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202.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 4 APRILE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6655

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali depotenziamenti, chiusure o trasferimenti di reparti negli ospedali regionali, con particolare riguardo alla situazione del Ferrarese. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

DONINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 6667

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui provvedimenti disciplinari intrapresi dalle aziende Ausl della regione tra il 2021 e il 2023. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

AMICO (ERCEP)

DONINI, assessore

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 6672

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a un incarico esterno di progettazione della cassa di espansione del torrente Baganza (PR). A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

EVANGELISTI (FdI)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

PRESIDENTE (Zamboni)

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Zamboni)

OGGETTO 6664

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla situazione del trasporto di materie prime per l'industria ceramica dal porto di Ravenna al Distretto ceramico di Sassuolo. A firma del Consigliere: Sabattini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

SABATTINI (PD)

CORSINI, assessore

SABATTINI (PD)

 

OGGETTO 6668

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di risolvere le gravi criticità della S.P. 4 – Bidentina, con particolare riferimento ai centri abitati e alla località Nespoli di Civitella di Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

POMPIGNOLI (Lega)

CORSINI, assessore

POMPIGNOLI (Lega)

 

OGGETTO 6649

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli interventi da porre in essere per sostenere e valorizzare i comuni dell'Appennino forlivese-cesenate esclusi dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). A firma del Consigliere: Bulbi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BULBI (PD)

TARUFFI, assessore

BULBI (PD)

 

OGGETTO 6665

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al riconoscimento della filiazione dei bambini e delle bambine di coppie omogenitoriali. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

TARUFFI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 6653

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riqualificazione dell'ex Colonia Marina Varese, sita nel Comune di Cervia (RA), in località Milano Marittima, e alla tutela ambientale del sito riconosciuto di interesse comunitario. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAMBONI (EV)

BARUFFI, sottosegretario

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 6670

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai risultati attesi e alle ricadute ipotizzabili per le imprese emiliano-romagnole e per le nostre Pubbliche Amministrazioni, a seguito dell'introduzione del nuovo codice degli appalti. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

BARUFFI, sottosegretario

PRESIDENTE (Zamboni)

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 6671

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riproposizione del progetto Scuola Attiva Kids per l'Emilia-Romagna Inclusiva per l'anno scolastico 2023/24. A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

BONDAVALLI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 6673

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle dichiarazioni rilasciate da un docente dell'Università degli studi di Parma sulla non originalità dei prodotti e dei piatti della cucina italiana e, in particolare, del Parmigiano Reggiano. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

RAINIERI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffada', Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni (64)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Zamboni)

MALETTI, relatrice della commissione

PELLONI, relatore di minoranza

CALIANDRO (PD)

AMICO (ERCEP)

CATELLANI (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,03

 

PRESIDENTE (Zamboni): Buongiorno. Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 202 del giorno 4 aprile 2023.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la presidente Petitti, i consiglieri Fabbri, Marchetti Daniele e Zappaterra e gli assessori Calvano, Colla e Salomoni.

La consigliera Soncini ha informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Zamboni): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 6655

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali depotenziamenti, chiusure o trasferimenti di reparti negli ospedali regionali, con particolare riguardo alla situazione del Ferrarese. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Zamboni): La prima interrogazione è la 6655: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa eventuali depotenziamenti, chiusure o trasferimenti di reparti negli ospedali regionali, con particolare riguardo alla situazione del Ferrarese.

La illustra il consigliere Mastacchi, che ha la parola.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parliamo ancora una volta di sanità. Ormai non passa giorno che sugli organi di stampa non ci sia notizia, purtroppo ‒ devo dire ‒ quasi sempre negativa, che parli di sanità, appunto. In questi giorni da articoli di stampa abbiamo appreso che sarebbe in vista un ulteriore depotenziamento dell’ospedale del Delta. Pare si tratti di una riduzione di sedici posti letto della Chirurgia da trasformare in ospedale di comunità. Si taglierebbe la Chirurgia generale, l’Ortopedia, la Traumatologia e l’Urologia per dare letti all’OsCo di Comacchio, che ha già venti posti, e pare ultimamente non siano mai tutti occupati, mentre a Copparo diciassette posti sono sempre pieni. È innegabile che negli ultimi anni l’ospedale del Delta è stato quantomeno depotenziato, ma oggi sembra avviato verso un’importante ripresa di interesse dal punto di vista medico, grazie all’attrattiva di alcuni reparti, come quello di Ortopedia, e un decremento dei posti letto, proprio quando sta iniziando la stagione turistica con un aumento di quasi mezzo milione di turisti presenti in zona. Si dovrebbe, al contrario, prevedere un aumento dei posti letto sanitari per rispondere alla domanda che inevitabilmente aumenterà. Tutti i sindaci della zona, a prescindere dai colori politici, hanno alzato gli scudi: Cristian Bertarelli di Lagosanto, Maria Bugnoli di Goro, Gianni Padovani di Mesola, Alice Zanardi di Codigoro, Pierluigi Negri di Comacchio, Fabio Tosi di Fiscaglia, tutti concordi nell’opporsi con ogni mezzo a qualsiasi depotenziamento dell’ospedale di Valle Oppio. Sono poi giunte segnalazioni per le quali potrebbe essere in atto un probabile depotenziamento anche dell’ospedale Santissima Annunziata di Cento, con possibilità addirittura di chiusura del pronto soccorso. Se tale rimodulazione fosse confermata, la struttura ospedaliera di Cento si ridurrebbe, di fatto, ad un semplice presidio di prima accoglienza e/o di lunga degenza.

Il pronto soccorso di Cento è l’unico presidio presente nel distretto ovest dell’azienda USL e tale centralità è riconosciuta dai rappresentanti dell’azienda e dimostrata da circa 21.000 accessi al pronto soccorso all’anno, che ha portato a prospettare una più razionale gestione del flusso dei pazienti in entrata e in uscita. Tra le soluzioni, ad esempio, è stata individuata quella del trattamento delle urgenze minori, operativo dal 19 dicembre 2022 presso i pronti soccorsi del Delta e di Cento; un percorso dedicato ai pazienti che presentano problematiche risolvibili direttamente all’accoglienza e quindi sgravando il paziente stesso da passaggi e procedure burocratiche, con la conseguente creazione, sempre all’interno dei pronti soccorsi, di un’area assistenziale dedicata ai codici minori.

Assessore, sentiamo parlare ormai quotidianamente del lavoro che un gruppo tecnico di lavoro sta facendo per strutturare un progetto di riforma e di riorganizzazione dell’intero sistema di emergenza-urgenza dell’Emilia-Romagna. Una volta definita la proposta, oltre ai vertici dell’azienda USL di Ferrara, dovrebbero entrare in gioco anche le conferenze territoriali sociosanitarie.

Il pronto soccorso di Cento registra circa 22.000 accessi all’anno, quello del Delta, punto di riferimento della stagione turistica nei mesi estivi, ne fa 24.000, mentre quello di Argenta ne conta 12.000. Nel 2021 a Codigoro, insieme agli altri consiglieri regionali, lei aveva annunciato e promesso un importante rilancio e potenziamento dell’ospedale del Delta, con la completa ristrutturazione del pronto soccorso, della medicina d’urgenza, con l’arrivo di tecnologie e di apparecchiature all’avanguardia, robotica chirurgica, ma anche con investimenti importanti in risorse umane con la copertura dei primariati attualmente scoperti, togliendo i primariati a scavalco di due unità operative e la realizzazione di nuove unità operative.

Sottolineo che nel 2021 il Covid era già nel suo pieno e si sapeva già quelle che erano le maggiori spese in corso e le inevitabili conseguenze sulla spesa. Quindi, nel bilancio della sanità dell’Emilia-Romagna mancano, sappiamo bene, ne parliamo ormai quotidianamente, circa 400 milioni di euro e lei, assessore, ha chiesto alle aziende di ottimizzare la spesa, di contenerla, per cercare di non ampliare quel disavanzo potenziale che potrebbe far rischiare il commissariamento della sanità della nostra Regione.

La copertura dei 400 milioni non può essere realizzata – e aggiungo, ancora una volta – con la chiusura o il depotenziamento di strutture nelle aree più fragili, le aree di montagna o quelle interne, come quelle del Delta, che copre un’area vasta che va da Gorino all’estremo di Comacchio, la cui perdita o ridimensionamento comporterebbe un dirottamento dell’utenza verso Porto Viro, che è a circa 45 chilometri dal Veneto, che risulterebbe più vicino rispetto all’ospedale di Cona, che dista invece circa 80 chilometri, distanza, questa, improponibile per i casi di emergenza e urgenza.

Per rendere più efficiente la risposta dell’emergenza-urgenza delle Aziende sanitarie parrebbe avanzare l’idea di un servizio di emergenza sanitaria gestito in futuro attraverso due canali, uno per i casi più gravi, l’altro per i codici più lievi. Questo perché i pronto soccorso stanno scontando grandi difficoltà a gestire consistenti flussi di pazienti che non trovano risposta sui territori per carenza di personale e di strutture. Si riversano così nei pronto soccorso, intasando e generando tempi di attesa insopportabili. Sono anni che si sente parlare di accessi inappropriati, accusa che viene rivolta dai cittadini utenti, ma che cosa ci si aspetta che facciano se non trovano risposte sui territori?

Lo scenario che viene descritto prevedrebbe due binari paralleli, uno dedicato alle emergenze-urgenze in senso stretto, allestito per intercettare i casi più gravi, il secondo l’attivazione del numero 116117, Centro di assistenza urgenza territoriale, numero telefonico che ridurrebbe le attese..

 

PRESIDENTE (Zamboni): Mi scusi, consigliere, la invito a concludere perché è già oltre il tempo assegnato per l’illustrazione e poi anche per la replica.

 

MASTACCHI: Bene. Vado, allora, alle richieste.

Chiedo all’assessore quali sono effettivamente i progetti della Giunta regionale, se sono davvero in previsione depotenziamenti, chiusure e trasferimenti di reparti negli ospedali che ho sopracitato come soluzione per una situazione della sanità nelle aree interne montane ormai disastrosa, territorio dove sempre più spesso l’utenza è costretta a rivolgersi a strutture private a causa di chiusure periodiche delle liste d’attesa. Le chiedo, inoltre, se non ritenga, invece, doveroso sulle ipotesi di lavoro effettuare previo confronto con i rappresentanti istituzionale e con le parti sociali, al fine di erogare servizi appropriati e qualificati alla cittadinanza.

Avevo ancora qualcosa da dire, ma pazienza.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Mi scusi, ma è già andato oltre di un minuto e venti secondi, quindi direi che il tempo l’ha avuto.

La risposta all’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Ovviamente la saluto e la ringrazio, consigliere Mastacchi. Come sempre, le porto il massimo rispetto, ma lei non ha fatto un question time. Non è un oggetto definito urgente, preciso. Ha parlato di voci sull’ospedale del Delta, sull’ospedale di Cento, sulle aree interne, le liste d’attesa, il disavanzo di bilancio. Come faccio a risponderle? Ci vorrebbe un’ora, un’ora e mezza per rispondere a questi quesiti, non tre minuti. Le dico, tranciante... Mi dispiace. Lei di solito è molto puntuale quando si occupa di montagna. Quando scende in pianura, evidentemente, è un po’ più confuso. Comunque, non c’è nessuna volontà di ridimensionare posti letto negli ospedali. Noi abbiamo detto che dal DM n. 70 siamo esattamente, come posti letto, a livello regionale, dove il DM n. 70 ci colloca. Non abbiamo posti letto da tagliare rispetto al DM n. 70. Rispetto agli investimenti del PNRR, tra cui anche tecnologie per sostituire le attrezzature ospedaliere, ne beneficeranno anche gli ospedali che lei ha citato. Non solo, ma anche gli ospedali che lei ha citato.

Per quello che riguarda la situazione finanziaria della sanità emiliano-romagnola, che si colloca dentro la sostenibilità finanziaria del Sistema sanitario nazionale... Noi abbiamo firmato e presentato un documento condiviso da tutte le Regioni in Italia, che dicono che il Fondo sanitario è insufficiente, non è adeguato, non è capiente e che le Regioni aspettano dai Governi di prima e da quello che c’è adesso il rimborso delle spese Covid sostenute e delle spese energetiche sostenute.

Rispetto, poi, alla riforma dell’emergenza-urgenza, certamente dovremo farla. Tra l’altro, io sono reduce dal Congresso nazionale dell’emergenza-urgenza di Firenze, dove, insieme a tutte le altre Regioni, abbiamo convenuto di riconoscere alcune linee guida, che costruiremo insieme, proprio per affrontare un possibile alleggerimento del carico in cui versano oggi i pronti soccorsi, cercando di migliorare le performance sia nell’emergenza tempo-dipendente sia dando risposta ai tanti codici bianchi e codici verdi che rappresentano il 70 per cento degli accessi. Io ho tante informazioni, ma meriterebbero un’ora di risposta.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Mastacchi, a cui ricordo che ha consumato un minuto e venti secondi più del tempo complessivo.

 

MASTACCHI: Telegrafico. Solo per dire che l’illustrazione era lunga, ma le domande erano puntuali e le domande non hanno avuto risposta. Inoltre, rimando al mittente il fatto della confusione. L’illustrazione serviva per far comprendere il motivo della domanda. Comunque, prendo atto di non aver avuto risposta.

Mi riservo di riformulare tutto, in forma scritta, in Commissione, più puntualmente. Grazie.

 

OGGETTO 6667

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui provvedimenti disciplinari intrapresi dalle aziende Ausl della regione tra il 2021 e il 2023. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’interrogazione n. 6667: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sui provvedimenti disciplinari intrapresi dalle aziende AUSL della Regione tra il 2021 e il 2023.

La illustra il consigliere Amico, che ha la parola.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Portiamo in quest’aula un fatto increscioso che è accaduto recentemente, in particolar modo sulla provincia di Modena, che per fortuna si è concluso lo scorso 27 febbraio con l’archiviazione per insussistenza del fatto: una contestazione di addebito disciplinare a carico del responsabile del programma di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon retto dell’AUSL di Modena, il dottor Trande.

Il procedimento disciplinare ha avuto origine da una lettera del 12 dicembre 2022 indirizzata alla direttrice dell’azienda ASL, alla Procura di Modena e all’Assessorato regionale alla sanità, nella quale al dottor Trande si muoveva l’accusa, non circostanziata da fatti, comportamenti o parole, di violare il principio di imparzialità ed equità dei dipendenti pubblici e di approfittare del proprio ruolo all’interno dell’ASL per ingiuriare e criticare il Governo e i partiti del Centrodestra.

Dopo quattro mesi e diverse richieste di accesso agli atti il nome dell’estensore della lettera viene ancora mantenuto privato, a discapito del diritto all’effettiva difesa della persona coinvolta. Il professionista, che è anche dirigente politico, si era espresso sui propri profili social in merito alla progressiva deriva in chiave privatistica della sanità pubblica nazionale, senza riferimenti alla ASL di cui è dipendente, segnalando l’indagine del Ministero della salute e dei Carabinieri del NAS sui medici a gettone reclutati tramite appalti esterni nelle strutture sanitarie pubbliche che nel mese di novembre ha portato alla luce centinaia di irregolarità, con oltre 205 persone segnalate alle autorità tra sanitari, titolari di cooperative e strutture sanitarie pubbliche e private accusate a vario titolo di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture. Questi casi non sono avvenuti in Emilia-Romagna. Numerose sono state le violazioni evidenziate dai NAS circa l’impiego di figure sanitarie esterne collocate in attività lavorativa senza l’adeguata formazione sulla tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro. Sono state accertate e contestate anche violazioni per carenze autorizzative, funzionali e strutturali, che hanno determinato, nei casi più gravi, la chiusura di cinque strutture sociosanitarie.

La libera espressione di un lavoratore del sistema pubblico, nel caso in oggetto e in generale, purché non contenga insulti o istigazione alla violenza, ha la completa legittimità dal nostro punto di vista, derivante dai princìpi costituzionali. L’espressione di opinioni e considerazioni dei professionisti sanitari in merito allo stato di salute della sanità pubblica è parte del dibattito pubblico. Il dottor Trande è anche un attivista politico che ricopre il ruolo di dirigente politico in un partito e come tale ha il diritto e il dovere di intervenire liberamente e rispettosamente su qualsiasi tema di rilevanza pubblica, nazionale e locale. Inoltre, io ritengo che la valorizzazione anche delle competenze dei professionisti sanitari passi attraverso una loro consultazione e anche una loro libera espressione.

Vorrei ricordare che, comunque, a più riprese l’assessore Donini e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna hanno ribadito che il ricorso ad appalti per affidare a soggetti privati attività di servizi all’interno delle strutture ospedaliere debba essere limitato a situazioni con carattere di urgenza, a causa di effettiva carenza di personale, e quindi utilizzato solo una tantum, indirizzato a superare entro la fine di questo anno le esternalizzazioni rese d’obbligo sostanzialmente per la difficoltà di reperimento di personale medico, e che queste rappresentano una distorsione di sistema.

Così come riconosciamo che l’Assessorato regionale e l’Assemblea legislativa – è in discussione una risoluzione prossimamente anche nella seduta attuale –, così come i lavori della Commissione, siano costantemente al lavoro per consolidare un quadro che garantisca la difesa, il rafforzamento e il rilancio della sanità pubblica regionale.

In questo quadro chiediamo se l’Assessorato è effettivamente a conoscenza della vicenda sopradescritta e quali valutazione tragga in merito ai profili di legittimità, nonché quanti e quali siano stati i provvedimenti disciplinari intrapresi dalle Aziende USL ed eventualmente ospedaliere della Regione tra il 2021 e il 2023, e quante di queste abbiano il medesimo profilo del caso in oggetto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. La ringrazio, consigliere, anche per l’attenzione riguardo ad una situazione complessa e delicata, su cui abbiamo prontamente interrogato l’azienda coinvolta, la ASL coinvolta.

