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222

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 LUGLIO 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

Sul ritorno di Patrick Zaki

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7150

Convalida dell'elezione della consigliera Mirella Dalfiume, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 e successive modifiche o integrazioni. (129)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7110

Proposta recante: "Assestamento - Prima variazione generale al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per gli anni 2023-2024-2025". (130)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

COSTA (PD)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 6762

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022". (70)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6762/1/2/3/4/5/6 oggetti 717771787179718071817182 -Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

SABATTINI, relatore della Commissione

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza

PICCININI (M5S)

ZAMBONI (EV)

AMICO (ERCEP)

EVANGELISTI (FdI)

MASTACCHI (RCPER)

MUMOLO (PD)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

CASTALDINI (FI)

SABATTINI (PD)

MARCHETTI Daniele (Lega)

CALVANO, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

SABATTINI (PD)

RAINIERI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,49

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 222 del giorno 25 luglio 2023.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alla seduta pomeridiana del 5 aprile 2023 e alle sedute antimeridiana e pomeridiana dell’11 luglio 2023. Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Bergamini e Bulbi e l’assessora Lori.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

Sul ritorno di Patrick Zaki

 

PRESIDENTE (Petitti): Gentilissimi, carissimi consiglieri e consigliere prima dell’apertura dei lavori dell’odierna seduta dell’Assemblea legislativa, vorrei condividere con voi un momento, un momento di gioia, la fine di un incubo durato più di tre anni. Patrick Zaki è tornato in Italia, è tornato a Bologna da uomo libero.

Dopo il calvario giudiziario che si è concluso con la concessione della grazia da parte del Presidente egiziano, Bologna, tutte le cittadine e tutti i cittadini hanno potuto riabbracciare Patrick, che circondato dall’affetto, ha potuto ricevere dal Rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, e dalla sua relatrice, la professoressa Rita Monticelli, la pergamena di laurea che si è meritatamente guadagnato, che ha conseguito lo scorso 5 luglio, concludendo così anche il suo percorso di studi del master GEMMA sugli studi di genere.

Con il conferimento del titolo di dottore dell’Università di Bologna, Patrick ha dimostrato determinazione e volontà, la volontà di continuare a studiare, nonostante le difficoltà che ha vissuto; un esempio, un esempio di abnegazione per tutti, per tutte le studentesse e anche per tutti gli studenti.

La liberazione di Patrick rappresenta, io credo, una vittoria della democrazia per i diritti umani e quindi non può che riempire di orgoglio tutte e tutti noi, anche per il ruolo che rivestiamo e per il ruolo che hanno rivestito in questi anni le Istituzioni, compresa la nostra Assemblea legislativa, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna che dall’inizio della carcerazione di Patrick, dal febbraio del 2020, ha messo in atto ogni possibile azione di sensibilizzazione per la liberazione di Patrick. Per questo oggi possiamo dire che non abbiamo lottato invano e che questa battaglia è stata vinta.

Come avviene sempre per tutti i più grandi risultati, si è trattato di un impegno civile e istituzionale collettivo.

Unendomi alle stesse parole di Patrick, a nome dell’Assemblea legislativa vorrei ringraziare: il Governo italiano per l’impegno istituzionale e diplomatico profuso; la città di Bologna, nella persona del Sindaco Lepore; l’Ateneo bolognese con il Rettore Molinari e con il precedente Rettore impegnato in questa battaglia, il professor Ubertini; tutte le studentesse e tutti gli studenti che hanno sempre dimostrato vicinanza e affetto per Patrick; Riccardo Noury e Amnesty International, che ha sempre tenuto alta l’attenzione in questi anni su questa delicatissima vicenda; e tutte le istituzioni, anche i Comuni e le istituzioni locali, il mondo dell’associazionismo; tutte le cittadine e cittadini che in modi diversi hanno contribuito alla liberazione di Patrick e quindi all’affermazione, voglio sottolinearlo ancora una volta, dei diritti umani, del riconoscimento dei diritti umani.

Ma non possiamo fermarci qui. Come più volte ci ha ricordato lo stesso Patrick, non possiamo smettere di chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. Sono troppe le ombre e troppi i silenzi sulla morte di questo ragazzo.

Solo attraverso l’impegno di tutte e di tutti, il dialogo, la cooperazione e la diplomazia, possiamo sperare che le persone vivano libere nel nostro mondo.

Grazie a tutti.

Ora riprendiamo. Riprendiamo con il nostro ordine del giorno.

 

OGGETTO 7150

Convalida dell’elezione della consigliera Mirella Dalfiume, ai sensi dell’art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 e successive modifiche o integrazioni. (Delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 45 del 20 07 2023) (129) (Approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Oggetto 7150: convalida dell’elezione della consigliera Mirella Dalfiume, ai sensi dell’articolo 17 della legge 17 febbraio ‘68, la 108, e successive modifiche e integrazioni.

Chiedo se ci sono interventi.

Dichiarazioni di voto?

Mettiamo in votazione la convalida dell’elezione della consigliera Mirella Dalfiume, con votazione palese.

Prima però nominiamo gli scrutatori: consigliere Paruolo, consigliera Mori e consigliera Stragliati.

Mettiamo in votazione la convalida della consigliera Mirella Dalfiume per alzata di mano, con votazione palese.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

OGGETTO 7110

Proposta recante: “Assestamento - Prima variazione generale al bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna per gli anni 2023-2024-2025”. (130)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, adesso, all’oggetto 7110. Assestamento di bilancio dell’Assemblea. Proposta recante “Assestamento ‒ Prima variazione generale al bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna per gli anni 2023-2024-2025”.

La Commissione Bilancio, affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 19 luglio con la seguente votazione: 47 voti a favore, un contrario e nessun astenuto.

Il parere del Collegio dei revisori dei conti è stato un parere favorevole.

A questo punto, apriamo la discussione generale.

Passo la parola al consigliere Costa. Prego.

 

COSTA: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parlo anche a nome del collega Tagliaferri, il collega questore, con il quale abbiamo lavorato congiuntamente in queste settimane per approdare questa mattina in aula e proporre all’Assemblea l’approvazione della manovra di assestamento del bilancio dell’Assemblea.

È una manovra che in gran parte poggia sull’avanzo di amministrazione che abbiamo evidenziato nei mesi scorsi per quasi 2 milioni di euro. Gran parte di questo avanzo di amministrazione del bilancio dell’Assemblea del 2022 si è deciso, concordemente tra tutti i Gruppi politici, dopo la proposta avanzata in Ufficio di Presidenza, di destinarlo a un intervento straordinario ai territori alluvionati della Romagna. È il motivo per cui, sotto l’egida della presidente stessa, tutti i Gruppi politici si confronteranno su un ventaglio di proposte che si stanno raccogliendo dal dipartimento di Protezione civile, proposte di intervento verso le quali destinare la cifra di 1 milione di euro.

La restante parte dell’avanzo di amministrazione 2022, che entra in questa manovra di assestamento, abbiamo dovuto destinarla per far fronte a maggiori spese di gestione, soprattutto per i consumi elettrici e di riscaldamento della Torre, a fronte dell’aumento dei prezzi delle materie registrato nel 2022 e all’inizio del 2023. Sono risorse che noi oggi dobbiamo destinare, ma che speriamo possano, poi, liberarsi con l’avanzo del 2023 e tornare a disposizione dell’Assemblea nel 2024, ma che, per motivi di prudenza, oggi dobbiamo allocare per coprire questi eventuali maggiori costi.

Ma ci ha spinto, questo aumento dei prezzi, ad accelerare sul percorso di efficientamento della Torre, percorso di cui si sta occupando la Giunta attraverso un global service, che vedrà la luce nel 2025, della Comunità energetiche della Fiera, che coinvolgerà pienamente anche tutte le strutture della Regione. Nel frattempo, alcune azioni le possiamo già mettere in campo noi di efficientamento ed è quello che faremo utilizzando parte dei risparmi del bilancio dell’Assemblea del 2022, intervenendo sulla torre che occupa, occupata dagli uffici dell’Assemblea stessa.

Un’altra parte dell’avanzo è destinata, invece, ai lavori di realizzazione della nuova biblioteca dell’Assemblea, che oggi è allocata in spazi in subaffitto non più confacenti alle esigenze del servizio, servizio che è arrivato ad avere 5.000 utenti, soprattutto esterni, e questa è una cosa molto importante, soprattutto popolazione studentesca che utilizza il materiale specifico che è archiviato presso la nostra struttura. Ecco, noi possiamo avviare con i risparmi nel 2022 i lavori per la realizzazione dei nuovi spazi della biblioteca dell’Assemblea e così aumentare la fruizione, che, appunto, è rivolta verso l’esterno.

C’è pure un accantonamento al fondo rischi, che speriamo possa poi tornare come risorse disponibili nel 2024 attraverso l’avanzo di esercizio 2023, che, per motivi prudenziali, però, stante le tante evenienze estemporanee a cui ci siamo trovati a far fronte negli anni abbiamo deciso di allocare in via prudenziale, in questa manovra di assestamento, al fondo accantonamento rischi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Altri in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Su questo bilancio dell’Assemblea, ne abbiamo dibattuto anche in Commissione, è nota la nostra contrarietà. Lo è già da quando è stato approvato il REFIT, nel quale si è scelto, non noi, di aumentare i compensi degli organismi di garanzia, in particolare il CORECOM, e questo bilancio tiene conto anche di questo aumento. La nostra contrarietà, l’ho già detto anche nell’ultima seduta, è per una questione di merito e una questione di metodo, perché è intervenuta a candidature già chiuse, rispetto peraltro a candidati che poi sono stati ritirati, proposti dal presidente Bonaccini, che erano notoriamente invisi al Movimento 5 Stelle.

Ma oltre a questo c’è un fatto anche tecnico, che la persona proposta presentava 21 incompatibilità, più o meno le stesse di cinque anni fa, perché la persona proposta oggi era la stessa di cinque anni fa, che per le stesse identiche motivazioni non ha ricoperto la carica di presidente, proprio perché incompatibile. Di questo me ne dispiaccio, perché la decisione di aumentare i compensi del CORECOM non è stata una decisione condivisa. È stato un emendamento presentato all’ultimo minuto, rispetto a considerazioni evidentemente fatte in altre sedi ‒ come ho già avuto modo di dire ‒ scrivendo peraltro all’interno di questo bilancio, nella nota integrativa che viene messa in votazione insieme al bilancio stesso, un’affermazione che io ritengo non veritiera. Perché le variazioni sono ed erano in esecuzione di un progetto di legge, si scrive, in corso di approvazione.

Com’è noto, queste variazioni non erano contenute nel PdL del REFIT ma sono arrivate successivamente con l’emendamento. Si scrive questo, all’interno della nota integrativa, senza nemmeno citare l’oggetto o il titolo del progetto di legge.

Quindi, quella variazione nel PDL REFIT non era presente e invece qui si scrive che lo era.

Quindi, per questi motivi il Movimento 5 Stelle non voterà questo emendamento. Devo dire che la cosa mi dispiace doppiamente, perché all’interno di questo oggetto è contenuto il milione di euro che andrà appunto alla Protezione civile, quindi alle popolazioni alluvionate.

Non è una responsabilità ovviamente riconducibile al Movimento 5 Stelle, sono state fatte questo tipo di scelte e noi ci siamo trovati oggi a dover fare questo tipo di valutazioni.

Aggiungo però, rispetto sempre a quel milione di euro, perché bisognerà anche capire dove andarli a destinare, su quali progetti, ricordiamoci, al di là di dove li andremo ad allocare o dove andremo a destinare, quali progetti evidentemente vorremmo, se lo vorremmo fare, indicare, ricordiamoci sempre che, come spesso si dice anche nei dibattiti pubblici, non è un dettaglio come rifacciamo le cose. Cioè, si dice spesso non ricostruiamo tutto come prima. Ricordiamoci anche di questo elemento quando andremo, se lo si vorrà fare, a scegliere i progetti che non sono solo una questione di cosa o dove, ma è una questione anche di come andiamo a intervenire sulla ricostruzione.

Lo dico non a caso, perché questo penso sia un elemento di cui tenere in considerazione.

Dopodiché, torno a dire che mi dispiace molto non poterlo votare proprio per questo motivo però, purtroppo, sono state fatte scelte che noi non condividiamo, che sono arrivate all’ultimo minuto e che oggi... Parlo, naturalmente, dell’aumento dei compensi agli organismi di garanzia, CORECOM in particolare, che ‒ lo voglio dire ‒ nel 2022 si è riunito 14 volte in un anno. Forse un ragionamento sull’impegno che mettono gli uffici nel fare l’istruttoria delle pratiche andrebbe fatto. Torno ancora a dire che una riflessione sul fatto che abbiamo equiparato il CORECOM al Collegio dei revisori dei conti... CORECOM che, ribadisco, si è riunito 14 volte in un anno, rispetto ai revisori dei conti. Andarlo a equiparare penso sia una valutazione errata. Fermo restando che il CORECOM ‒ forse qualcuno non ci ha fatto caso, visto che si parlava di equiparare gli stipendi ‒ ha anche degli emolumenti in più per quanto riguarda le spese casa-lavoro, che altri organismi non hanno.

Quando si fanno valutazioni di questo tipo bisognerebbe farle con i tempi giusti, confrontandosi con tutti, perché sono organismi di garanzia che vengono votati con i due terzi dell’aula, con i tempi giusti ‒ dicevo ‒ e soppesando anche le responsabilità che questi organismi hanno, valutando anche chi fa cosa. Per quanto riguarda il CORECOM, gran parte del lavoro credo lo facciano soprattutto gli uffici, a cui andrebbe dato merito del grande lavoro che fanno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

Qualcuno vuole intervenire in dichiarazione di voto?

A questo punto, mettiamo in votazione l’assestamento dell’Assemblea.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La Delibera oggetto 7110 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 6762

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2022”. (Delibera di Giunta n. 601 del 20 04 23)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6762/1/2/3/4/5/6 oggetti 7177 – 7178 – 7179 – 7180 – 7181 – 7182 -Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 6762: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2022”.

Il testo è stato licenziato in Commissione Bilancio nella seduta del 19 luglio.

È un progetto di legge composto da 12 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Sabattini Luca, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Marchetti Daniele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il parere del Collegio regionale dei revisori dei conti è stato dato ed è favorevole. A questo punto, conosciamo il contingentamento del tempo considerato.

A questo punto, prima di passare alla relazione del relatore di maggioranza, consigliere Sabattini, ricordo che su tale oggetto insiste una proposta di ordine del giorno 6762/1 a firma della consigliera Piccinini.

Apriamo la discussione. Passo la parola per la relazione al relatore della Commissione, consigliere Luca Sabattini.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Buongiorno, colleghi.

Il 2022 è un anno che potremo ricordare per la sua complessità, conseguenza di avvenimenti che hanno influenzato negativamente la situazione economica a livello globale e nazionale.

Se da un lato il 2022 è stato l’anno di uscita progressiva dalla pandemia che lasciava presagire la fase di ripresa post pandemica in cui diversi indicatori economici erano tornati positivi e prospettavano una decisa crescita; dall’altro, gli avvenimenti geopolitici legati al conflitto russo-ucraino ci hanno catapultato in uno scenario nazionale e internazionale completamente differente, che ha complicato nuovamente il quadro complessivo.

L’economia mondiale si trova in un periodo particolarmente delicato, caratterizzato dalle incertezze emerse con il conflitto bellico, le cui conseguenze si riflettono sui principali indicatori macroeconomici, a cominciare dal Prodotto interno lordo reale e mondiale, la cui stima di crescita nel 2023 si attesta a 1,3 per cento, a fronte di una crescita del 3,1 nel 2022, di una media, nell’ultimo decennio, che si attestava sul 2,7.

Ancora più preoccupante è il tasso di crescita dei prezzi, che nei Paesi OCSE registrano un aumento di circa sei volte superiore alla media registrata dal 2013 al 2019. Il peso di un’inflazione così elevata incide particolarmente sui costi di produzione delle imprese, sui redditi delle famiglie, sulla capacità di spesa degli enti, oltre a costringere le banche centrali, a politiche monetarie restrittive che incidono pesantemente sul rallentamento della crescita economica. Un 2022 difficile, dicevo, che ha visto un aumento esponenziale dei costi dell’energia, che ha provocato tensione internazionale sul mercato energetico, ha influito sulla dinamica dei prezzi delle materie prime, specie sul petrolio e il gas naturale, provocandone anche una difficoltà di reperimento. Basti pensare che dall’inizio del 2019 a fine novembre 2022 il prezzo del petrolio è cresciuto del 54 per cento e il gas naturale addirittura del 392 per cento.

Problematiche hanno poi condizionato le catene del valore dell’economia mondiale, specie riguardo ad alcuni materiali e componenti fondamentali della produzione, provocando a loro volta un aumento generalizzato dei prezzi. La grande incertezza economica e il considerevole aumento dei prezzi hanno avuto come prima conseguenza un deciso cambio della politica monetaria nelle maggiori banche centrali, al fine di raffreddare l’inflazione, che, come sappiamo, ha effetti davvero devastanti per le fasce di reddito più povere e con un reddito fisso, che non hanno la possibilità di scaricare su nessuno, nemmeno parzialmente, la propria contrazione del potere d’acquisto.

L’aumento del tasso di riferimento rende più onerosi gli investimenti per le imprese e influenza la domanda di beni e servizi da parte dei consumatori, rallentando ovviamente la l’attività economica. A tutto ciò si aggiunge una forte incertezza economica e il conseguente aumento, appunto, dei tassi di interesse pagati sul debito pubblico, un aumento registrato oggi avrà in futuro un impatto sulle emissioni di debito e una maggiore pressione sulle finanze dello Stato e sulla sostenibilità del debito stesso.

In questo quadro complessivo, non certo semplice, ma decisamente ingarbugliato, si è dovuta districare anche un’attività della nostra Regione, come si evince con chiarezza dal rendiconto 2022. Il rendiconto nel ciclo complessivo del bilancio dell’ente è uno strumento fondamentale, che ci permette l’analisi e le riflessioni puntuali sui risultati della gestione di bilancio e consente di individuare in maniera definitiva le concrete disponibilità finanziarie e patrimoniali dell’Ente, sulla base delle quali elaborare poi le decisioni future. Diventa quindi uno strumento essenziale per la valutazione dell’attendibilità del bilancio di previsione e per l’effettivo controllo dell’attuazione di quanto contenuto.

Non c’è dubbio che alcuni elementi il rendiconto ce li restituisce in maniera assolutamente positiva: un’ulteriore riduzione del debito e del debito autorizzato non contratto, ovvero della possibilità che è data alle Regioni di finanziare investimenti con la propria disponibilità di cassa, senza contrarre mutui, quindi risparmiando oneri finanziari, certifica il rispetto anche degli obiettivi di finanza pubblica.

La disponibilità di cassa che troviamo registrata nel rendiconto, è un altro elemento positivo della nostra gestione economica finanziaria, che ci permette di non contrarre mutui. È un indicatore di efficienza sia nella riscossione, e di correttezza anche delle previsioni di spesa, che si riverbera in maniera positiva sugli indicatori riguardanti i tempi di pagamento e sulla capacità di mettere a terra le risorse programmate ad inizio esercizio.

Tra gli elementi di difficoltà, su cui tornerò successivamente in questa relazione, evidenzio il tema del bilancio sanitario 2022 che si è chiuso con un disavanzo di circa 85 milioni, causato dalle forti criticità dovute agli effetti della pandemia e coperto poi dalle risorse regionali derivanti dallo sblocco dell’avanzo vincolato.

Una solidità e una linearità della gestione dei conti pubblici e il mantenimento al tempo stesso degli equilibri strutturali dell’Ente, non banali e non scontati, come certifica l’equilibrio di bilancio di competenza di più 123 milioni e come evidenzia la stessa Corte dei conti nel suo giudizio di parifica.

Dal 2021 le Regioni sono tenute a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica e in particolare al rispetto del pareggio di bilancio previsto dall’articolo 81 della Costituzione, che prevede di fatto il superamento delle regole del Patto di stabilità interno, riconducendo i vincoli di finanza pubblica al fondamentale rispetto dell’equilibrio di bilancio.

Nel 2022 il bilancio della Regione Emilia-Romagna ha rispettato l’obbligo di effettuare maggiori investimenti, un impegno superiore a 88 milioni di euro, e ha rispettato i vincoli della finanza pubblica in quanto, come dicevo, evidenziato dal saldo positivo.

