230
SEDUTA DI MARTEDÌ 10 OTTOBRE 2023
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 7490
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi siano stati ad oggi attivati per risolvere il problema ambientale e sanitario rilevato nella discarica "temporanea" di Mezzano, una delle tre allestite in Provincia di Ravenna per ospitare i rifiuti dell'alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
MASTACCHI (RCPER)
OGGETTO 7492
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se e in che modo la Giunta intenda dare ascolto e seguito alle istanze espresse dagli attivisti e dalle attiviste della Rete Extinction Rebellion. A firma della Consigliera: Piccinini
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
PICCININI (M5S)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
PICCININI (M5S)
OGGETTO 7497
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di ridefinire un rilascio sistemico delle acque del Brugneto, alla luce delle necessità idropotabili del Piacentino. A firma del Consigliere: Tagliaferri
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
TAGLIAFERRI (FdI)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
TAGLIAFERRI (FdI)
OGGETTO 7487
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'aggiornamento delle Linee di indirizzo regionali per la prescrivibilità dei dispositivi di monitoraggio della glicemia, al fine di permettere la prescrivibilità di tutte le tecnologie rispondenti alle necessità dei pazienti diabetici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MARCHETTI Daniele (Lega)
BARUFFI, sottosegretario
MARCHETTI Daniele (Lega)
OGGETTO 7491
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda mettere in atto per sollecitare il Governo al fine di ripristinare il finanziamento dei fondi al Sacrario di Marzabotto. A firma del Consigliere: Caliandro
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
CALIANDRO (PD)
BARUFFI, sottosegretario
CALIANDRO (PD)
OGGETTO 7493
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui mutamenti normativi inerenti lo ius soli sportivo e sugli effetti eventualmente generati in ordine all'accesso dei minori stranieri allo sport. A firma della Consigliera: Bondavalli
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
BONDAVALLI (BP)
BARUFFI, sottosegretario
BONDAVALLI (BP)
OGGETTO 7494
Interrogazione d'attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali siano i dati aggiornati al 2023 degli infortuni sul lavoro e se i finanziamenti nazionali per il potenziamento dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro siano stati confermati. A firma del Consigliere: Amico
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
AMICO (ERCEP)
BARUFFI, sottosegretario
AMICO (ERCEP)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 7496
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito agli esiti del progetto F.I.CO. – Fabbrica Italiana Contadina. A firma della Consigliera: Gibertoni
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
GIBERTONI (Misto)
BARUFFI, sottosegretario
GIBERTONI (Misto)
OGGETTO 7500
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla localizzazione di Centri di Emergenza Urgenza (CAU) in prossimità di DEA di I e II livello. A firma della Consigliera: Castaldini
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
CASTALDINI (FI)
BARUFFI, sottosegretario
CASTALDINI (FI)
OGGETTO 7501
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle azioni da intraprendere per risolvere i malfunzionamenti del Programma SOLE, che impediscono ai medici di preparare e inviare prescrizioni e richieste di esami e di ricevere gli esiti di accertamenti e visite per via telematica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Bargi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
RAINIERI (Lega)
BARUFFI, sottosegretario
RAINIERI (Lega)
OGGETTO 7499
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere il quadro aggiornato dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste avanzate alla Struttura commissariale al fine di rimettere in sicurezza i corsi d'acqua che attraversano il territorio pedecollinare e montano a monte della via Emilia. A firma della Consigliera: Rontini
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
RONTINI (PD)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
RONTINI (PD)
Cordoglio per la morte di Giovanni Bissoni, già consigliere e assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 7449
Presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l'avvio del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2030), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
(Ordine del giorno 7449/1 oggetto 7508 -Presentazione e discussione)
PRESIDENTE (Petitti)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
FACCI (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
PRESIDENTE (Zamboni)
FACCI (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
OCCHI (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 09,52
PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno a tutti.
Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 230 del giorno 10 ottobre 2023.
Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 26 e 27 settembre 2023.
Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.
Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Stragliati e gli assessori Colla, Corsini e Lori.
Le altre informazioni, prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno, sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
OGGETTO 7490
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi siano stati ad oggi attivati per risolvere il problema ambientale e sanitario rilevato nella discarica “temporanea” di Mezzano, una delle tre allestite in Provincia di Ravenna per ospitare i rifiuti dell’alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi
PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interrogazione 7490: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali interventi siano stati ad oggi attivati per risolvere il problema ambientale e sanitario rilevato nella discarica “temporanea” di Mezzano, una delle tre allestite in provincia di Ravenna per ospitare i rifiuti dell’alluvione.
L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.
MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.
Parliamo della discarica di Mezzano, discarica che ha subìto un incendio durante l’emergenza dell’alluvione. Il primo dubbio che è venuto ai cittadini di quel territorio e che non si sono spiegati è il motivo per cui si è scelto quel luogo e non, invece, l’area già predisposta sulla strada statale Romea.
In particolare, il problema evidenziato con questo question time riguarda tutte le conseguenze derivanti dall’incendio, incendio che è stato spento, è stato bonificato, l’area è stata ripristinata, però in quell’area, in quel territorio continuano ad esserci problemi e c’è una situazione che dai cittadini viene descritta come insostenibile. Ci sono delle puzze, dei miasmi, ci sono cittadini che lamentano bruciore agli occhi. Quindi, presumibilmente ci sono ancora alcune problematiche ambientali abbastanza importanti. Questa situazione a loro rende molto difficile vivere nel Mezzano oggi.
Ci si chiede, appunto, a valle dello spegnimento dell’incendio, quindi con il fatto che l’acqua è stata buttata sui rifiuti incendiati, che è percolata negli scoli, nei fossi laterali, nei canali eccetera, se effettivamente la bonifica di quel territorio sia stata compiuta completamente, ma in particolare da quando ARPAE e AUSL si stanno occupando della problematica quali interventi sono stati fatti per risolvere questo problema e, in particolare, con quali esiti, per capire, appunto, com’è la situazione allo stato attuale.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.
Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Consigliere, diciamo che diamo seguito anche alla precedente interrogazione n. 7.055, rispetto alla quale già avevamo precisato che l’area interessata, coerentemente con le previsioni anticipate nella risposta, è stata attualmente completamente liberata dai rifiuti e formalmente chiusa al 31 luglio ultimo scorso, previa rimozione delle opere provvisorie di contenimento nonché accurata pulizia dell’area e delle condotte fognarie.
Per quanto attiene al dubbio sollevato circa la destinazione dell’acqua decadente dalle operazioni di spegnimento dell’incendio, la informo che lo stoccaggio, che era stato dotato con sistemi temporanei di un’apposita rete di raccolta, che ha permesso di intercettare efficacemente le acque di dilavamento e quelli derivanti dallo spegnimento, con avvio delle medesime a trattamento fuori sito, è completato e la situazione descritta esclude, pertanto, che gli odori avvertiti dagli abitanti di Mezzano siano riconducibili all’attività di stoccaggio dei rifiuti dell’alluvione, che peraltro, anche in ragione delle loro intrinseche caratteristiche, connotate dalla rilevante presenza di sedimenti, non risultano generalmente essere inclini al rilascio di esalazioni. A seguito delle numerosi verifiche condotte dall’ARPAE durante tutto il periodo estivo, è stata circoscritta all’area di due osservatori adiacente alla ferrovia, che in passato contenevano il melasso dello zuccherificio Eridania, la zona da cui provenivano gli odori. In uno dei due serbati, a far data dall’inizio del 2023, era stato depositato un fertilizzante liquido, denominato borlanda fluida. Il fertilizzante contenuto all’interno del serbatoio, è venuto in contatto, durante le piogge del mese di maggio, con acqua piovana per infiltrazione nel serbatoio che ha provocato nel tempo la fermentazione della borlanda, la cui parte organica azotata ha dato origine all’odore di pesce marcio – questo è – che fuoriusciva in maniera discontinua dal tetto del serbatoio.
Identificata l’origine del problema, la borlanda fluida fermentata è stata avviata alla fertilizzazione in campo e gli spandimenti della borlanda sono avvertiti a far data dal lunedì 2 ottobre 2023 nelle aree di Casalborsetti e Mandriole, a nord di Ravenna, con problematiche di odore anche in tale fase. Il Comune di Ravenna, di concerto con ARPAE, ha emesso a tal proposito un apposito comunicato stampa per spiegare che la problematica era dovuta all’impiego agronomico del citato fertilizzante, precisando la mancanza di effetti nocivi. In data 4 ottobre 2023 sono state ultimate le operazioni di fertilizzazione e venerdì 6 ottobre, a conclusione delle operazioni, il serbatoio interessato a Mezzano è stato aperto e poi nella serata richiuso dopo le verifiche del residuo contenuto sul fondo e del venir meno delle relative problematiche emissive.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.
Consigliere Mastacchi, prego.
MASTACCHI: Grazie, assessora. Se non ho capito male, sono escluse problematiche legate all’incendio e queste emissioni odorigene di pesce marcio, com’è stato correttamente definito, questo è, non sono riconducibili all’incendio ma a questo ulteriore problema che però anche questo, se non ho capito male, si può dare già per completamente risolto.
Se risulterà effettivamente anche nei fatti così, chiaramente mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7492
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se e in che modo la Giunta intenda dare ascolto e seguito alle istanze espresse dagli attivisti e dalle attiviste della Rete Extinction Rebellion. A firma della Consigliera: Piccinini
PRESIDENTE (Petitti): Procediamo adesso con l’interrogazione 7492: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se e in che modo la Giunta intenda dare ascolto e seguito alle istanze espresse dagli attivisti e delle attiviste della Rete Extinction Rebellion.
L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini. Prego, consigliera.
PICCININI: Grazie, presidente.
Volevo iniziare raccontando una storia, in realtà invece comincerò parlando di un fenomeno che questa Regione conosce molto bene, perché è fortemente coinvolta, che è quello del surriscaldamento globale.
