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201.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 MARZO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6435

Interpellanza relativa all'introduzione in cattività di alcuni esemplari di cervo della Mesola (Cervus elaphus italicus) nell'area di Ca' Giansanti, situata all'interno della Pineta di Classe (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (Misto)

LORI, assessora

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 6419

Interpellanza in merito ai provvedimenti necessari per garantire l'ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, infrastruttura di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa (RA). A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

MASTACCHI (RCPER)

CORSINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 6436

Interpellanza per conoscere i motivi che ostano all'avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Casello di Rioveggio e la tempistica prevista per l'avvio e la conclusione dell'opera. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

MASTACCHI (RCPER)

CORSINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 6440

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo ogni azione di competenza al fine di risolvere il problema delle aggressioni ai danni del personale ferroviario. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 5682

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere un accordo tra le Prefetture dell'Emilia-Romagna, le Province e i Comuni al fine di attivare specifici servizi volti a prevenire gli atti di violenza e aggressione ai danni del personale del trasporto pubblico locale. A firma dei Consiglieri: Amico, Taruffi, Zamboni

(Continuazione discussione e approvazione)

 

OGGETTO 5603

Risoluzione per impegnare la Giunta ad estendere la gratuità del trasporto pubblico, già prevista per le Forze dell'Ordine, anche agli appartenenti alle Forze Armate, con le medesime modalità procedurali. A firma dei Consiglieri: Facci, Bargi, Stragliati, Pelloni, Pompignoli, Delmonte, Occhi, Montevecchi, Marchetti Daniele, Catellani, Bergamini, Liverani, Rancan, Rainieri

(Continuazione discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PELLONI (Lega)

SABATTINI (PD)

AMICO (ERCEP)

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 6556

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire e a integrare con nuove misure le politiche di prevenzione e di risposta alla siccità, coinvolgendo anche altri stakeholders territoriali e il sistema produttivo dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

(Rinvio in Commissione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAMBONI (EV)

OCCHI (Lega)

 

OGGETTO 6552

Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare, in ogni sede, la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del SSR per i costi straordinari legati all'emergenza Covid-19 e alla crisi energetica. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione)

(Risoluzione 6552/1 – oggetto 6647 – Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

EVANGELISTI (FdI)

PICCININI (M5S)

GERACE (PD)

FACCI (Lega)

MARCHETTI Daniele (Lega)

DONINI, assessore

MARCHETTI Daniele (Lega)

MALETTI (PD)

PELLONI (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 6440 - 5682 -5603

Emendamenti oggetto 5682

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,51

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 201 del giorno 28 marzo 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Calvano e Colla.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 6435

Interpellanza relativa all’introduzione in cattività di alcuni esemplari di cervo della Mesola (Cervus elaphus italicus) nell’area di Ca’ Giansanti, situata all’interno della Pineta di Classe (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo dall’interpellanza 6435 a firma Gibertoni, relativa all’introduzione in cattività di alcuni esemplari di cervo della Mesola Cervus elaphus italicus nell’area di Ca’ Giansanti, situata all’interno della Pineta di Classe in Provincia di Ravenna.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessora Lori.

Faccio riferimento nell’interpellanza al progetto di Ca’ Giansanti nell’ambito delle azioni di compensazione del progetto Ponticelle, due impianti di trattamento dei rifiuti della zona che vedrà l’introduzione in cattività del cervo della Mesola e poi la piantumazione di 2000 nuovi alberi nella Pineta di Classe.

Il progetto prevede una realizzazione impattante: due impianti di trattamento rifiuti, pericolosi e non pericolosi; recupero di rifiuti speciali, 60.000 tonnellate l’anno.

Si propone, con questi progetti di compensazione, di eliminare una serie di vecchie strutture ed opere dell’ex centro cosiddetto avifaunistico ex ARIS, praticamente un pronto caccia per la zona, quindi ex azienda regionale per l’incremento della selvaggina.

Una volta eliminate tutte queste strutture, demolite queste strutture e poi aggiungo bonificate, visto che dovrebbero essere anche bonificate perché ci sono appunto copertura in lastre di fibrocemento, quindi materiale potenzialmente contenente amianto e tre fabbricati con copertura in lastre di fibrocemento e anche questo quindi potrebbe contenere amianto e richiederebbe rimozione, demolizione e bonifica.

A questo punto l’area, nelle intenzioni dell’Ente Parco del Comune di Ravenna e della Forestale, dovrebbe essere destinata a ospitare un recinto per l’introduzione in cattività di 10-15 esemplari di cervo della Mesola, una sottospecie del cervo che è autoctona del Bosco della Mesola.

Io ho riportato qui anche un intervento del Direttore del Parco del Delta che fa riferimento a un Piano redatto da ISPRA tredici anni fa, quindi un Piano già invecchiato, che però dice, in questo documento, che tra le opzioni possibili da mettere in campo ci sarebbe un nucleo tenuto recintato di cervi della Mesola, in una zona che in ogni caso non è la Mesola, lo dico perché sono discorsi che normalmente vengono da quei banchi, non da me, recintati, separati dai daini, in quanto diversamente sarebbero in competizione per le risorse. Anche questo è tutto da dimostrare. In realtà, tredici anni dopo, non ci sono studi convincenti che ci dicano davvero che cervo della Mesola e daino non possano convivere.

Quindi, chiedo, assessora, se questo inserimento, questo recinto non sia semplicemente un ulteriore passo avanti, in una zona che, appunto, non è la Mesola, ma è Classe, la pineta di Classe, verso l’accampare ulteriori scuse per agire ferocemente nei confronti del nostro storico nucleo di daini, storico fuori e storico qui in aula ormai, presenti nella pineta di Classe, così come vale anche per quelli del Lido di Volano, cioè sostenendo la pericolosità per il cervo si comincerebbe surrettiziamente a inserire un recinto di cervi in una zona che non è proprio la loro, ma in ogni caso si sceglie proprio casualmente una zona e poi magari più avanti si decide di dire che c’è una competizione. Allora, sapete cosa c’è, uccidiamo qualche centinaio di daini.

Quindi, assessora, le chiedo un aggiornamento su questo, oltre al fatto che, ribadisco, se si fa un recinto, si mettono dieci o quindici esemplari così, mi chiedo anche se sia pensato a un progetto di sterilizzazione di questi cervi, perché, se non ci si è pensato, il recinto mi pare che non possa essere infinito per definizione e mi pare che si stiano creando dei problemi che in questo momento non ci sono.

Quindi, la domanda sarebbe, in questo caso, perché creare ulteriori problemi? Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Lori, prego.

 

LORI, assessora: Grazie, presidente.

Gentile consigliera, allora io naturalmente proverò a dare le risposte che lei sollecitava, non essendo però, lo dico con molta chiarezza, nella condizione di prefigurare possibili e ipotetici scenari futuri, che naturalmente oggi non sono parte delle valutazioni, che sono valutazioni che nascono da indicazioni di ISPRA e soprattutto da valutazioni di tipo tecnico elaborate da esperti in materia.

Ecco, rispetto ai quesiti dell’interpellanza, i cervi che sono presenti nella riserva naturale dello stato Bosco della Mesola in provincia di Ferrara, sul margine meridionale del delta del Po, rappresentano, com’è noto, un’entità faunistica di estrema rilevanza sotto il profilo geografico, ecologico, conservazionistico e storico.

Innanzitutto costituiscono la sola popolazione di cervo autoctono dell’Italia peninsulare, sopravvissuta a secoli di caccia e alterazioni dell’habitat da parte dell’uomo. Questo nucleo è uno dei pochi in Europa a non essere mai stato oggetto di ripopolamenti con esemplari di provenienza esterna.

La sopravvivenza a lungo termine del nucleo di cervo della Mesola è messa a rischio da numerosi fattori, tra i quali la mancanza di sottopopolazioni alternative a quella principale.

Per questo motivo il Piano nazionale di conservazione del cervo della Mesola prevede l’introduzione di alcuni piccoli nuclei in zone recintate, di dimensioni modeste, entro i quali i cervi possono riprodursi.

Gli individui che verranno introdotti nell’area di Ca’ Giansanti presso la Pineta di Classe non interferiranno, né interagiranno in alcun modo con la popolazione di daini presenti nella Pineta di Classe, poiché verranno mantenuti esclusivamente in cattività, ovvero in una recinzione inaccessibile al daino.

Questo è lo scenario attuale. Naturalmente non si intravedono, non ci sono assolutamente valutazioni che in qualche modo possono essere correlabili alla vicenda legata alla presenza dei daini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Io resto con due interrogativi. Il primo è, come ha giustamente detto lei, come ha chiarito, assessora, potranno riprodursi.  Quindi, vuol dire che non c’è un progetto di sterilizzazione e se il recinto non è infinito a un certo punto si creerà un problema. Se su questo non avete fatto una proiezione, il problema però lo si vede già adesso, quindi non c’è bisogno di aspettare che raggiunga un livello di guardia.

C’è già un problema, si mettono gli animali in cattività in un recinto perché possano riprodursi e poi si dice che però non interferiranno minimamente con l’ambiente esterno e con gli altri animali che sono già lì, stanziali e residenziali da anni, anni e anni.

Sull’autoctono, su queste definizioni io non vi seguo più e credo che anche fuori non vi seguano più. Sono scuse. A un animale ormai il diritto di cittadinanza glielo dovrete dare anche voi, una volta che è lì da secoli, da decenni, diamogli la cittadinanza, diamogli la carta d’identità a queste povere creature innocenti.

Il secondo interrogativo è il passaggio successivo, quello che il direttore del parco in questa dichiarazione non dice, strano che non ci pensi, anzi, strano che non lo voglia dire più chiaramente. Cioè, il passaggio successivo ancora non detto sarebbe appunto l’aut-aut tra sopravvivenza del cervo della Mesola, oppure eradicazione totale del daino, sempre con l’idea che ISPRA, con un documento ormai vecchissimo che andrebbe aggiornato, superato da una mentalità diversa, da una forma mentale più attuale, allora si debba scegliere. Quelli verranno giustiziati o trasferiti in zone da caccia, quindi con un’uccisione differita e gli altri mossi come mattoncini del Lego che si spostano a seconda del piacere di quel momento di chi pensa di occuparsi di conservazione della fauna come fosse, appunto, conservazione di oggetti da spostare come soprammobili tra un mobile e l’altro.

Il direttore del Parco del Delta non immagina nemmeno che compito suo, invece, sarebbe proteggere la natura in tutta la sua complessità, studiando e gestendo con rispetto la protezione della natura, gestendola con rispetto, non come soprammobili che si spostano a seconda della moda e della stagione e, quindi, senza sacrificare il daino al cervo della Mesola, in una distinzione, tra l’altro imprecisa, inesatta tra autoctoni e parautoctoni, che sono la stessa cosa. Bisognerebbe abolire il termine parautoctono. Veramente basta con queste farraginosità, che nascondono intenzioni che sono molto diverse. È uguale.

Vogliamo mantenere ancora questa idea che scegliamo noi chi ci piace e gli altri li uccidiamo? Scegliamo noi chi è alloctono? Gli altri, sì, sono alloctoni, però non troppo. Pensi, assessore, al caso del cavallino della Camargue. Il cavallino della Camargue, quindi, in teoria, alloctono per definizione, è della Camargue, a un certo punto arriva, negli anni Settanta mi pare, nel ferrarese. Nel giro di pochissimo gli danno la carta d’identità e creano una sottospecie, il cavallino della Camargue Delta.

Perché lui sì e altri no? Perché evidentemente faceva comodo al turismo, il cavallino della Camargue Delta. Era assolutamente alloctono poverino. È stato condotto lui, non è venuto lui con la jeep. È stato condotto nel ferrarese, ma sai tu ci piaci, ti diamo la carta d’identità. Altri ci piacciono di meno e poi danno fastidio, non sappiamo neanche bene spiegare perché, li facciamo tutti fuori.

Quindi, io non so se il direttore del Parco lo capirà. Io non so se la Regione lo capirà, però questa distinzione tra autoctoni e parautoctoni suona già falsa oggi, e io credo che un giorno tutti ne capiranno l’assurdità. Mi dispiace vedere che sia la Regione che il Parco, che questo Parco stanno facendo di tutto per arrivare ultimi, dopo tutti gli altri, a capirlo.

Ecco, mi permetta di dire che su questa cosa io continuo a dispiacermi e continuerò ancora a dispiacermi più avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6419

Interpellanza in merito ai provvedimenti necessari per garantire l’ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, infrastruttura di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa (RA). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 6419, in merito ai provvedimenti necessari per garantire l’ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, infrastruttura di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa, a firma del consigliere Mastacchi.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Visto che il ponte sul Lamone, che collega le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa, è in ricostruzione dal 12 febbraio 2020, è tuttora incompiuto e la sua chiusura ha comportato disagi davvero significativi per la parte nord del comune di Ravenna, l’assessore, in seguito alla mia interpellanza 5858, durante l’aula tenutasi il 5 dicembre 2022, ha evidenziato che le criticità non erano ancora risolte.

L’impresa esecutrice il 26 ottobre 2022 aveva presentato il programma dei lavori, che prevedeva l’ultimazione dei lavori per il 23 marzo 2023, data non coerente con quella prevista dal contratto, che prevedeva invece il 26 dicembre 2022.

I lavori sono arrivati a coprire circa l’80 per cento del totale previsto dal capitolato. Secondo le informazioni ricevute dal Comune di Ravenna, contestualmente è proseguita la procedura di contenzioso con l’impresa esecutrice.

In data 20 gennaio 2023 il Comune di Ravenna ha comunicato al Gruppo consiliare comunale La Pigna, che in seguito ha richiesto anche l’accesso agli atti, che non è stato chiesto alcun fermo cantiere e che pertanto l’impresa esecutrice è in ritardo rispetto alla data di fine lavori, fissata per il 26 dicembre.

I cittadini di quei territori sono ormai esasperati dai disagi e a più riprese hanno chiesto all’Amministrazione una data certa di fine lavori. I disagi per gli abitanti e le attività economiche di Savanna, Grattacoppa e Torri di Mezzano si sommano alle criticità economiche di questo periodo e stanno mettendo a dura prova la resilienza della cittadinanza.

Si interpella quindi la Giunta per sapere quali provvedimenti siano stati o saranno assunti dal Comune di Ravenna e con quale tempistica, affinché il ponte non resti incompiuto all’infinito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Corsini, prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Naturalmente conosco per evidenti ragioni il problema, ma con altrettanta chiarezza ribadisco che noi non abbiamo competenza diretta sul ponte di Grattacoppa, quindi, le informazioni per rispondere all’interpellanza sono state, come la volta precedente, ricavate da una specifica richiesta di informazioni fatta direttamente al Comune di Ravenna, che nella data del 6 marzo ci ha comunicato una serie di informazioni che ora andrò a dettagliare.