Lo scorso 3 marzo si è concluso con l’archiviazione il procedimento disciplinare a carico del dottor Trande riguardante legittime, ripeto legittime, opinioni su argomenti di attualità espresse in buona fede e senza alcuna intenzione di danneggiare l’immagine aziendale. L’istruttoria è stata avviata partendo da una segnalazione che ha spinto l’azienda a svolgere una verifica. Ricordo che è un dovere dell’amministrazione in situazioni come queste, verifica che è stata utile per appurare, senza alcun dubbio, l’infondatezza delle accuse formulate nella segnalazione, riguardante libere manifestazioni di pensiero e critica, che sono e devono rimanere un diritto fondamentale per ogni individuo e cittadino di questo Paese. Un’ulteriore valutazione è stata fatta su un singolo post non correlata alla segnalazione ricevuta, ma fondata su accertamenti distinti e ulteriori, che non hanno comunque portato a ulteriori azioni da parte dell’azienda. Il diritto all’accesso agli atti è sempre stato garantito al dottor Trande, come previsto dalla normativa di riferimento, producendo tutti gli atti del procedimento a disposizione, unitamente al contenuto della prima segnalazione anonimizzata, secondo la vasta giurisprudenza in materia, che rigetta la richiesta di accesso relativa a segnalazioni che hanno dato esito a verifiche e ispezioni. Riguardo, poi, la richiesta del consigliere Amico sul numero dei provvedimenti disciplinari intrapresi dalle aziende regionali tra il 2021 e nel 2023, riteniamo che una valutazione complessiva necessiti di tempistiche un po’ più ampie rispetto al tempo della question time. Siamo comunque disponibili a una verifica con tutte le aziende nella forma che il consigliere riterrà più opportuna, in particolare per quelli con profili simili al caso in oggetto.

Nel merito, io ricordo che il ministro Schillaci è intervenuto in maniera apprezzabile, nella parte del decreto Bollette che riguarda la sanità, per disincentivare i cosiddetti medici a gettone. Ricordo che nel decreto sono previste tutta una serie di misure, appunto, un’unica volta possibile ogni 12 mesi, il divieto di rientrare nel sistema sanitario per chi ne è uscito, tanti provvedimenti che le Regioni da più tempo in qualche modo sollecitavano. Ricordo anche che il sottoscritto lei, l’ha citato, ha ritenuto i medici a gettone, l’esternalizzazione una distorsione del sistema. Quindi, anche noi che ne abbiamo fatto, seppur modico, uso abbiamo intenzione di dismettere questa situazione al più presto e comunque entro il 2023.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Amico per la replica.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sono soddisfatto della risposta, soprattutto per la sottolineatura della legittimità delle espressioni manifestate anche attraverso mezzi come quelli dei social media da parte del dottor Trande.

Io ritengo che, sia per il ruolo politico dello stesso Trande che per il ruolo professionale, la possibilità di esprimersi sia assolutamente legittima. È chiaro che l’amarezza, sebbene dovuta, come riporta l’assessore Donini, al procedimento ispettivo, l’amarezza manifestata dal dottor Trande in merito al provvedimento disciplinare forse poteva in qualche maniera, data la natura della lettera, data la natura anche molto vaga e generica della lettera, essere accompagnata secondo altre forme, così come credo che, per dare piena possibilità anche di difesa ed eventualmente di contestazione nei confronti di chi ha fatto illazioni non circostanziate, sia anche corretto che ad un certo punto, non chiaramente all’interno di quest’aula, ma direttamente, chi è coinvolto possa essere messo nelle condizioni di potersi difendere.

Infine, senz’altro sul tema della esternalizzazione dei servizi sanitari è apprezzabile quello che ha più volte ribadito anche questa mattina l’assessore Donini. È chiaro che siamo tutti quanti al lavoro rispetto a uno strisciante rischio di privatizzazione, nel momento stesso in cui le professioni mediche e continuano a essere carenti su più fronti, non solo nell’emergenza urgenza, dove siamo stati costretti a correre ai ripari per quanto riguarda il territorio emiliano-romagnolo, bensì anche in generale, e credo che i nostri lavori, i lavori di questa Assemblea della Regione siano orientati a risolvere complessivamente il problema.

Grazie.

 

OGGETTO 6672

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a un incarico esterno di progettazione della cassa di espansione del torrente Baganza (PR). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’interrogazione 6672: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito a un incarico esterno di progettazione della cassa di espansione del torrente Baganza, in provincia di Parma.

La illustra la consigliera Evangelisti. Prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente. Buongiorno, vicepresidente.

Il tema di questa interrogazione tratta appunto la costruzione di una cassa di espansione sul torrente Baganza. Rispetto a questo tema il Gruppo di Fratelli d’Italia ha già posto una prima interrogazione a risposta scritta, che riprendo brevemente soltanto per contestualizzare la domanda di oggi. Trattiamo questo tema a fronte di numerose segnalazioni che abbiamo ricevuto dalle località di Casale di Felino, Carignano, Sala di Baganza e Collecchio, quindi da persone del territorio interessate e preoccupate rispetto a perplessità di natura tecnica. Di questo ci hanno interessato, soprattutto per comprendere in merito ai procedimenti autorizzativi disciplinati con la legge del 1994 e con il DPR n. 59 come si stia procedendo.

Inizialmente ci siamo premurati di domandare se il progetto iniziale rispecchiasse le prescrizioni e le raccomandazioni fatte dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e poi sapere se fossero stati approvati interventi specifici finalizzati alla risoluzione di problemi riguardanti il nodo idraulico di Colorno. Anche questa interrogazione torna sul tema, incentrando le domande su problemi di sicurezza, su un problema di metodo e di merito.

Riassumo brevemente, dando atto che alla fine degli anni Novanta, inizio Duemila, era stato affidato uno studio di progettazione della cassa di espansione in località Casale di Felino. Quest’opera, a nostro avviso, presenta limitati effetti in termini di sicurezza e non può contrastare quelli che sono gli effetti negativi della siccità, di cui diamo atto in premessa di questa interrogazione, come riteniamo, ed è stato espresso anche sul territorio, una diga, invece, potrebbe fare, raggiungendo entrambi gli obiettivi.

Diamo atto, nella richiesta di risposta immediata, che la Giunta regionale, unitamente al presidente Bonaccini nella veste di commissario, nel 2009 ha stabilito che alla progettazione dovesse provvedere in maniera congiunta AIPO con la Regione Emilia-Romagna, noi riteniamo, per evitare ulteriori spese di progettazione. È accaduto, poi, che AIPO abbia affidato un nuovo incarico di progettazione esterna della cassa di espansione. Questo, a nostro avviso, in contrasto con quelle che erano le disposizioni regionali e del commissario di Governo. Non sappiamo, ad oggi, quanto sia costato.

Nel 2019, poi, AIPO ha indetto un ulteriore bando, molto specifico: affidamento del servizio di ingegneria finalizzato alla verifica preventiva della progettazione e supporto alla validazione del livello di progettazione. Possiamo dire che, oltre alla progettazione, AIPO ha affidato all’esterno anche il servizio per la verifica preventiva della progettazione.

Quindi, chiediamo a lei, vicepresidente, il motivo per il quale la Regione Emilia-Romagna, verosimilmente, avendo appreso che AIPO ha agito in modo non sappiamo se in contrasto, comunque difforme alle disposizioni dalla stessa impartite e impartite dal commissario non abbia pensato di intervenire sul tema, non abbia valutato poi la possibilità di un invaso artificiale, e se ci fosse la possibilità anche di contestualizzare la spesa complessiva di tutti questi servizi connessi e l’ubicazione di un’eventuale griglia selettiva, che veniva citata anche indirettamente nella risposta che già abbiamo ricevuto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde la vicepresidente Priolo.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Intanto prima o poi mi piacerebbe portarvi a vedere queste opere, perché sarebbe molto interessante.

Comunque, relativamente…

 

(interruzioni del pubblico)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, il pubblico non può parlare. Sennò…

 

(interruzioni del pubblico)

 

PRESIDENTE (Zamboni): No, il pubblico non può parlare. Sennò, vi dobbiamo far uscire. Alla prossima parola vi faccio uscire.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Riprendo.

Dicevo, relativamente alla competenza dell’Agenzia interregionale per il fiume Po con riguardo alla progettazione della cassa di espansione del torrente Baganza, sono probabilmente sfuggite a lei, ma non per volontà, bensì per mancanza di elementi, che adesso le fornisco, i passaggi che si sono succeduti dopo l’adozione della delibera n. 2242/2009 di ridefinizione dei tratti di corsi d’acqua di competenza di AIPO.

In particolare, in data 2 aprile 2011 la Regione e l’Autorità di bacino del fiume Po, l’AIPO e la Provincia di Parma, i Comuni di Collecchio, Colorno, Felino, Parma e Sala Baganza hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con il quale l’AIPO si è impegnata ad effettuare i necessari aggiornamenti delle progettazioni esistenti, sviluppando l’elaborazione fino al livello di progettazione definitiva.

Lo sviluppo della progettazione è stato, inoltre, accompagnato da numerosi incontri, nel corso dei quali i contenuti progettuali sono stati condivisi non solo con le strutture tecniche degli enti firmatari, ma anche con gli stakeholders territoriali e la cittadinanza.

In attuazione del succitato protocollo interistituzionale, AIPO successivamente è stata individuata quale soggetto attuatore dell’intervento di realizzazione della cassa con delibera n. 161 del 15 febbraio 2016, con la quale la Giunta ha preso atto della sottoscrizione dell’accordo di programma con la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Regione Emilia-Romagna e la Città metropolitana di Bologna, avvenuta in data 19 novembre 2015, per l’utilizzo delle risorse destinate al finanziamento, con interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati con DPCM 15 settembre 2015.

Il decreto commissariale n. 3/2016 da lei citato, inoltre, nulla dice a proposito di un nucleo di progetto misto AIPO-Regione, in quanto si è innestato nel percorso progettuale quando AIPO aveva già approvato il progetto preliminare, fatto oltretutto necessario per concorrere al finanziamento delle risorse statali dedicate alle aree metropolitane e alle aree urbane con elevato livello di popolazione a rischio alluvione.

Pertanto, dagli atti formali che ho provato a sintetizzare, risulta che AIPO ha operato nell’ambito delle competenze e dei compiti che le erano propri. Relativamente al tema della realizzazione di un invaso artificiale ad uso plurimo, le ipotesi fatte all’epoca dello sviluppo del progetto definitivo collocavano l’invaso in una posizione tale da renderlo inefficace dal punto di vista idraulico, anche se sto chiedendo comunque all’Agenzia di verificare se ci possono essere opere collaterali connesse che possiamo comunque realizzare ad uso plurimo.

Sul tema delle spese complessive ad oggi necessarie per la realizzazione della cassa, le stesse ammontano attualmente a 79,65 milioni di euro, a cui si sono recentemente aggiunti 3,2 milioni di euro per far fronte all’aumento dei costi di materiali e lavorazioni che, come noto, affligge tutti i cantieri in corso nel nostro Paese. Di questi, dal quadro economico aggiornato dopo l’aggiudicazione, risultano ad oggi 3,2 milioni di euro per spese tecniche relative a progettazione e direzione lavori, corrispondenti a circa il 3,9 per cento dell’importo attualmente assegnato all’opera.

Infine, con riferimento alla presenza di una briglia selettiva a monte della cassa, AIPO ha confermato che, come desumibile dagli elaborati progettuali, la medesima è stata prevista in corrispondenza della briglia di monte. Tale opera è stata prescritta nell’atto di approvazione tecnica numero 29.423 del 29 dicembre 2017, rilasciato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Direzione generale per le dighe, dove si evidenzia che, per evitare la parziale o totale ostruzione delle luci delle varie opere, è opportuno predisporre a monte delle casse un’opera per la trattenuta di materiale galleggiante.

Le principali grandezze che caratterizzano la briglia selettiva sono le seguenti: larghezza della soglia 110 metri; altezza dei setti verticali, si tratta degli elementi che formano il pettine che tratterrà il materiale flottante, 3 metri; spessore dei setti verticali 0,5 metri; interasse tra i setti 4,5 metri; luce libera, ovvero lo spazio libero tra i setti, 4 metri; e numero di setti 25.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Evangelisti per la replica

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente. Grazie, vicepresidente.

Non sono soddisfatta della risposta, seppure puntuale, perché credo che dalla risposta stessa e dal tenore, invece, delle domande poste, si evinca come vi sia una difficoltà oggettiva nel reperimento comunque degli atti e anche nel comprendere bene quali siano le procedure, intanto perché sono oggettivamente complicate perché investono una pluralità di soggetti, ma anche perché, come si è ben compreso, queste opere sono attenzionate sul territorio rispetto cui destano preoccupazione e non è così semplice ricostruire tutto l’iter e anche venire in possesso di queste informazioni.

Intanto, quindi, prendo atto delle informazioni tecniche ricevute, sicuramente raccolgo anche il sollecito, come avevo già fatto nei confronti di coloro che hanno posto questi quesiti tecnici, e verrò a visionare in loco le opere. Chiedo a lei, vice presidente, di poter avere il testo scritto della risposta per le opportune verifiche.

Mi permetto semplicemente di rilevare come, rispetto a queste risposte e alla precedente risposta ricevuta, dal punto di vista tecnico ci siano delle cose che ai tecnici che noi abbiamo interessato non risultano e abbiamo insomma fondato motivo di ritenere che la progettazione di questa cassa situata a Casale sia criticabile.

Noi (voglio dirlo perché, vista anche la puntualità con cui lei riscontra le risposte, è una segnalazione che può tenere in considerazione) riteniamo che la soluzione più sensata sia la realizzazione del serbatoio di Armorano e la sistemazione dell’alveo tra Parma e Colorno.

Nel rinnovare la richiesta del testo scritto, chiedo anche di poter approfondire, o meglio che gli uffici possano approfondire anche il contenuto di quella nota che ci viene segnalata, stilata nel 2017 dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che a noi, rispetto anche alle informazioni e alle risposte precedentemente ricevute, non sembra così ben presente anche agli uffici della Regione.

Ricordo che quella nota è del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che in tutta questa progettazione e scambio di consegne ci sembra sia rimasto un po’ a margine rispetto alle effettive competenze.

Grazie.

 

(applausi del pubblico)

 

PRESIDENTE (Zamboni): No, non si applaude. Non avete ancora capito che siete in un’aula istituzionale, non siamo al bar. Grazie..

 

OGGETTO 6664

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla situazione del trasporto di materie prime per l’industria ceramica dal porto di Ravenna al Distretto ceramico di Sassuolo. A firma del Consigliere: Sabattini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’interrogazione 6664: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alla situazione del trasporto di materie prime per l’industria ceramica dal porto di Ravenna al distretto ceramico di Sassuolo. L’interrogazione è a firma del consigliere Sabattini, che ha la parola per l’illustrazione.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Buongiorno, colleghi.

Questa è un’interrogazione che nasce da una crescente preoccupazione relativa all’inversione di una pratica virtuosa che aveva visto anche un incremento del trasporto ferroviario, soprattutto da uno dei distretti principali della nostra regione, che coinvolge 300 aziende, oltre 15.000 posti di lavoro e un prodotto interno lordo di oltre 4 miliardi di euro. Parliamo, ovviamente, del distretto ceramico, che vede gli insediamenti produttivi principalmente nei Comuni di Sassuolo, Fiorano, Maranello e Formigine. È un distretto che ha una catena di approvvigionamento che include, ovviamente, materie prime critiche che transitano prioritariamente dal nodo portuale di Ravenna, per poi raggiungere, ovviamente, la loro destinazione modenese.

Nel 2021 circa 2 milioni di tonnellate di argilla, che provenivano dall’Ucraina, erano destinate all’alimentazione del distretto ceramico di Sassuolo. Ovviamente anche gli sconvolgimenti geopolitici, l’invasione della Russia nei confronti dell’Ucraina hanno mandato in crisi anche i terminali logistici. Una situazione così complessa ha imposto anche alle imprese del comparto ceramico il reperimento da altri luoghi delle materie prime alternative, la revisione di un sistema generale di approvvigionamento.

Questa modifica...

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, c’è un brusio pazzesco. Il consigliere Sabattini fa fatica a procedere con l’illustrazione. Vi invito ad abbassare la voce.

 

SABATTINI: Me la cavo, dai. Vado avanti. Non c’è problema. Grazie, presidente.

In particolare, questo va un po’ in contrasto anche con quella che è la programmazione che noi abbiamo messo in campo nel PRIT 2025, che aveva come obiettivo l’incremento del trasporto merci ferroviario, che è un elemento di grande priorità.

Questa programmazione aveva visto anche e ribadito all’interno della stessa la realizzazione di un nuovo collegamento ferroviario tra gli scali merci di Salzano e di Marsaglia, per intensificare, anche nella logica che abbiamo discusso anche in quest’aula, di potenziare non soltanto il trasporto merci, ma anche l’interconnessione tra i poli logistici principali del nostro territorio.

Purtroppo nel 2014 e nel 2015 la percentuale del materiale trasportato dal porto di Laveno al distretto ceramico si aggirava attorno al 28-29 per cento del totale del materiale, invece nel 2022 è sceso a un totale del 9 per cento. Trasportare merci su gomma ha un costo esterno ventun volte superiore rispetto a quello del trasporto ferroviario e consuma l’energia primaria di due volte superiore al trasporto su ferro.

Ecco, l’interrogazione nasce dal capire, visto e considerato che la Regione è coinvolta sia negli elementi ovviamente del porto di Ravenna e dei terminal del porto, ed è coinvolta anche nella società di gestione dello scalo merci, come la Regione può farsi parte attiva per invertire questa rotta assolutamente preoccupante del trasferimento tra ferro e gomma e quali sono le azioni che possiamo mettere in campo, se ne sono già state messe in campo, e quando e quanto la Giunta prevede che questi potenziali effetti di un intervento anche regionale per mettere insieme le parti possano dispiegare i propri effetti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Corsini.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio anche il consigliere Sabattini, perché ha acceso un riflettore su un tema molto importante, che ci sta particolarmente a cuore, perché parliamo di mobilità sostenibile, parliamo di transizione ecologica, parliamo di un impegno della Regione rispetto allo shift modale, cioè all’obiettivo, al grande obiettivo strategico di aumentare la quota di merci che vengono trasportate via ferro rispetto alla gomma, e cioè ai camion.