Lo faccio partendo dall’articolo che è uscito proprio ieri, nel quale viene data voce ad alcuni esperti in ambito climatico di ARPAE i quali, in riferimento alle temperature che si stanno registrando in questi giorni, parlano di una condizione tremendamente anomala, mai vista prima. Ovvero l’aumento, senza peraltro avere neanche ancora acceso i sistemi di riscaldamento, sia delle polveri sottili, delle PM10, inquinante tipico della stagione invernale, e contemporaneamente anche dell’ozono, inquinante tra virgolette estivo.
Una condizione climatica molto preoccupante e destinata a perdurare.
Che le cose non vadano esattamente bene lo dice anche l’ultimo rapporto sui cambiamenti climatici dell’IPCC, che sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose di quanto non si stia facendo per limitare il surriscaldamento globale. Nel rapporto di sintesi si evidenzia come gli attuali Piani per affrontare la situazione siano insufficienti per combattere il cambiamento climatico.
Secondo l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia, il calo della domanda di combustibili fossili sulla base delle attuali politiche energetiche, non appare sufficiente a intraprendere il percorso che limita il riscaldamento globale sotto al grado e mezzo.
Veniamo a casa nostra. L’Emilia-Romagna, dal punto di vista ambientale, è una Regione vulnerabile per suolo consumato, per qualità dell’aria, per dissesto idrogeologico, solo per citare alcuni aspetti. L’ultimo rapporto di ISPRA, lo sappiamo, che è del 2022, ci dice che l’Emilia-Romagna è la terza Regione a livello nazionale sia per ettari di suolo consumato nel 2021, sia per incremento tra il 2020 e il 2021, 2,7 milioni di persone sono esposte nella nostra Regione al rischio alluvione, il 62 per cento della popolazione, e circa 87.000 persone sono a rischio frana. Il 57 per cento del territorio è classificato a rischio alluvione media e alta.
Di recente, un’indagine pubblicata sul quotidiano britannico “The Guardian”, in un articolo dal titolo “È impossibile vivere così. La Pianura Padana colpita da un inquinamento atmosferico tra i peggiori in Europa”, ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono in questo territorio respirano aria inquinata da particelle pericolose circa quattro volte superiore al limite delle linee guida dell’OMS.
Il PM2.5 è uno degli inquinanti più dannosi per la salute umana e l’esposizione a questo tipo di particolato è una delle principali cause di ictus, cancro e malattie respiratorie (ce lo dice sempre l’Agenzia europea per l’ambiente). Sappiamo anche che i più giovani sono i più vulnerabili agli impatti sulla salute dell’inquinamento dell’aria, giovani che però, da un certo momento in poi, hanno scelto giustamente di reagire a tutto questo.
Il 6 ottobre è stato indetto un nuovo sciopero globale per il clima in tutte le piazze in Italia, e a livello locale proprio davanti a questi palazzi il 27 settembre gli attivisti e le attiviste della rete Extinction Rebellion hanno organizzato un presidio per chiedere di abbassare gli obiettivi di neutralità climatica dal 2050 al 2030 e indire un’assemblea cittadina regionale per elaborare le politiche eco climatiche necessarie, sulla scorta peraltro di quanto sta già facendo il Comune di Bologna.
Arrivo alla storia che le volevo raccontare, assessora, di Emiliano, ventidue anni, studente di filosofia dell’Alma Mater, che per dare voce a questa battaglia – lui, ma non solo lui – ha iniziato più di dieci giorni fa uno sciopero della fame, in attesa di ricevere risposte da parte dell’Amministrazione regionale, risposte che ad oggi non sono ancora arrivate.
Per questo motivo le chiedo se e in che modo intenda dare ascolto e seguito alle istanze espresse dagli attivisti e dalle attiviste della Rete Extinction Rebellion.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Consigliera, è evidente che ha fatto un quadro della complessità della gestione di un tema come la neutralità carbonica nel raggiungimento degli obiettivi dell’IPCC, che peraltro ci ha già indicato come l’obiettivo dell’1,5 gradi al 2030 oramai è realtà, quindi noi dovremmo cercare di comprendere come lavorare dal 2030 in poi per contenere l’innalzamento dei 2 gradi che, invece, potrebbero provocare disastri ancora più importanti di quelli che stiamo vedendo.
Intanto ritengo che anche quest’aula abbia un ruolo importante rispetto al quale noi dovremmo per primi esercitare un ruolo di indirizzo e di programmazione delle politiche. Detto questo, io non soltanto ho ben presente la situazione dei ragazzi e quello che sta facendo Emiliano, rispetto al quale ho ricevuto anche una missiva da parte dei genitori, della madre.
Quindi, le leggerò, per sintesi, la mail che ho mandato venerdì ai ragazzi e ai genitori, in cui ho detto: “Sto seguendo con molta attenzione le vostre iniziative, per la verità non da oggi. Già lo scorso 22 marzo e a seguire il 6 aprile vi avevo proposto un incontro con una delegazione presso gli uffici della Regione. Capisco perfettamente le richieste di dialogo e la necessità di un confronto che non sia solo tematico, ma anche intergenerazionale. Il confronto, come dite, è fondamentale, ma richiede di comprendere cosa la Regione sta facendo in tutte le sue pianificazioni e articolazioni, assumendo un approccio integrato che guarda alla neutralità carbonica come al risultato di più azioni complesse. Rinnovo, pertanto, l’invito a vederci presso i miei uffici venerdì 13 ottobre. Sarà un’occasione per un ascolto reciproco”.
Mi hanno risposto sia la mamma di Emiliano che i ragazzi, che saranno presenti. Pertanto, per me sarà importante partire da un confronto reciproco perché l’ascolto deve essere da entrambi le parti. Per me si parte sempre così. L’avrei fatto già a partire dal mese di marzo. Lo facciamo adesso. Sarà l’occasione non soltanto per ascoltare, ma anche per raccontare quello che stiamo facendo e la complessità di un quadro in cui la nostra Regione, a differenza di altre Regioni, il percorso per la neutralità carbonica se lo sta ponendo come obiettivo. Siamo l’unica Regione in Italia in questo momento.
Stiamo anche lavorando con i Comuni di Parma e di Bologna, che invece hanno deciso di raggiungere questo obiettivo al 2030. Per cui, è un percorso complesso rispetto al quale, però, secondo me, noi possiamo raccontare che non solo siamo consapevoli, ma che abbiamo degli obiettivi ben chiari sui quali stiamo lavorando.
Sarà mio piacere aggiornare anche quest’aula dopo l’incontro che io avrò venerdì con i ragazzi. Vedremo qual è il piano di confronto che potremo portare avanti.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente.
Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Ringrazio la vicepresidente.
Diciamo che sulle richieste specifiche non c’è ancora un orientamento. Io oggi apprendo questo. Però, ci tengo a sottolineare che nel Documento di economia e finanza regionale proprio tra i suoi obiettivi alla voce “Partecipazione” avete scritto “favorire la partecipazione attiva delle associazioni ecologiste e dei movimenti impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici”. Lo dico perché è un impegno che avete messo nero su bianco, a cui io credo sia necessario dare seguito, per tanti motivi.
Mi chiedo, davanti a queste azioni così intransigenti praticate da ragazzi così giovani, quali siano davvero le motivazioni che li hanno spinti a fare addirittura uno sciopero della fame. Se posso dire, capisco anche la frustrazione di questi ragazzi, che è la stessa di chi, come me, a proposito di atti di indirizzo dell’Assemblea e di un impegno attivo di questa Assemblea, chiede, da mesi, un approfondimento in Commissione, insieme ai tecnici di ARPAE – il presidente Caliandro lo sa molto bene –, sulle emissioni e le perdite di rete di metano, che è un gas altamente climalterante, senza avere nessuna risposta. O l’approvazione di una legge regionale sul clima: quante volte sono intervenuta a chiedere quand’è che viene approvata o quand’è che inizia il percorso della legge regionale sul clima, senza nessun cenno di riscontro.
Questo è un obiettivo che, tra l’altro, non avete neanche inserito nel Documento di economia e finanza che andremo a breve ad approvare. Questo è un emendamento che io ho presentato e che spero venga approvato, perché la ritengo una mancanza molto grave. Prima si diceva che nessuna Regione si è data degli obiettivi ambiziosi come i nostri, ma noi siamo anche una Regione che ha tanti problemi in più, perché viviamo in Pianura Padana rispetto ad altre Regioni, e dobbiamo essere all’altezza del cambiamento, piuttosto che lamentarsi del fatto che altre Regioni ancora non si sono mosse.
Credo che come Istituzione non possiamo voltarci dall’altra parte e rimanere sordi alle richieste di una generazione che, a gran voce, ci implora di agire oggi, non domani, quando sarà troppo tardi. In una Regione come l’Emilia-Romagna, che primeggia tristemente a livello nazionale – lo ricordavo in premessa – per ettari di suolo consumato, che ha problemi seri di qualità dell’aria e dell’acqua, deve guidarci un solo imperativo: fare meglio e fare di più.
Ciò che questi ragazzi ci stanno chiedendo semplicemente è di poter compartecipare alla costruzione del proprio futuro, attraverso un dialogo con chi, come noi, può dirigere il cambiamento. Io non so se le loro richieste sono utopistiche, ma quello che vi chiedo e quello che le chiedo, vicepresidente, è di non togliere loro la possibilità di poter scegliere di vivere e adoperarsi per un mondo migliore di quello che gli stiamo lasciando.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7497
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di ridefinire un rilascio sistemico delle acque del Brugneto, alla luce delle necessità idropotabili del Piacentino. A firma del Consigliere: Tagliaferri
PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 7497: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla necessità di ridefinire un rilascio sistemico delle acque del Brugneto, alla luce delle necessità idropotabili del piacentino.
