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187.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 24 GENNAIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5946

Interpellanza relativa alla mancata Valutazione di incidenza ambientale (VINCA) sul nuovo Regolamento di settore per l'attività venatoria nelle aree contigue del Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

BARUFFI, sottosegretario

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 5995

Interpellanza relativa ai ritardi nell'avvio dell'intervento di ricostruzione, a seguito del sisma del 2012, della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel Comune di Argenta (FE). A firma della Consigliera: Zappaterra

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

BARUFFI, sottosegretario

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 6039

Interpellanza per conoscere la tempistica prevista dalla Giunta per l'approvazione dei Programmi di cui all'art. 73 della legge regionale 7 del 2014, relativi agli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione e dei boschi ripariali a fini idraulici. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 5457

Designazione delle Consigliere di parità regionali effettiva e supplente. (119)

(Designazione consigliera di parità effettiva Carla Castellani e consigliera di parità supplente Natalia Maramotti)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

PIGONI (BP)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 6281

Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare misure a sostegno del comparto dell'editoria. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6279

Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare modalità e strumenti per affrontare la vertenza in corso che coinvolge l'Agenzia di stampa Dire, al fine di evitare la perdita di posti di lavoro. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6296

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'opportunità di incontrare a breve la proprietà e il Cdr della sede dell'Agenzia di stampa DIRE di Bologna al fine di trovare, anche con l'eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti, soluzioni a tutela di lavoratrici e lavoratori e del proseguimento del lavoro di informazione che svolgono. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6324

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi urgentemente per trovare soluzioni atte a risolvere la difficile situazione dell'Emilia-Romagna, strettamente collegata alla complessa vicenda che riguarda il comparto dell'editoria a livello nazionale. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Zamboni, Piccinini, Zappaterra, Pigoni, Mastacchi, Amico, Rancan, Castaldini

(Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

PICCININI (M5S)

ZAMBONI (EV)

TAGLIAFERRI (FdI)

PRESIDENTE (Zamboni)

ZAPPATERRA (PD)

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

BARUFFI, sottosegretario

PRESIDENTE (Zamboni)

EVANGELISTI (FdI)

PICCININI (M5S)

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 5564

Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a sensibilizzare l'opinione pubblica in merito al processo di regolazione costituito dalla "Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia e che modifica il Regolamento (UE) 2019/942" e a prevedere azioni di monitoraggio delle perdite strutturali che si verificano negli impianti petroliferi e di gas in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e ritiro)

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

BESSI (PD)

FACCI (Lega)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 5607

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la realizzazione della Diga di Vetto. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Rainieri

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 6281

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,42

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno.

Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 187 del giorno 24 gennaio 2023.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Colla e Lori.

La consigliera Costi ha informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 5946

Interpellanza relativa alla mancata Valutazione di incidenza ambientale (VINCA) sul nuovo Regolamento di settore per l’attività venatoria nelle aree contigue del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Interpellanza 5946: interpellanza relativa alla mancata valutazione di incidenza ambientale sul nuovo Regolamento di settore per l’attività venatoria nelle aree contigue del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna. L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Risponde il sottosegretario? Va bene. Allora, buongiorno, sottosegretario.

Torniamo sul tema della mancata VIncA alle modifiche del Regolamento sulla caccia nelle aree contigue del Parco del Delta del Po, tema già portato in aula, su cui è importante specificare che ho già avuto una risposta da parte della Giunta, da parte dell’assessora Lori, che nella precedente risposta aveva espresso smarrimento rispetto a questa mancata VIncA, addirittura dicendomi che loro avrebbero chiesto ulteriori approfondimenti all’Ente. Cito la sua risposta: “Questo aspetto andrà approfondito – quindi la mancanza della VIncA decisa unilateralmente dalla direzione del Parco del Delta del Po – ed è nostro intendimento chiedere approfonditi chiarimenti all’Ente rispetto a questa che auspichiamo sia semplicemente una mancata trasmissione”. Questo è quello che diceva la Giunta rispondendomi in aula alla precedente interpellanza che ho portato su questo tema. Quindi, l’assessora Lori diceva: “Sicuramente propendiamo a favore di una valutazione di incidenza”. Cioè, la Giunta mi diceva: “La VIncA andava fatta. Il Parco si è dimenticato di mandarcela. Speriamo che sia una mancata trasmissione – diceva la Giunta – noi in questo momento effettivamente non l’abbiamo e non siamo in grado di valutare, ma certamente chiederemo ulteriori approfondimenti all’Ente”. Dopodiché, le cose sono andate avanti, si è andati avanti anche rispetto alla ratifica di questa modifica del Regolamento della caccia nelle aree contigue, su cui dovremmo poi aprire anche una parentesi per chiarire cosa sono queste aree contigue. Cioè, è una specie di gigantesco parco che racchiude il piccolo parco. In altri termini, è di fatto un modo per permettere la caccia all’interno del Parco del Delta del Po. Che cosa si fa se si vuole dire ai cacciatori “venite a cacciare all’interno del Parco del Delta del Po”, che è notoriamente una zona protetta? Si fanno delle aree contigue, che sono addirittura più grandi del parco stesso, e lì si permette la caccia, quando in realtà norma di minima civiltà vorrebbe che le aree contigue fossero aree di protezione a tutela dell’area protetta. Lì quindi semmai la caccia, se deve esserci, deve essere meno aggressiva e di densità inferiore rispetto alle aree esterne.

Rispetto alle risposte avute dalla Giunta sono rimasta alla Giunta che mi dà ragione; non so se sarà così anche oggi, o se avrete cambiato la vostra versione, che mi dice “il parco non ci ha mandato la VIncA, la VIncA effettivamente andava fatta, chiederemo approfondimenti al parco”. A questo punto chiedo al sottosegretario se ci aggiorna sulle richieste che sono state fatte al parco.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

L’aggiorno su quanto mi è stato riferito rispondendo a nome e per conto dell’assessore Lori. In riferimento all’interpellanza di cui all’oggetto, si comunica che a seguito di un’ulteriore verifica, quindi è stata condotta, non si ritiene necessario rivedere il contenuto della deliberazione della Giunta regionale del 12 settembre 2022, rinviando all’ente gestore, cioè l’Ente Parco per la biodiversità Delta del Po, il provvedimento di regolamento di settore per l’attività venatoria delle aree contigue al Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna di cui alla deliberazione, affinché le modifiche al regolamento previgente siano sottoposte a valutazione di incidenza ambientale.

Infatti, l’unica modifica apportata al regolamento è quella relativa alla diminuzione dei tesserini speciali per l’accesso alle aree contigue dell’area protetta ai fini venatori, misura introdotta proprio al fine di dare attuazione alle prescrizioni contenute nella valutazione di incidenza del regolamento previgente.

C’era un regolamento, è stata fatta la valutazione. Ci si sottopone a quella restrizione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Questa è una risposta inaccettabile. Io esprimo solidarietà al sottosegretario che ha dovuto portarla in aula, sono corvée non da poco.

Io devo dire che non tutti probabilmente avrebbero la forza di venire in aula a leggere questo foglio. Quindi, innanzitutto esprimo solidarietà al sottosegretario Baruffi. Ripresenterò poi questa interpellanza affinché l’assessore Lori non viene in aula e con la stessa forza del sottosegretario Baruffi mi legge quel foglio. Vorrei vedere però anche con quale coraggio riuscirà a leggerlo, perché ribadisco che le sue dichiarazioni sono state all’opposto, durante l’ultima interpellanza. Di fatto, quindi, si sta come minimo esprimendo una sudditanza della Regione rispetto al parco, e io questo non lo capisco. Perlomeno, che gli enti siano alla pari: una sudditanza della Regione Emilia-Romagna rispetto al Parco del Delta del Po io non la capisco. Tra l’altro, mi insegnate voi che la forma è sostanza, perché lo ripetete sempre, e se la forma è sostanza si fa un Regolamento, l’anno dopo lo si modifica, si dice che non c’è bisogno della VIncA solo sentendosi al telefono tra Parco e Regione… Fateglielo mettere per iscritto almeno al Parco che non c’è bisogno della VIncA, per quale motivo, e magari che una VIncA si faccia comunque visto che l’Assessorato si è già esposto a dire che la VIncA va fatta. Quindi, sudditanza della Regione rispetto al Parco, gravissimo, perché vuol dire che la Regione rinuncia a fare la propria attività di controllo e la propria attività di deliberazioni corrette anche dal punto di vista di un procedimento minimamente rigoroso. Non sto parlando di format svizzeri, minimamente rigoroso, che le cose non vengano dette per le vie brevi durante una telefonata tra il Parco e la Regione e che la Regione subito dica: se lo dite voi, va bene, allora vuol dire che non c’è bisogno della VIncA.

Quindi, inqualificabile la risposta di cui non è responsabile, ovviamente, l’ambasciatore, però la risposta resta inqualificabile.

Pretendo, pretenderò, mi spiace doverla ripetere questa interpellanza per la terza volta, però sarà così, che questa stessa risposta venga letta dall’assessore che ha questa delega, che ha dato una risposta esattamente contraria la volta precedente e che adesso, nonostante quello che tra l’altro ISPRA ha detto rispetto al primo Regolamento, della mancanza grave di scientificità di quel Regolamento… Io queste cose ve le ho lette in aula citando ISPRA e non sono cose commendevoli dette da un Ente come quello rispetto alla conservazione degli habitat delle specie ornitiche. Parlava di mancanza di contenuti tecnico-scientifici a sostegno delle misure previste. A proposito del credere nella scienza. Qui mancano contenuti tecnico-scientifici.

Obiettivo del Regolamento è il mantenimento dello status quo. Questo va a discapito dell’attuazione di interventi efficaci finalizzati al miglioramento della conservazione della tutela delle popolazioni di uccelli selvatici in una porzione molto rilevante del parco. ISPRA, citiamo ISPRA.

Quindi, dire che è così perché il parco al telefono dice che non è necessaria la VIncA e subito vediamo l’Assessorato che si fa a zerbino e addirittura prima dà ragione a me dicendo che effettivamente forse è una mancata trasmissione, poi la volta successiva non si presenta l’assessore a prendersi la responsabilità dell’errore che ha fatto, è qualcosa che va oltre ogni commento. In realtà sto commentando, ma effettivamente non dovrei. È incommentabile quello che succede.

Noi ci ritroveremo, ci troveremo con chi ci sarà e se non c’è il sottosegretario non so chi potrà venire in sostituzione. Magari verrà qualcuno in sostituzione del sottosegretario la prossima volta, e con chi ci sarà ci diremo le stesse cose. Ci diremo le stesse cose, però vorrò vedere bene con quale coraggio.

 

OGGETTO 5995

Interpellanza relativa ai ritardi nell’avvio dell’intervento di ricostruzione, a seguito del sisma del 2012, della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel Comune di Argenta (FE). A firma della Consigliera: Zappaterra

 

PRESIDENTE (Petitti): Interpellanza 5995, relativa ai ritardi nell’avvio dell’intervento di ricostruzione, a seguito del sisma del 2012, della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel comune di Argenta, a firma della consigliera Zappaterra.