In riferimento all’interrogazione, confermo l’impegno della Regione alla promozione del trasporto delle merci via ferro, come si diceva, un impegno che si è anche recentemente concretizzato e rafforzato con uno stanziamento di 6,4 milioni di euro nel triennio 2023-2025. A questo impegno e a questo stanziamento ha fatto seguito la pubblicazione del bando per l’assegnazione di queste risorse, finalizzate all’incentivazione del trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci, bando che prevedeva la scadenza per la presentazione delle domande al 29 marzo ultimo scorso. Vedremo naturalmente nei prossimi giorni quante domande sono state presentate dalle imprese che hanno, appunto, diritto ad aggiudicarsi queste risorse.

Nello specifico delle questioni poste dal consigliere relative all’andamento del trasporto delle materie prime destinate alla produzione di materiale ceramico nel comparto di Sassuolo, con provenienza dal porto di Ravenna, non posso che confermare i preoccupanti dati forniti dall’Autorità di sistema portuale di Ravenna, che evidenziano che, a fronte di una sostanziale invarianza delle tonnellate in arrivo e partenza dal porto di Ravenna, nonostante la crisi conseguente al conflitto russo-ucraino parliamo di 9.000 treni all’anno, quindi un numero molto molto alto, c’è stata però conseguentemente un’importante diminuzione dello specifico settore, legato alle quantità trasportati via ferro delle argille.

Di fronte a queste evidenze, la Regione si è preoccupata di approfondire le problematiche connesse a tale fenomeno, che sono naturalmente di diversa natura, a partire anche dalle politiche commerciali delle aziende ceramiche stesse e dai costi complessivi dell’attivazione del trasporto ferroviario su merci, e abbiamo attivato a tal proposito un tavolo con i principali operatori logistici, con l’impresa ferroviaria e con i rappresentanti dell’industria ceramica per individuare le possibili soluzioni.

Abbiamo quindi incoraggiato, naturalmente nel rispetto dei ruoli, una trattativa commerciale, che è tuttora in corso ma in via di conclusione positiva, per contenere i costi del servizio ferroviario e dell’handling, al fine di diminuire il gap di competitività economica del trasporto su gomma rispetto a quello su ferro. Al buon fine di questa trattativa, di cui si ribadisce la Regione è promotrice e non attore diretto, si ritiene possa comunque concorrere anche l’incentivo regionale per l’incremento del servizio ferroviario, per il quale l’operatore logistico ha fatto domanda. Nel contempo, si è esaminata la criticità legata alle possibili interruzioni della linea ferroviaria dovute a improcrastinabili lavori finalizzati alla messa in sicurezza, con l’introduzione del sistema di controllo marcia-treno e l’elettrificazione della linea a beneficio dell’efficienza della stessa, oltre che alla riduzione delle emissioni. Si è potuto, quindi, constatare che le lavorazioni più impattanti sulle linee ferroviarie fra Ravenna e Sassuolo, che è una delle ragioni per le quali c’è stata questa diminuzione di traffici, sono ormai in via di conclusione e ci si è comunque attivati per una gestione delle residuali chiusure programmate, promuovendo delle sinergie fra gli scali ferroviari a servizio del comprensorio ceramico, quindi Dinazzano e Marzaglia.

La Regione è comunque impegnata a mantenere alta l’attenzione su queste tematiche, al fine di individuare tempestivamente soluzioni volte a scongiurare uno scenario che preveda un arretramento rispetto agli obiettivi raggiunti in questi anni verso un’importante diversione modale del traffico merci, e che consenta di raggiungere l’obiettivo del PRIT 2025 di uno shift modale del 13 per cento di trasporto merci su ferro al 2025 rispetto al 2014.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Sabattini per la replica.

 

SABATTINI: Mi ritengo assolutamente soddisfatto anche perché credo che l’iniziativa presa dalla Regione sia anche di stimolo, ma soprattutto di conferma di quelli che sono gli elementi di programmazione.

La vera transizione ecologica avviene attraverso dei fatti, delle azioni concrete, che ovviamente devono prendere in considerazione anche quelli che possono essere player estremamente importanti e distretti produttivi estremamente importanti, che possono dare a questo elemento di transizione anche un boost decisivo.

Ovviamente mi ritengo soddisfatto dal momento che ci sarà anche un continuo presidio politico di questo tavolo, che speriamo presto possa trovare un accordo complessivo tra le parti, accompagnato ovviamente dalla conclusione degli investimenti fatti sulla tratta che possa servire – ovviamente ci auguriamo – anche come stimolo ad un’ulteriore crescita del trasporto ferroviario anche per altri distretti o per altre linee di produzione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6668

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di risolvere le gravi criticità della S.P. 4 – Bidentina, con particolare riferimento ai centri abitati e alla località Nespoli di Civitella di Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, oggetto 6668, in merito alla necessità di risolvere le gravi criticità della SP4 “Bidentina”, con particolare riferimento ai centri abitati e alla località Nespoli di Civitella di Romagna. L’interrogazione è a firma del consigliere Pompignoli, che ha la parola per l’illustrazione.

 

POMPIGNOLI: Buongiorno, presidente. Buongiorno, assessore. Solo alcuni secondi per illustrare questo question time, perché sono curioso della risposta dell’assessore.

Parliamo di trasporti e rete viaria di interesse regionale. La strada provinciale 4 “Bidentina” fa parte del comprensorio forlivese ed è una delle strade più ad alta densità di traffico che portano dal centro verso le vallate. Sono anni che sindaci del territorio e presidenti di Provincia lamentano che in questa strada vi siano incidenti a ripetizione. Da ultimo quello della scorsa settimana, dove, sostanzialmente, un camion si è ribaltato ed è andato ad invadere la proprietà privata di un’abitazione, fortunatamente senza creare feriti con quell’incidente.

Ci si è posti il problema di capire e comprendere, rilevato che questa strada è inserita tra le strade di interesse regionale, se possono essere stanziate delle risorse che possano andare a cofinanziare investimenti e progetti che riguardano proprio quel tratto di strada, quindi la variante nella località Nespoli di Civitella di Romagna.

Questo è un percorso che dovrà essere comunque affrontato. È evidente che, se noi vogliamo collegare le vallate anche alle città, è necessario che i collegamenti siano sicuri e le strade siano tali da poter consentire la viabilità del traffico in maniera regolare. È necessario, quindi, capire e comprendere se vi sono delle possibilità di stanziamento di risorse, anche straordinarie, per risolvere queste criticità, che vengono spesso sollevate da cittadini e anche da amministratori locali.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Corsini per la risposta.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il consigliere Pompignoli per questa sollecitazione.

In riferimento a quanto previsto dalla legge regionale n. 3, precisamente all’articolo 167, preciso che le strade appartenenti alla rete di interesse regionale non possono beneficiare di un finanziamento diretto, ma che gli interventi da finanziare dovrebbero essere ricompresi all’interno di una programmazione quinquennale.

La Regione, sulla base delle disponibilità di bilancio, che per le viabilità negli ultimi anni sono contingentate, non è al momento nelle condizioni di attuare una programmazione di interventi finalizzati al miglioramento della viabilità con proprie risorse, come è avvenuto in passato, attraverso l’approvazione di appositi programmi di intervento sulla rete viaria di interesse regionale.

Alla luce di questa considerazione, qualsiasi intervento sulla rete viaria provinciale potrà, naturalmente, essere preso in considerazione dalla Regione Emilia-Romagna, sulla base, ovviamente, della programmazione prevista dal PRIT, ai fini delle assegnazioni di risorse statali, come ad esempio la prossima programmazione 2021-2027 del Fondo di sviluppo e coesione. Siamo in attesa di avere notizie positive rispetto all’interlocuzione che le Regioni hanno con il Governo sulla disponibilità che le Regioni avranno sugli FSC della programmazione 2021-2027, che per quanto riguarda l’Emilia-Romagna ci consentirebbero naturalmente di intervenire, come abbiamo fatto anche nella programmazione precedente, su strade di interesse regionale, ancorché di proprietà delle Province, naturalmente a seguito di una preventiva, appunto condivisione con le Province stesse rispetto alle priorità di intervento sulla rete di propria competenza.

Devo anche precisare che al momento, proprio in previsione delle risorse dei Fondi di sviluppo e coesione relativamente agli interventi viabilistici, abbiamo fatto una prima interlocuzione di carattere tecnico con le Province per raccogliere le priorità che ogni territorio segnala alla Regione in previsione della programmazione degli FSC, e al momento devo dire che la Provincia di Forlì-Cesena non ha segnalato l’esigenza relativa a un intervento sulla SP4 “Bidentina”. Naturalmente questo non significa che non verrà preso in considerazione, però la Provincia dovrà segnalare alla Regione Emilia-Romagna questa necessità, e naturalmente nel momento in cui la segnalerà la prenderemo in esame e la valuteremo nell’insieme delle richieste che la Provincia di Forlì-Cesena presenterà alla Regione, nell’ambito, ovviamente, delle disponibilità delle risorse, che ci verranno assegnate, speriamo il prima possibile, attraverso i Fondi di sviluppo e coesione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Pompignoli per la replica.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Intanto aspettiamo questo discorso legato ai Fondi di coesione. Però, assessore, il presidente della Provincia, proprio in relazione a questo fatto, a questo incidente avvenuto il 29 marzo 2023, dice, intervistato sul giornale, che “la Provincia non ha autonomia finanziaria e non può affrontare investimenti, ma solo progettare e richiedere finanziamenti regionali e statali”. Questo lo dice il presidente Lattuca. Questo Ente, proprio nel 2022, ha chiesto un finanziamento che consentisse la bretella di Nespoli, finanziamento di cui oggi ancora non abbiamo notizie. Quindi, sarebbe da capire e comprendere. Lei mi dice che oggi la Provincia di Forlì-Cesena non ha comunicato alcun tipo di richiesta su questo tipo di bretella, però di fatto il presidente della Provincia dice tutt’altro. Quindi, bisogna capire e comprendere se tra le parti vi sia stata una comunicazione esaustiva o comunque vi sia questa comunicazione, perché necessariamente delle due l’una, o il presidente della Provincia dice sui giornali qualcosa che in realtà poi non comunica alla Regione o la Regione mi dice cose diverse.

A prescindere da questo, credo che questo sia un intervento necessario, urgente e straordinario, in virtù del fatto che gli incidenti si susseguono quasi quotidianamente. Quindi di fatto è necessario porre l’attenzione su questo tratto di strada e capire, se da una parte o dall’altra, vi siano le possibilità di poter intervenire con fondi straordinari. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6649

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli interventi da porre in essere per sostenere e valorizzare i comuni dell’Appennino forlivese-cesenate esclusi dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). A firma del Consigliere: Bulbi

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’interrogazione 6649, relativa agli interventi da porre in essere per sostenere e valorizzare i comuni dell’Appennino forlivese-cesenate, esclusi dalla strategia nazionale per le aree interne, a firma del consigliere Bulbi. Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: Grazie, presidente.

Ho presentato questa interrogazione perché sinceramente preoccupato dall’esclusione di alcuni Comuni dell’Appennino forlivese-cesenate sia dalla Strategia nazionale per le aree interne che dai due protocolli a valenza strettamente regionali, ovvero le ATUSS e le STAMI.

La Regione, con la candidatura del 4 febbraio, aveva ritenuto di sostenere la perimetrazione inclusiva dei 18 Comuni facenti parte delle ex tre Comunità montane proposte dal territorio, sindaci e Provincia. Quindi, di fatto, aveva sollecitato il Governo a valutare la possibilità di allargare queste aree interne a tutti i comuni, argomentando, anche nell’incontro istruttorio del 10 marzo 2022 con il Dipartimento, che tale perimetrazione corrispondeva maggiormente alla percezione del territorio, aderiva maggiormente alle forme associative intercomunali esistenti ed era basata sull’assunto che l’inclusione di comuni meno periferici consentisse una migliore valorizzazione dei punti di forza del sistema produttivo e sociale, su cui fondare una strategia orientata a contrastare il trend di spopolamento dei comuni più fragili. Queste argomentazioni non sono state ritenute sufficienti dal Dipartimento, e in modo particolare dalla ministra del Governo Draghi, a giustificare un’eccezione per nuovi comuni al criterio di perifericità individuato nella mappa nazionale.

Per sostenere maggiormente i Comuni dell’Appennino forlivese-cesenate esclusi dalla Strategia nazionale per le aree interne, la Regione, con il Documento strategico regionale approvato con la delibera dell’Assemblea legislativa n. 44 del 2021, ha definito gli indirizzi regionali per la programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo 2021-2027, con l’obiettivo di ridurre gli squilibri territoriali e regionali, e, a tale scopo, ha identificato una nuova politica di sistema per le aree montane e interne, articolate in tre modalità di intervento.

Con la riperimetrazione regionale sono stati inclusi Mercato Saraceno e Sarcina. Restano quindi ancora esclusi 7 Comuni (Borghi, Sogliano, Roncofreddo, Dovadola, Modigliana, Meldola e Predappio).

Le valutazioni che hanno portato a perimetrare la SNAI non tengono conto della situazione reale dei Comuni esclusi, che hanno a che fare con una viabilità poco sicura, che non rende facilmente accessibili i luoghi dove sono collocati i servizi essenziali, e la mancata copertura della telefonia mobile, dove è presente una banda larga a macchia di leopardo.

Stessa, drammatica situazione per il trasporto pubblico, compreso quello scolastico, insufficiente a rispondere alle esigenze della popolazione.

I Comuni esclusi, al pari di quelli inclusi, sono situati in aree territoriali che subiscono gli effetti del calo e dell’invecchiamento della popolazione, dove la debolezza delle prospettive di sviluppo determina una sempre maggiore difficoltà delle condizioni di vita dei cittadini che vi risiedono.

Per tali motivi è forte la preoccupazione che questi Comuni, non avendo potuto partecipare alla distribuzione dei contributi e delle risorse messe a disposizione grazie alle SNAI, perdano un’altra occasione importante per frenare il loro spopolamento. Non tenere conto delle suddette difficoltà crea una discriminazione tra parti di territorio aventi le stesse caratteristiche, creando una situazione in cui i territori esclusi diventeranno sempre più svantaggiati e difficilmente vivibili e con bilanci di difficile gestione, la cui sostenibilità potrà avvenire solo con il taglio dei servizi, l’adozione della tariffazione massima, se non addirittura con la chiusura dei servizi a causa del calo costante delle entrate.

Per questo motivo ho ritenuto opportuno chiedere alla Regione di conoscere i motivi che hanno portato la stessa all’esclusione dei 7 Comuni appenninici anche dalla riperimetrazione della strategia regionale, nonostante l’impegno, espresso e preso anche con i sindaci dei Comuni interessati, di sostenere il più possibile gli stessi esclusi dalla SNAI.

Inoltre, con quali misure compensative, anche queste garantite e promesse ai sindaci, si intenda colmare gli enormi disagi che i Comuni e gli abitanti di quell’area devono subire per la loro posizione geografica alla luce di questi criteri assurdi con cui la legge nazionale definisce quali zone far rientrare nella strategia nazionale aree interne, in quanto non tengono conto delle reali difficoltà che i cittadini di questi territori hanno nell’accedere ai servizi essenziali per i motivi sopra citati, distanze vere sulla cartina geografica, ma non reali, con il conseguente reale rischio di spopolamento. Chiedo, inoltre, di intervenire con i Ministeri competenti per rivedere quella norma che individua questi criteri insensati, che penalizzano anche i nostri nove Comuni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Taruffi, prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il consigliere Bulbi, che ci consente di tornare su un tema che è stato oggetto di un lavoro fatto tra il 2021 e il 2022, quindi un lavoro portato avanti da chi mi ha preceduto e, devo dire, in un contesto, quello regionale, che ha consentito il riconoscimento di tre aree aggiuntive rispetto alla strategia nazionale, in un confronto serrato con il Governo, quindi con il Dipartimento per le politiche di coesione.

Come ha ricordato, giustamente, il consigliere Bulbi, il 4 febbraio 2022 avevamo avanzato la proposta di riconoscere tutti i diciotto Comuni facenti parte del perimetro delle aree montane, delle Province, della Provincia di Forlì-Cesena come area da inserire all’interno della strategia. Però, come lo stesso consigliere ha ricordato, il Dipartimento per le politiche di coesione non ha accolto la nostra proposta, facendo alcuni rilievi su alcuni punti che hanno portato alla perimetrazione che lei ha ricordato, oggetto della sua interrogazione. Quella perimetrazione, quindi, è frutto delle scelte che il Governo, così come in altri territori, peraltro, ci ha ‒ tra virgolette ‒ nella contrattazione imposto.

Ricordo anche che esistono altri territori, altre Province, altri Comuni di altre Province che sono rimaste fuori dalla strategia, proprio per le stesse ragioni e per le osservazioni che il Dipartimento ‒ che, ovviamente, ha l’ultima parola ‒ ha posto in essere.