La prima è la seguente. Con determinazione dirigenziale dell’11 novembre 2022, si è costituito in via facoltativa il Collegio consultivo tecnico, il quale si è già espresso su alcuni quesiti sottoposti all’appaltatore.

A seguito delle prove di carico su piastra sui rilevati stradali che avevano dato risultati non accettabili, in data 7 dicembre 2022, al fine di un rapido prosieguo dei lavori e controllo degli stessi, sono state commissionate ed effettuate dall’impresa esecutrice delle nuove prove di piastra e densità in data 13 febbraio 2023, che hanno dato valori accettabili.

A partire dall’inizio di febbraio 2023 sono stati installati i parapetti e le barriere di protezione sull’impalcato, e stanno proseguendo, anche se a rilento, i lavori dei rilevati stradali. Ad oggi, non è stato ricevuto dal Comune di Ravenna un nuovo cronoprogramma dei lavori da parte dell’appaltatore, quindi non si possono comunicare delle nuove tempistiche, oltre a quelle che indicavano come fine lavori il 23 marzo 2023, che evidentemente sono state disattese.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, assessore.

Purtroppo si conferma ancora una situazione molto fumosa e non si riesce a capire bene quale sia la situazione, in particolare quali siano i problemi che stanno rallentando la realizzazione di questo ponte, perché, al di là delle scadenze vecchie, non si vede all’orizzonte una nuova data.

Credo e temo quindi che i cittadini di quella zona abbiano ancora davanti un periodo complicato da vivere, perché si sperava che la primavera fosse il periodo di conclusione dei lavori, ma mi pare di capire che purtroppo non sia così, per cui chiaramente non soddisfatto, anche se mi rendo conto che la Regione in questo caso possa fare solo da “passacarte” e passa-informazioni fra il Comune e l’assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6436

Interpellanza per conoscere i motivi che ostano all’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Casello di Rioveggio e la tempistica prevista per l’avvio e la conclusione dell’opera. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 6436, per conoscere i motivi che ostano all’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Casello di Rioveggio e la tempistica prevista per l’avvio e la conclusione dell’opera, a firma del consigliere Mastacchi.

Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Qui, invece, la Regione può fare tanto di più.

Questa è una vicenda che conosco molto bene, che ho vissuto sulla mia pelle in prima persona, essendo stato sindaco del Comune di Monzuno dal 2009 al 2019, e Rioveggio si trova proprio sul territorio comunale di Monzuno.

Ad ottobre 2020, pochi mesi dopo essermi insediato come consigliere regionale, ho presentato un’interrogazione a risposta scritta, l’oggetto 1834, per chiedere quale fosse la situazione del casello di Rioveggio, in quanto il nuovo svincolo di Rioveggio era stato interrotto a più riprese nel 2012 e nel 2019 ed era ancora incompleto.

Nella sua risposta all’assessore Corsini, come ricorderà, mi comunicò che Autostrade riteneva plausibile poter rientrare nella disponibilità delle aree entro il primo trimestre 2021, e che a valle di questa data sarebbero finalmente ripartiti i lavori.

A luglio 2021, visto che la situazione non aveva ancora subito alcun cambiamento, ho presentato una nuova interrogazione a risposta scritta, l’oggetto 3668, per avere un aggiornamento della situazione dei lavori.

Assessore, anche in questo caso ricorderà, mi comunicò che ASPI programmava l’avvio dei lavori per i primi di settembre del 2021 da parte della sua società del gruppo Pavimental.

Questa era per noi una buona notizia, perché presupponeva che effettuando i lavori Pavimental i tempi di assegnazione dei lavori si sarebbero abbreviati di parecchio non avendo la burocrazia delle gare e facendo i lavori appunto in house.

Visto poi che a marzo 2022 i lavori di completamento erano ancora una volta fermi, ho presentato una nuova interpellanza, quindi l’oggetto 4968, per chiedere ancora una volta quali fossero le motivazioni del perché i lavori e le opere di completamento del nuovo casello di Rioveggio fossero ancora fermi.

Ai tempi intervenne anche l’Amministrazione comunale di Monzuno chiedendo nuove informazioni ad Autostrade, la quale rispose che la consegna dei lavori alla controllata Pavimental sarebbe avvenuta entro febbraio 2023, con chiusura prevista dei lavori per marzo 2024.

Nella risposta alla mia interpellanza, oggetto 4969, anche lei, assessore, ha rilevato come la Regione Emilia-Romagna abbia espresso ad ASPI la propria contrarietà e disappunto per la gestione dell’opera in argomento in quanto, nonostante le reiterate sollecitazioni, la sua realizzazione ha subito notevoli ritardi causando disagi alle comunità territoriali della zona e gli utenti di quella strada.

Teniamo presente che questa è un’opera partita nel 2010, sono già 13 anni che langue e ancora non si ha davanti un orizzonte temporale certo. Sottolineo, 13 anni sono veramente una bella fetta di vita.

Alle Amministrazioni comunali dell’area, in particolare a Monzuno, che è il Comune competente per territorio, è arrivata la notizia che l’inizio dei lavori è stato nuovamente rinviato a causa di modifiche al progetto che, pare, comporterebbero una revisione radicale dell’intervento a causa di non meglio precisate problematiche geologiche dell’area che necessiterebbero di interventi molto importanti di stabilizzazione.

Si chiede appunto alla Giunta se questo corrisponda al vero, la notizia circolata di una revisione complessiva del progetto; quali sono i motivi che ancora ostacolano l’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo casello ormai fermo da più di 10 anni; e in quali tempi si intende avviare e concludere la realizzazione dell’opera.

I miei cinque atti, l’intervento diretto del Comune, le vostre interlocuzioni che immagino siano state tante, ASPI ci ha dato ben cinque risposte diverse con date e soluzioni mai mantenute.

La speranza è che questa volta i tempi dichiarati da ASPI siano reali, ammesso che li abbia dichiarati, chiaramente, perché ormai i cittadini di quella vallata si sentono presi in giro, per non usare un termine peggiore. Dopo una telenovela come questa, può immaginare quali sono i commenti che le persone fanno in sede non di assemblea, ma di bar.

Credo che anche lei, assessore, non si possa sentire soddisfatto della gestione di questa partita, tralasciando per un attimo gli aspetti sostanziali, per quanto importanti, quantomeno dal punto di vista della comunicazione che Autostrade ha avuto nei nostri confronti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Corsini, prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio il consigliere Mastacchi. Non posso non essere d’accordo con lui rispetto alla protesta sui tempi con cui Autostrade mette a terra questi progetti importanti per il territorio. Anche noi siamo naturalmente molto contrariati dai continui rinvii che ASPI ci comunica. Abbiamo ripetutamente scritto ad Autostrade per l’Italia dichiarando la nostra totale insoddisfazione.

In relazione all’interpellanza in oggetto, appunto, confermando le cose che ho detto in premessa, informo il consigliere che l’attuazione del nuovo casello di Rioveggio è ovviamente e costantemente monitorata dalla Regione attraverso incontri periodici con Autostrade per l’Italia, a cui si aggiungono sempre delle note formali di aggiornamento.

In particolare, già nel maggio del 2022, ASPI ha informato questa Amministrazione sulla necessità di una revisione del progetto, come veniva ricordato, sulla base dell’evoluzione del contesto delle norme tecniche di riferimento. Durante le fasi di indagini integrative, è stato infatti accertato come elemento innovativo, rispetto al percorso precedente, la presenza di un corpo di frana complesso ed esteso, nell’area dello svincolo, che interferisce con l’area dello svincolo.

Successivamente Autostrade ha evidenziato che la disamina, perfezionata nel corso del 2022, dei dati di monitoraggio geotecnico e topografico, delle evidenze dell’interferometria satellitare, delle risultanze parziali, ad oggi disponibili, della campagna geognostica ha permesso una dettagliata ricostruzione del movimento franoso in termini geometrici, cioè di estensione, di profondità e di caratterizzazione geotecnica.

Lo scenario scaturito dall’esame di quanto sopra ha evidenziato una rapida evoluzione delle condizioni di instabilità del versante su cui insiste l’area di svincolo. Di fatto, il confronto delle carte geologiche ha mostrato un passaggio di stato da un’area di progetto caratterizzata da un corpo di frana quiescente a frana attiva di natura complessa, portando ASPI ad elaborare soluzioni progettuali legate non solo alla stabilità locale delle strutture, ma anche al raggiungimento di adeguate configurazioni di sicurezza per la porzione di versante a monte delle opere di sostegno, realizzate nei precedenti appalti.

Al fine di stabilizzare la porzione di versante che insiste sull’area di svincolo, il progetto prevede la realizzazione di un sistema di 9 pozzi drenanti di grande diametro, della profondità variabile da 20 a 30 metri, interconnessi idraulicamente a monte dello svincolo stesso in un’area ad oggi non di proprietà di ASPI, atti ad abbattere il livello di falda presente sull’area e di ulteriori opere geotecniche annesse a quelle realizzate.

Tutto ciò premesso, ASPI ha quindi riferito che le cause del protrarsi dei tempi di progettazione vanno ricercate nell’imprevista complessità geomorfologica del fenomeno franoso e nelle tempistiche necessarie alla definizione di un modello di calcolo atto a riprodurre la realtà fisica del problema.

Il sistema di pozzi drenanti menzionato in precedenza è infatti il risultato di un intervento di mitigazione del rischio frana tipico di frane attive, caratterizzate da superfici di scivolamento profonde, che coinvolgono masse di terreno. L’aumento del perimetro dell’area interessata dai futuri lavori rispetto alla configurazione originaria ha indotto quindi ASPI ed avviare, a partire dal mese di ottobre 2022, una collaborativa e trasparente interlocuzione con gli Enti interessati (Comune di Monzuno, Regione, Città Metropolitana), al fine di condividere le tematiche e rendere gli Enti locali edotti circa lo stato di avanzamento dell’iter progettuale.

L’ipotesi che attualmente ASPI tra perseguendo al fine di ottimizzare le tempistiche consiste nella divisione degli iter autorizzativi in due fasi, che possono essere portate avanti in parallelo, la fase 1, relativa al completamento dei lavori non interferenti con la frana, e la fase 2, relativa all’esecuzione delle opere di mitigazione e al completamento degli interventi residuali necessari per la conclusione dei lavori.

In questa configurazione l’ipotesi che consentirebbe un’accelerazione delle fasi approvative è quella di prevedere l’aggiornamento di tutte le autorizzazioni rilasciate per gli interventi di fase 1, mentre di espletare la valutazione preliminare ambientale presso il Ministero e successivamente intraprendere l’iter di localizzazione urbanistica ministeriale, ai sensi dell’articolo 3, per il solo progetto della fase 2.

In tale scenario, l’avvio dei lavori della fase 1 potrebbe essere previsto entro la fine del 2023, mentre, per quanto riguarda l’avvio delle attività approvative dell’opera di fase 2, nell’estate del 2023.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Come lei, assessore, anche noi del territorio ci possiamo dire contrariati e insoddisfatti della situazione complessiva. Al di là dell’attività di monitoraggio, eccetera, mi pare di capire che dopo tredici anni si riparte dal via e addirittura non solo c’è bisogno di stabilizzare l’area, ma si parla addirittura di un nuovo progetto, con un iter approvativo completamente nuovo. Sappiamo tutti come vanno queste cose, purtroppo, in particolare in quell’ambito, dove la sola approvazione di un progetto di completamento che era realizzato all’80 per cento ha buttato a mare, praticamente, dieci anni di lavoro.

La cosa che mi stupisce veramente tanto è come sia possibile che Autostrade si accorga che quella è una zona con tutte le problematiche che lei ha descritto e elencato dopo tredici anni, praticamente, dopo che erano già state attraversate, quelle aree, da un’attività di progettazione, di indagine e avevano già portato un cantiere all’80 per cento. Quindi, fatto tutto questo, ci si rende conto che ci sono dei problemi di stabilità dell’area. Questo la dice lunga su come lavora questa società. Purtroppo, per me questa è una grande delusione. Tutti quanti noi abbiamo sempre la convinzione che questi grandi colossi abbiano un potere, una potenza di fuoco rispetto alla capacità di intervento, di progettazione, di modernità degli strumenti a disposizione così grande che non ci si aspetta mai che succedano cose come queste.

A pochi chilometri di distanza partiranno tra pochi giorni i lavori di rifacimento di due gallerie inaugurate pochi anni fa. Anche quelle devono essere completamente, praticamente, ricostruite. So che i lavori dureranno cinque-sei anni. Immagino che l’intervento da fare sia tanto. Anche in quel caso, per effetto di, credo, non conoscenza del territorio. Se i lavori fossero stati fatti correttamente, probabilmente non ci troveremmo in questa condizione.

A questo punto, non rimane che mettersi in una ulteriore situazione di attesa. Al di là delle dichiarazioni fatte sui tempi, io temo che, oltre a queste interrogazioni e interpellanze che si sono susseguite in questi anni, ci sarà bisogno di farne altre, ma ho un timore. Io non mi sento particolarmente... Sono vecchio, ma non mi sento particolarmente vecchio, ma ho quasi il timore che quel casello non lo vedrò affatto, ahimè.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Sono finite, così, le interpellanze.

Passiamo, ora, agli atti di indirizzo.

 

OGGETTO 6440

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo ogni azione di competenza al fine di risolvere il problema delle aggressioni ai danni del personale ferroviario. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 5682

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere un accordo tra le Prefetture dell’Emilia-Romagna, le Province e i Comuni al fine di attivare specifici servizi volti a prevenire gli atti di violenza e aggressione ai danni del personale del trasporto pubblico locale. A firma dei Consiglieri: Amico, Taruffi, Zamboni

(Continuazione discussione e approvazione)

 

OGGETTO 5603

Risoluzione per impegnare la Giunta ad estendere la gratuità del trasporto pubblico, già prevista per le Forze dell’Ordine, anche agli appartenenti alle Forze Armate, con le medesime modalità procedurali. A firma dei Consiglieri: Facci, Bargi, Stragliati, Pelloni, Pompignoli, Delmonte, Occhi, Montevecchi, Marchetti Daniele, Catellani, Bergamini, Liverani, Rancan, Rainieri

(Continuazione discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Siamo nella discussione generale congiunta tra gli atti 6440, a firma Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri; il 5682, a firma Amico e Taruffi, e su questo documento insistono proposte di emendamento a firma dei consiglieri Amico e Sabattini, e il 5603 a firma dei consiglieri Facci, Bargi, Stragliati, Pelloni, Pompignoli, Delmonte, Occhi, Montevecchi, Marchetti Daniele, Catellani, Bergamini, Liverani, Rancan e Rainieri.