Prego, consigliera.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Cercherò di essere sintetica, perché la premessa dell’interpellanza è molto articolata, ma il sottosegretario ha chiaro il tema. Si tratta della chiesa della Beata Vergine Immacolata di Anita, per la precisione, in Comune di Argenta. La questione è un po’ complicata perché la proprietà è del demanio, è gestita dall’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia. Nel 2013 è stata ammessa a un contributo post sisma del 2012 da parte della Regione Emilia-Romagna per più di 800.000 euro. Il soggetto attuatore è l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, che ha predisposto il progetto dell’intervento di ricostruzione. Il Ministero dei beni culturali ha autorizzato l’intervento così come progettato. Poi non sto a ripetere il numero dell’ordine, l’oggetto e il protocollo. Nell’ordinanza n. 52 del 2016 è stato rimodulato l’importo assegnato dal piano beni culturali per quell’intervento relativo alla suddetta chiesa, per un importo di circa 313.000 euro. Il soggetto attuatore, sempre l’Arcidiocesi, ha presentato, tramite la piattaforma informatica Fenice, la richiesta della somma relativa al primo acconto, pari al 5 per cento dell’importo finanziato per l’intervento, circa 15.000 euro. Il commissario delegato ha liquidato tale somma al soggetto attuatore, sempre nell’Arcidiocesi.

I danni causati dal sisma in oggetto furono di oltre 12 miliardi di euro. Finora sono stati concessi poco meno di 6,5 miliardi a famiglie e imprese, permettendo di ristrutturare e di recuperare un numero significativo di abitazioni, di scuole e di attività commerciali, e questo lo dico perché il meccanismo della ricostruzione, rispetto al sisma del 2012, in Emilia-Romagna ha funzionato. La gestione post sisma, non per esagerare, ma è ritenuta certamente un esempio a livello nazionale per quanto riguarda la ricostruzione.

Non faccio l’elenco delle chiese danneggiate che sono già state recuperate. Sintetizzo l’obiettivo dell’interpellanza, che sta nel fatto che, nonostante molti edifici siano già stati recuperati e tra questi edifici molte chiese, ancora non abbiamo notizie del motivo per cui l’intervento sulla chiesa della Beata Vergine di Anita non sia ancora stato effettuato.

Quindi, ho interpellato la Giunta regionale e l’assessore competente per sapere se sono a conoscenza del grave ritardo nell’avvio dell’intervento di ricostruzione della chiesa suddetta, se hanno conoscenza di quando presumibilmente potranno essere avviati i lavori, per i quali sono già stati stanziati fondi, o se ci siano motivi che precludono il prosieguo dell’intervento della ricostruzione del suddetto immobile.

Insomma, io penso che vada ormai data una risposta a quella comunità, che ancora non sa perché la chiesa di Anita versa ancora in condizioni di non ristrutturazione rispetto a tutte le altre colpite dal terremoto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In merito all’interpellanza in oggetto è opportuno riepilogare e integrare le informazioni riportate nella pur articolata e dettagliata premessa dell’interrogante per chiarire meglio il quadro dei finanziamenti, le tempistiche, i soggetti coinvolti con i rispettivi ruoli.

La chiesa della Beata Vergine Immacolata sita in piazza dei Caduti in località Anita, nel comune di Argenta, è ricompresa all’interno del programma delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dagli eventi sismici del maggio 2012, aggiornato, da ultimo, con delibera della Giunta regionale del 27 giugno 2022 e corrispondente all’ordinanza commissariale n. 11 del 6 luglio 2022. L’importo previsto dal programma per tale intervento è pari a 895.000 euro.

L’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, soggetto attuatore dell’intervento, ha predisposto il progetto esecutivo per un intervento di ripristino con miglioramento sismico, che ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie e la concessione del finanziamento allocato dal programma come riepilogato di seguito. È stato autorizzato per la prima volta in data 18 novembre 2014, con relativo visto di congruità tecnico-economica per la parte finanziaria rilasciato dal Servizio geologico e sismico dei suoli. Con successivo decreto del 26 giugno 2015 è stato assegnato all’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia un contributo pari a 313.587,30 euro per l’esecuzione dei lavori autorizzati. Si evidenzia che a tale data il finanziamento dell’opera da parte del commissario delegato copriva solo un primo stralcio di lavori e non l’intero importo del progetto.

Nonostante l’approvazione intervenuta, l’Arcidiocesi non ha proceduto all’appalto del primo lotto già finanziato, ritenendo preferibile attendere la copertura completa dell’intero intervento. Ai fini della quantificazione e del reperimento della copertura residua, in data 22/12/2017 l’Arcidiocesi ha trasmesso all’Agenzia regionale per la ricostruzione copia del progetto esecutivo modificato con richiesta di incremento della congruità. La Soprintendenza del Ministero della cultura competente per territorio ha rilasciato, con nota del 14 marzo 2018, l’autorizzazione di propria competenza con prescrizioni. Il RUP dell’Arcidiocesi ha quindi trasmesso all’Agenzia per la ricostruzione le integrazioni nel giugno 2018 al progetto, recependo le modifiche richieste e prescritte. La stessa Sovraintendenza ha preso atto degli aggiornamenti con propria, ulteriore autorizzazione del 1 ottobre 2018. Conseguentemente, in data 19/12/2018, l’Agenzia regionale per la ricostruzione ha provveduto al nuovo rilascio dell’attestazione di congruità della spesa, per un importo pari a 728.990 euro.

Con decreto del 13 maggio 2019, l’ulteriore importo autorizzato è stato assegnato al soggetto attuatore per l’esecuzione dei lavori autorizzati.

Nel 2021, con determinazione del 10 settembre 2021, il Servizio geologico sismico suoli ha rilasciato, su istanza del soggetto attuatore, una nuova autorizzazione sismica, essendo la precedente del 2014 decaduta per decorrenza dei termini dei cinque anni.

Nel febbraio del 2022, si è tenuto un incontro fra i tecnici dell’Arcidiocesi e l’Agenzia regionale per la ricostruzione, in cui venivano annunciate modifiche ulteriori ai quadri economici del progetto, legate all’emergenza sanitaria Covid-19 e al necessario aggiornamento del prezziario regionale del 2021. Il RUP ha quindi trasmesso gli elaborati di aggiornamento, cui ha fatto seguito il rilascio di nuova autorizzazione di congruità della spesa, per un importo questa volta pari ad 802.170 euro.

A maggio 2022, infine, stante l’andamento del mercato dei materiali da costruzione, il soggetto attuatore ha presentato un’ulteriore richiesta di revisione della congruità, con aggiornamento dei prezzi di progetto all’elenco regionale dei prezzi, edizione aprile 2022.

L’Agenzia ha quindi rilasciato da ultimo una nuova attestazione di congruità della spesa in linea tecnica, nelle more del successivo aggiornamento dei piani annuali, per un importo pari a 891.028 euro. Con decreto del 22 luglio 2022 (siamo quasi ai giorni nostri), gli ulteriori importi autorizzati sono stati assegnati al soggetto attuatore per l’esecuzione dei lavori autorizzati.

Si conferma pertanto che, nonostante la copertura finanziaria dell’opera e l’approvazione del progetto in via parziale del 2015 e completa nel 2019, l’Arcidiocesi non ha ancora provveduto all’appalto dei lavori in progetto.

Stante quanto riepilogato e l’inquadramento dei ruoli nell’ambito della realizzazione dell’intervento, le strutture a supporto del commissario hanno fatto tutto quanto necessario e richiesto dal soggetto attuatore al fine di metterlo nelle condizioni di appaltare l’opera e realizzare l’intervento sin dal 2015, per stralci, e con finanziamenti ancora parziali, e dal 2019, garantendo tutte le coperture e autorizzazioni necessarie per poter essere realizzato nella sua totalità.

Come per tutti gli interventi afferenti al Programma delle opere pubbliche dei beni culturali, il commissario, ovviamente, attraverso la sua struttura operativa, cioè l’Agenzia per la ricostruzione, fornisce, su richiesta, supporto tecnico ai soggetti attuatori per la predisposizione degli elaborati progettuali e la valutazione di tematiche complesse. Ad oggi debbo dire che non si conoscono le motivazioni che hanno impedito nuovamente al soggetto attuatore la realizzazione dell’intervento, né risultano contatti ulteriori da parte dell’Arcidiocesi, o segnalazioni di particolare criticità intervenute.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Grazie anche al sottosegretario per la risposta molto esauriente e molto dettagliata.

Sono soddisfatta della risposta per la parte di sua competenza. Prendo atto che i ritardi sono imputabili al soggetto appaltatore che non ha ancora provveduto a procedere. Le chiedo cortesemente, sottosegretario, se può farmi avere il testo della risposta scritta, perché credo, a questo punto, che seguiranno altri interventi da parte nostra per cercare di sollecitare l’Arcidiocesi a muoversi. Magari chiederemo anche una mano alla Giunta, se non altro per capire perché non stanno ancora procedendo. Adesso consegnerò la risposta alla comunità e vedremo di capire se possiamo velocizzare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

 

OGGETTO 6039

Interpellanza per conoscere la tempistica prevista dalla Giunta per l’approvazione dei Programmi di cui all’art. 73 della legge regionale 7 del 2014, relativi agli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione e dei boschi ripariali a fini idraulici. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interpellanza – ricordo che la n. 6127 è stata rinviata – oggetto 6039: interpellanza per conoscere la tempistica prevista dalla Giunta per l’approvazione dei programmi di cui all’articolo 73 della legge regionale n. 7 del 2014, relativi agli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione dei boschi a fini idraulici. L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore.

Torniamo su un tema che riguarda il taglio indiscriminato della vegetazione lungo le nostre aree ripariali. In particolare, qui stiamo lungo il fiume Reno, tra Passo Gatti e Malacappa. Qual è il punto? Io avevo già ricevuto una risposta dal suo assessorato, che riguardava il taglio indiscriminato di alberi…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio, per favore.

 

GIBERTONI: …in quella zona e mi era stato risposto che in realtà l’intervento effettuato era stato rispettoso del mantenimento del corridoio ecologico e che la selezione aveva favorito la salvaguardia di pioppi e salici, privilegiando il taglio di acero, robinia, ailanto ed erano inoltre stati lasciati arbusti sulla bassa sponda per favorire ombreggiamento dell’alveo.

In seguito a un sopralluogo effettuato di persona, insieme a diversi attivisti, ambientalisti, abbiamo potuto constatare, purtroppo, come in realtà non sia andata così. Anzi, eseguendo di persona questo sopralluogo noi abbiamo visto che sono stati completamente rimossi tutti gli alberi di maggiori dimensioni, prevalentemente pioppi e più in generale, praticamente il 90 per cento della biomassa arborea. Non sembra che sia stata svolta alcuna cernita, perché si è proceduto tagliando alberi ben cresciuti per nulla pericolanti, e sono stati rilasciati solo pochi esili fusti di massimo 22 centimetri di diametro, tra l’altro diversi dei quali sono robinie che, secondo le specifiche regionali, avrebbero dovuto essere completamente rimosse.

Quindi, un quadro completamente diverso da quello che le era probabilmente stato dato, assessore, completamente diverso. Ossia, sono stati appunto tirati via, tagliati malamente, quegli alberi che non potevano essere conservati e sono stati lasciati alberi, però appunto piccoli fusti, che dovevano essere tolti.

Questo indica, come ho già avuto modo di spiegare in altre occasioni, perché questo è un tema purtroppo che continua ad essere un dramma, una piaga nella nostra Regione e nei nostri territori, che queste ditte spadroneggiano. Queste ditte private a cui vengono affidati il taglio dei nostri alberi, nei nostri terreni pubblici, lungo le rive dei nostri fiumi, spadroneggiano completamente.