Da questo punto di vista, risulta particolarmente difficile, per essere eufemistici, pensare di riaprire quel negoziato, considerati i tempi e considerata la natura del provvedimento. Quello che, invece, possiamo fare, e che stiamo facendo... Lei stesso, quando abbiamo incontrato insieme i sindaci di quel territorio, ha potuto insieme a me ascoltare non solo le loro preoccupazioni, non solo le loro richieste, ma anche le nostre risposte, a partire dalle misure strutturali che ‒ ricordo ‒ sono state messe in campo da questa Regione. Lei ha ricordato, giustamente, il Documento Strategico Regionale, in cui per i territori montani, i 121 Comuni del nostro territorio, abbiamo riservato il 10 per cento dei finanziamenti complessivi di tutte le misure riguardanti i Fondi strutturali europei, dal FESR al FSE Plus e a tutti gli strumenti di programmazione, compreso il programma di sviluppo rurale di questa Regione. Non solo, ma come lei sa bene, che conosce molto bene le misure che stiamo mettendo e che ha contribuito a sostenere, stiamo mettendo in campo misure che riguardano gli interventi sulla telefonia, la manutenzione ordinaria e, quindi, il potenziamento delle reti telefoniche della nostra regione, con un investimento di 2 milioni di euro, che da Piacenza a Rimini, lungo tutta la dorsale dell’Appennino e anche, ovviamente, nel Forlivese, porterà all’installazione di alcuni ripetitori in grado di aumentare la copertura telefonica. Abbiamo messo in campo 11 milioni di euro per la manutenzione ordinaria delle strade comunali, che stiamo trasferendo ai Comuni, quindi anche a quei Comuni di quel territorio ovviamente. Stiamo pensando a misure straordinarie sui servizi, in particolar modo a quelli per l’infanzia, rendendo ancora più agevole il servizio in particolar modo – lo ripeto – per l’infanzia. Stiamo pensando a misure strutturali, e ricordo gli investimenti che abbiamo fatto, i 25 milioni di euro stanziati per il bando per le giovani coppie per favorire l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa in montagna, i 25 milioni che abbiamo messo per l’azzeramento o la riduzione dell’IRAP. Insomma, potrei continuare a lungo.

Chiaramente c’è un tema che è ben chiaro, del quale noi intendiamo farci carico: in quell’area, in quella provincia, così come in altre, per cui per i Comuni per i quali non siamo riusciti ad ottenere l’inserimento nelle strategie, in particolar modo, ovviamente, nelle strategie nazionali, sicuramente ci sarà tempo, modo e forma per cercare di dare comunque, come anche agli altri Comuni, il sostegno che quei territori meritano, perché dal nostro punto di vista quello che vogliamo fare, quello che stiamo cercando di fare e quello che da qui al 2025 faremo è sostenere i Comuni del nostro Appennino, da Piacenza a Rimini, in tutte le misure e in tutti i modi che ci sarà possibile, ovviamente facendo conto – e concludo, grazie, presidente – che le risorse non sono infinite, ma il nostro impegno ci sarà fino in fondo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: Devo dire se sono soddisfatto o non sono soddisfatto. Ebbene, essere soddisfatto questa volta per me è una parola molto grossa. Io ritengo che, avendo fatto l’amministratore in tante responsabilità, da Provincia a sindaco, quando si va davanti ai sindaci e si dicono delle cose, o si rispettano o è meglio non dirle. Quindi, io la ringrazio per il suo impegno e anche per quello che sta facendo, l’ho seguita nel nostro territorio, e spero che ci possa essere anche un’inversione di tendenza, ma ai sindaci, anche in mia presenza, è stato detto che comunque dovevano stare tranquilli perché tutti i Comuni esclusi dalla Regione Emilia-Romagna avrebbero avuto degli interventi compensativi molto importanti. Ho paura che così non sarà, perché poi giustamente tutti i Comuni dicono “vogliamo averli anche noi, indipendentemente se siamo o non siamo là”. Abbiamo visto il primo finanziamento che è arrivato per le strade. Ovviamente non è che adesso questi non partecipano alle distribuzioni che arriveranno sui territori per le strade.

Quindi su questo io chiedo veramente di guardare, capire e ricordarci quello che abbiamo detto ai sindaci e promesso ai sindaci. Ultima cosa velocissima, lo dico per esperienza. Si possono rivedere questi criteri. Bisogna cercare di stare sul pezzo e chiedere al Governo, e quindi anche ai nostri parlamentari se lo vogliono sostenere, che alla prima finestra si può intervenire per modificare questi criteri.

Ve lo posso garantire che si può fare perché, nella mia responsabilità di relazioni esterne di un’associazione di categoria a livello nazionale, l’abbiamo fatto in più di un’occasione. L’importante è stare lì e cercare la finestra per potere richiedere queste cose.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6665

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al riconoscimento della filiazione dei bambini e delle bambine di coppie omogenitoriali. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interrogazione 6665, in merito al riconoscimento della filiazione dei bambini e delle bambine di coppie omo-genitoriali, a firma della consigliera Piccinini.

Consigliera, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

In tutta Europa, salvo alcuni Paesi come l’Italia, la Polonia e l’Ungheria, i figli di coppie omo-genitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita, senza dover affrontare lunga battaglia per ottenere la trascrizione di certificati esteri o la step-child adoption, cioè l’adozione dei figli del partner.

In questo quadro è stata avanzata dalla Commissione europea una proposta di regolamento del Consiglio proprio su questa materia e quindi sull’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omo-genitoriali. La proposta prende le mosse dalla volontà dell’Unione di istituire, mantenere e sviluppare uno spazio di libertà e giustizia nel quale siano garantiti la libera circolazione delle persone, l’accesso alla giustizia e il pieno rispetto dei diritti fondamentali.

Come è noto, in Italia manca ancora da tanto, troppo tempo, una legge che preveda e disciplini la registrazione dei figli delle coppie dello stesso sesso. Questo vuoto è stato colmato nel tempo dalle sentenze dei giudici, come per esempio la sentenza della Corte di cassazione del 30 dicembre 2022, cui hanno fatto seguito atti del Ministero dell’interno, ovvero la circolare ai prefetti del 19 gennaio di quest’anno, bloccando di fatto la registrazione all’anagrafe di figli nati all’estero da coppie omogenitoriali, negando quindi a questi bambini diritti assolutamente fondamentali, diritti il cui riconoscimento ha visto invece l’impegno attivo di molti Comuni, ricordo in primis quello della sindaca Appendino, della ex sindaca Appendino, appunto del Movimento 5 Stelle, che è stata pioniera in questa battaglia, ma anche nella nostra Regione, che hanno agito, invece, a tutela dei minori.

Voglio ricordare in questa sede che anche la stessa Autorità Garante per l’infanzia e adolescenza, nell’audizione davanti alla Commissione del Senato per le politiche dell’Unione europea, riunita per discutere della proposta di Regolamento dell’UE sulla filiazione e sulla creazione di un certificato europeo di filiazione, ha sottolineato che “viviamo in un’epoca nella quale è aumentata la circolazione dei cittadini europei all’interno dell’Europa e, assieme ad essa, deve essere garantita la circolazione dei diritti dei minorenni, in particolare quelli ad avere una famiglia, un’identità e a non essere discriminati per le condizioni dei genitori o per la loro nascita”.

È in questo quadro che propongo questo question-time e che chiedo alla Giunta se intenda operare per il pieno riconoscimento dei diritti dei bambini, senza discriminazioni determinate dalle condizioni dei genitori o per la loro nascita, attraverso azioni dirette a favorire la conoscenza dei contenuti della proposta di Regolamento e l’informazione sull’iter del procedimento di approvazione europeo, e a sostenere l’approvazione da parte del Parlamento italiano di una proposta di legge sugli atti pubblici in materia di filiazione, che superi le attuali discriminazioni fra bambini e corrisponda ai valori di eguaglianza e libertà sulla base dell’Unione Europea.

La richiesta è ovviamente volta a capire se questa Giunta intenda sostenere questa battaglia di civiltà. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Taruffi, prego.

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Piccinini.

In merito ai quesiti posti, ripartendo, come ha ricordato l’interrogante, dagli ultimi fatti di cronaca, sottolineo che nel documento che è stato oggetto anche dell’intervento, nel documento del Parlamento europeo e anche della Commissione si ricorda e si vuole garantire come la genitorialità stabilita in uno Stato membro venga riconosciuta in ogni altro Stato membro senza alcuna procedura speciale.

Una disposizione volta quindi a tutelare l’interesse superiore dei minorenni, che credo debba essere ovviamente l’oggetto per noi fondamentale quando discutiamo di questi temi così delicati e sensibili, e i loro diritti, compreso quello di libera circolazione per tutti i tipi di famiglie che per qualunque motivazione debbano spostarsi da uno Stato all’altro, perché, come sappiamo, questo impedimento ha prodotto problemi di questo tipo.

Sulla proposta di Regolamento europeo anche la Garante per l’infanzia e adolescenza, durante la sua audizione presso la Commissione politiche dell’Unione europea al Senato lo scorso 7 marzo, si è espressa favorevolmente, ritenendolo uno strumento per la tutela dei diritti dei minorenni. Da questo punto di vista, invece, ci preoccupa ‒ per usare un eufemismo ‒ quanto ha approvato la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato. Noi, invece, auspichiamo un intervento legislativo anche per evitare che i minorenni siano condannati ad un limbo oggetto anche di discriminazioni: dobbiamo lavorare per superarlo e non certo per confermarlo o consolidarlo. Quindi, il voto espresso nella Commissione politiche europee del Senato ci preoccupa. Noi siamo al fianco ‒ questo lo voglio dire con estrema nettezza ‒ dei Comuni, dei sindaci che stanno manifestando e che manifesteranno per ottenere questo riconoscimento. Peraltro, come richiesto anche dalla sentenza della Corte di Cassazione.

Quindi, siamo di fronte a una situazione, a un vulnus che va colmato, e va colmato nella direzione ‒ per noi molto chiara, molto semplice ‒ di garantire i diritti dei minorenni, evitare discriminazioni e far fare un passo avanti alla legislazione italiana in ordine a quella europea, quindi estendendo dei diritti che oggi nella vita reale sono già riconosciuti e che attendono di essere riconosciuti anche dallo Stato.

Quindi, per quanto ci riguarda, siamo al fianco di quei sindaci e faremo la nostra parte, dal punto di vista politico. Ovviamente, come sappiamo, la decisione spetta al Governo, al Parlamento, perché è materia di competenza nazionale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per queste parole. Voglio solo ricordare che questa richiesta non è di oggi, questa discussione che facciamo non è di oggi rispetto a quest’aula. Ricordo molto bene quando approvammo la legge contro l’omobitransfobia. Il tema del sostegno ai Comuni è un tema che io stessa portai qui dentro. Diciamo che gli esiti di allora non furono così felici. Ogni proposta in questo senso fu rigettata, con alcuni voti favorevoli da parte dell’allora SEL. Le proposte che io portai qui dentro non trovarono accoglimento. Sottolineo che oggi, invece, c’è una volontà di appoggiare e fare questa battaglia.

Ricordo che in ballo ci sono i diritti dei minori da garantire e tutelare. Non ci devono essere figli di serie A e di serie B. Sono diritti che riguardano anche le famiglie arcobaleno, che oggi sono obbligate ad affrontare estenuanti battaglie giudiziarie per vedere riconosciuti i propri diritti, quando non rinunciano in partenza. Ed è ora che il Parlamento si assuma le proprie responsabilità. Invece, quello che io vedo è che c’è un accanimento da parte di esponenti del Centrodestra, che si manifesta anche attraverso un linguaggio becero e volgare, parlando, anziché di GpA, di utero in affitto, come se le donne fossero solamente un organo riproduttivo.

Voglio ricordare che questo è un tema che non c’entra, è stato inserito nel dibattito sul riconoscimento dei figli, ma in modo totalmente strumentale. Voglio anche ricordare che in altri Paesi la GpA ai fini altruistici è riconosciuta. Lo vorrei dire al ministro Tajani, che ha dichiarato che non si può sfruttare una donna perché l’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno, dove si sfornano le patate arrosto. E lo dico anche rispetto a un atteggiamento da parte di esponenti del Centrodestra che hanno accusato – penso al vicepresidente della Camera Rampelli – le coppie di spacciare per i propri figli avuti con la gestazione per altri, o come il presidente della Commissione Cultura Mollicone, che ha accusato sempre le famiglie LGBT di scegliere un figlio come la tinta di casa.

È chiaro che davanti a questa deriva io credo che non possano mancare parole di chiarezza e soprattutto sul tema del riconoscimento dei figli non ci debbano essere dubbi in questo senso. Quindi, io accolgo favorevolmente le parole dell’assessore, perché su questo specifico tema c’è una volontà di sostenere i sindaci, che oggi sono soli in una battaglia che li vede in prima linea a dover prendere delle decisioni, in mancanza di una legge nazionale, che questo Parlamento non mi pare voler prendere, anzi c’è un atteggiamento particolarmente ostile nei confronti delle famiglie arcobaleno, che io voglio ringraziare anche per essere scese in piazza sabato, manifestazione a cui ho voluto prendere parte, anche con alcuni colleghi di questa Assemblea, proprio per manifestare la nostra vicinanza a loro e il nostro supporto a questa battaglia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6653

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riqualificazione dell’ex Colonia Marina Varese, sita nel Comune di Cervia (RA), in località Milano Marittima, e alla tutela ambientale del sito riconosciuto di interesse comunitario. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interrogazione 6653, in merito alla riqualificazione dell’ex Colonia Marina Varese, sita nel Comune di Cervia, in località Milano Marittima, e alla tutela ambientale del sito riconosciuto di interesse comunitario, a firma della consigliera Zamboni.

Consigliera, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Questa interrogazione porta all’attenzione dell’Assemblea e della Giunta lo stato pietoso in cui si trova la colonia marina Varese, già Costanzo Ciano, sita in Comune di Cervia, progettata dall’architetto Mario Loreti, costruita negli anni 1937-1939, ma a causa dei successivi eventi bellici mai completata. È un immobile, oggi di proprietà della Regione Emilia-Romagna, che, con decreto del Ministero dei beni culturali e ambientali, nel 1966 è stato sottoposto a vincolo di tutela, quindi a conferma del valore storico e architettonico pur di una struttura così incompleta. Questo edificio è stato anche ripreso come fondo scenico del film di Pupi Avati “Zeder”. Oggi si trova in uno stato di incuria e di abbandono, che ha portato nel corso degli anni a crolli e cedimenti strutturali, il primo dei quali nel 2014. Oggi l’edificio è ridotto a un desolante scheletro. La struttura è recintata ed è circondata da una vasta pineta, con vegetazione autoctona. Anche il sistema dunale è di rilevante pregio e meritevole di conservazione naturalistica. Il sito, infatti, rientra all’interno di un habitat di interesse comunitario e fa parte della rete Natura 2000 della Regione.

Questo edificio è stato inserito inizialmente in un piano di dismissione del patrimonio regionale. Poi il successivo fallito tentativo di vendita con asta pubblica ha visto negli ultimi anni l’amministrazione comunale di Cervia aver rinnovato un forte interesse alla riqualificazione di una così grande e inutilizzata porzione di città, al centro di un’importante area spontanea rinaturalizzata. Infatti, è questo il grande valore, oltre alla storia che ci sta dietro, il valore di quest’area, che appunto è rinaturalizzata e presenta dune.

Nel 2020, rispondendo a un’interrogazione, l’assessore regionale al patrimonio, Paolo Calvano aveva spiegato che rientra ancora nei programmi della Regione la volontà di proseguire la collaborazione con il Comune di Cervia per la valorizzazione del bene, compreso il recupero dell’area su cui sorge la colonia stessa.

Nel 2021 lo stesso assessore Calvano aveva chiarito che la valorizzazione dell’interesse pubblico dell’ex colonia era prioritaria, ma che le finanze pubbliche a disposizione erano insufficienti. Perciò la Regione avrebbe lavorato all’individuazione di soggetti privati interessati all’operazione e alla possibilità di utilizzo dei fondi europei. È appunto di fronte al possibile ingresso in quest’opera di recupero dei privati che al Gruppo regionale di Europa Verde sono arrivate sollecitazioni dal territorio perché, nel caso si proceda al recupero dell’area anche con il coinvolgimento di soggetti privati, quest’area venga resa accessibile e fruibile in sicurezza, garantendone al contempo la tutela ambientale, visto che nel tempo si è ricreata una porzione di territorio che ricorda i territori costieri preindustrializzazione turistica, quindi la ricomparsa di questa duna.

Fatte tutte queste premesse, Europa Verde interroga la Giunta per sapere se, sempre d’intesa con il Comune di Cervia e con la Sovraintendenza, la Regione intenda ancora promuovere la riqualificazione dell’ex colonia Marina Varese e, in caso affermativo, se intenda adoperarsi affinché tale riqualificazione sia finalizzata esplicitamente alla tutela ambientale del sito riconosciuto di interesse comunitario, garantendo la salvaguardia della pineta, della fauna e del prezioso sistema dunale, al fine di restituire ai cittadini una porzione di città rinaturalizzata, accessibile e fruibile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In riscontro all’interrogazione, si forniscono gli aggiornamenti in merito alle azioni intraprese dalla Regione al fine di garantire la tutela ambientale e la valorizzazione dell’ex colonia Marina Varese, inserita nel Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio non strategico della Regione nel 2023 ancora, nella sezione Valorizzazioni.

Ad agosto 2022, la Regione ha risposto alla manifestazione di interesse promossa da Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare SGR Spa, coordinata da CDP Spa, volta all’acquisizione in diritto di superficie di immobili al Fondo Turismo 3, Fondo che persegue con risorse PNRR diverse finalità nell’ottica di promuovere uno sviluppo turistico sostenibile.

La candidatura nel novembre 2022 ha superato la prima fase di selezione, non superando tuttavia la seconda, conclusasi a fine gennaio 2023. In attesa dell’esito della candidatura, la Regione ha comunque avviato interventi di messa in sicurezza di una fascia perimetrale del lotto di pertinenza della colonia Varese, mediante manutenzione del verde, della recinzione metallica e delle opere di delimitazione della proprietà, nel rispetto di autorizzazioni e nulla osta rilasciati dalla Soprintendenza, dall’Ente Parco del Delta del Po e dal Comune di Cervia.

