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SEDUTA DI MERCOLEDÌ 26 LUGLIO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6945

Interpellanza in merito ai Piani di gestione del rischio di alluvioni relativi al territorio della Regione Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

BARUFFI, sottosegretario

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 6812

Interpellanza circa la restituzione, da parte della Regione, di fondi statali destinati alla realizzazione dell'opera di sistemazione idrogeologica. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

CORSINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 6951

Interpellanza in merito ai Consorzi di Bonifica dell'Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

MAMMI, assessore

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

(Esame articolato e reiezione)

(Risoluzione oggetto 7114 – Approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 6604

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo". A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rancan, Delmonte, Rainieri, Pelloni, Pompignoli, Facci, Occhi

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6604/1 per il non passaggio all’esame degli articoli – Presentazione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele, relatore della Commissione

FABBRI (PD)

MARCHETTI Daniele (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6875

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata dal PUG del comune di Quattro Castella (RE) adottato con delibera di Consiglio comunale n. 52 del 10/11/2022. Proposta all'Assemblea legislativa dell'intesa sulle modifiche cartografiche al piano territoriale paesistico regionale". (133)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

COSTA (PD)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6744

Proposta d'iniziativa Giunta recante: ""Programma Regionale Attività Produttive 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 3/1999, art. 54) e "Programma Regionale per la Ricerca industriale, l'Innovazione, il Trasferimento tecnologico 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 7/2002, art. 3)". (134)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MORI, relatrice della Commissione

RAINIERI, relatore di minoranza

COLLA, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 5242

Emendamento oggetto 5242

Ordine del giorno 6604/1 per il non passaggio all’esame degli articoli

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,05

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 225 del giorno 26 luglio 2023.

Hanno giustificato la propria assenza il presidente Bonaccini, i consiglieri Bergamini e Bulbi e l’assessore Salomoni.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze e più precisamente dall’interpellanza 6812, interpellanza circa la restituzione da parte della Regione di fondi statali destinati alla realizzazione dell’opera di sistemazione idrogeologica.

L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Presidente, quale assessore risponde? Perché io aspettavo l’assessore Corsini, almeno da ordine del giorno.

 

(interruzione)

 

GIBERTONI: Non è l’assessore Corsini.

 

(interruzione)

 

GIBERTONI: Io sono qua.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Gibertoni, l’assessore sta arrivando. Se è d’accordo, passerei all’interpellanza successiva, quella della consigliera Evangelisti.

 

OGGETTO 6945

Interpellanza in merito ai Piani di gestione del rischio di alluvioni relativi al territorio della Regione Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti 

 

PRESIDENTE (Petitti): Interpellanza, oggetto 6945, in merito ai piani di gestione del rischio di alluvioni relativi al territorio della Regione Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese del maggio 2023.

L’interpellanza è a firma della consigliera Evangelisti. Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Si tratta in realtà di una interrogazione che abbiamo trasformato in interpellanza, nella speranza di ricevere qualche informazione in più in merito alla situazione relativa all’alluvione. Questa interpellanza, in particolare, tratta il piano di gestione del rischio alluvioni introdotto dalla direttiva europea 2007/60, recepita nel diritto italiano con il decreto legislativo n. 49/2010.

Questa direttiva definisce gli obiettivi di sicurezza e le priorità di intervento delle Amministrazioni, degli Enti gestori, con il coinvolgimento dei cittadini per la gestione del rischio alluvioni. Questo è il tema.

In base alla normativa europea, il piano di gestione del rischio riguarda tutti gli aspetti legati alla gestione del rischio di alluvioni. Si parla quindi di prevenzione, di protezione, di preparazione, ma anche di ritorno alla normalità dopo il verificarsi di un evento.

La finalità di questo piano è costruire un quadro omogeneo a livello distrettuale per la valutazione e la gestione dei rischi dei fenomeni alluvionali, al fine di ridurre... però, davvero, io mi distraggo, scusate, ma c’è una confusione...

Le finalità di questo piano sono appunto quelle di cercare di costruire un quadro omogeneo a livello distrettuale per la valutazione e la gestione dei rischi da fenomeni alluvionali. La finalità è quella di ridurre le conseguenze negative di questi eventi, quindi delle alluvioni, per la salute umana, ovviamente per il territorio, per i beni, per l’ambiente, per il patrimonio culturale, ma anche per le attività economiche e sociali.

Il decreto legislativo n. 49 del 2010 ha individuato quelle che sono le Autorità competenti, che sono l’Autorità di bacino distrettuale per gli adempimenti legati alla direttiva stessa, e le Regioni, in coordinamento tra loro, con il Dipartimento nazionale della Protezione civile, gli Enti incaricati a predisporre attuare per il territorio, rispettivamente al distretto a cui afferiscono, il sistema di allertamento per il rischio idraulico.

Il PGRA, come i Piani di assetto idrogeologico, è lo stralcio del Piano di bacino ed ha un valore di piano sovraordinato rispetto alla pianificazione territoriale e urbanistica. Questo piano ha una durata di due anni, nel dicembre 2021 sono stati adottati, in sede di Conferenza operativa delle Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e dell’Appennino centrale, gli elaborati di aggiornamento dei piani di gestione del rischio alluvioni.

Con la delibera n. 2215 del 2021, la stessa Regione Emilia-Romagna prendeva atto di questi aggiornamenti, in particolare degli obiettivi e delle misure in essi contenuti che riguardavano il nostro territorio. Questa normativa regionale, quindi fatta dall’Ente, prevedeva anche il programma delle misure da attuarsi sul territorio dell’Emilia-Romagna.

Questa normativa comunitaria e la normativa nazionale delineano la possibilità di individuare le aree di rischio potenziale nel caso di alluvioni dove le condizioni di rischio prudenziale sono particolarmente significative ed è necessario attuare politiche e misure specifiche e coordinate. Queste aree distrettuali corrispondono ad aree in cui il rischio risulta elevato o molto elevato, in quanto sono interessati insediamenti abitativi e produttivi di grande importanza, numerose infrastrutture di servizio e le principali vie di comunicazione.

Secondo l’ISPRA la Regione Emilia-Romagna è tra le regioni italiane con percentuali di territorio potenzialmente allagabile. Sono state individuate l’Emilia-Romagna, la Toscana ed altre Regioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo veramente un po’ più di silenzio in aula, perché si fa fatica ad ascoltare.

 

EVANGELISTI: E poi la materia è molto tecnica, quindi non è di semplice esposizione. Non è semplice.

Di popolazione, quindi, esposta a rischio di alluvione, sia per il reticolato idrografico che la connota sia per la fitta rete di canali artificiali di bonifica.

Le aree potenzialmente allagabili sono state stimate nel 45,6 per cento dell’intero territorio regionale e la popolazione esposta supera il 60 per cento. Gli eventi calamitosi che hanno colpito la nostra regione nel mese di maggio hanno provocato danni, che sono stati calcolati di recente, a persone, famiglie, imprese, e non nella loro misura complessiva.

Interpelliamo la Giunta per sapere, alla luce di quanto verificatosi nei due eventi di maggio 2023, se ritenga che questi Piani di gestione del rischio alluvioni relativi al territorio della nostra regione siano stati efficaci ovvero se non ritenga utile e doveroso un aggiornamento di questi Piani.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente.

Con riferimento all’interpellanza della consigliera, sentita anche la competente Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, rappresento quanto segue.

Come richiamato, il Piano per la gestione del rischio alluvioni è lo strumento operativo previsto dalla direttiva 2007/60, la cosiddetta “Direttiva alluvioni”, per ridurre le conseguenze negative delle alluvioni sulla salute umana, il territorio, i beni, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali.

Per tali caratteristiche, si tratta di un Piano strategico con il quale si fissano gli obiettivi di distretto in materia di sicurezza delle alluvioni e si definiscono, sulla base della mappatura della pericolosità e del rischio, le misure strutturali e non strutturali per raggiungerli in una prospettiva di medio termine.

Il Piano si focalizza sulle aree a maggior rischio. L’acronimo è impronunciabile, ma è riferito anche nel suo testo correttamente. Condividendo con i PAI i contenuti relativi alla gestione della pericolosità e del rischio di alluvioni in modo coordinato e sinergico, quindi con tutta l’attività anche legata all’assetto idrogeologico. Si tratta di un piano articolato e complesso che riguarda tutti gli aspetti della gestione del rischio e alla cui attuazione sono chiamati gli enti pubblici e privati.

Il piano viene aggiornato ogni sei anni, secondo le procedure e le disposizioni di cui alla direttiva richiamata e al suo decreto attuativo, che è il n. 49 del 2010, decreto legislativo. Il secondo ciclo è stato approvato con DPCM del 1° dicembre 2022, anche se è poi stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale con il n. 32 solo l’8 febbraio del 2023. Per il territorio dei bacini Reno, Conca-Marecchia e Romagnoli, interessati dall’evento alluvionale di maggio 2023, il piano 2015, cioè il primo ciclo, è stato redatto dall’allora distretto dell’Appennino settentrionale e dalle autorità interregionali del Reno e Conca-Marecchia e regionale dei Bacini Romagnoli, sulla base della pianificazione dei PAI vigenti. All’epoca erano queste le autorità.

A seguito della loro soppressione, cioè di queste autorità di bacino, e dell’annessione dei bacini Reno, Conca-Marecchia e Romagnoli al Distretto del Po l’aggiornamento del PGRA 2021, secondo ciclo, è stato redatto dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, con il concorso delle Regioni e ha incluso e considerato anche tali bacini prima menzionati. In particolare, nel 2018 è stata predisposta la valutazione preliminare del rischio. L’asta del fiume Reno è stata identificata come area a potenziale rischio significativo di alluvione e rilevanza distrettuale, al pari dell’asta del Po e delle altre ventuno distrettuali. A livello regionale, nei bacini di cui sopra sono state invece individuate dalla Regione Emilia-Romagna numerose aree di rilievo regionale.

Nel 2019 è stato redatto l’aggiornamento delle mappe della pericolosità e rischio alluvioni del piano, che per i citati bacini è stato predisposto in continuità e coerenza con la pianificazione del primo ciclo. Tali mappe, definitivamente approvate con decreto del segretario dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, decreto n. 43 dell’11 aprile 2022, evidenziano un quadro di elevata criticità, riconducibile all’intero reticolo idrografico in questione, rispetto alle quali sono state individuate specifiche misure sia di carattere strutturale sia non strutturale, cioè legate alla prevenzione, alla protezione, alla preparazione, ricostruzione, valutazione post evento. Le prime, per il territorio in questione, ammontano a circa 450 milioni di euro.

Non mi dilungo oltre, in quanto il piano con le relative mappe e il quadro completo delle misure è comunque pubblicato sul sito dell’Autorità di bacino distrettuale e su quello della Regione e quindi lì rimando per ulteriori approfondimenti. È evidente che gli eventi di maggio 2023, così veniamo alle questioni che più direttamente ci interessano, dovranno costituire un riferimento fondamentale per l’aggiornamento del piano stesso nel prossimo sessennio, già a partire dalla redazione della valutazione preliminare e poi delle mappe della pericolosità e rischio, e poi la redazione delle prime misure di piano.

La scansione temporale sarebbe lunga, per come è organizzata questa pianificazione: valutazione preliminare 2024, mappe 2025, redazione delle misure 2027, questo è il timing con cui ordinariamente viene ordinata questa programmazione.

L’Autorità di bacino distrettuale e la Regione stanno già avviando però attività specifiche sui bacini relativi al territorio alluvionato, che riguardano l’analisi degli eventi ed i loro effetti al suolo, nonché l’aggiornamento delle analisi idrologiche, idrauliche e morfologiche sul reticolo principale. Il tutto funzionale a definire l’assetto di progetto del reticolo idrografico per aggiornare la pianificazione.

Facciamo naturalmente tesoro dell’evento nella sua portata e per gli effetti che ha prodotto, per un aggiornamento sistemico insieme all’Autorità di bacino. A tal fine, di certo saranno utile e competente riferimento le risultanze anche degli approfondimenti che verranno realizzati dalla Commissione tecnico-scientifica, che la Regione ha disposto con la DGR 984 dello scorso 15 giugno 2023.

Mi permetto di aggiungere a questa nota, redatta dall’Assessorato e dalla vicepresidente Priolo, una considerazione. Credo che si possa fare un bilancio anche di questo genere, meno legato alla pianificazione, più all’effetto concreto che abbiamo misurato: la nostra programmazione e pianificazione non può essere soddisfacente nella misura in cui anche una sola vita umana viene perduta, e certamente nella misura anche in cui i danni prodotti sul piano economico, sul piano sociale, sulle infrastrutture pubbliche e private hanno questa rilevanza.

Mi conforta vedere da parte degli esperti con cui abbiamo interloquito in queste settimane come ad eventi paragonabili per quantità di pioggia caduta in così poco tempo, se paragonabili possono essere definiti in contesti territoriali molto differenti (in questo caso lo sguardo è stato di rango europeo, non sono rinvenibili riferimenti così precisi, purtroppo, solo in sede domestica italiana, anzi, mi correggo, per fortuna, in sede italiana) il costo, soprattutto in termini di vite umane, è stato molto più contenuto di quanto avvenuto in eventi paragonabili in altri Paesi europei, per tante ragioni anche non afferenti alla qualità del lavoro che è stato prodotto nel tempo.

Certamente io mi sento di rinnovare e ringraziare la tempestività con la quale il secondo evento, quello del 16-17 maggio, è stato diagnosticato, pronosticato preventivamente. Abbiamo avuto la disponibilità di tutte le colonne mobili regionali, quindi delle altre Regioni, di qualsiasi colore politico, a mobilitarsi per la prima volta in anticipo rispetto a quando non avviene, generalmente, l’evento. Le abbiamo avute a disposizione nel nostro territorio. Insieme al lavoro straordinario dei vigili del fuoco, hanno potuto portare un supporto prezioso alla popolazione, che, anche in termini di vite umane, ripeto, ha significativamente ridotto quello che poteva essere un bilancio ancora peggiore.