L’interrogazione è a firma del consigliere Tagliaferri. Prego, consigliere.
TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore e colleghi.
Oggi chiediamo specifiche informazioni e intendimenti dell’Esecutivo regionale su una questione di vecchia data, dal momento che parleremo della diga del Brugneto, uno specchio d’acqua artificiale posto al confine tra Liguria ed Emilia-Romagna, che rappresenta il più grande lago della regione, che si affaccia sul Tirreno e che nasce dal torrente Brugneto, che è un affluente del fiume Trebbia; un bacino che da sempre serve due territori, tanto che il primo disciplinare sull’utilizzo di questo lago tra la nostra regione e quella ligure risale al 1962.
A questo primo accordo ne segue un secondo del 1987, a cui fa seguito un vero e proprio protocollo d’intesa nel 2013. Fondamentalmente con questa intesa si va a regolare il rilascio di acqua verso le zone del piacentino, particolarmente bisognose di risorsa idrica nel periodo estivo dal momento che viene intercettata dalla diga del Brugneto prima che questo torrente si getti nel Trebbia. Nell’intesa del 2013 si riconosceva questa necessità con una sperimentazione triennale e parimenti si mirava a salvaguardare anche le necessità idropotabili dei comuni della costa ligure.
Nel corso degli ultimi anni, relazioni di buon vicinato tra Piacenza e la Liguria hanno portato al rilascio di quote maggiori rispetto al pattuito grazie alle ottime condizioni di afferenza idrica nell’invaso. Quelle ottime relazioni tra le nostre Regioni portarono poi ad un accordo nel 2017 per forme di reciproca collaborazione in tema di infrastrutture e politiche ambientali, e ciò fu possibile anche grazie agli studi dettagliati sul bacino idrografico del Trebbia, che stimavano in 10 milioni di metri cubi il deficit annuale del fiume piacentino per soddisfare le esigenze idropotabili, irrigue e ambientali della nostra zona e che si accompagnavano ad una significativa diminuzione dei consumi idrici di Genova a seguito della diminuzione della popolazione nel capoluogo ligure e alla dismissione di un settore particolarmente idro-assorbente, qual è il comparto siderurgico.
A fronte di questa situazione, negli ultimi tempi, come sottolineato dal Gruppo di Fratelli d’Italia in Comune a Piacenza, è stato registrato un sensibile irrigidimento della collaborazione in essere da parte della Giunta regionale ligure. Mentre, per tutta risposta, la sindaca Tarasconi, che da consigliera regionale con uno specifico atto ispettivo aveva perorato le esigenze idriche del piacentino, da prima cittadina di Piacenza si accorda con Genova per l’invio di ulteriori 7000 tonnellate di rifiuti presso l’inceneritore di Borgoforte, in Piacenza, senza chiedere una qualunque forma di mutualità o perequazione. A fronte della situazione registrata e delle evidenti dimenticanze poste in essere dalla sindaca Tarasconi, chiediamo alla Giunta lo stato degli accordi e delle prassi operative sul rilascio di acqua dalla diga del Brugneto nel corso di quest’anno e gli intendimenti dell’Esecutivo regionale per il futuro prossimo, considerando in particolare le peculiari necessità idriche manifestate da un territorio dalla grande tradizione agroalimentare, qual è il piacentino.
Oltre alla risposta squisitamente politica, vorremmo quindi capire operativamente se, al netto dei rilasci concordati con la Regione Liguria, la Regione Emilia-Romagna abbia mai verificato la correttezza delle valutazioni del rilascio ecologico che dovrebbero essere state presentate dal gestore dell’invaso e se vengono eseguite misure di portata con registrazione in continuo a valle della diga per verificarne la regolarità.
Nel chiedere questi dati ci permettiamo di sottolineare come sia assolutamente indispensabile che le due misure avvengano separatamente le une dalle altre per poter avere un quadro preciso e dettagliato sul tema.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Le avevo preparato una risposta di tre pagine, ma proverò ad essere più sintetica e a darle alcune informazioni di carattere non soltanto politico ma anche tecnico.
Nel 2013 era stata fatta questa intesa di cui lei parlava, ma l’abbiamo rinnovata nel 2020. Nel 2020 abbiamo rinnovato questo accordo che ha una valenza quinquennale, per cui è tuttora vigente, rispetto al quale, come sottolineato, noi possiamo usufruire, anche perché derivante dal disciplinare di concessione, il rilascio di 2,5 milioni di metri cubi annui di acqua. Per cui, è all’interno del disciplinare stesso della concessione che è previsto questo aspetto. La risposta più estesa gliela darò dopo comunque.
Detto questo, è ovvio che all’interno dell’accordo è prevista la possibilità di rilasci aggiuntivi a seconda dei momenti di magra rispetto ai quali noi ci veniamo a trovare. Ricordo che nel 2022 da questo punto di vista eravamo in emergenza nazionale siccità, per cui è stato fatto un rilascio aggiuntivo ulteriore ai 2,5 milioni di metri cubi, che il consigliere, ovviamente essendo di Piacenza, ben conosce, con questa caratteristica, ossia che noi abbiamo la tutela del mondo agronomico mentre il bacino del Brugneto, che va dai 17 ai 19 milioni di metri cubi di acqua, serve l’idropotabile del Comune di Genova, per cui ha una valenza, dal punto di vista della priorità rispetto all’utilizzo della risorsa idrica, più importante e più rilevante rispetto al nostro territorio, proprio perché serve l’abitato e quindi la popolazione.
Detto questo, è ovvio che da questo punto di vista conosciamo la nascita del Brugneto, esattamente come i nostri laghi non è un lago naturale, ma è un lago artificiale, per cui il disciplinare sarà nuovamente oggetto di analisi al rinnovo della concessione, perché la concessione, come lei ben sa, è in scadenza e, quando si lavorerà alla concessione, secondo me questi aspetti dovranno essere ulteriormente disciplinati.
Aggiungo che è entrata in vigore la nuova normativa che disciplina l’Osservatorio dell’Autorità di bacino come organismo che deve intervenire nella negoziazione di quelli che possono essere i rilasci aggiuntivi in caso di siccità. Stiamo lavorando insieme alle Regioni su questo Regolamento, che ovviamente vede in contrapposizione la Regione Liguria rispetto alla Regione Emilia-Romagna, ma è l’Autorità di bacino che assume un ruolo all’interno della nuova normativa nazionale e che quindi sarà molto importante da questo punto di vista.
Detto questo, con riferimento alla sua domanda sul deflusso, le voglio sottolineare – questo glielo leggo – che “la diga del Brugneto, come il torrente Brugneto stesso, ricadono completamente in Regione Liguria e che tale Regione ha, analogamente alla Regione Emilia-Romagna, definito la metodologia per la definizione del DMV/DME, cioè il deflusso ecologico, nell’ambito del proprio Piano di tutela delle acque e il valore della Regione Liguria, determinando il concorrere al raggiungimento degli obiettivi di qualità della Direttiva Acque del torrente Brugneto, che è uno stato ecologico buono. Qualora i rilasci del flusso ecologico della diga del Brugneto non fossero tali da garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità per il fiume Trebbia, che attualmente anche per noi è uno stato ecologico buono, ove confluiscono quindi le acque, noi dovremmo chiedere la revisione in sede di rinnovo di tale valore”. Se quindi viene danneggiato lo stato buono delle nostre acque, noi dobbiamo intervenire anche sul deflusso ecologico.
Rispetto al tema dei rifiuti, la Regione Liguria aveva la possibilità di far confluire al termovalorizzatore di Piacenza 10.000 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati per ogni semestre dell’anno 2023, mentre con delibera del 2022 è stato assentito un quantitativo complessivo di 7.000 tonnellate, però ad oggi risultano avviate soltanto 2.000 tonnellate. Questo per dire che non abbiamo, da questo punto di vista, nessun aumento rispetto alle previsioni, anzi siamo al di sotto del quantitativo previsto. Da ultimo, capisco che lei è di Piacenza e quindi c’è una dinamica anche politica territoriale, però la sindaca Tarasconi, prima consigliera regionale, ha continuato incessantemente a dialogare non soltanto con la Regione Emilia-Romagna, ma è stata presente anche ai tavoli di confronto con la Regione Liguria, perché le istanze che ha portato prima qua da consigliera le sta continuando a portare anche adesso da sindaca, se è possibile anche in modo ulteriormente impegnativo.
Vero è che noi dobbiamo considerare quella che è la stagione di siccità, che riguarda non soltanto l’Emilia-Romagna, ma anche la Liguria. Il 2023, fortunatamente, è stato un anno molto piovoso. Le statistiche parlano di uno dei più piovosi dal 1981 e quindi non c’è stato bisogno del rilascio aggiuntivo nel mese di maggio, come concordato peraltro con il Consorzio di bonifica, perché noi siamo sempre, da questo punto di vista, attenti anche alle esigenze che ci derivano proprio per le colture agronomiche dal Consorzio, però valuteremo quindi rinnovo concessione, nuovi poteri dell’Osservatorio e stato di qualità del nostro Trebbia.
Queste tre componenti non devono essere abbandonate nell’ambito di quelle che sono le attività negoziali che noi abbiamo in capo e in essere con la Regione Liguria.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Tagliaferri, prego.
TAGLIAFERRI: La ringrazio per la risposta. Non sono particolarmente soddisfatto. Mi piacerebbe, però, che questi problemi fossero affrontati con una maggiore concretezza. Auspico che per il futuro cerchiamo di avere interventi certi e costanti. Quindi, nel caso in cui ci fosse bisogno anche di un sopralluogo da parte della vicepresidente a Piacenza, sarò ben lieto di accompagnarla per poter visionare anche in modo più attento e parlare anche con la gente del territorio di questo che per noi, per noi piacentini, è un problema estremamente serio. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7487
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all’aggiornamento delle Linee di indirizzo regionali per la prescrivibilità dei dispositivi di monitoraggio della glicemia, al fine di permettere la prescrivibilità di tutte le tecnologie rispondenti alle necessità dei pazienti diabetici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 7487: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito all’aggiornamento delle linee di indirizzo regionali per la prescrivibilità dei dispositivi di monitoraggio della glicemia al fine di permettere la prescrivibilità di tutte le tecnologie rispondenti alle necessità dei pazienti diabetici.