Siamo in discussione generale, come dicevo prima.

Si è prenotato il consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Volevo solo aggiungere, perché c’è già la prima risoluzione del nostro Gruppo dell’agosto, che segnalava diversi problemi e provava a dare delle prime soluzioni concrete.

La risoluzione recente, di cui volevo fare un piccolo inciso, dei colleghi sulla Bologna-Vignola. Anche loro propongono una proposta concreta, quella appunto del body cam, eccetera.

Poi c’è la risoluzione dei colleghi di Emilia-Romagna Coraggiosa che parla in maniera più ampia. Adesso ho appena visto gli emendamenti, soprattutto guardo la parte dispositiva, che va a valutare la possibilità di offrire un sostegno legale per la tutela in sede giurisdizionale del personale del trasporto pubblico locale oggetto di aggressioni.

Però, il fatto è questo. Sulla Bologna-Vignola, perché nasce appunto da due risoluzioni che erano già state depositate mesi or sono e poi allegate alla risoluzione in discussione oggi da parte di Fratelli d’Italia, su un caso della Bologna-Vignola. È stato forse il caso grave per un’aggressione a un capotreno e sulle modalità. C’era già stata un’avvisaglia, altrettanto grave, che ci ha visto anche sui media nazionali in maniera negativa.

Perché, sempre sulla Bologna-Vignola, vi ricorderete il caso di quei ragazzi che hanno occupato il treno, proprio occupando il treno, impedendo ad altri passeggeri di salire, con slogan, frasi da stadio, “chi non salta italiano è”, eccetera. Purtroppo, era stato precedente a questo episodio riportato nella risoluzione di Fratelli d’Italia.

Anche allora “ci attiveremo”, “ci impegneremo” e poi è accaduto un caso più grave, magari non ha avuto la stessa eco mediatica del primo, ma più grave. Però, non mi pare che già nel primo episodio ci siano state denunce formalizzate, indagini e quant’altro.

Quindi, bene anche la risoluzione dei colleghi di maggioranza, però qua la tutela legale si attiva nel momento in cui c’è un procedimento penale. Come nel caso dell’occupazione che magari sarà stata ritenuta una goliardata, forse goliardata non era perché ha dato quella sensazione che si può fare su quel treno quello che si vuole e di impunità. Perché immagino che il giorno di questa occupazione non so quanti avranno avuto il biglietto e non solo.

Lo volevo riportare come inciso, perché le situazioni non sempre sono andate sulla stampa, non sempre ci sono state delle situazioni che più o meno sono arrivate in queste aule o nelle aule dei Consigli comunali, o c’è un tavolo permanente sulla Bologna-Vignola che ogni tanto si ritrova, ma gli episodi sono veramente tanti.

Quindi, io credo che visto che il tema è molto sentito, ben tre risoluzioni ci siamo trovati a discutere, ci sono nella fase dispositiva e io ci credo che si possa tener conto di un po’ tutte le soluzioni proposte e forse, mettendole insieme tutte, qualcosa si può arginare. Perché la situazione pare effettivamente non proprio sotto controllo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Buon pomeriggio ai colleghi.

Io innanzitutto voglio ringraziare i colleghi dei vari Gruppi che oggi ci consentono di fare un’ulteriore discussione su un tema assolutamente importante, che però io incastrerei anche all’interno di altre discussioni che abbiamo fatto, proprio per contestualizzare fatti gravissimi di aggressioni sui convogli ferroviari, che purtroppo si incastrano anche con… Va, secondo me, letta nel complessivo come le aggressioni all’interno dei pronto soccorsi, l’aumento della violenza anche nelle baby gang, in alcuni interventi sono stati segnalati.

Io credo che questo elemento anche di aumento di questi eventi non possa essere soltanto affrontato un pezzettino alla volta e non farci interrogare su quelli che sono non soltanto elementi di ordine pubblico. Qui sono assolutamente non d’accordo con il collega Tagliaferri, che interveniva prima.

Io credo che per prevenire gli atti di violenza e di aggressione, che qui stiamo discutendo, al personale del trasporto pubblico e ferroviario, sicuramente servono elementi di potenziamento del controllo e delle azioni ulteriori, però, come fa giustamente il collega Amico nella risoluzione che sosterremo convintamente, sottolineiamo anche quelle che sono le azioni che si è cercato nel tempo e si cercherà ulteriormente di potenziare, proprio per rispondere, per quello che è di nostra competenza, sia dal punto di vista del miglioramento dei luoghi relativi al trasporto ferroviario, penso alla riqualificazione delle stazioni, come lo è stato, secondo me, e va in quella direzione anche l’importante investimento che abbiamo fatto sui convogli.

Nella stessa direzione vanno anche le politiche di incentivazione fatte per l’utilizzo del trasporto pubblico locale, soprattutto su ferro, che hanno visto anche, dagli elementi dei dati dei fruitori, un aumento costante, ovviamente in tempi non pandemici. Vedete, tutto questo, insieme anche ai progetti che già sono stati correttamente sottolineati prima, va in una direzione di provare a rispondere a una complessità data anche dal contesto che provavo a richiamare prima, un investimento complessivo che provava a trovare più soluzioni.

Io credo che, per rispondere, il modo corretto sia quello ovviamente di tenere alta l’attenzione e cercare di mettere in campo tutte quelle che sono le leve di nostra competenza, cercando però, dall’altra parte, di non trascinare elementi o eventi che si sono presentati, e che ovviamente speriamo non si presentino più, per cercare di spostare le responsabilità su un livello o l’altro dal punto di vista istituzionale.

Ogni parte deve provare a fare, per propria competenza, la propria parte. Ecco qui e credo che vada sottolineato con attenzione, proprio per evitare che vi siano anche elementi di strumentalità, come l’articolo 117, secondo comma della Costituzione riservi alla potestà esclusiva statale per le materie che riguardano la sicurezza pubblica. La normativa in materia di sicurezza dei trasporti, come tutte le attività di Polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, rientra nelle competenze esclusive dello Stato.

Tra le Forze di polizia nazionale, poi, la Polizia ferroviaria è la specialità della Polizia di Stato impegnata a garantire la sicurezza dei viaggiatori, l’infrastruttura ferroviaria, la prevenzione e la repressione dei reati e più in generale la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica in ambito ferroviario.

L’esclusività di tali competenze è stata ribadita anche recentemente, nel decreto legislativo n. 124 del 2015, quello che è stato ribadito come legge Madia. Si aggiunge, infine, che le Regioni, che hanno competenza esclusiva legislativa di Polizia amministrativa locale, che sono quelle di competenza delle Regioni. Ecco anche qui il motivo per il quale esiste un servizio di Polizia locale, incardinato nell’ufficio della Presidenza della Regione.

Questo non significa che, per il fatto di avere una funzione che si chiama Polizia locale, si risponde a delle esigenze di sicurezza giudiziaria e di sicurezza pubblica, che, ribadisco, sono di competenza strettamente statale.

Ho voluto fare questo elemento di sottolineatura perché penso e abbiamo dimostrato anche in questa discussione la volontà di provare a mettere in campo quelli che sono, per ogni competenza e per ogni livello, tutti gli elementi di progettualità che possiamo mettere in campo, in modo coordinato e complementare. Qui va, credo, anche la richiesta dell’impegno della risoluzione, che, appunto, voteremo, del collega Amico, cercare di affrontare per proprie competenze quella che è una problematica che ovviamente incide direttamente non soltanto sui pendolari, ma anche sulla percezione dei cittadini che devono scegliere se utilizzare o non utilizzare il trasporto pubblico che ne può influenzare le scelte.

La chiarezza su chi deve fare cosa è la maniera migliore per provare a trovare una soluzione, e credo che abbia fatto bene – ripeto ‒ il collega Amico a sottolineare quelli che sono gli aspetti strutturali e organizzativi, che hanno bisogno di ulteriori direttive di investimento sia in strumentazione, ma anche e soprattutto in personale.

Chiudo. Oltre che ringraziare i colleghi per averci dato l’opportunità di fare questa discussione, mi riallaccio un attimo all’intervento del collega Facci, che faceva questo parallelismo, quantità di risorse stanziate versus importanza della politica da mettere da mettere in campo. Non è sempre vero, ma è chiaro che un’opportunità di questo tipo mi fa ancora più dire che il calo delle risorse sul trasporto pubblico locale non va nella direzione richiamata in queste risoluzioni.

Permettetemi di chiudere su questo. Chiederei, visto anche il dibattito tra noi di grande rispetto e profondità per provare a risolvere i problemi, preferirei, visto anche il ruolo che abbiamo qui dentro come rappresentanti delle Istituzioni, che alcune frasi sibilline, anche estremamente poco rispettose del ruolo e della onorabilità che noi abbiamo qui dentro, non appartenessero più a questo dibattito. Questa volta è capitato a me dover intervenire dopo un intervento di questo tipo e lo rimando fortemente al mittente, qui non ci sono amici o soggetti collaterali di alcun tipo, credo che l’onorabilità di ognuno di noi qui dentro debba essere ribadita e, anche per rispetto degli argomenti che trattiamo, credo che anche il gergo debba seguire lo stesso rispetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in discussione generale, quindi passiamo al dibattito generale sugli emendamenti, che ‒ ricordo ‒ sono due.

Nessun intervento in discussione generale sugli emendamenti. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Brevissimamente, presidente. Grazie.

Solo per presentare i due emendamenti che qui riportiamo, che ho già anticipato nei contenuti in parte nella discussione generale.

Il primo emendamento riprende quanto è stato fatto fino ad oggi relativamente alle competenze regionali e quanto si sta accompagnando per quanto riguarda i piani di intervento di carattere nazionale, quindi, da un lato, l’istituzione e il potenziamento della control room regionale, che consente di monitorare quanto accade su l’intera rete ferroviaria regionale, così come la recentissima sottoscrizione dell’accordo tra le imprese, l’agenzia per le mobilità, le Prefetture per l’accesso ai filmati delle telecamere sui mezzi di trasporto su gomma, e nello stesso tempo l’accompagnamento dell’intervento del security project di Trenitalia RFI.

Il secondo emendamento invece raccoglie una richiesta a partire proprio dai lavoratori e dagli autotrasportatori, che ovviamente hanno bisogno di essere tutelati sotto il profilo della sicurezza, ma già lì ragioniamo con le body cam, con le telecamere, e richiede anche una tutela più di carattere, generale, perché nel momento stesso in cui si trovano a essere vittime di aggressioni, spesso vanno in giudizio e hanno bisogno di affrontare con serenità anche di tipo economico quella costituzione in giudizio, per cui chiediamo di verificare se ci siano le condizioni per poterli sostenere in termini di tutela legale il momento in cui saranno costituiti a giudizio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dibattito generale sugli emendamenti? Nessun intervento.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sulle tre risoluzioni.

Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Siamo a dover discutere una materia importante, complessa, di attualità, materia che vede in queste tre risoluzioni approcci che, sostanzialmente, partono da una premessa, a mio avviso comune, che è quella di prendere atto di una situazione di progressiva insicurezza del trasporto pubblico locale, episodi di vandalismo, episodi di microcriminalità. Il vandalismo, in realtà, si fermerebbe al danneggiamento di beni. No. Qui stiamo parlando di situazioni in cui vengono coinvolte persone. Quindi, si entra nella lesione della sfera personale del personale viaggiante, sia i pendolari, i fruitori del servizio, sia i lavoratori, quindi coloro che lavorano nell’ambito del trasporto pubblico.

Partiamo da un comune denominatore. Sono diverse le modalità per provare a trovare delle soluzioni. Pur non essendo distanti, alla fine, questo tipo di soluzioni. Sicuramente non ho sentito particolari riferimenti a quella che è la proposta. O meglio, non ho sentito argomentazioni di merito precise circa la risoluzione che il Gruppo Lega ha presentato, vale a dire il fatto di coinvolgere anche il personale delle Forze armate al fianco delle Forze dell’ordine.

Se si ritiene che l’avere esteso la gratuità del trasporto alle Forze dell’ordine sia un elemento sufficiente, credo ci sia una contraddizione in termini. Se oggi discutiamo di una situazione preoccupante perché costante e in costante evoluzione, che chiaramente ci preoccupa e ci induce a parlarne, è evidente che quello che è stato messo in campo fino ad oggi non è sufficiente. Quindi, il fatto che le Forze dell’ordine possano già usufruire del trasporto pubblico gratuito, del trasporto gratuito sui mezzi del TPL, significa appunto che questa è una misura importante, una misura sicuramente necessaria, ma non è sufficiente, occorre qualcos’altro.

Che cos’è questo qualcos’altro? Sicuramente il fatto che la Regione abbia quasi dimezzato i fondi per la prevenzione, non aiuta. Su questo credo che siamo tutti d’accordo, anche se il consigliere Sabattini ha adombrato qualche dubbio sul fatto che non necessariamente a una minor riduzione di risorse, corrisponde un aumento del problema. Certo, non c’è un automatismo ma va da sé che se io passo da 818.000 euro del 2020, a 496 del 2022, una minor prevenzione è in sé, è nei fatti. Credo che sia abbastanza significativo questo tipo di ragionamento e questa deduzione.

Il punto è che non c’è, da parte appunto della maggioranza, a meno che io non venga smentito nella successiva dichiarazione di voto e sicuramente nel voto stesso, non c’è la volontà di affrontare il problema aumentando le probabilità di maggior prevenzione ricorrendo a quelli che sono gli elementi a disposizione. Gli elementi a disposizione sono anche questo.

Il fatto che si voglia in qualche modo introdurre la tutela legale per i lavoratori, è tutto molto interessante. Verrebbe però da chiedersi, come offriamo questa tutela legale ai lavoratori? Con l’Ufficio legale della Regione? È possibile? Quanto stanzieremmo per la tutela legale se la tutela legale dovesse essere effettuata a livello esterno? Non sarebbe meglio allora queste risorse, anziché utilizzarle nella fase successiva, cioè tutela legale nel momento in cui il problema si è già verificato, allora andare a rimpinguare le risorse che sono state tagliate nel corso degli anni per la fase preventiva?