Ripeto: una sola ‒ come dice sempre il presidente ‒ sarebbe stato un prezzo troppo alto, ma nei termini di questa portata certamente il loro lavoro è stato prezioso. Io mi sento di ringraziare ‒ ripeto ‒ sia chi ha operato in prevenzione sia il dipartimento nazionale che tutte le colonne mobili delle altre Regioni che sono state, al fianco dei Vigili del fuoco, una leva essenziale per salvare vite umane.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, sottosegretario. Ovviamente ci associamo ai ringraziamenti per chi ha operato sul territorio prontamente. Non siamo soddisfatti della risposta, della quale chiederemo comunque il testo scritto, semplicemente perché nella risposta abbiamo ritrovato il riferimento normativo, quello che è stato fatto. La risposta era abbastanza specifica. Si voleva comprendere se, rispetto a quel Piano, che è molto dettagliato e che, come ci ha riferito il sottosegretario, ha tre cicli di pianificazione... È partito nel 2011 e il terzo ciclo è quello 2022-2027. Viene da lontano.

Volevamo sapere se questo procedimento di adeguamento alla direttiva europea dalla Regione era stato ritenuto efficace e adeguato a quelle circostanze che si sono verificate, rispetto a quei luoghi e rispetto a quel momento e a quel periodo.

Noi sappiamo che le Autorità di bacino adottano i Piani di distretto per l’assetto idrogeologico, che le Regioni predispongono il sistema di allerta per il rischio idraulico ai fini di Protezione civile. Possiamo dire, dalla risposta, che il sistema di allerta ha funzionato, ma rispetto ai Piani di Protezione civile e a quanto era indicato in quelle mappe di pericolosità, che ci dicevano precisamente quali zone erano a rischio di alluvioni, ci sembra che qualcosa abbia funzionato molto meno.

Nel programma di queste misure previste dai PGRA e dall’Autorità di bacino del Po sono presenti interventi strutturali da effettuarsi in località che sono state direttamente interessate dall’alluvione del mese di maggio, come ad esempio quello relativo alla cassa di espansione per la laminazione sul fiume Santerno oppure quello per realizzare e/o completare interventi strutturali di risezionamento e di allargamento di alvei, il sovralzo di alcuni argini del fiume Lamone, del Faenza, la foce, alcune opere, appunto, che erano state definite nello stesso piano, alcuni interventi, come critici, altri la cui priorità era alta e altri ancora la cui priorità era molto alta.

Quindi, avremmo gradito una risposta un pochino più specifica. Andremo comunque ad esaminare, come ci è stato indicato, la cartografia e anche l’aggiornamento di quel piano. Noi auspichiamo che, guardando al futuro e non perdendosi nei meandri della difficoltà anche amministrativa, che vede, appunto, la creazione di un ente a cui vengono affidate mansioni e poi questa struttura viene soppressa. Nel frattempo, i problemi si presentano sui territori e le alluvioni, che certo oggi definiamo un evento eccezionale rispetto, appunto, a quanto accaduto, però devono essere contemplate in quei piani, che nascono apposta per gestire questi eventi eccezionali, tra cui le alluvioni, non scordiamolo, rientrano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

 

OGGETTO 6812

Interpellanza circa la restituzione, da parte della Regione, di fondi statali destinati alla realizzazione dell’opera di sistemazione idrogeologica. A firma della Consigliera: Gibertoni 

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 6812: interpellanza circa la restituzione, da parte della Regione, di fondi statali destinati alla realizzazione dell’opera di sistemazione idrogeologica, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Buongiorno, assessore Corsini. L’interpellanza verte sul tema dell’idrovia ferrarese, anzi dell’adeguamento dell’idrovia ferrarese, perché l’idrovia di fatto esiste già da molto tempo. Direi almeno settant’anni, e la Regione più di vent’anni fa si è proposta di adeguare l’idrovia a navi classificate come moderne, di quinta classe, mi sembra.

Nonostante siano passati più di vent’anni, il progetto non ha mai visto la fine e si è rivelato anche un buco nero di soldi di cui, appunto, non si vede come possa finire. Oltre a questo, c’è una questione di priorità, che a parole la Giunta Bonaccini dice di darsi poi nella pratica, invece, fa esattamente il contrario, cioè l’idrovia non serve. Il punto è questo.

È un progetto vecchio. Addirittura, l’idrovia di settant’anni fa, è un progetto che nasce, quindi, ormai un secolo fa, considerando l’ideazione, il progetto e la messa in opera. Quindi, si sta adeguando un progetto di un secolo fa, in un momento in cui, tra l’altro, la questione della siccità preme ed è una priorità in Emilia-Romagna.

Comunque, la parte centrale delle domande che io pongo all’Assessorato riguarda i rilievi pesanti che la Corte dei conti ha fatto alla gestione da parte dei funzionari della Regione Emilia-Romagna di un importo di più di 55 milioni di euro, finanziamento per gli interventi per la navigazione interna, di fatto un mutuo chiesto dalla Regione Emilia-Romagna, ma completamente a carico dello Stato, che la Regione chiede, poi non usa, passa diverso tempo e deve restituire.

La Corte dei conti avanza dei rilievi - ribadisco - molto pesanti e molto ben circostanziati, ed è un evidente cartellino giallo da parte della Corte dei conti. Bontà loro, questo è un cartellino giallo, in cui due o tre volte (sono andata a leggere la relazione della Corte dei conti) ribadisce che su questo normalmente c’è responsabilità amministrativa, la gestione è stata fatta male, i funzionari si sono in qualche modo aggrappati a risposte che non sono convincenti, tant’è che - dice la Corte dei conti – “le giustificazioni prodotte non escludono l’obiettiva constatazione da parte di questa sezione della mancata realizzazione da parte della Regione Emilia-Romagna, in un arco di tempo durato oltre un decennio, dell’opera di sistemazione idrogeologica, per un importo di 55 milioni”, quindi uguale cattiva Amministrazione.

Questo è il cartellino giallo, bontà loro, mi sembrava che avesse tutti i crismi per essere un cartellino rosso rispetto a un’evidente cattiva Amministrazione da parte della Regione. Chiedo quindi nell’interpellanza, citando questa parte della relazione sul rendiconto della Regione e “le marcate perplessità della Corte dei conti”, se siano stati adottati dalla Giunta Bonaccini provvedimenti, affinché quanto già accaduto in termini di mancata efficienza della spesa non debba ripetersi ancora una o più volte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Rispetto a quanto riportato nell’interrogazione, alla consigliera Gibertoni preciso che le risorse che sono state più volte richiamate sono risorse assegnate alla Regione dal Ministero dei trasporti per la realizzazione del sistema idroviario padano-veneto, e non per opere di sistemazione idrogeologica.

Evidenzio, inoltre, che con repertorio regionale è stato sottoscritto un accordo tra Cassa depositi e prestiti e la Regione Emilia-Romagna per l’utilizzo della somma residua relativa al mutuo, quota residua di circa 55,2 milioni di euro.

Tralascio i numeri di protocollo del mutuo, perché sono nella risposta scritta.

Con delibera di Giunta regionale del 15 maggio, quindi due mesi fa, tali risorse sono state, poi, riprogrammate sempre per interventi di riqualificazione del sistema idroviario padano-veneto. La Regione, nell’attesa di poter riutilizzare le suddette risorse, che sono nella disponibilità della Regione stessa, ha comunque avviato alcuni interventi di navigazione interna, già programmati sull’idrovia ferrarese, attingendo le disponibilità finanziarie in un’altra analoga posizione di mutuo ancora attiva.

Preciso, inoltre, che fino al 2016 la Regione si era avvalsa della Provincia di Ferrara quale stazione appaltante per i lavori di cui al succitato finanziamento e, a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale n. 13/2015, le competenze sono tornate in capo alla Regione, che si avvale della struttura operativa dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, sede di Ferrara, per l’attuazione di tali interventi. Questo passaggio di competenze, insieme ai vincoli imposti dal Patto di stabilità, che in quegli anni hanno condizionato l’attività regionale, ha certamente creato rallentamenti nelle procedure, che ora stiamo cercando di recuperare, attingendo anche ad un altro mutuo, in attesa di avere la disponibilità confermata di 55 milioni, per procedere con la programmazione degli interventi previsti sull’idrovia ferrarese.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Non ho avuto nessuna risposta. Il mio timore, quindi, è che si riverificherà una cattiva amministrazione, come quella evidenziata dalla Corte dei conti. Tra l’altro, vi dà anche dei suggerimenti su come non si è buoni amministratori, la Corte dei conti. Nella sua relazione dice qualcosa che può sembrare banale, ma evidentemente lo deve scrivere, quindi vuol dire che non lo è per i funzionari della Regione Emilia-Romagna. Dice che, ai sensi delle norme, l’accertamento della compatibilità del programma, mi riferisco alla scusa del Patto di stabilità, dei pagamenti con il rispetto delle regole di finanza pubblica, deve essere effettuato non al momento dell’emissione dei mandati di pagamento, ma nel momento dell’assunzione dell’impegno o, meglio, dice la Corte dei conti, nella fase di prenotazione dell’impegno.

Questa è un’Amministrazione virtuosa o un’Amministrazione che fa il suo lavoro minimo, il minimo sindacale. Il resto, secondo me, è un voler negare la realtà, da cui anche la mancata risposta. Io avevo chiesto quali provvedimenti siano stati adottati perché quanto già accaduto in termini di mancata efficienza della spesa non si debba ripetere, ma questo l’assessore non me l’ha detto. Quindi, o non lo sa la sua struttura tecnica, e questo è una tragedia, oppure non ha letto l’interpellanza.

Io penso che, rispetto invece agli altri punti che toccavo, ossia il progetto è vecchio, il rischio è che tra un po’ non serva più a niente, nel senso che collegare il Po a Pontelagoscuro rischia che tra un po’ di tempo diventi difficile anche navigare il Po oppure, se sarà ancora possibile navigare il Po, lo sarà a costi immani. Ecco perché i progetti diventano vecchi e nascono dei progetti nuovi. Invece, vedo che la Regione tende sia su gomma sia quando si parla di strutture negli Appennini, a dire abbiamo nel cassetto un progetto del secolo scorso, metà del secolo scorso, oppure degli anni Ottanta.

Proprio stamattina facevo un question time in cui mi si diceva che una scuola degli anni Ottanta deve essere demolita perché è una scuola vecchia e non si può adeguare. Invece questi progetti per voi sono sacrosanti e sono molto più vecchi. Questo progetto ormai è secolare. Lo conosco bene il progetto dell’idrovia ferrarese. Anni fa ho fatto un’interrogazione al suo Assessorato che aveva dodici domande finali. Quindi, me lo ricordo molto bene.

Io credo, guardi, assessore, che una Regione come l’Emilia-Romagna poteva mirare in alto, invece da un po’ di anni va verso il basso. Poi uno le statue se le può fare da solo, uno se le può commissionare, può trovare la gente che fabbrica il piedistallo. Le statue sono a libero mercato, quindi uno se le può assegnare da sé. Però, di fatto, la Corte dei conti qui… Non mi potete dire che non avete letto quello che ha scritto e non stiamo parlando di un comitato che vi critica. Non è esattamente la stessa cosa.

Poi, ribadisco, voi, assessore, lo dico pure a tutta la Giunta Bonaccini, chiedete l’autonomia perché dite che siete tanto più bravi degli altri a spendere i soldi, perché è su questo che chiedete l’autonomia, ma è qui. Il cartellino giallo che vi hanno dato, vi stanno dicendo non siete stati bravi spendere i soldi, spiegateci perché. Io ve lo metto in un’interpellanza e non mi rispondete. Io penso innanzitutto che chi governa una Regione che va sott’acqua quasi ogni anno, l’ultima cosa che possa fare è nascondersi dietro a un dito o negare la realtà.

Personalmente penso che si debba vivere nel presente e quindi ritengo che la vostra responsabilità rimanga tutta. Penso che si continuino a buttare i soldi senza razionalità. Per quanto riguarda un progetto così vecchio, anche se ancora voi pensate che sia valido e si possa continuare ad andare avanti guardando al passato e non lo volete modernizzare, non lo volete accantonare. Non volete pensare che ci sono nuove priorità, beh, almeno datevi una scadenza. Se non riuscite a realizzarlo entro dieci anni, vent’anni, più di vent’anni, come in questo caso, basta! Fate altro, pensate alle nuove priorità, perché sa, assessore, chiudo, da locomotiva d’Italia a sottomarino il passo è un attimo, da locomotiva d’Italia a sottomarino, come abbiamo visto, è un attimo diventarlo, e di questo, secondo me, non c’è da andar fieri.

 Anche in questo senso, anche in quello che ha portato l’Emilia-Romagna ad essere questo, la vostra responsabilità rimane tutta, aggiungo vostra e dei vostri funzionari.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 6951

Interpellanza in merito ai Consorzi di Bonifica dell’Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interpellanza, oggetto 6951: interpellanza in merito ai Consorzi di Bonifica dell’Emilia-Romagna, alla luce di quanto verificatosi nel mese di maggio 2023, a firma della consigliera Evangelisti.

Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il sistema di bonifica nella Regione Emilia-Romagna è costituito da 8 Consorzi di primo grado e 1 di secondo grado, come facilmente rinvenibile.

Abbiamo il Consorzio di Bonifica Piacenza, nel parmense, la Bonifica dell’Emilia, la Bonifica Burana, la Bonifica Renana, la Bonifica della Romagna, della Romagna occidentale, della pianura di Ferrara e poi abbiamo il Consorzio di bonifica per il Canale emiliano-romagnolo, che è un Consorzio di secondo grado.

Il servizio regionale, oltre alla programmazione degli interventi, approva rispetto ai Consorzi di bonifica i relativi progetti, è deputato monitorarne periodicamente lo stato di attuazione e svolge anche un’opera di coordinamento e di indirizzo dell’attività dei Consorzi.

Possiamo dire che, rispetto alla loro attività, quindi, i Consorzi svolgono le loro funzioni attraverso gestione e manutenzione di opere pubbliche di bonifica e di irrigazione, che sono costituite nella nostra Regione essenzialmente da canali e impianti idrovori per il sollevamento delle acque, che si tratti di acque di scolo o di acque irrigue.

Il 22 maggio di quest’anno abbiamo depositato un atto di sindacato ispettivo, a seguito di precise segnalazioni che ci sono pervenute da alcuni cittadini del Forese ravennate, indicazioni relative al ritardo dell’apertura di una paratoia, verosimilmente dovuta alla mancanza di manutenzione ordinaria da parte del Consorzio di bonifica della Regione Romagna (così almeno ci è stato riferito). Rispetto a questo chiediamo un chiarimento.