L’interrogazione è a firma del consigliere Marchetti Daniele. Prego, consigliere.
MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.
Il diabete è una patologia cronica che interessa, a livello nazionale, circa 4 milioni di persone, nella nostra regione sono interessati circa 230.000 pazienti, ed è una patologia che impone un monitoraggio costante del livello di glucosio per tutelare e garantire un buon standard di vita a chi ne soffre.
Oggi le soluzioni tecnologiche che abbiamo a disposizione ci permettono di superare quelle vecchie distinzioni sui dispositivi per la rilevazione che separavano, di fatto, la strumentazione a disposizione tra la rilevazione intermittente e quella in tempo reale. Purtroppo, però, in Regione Emilia-Romagna, come già si intuisce dall’oggetto di questo question time, le linee guida che determinano tutte le procedure per arrivare alla prescrizione di questi dispositivi risalgono al 2015. Ciò significa che molti contenuti di queste linee guida risultano abbondantemente superati per via dell’evoluzione tecnologica che c’è stata anche sui dispositivi che tornano utili, ovviamente, al monitoraggio di questi pazienti, linee guida ormai superate che portano, comunque, ad alcune problematiche, legate, ad esempio, all’esclusione di determinati dispositivi dalle gare d’acquisto regionali. Infatti, non è un mistero che per alcuni dispositivi si proceda ancora tramite privativa, andando così ad escludere quella concorrenza sana tra aziende, che potrebbe portare anche a dei benefìci economici a livello regionale, portando anche, ovviamente, a dei benefìci legati a un continuo monitoraggio che potremmo mettere in atto e garantire anche grazie alle nuove tecnologie.
Domandiamo, quindi, oggi alla Giunta, visto che, comunque, stiamo parlando di un tema sicuramente di attualità, visto che è uscita una gara proprio recentemente su questi dispositivi, se non intenda provvedere a un rapido aggiornamento delle linee di indirizzo regionali per la prescrivibilità dei dispositivi di monitoraggio della glicemia, al fine di permettere la prescrivibilità di tutte le tecnologie rispondenti alle necessità dei pazienti diabetici e, conseguentemente, di superare l’attuale privativa in essere con un unico operatore economico.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Al fine di promuovere l’uso appropriato dei dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete mellito nella popolazione adulta e pediatrica, in Emilia-Romagna sono state formulate raccomandazioni, predisposte in base alle prove di efficacia disponibili e al parere degli esperti. Le circolari di aggiornamento, peraltro, sono molteplici e in continua evoluzione e aggiornamento.
In riferimento alle modalità di acquisto, i dispositivi medici necessari, del controllo del diabete sono ricompresi nelle categorie di beni e servizi che devono essere acquistati tramite l’azione dei soggetti aggregatori, come da DPCM 11 luglio 2018. È attualmente in corso la gara d’appalto per l’acquisto di sistemi di monitoraggio della glicemia in accordo quadro multifornitore.
Al fine di supportare al meglio tutte le tecnologie disponibili per i pazienti diabetici, la Regione, così vengo al punto, sta comunque già mettendo in atto azioni utili per l’aggiornamento delle linee di indirizzo regionali per un uso appropriato dei dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete mellito. Le raccomandazioni prodotte consentiranno un approccio diagnostico e terapeutico omogeneo nei vari setting individuati e favoriranno la formazione rispetto all’uso ottimale e sostenibile di questi dispositivi.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Consigliere Marchetti, prego.
MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.
Non sono soddisfatto perché ci troviamo di fronte al solito rimando. C’è questa tendenza a buttare sempre la palla avanti senza mai affrontare di petto le tematiche che l’evoluzione tecnologica dovrebbe imporre. Parliamo sempre più frequentemente di telemedicina. Ne abbiamo parlato più volte, legando questo argomento anche al PNRR. Eppure noi siamo ancora fermi ad almeno un decennio fa, per quanto riguarda la dotazione di questi dispositivi per la misurazione e il monitoraggio dei pazienti diabetici.
Continuiamo a procedere con procedimenti con privativa, che, ripeto, vanno ad escludere altri soggetti con altre tipologie di prodotti, andando così a privare queste gare d’acquisto della possibilità di poter garantire una maggior concorrenza tra soggetti privati, potendo arrivare magari anche a una convenienza dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista della dotazione tecnologica. Perché il mercato si evolve e noi restiamo fermi al 2015. Tutto ciò ci fa riflettere, perché stiamo vivendo un momento in cui la Regione Emilia-Romagna è in prima fila nel lamentarsi della carenza di risorse destinate alla sanità, ma evidentemente è un falso problema, per quanto mi riguarda.
Non stupitevi se frequentemente noi vi chiediamo di mettere mano ai processi d’acquisto che noi come Regione Emilia-Romagna mettiamo in atto. Perché nel momento in cui noi evitiamo ed escludiamo qualsiasi concorrenza tra privati, togliendoci così la possibilità di poter raggiungere dei vantaggi economici, privandoci anche della possibilità di avere gli strumenti migliori scegliendo di guardare al passato, rischiando anche di peggiorare lo stato di salute di questi pazienti andando poi magari anche ad aumentare l’ospedalizzazione e aumentare di conseguenza i costi, evidentemente per voi il problema della sanità e del suo finanziamento è un problema di facciata da sbandierare politicamente.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7491
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda mettere in atto per sollecitare il Governo al fine di ripristinare il finanziamento dei fondi al Sacrario di Marzabotto. A firma del Consigliere: Caliandro
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con le interrogazioni. Siamo arrivati all’interrogazione 7491: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda mettere in atto per sollecitare il Governo al fine di ripristinare il finanziamento dei fondi al Sacrario di Marzabotto.
L’interrogazione è a firma del consigliere Caliandro. Prego, consigliere.
CALIANDRO: Grazie, presidente.
Leggerò questo question time nella sua parte iniziale, perché non si tratta di un question time qualsiasi.
In data 8 ottobre 1961, in occasione del diciassettesimo anniversario degli eccidi, venne solennemente inaugurato a Marzabotto il Sacrario ai caduti, orgogliosamente eretto al centro del paese sotto l’egida della nuova chiesa parrocchiale. Il Sacrario raccoglie le salme di circa 800 caduti civili e partigiani, prevalentemente abitanti di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi, vittime della sanguinosa strage nazista del 27 settembre-5 ottobre 1944 (settantanove anni fa). Contiene, inoltre, i resti di circa 400 valorosi soldati caduti nelle due guerre mondiali. Il Sacrario si erige come baluardo della memoria, omaggiando tutte le vittime di guerra. Al suo interno, nella cripta della chiesa parrocchiale del capoluogo, sono custoditi i resti di coloro che hanno sacrificato la loro vita per resistere all’oppressione nazifascista. Le monumentali pietre tombali in marmo nero al suo interno portano i nomi dei caduti di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi e Castel D’Aiano, non inclusi nel Sacrario o non identificati, perché c’erano anche i non identificati. Su quattro facciate della crociata centrale delle grandi lapidi di marmo bianco sono riportate le motivazioni della medaglia d’oro al valor militare, concessa alla memoria del cappellano don Giovanni Fornasini, del comandante di Brigata partigiana Mario “Lupo” Musolesi, del sedicenne partigiano Gastone Rossi e del partigiano Francesco Calzolari.
La sindaca di Marzabotto, in occasione delle celebrazioni di quest’anno, ha denunciato un taglio di due terzi ai fondi destinati al mantenimento e alla cura del Sacrario di Marzabotto, questo taglio è stato annunciato dal Ministero della difesa del nostro Paese. Tale taglio comporterà una serie di difficoltà, tra cui la riduzione del personale e la sospensione di alcuni servizi, con un grave impatto sulla conservazione e la valorizzazione del Sacrario, nonché sulla fruizione del luogo di memoria e di riflessione.
La sindaca ha rilevato (è un fatto accertato dagli atti ufficiali) che il Ministero ha tagliato i fondi per un proprio bene, che evidentemente non è ritenuto particolarmente importante.
Il monumento, come evidenzia la sindaca, appartiene al Ministero della difesa, come attesta anche il cartello apposto da sempre sul muro esterno del Sacrario. Il Comune dell’Appennino bolognese, nel cui territorio è presente il Sacrario, teatro della strage compiuta nel 1944 dai nazifascisti sulla popolazione inerme, si occupa della custodia e manutenzione ordinaria, pulizia, su richiesta del Ministero che annualmente propone al Comune una convenzione, riconoscendo un contributo.
A Marzabotto non c’è soltanto un Sacrario, a Marzabotto c’è lo Stato, c’è la nostra storia, c’è la Costituzione repubblicana, e il Ministero della difesa ha deciso di tagliare i diritti di libertà e democrazia. Questo è il motivo per il quale interrogo la Giunta oggi per sollecitare un intervento al Governo, affinché venga ripristinato il finanziamento, ma anche l’onore e il decoro della Repubblica. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente. Ringrazio anche il presidente Caliandro per aver portato all’attenzione di questa Assemblea un fatto che ha destato preoccupazione e sconcerto nell’opinione pubblica e credo non solo emiliano-romagnola. La Regione Emilia-Romagna, come è noto, si è dotata, fin dal 1982, con un’apposita legge, del Comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, che nacque in forma non istituzionale già, come ricordato, nel 1964. Non possiamo, dunque, che condividere le preoccupazioni espresse dall’interrogante sulla preservazione e valorizzazione di un luogo così significativo per la memoria della nostra Regione, dell’Italia intera e dell’Europa democratica e libera qual è il Sacrario di Marzabotto.