La discussione effettivamente si presta a più di una riflessione.

Comunque, tanto per chiudere, voteremo certamente la risoluzione di Fratelli d’Italia, visto comunque il carattere sostanzialmente poco incisivo, ma comunque riconosciamo che vi è di base una sua bontà.

Ci asterremo su quella a firma del consigliere Amico, così come sugli emendamenti proposti e naturalmente voteremo la risoluzione a firma del Gruppo Lega.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Chi mi ha preceduto ovviamente ha raccolto il tema che avevo usato anche nell’illustrazione, cioè: il problema c’è, lo stiamo riconoscendo, le soluzioni che approntiamo effettivamente hanno degli stili e delle modalità differenti.

Ho richiamato anche nella mia illustrazione, ma magari c’è stata una distrazione, come nel corso di questi mesi lo stesso Assessorato regionale abbia richiesto a più riprese l’incontro con le Prefetture per cercare di assumere questo tema, al di là delle competenze specifiche aziendali e regionali, ma coinvolgendo per esempio le Forze dell’ordine, cercando di costruire un coordinamento a partire dal coinvolgimento dei lavoratori stessi, all’azienda, alle aziende, alla Regione, e  alle Forze dell’ordine. Questo ancora non ha trovato e avuto modo di essere realizzato, da quello che ho appreso, per indisponibilità delle stesse Prefetture, non tanto per indisponibilità dal lato dei sindacati e dal lato della Regione stessa.

All’interno di quel tavolo potevano essere anche affrontare alcune questioni, come quelle dell’attivazione, del raccordo con quelle che sono le forze per esempio di Polizia municipale. Ovvero, prima di arrivare a ragionare se è opportuno o meno utilizzare i corpi militari all’interno dei nostri convogli, io penso che ci siano ben altre sfumature da affrontare precedentemente e che se quei tagli, a cui il consigliere Facci faceva riferimento, ci sono stati nell’ambito di prevenzione, non credo vadano ripristinati a favore di misure che consentano semplicemente la gratuità del titolo di viaggio al personale militare che dovrebbe, come si descriveva, dichiararsi prima di salire, intervenire per dire al personale viaggiante guardate, siamo qui, siamo messi a disposizione, eccetera.

Mentre penso che le misure che nel corso di questi mesi sono state messe in campo e quelle che possono essere ulteriormente potenziate proprio da quell’incontro, che è strettamente necessario, dove le varie componenti si siedano a un tavolo per trovare delle soluzioni per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, che sia su ferro e, ripeto, anche su gomma, che quindi ha una capillarità e una diffusione alla quale si può rispondere solo con un intervento corale, dove tutti quanti i vari livelli istituzionali concorrono, Prefettura, Comuni, Regioni, azienda, allora lì si possono individuare le situazioni concrete.

Di nuovo, nel momento stesso in cui l’azienda, per esempio, SETA, ha proposto ai lavoratori suoi dipendenti di intervenire con dei corsi di autodifesa, gli stessi operatori dicono a noi non interessa l’autodifesa. Interessa potenziare il personale viaggiante, avere degli strumenti di tutela maggiore, perché potenziare il personale viaggiante da un punto di vista numerico significa avere anche un maggiore controllo. Questo e la sua diminuzione deriva anche dalla mancanza dei trasferimenti di fondi nazionali per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

Quindi, nella presa di responsabilità di ognuno dei livelli di responsabilità, io credo che quella modalità che noi spesso utilizziamo, cioè di concertazione, di costruzione, dell’individuazione delle soluzioni all’interno di tavoli presenti sulla Regione, capitanati magari presso le Prefetture, con la Regione, l’azienda e i sindacati, possa addivenire a delle soluzioni molto più efficaci, molto più alla portata, magari anche molto meno dispendiose rispetto a quanto viene fatto in altre regioni, senza che gli episodi di violenza all’interno dei convogli, per esempio lombardi, non si verificano più, ovviamente.

C’è bisogno, invece, di sollevare l’attenzione complessiva e utilizzare questa attenzione complessiva per risolvere il problema. Pertanto noi voteremo a favore per quanto riguarda i due emendamenti presentati alla risoluzione a nostra firma, mentre voteremo contro le risoluzioni a firma Evangelisti e a firma Facci. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, siamo in dichiarazione di voto, non può più intervenire.

 

FACCI: Se non ci sono più dichiarazioni, chiedevo il voto elettronico su tutto, risoluzioni e emendamenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, passiamo quindi alle votazioni.

Scrutatori Rossi, Marchetti Francesca e Stragliati.

Come chiesto dal collega Facci, votiamo la risoluzione 6440.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 41

Favorevoli 14

Contrari 25

Astenuti 0

 

È respinta.

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto. Mumolo. Grazie.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1 alla risoluzione 5682, a firma Amico, Sabattini e Zamboni.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 42

Favorevoli 27

Contrari 0

Astenuti 14

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2, a firma Amico, Sabattini, Zamboni.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 43

Favorevoli 27

Contrari 0

Astenuti 13

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione la risoluzione 5682, a prima firma Amico, così come sono stati votati gli emendamenti.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 43

Favorevoli 26

Astenuti 15.

Contrari 0

 

È approvata.

 

Passiamo ora alla votazione della risoluzione 5603, a prima firma Facci.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 43

Favorevoli 15

Contrari 27

Astenuti 0

 

È respinta.

 

OGGETTO 6556

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire e a integrare con nuove misure le politiche di prevenzione e di risposta alla siccità, coinvolgendo anche altri stakeholders territoriali e il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

(Rinvio in Commissione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 6556.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Chiedo di portare questa risoluzione in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto, grazie.

Un intervento a favore e uno contro.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Sono favorevole alla mia richiesta di portare la risoluzione in Commissione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Un intervento quanto mai appropriato. Contro? Occhi.

 

OCCHI: Grazie.

Noi siamo contrari, perché vorremmo discuterne bene in aula queste risoluzioni, che sono molto interessanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto, grazie.

Colleghi, mettiamo in votazione con alzata di mano la richiesta di rinvio della consigliera Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti? Consigliera Piccinini, lei è astenuta?

Perfetto, grazie mille.

 

È approvata.

 

Vista la votazione, la risoluzione 6556 è rinviata

 

OGGETTO 6552

Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare, in ogni sede, la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del SSR per i costi straordinari legati all’emergenza Covid-19 e alla crisi energetica. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione)

(Risoluzione 6552/1 – oggetto 6647 – Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 6552, per impegnare la Giunta a supportare, in ogni sede, la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del Servizio sanitario regionale per i costi straordinari legati all’emergenza Covid-19 e alla crisi energetica, a firma della consigliera Castaldini.

Su questo argomento insistono tre proposte di emendamento: una a firma dei consiglieri Maletti, Soncini, Costi, Marchetti Francesca, Montalti, Pillati, Amico, Zamboni, Pigoni, Gerace, Daffadà e Bulbi; una a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Stragliati, Pompignoli, Bargi, Catellani, Facci, Montevecchi, Pelloni, Evangelisti e Cuoghi; una a firma Marchetti Daniele, Stragliati, Pompignoli, Bargi, Catellani, Facci, Montevecchi e Pelloni.

A tale oggetto si abbina l’oggetto 6552/1: risoluzione che impegna la Giunta ad un confronto con il Governo affinché siano accolte le istanze della Regione rispetto alla sanità pubblica emiliano-romagnola, a firma dei consiglieri Gerace, Zappaterra, Montalti, Costi, Soncini, Francesca Marchetti, Pillati, Rossi Daffadà, Amico e Bulbi. Chi più ne ha più ne metta. Grazie.

Siamo in discussione generale. Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie.

Vorrei provare a fare un po’ di chiarezza, oggi, in realtà la giornata non aiuta, sul tema della sanità, da come è nata questa risoluzione e quale era, ma lo è anche oggi, il mio intento.

A inizio marzo ho seguito con molta attenzione l’incontro con il ministro Schillaci da parte del nostro assessore Raffaele Donini, che, assieme al presidente Fedriga, ha presentato un organico documento. Attenzione. Quel testo, lo ricordo nel caso in cui a qualcuno sia sfuggito questo particolare importantissimo, ha una premessa che si intitola “Il sotto finanziamento del servizio sanitario nazionale: un problema che viene da lontano”, firmato da tutti i presidenti che in quel momento facevano una determinata richiesta al Governo.

Non è pensabile, quindi, uso le parole di un assessore di Centrosinistra, mettere la croce su un Governo che è nato lo scorso autunno.

Partendo da questo caposaldo fondamentale, che è proprio nel titolo delle richieste che vengono fatte al Governo centrale, possiamo discutere di come recuperare i 5 miliardi di risorse che mancano all’Emilia-Romagna, ma non solo.

Personalmente, ho visto la proposta Fedriga-Donini una via d’uscita molto chiara e, secondo me, l’unica sostenibile con le finanze attuali.

Non voglio aprire un capitolo, non è questa la sede, nessuno può nascondere il fatto che i 120 miliardi di Superbonus 110 sono un debito contratto dallo Stato, esattamente quell’importo ereditato dal Governo di Centrodestra è pari al Fondo sanitario nazionale di un anno.

Ritorniamo però alla proposta che è stata formulata. La proposta Fedriga Donini si riassume in due capitoli fondamentali. Il primo è consentire che i disavanzi Covid si possano ripianare con un Piano di ammortamento decennale, portate a nuovo quale perdita Covid nell’ambito del patrimonio netto, e il secondo punto è precisare che i maggiori costi aggiuntivi sostenuti dai Servizi sanitari, regionali per effetto dell’attuazione delle misure di controllo della pandemia e dei rincari energetici per la parte non finanziata dalle risorse stanziate a livello nazionale, siano esclusi dalla verifica dell’equilibrio economico finanziario.

 Con poche parole semplici, si richiede di spalmare (scusate il termine) in 10 anni il deficit nato nella pandemia e di non considerare le spese Covid ed energetiche tra gli elementi che comportano il commissariamento di una sanità regionale. Questo è il tema centrale e anche il tema che oggi ci ha visto in un certo senso confrontarci con l’assessore Donini.

Su questa proposta si basa la mia risoluzione, che vuole rafforzare quanto avanzato dalla Conferenza Stato Regione, dando un mandato pieno, magari con la convergenza di tutti.

Il rischio di un commissariamento dal mio punto di vista va scongiurato sempre, gli emiliano-romagnoli semplicemente non lo meritano, avere un commissario straordinario significa (ci tengo a delineare quali sarebbero le conseguenze di un commissariamento) avere una persona nominata da Roma, che lavorerà a un piano di rientro, dettato dal MEF con pesantissime misure sanzionatorie, tra cui il blocco del turnover del personale, il divieto di effettuare spese non obbligatorie, l’incremento in via automatica delle aliquote fiscali IRAP e IRPEF. La cura non deve uccidere il malato.

Per questo, la richiesta di un piano di ammortamento che possa consentire in 10 anni alle Regioni di chiudere il bilancio in pareggio è necessaria. Questa operazione ci potrà salvare, ma le prossime volte, ed è qui il tema politico che condivido con tutti i miei colleghi di opposizione, ma le prossime volte, siamo onesti, assessore, se non ristruttureremo in maniera efficiente, sistematica, come una buona riforma il nostro Sistema sanitario regionale, tutto questo non sarà possibile.

Il trend prima della pandemia era tutt’altro che positivo, nei cinque anni precedenti l’emergenza del Covid l’Emilia-Romagna è arrivata a spendere ben 430 milioni in più, cifre da capogiro che, se continueranno nei prossimi anni a crescere, porteranno senza scusanti la nostra sanità dritta al commissariamento, che è quello che io non voglio, lo ribadisco.

Lo dico dati alla mano, sottolineando la spesa prima dell’emergenza del Covid e delle spese energetiche. Dal 2015 ‒ dati del Ministero dell’economia e delle finanze ‒ al 2019, la spesa regionale per la sanità in Emilia-Romagna è cresciuta di 430 milioni di euro, nel 2015 la spesa è stata 8.834,70 milioni, fino ad arrivare a 9.265,10 milioni nel 2019.

È evidente che la coperta è corta. Se però non ci si impegna a riparare gli sfilacciamenti, quella coperta si strapperà del tutto, e non potremo più chiedere aiuto al Governo, a nessun Governo. Invito tutti a responsabilità sia su come si è formato il debito, sia su come risolvere il problema, maggioranza e opposizione insieme oggi sulla richiesta di dilazione, domani sulla riforma regionale della sanità, che speriamo tutti di veder presto in Commissione e poi approvata una volta in Assemblea legislativa. Questo è l’unico modo per mandare a Roma un messaggio forte e chiaro, ai nostri cittadini prima di tutto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

La risoluzione presentata dalla consigliera Castaldini su quanto emerso dal confronto tra le Regioni e il Ministro è conforme alle informazioni che sono in nostro possesso, rispecchia anche le richieste avanzate dalle Regioni, con alcune sfumature, ed anche quanto più volte ci è stato in questi ultimi giorni riferito dall’assessore Donini.

Il fatto che il Covid e il rincaro energetico abbiano aggravato i Bilanci nazionali e quelli conseguentemente regionali non è contestato, quello che invece, a nostro avviso, oggi non è chiaro è quanto abbiano gravato, come queste spese abbiano impattato e se veramente siano state queste spese a ridurre il Bilancio dell’Assessorato alla sanità della Regione Emilia-Romagna in questa situazione.

In parte la risposta l’abbiamo avuta nella stessa introduzione, illustrazione della consigliera Castaldini, e anche noi riteniamo di no. Noi riteniamo che le scelte scellerate di tagliare, operate nell’ultimo decennio dai Governi di Sinistra, siano state determinanti, tanto che, se andiamo a rivedere (l’ho fatto in questi giorni) i titoli di cronaca degli anni passati, più volte la Regione è intervenuta con somme nei Bilanci economici delle aziende.

Noi non pensiamo (assicuro anche i consiglieri di opposizione) vedendo la risoluzione presentata che la situazione con cui ci troviamo a dover trovare una risoluzione sia dovuta ai cinque mesi del Governo Meloni. Davvero qualcuno pensa che, a causa di questo mancato rimborso... Che sia questa la causa? Che la situazione della sanità emiliano-romagnola, fiore all’occhiello, la sanità di questa Regione sia, per così dire, ridotta in questo modo per un mancato rimborso? Non è così. Non è così. Questo è l’unico messaggio, in questo momento, che viene fatto passare, nel maldestro tentativo di, in qualche modo, tirarsi fuori prima che la nave affondi. Per questo si spiegano i comunicati frenetici di questa settimana del presidente Bonaccini, che imponevano una risposta. La risposta è stata data. La maggioranza di questa Regione chiede solo soldi, ma non accenna a cambiare le cose. Questo è preoccupante. Nemmeno chiede al Governo di cambiare le cose, perché sarebbe, in qualche modo, come sconfessare se stessa.