Le funzioni e i compiti dei Consorzi sono sinteticamente così riassunte: assicurare la stabilità e il buon regime idraulico dei terreni declivi, assicurare lo scolo delle acque e la sanità idraulica del territorio, adeguare e completare la bonifica e assicurare la manutenzione delle relative opere, oltre a conservare e incrementare le risorse idriche superficiali per usi agricoli.

Interpelliamo in questo caso la Giunta per sapere, alla luce degli eventi e degli episodi verificatisi nel maggio 2023, se ritenga che i Consorzi di bonifica abbiano svolto le funzioni di loro competenza in modo efficace, continuativo, ovvero se non ritenga utile e doveroso potenziare il monitoraggio delle loro attività in termini di percentuali di completamento e di rispetto delle tempistiche preventivate.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Risponde l’assessore Mammi. Prego, assessore.

 

MAMMI, assessore: Grazie, consigliera Evangelisti, per questa interpellanza, che mi dà modo di ringraziare anche pubblicamente le donne e gli uomini dei Consorzi di bonifica per quello che fanno tutti i giorni, per il loro impegno, per la competenza, la professionalità che mettono a disposizione dei nostri territori, delle nostre comunità. È un lavoro importante quello che fanno. Noi, ovviamente, con i Consorzi di bonifica collaboriamo.

Io definisco il sistema delle bonifiche “infrastruttura strategica del Paese”, esattamente come le telecomunicazioni, le infrastrutture digitali, le reti ferroviarie. Se domani i Consorzi di bonifica non ci fossero, il Paese si fermerebbe. Quindi, davvero svolgono un ruolo strategico. La ringrazio, perché mi dà modo anche di condividere con voi il valore per quello che fanno, le attività che svolgono tutti i giorni.

In merito all’interpellanza, va evidenziato innanzitutto che i Consorzi di bonifica direttamente coinvolti nell’emergenza alluvionale del mese di maggio hanno operato in maniera efficace, utilizzando la rete e gli impianti di scolo al limite estremo della loro capacità. Naturalmente, lo hanno fatto in condizioni difficilissime, in condizioni drammatiche, per la quantità di piogge, per quello che è avvenuto e anche per tutte le informazioni che ha dato prima il collega Baruffi, che anche lei ha richiamato nell’interpellanza precedente.

Indubbiamente, questo lavoro è stato possibile grazie anche allo stato di manutenzione delle opere da loro gestite.

Inoltre, è importante aggiungere che, nel complesso, il sistema dei Consorzi di bonifica regionale e nazionale ha fornito un contributo molto importante nel contenimento dei danni, provvedendo al reperimento, alla dislocazione, al montaggio e alla gestione delle pompe mobili, circa 150, che hanno fornito un aiuto fondamentale per l’allontanamento delle acque in molte aree allagate.

Per quanto riguarda il monitoraggio degli interventi dei Consorzi di bonifica, in termini di percentuali di completamento e di rispetto delle tempistiche preventivate per il tramite del coordinamento della struttura regionale competente che è il servizio Area difesa del suolo, della costa e della bonifica.

Per monitorare il lavoro delle bonifiche, i loro investimenti, le loro attività ordinarie e anche straordinarie, noi abbiamo le seguenti piattaforme: ALICE programmazione, un sistema informativo gestionale della Direzione generale Cura del territorio e dell’ambiente per il monitoraggio e la rendicontazione degli interventi programmati finanziati con fondi statali o regionali; abbiamo poi un altro programma che si chiama KRONOS, un sistema informativo del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, utilizzato per il monitoraggio degli interventi finanziati nell’ambito del piano operativo ambiente FSC 14-20, nello specifico, interventi per la tutela del territorio e delle acque e interventi finanziati nell’ambito del piano stralcio 2019.

L’aggiornamento dei dati avviene con cadenza bimestrale, per permettere la trasmissione degli stessi al sistema unitario nazionale di monitoraggio attraverso la validazione in BDU/MEF-RGS-IGRUE.

Il terzo sistema di monitoraggio è quello del SGP/BDU, cioè il sistema gestione progetti. È un sistema informativo del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dell’impresa e del made in Italy, utilizzato per il monitoraggio, fra gli altri, degli interventi finanziati con le risorse del fondo Progettazione.

Attraverso SGP l’autorità di gestione del programma raccoglie e invia regolarmente alla Banca Dati Unitaria, con cadenza bimestrale, i dati di attuazione degli interventi ammessi al finanziamento mediante un protocollo di colloquio unico. La BDU dei fondi strutturali costituisce il contenitore dei dati di monitoraggio e si trova presso l’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea.

L’ultimo sistema di monitoraggio e di controllo è ReNDiS, che è il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo. È un sistema informativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA), per conto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica sull’attuazione di piani e di programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso.

Principale obiettivo del Repertorio è la formazione di un quadro unitario sistematicamente aggiornato delle opere e delle risorse impegnate nel campo di difesa del suolo, condiviso fra tutte le amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli interventi.

A questi poi si aggiunge Tempo Reale, che è un applicativo web dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile per il monitoraggio di quegli interventi di messa in sicurezza legati a disposizioni e ordinanze del sistema di Protezione civile.

I report periodici generati dei sopraelencati sistemi di monitoraggio non hanno mai evidenziato anomalie dovute a ritardi da parte dei consorzi di bonifica nell’attuazione degli interventi programmati. Va aggiunto che, da quando sono stati istituiti i capitoli di spesa sul bilancio regionale relativi alla legge regionale n. 42/1984, i consorzi hanno sempre puntualmente completato le progettazioni nei tempi stabiliti e, pertanto, i relativi stanziamenti non sono mai stati ridotti a seguito della mancata assunzione dell’impegno di spesa sul bilancio regionale entro il termine dell’esercizio finanziario previsto nella programmazione.

Il rapporto con il consorzio di bonifica e con la nostra regione è talmente forte per cui abbiamo deciso, proprio in questa legislatura, per la prima volta nella storia della nostra regione, di approvare un articolo di legge per consentire alla Regione di finanziare anche le progettazioni dei consorzi di bonifica. Abbiamo anche stanziato 2 milioni di euro di risorse a loro favore per progettare opere straordinarie, opere strategiche, ma anche opere minori che servono alla gestione ordinaria del territorio e questi 2 milioni di euro proprio in questi giorni sono in fase di erogazione a tutto il nostro sistema delle bonifiche.

Insieme alle bonifiche, poi, che ringrazio ancora una volta per il lavoro che svolgono i loro tecnici, i consigli di amministrazione, i presidenti e i direttori delle bonifiche dell’Emilia-Romagna, che ringrazio anche per tutto quello che fanno nei momenti di pace e anche nei momenti di emergenza, insieme alle bonifiche stiamo realizzando quello che abbiamo definito un Piano Marshall per le acque, 600 milioni di euro di investimenti per aumentare la capacità di stoccaggio e di invaso delle acque nella nostra regione, per metterle a disposizione dell’agricoltura.

Qualche giorno fa ero a Castel San Pietro Terme. Abbiamo inaugurato un invaso da 200.000 metri cubi, riempito con acque reflue depurate da Hera che provengono da Castel San Pietro Terme. Queste acque serviranno alla nostra agricoltura. Di questi progetti, ovviamente, ne abbiamo decine in cantiere e in parte che abbiamo già realizzato, ma questi 600 milioni andranno anche realizzare traverse, invasi territoriali di grande dimensione e anche l’efficienza delle reti.

Ecco, se questi 600 milioni siamo riusciti a raccoglierli da fondi nazionali, da fondi europei, dal PNRR e anche, naturalmente, da fondi regionali, è grazie al lavoro e anche alla presenza delle nostre bonifiche, che di nuovo ringrazio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, assessore. Intanto grazie per aver risposto. Lei, peraltro, aveva già ringraziato anche pubblicamente i consorzi di bonifica, però ha risposto nel dettaglio dicendo che la Regione si reputa soddisfatta della loro attività.

Noi, rispetto a quanto accaduto sui territori, qualche perplessità l’abbiamo, non focalizziamo l’attenzione solamente sui Consorzi di bonifica, però la vostra fase di ispezione e di verifica vi restituisce delle informazioni, i fatti accaduti sui territori, ma anche e soprattutto le segnalazioni e lo stato stesso dei territori ci restituiscono un’immagine diversa.

Intanto esaminerò con cura la sua risposta, della quale le chiedo il testo, però mi viene da dire che, rispetto ad una situazione che sulla carta è perfetta, perché abbiamo ascoltato prima che i piani di emergenza hanno funzionato, abbiamo ricevuto una risposta sulla valle di Zena, gli interventi sono stati fatti, i soldi c’erano e sono stati impiegati, però l’alluvione ha provocato danni.

Mi chiedo e chiedo quindi quale responsabilità rimanga, cioè perché è accaduto quello che è accaduto, perché è accaduto un evento eccezionale quale l’alluvione? Ma l’alluvione per se stessa è un evento eccezionale, è il perdurare, in modo copioso e abbondante, per lungo tempo di piogge che comportano l’esondazione di fiumi e l’allagamento di territori.

Quella fase di dubbio o di autocritica per comprendere se qualcosa non abbia funzionato e cosa non abbia funzionato non l’ho ascoltata nemmeno rispetto ai Consorzi di bonifica, e noi qualche dubbio lo abbiamo, lo approfondiremo, l’aspetto positivo della sua risposta, che credo di aver colto, è che comunque per il futuro c’è una visione e una programmazione diversa anche rispetto agli investimenti, che ha comportato la destinazione di somme ulteriori.

Non avendo ricevuto risposta nell’immediato sui depositi, ho avuto modo anche di confrontarmi con alcuni responsabili dei Consorzi di bonifica, che ringrazio, e alcuni di loro effettueranno sui territori anche un’opera di informazione, ma soprattutto di confronto, per raccogliere dati e problematicità. Credo che sia un modus operandi che fa loro onore, che farebbe onore anche ad altri Enti.

In attesa di esaminare il testo scritto, la ringrazio per la risposta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso le interpellanze.

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche”. A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

(Esame articolato e reiezione)

(Risoluzione oggetto 7114 – Approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori dall’oggetto 5242: progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante “Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche”.

Il progetto di legge è a prima firma Facci.

Richiesta del consigliere relatore Michele Facci, ai sensi dell’articolo 32, comma 3, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa. Come sappiamo, trascorsi centottanta giorni dalla nomina del relatore senza che la Commissione assembleare competente abbia esaurito l’esame in sede referente di un progetto di legge, questo può essere portato all’esame dell’Assemblea nel testo pubblicato sul Supplemento del Bollettino ufficiale.

È stata anche presentata una risoluzione che si abbina all’argomento, una risoluzione che impegna la Giunta regionale a verificare con il Governo, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, ulteriori provvedimenti normativi per ridurre i disagi economici alle micro e piccole imprese interessate da cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, a prima firma Daffadà.

Nella seduta pomeridiana dell’11 luglio il relatore ha svolto la relazione.

Adesso siamo nella fase di discussione generale.

Hanno parlato finora i consiglieri Daffadà, Tagliaferri, Bargi e Costi.

Si era iscritto a parlare, prima della pausa, il consigliere Pompignoli.

 

(interruzione del consigliere Pompignoli: “Rinuncio all’intervento”)

 

PRESIDENTE (Petitti): Rinuncia all’intervento.

Chiedo se in dibattito generale ci sono altri che vogliono intervenire.

Io non ho altre richieste di intervento in dibattito generale.

Tra l’altro, su questo oggetto è pervenuta anche una proposta di emendamento, a firma del consigliere Facci.

A questo punto, il dibattito generale non prevede altre richieste di interventi.

Chiedo al relatore se vuole fare una replica. Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Credo che la replica sia doverosa, alla luce di quella che è stata l’illustrazione della risoluzione da parte dei consiglieri di maggioranza che l’hanno sottoscritta e del primo firmatario Daffadà.

C’è, evidentemente, grande confusione su questa materia. O meglio, avete fatto grande confusione. Di fatto, questo articolato è molto semplice. Fa riferimento a un meccanismo di indennizzo. Se vogliamo, nella relazione c’è un refuso, ma nell’articolato non è ripreso, infatti tutta la materia dell’articolato fa riferimento a un criterio di indennizzo. E l’indennizzo non presuppone alcun tipo di responsabilità.

Quindi, la risoluzione nella parte in cui fa tutta una dissertazione di ordine giuridico, sostenendo che non potrebbe, la Regione, rispondere per fatti ascrivibili a terzi non è fondato rispetto al fatto che parlare di indennizzo non presuppone una responsabilità.

Noi indennizziamo magari i territori alluvionati, non è che ci siano responsabilità. La politica dei ristori è una politica di indennizzi, non ci sono responsabilità.

Se avessimo avuto la possibilità di parlarne in Commissione, sicuramente avremmo anche evitato questa situazione di confusione, ma evidentemente avete preferito fare altro, fare diversamente, quindi oggi ne parliamo come in una normale dialettica di Commissione e mettiamo anche a posto alcuni termini.

Quindi, chiarito che non parliamo di responsabilità per fatto di terzi, ma parliamo di opere necessarie, un’opera pubblica in sé è necessaria. Poi magari può essere inutile, può essere frutto di una scelta politica assurda, penso al tram di Bologna, ma è un’opera comunque che ha una sua fondamentale dignità, in astratto. Non presuppone quindi una colpa, un dolo, non ci sono responsabilità in termini risarcitori. Parliamo di un indennizzo per chi, a causa di un’opera pubblica, vede calare il proprio fatturato, veda impedita un’attività lavorativa.

Il meccanismo vuole essere esattamente quello: intervenire in quel settore. Tra l’altro, questa Regione lo ha già fatto: ci sono casi in cui la Regione è intervenuta a ristorare attività commerciali, piccoli commercianti, negozi, artigiani, quando a causa di un’opera pubblica è stata interrotta una strada, quindi si sono create le condizioni per operare quel tipo di indennizzo.

È già accaduto. Quindi, dire oggi che la Regione non lo può fare perché in qualche modo violerebbe le norme sulla copertura finanziaria delle leggi di spesa e sulla tutela degli equidi bilancio non è corretto, sarebbe stato molto più, a mio avviso, corretto e trasparente se voi aveste detto “noi non abbiamo i soldi per intervenire in una materia che può rappresentare l’occasione per tante richieste”, sarebbe stato un ragionamento al quale avremmo anche potuto aderire, avremmo magari potuto modificare i parametri dell’intervento.