La Regione, con un capitolo di bilancio apposito, tramite l’articolo 9 della legge n. 3 del 2016 sulla Memoria del Novecento partecipa a questo Comitato e ne sostiene le attività.
La legge prevede, infatti, che l’Assemblea legislativa nomini due rappresentanti all’interno dell’Assemblea del Comitato, che attualmente sono Cinzia Venturoli e Eugenio Salamone. Al contempo, come Regione, finanziamo ogni anno il Comitato con un contributo di 50.000 euro.
Sono inoltre numerose le iniziative sostenute dalla Regione sui temi della storia del Novecento, com’è noto, in particolare finalizzati a tenere viva la memoria della strage di Monte Sole e degli altri eventi che hanno segnato terribilmente il nostro territorio in quel periodo.
Ciò conferma come tra il nostro Ente e il Comitato esista un legame strettissimo di carattere istituzionale e oserei dire anche affettivo. Questo rafforza la nostra preoccupazione sulla possibilità che altre Istituzioni, finanziatori, sostenitori a qualsiasi titolo, responsabili della tutela del Sacrario o custodi di quella memoria, riducano il proprio impegno a favore del Comitato o del Sacrario stesso.
Mi faccia aggiungere che la Regione sostiene e partecipa anche alla Scuola di Pace di Monte Sole, impegnata, come sapete, poiché fa parte del Consiglio di indirizzo, insieme alla collega Piccinini, a tenere viva la memoria del sistema di terrore che si è manifestato a Monte Sole attraverso esperienze educative e formative rivolte a studenti e insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, gruppi di giovani, adulti e professionisti, anche con laboratori interattivi e numerose altre attività.
Infine, Monte Sole fa parte del sistema regionale dei nostri parchi. Ha destato perciò in noi la preoccupazione che dicevo, la dichiarazione, la denuncia, anzi della sindaca di Marzabotto in merito a possibili tagli da parte governativa sulla manutenzione del Sacrario. Abbiamo altresì preso atto delle dichiarazioni del ministro Crosetto sul fatto che tali tagli non siano assolutamente nella volontà del Governo.
Confidiamo, dunque, che le preoccupazioni espresse dalla sindaca vengano al più presto fugate con atti coerenti e conseguenti.
Nella convinzione dell’importanza di un luogo e di un monumento di così alto valore simbolico, civile e democratico, come appunto il Sacrario di Marzabotto, confermo a lei e all’Assemblea che la Giunta regionale continuerà il proprio impegno in favore della memoria di quella tragica vicenda anche con maggiore impegno, in vista dell’ottantesimo anniversario della strage.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Caliandro, prego.
CALIANDRO: Grazie, presidente.
Io sento di dover manifestare in questa mia replica l’apprezzamento per le parole udite dal sottosegretario rispetto all’impegno costante che questa Regione vuole mantenere. Ma credo di dover raccogliere anche il disagio politico e istituzionale nel quale ci siamo trovati al settantanovesimo anniversario dell’Eccidio di Marzabotto, ma soprattutto rispetto al fatto che lo Stato abbia deciso di sconfessare sé stesso in un momento di rivendicazione dei princìpi democratici e di tutela del nostro territorio. Faccio parte del Consiglio di indirizzo della Scuola di Pace di Monte Sole, prima in rappresentanza della Provincia di Bologna, e da due mandati per quella della Regione Emilia-Romagna. Posso testimoniare l’importanza di quello che è stato fatto in questo territorio ai fini della promozione delle culture della pace, cosa sulla quale occorrerebbe riflettere proprio in questi momenti difficili, dopo i fatti di Israele e dell’Ucraina, e quale centralità può assumere un luogo simbolico come Monte Sole, come Marzabotto e il suo Sacrario rispetto ad una dinamica molto più complessa.
Mi auguro che una destra così greve sappia fermarsi e mi auguro che questa Giunta sappia manifestare tutto il suo disagio e il suo disprezzo per chiunque volesse tagliare i fondi.
Il prossimo anno sarà l’ottantesimo anno. Mi auguro che ci andremo con parole di pace e con ribadito impegno a ricordarci che il nazifascismo ha prodotto vittime innocenti nel nostro Appennino e in tutta l’Europa.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7493
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui mutamenti normativi inerenti lo ius soli sportivo e sugli effetti eventualmente generati in ordine all’accesso dei minori stranieri allo sport. A firma della Consigliera: Bondavalli
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 7493: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sui mutamenti normativi inerenti lo ius soli sportivo e sugli effetti eventualmente generati in ordine all’accesso dei minori stranieri allo sport.
L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli. Prego, consigliera.
BONDAVALLI: Grazie, presidente.
Si è appreso di recente, via stampa, del diniego alla società Progetto Aurora di Reggio Emilia da parte della Federazione Italiana Giuoco Calcio relativo proprio alla richiesta di tesseramento di otto bambini stranieri extra UE appartenenti alla squadra con cui la società stessa avrebbe inteso partecipare al campionato federale della categoria esordienti. Ecco, un responso negativo addebitato, a quanto riportato dal dibattito che poi si è ingenerato, all’abrogazione della legge 20 gennaio 2016, n. 12, avente ad oggetto il cosiddetto “ius soli sportivo”.
Successivi approfondimenti di natura normativa parrebbero tuttavia assicurare che il superamento del provvedimento indicato, connesso peraltro alla condivisibile necessità di contrastare in Italia, come del resto anche in altri Paesi europei, il fenomeno della tratta di giovanissimi talenti calcistici stranieri, non determini il venir meno della possibilità di regolare il tesseramento sportivo per bambini e ragazzi stranieri. Ecco, in sostanza non più il requisito della residenza quanto quello dell’iscrizione da almeno un anno a una classe scolastica garantirebbe ad essi l’accesso, appunto, all’iscrizione sportiva.
Di certo, i passaggi normativi che si sono determinati al momento sembrano, diciamo così, non essere stati recepiti con sufficiente chiarezza. È possibile che i loro tempi di comunicazione non siano stati adeguati in termini di tempestività, generando di conseguenza disorientamento, incertezza nelle società sportive, che sappiamo essere abituate a modalità di azioni e prassi in materia acquisite e, soprattutto, consolidate.
Ecco, ciò che ci deve stare maggiormente a cuore, a mio avviso, è assicurare a ogni bambino o ragazzo straniero la possibilità di accedere ad esperienze sportive, comprese quelle per le quali si rende necessario un tesseramento, perché, lo abbiamo sempre detto, si configurano sicuramente come un ambito essenziale del percorso formativo e di crescita di ogni persona, costituendo al tempo stesso anche straordinarie opportunità di accoglienza. In questo caso parliamo anche di integrazione, come del resto recentemente riconosciuto dall’articolo 33 della nostra Costituzione.
Ecco, per questa ragione chiedo alla Giunta se è in possesso di un quadro conoscitivo che riguarda ovviamente il nostro territorio in ordine ad eventuali criticità che si sono generate a causa di questo mutamento normativo nel tesseramento dei giovani sportivi stranieri; e, inoltre, se intende adoperarsi nei confronti del Ministero dello sport e della FIGC affinché vengano individuate modalità chiare e univoche rispetto al vigente quadro di disposizioni in materia, così da consentire alle società di procedere assicurando l’accesso allo sport ai minori stranieri con piena linearità.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.
Prego, sottosegretario Baruffi.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Nell’arco dell’ultimo decennio nell’ordinamento italiano sono state introdotte diverse norme finalizzate a consentire il tesseramento alle società sportive nazionali dei minori stranieri presenti in Italia. La prima in ordine di tempo è la legge n. 12/2016. Ricordate il cosiddetto “ius soli sportivo”, che consentiva il tesseramento dei minori stranieri regolarmente residenti in Italia almeno dall’età di dieci anni con le stesse procedure dei minori cittadini italiani. A questa si è aggiunta, con la legge di bilancio 2018, la possibilità di tesserare minori stranieri con le stesse procedure dei cittadini italiani anche qualora non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, purché iscritti da almeno un anno a qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico. Restano poi valide le previsioni dell’articolo 19 del regolamento FIFA, che nell’ambito di un divieto generale di tesseramento di calciatori minorenni stranieri, introduce però diverse deroghe che lo consentono nei casi specificati. A questo si è aggiunto, infine, il decreto legislativo n. 36/2021, asse portante della riforma dello sport avviata con la legge delega n. 86/2019, che ha di fatto rivisto il complesso di questa norma, volendo lo ius soli sportivo ma conservando le previsioni della legge di bilancio 2018.
In questo quadro, la possibilità giuridica di tesserare minori stranieri continua a sussistere nell’ordinamento italiano. Ad un’analisi del dettato della norma i recenti interventi normativi non sembrerebbero averla ristretta di fatto in maniera sostanziale. D’altro canto, le modifiche normative hanno di certo inciso sugli aspetti procedurali del tesseramento, avendo come conseguenza da un lato la necessità di presentare documentazione ulteriore, ad esempio per fruire dell’opzione riferita a quanto previsto dalla legge di bilancio 2018 un certificato di iscrizione alla scuola italiana, dall’altro uno spostamento di competenza per le pratiche inoltrate dalle Commissioni regionali alla Commissione minori della FIGC centrale di Roma, che possono incidere sui tempi di gestione delle procedure allungandoli.
È possibile infine non abbia giovato, in questa fase di entrata in vigore delle nuove regole, una comunicazione non pienamente tempestiva della Federazione sulle nuove modalità e procedure, pervenuta solo nel mese di settembre tramite comunicato ufficiale.