Quindi, quella ditta che ha operato tra Passo Gatti e Malacappa sul fiume Reno, molto probabilmente ha potuto eseguire quello che ha fatto senza alcun effettivo controllo da parte del soggetto attuatore, cioè l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile. Lo ha fatto in un modo grossolano, senza proprio guardarci, proprio svogliatamente e nello stesso tempo violentemente. Ottimizzando in più, a suo esclusivo vantaggio, la produzione in termini di ore macchine, di ogni macchina.

Infatti, non sono stati salvati gli esemplari importanti e non c’è stata nessuna selezione, come dicevo, con il concreto risultato di azzerare di fatto le funzioni di protezione e ambientali di queste formazioni boschive ripariali.

Significa che abbiamo un tema di mancanza di controlli, abbiamo un tema di ditte che fanno il proprio interesse, che è un interesse privato. Abbiamo una Regione che non fa da filtro e lascia spadroneggiare queste ditte, e io non ne capisco il motivo, visto che ormai le cose si possono verificare di persona. Abbiamo avuto un quadro, che ci è stato presentato in aula, che non corrispondeva alla realtà.

Io quindi prendo di nuovo l’avvio da questo caso del fiume Reno e da questo taglio indiscriminato, in cui si è fatto strame di alberi che sono di tutti i cittadini, di pezzi di ambiente che sono di tutti i cittadini, possibilmente di sicurezza idrica, e direi che è un tema molto rilevante in questa regione, se non prioritario in questa regione, di denari pubblici. In ogni caso queste ditte qua evidentemente non hanno proprio la vocazione di occuparsi di ambiente. Andrebbero controllate e non vengono controllate a sufficienza.

Quindi, riprendo l’avvio da questo ennesimo scempio, da questo ennesimo delitto sulle spalle, ai danni dei nostri pezzi di ambiente pubblico per chiedere all’Assessorato, per chiedere all’assessora Priolo in quale anno preveda di approvare i programmi. Perché insisto sui programmi? Ritengo che questi programmi, che sono comunque previsti dalla Regione… Magari lei non era ancora assessore e quindi non l’ha scritta lei questa legge, però era sempre questo partito che governava questa Regione, e appunto faccio riferimento alla legge n. 7 del 2014, che all’articolo 73 dice che i programmi saranno approvati entro il 10 luglio 2016.

Anche togliendoci quei due anni lì, ne sono comunque passati sette di troppo. Ne sono passati nove complessivamente. Ne sono passati comunque sette di troppo. Ritengo che un tipo di pianificazione come questa porterebbe maggiore chiarezza perché è sicuramente uno sforzo, ma è un valore aggiunto. Porterebbe maggiore chiarezza e darebbe uno strumento alle amministrazioni locali, ai cittadini e non ultima alla Regione di poter controllare, dare maggiore trasparenza, dare maggiore evidenza pubblica a quello che sta diventando un vero e proprio abuso, perpetrato da ditte che la Regione non controlla perché non verifica quello che fanno, ai danni della nostra vegetazione.

Quindi, chiedo all’assessora aggiornamenti sulla pubblicazione definitiva di questi programmi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Vicepresidente Priolo, prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: In effetti, non è la prima e non sarà, credo, l’ultima puntata, consigliera, su questo versante, però alcune considerazioni rispetto a quello che ha detto sul taglio specifico sul fiume Reno bisogna che io gliele fornisca, anche perché le affermazioni ulteriori che lei fa in seguito anche all’interrogazione che mi ha rivolto e a cui ho già risposto sono basate su un sopralluogo che lei ha fatto, ma che è stato effettuato a fine lavori. Quindi, conseguentemente, è necessario un quadro esaustivo della fascia arborea antecedente il taglio che le vorrei fornire. Le specifico a tal proposito che la fascia boscata presentava caratteristiche dendro-strutturali scarsamente compatibili con tratti fluviali arginati artificiali a causa della elevata percentuale di micro-massa presente sul suolo, di piante morte in piedi o schiantate. Sulla parte di bassa sponda, per effetti dell’erosione idrica, risultava diffusa la presenza di piante divelte, cadute e ferme in acqua, trattenute dalle zolle radicali o fortemente piegate verso l’alveo e prossime allo schianto. Tale situazione si riscontra in genere per i soprassuoli di bosco ripariale spontaneo di età superiore a dieci anni. L’ha sottolineato anche lei. Pur presentando una valenza ecologica, risulta alquanto incompatibile con tratti artificiali di alveo come quello in esame. L’intervento eseguito prevedeva la ricostituzione di una situazione idonea al controllo e gestione del corpo arginale, ovvero al ripristino di una copertura erbacea dell’intero rilevato e di quattro metri di pista golenale al piede, necessari a consentire il transito di mezzi d’opera e di controllo delle difese arginali. La percorribilità del ciglio arginale e il mantenimento di una copertura erbacea del profilo nel rispetto della normativa vigente sono esigenze primarie al fine di garantire il monitoraggio periodico dello stato delle strutture arginali. La golena in tale tratto si presenta assai contenuta nella sua ampiezza e la condizione vegetazionale sopradescritta ha determinato la necessità di procedere a un taglio che ha interessato essenzialmente numerose piante a rischio schianto in acqua, come ho precisato prima, oltre al necessario e urgente prelievo di decine di piante già cadute in acqua che potevano formare tappi in caso di piene e favorire, per aggiramento, l’erosione spondale della già ridotta golena.

Mi trovo qua in aula molte volte a rispondere, invece, a consiglieri che mi chiedono perché non facciamo le pulizie in alveo. Qua è il contrario, perché le stiamo facendo. È un po’ complicato mettere sempre a sistema. L’intervento ha comunque interessato una sola sponda e tutte le ceppaie sono state preservate – questo è importante, consigliera – al fine di poter ricacciare nuovi polloni già dalla prossima primavera. Questo è un aspetto importante. A tal proposito, si invita a verificare la condizione del tratto di fiume antistante a Trebbo di Reno, in cui è stato effettuato un taglio con modalità analoghe nel 2020.

Rispetto alle considerazioni circa la criticità idraulica per l’abitato di Malacappa, si rammenta inoltre che tale abitato rientra tra le situazioni a rischio molto elevato, così come individuate dal vigente Piano stralcio di assetto idrogeologico, la cui condizione potrà essere rivista solo dopo l’esecuzione di tutti gli interventi previsti dal Piano stesso, o perlomeno di quelli localizzati a monte di Malacappa.

Ciò premesso, rispetto al suo tema – però la premessa era doverosa – quindi rispetto al tema dei programmi di gestione della vegetazione ripariale e la loro approvazione, confermo nuovamente, come già dichiarato in altre interrogazioni, l’intenzione ferma della Regione che ha inserito tali programmi come misure specifiche all’interno del PGRA.

Questo è un aspetto che le devo rammentare, perché il Piano gestione rischio alluvioni è stato approvato dall’Autorità di Bacino recentemente e proprio a conferma del fatto che si tratta di un obiettivo strategico che si vuole portare a compimento entro il sessennio di vigenza di questo Piano. Per cui, in assenza del Piano, il Piano che lei richiamava della legge precedente, sarebbe stato già superato.

Quindi, è evidente in ogni caso che la gestione della vegetazione ripariale è un’attività molto complessa, ce lo siamo già detti, e che necessita di attività propedeutiche e di aggiornamento conoscitivo, idrologico e idraulico, morfologico ed ecologico indispensabile per l’elaborazione dei programmi di manutenzione e gestione. Un’attività che peraltro si collega appieno al suo suggerimento di promuovere interventi che incrementino la capacità di laminazione e si presume sottinteso naturale del fiume Reno, che rappresenta una delle strategie delineate a livello distrettuale, ovvero quella di assicurare maggiore spazio ai fiumi, nuova strategia distrettuale.

Tale condizione permetterà senz’altro di definire criteri di maggiore compatibilità della presenza di vegetazione con condizioni di rischio idraulico accettabile.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Io penso che noi possiamo decidere di seguire correnti filosofiche diverse, quelle che ritengono che la realtà non è attingibile, la realtà inconoscibile, e quindi se viene detto che il lavoro è stato fatto in un certo modo poi si fa un sopralluogo in realtà le due cose esplicitano due mondi diversi.

Quando però, assessora, lei mi ha risposto, quando mi ha risposto, vicepresidente Priolo, la sua risposta era già al passato prossimo. Lei mi ha risposto che quell’intervento è stato fatto in un modo rispettoso, quindi diciamo che è stata una risposta che mi ha dato osservando i lavori alla loro fine, così come io le ho fatto altre domande dopo un sopralluogo alla fine dei lavori.

Voi mi avete detto che i lavori erano finiti ed erano stati fatti in un certo modo, io vi dico che non sono stati fatti in quel modo. Ora, dato che purtroppo non è la prima volta, e io spero che sia l’ultima, ma non lo so, che viene fatto scempio della vegetazione ripariale, dei boschi ripariali, dei nostri alberi… Perché nella nostra regione quello che ormai dobbiamo, forse i cittadini hanno già preso atto, io faccio ancora un po’ fatica come addetto ai lavori ad accettare che si continui a proseguire così… I boschi ripariali vengono sistematicamente utilizzati alla stregua di miniere preziose di biomasse da parte di poche imprese del settore. Quindi, c’è anche una speculazione sulla pelle viva del nostro ambiente, che è gravissima.

Io credo che i cittadini che sono venuti in quel sopralluogo e hanno visto lo stato dell’alveo dei fiumi, non capiranno neppure oggi, non capiranno in futuro se le cose continueranno così, per quale motivo posta qualcuno, una frazione, una porzione di qualunque classe politica, ritenere vantaggioso distruggere un intero corridoio ecologico per trasformarlo in cippato da conferire a centrale biomasse per produrre energia che non ha nulla di verde. Perché con maggiore attenzione… Certo che vanno ripuliti gli alvei, vanno ripuliti i corsi dei fiumi, però è ovvio che bisogna e si deve conciliare, il fine è proprio quello, questo è il dovere della Regione e di quella parte del suo Assessorato che si occupa di questo, conciliare il buon funzionamento idraulico del corso d’acqua con la salvaguardia ambientale. Non si può accettare che si abbia appunto o un fiume che non riesce a scorrere, oppure un bosco, una vegetazione ripariale completamente azzerata e far credere ai cittadini che o l’una o l’altra ma non puoi pretendere un ambiente minimamente rispettato.

Io a questo punto aggiungo, visto che anche oggi non mi è stata data una risposta rispetto alla data anche vaga, anche non circostanziata di quando questi programmi verranno approvati, quegli stessi che dovevano essere approvati nel 2016, io a prescindere dal progetto a cui verranno agganciati, però una scadenza non mi è stata data, una data non mi è stata data, quindi per come ho ascoltato io la risposta oggi si poteva andare avanti altri nove anni e quindi io sono portata a pensare che semplicemente vi vogliate tenere le mani libere.

Il consiglio che do, e chiudo, è di abolire l’articolo 73 di quella legge. Abolitelo, modificate quella legge invece di approvare i programmi, modificate la legge del 2014, abolite l’articolo 73 scritto da voi che vi costringeva ad approvare dei programmi e così le mani le avrete libere completamente e si potrà continuare a fare scempio della nostra vegetazione lungo i fiumi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso con le interpellanze.

 

OGGETTO 5457

Designazione delle Consigliere di parità regionali effettiva e supplente. (119)

(Designazione consigliera di parità effettiva Carla Castellani e consigliera di parità supplente Natalia Maramotti)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 5457: designazione delle consigliere di parità regionali effettiva e supplente.