 Abbiamo messo, ad esempio, un termine di almeno 90 giorni, e debbo dire che, nel confronto che abbiamo avuto con alcune categorie, perché, nonostante voi abbiate impedito questo confronto con le categorie in Commissione, noi l’abbiamo fatto, c’è chi ci ha interpellato, c’è un Albo, c’è una sua pubblicità, e ci è stato detto che 90 era troppo, ci sono anche attività danneggiate da cantieri che durano meno, però sono scelte, è ovvio che non può esserci la copertura per tutto, però sarebbe stato un elemento diverso di discussione quello di individuare i criteri e stabilire cosa potesse essere alla nostra portata.

Dire che “dare risorse ad attività economiche che abbiano un minor fatturato a causa di opere pubbliche e cantieri non rientra nelle competenze delle politiche regionali” è - uso un termine educato - assolutamente infondato, assolutamente non corretto, volevo dire che è una corbelleria, non lo dico e lo dico, perché lo abbiamo già fatto, tra l’altro, lo abbiamo già fatto, abbiamo dato dei ristori e degli indennizzi a chi ha avuto questo tipo di situazioni.

Oggi, quindi, il tema è: vogliamo far sì che questo venga istituzionalizzato, oppure lo lasciamo alla discrezione della Regione? Perché fino ad oggi è stato a discrezionale della Regione, fino ad oggi la Regione ha valutato, secondo le contingenze, dove intervenire e dove no.

Oggi dire che non lo possiamo fare non è corretto, è un errore concettuale, tant’è che alla fine andate a chiedere soldi al Governo. Come a dire: se ci vengono dati i denari, noi lo facciamo. E allora torno daccapo: sarebbe stato molto più corretto dire “noi questo non lo possiamo fare perché non abbiamo risorse” e, se vogliamo, la discussione sul bilancio di ieri è stata emblematica sul fatto che non ci siano i soldi, perché abbiamo un bilancio vincolato a certe materie, sanità in primis. Quindi, interveniamo quando possiamo, a seconda delle situazioni. Sarebbe stata una discussione molto più onesta, molto più trasparente e molto più franca, invece di dire “non lo possiamo fare”. Non è vero. Ve li porto i provvedimenti che abbiamo adottato. Li conoscete anche voi.

Allora, per fare chiarezza e perché poi, alla fine, ripeto, questa discussione, che avremmo potuto fare in Commissione, avrebbe aiutato, ho presentato un emendamento, dopo la relazione del consigliere di maggioranza, primo firmatario della risoluzione. Andiamo a individuare se questa è la volontà. Se il tema è che non possiamo intervenire nelle situazioni di altri, bene, andiamo a vincolare questo binario, andiamo a incanalare la discussione nelle opere pubbliche e solo in quelle in cui la Regione è contraente, è parte del contratto, è parte delle obbligazioni che nascono. Se il tema è che non possiamo entrare nelle dinamiche altrui. Posso anche accettare il fatto che non si entri nelle dinamiche altrui, che non possiamo essere il salvadanaio a cui tutti debbono attingere. Bene. Vincoliamo questo tipo di impegno a quella che è la nostra competenza. Meglio di così. Più chiari di così.

Infatti, l’emendamento all’articolo 1 fa riferimento alle opere pubbliche in cui sia parte contraente la Regione.

Va da sé, avendo noi richiamato, demandando, nell’articolato si fa riferimento, a una serie di scelte che dovrà fare, poi, la Giunta, articolo 4 (norme di attuazione), per definire i criteri precisi... Possono anche essere molto stringenti, possono anche essere molto severi nella logica “non abbiamo tante risorse”, ma questo ‒ ripeto ‒ fa parte della discrezionalità politica che, ovviamente, un’Amministrazione regionale deve avere. Non “può”. Deve avere.

Quindi, mi sembra che se la questione era nella risoluzione “non possiamo fare”, non è vero. Noi lo possiamo fare, lo abbiamo già fatto.

Se la questione era “non possiamo intervenire nelle dinamiche di enti locali, di opere che non ci coinvolgono”, abbiamo sgombrato il campo con l’emendamento. Lo vincoliamo alle opere di nostra competenza.

Se la questione è “noi non abbiamo risorse”, quindi istituire per legge un impegno, anche se poi rimandiamo a criteri che dovrà adottare la Giunta, quindi, lasciamo sempre ovviamente l’ultima parola e anche la definizione dei criteri alla Giunta, se il tema è legato alle risorse che non abbiamo, allora cambiamo il paradigma della discussione e siamo coerenti. Non diciamo che non si può fare, che non è nostra competenza, che non possiamo entrare, che c’è la Corte dei conti. Diciamo che vogliamo fare una delle scelte, volta per volta, quando si verificano queste situazioni.

Se questa è la vostra posizione, allora è ovvio che voi questo progetto di legge non lo possiate condividere. Ma non è che non lo condividete perché è giuridicamente infondato, come dice anche la collega Costi. È fondato, ma non abbiamo risorse per gestire queste situazioni, ed è un altro aspetto, completamente differente rispetto alla narrazione che con questa risoluzione vorreste in qualche modo presentare.

Basta esser chiari. Vi dirò che se in qualche modo voi oggi ci dite questo tema, potremmo anche ripensarci. È inutile insistere su dei dialoghi non dico tra sordi, ma a dei dialoghi che alla fine non portano da nessuna parte. Però vorrei che la discussione fosse portata sul binario giusto, e il binario giusto è che noi l’abbiamo già fatto. Noi di indennizzi per opere pubbliche li abbiamo dati. In via eccezionale? Certo. Ma perché allora, ripeto, quando siamo parte contraente noi Regione, quindi preciso e in qualche modo aderisco anche, per certi aspetti, alla vostra impostazione, se questo mai fosse stato oggetto di poca chiarezza o di confusione. Se questo è il tema, l’abbiamo chiarito, è quando la Regione è parte contraente.

Mi sembra quindi che in questo modo la discussione sia terminata, si tratta di capire oggi cosa si vuol fare. Vogliamo continuare sulla strada della eccezionalità come fatto finora, cioè la Regione interviene quando decide di volerlo fare? Non considera quindi in maniera paritaria tutte le opere pubbliche, tutte le situazioni, perché ovviamente interviene discrezionalmente,

Noi vorremmo che quel progetto di legge non fosse discrezionale, o meglio diventerebbero discrezionali i criteri che la Giunta andrebbe ad adottare, altro discorso, ma quantomeno andremmo a livellare tutte le varie situazioni che si possono verificare. Mi sembra che questo argomento sia chiaro, e l’ennesimo appello al Governo, “facciamo le cose se il Governo ce le dà”, indubbiamente tradisce anche la strumentalità di certe prese di posizione e di certe opposizioni, però tenevo a dire che quello che voi dite non possiamo fare lo abbiamo già fatto.

Lo abbiamo già fatto in maniera ovviamente straordinaria, ma lo abbiamo già fatto. Noi possiamo intervenire con risorse nostre su situazioni anche non create da noi, come è avvenuto, noi le vincoliamo a quelle di cui siamo parte, come Regione siamo parte contraente, e ci sono molte situazioni in cui la Regione è firmataria di contratti di appalto per opere pubbliche anche stradali.

Io termino questa mia replica, ho voluto precisare e mettere i puntini su alcune questioni: non si parla di risarcimento, si parla di indennizzo, e si vuole coinvolgere la Regione in maniera non discrezionale, a seconda del territorio e delle sensibilità che magari possono essere diverse (non voglio dire influenze o condizionamenti, dico sensibilità che possono essere diverse), e vorremmo che questo diventasse norma uguale per tutti e non norma a seconda di chi c’è.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Chiedo ai rappresentanti della Giunta se vogliono intervenire per le conclusioni, sennò passiamo all’esame dell’articolato.

Passiamo, quindi, all’esame dell’articolato, con la discussione generale su ciascun articolo e sull’emendamento.

Nominiamo scrutatori Francesca Maletti, Antonio Mumolo e Marta Evangelisti.

È aperta la discussione generale su ciascun articolo.

Articolo 1.

Sul primo articolo insiste l’emendamento n. 1, a firma del consigliere Facci.

Dibattito generale congiunto sull’emendamento e sull’articolo 1.

Cominciamo con la votazione.

Dichiarazioni di voto non ne vedo.

Passiamo alla votazione dell’emendamento n. 1

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla votazione dell’articolo 1.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): L’emendamento lo abbiamo votato.

Adesso siamo all’articolo 1.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 2.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 3.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 4.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 5.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 6.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 7.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Dichiarazioni di voto finali sulla legge e sulla risoluzione.

Non abbiamo richieste di dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione la risoluzione, per alzata di mano.

Favorevoli…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione. Dopo il progetto di legge. Votiamo la risoluzione.

Favorevoli?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): No, il progetto di legge con il voto elettronico, la risoluzione no.

Metto in votazione la risoluzione, a prima firma Daffadà.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 7114 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo in votazione il progetto di legge, con dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è un problema, aggiungiamo il suo voto, consigliera Rontini.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Contrari 24

Favorevoli 13

 

È respinto.

 

Aggiungiamo tra i contrari anche il voto della consigliera Rontini.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Vorrei aggiungere il mio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto, aggiungiamo il voto del consigliere Pelloni.

 

OGGETTO 6604

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Modifica della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 “Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo”. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Rancan, Delmonte, Rainieri, Pelloni, Pompignoli, Facci, Occhi

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6604/1 per il non passaggio all’esame degli articoli – Presentazione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo all’oggetto 6604: progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante “Modifica della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 ‘Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo’”, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele e altri.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Territorio nella seduta del 12 luglio 2023 con parere contrario.

È un progetto di legge composto da 3 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Marchetti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

È pervenuta anche una proposta di ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, a firma del consigliere Caliandro.

Passo la parola per la relazione al consigliere Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Questo progetto di legge ha l’intenzione di modificare, come diceva lei correttamente, la legge regionale n. 24 del 2001, ovvero quella che disciplina l’intervento del pubblico nel settore abitativo.

È giusto anche spiegare le motivazioni che ci hanno portato a presentare una proposta di questo tipo. Quando abbiamo depositato questo testo, circolavano alcune voci che lasciavano intendere che il Partito Democratico, più in generale la maggioranza che sostiene la Giunta che governa la nostra Regione intendesse stralciare di fatto, eliminare quel poco che fu fatto nella passata legislatura per quanto riguarda il criterio di residenzialità storica.

Sarà stata sicuramente una voce che circolava, ma abbiamo ritenuto opportuno mettere nero su bianco una proposta che andasse nella direzione esattamente opposta, ovvero quella di mettere in legge un criterio che per noi è assolutamente fondamentale per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare pubblico.

Sarà un caso, ma io ai casi in politica credo poco, ma qualche settimana dopo il deposito del nostro progetto di legge è stato presentato un atto di indirizzo, una risoluzione, a prima firma Mumolo, se non erro, che intende far chiarezza e avviare un monitoraggio a livello regionale, per verificare l’esistenza o meno di Regolamenti comunali che tra i loro criteri includessero anche una sorta di premialità per gli anni di residenza in quel determinato Comune.

È emerso, quindi, ciò che tutti quanti noi sapevamo già, ovvero che il Partito Democratico e la maggioranza ha evidentemente intenzione di rimettere mano a quelle politiche abitative che, con tanta fatica nella passata legislatura, siamo riusciti a strappare.

Questo è un percorso che parte da lontano. Chi ha avuto la possibilità di partecipare ai lavori della scorsa legislatura si ricorderà sicuramente che ci siamo confrontati più volte su questa tematica, quella della residenzialità storica. Avevamo fatto delle proposte, ovviamente, come Lega. È sempre rientrata, questa iniziativa, nelle nostre proposte politiche. Dopo anni di dibattito, finalmente riuscimmo ad ottenere quei minimi anni di residenza sul nostro territorio per accedere a un alloggio popolare. In Emilia-Romagna, infatti, parliamo di tre anni. Correggetemi se sbaglio.

Ebbene, quel poco che abbiamo ottenuto, purtroppo, oggi, come dicevo prima, a nostro avviso, è in pericolo. È in pericolo perché, evidentemente, il nuovo corso Schlein del Partito Democratico ha imposto un cambio di rotta nelle vostre politiche, che già di per sé erano abbastanza discutibili, per quanto ci riguarda, sempre rimanendo nell’ambito delle politiche abitative.

Con questo progetto di legge chiediamo una cosa ben chiara, ovvero di inserire nella legge regionale un criterio che attualmente è disciplinato semplicemente da alcune delibere. Mettere nero su bianco, nelle normative vigenti, il criterio della residenzialità storica.

In Commissione ‒ poi oggi, purtroppo, avete presentato il solito ordine del giorno cosiddetto “tagliola” ‒ ho detto chiaramente che abbiamo inserito nella nostra proposta i cinque anni, ma per noi sarebbe già un grandissimo risultato anche riuscire a inserire in legge i tre anni attualmente in vigore e introdotti con delibera. Evidentemente, da parte vostra non vi è la benché minima intenzione di consolidare queste politiche, perché ‒ ripeto ‒ evidentemente avete tutt’altre intenzioni.

Chiaramente questo progetto di legge, andando ad intervenire su una normativa che spazia a 360 gradi, propone anche di introdurre delle altre modifiche. Infatti, non parliamo solo del criterio di residenzialità storica, che è importante perché va a premiare quei cittadini che risiedono da più tempo sul nostro territorio, e che quindi hanno contribuito anche al benessere e al mantenimento delle strutture del patrimonio immobiliare pubblico della Regione Emilia-Romagna.

Intendiamo infatti fare un focus ed inserire all’interno della normativa altri criteri assolutamente importanti per migliorare la gestione del patrimonio immobiliare pubblico.

Intendiamo infatti anche porre una maggiore attenzione, ad esempio, sui controlli dei requisiti che sono necessari per accedere alle case popolari. Pensiamo ad esempio all’impossidenza di proprietà immobiliari nei Paesi di origine, nel caso in cui i richiedenti, gli assegnatari fossero cittadini extracomunitari; ma anche a requisiti economici, per restare all’interno di questi alloggi.

