetto alla Nota di aggiornamento al DEFR sulle politiche per la montagna, siamo ben disponibili a fare tutti gli incontri e tutti gli approfondimenti anche in Commissione, perché credo che le misure, i numeri e le risorse che stiamo impiegando e continueremo a impiegare, perché ce n’è bisogno, non possano temere alcun tipo di confronto, quindi ci siamo, il parere era positivo per queste ragioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi.

Altri? A questo punto siamo in dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti, ordini del giorno e provvedimento.

Chi vuole intervenire? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Una breve dichiarazione di voto. Il voto di Europa Verde sarà favorevole. È un documento di aggiornamento che chiaramente contiene anche un elemento con il quale Europa Verde non è d’accordo e non siamo mai stati d’accordo, l’abbiamo detto pubblicamente in più sedi, che è la questione del rigassificatore, un impegno che comunque ci arriva dal Governo centrale.

Questo però non modifica il nostro ritrovarci nel campo di questa maggioranza, quindi anche con il voto positivo che diamo alla Nota di aggiornamento del DEFR confermiamo questa appartenenza politica. Siamo una forza che qui è rappresentata da una sola consigliera, quindi non abbiamo avuto l’impatto politico sufficiente per cambiare questa decisione, che - ripeto - parte comunque da Roma.  Nel processo di discussione io ho già presentato i nostri due emendamenti, emendamenti che, come sempre, fanno riferimento a questioni di politiche ambientali, quindi per il resto voto favorevole.

Di striscio rilevo solo che di solito si accusa la maggioranza di copiare atti d’indirizzo della minoranza, usurpandone i contenuti, diciamo che può succedere anche il contrario, che la maggioranza presenti degli atti, che poi ritrova qualche giorno dopo in proposte di esponenti della minoranza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo appunto in dichiarazione di voto. Molto ho già detto negli interventi precedenti. Naturalmente questo è un documento che non vede il voto favorevole del Movimento 5 Stelle. È un atto molto di indirizzo politico e ci sono più di una questione che ci vedono su posizioni non concordi. A partire dalla questione del rigassificatore. Non sapevo che l’avessimo subito e quindi non vorrei che dovessimo subire oltre al primo, anche il secondo. Torno a dire, io su questo tema continuo a sentire un silenzio assordante e presenterò un’interrogazione, visto che nessuno è in grado di dire che cosa succederà rispetto al destino del rigassificatore di Piombino e se per caso ce lo ritroveremo così a cascata, a nostra insaputa, sulle coste romagnole. Ne prenderemo atto quando succederà, visto che qui dentro sembra che la decisione non ci riguardi e che anche il primo rigassificatore sia arrivato così, per caso, e sia piovuto dall’alto. È come se questa Regione non avesse responsabilità, perlomeno politiche, rispetto a questo.

Mi sembra anche un po’ improbabile, visto che è stato rivendicato dall’assessore Calvano, ma insomma questa maggioranza non perde occasione, giustamente dal loro punto di vista, di decantare le lodi di questa infrastruttura.

Però, ripeto, non vorrei che così a cascata ci piovesse anche il rigassificatore di Piombino. Mi piacerebbe capire qual è la posizione di questa maggioranza ma evidentemente non è dato saperlo.

Dopodiché, c’è un altro tema su cui siamo su fronti opposti, e non è una novità, ed è quello dell’autostrada Cispadana. Anche questo è un tema che è stato inserito nella NADEF regionale perché i costi sono lievitati. Passiamo da 1.300.000 euro a 1.650.000. Io non so se è “pratichismo”, lo dico all’assessore Calvano che ha usato questo termine, ma secondo me è uno spreco di denaro, molto semplicemente. Però, anche questo è stato inserito nel DEFR e giustamente la maggioranza, dal proprio punto di vista, lo rivendicherà.

Naturalmente, è inserito nero su bianco e ovviamente anche questo è un punto che ci divide e che evidentemente noi, che cerchiamo di essere un po’ coerenti con quello che diciamo, coerenti e conseguenti rispetto alle dichiarazioni pubbliche, evidentemente non potremmo votarlo a differenza di altri che convintamente, com’è stato detto anche in Commissione, voteranno questo atto. Dopodiché, penso che sugli ospedali, sui parcheggi pubblici, se non verrà votato positivamente il mio emendamento, sarà un’occasione persa perché, come dicevo, continueremo a parlare di questo tema e in concreto e nell’immediato non succederà, purtroppo, nulla.