La Commissione per la Parità e per i Diritti delle persone, ricevuti gli esiti della procedura di valutazione comparativa effettuata dal competente servizio dell’Assemblea, ha espresso parere favorevole sull’elenco dei nominativi proposti ai sensi dell’articolo 32-bis, comma 5, della legge regionale n. 6/2014.

Siamo in discussione generale sul punto. Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Mi riepiloga il punto a cui siamo? Sono finite le interpellanze… Solo perché non ho l’ordine del giorno sottomano.

 

PRESIDENTE (Petitti): Tranquilla.

Il punto è il 5457, quello che abbiamo spostato al pomeriggio, che riguarda la designazione delle consigliere di parità regionali effettiva e supplente.

Ricordavo che la Commissione per la parità e per i diritti ha ricevuto gli esiti della procedura di valutazione e ha espresso parere favorevole sull’elenco dei nominativi proposti ai sensi dell’articolo 32-bis, comma 5, della legge regionale n. 6/2014.

Prima di passare alla votazione segreta ci sono il dibattito generale e poi le dichiarazioni di voto. Consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Non con l’intenzione di aprire un dibattito, perché credo che la Commissione parità abbia già svolto bene il suo lavoro nella procedura, selezionando i curricula che avevano i requisiti, che per fortuna sono molti, perché le risorse di questa Regione sono molte, qualche parole per un ringraziamento alla consigliera di parità uscente, Sonia Alvisi, che ha svolto un ruolo egregio occorre. Credo che le vada reso merito del lavoro fatto, e per aver qualificato il ruolo di consigliera di parità, in collaborazione con le consigliere di parità dei territori, credo in un’ottica di collaborazione anche con tutte le altre Istituzioni.

L’auspicio è che anche chi verrà nominato oggi segua il suo esempio e segua l’esperienza che lei ha fatto, per poi dire che noi proponiamo nelle due votazioni, e lo dichiaro subito, sono due votazioni con app in voto segreto… Me lo conferma, presidente? Dico bene? Vedo che mi fa cenno di sì.

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, è giusto.

 

ZAPPATERRA: Dicevo, noi proponiamo, ovviamente nell’ambito della rosa che la Commissione Parità ha consegnato all’Assemblea, Carla Castellucci come membro effettivo e Natalia Maramotti come consigliera di parità supplente. Chiedo venia per non aver utilizzato il termine corretto per la prima.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Stante quelle che sono state le candidature arrivate anche in Commissione Parità, noi voteremo come membro effettivo Castellucci e voteremo come membro supplente Maramotti, tenendo presente che sicuramente la consigliera di parità uscente non ci mancherà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiarazioni di voto? Non ho dichiarazioni di voto.

A questo punto si procede con due votazioni segrete tramite app. Suoniamo così ci prepariamo tutti. Aprite l’app. Una votazione per la consigliera di parità effettiva ed una votazione per la consigliera di parità supplente.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): In dichiarazione di voto, consigliera Pigoni?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego.

 

PIGONI: Stiamo registrando che molti hanno dovuto cambiare la password in corso per l’utilizzo dell’applicazione, per cui le chiedo se possiamo aspettare qualche minuto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Attendiamo un secondo, diamo il tempo di aprire l’app a tutti, visto che sono due votazioni con app in voto segreto. Qualche secondo.

A questo punto, se nessuno... Diamo ancora qualche secondo. Ho capito che c’è qualche problema con l’app. Proviamo a verificare questa questione delle app. Stanno facendo una verifica tecnica per riattivare le app di tutti.

Sospendiamo due minuti perché c’è questo problema tecnico con le app. Mi dicono anche di verificare singolarmente se avete fatto tutti l’aggiornamento dell’app, perché deve essere fatto questo passaggio.

Abbiamo consiglieri in remoto, ma questo è previsto dal Regolamento. No, non abbiamo aperto la votazione, ho detto che stavamo votando, poi si sono registrati problemi e abbiamo interrotto, quindi fate tutti l’aggiornamento e intanto chiedo alla parte tecnica di supportare i consiglieri in questo passaggio per riattivare le app di ciascuno.

Qualche minuto e riprendiamo con il voto.

 

(La seduta sospesa alle ore 15.27 è ripresa alle ore 15.39)

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo se è a posto. No.

Bene, credo che chi avesse un problema con l’app l’abbia risolto. A questo punto, suoniamo.

Riprendiamo dalle due votazioni, votazioni segrete tramite app.

Prima votazione per la consigliera di parità effettiva.

Con le proposte che sono state avanzate prima, dichiaro aperta la votazione.

Avete votato tutti? Qualcuno ha avuto problemi? Collegata, la collega Costi ha votato.

A questo punto dichiaro chiusa la votazione.

Chiedo il foglio per l’esito.

Do l’esito del voto:

 

Votanti 39

Voti 34 (Castellucci Carla)

Non votanti 3

Schede bianche 2

 

È stata eletta consigliera effettiva Castellucci Carla.

Ora votiamo, sempre con app e voto segreto, la consigliera di parità supplente.

Chiedo se siete riusciti a votare tutti attraverso app per la consigliera di parità supplente.

A questo punto, dichiaro chiusa la votazione e resto in attesa dell’esito.

Do l’esito del voto:

 

Votanti 39

Voti 33 (Maramotti Natalia)

Non votanti 2

Schede bianche 4

 

È stata eletta consigliera supplente Maramotti Natalia.

Passiamo alle risoluzioni.

 

Inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Come già anticipato anche in Capigruppo e concordato con gli altri Gruppi, chiederei l’anticipo della discussione della risoluzione presentata in materia di editoria, in particolare l’oggetto recante il numero 6281 a nostra firma.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Uno a favore e uno contro. Non ci sono interventi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

OGGETTO 6281

Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare misure a sostegno del comparto dell’editoria. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6279

Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare modalità e strumenti per affrontare la vertenza in corso che coinvolge l’Agenzia di stampa Dire, al fine di evitare la perdita di posti di lavoro. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6296

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’opportunità di incontrare a breve la proprietà e il Cdr della sede dell’Agenzia di stampa DIRE di Bologna al fine di trovare, anche con l’eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti, soluzioni a tutela di lavoratrici e lavoratori e del proseguimento del lavoro di informazione che svolgono. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e ritiro)

 

OGGETTO 6324

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi urgentemente per trovare soluzioni atte a risolvere la difficile situazione dell'Emilia-Romagna, strettamente collegata alla complessa vicenda che riguarda il comparto dell'editoria a livello nazionale. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Zamboni, Piccinini, Zappaterra, Pigoni, Mastacchi, Amico, Rancan, Castaldini

(Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto procediamo con la discussione congiunta su tre risoluzioni: la risoluzione 6281, a firma Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi, che impegna la Giunta a individuare misure a sostegno del comparto dell’editoria; la risoluzione 6279, che impegna la Giunta a individuare modalità e strumenti per affrontare la vertenza in corso, che coinvolge l’agenzia di stampa DIRE, al fine di evitare la perdita di posti di lavoro, a firma della consigliera Piccinini; infine, la risoluzione 6296, che impegna la Giunta a valutare l’opportunità di incontrare a breve la proprietà della sede dell’agenzia di stampa DIRE a Bologna per trovare, attraverso l’eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti, soluzione a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, a firma della consigliera Zamboni.

Discussione generale. Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Abbiamo presentato questa risoluzione che ha la finalità di tentare di prestare sostegno ad un settore in questo momento in crisi. Si tratta di sostegno ad un settore delicato e strategico per la nostra democrazia, quale è, appunto, l’editoria italiana. È un tema che ovviamente sappiamo sia di competenza dei massimi vertici politici nazionali, tuttavia anche in passato svariate Regioni, tra cui la nostra, l’Emilia-Romagna, hanno pensato di intervenire per cercare di porre in essere qualche aiuto ai media locali.

L’intento è stato sicuramente nobile, teoricamente molto condivisibile, ma soprattutto in un mercato così evoluto oggi, così globale e così interconnesso, quale è, appunto, quello editoriale a nostro avviso la scala degli interventi messi in atto, soprattutto su scala regionale, rischia di essere un po’ differente dalla portata più ampia dei problemi in cui oggi si dibatte il settore. Un approccio innovativo, a nostro avviso, dovrebbe essere non tanto nel tentativo di rincorrere le crisi aziendali e gli stati di crisi dei soggetti editoriali italiani, ma cercare di creare un mercato autosufficiente in termini di informazione di qualità. Ovviamente non è cosa semplice, lo sappiamo, ma è evidente che anche semplici leggi regionali non siano di per sé sufficienti.

Prendiamo atto di quanto fatto dalla Regione Emilia-Romagna, che comunque è stata una delle prime a intervenire in questo settore. Ci sono stati due bandi editoria messi in campo, la Regione ha previsto in passato una serie di aiuti, che però sono rimasti in parte sulla carta.

Uno strumento che ha avuto un riscontro operativo è stato il contributo riconosciuto per ogni contratto a tempo indeterminato stipulato e a fronte della dotazione dei bandi, lo ricordiamo, il primo di 500.000 euro e il secondo di poco di più, la cifra era più o meno equivalente, il contributo netto corrisposto è stato, però, infinitamente inferiore alle aspettative.

La risoluzione che noi abbiamo presentato specifica come il bando editoria per come è stato strutturato non abbia tratto – e i fatti lo dimostrano – un importante beneficio, un’importante realtà dei media regionali come l’agenzia di stampa DIRE, che proprio in questi giorni è alle prese con una difficile crisi aziendale, con decine di esuberi annunciati dalla proprietà proprio nel settore giornalistico (ne abbiamo dato atto nella parte espositiva della risoluzione).

La sede legale e centrale di questa agenzia di stampa è a Roma, però la redazione di Bologna è da sempre un caposaldo della rete giornalistica. Ricordiamo che nel corso degli anni è arrivata a produrre 33 notiziari quotidiani di informazione, 13 notiziari tematici nazionali, 20 notiziari regionali, che producono sette giorni su sette, una media di 2000 lanci multimediali al giorno, che non è poco. La struttura di Bologna è la struttura che coordina tutte le redazioni del nord Italia, nate direttamente dalla costola operativa di questa.

La legge della Regione Emilia-Romagna del 2017 ha aperto contributi a qualsiasi realtà giornalistica operante sul territorio emiliano-romagnolo, purché vi fosse una testata registrata presso il Registro degli operatori della comunicazione, un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei giornalisti e una redazione di giornalisti professionalizzati.

I soggetti che hanno partecipato al bando sono stati moltissimi, ma, nonostante una prima scrematura di coloro che non avevano i requisiti, sono rimasti numerosi quelli che hanno non considerato appetibile il contributo regionale, a fronte degli investimenti che avrebbero dovuto compiere per accedervi.

Nel testo di legge varato nel 2017 non è stato previsto alcun contributo premiale per realtà così primariamente importanti per il tessuto politico, sociale, economico del nostro territorio, soprattutto considerando anche i numerosissimi rapporti di collaborazione professionale che la DIRE ha saputo intrattenere dopo essersi aggiudicata numerosi bandi.

Concludiamo l’illustrazione sommaria di questa risoluzione, che vuole offrire anche qualche spunto di riflessione, qualche suggerimento, dicendo che a nostro avviso la Regione dovrebbe scegliere se percorrere la strada classica dell’aiuto oppure decidere di cercare di stimolare la creazione di un mercato, che potrebbe essere quello delle entrate pubblicitarie.