Regione Emilia-Romagna assegna allo sport un valore decisivo in funzione dei processi di crescita e integrazione, riservando un’attenzione specifica proprio ai giovani e alle fasce più deboli della popolazione. Al fine di avere un confronto diretto con il mondo sportivo e raccogliere le valutazioni dei suoi rappresentanti riguardo l’effettivo impatto dei cambiamenti avvenuti e delle eventuali difficoltà riscontrate, quale quella rappresentata dalla consigliera interrogante, sono pertanto già stati convocati per giovedì 12 ottobre i tavoli rispettivamente con le rappresentanze sportive regionali e quelli istituzionali che normalmente individuano nei sindaci Comuni capoluogo e referenti, che prevedono all’ordine del giorno anche un confronto proprio su questo tema.
In esito a questo passaggio, che renderà disponibile il quadro della situazione e permetterà di evidenziare le possibili effettive criticità, saranno valutate le eventuali azioni da intraprendere a tutti i livelli.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Prego, consigliera Bondavalli.
BONDAVALLI: Ringrazio il sottosegretario Baruffi per la risposta, della quale mi dichiaro soddisfatta anche in virtù della solerzia con la quale la Regione ha previsto di attivare un confronto con le rappresentanze istituzionali del mondo sportivo emiliano-romagnolo. È bene provare fare un quadro della situazione, per poi capire anche quali azioni mettere in campo.
Dobbiamo sicuramente evitare il più possibile che, in virtù di transizioni normative e del cambiamento di prassi consolidate, venga reso più complicato l’accesso a un diritto, il diritto allo sport, che è una straordinaria opportunità di inclusione per tutti.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7494
Interrogazione d’attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali siano i dati aggiornati al 2023 degli infortuni sul lavoro e se i finanziamenti nazionali per il potenziamento dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro siano stati confermati. A firma del Consigliere: Amico
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 7494: interrogazione d’attualità a risposta immediata in aula per conoscere quali siano i dati aggiornati al 2023 degli infortuni sul lavoro e se i finanziamenti nazionali per il potenziamento dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro siano stati confermati.
L’interrogazione è a firma del consigliere Amico. Prego, consigliere.
AMICO: Grazie, presidente.
Questa interrogazione nasce da una serie di eventi che sono occorsi nelle scorse settimane, perché negli ultimi giorni a Reggio Emilia e in provincia si sono registrati numerosi infortuni sul lavoro, di cui due mortali,.
Il 27 settembre scorso, si sono verificati nel giro di poche ore tre infortuni molto seri e in uno di questi un lavoratore di un’azienda agricola di Sant’Ilario d’Enza ha perso la mano destra, rimanendo incastrato negli ingranaggi di un nastro trasportatore in funzione. Il 4 ottobre è deceduto un imprenditore edile a Gattatico, colpito alla testa dalla benna di un mezzo pesante. Il 5 ottobre un muratore è precipitato da un ponteggio in un cantiere di Reggio Emilia ed è stato ricoverato in condizioni critiche. In data 6 ottobre, in una cava di Guastalla, un autista è morto dopo essere stato travolto da una ruspa. Sono dati terribili questi e sappiamo che presso ogni ASL, per i casi di infortunio mortale nei luoghi di lavoro, i Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro sono coinvolti al fine di effettuare indagini di Polizia giudiziaria, in coordinamento con la Procura della Repubblica locale. L’indagine effettuata consente di acquisire informazioni prima di tutto a fini giudiziari ed è possibile nello stesso tempo utilizzare questa attività anche per esaminare l’evento con l’obiettivo di intervenire sulle cause.
Nel corso dell’anno 2022 gli infortuni con esito mortale per cui i Servizi dell’Emilia-Romagna hanno svolto indagini sono stati trenta, di cui quattordici in agricoltura, sette nelle costruzioni e tre nella logistica. Avevo già posto questo tema il 16 luglio 2021, a cui il sottosegretario mi dette risposta annunciando che il Ministero della salute aveva già provveduto ad incrementare l’organico dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro, come definito nel decreto-legge n. 73 del 25 maggio 2021, che prevede il potenziamento delle attività di prevenzione sul territorio. Quel decreto-legge stabiliva un finanziamento di 3,4 milioni per il 2021 e 10 milioni per il 2022. L’impegno era quello di intercettare queste risorse e impiegarle al meglio.
Dati gli avvenimenti accaduti la scorsa settimana, credo che sia opportuno – e da qui nasce la mia interrogazione – conoscere quali siano i dati aggiornati al 2023 degli infortuni sul lavoro in Emilia-Romagna e se soprattutto i finanziamenti nazionali per il potenziamento dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro siano stati confermati e con quale rafforzamento degli organici regionali.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Voglio ringraziare, presidente, preliminarmente, anche il consigliere Amico per aver nuovamente portato all’attenzione dell’aula un fenomeno di assoluta rilevanza e criticità, come descritto, perché gli incidenti sul lavoro sono a tutti gli effetti un’emergenza nazionale che investe anche il nostro territorio. Cito: “Morire sul lavoro è uno scandalo. È inaccettabile per un Paese civile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica l’8 ottobre in occasione della settantatreesima Giornata nazionale per le vittime sul lavoro. “L’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro – ha aggiunto il presidente – sollecita un’urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare i lavoratori”. Come è noto, nel Patto per il lavoro e per il clima abbiamo condiviso che in Emilia-Romagna, cito anche in questo caso, “per lavoro, sia esso dipendente o autonomo, intendiamo il lavoro di qualità, ovvero il lavoro stabile, adeguatamente remunerato e tutelato. I primi requisiti di un’occupazione di qualità sono la salute e la sicurezza”. Insieme ai firmatari del Patto, nel settembre del 2022, abbiamo quindi condiviso la necessità di assumere il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro come priorità del sistema territoriale attraverso un’assunzione di responsabilità collettiva e la condivisione di una strategia integrata d’azione.
Il Patto per la salute e sicurezza sul lavoro, che abbiamo discusso anche in quest’aula, a partire dalle scelte assunte dal Piano regionale della prevenzione 2021-2025, agisce su tutte le principali leve che possono assicurare livelli più elevati di salute e sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori, a partire dai più deboli e dai settori in cui il rischio di infortuni, in particolare di infortuni mortali, continua ad essere più elevato, e tra questi senz’altro quello delle costruzioni, della logistica e dell’agricoltura. È in attuazione di questo accordo, presentato dall’assessore Colla – ricordavo – in aula nell’ottobre del 2022, che ad esempio proprio ieri la Città metropolitana di Bologna ha istituito il proprio tavolo per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per quanto riguarda il monitoraggio e l’analisi degli infortuni e delle malattie professionali sulla base dei dati elaborati dall’Osservatorio regionale, in Emilia-Romagna l’andamento infortunistico sul posto di lavoro, confrontando l’anno 2022 con il 2019, mostra un andamento in calo sia in termini di numeri assoluti sia in termini di tassi, cioè nel rapporto tra numero di infortuni e addetti per anno. Il raffronto che volutamente esclude il periodo pandemico per una migliore confrontabilità dei dati e della situazione socioeconomica complessiva indica che in numeri assoluti gli infortuni denunciati in occasioni di lavoro con e senza mezzo di trasporto sono passati da 73.197 nel 2019 a 70.821 nel 2022 (sono i dati dell’INAIL) con una tendenza in calo pari al 3 per cento.
Riguardo al 2023, sulla base dei dati attualmente disponibili, pubblicati dai INAIL, l’andamento relativo al periodo gennaio-agosto 2023 evidenzia 43.880 infortuni denunciati rispetto al medesimo periodo 2022, quando gli infortuni denunciati erano 48.388. Si confermerebbe quindi un calo in questo caso del 9 per cento già evidenziato nei periodi precedenti. Numeri, quindi, che pur andando nella direzione giusta, evidenziano tuttavia in termini assoluti la persistenza di un problema assai grave che poi trova i volti e i casi che lei ha riportato, ad esempio, per i più recenti, nel territorio di Reggio Emilia.
Per quanto concerne i fondi nazionali stanziati dal decreto-legge n. 73/2021 a decorrere dal 2021, pari a 10 milioni di euro annui, al momento risultano confermati. Ricordo infine che a settembre abbiamo aderito all’accordo quadro che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e l’INAIL hanno sottoscritto lo scorso luglio. Tale accordo assegna alla Regione oltre 800.000 euro per rafforzare la formazione per la sicurezza sul lavoro destinata ai lavoratori e ai preposti per la sicurezza impegnati nei cantieri del PNRR.
Nei primi mesi del 2024 sarà, quindi, pubblicato l’avviso rivolto agli enti di formazione accreditati.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Prego, consigliere Amico.
AMICO: Grazie, presidente. Pur in un quadro di flessione complessiva degli infortuni, io sono soddisfatto, ovviamente, della risposta sia per la conferma dei fondi sia per la sottoscrizione dell’accordo suppletivo per la formazione. È chiaro, ma l’ha detto bene anche il sottosegretario, il numero assoluto di incidenti sul lavoro è ancora numericamente molto preoccupante, perché se abbiamo un calo del 9 per cento comunque sono ancora 43.000 gli infortuni denunciati presso INAIL nel 2023, alcuni di questi, come riportato nella interrogazione, anche davvero molto gravi, sul territorio di Reggio Emilia. Credo anch’io, per utilizzare le parole del presidente Mattarella che ha giustamente riportato il sottosegretario, che la sicurezza sul lavoro non sia né un costo né un lusso, né un costo per le aziende né un lusso per i lavoratori e le lavoratrici.
Chiedo eventualmente, poi avremo modo di affrontare anche in altra sede, se la buona pratica che si sta istruendo presso il Comune di Bologna, quindi la costituzione di un tavolo sulla sicurezza e la salute sul lavoro, la Regione possa a un certo punto essere promotrice anche su altri territori, magari in accordo appunto con gli uffici delle ASL, così come le prefetture, così come i Comuni capoluogo, perché penso che quella sia un’azione fattiva e concreta per non solo sensibilizzare, ma per introdurre un’attenzione particolare a tutti i livelli, sia istituzionali che d’impresa, su un flagello che comunque continua a colpire anche il nostro territorio e che desta molta preoccupazione. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.