Un dato da sottolineare, lo fa la stessa Corte dei conti, è che la Regione nel 2022 non ha fatto ricorso appunto a nuovo indebitamento, confermando quel trend di calo e di flessione che ci accompagna ormai da diversi anni e ci attesta tra le Regioni con il minor debito pubblico.

Sebbene le numerose manovre straordinarie nazionali adottate nel corso dell’esercizio non aiutino il consolidamento del grado di attendibilità del rendiconto rispetto alle previsioni iniziali ‒ questo lo abbiamo discusso diverse volte in Commissione, come anche il ruolo del rendiconto che ha, nel tempo, soprattutto negli ultimi anni, assunto anche una funzione di tipo diverso ‒ gli indicatori di performance finanziaria delle entrate e delle spese risultano particolarmente elevati, a dimostrazione, ancora una volta, della corretta gestione delle finanze pubbliche regionali.

Il rendiconto 2022 racconta un bilancio che si è dato due obiettivi principali: fronteggiare le conseguenze della pandemia e creare le condizioni per una ripartenza economica della Regione dopo due anni particolarmente problematici.

È un bilancio che, quando è stato composto, vedeva indicatori economici positivi per quanto riguarda la crescita economica, rafforzati anche da una prospettiva di attuazione del PNRR, nonostante il permanere delle criticità legate all’incertezza del quadro pandemico e dell’approvvigionamento delle materie prime.

Un bilancio che, nel corso dell’anno, ha dovuto prendere provvedimenti per far fronte alle conseguenze dell’esplosione dei costi energetici e del progressivo aumentare dell’inflazione. Le scelte politiche del bilancio 2022 sono state tutte orientate a rispondere ad alcuni punti cardine: la migliore programmazione possibile dei Fondi europei del nuovo settennato 2021-2027, coordinata con le risorse straordinarie messe a disposizione dal PNRR; la promozione di politiche di investimenti finalizzate al rilancio post pandemia; il mantenimento della spesa sociale, a partire dalle iniziative messe in campo durante il periodo pandemico per il sostegno alle categorie più fragili; il consolidamento dei livelli dei servizi, dell’attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato. Tutto questo nel rispetto dell’obiettivo contestuale, non scontato, di lasciare invariata la pressione fiscale.

Il rendiconto mette in luce, inoltre, la priorità di spesa che questa maggioranza si è data: il potenziamento degli interventi nel welfare; il mantenimento dei Fondi sulle politiche sociali, che confermano gli interventi introdotti per la riduzione delle rette degli asili nido e per il sostegno al pagamento degli affitti; il complessivo sostegno alla tenuta del sistema sociale e sanitario, anche con la copertura dei disavanzi sanitari, 15 milioni nel 2022 e 85 milioni nel 2023; il completamento della programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 e l’avvio della nuova programmazione 2021-2027; le politiche di incentivazione delle attività economiche penalizzate, appunto, dalla pandemia; gli aumenti dei costi energetici e, più in generale, il sostegno alla competitività del nostro sistema produttivo; la salvaguardia e il potenziamento dei servizi del trasporto pubblico locale, incluso l’avvio delle facilitazioni per gli utenti più giovani; lo sviluppo delle aree montane, delle aree interne disagiate; il miglioramento della viabilità degli enti locali; le politiche di sviluppo per l’impiantistica sportiva e turistica; gli interventi per le politiche culturali e gli eventi sportivi; il miglioramento delle condizioni ambientali e la tutela del territorio.

La sfida più complicata che questa amministrazione regionale deve affrontare, così come la maggior parte delle Regioni italiane, è quella della tenuta del Sistema sanitario regionale. Il Sistema sanitario, che con la pandemia ha avuto l’implementazione con urgenza dei propri mezzi e i propri strumenti, e in una delle Regioni maggiormente colpite, com’è stata la nostra, ha mostrato la grande capacità di adattamento e di riorganizzazione, fondata su un sistema territoriale diffuso di cui abbiamo potuto apprezzare il valore. Ma non è stato così ovunque lo abbiamo sempre rilevato. Ci siamo detti che l’esperienza della pandemia aveva messo in luce, una volta in più, l’importanza della sanità pubblica universale e che su questa sanità pubblica non avremmo mai dovuto retrocedere ma sempre investire e migliorare i servizi.

È stata la pandemia che ci ha costretto a fare una riflessione europea sulla sanità pubblica, come mai avevamo fatto prima, facendo emergere le fragilità preesistenti e portando l’attenzione sulla necessità di rafforzare e migliorare il funzionamento dei Sistemi sanitari regionali.

Per la prima volta l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno sviluppato un approccio comune a vaccini sicuri contro il Covid, un coordinamento delle strategie di test e l’agevolazione delle forniture dei dispositivi di protezione.

Quanto di quel ragionamento sviluppato, poco più di un paio d’anni fa è rimasto oggi nelle politiche del Governo? Perché se da un lato la Corte dei conti rileva un livello strutturale di costi del nostro Sistema sanitario regionale non compatibile con la sostenibilità, poiché l’utilizzo dell’avanzo vincolato deve essere eccezionale, dall’altro sappiamo che c’è da anni un sottofinanziamento altrettanto strutturale della sanità pubblica, e che nemmeno la pandemia ha davvero invertito la rotta. Tant’è.

Benché il fondo sanitario nazionale sia in crescita in valore assoluto nel triennio 22-24, e questa crescita è talmente modesta che ritorna in rapporto al PIL a livello pre-Covid, le cui spese eccezionali sono rimaste in buona parte, tra l’altro, sulle spalle delle Regioni. Dopo le spese per la sanificazione dei dispositivi per la messa in sicurezza, abbiamo avuto l’esplosione dei costi energetici. Oggi, per fortuna, entrambe queste voci di spesa sono in ridimensionamento, ma abbiamo un’inflazione cui le poste di bilancio previste dal Governo non danno alcuna risposta. Se aumento di uno, ma con un’inflazione di otto, sto calando di sette il finanziamento complessivo.

Siamo stati in grado di rispondere alle difficoltà del bilancio sanitario 2022 e lo abbiamo potuto fare poiché avevamo i conti in ordine e in maniera prevalente accantonato somme che hanno contribuito a dare una risposta chiara e precisa al problema. La domanda che ci dobbiamo porre è per quanto tempo saremo in grado di procedere in questo modo, in assenza di finanziamento adeguato al sistema sanitario.

Siamo forti di un bilancio in ordine, ma il problema del sotto-finanziamento della sanità non riguarda certo solo la Regione Emilia-Romagna. Siamo certamente in compagnia di altre quindici Regioni, cosa che ha spinto anche il Ministro della Salute a evidenziare come ci sia un sotto-finanziamento strutturale dai 4 ai 6 miliardi; ma il mal comune mezzo gaudio non è una risposta accettabile per l’Emilia-Romagna, per i suoi cittadini e per la nostra storia; come non può essere una risposta compatibile con la storia dell’Emilia-Romagna e con le nostre politiche la scelta della Regione Lombardia di mettere a pagamento le guardie mediche, una scelta sbagliata, che va anche contro i principi della Costituzione.

È questo un punto che la politica deve decidere se sostenere davvero quel Servizio sanitario nazionale che nacque con l’idea di rispondere ai criteri di uguaglianza, universalità ed equità o se invece ha in mente un modello sanitario diverso, dove si cura meglio chi ha più risorse. Questa Regione ha sviluppato negli anni un modello universalistico che mira a eliminare il più possibile le disuguaglianze, garantendo l’accesso a tutti, a prescindere dal censo, alle migliori cure sanitarie possibili, perché crediamo nel principio espresso dalle parole espresse dal Presidente Mattarella sul finire del 2018, nel suo discorso di fine anno: “il Servizio sanitario nazionale è stato ed è un grande motore di giustizia, un vanto del sistema Italia, che ha consentito di aumentare le aspettative di vita degli italiani ai livelli più alti mondiali. Non mancano i difetti e le disparità da colmare, ma si tratta di un patrimonio da preservare, da potenziare”.

Preservare e potenziare è quello che sta provando a fare questa Regione, che destina l’85 per cento del proprio bilancio regionale alla voce della sanità, ma che lo fa con l’impegno di gestire comunque al meglio le finanze e il proprio bilancio, anche in situazioni eccezionali come quelle che abbiamo vissuto in questi anni. Ce lo riconosce anche la Corte dei conti, quando rammenta la sostanziale solidità dei conti pubblici, gli equilibri di bilancio e la rilevante capacità di realizzare le entrate e le spese programmate nell’esercizio.

Mi avvio alla conclusione sottolineando un ultimo aspetto che emerge con forza in questo rendiconto 2022. Che negli ultimi anni è sempre meno solo un atto tecnico e sempre più un elemento cruciale del ciclo di bilancio. Registrano una buona gestione che certifica una Regione comunque all’avanguardia nel panorama nazionale e spesso anche internazionale, come appunto sottolineato anche dalla Corte, che proprio per l’accuratezza e l’attenzione con cui gestisce il suo bilancio e le sue risorse, non si nasconde dietro un dito ma solleva anche le criticità, seppur con cause principalmente esogene, che però evidenziano elementi preoccupanti che sono e saranno le sfide del futuro.

Ovviamente, vorrei terminare questo intervento con un ringraziamento sentito e non di forma, ovviamente, all’assessore Calvano e a tutta la struttura dell’Assessorato, ai colleghi di maggioranza, al relatore di minoranza e a tutti quelli che hanno voluto partecipare al dibattito che abbiamo fatto in queste settimane nelle Commissioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Passo adesso la parola per la relazione al relatore di minoranza, consigliere Daniele Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Quello sull’esercizio 2022 non è un semplice rendiconto, non solo perché nel corso degli anni comunque quest’atto ha assunto un’importanza sempre maggiore, ma perché ci troviamo di fronte ad una vera e propria resa dei conti.

Questo perché? Perché è chiaro a tutti ormai che al centro della discussione verte il tema della sanità.

Arriviamo infatti a questa discussione dopo un confronto che in realtà va avanti da oltre un anno, per non dire un anno e mezzo, per quanto riguarda la gestione dell’ambito sanitario, del nostro servizio sanitario regionale, che ha causato parecchi problemi a livello economico per quanto riguarda il bilancio in generale della Regione Emilia-Romagna.

Dico che abbiamo sviluppato un dibattito, un confronto approfondito anche perché ne abbiamo avuto dimostrazione anche durante il ciclo di Commissioni che ci hanno portato fin qui oggi, dove sostanzialmente abbiamo ripetuto non solo in ogni sede, quel che abbiamo detto anche nei mesi scorsi, ma anche da inizio 2022. Stiamo parlando, infatti, dell’anno nero per quanto riguarda la situazione economica della Regione Emilia-Romagna. Permettetemi di dire che mai abbiamo visto la nostra Regione così in difficoltà a far quadrare i conti. Il 2022, infatti, ha registrato, ad esempio, per quanto riguarda la sanità, da inizio anno in poi, un buco di oltre 880 milioni di euro per quanto riguarda la nostra sanità. Una vera e propria voragine.

Abbiamo ricondotto questa problematica, ovviamente, all’emergenza sanitaria, alla gestione pandemica. È vero: tutte le Regioni sono andate in difficoltà nel 2022, soprattutto quelle che hanno subìto un impatto maggiore per via del Covid. È altrettanto vero, però, che la nostra Regione ha presentato un disavanzo estremamente sproporzionato rispetto ad altre realtà regionali del nostro Paese con un servizio sanitario più o meno simile al nostro, regioni con un numero di abitanti più o meno simile al nostro e con un impatto Covid più o meno simile al nostro.

Questo viene ricondotto, a sua volta, ad una presenza maggiore della sanità territoriale. Ci avete raccontato questo nel corso di questi ultimi mesi. In parte, guardate, faccio un’apertura anche su questo fronte, è vero. Abbiamo sicuramente una sanità territoriale composta da Case della salute, oggi Case della comunità, maggiori rispetto ad altre Regioni. Sicuramente, dal punto di vista dei costi gestionali dovuti all’aumento dell’energia, ha sicuramente portato a una maggiore spesa, quindi a un maggior peso a livello economico sul nostro bilancio.

Lasciatemi dire, però, che c’è ben altro. Non possiamo limitarci a questi ragionamenti o a tenere in considerazione i massimi sistemi, come ha fatto il collega di maggioranza Sabattini. Abbiamo rivolto a voi, come Giunta, diverse accuse su una vostra malagestione delle risorse pubbliche per quanto riguarda proprio la sanità. Accuse che trovano forza, anche, mi perdonerete se ve lo ripeto per l’ennesima volta, da uscite pubbliche da parte anche di vostri ex dirigenti.

Poi, non voglio star qui ovviamente a ripeterle, perché ce lo siamo detti tantissime volte, è quasi un peccato non poter guardare in faccia i colleghi, perché tutte le volte che l’abbiamo ripetuto in Commissione vedevo gli occhi rivolti verso l’alto e colleghi che sbuffavano. Abbiamo però il dovere morale di non sorvolare su determinate accuse che abbiamo letto, perché quando si legge sulla stampa un’accusa incentrata sulla mala gestione delle risorse pubbliche, accuse rivolte a voi da un vostro stesso dirigente, queste cose fanno pensare.

Non possiamo far finta che nulla sia successo. Avete cercato in tutti i modi nel 2022 di insabbiare questa problematica. Siete riusciti addirittura a ripremiare quella persona che vi ha accusato, ritagliando un ruolo dirigenziale ad hoc per non farla lavorare una sola ora. È questa la buona gestione delle risorse pubbliche dell’Emilia-Romagna?

Certo, è una goccia nel mare, parliamo di poche centinaia di migliaia di euro. Ma sono sicuramente dimostrazione di una mala gestione che c’è, eccome, perché in tempo di bilanci in rosso non si creano posti dirigenziali per non far lavorare quelle persone un solo giorno soltanto perché vi hanno rivolto delle accuse molto, molto pesanti. Non dimentichiamo anche gli esposti che ha presentato, rivolti a voi.

La realtà infatti è quella che ci siamo trovati tutti quanti noi sotto gli occhi, una difficoltà veramente notevole da parte vostra di far tornare i conti, che hanno reso necessarie delle soluzioni straordinarie. Pensiamo ad esempio all’impiego massiccio del payback, che sia farmaceutico o sui dispositivi biomedicali, un centinaio di milioni di euro in più dati a fine anno dal Governo nazionale, ma anche risorse proprie della Regione Emilia-Romagna.

Ricordiamo l’operazione che noi abbiamo ribattezzato all’epoca, PDL “raschia fondo del barile”, quel PDL che ha recuperato 15 milioni di euro togliendo risorse da tutti i capitoli di bilancio.

Ne ricordo alcuni perché stiamo affrontando il rendiconto 2022, quindi è altrettanto importante anche valutare da dove sono state tolte le risorse per far fronte a questa situazione.

Parliamo, ad esempio, del segno meno nelle previsioni di competenza, meno 595.000 euro sullo sviluppo sostenibile e tutela del territorio. Parliamo, ad esempio, del meno 395.000 euro sulla tutela e valorizzazione dei beni culturali. Parliamo, ad esempio, del milione e 151.000 euro tolti alle imprese, allo sviluppo economico, così come i 754.000 euro tolti all’agricoltura.

Sono tutte risorse che finanziavano ambiti altrettanto importanti, ma che, a causa della vostra inefficienza gestionale, che si è riflessa negativamente sui conti economici, abbiamo dovuto togliere queste risorse importanti ad altri ambiti. Ebbene, è chiaro ormai a tutti che, a fronte di questa situazione, una cosa è certa. Voi non avete mai avuto il coraggio di fare la benché minima autocritica, nemmeno minima, nemmeno oggi. Abbiamo sempre sentito parlare di grandi sistemi e di colpe scaricate su Roma. Mai che questa maggioranza abbia detto probabilmente qualcosa dovremo migliorare anche a livello locale.

È ormai una realtà. È chiaro a tutti che il nostro Servizio sanitario regionale ha una macchina organizzativa che costa molto di più rispetto ad altre Regioni. Se vogliamo mantenere i servizi che oggi offriamo, con l’attuale assetto territoriale, un ragionamento è più che doveroso oggi. Non possiamo far finta di nulla, se vogliamo veramente garantire dei buoni servizi ai nostri cittadini, perché, come dicevo prima, non basta più scaricare tutto sul Governo nazionale, un Governo nazionale che oggi state riconoscendo, finalmente, ha aumentato comunque le risorse destinate al Fondo sanitario nazionale.

Oggi ovviamente avete cambiato versione, perché i 2 miliardi di euro ulteriori non sono sufficienti. Fino a poco tempo fa parlavate di un Governo brutto e cattivo, che voleva il male della sanità pubblica. Oggi parlate di un Governo che, sì, ha stanziato 2 miliardi di euro in più, ma non bastano. Evidentemente non vi ricordate i Governi che hanno tagliato realmente sulla sanità: Gentiloni, Renzi, Letta, che tagliarono ben 30 miliardi di euro sulla sanità.

All’epoca tutti zitti. Anzi, all’epoca, per far fronte a quella situazione, si parlava di riorganizzazione. Vi ricordate la logica hub & spoke che avete avviato nel 2015, proprio per far fronte a quei tagli mascherati da riorganizzazione. Altro che Governo attuale di centrodestra che ha aumentato i fondi.

Poi, certo, si può sempre fare meglio, questo nessuno lo nega, però al tempo stesso noi qualche domanda in casa ce la dovremmo fare. A fronte di un Governo che aumenta le risorse, 2 miliardi di euro sul Fondo nazionale per la sanità, noi stiamo facendo tutto il necessario per efficientare il sistema del Servizio Sanitario Regionale? A nostro avviso, assolutamente no, non lo stiamo assolutamente facendo.

Ma guardate, se non vi fidate del sottoscritto, che in qualità di relatore di minoranza oggi sta di fatto ripetendo questa versione che stiamo portando avanti con coerenza dal 2022 ad oggi, da inizio 2022 ad oggi, vi consiglio di leggervi attentamente i giudizi di parifica della Corte dei conti. Perché certamente avete ottenuto l’okay, il via libera per quanto riguarda il rendiconto, però lo sappiamo benissimo tutti che non siamo qui a fare solamente i contabili. Certo, dobbiamo anche controllare l’equilibrio del bilancio della Regione Emilia-Romagna, verificare che i conti tornino alla fine, ma dobbiamo anche valutare che tipologia di servizi riusciamo a garantire con quelle risorse e con la nostra gestione.

Se andiamo a leggere il giudizio di parifica della Corte dei conti, non ci sono solo aspetti positivi, anzi. Se andiamo a leggere con attenzione apprendiamo che, secondo la Corte dei conti, ci sono dei coni d’ombra.

Ancora, se andiamo… Vi dico anche la pagina, pagina 38 del giudizio sintetico che è stato inviato, si dice: si rileva che dai dati del conto economico preconsuntivo 2022, risulta un livello strutturale di costi non compatibile con la sostenibilità anche futura del servizio sanitario regionale, tant’è vero che si è reso necessario, oltre all’assegnazione di risorse regionali aggiuntive non ripetibili, analogamente a quanto avvenuto nel 2021, il ricorso alla misura del tutto eccezionale dello svincolo di quote di avanzo vincolato al fine di assicurare l’equilibrio economico.

Perché abbiamo fatto anche questo, abbiamo ipotecato una fetta del bilancio di previsione 2023 a causa dei disastri che avete combinato nel 2022, quei famosi 84 milioni di euro.

La Corte dei conti continua: “Tali considerazioni non dipendono esclusivamente dalla gestione dell’emergenza, andando così a sbugiardare anche questa vostra versione che ci propinate in continuazione, ma muovono da un’analisi del livello dei costi che non appare coerente con il fabbisogno”. Un’analisi dei costi che non appare coerente con il fabbisogno. Ve lo sottolineo questo passaggio, perché è esattamente quello che stiamo dicendo noi da un anno a questa parte.

E poi si continua dicendo: “Tenuto conto di quanto riferito dalla Regione” perché avete comunque avanzato le vostre osservazioni “questa sezione conferma le perplessità già manifestate nelle relazioni di parifica del rendiconto generale 2021 sulla tenuta dell’equilibrio economico-finanziario del servizio sanitario regionale per gli esercizi futuri, richiamando la necessità di un’urgente riprogrammazione del livello strutturale dei costi, al fine di garantirne la sostenibilità nel tempo, nel rispetto di un’appropriata ed efficace erogazione dei LEA, in coerenza con le risorse disponibili a legislazione vigente”.