I contributi, i soldi che questa Regione chiede al Governo... Perché la situazione delle Regioni in materia di sanità non è per tutte le Regioni uguale. È vero che il Lazio sta peggio di noi, ma ci sono anche Regioni che stanno male, ma non così male come l’Emilia-Romagna. Quindi, non serviranno ad invertire la situazione della sanità in questa Regione. Sono le scelte che sono sbagliate. Non è, e lo diciamo a chiare lettere, il nostro Governo che vuole la privatizzazione. È in quella direzione, se invece guardiamo, in cui è andata e sta andando la Regione Emilia-Romagna.

Anche nelle petizioni che abbiamo visto in questi giorni si difende un modello che non è più attuale, non è credibile. Preservare i presìdi ospedalieri così come sono ora non significa andare nella direzione giusta. Così come pensare di intervenire con i fondi del PNRR soltanto facendo degli edifici, che non saranno riempiti con personale sufficiente e con le attrezzature necessarie.

A noi quello che importa, e vengo alla risoluzione, è prima di tutto fare chiarezza. La distanza politica c’è. Non siamo stati al Governo insieme, sediamo su banchi opposti in quest’aula. Quindi, la visione è completamente diversa. Quello che, però, ci interessa, se guardiamo la macchina complessivamente, è andare prima a vedere se il motore di quella macchina funziona, quindi se la parte tecnica funziona, e poi andare a vedere chi guida quella macchina. Per cui, non ci interessano le dimissioni dell’assessore. A noi interessa capire da che cosa deriva questo buco, come si è arrivati a questo, per cui una soluzione può essere il commissariamento, che a nostro avviso non ha, solo nella misura in cui non lo scelga il Commissario, le soluzioni e le conseguenze che ho sentito illustrare, ma non va fatto. Vogliamo far analizzare i conti da un ispettore? Ci sta bene lo stesso.

Ci interessa capire se quello che non funziona è il motore di questa macchina, e poi dopo penseremo a chi la guida e quindi al pilota. Ci interessa prima verificare se davvero queste spese siano attribuibili al Ministero e quindi al Governo, per cui è giusto che il Governo rifonda queste somme ed è giusto spalmarle in 10 anni, però prima vogliamo sapere la finalità di queste spese, come sono state spese e perché.

Dopodiché, se invece le spese sono addebitabili a scelte tecniche o politiche sbagliate, su questo dovremo fare un ragionamento diverso. È per questo che rispetto alla risoluzione a nostro avviso va inserito questo criterio in via preventiva.

La risoluzione, per così dire, ha fatto uno scatto in avanti rispetto ad un confronto che è ancora in essere, ci sta bene perché ovviamente siamo in coalizione e l’obiettivo è per tutti comune, la salute dei nostri cittadini e la sanità della nostra Regione. Quello che ci preme è non chiedere un contributo una tantum, pensando, forse in maniera troppo arrogante e senza autocritica, che per forza si sia fatto bene, prima vogliamo sapere cosa è stato fatto e come è stato fatto, e poi è giusto che, se il Governo e il Ministero deve provvedere, lo faccia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Avevo letto dell’intervento di Marchetti, evidentemente si è cancellato

 

PRESIDENTE (Rainieri): Marchetti è un gentleman, le ha lasciato la parola.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Credo che non spettino a lei queste considerazioni, in ogni caso vengo al tema.

Oggi noi, con questa risoluzione presentata dalla collega Castaldini, torniamo su un tema che non è nuovo per questa assemblea e che dibattiamo da qualche mese, almeno da un anno, ovvero da quando, sempre in quest’aula, il Movimento 5 Stelle portò una risoluzione che aveva le identiche, medesime finalità, ed è stato approvato a febbraio 2022, un documento identico, con le stesse, identiche finalità, in cui l’invito ovviamente era quello a sostenere tutti insieme questa battaglia. Oggi io mi ritrovo con una risoluzione che dice esattamente le stesse, identiche cose, quindi faccio fatica a capire la necessità di dover tornare su un tema che già era stato condiviso, se non dalla necessità di restare su un dibattito che abbiamo più volte fatto.

Dopodiché io non posso non rimarcare un dato, ovvero la differenza di posizioni del Centrodestra, dove abbiamo la Lega che ha chiesto il commissariamento della sanità regionale dell’Emilia-Romagna e Forza Italia, come anche evidenziato dalle parole della collega Castaldini, che si discosta da questa posizione e addirittura arriva a sostenere l’operato di un assessore di Centrosinistra, quindi io voglio registrare anche questa convergenza di intenti un po’ anomala, devo dire la verità.

Penso però una cosa rispetto al tema specifico: purtroppo il dato di fatto è quello che ci siamo detti e continuiamo a dirci rispetto a un atteggiamento del Governo nazionale, che purtroppo, a differenza di quello che fece l’ex Presidente Conte,  oggi non sta adempiendo a quelli che dovrebbero essere i compiti prettamente propri, ovvero intervenire, attraverso la copertura delle spese Covid, di cui naturalmente non può farsi carico la Regione Emilia-Romagna, perché parliamo, come tutti sapete, di un’emergenza nazionale, e la mancata copertura dei costi energetici. Anche questo è un tema evidentemente reale e concreto, ma penso che ognuno di voi, nel proprio Comune, possa, come constatarlo direttamente, perché, esattamente come i cittadini privati, esattamente come le imprese, anche le Istituzioni ad ogni livello purtroppo hanno subito e continuano a subire un rincaro delle materie prime e dell’energia che impatta in maniera pesante sia sui Comuni, sia sulla Regione, e questo è un problema e lo sta diventando e lo diventerà, se lo guardiamo dal punto di vista delle riduzioni o riorganizzazioni del servizio, che ormai è inevitabile, se vogliamo continuare a garantire un servizio di qualità. Il nodo centrale è questo: quale servizio vogliamo garantire ai nostri cittadini?

Temo che, per come si sta muovendo il Governo, ed è una conseguenza diretta di quello che si sta facendo, purtroppo si stia in un qualche modo puntando tutto sulla sanità privata, andando a mettere in discussione un modello che in questa Regione ha funzionato, nonostante i tagli che ci sono stati, che sono innegabili, durante questi anni. Non sono di ieri. Purtroppo, è un’emorragia che dura da tanto, troppo tempo. Però, purtroppo, la direzione che questo Governo sta prendendo sembra essere questa. Non c’è alcun motivo per cui non si debba intervenire a sostegno di una Regione che ha fatto uno sforzo enorme durante la pandemia.

Non dobbiamo neanche dimenticarci che siamo una di quelle Regioni con più strutture pubbliche. Anche questo dobbiamo metterlo in relazione sui costi energetici. Sono dati oggettivi. Non lo dico io. Quando si ragiona di queste tematiche, dobbiamo guardare l’argomento a tutto tondo.

Capisco che sia anche facile fare questo parallelo, forse, dal mio punto di vista, anche fin troppo semplicistico, nel dire che è colpa del Superbonus, è colpa delle risorse e del sostegno che l’ex Governo Conte ha messo rispetto a questo strumento. Mi sembra una semplificazione un po’ forzata.

Credo che ci siano, rispetto alla situazione che ci troviamo a vivere oggi, delle responsabilità ben precise e degli interventi che stanno mancando. Questo inevitabilmente impatta sulla nostra sanità e si aggiunge a criticità che ‒ anche queste ‒ erano facilmente prevedibili. Parlo della mancanza dei medici all’interno dei pronti soccorsi. Anche qui, faccio fatica a credere che sia una responsabilità della Regione Emilia-Romagna, perché purtroppo sono tutte le Regioni a trovarsi in questa condizione per un’errata programmazione che è stata fatta negli anni passati. Si sapeva benissimo quando e quanti medici sarebbero andati in pensione. Tutti noi conosciamo l’imbuto formativo che, purtroppo, oggi continua a sussistere.

Detto questo, la domanda è: va tutto bene? No, non va tutto bene, è evidente, noi diciamo sempre che la nostra è una delle sanità migliori, ha delle criticità, anche questo è un dato dal mio punto di vista oggettivo, ci sono delle richieste che vengono dai territori (penso ai punti nascita) che sono ancora inevase, abbiamo delle liste di attesa che ancora scontano tempi lunghi, purtroppo molti cittadini emiliano-romagnoli sono costretti a rivolgersi al privato per i tempi di attesa, però non vorrei che, a fronte di criticità che vanno migliorate, noi decidessimo di intervenire a gamba tesa in maniera pesante, chiedendo addirittura un commissariamento.

Mi scuso con Marchetti se non se non è stata la Lega a chiedere il commissariamento ed è stato Fratelli d’Italia, però, in ogni caso, la spaccatura all’interno del Centrodestra per visioni diverse mi pare sia più che evidente. 

Io ‒ torno a dire ‒ sono comunque d’accordo e sono dell’opinione, come dicevo un anno fa, che questa, ovvero quella di chiedere la copertura dei costi Covid e delle spese energetiche, sia una battaglia da fare congiuntamente, perché il messaggio che deve uscire da questa Regione deve essere, dal mio punto di vista, assolutamente unitario, e ‒ ripeto ‒ lo dicevo un anno fa, quindi da un anno fa ad oggi si potevano fare anche degli atti e dei passi avanti, e non riportare oggi una discussione che abbiamo già fatto, con Gruppi politici che hanno già preso delle posizioni.

Dopodiché penso anche che la Regione debba fare la propria parte e in questo qualcosa ho visto che si sta muovendo. Penso, per esempio, se guardiamo il tema delle spese energetiche rispetto alla partecipazione di alcune ASL ai bandi che la Regione sta facendo in tema di efficientamento grazie ai fondi del FESR. Quindi non va tutto bene, però evitiamo anche di sottrarci (parlo del livello nazionale) rispetto a responsabilità che il nostro Governo (“nostro” in senso lato, ovviamente) ha, e a cui però si sta evidentemente sottraendo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Gerace.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Oggi propongo di discutere un argomento che riguarda - credo - ogni cittadino del nostro Paese e della nostra Regione: la tutela del diritto alla salute dei cittadini attraverso il Sistema sanitario pubblico e universalistico.

Come sapete, il nostro Servizio sanitario nazionale, a seguito della pandemia, si trova in condizioni drammatiche dal punto di vista della sostenibilità economica.

 Nonostante la pandemia abbia evidenziato l’importanza del Sistema sanitario pubblico e universalistico, non sono stati fatti investimenti congrui per garantire il mantenimento del diritto alla salute di tutti i cittadini in modalità ottimale.

In questo contesto, il Movimento per la sanità pubblica ha lanciato una petizione on line, indirizzata al ministro Orazio Schillaci, che chiede di garantire un servizio pubblico e universalistico per tutti i cittadini senza discriminazioni.

La Regione Emilia-Romagna ha dimostrato di essere attenta a questo tema, rafforzando il Sistema sanitario pubblico quale fattore di modernizzazione economica e sociale e garantendo un servizio alla comunità nel suo insieme di tutela della salute pubblica. Tuttavia, sono necessari ulteriori investimenti sulle strutture, sulle tecnologie, sul personale, sui servizi ospedalieri e territoriali, per omogeneizzare il livello di assistenza sanitaria e superare le disparità tra le grandi città, i grandi centri abitati e le aree rurali.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario avere più medici, più infermieri, più personale sanitario, adeguatamente valorizzati e formati, per rafforzare l’assistenza territoriale. È inoltre necessario mettere in sicurezza gli ospedali, fare delle Case della comunità un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato e del terzo settore.

Qui approfitto dello spunto della consigliera Evangelisti, per dire che queste, che per molte altre Regioni sono prospettive, in Emilia-Romagna sono già delle realtà consolidate. La invito a visitare le oltre 130 Case della salute che abbiamo già realizzato, ed in particolare la vorrei invitare a venire a Salsomaggiore Terme, dove abbiamo già anticipato il modello che si propone di realizzare nel futuro, un modello di Casa della comunità dove c’è già espressione di medici di medicina generale di tutto il territorio, medici di medicina pediatrica di tutto il territorio, altre specializzazioni e, concentrati nello stesso punto, l’assistenza infermieristica, gli ambulatori infermieristici di specialità e anche il CUP per le prenotazioni. Direi, quindi, che non sono assolutamente delle scatole vuote.

Non dimentichiamo, poi, l’importanza di investire nella ricerca pubblica e, al contempo, di investire anche sul mercato farmaceutico. Queste attività, però, richiedono risorse economiche rilevanti da parte dello Stato, che, invece, sembra guardare verso il privato più che sul pubblico. Lo dimostra il fatto che non si è ancora affrontato il tema del trasferimento alle Regioni delle maggiori risorse necessarie per coprire i costi sostenuti durante l’emergenza sanitaria e non hanno ancora avuto risposta gli incrementi dei costi energetici dovuti, come sappiamo, anche alla guerra Russia e Ucraina.

La sanità pubblica è uno dei pilastri fondamentali dello stato sociale, il cui obiettivo principale è garantire a tutti i cittadini un livello adeguato e di qualità delle prestazioni sanitarie. In particolare, la sanità pubblica si occupa di promuovere la salute, prevenire le malattie, gestire le cure necessarie per i pazienti. Questa è sanità pubblica. Sostenere la sanità pubblica significa investire nella salute di tutti i cittadini, fornendo servizi sanitari di qualità e accessibili a tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche e sociali.

Inoltre, sostenere la sanità pubblica significa garantire una gestione efficiente ed efficace delle risorse sanitarie, prevenire le disuguaglianze nell’accesso alle cure, migliorare la salute della popolazione nel suo complesso. Durante la pandemia del Covid-19 abbiamo visto l’importanza della sanità pubblica. Le Regioni che non avevano sanità pubblica si sono trovate in grandissima difficoltà. La nostra Regione ha fornito ai cittadini delle adeguate prestazioni, eccellenze di prestazioni.

Tuttavia, anche al di fuori di situazioni di emergenza, la sanità pubblica è fondamentale per la salute e il benessere delle persone, per la prevenzione delle malattie, per la gestione della cura, per tutti i pazienti. Sostenere la sanità pubblica significa promuovere anche la ricerca medica pubblica, l’innovazione tecnologica, la formazione del personale sanitario, al fine di garantire cure sempre più avanzate e sempre più efficienti. In Emilia-Romagna lo sappiamo fare. Vengono da tutte le regioni e anche dall’estero a curarsi.