Per tutte queste questioni, sulle assemblee dei cittadini mi pare che l’orientamento sia quello, ancora una volta, di bocciare l’ordine del giorno e mi dispiace perché anche all’interno della maggioranza ci sono forze politiche che hanno portato avanti questo tema. Eppure, evidentemente rimarrà lettera morta e qualcuno ne dovrà pur prendere atto, stando dentro la maggioranza ovviamente.

Poi c’è, appunto, tutto il tema, come dicevo, energetico, su cui certe scelte non ci vedono concordi, anche scelte che evidentemente non riguardano direttamente la Regione, però sappiamo, in linea generale, qual è l’orientamento sulle trivelle. Anche qui siamo su due punti di vista evidentemente opposti, come lo siamo, perché anche qui immagino che il voto sarà diverso, sul MES. Su questo sono già intervenuta e ne parleremo anche sugli atti di bilancio, perché dovrebbe arrivare un ordine del giorno sempre su questo tema. Naturalmente torno a dire che noi non siamo assolutamente favorevoli.

Insomma, ci sono tutta una serie di questioni che sono dentro a questo documento, ma anche che non ci sono, però su cui sappiamo quali sono gli orientamenti, e ad oggi, è anche legittimo dirlo, siamo evidentemente su posizioni diverse. Quindi, per tutti questi motivi e per le questioni che citavo, il nostro voto non può essere positivo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dichiarazioni di voto? Non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto passiamo alle votazioni. Prego, consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Mi scuso, presidente, ma ho una difficoltà oggettiva con il microfono. Quindi, mi scuso. Abbiamo ascoltato attentamente la replica dell’assessore Calvano ed anche in parte dell’assessore Taruffi. Non ci avete convinto. Il nostro parere non sarà positivo rispetto a questo Documento di economia e finanza, nemmeno nella forma…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio, per favore.

 

EVANGELISTI: …ritenendo, appunto, che non aggiunga nulla di più a quanto avevate “promesso” con le linee di mandato o al precedente documento.

Lo abbiamo già detto, sono i fondi europei che per la maggior parte fanno la differenza su alcuni progetti, e non altro. Quando abbiamo parlato di sanità, credo anche molto responsabilmente non abbiamo proposto azioni azzardate, abbiamo parlato di responsabilità, perché a nostro avviso è indispensabile guardare al passato per capire il presente, quindi c’è una politica nazionale che viene da una certa parte, la vostra, che ha condizionato in qualche modo anche la politica sanitaria regionale.

Secondo noi, il focus dovrebbe essere spostato, quindi abbandonare questa logica manageriale, puntare nuovamente alla cura, alla salute, confrontarsi con gli operatori sanitari. Non è una critica specifica nei confronti dell’assessore Donini, capiamo la sua difficoltà rispetto anche ad una situazione che ha ereditato, chiediamo però un minimo di autocritica, quindi l’affiancamento di un supporto tecnico, per capire cosa sia successo.

I tagli ci sono stati, oggi c’è una situazione che va ripensata sulla emergenza urgenza, non accetteremo tagli ai servizi, soprattutto ai presìdi ospedalieri di provincia, di alcun genere, rispetto anche all’emergenza urgenza e ai presìdi di pronto soccorso. Come ha detto l’assessore, avviso ai naviganti, quindi non accetteremo chiusure improvvise e tagli di alcun tipo.

Chiediamo un ripensamento su alcune pratiche che sono state recentemente adottate, quella dei POCT, quindi la soppressione dei laboratori e la sostituzione con queste analisi itineranti, non perché sia un nostro capriccio la richiesta, ma perché l’autorevole parere dell’Ordine dei medici ci dice che è un servizio che può essere utilizzato solo in particolari situazioni, in via quindi alternativa e non sostitutiva, quindi siamo preoccupati e per questo lo rileviamo. Non vogliamo addossare responsabilità, ma, secondo noi, nel momento in cui il direttore dell’azienda è informato di questo parere, l’assessorato alla sanità regionale non può che prenderne atto e adottare le opportune considerazioni.

Sul riordino istituzionale non siamo davvero convinti, e quanto abbiamo sentito, a nostro avviso, non corrisponde alla realtà dei territori. Hanno ragione il collega Pompignoli e il collega Facci quando parlano del riordino territoriale, che non risponde alla realtà. L’ho fatto anche io ieri. È un tema che ci è caro e che ci appassiona.