Tradotto: è più che mai necessaria, anche per la Corte dei conti, una riforma del nostro servizio sanitario regionale. Per quanto ci riguarda, noi non ci siamo nascosti su questo tema. Se vi ricordate, abbiamo cercato in ogni sede di dibattere su questo tema. Abbiamo presentato anche delle proposte per arrivare a una riforma del servizio sanitario regionale. Presentate, queste proposte, nel 2022, quando suonarono i primi campanelli d’allarme, perché è da inizio 2022 che stavate chiedendo alle aziende sanitarie di ridurre i costi per ridurre questi disavanzi. Proposte che abbiamo discusso recentemente e che si sono viste arrivare delle sonore bocciature da parte vostra.

Oggi vediamo soltanto su vostra proposta alcune riforme parcellizzate, frammentate, fumose, ad esempio sulle emergenze-urgenze, e qualche bozza, che pare quasi segreta, di una riforma complessiva del servizio sanitario regionale. Attenzione, perché questa è l’ultima chiamata. Anche la Corte dei conti vi ha detto che le azioni messe in campo fino ad oggi sono irripetibili. Non potremo andare avanti in questa maniera. Anche perché le problematiche ‒ anche questo è un passaggio che viene ripreso dalla relazione della Corte dei conti ‒ che abbiamo dovuto affrontare nel 2022 si stanno riproponendo, seppur in maniera inferiore, anche nel 2023.

Mi avvio alla conclusione riprendendo alcune parole del presidente Bonaccini, ormai latitante, perché è già da un po’ che non lo vediamo in quest’aula, se non con qualche comparsata sporadica. Il presidente Bonaccini qualche giorno fa ha invocato una manifestazione per difendere la sanità pubblica. Ci domandiamo noi: da chi? Da un Governo di Centrodestra che sta aumentando le risorse?

Se non comprenderete la necessità di avviare una seria riforma e iniziare a fare un minimo di autocritica, la situazione diventerà molto, molto difficile. Permettetemi di dire che, se non capirete questo punto, dovremo certamente manifestare a difesa della sanità pubblica, ma lo dovremo fare proprio per difendere la sanità della nostra Regione dal Partito democratico e dalla maggioranza stessa che sostiene questa Giunta regionale. Lo ripeto, come dicevo prima: non siamo qua a fare i contabili, a controllare soltanto se i conti tornano oppure no. Siamo qua per garantire dei servizi, e al momento, con il quadro che ci consegna questo rendiconto 2022, non stiamo assolutamente mettendo in campo le iniziative necessarie per risolvere queste problematiche e mettere ordine ai conti della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Apriamo il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Tanto è già stato detto. Sappiamo che questo rendiconto è su un anno che sconta delle criticità che sono note a tutti, prima fra tutti la pandemia, la guerra. Hanno avuto, questi fenomeni, ripercussioni evidentemente negative sul bilancio, un bilancio, questo rendiconto, che sconta mancati rimborsi prima dal governo Draghi, poi dal Governo Meloni per quanto riguarda le spese Covid e l’aumento dei costi energetici.

È evidente che questo tipo di criticità impattano negativamente sulla vita dei cittadini, perché stiamo parlando di questo, non stiamo parlando solamente di fredda contabilità, ma stiamo parlando della vita dei cittadini.

Siccome io ho il tempo anche contingentato, come è prassi, vorrei concentrarmi prevalentemente su un tema perché purtroppo anche la nostra Regione, che è considerata tra le Regioni locomotiva d’Italia, purtroppo paga un aumento della povertà relativa. Questo è un dato che dovremmo tenere in grande considerazione: lo dico in relazione a un dibattito che sta venendo avanti anche a livello nazionale, ovvero quello della necessità di istituire un salario minimo per far fronte a una povertà che è, appunto, sempre più in aumento anche nella nostra regione.

Nel 2021 l’Eurostat ci diceva che l’11,7 per cento degli occupati in Italia viveva in condizioni di povertà lavorativa. È stato, col decreto ministeriale n. 126, istituito un gruppo di esperti del Ministero del Lavoro, che addirittura ha ampliato la definizione di lavori poveri, di lavoratori poveri utilizzato da Eurostat, calcolando che questo fenomeno riguarda oltre il 13 per cento degli occupati nel nostro Paese, per un totale di quasi 3 milioni di persone.

In questa relazione, tra l’altro, si dice che avere un lavoro non basta per evitare di cadere in povertà. È quello che ci diciamo tantissime volte. Ci sono lavoratori sottopagati, persone che sono impiegate, ma percepiscono paghe da 3 o 4 euro l’ora. Si dice: “in Italia un quarto dei lavoratori italiani ha una retribuzione individuale bassa, cioè inferiore al 60 per cento della media, e più di un lavoratore su dieci si trova in situazioni di povertà. A livello individuale, infatti, il rischio di bassa retribuzione è particolarmente elevato per lavoratori occupati solo pochi mesi all’anno, per i lavoratori a tempo parziale e per i lavoratori autonomi. A livello familiare, a questi fattori di rischio si aggiunge anche la composizione del nucleo e il numero di percettori. Si evidenzia inoltre che il rischio di bassa retribuzione risulta elevatissimo, pari a 53,5 per cento, fra chi, nel corso di un anno, lavora prevalentemente a tempo parziale”.

Peraltro sono state fatte delle rilevazioni anche dalla BCE, dove si dice che l’aumento del salario minimo innalza il livello retributivo per coloro che percepiscono salari più bassi del nuovo minimo, facendo prevedere che nel 2023 le variazioni apportate ai salari minimi dovrebbero contribuire in misura significativa sulla crescita salariale dell’area Euro. Ricordo anche che il salario minimo è una misura che esiste nella maggioranza degli Stati membri dell’Unione europea. Non è previsto solamente in Danimarca, Svezia, Finlandia, in Austria e in Italia.

La Germania lo ha introdotto nel 2015 per far fronte al decrescente livello di tutela dei lavoratori, mediante la contrattazione collettiva, fissandolo a 12 euro l’ora nell’ottobre del 2022. Nel nostro Paese si registra, invece, una copertura quasi totale della contrattazione collettiva, ma nonostante questo, purtroppo, un numero consistente di lavoratori percepisce salari che non sono dignitosi. Tra le ragioni che ostacolano il diritto a percepire una giusta retribuzione è poi di particolare rilievo il proliferare dei cosiddetti contratti collettivi pirata.

Ricordo che l’articolo 36 della nostra Costituzione ci dice che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Sappiamo anche che c’è una proposta di legge all’esame della Commissione lavoro, a prima firma Giuseppe Conte, che detta appunto l’istituzione del salario minimo, che è stata sottoscritta da tutti i Gruppi di opposizione tranne Italia Viva. È una discussione che sta venendo avanti anche in queste ore.

C’è stata un’apertura da parte del Governo Meloni, nonostante le dichiarazioni al limite dell’incredibile, penso a quelle del ministro Tajani, che ha dichiarato che in Italia non serve il salario minimo, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti hanno lo stesso stipendio, non capendo evidentemente che cos’è il salario minimo.

Ricordo anche che questo è uno strumento che, per esempio, in Lussemburgo è stimato a 14 euro l’ora, in Germania e in Belgio a 12, in Francia, Irlanda e nei Paesi Bassi, sopra gli 11 euro.

Questo progetto di legge, che è all’esame della Commissione lavoro alla Camera, è stato osteggiato dal centrodestra. C’è un emendamento che vorrebbe sopprimerlo.

Io spero che le aperture che sono state fatte in queste ore siano vere aperture, quindi di sostanza. Però, al di là di quello che succede a livello nazionale, io credo che questa Regione debba mandare un messaggio chiaro per venire incontro alle persone che vivono questo tipo di difficoltà, continuando a sollecitare il Parlamento e il Governo a proseguire nell’iter per la definizione per via legislativa del salario minimo come strumento centrale nel contrasto della povertà, della difesa della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, nella tutela nella legalità, al fine appunto di giungere in tempi rapidi all’adozione di una legge che metta fine ad inaccettabili condizioni di sfruttamento, contribuendo a un complessivo innalzamento dei livelli retributivi e, conseguentemente, al miglioramento della qualità della vita di molte persone, anche nella nostra Regione, alla crescita e all’economia e alla coesione sociale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Io vorrei proprio partire da una frase che sta nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna, esercizio 2022. L’udienza si è tenuta il 14 luglio e anch’io ero presente.

Questa frase dice: “Il quadro generale contabile, con le specificazioni che saranno naturalmente svolte nei singoli capitoli, non dà ingresso a rilievi formali che inducano a negare la parificazione di capitoli di bilancio. Tale circostanza, di per sé, è indice della linearità nella gestione delle risorse pubbliche”. Questo è il giudizio della Corte dei conti.

A biro ha anche aggiunto ‒ se ricordo bene, era stato detto dal presidente ‒ che questa circostanza non era frequentissima. Quindi, veniva comunque riconosciuta alla Regione Emilia-Romagna una capacità di gestione virtuosa delle risorse.

È vero che la stessa Corte dice che non mancano taluni coni d’ombra. Io sono sicura che questi coni d’ombra verranno illuminati. Intanto, abbiamo portato a casa un rendiconto senza rosso. Forse a qualcuno è anche dispiaciuto. Avere un 2022 con i conti in rosso, commissariamento… Forse a qualcuno politicamente faceva piacere. In realtà, a fronte di spese, che abbiamo già ricordato più volte, per la sanità, non hanno avuto una corretta risposta dal Governo centrale. Io qui non faccio differenze tra i vari Governi. Lo sapete benissimo, i Verdi non erano in nessuno di questi Governi e hanno sempre criticato il taglio dei fondi alla sanità pubblica. Quindi, noi possiamo tranquillamente parlare di questi tagli senza la coda di paglia, perché non li abbiamo mai condivisi, a prescindere dal Governo che li faceva.

C’è stato un solo incremento, nella prima fase del Conte 2, con il ministro Speranza, che per la prima volta... Ricordo che nel 2020, eravamo qui in aula, segnavamo questo +2 miliardi, dopo anni di tagli lineari. Che poi sono ripresi. E sono ripresi in una situazione, invece, di contesto addirittura più drammatica, con quello che è stato prima il contrappeso della pandemia e poi i costi energetici. Veniva riconosciuto, con onestà intellettuale, anche dal relatore di minoranza che in una Regione come la nostra, che ha una dotazione di Case della comunità, Case della salute molto estesa, i rincari energetici pesano ancora di più.

Ovviamente, non posso che votare a favore ‒ lo dico subito ‒ di questo rendiconto, perché con delle manovre di recupero di fondi che non sono stati riconosciuti a livello nazionale, i conti ‒ ripeto ‒ sono in verde e non in rosso, o in nero, se preferite, ma l’importante è che non siano in rosso.

Questo è un risultato di gestione fondamentale in una situazione in cui, come veniva spesso citato dall’assessore Calvano, c’è un quadro di poli crisi: guerra, incrementi energetici, coda lunga ancora della pandemia, adesso poi sul 2023 avremo pure il contrappeso dell’alluvione.

A questo proposito volevo fare un richiamo, perché questo intervento del procuratore facente funzione, che ha svolto la sua relazione prima del giudizio di parificazione, l’ho trovato significativo e importante e lo vorrei riportare in quest’aula.

Il procuratore ha fatto un esplicito riferimento, in apertura del suo intervento, ai cambiamenti climatici, alla necessità di occuparsene, alla necessità di fare prevenzione, quindi chi ancora nega i cambiamenti climatici e nega quindi i costi che portano...

Una settimana fa, un’interessantissima intervista del premio Nobel all’economia, Joseph Stiglitz, sottolineava proprio questo, i danni economici, sociali, oltre che i danni umani e ambientali al paesaggio, che derivano dai cambiamenti climatici. Bisogna assolutamente che la ricostruzione della nostra Regione sia una ricostruzione a fondamento della resilienza dei territori, altrimenti anche i bilanci dei prossimi anni saranno gravati dalle spese di ricostruzione, e questo non ce lo possiamo più permettere.

C’era già stato un altro grande economista, Nicholas Stern, che nel 2006, quando consegnò il rapporto all’allora Primo Ministro Blair, il primo rapporto che mise in chiaro il legame tra cambiamenti climatici, riscaldamento globale e danni all’economia, e fu anzi quel rapporto che cominciò ad aprire gli occhi ai negazionisti, sensibili almeno al tema dell’economia.

Abbiamo alle spalle autorevoli rapporti che hanno messo in luce questo, il procuratore generale in sede di parificazione ha voluto ricordarlo come primo elemento del suo intervento, quindi facciamocene carico anche noi come legislatori di questa Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Ovviamente il dibattito sul rendiconto ha a che fare con quello che abbiamo alle spalle e abbiamo vissuto nel corso del 2022, in particolar modo sul fronte della finanza della sanità e in particolar modo rispetto a tutte le difficoltà che abbiamo affrontato. A me dispiace sentire rappresentare queste difficoltà con quell’ombra di sospetto che il consigliere Marchetti ha rappresentato, non solo citando il documento della Corte dei conti, ma sostanzialmente facendo illazioni circa quanto e come la sanità emiliano-romagnola sia stata inadempiente rispetto a una serie di controlli e gestioni, incapacità, incapacità gestionale.

Mi sembra questa una modalità che sta assumendo quella parte politica, che poi oggi si trova al Governo, come quando, durante i momenti critici del post alluvione e quindi nella costruzione di quella che doveva essere la conta dei danni, sostanzialmente si è detto che le amministrazioni comunali della regione Emilia-Romagna e l’amministrazione regionale gonfiava i conti. Ecco, mi sembra un atteggiamento che non fa onore alle direzioni generali, al personale sanitario, a tutti coloro che si trovano in forma amministrativa, non solo all’Assessorato, nella conduzione delle difficoltà che abbiamo passato ancora nel 2022 per quanto riguarda la sanità e che mi trova assolutamente contrario e difforme da quel tipo di rappresentazione.

È una rappresentazione che vogliamo ricordare ancora oggi. Rispetto a quelle che sono state le spese straordinarie per la gestione della pandemia, i vari Governi che si sono succeduti non hanno dato seguito, a parte quello presieduto dal Presidente Conte e col Ministro Speranza alla Sanità. È proprio quel Governo che ha invertito per primo, dopo lunghi anni, la tendenza del finanziamento del Fondo sanitario nazionale.

Se avete presente qualche grafico che è circolato sulla rete, ma nei vari organi di stampa, è stato proprio il 2020 l’anno in cui finalmente il Fondo sanitario nazionale ha subito un’impennata, dopo anni e anni di contrazione, e ancora oggi, pur nell’inserimento da parte del Governo Meloni di una misura di integrazione di 2 miliardi di euro, per quanto riguarda il Fondo sanitario nazionale quell’impennata, in relazione al PIL, non si vede affatto. L’ha spiegato bene il consigliere Sabattini. E non è assolutamente vero che nel corso delle settimane e mesi precedenti noi abbiamo detto semplicemente che il Governo era brutto, sporco e cattivo perché non metteva le risorse. Abbiamo sempre detto che le risorse che si stavano per mettere non sarebbero state sufficienti mai a coprire quelle che erano le esigenze del Fondo sanitario nazionale, non solo per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna ma per quanto riguarda le Regioni tutte, a partire da quel mancato stanziamento delle risorse necessarie a coprire i costi straordinari assunti dalla Regione nel corso dei tre anni per quanto riguarda il Covid.

Conseguentemente, oggi che abbiamo un rendiconto che ci dice che i soldi che avevamo messo a disposizione sono andati in pareggio, anzi ci consentono, poi lo vedremo nella discussione successiva, di svincolare una serie di risorse per affrontare l’assestamento di bilancio, credo che sia stata un’operazione difficile, complessa e complicata che ha per diverso tempo anche compresso quella che era la capacità di spesa della Regione Emilia-Romagna ma che successivamente, vedremo, tornerà a essere di segno positivo.

Vorrei anche sottolineare come l’impegno delle risorse nel corso del 2022 sia stato destinato in una parte al mantenimento degli spazi di cofinanziamento per i fondi strutturali europei. Senza quei fondi strutturali, senza i programmi FESR ed FSE Plus, noi non avremmo potuto mettere a bando, nel corso del 2022, una quantità di risorse, se non erro oltre 300 milioni di euro, che ci avrebbero impedito di affrontare in maniera con segno positivo anche tutto quanto il tema della ripresa economica che comunque nel 2022 stavamo vedendo e stavamo osservando proprio nel momento stesso in cui si allentavano le restrizioni determinate dal Covid.

Quindi, un impegno di spesa sul fronte sanitario, un impegno di spesa sul fronte dello sviluppo anche economico secondo le direttrici del Documento Strategico regionale, dei Piani operativi dei fondi strutturali, che ci consegnano un 2022 con alcune ombre ma soprattutto con diverse luci che hanno accompagnato il contesto economico sociale regionale, senza trascurare ovviamente quelli che sono stati gli impegni sull’aspetto del sociale.

Chiudo, perché vorrei anche ringraziare la consigliera Piccinini che porta all’attenzione oggi, in collegamento a questa discussione, il tema del salario minimo, un tema che a volte sembra prendere delle dimensioni astratte, non facilmente leggibili, non facilmente comprensibili, ma la voglio ringraziare perché ci consente di esprimerci anche in termini di indirizzo su questo argomento, che credo sia centrale non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista della dignità della persona, delle lavoratrici e dei lavoratori, anche esemplificando che cosa significa poter intervenire sul salario minimo.

Proprio di recente, assieme al collega Sabattini, abbiamo presentato una risoluzione che intende intervenire su quelle che sono le modalità di assegnazione degli appalti per quanto riguarda il sistema della vigilanza. Proprio il sistema della vigilanza, di persone che lavorano qui, come in portineria, ma anche in diverse strutture, che possono essere sanitarie, che possono essere pubbliche, proprio quel sistema vede l’approvazione di un contratto nazionale di lavoro che è al di sotto della soglia di povertà. Proprio quel sistema, oltre ad aver approvato un contratto nazionale di lavoro che prevede un aumento contrattuale di 0,28 centesimi al giorno per i lavoratori e le lavoratrici di quel comparto, portando la soglia di salario minimo attorno ai 5,90 euro lordi, quindi determinando una corresponsione di salario attorno ai 700 euro al mese per 40 ore di lavoro, proprio il salario di quel comparto è stato oggetto di contestazione da parte delle Procure, in particolar modo milanesi, nel momento stesso in cui alcune aziende di vigilanza lo hanno applicato e, applicandolo, hanno sostanzialmente corrisposto ai dipendenti e alle dipendenti dei salari inferiori alla soglia di povertà.

Per questo credo che la discussione nazionale e all’interno di quest’aula attorno al salario minimo sia una discussione utile, una discussione che non può essere rimandata, anche in sede nazionale. Non possono essere presi ulteriori ritardi rispetto alla discussione di questo tema, perché va all’interno del quadro della dignità del lavoro necessario e da affrontare subito.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Ci troviamo oggi a discutere il rendiconto generale. Si tratta di un documento di particolare rilievo. Ci dice esattamente che cosa la Regione ha ottenuto e realizzato rispetto alle previsioni di bilancio, quante e quali risorse sono state impiegate, quante ne restano da impiegare, quali sono state le spese sostenute. È un documento in continuità con il bilancio di previsione, ne discende, questo rendiconto, e il nostro ruolo in questo caso è un ruolo particolarmente attento e le osservazioni, le deduzioni che ci accingeremo a fare sono frutto di un’attività di ascolto e di analisi. Soprattutto sono riflessioni di natura politica, avendo ben chiaro quale ruolo svolgiamo in quest’aula, in quale parte dell’aula sediamo e quale sia la nostra funzione.

Prima di entrare nel merito non tanto dei singoli numeri, quanto piuttosto delle azioni e delle scelte e che da quei numeri discendono, ringrazio i dirigenti e il personale amministrativo che ha lavorato alla redazione di questo documento certamente non semplice. Ringrazio anche i relatori di maggioranza e di minoranza per la loro attività in Commissione, che hanno svolto in modo puntuale, rendendo intellegibile un documento che non è semplice assieme agli altri, ringrazio l’assessore Calvano che ha presentato pressoché sempre.