Oggetto dell’intervento è una fascia di dieci metri dal confine lungo i tre lati dell’area, adiacenti la viabilità ordinaria, mentre risulta al momento non interessato il lato mare a ridosso della duna costiera. I lavori in corso di completamento si sono interrotti il 31 marzo per non interferire con la riproduzione della fauna selvatica.

Si conferma, pertanto, l’impegno della Giunta di individuare percorsi di valorizzazione dell’ex Colonia, anche in raccordo con CDP, che possano conciliare la tutela del patrimonio architettonico e monumentale dell’edificio e la protezione dell’ambiente naturale circostante, considerando gli elementi fondanti lo sviluppo del territorio in cui il bene si inserisce. Ciò in collaborazione con il Comune di Cervia, il cui PUG vede già l’inserimento della varesina nell’elenco delle Colonie di interesse storico-testimoniale regolate individuandone gli interventi consentiti agli articoli 3 e 4 (Zone di riqualificazione della costa dell’arenile), 3.22 (Colonie marine) e 8.12.1 (Polo funzionale dell’arenile).

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Ringrazio il sottosegretario per questa dettagliata risposta, che mi lascia insoddisfatta dal punto di vista informativo, ossia che sono in corso lavori di tutela, di manutenzione degli aspetti ambientali, anche se interrotti al 31 marzo per non interferire con la stagione di riproduzione avifaunistica. È positivo anche che il Comune di Cervia abbia inserito questa Colonia nel PUG, tra le Colonie di interesse storico.

Dispiace apprendere che, invece, questo complesso non abbia superato le selezioni disposte da Cassa depositi e prestiti. Resta, però, la soddisfazione nel sapere che la Regione proseguirà gli sforzi, congiuntamente al Comune di Cervia, per garantirne il recupero e che intanto le prime opere di messa in sicurezza sono già state predisposte. Quindi, si tratta di vedere se nel futuro ci saranno aperture ulteriori di percorsi per portare a un completo ripristino.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 6670

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai risultati attesi e alle ricadute ipotizzabili per le imprese emiliano-romagnole e per le nostre Pubbliche Amministrazioni, a seguito dell’introduzione del nuovo codice degli appalti. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interrogazione 6670, in merito ai risultati attesi e alle ricadute ipotizzabili per le imprese emiliano-romagnole per le nostre Pubbliche amministrazioni, a seguito dell’introduzione del nuovo codice degli appalti, a firma della consigliera Castaldini.

Prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente e sottosegretario Baruffi.

Pongo questa domanda alla Giunta nell’ambito dell’Assemblea legislativa, perché temo di essermi distratta, in un certo senso. Non ho visto dichiarazioni da parte del presidente Bonaccini o della Giunta qui presente. Ho letto una dichiarazione dell’europarlamentare Gualmini, dichiarazione che più o meno è questa: non è solo male, vedo anche delle luci. E fa un commento. Però, questo è l’unico commento che per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna ho trovato. Allora, vorrei provare a delineare le linee principali di quelle che io intravedo come positive, poi chiaramente mi interessa il parere del sottosegretario Baruffi.

Ogni volta che un cantiere non parte, un’opera non viene realizzata o un lavoro si ferma, in Italia si lanciano strali contro il Codice degli appalti. A seconda del momento si tira da una parte o dall’altra senza un ordine. Questa mancanza di chiarezza, fatta dalla sovrapposizione di riforme, di pareri e di interpretazioni di organi importanti, ANAC e Corte dei conti, non sempre all’unisono, ha generato incomprensioni e zone d’ombra oggettive, un mix perfetto, insomma, per ritardare e allungare i tempi, soprattutto in vista delle tante polemiche e anche delle ripercussioni che il Codice degli appalti avrà sul PNRR, sull’ultima parte importante del PNRR. Tant’è che il Governo Draghi ha emanato una norma, che non sto qui a ripetere, che delegava l’Esecutivo ad adottare uno o più decreti legislativi relativi alla disciplina dei contratti pubblici.

Il 28 marzo 2023 il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo Codice dei contratti pubblici. È per questo che, di fronte a una notizia così importante, io cerco almeno di evidenziare due capisaldi fondamentali. Primo, il principio di risultato, inteso come l’interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo, nel rispetto dei princìpi di legalità, trasparenza e concorrenza. Poi, il principio della fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.

Tra le varie novità che ritengo fondamentali anche per la nostra Regione e per i vari Comuni che ci troviamo a sostenere ritorna la possibilità di bandire appalti integrati, dopo un periodo in cui erano vietati, e ciò permetterà di attribuire con una stessa gara il progetto e l’esecuzione dei lavori. Viene introdotta la previsione del dissenso qualificato, che io ritengo fondamentale, ovvero le amministrazioni avranno una cornice più limitata per bloccare un’opera e soprattutto sono chiamate a proporre soluzioni alternative. È introdotto un meccanismo dinamico dei prezzi di appalti legati ad indici ISTAT, in quanto ci sarà l’obbligo nel bando di inserire delle clausole di revisione dei prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5 per cento, con un riconoscimento in favore dell’impresa dell’80 per cento del maggior costo. Poi, per la rideterminazione delle variazioni dei costi dei prezzi si utilizzano gli indici ISTAT, tra cui i prezzi al consumo e la produzione, e sarà attivata una sola piattaforma digitale con tutte le documentazioni delle imprese.

Io credo che sia giusto in quest’aula parlare di questo nuovo Codice. Sono passi in avanti molto importanti e porteranno risultati e benefici sia alle nostre imprese sia alle pubbliche amministrazioni.

Per questo chiedo a lei un’analisi di questa importante semplificazione e le ricadute ipotizzabili. Grazie, sottosegretario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Il nuovo Codice dei contratti pubblici, decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, ha un approccio piuttosto differente rispetto ai precedenti. Come evidenziato dall’interrogante, enuncia diversi principi generali, tra i quali il principio del risultato e quello della fiducia. Il primo, all’articolo 1, deve intendersi quale interesse pubblico primario che le stazioni appaltanti devono perseguire nell’esercizio delle loro attività, affidando il contratto e vigilando sulla sua esecuzione con la massima tempestività, oltre che, naturalmente, determinando il miglior rapporto tra qualità e prezzo. Con il principio della fiducia, fissato invece all’articolo 2, nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici si prova a intervenire sull’approccio, che potremmo definire burocratico, alle procedure di gara e sulle responsabilità che ne derivano per il responsabile unico del procedimento. In particolare, al fine di superare la cosiddetta paura della firma, si introduce l’esclusione della responsabilità per colpa grave laddove il funzionario si sia riferito, per le sue scelte, a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti.

È prevista la gestione interamente digitale degli appalti, come ricordato dalla consigliera, per semplificare la gestione del ciclo di vita dei contratti, introducendo, ad esempio, il principio dell’unicità dell’invio e l’adozione di metodi e strumenti di gestione informativa digitale, per esempio la piattaforma BIM per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti per importo a base di gara superiore a un milione di euro.

Questi io credo che possano essere ravvisati come elementi positivi introdotti nel testo nuovo. Perplessità anche forti suscitano, invece, altri elementi introdotti, tra questi la possibilità concessa alle stazioni appaltanti di attivare procedure di negoziato o affidamenti diretti con la liberalizzazione degli appalti sotto soglia fino a 5,3 milioni di euro, con l’obbligo di rispettare il solo principio della rotazione. Per gli appalti fino a 500.000 euro, inoltre, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate, così come infine la possibilità sotto i 150.000 euro di scegliere l’impresa senza consultare il mercato. Quanto poi in materia di subappalto, la principale novità è rappresentata dal venir meno della preclusione del cosiddetto “subappalto a cascata”, che è prevista invece dall’attuale Codice.

Saranno così le stazioni appaltanti ad indicare nei documenti di gara eventuali limitazioni al subappalto a cascata che devono essere specifiche e motivate, scelta che senz’altro preoccupa, in quanto rischia di ridurre i controlli in tema di sicurezza e legalità nei cantieri, essendo accompagnata dall’affidamento della certificazione di sicurezza ai consulenti del lavoro, con una corrispondente riduzione del ruolo dell’Ispettorato del lavoro stesso.

Se il nuovo Codice dunque introduce semplificazioni, di cui certo potranno beneficiare anche le imprese, oltre che il sistema e la possibilità di realizzazione nei tempi e nei modi che ho indicato, ulteriori innovazioni con cui il Governo ha inteso accelerare gli affidamenti e liberalizzare i subappalti rischiano perfino di danneggiare, in alcuni casi, le imprese. Penso in particolare alle piccole e medie.

La possibilità di scegliere un’impresa senza consultare il mercato, ad esempio, non solo mette a rischio la qualità stessa delle opere, ma riduce la leale e sana concorrenza tra le imprese, introducendo ulteriori rischi in materia di legalità, dumping contrattuale e dunque un pregiudizio sulla qualità dell’occupazione e tutela della salute e sicurezza del lavoro, in un settore come quello dell’edilizia, in cui il rischio di infortuni, in particolare di infortuni mortali, continua ad essere decisamente più elevato.

Faccio riferimento a quanto discusso anche in quest’aula in materia di sicurezza del lavoro. Sapete che abbiamo individuato due focus specifici, uno è questo, l’altro è quello dell’agricoltura.

Semplificazione e rapidità sono valori importanti, molto importanti, ma, come ribadito anche da ANAC, non possono andare a discapito di princìpi altrettanto importanti come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza. Peraltro (questa è una valutazione tutta politica), in una fase così delicata e straordinaria, dovuta anche alla gestione del PNRR, partire con un contenzioso tra le parti sociali sul tema della gestione degli appalti rischia di creare contenziosi e scontri che forse non accelererebbero i tempi percorsi e immaginati e quindi la possibilità di aumentare la capacità di investimento del sistema. Se questa può essere una preoccupazione politica generale, io credo sia auspicabile e forse addirittura necessario che il Governo ripristini un tavolo di concertazione, al fine di trovare, partendo anche dal suo impianto, le giuste mediazioni prima che il testo sia definitivamente varato. Questo è un auspicio. Avete visto qual è il dibattito che si è aperto in generale. Non è la prima volta. Succede in generale quando si tocca questa materia delicata. Se l’obiettivo è quello di mettere in campo una misura abilitante anche la capacità di investimento del sistema, quanto più si riesce a monte a costruire condivisione tanto più si avrà una gestione unitaria e condivisa, anche nel momento in cui le norme nuove dovranno dispiegare i propri effetti.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Castaldini per la replica.

 

CASTALDINI: Grazie.

Volevo proprio mettere luce sulla parte iniziale del suo discorso, cioè far emergere quello che di buono evidentemente c’è, come giustamente e sinceramente lei ha affermato in questa sua risposta.

Al di là delle possibili preoccupazioni, c’è un punto che in un certo senso mi differenzia. In questi anni tutto il personale, soprattutto guardando i funzionari che ho avuto modo di conoscere in questi due anni, sono stati formati, responsabilizzati e ‒ io credo ‒ anche, in un certo senso, passatemi il termine, rafforzati ad utilizzare strumenti fondamentali, come quelli della rotazione, della trasparenza dei controlli. Io ho profondamente fiducia dei funzionari, che hanno la responsabilità di firma, e so benissimo che questo strumento ha moltissime parti con estrema luce. Le parti che, invece, lei, come ha dettagliato, possono avere anche una parte un po’ più oscura, in questo senso per me possono essere tranquillamente sigillate dalla capacità di lavorare dei funzionari della Regione Emilia-Romagna.

Detto questo, non mancherò, appena sarà appieno operativo il nuovo Codice, di chiedere e monitorare i tempi e i risultati attesi. Questo credo sia il punto fondamentale, soprattutto per chi governa la Regione Emilia-Romagna. Dei contenziosi di cui lei parla per il momento non ho contezza. Giustamente, lei forse sì. In un certo senso intende quelli sul PNRR. Spero che ci sia questo dialogo, ma credo che la buona notizia sia avere finalmente un Codice degli appalti e soprattutto uno strumento così agile per affrontare i lavori importanti futuri, dove la Regione Emilia-Romagna sarà evidentemente molto coinvolta, vista anche la capacità che ha avuto nel richiedere sia Fondi europei che PNRR.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 6671

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riproposizione del progetto Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva per l’anno scolastico 2023/24. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, oggetto 6671, in merito alla riproposizione del progetto “Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva” per l’anno scolastico 2023-2024, interrogazione a firma della consigliera Bondavalli, che ha la parola per l’illustrazione.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Porto all’attenzione dell’aula e della Giunta il tema dell’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, la cui valorizzazione sicuramente costituisce una questione che è dibattuta da tanto, tanto tempo, da sempre possiamo dire. In questo segmento di scuola dell’obbligo, pur trattandosi di una materia specifica, la sua conduzione è assegnata ad uno dei docenti di classe, che quasi sempre è privo, ovviamente, di una formazione specifica e, al contempo, è impegnato ad occuparsi di un ambito didattico articolato in altre e diverse materie.

Soltanto da quest’anno scolastico il MIUR ha previsto per via ordinamentale l’assegnazione di un insegnante di educazione motoria alle classi quinte della scuola primaria, da destinare anche alle classi quarte nell’anno scolastico 2023-2024. Ciò premesso, per l’anno scolastico 2022-2023 la Regione Emilia-Romagna, riconoscendo dunque – è bene ricordarlo e ribadirlo – a pieno titolo l’importanza dell’educazione motoria e la necessità di determinare le condizioni per assicurare il suo insegnamento con le migliori competenze possibili, ha appositamente realizzato un accordo con Sport e Salute, società dello Stato che promuove lo sport e i corretti stili di vita, e Ufficio scolastico regionale, finalizzato alla realizzazione del progetto “Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva”.

È una proposta educativa importante, in virtù della quale a tutte le classi di scuola primaria della nostra regione, dalla prima alla quarta, che ne abbiano fatto richiesta, nella logica ovviamente dell’autonomia scolastica, è stata assicurata un’ora alla settimana di una persona laureata in scienze motorie per programmare e condurre le attività di educazione motoria, in compresenza con un docente di classe. La Regione Emilia-Romagna ha concorso alla realizzazione del progetto in questione con un finanziamento significativo, 1,3 milioni di euro, grazie a risorse provenienti dal Fondo sociale europeo Plus, sostenendo così l’arricchimento dell’offerta formativa degli istituti comprensivi.

“Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva” ha fatto registrare un’ottima adesione e soprattutto un forte interesse da parte del mondo della scuola, e mi auguro che nella risposta a questa mia interrogazione possano essere forniti anche alcuni dati da questo punto di vista. Ecco, soddisfatti di ciò che ha rappresentato per molti istituti scolastici questa opportunità, gli stessi istituti scolastici e i docenti dei territori hanno cominciato a chiedere informazioni in merito all’eventuale prosecuzione dell’iniziativa per il prossimo anno scolastico, dunque per l’anno scolastico 2023-2024, anche per definire in tempi adeguati e in modo compiuto la propria proposta educativa. Ecco perché ho deciso di presentare questa interrogazione alla Giunta, nella quale di fatto chiedo se ha intenzione di riproporre, in collaborazione con Sport e Salute e con l’Ufficio scolastico regionale, il progetto “Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva” per il prossimo anno scolastico, relativamente alle classi dalla prima alla terza della scuola primaria, dato che la quarta classe potrà avvalersi di docenti specialisti provvisti di idoneo titolo di studio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al sottosegretario Baruffi per la risposta.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente. “Scuola Attiva Kids per l’Emilia-Romagna Inclusiva” è un progetto promosso dalla Regione in accordo con Sport e Salute, società in house del Ministero dell’economia e delle finanze, con l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, come ampiamente illustrato dalla consigliera interrogante.

Il progetto, ricordo, attivo da quest’anno scolastico, mette a disposizione delle classi dalla prima alla quarta della scuola primaria un tutor sportivo scolastico, formato all’insegnamento dell’educazione fisica e dell’avviamento allo sport ai bambini della scuola primaria, con laurea in scienze motorie o diploma di educazione fisica rilasciato dall’ISEF, per un’ora alla settimana in affiancamento al docente titolare. L’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria è attualmente previsto, infatti, in via ordinamentale nelle sole classi quinte.

Regione Emilia-Romagna ha sostenuto il progetto con risorse pari a 1,3 milioni di euro finanziati dal Fondo sociale europeo, l’FSE Plus, in compartecipazione finanziaria con Sport e Salute Spa. Per questo primo anno di sperimentazione, considerando anche i tempi a disposizione delle autonomie scolastiche per valutare la partecipazione al nuovo progetto, come accennato dalla consigliera si aderiva su base volontaria da parte delle autonomie scolastiche, i risultati sono decisamente positivi. 2.455 classi hanno aderito, 1.140 tra prime e seconde e 1.315 tra terze e quarte, suddivise su circa 370 plessi e distribuite su tutto il territorio regionale, un riscontro che è considerato ottimo non solo da noi, ma anche dall’Ufficio scolastico regionale e da Sport e salute, le cui valutazioni elaborate in corso d’opera testimoniano un grande coinvolgimento da parte delle scuole. Il progetto in corso si concluderà, peraltro, il prossimo 5 maggio, con una grande festa finale a Bologna, a cui parteciperanno classi provenienti da tutta la regione.

Visti i risultati incoraggianti, sui quali sarà possibile poi tornare più compiutamente per un bilancio analitico e attento, per quanto riguarda la Giunta regionale non vi sono dubbi. Ci sono tutte le condizioni per dare continuità al progetto anche per il prossimo anno scolastico 2023-2024, a copertura, in questo caso, delle esigenze educative delle classi dalla prima alla terza, perché, come ricordato dalla consigliera Bondavalli, dal prossimo anno il MIUR coprirà in via ordinamentale anche le classi quarte, e ciò costituisce a nostro avviso senz’altro un altro passo avanti anche rispetto all’innovazione e sperimentazione che qui si è prodotta con l’obiettivo di generalizzare questo tipo di educazione, di formazione, di avviamento per tutte le bambine e tutti i bambini del nostro Paese, non solo dell’Emilia-Romagna.