L’interrogazione 7495, a firma della consigliera Zamboni, è rinviata per accordo.
OGGETTO 7496
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito agli esiti del progetto F.I.CO. – Fabbrica Italiana Contadina. A firma della Consigliera: Gibertoni
PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 7496: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito agli esiti del progetto FICO.
L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni. Prego, consigliera.
GIBERTONI: Grazie, presidente.
Mi spiace che non ci sia un assessore competente a rispondere, ma io ascolterò pure la risposta del sottosegretario e riporterò il tema in aula più avanti tramite un’interpellanza. Quindi, ci sarà un momento in cui sono sicura che il sottosegretario avrà un impegno e un assessore dovrà pur sostituirlo. Quindi, a un certo punto io avrò la risposta di un assessore competente.
Ora, parliamo di un progetto di cui evidenzio da otto anni la mancanza di senso, emblematico, a mio avviso, di come viene amministrata questa Regione. Nel 2013 di fatto fallisce il CAAB, nato malato di gigantismo e nato già pieno di debiti, quando la GDO era già dotata di proprie piattaforme logistiche. Ecco una dinamica ricorrente: sempre un passo indietro rispetto alla realtà. Il CAAB viene, quindi, confinato in un quarto dell’area e il resto regalato a Eataly per farne la cosiddetta “Disney World del cibo”. Infatti, dice in questo caso l’ex assessore Peri: “Avrà la stessa attrattività mondiale che ha Disneyland, diventerà il monumento più visitato d’Italia”. Così. Il progetto si chiamerà FICO, ma non lo sarà affatto.
Vengono preventivati 10 milioni di visitatori all’anno, non ci saranno mai neanche cumulativi negli anni in cui FICO è stato aperto e aperto. Il rischio era che fosse una cattedrale nel deserto ma invece avete fatto il deserto pagandolo come una cattedrale. Era difficile riuscirci, ma ci siete riusciti voi. Così, a carissimo prezzo, ci avete mostrato com’è una Disneyland che non ce l’ha fatta.
Come si fa a costruire un deserto e a pagarlo come una cattedrale? Questa è la ricetta della torta a chilometro zero. Si prende un accordo tra la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e la Provincia di Bologna. Si costituisce un fondo immobiliare in cui si fa confluire CAAB, terreni, per un valore di almeno 55 milioni di euro, magari con un occhio a una futura gentrificazione della zona a traino del grande progetto FICO, che “fico” non è.
Ernst & Young per il battesimo dell’operazione mette serenamente nero su bianco – cito – che CAAB “partecipa al progetto attraverso la messa a disposizione dei propri asset immobiliari e della sua rete di relazioni istituzionali, in particolare con Comune e Regione, tra l’altro deputati all’approvazione edilizia e urbanistica del progetto stesso proprio a chilometro zero”.
Poi arriva l’ingrediente magico. Infatti, la scelta di Eataly e Farinetti come general contractor di tutta l’operazione, avviene senza nessuna procedura concorsuale o ad evidenza pubblica e senza che la società prescelta potesse vantare un’esperienza pregressa in un’operazione di tale portata, quasi un’investitura fideistica, necessaria perché, cito voi, “le caratteristiche di Eataly sono state ritenute da CAAB e dall’Amministrazione comunale di Bologna, tali da renderlo un partner ideale e insostituibile per la realizzazione di FICO.
Poi, per agevolare le orde di visitatori previste e mai arrivati, si acquistano otto autobus ibridi di 18 metri, nuovi di zecca, altri 4 milioni di euro, salvo poi mancare tutte le date di apertura previste. Prima si era detto apertura di FICO assieme a Expo 2015 a Milano, poi alla chiusura…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, chiedo un po’ di silenzio in aula, per favore.
GIBERTONI: …poi l’apertura l’anno dopo Expo.
A fine 2017 viene sfornato FICO. Le previsioni di 10 milioni di visitatori verranno dimezzate e poi ancora ridotte ma resteranno comunque troppo alte. Se ne manifestano al massimo 2,5 che nel giro di poco si dimezzano anche loro.
Eppure, ancora nel 2018, l’assessore Donini mi rispondeva in aula che, a differenza mia, cioè a differenza della consigliera Gibertoni, lui aveva capito che FICO era un’occasione strategica. Meno male! Nel 2023 il fallimento di FICO, ampiamente prevedibile, va ad aggiungersi al fallimento precedente di CAAB.
Chiuderà a Capodanno di quest’anno, riapre ad aprile 2024, ma non è la prima operazione di chiusura, con promessa di rilancio in grande stile nella breve storia di FICO. Nel 2019, infatti, aveva aperto anche Luna Farm, una specie di luna park dentro a FICO, non so se in stile Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, un parco divertimenti per famiglie e altri 11 milioni di euro, che non c’entra nulla con il resto della struttura, ma i bilanci restano in passivo.
Intanto i FICO bus viaggiano tristemente vuoti, con una media di 4-5 persone a corsa su mezzi da 150 persone, e non è vero, come si vorrebbe far credere, che i problemi di FICO siano derivati dall’emergenza Covid, la situazione era già economicamente critica prima del Covid.
Ascolto la sua risposta, sottosegretario, rispetto a quello che ancora ci aspetta da questa tragedia.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Il giorno che non ci sono più io, consigliera, mi rimpiangerà, ma io sarò con voi fino alla fine del mondo!
Con riferimento all’interrogazione in oggetto, si evidenzia quanto segue. FICO è un progetto nato con l’ambizione di essere la vetrina del made in Italy, dalla straordinaria ricchezza legata alla biodiversità del nostro Paese, dalle sue eccellenze agroalimentari e produttive. Ci auguriamo pertanto (credo che dovremmo farlo tutti) che le difficoltà attuali non pregiudichino il futuro di questo o del progetto che viene annunciato.
Certo, ha dovuto fare i conti con problematiche dal carattere sia emergenziale, come la pandemia, che congiunturale, come l’instabilità che a più riprese ha gravato in questi anni sulla situazione economica internazionale, segnandone in modo significativo l’avvio e lo sviluppo.
Tuttavia, in presenza di una motivata volontà di rilancio e di un rinnovato piano industriale, auspichiamo si possano creare le condizioni necessarie per un’iniziativa privata – insisto, privata –, che valorizzi la suggestione del gran tour italiano, incrementando il turismo enogastronomico anche verso la nostra Regione. La Regione Emilia-Romagna non è coinvolta nella società, né tantomeno negli aspetti patrimoniali e gestionali di FICO. Va inoltre chiarito che il CAAB è una realtà di cui la Regione detiene una quota assolutamente minoritaria, mentre FICO è un’altra realtà, il CAAB continuerà dunque a svolgere il proprio ruolo.
Infine, sugli aspetti più strettamente urbanistici che sono stati chiamati in causa dall’interrogante, ricordo che essi competono al Comune di Bologna e l’Amministrazione regionale è coinvolta laddove è invitata a sottoscrivere accordi di programma per la trasformazione, ad esempio, di quel comparto, ma non attengono a scelte strategiche che compie la Regione.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Consigliera Gibertoni, prego.
GIBERTONI: Io chiedevo che per pietà dei cittadini si riconoscesse un fallimento. Così come la Regione non ha mai riconosciuto quello del CAAB, in trenta anni non c’è mai stata un’assunzione di responsabilità e un accenno di autocritica della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna per il fallimento del CAAB, pensavo che questa volta la Regione avesse imparato dai propri errori.
Soprattutto non capisco come si faccia ad affidarsi alla qualità di un management che ha dimostrato il suo fallimento chiedendo al management che lo ha fatto fallire di rilanciarci.
Mi pare che qua manchi ogni logica fondamentale, che non ci siano dubbi su questo. Si è fatto un marketing finora basato sul nulla. I visitatori hanno percepito semplicemente un centro commerciale con dei ristoranti. Il fallimento ormai è conclamato. Semplicemente i soci pubblici, tra cui voi, non lo riconoscete. La definisco una vera e propria tragedia.
Nasce, infatti, con enfasi e ridanciana e finisce in lacrime per noi. Tra l’altro, il progetto FICO è legato al fondo PAI, a cui partecipano anche enti previdenziali italiani. Quindi, questa narrazione in magniloquente campata per aria a cui voi avete esteso e srotolato i vostri tappeti assolutamente rossi adesso più va avanti più causerà ulteriori danni.
Concludo dicendo che non riconoscete mai i vostri errori e del resto, se si riconoscessero i propri errori, non si sarebbe sempre un passo indietro rispetto alla realtà.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7500
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla localizzazione di Centri di Emergenza Urgenza (CAU) in prossimità di DEA di I e II livello. A firma della Consigliera: Castaldini
PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 7500: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla localizzazione dei Centri di emergenza-urgenza in prossimità di DEA di I e II livello.
L’interrogazione è a firma della consigliera Castaldini. Prego, consigliera.
CASTALDINI: Grazie, presidente. Ringrazio anche il presidente Bonaccini della sua presenza in aula. In realtà, la frase sulla probabile eternità di Baruffi non è così fuori luogo, perché oggi lui è veramente uno e trino. Mentre noi poniamo domande su determinati oggetti, l’assessore di competenza non è presente e quindi il povero Baruffi è costretto ad essere qua e fare le veci di altri assessori su temi molto importanti come quelli del CAAB. Io farò una domanda sulla sanità.
L’altra cosa che mi colpisce, sempre per andare sul tema religioso, è l’inno di lode che si è innalzato oggi da quest’aula nei question time. Un inno di lode incredibile nei confronti della Giunta mai, mai, di riconoscimento, di qualcosa fatto dal Governo. Quindi, io provo a fare un passo avanti, andare oltre a questo inno di lode che si innalza e provare a capire quali sono i temi specifici della nostra Regione, soprattutto nell’ambito della sanità.