In questa attività di verifica del rendiconto siamo stati aiutati dal giudizio di parifica. Sappiamo che ha la formalità della giurisdizione contenziosa, ma che si tratta in realtà di un’attività effettivamente di controllo, che a questa funzione assolve.

Mi sento di iniziare l’analisi dal tema che abbiamo attenzionato in tutti questi mesi, che ci preoccupa di più, perché impegna gran parte del bilancio, che è la sanità. Rappresenta, come sappiamo, il capitolo di bilancio più importante, è stato gravato da un buco considerevole che è arrivato a 800.000 euro, ma poi è stato ripianato con impegno di risorse che si sono dovute individuare.

In questo rendiconto leggiamo che il volume di finanziamento del Servizio sanitario regionale per l’anno 2022 è stato determinato in complessivi 9 milioni. Sempre nel rendiconto leggiamo a nostro avviso un paragrafo piuttosto importante, in cui la Regione Emilia-Romagna spiega come finanzia le aziende sanitarie, cioè finanzia i livelli essenziali di assistenza, spiega come funziona il sistema tariffario, il finanziamento delle funzioni, spiega che le aziende sanitarie sono finanziate dalla Regione in relazione ai livelli essenziali, secondo criteri di equità e trasparenza in base alla popolazione e con opportune ponderazioni.

Perché lo diciamo? Ricordiamo che, su 13 aziende sanitarie, quest’anno 11 hanno chiuso in rosso. Lo stesso Sindaco metropolitano per quanto riguarda la CTSS bolognese, essendone presidente, ha sottolineato la necessità di verificarne la spesa. Ci siamo chiesti, quindi, in altre parole, che cosa faccia la Regione Emilia-Romagna. Eroga risorse alle aziende sanitarie, le quali poi agiscono in completa autonomia rispetto ai servizi che devono mettere in campo per pazienti e utenti, e qui per noi è il tema. Con i conti in rosso di numerose aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, che tipo di controllo esercita la Regione rispetto alle risorse, che non sono poche, che eroga e che puntualmente annota a rendiconto? Non lo sappiamo.

Ci sembra, appunto, che la linea della Regione su questo tema sia piuttosto soft, molto blanda. Si continua ad attribuire la responsabilità di questi buchi di bilancio solamente alla pandemia e al caro energia. Oggi noi riteniamo che questo non sia esaustivo, non sia più sufficiente. È stato detto, lo ripeto anch’io. Dal giudizio di parifica sono emersi questi elementi, che confermano diverse perplessità, da questi banchi più volte segnalate.

Si parla di coni d’ombra e si, appunto, riferisce che, dai dati del conto economico preconsuntivo 2022, risulta un livello strutturale dei costi non compatibili con la sostenibilità, in quanto lo svincolo dell’avanzo vincolato, operazione già effettuata, deve ritenersi una misura eccezionale e non ripetibile. Secondo noi, è un campanello d’allarme da tenere in considerazione.

Pur prendendo atto delle argomentazioni fornite successivamente dalla Regione, la Corte dei conti ha comunque confermato le perplessità manifestate già con la parificazione del rendiconto 2021 sulla tenuta dell’equilibrio economico e finanziario del nostro sistema sanitario regionale, anche per gli esercizi futuri, richiamando la necessità di una urgente riprogrammazione. Ed è appunto, lo ripeto, quello che da tempo noi sosteniamo. Riteniamo che siano rilievi che non possano essere più ignorati e ci aspettiamo, sul punto, una presa di posizione.

Ci saremmo aspettati sinceramente qualcosa di più, anche rispetto al bilancio complessivo della sanità. Va bene reclamare sempre maggiori fondi, ma in merito alla disamina delle spese vorremmo che la Regione ci dicesse che tipo di controlli effettua, quali sono gli organi preposti a queste verifiche sull’utilizzo delle risorse e quali tipi di impegni le aziende sanitarie hanno prospettato o sono stati richiesti loro per razionalizzare i costi, se ha chiesto impegni sulla limitazione degli incarichi dirigenziali, sulle esternalizzazioni dei servizi, che a noi pare davvero costino tantissimo, se si è avviata una revisione dei bandi, con quali criteri si esternalizza e quali servizi si esternalizzano.

È una ricognizione che, a nostro avviso, andrebbe fatta seriamente per capire dove sono gli eventuali sprechi, dove possono essere recuperate risorse, dove le risorse eventualmente si disperdono e potrebbero essere ricollocate.

Non abbiamo a disposizione oggi come Regione Emilia-Romagna nessuno strumento vero di controllo sulla spesa sanitaria. Abbiamo il PAC, il Piano Annuale dei Controlli, che contiene un impegno generico della Regione ma niente di più.

Noi riteniamo inaccettabile che i nostri cittadini debbano subire tagli ai servizi e ai disservizi e che debbano sottostare a tutto ciò per presunte mancanze di risorse.

Siamo rimasti molto colpiti, ad esempio, dai numeri spropositati di cui siamo venuti in possesso relativi ai ticket. I numeri ci hanno restituito quasi 6 milioni di euro. Sono soldi, sono tanti soldi che vanno nel periodo dal 2018 al 2022, sono soldi che, se recuperati, potrebbero rimpinguare, e non poco, il bilancio sanitario.

Anche in forza di queste riflessioni, noi auspichiamo che la Regione Emilia-Romagna acquisisca quantomeno i bilanci delle aziende sanitarie, gli studi, e avvii un’interlocuzione seria.

In queste settimane abbiamo parlato moltissimo della riforma dell’emergenza urgenza fino a che la delibera non è stata approvata.

Restano perplessità di natura economica in merito a questa riorganizzazione, ma anche alla risposta che appunto questi CAU possano dare rispetto alla sicurezza dei territori.

È una riorganizzazione, lo abbiamo detto, che sulla carta può avere finalità condivisibili, ma che per raggiungere delega terzi, e questo ci preoccupa. Ci preoccupa la responsabilità che viene addossata ai territori in seno alla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria. Ci preoccupa la riduzione del numero dei mezzi di soccorso avanzato.

Prendiamo atto della presenza del medico in centrale ma non lo riteniamo sostitutivo delle auto mediche così complete con il personale, così come era stato previsto fino ad adesso.

Mi dispiace sia uscito l’assessore Donini, perché ieri sera, mentre preparavo il mio intervento, ho letto un post su Facebook. È un post di un cittadino dell’Alto Reno, l’ho trascritto: chiedo se qualcuno è in grado di dirmi come devo comportarmi non avendo più il medico di base. La settimana scorsa mi era stato assegnato il dottor - e cita il nome - ma purtroppo oggi l’ho chiamato e mi ha gentilmente comunicato che il suo incarico non è più in vigore. Pertanto, ho chiamato la guardia medica e la risposta della segreteria telefonica forniva solo giorni e orari della settimana scorsa. A parte il pronto soccorso, che vorrei evitare per vari motivi, e qui la responsabilità anche dei nostri cittadini, a chi dovrei rivolgermi per un consiglio medico o per eventuali certificati fiscali? Questo è un esempio, ma su tutti i territori della Provincia ci sono esempi di questo tipo, dal taglio delle automediche alla chiusura di interi reparti. I punti nascita, la riapertura degli stessi: non sappiamo nulla.

Qualcuno lo ha detto e lo voglio ripetere, perché questa è la sede deputata: proprio dalla vostra parte politica sentiamo sempre più ripetutamente e sempre più in questi giorni voci che si levano in difesa della sanità pubblica. E l’accusa è rivolta alla Destra. È un’accusa credibile? Siete credibili? Non lo so. Quello della privatizzazione della sanità in Emilia-Romagna non è un rischio, ma è un processo che, in realtà, è in atto da tempo, non certo per mano di una Destra che non ha mai governato.

Mi dispiace che non ci sia il presidente Bonaccini. Era ieri sera in Appennino. È da tempo che non lo vediamo in quest’aula. Voglio citare lo stesso ‒ a lui tornerà in mente ‒ il suo predecessore, Vasco Errani, 15 anni delle sue Giunte, che ha preceduto dal 1999 al 2014. A lui dobbiamo l’accorpamento dell’AUSL Romagna, che non ha portato risparmi. Alla fine del suo mandato, in Emilia-Romagna, tra medici, infermieri, tecnici sanitari, erano stati cancellati 1.744 posti di lavoro qualificati. Già dal 2011 la Regione che presiedeva incentivava economicamente con risorse pubbliche la stipula di polizze sanitarie private per i dipendenti regionali. Con la legge del 2014, la n. 12, fatta approvare prima dello scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale, consegnava a grandi imprese e cooperative ampi spazi nei servizi sociali, socioassistenziali, sociosanitari e sanitari mediante i meccanismi dell’affidamento e dell’accreditamento. Il suo mandato si è contraddistinto per centralismo-burocrazia. Ha messo al centro della sua visione...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, per cortesia.

 

EVANGELISTI: ...una gestione che aveva come stella polare i valori economici, prima di tutto, non la professionalità e l’esperienza degli operatori. Più calava il personale in quegli anni più aumentavano i dirigenti e il loro corso. Una pratica che, poi, è stata eseguita.

Credo che questi esempi possano bastare per capire come mai la sanità emiliano-romagnola si trova in questa situazione. Da Vasco Errani in poi è stato tutto un proseguire.

Non possiamo più tollerare presunte responsabilità da attribuirsi all’attuale Governo di Destra, peraltro in carica da 8-9 mesi. Mi sarei voluta rivolgere al presidente della nostra Regione, al presidente del Partito Democratico, perché l’accusa che ancora qualche giorno fa ha lanciato nei confronti del Governo, secondo cui sarebbe l’Esecutivo del Centrodestra a voler boicottare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata per noi ‒ lo ripeto, l’ho scritto ‒ è un tentativo maldestro e fuori luogo di addebitare al Governo le vostre responsabilità, quelle di un malgoverno regionale in ambito sanitario, dopo anni di scelte discutibili.

Oggi abbiamo una riforma nuova, che noi valutiamo, e ci siamo messi al tavolo a valutarla senza alzare barriere a prescindere. Qualcuno invece lancia accuse infondate, senza guardare a cosa ha fatto il Governo, che comunque, rispetto ai Governi precedenti, ha finanziato con 2 miliardi più un altro miliardo dopo pochi mesi di Governo.

L’autocritica, come è stato detto molte volte da questi banchi anche in Commissione ed è stato detto stamattina, certamente non contraddistingue la vostra Amministrazione, però è anche vero che gli emiliano-romagnoli non sono così sprovveduti, e per noi - lo dico ancora una volta a chiare lettere - la sanità deve rimanere pubblica e non trovare risposte suppletive nel privato, nelle assicurazioni private, a cui da tempo qualcuno invece strizza l’occhio.

L’ultimo tema che ci piacerebbe affrontare è quello del dissesto e del territorio. Abbiamo evidenziato nelle settimane scorse come la situazione che si è venuta a creare con l’alluvione abbia dimostrato che molto ancora c’è da fare sul sistema della prevenzione. Ci troviamo in una situazione in cui le competenze e le funzioni sono frammentate, suddivise tra più Enti, quindi anche sul tema, ad esempio, dei Consorzi di bonifica servirebbero approfondimenti e interlocuzioni, capire chi fa cosa o cosa doveva fare, una volontà di andare davvero a fondo e capire cosa non ha funzionato.

Salta agli occhi tra i residui attivi, ad esempio, anteriori al 2022 (pag. 435) un’assegnazione dello Stato per l’assunzione “di personale di comprovata esperienza e professionalità per l’accelerazione e l’attuazione degli investimenti concernenti il dissesto idrogeologico” per un importo di 223.000 euro. Questa sola voce di spesa tra i residui attivi apre in noi numerose riflessioni: in primis abbiamo bisogno di ulteriore personale, perché gli investimenti per il dissesto idrogeologico procedono a rilento e dunque vanno velocizzati, e la semplificazione in questa Regione dovrebbe iniziare davvero ad entrare in modo un pochino più preponderante.

Non è una cosa di poco conto, non è la prima volta che tra le delibere e gli atti ci imbattiamo in questa necessità di accelerare e di potenziare l’attuazione degli investimenti. In altre parole, ci sono i soldi, ma i progetti non vengono realizzati abbastanza in fretta, quindi, alla luce di questa voce di spesa, abbiamo assunto qualcuno. Qual è questa figura di comprovata esperienza? Un dipendente regionale si deve interfacciare con i consorzi o con chi? Questo lo diciamo perché anche una sola voce di spese generali può ingenerare un sacco di domande, di dubbi e di necessità di approfondimenti. Noi, sulla questione del dissesto, stiamo aspettando ancora di capire qual è il vero motivo per cui si è verificata questa situazione eccezionale, senza ovviamente voler negare l’eccezionalità, appunto, del clima. Però ci sono, a nostro avviso, cose che non sono state fatte, manutenzioni che non sono state eseguite, investimenti che procedono a rilento, un’eccessiva burocrazia. Lo sottolineo ancora.

Su tutto questo vorremmo chiarimenti per evitare di imbatterci ancora in qualche criticità. Ha comportato qualcosa quella riduzione di somme destinate di quasi 600.000 euro? Lo abbiamo chiesto, ce lo siamo chiesto. Oggi sembrava quasi normale prendere atto della riduzione di alcuni capitoli di spesa. Magari si impone un ripensamento anche su questo. Un’ultima perplessità in ordine alle partecipate, in particolare su Bolognafiere. È un tema che abbiamo trattato diverse volte, a più livelli istituzionali. Anche dai banchi del Comune di Bologna eravamo preoccupati, lo siamo tutt’oggi, anche qua per gli investimenti che sono stati fatti in questa partecipata.

Per noi, appunto, deve rimanere ed essere una risorsa, però, appunto, nel giudizio di parifica si parla di una situazione finanziaria preoccupante per le realtà fieristiche. Anche il giudizio di parifica si è soffermato sui riflessi che la situazione potrebbe comportare. Vi consegniamo la nostra preoccupazione e vi consegniamo questo contributo, che ci sentiamo di lasciare, appunto, di consegnare, nella speranza che possa essere recepito e che qualcosa si realizzi nel prossimo rendiconto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Anche quest’anno grandi difficoltà ad avere la documentazione di accompagnamento al giudizio di parifica, documentazione, infatti, che rappresenterebbe un elemento ulteriore e ci metterebbe nelle condizioni, tutti quanti noi, di sviluppare comunque ragionamenti più puntuali, perché dai numeri che sono contenuti nel rendiconto si evidenzia un equilibrio di bilancio, ma bisogna poi valutare anche le varie osservazioni che vengono fatte; osservazioni che potrebbero di fatto risolvere o accentuare le criticità che abbiamo sollevato durante il corso dell’anno.

Questo perché il rendiconto non è solo un momento formale, meramente contabile dell’amministrazione per ripercorrere quello che è successo nel corso di un anno, ma è lo strumento attraverso il quale verificare e attestare i risultati conseguiti dall’Ente a fronte degli obiettivi indicati nel documento previsionale e, per quanto ci riguarda, fondamentale nella valutazione del programma politico amministrativo.

È quindi un momento per fare il punto su come l’Istituzione che rappresentiamo sia impegnata, nel caso specifico per l’anno 2022, a soddisfare le necessità dei nostri cittadini.

Certamente, stiamo parlando di un’annualità difficile, travolta dalla coda dell’emergenza sanitaria, che ha messo a dura prova i conti della nostra Regione. Il bilancio 2022, infatti, è stato segnato fortemente dalla gestione delle spese Covid, sia quelle legate alla gestione ospedaliera, che quelle relative al mantenimento della macchina del Piano vaccinale.

Il 2022 è stato un anno di nuovo estremamente complesso per la crisi geopolitica legata al conflitto bellico in Ucraina scatenato dalla Russia, e per l’incremento conseguente dei costi delle materie energetiche e il conseguente effetto sull’inflazione.

Rispetto al bilancio 2022, tutta la discussione si snoda comunque sul tema sanitario in cui sono presenti diverse criticità.

L’emergenza sanitaria non si discute, l’emergenza inflattiva che si ripercuote sui costi della macchina sanitaria non si discute, né si discute la difficoltà che le Regioni hanno dovuto sostenere, ma le criticità sull’organizzazione sono particolarmente evidenti.

D’altronde, mettendoci sullo stesso piano di Regioni simili alla nostra, sia per il sistema sanitario che per impatto della pandemia e con lo stesso equilibrio pubblico privato, la nostra Regione a livello di disavanzo registrato per il 2022, è decisamente sproporzionato.

Il fatto di essere poi in buona compagnia, come emerso dal confronto tra le Regioni e lo Stato, sono 15 infatti le Regioni su 21 che hanno chiuso non in equilibrio i conti della sanità, non giustifica la mala gestione delle risorse pubbliche.

D’altronde, la stessa maggioranza ha presentato un documento di riorganizzazione dell’intero sistema sanitario. Quindi, in un certo senso, concorda nel riorganizzare il nostro sistema sanitario, visto che anche il disavanzo di più di 800 milioni di euro nel 2022 per il costo della nostra macchina organizzativa e considerato che lo stesso ex direttore della sanità ha parlato di mala gestione delle risorse, nel 2023, seppur limitato, un aumento di 2 miliardi sul Fondo sanitario nazionale c’è stato. Pertanto, una riflessione e una presa di coscienza sulle nostre criticità, dobbiamo farla.

Imparando a fare autocritica, per non continuare a sprecare risorse pubbliche in un momento in cui anche i nostri cittadini, a causa dell’ultima alluvione che ha colpito la Regione, non solo hanno bisogno di un sistema sanitario efficiente, ma anche di una Regione che nei fatti li aiuti.

Quel famoso PDL raschia-barile, che ha preso tutti i fondi residui dal bilancio, per circa 15 milioni di euro, lo ha fatto a discapito di altri capitoli, come, ad esempio, quelli destinati all’ambiente, allo sviluppo economico, all’agricoltura, al sociale e ad altri settori fondamentali dell’economia della nostra Regione.

La sanità impatta per circa l’80 per cento sul bilancio ed è inevitabile che le ripercussioni di una gestione problematica della sanità impatti su tutti i settori della nostra economia. Infatti, nel 2022 eravamo consci di ipotecare parte del bilancio di previsione 2023, visto che abbiamo usato gli 85 milioni per coprire il disavanzo delle aziende sanitarie. In quei giorni ci sono stati direttori generali che hanno parlato di malagestione delle risorse regionali e che, di conseguenza, sono poi stati rimossi.

Probabilmente dobbiamo rivedere le scelte per garantire una sanità a tutta la nostra regione, fino all’ultimo abitante presente in montagna e nelle zone più marginali.

È vero, c’è stato un aumento dei costi energetici e le bollette energetiche sono lievitate, ma è anche vero che non sono stati fatti investimenti per abbattere le spese energetiche negli ospedali, tranne, forse, qualche reparto di ultima generazione. Le luci sono ancora accese h24. Non è stato fatto alcun intervento di domotica per controllare l’accensione e lo spegnimento delle luci. Inoltre, non è stata neanche impostata alcuna produzione di energia verde da fonti rinnovabili. Il famoso fotovoltaico sugli ospedali è ancora rarissimo. Se non si prevede una produzione di energia da fonti rinnovabili e non si riduce il consumo di energia, anche con indicazioni chiare agli operatori, è ovvio che lievita il costo di energia e, di conseguenza, se ne paga il prezzo.

Siamo, qui, di fronte a una mancata visione nell’organizzazione della macchina sanitaria, in un’ottica di miglioramento e di efficientamento energetico, così come, peraltro, ho già avuto modo di sottolineare con altri atti. Anche per gli edifici regionali qui in zona Fiera, a parte, forse, l’ultimo realizzato, per tutti gli altri, Assemblea compresa, non vi è alcun intervento di domotica diretto alla riduzione dello spreco energetico, anche se a livello legislativo siamo tra i primi a puntare sul fotovoltaico, ma nei fatti risultiamo ancora molto carenti.

Ciò che appare evidente è la mancanza di un controllo della spesa da parte delle aziende sanitarie. Quando, di fatto, finiscono i soldi nessuno è responsabile e si blocca l’intera macchina, non arriva più materiale, si bloccano le assunzioni oppure si sceglie di razionalizzare i servizi. Qui sono sempre le zone più fragili a pagarne il prezzo.

Così come si mettono in campo progetti, come il servizio di emergenza-urgenza, per operare un miglioramento del servizio, anche se molto interessante si rischia di farlo diventare come la costruzione delle Case della salute con i fondi del PNRR, cioè di rimanere cattedrali nel deserto, perché le risorse sono sempre inserite nel conto capitale e sono indirizzate essenzialmente alla realizzazione di strutture ospedaliere o di Case di comunità, consegnate però senza personale né materiale sanitario.