Abbiamo vissuto questo riordino territoriale come una sorta di imposizione, di scelta calata dall’alto sui territori. È vero che le Unioni in alcuni casi convenzionano servizi ma, come abbiamo detto da tempo, lasciate autonomia ai sindaci. I sindaci, come da qualcuno della maggioranza veniva auspicato, possono decidere anche di stipulare convenzioni relativamente a servizi, fuoriuscendo da quegli ambiti territoriali predeterminati per legge e quindi guardando anche alle province vicine. Dovreste avere più fiducia negli amministratori locali, che conoscono i territori.

Vi vorrei parlare non delle Unioni dell’area della Romagna ma, ad esempio, dell’Unione Terre d’acqua, che ha avuto e forse avrà anche nei prossimi mesi numerosi problemi in ordine alla governance, ma anche in ordine al proprio bilancio, dell’Unione dell’Appennino bolognese, che si è ripresa più per la buona volontà di alcuni sindaci e amministratori locali e senz’altro per l’intervento della Regione, che comunque, usando un’espressione un po’ non dico volgare ma banale, ci ha messo una pezza. Quindi, sì, il riordino istituzionale andrebbe rivisto ascoltando i territori e calandosi nelle realtà locali.

Il nostro voto rispetto a questo documento, l’ho già detto, sarà un voto non positivo. Ci tengo però a ringraziare l’assessore Taruffi e la maggioranza per l’accoglimento dell’emendamento proposto e anche dell’ordine del giorno che ho sottoscritto con il consigliere Facci. Ritengo che dobbiamo dare atto, appunto, a una particolare attenzione, così come voglio ringraziare per l’accoglimento dell’emendamento presentato in Commissione, e già approvato, che riguarda il ripristino delle terapie di agopuntura per le pazienti oncologiche. Lo ritengo un grande gesto di attenzione.

Era un progetto sperimentale della Regione Emilia-Romagna, sospeso per un periodo temporale ancora in essere a causa di difficoltà economiche. Era un progetto rispetto a cui le pazienti avevano trovato beneficio. Secondo me, è un progetto di pregio e non possiamo, appunto, che riconoscere che l’approvazione di questo emendamento abbia posto nuovamente l’attenzione su un problema sentito e che era stato momentaneamente accantonato.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto nominiamo gli scrutatori prima della votazione degli emendamenti: consigliera Rossi, consigliere Bulbi, consigliere Cuoghi.

Partiamo con la votazione degli emendamenti.

Siamo all’emendamento 1, a firma Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi.

Per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

Siamo all’emendamento 28, a firma della consigliera Piccinini.

Un attimo, c’è stata richiesta del dispositivo elettronico, quindi dichiaro aperta la votazione sull’emendamento 28, a firma della consigliera Piccinini.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 43

Favorevoli 1

Contrari 37

Astenuti 5

 

È respinto.

 

Passiamo all’emendamento 24, a firma della consigliera Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Catellani, Montevecchi e Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 15, sempre a firma dei consiglieri Catellani e Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto

 

Emendamento 30, a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi e Facci, che sostituisce l’emendamento 4.

Questo lo votiamo con voto elettronico.

Dichiaro aperta la votazione sull’emendamento 30.

Lo stanno preparando. Lo stanno predisponendo, un secondo di pazienza.

 

Votanti 42

Favorevoli 42

 

È approvato.

 

Colleghi, sono le ore 13,03, dichiaro chiusa la seduta antimeridiana.

Riprendiamo i lavori alle ore 14,30.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 13,03

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN; Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 5910

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2023". (115)

 

Emendamento 28

 

Presenti: 46

Favorevoli: 1

Contrari: 39

Astenuti: 5

Non votante: 1

Assenti: 4

 

Favorevoli:

PICCININI Silvia

 

Contrari:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; DAFFADÀ Matteo; DELMONTE Gabriele; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; LIVERANI Andrea; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio

OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; COSTI Palma; MONTEVECCHI Matteo

 

Astenuti:

Amico Federico Alessandro; Castaldini Valentina; Cuoghi Luca; Evangelisti Marta; Tagliaferri Giancarlo

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; MASTACCHI Marco; TARUFFI Igor

 

Non votante:

PETITTI Emma

 

Emendamento 30

 

Presenti: 44

Favorevoli: 43

Non votante: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DELMONTE Gabriele; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; LIVERANI Andrea; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; COSTI Palma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; EVANGELISTI Marta; GIBERTONI Giulia; MASTACCHI Marco; POMPIGNOLI Massimiliano; TARUFFI Igor

 

Non votante:

PETITTI Emma

 

(Gli emendamenti che insistono sull’oggetto 5910 sono pubblicati in allegato al resoconto integrale 183 – Seduta 20 dicembre 2022 Pomeridiana)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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