La Regione Emilia-Romagna deve continuare ad operare ad un modello che prevede uno stretto confronto con le rappresentanze sindacali dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, per uno sviluppo della sanità territoriale sempre più rispondente ai bisogni emergenti del territorio, tenuto conto che le professioniste e i professionisti delle cure primarie sono sempre considerati parte integrante di una multidisciplinarità, da cui non si può prescindere.

Infine, è importante sostenere la petizione lanciata dal Movimento per la sanità pubblica e sollecitare il Governo a dare attuazione alle istanze di petizione, garantendo il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Credo fermamente che il rafforzamento dell’universalismo nell’accesso ai servizi sanitari a livello nazionale sia di vitale importanza, ma per realizzarlo servono risorse, risorse finanziarie adeguate. Occorre evitare di pensare al risparmio pensando a soluzioni quali i sistemi mutualistici assicurativi, cosa che nel passato abbiamo già affrontato prima della riforma del 1978, e rischiamo di creare ulteriori disuguaglianze nell’accesso alle cure sanitarie.

Pertanto è fondamentale reperire le risorse necessarie attraverso un sistema fiscale equo e progressivo, in modo da garantire a tutti i cittadini un equo e giusto accesso ai servizi sanitari.

Con questa risoluzione chiediamo alla Giunta regionale di attivarsi presso il Governo in un confronto serrato, affinché vengano riconosciute le giuste richieste presentate trasversalmente dalle Regioni, richieste che giungono infatti sia da Regioni governate dal Centrodestra che da Regioni governate dal Centrosinistra.

Le spese Covid ed energetiche devono essere riconosciute alle Regioni e ritengo inoltre indispensabile e fondamentale aumentare il Fondo sanitario nazionale, perché questo possa presto destinare una maggiore quota di PIL al settore sociosanitario, che sempre più si avvicini ai livelli già raggiunti e garantiti da Paesi come Francia e Germania.

Quando parliamo di modelli da seguire, penso immediatamente al modello emiliano-romagnolo, da sempre riconosciuto come un modello efficace di avanguardia e al passo con i tempi, ed è pertanto da questa consapevolezza che dobbiamo interrogarci su che tipo di società e su che modello sanitario vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Direi che questa risoluzione, questa discussione permette di entrare, di riprendere il filo di una discussione che ci portiamo dietro da qualche mese e che abbiamo affrontato, a mio avviso, in maniera approfondita e articolata in occasione della sessione di Bilancio dello scorso mese di dicembre, allorquando abbiamo dovuto constatare come il Bilancio della sanità, quindi, tutto quello che riguarda il perimetro sanitario condizionasse in maniera quasi totale il Bilancio della Regione.

Sappiamo che la percentuale che viene ogni anno individuata dall’analisi precisa che viene effettuata dalla Corte dei conti attesta l’incidenza della spesa del perimetro sanitario sul Bilancio complessivo intorno all’85-86 per cento. Poiché abbiamo parlato nel Bilancio di previsione di circa 13 miliardi e 300 milioni, capite quanto possa essere ampia questa fetta dell’85- 86 per cento.

Abbiamo non solo preso atto di questo forte condizionamento, ma anche del fatto che sistematicamente i Bilanci del Sistema sanitario vengono presentati e approvati con quasi un anno di ritardo, quindi, di fatto, abbiamo un Bilancio complessivo regionale condizionato da Bilanci tardivamente elaborati ed approvati, per cui potremmo arrivare (passatemi il termine) a parlare di un Bilancio drogato, perché non è possibile che venga realizzato un preventivo quando ormai dovrebbe già essere tempo di consuntivo.

Purtroppo o per fortuna per la Giunta regionale, non ci sono sanzioni, perché questo è il tema, non ci sono sanzioni a fronte di questo sistematico sforamento, e non è credibile né tantomeno accettabile la giustificazione che viene presentata: siccome non sappiamo esattamente l’entità del trasferimento della quota del Fondo sanitario nazionale destinata alla Regione noi non siamo in grado di fare il bilancio per tempo. Ma esistono, naturalmente, lo sappiamo perfettamente ‒ uno ‒ una storicità e ‒ due ‒ gli assestamenti in corso d’opera.

Sta di fatto che tutte le volte che noi parliamo di sanità abbiamo una situazione fuori controllo. Quello che si sta verificando oggi, che, purtroppo, il Covid e anche la crisi energetica hanno in un qualche modo evidenziato in maniera esasperata, è il fatto che ci si renda conto improvvisamente di una voragine. Poi, i conti precisi non li sapremo mai nel dettaglio. Perché? Proprio per il fatto che abbiamo questi artifizi contabili legali, ma che di fatto non ci restituiscono una situazione trasparente, una situazione chiara, ci impediscono una verifica.

Tra l’altro, che cosa abbiamo potuto appurare? Prendiamo un aspetto, anche questo oggetto oggi di discussione. Il payback sui dispositivi medici. Il payback sui dispositivi medici ha stabilito... Questa norma sicuramente malfatta, una norma che richiede sicuramente aggiustamenti. Che cosa ha evidenziato? Che in Emilia-Romagna, nel periodo ante Covid, quindi non c’è Covid, non c’è guerra, ante Covid, dal 15 al 18, che non è la Prima guerra mondiale, le conseguenze per la sanità sono ugualmente devastanti, passatemi il termine, ovviamente, che può apparire improprio, determina 356 milioni di sforamento rispetto a quella che era la dotazione finanziaria. Data una certa cifra dal Governo nazionale, la Regione Emilia-Romagna sfora per 356 milioni e li vuol far pagare alle aziende, in forza di una norma nazionale che allo stato glielo consente, ma che non giustifica lo sforamento. Lo sforamento è colpa di chi doveva controllare. La normativa, il nostro sistema prevede che vi siano delle Commissioni di controllo a livello aziendale, a livello territoriale, di monitoraggio. Ci sono nomi e cognomi, ci sono professionisti deputati a questo.

Così come, e non vado tanto in là... Prendo le delibere di Giunta, la n. 407 del 21 marzo 2022, che erano le prime indicazioni sulla programmazione 2022 per le aziende del servizio sanitario regionale o la 1772 del 24 ottobre, linee programmatiche di finanziamento. Che cosa stabilivano? Proprio perché la situazione appariva già nella sua criticità prevedevano che la verifica dell’andamento della gestione aziendale rispetto all’obiettivo economico-finanziario assegnato dovesse essere effettuata con cadenza bimestrale, quindi, a far data quantomeno dal 21 marzo, dalla delibera n. 407. Ove necessario, le aziende sanitarie dovranno predisporre azioni di rientro. Ebbene, come Gruppo Lega noi abbiamo chiesto, in questi giorni, conto di queste verifiche bimestrali. Sono state fatte? Abbiamo presentato e depositato un atto ispettivo. Vedremo ovviamente la risposta, se sono state fatte verifiche bimestrali dell’andamento della gestione economica finanziaria e a fronte della risposta a queste verifiche quali azioni le aziende sanitarie hanno messo in campo per naturalmente far fronte al problema. Vedremo la risposta nel dettaglio, per entrare nei numeri in maniera precisa. Tutto questo per dire che cosa? Per dire che se c’è oggi una situazione che sfugge è la questione finanziaria, contabile, la gestione economica della sanità.

Benissimo rivolgersi al governo, benissimo, ci rivolgiamo al Governo. Abbiamo presentato degli emendamenti a queste risoluzioni, li illustrerà meglio il collega Marchetti, immagino, che è il primo firmatario di questi emendamenti, perché non vogliamo naturalmente sottrarci a un confronto a livello nazionale sul fatto che le vicende straordinarie hanno condizionato fortemente il nostro sistema sanitario, ma la causa del dissesto non è il Covid e non è la guerra. Viene da lontano. Ecco perché chiediamo che fondamentalmente si faccia prima chiarezza su quello che accade, è accaduto o sta accadendo in casa nostra e poi andiamo a vedere le rivendicazioni, i confronti o le richieste da fare a livello nazionale, perché sennò è troppo comodo. È troppo comodo. Qui non si tratta di dire che noi non vogliamo garantire la sanità pubblica, però noi vogliamo garantire una sanità efficiente, una sanità che spende laddove c’è da spendere, ma non sperpera. Forse qualcosa è sfuggito. Leggasi sottotitolo “vicenda Petropulacos” che è stata la prima a parlare di soldi spesi male, di mala gestio. Poi la situazione è rientrata, ma sappiamo le cose a volte come vanno a finire. Quel j’accuse è stato preciso, è stato significativo.

Credo, e concludo, il tempo ormai è andato, che oggi sia corretto chiedere un confronto, sia corretto pretendere anche maggiori risorse a fronte di situazioni eccezionali, ma non possiamo pensare che questo risolva i nostri problemi se non inviamo prioritariamente e in maniera pregiudiziale a eliminare quelli che sono i vizi originari, perché se guardo, ad esempio, come è avvenuta la gestione di tutto il debito delle ASL che ci stiamo trascinando da vent’anni, allora – quello è un altro tassello, non è, ovviamente, l’unico tassello – credo che ci sia molto, ma molto da fare per rimettere in piedi un sistema che condiziona all’85 per cento, all’86 per cento il nostro bilancio.

Benissimo queste risoluzioni, benissimo gli appelli, ma o facciamo chiarezza a trecentosessanta gradi in casa nostra oppure non si andrà da nessuna parte, a discapito di quella sanità pubblica che tutti noi, noi per primi, vorremmo garantire.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Parto ricordando alcune dichiarazioni che ho letto su diverse agenzie stampa, dichiarazioni dell’assessore Donini, nelle quali si dice “non ci faremo intimidire”. Nemmeno noi, assessore Donini, ci faremo intimidire, ma soprattutto non dimentichiamo le accuse che sono state rivolte alla vostra Giunta regionale da chi guidava l’Assessorato alla sanità.

Abbiamo sentito parlare di sprechi, di mala gestione delle risorse pubbliche, di schifezze. Tutte parole che restano, indipendentemente da come sono andate a finire le cose. Quindi, mi creda, qui non c’è nessuno che vuole il male della nostra sanità regionale. Mi auguro che lei non pensi questo. Siamo tutti rappresentanti istituzionali, ognuno di noi rappresenta il proprio territorio e quindi è giusto e doveroso pretendere una gestione virtuosa delle risorse pubbliche e quindi, di conseguenza, anche del servizio sanitario regionale.

È da inizio 2022 che abbiamo letto tra le righe delle prime delibere, delle prime indicazioni che come Giunta regionale andavate a dare alle aziende del nostro territorio, dove c’era un passaggio ben preciso sul quale abbiamo chiesto immediatamente chiarimenti, ovvero quel passaggio che diceva che le aziende sanitarie dovevano contenere i costi. Già lì suonarono i primi campanelli d’allarme, che ci portarono, poi, alla situazione che è esplosa nel corso dell’anno: 880 milioni di euro nel 2022, 400 milioni previsti per il 2023. Nessuno mette in discussione – questo ce lo siamo detti già più volte – che tutte le Regioni sono andate in difficoltà con la gestione dell’emergenza sanitaria. Su questo non ci piove. L’abbiamo sempre detto e non ci siamo mai nascosti, però credo che sia importante – visto che siamo qui chiamati ad amministrare, ognuno con il proprio ruolo, chi in maggioranza e chi in opposizione – monitorare l’efficienza della spesa, di come vengono impiegate le risorse pubbliche, soprattutto in ambito sanitario, visto che è quell’ambito che assorbe più dell’80 per cento del bilancio della nostra Regione, com’è ovvio che sia e quindi ci permetta di chiedere spiegazioni, chiarimenti, ma soprattutto trasparenza, soprattutto nel momento in cui i vostri stessi rappresentanti hanno parlato di sprechi.

Continueremo a portare avanti questa richiesta con forza, l’abbiamo fatto in ogni occasione possibile all’interno di questa sede istituzionale, lo stiamo facendo lanciando anche un appello alle strutture istituzionali sopra di noi.

Abbiamo, infatti, chiesto e auspicato più che altro l’intervento, ad esempio, degli ispettori ministeriali, che sono già intervenuti anche in altre realtà regionali, proprio per far luce sulla gestione economica a livello emiliano-romagnolo, perché certe accuse, lo ribadisco, non possono passare sottotraccia.

Ci sono accuse che ci ricordiamo benissimo tutti, ci sono interventi anche dell’ANAC su degli affidamenti diretti che si stavano portando avanti, ad esempio, sull’ASL Bologna, ci sono posti dirigenziali che spuntano, anche ben pagati, ben retribuiti. Mi viene in mente, vedendo entrare il collega Pompignoli, l’ex direttore di AIFA, a cui si è trovato subito un posticino all’interno della ASL Romagna, pluriennale, ben pagato.

Stranamente le risorse si trovano per quelle posizioni, mentre non si trovano invece risorse per garantire i servizi territoriali. Anche la stessa Petropulacos venne reintegrata con un incarico ad hoc per non farla lavorare un solo giorno, istituendo una struttura dirigenziale interna al vostro Assessorato, denominata “Area monitoraggio impatto Covid”, che non ha prodotto un solo monitoraggio nei mesi in cui è esistita, per poi chiuderla non appena la stessa persona è andata in pensione.

Questa è una gestione virtuosa delle risorse pubbliche? Se voi ci dite che questa per voi è una gestione virtuosa delle risorse pubbliche, abbiano già finito di parlare. Io credo proprio di no e vi sfido a dimostrare il contrario.

Venendo, poi, alle proposte che sono all’ordine del giorno oggi, in primis quella della collega Castaldini e poi vengo a quella che è stata abbinata in corso d’opera dai colleghi della maggioranza, per quanto riguarda la richiesta avanzata dalla collega Castaldini, ovviamente, è il tema affrontato all’unanimità da tutte le Regioni: chiedere comunque di spalmare, come ha giustamente detto, semplificando, il disavanzo che si è registrato nel corso di questi anni, in modo da non andare in difficoltà. È giusto e doveroso questo. Però è altrettanto giusto, ed è per questo che abbiamo concordato poi anche di intervenire con un nostro emendamento, sottoscritto anche da altri colleghi di opposizione, è giusto avviare, a monte, un’attenta verifica sulla gestione economica regionale, perché è giusto andare a chiedere al Governo nazionale le risorse che abbiamo speso per garantire un’assistenza sanitaria adeguata in fase pandemica, ma è altrettanto giusto, soprattutto doveroso, verificare che queste risorse siano state spese bene.