In altri termini, se avere una Regione che ha creato un bando editoria per due soli anni e che conferisce aiuti spot ai vari editori, oppure far pubblicare i propri prodotti giornalistici. Questo secondo noi non è risolutivo delle crisi aziendali e non fornisce nemmeno una risposta di qualità soddisfacente dell’informazione prodotta. Si potrebbe pensare, lo suggeriamo nella risoluzione, di garantire sgravi fiscali a tutti gli inserzionisti dei vari media, e questo potrebbe creare una situazione sensibilmente più dinamica. La risoluzione che presentiamo offre quindi uno spunto di riflessione per la Regione Emilia- Romagna e chiede di intervenire sulla legge regionale, ampliando la portata dei contributi, ma anche prevedendo sgravi di altro tipo.

Ovviamente, l’intenzione e la finalità erano quelle di trovare una soluzione immediata, anche una soluzione parziale. Per cui. auspichiamo che la maggioranza di governo della Regione, ma anche tutti i componenti di questa Assemblea legislativa vogliano andare in questa direzione, ovviamente, al fine di raggiungere un’azione sinergica, che possa dare anche soluzioni parziali ma immediate. Siamo disposti, come abbiamo anche anticipato in una sorta di interlocuzione che c’è stata con gli altri Gruppi e di cui già abbiamo dato atto, all’accoglimento di emendamenti, suggerimenti, integrazioni di questa risoluzione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Torniamo su un tema che abbiamo affrontato anche questa mattina, durante il question time che ho posto al sottosegretario Baruffi. Non tornerò quindi sull’excursus della vertenza, di cui è già stato detto. La situazione mi pare sia più o meno nota a tutti.

Sappiamo che l’agenzia DIRE è un’agenzia molto radicata, come ricordavo anche questa mattina, sul nostro territorio. Qualcosa anche stamattina la Regione ha detto, in questo senso: ci sarà un incontro, il 26 gennaio, con l’onorevole Barachini e le organizzazioni sindacali. Questa mattina la Regione ha manifestato la volontà di inviare un testo motivato all’onorevole che citavo, proprio per evitare soluzioni unilaterali, con un impegno anche ad aprire, eventualmente, nel caso ci fosse necessità, anche un tavolo regionale.

Io avevo presentato anche una risoluzione in questo senso. Torno a dire quello che in parte ho detto anche questa mattina: credo che, proprio in virtù del tema dei lavoratori, ovviamente, ma proprio in virtù del fatto che questa agenzia lavora ed è molto presente nella nostra regione, questo possa determinare un occhio di maggiore attenzione da parte della Giunta, e quindi il testo che ho presentato chiede proprio un impegno in questo senso, provando in qualche modo, nel caso ce ne fosse la necessità, ad attivare tutti gli strumenti che la Regione ha a disposizione. Sappiamo che questa è una vertenza a livello nazionale, quindi comunque la Regione non è il primo Ente titolato a farsene carico, però evidentemente ha degli strumenti che può mettere in campo.

Una richiesta che ho posto questa mattina e che torno a porre anche all’interno di questo dibattito è che l’Amministrazione regionale eserciti un ruolo che sia attivo sia nei confronti della proprietà che con un’attenzione ai lavoratori e alle loro rappresentanze. Inoltre, nel caso ce ne fosse la necessità, quindi nel caso in cui si dovesse arrivare alla costituzione di un tavolo nazionale, chiedo che la Regione sia presente, proprio in virtù della collaborazione sia con l’Assemblea che con la Giunta, ma appunto, come ricordavo prima, rispetto al fatto che l’agenzia opera in maniera massiccia anche sul nostro territorio.

Questo impegno, che è uno degli impegni che avevo inserito all’interno della risoluzione che porta la mia prima firma, l’ho trasformato in emendamento, perché credo che sia giusto provare ad uscire oggi da questa discussione con una voce unica. Quindi, visto che su questo tema mi pare di capire che vi sia la volontà di agire in maniera coordinata e congiunta. ritiro la mia risoluzione proprio in virtù di questo principio, che credo sia sicuramente la strada migliore per rispondere anche come forze politiche a questo tipo di criticità.

Dico, quindi, anche alla Presidenza che ritiro la risoluzione n. 6279, però chiedo di mettere in votazione l’emendamento n. 6281, che va ad integrare la risoluzione che è stata illustrata poc’anzi proprio in questo spirito, cioè provare come Assemblea legislativa a parlare con una voce unica e supportare i lavoratori in questa vertenza che li vede come parte che si deve difendere evidentemente da scelte che non sono sicuramente positive.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Anche Europa Verde era intervenuta già da tempo su questa vertenza della DIRE. Il 12 gennaio il Gruppo Europa Verde ha depositato un’interrogazione su questo argomento, su questa vertenza, che anche come collega seguo con notevole preoccupazione, perché si è creata una situazione davvero inspiegabile e inaccettabile: la chiusura della proprietà di fronte a qualsiasi possibilità di affrontare il tema del mantenimento del lavoro di questi giornalisti e poligrafici, che fanno anche a servizio dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna un lavoro prezioso e capillare.

L’agenzia DIRE è nata nel 1998 e oggi è tra le principali agenzie di stampa del nostro Paese. Come veniva già ricordato, realizza 33 notiziari quotidiani di informazione, 13 sono tematici e hanno valore nazionale e 20 sono regionali, li producono sette giorni su sette, con una media di oltre 2000 lanci multimediali al giorno, 6 newsletter, 7 TG e GR tematici, quindi un lavoro veramente notevole.

A seguito dell’annuncio da parte dell’editore di voler interrompere il percorso di ammortizzatori sociali, attivato già da molti mesi, e di procedere con un piano di esuberi pari a circa il 30 per cento della forza lavoro, le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia DIRE, in assemblea congiunta tra personale grafico e giornalistico, hanno proclamato lo scorso 7 dicembre lo stato di agitazione sindacale.

 È da allora che anche il Gruppo Verde segue veramente con apprensione l’evolversi di una situazione che vede la proprietà che ha cercato di seminare zizzania anche tra i livelli diversi dei lavoratori e rifiuta qualsiasi proposta fatta perché non venga leso il diritto al lavoro di professionisti che quotidianamente rendono un servizio molto utile.

D’altra parte, l’agenzia DIRE è aggiudicatrice di contratti sia da parte della Giunta della Regione Emilia-Romagna che da parte dell’Assemblea legislativa, a seguito di regolare procedura per l’affidamento dei servizi di informazione giornalistica a mezzo delle agenzie di stampa, indette dalla centrale acquisti Intercent-ER dell’Emilia-Romagna. Questo a riprova della professionalità.

Anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha espresso solidarietà ai giornalisti dell’agenzia di stampa DIRE e a tutti coloro che vi lavorano.

In effetti, anche secondo Europa Verde, proprio sulla base di questi rapporti di lavoro di affidamento di servizi, siglati dopo una regolare gara d’appalto, la Regione Emilia-Romagna può intervenire. Può intervenire perché dobbiamo difendere il fatto che ci venga erogato il servizio che abbiamo affidato attraverso una gara.

Di fronte alla proposta che ci è arrivata, di una risoluzione congiunta su questo tema, proprio per dare più forza a questa presa di posizione unitaria dell’Assemblea legislativa, anche Europa Verde è disposta a ritirare la propria risoluzione. Io ho chiesto di emendare la risoluzione, che diventerà risoluzione unitaria, in particolare introducendo il dispositivo dell’impegno che era nella risoluzione che avevo presentato, in modo da dare più forza alla richiesta che sia la Giunta in prima linea, in prima persona a intervenire in questa vertenza.

Nel dispositivo di impegno della risoluzione unitaria quindi con questo inserimento proposto da Europa Verde si impegna la Giunta a valutare, alla luce dell’acuirsi del conflitto tra editore e giornalisti dell’agenzia DIRE l’opportunità di incontrare a breve la proprietà e il CdR della sede dell’agenzia DIRE di Bologna, al fine di trovare, anche con l’eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti e dei poligrafici, soluzioni a tutela di lavoratrici e lavoratori e del proseguimento del lavoro di informazione che svolgono, e della positiva collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

Io penso che una presa di posizione unitaria di tutta l’Assemblea legislativa dovrebbe suonare da campanello d’allarme rispetto alla proprietà, per indurla a lasciare questa strada della chiusura totale a qualsiasi forma di accordo, nonostante la buona volontà presentata e manifestata da lavoratrici e lavoratori della DIRE che si sono autorganizzati per poter cercare di non ledere la professionalità e il reddito di nessuno dei giornalisti e dei poligrafici coinvolti dalla vertenza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente e colleghi.

Nell’intervenire per perorare l’atto di indirizzo che è stato proposto in merito alla crisi dell’agenzia DIRE, vorrei soffermarmi su un aspetto della nostra proposta che tocca direttamente quanto è stato fatto in passato per il comparto giornalistico.

Abbiamo esplicitato senza alcun dubbio la necessità di un ruolo proattivo della pubblica amministrazione di ogni ordine e grado per creare una sorta di mercato – lo dico tra virgolette – “a significare la possibilità di mettere in rete tutti i contratti che la DIRE ha in essere con la pubblica amministrazione per la fornitura di servizi giornalistici” che possa tutelare e promuovere i soggetti giornalistici di qualità ben inseriti nei contesti locali tanto quanto in quelli nazionali e capaci di rappresentare un chiaro punto di riferimento per le comunità.

Noi, senza voler travalicare i livelli di intervento, auspichiamo non solo e non tanto l’adozione di generici strumenti a supporto della DIRE, ma vorremmo la definizione di un protocollo operativo valido un domani anche per un altro soggetto di pari rilievo, ma soprattutto caldeggiamo una sorta di intervento integrato tra il livello nazionale e quello locale, proprio a sottolineare il ruolo di trait d’union informativo svolto dall’agenzia di stampa DIRE e assolutamente consci che in un’epoca difficile come questa possono concretamente avere un futuro solo e unicamente gli interventi con un minimo di peso specifico, per un comparto che in Europa in particolare è sotto attacco e in gravissima crisi, a testimonianza di una crisi che attanaglia le nostre democrazie continentali.

Parlando di interventi integrati per avere un minimo di massa critica, ecco quindi che vado a ricordare cos’era e cos’è oggi la legge sull’editoria della Regione Emilia-Romagna, varata nel 2017, nel pieno dell’era Renzi e del suo celeberrimo Jobs Act, che prevedeva un aiuto economico a fronte di assunzioni a tempo indeterminato da parte delle varie redazioni, un “concambio” – uso anche questo termine tra virgolette per facilitare la comprensione – che avrebbe anche potuto funzionare, a patto che le risorse in campo fossero state davvero rilevanti. Ovviamente con solo mezzo milione di euro stanziati, le domande di contributo pro capite, a fronte di costosissime assunzioni a tempo indeterminato, sono state molto poche e ancor meno, due o tre totali, sono stati gli aiuti realmente concessi alla fine delle verifiche fatte per capire se chi aveva avanzato la domanda incontrava i tanti requisiti richiesti. L’anno dopo la legge non fu rifinanziata, e quando lo fu i risultati concreti non cambiarono di molto rispetto alla prima edizione. Poi è arrivato il Covid e nel mare degli aiuti concessi ecco che anche la legge dell’Emilia-Romagna sull’editoria è cambiata, passando da contributi per l’assunzione al mero pagamento di spazi pubblicitari per ospitare le campagne di comunicazione sulla pandemia.