Per le valutazioni e l’intendimento della Giunta regionale, il progetto potrà dunque proseguire, ovviamente previo accordo (questo è indispensabile) anche il prossimo anno con Sport e salute e con l’Ufficio scolastico regionale, con i quali sarà necessario condividere questa intenzione, a partire proprio dagli esiti della sperimentazione ancora in corso.

Siamo fiduciosi e anche contenti del risultato prodotto, i riscontri che abbiamo avuto in via informale dall’Ufficio scolastico regionale e da Sport e salute sono positivi, auspichiamo che ci sia la prosecuzione, perché mi pare che la direzione sia quella giusta e i riscontri da parte delle autonomie scolastiche siano positivi, con più tempo è possibile che questa pratica si generalizzi anche rimanendo nell’adesione volontaria, com’è giusto che sia da parte delle autonomie scolastiche, finché non entrerà nell’ordinamento del nostro Paese.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Bondavalli per la replica.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario per la risposta. Mi dichiaro naturalmente soddisfatta per il lavoro che è stato fatto per questa iniziativa, di cui Regione Emilia-Romagna si è fatta, da un certo punto di vista, capofila e che apre anche alla possibilità, per il prossimo anno, di vederla di nuovo attuata.

Grazie per i dati che sono stati forniti, che testimoniano il valore di questa iniziativa, la richiesta e anche l’esigenza da parte degli istituti scolastici. Abbiamo sentito dal Sottosegretario che 2.455 classi hanno aderito, mi auguro che per la riproposizione per il prossimo anno scolastico, previa ovviamente verifica finale, come si diceva, il confronto con Sport e salute e l’Ufficio scolastico regionale, mi auguro che per il prossimo anno scolastico possa essere appunto una proposta educativa accolta da altri istituti.

Ovviamente serve, da questo punto di vista, che tutti gli istituti vengano messi a conoscenza di questa opportunità che dà Regione Emilia-Romagna, che contribuisce in questo modo alla diffusione e al potenziamento dell’attività motoria e sportiva quale componente essenziale dei percorsi educativi e formativi dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 6673

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle dichiarazioni rilasciate da un docente dell’Università degli studi di Parma sulla non originalità dei prodotti e dei piatti della cucina italiana e, in particolare, del Parmigiano Reggiano. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, oggetto 6673, in merito alle dichiarazioni rilasciate da un docente dell’Università degli studi di Parma sulla non originalità dei prodotti e dei piatti della cucina italiana e, in particolare, del Parmigiano Reggiano. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rainieri e Occhi.

La parola al consigliere Rainieri per l’illustrazione.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Sottosegretario, mi dispiace che al suo fianco oggi non ci siano l’assessore Mammi e l’assessore Salomoni, perché questa è un’interrogazione che riguarda tutto il mondo produttivo agricolo e anche della cultura e della sapienza dell’Emilia-Romagna. Mi rivolgo anche all’assessore Felicori, come assessore alla cultura, perché quello di cui stiamo parlando non è un mero prodotto alimentare, ma è un qualcosa che va oltre la semplice alimentazione.

Come tutti sapete, qualche giorno fa... Posso definirla “professore” una persona del genere o è offensivo nei confronti dei professori? Comunque, questa persona, che lavora per l’Università di Parma, che si definisce uno storico, ha definito i prodotti italiani di massima qualità, quale il Parmigiano Reggiano, facendo addirittura un’intervista su un giornale molto importante come il Financial Times, ha definito ‒ dicevo ‒ il Parmigiano Reggiano come un falso, perché secondo lui sarebbe prodotto in Wisconsin.

Premesso che io non ho fatto l’università, ma questo credo lo si trovi su qualsiasi sito internet, il Parmigiano Reggiano risale al 1200. Qui possiamo discutere se nasce a Parma o a Reggio. Io continuo a sostenere che è nato a Parma, tra l’altro vicino casa mia, dai monaci benedettini di Fontevivo. Qualcun altro dice che è nato a Reggio. Ma questa è una discussione molto più seria rispetto alla discussione che questa persona ha voluto inscenare solo per avere un po’ di pubblicità.

Dicevo, come rilevato anche dalla Coldiretti, dal Consorzio del Parmigiano, da alcuni membri del Governo, il Parmigiano Reggiano nasce nel 1200 circa. Gli Stati Uniti d’America, se non ricordo male, sono stati scoperti da un tale Cristoforo Colombo nel 1492. Quindi, dire che nasce dopo 300 anni, quasi, in un’altra località mi sembra abbastanza azzardato. Se non fosse solo che questa persona – l’abbiamo visto tutti in questi giorni – sta facendo la ciliegina in giro per i programmi popolari delle varie tivù raccontando la sua versione. Quello di cui io sono preoccupato è che gli agricoltori, i produttori casari e i responsabili della cultura culinaria italiana ci hanno messo secoli per crearsi una credibilità in giro per il mondo, nonché le quote di mercato che stiamo, con molta fatica, guadagnandoci nel mondo grazie alla qualità dei nostri prodotti possano essere sminuite da una persona in cerca solo di un po’ di notorietà. Non credo che il suo libro abbia venduto talmente tante copie da poter essere famoso, sennò uno non direbbe queste robe. Credo che debba essere condannato in modo molto pesante da questa Assemblea e da questa Giunta.

Sottosegretario, quindi, mi rivolgo a lei per sapere se la Regione intenda dare una versione rispetto alle parole di questo personaggio e se non voglia condannare fermamente quello che è un lavoro fatto dai cittadini, non solo italiani, ma in questo caso stiamo parlando dell’Emilia-Romagna, che questa persona sta infangando, coinvolgendo tutto questo settore. Per cui, chiedo al sottosegretario, alla Giunta, al presidente e agli assessori competenti ancora di più una presa forte di posizione. Mi auguro che gli assessori competenti anche all’Università di Parma facciano giungere una nota di demerito nei confronti di questa persona.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al sottosegretario Baruffi per la risposta.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Faccio una premessa, consigliere. Io non credo che il compito delle Istituzioni sia scrivere la storia. Lo dico con laicità. Lo affidiamo agli storici, certamente, laddove gli elementi portati abbiano considerazioni riscontrabili e di ragionevolezza. Io credo che l’anacronismo che lei ha sottolineato vada apprezzato a prescindere dal livello di specializzazione che qualsiasi docente possa portare nel dibattito della discussione. Facevo notare a un collega che era piuttosto difficile trovare in Texas opere risalenti al Medioevo, per la stessa considerazione che lei ha svolto.

Ciò detto, credo anche che le istituzioni debbano muoversi attraverso atti ed elementi che codifichino sul piano normativo cose e poi realizzino cose sul piano politico degli investimenti e delle politiche che si mettono in campo. Il professore in questione ha espresso un’opinione, che, sulla base di una ricostruzione personale, prova a ridimensionare l’autenticità o la primogenitura di alcune tradizioni alimentari regionali e nazionali ma, con evidenza e con buona pace di tutti, la determinazione della denominazione di origine e di indicazioni geografiche tipiche qui, ai fini della nostra discussione, non sono demandate alle opinioni o alle ricerche per quanto autorevoli o meno autorevoli, ma sono appunto codificate in modo tassativo dal diritto, da un lato, e dai disciplinari dall’altro. Questo è ciò che rileva.

In particolare l’Unione europea nel 1996 ha riconosciuto come pienamente conforme la documentazione prodotta dal Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano e dallo Stato italiano, tanto da registrare già da allora il nostro prodotto come DOP, rendendo attuative le disposizioni del relativo disciplinare di produzione. Aggiungo, ed è elemento altrettanto importante, la qualità, la reputazione, così come il valore economico e sociale della DOP Parmigiano Reggiano sono tali da non temere, credo, ricostruzioni storiche alternative. Oggi l’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per valore di DOP e IGP del cibo, con una produzione complessiva di 3,2 miliardi. Sono i dati Qualivita 2022. Le prime tre province per valore della produzione sono Parma, Reggio e Modena, un risultato non casuale se riferito all’areale più vasto della zona della produzione del Parmigiano Reggiano, che quindi dà un contributo, da questo punto di vista, straordinario, che vale nel complesso 1,6 miliardi di euro. È in forza di tutto ciò che il Parmigiano Reggiano DOP è obiettivamente il formaggio più blasonato al mondo e il più esportato.

Anche al fine di contrastare eventuali effetti generati da dichiarazioni mediatiche, come quella che è stata menzionata o altre iniziative che abbiamo visto nel corso del tempo, credo che il dovere della Regione sia continuare a promuovere il Parmigiano Reggiano DOP quale re dei formaggi, sostenere il reddito e gli investimenti delle aziende agricole che lo producono e, più in generale, valorizzare sui mercati nazionali europei ed extra europei le nostre DOP e IGP, insieme a una straordinaria filiera ricca di competenze, storie, tradizioni, identità, che garantisce migliaia di posti di lavoro.

D’altro canto, se oggi l’assessore all’agricoltura non è qui con me, è perché in un appuntamento straordinario come Eataly, che si svolge nella città di Verona, qui vicino, noi ancora una volta abbiamo deciso di affiancare i nostri prodotti di qualità, e questa volta, guarda caso, proprio il Parmigiano Reggiano ha un posto d’onore per le eccellenze che rappresentano il nostro territorio in tutto il mondo e che rendono desiderabili i nostri prodotti in tutto il mondo, proprio a partire dal Parmigiano Reggiano.

Ringrazio il consigliere naturalmente per questa iniziativa, perché ha permesso alla Giunta di esprimere il proprio punto di vista e ribadire, non solo sul piano della tutela ma anche sul piano della valorizzazione, qual è l’orientamento e la ferma determinazione con cui ci muoveremo anche con le scelte di programmazione dei prossimi anni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Rainieri per la replica.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Sottosegretario, io la ringrazio per le sue parole. Come ha detto lei, però, gli storici la storia la devono raccontare, non distorcere, perché altrimenti i nostri figli, i nostri studenti non capiscono più qual è la realtà e qual è una realtà virtuale, che qualcuno si può inventare, come in questo caso.

La mia non voleva essere una polemica sul fatto che non ci fosse l’assessore Mammi o l’assessore Salomoni, era tutt’altro, volevo ricordare alla Giunta che questi due assessorati sono quelli più interessati dalle parole di questa persona per quello che ci siamo detti,.

Mi auguro e spero che ci sia una presa di posizione della Regione, consapevole dei dati che lei ha appena fornito, e appunto per questo credo che la Regione debba difendere, al di là di quello che hanno fatto il Consorzio del Parmigiano giustamente e le associazioni di categoria, credo che anche la Regione... forse, come dice lei, non è suo compito, ma in questo caso lo dovrebbe essere per salvaguardare non solo i cittadini di questa Regione, ma quei prodotti che lei ha appena citato e che, per colpa di qualcuno, rischiano di vanificare lavori di migliaia di anni, e soprattutto negli ultimi, quelli più difficili, perché le comunicazioni, si sa, possono essere pilotate, come in questo caso drammaticamente, ma non fanno bene a tutto quello che è la storia, la tipicità e la qualità di questo tipo di prodotto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Abbiamo concluso la trattazione delle interrogazioni di attualità a risposta immediata.

 

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: “Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”. A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffadà, Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni  (64)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 6087: progetto di legge di iniziativa dei consiglieri recante: “Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”. Il progetto di legge è a firma dei consiglieri Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffadà, Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 27 marzo 2023.

Il progetto di legge è composto da 32 articoli.

La relatrice della Commissione, consigliera Maletti Francesca, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Pelloni Simone, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Su tale oggetto c’è un aggiornamento. Insistono diciannove proposte di emendamento: sei a firma del consigliere Pelloni; quattro a firma dei consiglieri Pelloni e Catellani; tre a firma della consigliera Castaldini; uno a firma Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti e Amico; uno a firma Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Rontini, Bondavalli, Zamboni, Maletti e Amico; uno a firma Bondavalli, Maletti, Amico, Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Molinari, Rontini, Zamboni; due a firma Pillati, Costi, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico; uno a firma Pillati, Costi, Molinari, Rontini, Bondavalli, Zamboni, Maletti e Amico.

Su questo oggetto sono stati presentati due ordini del giorno: il 6087/1, a firma della consigliera Piccinini, e il 6087/2, a firma della consigliera Castaldini.

Riassumo il procedimento di discussione. Abbiamo la relazione della relatrice della Commissione, Maletti; poi la relazione del relatore di minoranza, Pelloni; discussione generale; replica della relatrice di maggioranza; replica del relatore di minoranza; eventuale replica della Giunta. Tutto con venti minuti a testa. Poi proseguiremo l’esame dell’articolato, e via via.

Apriamo la trattazione dell’oggetto con la relazione della relatrice della Commissione, Maletti Francesca, che ha venti minuti a sua disposizione.

 

MALETTI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Prima di procedere con l’illustrazione, mi preme innanzitutto ringraziare il consigliere Federico Amico, primo firmatario, con cui ho collaborato per la stesura del progetto di legge. Ci lavoriamo da quasi due anni. Siamo partiti dall’esigenza di modificare la normativa regionale dopo il cambiamento normativo definito dal decreto legislativo n. 117/2017. Poi, incontro dopo incontro, abbiamo ampliato i contenuti per rispondere alle esigenze riscontrate.

In questo periodo abbiamo svolto centoventi incontri, più una ventina a livello informale, di cui sessantuno con il terzo settore, con le loro rappresentanze, i forum, i CSV, gli ETS e altri portatori di interesse, sedici con ANCI e con l’avvocato Gallo, trentadue con il Legislativo dell’aula e della Giunta, con i dirigenti degli Assessorati regionali e anche con gli assessori, undici presentazioni sui singoli territori, uno per provincia, più Imola e Cesena, proprio per valorizzare i territori e le specificità territoriali. Per cui, è un progetto di legge che è partito dal basso, cercando di valorizzare le problematicità, da un lato, e rispondere alle problematicità, dall’altro valorizzare le cose positive dei singoli territori.

Un ringraziamento sincero va all’intera Giunta regionale, soprattutto all’assessore Taruffi, ma anche al sottosegretario Baruffi, ai dirigenti degli Assessorati, soprattutto alla dottoressa Monica Raciti, ma anche ai legislativi di Giunta e Assemblea, soprattutto il dottor Cavatorti e il dottor Ricciardelli, e i loro collaboratori, ma anche all’avvocato Gallo di ANCI per il supporto fornito nei lavori preparatori del progetto di legge. Grazie a tutti i rappresentanti degli Enti locali e agli enti di terzo settore e ai sindacati, che hanno arricchito questo percorso e che hanno portato le loro fatiche e anche la grande ricchezza delle loro attività. Un grazie di cuore anche alle collaboratrici, che in questo lungo periodo ci hanno supportato in questo percorso. Un doveroso ringraziamento va alla Presidenza della Commissione IV, la presidente Soncini, e anche alla dottoressa Di Girolamo, per il prezioso supporto svolto nell’iter in Commissione. Infine, un ringraziamento va al consigliere Pelloni in qualità di relatore di minoranza, con il quale abbiamo avuto un confronto costruttivo per questo progetto di legge, e anche a tutti i consiglieri regionali che hanno condiviso questo percorso, ma anche a coloro che interverranno oggi in aula portando il loro punto di vista.

C’è bisogno di una nuova legge regionale sul terzo settore? Ritengo di sì, per diversi motivi. In questi anni è cambiato profondamente il contesto della nostra società. Abbiamo un quadro legislativo mutato, il decreto legislativo n. 117, ma anche il decreto ministeriale n. 72, che stanno producendo i loro effetti sui nostri territori, ma che hanno bisogno di avere un livello regionale che permetta di concretizzare nei territori quanto contenuto da questi due decreti. Abbiamo bisogno di rivedere e facilitare i rapporti tra le amministrazioni pubbliche e i soggetti del terzo settore.

Infine, vogliamo ribadire l’importanza che nei nostri territori hanno gli enti del terzo settore, perché anche grazie a loro la qualità di vita dei cittadini, emiliano-romagnoli è buona e migliore rispetto ad altre Regioni.

Questo non dobbiamo darlo per scontato, e dobbiamo tenerlo in considerazione. Questo intervento legislativo si è inserito in un contesto macroeconomico molto complesso. La pandemia ha lasciato gravi conseguenze, fisiche, psicologiche, economiche, e dobbiamo rinsaldare il nostro spirito di comunità. A ciò si aggiunge il peso della guerra, che sembra non avere una soluzione nel breve termine.

Ciò ha portato effetti negativi sui percorsi di crescita, avviati nel periodo post-pandemico, e tutto ciò ha messo sotto pressione anche l’intero sistema nazionale di welfare, inteso non solo come erogazione di servizi e contributi, ma anche e soprattutto come essere comunità, come rispondere insieme ai bisogni dei cittadini.

Possiamo affrontare e superare questo contesto solo se ci sarà un forte patto sociale tra la parte pubblica e il terzo settore, perché solo se ci sarà una parte pubblica forte ci potrà essere anche un terzo settore forte, e viceversa.

Terzo settore che già prima della riforma nazionale, costituiva un’infrastruttura essenziale per la coesione sociale del Paese e che ora sembra destinato ad acquisire ancora una maggiore centralità. Tuttavia, c’è un paradosso dato dal fatto che il riconoscimento pubblico del terzo settore non corrisponde sempre al peso effettivo che ha nella nostra società, in particolare in periodi di emergenza. Spesso si avverte una sottovalutazione del ruolo e delle potenzialità innovative del terzo settore, nonostante il suo impegno costante.

Il progetto di legge che proponiamo si è reso necessario per dare attuazione complessiva da parte della nostra Regione alla riforma del terzo settore realizzata a livello nazionale, con la quale si è provveduto al riordino e alla revisione complessiva della disciplina vigente in materia, definendo per la prima volta il perimetro del cosiddetto terzo settore, e in maniera omogenea e organica, gli enti che ne fanno parte. Tale riforma rappresenta, infatti, una innovazione di notevole importanza nella storia della governance del Paese, poiché ha influenzato e influenzerà nel futuro notevolmente lo sviluppo delle politiche pubbliche, in particolare per ciò che attiene al tema dei rapporti tra Pubblica amministrazione e terzo settore.