Considerato che la Corte dei conti ci ha detto che dobbiamo ridurre le spese, pertanto non possiamo assumere, non possiamo investire spesa corrente, quella necessaria per il funzionamento. La qualità del nostro Servizio sanitario è stata fortemente ritoccata, al ribasso ahimè. La qualità medico- infermieristica assistenziale, che ha dato tantissimo nel periodo del Covid, ora è molto più bassa. Molti si sono licenziati a causa della mala organizzazione delle strutture e dei turni massacranti di lavoro. Attualmente, in diverse strutture ospedaliere la qualità del servizio ne ha risentito e i pazienti devono accontentarsi di chi c’è in quel momento.

In montagna, peraltro, assistiamo ad un continuo svuotamento degli ospedali periferici (ne abbiamo parlato ieri in Commissione e la testimonianza dei sindaci ha chiarito in modo forte e chiaro questa situazione), che stanno diventando ambulatori giornalieri o dormitori per i casi di lungodegenza, mentre i pazienti vengono dirottati verso gli ospedali più grandi, creando una maggior concentrazione di lavoro in quelle strutture, che allunga i tempi di attesa e di intervento.

Sono tante le iniziative lontane da simboli e strumentalizzazioni politiche di ogni sorta dei nostri cittadini, che stanno nascendo con il chiaro intento di mandare un segnale forte al nostro assessorato, proprio perché la salute è di tutti e perché sono preoccupati di perdere i propri presìdi del sistema di emergenza urgenza, dislocati sul territorio regionale, visto che proprio durante il periodo dell’emergenza Covid abbiamo appurato l’importanza di un’assistenza sanitaria e di un’emergenza capillare.

Peraltro, nel programma di mandato 2020-2025 della Giunta regionale è stato espressamente indicato che “la sanità deve essere anche vicina ai cittadini e facilmente raggiungibile. Grandi centri qualificati ed altamente specializzati di riferimento regionale e provinciale devono essere affiancati e integrati con piccoli ospedali, distribuiti sul territorio per le prestazioni a bassa complessità, quelle di più frequente bisogno per la popolazione. Un’attenzione particolare sarà dedicata agli ospedali dislocati nelle aree montane e disagiate”. Questo è quello che si diceva nella relazione del programma di mandato 2020-2025.

Anche da un recente sondaggio, effettuato dall’Osservatorio sanità di Unisalute insieme a Nomisma, sul sistema pubblico a confronto con quello privato, circa un bolognese su quattro, il 26 per cento, ritiene che il servizio sanitario nazionale sia peggiorato rispetto a cinque anni fa e il principale motivo di insoddisfazione sono i tempi di attesa. Secondo il 79 per cento si sono allungati, mentre la valutazione della sanità privata risulta sempre più stabile. Per quattro bolognesi su cinque, quindi, il 78 per cento, è rimasta invariata.

Bisogna, quindi, intervenire anche sulle responsabilità di chi governa a tutti i livelli, altrimenti sarà un lento declino anche per una Regione come la nostra, che punta sempre all’eccellenza. Gli eventuali depotenziamenti, chiusure o trasferimenti di reparti di ospedali o di pronto soccorso sono una non soluzione per una situazione ormai disastrosa, dove sempre più spesso l’utenza è costretta a rivolgersi a strutture private, a seguito di chiusure periodiche o delle liste d’attesa. Rimane dunque indispensabile, su ogni ipotesi di lavoro, effettuare previo confronto con i rappresentanti istituzionali e con le parti sociali al fine di erogare servizi appropriati e qualificati alla cittadinanza.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi consiglieri, l’assessore e i tecnici che hanno lavorato per la presentazione di questo rendiconto, ma mi trovo costretto a darne una lettura senz’altro negativa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Altri in dibattito generale? Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Solo per presentare molto brevemente un ordine del giorno collegato all’oggetto 6990. È un ordine del giorno che abbiamo presentato oggi relativo al tema del salario minimo, tema che è già stato affrontato. L’ha affrontato la collega Piccinini, ne ha parlato anche il consigliere Amico. Anche noi pensiamo che sia un tema assolutamente importante, per una serie di motivi.

Intanto noi abbiamo la nostra Bibbia laica, che è la nostra Costituzione, che all’articolo 36 stabilisce che “al lavoratore spetta una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, ma che in ogni caso sia sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Abbiamo una direttiva del Parlamento europeo del 2021 che chiede il riconoscimento in tutti gli Stati del salario minimo. Abbiamo il 22 per cento, quasi un quarto dei lavoratori italiani, che ha un salario con una retribuzione oraria lorda inferiore a 9 euro.

Ci troviamo, insomma, in una situazione in cui il lavoro povero non è qualcosa di cui doversi spaventare, perché è una terribile realtà.

L’Italia è uno dei sei Stati membri dell’Unione Europea su 27 che non possiedono un salario minimo, orario imposto per legge. Gli altri, ovviamente, sono tutti Unione Sovietica, perché per alcuni esponenti di un partito della maggioranza solo in Unione Sovietica c’è il salario minimo, per cui disgraziatamente noi siamo in quella minoranza in Europa che non è Unione Sovietica.

Negli ultimi vent’anni la contrattazione collettiva si è fortemente indebolita, ci sono tanti contratti pirata che hanno creato il rischio concreto di dumping sociale.

Sia la giurisprudenza lavorista, sia gli studi economici del mercato del lavoro, ormai sollecitano l’esigenza di un salario minimo legale, tanto più se integrato con la contrattazione collettiva.

Esistono diverse proposte di legge in Parlamento che prevedono l’introduzione di una soglia minima inderogabile di 9 euro l’ora per tutelare in particolare i lavoratori più poveri e più fragili. Ce ne sono tantissimi, ci sono lavoratori che vanno a lavorare la mattina e la sera dormono in macchina perché non possono permettersi un affitto, noi siamo arrivati a questo livello in Italia.

Allora noi riteniamo, e non solamente noi, perché da un sondaggio effettuato ieri lo ritiene il 70 per cento degli italiani, lavoratori, lavoratrici e coloro che non sono più nel mercato del lavoro, il 70 per cento di italiani ritengono che l’individuazione di un salario minimo inderogabile rappresenti un passo fondamentale per assicurare condizioni di lavoro dignitose e una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, oltre che una maggiore tutela dei lavoratori, e che il salario minimo sia anche uno strumento importantissimo per contrastare la precarietà e la povertà nel mondo del lavoro…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ più di silenzio in aula, perché chi interviene non riesce a parlare.

 

MUMOLO: …veramente complicato. Facevo finta di niente, ma la ringrazio, presidente.

Noi riteniamo che sia necessario introdurre anche in Italia una disciplina legislativa che definisca il salario minimo, assumendo i contenuti della proposta di direttiva in ambito europeo.

Per cui chiediamo alla Giunta regionale, impegniamo la Giunta regionale, a sollecitare i parlamentari emiliano-romagnoli, il Parlamento e il Governo, a sostenere l’introduzione di un salario minimo legale nel nostro ordinamento.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mumolo.

Altri in dibattito generale? Qualcuno vuole intervenire in discussione generale?

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Credo che due parole su questo rendiconto vadano dette. La prima è che credo che, proceduralmente, non sia corretto, non sia completo e non sia neanche rispettoso del nostro ruolo che noi andiamo ad approvare il rendiconto senza avere potuto esaminare in maniera compiuta la relazione della Corte dei conti nel giudizio di parificazione. Non so di chi siano le competenze, a chi tocchi fare cosa. So solo che il giudizio di parificazione è stato espresso il 14 luglio. Abbiamo avuto la sintesi della relazione. Abbiamo avuto la requisitoria della Procura presso la Corte dei conti. Non abbiamo la relazione alla quale, tra l’altro, la sintesi fa ampio riferimento. Ci avrebbe potuto restituire una serie di dati e di indicazioni che sicuramente sarebbero stati utili a tutti in questo dibattito.

Ripeto, non dico di chi è, però è un fatto. Chi deve tenere rapporti con la Corte dei conti, a livello di Assemblea legislativa, a livello di Amministrazione regionale, in qualche modo questo aspetto lo deve tenere in considerazione. Questo lo dico a maggior ragione avendo letto quello che, pur nella sintesi, viene detto dalla Corte dei conti. Sono espressi una serie di rilievi critici non banali, certamente, lo sappiamo tutti. Lo avete già detto voi negli interventi che mi hanno preceduto. Non dico niente di nuovo. Credo, però, che vadano rimarcati. Il focus che è stato posto sulla sanità e sulle spese del perimetro sanitario ‒ dopo parlo delle partecipate ‒ è un aspetto di assoluto rilievo, un elemento pregiudizievole (per usare un termine tipico di altre aule), che può pregiudicare, sostanzialmente... Come lo pregiudica? Dopo parleremo di assestamento, parleremo del contenuto di questa manovra. Non possiamo e non potremo se non partire da quella che è stata la fine, cioè un bilancio che indubbiamente è ingessato, particolarmente complesso, anche, ma che non lascia spazi di manovra, proprio perché le entrate e le uscite limate, il riaccertamento dei residui da una parte e dall’altra hanno indubbiamente offerto poco spazio. Infatti, parleremo di un assestamento indubbiamente molto contenuto.

La domanda che però il rendiconto ci pone qual è? Cosa si può e si deve fare affinché le spese della sanità non siano così condizionanti del bilancio, come oggi viene evidenziato: questa è la domanda sul tavolo, la domanda alla quale si sta forse cercando di porre rimedio con i tentativi rivoluzionari che oggi l’assessore Donini sta mettendo in campo insieme all’assessore al bilancio, per far quadrare i conti, con conseguenze che andremo a capire e a testare nel corso dei prossimi mesi e forse dei prossimi anni, ma che già adesso evidenziano e mostrano tutta la loro precarietà e anche, per certi aspetti, criticità.

È quindi un rendiconto che ci restituisce questa immagine dei conti della Regione: una estrema difficoltà a farli tornare, con manovre, tra l’altro in parte eccezionali, che sono state permesse da altrettanto eccezionali interventi legislativi a livello nazionale.

Penso soltanto alla possibilità di utilizzare quella quota che abbiamo messo nella sanità per colmare quell’ultimo buco di bilancio che c’era, ma o cambiano i conti, o cambia il sistema di gestione della spesa sanitaria, oppure noi saremo sempre qui, non solo a manifestare le nostre difficoltà, ma a capire se questo Servizio sanitario regge.

Questa è la sfida, se il Servizio sanitario regionale potrà reggere, e non può essere elemento di consolazione il fatto che sia un problema nazionale, potrà essere un aspetto a cui fare riferimento, capire quello che si muove intorno, ma quando sento dire, per esempio, che nel 2022 (prendo un tema a me caro) la spesa per i dispositivi medici è stata di 660 milioni e il tetto è sempre il 4,4 sulla quota trasferita a livello nazionale, quindi c’è uno sforamento che da solo raggiunge quasi lo sforamento che è stato registrato tra il 2015 e il 2018 e che è oggetto di discussione oggi, solo in un anno; più quella del 2023 che si prevede. Nell’ultimo documento della Giunta di programmazione della spesa sanitaria, della programmazione economico-finanziaria del settore si parla già di 700 milioni per dispositivi medici sul 2023 e il tetto è sempre 4,4. Non abbiamo parlato del 2019, del 2020, del 2021. Quando arriveranno questi conti vedremo che abbiamo una spesa fuori controllo. Poi c’è la questione delle imprese private, delle aziende private fornitrici che dovranno contribuire, ma in ogni caso questa è la fotografia, per solo questo settore, di una spesa che sfugge a qualsiasi controllo.

Il fatto stesso, ma lo ridico perché sembra quasi una cosa… L’ho detto in Commissione l’altro giorno. Il fatto stesso che si debbano ricordare nella delibera che ho richiamato sopra le politiche di contenimento della spesa, tanto che si dice che bisogna risparmiare sui guanti non sterili, perché si è speso troppo in guanti… È scritto nero su bianco nella delibera scorsa.

 

(interruzione)

 

FACCI: È arrivato il presidente. Sentivo che c’era un po’ di polemica di fondo. Comunque concludo perché non debbo… Non debbo dire altro, se non che questo rendiconto è un rendiconto, appunto, in sofferenza. Fotografa una situazione di sofferenza, vorremmo capire se questa sofferenza ‒ adesso mi rivolgo apertamente al presidente della Regione ‒ è destinata a durare nel tempo o se riusciamo a fare argine, con una rivisitazione delle modalità della spesa.

Forse, usiamo un termine ampiamente abusato, usato e abusato negli anni scorsi. Forse è il caso di introdurre in questa Regione una seria politica di spending review.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti in dibattito generale.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Chiedo scusa, ma ho visto che il minutaggio a favore del Gruppo è ampio.

Mi sono dimenticato di fare… Anche perché il dibattito, chiedo venia, presidente, è anche sugli ordini del giorno, giusto?

 

PRESIDENTE (Petitti): È successivo in realtà, però se vuol dire qualcosa nel tempo che ha a disposizione la Lega, conoscete…

 

FACCI: Grazie. Così non lo sto a dire dopo.

Abbiamo presentato un ordine del giorno che in realtà richiama quello che era il secondo rilievo, di cui mi sono dimenticato prima di parlare, che ha fatto la Corte dei Conti sulle partecipate.

Cioè, la Corte dei conti ha posto un focus, una particolare attenzione, su quella che è la gestione delle partecipate e il rischio che la Regione può ovviamente ricevere da una cattiva gestione all’interno di queste società partecipate.

In particolare se ne evidenziano diverse, ci sono delle perdite tutto sommato anche abbastanza contenute, però comunque degne di attenzione ugualmente, su varie società, non è soltanto la Fiera di Bologna.

Sulla Fiera di Bologna si fa un riferimento particolare, anche perché abbiamo giusto 6-7 mesi fa approvato con legge regionale l’aumento di capitale. Aumento di capitale che abbiamo autorizzato fino a 2 milioni e mezzo, e che abbiamo autorizzato nell’ottica di un rilancio complessivo della Fiera, una ricapitalizzazione ampia, una ricapitalizzazione sulla quale in realtà - sono stato relatore di minoranza di quel progetto di legge - un po’ delle zone d’ombra già vi erano.

Erano quelle legate al fatto che comunque la Regione andasse a immettere risorse fresche, si andasse ad aprire la porta a un Fondo che garantiva un prestito per altri 20 milioni, o 25 ‒ adesso vado a memoria e non ricordo ‒ ma soprattutto si ammettevano due soci, Camera di Commercio e Comune di Bologna, a effettuare conferimenti in natura, della quale non si conoscevano allora ancora il valore. Non si conosceva il valore in quanto devono essere necessariamente periziati.

Il fatto poi è stato che qual era il cono d’ombra o l’elemento non dico di criticità ma comunque sul quale sicuramente una maggior trasparenza avrebbe giovato al nostro Ente? Quello legato alla non certezza, o meglio certezza del fatto che i beni che si intendevano conferire in natura non fossero, di fatto, immediatamente produttivi di risorse. Quindi, in un qualche modo si andava ad accettare una differenziazione di quote basate su future individuazioni dei valori, rispetto a cespiti che, in realtà, non portavano risorse, quindi linfa economica alla Fiera. Questo è stato puntualmente tradotto. Quando si è arrivati alla perizia da parte degli Enti proposti, dei soggetti preposti, la nostra quota si è ridotta. Noi avevamo una partecipazione dell’11,50 e qualcosa. Avevamo l’11,56. Noi oggi abbiamo il 9,44. Abbiamo il 9,44 pur avendo conferito risorse fino a 2,5 milioni. È chiaro, fa parte di un aumento di capitale complessivo, ma l’aumento di capitale di chi ha conferito in natura, senza che, però, questo si traducesse ‒ ripeto ‒ in risorse immediate per la Fiera, ha determinato una corrispondente e proporzionale riduzione della nostra quota. A fronte di che cosa? A fronte di un soggetto, una società che ha avuto perdite, nell’anno 2022, per 14.179.000 euro.

Abbiamo avuto, poi, perdite per 35 milioni portate a nuovo. Sostanzialmente, si è portata a nuovo la perdita anche del 2022. Totale: 50 milioni. Questo determina il fatto che la Corte dei conti ha detto: “Scusate, voi state partecipando a un soggetto, nonostante gli aumenti di capitale, state riducendo addirittura anche le quote, avete messo un prestito obbligazionario di 25 milioni” confermo. Il rischio, appunto, è che questa situazione comporti che, alla fine, ci si trovi a indebitarsi senza alcun tipo di controllo. La Corte dei conti conclude esprimendo motivate perplessità sulla situazione finanziaria della società come sopra delineate e ribadisce la forte opportunità che la Regione segua con molta attenzione lo sviluppo della vicenda.

Nient’altro da dire, se non sul fatto che con l’ordine del giorno che abbiamo presentato chiediamo che vi sia un impegno formale da parte della Giunta a seguire l’andamento della situazione debitoria di BolognaFiere S.p.A., in particolare rispetto a quelli che sono stati i rilievi specifici della Corte, quindi in particolare il prestito obbligazionario convertibile stipulato, e a riferire periodicamente le dinamiche e le evoluzioni di questi controlli in sede di competente Commissione assembleare.

Credo che sia un atto dovuto dal punto di vista della trasparenza, sia un atto dovuto rispetto al fatto che stiamo investendo in questa società risorse pubbliche non banali in un momento di difficoltà particolare.

Come dicevo prima, noi abbiamo bisogno di monitorare con attenzione ogni voce di spesa, quindi chiaramente tutte le situazioni che possono essere potenziali fonti non dico di danno erariale, perché il danno erariale richiede altri presupposti, ma comunque di cattiva gestione della spesa pubblica - questo sì -, quindi in questo caso credo che la partecipazione in BolognaFiere debba essere attentamente monitorata e controllata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Vorrei provare ad affrontare il dibattito politico non in questa fase del bilancio, anche perché vedo animi un po’ tesi, ma credo sia almeno per me doveroso spiegare com’è nato l’iter di questa discussione soprattutto nelle Commissioni, perché credo che in un certo senso qualcosa si sia rotto.

In Commissione chiamavo questo un vero e proprio voto di fiducia nei confronti della Giunta, perché a noi dell’opposizione non è stato concesso di presentare emendamenti, nessun emendamento è stato approvato, anche quelli che non andavano ad incidere particolarmente su spese che sappiamo essere gravose in una situazione molto complessa e onestamente continuiamo, me ne faccio portavoce, a chiederci perché, soprattutto perché ci viene chiesto in un voto di fiducia anche rispetto a molte questioni che ci sono ancora da dirimere, ma su questa parte io vorrei parlare dopo.

Vorrei parlare dopo anche cercando di concentrarmi non sulla relazione della Corte dei Conti, che sicuramente è interessante, ma quello che proverò a fare emergere è una relazione ancora più interessante, che in un certo senso chiarisce anche molte storture di questo bilancio che non sono responsabilità di questa Giunta.

La relazione a cui mi riferisco è quella dei revisori dei conti, che racconta, scusate la ridondanza, però racconta in realtà una storia ancora più complessa, che parte dal 2001. Sicuramente non con il presidente Bonaccini, ma con i precedenti presidenti e anche tutto il dramma che noi oggi stiamo vivendo nei confronti della sanità. Ne parlerò dopo.

Oggi invece, proprio per quanto riguarda il rendiconto, adesso, in questo momento vorrei provare a parlare di contenuti e anche di un ordine del giorno che ho presentato, che riguarda proprio il tema della casa. Anche se non ho avuto modo di poterne discutere e anche di trovare un accordo, spero che in realtà in questa Assemblea poi si possa trovare un accordo su temi più complessi, anzi altrettanto complessi come quelli della casa.

In particolare, ci sono 54 milioni sull’edilizia residenziale pubblica e locale e i piani di edilizia economico-popolare e altri 45 milioni per il diritto alla casa. Io mi sono chiesta, soprattutto per quanto riguarda il rendiconto, su cosa andranno queste risorse. Sicuramente, credo, sono per il Piano casa della Regione. Con questo piano la Regione, come ben sappiamo perché ormai è uno strumento consolidato, eroga le risorse a favore degli enti locali, Comuni, Unioni di Comuni e Città metropolitana, sotto forma di tranche anticipate.