Ho ricordato succintamente le tappe della legge che doveva essere di ausilio alle imprese giornalistiche di qualità per far capire, oltre ogni dubbio o credo politico, che quella legge dovrebbe essere radicalmente rivista e aggiornata. Non chiediamo banale rifinanziamento, magari anche con una dotazione degna di questo nome, se si vuole essere persone concrete, ma soprattutto consapevoli che l’aspetto temporale è di cruciale importanza nella vicenda della DIRE, quindi partiamo da ciò che è già esistente al momento, magari migliorando e attualizzando ciò che non ha funzionato, per dare un’immediata e concreta soluzione temporanea a questa crisi, confidando che nel frattempo ci sia la sensibilità e volontà per soluzioni sistemiche multilivello.

Oltre ai posti di lavoro, c’è in gioco la tenuta del nostro sistema sociale e democratico, quindi è più che logico che non abbiamo voglia di sterili querelle politiche, ma preferiamo di gran lunga percorrere la strada del rispetto dei lavoratori, per tutelare l’informazione di qualità. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola adesso alla consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Per confermare lo spirito già anticipato dalla collega Piccinini, da lei stessa, presidente, e dalla collega Evangelisti. Abbiamo fatto un ragionamento come Gruppi assembleari, tenuto conto della situazione della DIRE, e credo sia alla fine una decisione di responsabilità. il tentativo di provare a convergere su un testo unitario dell’aula credo sia assolutamente più efficace come segnale di attenzione piuttosto che quattro o cinque risoluzioni diverse, quindi credo sia un segnale di maturità e di attenzione verso la DIRE, con la quale lavoriamo.

Due parole per l’illustrazione degli emendamenti, che come Gruppo e come maggioranza abbiamo presentato. Sul primo emendamento, la modifica della legge regionale sul sostegno all’editoria, non essendo uno strumento idoneo a dare risposte alla vertenza in atto, oltretutto la modifica della legge regionale richiederebbe tempi lunghi e non assolutamente compatibili con l’urgenza di dare risposte ai lavoratori dell’agenzia, quindi l’emendamento n. 1 modifica il passaggio che riguardava questo aspetto.

L’emendamento n. 2, invece, il secondo emendamento, piuttosto che l’impegno a rivedere i criteri, chiede l’impegno a valutarne la modifica, con ciò sottintendendo che si faranno gli approfondimenti necessari a questo fine. L’eliminazione della specifica sui bandi, tra virgolette, di ogni ordine e grado è per non vincolarsi troppo. Quanto all’eliminazione cioè del riferimento all’incremento della dotazione del bando su questo occorre fare una verifica con l’assessorato competente, con l’assessorato al bilancio.

Se vogliamo fare degli atti di indirizzo seri, che ci impegnino politicamente, con obiettivi concreti e realizzabili, dobbiamo tener conto anche di questi aspetti e queste verifiche vanno fatte. Per il resto, la dico subito, poi la collega Evangelisti e le altre colleghe decideranno se sono d’accordo, prima della votazione è forse opportuno qualche minuto di sospensione per prevedere tutto il testo e per essere certi che votiamo quello che abbiamo visto tutti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire il consigliere Facci. Prego.

 

FACCI: Grazie.

Io credo che questa discussione sia una discussione di assoluta importanza, che purtroppo parte dalla crisi di un settore, da una vertenza sindacale, quindi sicuramente il punto di partenza è un punto di partenza che ci preoccupa. Offre però in questo momento la possibilità di discutere di un aspetto che deve avere necessariamente una valenza prioritaria, che è quella della informazione, in particolare dell’informazione corretta e professionale.

Io vorrei ricordare, mi permetto di fare una piccola digressione, un aspetto, fonte oltre che di preoccupazione, anche di discussione a vari livelli, avendo interessato questa Regione in una serie di dibattiti e approfondimenti: quello delle notizie false, o fake news. Oggi sono all’ordine del giorno, e questo ha un impatto sulle coscienze di tutti, che è obiettivamente fonte di preoccupazione e deve essere monitorato attentamente.

Per converso, questo tipo di attenzione deve in qualche modo farci capire quanto sia fondamentale l’informazione professionale, l’informazione vera. Oggi, il mondo del giornalismo, in particolare, in questo caso, visto che parliamo dell’agenzia DIRE, l’agenzia DIRE fa parte di questo mondo del giornalismo professionale che deve essere tutelato. Cioè, diventa una priorità di carattere culturale, prima ancora che di solidarietà per quanto riguarda un settore importante della nostra società e, ovviamente, del mondo del lavoro. È un aspetto che noi dobbiamo avere prioritario, quello di garantire, oggi più che mai, una informazione seria, professionale, corretta, perché abbiamo visto dove possono portare le distorsioni, dove può portare un’attività giornalistica non all’altezza del proprio ruolo e, quindi, quanto vi sia necessità di avere professionisti del settore.

Ecco perché questa risoluzione, che condividiamo, che condivido, è una risoluzione che, partendo da questo problema contingente, comunque lo affronta a tutto tondo. Sicuramente a livello di Regione Emilia-Romagna occorre intervenire nei limiti delle proprie competenze, perché, appunto, noi oggi abbiamo la necessità di fare in modo che la corretta, buona, virtuosa informazione non venga meno e non sia condizionata da vicende che hanno verosimilmente dinamiche diverse, complesse e articolate, quali possono essere, appunto, le dinamiche del mondo del lavoro, ma deve essere prioritaria questa finalità, questo obiettivo che dobbiamo tutti noi raggiungere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Amico. Prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

In merito a questa risoluzione e anche all’esito che mi auguro possa avere dal punto di vista anche della convergenza delle varie forze politiche a sostegno con gli emendamenti presentati e l’unanimità che si va delineando rispetto all’impegno per quanto riguarda la Regione a sostegno di una condizione che si è venuta a determinare negli ultimi mesi per un’agenzia come DIRE, credo che sia, come ha detto anche chi mi ha preceduto, l’occasione per fare qualche riflessione rispetto alla centralità dell’informazione di prossimità, di cui non solo come Ente Regione, ma in generale rispetto alla capacità o alla possibilità di approvvigionamento di notizie da parte dei cittadini emiliano-romagnoli sia un elemento centrale. È ovvio, stiamo assistendo a dei fenomeni relativi all’informazione che tendono molto, da un lato, alla sua disintermediazione e, allo stesso tempo, alla globalizzazione o all’allontanamento dal tema della prossimità, ed ecco che la funzione di un’agenzia come DIRE e il suo radicamento territoriale può assicurare a tutti non solo come ente Regione, bensì come cittadini e cittadine della Regione Emilia-Romagna una serie di dati e informazioni più prossimi.

Altrettanto abbiamo visto anche nel recente passato, a prescindere da quella che è stata la crisi determinata dalla pandemia, altri gruppi editoriali in questa Regione avere degli avvicendamenti, che poi hanno determinato sia delle questioni di vertenza da un punto di vista dell’impiego dei professionisti, sia anche successivamente un depauperamento della qualità dell’informazione, ed ecco che quello che sta accadendo oggi per quanto riguarda l’agenzia DIRE credo che ci debba spingere a questo tipo di riflessione.

Una riflessione che passa anche attraverso quelle che sono le strumentazioni che la Regione Emilia-Romagna si dà, quindi non solamente la legge a sostegno dell’editoria, ma anche quella che è la funzione che attraverso il CoReCom noi esercitiamo in termini di controllo della qualità dell’informazione, o meglio della verifica della qualità dell’informazione, che ovviamente non può essere garantita se non da una qualifica professionale per quanto riguarda la qualità dell’informazione.

Ecco che quindi i bandi che si sono succeduti nel corso del tempo sono sicuramente stati importanti, certo non sufficienti per quanto riguarda l’esigenza di affrontare in forma strutturale delle questioni che travalicano i confini solo esclusivamente regionali e forse anche i confini di carattere nazionale, però sono stati sicuramente un segnale che nel corso del tempo ha sostenuto figure professionali all’interno delle testate giornalistiche presenti sul territorio emiliano-romagnolo e che ha consentito anche rispetto ad alcune di queste un esercizio di professionalità prossima e di prossimità.

Penso alle varie testate sia giornalistiche, sia le agenzie, ma penso anche alle testate telegiornalistiche presenti sul territorio, che ancora oggi non rilevano flessioni di interesse da parte degli spettatori, del pubblico locale, perché è sempre molto difficile accorgersi di ciò che accade nel territorio in cui si risiede nel momento stesso in cui l’informazione è assolutamente nazionalizzata e globalizzata.

L’assenza di un’agenzia di stampa che sia in grado di raccogliere capillarmente le informazioni e quindi alimentare il flusso di informazione agli organi di stampa successivamente diventa un elemento importante. Per questo crediamo e sosterremo chiaramente gli emendamenti fin qui presentati. Siamo assolutamente d’accordo sulla costruzione di un testo che possa essere unitario e unanime dell’Assemblea, a sostegno di questa vertenza, e promuovere anche un incontro a livello regionale e aziendale per cercare di capire quali sono le strade per porre rimedio a questa crisi che si sta attraversando.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Baruffi.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Solo per unirmi, a nome della Giunta, all’espressione della solidarietà e vicinanza ai lavoratori della DIRE. Nel merito ho dato conto stamattina, rispondendo a un question time puntuale sull’argomento della capogruppo Silvia Piccinini, ma oltre al presidio politico e istituzionale che la Giunta conferma in base alle indicazioni che ho dato stamattina, la Giunta ritiene preminente la questione non solo perché sono coinvolti i lavoratori, quindi è sempre così, ma per il valore che l’agenzia ha anche nel sistema dell’informazione in Emilia-Romagna.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo alla discussione generale sugli emendamenti.

La consigliera Zappaterra in realtà aveva chiesto un minuto di sospensione prima di passare alla discussione degli emendamenti. Conferma questa richiesta?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Va bene.

Allora sospendiamo per confrontare i vari emendamenti che ci porteranno a una risoluzione unitaria.

 

(La seduta sospesa alle ore 16.24 è ripresa alle ore 16,42)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i lavori.

Comunico che sono stati ritirati i quattro emendamenti e che sono state ritirate le tre risoluzioni. Nella pausa si è arrivati a concordare un testo unitario, che è firmato dalle consigliere e dai consiglieri Evangelisti, Zamboni, Piccinini, Zappaterra, Pigoni, Mastacchi, Amico, Rancan e Castaldini.

A questo punto votiamo la risoluzione unitaria n. 6281/1. Vi chiedo se ci sono dichiarazioni di voto.

Consigliera Evangelisti, prego, per la dichiarazione di voto.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il nostro voto sarà un voto a favore di questa risoluzione. Ancor prima, però, dell’espressione del favore, ci tengo a ringraziare il sottosegretario per le parole espresse e per la solidarietà nei confronti dei lavoratori dell’agenzia DIRE e anche i colleghi tutti, coloro che sono intervenuti e soprattutto coloro che hanno contribuito fattivamente alla riformulazione di questa risoluzione, aprendo così un percorso condiviso, che sono certa non si fermerà ad oggi, ma che proseguirà con un lavoro unanime.

Ringrazio, quindi, le colleghe Piccinini e Zamboni per aver ritirato la loro risoluzione ed emendato il testo presentato dal mio Gruppo, così come la consigliera Zappaterra per gli emendamenti proposti.