Sempre nella passata legislatura – ricordo all’epoca che era vicepresidente la Gualmini – dopo tantissimi accesi dibattiti, quando noi come Lega proponemmo di richiedere una certificazione dei Paesi di origine, legalmente tradotta, per dimostrare l’effettiva impossidenza di patrimoni immobiliari nei Paesi di origine, l’allora vicepresidente Gualmini ci disse: “fermi, tutti abbiamo trovato un’altra soluzione, l’impossidenza di patrimoni mobiliari verrà introdotta nel Testo unico delle politiche abitative e dell’edilizia residenziale pubblica”, Testo unico che venne licenziato da questa Assemblea legislativa, e promuoveremo, disse, l’allora vicepresidente Gualmini, un accordo tra Guardia di Finanza, ANCI e ACER provinciale.

Ebbene, quell’accordo venne promosso, venne anche sottoscritto dai soggetti attuatori. Lasciatemi dire, però, che da controlli che abbiamo effettuato nel corso di questi ultimi anni non ci risulta una grande attività, perché evidentemente segnalazioni non sono mai pervenute, e quindi sicuramente ci sarà da lavorare anche su una sua effettiva attuazione, per controllare realmente la permanenza di questi requisiti per restare all’interno degli alloggi popolari, ma è pur sempre un accordo che viene rinnovato di volta in volta, non c’è scritto da nessuna parte che la Giunta regionale sia obbligata a portare avanti questo tipo di controllo e di accordo con la Guardia di finanza, con l’ANCI, con le ACER.

Vista questa situazione di incertezza per il futuro, proponiamo di inserire in legge anche la promozione di accordi tra Enti e Istituzioni, al fine di monitorare il corretto utilizzo degli alloggi ERP e la permanenza dei requisiti da parte degli assegnatari.

Fin quando questa legge rimanesse con questo articolo che proponiamo, la Giunta sarebbe obbligata a mantenere in piedi questi accordi.

Un altro punto che intendiamo affrontare è quello dell’occupazione abusiva, altro tema assolutamente sentito soprattutto nelle grandi città, dove purtroppo ci sono casi di occupazione abusiva di alloggi ERP. Spesso si leggono sulle cronache locali, se penso anche solo al territorio bolognese, ad esempio.

Anni fa cercammo già di lavorare su questo fronte, chiedendo, ad esempio, all’Osservatorio regionale, che esiste già per quanto riguarda le politiche abitative, di acquisire i dati relativi alle occupazioni abusive sul territorio dell’Emilia-Romagna e, incredibilmente, la Giunta regionale ci rispose che l’Osservatorio regionale non raccoglie alcun dato sull’occupazione abusiva, pur essendo uno di quei requisiti che farebbe scattare la decadenza e addirittura l’impossibilità di accedere agli alloggi popolari, perché se un cittadino occupa abusivamente un alloggio popolare, non può poi fare richiesta successivamente, perché la legge prevede questo.

Dal canto nostro, però, come Regione Emilia-Romagna non raccogliamo alcun dato e alcuna informazione. Dal nostro punto di vista sarebbe fondamentale raccogliere informazioni anche su questo fenomeno, quello dell’occupazione abusiva.

Come ho già detto in Commissione, da parte nostra non vi è alcuna intenzione di discriminare una determinata fascia della nostra popolazione. Nel momento in cui si parla di contrastare le occupazioni abusive, di verificare l’impossidenza di patrimonio immobiliare nei Paesi di origine, cosa che può avvenire tranquillamente anche sui cittadini italiani, nel momento in cui chiediamo di introdurre o mantenere un criterio di premialità per chi risiede da più tempo sul nostro territorio, perché, come dicevo prima, ha contribuito al benessere della nostra regione e al mantenimento del patrimonio immobiliare pubblico, introducendo questi criteri non si va a discriminare alcuna fascia della nostra popolazione. L’unica cosa che andremmo a fare è, finalmente, introdurre quel minimo di giustizia sociale che, purtroppo, non trova casa in Regione Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Altri? Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Brevemente. Questo progetto di legge è già passato, come ricordato dal collega Marchetti, in Commissione e ha ottenuto, nella seduta del 12 luglio, il parere negativo della Commissione Territorio, ambiente e mobilità e anche del nostro Gruppo. Quindi, la posizione è già nota.

Mi preme non discostarmi rispetto alle proposte che sono contenute all’interno di questo PDL e andare a rimarcare sinteticamente, ma anche puntualmente quella che è la nostra posizione.

Il PDL è composto, di fatto, di tre proposte, che sono già state riassunte. Su due di queste il nostro voto negativo è consequenziale a una questione di opportunità. Rispetto al punto n. 1 non riteniamo necessario introdurre la promozione di ulteriori accordi, in quanto queste funzioni sono già in capo all’Ente proprietario degli alloggi, che solitamente può avvalersi, anche a supporto, di ACER per la gestione, tra cui rientrano anche le attività proprio di monitoraggio sul corretto utilizzo degli alloggi.

Si fa riferimento in particolar modo ai Comuni stessi, che dispongono dei propri organismi di vigilanza, ma anche del supporto di ACER, di cui intendono e possono avvalersi.

In tal senso, come Regione Emilia-Romagna si ricorderà che già dal 2019 abbiamo introdotto la figura degli agenti accertatori, proprio per fornire anche un ulteriore supporto concreto alle ACER, e in tal senso sono stati anche organizzati dei percorsi formativi per selezionare delle figure che fossero in grado, stante la delicatezza di tali funzioni, di ricoprire al meglio questo ruolo.

Sull’ulteriore proposta, in cui c’è un diniego di opportunità, c’è il terzo articolo, il terzo punto, quello relativo all’introduzione tra le competenze dell’Osservatorio regionale del monitoraggio, dell’occupazione abusiva e della morosità. Anche questo perché l’Osservatorio già raccoglie il dato su queste occupazioni senza titolo degli alloggi ERP, e grazie anche al nuovo tracciato dell’Anagrafe regionale che è in corso di finalizzazione, puntiamo e miriamo a migliorare anche la qualità di questa informazione.

Per quanto riguarda in maniera specifica la morosità, questa non rientra attualmente nei sette standard di informazioni trasmesse all’Osservatorio, ma comunque sono dati che rimangono in capo ai soggetti gestori che comunicano agli stessi Comuni che conoscono ampliamente il raggio d’interesse di ogni singolo territorio.

Ritornando invece all’ultimo punto, quello probabilmente più focale, in questo caso non parliamo più di una questione di opportunità, ma di una questione di legittimità, a prescindere da quelle che sono posizioni che conosciamo, molto differenti tra Partito democratico, maggioranza e questa proposta, proprio perché, al di là della ricostruzione, dell’evoluzione che ha avuto anche la nostra normativa regionale, che demanda sì a una delibera di assemblea che tuttora però è vigente, che soddisfa determinate condizioni che riguardano la qualità del richiedente, cioè quella duplice di avere residenza anagrafica o attività lavorativa stabile, esclusiva o principale, comunque nell’ambito della Regione, da almeno tre anni, congiuntamente alla residenza anagrafica, o comunque svolge attività lavorativa o principale nel Comune presso il quale si presenta l’istanza, o comunque in uno dei Comuni cui si riferisce il bando, ripeto, al di là di come la si pensi, c’è giurisprudenza molto ampia e univoca, che va invece nella direzione di dichiarare illegittime tutte quelle norme regionali, ma anche Regolamenti. Abbiamo assistito a diversi Enti locali che, anche nei tribunali ordinari, non soltanto alla Corte Costituzionale, hanno individuato tutti quei Regolamenti o leggi che tendono a inserire una residenza ultra quinquennale come un requisito di accesso sono stati cassati, perché non ritenuti dalla stessa Corte Costituzionale, ma anche dei diversi tribunali un indice di elevata probabilità di permanenza in un determinato ambito territoriale.

Al contrario, anche la stessa Suprema Corte Costituzionale li ha dichiarati in diverse occasioni illegittimi, proprio perché non sono funzionali rispetto all’obiettivo di assicurare il diritto all’abitazione ai non abbienti e ai bisognosi.

Senza entrare ulteriormente in quella che è - ripeto - una posizione molto diversa, volevo ricordare l’intervento della Corte Costituzionale, che lo ha fatto più volte nel 2014 e nel 2020, contro diverse leggi regionali e Regolamenti, in ultimo quella recentissima del 7 giugno 2023, che fa riferimento a una Regione che ha adottato questo criterio della ultra quinquennalità, in cui si ribadisce che il requisito della residenza o dell’occupazione ultra quinquennale come condizione d’accesso al beneficio è illegittimo, in quanto viola i principi di uguaglianza e ragionevolezza, quindi produce una disparità di trattamento nei confronti del cittadino, sia esso italiano, comunitario o straniero.

Queste sono le motivazioni che ci hanno portato a questa posizione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Altri in dibattito generale?

Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto. Mi scusi, mi era sfuggito. Mi perdoni. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Brevemente, anche perché ho ascoltato con attenzione le motivazioni che ha dato il collega consigliere Fabbri.

Andrò anch’io con ordine, ripercorrendo un po’ ciò che ci ha raccontato durante la sua replica, ad esempio per quanto riguarda l’articolo 1, quello che propone di inserire la promozione di accordi tra Enti e Istituzioni al fine di monitorare il corretto utilizzo degli alloggi ERP e la permanenza dei requisiti da parte degli assegnatari, tra questi anche l’impossidenza, come dicevo prima. Il consigliere Fabbri ci dice che, in realtà, le ACER, le Amministrazioni comunali hanno già gli strumenti per verificare il mantenimento di questi requisiti, ma lo stesso consigliere Fabbri, che è stato anche sindaco nel suo Comune, mi insegnerà che su un cittadino extracomunitario, probabilmente, l’Amministrazione comunale fa un po’ di fatica ad accedere alle informazioni dai Paesi di origine. A questo punto, si renderebbe più che necessario l’intervento, ad esempio, della Guardia di finanza. Le svelo una cosa, consigliere Fabbri. Un accordo con la Guardia di finanza ‒ evidentemente non siete stati attenti alla mia relazione ‒ esiste già. È un accordo che viene rinnovato periodicamente. Che poi non funzioni granché perché non vengono inoltrate le segnalazioni, questo è un altro discorso su cui dovremmo lavorare. Ma c’è già un accordo promosso dalla Regione tra Guardia di finanza, ANCI e ACER provinciali. Si tratta, quindi, di far funzionare questo accordo e di inserirlo in legge per evitare di vederlo perdere un domani perché, magari, la Giunta regionale cambia idea. Visto che non ve lo ricordate nemmeno, questo accordo, io questo timore ce l’ho.

Vengo al punto delle occupazioni abusive. Lei mi dice che è un dato che l’Osservatorio raccoglie già. Io ho delle risposte della Giunta regionale con le quali mi è stato detto che questi dati non vengono raccolti. Nel frattempo, magari, c’è stato un aggiornamento, quindi la Regione Emilia-Romagna, l’Osservatorio regionale ha iniziato a raccogliere queste informazioni. Però sta di fatto che nella legge regionale, tra le competenze di questo Osservatorio, non si dice che c’è l’obbligo di raccogliere queste informazioni. Quindi, noi proponiamo di aggiornare la legge regionale, oggi a maggior ragione se lei mi dice che vengono raccolti questi dati, con questo criterio, ovvero raccogliere i dati relativi alle occupazioni abusive nella nostra regione. Anche qui, non vedo per quale motivo ci dovrebbe essere una inopportunità politica ad inserire un tema di questo tipo nella legge regionale.

Poi vengo al tema centrale, perché effettivamente tema cardine di questo progetto di legge è quello che verte sulla residenzialità storica. Lei ci dice, consigliere Fabbri, che i cinque anni sono di fatto illegittimi, perché la Corte costituzionale si è già espressa in diverse occasioni. Okay, vengo incontro alla sua osservazione: ma allora, a questo punto, perché non inserire nella legge regionale e mettere nero su bianco questo criterio almeno dei tre anni, come già previsto in quella delibera assembleare che discutemmo nella passata legislatura?

Permettere questo criterio nella normativa vigente che regolamenta questo settore, andando così a blindare un criterio che a nostro avviso è assolutamente importante… Ripeto: andare a premiare le persone che vivono da più tempo sul nostro territorio è centrale, perché non possiamo permetterci di sbattere la porta in faccia a chi ha contribuito per anni al benessere del nostro territorio nel momento del bisogno.

Quindi, a nostro avviso, il vostro è semplicemente un tentativo di prendere tempo, di prendere tempo nascondendovi dietro un dito, con delle motivazioni assolutamente di facciata, perché come dicevo prima, evidentemente avete altri progetti, avete altre idee. Le discuteremo sicuramente, non appena avremo la possibilità di confrontarci sulla vostra proposta, ad esempio, di mettere mano sui regolamenti comunali che vanno a premiare la residenzialità storica, perché l’avete messo nero su bianco sulla vostra proposta, e a quel punto ci confronteremo. Però non veniteci a raccontare che le vostre motivazioni espresse oggi sono dettate da chissà quale tipo di inopportunità, quando la realtà dei fatti ci racconta che in realtà voi avete ben altre idee, e come sempre su questo tema siamo su versanti esattamente, diametralmente opposti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

A questo punto, chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, che ricordo essere a firma del consigliere Caliandro.

Non ho richieste di dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione l’ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 6604/1 per il non passaggio all’esame degli articoli è stato approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

L’ordine del giorno è stato approvato, quindi non andiamo all’esame dell’articolato.

 

OGGETTO 6875

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata dal PUG del comune di Quattro Castella (RE) adottato con delibera di Consiglio comunale n. 52 del 10/11/2022. Proposta all’Assemblea legislativa dell’intesa sulle modifiche cartografiche al piano territoriale paesistico regionale”. (133)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 6875: proposta d’iniziativa Giunta recante “Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata dal PUG del comune di Quattro Castella (RE) adottato con delibera di Consiglio comunale n. 52 del 10/11/2022. Proposta all’Assemblea legislativa dell’intesa sulle modifiche cartografiche al piano territoriale paesistico regionale”.

La Commissione Territorio ha espresso parere favorevole nella seduta del 21 giugno 2023, con la seguente votazione: 25 voti a favore, nessun contrario e 13 astenuti.

Apriamo il dibattito generale. Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Bastano pochi secondi per dare conto dell’atto che poniamo in votazione. È una richiesta di aggiornamento che è arrivata dal Comune di Quattro Castella, aggiornamento cartografico.

Il Comune è impegnato nella redazione e approvazione del PUG e gli uffici tecnici regionali, con un sopralluogo del settembre 2021, hanno verificato che la situazione è modificata rispetto alla vecchia cartografia, così come indicato dal Comune di Quattro Castella, per cui l’atto che noi oggi mettiamo in votazione è corretto e necessario perché il Comune possa procedere con l’approvazione del PUG.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sull’oggetto.