Credo che questo sia più che opportuno. Nessuno vuole un ingessamento del servizio sanitario regionale, con un blocco del turnover, con un blocco delle assunzioni. Nessuno vuole questo. Vogliamo soltanto trasparenza e verifiche sui conti, nostre, interne, ma auspichiamo, come dicevo prima, anche a livello ministeriale, visto che sono stati aperti comunque dei tavoli a livello nazionale di confronto, che immagino presto si svolgeranno.

Vengo poi alle parole del consigliere Gerace, che ha difeso a spada tratta, giustamente, la sanità pubblica. Però, nelle vostre parole, e ve l’ho già detto un’altra volta, non sento mai parlare di quegli oltre 30 miliardi di euro che i vostri Governi hanno tagliato sulla sanità pubblica, perché i Governi Letta, Gentiloni, Renzi hanno tagliato oltre 30 miliardi di euro. All’epoca dove eravate? All’epoca dove eravate quando avete tagliato queste risorse sulla sanità pubblica? Ecco, diciamo che queste cose evidentemente non le andate a raccontare in piazza, visto che come PD regionale avete indetto una serie di manifestazioni per parlare di sanità pubblica, giustamente. Andate anche a raccontare di tutte le risorse che avete tagliato, andato a raccontare di tutti i posti dirigenziali che avete ricavato all’interno delle vostre strutture, andate a parlare anche di questi sprechi di cui qualcuno ha parlato, andate a parlare di quelle schifezze di cui qualcuno ha parlato, ma non il consigliere della Lega o il consigliere di opposizione, i vostri dirigenti dell’Assessorato ne parlavano. Andate a raccontare queste cose ai cittadini e poi dopo ne ridiscutiamo.

Leggo, poi, di una presunta deriva privatistica della sanità, che sarebbe imposta dal Governo nazionale. Fino a prova contraria, in questi ultimi anni, voi avete sempre aumentato, in molti casi anche giustamente, perché c’era bisogno del sostegno del privato accreditato, avete sempre aumentato le risorse verso questi soggetti. Gli ultimi dati che avevamo ci davano un aumento annuale del più 9,20 per cento, e stiamo parlando di oltre 300 milioni di euro l’anno che vanno verso il privato accreditato, così come dai dati ministeriali emerge che i posti letto nelle strutture private accreditate, facendo la media per abitante, come Emilia-Romagna, sono già superiori della tanto famigerata Lombardia che voi tante volte tirate in ballo.

Togliamo questo velo di ipocrisia da parte vostra e iniziamo realmente a parlare di una trasparenza che dobbiamo garantire sui conti pubblici per quanto riguarda la sanità, perché, lo ribadisco, come dicevo in apertura, qui nessuno vuole il male del nostro servizio sanitario regionale, ma vogliamo soltanto veder garantire la massima trasparenza sulla gestione dei conti economici, quindi della gestione amministrativa a livello sanitario, per garantire il miglior servizio possibile ai nostri cittadini, perché siamo chiamati a far questo e non a fare e a portare avanti delle sterili polemiche.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in discussione generale.

La Giunta? Assessore Donini, prego. Ha dieci minuti.

 

DONINI, assessore: Presidente, mi faccia un cenno quando arrivo al termine.

Vorrei puntualizzare alcune cose che ho sentito nel corso di questo dibattito, depurando la parte che probabilmente attiene a dei comizi di partito.

Consiglieri, i tavoli nei quali si misura la spesa e si valuta la spesa delle Regioni esistono già. Si chiamano tavoli di monitoraggio nei quali partecipano una Regione alla volta, che si fa analizzare la spesa e i conti, il Ministero degli affari economici, il MEF, il Ministero della salute e l’AgeNaS.

Noi siamo passati in questi anni da tutti questi tavoli di monitoraggio, che hanno guardato per il lungo e per il largo la nostra spesa, nei quali noi abbiamo reiterato più volte la fatica che abbiamo svolto in questi anni insieme ad altre Regioni, forse anche più di molte altre Regioni, perché qui il Covid è stato particolarmente duro e perché i costi energetici in Emilia-Romagna, come in altre Regioni che hanno un forte sistema di sanità pubblica, pesano molto.

In questi tre anni abbiamo messo un miliardo di euro di tasca nostra. Pensate a cosa sarebbe stata questa discussione se la sanità della Regione Emilia-Romagna potesse disporre oggi del miliardo di euro che ha reperito nel corso del 2020, 2021 e 2022, con risorse straordinarie, con gli accantonamenti del passato, con ottimizzazione della spesa, senza pregiudicare i servizi, per mettere mano ai mancati rimborsi da parte dello Stato.

Le Regioni insieme hanno chiesto tre cose al Governo, sapendo benissimo che i quindici anni… C’era anche Berlusconi tra quelli che hanno tagliato. Diciamo che al Governo c’eravate anche voi. Tutti i Governi hanno negli ultimi quindici anni messo scarpe troppo strette ai piedi grandi della sanità. Però, poi, è arrivato il Covid e ci ha fatto capire che quello era un errore, un errore commesso per troppo tempo, da porvi immediatamente rimedio, da non tornare mai più a pronunciare la parola “tagli”. Le Regioni, insieme, che rappresentano forze politiche che hanno governato negli ultimi quindici anni, dicono allo Stato, al Governo di turno, l’abbiamo detto a quattro Governi nel giro di tre anni, che non bisogna più definanziare il Fondo sanitario nazionale. Dobbiamo portarlo progressivamente ‒ perché non si può fare tutto in una volta ‒ ai livelli dei Paesi più adeguati in Europa, cioè a un livello attorno al 10 per cento del prodotto interno lordo. Un punto in più, un punto in meno, ma siamo lì tra Germania, Francia, Regno Unito. Noi stiamo scivolando, dopo il 7,4 per cento del 2020, quando c’era il Covid, verso il 6 per cento del prodotto interno lordo. Chi la prende al volo questa sanità pubblica che sta rotolando verso il basso? Il Governo che c’è. Noi ci appelliamo al Governo che c’è. O che ci sarà, se durerà cinque anni. Va presa questa decisione di non depotenziare il Fondo sanitario nazionale. Questo è patrimonio di tutte le Regioni.

Altra richiesta che abbiamo fatto all’unanimità. Noi abbiamo speso, come sistema delle Regioni, 3,8 miliardi per far fronte alla pandemia (azioni di contrasto alla pandemia, vaccinazioni di massa) e 1,4 miliardi per far fronte alle spese energetiche, e noi Emilia-Romagna siamo tanta roba di quella spesa complessiva. Non è che il Covid è stato democratico o demografico. Ha colpito soprattutto noi e poche altre regioni. Noi pesiamo il 7,5 per cento dei residenti a livello nazionale. Quindi, se i fondi vengono ripartiti sulla base della quota capitaria, sulla base della popolazione residente, è chiaro che siamo penalizzati. Noi abbiamo detto, come Regioni, poniamoci l’obiettivo di avere quei soldi lì, quelle risorse lì, che abbiamo speso, che sono documentate, che nelle tabelle del Ministero degli affari economici esistono tra i fondi spesi e i fondi erogati dai vari Governi, cioè dallo Stato, in questi anni.

In subordine, abbiamo detto, siamo anche disponibili a dire: dateci almeno la possibilità di trasformare le risorse non erogate in un piano di ammortamento pluriennale, almeno decennale, che ci consenta di respirare.

Abbiamo anche detto che c’è molto da fare anche sulla formazione del personale. Abbiamo proposto determinati correttivi anche al tetto del personale, a tutta la normativa che riguarda il personale. Questa è una richiesta che dovrebbe essere assecondata da tutti, perché tutti i governatori di Centrodestra e di Centrosinistra la sostengono. Qual è la preoccupazione? La preoccupazione è che, se non si interviene adesso, dopo tre anni che noi abbiamo pareggiato i bilanci mettendoci risorse nostre, nel 2023 non sappiamo quale altro sforzo poter fare per arrivare al pareggio di bilancio. E noi non vogliamo tagliare i servizi. Abbiamo detto questo allo Stato: non vogliamo tagliare i servizi. Ai tavoli di monitoraggio, nel caso che il Ministero del tesoro ci dica di ridurre la spesa sanitaria, quindi tagliare, che cosa dobbiamo fare? È il Governo che ce lo dice. Noi non vogliamo tagliare. Se avessimo quelle risorse, il Governo non potrebbe dirci questo. Non è difficile da capire. Basta che ci si misuri sulla realtà delle cose. Noi sicuramente avremmo avuto, anche adesso, la possibilità di disporre delle risorse che abbiamo impiegato in questi anni per alleggerire il peso della pandemia e del post-pandemia.

Sui dispositivi medici – ormai questo è un derby tra me e Facci, non riuscirò mai a convincerlo e probabilmente non riuscirà mai lui a spiegarmi quello che sostiene – il provvedimento di dispositivi medici, nato, mi pare, nel 2011, poi è stato in sonno per qualche anno ed è tornato, guarda caso, ad emersione nel momento in cui era più dura la nostra forza, la nostra protesta come Regioni per avere i finanziamenti mancanti delle spese Covid, è un tetto di spesa abbastanza precario, abbastanza non oggettivo. Perché? Perché non tiene conto, per esempio, del sistema pubblico. Ci sono Regioni, come la nostra, che hanno un sistema pubblico molto forte e che dispongono di una Commissione che valuta l’appropriatezza delle strumentazioni, dei dispositivi medici e, là dove c’è necessità, la autorizza. Non tiene neanche conto della mobilità attiva. Noi siamo i primi in Italia per la mobilità attiva. Ci sono le statistiche ISTAT, le statistiche AgeNaS. Ci sono i dati del Ministero. Tra l’altro, siamo i primi in Italia per sistema pubblico universalistico. Chi viene a curarsi qui... Il 90 per cento dei cittadini che si curano fuori regione va in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Ma di gran lunga il sistema pubblico universalistico più attrattivo siamo noi. Quindi, avendo avuto la responsabilità anche di dare, giustamente, le cure più appropriate ai cittadini che provengono da fuori regione, è chiaro che la spesa dei dispositivi medici può essere incrementale.

 

(interruzione)

 

DONINI, assessore: Infatti. Ma sono due cose diverse. Da un lato possiamo incassare la mobilità attiva; dall’altro, però, dobbiamo farci carico dei dispositivi medici necessari. È quello che noi stiamo dicendo al Governo per il futuro. Lei mi insegna che una legge non può essere retroattiva. No?

Noi siamo disponibilissimi a rimettere in discussione il tetto del payback dispositivi medici, tenendo conto di questi due fattori. Per chi ha sanità pubblica, è chiaro che il tetto deve essere diverso, deve essere più ampio. Chi ha mobilità attiva deve tenere conto della mobilità attiva, altrimenti chi cura, diciamo così, come sistema pubblico universalistico gran parte dei cittadini, non solo della propria regione, ma anche cittadini delle altre regioni, è del tutto evidente che è chiamato ad investire di più.

Chiudo. L’ultima considerazione è questa. Noi certamente non molleremo di un millimetro, come Regioni. La battaglia essenziale sarà da qui al prossimo mese di aprile/giugno, in cui verranno esaminati i bilanci 2022 di molte Regioni, che noi comunque abbiamo chiuso in pareggio, attraverso sacrifici ulteriori nel nostro bilancio, e che accumuleranno, le varie Regioni, in una richiesta di sostenere almeno un principio. Almeno su un principio possiamo essere d’accordo oggi? Un principio che abbiamo chiesto al Governo precedente e chiediamo al Governo Meloni: nessuna Regione in Italia ‒ si chiami Umbria, si chiami Toscana, si chiami Veneto, si chiami Emilia-Romagna, si chiami Piemonte, si chiami Lazio, si chiami Lombardia e via dicendo ‒ nessuna Regione, ripeto, dovrà mai andare in piano di rientro per effetto e per causa delle spese Covid non rimborsate e per le spese energetiche non rimborsate.

Se siamo d’accordo su questo principio è già la metà della strada che potremmo fare insieme, insieme ad un Governo che per ora dà risposte parziali, inadeguate, come parziali e inadeguate hanno dato risposte i Governi precedenti, ma noi diciamo che dopo tre anni è oggi il momento in cui o si salva il Sistema sanitario nazionale oppure non si salva. È una scelta, e bisogna farla. Le Regioni le hanno fatte. E voi?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo ora al dibattito generale sugli emendamenti. Ricordo che sono tre.

Consigliere Marchetti Daniele, prego.

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Torno sulle proposte di emendamento che abbiamo presentato, sia il subemendamento presentato per quanto riguarda la proposta di modifica avanzata dai colleghi di maggioranza, sia l’emendamento che abbiamo presentato direttamente sulla risoluzione depositata dalla consigliera Castaldini.

L’obiettivo è lo stesso, l’obiettivo è quello che dicevo prima. Il documento in discussione, a prima firma Castaldini, chiede ovviamente di dilazionare le somme, il disavanzo registrato in questi ultimi anni per la gestione sanitaria legata al periodo Covid. Inoltre, così come abbiamo fatto per l’emendamento presentato dal PD, chiediamo ovviamente di mettere al centro di qualsiasi proposta un principio sacrosanto, che ho illustrato prima, ovvero quello di avviare in via preventiva un’attenta verifica sulla gestione economica regionale, perché venendo anche all’emendamento presentato dai colleghi di maggioranza, su cui insiste ovviamente il nostro subemendamento, non possiamo pretendere il rimborso al 100 per cento di tutte le spese sostenute se poi non abbiamo la garanzia che queste somme siano state spese in maniera virtuosa. Possiamo averlo, questo dubbio, nel momento in cui non lo dice il sottoscritto, non lo dicono i miei colleghi, ma lo diceva chi guidava il vostro Assessorato? Lo possiamo dire oppure no? Perché, se mi permettete, una persona che vi ha rivolto certe critiche e che poi avete reintegrato premiandola, evidentemente tutti i torti non li aveva. Non voglio dire altro, per carità, ma evidentemente tutti i torti non li aveva.

Quindi, a maggior ragione, come consiglieri, rappresentanti istituzionali, penso di poter avere il diritto, io e i miei colleghi, di pretendere la giusta e doverosa trasparenza sulla gestione delle risorse pubbliche. Evidentemente, da parte vostra non c’è questa volontà, perché nel momento in cui voi vi opponete, immagino, credo, intuendo un po’ dai vostri interventi, a questa semplice proposta di modifica, evidentemente non avete tutta questa volontà di portare avanti un ragionamento così condiviso sulla gestione e sulla trasparenza delle risorse economiche impiegate in sanità.