Con tali risorse, come sappiamo, la dinamica è particolare. Gli inquilini aderenti al programma, chiamati utilizzatori, possono ricevere un contributo a fondo perduto, in quota affitto, e inoltre non devono corrispondere il deposito cauzionale. I proprietari ricevono, per tramite dell’Agenzia e fino a specifici massimali, un contributo per i costi in fase di attivazione, conduzione e chiusura del contratto e inoltre sono tutelati da un fondo importante di garanzia per morosità e assistenza giudiziale. Infine, è previsto un fondo per l’esecuzione di piccoli interventi manutentivi ordinari e straordinari. L’Agenzia riceve un contributo a copertura dei servizi svolti.

Io su questo, scusate, in un tempo così impegnativo dal punto di vista della casa ma anche pensando a un tema che ricorre nel nostro dibattito politico, ho parecchie perplessità soprattutto per quanto riguarda gli studenti universitari. Perché in un periodo così drammatico dal punto di vista economico, mi chiedo se non rischiamo di sprecare risorse, con questa strana, preoccupazione di controllare quello che non possiamo controllare, che arriva fino a dare l’onere agli Enti locali di costituirsi come agenzia.

Non sono previste risorse che gli Enti locali possano utilizzare per prevedere sgravi fiscali ai proprietari, ad esempio riduzione o cancellazione dell’IMU per locazioni ed alcune categorie - ricordo che il sindaco Nardella in realtà ha utilizzato questa leva, una leva molto importante - che rendano più vantaggiosa la locazione di medio-lungo termine rispetto a quella di uso turistico.

Non penso possa risolvere il problema, è evidente, ma credo che almeno un inizio di una discussione, basato su un ordine del giorno che è stato presentato, è fondamentale, e può essere una delle tante leve da aggiungere alle altre.

Se non si entra nel meccanismo della domanda e offerta, continueremo a dare contributi a pioggia a chi paga affitti troppo alti, sempre più alti, non potremo farlo in eterno, quando invece bisogna pensare a come abbassarli aumentando l’offerta.

Riguardo al diritto allo studio, l’assessore cita i risultati delle borse di studio, dell’aumento dei posti letto negli studentati, grazie agli investimenti di Er.Go e bandi PNRR. Un traguardo importante, che è stato appena rimodulato tra l’altro proprio questa settimana, ma che riguarda un 20 per cento degli studenti da target dell’Unione Europea. Il restante 80 per cento degli studenti si rivolge al libero mercato degli affitti e si trova in una situazione drammatica.

L’assessore Colla ci ha raccontato di aver aggiunto in assestamento un milione sulla legge dei talenti. Benissimo, ho sempre detto che questa legge è una legge di grande valore. Però, vorremmo un passo in più, vorremmo capire quali sono le fasi attuative di questa legge così importante perché, come anche a voi accadrà, ci troviamo di fronte a ricercatori che da settembre inizieranno a lavorare qui, non riescono a trovare un alloggio per la propria famiglia e al momento non ci sono nessun tipo di risposte sul breve termine. E questo ci preoccupa molto. A questo dobbiamo pensare e dobbiamo avere uno sguardo sicuramente oltre al medio e lungo termine.

Per questo, con un ordine del giorno che ho presentato, ho chiesto alla Regione che promuova una puntuale mappatura dei posti letto a libero mercato disponibile. Ce n’è bisogno, dobbiamo capire in che situazione ci troviamo.

Poi ho chiesto forme di incentivo per le città che adottano politiche per l’aumento dell’offerta di alloggi e studentati e si avvii un confronto con Governo e ANCI per valutare la riduzione delle imposte comunali, dell’IMU ai privati che decidono di affittare un proprio immobile a studenti universitari fuori sede.

Ho presentato nel rendiconto, secondo me, una parte fondamentale, quella dell’abitare, guardando soprattutto il bisogno degli studenti universitari, ma anche di tante famiglie giovani, che evidentemente bussano alla porta di tutti i consiglieri seduti in questa Assemblea.

Mi riservo l’intervento politico in un secondo momento, sperando di poter arrivare anche all’accoglimento degli ordini del giorno, soprattutto che riguardano la sanità, e anche il ripensamento di fronte a emendamenti che, io almeno, ritengo importanti per questa regione, per tutti i cittadini di questa regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Altri in dibattito generale? Non ho altri iscritti in dibattito generale.

A questo punto, chiedo ai relatori, consigliere Sabattini a consigliere Marchetti, se hanno qualcosa da aggiungere.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Fuori dal ruolo stretto di relatore, mi permetto qualche valutazione politica in più, anche rispetto al dibattito che ho sentito.

Nella relazione, nell’illustrazione ho tentato di collocare questo rendiconto all’interno di un quadro generale, complessivo, sia nazionale che proprio geopolitico, nella consapevolezza che non ci troviamo al di fuori del contesto generale. Pensare che tutte le forze esogene che possono insistere sul nostro territorio, sulle nostre politiche sia una roba che non riguarda la Regione Emilia-Romagna o che non abbia impatti su di essa, diciamo che è un po’ lo spirito nazionalista, però fatto sempre al contrario.

Non mi ha stupito il fatto che il dibattito si sia sviluppato, ovviamente, con un focus sul tema sanitario, però ricorderei a tutti che è stato proprio nella relazione di apertura che ho sottolineato per più di un terzo dell’intervento la criticità sollevata dal giudizio di parifica, ma anche un po’ di valutazioni di contesto.

Qui nessuno vuole nascondere gli elementi di criticità, però almeno per un dato di realtà, fuori dal semplice e stretto dibattito politico di scontro, prova a collocarlo all’interno di un dato di realtà, come il fatto che la sanità pubblica, la sanità della Regione Emilia-Romagna, non da oggi ma ormai da anni, sia considerata il punto di riferimento a livello nazionale.

Questo vuol dire che non ci sono degli elementi di criticità da affrontare? Assolutamente no. Che non ci sono degli elementi di miglioramento da apportare? Assolutamente no. Pare alquanto paradossale il fatto che oggi nei banchi del Centrodestra, su un dibattito così importante, ci si fregi della medaglia di essere quelli che vogliono difendere un sistema di sanità pubblica, dove il concetto di sanità pubblica è quello che abbiamo visto ieri, che viene dal Centrodestra, in Regione Lombardia, o con l’approccio organizzativo che abbiamo visto in altre Regioni, che vedono una percentuale di offerte di servizio sanitario pubblico considerevolmente minore rispetto alla Regione Emilia-Romagna.

Ci sono idee diverse, ma al concetto delle idee diverse bisogna anche assumersi la responsabilità, perché è certo che il tema della sanità pubblica in Emilia-Romagna è elemento anche identitario, identitario anche di quelle persone che dentro la cabina elettorale votano Centrodestra.

Oggi a dire la verità di cosa si pesi sull’organizzazione sanitaria sia a livello nazionale che a livello locale non si consolidano i consensi, anche perché l’esperienza dei cittadini emiliano-romagnoli sull’organizzazione sanitaria, con tutte le migliorie che sono necessarie come in tutti i campi, vedono la centralità della sanità pubblica come elemento, quindi cerchiamo di evitare di cambiare le carte in tavola. Ragazzi, cerchiamo di fare anche qui un’operazione di verità. Ma da che cosa è composta la spesa sanitaria? Le macro-voci? Il personale. Io ricordo interrogazioni e risoluzioni da parte sia della maggioranza che dell’opposizione di richieste di ulteriori presìdi, richieste di ulteriori servizi. Quelli si fanno non ancora con robot o intelligenze artificiali. Alcune cose non si possono fare così, in ogni caso, anche in un futuro. D’altra parte serve personale.

L’altra spesa importante sono gli immobili e quindi i luoghi. Possono essere efficientati? Certamente. Ci sono investimenti sia dal piano degli investimenti dell’articolo 20 sia dalle risorse che abbiamo già destinate – le uniche, devo dire, che da PNRR hanno competenze direttamente le Regioni – per investimenti di efficienza, oltre che di costruzione di nuove sedi territoriali per l’offerta, appunto, della sanità territoriale.

Dall’altra parte ci sono i farmaci. Allora, per ridurre velocemente anche la spesa la scelta può essere anche quella che farmaci sperimentali, nuova ricerca, da questo punto di vista, il pubblico non li fa più. Vedete in cosa si traduce? Non è il nostro approccio, perché non è concepito così il sistema. Se una persona ha bisogno di quei farmaci, se non sei proprio sicuro che può avere un effetto positivo, quei farmaci non li somministri più. Questa è la traduzione pratica di quello che stiamo dicendo.

È per quello che noi continuiamo a insistere che non si può pensare che l’invecchiamento della popolazione, la crescita della sanità territoriale si traducano con un calo delle risorse. Ragazzi, se solo dal DEF, oltre che il calo percentuale, che è previsto negli anni, di finanziamento di sanità del sistema sanitario pubblico, una percentuale la applichi su un prodotto interno lordo più largo, il valore assoluto può essere anche parzialmente positivo, ma con un’inflazione all’8 per cento, un aumento dei costi di quel tipo, se non riconosco neanche l’adeguamento dell’inflazione… Adeguamento di inflazione significa che quello che facevo ieri lo continuo a fare oggi, senza spendere nulla di più, perché è il resto dell’inflazione.

Questi come li chiamate voi? Io li chiamo “tagli”. Con un cambio anche della necessità, dei bisogni che oggettivamente tutti quanti registriamo. Parliamo ‒ giustamente il collega Facci lo sottolineava prima ‒ di rigidità della spesa. La rigidità della spesa, ovviamente della spesa sanitaria, ho provato a fare qualche esempio, è chiaro che rende ancora più difficile l’elemento ragionieristico di “taglia e cuci”. Certamente non c’è nessuno che voglia far subire, come prima ricordava la consigliera Evangelisti, tagli ai servizi ai cittadini. Ed è questo anche il grande sforzo che l’assessore Donini sta provando a mettere in campo, in un quadro oggettivamente di risorse calanti.

Dall’altra parte, credo che anche la traduzione di queste frasi debba essere seguita da un elemento di scelte coerenti. Se si ritiene che la sanità debba essere migliorata, debba essere più territoriale, debba avere maggiori servizi a livello dei cittadini, non nascondiamoci dietro la temporaneità di un Governo amico a livello nazionale, dello stesso colore, ma cerchiamo di metterci tutti quanti la giacca dei rappresentanti della Regione Emilia-Romagna e di questo sistema, che ‒ lo avete prima sottolineato ‒ volete difendere, cercando di fare in modo che possa avere ancora un futuro.

Per quello che riguarda gli altri aspetti, noi ‒ faccio solo questo elemento di sottolineatura, perché ne avevo parlato nella relazione ‒ accoglieremo l’ordine del giorno del consigliere Facci sul tema BolognaFiere, quindi passaggio in Commissione, al quale chiederemo solo di sostituire una parola. Lo faccio a microfono direttamente: sostituire la parola “rischi” con “impatto”, elemento che nell’impegno trovate con questa dicitura, poi magari agli uffici scrivo direttamente la proposta, come voteremo favorevolmente all’ordine del giorno presentato dalla maggioranza e a quello della consigliera Piccinini sul salario minimo.

Per quanto riguarda il tema posto dalla consigliera Castaldini, purtroppo per la mia storia in Commissione evidentemente non sono riuscito ad essere bravo come lei nel raccontarla, ho provato a rispondere anche nel merito sia al fatto che non è la strada, quella del finanziamento della fiscalità comunale su quegli elementi, su quell’aspetto.

Devo dire che trovo questo ordine del giorno (quella discussione non c’era ancora stata in Commissione) particolarmente singolare sul tema dei posti letto per gli studenti universitari, dopo che la terza rata del PNRR ha visto un decurtamento proprio per una mancanza del nostro Governo su questi aspetti.

Credo che questa parte meriti una discussione politica, che certamente dovremo fare perché la tensione abitativa è molto forte non solo per gli studenti, ma per tutti i cittadini, ma che non si possa risolvere, a nostro parere, con un semplice elenco di proposte, neanche contingentate all’interno di una procedura per come metterle in pratica.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Replico più che volentieri, anche perché in questo momento abbiamo il piacere di avere qui in aula anche il presidente Bonaccini, al tempo stesso, ovviamente, l’assessore con delega al bilancio e l’assessore Donini con delega alla sanità.

Questo lo dico perché ci troviamo ad affrontare un argomento estremamente importante. Condivido ciò che ha detto il relatore di maggioranza, che ovviamente ringrazio per il confronto che ha sempre garantito durante l’iter di questo rendiconto sul bilancio d’esercizio 2022. Stavo dicendo che condivido il fatto che abbia detto con chiarezza che quest’anno il rendiconto assume una importanza notevole. Questo perché, proprio come ho detto prima, durante la mia relazione, ritengo che questa sia un po’ l’ultima chiamata per quanto riguarda l’ordine che dovremo garantire sui conti della nostra Regione.

Chiaramente, per ovvie ragioni, il dibattito si è sviluppato principalmente sull’ambito sanitario. Era inevitabile, ne abbiamo parlato per più di un anno, per quanto riguarda gli equilibri che venivano meno, i disavanzi registrati a livello aziendale, il buco registrato a livello regionale, colmato con sforzi immani, mai visti prima, giudicati irripetibili dalla Corte dei conti.

Proprio per questo è assolutamente fondamentale confrontarsi in questo momento ognuno con il proprio punto di vista, chiaramente, ma confrontarsi sui contenuti, su ciò che intendiamo fare per evitare il riproporsi di una situazione di questo tipo nel 2023, nel corrente anno, perché preoccupa il fatto che gli elementi di allarme che abbiamo visto fino ad oggi si stiano riproponendo, seppure in maniera inferiore, anche sul 2023.

Prima, quando ho parlato di costi sproporzionati rispetto ad altre Regioni, vedevo l’assessore Calvano che scuoteva la testa. Voi per primi ci avete sempre raccontato che l’Emilia-Romagna ha registrato un disavanzo di questo tipo per via dell’organizzazione della sanità a livello territoriale. Per carità, è comprensibile questo. Sicuramente una presenza maggiore di strutture a livello territoriale comporta anche un aumento dei costi. Questo è fuori discussione, ma è compito nostro poi andare a vedere che servizi offriamo alla cittadinanza, perché non basta far quadrare i conti. Bisogna anche garantire dei buoni servizi.

Ora, se noi continuiamo a ritenere opportuno mantenere un atteggiamento autoreferenziale di questo tipo, senza mettere minimamente in discussione la propria organizzazione interna, la possiamo chiudere qui la discussione. Io credo che tante volte la verità stia nel mezzo. Dobbiamo affrontare anni e anni di tagli lineari sulla sanità, e su questo credo che siamo tutti d’accordo. Ho ricordato i primi 30 miliardi tagliati negli anni passati, dai precedenti Esecutivi, sulla sanità, che hanno portato, comunque, a delle riorganizzazioni forzate a livello territoriale.

È altrettanto vero, però, che per il corrente anno si prevedono 2 miliardi in più sul Fondo sanitario nazionale. Poi, voi mi potete dire che non bastano. Si può fare meglio? L’ha detto...

 

(interruzione)

 

MARCHETTI Daniele: Se mi lascia parlare un attimo. Lo stavo dicendo. Una volta che faccio un’apertura, lei mi interrompe.

Stavo dicendo che lo stesso ministro Schillaci ha riconosciuto il fatto che si potrebbe fare di più. Okay? Ho detto questo al microfono? Al tempo stesso, però, voi non potete barricarvi in maniera ideologica dietro le vostre convinzioni, senza fare un minimo di mea culpa su ciò che è stato fatto. Comunque, di malagestione non abbiamo parlato soltanto noi, ma anche i vostri tecnici. E su questo non ci piove.

Vogliamo avviare una riflessione, tutti quanti insieme, in Commissione Sanità, su una possibile riforma del servizio sanitario regionale? Non ci siamo mai tirati indietro. Poi, ci possiamo dividere sulle idee. Questo è certo, è ovvio, direi. E per fortuna, diciamo noi e, penso, anche voi. Però un confronto ci deve essere su che sanità vogliamo avere.

Raccolgo, infatti, l’invito arrivato dal relatore di maggioranza, Sabattini. Ci vogliamo confrontare su questo tema. Lo abbiamo sempre fatto. Abbiamo presentato anche un progetto di legge nel 2022, che è stato bocciato, per carità, ma quelle idee continuiamo a portarle avanti. E lo stiamo facendo anche oggi con un ordine del giorno che vi abbiamo presentato. Sui costi, sugli acquisti, sui farmaci, sul materiale biomedicale: su questo potremmo lavorare, ad esempio, di concerto con le altre Regioni, avviando tavoli per avviare delle gare d’acquisto unitarie tra più realtà regionali. Cosa che, in realtà, è già stata fatta in altre occasioni. Cerchiamo di lavorare ancora su questo fronte per abbattere il prezzo unitario dei prodotti acquistati. Sappiamo benissimo tutti che, grazie a Intercent-ER, si recuperano risorse importanti.

Cerchiamo di immaginare, ad esempio, una gara d’acquisto allargata ad altre Regioni. Potremmo ricavare ulteriori risparmi. Questa è una delle indicazioni che abbiamo sempre dato e che anche oggi vi riproponiamo in questa sede.

Poi, è chiaro, c’è una riforma complessiva dell’assetto territoriale della sanità. Ad esempio sui CAU, sull’emergenza-urgenza, riteniamo ci siano molte luci e ombre. L’assessore Donini in più occasioni ha detto che noi dovremmo condividere questa riforma, perché è da cinque anni a questa parte che noi portavamo avanti l’idea, condivisa anche da voi come maggioranza inizialmente, degli ambulatori per codici bianchi e verdi.

Questa è un’evoluzione, quella dei CAU, degli ambulatori per codici bianchi e verdi, però in realtà sta diventando sostitutiva come soluzione, non un affiancamento, quindi le nostre perplessità derivano proprio da questo.

Vorremmo confrontarci perché, ad esempio, sull’emergenza urgenza, al di là di qualche informativa, noi non abbiamo mai visto un documento redatto dalla Giunta e portato e illustrato in Commissione, è stato approvato successivamente e non abbiamo potuto incidere minimamente su questo.

Oggi, quindi, noi vi chiediamo sulla riforma complessiva del Servizio sanitario regionale presentatevi prima in Commissione e ragioniamoci sopra tutti insieme, poi magari ci possiamo dividere, come dicevo prima, ma questo è un altro paio di maniche.

Avete la fortuna di avere un’opposizione che si mette in gioco, che non ha mai fatto mancare la propria proposta, ed è una fortuna perché, al di là dello scontro che può esserci a livello politico, avete la fortuna di avere di fronte a voi delle persone che non si tirano indietro, poi ci possiamo scontrare, però il confronto è sempre stato garantito in quest’aula, così come nelle Commissioni competenti.

Credo quindi che oggi abbiamo di fronte a noi un’opportunità straordinaria, quella di ragionare sull’efficientamento della macchina organizzativa regionale, perché abbiamo avuto modo di vedere che così come è oggi non può più andare avanti, e non lo diciamo soltanto noi, lo dice anche la Corte dei conti, che nel suo giudizio di parifica ha chiaramente espresso che la spesa non è coerente con il fabbisogno, quindi significa che il Servizio sanitario regionale così com’è non è più sostenibile.

Le cause possono essere molteplici, però il nostro compito qual è? Quello di garantire un servizio adeguato, ed è quello che stiamo cercando di fare tutti noi, ognuno con il proprio ruolo, perché rappresentiamo tutti quanti il proprio territorio di provenienza e quindi tutti teniamo al bene del nostro territorio e a garantire un ottimo Servizio sanitario.

Qui nessuno vuole smantellare il Servizio sanitario regionale privatizzando, perché fino ad oggi vi devo ricordare che i segni più davanti alla sanità privata li avete messi voi a livello regionale, non noi, i segni più li avete messi voi perché ne avevate bisogno, perché il servizio pubblico non era più in grado di garantire le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche. Questa è la realtà.

Allora non veniamo a raccontare delle menzogne in quest’aula o a presentarci qui con un certo nervosismo, perché la realtà è questa. Può piacere o non piacere, però questi sono i fatti. Quindi noi oggi, con coerenza con quanto abbiamo detto dall’inizio del 2022 ad oggi, ci presentiamo in questa occasione, appunto, discutendo il rendiconto 2022 con la stessa identica posizione, perché abbiamo iniziato a dirvi queste cose a inizio 2022, quando voi avete iniziato a imporre alle aziende sanitarie il risparmio e il contenimento dei costi. Era contenuto nelle linee strategiche date alle aziende a inizio 2022.