Ringrazio fin da adesso tutti i Gruppi e i consiglieri e le consigliere che vorranno votare la risoluzione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di intervento per dichiarazione di voto? Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il nostro voto sarà naturalmente favorevole in virtù anche del lavoro che come Gruppi assembleari abbiamo fatto. Il raggiungimento di un atto congiunto per noi è sicuramente positivo. Recepisce anche parte delle richieste che richiamavo in premessa, prima della pausa in cui ci siamo confrontati su questo tema, che ha portato al raggiungimento di un atto congiunto. Quindi, da parte nostra c’è massima soddisfazione.

Continueremo sicuramente a monitorare gli sviluppi di questa vertenza per capire come questa vicenda si svilupperà (scusate la ripetizione) con la speranza che questa congiunzione di intenti possa in qualche modo contribuire acché questa vertenza si risolva positivamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire la consigliera Zappaterra. Prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Mi associo alle dichiarazioni di soddisfazione già fatte dalle colleghe per il lavoro importante che credo sia stato fatto e la collaborazione su un tema importante. Speriamo tutti davvero nel buon esito del percorso, che auspichiamo in questa risoluzione che voteremo all’unanimità.

Se posso permettermi, anche se in dichiarazione di voto è irrituale, nel drafting dell’emendamento che abbiamo ritirato è saltata la parola “eventuale” nel secondo paragrafo, dove dicevamo “a valutare le eventuali modifiche dei criteri”. Lo segnalo, ma non cambia la sostanza e il senso, perché comunque...

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliera, è una cosa per cui gli uffici adesso sicuramente si adopereranno. Grazie per la precisazione.

 

ZAPPATERRA: Ovviamente il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo altre richieste di intervento in dichiarazione di voto, quindi passiamo alla votazione della risoluzione unitaria.

Nominiamo gli scrutatori: la consigliera Pillati, il consigliere Mumolo e la consigliera Stragliati.

È aperta la votazione per alzata di mano (mi sembra che siano rientrati tutti).

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata all’unanimità.

 

(La risoluzione oggetto 6324 è stata approvata all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 5564

Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al processo di regolazione costituito dalla “Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia e che modifica il Regolamento (UE) 2019/942” e a prevedere azioni di monitoraggio delle perdite strutturali che si verificano negli impianti petroliferi e di gas in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso alla risoluzione 5564, a firma della consigliera Piccinini: risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al processo di regolazione costituito dalla “Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia e che modifica il Regolamento dell’Unione Europea 2019/942” e a prevedere azioni di monitoraggio delle perdite strutturali che si verificano negli impianti petroliferi e di gas in Emilia-Romagna.

Immagino che la consigliera la voglia illustrare, quindi ha la parola.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Attendevo che aprisse la discussione.

Succede anche qua: l’inquinamento da metano nella rete europea del settore petrolifero e del gas è il titolo del rapporto pubblicato nel dicembre del 2021 dalla Clean Air Task Force, un’organizzazione ambientale senza scopo di lucro composta da scienziati, esperti di politica, esperti legali e professionisti della comunicazione attiva negli Stati Uniti e in Europa, che si prefigge di operare per la salvaguardia dell’ambiente e sostenere un rapido sviluppo globale e una reale diffusione di tecnologie per l’energia a bassa emissione di carbonio.

Il Rapporto ha sottoposto a verifica oltre 250 impianti petroliferi e di gas in undici Paesi, utilizzando una termocamera in grado di rilevare qualitativamente le emissioni di metano. Il risultato si è tradotto in un’accorata panoramica che documenta 433 diversi punti di emissioni di metano negli stabilimenti europei del settore oil and gas.

Fra le immagini simbolo del Rapporto, presenti già nella copertina, abbiamo anche due fotografie che interessano l’Italia. Si tratta del terminale del rigassificatore della Snam a La Spezia e dell’impianto sotterraneo di stoccaggio del gas della Snam Stogit a Minerbio.

L’azione scientifica di rilevazione di CATF è alla base di una recente campagna promossa da Legambiente, chiamata “C’è puzza di gas”, e finalizzato a portare all’attenzione dell’opinione pubblica e politica un tema di grande rilevanza, un tema che però non è stato adeguatamente valutato per quello che riguarda il contributo negativo determinato dalle perdite strutturali e dalla manutenzione delle diverse infrastrutture nell’intera catena di estrazione, trasporto e consumo del settore Oil & Gas, pari ad una percentuale compresa tra l’1 e il 3 per cento delle risorse interessate.

Dobbiamo ricordare che il metano è una fonte fossile la cui combustione comporta ingenti emissioni di CO2 e che se dispersa in atmosfera è fino a 86 volte più climalterante dell’anidride carbonica, così da essere individuato come secondo maggiore responsabile del cambiamento climatico.

Faccio anche un inciso rispetto ad alcune dichiarazioni che sono state fatte la settimana scorsa, proprio da un meteorologo di ARPA all’interno di una iniziativa che si è tenuta in Valsamoggia, il quale raccontava che purtroppo, nella nostra regione l’aumento di temperatura è sensibilmente maggiore, quasi il doppio, rispetto alla media globale. Il tema quindi va sicuramente attenzionato, a maggior ragione in una Regione come la nostra, che presenta questi dati: si parlava di 3,7 gradi centigradi di aumento di temperatura nei prossimi cento anni, addirittura mezzo grado al 2030.

Rispetto a questi gravi rischi, può svolgere un ruolo molto rilevante la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia che modifica il regolamento europeo 2019/942, che ha fra i propri obiettivi specifici anche quello di migliorare l’esattezza delle informazioni sulle fonti principali di emissioni di metano associata all’energia prodotta e consumata all’interno della UE e di garantire un’ulteriore efficace riduzione delle emissioni di metano lungo la catena di approvvigionamento energetico dell’Europa. Il processo di regolazione in corso a livello europeo è in fase di definizione, ed è necessario che adesso sia assicurata un’ampia partecipazione da parte di cittadini, associazioni e Istituzioni. L’obiettivo è che il Regolamento rappresenti uno strumento reale, ambizioso ed efficace per raggiungere gli obiettivi di annullamento e riduzione delle dispersioni di metano.

Questa risoluzione intende, quindi, individuare alcuni impegni per la Giunta e per la stessa Assemblea, partendo proprio dagli studi di questa associazione, per contribuire, attraverso politiche di contenimento delle dispersioni di metano in diversi settori, a prevenire l’innalzamento delle temperature globali di 0,3 gradi centigradi.

La risoluzione prevede diversi impegni, fra i quali sottolinea in particolare quelli di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle Istituzioni e delle associazioni in merito al processo di regolazione costituito dalla proposta di regolamento richiamata, a partecipare al tour della campagna “C’è puzza di gas”, promossa da Legambiente, articolata in otto tappe in altrettante regioni tra infrastrutture a gas esistenti e in progetto, una delle quali, appunto, prevista a Minerbio, a richiedere al Parlamento europeo e al Governo italiano di sostenere soluzioni dirette ad assicurare la massima efficacia alla proposta di regolamento.

Dico già che ci siamo naturalmente confrontati anche con il collega Bessi. Adesso non voglio anticipare niente, però so già che c’è un parere non favorevole all’approvazione di questa risoluzione. Lo anticipo, tanto tra di noi ce lo siamo già detti, comunque lo ribadirò anche successivamente se ce ne sarà bisogno, anche in virtù del fatto che a breve inizierà l’iter della Sessione europea all’interno delle Commissioni e proprio in virtù del fatto che è in essere questa proposta di modifica di regolamento europeo che riguarda proprio questo tema specifico: eventualmente la richiesta è quella di non esaurire qui l’argomento, ma riservarci la possibilità di fare un focus di approfondimento all’interno di questo percorso proprio su queste tematiche, eventualmente anche alla presenza di tecnici, penso per esempio ai tecnici di ARPAE, che sicuramente monitorano questo tema, così da poter approfondire la questione ed evitare che vi sia un muro contro muro su un tema che, dal mio punto di vista, è sicuramente rilevante.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire il consigliere Bessi. Ha la parola.

 

BESSI: Grazie, presidente.

Due parole per entrare nel contenuto della risoluzione, giusto per il dialogo intrapreso e per renderlo anche in maniera formale all’Assemblea.

La Regione Emilia-Romagna, in relazione alla crisi energetica che sta mettendo in difficoltà famiglie, imprese, Enti locali, sviluppa la propria iniziativa di confronto per la definizione delle strategie, degli obiettivi, della progettualità nelle sedi istituzionali di riferimento, nelle Commissioni e nell’Assemblea legislativa. È quello che abbiamo anche discusso nel Piano energetico presentato recentemente.

Allo stesso modo, il confronto si sviluppa con i sottoscrittori del Patto per il lavoro e per il clima, al fine di definire interventi nel breve, medio e lungo periodo, che ci consentano di fare fronte alle emergenze e di raggiungere gli obiettivi che in particolare a livello europeo sono stati o verranno fissati. Questo è uno degli argomenti fondamentali di come abbiamo approcciato il lavoro, non solo in funzione di questa risoluzione.

Inoltre, con il Governo e i Ministeri interessati c’è un’interlocuzione costante non solo con quelli passati, ma anche con l’attuale, e il tema della crisi energetica, ma anche il tema della transizione ecologica devono avere una cornice di politiche e provvedimenti nazionali che vanno rappresentati nella dimensione europea, ma, a maggior ragione, anche nella situazione creatasi con l’invasione della Russia nei confronti dell’Ucraina, con tutte le conseguenze del caso.

Va evidenziato inoltre che il tema del monitoraggio degli impianti è già previsto dalle normative vigenti ed è chiaramente una delle questioni su cui l’attenzione è massima da parte di tutti, compreso il caso Minerbio, dove ad oggi non ci sono giunte però segnalazioni di anomalie o più precisamente tutte le emissioni relative all’impianto, ivi comprese quelle trattate e riferite dalla risoluzione, sono derivanti dal normale esercizio dell’impianto.

In tale situazione vengono autorizzate e gestite nell’ambito dell’AIA rilasciata dall’ARPAE dell’Emilia-Romagna. Attualmente c’è una fase di riesame. Inoltre, Stogit ha provveduto ad implementare, a partire dal 2020, un programma per il monitoraggio e la riduzione delle emissioni fuggitive, che consente questo tipo e di monitoraggio e che vengono comunicati con un rapporto stretto con i controlli dell’ARPAE.

 Sull’impianto ho già detto quali sono i temi e quali sono gli strumenti di rilevazione, dai fonometri ai rilevatori di gas e quant’altro che le strutture di natura chiaramente pubblica e di intervento che sottopongono chiaramente a severi e periodici controlli da parte degli enti competenti: UNMIG, Vigili del fuoco, ARPAE eccetera. Qui va sottolineato, noi lo vogliamo sottolineare, il lavoro svolto da questi organismi pubblici di controllo, sia a livello professionale, sia a livello chiaramente di particolare attenzione, che ovviamente nessuno mette in discussione.

È anche chiaro, lo abbiamo manifestato alla collega, che noi siamo ben contenti e disponibili a confrontarci con tutti e ad essere parte attiva, in particolare come Assemblea, come Commissione nel processo, nell’iter del regolamento del Parlamento europeo nelle sedi opportune, con i giusti strumenti che esaminano chiaramente la fase ascendente e discendente dei vari passaggi. È chiaro che il nostro non vuole essere un ostacolo, quindi, se ci sono da parte della consigliera Piccinini il ritiro e un successivo approfondimento sull’iter del Regolamento e soprattutto, chiaramente, accogliendo lo stimolo del confronto, chiaramente mettendosi d’accordo con la Commissione competente e con gli assessorati coinvolti e coinvolgendo anche le strutture di monitoraggio e di controllo che ho appena citato, c’è la disponibilità di un dialogo.