Non ci possiamo, però, nascondere che finora gli effetti di questo decreto legislativo n. 117, a cinque anni dalla sua promulgazione, sono stati soprattutto degli appesantimenti burocratici per gli enti del terzo settore, già in difficoltà per gli effetti della pandemia e dell’incremento delle spese energetiche. In questi ultimi anni gli enti di terzo settore hanno dovuto scegliere se iscriversi al RUNTS, il Registro unico nazionale del terzo settore, e quali ricadute questa scelta avrebbe comportato, se prendere la personalità giuridica, modificare i propri Statuti e bilanci in base alle norme. Tutto questo ha comportato ore e ore di confronto democratico, richieste di aiuto a professionisti, molte volte a pagamento. Tutto questo ha tolto energie e tempo alla condivisione con la parte pubblica, soprattutto con i Municipi, per ridefinire insieme le nuove comunità, le nuove reti territoriali dopo la pandemia, dopo le chiusure, dopo la paura e, a volte, anche dopo la morte, che hanno prodotto degli strappi.

Con questo progetto di legge vogliamo aiutare a creare le condizioni perché questi confronti si concretizzino e siano sempre più efficaci. Questo progetto di legge dà attuazione ‒ come già detto ‒ alle norme nazionali in materia, non possiamo andare al di fuori delle norme nazionali su un tema di gerarchia delle norme, determinando a livello regionale una legislazione organica del terzo settore.

Le norme del progetto di legge ampliano le possibilità per il terzo settore e tengono in considerazione la diversità dei gruppi sociali presenti (associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, enti di terzo settore, cooperative, fondazioni), tenendo conto della complessità della società, in modo tale da valorizzare ogni forma di attivismo civico, sia individuale che organizzato, valorizzando le singole specificità di ogni organismo.

Infatti, con questo progetto di legge ci poniamo l’obiettivo di ribadire l’importanza degli enti del terzo settore, come sancito dallo Statuto della nostra Regione, che recita: “L’Emilia-Romagna favorisce, riconosce e valorizza le formazioni sociali attraverso cui si esprimono e si sviluppano la dignità della persona e la coscienza democratica, civile e sociale dei cittadini impegnati per il bene comune, con obiettivi prioritari, come la salute, la piena occupazione e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, la disponibilità abitativa, la mobilità, l’istruzione e la cultura”. Senza di loro la qualità di vita dei cittadini emiliano-romagnoli sarebbe inferiore. Lo ribadisco di nuovo.

Semplificare dentro un perimetro definito, come ho detto, del decreto legislativo n. 117, ribadendo princìpi sanciti da norme già esistenti, armonizzazione legislativa e amministrativa, unico invio di informazioni alla pubblica amministrazione per soggetti iscritti al RUNTS, uniformità regionale su urbanistica, comodato di beni immobili. Ecco, rivedere il sistema di rappresentanza e relazioni degli enti del terzo settore e tra enti di terzo settore pubblica amministrazione. Così abbiamo rivisto la composizione del Consiglio regionale del terzo settore, dell’Osservatorio regionale del terzo settore, con una propria specificità, ma anche sul tema dell’amministrazione condivisa, della rappresentanza territoriale su base provinciale, uno dei temi sui quali ci siamo confrontati a tutti i livelli e rispetto al livello territoriale, Comune, distretto, Provincia.

Il livello intermedio: abbiamo individuato come il livello provinciale quello più idoneo rispetto a un tema di confronto e di rappresentanza sia da parte degli enti del terzo settore che delle amministrazioni.

Amministrazione condivisa, coprogrammazione e coprogettazione e formazione congiunta tra dirigenti della pubblica amministrazione e anche dirigenti di enti del terzo settore. Abbiamo bisogno di ritrovare un linguaggio comune, proprio perché queste norme siano efficaci sui territori.

Rappresentanza e sostegno, che vuol dire un ruolo di centri di servizi del terzo settore per essere di aiuto alle associazioni, soprattutto quelle più piccole, quelle che non fanno parte delle reti associative. Nel contempo, anche il ruolo delle reti associative. Ma anche come erogare contributi, con quale modalità, e anche al fondo di innovazione sociale. Questo vuol dire richiedere una maggiore fatica sia da parte degli Enti locali che da parte degli enti del terzo settore, per insieme programmare, partendo dall’analisi dei bisogni, per dare risposte ai cittadini.

Ma anche chiediamo una valutazione d’impatto sui territori, cioè che cosa producono nei singoli territori queste azioni, questi contributi pubblici, perché dobbiamo anche vedere le cose che funzionano per poterle proporre anche ad altri territori vicini.

Questo progetto di legge ha una visione di sistema ambiziosa, che si realizzerà con l’approvazione delle linee guida da parte della Giunta regionale, e dal percorso formativo congiunto tra rappresentanti degli enti locali e delle aziende pubbliche da un lato, e i rappresentanti degli enti del terzo settore dall’altro, per individuare, come ho detto prima, linguaggi comuni e operatività territoriali per realizzare modalità di coprogrammazione e coprogettazione, per realizzare insieme un contesto in cui tutte le parti coinvolte possono collaborare per raggiungere obiettivi comuni.

Sarà necessario un grande sforzo di collaborazione da parte di tutte le parti coinvolte per rendere questa visione di sistema una realtà. Ma solo realizzando questa strada riusciremo a creare due percorsi, due modalità operative: una per i soggetti iscritti alla RUNTS, l’altra per i tanti soggetti che hanno deciso di non iscriversi, per poter continuare ad essere soggetti del territorio che collaborando con le pubbliche amministrazioni contribuiscono a creare la rete di opportunità e di benessere alle donne e agli uomini di questa Regione.

Com’è stato detto, questo progetto di legge si articola in 32 articoli: 32 articoli che vogliono realizzare e dare la possibilità di realizzare nei territori quelle relazioni, quel buon parlarsi, quel buon dare risposte congiunte tra la parte pubblica e il terzo settore, ripeto, in un periodo che non è facile, in un periodo dove il Covid ha creato tante volte degli strappi, e che però questa unione di intenti, di obiettivi, ma anche di realizzarli congiuntamente, può far diventare queste reti che sono strappate anche dei tessuti: dei tessuti con delle maglie molto più vicine, dove le persone non possono rimanere indietro, non possono cadere, soprattutto quelle in difficoltà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al relatore di minoranza, consigliere Pelloni.

 

PELLONI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Il percorso è stato sicuramente stimolante, poter intervenire su una proposta legislativa che ha un impatto importante, anche attesa. Abbiamo visto, anche nell’audizione che è stata fatta in Commissione, che l’esigenza di questo mondo era qualcosa di atteso, soprattutto alla luce della normativa nazionale, che ancora oggi… I decreti attuativi che sono arrivati un po’ alla volta hanno portato questo mondo a confrontarsi con norme in arrivo, che stanno arrivando. Come ha detto bene la relatrice di maggioranza, in qualche modo ha distolto l’attenzione delle risorse, delle energie, delle risorse economiche. Tutto quello che era nelle nostre competenze, potestà per poter alleggerire, migliorare, semplificare era doveroso farlo.

Come è stato ricordato, il margine che la Regione, per competenza legislativa, ha è marginale su questo campo. Però credo che almeno una direzione sia stata presa. Non tutto dal punto di vista politico, lo dico in premessa, è stato condiviso, nel senso che ci sono legittimamente delle visioni diverse dal punto di vista politico, quella politica in ottica di risoluzione dei problemi, quindi una “Politica” con la “P” maiuscola. Qualcosa, magari, come tecnica proprio di come scrivere una legge, eccetera. La finalità, magari, può essere la stessa, però la strada per arrivarci può essere diversa.

Mi spiego meglio. Innanzitutto devo ringraziare il relatore, il primo firmatario per il confronto proficuo, franco, schietto. Anche, magari, nella diversità di vedute, un confronto pieno c’è stato. È chiaro che noi siamo arrivati ‒ come relatore di minoranza ‒ in corso. Come è stato ricordato, è un percorso che primo firmatario e relatrice di maggioranza hanno iniziato da tempo. Quindi, una fase di confronto non ufficiale, ma è stato ampio. Noi abbiamo avuto il nostro confronto in Commissione e, ovviamente, un confronto informale da quando abbiamo ricevuto il testo, da quando è stato incardinato nell’iter di approvazione e promulgazione di questa legge. Però, come dicevo, ci è stata data ampia disponibilità per quanto riguarda un confronto politico e – non scontato – un confronto tecnico, tecnico con vari uffici, quello Legislativo, la dottoressa Raciti, con il dottor Santangelo, con gli assessori, soprattutto la scorsa settimana con l’assessore Lori e in Commissione con l’assessore Taruffi. Insomma, è stato un momento di confronto tra parti di questa Assemblea, anche nella loro parte tecnica, esecutiva e assembleare. Su qualche cosa si sono trovati degli accorgimenti, dei miglioramenti rispetto al testo iniziale, già approvato in Commissione. Probabilmente ci saranno altre convergenze su alcuni articoli, su alcuni commi e sugli ordini del giorno allegati. Però, vorrei elencare quelle che sono le cose positive che con questa legge riusciremo probabilmente a ottenere e qualcosa che forse non riusciremo a raggiungere, un po’ per incompetenza in quanto non possiamo come Assemblea legislativa legiferare in questo senso, qualcosa perché ovviamente ci sono scelte politiche a nostro avviso divergenti.

Il primo intento che si voleva raggiungere è cercare di aiutare associazioni che vogliono passare a enti di terzo settore, quindi tutto il percorso di formazione, di sostegno, di aiuto e di promozione. Credo che questo sia l’asse portante. Quindi, anche la coprogettazione è l’asse portante di questa legge, obiettivo che speriamo di cogliere. Del resto, poi lo vedremo all’atto pratico, perché come tutte le leggi lo si vedrà in corso d’opera se riusciremo a raggiungere questo obiettivo. Comunque, credo che ci siano tutte le premesse per riuscire a raggiungere questo obiettivo politico, quello appunto di un sostegno e un aiuto anche di un chiarimento perché, come si diceva prima e come ha detto la collega, i vari interventi normativi a vari livelli hanno comportato uno studio, che è ancora in corso. Anche gli stessi professionisti che sono stati chiamati da enti e associazioni a dargli pareri, magari un ente come la Regione può aiutare ad avere un’interpretazione maggiormente unanime di determinate norme, decreti e quant’altro.

Quindi, questo credo che sia il primo obiettivo. Il secondo è quello di una rappresentanza formalizzata, quindi della formalizzazione di una rappresentanza, che magari adesso è “positivizzato”, quindi scritto in legge. Magari qua c’è la prima nota di visione diversa: insiste un emendamento nostro che sulla rappresentanza sì, è vero che nella legge si è tenuto conto e si è cercato di dare spazio a tutti coloro che non passeranno a enti del terzo settore, di favorire al massimo la pluralità. Noi, un po’ per come è scritto il testo nazionale, un po’ per com’è scritto questo progetto di legge, temiamo che questa pluralità un po’ si rischia di perderla. Già oggi c’è stato a mio avviso, passatemi il termine, un imbuto, già sono solo un terzo nell’audizione che è stata fatta in Commissione. Ad oggi ci risulta che su 27.000 potenziali enti di terzo settore solo 8.000 si siano iscritti al RUNTS, quindi, già per strada perdiamo 19.000 enti.

Stringendo ulteriormente, il tema della rappresentanza. Rischiamo che con gli stessi soldi delle leggi precedenti che andremo ad abrogare con questa legge avremo meno risorse, o meglio, che avremo le stesse risorse ma per meno enti, perché ovviamente si sono privilegiate le associazioni e gli enti più rappresentativi, quindi, chi verrà escluso è come se premiassimo il primo classificato, e secondo, il terzo, e il quarto, nulla. Questa è la percezione, ma anche questo lo vedremo all’atto pratico.

Avevamo fatto qualche proposta, effettivamente, di correttivo, perché dire… Visto che non è una competizione, ma è anche una volontà di maggior confronto tra le istituzioni e questi enti, non solo del primo classificato, ma anche del secondo, del terzo e del quarto si dovrebbe tenere ben conto; o tutti coloro che per Statuto, per volontà, per scelta non si organizzano, magari sono situazioni rilevantissime, importantissime, com’è stato detto, perché soprattutto in tema sociosanitario o sanitario ci sono enti di volontariato che sono stati fondamentali per la tenuta sociale, per la tenuta sanitaria, per la tenuta del benessere che abbiamo nella nostra regione, nel nostro Paese. Potremmo rischiare di perdere queste voci autorevoli.

Secondo tema. Un obiettivo che non potevamo centrare, quello di una maggiore semplificazione. Dall’introduzione del decreto legislativo nazionale, la percezione reale... Non è una percezione. La realtà è stata che abbiamo appesantito tanto dal punto di vista burocratico. I benefici sono stati meno dell’appesantimento dal punto di vista burocratico.

È chiaro che ci deve essere un controllo. È chiaro che bisogna in tutti i modi evitare che ci sia qualcuno che ci possa speculare o che utilizzi queste forme associative per lucrare o altro. Però, effettivamente, l’appesantimento è stato veramente importante. Con questo testo di legge poco potevamo fare. Però nella discussione c’è stato questo rilievo e dobbiamo farlo in questa sede.

L’auspicio che il Parlamento possa, dopo cinque-sei anni di promulgazione di questa legge, all’atto pratico, vedere che c’è stato un appesantimento burocratico enorme, con maggiori costi, che poi si traducono in minori servizi... Il tema è questo. Se distogliamo delle risorse, di tempo o di denaro, da questi Enti per adempiere ai passaggi burocratici che le norme prevedono, è chiaro che togliamo risorse ad altro, a servizi per la collettività.

Terzo tema ‒ la Regione qua poteva fare, ma dobbiamo rilevarlo ‒ è il tema economico. Come dicevo prima, questa legge di fatto attinge da capitoli di legge già finanziati, quindi non aggiunge ad oggi un euro per questo settore. Voi mi insegnate, o almeno, di solito, che quando si applica una riforma o c’è una trasformazione, per arrivare a quegli obiettivi, che magari a regime possono portare sicuramente dei benefici, inizialmente andrebbero maggiormente finanziate, anche solo per aiutare e coadiuvare questo passaggio. Quindi, la dicitura all’articolo 30 “vedremo se la Giunta valuterà interventi economici”, come dissi da subito, è troppo poco stringente da parte dell’Assemblea. Dovremmo, come Assemblea, fare un cronoprogramma più preciso. D’altronde, se non applichiamo, come dissi in Commissione, se non mettiamo delle scadenze e non mettiamo degli importi, probabilmente in questa legislatura si rischierà di non vedere risorse significative. Ma perché risorse significative? Perché c’è un passaggio e quando c’è un passaggio, come dicevo prima, bene il sostegno dal punto di vista della formazione, però va finanziato. Non per essere venali, ma questi passaggi vanno finanziati. E vanno finanziati anche alla luce dei maggiori costi che ci sono stati per tutti, a maggior ragione per enti che hanno fatto la differenza durante la pandemia, potranno fare la differenza in questo momento particolare non dico di crisi economica, ma di speculazione dei prezzi e di inflazione. Quindi, credo che oggi vi sia un bisogno anche economico e, quindi, una semplificazione burocratica e dal punto di vista economico.

Dal punto di vista economico la leva che ha la Regione, come è stato detto in Commissione, è sicuramente il tema dell’IRAP, di un’agevolazione IRAP per il personale di questi enti, ma è un tema dell’IRAP ricorrente anche quando parliamo di azienda pubblica, di ASP eccetera. Insomma, questi servizi che sono fondamentali devono per forza avere un privilegio tributario per poter riuscire a erogare maggiori servizi.

La seconda leva è questa: pensiamo a tutti i mezzi per il trasporto sociale che pagano il bollo auto. E su questo anche questa leva la Regione la poteva attivare. Lo può ancora fare, ecco. Probabilmente oggi non lo farà, ma sarà uno di quegli impegni che dobbiamo dare come Assemblea alla Giunta, magari entro la fine di questa legislatura.

Vado verso la chiusura, anche se avrei ancora un po’ di tempo, ma adesso ci sarà anche la discussione, quindi siamo ancora in una fase finale di ascolto e, quindi, non siamo già alle dichiarazioni di voto. Concludo dicendo che questo mondo bene, l’ascolto, e credo che sia stato fatto; oggi, proprio perché gli emiliano-romagnoli sono persone molto concrete e pragmatiche, anche molti membri della maggioranza lo sono, e forse anche alla Giunta viene riconosciuta questa pragmaticità, oggi abbiamo assolutamente bisogno non solo di ringraziamenti, com’è stato detto da alcuni che sono intervenuti in audizioni, ma di atti concreti.

Un atto concreto è quello di questa legge, certamente. Ma l’atto concreto che sottintendo è quello di un aiuto concreto, economico, percepito, che oggi forse manca a sostegno di questa legge. Tanto è vero che questa legge non ha un impatto economico, e non avendo un impatto economico, sì c’è ascolto, sì c’è riconoscimento, e questo è un atto assolutamente più che doveroso, anzi, dovuto, o doveroso. Altrettanto è dovuto e doveroso, a nostro avviso, è anche un riconoscimento economico che sarebbe quella pacca sulla spalla che forse questi enti aspettano e che ad oggi, magari non avranno e non hanno.

Grazie per l’attenzione, grazie presidente.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ricordo che è aperta la discussione generale. Al momento, però, non vedo nessun iscritto.