Quando sono suonati quei primi campanelli d’allarme, noi vi abbiamo chiesto subito un confronto puntuale su una seria riforma del servizio sanitario. Non ci siamo mai tirati indietro. Non lo stiamo facendo tanto meno oggi, però è chiaro che, come dicevo prima, la realtà tante volte sta nel mezzo. Non possiamo chiedere al Governo sempre di più, quando in realtà vi sta garantendo risorse ulteriori. Vi sta garantendo a livello nazionale 2 miliardi di euro in più. Possono non bastare, possono non bastare. Si può fare di più, però a livello regionale sicuramente non possiamo dire che va tutto bene.

Dobbiamo iniziare a ragionare su come efficientare e ricavare risorse importanti da investire, ad esempio, nel comparto e nei servizi che dobbiamo garantire. Questo è quello che dobbiamo fare ed è quello che stiamo cercando di fare anche noi, come opposizione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Adesso siamo arrivati alle conclusioni della Giunta. Passo la parola all’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Grazie all’aula per l’approfondito dibattito sul rendiconto e grazie al relatore Sabattini per il grande lavoro fatto e anche per l’illustrazione, il resoconto che ha dato del rendiconto, perdonate il gioco di parole, perché è stato molto puntuale e molto, molto efficace.

Non è un passaggio formale, lo abbiamo detto anche in sede di parifica con la Corte dei conti. In quella sede abbiamo anche detto che, come Regione Emilia-Romagna, non viviamo mai passaggi alla Corte dei conti con insofferenza, quella insofferenza che, purtroppo, invece abbiamo visto da parte del Governo negli ultimi mesi. Lo dico perché vengono spesso prese anche in quest’aula, da parte delle opposizioni, le cose che la Corte dei conti dice ed è giusto che vengano riprese. Poi, quando ci trasferiamo ad un altro livello, a livello governativo, vengono posti dei paletti all’azione della Corte dei conti rispetto all’azione, ad esempio, che il Governo sta facendo sul PNRR.

A mio avviso, è una distonia che emerge e rispetto alla quale credo si debba fare una riflessione.

Detto questo, è giusto che in quest’aula ci si concentri sulla parifica della Regione Emilia-Romagna, però credo sia anche opportuno ‒ ed è un esercizio che, insieme all’Assessorato, abbiamo fatto ‒ andare a vedere in quale contesto si inserisce la parifica della Regione Emilia-Romagna, quindi andare a vedere anche cosa è successo nelle parifiche delle altre Regioni a noi vicine o delle altre Regioni a noi simili. Se andate a fare questo esercizio, cos’è che scoprirete? Scoprirete che in tutte le parifiche ‒ ve ne cito alcune: Abruzzo, Toscana, Umbria, Molise, Liguria, Veneto, Lombardia ‒ il focus della Corte dei conti quest’anno è stato sulla sanità. Del resto, come poteva essere diversa la cosa?

Purtroppo, il tema della tenuta economico-finanziaria del sistema sanitario nazionale è un tema che è emerso in tutta la sua gravità già prima della fase delle parifiche. È emerso a chiusura dei conti 2022 delle Regioni in Italia, dove ‒ ha ben detto e ben richiamato il consigliere Sabattini ‒ il deficit denunciato da tutte le Regioni è un deficit vicino ai 2 miliardi di euro, che riguarda 15 Regioni su 21, nei quali emergono dati che sono ancora più preoccupanti di quelli dell’Emilia-Romagna. Lo dico perché il consigliere Marchetti qua ha sostenuto una tesi che non so dove abbia individuato ‒ prendo atto di quello che ha detto; ognuno si assume le responsabilità delle cose che dice ‒ parlando di un deficit dell’Emilia-Romagna molto diverso dal deficit delle altre Regioni. Allora andiamo a leggere il deficit delle altre Regioni: Friuli-Venezia Giulia, 89 milioni; Liguria, 65 milioni. Due Regioni molto più piccole della Regione Emilia-Romagna. Andiamo su dimensioni più simili all’Emilia-Romagna: 216 milioni il Lazio, 148 milioni la Puglia, 247 milioni la Sicilia, 128 milioni la Sardegna. Dato Corte dei conti Emilia-Romagna: 84,9 milioni, più 15 recuperati nel corso del 2022. Erano 800, consigliere Marchetti, perché ci sono soldi depositati nella GSA che vengono messi in conto e utilizzati sulle aziende in fase finale dei bilanci. È sufficiente guardare queste cose prima di dare dei numeri a caso, perché dare numeri a caso è fuorviante nei confronti dei cittadini e del dibattito pubblico, che dovrebbe avere la dignità di essere un dibattito fatto su dati reali e su quella che è la realtà, e non certifichiamo noi, come Emilia-Romagna, la realtà, fortunatamente ci sono soggetti terzi che la certificano per noi.

La Corte dei conti ha certificato per l’Emilia-Romagna, purtroppo, un disequilibrio vicino ai 100 milioni di euro che abbiamo recuperato. Lo dico perché a me è piaciuto il dibattito di oggi, anche alcuni toni collaborativi che sono emersi, però vi ricordate le cose che dicevate fino a qualche mese fa, vi ricordate le conferenze stampa e le uscite pubbliche in cui annunciavate il commissariamento dell’Emilia-Romagna? Lo avete fatto molto spesso (non darei colpe ai giornalisti nel caso in cui abbiamo tirato dei titoli), lo avete fatto molto spesso, e noi, rispetto a questo, abbiamo invece messo in campo un impegno finalizzato a creare le condizioni perché il Sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna e la sua impronta pubblica universale potessero essere tutelati nel miglior modo possibile.

Ce l’abbiamo fatta nel 2022 come ce l’abbiamo fatta nel 2021, ce l’abbiamo fatta, è stato certificato ed è stato certificato anche che abbiamo fatto grandi sforzi per poterlo fare, perché è così che si fa, “whatever it takes” diceva Draghi quando doveva fare cose straordinarie con la Banca centrale europea, uno sforzo straordinario anche quello, certo, in quell’epoca fu fondamentale per salvare i conti dell’Europa e dell’Italia, così come noi oggi abbiamo fatto uno sforzo straordinario per la tenuta e la successiva valorizzazione del Sistema sanitario pubblico.

Un’operazione che abbiamo fatto e combinato sia guardando i conti 2022, sia usando le opportunità che avevamo avuto sul 2023. Lo dico perché è stato interessante questo dato che ho visto citare da Mastacchi e ho visto citare anche da Marchetti rispetto al fatto che nel 2022 abbiamo riorientato 15 milioni di spesa verso la sanità.

Ho sentito dire che quei 15 milioni che abbiamo riorientato sono frutto di inefficienze, 15 milioni di euro su 12 miliardi di spesa. Se fosse una inefficienza, ammonterebbe allo 0,125 per cento del bilancio. Nel caso in cui fossimo colpevoli di inefficienza, sarebbe un’inefficienza dello 0,125 per cento, ma il punto è che non è un’inefficienza. È semplicemente il fatto che, dopo otto mesi di gestione, a fronte di previsioni per fare alcune cose, si è scoperto, come è normale che sia, altrimenti non si chiamerebbero bilanci di previsione, si è scoperto che per fare quelle cose potevano essere sufficienti minori risorse. Quindi, non si chiamano inefficienze, si chiamano risparmi rispetto a progetti che comunque vengono portati a termine e ri-destinazione di quei risparmi a chi ne ha più bisogno e quindi al sistema sanitario. Questo abbiamo fatto.

Lo dico perché potrebbe capitarci ancora di farlo e, se succedesse, lo faremo nella logica dell’efficientamento della spesa e nella logica della tutela di un servizio fondamentale come quello della sanità, a cui teniamo talmente tanto… Qui mi fa piacere perché le nostre posizioni iniziano ad avvicinarsi. Le posizioni in quest’aula iniziano ad avvicinarsi perché, mentre per un certo periodo di tempo c’era una posizione che diceva occhio, il problema dell’Emilia-Romagna sta diventando un problema nazionale, c’era chi dall’altra parte diceva no, no, è un problema solo dell’Emilia-Romagna. Ora le posizioni iniziano ad avvicinarsi inevitabilmente, perché i dati purtroppo ci stanno dicendo che il tema è un tema che ha assunto dimensioni nazionali.

Lo avevamo già visto questo, perché se va in sofferenza l’Emilia-Romagna, che, come dice oggi Gimbe, ha i dati migliori di rispetto dei LEA e di appropriatezza e rispetto, appunto, degli obiettivi dei LEA…

 

(interruzione: “Lo ha detto il Ministero della salute quindici giorni fa”)

 

CALVANO, assessore: Ecco.

Quindi, di fronte a questo, se va in sofferenza un sistema come quello dell’Emilia-Romagna, probabilmente sta succedendo qualcosa nel Paese, ed è successa quella cosa, sta succedendo. Faccio mie le parole del Ministro Schillaci. Faccio mie le parole del Ministro del Governo Meloni-Salvini-Tajani. Le faccio mie, perché ha detto una cosa molto netta: servono almeno 3 miliardi per sistemare le falle. Per sistemare le falle almeno 3 miliardi.

Allora, è un problema dell’Emilia-Romagna o è un problema di tenuta nazionale di una politica che dobbiamo far di tutto per salvare e salvaguardare? Credo che, purtroppo, questa parifica, non quella dell’Emilia-Romagna, la parifica in Italia abbia fatto emergere drammaticamente questo problema e ci renda ancora più propensi a fare di tutto, anche in casa nostra, per poter affrontare questo problema.

Guardo il collega Donini. Le operazioni fatte con Intercent-ER in questi anni hanno determinato centinaia di milioni di euro di risparmi. Le operazioni che si stanno mettendo in campo rispetto a territori come Parma e Ferrara e all’unificazione delle aziende vanno nella direzione di migliorare e ottimizzare la spesa e il servizio. Ma di fronte a questo rimangono scolpite sulla pietra le parole del ministro Schillaci. Tenendo conto ‒ scusate se mi permetto di precisare anche questa cosa, però ci tengo a farlo ‒ che l’ultimo innalzamento del Fondo sanitario nazionale è avvenuto da parte del ministro Speranza, che ha immaginato... Anzi non “immaginato”. Ha messo nero su bianco nel bilancio triennale dello Stato 2022-2023-2024 un aumento del fondo di 2 miliardi all’anno progressivo, che questo Governo almeno ha confermato e non ha tagliato. Purtroppo, però, quella cosa fatta dal ministro Speranza si è scontrata con un altro dato di fatto, che vedete anche voi nelle vostre famiglie, che è il confronto tra quelle che sono le risorse a disposizione e la crescita dell’inflazione. I 2 miliardi di aumento del fondo 2023 sul 2022 rappresentano un aumento del fondo del 2,5 per cento. L’inflazione del 2022 sul 2023 ha toccato punte a doppia cifra per attestarsi intorno all’8 per cento. Capite bene che solo questo divario rende insostenibile la spesa e ci obbliga, quindi, a dar forza alla riflessione che facevamo, che abbiamo fatto fino ad oggi e che continueremo a fare.

Consentitemi due ultime riflessioni. La prima sulle aziende partecipate. Bene ha fatto il relatore Sabattini ad accettare la richiesta di un confronto su una delle nostre partecipate, in questo caso BolognaFiere, in Commissione o dove riterrete più opportuno, perché è giusto che ci sia grande attenzione da parte dei soci sulle loro società partecipate.

Ci siamo impegnati, abbiamo già messo in campo il percorso anche nei confronti di Corte dei conti per rafforzare la governance unitaria delle nostre partecipate, perché non possono essere qualcosa che fa storia a sé, ma devono stare dentro un sistema di politiche pubbliche dei soci, quindi ben venga questa scelta che è coerente con quello che stiamo facendo, che ci siamo impegnati a fare con Corte dei conti in quello scambio sempre produttivo che abbiamo in fase di rendiconto e in fase di parifica.

Così come consentitemi un accenno sulla spesa e anche sulle entrate. Noi abbiamo indici di realizzazione su entrate e su spesa che vanno dall’81 per cento a oltre il 90 per cento. Sono indicatori che non sono solo numeri, ma ci danno anche l’idea di come, a fronte di una programmazione, ci siano poi strutture e organizzazioni che fanno di tutto per mettere a terra quelle idee inserite all’interno della programmazione.

A questo aggiungo un altro dato, che magari non è oggetto dell’attenzione della Corte dei conti o in realtà lo è in maniera non così sistematica, che è il tema del nostro approccio rispetto ai fondi europei.

È evidente come la programmazione 2014-2020 ci abbia chiaramente detto e certificato quanto l’Emilia-Romagna sia stata capace di utilizzare al meglio tutti i fondi europei, anche riprogrammandone in via straordinaria a causa del Covid 250 milioni, se non vado errato. Nonostante questo siamo arrivati a compimento di quella spesa.

Stessa cosa stiamo facendo con la programmazione 2021-2027, abbiamo messo a terra, attraverso bandi, già il 40 per cento delle risorse a nostra disposizione, dall’agricoltura alla formazione, alle politiche per il lavoro, agli investimenti pubblici e privati. Credo che sia un vanto che questa Regione deve avere, credo che sia una di quelle cose che deve resistere il più possibile all’interno di questa Regione, questa capacità di far di tutto, di trasformare gli obiettivi in realtà, in fatti concreti.

Per questo ‒ e concludo ‒ consentitemi di ringraziare coloro che lo rendono possibile, perché la politica deve programmare, la politica deve indicare la mission, ma poi ci sono persone, uomini e donne, che lavorano all’interno di questa Regione e che fanno di tutto per trasformare quegli obiettivi in realtà. Il loro lavoro è un lavoro prezioso. È un lavoro fondamentale, che a volte non viene neanche adeguatamente valorizzato nel dibattito pubblico. Anch’io sorrido quando un comico come Checco Zalone parla del dipendente pubblico e gli attribuisce il posto fisso. Anch’io come lui sorrido, come voi sorrido, ma non sono d’accordo. Non sono d’accordo, perché il dipendente pubblico, le persone che lavorano nella pubblica amministrazione, uomini e donne, sono la spina dorsale del nostro Paese e possono essere coloro che fanno la differenza in un Paese. In Emilia-Romagna la stanno facendo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti):

Grazie. A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.

Ricordo che è un articolato costituito da 12 articoli.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultimo articolo.

Articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo al dibattito generale sugli ordini del giorno.

Abbiamo sei ordini del giorno: il primo ordine del giorno è a firma della consigliera Piccinini; abbiamo il 6762/2 a firma del consigliere Marchetti, e su questo documento insistono cinque emendamenti a firma Maletti, Marchetti Daniele e Pigoni; poi abbiamo un ordine del giorno a firma del consigliere Facci, con correzione di errore materiale; un ordine del giorno a firma della consigliera Castaldini; l’ordine del giorno n. 5, a firma Mumolo, Rossi e Bulbi; l’ultimo ordine del giorno è a firma Rainieri e Occhi.

Qualcuno vuole intervenire sugli ordini del giorno? Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Gli ordini del giorno non sono tanti, però ce ne sono due ‒ in particolare il primo, quindi il n. 1, a firma Piccinini, e il n. 5, a firma Mumolo ‒ che hanno come riferimento la questione del salario minimo legale. È una materia di assoluto interesse e anche di assoluta grande delicatezza. Credo sia una materia che giustamente deve essere affrontata, perché non è possibile concepire che vi siano lavoratori sfruttati e sottopagati.

In questa terra abbiamo anche buoni esempi di situazioni di questo tipo purtroppo, perché conosciamo tutti i sistemi che si richiamano alla solidarietà, alla cooperazione e alla mutualità, che poi in realtà sfruttano persone pagandole poco o niente, quindi sottopagandole e di fatto sfruttandole.

L’argomento ci interessa, non so se sia la sede di presentare degli emendamenti a un collegato, in questo caso al rendiconto, cioè vorremmo che vi fosse una sede più appropriata, sicuramente la sede nazionale è la sede deputata, possiamo sollecitare, possiamo tenere alta l’attenzione, però non vorrei fare confusione e banalizzare un argomento importante.

Credo che la tecnica di presentare degli ordini del giorno al rendiconto, sul quale obiettivamente c’è poco da intervenire, non sia la tecnica corretta, fermo restando che da parte nostra vi è la sensibilità sul tema, anche perché - ripeto - in questa terra esempi di situazioni che si richiamano alla solidarietà, alla mutualità, ma in realtà utilizzano le risorse sfruttando la povera gente sono tante, quindi l’argomento è assolutamente delicato.

Non condividiamo la procedura, il fatto di collegarlo ad un rendiconto, ma disponibilissimi, perché se i sottoscrittori vorranno allargare questa questione coinvolgendo i soggetti che hanno la possibilità di intervenire, sicuramente ci troveranno favorevoli.

Su questi ordini del giorno non riteniamo però che sia la forma corretta, e quindi ci tenevo a rappresentarlo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo, ovviamente, perché sollecitata dal collega Facci. L’ordine del giorno è già stato illustrato. Lo sappiamo che dietro paghe da fame ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari e, come dicevo, il problema della povertà è un problema che riguarda anche la nostra regione, che ha visto il tasso di povertà relativa aumentare negli ultimi anni.

Io però credo che oggi non possiamo perdere questa occasione perché c’è un progetto di legge, una proposta di legge in discussione alla Camera e credo che il momento di dare un segnale sia questo. Apprezzo le parole del collega Facci, però devo dire che penso che in qualche modo siano un tentativo, come si sta facendo a livello nazionale o come sembra che si stia facendo a livello nazionale, di prendere tempo per capire, appunto, cosa farà il centrodestra, che in questo momento mi risulta non abbia ancora dichiarato di voler ritirare l’emendamento soppressivo del progetto di legge in discussione.

Quindi, io non ritengo utile in questo momento ritirare questo ordine del giorno. Peraltro è un ordine del giorno scritto, come dire, in maniera laica. È un ordine del giorno che riporta dati oggettivi. Quindi non ci sono nemmeno discussioni politiche da fare in questo senso. O si è d’accordo o non si è d’accordo, però bisognerebbe in questo momento esplicitare questo tipo di posizioni, perché, ribadisco, il dibattito a livello nazionale si sta facendo adesso e adesso è il momento che questa Regione dica in quale direzione vuole andare, quale posizione vuole tenere.

Lo deve dire la Regione, ma penso che tutte le forze politiche debbano in qualche modo esprimersi perché, come veniva ricordato anche durante il dibattito generale, questa è una misura voluta dal 70 per cento della popolazione e dentro questo 70 per cento ci saranno sicuramente i cittadini che votano forze politiche, diciamo così, progressiste, ma anche forze politiche di centrodestra. Oggi il centrodestra deve dire chiaramente da che parte vuole stare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri sugli ordini del giorno? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene, voto elettronico per gli ordini del giorno. Dichiarazioni di voto.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Prima sugli ordini del giorno, consigliere Sabattini, e dopo…

 

SABATTINI: Faccio tutto. Sugli ordini del giorno ho già espresso le posizioni del Partito Democratico nel mio precedente intervento. Se ne è aggiunto un altro, che è l’ordine del giorno a prima firma Rainieri, che riguarda un elemento puntuale. Ovviamente non è una prassi quella degli ordini del giorno sugli elementi puntuali, che ‒ come sapete voi che siete in aula ‒ cerchiamo di non utilizzare in questo modo, soprattutto se non abbiamo neanche il tempo di verificarli.

Chiederei, cortesemente, al collega se può ritirare l’ordine del giorno e, magari, trasformarlo in una risoluzione, se lo riterrà opportuno, per una discussione magari anche in Commissione. In caso contrario, il nostro voto, anche per la modalità e la non possibilità di verificare il nostro voto, sarà contrario.

Visto che siamo agli ultimi minuti prima della pausa, ringrazio anch’io tutti per il dibattito. Credo di non dover aggiungere altro, dopo l’intervento dell’assessore Calvano, confermando il nostro voto favorevole al rendiconto 2022.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Mi dispiace per questo intervento del relatore contro l’ordine del giorno, che è stato presentato, come ho provato a fargli capire, all’ultimo, ma assolutamente in tempo per essere valutato.