Sul fronte della risoluzione, come dicevo, chiaramente, se arriviamo alla votazione, il nostro voto sarebbe negativo.

Penso sia il modo migliore in cui è stato trattato da parte della consigliera, nella trasparenza e nel confronto di quest’aula, con cui abbiamo sottoposto a tutti i colleghi consiglieri questo tipo di riflessione e di ragionamento.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Facci. Prego.

 

FACCI: Grazie.

Questa è una risoluzione un po’ ibrida, nel senso che l’attenzione è su criticità legate al gas metano, e fa riferimento ad una risoluzione del Parlamento europeo, la n. 423 del 2021, che effettivamente è una risoluzione molto articolata, andrebbe approfondita a parte e non semplicemente citata. 68 considerazioni contiene questa risoluzione, se uno la va a guardare nel dettaglio.

Questa risoluzione che stiamo discutendo se un merito ce l’ha è quello di stimolare una discussione circa la sicurezza del gas, perché parte dall’affrontare la questione della dispersione del gas in atmosfera, che secondo le considerazioni degli esperti studiosi della materia è dannosa. Addirittura si parla di 86 volte più potente di quello della CO2 come effetto climalterante. Quindi, in realtà, l’approccio di merito è assolutamente interessante (passatemi il termine). Il problema è che chiede in maniera un po’ semplicistica alla Regione una serie di iniziative per rendere operativo questo regolamento, oltre a partecipare alle iniziative di Legambiente eccetera.

Se andiamo a vedere – torno sulla risoluzione del Parlamento, che è la base di partenza della risoluzione della collega – prende in considerazione l’ultima delle considerazioni, dove dice che fondamentalmente, siccome l’obiettivo del presente regolamento del Parlamento è quello di misurare, comunicare e verificare con accuratezza e ridurre le emissioni di metano nel settore dell’energia, non può essere conseguito dagli Stati membri singolarmente, ma a motivo della sua portata può essere conseguito meglio a livello di Unione. Di una questione di questo tipo – lo ripeto – è riduttivo parlare solo in termini di individuare delle soluzioni pratiche. Prendo la considerazione n. 60 della risoluzione del Parlamento europeo: “L’Unione dovrebbe istituire uno strumento di monitoraggio mondiale degli emettitori di metano”. Cioè, stiamo parlando di una cosa di tale portata che – lo ripeto – oggi fare delle considerazioni qui può avere il merito di rendere edotti tutti quanti noi che il metano ha ovviamente delle problematiche legate alla sicurezza, che dovranno naturalmente essere tenute in considerazione dai gestori e da chiunque in qualche modo voglia sviluppare attività estrattive, ma non è che possiamo per questo dire: no, il metano non va bene e a questo punto noi dobbiamo fare qualcos’altro.

Voglio solo ricordare che, non più tardi di neanche un anno fa, quest’Assemblea ha votato una precisa risoluzione per quanto riguarda le estrazioni di gas di competenza della Regione Emilia-Romagna, poi sappiamo perfettamente che in questo la maggioranza si è divisa, ma dai banchi dell’opposizione non c’è stato alcun dubbio nel sostenere questo tipo di proposta del presidente e del Partito Democratico, perché va nel senso di arrivare a una sorta di autosufficienza, anche solo parziale, energetica, in un particolare contesto di crisi internazionale.

Il punto vero è che non possiamo prendere a nostro piacimento questa risoluzione del Parlamento europeo, che – lo ripeto – è di una tale complessità che non può essere neanche a livello nazionale gestita in proprio, figuriamoci a livello regionale, proprio perché è un contesto che deve vedere l’Unione europea condividere qualsiasi tipo di iniziativa, a partire dal monitoraggio fino ad arrivare a misure di salvaguardia.

 Ci lascia quindi un po’ perplessi come questa risoluzione è stata presentata e impostata, l’unico merito – lo ripeto – è quello di poter evidenziare che il metano ha delle criticità, come qualsiasi tipo di sostanza che viene utilizzata dall’uomo per finalità proprie, legate allo sviluppo e alle attività dell’uomo.

È questo, se vogliamo, l’unico aspetto. Forzare però questa risoluzione del Parlamento, proprio perché c’è questa sostanziale avversità all’estrazione di gas metano lo ritengo obiettivamente un tentativo un po’ surrettizio che naturalmente non possiamo condividere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola la consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio i colleghi intervenuti per le considerazioni espresse. Collega Facci, è quasi sorprendente che lei trovi qualcosa di positivo all’interno di questa risoluzione, è già un dato che rilevo, non banale, peraltro. Io penso però che non sia affatto riduttivo parlarne solo qui. Ho provato a motivarlo in premessa, partendo da un tema di sensibilizzazione, che io non trovo sia riduttivo. Come Regione, abbiamo qualche margine di manovra anche su questo. Non trovo riduttivo se si può fare meglio, se si può fare di più. Anche qui, come Regione abbiamo qualche competenza. Lo dico in ragione del fatto che abbiamo qualche problemino legato ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento, che è globale ma che è anche locale, come ricordavo prima.

Il fatto che scienziati ci dicano che in questa Regione la temperatura aumenta di quasi il doppio della media globale è un dato secondo me di cui anche noi dobbiamo farci carico e che dobbiamo tenere in considerazione, senza per forza dover aspettare che venga preso qualche tipo di decisione a livello europeo. I margini di manovra, come ricordavo prima, ce li abbiamo, e anzi, dal mio punto di vista è assolutamente un obbligo capire dove sta il problema, se riteniamo che c’è un problema, su questo evidentemente abbiamo punti di vista diversi, ed è appunto per tale motivo che ho chiesto di fare un approfondimento in Commissione, per avere tutti quanti maggiore contezza dello stato delle cose. Soprattutto chi segue territori come quello dell’Appennino, con tutto il dibattito che c’è stato anche sulla mancanza di neve a dicembre, sa benissimo che anche questo è un problema proprio legato al surriscaldamento globale.

Io, allora, dalle stesse persone che vivono quei territori, che penso e spero abbiano contezza di quel problema, mi aspetto un atteggiamento forse un po’ più di apertura rispetto a questi temi, perché impatta evidentemente sulla vita di tutti i giorni e sulla vita anche delle attività produttive, per esempio, in questo caso che operano in montagna e che ci obbligano – lo ripeto – a fare i conti anche con questo tipo di problematiche, che saranno sempre più presenti.

Questo è il motivo per cui io trovo positiva l’iniziativa di sensibilizzazione che sta portando avanti Legambiente e non trovo affatto riduttivo il fatto di parlarne qui dentro perché – lo ripeto – qualche competenza anche come Regione ce l’abbiamo. Però, io non voglio arrivare al muro contro muro, perché ritengo che non abbia alcun senso, penso invece che ci sia bisogno di una maggiore consapevolezza – lo dico in via generica – su questo tema proprio per capire se effettivamente possiamo mettere in campo strumenti migliori, fare qualcosa di più o eventualmente capire come intervenire proprio rispetto ai problemi che ricordava prima e di cui tutte le forze politiche, non solo forse quelle più vicine all’ambiente, come io penso di rappresentare, tutti quanti io credo dovremmo farci carico, proprio perché, come dicevo prima, alla fine i danni li vediamo anche sui nostri territori, però dovremmo anche imparare a fare dei ragionamenti di prospettiva, non solo quando le cose succedono e agire solamente in emergenza. Questo dovrebbe fare la politica.

In questo senso colgo favorevolmente – ho concluso il tempo, quindi chiudo – l’apertura del collega Bessi in questo senso, nell’andare ad approfondire anche il tema della direttiva, che è sicuramente un tema complesso, che richiede un approfondimento specifico. Torno a dire che abbiamo l’opportunità della Sessione europea, utilizziamo quella per provare a fare un approfondimento e capire se ci sono dei margini per poter intervenire.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo nessun’altra richiesta di intervento.

Consigliera Piccinini, di nuovo? Aveva esaurito il tempo, però, in discussione generale.

 

PICCININI: Sull’ordine dei lavori, presidente.

In virtù della condivisione rispetto alla proposta di discuterne in Commissione, ritiro la risoluzione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 5607

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la realizzazione della Diga di Vetto. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, quindi, alla risoluzione 5607: risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la realizzazione della Diga di Vetto.

La risoluzione è stata presentata dal consigliere Mastacchi.

Su questo documento insistono due proposte di emendamento, una a firma del consigliere Mastacchi ed altri, una a firma del consigliere Delmonte ed altri.

È aperta la discussione generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mastacchi. Prego.

 

MASTACCHI: Presidente, io interverrei sull’ordine dei lavori, chiedendo se è possibile rimandare la discussione a domani visto l’esiguo tempo che rimane da qui alla chiusura dei lavori, perché prevedo che ci sarà la necessità di discutere approfonditamente questo argomento. Per cui, se è possibile, chiederei l’apertura dei lavori domattina.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Il consigliere Mastacchi ha chiesto di avviare la discussione nella seduta di domani, se gli altri consiglieri capigruppo sono d’accordo, direi di accoglierla. Bene, ci aggiorniamo, quindi, a domattina.

Buon pomeriggio a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,14

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN; Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide Baruffi;

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

Hanno comunicato di non poter partecipare: il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini e gli assessori Vincenzo COLLA, Barbara LORI.

 

Emendamenti

OGGETTO 6281

Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare misure a sostegno del comparto dell'editoria. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Piccinini

«Al termine della sezione introdotta da "Impegna la Giunta" è aggiunto l'alinea seguente:

“a svolgere un ruolo attivo rispetto alla crisi, sia nei confronti della proprietà, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, sia dichiarandosi disponibile e interessata alla partecipazione ai tavoli di confronto di rilievo nazionale.»

(Ritirato)

 

Emendamento 2 a firma della consigliera Zappaterra

«Nell' "impegna la Giunta regionale" al primo punto è soppresso il seguente periodo:

"modificando la legge regionale vigente per renderla più attrattiva e incisiva di quanto proposto fino ad ora;"»

(Ritirato)

 

Emendamento 3 a firma della consigliera Zappaterra

Nell' "impegna la Giunta regionale" nel secondo punto sono apportate le seguenti modifiche:

a) Le parole: "A rivedere i criteri di attribuzione" sono sostituite dalle seguenti parole:

" A valutare l'eventuale modifica dei criteri di attribuzione",

b) Il seguente periodo è soppresso:

"di ogni ordine e grado, adottare aiuti immediati quali l'innalzamento significativo della dotazione del bando regionale, cercare di stimolare la creazione di un mercato delle entrate pubblicitarie, tenuto conto degli accresciuti bisogni comunicativi delle Pubbliche Amministrazioni di ogni ordine e grado e garantendo agli inserzionisti privati dei vari media, sgravi fiscali a livello di tassazione regionale. "

(Ritirato)

 

Emendamento 4 a firma della consigliera Zamboni

«Nella sezione introdotta da "Impegna la Giunta", dopo il capoverso che termina con "aggiudicazione di bandi pubblici", è aggiunto il seguente capoverso:

“a valutare, alla luce dell'acuirsi del conflitto tra editore e giornalisti dell'Agenzia Dire, l'opportunità di incontrare a breve la proprietà e il Cdr della sede dell'Agenzia Dire di Bologna al fine di trovare, anche con l'eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti e dei poligrafici, soluzioni a tutela di lavoratrici e lavoratori e del proseguimento del lavoro di informazione che svolgono e della positiva collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.»

(Ritirato)

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

 

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