Non abbiamo dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’oggetto 6875, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 6875 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Petitti): È pervenuta una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori a firma del consigliere Rancan, per trattare prioritariamente il seguente oggetto: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Programma regionale delle attività produttive 2023-2025” e “Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025”.

 Sulla richiesta di inversione dell’ordine dei lavori chiedo se ci siano interventi, uno a favore e uno contro.

Non ho richieste di interventi.

Mettiamo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

OGGETTO 6744

Proposta d’iniziativa Giunta recante: ““Programma Regionale Attività Produttive 2023- 2025” (ai sensi della l.r. n. 3/1999, art. 54) e “Programma Regionale per la Ricerca industriale, l’Innovazione, il Trasferimento tecnologico 2023-2025” (ai sensi della l.r. n. 7/2002, art. 3)”. (134)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con la proposta di iniziativa della Giunta recante “Programma regionale attività produttive 2023-2025” e “Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025”.

La Commissione politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 luglio 2023 con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario e 17 astenuti.

La relatrice della Commissione, consigliera Roberta Mori, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

C’è il parere favorevole del Consiglio delle autonomie locali.

Prego, consigliera Mori, a lei la parola.

 

MORI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Con il Programma regionale delle attività produttive e il Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025 la Regione Emilia-Romagna porta a compimento una programmazione ambiziosa e, al tempo stesso, potenzia una strategia che intercetta appieno quella europea e quella più avanzata di sviluppo sostenibile. Con un valore aggiunto, però, che è proprio della nostra terra: quel riformismo pragmatico che non si accontenta mai dello status quo, che innova per includere, che utilizza una metodologia sostanziale orizzontale e mai gerarchica, con l’obiettivo di crescere insieme, nessuno escluso.

La forza di una Regione, quindi, è data da un insieme di fattori economici, produttivi, infrastrutturali, materiali e immateriali, da fattori di resilienza e coesione sociale, che non si improvvisano, ma vengono da lontano, dal tessuto culturale e valoriale che lega tutti i soggetti che concorrono alla vita della comunità. Non da ultimo, la forza di una Regione è data anche dalla capacità di governare i processi complessi, pur nei limiti oggettivi di un contesto sempre molto difficile, e di innovare processi e strumenti, anche rispetto alla loro accessibilità, per gestire meglio le trasformazioni in atto.

Integrare tutti questi fattori perché dispieghino il loro potenziale attorno a obiettivi condivisi è il lavoro che ci impegna a tutti i livelli e che ha innervato anche questo provvedimento, configurandolo quale passaggio programmatorio coerente e fondamentale.

I programmi completano il quadro coordinato e interrelato costituito dal Patto regionale per il lavoro e per il clima, sottoscritto il 14 dicembre 2020, dal Documento Strategico Regionale, dai programmi regionali del Fondo sociale europeo Plus e dal FESR, con alla base la Strategia di specializzazione intelligente, dei quali, ricordo, si sono svolti recentemente i Comitati di sorveglianza a Ravenna con l’attestazione di qualità realizzativa da parte della Commissione europea.

Il passaggio che si compie oggi è stato preceduto da una lunga fase consultiva e di partecipazione dei vari rappresentanti del territorio regionale che hanno concorso all’elaborazione dei programmi, in linea anche con quanto previsto dalla legge regionale n. 15 del 2018.

Sono stati coinvolti i protagonisti del percorso, tutti i soggetti firmatari del Patto regionale per il lavoro e per il clima, la Conferenza regionale delle Università, ART-ER, in particolare il Comitato tecnico-scientifico composto dai rappresentanti degli Atenei emiliano-romagnoli, centri di ricerca e altri attori significativi nel campo della ricerca e dell’innovazione. Poi, il tavolo regionale imprenditoria, e non da ultimo il Consiglio delle Autonomie locali che ha dato parere favorevole lo scorso aprile.

Gli incontri tematici con i portatori di interessi (quali enti pubblici locali, enti di ricerca e formazione) hanno permesso di approfondire gli aspetti legati al posizionamento della Regione Emilia-Romagna in termini di contesto produttivo, evoluzione socioeconomica negli ultimi anni, specializzazioni produttive, evoluzione del mercato del lavoro, aggiornando altresì le procedure che hanno condotto alle programmazioni e ai finanziamenti derivanti dai fondi strutturali europei ed altre iniziative a livello europeo e nazionale. Il che ha consentito un coordinamento per certi versi inedito degli interventi all’interno di questi programmi.

A conclusione dunque di una lunga attività di elaborazione e concertazione, nonché, dopo passaggi altrettanto rilevanti di ascolto degli stakeholders, così come elencati e descritti, l’approfondimento in udienza conoscitiva è stato per certi versi illuminante sia per la condivisione degli obiettivi sistemici, ma ancor più per gli strumenti di collaborazione per realizzarli, in particolare, i cluster sono stati considerati agenti di cambiamento e strumenti efficaci per supportare la rete industriale delle piccole e medie imprese nel fondere ricerca, impresa e formazione, creando un contesto fertile per l’elaborazione di strategie e progetti, allenando – così ci è stato detto – i protagonisti dello sviluppo al faticoso ma davvero sfidante modus operandi della condivisione.

Un esempio quindi virtuoso che incrocia progetti importanti: uno, il primo che ho incrociato è il progetto transnazionale DEBUTING, di cui ART-ER e la Regione sono partner insieme ad altri dieci Paesi europei che punta, ad esempio, sull’uguaglianza di genere come fattore di competitività delle piccole e medie imprese ed elemento strategico per lo sviluppo industriale in Europa.

Dopo l’approfondimento in sede consultiva in Commissione territorio, ambiente e mobilità e l’intervento emendativo, con il concorso attivo dei colleghi e delle colleghe, che ringrazio, nella Commissione referente politiche economiche, siamo oggi in grado di approvare in via definitiva due programmi pluriennali di fondamentale importanza che intervengono sulle politiche industriali per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico sull’intero nostro territorio, consolidando l’attuazione della nostra programmazione europea.

La base normativa dei programmi è quella della legge regionale n. 3 del 1999 e n. 7 del 2002, risalenti, ma sempre attuali nella loro cornice e nei loro obiettivi.

Da queste due leggi il quadro europeo e nazionale si è fatto via via estremamente complesso, basti pensare all’intreccio con le linee di azione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con le nuove programmazioni europee, ma anche con i programmi pluriennali a diretta regia della Commissione europea, ad esempio l’Horizon Europe. Tutto ciò per un ventaglio molto esteso di politiche, che non si legano più unicamente agli interventi a favore delle attività produttive, ma si estendono alla promozione del capitale umano e all’occupazione di qualità, nonché al sostegno della ricerca scientifica e industriale.

Dunque, i programmi in esame completano l’intero quadro delle programmazioni regionali, avendo anche come priorità trasversali i temi della sostenibilità e dell’equità, dell’innovazione digitale, delle competenze strategiche, per garantire sviluppo e occupazione di qualità e duratura nel nostro sistema, per accompagnare il cambiamento strutturale in corso del mercato del lavoro e non lasciare che i percorsi di trasformazione e sviluppo e la troppa discontinuità lavorativa diventino trappole di precarietà, affinché al rafforzamento della ricerca e dell’innovazione in chiave tutta proiettata alla sostenibilità dello sviluppo, alla [...] di luoghi e di contesti che facciano la differenza sia davvero valorizzata, come la nostra Romagna ha fatto e farà ancora la differenza con la sua capacità di ripensarsi nella ripresa.

In coerenza con la strategia regionale Agenda 2030 e con gli indirizzi condivisi del Patto regionale per il lavoro e per il clima, i programmi assumono i cambiamenti radicali che il contesto economico e produttivo ha vissuto negli ultimi vent’anni, le ricadute sociali e le trasformazioni, ma anche gli enormi passi avanti compiuti da questa Regione grazie al suo ecosistema per la ricerca e per l’innovazione, che mai si disgiunge all’infrastrutturazione sociale. Questo va sottolineato e valorizzato al massimo.

Oggi la Commissione europea riconosce l’Emilia-Romagna come uno strong innovator nella classifica annuale fra 240 Regioni europee sulle performance delle politiche per l’innovazione e la ricerca scientifica. L’incessante apertura della nostra economia e il commercio con l’estero è un altro aspetto da ricordare. Tra l’altro, il presidente Bonaccini lo ha anche accennato nel suo intervento di ieri.

Tra il 2001 e il 2021, la variazione media annua dell’export è risultata pari a più 4,3 per cento, e questo ha fatto sì che il rapporto export sul PIL in Emilia-Romagna abbia raggiunto il valore di ben 44,8 per cento, portandoci ai vertici nel contesto italiano anche per questo aspetto.

Tra le dimensioni che meritano più attenzione e vanno governate con l’approccio strategico integrato che ci connota vi è l’inverno demografico, la riduzione costante della fascia più giovane della forza lavoro è uno dei risvolti di questa tendenza che minaccia alla base la competitività del sistema in termini di produzione globale, di produttività media, di futuro.

Nel campo essenziale del capitale umano occorre fare ancora molto, percorrendo con determinazione la direzione già intrapresa qui in virtù delle nostre leggi e delle programmazioni, per aumentare il numero di persone con titoli di istruzione terziaria e universitaria, per ridurre la quota dei cosiddetti “cervelli in fuga”, per colmare i divari di genere formativi e di accesso al mercato del lavoro che frenano il contributo paritario, lo sviluppo e, di conseguenza, frenano benessere e crescita.

Per questo, ancora una volta, in coerenza con l’approccio inclusivo che ci è proprio, abbiamo emendato la parte di impostazione di guida del Programma per le attività produttive con la strategia che ulteriormente supporta e inspira in modo integrato e trasversale lo sviluppo sostenibile, la governance societaria sostenibile e i processi di innovazione, ovvero la strategia per la parità di genere 2020-2025, che introduce, accanto al Green Deal, la piattaforma del Women New Deal, già inserita nella legge quadro n. 6/2014.

Ecco, quindi, che questo innesto di innovazione sta promuovendo la presenza delle donne nelle professioni, la formazione STEM, l’organizzazione equity oriented del lavoro e delle reti annesse ai servizi di conciliazione, in coerenza non solo con le priorità del Patto per il lavoro e per il clima, ma non secondariamente con il Gender Impact Assessment regionale, che è parte integrante della valutazione del monitoraggio ora di ogni politica strutturale.

I provvedimenti oggi in approvazione sono costituiti da 12 aree di lavoro, molto articolate e molto importanti. Queste azioni danno piena attuazione alle priorità trasversali dei due programmi, tra cui il sostegno alla sostenibilità, all’apertura internazionale dei contesti, all’imprenditorialità, alla dinamicità dei mercati del lavoro.

L’elaborazione di questi due programmi ha richiesto, come previsto dalla normativa vigente in materia ambientale, l’attuazione delle fasi di Valutazione ambientale strategica. Gli esiti si concretizzano in raccomandazioni inviate da parte dell’Autorità ambientale, che non modificano direttamente i contenuti del programma, ma che prescrivono criteri a cui attenersi in fase di attuazione e monitoraggio dello stesso, avendo sempre come stella polare gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, per promuovere condizioni di sostenibilità, per quanto riguarda il cambiamento climatico, il consumo del suolo agricolo, il patrimonio culturale e paesaggistico, in primis, pur nell’ambito delle riflessioni che ieri si facevano in merito.

Questo breve cappello introduttivo riassume un contributo importante da tutti i punti di vista, con un importo complessivo che, però, arriva a più di 3,5 miliardi di euro, quindi una fonte finanziaria complessiva importante, cui si aggiungono 500.000 euro sul bilancio regionale rispetto a tutti i programmi in esso raccolti.

Desidero ringraziare anche per la qualità degli elaborati, oltre che per lo sforzo di programmazione e di gestione di questo percorso così complesso, non soltanto l’assessore Colla, che è presente in ogni nostro incontro e ha supportato anche le tecnicalità delle illustrazioni programmatorie con una visione che di volta in volta ha dispiegato le ali del nostro orizzonte strategico; la Direzione generale, nella persona, che riassume un po’ tutti, della dottoressa Diazzi, ma anche del dottor Marzano e della dottoressa Maini. Ringrazio per l’approfondimento e la collaborazione ovviamente il relatore di minoranza, in particolare la presidente Rontini, che ci ha messo in condizioni di lavorare in grande sintonia e anche con un ritmo spedito, e tutti i colleghi e i funzionari delle Commissioni che ci hanno dato una mano.

Quindi, per concludere, anche a causa degli eventi che prima definivamo imprevedibili e straordinari, ma che sono ormai all’ordine del giorno, l’impegno di investimento e di prospettiva che mettiamo in campo con questi programmi così importanti e strategici diventa ancora più significativo, affinché nulla riesca a spezzare il legame virtuoso che tiene insieme l’Emilia- Romagna, la sua apertura al mondo, il suo posizionamento in termini di capacità competitiva e dinamica, il suo stare in alto nell’Europa dei diritti e delle competenze, avendo ben chiaro il concetto di economia sociale e di capitale umano.

In questo che è l’anno europeo delle competenze, formalmente inaugurato il 9 maggio scorso dall’Unione Europea, tante sono le sfide per un rafforzamento ed una crescita del comparto produttivo, certo, ma senza mai dimenticare di coniugare lo sviluppo con la giustizia sociale e il contrasto alle disuguaglianze.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Nulla da togliere ovviamente alla relazione che mi ha preceduto. Io cercherò di rimanere un pochino più sul pragmatico e sul contenuto di questa programmazione, che secondo noi non risulta completamente soddisfacente.

Parto dal presupposto, e ovviamente dirò cose che durante la Commissione di qualche settimana fa ho detto, ma specifico e ribadisco determinati concetti che, secondo me, sono importanti. Questa programmazione arriva a 8 anni dalla scadenza della vecchia, oltretutto l’ultima programmazione risale al triennio 2015-2017, programmazione che solitamente ha scadenza triennale e in sostanza questa è la prima volta che la Giunta Bonaccini affronta il tema della programmazione sulle attività produttive.

Nel frattempo, si è andati in prorogatio, ma ovviamente rispetto al 2015 il mondo è completamente cambiato. Quando in Commissione abbiamo cercato di porre l’accento su questa cosa, ci è stato risposto che il programma precedente è stato approvato in pieno sisma e ovviamente, a causa di ciò, lo si è potuto mettere in campo soltanto negli anni successivi.