È un impegno che riguarda un finanziamento che era già stato concesso dalla Regione a Schia, una delle principali stazioni per gli sport invernali della Provincia di Parma. Un intervento che, poi, è stato revocato e per il quale la Regione, la Giunta, l’assessore Corsini non più tardi di due o tre giorni fa, ricevendo i Sindaci dell’Unione interessati, aveva dato parere positivo alla presentazione di un emendamento di questo genere, che è stato condiviso non solo con i Sindaci, ma anche con la Giunta.

Mi dispiace di questo voto che ha espresso negativamente il relatore. Mi auguro che in questa pausa ci sia la possibilità di rivalutarlo, altrimenti vorrebbe dire che sia al relatore che alla Regione che ai colleghi parmigiani della loro montagna non importa più di tanto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Colleghi, sono le ore 13,02. Riprendiamo dalle dichiarazioni di voto e poi dalle votazioni dell’ordine del giorno, più emendamenti, ai progetti di legge dalle ore 14,30.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle 13,01

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME; Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA; Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Barbara LORI, Irene PRIOLO e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

7138 -  Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti". (Delibera di Giunta n. 1226 del 17 07 23)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7115 -  Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura del Passo "Croce Arcana", antica strada di montagna che collega Fanano (MO) e Cutigliano (PT). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7116 -  Interrogazione a risposta scritta sulla manutenzione della rete fognaria di Lugo. A firma del Consigliere: Liverani

 

7117 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere, in merito all'allagamento del Teatro Rossini di Lugo, di chi sia la competenza della messa in sicurezza del Teatro in caso di alluvione. A firma del Consigliere: Liverani

 

7119 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le tempistiche per la riapertura dei reparti chiusi durante l'emergenza Covid nell'ospedale di Guastalla (RE). A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

7121 -  Interrogazione a risposta scritta circa la rilevazione dei bisogni dei cittadini isolati, in conseguenza di eventi franosi e lavori stradali nella zona di via del Paleotto, a Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7123 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le tempistiche con le quali i Certificati Medici Sportivi per attività agonistica sono rilasciati dalle ASL regionali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7124 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle tempistiche e alle risorse necessarie per realizzare gli interventi indicati nell'ultimo Protocollo d'intesa sottoscritto da Regione, Comune e Città Metropolitana di Bologna sul Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM). A firma della Consigliera: Zamboni

 

7125 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla gestione dell'emergenza verificatasi a Lugo (RA), in conseguenza dell'inondazione e degli allagamenti del 17 e 18 maggio scorsi. A firma del Consigliere: Liverani

 

7126 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione intenda attivarsi presso ANAS assieme al Comune di Lama Mocogno e alla Provincia di Modena affinché possa essere effettuato un intervento risolutivo di ripristino della sede stradale della S.S. 40. A firma del Consigliere: Pelloni

 

7127 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere con quale tempistica verrà ripristinata la strada comunale di Rondinara nel comune di Montecreto (MO) e se, dal momento in cui il Comune non sta intervenendo in somma urgenza, verranno interessate per l'intervento la Protezione Civile e la struttura commissariale per l'emergenza alluvione in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Pelloni

 

7128 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai ritardi segnalati nella corresponsione ai cosiddetti "medici certificatori" dei compensi relativi ai certificati medici di infortunio e malattia professionale, rilasciati ai sensi dell'articolo 53 del DPR n. 1124/1965. A firma dei Consiglieri: Catellani, Marchetti Daniele, Delmonte

 

7129 -  Interrogazione a risposta scritta sull'intesa tra Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma finalizzata a modificare il Regolamento per l'esercizio delle attività artigianali, commerciali e per la somministrazione di alimenti e bevande nel territorio del centro storico. A firma del Consigliere: Rainieri

 

7131 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzo da parte della Regione Emilia-Romagna dei fondi straordinari stanziati dal Ministero della Salute, al fine di ridurre le liste d'attesa e scongiurare la rinuncia alle cure. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7132 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'opportunità di apportare modifiche al Piano regionale di prelievo del capriolo in selezione per la stagione venatoria 2023-2024, con particolare riguardo allo svolgimento di attività di analisi dei dati e di censimento degli esemplari. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7133 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'accordo di collaborazione tra Regione e Ministero della Salute per la custodia e messa in disponibilità dello ioduro di potassio ed altri antidoti nei depositi della Regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7134 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le cause che hanno portato, nel mese di maggio, agli estesi allagamenti nel territorio del comune di Conselice (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7135 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla competenza in materia di rilascio di autorizzazioni per gli impianti di trattamento fanghi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7136 -  Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione di posti auto per disabili presso l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, in seguito all'apertura di cantieri all'interno del nosocomio. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7137 -  Interrogazione a risposta scritta circa la carenza cronica di medici specialistici nell'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7139 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta ritenga necessario modificare o integrare la Convenzione tra Ausl e strutture fornitrici di dispositivi per disabili, prevedendo di addebitare direttamente all'Ausl il costo della riparazione degli ausili sostenuto dalle strutture fornitrici. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7140 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai risultati raggiunti dal servizio di street tutor nelle aree della stazione dei treni della città di Parma, in termini di riduzione di fenomeni di devianza e disordine urbano. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

7143 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla spesa sostenuta dal SSR per l'acquisto di dispositivi medici per gli anni 2019/2020/2021/2022. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni, Bergamini

 

7144 -  Interrogazione a risposta scritta circa i provvedimenti attuabili dal Commissario straordinario per la peste suina africana, anche relativi ai vincoli sull'attività venatoria. A firma del Consigliere: Molinari

 

7145 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per ripristinare il servizio di automedica del comune di Bentivoglio (BO) dalle ore 20.00 alle ore 8.00, in modo da garantire una copertura del servizio H24. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7146 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla realizzazione della via Emilia bis tra Parma e Sant'Ilario d'Enza. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

 

7147 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno riutilizzare i materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dai fenomeni franosi, qualora idonei, nei lavori di ricostruzione post alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7148 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla convenzione che l'Ente di Gestione per i Parchi e la biodiversità-Delta del Po ha stipulato con la "Associazione Nazionale Libera Caccia, segreteria comunale 7 Lidi" per le attività di gestione idraulica nelle Valli di Comacchio, e alla mancanza di personale che impedisce a un Ente Parco così importante di svolgere tutte le funzioni che gli competono. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7149 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito al servizio di trasporto in ambulanza di disabili in carrozzina. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7155 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se le strutture della Regione che offrono assistenza di tipo sanitario siano in regola con le prescrizioni antincendio vigenti e, in particolare, con le disposizioni di cui al D.M. 29 marzo 2021. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni, Bergamini

 

7156 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga necessario un nuovo approccio scientifico al piano di prelievo del cinghiale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7158 -  Interrogazione a risposta scritta sulle deroghe previste per il prelievo venatorio della specie protetta dello storno (Sturnus vulgaris). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7159 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per affrontare in modo sistematico il problema del deflusso minimo vitale (DMV), rivedendo i parametri applicativi in relazione ai torrenti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

RISOLUZIONI

 

7118 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad includere nel nuovo bando regionale di riparto dei fondi residui per i ristori Covid-19 per la montagna, tutti gli esercizi commerciali, compreso i noleggi di attrezzature per la pratica degli sport invernali e le società che gestiscono impianti di risalita a fune. (12 07 23) A firma dei Consiglieri: Pelloni, Pompignoli, Occhi, Delmonte, Facci, Marchetti Daniele, Rainieri

 

7120 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere, unitamente alle associazioni di rappresentanza del settore, alle organizzazioni ecosistemi territoriali della ricerca e innovazione, ulteriori misure a sostegno dell'integrazione degli obbiettivi di crescita e di sostenibilità nell'economia della ceramica regionale e ad aggiornare gli impegni e gli strumenti attuativi in relazione al quadro geopolitico ed economico. (13 07 23) A firma della Consigliera: Pigoni

 

7130 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare provvedimenti atti a sostenere il riconoscimento del diritto all'oblio per le persone che sono state affette da patologie oncologiche, a non subire discriminazioni nell'accesso all'adozione di minori e ai servizi bancari e assicurativi. (14 07 23) A firma dei Consiglieri: Gerace, Costa, Mumolo, Sabattini, Marchetti Francesca, Zappaterra, Caliandro, Pillati, Mori, Rontini, Dalfiume

 

7141 -  Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale a chiedere l'introduzione, a favore dei cittadini e delle imprese danneggiati dall'alluvione e dal dissesto idrogeologico del maggio 2023 in Emilia-Romagna, degli strumenti normativi e finanziari già previsti nell'emergenza e ricostruzione Sisma 2012. (19 07 23) A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Costi, Daffada', Costa, Mori, Fabbri, Mumolo, Rossi, Sabattini, Dalfiume, Gerace, Montalti, Bulbi, Caliandro, Marchetti Francesca, Maletti, Pillati, Rontini

 

7152 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale affinché solleciti il Governo per una progressiva attuazione della Riforma dello sport e, nell'ambito di un confronto costante con il mondo sportivo per valutare eventuali correttivi, individui risorse dedicate allo sport di base e il potenziamento del credito di imposta sulle sponsorizzazioni. (20 07 23) A firma dei Consiglieri: Costa, Marchetti Francesca, Mumolo, Zappaterra, Gerace, Rossi, Pillati, Caliandro, Dalfiume

 

INTERPELLANZE

 

7142 -  Interpellanza per conoscere il giudizio della Giunta a seguito del rilievo della Sezione di controllo della Corte dei Conti, relativo all'andamento economico-finanziario della società partecipata Bologna Fiere S.p.A..A firma del Consigliere: Facci

 

7151 -  Interpellanza relativa al pareggio di bilancio delle aziende sanitarie e alla continuità nell'erogazione dei servizi. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7154 -  Interpellanza per conoscere le motivazioni della mancata predisposizione dei programmi degli interventi selvicolturali necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali, prescritti dall'art. 73 della L.R. 7/2014. A firma del Consigliere: Facci

 

7157 -  Interpellanza relativa agli effetti del taglio dei boschi ripariali in termini di sicurezza e salvaguardia ambientale, soprattutto alla luce di quanto accaduto a seguito degli eventi alluvionali del maggio 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

6748 -  Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di ripristino della funzionalità della diga di Pavana, con particolare riguardo agli interventi di riparazione dei danni ambientali, di pulizia e di adeguamento sismico della struttura. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6751 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla deducibilità delle spese sanitarie relative alle quote di compartecipazione ai servizi sociosanitari per disabili. A firma del Consigliere: Occhi

 

6769 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'ammontare delle risorse regionali ed i relativi tempi di erogazione da destinare al Comune di Monte San Pietro per il potenziamento dell'offerta di posti negli asili nido. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6781 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta sia a conoscenza della situazione economico-finanziaria del comune di San Pietro in Casale (BO) e se sia già stato attivato il fondo a sostegno dei comuni in situazioni di squilibrio finanziario, ai sensi della legge regionale n. 20 del 24 novembre 2022. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

 

6783 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia stata valutata la compatibilità del passaggio della Linea rossa del Tram di Bologna su via Saffi con la criticità costituita dalla presenza del torrente sotterraneo Ravone e quali siano le opere eventualmente previste nel progetto per assicurare la stabilità della pavimentazione stradale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6784 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al monitoraggio degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d'acqua Idice, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6788 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda attivarsi presso l'Ufficio scolastico regionale per sollecitare l'accoglimento della richiesta avanzata dall'Istituto Comprensivo "Card. Agostino Casaroli" di Castel San Giovanni (PC) in merito all'attivazione di una ulteriore sezione di Scuola dell'Infanzia. A firma della Consigliera: Stragliati

 

6794 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'utilizzo da parte della Regione dei fondi statali per la lotta al dissesto idrogeologico. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6801 -  Interrogazione a risposta scritta per avere chiarimenti sulla bozza di documento intitolata "Linee strategiche di innovazione del SSR", relativa alla riforma del Sistema Sanitario Regionale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Pelloni, Facci, Pompignoli

 

6805 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla situazione finanziaria del comune di Crevalcore (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6816 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle condizioni lavorative dei dipendenti da Istituti di Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, occupati presso le sedi della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6823 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni strutturali che la Regione intende introdurre contro il consumo di suolo e per sapere se si ritenga doveroso appurare la liceità delle cementificazioni nelle aree a media ed elevata pericolosità idraulica. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6827 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riorganizzazione e alla formazione del personale dei Pronto Soccorso di Castel San Giovanni e Fiorenzuola (PC). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6829 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla destinazione dei fondi raccolti da Climate Clock attraverso i siti internet regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6831 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al problema delle infiltrazioni e delle altre eventuali problematiche edili e impiantistiche, dell'Ospedale di Cento. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6835 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle conseguenze del progetto regionale di riorganizzazione delle EU (Emergenze Urgenze), con particolare riferimento al tema degli organici e dell'organizzazione dei Pronto Soccorso. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6837 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano le opportunità generate dalla costruzione di una nuova Casa della Salute a Pievepelago (MO). A firma del Consigliere: Bargi

 

6853 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se l'Ambulatorio di Dermopatie Professionali presso il Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) di Sassuolo (MO) rimarrà attivo. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bergamini, Marchetti Daniele, Bargi, Stragliati, Facci

 

6872 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle tempistiche con cui l'AUSL di Modena concede le autorizzazioni alle forniture di presidi protesici alle persone diversamente abili. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6873 -  Interrogazione a risposta scritta in ordine alla conformità e coerenza con le norme relative al piano di emergenza di protezione civile e agli strumenti urbanistici per la tutela dal rischio idraulico di un progetto di riqualificazione territoriale ex l.r. 24/2017 nel comune di San Lazzaro di Savena (BO). A firma del Consigliere: Facci

 

6888 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia l'ipotesi di rimodulazione del servizio di automediche sul territorio provinciale di Ferrara.              A firma del Consigliere: Bergamini

 

6895 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di verificare la presenza di eventuali difficoltà nel reparto Radiologia dell'Ospedale di Parma. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6912 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se è intenzione della Giunta intervenire per salvaguardare il servizio H24 della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6914 -  Interrogazione a risposta scritta circa il servizio di Pubblica Assistenza di Sasso Marconi e Marzabotto. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6917 -  Interrogazione a risposta scritta in merito allo stato di digitalizzazione della documentazione inerente il fascicolo sanitario elettronico (FSE) in Emilia-Romagna, con particolare riguardo alla documentazione proveniente dalla struttura del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6939 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai tempi di attesa per effettuare le visite mediche per il riconoscimento della condizione di invalido civile, con particolare riguardo alla situazione dell'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6964 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla chiusura delle agende per la prenotazione di prestazioni sanitarie da parte dell'AUSL di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Cuoghi, Evangelisti

 

6969 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni che la Giunta intende mettere in campo per far fronte alla carenza cronica di personale sanitario in ambito medico, infermieristico, tecnico. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6973 -  Interrogazione a risposta scritta circa la riorganizzazione dei servizi emergenza/urgenza 118, in particolare per sapere se le attuali disposizioni, come protocolli di comunicazione e monitoraggio, siano sufficienti per garantire la pronta identificazione e risposta alle situazioni critiche e soluzioni per le criticità correlate all'attività dell'Applicazione Medico Link. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6976 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali forme di sostegno finanziario siano previste o in fase di valutazione per le Palestre che Promuovono Salute (PPS) e che offrono anche corsi di Attività Motoria Adattata (PPS-AMA), a seguito dell'approvazione della risoluzione assembleare oggetto 6317. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci, Stragliati, Liverani, Bergamini, Pompignoli, Rancan, Montevecchi

 

6981 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'attuazione del Programma Nazionale Garanzia Occupabilità Lavoratori, cd Programma GOL, in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6982 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a una festa organizzata presso locali pubblici di Bologna, concessi in gestione all'associazione Làbas. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6992 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per contrastare la proliferazione della specie alloctona del Granchio reale blu, che costituisce una minaccia per l'equilibrio degli ecosistemi della Sacca di Goro e delle Valli di Comacchio. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7000 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le attività svolte dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, istituita con deliberazione di Giunta regionale n. 1176/2021, con particolare riferimento a quelle propedeutiche alla riapertura del punto nascita presso l'Ospedale di Porretta Terme (BO). A firma del Consigliere: Facci

 

7006 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle tempistiche di attuazione di quanto previsto nel D.lgs. 36/2021, sulla Riforma del lavoro in ambito sportivo e nel D.lgs. 39/2021, sul Registro delle attività sportive. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

7012 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al ridimensionamento dei servizi di emergenza-urgenza nel territorio della provincia di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7015 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al rinvio dell'apertura della piscina comunale di Lizzano in Belvedere (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7022 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ad una possibile riorganizzazione dei reparti di medicina interna del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7100 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le azioni intraprese a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento Werther di Carpineti (RE). A firma del Consigliere: Costa

 

In data 10 luglio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 6979:

 

6979 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito al rinnovo dei tesserini dei cacciatori selecontrollori abilitati alla caccia in braccata e in girata. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

In data 17 luglio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, alle interrogazioni oggetti nn.: 6727, 6889, 6894, 6965

 

6727 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla riorganizzazione dei Pronto soccorso della regione e al mancato adeguamento del numero degli operatori sanitari. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6889 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere le determinazioni della Giunta a seguito di un avviso pubblico per medico ginecologo presso l'Ospedale di Porretta Terme (BO). A firma del Consigliere: Facci

 

6894 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa l'ipotesi di potenziamento dell'Ospedale dei Bambini di Parma, attraverso la strutturazione al suo interno di un Pronto soccorso pediatrico pienamente operativo h24, tutti i giorni. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

 

6965 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in ordine al mancato rimborso da parte della AUSL di Bologna della spesa sostenuta per la riparazione urgente della carrozzina di una persona affetta da disabilità motoria. A firma dei Consiglieri: Facci, Stragliati

 

In data 18 luglio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 7002:

 

7002 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito al finanziamento delle opere di ripristino dei canali dei Consorzi di Bonifica a seguito degli eventi atmosferici del maggio 2023. A firma della Consigliera: Castaldini

 

In data 19 luglio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn.: 6956, 6966, 6975, 6977, 6980

 

6956 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in ordine allo sfondamento di una sezione di tombamento del torrente Ravone in via Saffi a Bologna. A firma del Consigliere: Facci

 

6966 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in ordine ai recenti lavori di manutenzione lungo il torrente Idice, ed eventuali correlazioni con l'esondazione avvenuta nello scorso mese di maggio. A firma del Consigliere: Facci

 

6975 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito agli interventi di messa in sicurezza degli alvei del torrente Zena, nel comune di Pianoro (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6977 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito all'esistenza di un accordo tra Regione, comune di Parma e SOGEAP per l'allungamento della pista dell'aeroporto Verdi e agli approfondimenti progettuali ed ambientali richiesti dal provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). A firma della Consigliera: Zamboni

 

6980 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa all'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili (IRESA) dell'aeroporto Marconi di Bologna, con particolare riferimento alla destinazione delle risorse e all'attività di monitoraggio e verifica effettuata dalla Regione. A firma del Consigliere: Facci

 

Comunicazioni, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti all’interrogazione oggetto:

6776 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda condurre una ricognizione dei danni subiti dai privati e dalle imprese a seguito delle esondazioni di fiumi e torrenti causate dalle intense piogge degli ultimi giorni e quali misure saranno adottate per garantire loro sostegno economico. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità”, nella seduta del 13 luglio 2023, ha esaminato la petizione in oggetto:

 

6267 -  Petizione popolare per chiedere la costituzione di poli archivistici regionali. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 5 del 12 01 23) formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Statuto e regolamento”, nella seduta del 13 luglio 2023, ha esaminato la petizione in oggetto:

 

6268 -  Petizione popolare per chiedere "Misure per rafforzare la democrazia diretta e la cittadinanza attiva nell'era della rivoluzione digitale". (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 6 del 12 01 23) formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio, ambiente, mobilità”, nella seduta del 19 luglio 2023, ha esaminato la petizione in oggetto:

 

6426 -  Petizione popolare per segnalare il rumore causato dai movimenti aerei a bassa quota sulla città di Bologna. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 13 del 09 02 23) formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 07/07/2023 al 20/07/2023:

 

DPGR n. 115 del 20/07/2023

Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell’Ipab “Casa di Riposo – Residenza “Pietro Zangheri”, con sede a Forlì (FC).

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 13 prot. NP/2023/742 del 24/07/2023)

 

LA PRESIDENTE

LA SEGRETARIA

Petitti

Montalti

 

 

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