Chiedo se consiglieri o consigliere sono interessate a prendere la parola in discussione generale. Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Intanto un ringraziamento al prezioso lavoro fatto tanto dall’assessore Taruffi quanto dalla relatrice Maletti su un progetto di legge che evidentemente rappresenta un percorso perfettamente nelle corde della tradizione e della storia amministrativa di questo ente. Tanto più che la Regione Emilia-Romagna, nel corso degli anni, si è caratterizzata proprio per questa grande sensibilità verso i temi legati a quella definizione ampia che si dà di terzo settore. Quindi, una legislazione organica che riprenda anche la riscrittura del 2017 evidentemente era non soltanto un gesto dovuto, quanto un gesto in continuità con le migliori esperienze del nostro terzo settore regionale.

Questo lo dico perché occorre, a un certo punto, saper mettere a fuoco anche quello che è accaduto in Emilia-Romagna nel corso degli anni. I numeri, che anche la collega Maletti ha voluto riprendere rispetto a questo provvedimento, ci raccontano di un esercito di volontari, 500.000 volontari, che rappresentano la nostra migliore presenza nel distretto sociosanitario del nostro territorio. Vero è, infatti, che il modo attraverso il quale siamo riusciti ad arrivare alla legislazione in tema di solidarietà, nella nostra Regione, è figlio evidentemente anche di una vocazione alla solidarietà.

Non è di seconda importanza il fatto che l’articolato normativo che discutiamo questa mattina e che, evidentemente, verrà approvato ‒ immagino ‒ nel pomeriggio offre una possibilità di riflessione su a cosa serve l’integrazione sociosanitaria. In questo momento è un’integrazione quasi da ultima spiaggia. Viviamo momenti difficili, complessi. È stato ricordato l’effetto della pandemia sulle relazioni interpersonali, sulle relazioni sociali, i costi del nostro sistema sociosanitario e gli effetti che questo stesso produce nella vita quotidiana di tutti i cittadini.

Allora, è evidente che un settore con 500.000 volontari, con più di 27.000 organizzazioni no profit rappresenta il cuore pulsante di un’Emilia-Romagna che ha bisogno di una rappresentanza. E allora la tecnica legislativa evidentemente utilizzata tanto dal legislatore nazionale quanto da quello regionale non si inserisce soltanto in un vecchio dibattito, ormai lontano più di vent’anni, rispetto alle capacità integrative del sistema sociosanitario che la modifica del Titolo V ci ha consegnato, ma rappresenta, in realtà, l’obiettivo amministrativo che ci stiamo dando, cioè chi siamo e quello che vogliamo fare per assistere le persone che maggiormente soffrono i temi legati alle disuguaglianze sociali, i temi legati alla complessità, evidentemente, della società in cui viviamo.

Non è di secondaria importanza, infatti, l’impegno a un modello di condivisione di visione di sistema, in cui si tengono insieme le iniziative legate all’ambiente con le iniziative legate al welfare, che rappresentano, a mio giudizio, veramente la pietra angolare di un nuovo progressismo. Il terzo settore rappresenta effettivamente un sistema di regole che ci permette di fare una grande lotta alle disuguaglianze. È evidente che meno Stato c’è, meno Stato sociale c’è, più bisogno di terzo settore noi avvertiamo. E in questo evidentemente la scelta legislativa che mettiamo in campo è contraria ad una cultura liberale. Noi mettiamo in campo una scelta che tiene insieme una grande vocazione alla partecipazione, ma un’assunzione di responsabilità dal basso, tant’è che creiamo una cabina di regia in cui c’è una coprogettazione. Quindi, sostanzialmente è una forma di condivisione di visione che permette, sulla base di un fondo sociale di innovazione, la possibilità di tenere insieme le peculiarità. Ed è in questa chiave che ho pensato di dover interpretare anche l’intervento di oggi. Ho pensato che la cultura del volontariato, quella che appartiene appunto al dono, è una cultura che evidentemente segna un tratto progressista, segna un’innovazione aperta alla qualificazione stessa della spesa.

D’altro canto, non desta nessuna paura a chi agisce quotidianamente nel sistema sociosanitario di questa Regione il meccanismo della trasparenza, che pure la legislazione e le norme prevedono. Semmai, il tema vero è comprendere quale sia il ruolo delle promozioni ecosostenibili stabili. Questo sì. È in questa chiave, penso, che il meccanismo di sussidiarietà orizzontale che viene normato e previsto può fungere non soltanto da apripista rispetto alle discussioni con le Amministrazioni locali, ma può fungere, in verità, anche da strumento di promozione reale dei nuovi sistemi di welfare.

In buona sostanza, nel momento in cui viene messo in discussione un modello di welfare da una cultura sempre più spinta verso l’individualismo, la risposta che questa cornice legislativa ci offre è una risposta più tonda che spigolosa. E noi abbiamo bisogno di rotondità per tenere insieme, evidentemente, i bisogni delle persone che sono più in difficoltà.

Questo Osservatorio regionale sul terzo settore, che permette un’amministrazione condivisa, è un grande gesto di responsabilità che carichiamo sulle nostre stesse spalle, non solo perché stabiliamo di avere una rappresentanza anche come consiglieri con la Commissione competente, ma perché in definitiva decidiamo di darci, all’interno di clausole valutative, dei nuovi step del nostro intervento e del nostro impegno politico-amministrativo.

Allora la voglio dire così. Se nella normativa viene fatto un elenco delle finalità, delle quali piace ricordare evidentemente gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, quello sull’innovazione sociale nella forma dell’innovazione amministrativa, quello della cultura della parità e del contrasto alle forme di discriminazione; o ancora, quello della cooperazione internazionale.

Ebbene, allora evidentemente il solco nel quale costruiamo il nostro terzo settore è anche un solco di mandato politico oltre che amministrativo, perché decidiamo, in buona sostanza, di dire che il nostro impegno sceglie di stare dalla parte di chi in questo momento paga maggiormente le disuguaglianze economiche che questa crisi ci consegna, in vera controtendenza anche con un dibattito nazionale che invece è un po’ più asfittico, un po’ più greve.

Allora, la legislazione, oggi, ci dà la possibilità di discutere di inclusione sociale e di aiuto alle persone disabili, ma non come se fossero la rubrica di quelli che sono i settori del terzo settore, ma in realtà come missione politico-amministrativa.

E allora, mi piace cogliere questa occasione, in questo breve intervento che volevo consegnare alla discussione odierna, per ricordare a me stesso e ai consiglieri con i quali condividiamo questo percorso, che la legislazione andrà sicuramente accompagnata con le linee-guida che la Giunta, l’assessore Taruffi e chi insieme all’assessore Taruffi se ne occuperà, che la coprogettazione è anche una corresponsabilità della realizzazione degli obiettivi. Quindi, discuteremo insieme di come garantire nei nostri territori, nelle nostre amministrazioni, un sistema di regole che non escluda, ma che includa, e saremo tenuti anche a fare degli investimenti economici, in perfetta controtendenza con quello che è il dibattito nazionale sul sistema, legati alla sanità e alle forme di integrazione alla sanità.

Si tratta sostanzialmente, con questo provvedimento, di alzare l’asticella non soltanto delle nostre aspettative, ma anche del nostro impegno politico-programmatico, e sono convinto che questo primo processo, in cui si collabora per descrivere quale impegno prendiamo per evitare nuove discriminazioni al tempo delle discriminazioni, sia forse la vera cultura della solidarietà di cui avevamo bisogno. È questo il motivo per il quale mi ritengo molto soddisfatto.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri che vogliono intervenire in discussione generale?

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Io chiedo, dato che abbiamo venti minuti a disposizione, se è possibile rimandare a dopo la pausa. Vorrei fare un intervento un po’ compiuto.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se non ci sono opinioni diverse o consiglieri che vogliono intervenire per un tempo consentito dall’interruzione dei lavori, se nessuno chiede di intervenire né fa obiezioni, ci riaggiorniamo...

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Se altri devono intervenire per venti minuti, andiamo tutti quanti al pomeriggio. Giusto?

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se nessuno pensa di intervenire...

 

CATELLANI: Mettiamo che io voglia intervenire. Non lo so se sto nei quindici o se sto nei venti. Quindi, vado anch’io, eventualmente, al pomeriggio.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Esatto. Sto rispondendo. Se nessuno se la sente di intervenire nell’arco non superiore ai dieci minuti, rimandiamo alla ripresa dei lavori.

Non vedo richieste in tal senso. Quindi, ci riaggiorniamo dopo la trattazione delle interpellanze.

La seduta è conclusa.

 

La seduta ha termine alle ore 12,49

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario, Davide BARUFFI;

gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Paola SALOMONI e i consiglieri Marco FABBRI, Daniele MARCHETTI, Emma PETITTI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Comunicazioni prescritte dall’art.68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

6666 -  Progetto di Legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla Legge Regionale 2 luglio 2019, n.9 "DISPOSIZIONI A FAVORE DELL'INCLUSIONE SOCIALE DELLE PERSONE SORDE, SORDOCIECHE E CON DISABILITÀ UDITIVA"". A firma della Consigliera: Stragliati

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6648 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda farsi parte attiva per garantire la sottoscrizione di convenzioni tra comuni, al fine di limitare al minimo l'arrivo di rifiuti al mare, garantendo al contempo pulizia e decoro costante dei nostri fiumi. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

6649 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli interventi da porre in essere per sostenere e valorizzare i comuni dell'Appennino forlivese-cesenate esclusi dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). A firma del Consigliere: Bulbi

 

6652 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a guasti e a ritardi segnalati nella manutenzione degli ascensori di tre ospedali della provincia di Modena. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6653 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riqualificazione dell'ex Colonia Marina Varese, sita nel Comune di Cervia (RA), in località Milano Marittima, e alla tutela ambientale del sito riconosciuto di interesse comunitario. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6654 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per far fronte alle criticità derivanti dalla chiusura dei punti nascita nel territorio della Bassa Modenese. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6655 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa eventuali depotenziamenti, chiusure o trasferimenti di reparti negli ospedali regionali, con particolare riguardo alla situazione del Ferrarese. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6657 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità strutturali che interessano il plesso scolastico Albertazzi-Pizzigotti di Castel San Pietro Terme (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6661 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla realizzazione di un nuovo passante ferroviario da Pianoro a Porretta. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6662 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per chiedere alla Giunta se ritenga che il Sistema Sanitario Regionale debba erogare gli stessi servizi anche a chi, spesso per mancanza di medici, si trova sprovvisto di un Medico di Medicina Generale. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6663 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai rischi e contraddizioni insiti nel complesso programma di interventi sul patrimonio museale e culturale di Forlì, decisi dall'amministrazione comunale. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6664 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla situazione del trasporto di materie prime per l'industria ceramica dal porto di Ravenna al Distretto ceramico di Sassuolo. A firma del Consigliere: Sabattini

 

6665 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al riconoscimento della filiazione dei bambini e delle bambine di coppie omogenitoriali. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6667 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui provvedimenti disciplinari intrapresi dalle aziende Ausl della regione tra il 2021 e il 2023. A firma del Consigliere: Amico

 

6668 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di risolvere le gravi criticità della S.P. 4 – Bidentina, con particolare riferimento ai centri abitati e alla località Nespoli di Civitella di Romagna. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

6669 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'eventuale scorrimento delle graduatorie attualmente vigenti per l'assunzione a tempo indeterminato di OSS nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6670 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai risultati attesi e alle ricadute ipotizzabili per le imprese emiliano-romagnole e per le nostre Pubbliche Amministrazioni, a seguito dell'introduzione del nuovo codice degli appalti.A firma della Consigliera: Castaldini

 

6671 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riproposizione del progetto Scuola Attiva Kids per l'Emilia-Romagna Inclusiva per l'anno scolastico 2023/24. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

6672 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a un incarico esterno di progettazione della cassa di espansione del torrente Baganza (PR). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6673 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle dichiarazioni rilasciate da un docente dell'Università degli studi di Parma sulla non originalità dei prodotti e dei piatti della cucina italiana e, in particolare, del Parmigiano Reggiano. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

RISOLUZIONI

 

6650 -  Risoluzione relativa alla realizzazione della variante "Ravegnana bis", al fine di creare un collegamento più compatibile, in termini di sostenibilità economica e ambientale, tra le città di Ravenna e Forlì. (29 03 23) A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6651 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere ogni azione volta a valutare la possibilità di dotare l'Assemblea Legislativa del servizio di interpretariato LIS e di sottotitolazione simultanea per lo svolgimento dei lavori nel corso delle sedute assembleari. (30 03 23) A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri

 

6656 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere sia con incentivi che con semplificazioni normative, la produzione, da parte di aziende del territorio regionale, di biocarburanti a basso impatto di CO2 e in generale di bioliquidi. (30 03 23) A firma dei Consiglieri: Occhi, Facci, Pelloni, Pompignoli, Delmonte

 

6658 -  Risoluzione per esprimere forte preoccupazione per il conflitto in Ucraina, in particolare per l'annunciato impiego di proiettili all'uranio impoverito, e per impegnare la Giunta a trasmettere la risoluzione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato e al Governo italiano. (30 03 23) A firma della Consigliera: Zamboni

 

6659 -  Risoluzione per impegnare la Giunta affinché sia la Regione Emilia-Romagna ad assumere il ruolo di soggetto propositore della nuova figura professionale di "Capo Mugnaio – Responsabile di Produzione molitoria", al fine di generare ed inserire la nuova qualifica nel Sistema Regionale delle Qualifiche (SRQ), compiendo a tal fine tutte le attività prodromiche necessarie. (30 03 23) A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Delmonte, Catellani, Rancan, Facci, Pelloni, Bergamini, Montevecchi, Occhi, Rainieri, Stragliati, Marchetti Daniele, Bargi

 

6660 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un'interlocuzione con il Governo per mettere ordine e normare il settore del gioco d'azzardo in Italia, superando l'attuale gestione straordinaria, in deroga e proroga, delle concessioni in essere. (30 03 23) A firma del Consigliere: Amico

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

6202 -  Interrogazione a risposta scritta sulla gestione della Chiusa di Casalecchio, con particolare riguardo al funzionamento delle catene pulenti e di filtraggio del canale anche in caso di secca. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6242 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per garantire continuità alla guida del Programma SLA, Atassia, Amiloidosi e Miastenia, attivo presso l'IRCCS, Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6287 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle disposizioni relative al rateo di risalita e alle altre condizioni previste in fase di decollo e di atterraggio degli aerei nell'aeroporto Marconi di Bologna. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Piccinini, Mumolo

 

6302 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare al fine di assicurare la prosecuzione del Programma SLA Atassia Amiloidosi Miastenia, gestito dall'IRCCS delle Neuroscienze di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6303 -  Interrogazione a risposta scritta circa le funzioni svolte dalla Città Metropolitana di Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci, Rancan

 

6325 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ad un allevamento avicolo intensivo ubicato nel comune di Maiolo (RN). A firma della Consigliera: Gibertoni

6375 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere la valutazione della Giunta sul "congedo mestruale" e sul suo riconoscimento giuridico e per sapere se intenda coinvolgere l'Ufficio scolastico regionale al fine di estendere la misura del congedo mensile analogamente a quanto deciso dal Liceo Artistico "Nervi-Severini" di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Mori, Gerace, Mumolo, Marchetti Francesca, Caliandro, Rossi, Costi, Pillati, Bulbi, Sabattini

 

6448 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'apertura del doppio senso di marcia del primo lotto del nodo di Rastignano – Variante della SP65 a seguito della risoluzione approvata in Commissione III - Territorio, Ambiente, Mobilità. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6449 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di garantire la salute e il benessere degli esemplari di Pavone indiano (Pavo cristatus), presenti nell'abitato di Punta Marina Terme (RA), che saranno affidati a strutture di allevamento. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6450 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta regionale sia a conoscenza dei disagi causati, a disabili e cittadini a scarsa capacità motoria, dal malfunzionamento degli ascensori della stazione ferroviaria di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6463 -  Interrogazione a risposta scritta circa lo stato di manutenzione e fruizione della stazione di Borgo Val di Taro (PR) con particolare riferimento all'accesso per disabili. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6465 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a finanziamenti per le strutture del Commiato. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6516 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'iter per la costituzione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura dell'Emilia. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi, Stragliati, Catellani, Delmonte, Rancan

 

6517 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'opportunità di promuovere forme di tariffazione unica integrata per tutti i mezzi di trasporto in ambiti territoriali ampi o a livello regionale e forme di bigliettazione elettronica dei titoli di viaggio integrati. A firma del Consigliere: Paruolo

 

6523 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda prorogare ulteriormente la data di presentazione delle istanze per il riconoscimento degli incrementi dei contributi per la ricostruzione post sisma, almeno per le aziende che hanno ultimato i lavori al 31 dicembre 2022. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6535 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di attivare risorse per l'abbattimento dei costi sostenuti per l'accesso al credito (finanziamenti per liquidità e investimenti) dalle micro e piccole imprese per operazioni finanziarie di breve e medio termine. A firma dei Consiglieri: Costi, Rontini, Bulbi, Montalti, Bessi, Sabattini, Mori, Rossi, Costa, Zappaterra, Gerace

 

6536 -  Interrogazione risposta scritta sulla durata media di una visita medica ambulatoriale presso le strutture sanitarie presenti nell'area metropolitana di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

6548 -  Interrogazione a risposta scritta sulla riorganizzazione del Dipartimento Chirurgie Generali da parte dell'Ausl di Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6557 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riorganizzazione del Dipartimento Chirurgie Generali dell'Azienda Sanitaria Locale di Bologna, con avvio entro il primo aprile 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6588 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a una serie di incontri su temi legati al diritto di cittadinanza, tenuti dal sindaco di Bologna nelle scuole secondarie di primo grado. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6598 -  Interrogazione a risposta scritta sul monitoraggio del corpo franoso che ha coinvolto la località Villasassonero nel Comune di Monterenzio (Bo) e sull'eventuale riapertura del tratto della SP 35 "Sassonero". A firma della Consigliera: Marchetti Francesca

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 6 prot. NP/2023/698 del 03/04/2023)

 

 

I PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Rainieri - Zamboni

Montalti

 

 

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