Ci sembrava una richiesta sacrosanta, anche abbastanza scontata, banale, che dovremmo già dare per sottintesa. Evidentemente, però, ci sono delle difficoltà, da parte vostra, ad affrontare un confronto di questo tipo. L’assessore Donini ha giustamente detto: non è così difficile da capire che comunque c’è un confronto nei tavoli istituzionali aperti, però non è così difficile da capire nemmeno il fatto che evidentemente da parte nostra ci può essere qualche perplessità, dal momento che diverse accuse le abbiamo sentite rivolgere alla vostra Giunta regionale, e sulla vostra condotta amministrativa a livello sanitario. È altrettanto semplice da comprendere.

Noi quindi insistiamo su questa direzione. Se poi da parte vostra c’è la preferenza nell’andare verso una discussione più annacquata, dove avete presentato comunque un documento per richiedere il sostegno ad una petizione online, parlando di deriva privatistica, se la vogliamo mandare, permettetemi il termine, in vacca così, allora sinceramente direi che non è proprio un buon primo passo per avviare un confronto condiviso. Le basi oggi in quest’aula c’erano, per trovare un voto unanime sulle richieste da avanzare e inoltrare al Governo nazionale.

Basterebbe mettere in chiaro alcuni princìpi, come ho già detto diverse volte oggi, ovvero quello di garantire la massima trasparenza e fare anche un minimo di autoanalisi in casa nostra. Credo che sia più che doveroso nei confronti di tutta l’aula cercare di sgombrare il campo da qualsiasi dubbio. Ribadisco infatti che quando si sentono determinate cose, poi il campanello d’allarme suona a chi è chiamato a rappresentare il proprio territorio e a cercare di garantire, ognuno col suo ruolo, una buona amministrazione a livello regionale, nella gestione delle risorse pubbliche.

Continuo a non sentire risposte, comunque, a fronte di determinate domande ben precise che vi rivolgiamo. Continuate a nascondervi dietro ad una condivisione unanime da parte di tutte le Regioni, che c’è, chiaramente, nel chiedere un rimborso delle spese Covid, ma sul fronte regionale però, quindi un gradino sotto, ci sono dei consiglieri che vi chiedono dei chiarimenti in merito a determinate cose che abbiamo sentito in questi ultimi due anni: accuse pesanti che ci fanno pensare e riflettere con preoccupazione. Ripeto: nessuno vuole l’ingessamento e la paralisi del Servizio sanitario regionale, nessuno vuole un blocco del turnover, nessuno vuole un blocco delle assunzioni, nessuno vuole un piano di rientro.

Ci auguriamo tutti che possa finire per il meglio, questa situazione. Ma se mi permettete, qualche richiesta, qualche verifica a nostro avviso è più che opportuna, a livello regionale, ma auspichiamo anche a livello nazionale, sempre in quei tavoli ovviamente che verranno avviati. E perché no, ribadisco, anche con l’intervento degli ispettori ministeriali, che non sono il male assoluto, anzi, se servono per far chiarezza definitivamente, ben vengano. Sono già intervenuti anche in altre realtà regionali, in questi ultimi mesi, quindi perché non intervenire anche a livello emiliano-romagnolo, per mettere in chiaro tutta la gestione economica della sanità emiliano-romagnola?

Se siamo così tranquilli, credo che non ci sia bisogno di agitarsi dicendo che non vi farete intimorire – non so poi da chi e per cosa –: ripeto, qui non c’è nessuno che vuole il male della nostra sanità, ma vogliamo soltanto garantire la massima trasparenza, per cui non c’è nessuna intenzione, da parte nostra, di intimorire chissà chi, o di raggiungere chissà quale obiettivo.

Vogliamo garantire il miglior Servizio sanitario regionale ai nostri cittadini, e penso che siamo chiamati tutti a questo compito. Quindi, non vedo le difficoltà nell’accogliere le proposte presentate dalla proponente della risoluzione in discussione e, indirettamente, anche nell’accogliere le proposte di modifica che abbiamo depositato come Lega sia sulla risoluzione della consigliera Castaldini, che sull’emendamento presentato dai colleghi di maggioranza.

Potremmo andare tutti nella stessa direzione oggi. Evidentemente non avete intenzione di raggiungere questo risultato. Lo scenario che emerge dalla discussione odierna permettetemi di dire che è questo, perché al di là di una presa di posizione ideologica da parte vostra, dove va in scena il solito tentativo di scaricare tutto sul Governo nazionale, senza dire la benché minima parola sulla gestione interna regionale, ci fa capire che non c’è la volontà da parte vostra di trovare realmente un punto d’incontro, cosa che noi oggi stiamo cercando di fare con gli emendamenti che abbiamo presentato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Tutti noi sappiamo, tutti noi che siamo in quest’aula, ma soprattutto quelli che fanno parte della Commissione IV, che cosa sono stati gli ultimi tre anni. Abbiamo condiviso insieme, insieme anche all’assessore, quali azioni mettere in campo rispetto alla prevenzione e alla cura della pandemia Covid, ma anche il fatto di mantenere in Emilia-Romagna una sanità capillare, territoriale, di prossimità. Questo ha voluto dire anche tutto un insieme di spese energetiche che, proprio perché ci sono più locali da riscaldare, da illuminare, da rinfrescare, è molto maggiore di altri territori. Questo nonostante un sottofinanziamento sia dei Governi dei Centrosinistra, che di quelli di Centrodestra. Ce lo diciamo, prima del 2020. Noi siamo arrivati al 2020 con un sistema sanitario sottofinanziato. Quando è arrivato il Covid e, come ha detto giustamente l’assessore, ha colpito molto più alcune regioni di altre, noi avevamo sicuramente un sistema territoriale che ha tenuto, ma rispetto ai tagli degli anni precedenti noi siamo andati in sofferenza. Per questo abbiamo fatto un turnover del 170 per cento, abbiamo fatto assunzioni, abbiamo fatto tutto un insieme di scelte, per garantire la salute dei cittadini. E questo ha portato, come ha detto prima l’assessore, in tre anni dal bilancio della Regione Emilia-Romagna a mettere un miliardo. Questo ha voluto dire non fare delle altre cose, ha voluto dire trovarci oggi con meno risorse da utilizzare per mantenere alcuni servizi. Ecco, nonostante questo noi abbiamo mantenuto un livello di risposte alto con tutte le Regioni che, di fatto, hanno un po’ arretrato.

I dati nazionali fatti da AgeNaS, da GIMBE, da tutto un insieme di soggetti terzi, dimostrano che noi abbiamo mantenuto i livelli migliori. Anche il fatto di essere la prima Regione rispetto ai dati di mobilità attiva è perché da altre Regioni per essere curati meglio vengono in Emilia-Romagna.

Noi vogliamo mantenere questi livelli di salute dei nostri cittadini. Per mantenere questi livelli di salute noi vogliamo una sanità pubblica universalistica e di prossimità. Andiamo a riprendere un po’ quella legge che il 23 dicembre 1978, la legge n. 833, ha previsto che per la salute dei cittadini italiani bisognava mettere in campo in tutte le Regioni azioni di prevenzione, cura e riabilitazione. Non sono cose scontate.

Vado un po’ in difficoltà quando il consigliere Marchetti, che io reputo una persona seria, mi dice “non dobbiamo mandare in vacca queste cose”. Vado un po’ in difficoltà proprio perché credo che qui nessuno…

 

(interruzione)

 

MALETTI: Va bene, però io vado in difficoltà. È un mio limite. Credo che nessuno voglia fare questo. Credo che tutti quanti noi, magari con percorsi diversi, con scelte diverse, vogliamo la qualità di vita dei cittadini. Però, come? L’assessore ha detto i tre obiettivi delle Regioni: aumentare il Fondo sanitario nazionale, chiedere il rimborso delle spese sostenute e, in subordine, ripeto, in subordine, fare un Piano di ammortamento decennale.

Proprio per questo noi abbiamo fatto un emendamento alla risoluzione della consigliera Castaldini, dove abbiamo chiesto proprio questo: prima di chiedere di poter fare il rateizzo in dieci anni rispetto a queste spese emergenziali, chiedere il rimborso da parte del Ministero.

Cosa vuol dire? Fare un colpo di spugna, dare soldi senza fare nessuna valutazione? No, no.

Noi, però, abbiamo tutto un insieme di tavoli di monitoraggio per cui io chiedo al consigliere Marchetti se c’è qualche problema con questi tavoli di monitoraggio. Abbiamo bisogno di chiamare degli ispettori del MEF o vanno bene questi tavoli di monitoraggio? Vanno bene? No. Allora questa è un’altra cosa.

Chiedo anche alla consigliera Castaldini, che in un primo momento ha detto che l’emendamento che noi stavamo per presentare sarebbe stato da lei accettato e poi dopo ha dato delle indicazioni dicendo che avrebbe fatto fatica ad accettarlo. Chiedo anche a lei se questo emendamento può essere accettato o no.

Con questo emendamento non vogliamo fare una presa di posizione ideologica. No, vogliamo chiedere in primis al nostro assessore, alla Giunta, di impegnarsi, ancora, perché l’ha già fatto, per cercare di portare a casa dal Ministero, dal Governo questi finanziamenti. Se non ci si riesce per mille motivi, in subordine, chiedere la rateizzazione in dieci anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego. 

 

PELLONI. Grazie, presidente.

Per poter svolgere il mio intervento e avere dieci minuti chiedo se ci sto dentro o se andiamo alla prossima aula. Secondo me, non ci sto dentro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Visto che ci sono altri iscritti, se siete d’accordo, direi di sospendere l’aula qui, perché non riusciremmo a farli parlare tutti.

Grazie. Buona serata.

 

La seduta ha termine alle ore 17,23

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Irene PRIOLO

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 6440

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo ogni azione di competenza al fine di risolvere il problema delle aggressioni ai danni del personale ferroviario. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

 

Presenti: 42

Favorevoli: 14

Contrari: 26

Presenti non votanti: 2

Assenti: 8

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; MUMOLO Antonio

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DAFFADÀ Matteo; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo

 

OGGETTO 5682

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere un accordo tra le Prefetture dell'Emilia-Romagna, le Province e i Comuni al fine di attivare specifici servizi volti a prevenire gli atti di violenza e aggressione ai danni del personale del trasporto pubblico locale. A firma dei Consiglieri: Amico, Taruffi, Zamboni

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Amico, Sabattini, Zamboni

Presenti: 42

Favorevoli: 27

Astenuti: 14

Presenti non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Amico, Sabattini, Zamboni

Presenti: 43

Favorevoli: 27

Astenuti: 13

Presenti non votanti: 3

Assenti: 7

 

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presenti non votanti:

MONTEVECCHI Matteo; RAINIERI Fabio; STRAGLIATI Valentina

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo;

 

Risoluzione oggetto 5682

Presenti: 43

Favorevoli: 26

Astenuti: 15

Presenti non votanti: 2

Assenti: 7

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Valentina

 

Presenti non votanti:

FELICORI Mauro; RAINIERI Fabio;

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo;

 

OGGETTO 5603

Risoluzione per impegnare la Giunta ad estendere la gratuità del trasporto pubblico, già prevista per le Forze dell'Ordine, anche agli appartenenti alle Forze Armate, con le medesime modalità procedurali. A firma dei Consiglieri: Facci, Bargi, Stragliati, Pelloni, Pompignoli, Delmonte, Occhi, Montevecchi, Marchetti Daniele, Catellani, Bergamini, Liverani, Rancan, Rainieri

 

Presenti: 43

Favorevoli: 15

Contrari: 27

Presente non votante: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano;

COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Presente non votante:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo

 

Emendamenti

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Amico, Sabattini, Zamboni

«Alla fine del paragrafo "Evidenziato che" inserire i seguenti punti:

"allo scopo di garantire una gestione sempre più efficiente dei circa 500 treni pendolari in servizio ogni giorno sui binari della regione, recentemente è stata rinnovata la Control Room Regionale dell'Emilia-Romagna in cui trenta operatori, organizzati in turni, ne garantiscono la funzionalità 24 ore su 24 per il controllo in tempo reale della circolazione;

il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Ferrovie dello Stato ha recentemente deliberato la costituzione di una nuova Società del Gruppo: FS Security Project in cui transiteranno i lavoratori utilizzati in Protezione Aziendale di Trenitalia (circa 250) e di RFI (circa 500) e che eserciterà anche diverse attività di controllo e protezione del personale;

è stato sottoscritto un protocollo d'intesa fra le aziende di trasporto Seta, Start e Tper, l'Agenzia per la Mobilità e le Prefetture per massimizzare l'utilizzo della videosorveglianza a bordo dei mezzi da parte delle forze dell'ordine;"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Amico, Sabattini, Zamboni

«Nel dispositivo di impegno per la Giunta inserire il seguente punto:

"A valutare la possibilità di offrire un sostegno legale per la tutela in sede giurisdizionale del personale del trasporto pubblico locale oggetto di aggressioni."»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6642 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a ritardi, segnalati da notizie di stampa, nella realizzazione dei lavori del Nodo di Rastignano (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6643 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'ammontare dei ticket sanitari non pagati presso i Pronto Soccorso di Bologna tra il 2018 e il 2022. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6644 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a presunti ritardi nella redazione dei progetti legati al PNRR. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6646 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'associazione Enoteca Regionale Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

RISOLUZIONI

 

6645 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Governo e i Ministri competenti, affinché, di concerto con le Autorità coinvolte e con i sindacati, individuino le soluzioni più opportune per superare la carenza di personale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. (27 03 23) A firma dei Consiglieri: Bessi, Sabattini, Costi, Zappaterra, Rossi, Daffada', Rontini, Bulbi

 

6647 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad un confronto con il Governo affinché siano riconosciute le richieste delle Regioni: spese Covid ed energetiche ancora non rimborsate dallo Stato; aumento del Fondo Sanitario Nazionale a livello dei Paesi europei più avanzati; provvedimenti adeguati a rendere attrattiva la sanità pubblica per il personale sanitario. (28 03 23) A firma dei Consiglieri: Gerace, Zappaterra, Montalti, Molinari, Costi, Soncini, Marchetti Francesca, Pillati, Bondavalli, Maletti, Rontini, Bulbi, Amico, Daffada', Rossi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 5 prot. NP/2023/697 del 29 marzo 2023)

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Bergamini - Montalti

 

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