Certo, è vero, c’è da dire però che nel frattempo vi è stato tanto altro (pandemia, guerra e alluvione). Oltretutto, dobbiamo ricordarci anche che, a distanza di 11 anni dal sisma, solo un quinto delle somme stanziate per la ricostruzione pubblica riguarda cantieri conclusi. Dobbiamo ricordarlo, perché secondo me dà uno spaccato anche di quella che è la realtà nella nostra Regione.

Comunque, andando alle analisi delle precedenti programmazioni (parliamo della legge n. 3 del 1999), se guardiamo e specifichiamo cosa succedeva nel precedente piano, vedevamo che c’era una relazione dedicata alla pianificazione precedente, quindi una relazione dedicata all’analisi di quello che era successo in precedenza. Qui, ovviamente, non ne vediamo traccia. Evidentemente, però, qualcuno qui si è scordato di leggere l’articolo 57, che prevedrebbe “un’attenta azione di monitoraggio e valutazione, con presentazione di relazione annuale all’Assemblea circa lo stato delle politiche messe in atto”, cosa che qui oggi non vediamo. Ergo, noi cercheremo comunque, per guardare e cercare di ragionare in prospettiva, di rifarci soprattutto a quello che è il DSR.

Se andiamo a leggere gli articoli nn. 53, 54 e 55 della legge del 1999, possiamo tranquillamente capire che questo programma dovrebbe essere ‒ dico “dovrebbe” ‒ l’atto principale della programmazione delle politiche economiche della Regione. Quindi, in realtà, con questo atto la Giunta dà le sue linee di indirizzo su quelle che sono le programmazioni sulle attività produttive. Peccato però che oggi quello che noi giudichiamo non rappresenta la parte principe e cardine di questa attività, ma si è andata a creare una sorta di cornice su quelle che dovrebbero essere, poi, le attività politiche sulle attività produttive. Ergo, per noi, quindi, risulta qualcosa di poco utile. Specifico il “poco utile”. Non è tutto da scartare. Specifico questo perché, con delle interlocuzioni che abbiamo avuto anche con i portatori di interesse, ovviamente, non tutto viene giudicato ottimale, ma soprattutto certe cose vengono viste anche come una sorta di acqua fresca.

Venendo al testo, al di là della prima parte, che serve a delineare il posizionamento e lo scenario economico dell’Emilia-Romagna, la seconda, invece, è abbastanza interessante, perché riusciamo a capire quali sono e quali saranno le risorse messe in campo. Il contesto ‒ ribadisco ‒ è condivisibile, la fotografia è giusta, altrimenti vorrebbe dire che viviamo in un’altra regione. Non è aggiornatissima. Secondo me, però, c’era tutto il tempo di aggiornarla, anche viste le calamità che sono successe in questi anni. Criticità, attenzione, che secondo me andavano valutate e approfondite in modo maggiore. Questo non lo dice la Lega, ma lo dice Confindustria Emilia-Romagna. Attenzione, quando parlo di “criticità” voglio specificare che parliamo di criticità che frenano gli investimenti delle imprese. Su questo noi teoricamente dovremmo andare a ragionare. Incertezza rispetto agli ordinativi, mancanza di profili professionali, troppa burocrazia ‒ sulla quale, poi, farò una parte dedicata ‒ e difficoltà nell’accesso al credito.

La prima parte, ovviamente, sugli aspetti ordinativi esula un attimo, ma se andiamo a guardare gli ultimi tre sono ambiti nei quali la Regione può direttamente e costantemente intervenire.

Iniziamo a parlare, però, degli emendamenti. Noi abbiamo presentato alcuni testi. Specifico anche che, oltretutto, su questi tre aspetti che io dicevo, che la Regione era più chiamata a esprimersi e a intervenire, manca uno studio sugli impatti che il Piano si propone di avere sul tessuto economico del nostro territorio. Questo credo sia qualcosa di importante. L’impatto, la ricaduta che questo avrà può essere la chiave nell’affrontare le sfide del futuro. Ergo, quando abbiamo presentato gli emendamenti abbiamo cercato di tenere presente questa cosa e solamente su uno c’è stata la possibilità... Dico “solamente” nel senso che, ovviamente, quando uno presenta gli emendamenti si aspetta che vengano approvati tutti. Diciamo che su uno si è trovata la disponibilità della maggioranza ‒ e su questo ringraziamo anche la relatrice di maggioranza – sul quale si è interloquito per portare a casa un risultato che poi vi spiegherò. Difficoltà nel reperimento delle risorse umane: questo penso che sia sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto perché le risorse umane devono essere adeguatamente formate, questo è il tema.

E qui ci andiamo a scontrare con quello che noi definiamo molte volte il pachiderma, che è la formazione professionale. Perché parlo di pachiderma? Perché molte volte la formazione professionale, la formazione di prospettiva viene non cucita su quelle che possono essere le esigenze delle aziende, o comunque concordata con le necessità delle aziende, ma molte volte viene utilizzata sui desiderata degli enti di formazione. Ergo, qualcuno potrebbe pensare che la formazione sia e si continui a portare avanti solo ed esclusivamente, o comunque in gran parte per mantenere gli organismi di formazione.

Questo cosa significa? Che crea della disparità, per cui magari molte volte si creano delle figure che non riescono ad essere collocate nelle aziende. Questo trova conferma nella valutazione indipendente del POR, predisposta da un istituto che non citerò in questa sede, ma che tutti voi sicuramente conoscete, dove si specifica bene che a sei mesi di distanza dagli interventi di formazione, si asserisce che solo il 7 per cento dei formati – solo il 7 per cento dei formati – ha trovato lavoro direttamente tramite il Centro di formazione, o attraverso i contatti acquisiti durante il corso rispetto ad un 23,4 per cento che ha trovato lavoro attraverso segnalazioni della rete informale di relazioni costituita da familiari, amici e conoscenti, e un 10 per cento che per la ricerca di lavoro si è attivato personalmente (si è presentato alle aziende inviando curricula, eccetera). Ergo, serve coprogettazione con le aziende.

Veniamo a quello che è il tema un pochino più pesante, quello della semplificazione della troppa burocrazia. Noi abbiamo visto in questi anni, in questi mesi, sempre parlare di semplificazione e di abbattimento della burocrazia. Non mi aspetto certo che ci sia un cambiamento radicale e immediato, perché sarebbe folle, nessuno ha la bacchetta magica. Però in questo piano sulla semplificazione della burocrazia non vi è nulla.

La parola “semplificazione” viene citata solamente per richiamare il Patto per la semplificazione. Certo, è stato un tiepido passo avanti, che oggi però ‒ non a detta nostra, ma a detta delle persone che abbiamo incontrato ‒ non ha dato i frutti sperati o che comunque si erano prefissati, che fossero riconducibili non a scelte nazionali, ma a scelte regionali. Ergo, bisogna cercare di aumentare lo strumento dell’autocertificazione, è una cosa che noi abbiamo già proposto, abbiamo cercato di inglobare in tutti i discorsi che sono stati fatti fino ad oggi, però sulla semplificazione e autocertificazioni un po’ di riscontro di difficoltà lo troviamo.

Parliamo di ricerca. Sempre per citare Confindustria, nella traiettoria 2020-2030 si traccia una fotografia della rete ad alta tecnologia dell’Emilia-Romagna. Una parte importante della rete trova copertura finanziaria in questa programmazione, anche perché di questo stiamo parlando, andando ad assorbire oltre il 30 per cento delle risorse regionali messe in campo.

Secondo noi, però, la prospettiva sarebbe quella di andare ad agire, uno, semplificando la rete e, due, indirizzando la ricerca alla luce di una chiara analisi delle priorità industriali, perché se noi riusciamo a fare queste due cose insieme, secondo me e secondo noi riusciremo a migliorare nettamente questa rete.

Tenete presente che, ad oggi, i nodi della rete ad alta tecnologia hanno superato la soglia di 115 soggetti, ergo La molteplicità degli attori rischia di trasformarsi da risorsa ad elemento di appesantimento dell’assetto organizzativo.

Su questo dobbiamo essere chiari e dobbiamo cercare di capire che, più snelliamo, più riusciamo a rendere performanti anche le nostre reti.

Aree montane, sulle quali mi piace fare una parentesi e vorrei specificare.

L’articolo 54, comma 4, lettera a-bis), precisa che il programma dovrebbe contenere - cito – “linee per lo sviluppo dell’imprenditorialità nelle zone montane”. Ahimè, non vi è nulla, però, in concreto, o meglio ci si limita all’interno delle azioni 7 e 11 a porre particolare attenzione a queste aree, però non vi è alcuna strategia particolare all’interno, quindi non vi è qualcosa di specifico particolare che ci dica come si possa investire a livello imprenditoriale sulle aree montane.

Innovazione sociale. Su questo mi permetto di fare un appunto maggiore, perché era stato messo pochissimo sull’innovazione sociale. Pochissimo. In maggioranza, ovviamente, c’è sempre qualcuno che deve portare l’attenzione sul terzo settore. Io non dico che il terzo settore sia qualcosa da non aiutare. Dico solamente che, se stiamo facendo un programma per le imprese e le attività produttive, abbiamo fatto poco fa una legge sul terzo settore specifica, trovo e ho trovato assolutamente inopportuno andare a inserire in questa programmazione qualcosa di molto specifico sul sociale e sul terzo settore.

Riconosciamo, come dicevo prima, però, e di questo ringrazio ancora la relatrice Mori, che è stato accolto un nostro emendamento in Commissione, e di questo possiamo essere contenti, che servirà a valorizzare le imprese che intraprendono percorsi di certificazioni ambientali volontarie. Questo cosa significa? Se voi, come azienda, riuscirete a fare questa cosa, sicuramente avrete delle priorità o, comunque, degli aiuti maggiori. L’approvazione dell’emendamento, ovviamente, creando strumenti attivi e premiali per le aziende, è ‒ crediamo ‒ un aiuto importante per chi utilizza queste autocertificazioni volontarie.

Risorse. Parliamo di risorse. Annuncio incredibile: 3,5 miliardi di euro. 3,5 miliardi di euro, andiamo ad analizzarli un attimo, abbiamo la tabellina: 2,4 miliardi di 3,5 (2,4 miliardi) sono l’apporto del PNRR. Un altro miliardo non è che la declinazione dei Fondi europei, quindi FESR, FSE e programmi di gestione diretta dell’UE. La programmazione, quindi... Quando si fa comunicazione fuori di 3,5 miliardi, sembra che la Regione metta 3,5 miliardi. Ricordiamoci che, però, in realtà, le risorse regionali, su 3,5 miliardi, sono 100 milioni. Sono 100 milioni, per la maggior parte composte dal rientro dei Fondi rotativi, che noi abbiamo finanziato e che in questi tre anni torneranno nella disponibilità della Regione, andando a finanziare principalmente i 40 milioni destinati alla ‒ e cito ‒ finanza per lo sviluppo sostenibile e la crescita delle imprese e 12 milioni destinati agli investimenti sostenibili per le imprese e le filiere. Ergo, ripeto, quando comunichiamo che sono 3,5 miliardi ricordiamo a tutti, ma soprattutto ricordo a me stesso che la Regione di 3,5 miliardi mette 100 milioni. Partite che vengono riprese, ma che restano aperte. Adesso ne parliamo in modo chiaro: mutui BEI, sui quali noi abbiamo speso parole e abbiamo speso importanti declinazioni riguardanti l’accesso al credito. Bene il ricorso allo strumento dei basket bond, questo sicuramente, cosa che oltretutto già fanno e stanno facendo altre Regioni, però noi pensiamo che sui mutui BEI ci sia da fare uno sforzo maggiore.

Successivamente, potrei parlare anche di tante altre cose relativamente alle questioni, a dei climate proofing che voi sicuramente conoscete, sui quali sicuramente c’è stato un approfondimento importante. Però tutto questo, princìpi che vengono dati qui dall’Unione europea vengono trattati in modo molto superficiale all’interno di questa programmazione, rimandando una compiuta definizione ad un momento successivo ai provvedimenti applicativi nazionali.

Ergo, anche qua vediamo un pochino poco coraggio. Noi pensiamo, però, che al di là di tutto questo, dopo gli incontri che sono stati fatti, dopo questi appunti che noi pensiamo e crediamo all’interno di questa programmazione regionale, il posizionamento del tessuto economico, in sostanza, visto anche l’investimento che viene fatto, sia sicuramente merito soprattutto di tutte quelle persone che fanno impresa nella nostra Regione.

Noi pensiamo che siano da ringraziare, queste persone, perché nonostante le difficoltà che hanno riscontrato in questi anni, penso che si siano rimboccati bene le maniche e che stiano portando avanti delle attività in momenti assolutamente non facili. Quindi, se l’Emilia-Romagna ha un tessuto imprenditoriale così forte; se l’Emilia-Romagna ha un tessuto di prospettiva così forte, penso che sia merito dell’impresa, nonostante ciò che fa la Regione. Penso cioè che sia merito dell’impresa, perché abbiamo una cultura, una storia d’impresa nella nostra Regione. Ergo, cosa serve oggi? Serve cercare di uscire un po’ da un’ideologia, da un’ideologia per cui magari molte volte, da troppe persone l’imprenditore viene visto come quello che inquina, l’imprenditore viene visto come quello che vuole portare a casa solo degli obiettivi personali, l’imprenditore viene visto solamente come quella persona o quel soggetto da spremere. Io credo che la tassazione nella nostra Regione, nel nostro Paese sia già sufficiente per queste persone che oggi io giudico essere dei temerari eroi, perché nella società del giorno d’oggi fare impresa è davvero difficilissimo.

Credo però che ci siano ancora tante potenzialità da esprimere, tante potenzialità da poter migliorare supportando le imprese in formazione, transizione digitale, transizione ecologica o altro. Certo, non pensiamo di obbligare, come magari qualcuno vuole in Europa, le imprese a fare una transizione ecologica forzata in tempi molto stretti, troppo stretti, perché questo significherebbe mettere in difficoltà le imprese. La transizione ecologica va bene, ma va fatta per step, in modo da non creare shock al nostro sistema.

In sostanza, questa è la nostra linea sulla programmazione. Per la dichiarazione di voto mi riservo di tenere un minuto massimo o 30 secondi alla fine della discussione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno in dibattito generale.

Passo la parola all’assessore Colla. Prego, assessore.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio veramente i consiglieri Mori e Rancan e - permettetemi - anche tutta la struttura, per tutta la discussione che abbiamo fatto in Commissione, che ha arricchito e rafforzato intanto una certezza: qui stiamo facendo un’operazione più, non meno, è un progetto che in realtà non è di difesa, ma aggredisce i gangli del cambiamento, e in questo programma il cerchio chiude delle programmazioni della Regione, e poteva solo essere così.

Le attività produttive sono arrivate a valle, perché a monte abbiamo fatto, ovviamente c’è stato questo maledetto Covid, ma ‒ diciamoci la verità ‒ nelle nostre programmazioni, dal punto di vista del FESR e del FSE, non poteva essere diversamente, questo doveva chiudere il cerchio, perché inficia la coerenza rispetto alla programmazione che abbiamo fatto.

Penso che stiamo facendo però un lavoro di posizionamento strategico rispetto a due punti. Uno è la velocità del cambiamento, che crea sempre degli impatti economici, ma anche sociali. Il cambiamento vuol dire che l’Emilia-Romagna, come ho detto, in questo progetto la guardiamo con gli occhiali, abbiamo bisogno di creare valore aggiunto, ma nello stesso tempo abbiamo bisogno di fare un’operazione di redistribuzione democratica per fare sempre una tenuta anche di economia sociale. Mi permetta, collega Rancan: non è il terzo settore soltanto l’economia sociale, ma è proprio un sistema di soggetti che operano nel profit, nel benefit, nell’università. Potrei continuare. Questi due soggetti si riconoscono e fanno l’ecosistema dell’innovazione che guarda alla prospettiva.

Nello stesso tempo, investimenti per supportare l’innovazione e la ricerca in un sistema integrato pubblico-privato. Attenzione. Uno rafforza l’altro e l’altro rafforza il pubblico, il privato... Il pubblico rafforza il privato. Attenzione alle operazioni precipizio, perché non funzionerebbe il sistema. Devo dire che questo è un fattore acquisito in questa Regione, molto al di là, anche, dal punto di vista di quanto noi pensiamo, a un fatto culturale acquisito. E poi una rete di alta tecnologia che, permettetemi, ci porta ad avere indicatori proprio per questa rete, che sia anche una rete pluralista dal punto di vista dei settori, perché è una rete di alta tecnologia che guarda tutte le filiere, comprese quelle innovative. Non la devi restringere. Devi essere coerente su dove posizioni i finanziamenti. Quella rete, però, ci permette di avere indicatori eccezionali in questa Regione. Più export, più brevetti, l’innovazione. Ma non mi importano più questi indicatori. Mi importa capire questo strumento, di aggredire un cambiamento che, se non ci stiamo dentro, attenzione, anche noi possiamo avere dei problemi in prospettiva.

Qual è il vero ridisegno su cui si posiziona questo progetto? Più internazionalizzazione e nuova internazionalizzazione. C’è un ridisegno delle catene del valore immenso. Le persone fanno impresa, fanno reshoring perché hanno paura di investire in alcune aree, ma quel reshoring o lo prendiamo noi o va da un’altra parte. Quindi, il tema di come guardo le catene del valore diventa fondamentale proprio per quell’idea di come siamo in grado di creare valore aggiunto.

In realtà, questo progetto scommette su una grande operazione. Io vedo una novità. Forse questa Regione la dobbiamo guardare con occhiali nuovi, con questo progetto. Sta diventando un campo di innovazione trasversale su alcuni settori abilitanti. Trasversali. Poi ci sono tutte le verticalità imprenditoriali, di investimento, ma ‒ attenzione ‒ ci sono tre-quattro settori fondamentali trasversali abilitanti. Uno: se io dico “digitalizzazione” quello vale per tutti, non solo nella manifattura. Vale nella ricerca, vale nelle università. O ce l’hai o sei fuori. Due: il tema della sostenibilità. Posso anche impiegare più tempo, ma devo andare di lì. Quindi, il cambiamento che devo fare nei processi produttivi, nelle teste, nelle competenze, nella progettazione va in quella direzione.

Senza ricerca e ingegneria, non si fa questa operazione. Vedete? Arrivo da un incontro importante con il ministro Urso. Al centro abbiamo messo, per la tenuta di un grande gruppo come Stellantis il tema della ricerca e dell’ingegnerizzazione anche in questa Regione.

In questa operazione, permettetemi, chiude il cerchio il più grande investimento che abbiamo messo insieme il tema in questo progetto, e non solo: potrei dire la legge sull’attrattività, potrei dire… Mi permetta, consigliere Rancan: la formazione si sta rafforzando moltissimo. Poi raccolgo tutte le sollecitazioni.

Tra l’altro, gli enti di formazione, i più grandi sono di emanazione imprenditoriale. Stiamo facendo con loro operazioni più ITS, più IFTS, più laurea professionalizzante, la ricucitura con l’istruzione, la ricucitura con l’Università. È vero, sembrava un po’ un soggetto di serie B, mentre invece noi questa cucitura la dobbiamo tenere non solo per il sistema delle imprese, perché è l’unica condizione per creare lavoro di qualità, quindi raccogliamo tutte le sollecitazioni, ma non siamo oggettivamente all’anno zero per andare in questa direzione, mentre io penso, e arrivo veramente alla chiusura che in questa operazione che abbiamo messo in campo, dobbiamo stabilizzare una continuità che ha funzionato. Non si butta via quello che funziona, e lo dobbiamo stabilizzare. Ma nello stesso tempo, dobbiamo guardare a un cambiamento che ha una velocità inedita, come vi ho detto, e quel cambiamento, permettetemi, i 3,5 miliardi io la vedo un po’ come un pregio se riusciamo ad andare a prendere le risorse del PNRR, risorse europee, se vuol dire magari che su 3,5 miliardi ce ne sono un po’ meno della Regione, perché non ne abbiamo. Dobbiamo incrementare, non abbiamo problemi, ma è bene sapere, quando utilizziamo anche le nostre risorse, dove le posizioniamo. Permettetemi: sul punto delle risorse in questo progetto c’è una novità, un’operazione di tenuta di un processo industriale manifatturiero di servizi di qualità, come abbiamo in questa Regione. La taglia non la fai più reggere solo coi finanziamenti della Regione, hai bisogno di andare a prendere i grandi finanziamenti europei che l’Europa mette in campo, che non sono solo Horizon. Se uno dice Chips Act, se dice idrogeno, se dice batterie, se dice materiali, se dice Big Data, o sei in quelle filiere, e questo progetto punta lì, o altrimenti sei fuori, sei nel piccolo, non nel grande.

Questo lo abbiamo posizionato con grande chiarezza, e in questa operazione, secondo me, stiamo facendo quel giusto bilanciamento indispensabile per fare la tenuta del valore aggiunto e il bilanciamento di una tenuta sociale. Questo è il punto, sempre con quell’idea che convince tutti, che, quando funziona un sistema economico, funziona anche una qualità del lavoro.

Sulla finanza stiamo facendo operazioni, finanza paziente, e per la prima volta abbiamo posizionato ‒ qui lo diciamo ‒ il Basket bond con Cassa depositi e prestiti. Non dobbiamo avere timore di andare a prendere la finanza paziente, abbiamo il multi rischi che andremo a definire a breve.

Per la prima volta stiamo utilizzando la BEI con valori eccezionali, penso che anche lì dobbiamo stare invece su alcuni finanziamenti non solo della BEI, ma anche finanziamenti che stanno nei progetti europei, e dobbiamo fare alleanze, perché in quelle filiere o fai alleanze o altrimenti arretri. Non è solo un problema di avere le risorse, è un problema di fare alleanze fuori da noi sia nelle filiere delle imprese, sia nella filiera della ricerca e - permettetemi - avendo anche una nuova idea culturale di come teniamo insieme cultura e sistema delle imprese, cultura e sapere, cultura e formazione, cultura e investimenti.

Questo è il tratto del progetto, ma veramente ringrazio tutti per la qualità della discussione. Massima disponibilità a far tutti i monitoraggi che ritenete opportuni. Io dico sempre che il monitoraggio è come un ricorso al TAR: non si nega mai a nessuno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

A questo punto siamo alle dichiarazioni di voto.

Qualcuno interviene? Io non ho nessuno in dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione il provvedimento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 6744 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Colleghi, sono le ore 17,29 e, in accordo con i Capigruppo e la Giunta, i restanti atti verranno trattati nella prossima tornata assembleare, quindi non nella giornata di domani, come avevamo previsto inizialmente.

Chiudo qui la seduta e auguro a tutti voi una buona estate.

Ci rivediamo presto.

 

La seduta ha termine alle ore 17,28

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

 

Presenti: 42

Favorevoli: 14

Contrari: 26

Presenti non votanti: 2

Assenti: 8

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; PELLONI Simone

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia; RONTINI Manuela

 

Presenti non votanti:

EVANGELISTI Marta; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio

 

Emendamento

 

OGGETTO 5242

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il sostegno economico alle micro e piccole imprese commerciali ed artigiane operanti nel territorio della Regione Emilia-Romagna interessato dai cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Catellani, Bergamini, Pelloni, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Stragliati, Bargi, Delmonte

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Facci

«All’art.1 (Finalità) sostituire il periodo

“per la realizzazione di opere pubbliche che impediscono le normali attività imprenditoriali”

con il periodo

“per la realizzazione di opere pubbliche, in cui sia parte contraente la Regione, che impediscono le normali attività imprenditoriali”.»

(Respinto)

 

Ordine del giorno

 

Ordine del giorno 6604/1 per il non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Marchetti Daniele e altri recante: " Modifica della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo". A firma del consigliere Caliandro

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Territorio, ambiente, mobilità";

 

ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7160 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'opportunità di sollecitare Governo, sindacati e associazioni imprenditoriali a definire un accordo urgente a livello nazionale per ridurre i rischi alla salute e alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori derivanti dalle ondate di calore e di sostenere a livello regionale intese tra le parti finalizzate a individuare le necessarie modifiche temporanee all'organizzazione del lavoro in presenza di temperature superiori a 35 gradi. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7162 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per far fronte agli ingenti danni subiti dai cittadini emiliano-romagnoli a causa della grandine, soprattutto alla luce della difficile situazione delle produzioni agricole regionali. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Catellani, Pelloni, Delmonte, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Rancan, Liverani, Bergamini, Rainieri, Montevecchi

 

7163 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sugli interventi da attuarsi sul ponte sito in località Taravelli, nel comune di Ferriere (PC). A firma del Consigliere: Molinari

 

7164 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda attivarsi per delocalizzare gli allevamenti di vongole di Goro e Comacchio, colpiti dalla proliferazione incontrollata del granchio blu.              A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7165 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda opporsi alla prospettiva di nuove estrazioni di gas in Alto Adriatico. A firma della Consigliera: Piccinini

 

7166 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per affrontare la situazione di grave criticità determinatasi a causa dei danni provocati dagli eventi meteo estremi susseguitisi nel mese di luglio e se ritenga opportuno chiedere al Governo lo stato di emergenza e sollecitare lo stesso ad includere i nuovi danni nella procedura di risarcimento già avviata per gli eventi alluvionali di maggio. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Bulbi, Daffada', Pillati, Fabbri, Rontini, Costa, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Gerace, Marchetti Francesca

 

7167 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure messe in atto dalla Regione per contrastare l'espansione della Peste Suina Africana (PSA), con particolare riguardo alla formazione dei bioregolatori. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

 

7168 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla realizzazione della nuova scuola secondaria di primo grado "Besta", a Bologna, e alla successiva demolizione dell'edificio esistente, con particolare riguardo agli effetti sul prospiciente Parco "Don Bosco". A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7169 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione intenda intraprendere per salvaguardare i lavoratori dello Scatolificio La Veggia s.p.a.. A firma del Consigliere: Amico

 

7170 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito allo scenario regionale dell'accoglienza dei migranti in Emilia-Romagna e ai rapporti con lo Stato per sostenere le azioni di accoglienza. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

7171 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla situazione in cui versa il Parco Regionale Laghi Suviana e Brasimone, con particolare riferimento allo stato dei lavori di manutenzione e alle questioni connesse alle attività presenti al suo interno. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7172 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai provvedimenti da adottare per risarcire i veicoli dei privati cittadini e delle associazioni del Terzo settore danneggiati dall'alluvione di quest'anno. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Daffada'

 

7173 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'adeguamento della remunerazione dei servizi sociosanitari. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7175 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai motivi della soppressione di un'ambulanza ILS (equipaggio di Infermiere e Autista Soccorritore) operante sul territorio del Circondario imolese.A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7193 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere a quanto ammonti la consistenza della capacità di compensazione annua degli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate controllati dalla Regione. A firma del Consigliere: Bargi

 

7212 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da intraprendere per sostenere il comparto agricolo della provincia di Forlì-Cesena, colpito dai recenti eventi atmosferici avversi. A firma del Consigliere: Bulbi

 

7213 -  Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di intervenire per sostenere imprenditori agricoli, cittadini e operatori di attività economiche colpiti dagli eventi atmosferici dell'ultima settimana, con particolare riguardo alla situazione del Ravennate. A firma del Consigliere: Liverani

 

RISOLUZIONI

 

7161 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad aderire alla Campagna "Italia, ripensaci" e a farsi portavoce presso il Governo italiano al fine di invitarlo a sostenere il percorso iniziato con l'adozione del Trattato sulla Proibizione della Armi Nucleari. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7176 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione sul Long Covid e a sollecitare il Governo a rinnovare, per i pazienti affetti da questa sindrome, l'esenzione che garantiva loro l'accesso gratuito alle prestazioni sanitarie necessarie per la loro condizione. (25 07 23) A firma dei Consiglieri: Gerace, Costa, Zappaterra, Caliandro, Montalti, Rossi, Daffada', Fabbri, Rontini, Dalfiume

 

7214 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a pubblicizzare l'esistenza, le problematiche e le potenzialità connesse al Granchio blu e alle altre specie marine alloctone, al fine di coniugare la tutela dell'ecosistema marino con la protezione e lo sviluppo economico del settore ittico. (26 07 23) A firma dei Consiglieri: Rossi, Evangelisti, Zappaterra, Pigoni, Zamboni, Piccinini, Rancan, Gerace, Amico, Castaldini, Mastacchi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 13 prot. NP/2023/745 del 27/07/2023)

 

LE PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti - Zamboni

Montalti

 

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