Oggi speravo di poter dialogare con l’assessore Donini, con il quale ho aperto un dialogo sui CAU, a mezzo stampa, dalla scorsa settimana. Sono certa che non si sia voluto sottrarre, ma che in realtà impegni l’abbiano portato lontano dall’Assemblea legislativa.
A metà luglio la Giunta ha deliberato le linee guida per la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e ha dato mandato alle aziende sanitarie e alle CTSS di predisporre i piani di riorganizzazione, piani fondamentali.
Il grande obiettivo di questa operazione è decongestionare l’accesso ai pronto soccorso separando alla fonte i casi gravi, quindi i codici rossi e arancioni, dai casi bianchi e verdi. Per fare questo la Regione ha pensato di aprire i CAU, strutture aperte ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, ai quali i cittadini si potranno rivolgere per tutti i bisogni a bassa intensità, nei quali troveranno personale infermieristico e medico: questa la descrizione.
Quando si fa una riforma, per non essere ideologici, bisogna sempre partire dalla realtà. La realtà è che le persone quando hanno bisogno urgenti vanno in un pronto soccorso, sono state abituate, così per anni e anni, sia in quelli piccoli (negli ospedali periferici di montagna), sia in quelli di grosse città che fanno centinaia di migliaia di accessi all’anno.
Per avere un impatto consistente su un sistema che ha diverse falle mi sarei aspettata che la Regione cominciasse dai buchi più grossi, dalle falle più impegnative, nei quali, intervenendo, si sarebbe potuto vedere fin da subito un impatto consistente e anche l’utilità di una riforma. Mi sarei aspettata quindi che il primo CAU ad essere aperto in Regione fosse all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, che con i suoi 135.000 accessi all’anno, dei quali 100.000 bianchi e verdi, è campione regionale di ingressi.
Poi mi sarei aspettata che fossero toccati i pronto soccorso che fanno più di 100.000 accessi all’anno, come il Maggiore di Bologna, Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, Parma, e via via, quelli sopra gli 80.000 accessi. E già, io credo, si sarebbero potuti vedere i primi risultati e anche spiegare alla cittadinanza perché è necessaria una riforma dei pronto soccorso.
Invece cosa è successo? Che con grande stupore nessuno dei CAU previsti è vicino ad un grande pronto soccorso. Alcuni sono in Case della comunità, come previsto dalla delibera; alcuni sono riconversioni di punti di primo intervento, come previsto dalla delibera. Altri sono riconversioni di pronto soccorso che vengono chiusi e rimpiazzati dai CAU, possibilità non prevista nella delibera regionale. Tra l’altro, i pronto soccorso chiusi sono piccoli, fanno anche poche migliaia di accessi all’anno, quindi il risparmio in termini di codici bianchi e verdi fuori dal pronto soccorso io ritengo che sia minimo, ma non abbiamo un quadro economico, per cui non possiamo saperlo.
Il quadro che ho non è completo perché nonostante abbia chiesto dei piani approvati dalle CTSS a inizio settembre, la Regione si è presa un mese per inviare sei documenti PDF che aveva ricevuto. Però, la tendenza è chiara: nessun CAU a sostegno di un grosso pronto soccorso, tutti, in centri che fanno pochi accessi o in sedi nuove.
Nella delibera regionale è scritto che i CAU possono essere in prossimità dei pronto soccorsi, ma cosa vuol dire prossimità? Il CAU di Vergato è in prossimità del Sant’Orsola con i suoi 51 chilometri di distanza? Lo è forse il CAU della casa di comunità del Navile, con i 4,2 chilometri? Può considerarsi una struttura di prossimità quella che ha bisogno di mezzi per andare da un ospedale all’altro o per funzionare un CAU deve essere al massimo a poche decine di metri, raggiungibile in pochi istanti a piedi, per permettere ai cittadini di non avere l’apprensione durante uno spostamento?
Le chiedo, quindi, come la Regione giudichi i piani riorganizzativi dell’emergenza-urgenza inviati alla Regione e se non ritenga utile che i CAU vengano previsti anche in diretta prossimità dei pronto soccorso più frequentati.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente. Voglio tranquillizzare la consigliera che la questione è di tale rilevanza che è stata seguita anche dalla Presidenza della Regione passo dopo passo. Quindi, lascio poi il testo scritto, ma le rispondo all’impronta.
La Giunta regionale dà una valutazione positiva della programmazione messa in campo dalle CTSS in questa fase, sulla base delle proposte presentate dai direttori generali, ritenendola coerente con gli obiettivi e le linee guida che abbiamo stilato, ricordando innanzitutto un fatto. Lo ha fatto lei, lo faccio anch’io. Si tratta di una programmazione che ha un respiro, in questa fase, prevalentemente al 31 dicembre 2023. Quindi è una prima fase di attuazione in un percorso graduale, che sarà però piuttosto rapido e quindi credo che potrà trovare soddisfazione anche rispetto alle questioni che ha posto già a partire dall’anno 2024. Non stiamo andando alle calende greche.
Al contrario di quello che lei immaginava, si è convenuto con le Conferenze territoriali e con i direttori generali di dare priorità e precedenza alle strutture di prossimità, quelle nel territorio, che più stavano andando in difficoltà nel turnover del personale e più avrebbero invece la necessità di intercettare il bisogno anche di una sanità territoriale legata ai bisogni di urgenza.
Questo non toglie, questo non toglie l’obiettivo che anche lei ha ricordato, che anche in prossimità, in adiacenza e dentro i DEA di primo e secondo livello vi debbano, non solo vi possano, ma vi debbano, essere le strutture approntate per rispondere alla necessità di interventi in urgenza che liberano gli interventi in emergenza. Io credo che il beneficio che potrà essere apportato in questa fase sarà assolutamente misurabile, come lo è stata la condizione, di fatto, di partenza. Quindi, avremo la possibilità, in un tempo relativamente breve, di apprezzare anche i passi avanti che vengono compiuti e come questa riorganizzazione possa o meno – naturalmente oggi ci sottoponiamo alla prova dei fatti – rispondere anche alla difficoltà strutturale che abbiamo di carenza di personale impiegabile nell’emergenza urgenza.
Come sapete, questa riforma non ha come obiettivo risparmiare risorse dal punto di vista finanziario, stiamo parlando di una più corretta allocazione delle professionalità che abbiamo e dalla necessità di meglio corrispondere al bisogno di interventi in urgenza e in emergenza.
Ciò detto, siamo anche fiduciosi che da questa Assemblea, in questa seduta e nelle prossime, possano venire delle parole in coerenza con lo stato di necessità in cui siamo.
Non mi riferisco alle sue considerazioni ma ho sentito prima il consigliere Marchetti decretare che non esiste un problema di ordine finanziario legato alla sanità pubblica. È una notizia. Tra oggi e domani si riunirà la Conferenza delle Regioni quindi ne darò conto anche ai nostri colleghi, perché invece la percezione che hanno tutte le Regioni italiane è che siamo di fronte a un sottofinanziamento strutturale con una condizione destinata ad aggravarsi alla lettura della nota di aggiornamento di economia e finanza.
Vorrei sottolineare infine come la Regione Emilia-Romagna, anche da questo punto di vista, si stia dimostrando proattiva. Io credo che quanto stiamo facendo, con il supporto dei nostri operatori, grazie ai nostri operatori e, devo dire, anche attraverso l’assunzione di responsabilità di tutti gli amministratori senza distinzione di colore politico dentro le CTSS, è un contributo anche ad immaginare una fase di innovazione forte su un settore di maggiore criticità, a dimostrazione che sì, non si tratta solo di quantità di risorse, ma anche di qualità di spesa.
Ci fa piacere che la Corte dei Conti abbia certificato anche per quest’anno come la Regione Emilia-Romagna sia al vertice della classifica anche dal punto di vista del rapporto quantità qualità di spesa nell’erogazione dei servizi e credo che invece, da questo punto di vista, stiamo dando un contributo anche in questa direzione.
Per cui, consigliera Castaldini, guarderà la programmazione fatta, abbiamo notizia di come si sta predisponendo anche quella per il 2024. Credo che nel giro di pochi mesi potrà avere ragione e soddisfazione del suo auspicio, che è anche il nostro, naturalmente, che questo fatto di trasformazione abbia un impatto positivo anche rispetto all’idea di primo e secondo livello.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Castaldini, prego.
CASTALDINI: Mi dispiace buttare via il tempo. Se lei, giustamente, dice che la trasformazione dei pronto soccorso non sono un problema, non è un problema legato all’economia di bilancio. Il richiamo del collega Marchetti è fuori tema. Parliamo di noi due. Purtroppo io ho il vizio di fare una domanda cercando di studiare prima, e fra le mani ho tutta la programmazione fino al 2025. La settimana scorsa, l’assessore Donini ha dichiarato tramite stampa, in risposta ad una mia conferenza stampa, che l’apertura delle CAU Sant’Orsola Maggiore era già prevista, di fatto banalizzando la mia proposta, e questa è stata per tutti una notizia nuova, dato che nel piano presentato in CTSS Bologna non sono menzionati. Partecipo personalmente a tutti i CTSS di tutta la provincia di tutta la Regione Emilia-Romagna e non sono menzionati, né sono stati mai presentati alla stampa i CAU in grossi ospedali.
Mi sono chiesta se il problema, in maniera del tutto caritatevole, sia dei direttori delle CTSS, che non hanno ben compreso qual è lo spirito della riforma, o se forse c’è una qualche incomprensione comunicativa, sicuramente, dato che nessuno sembra aver risposto al mandato fornito dalla Regione, e questo è un fatto molto grave che consegno nelle sue mani.
Nella delibera regionale è indicato che la Regione avrebbe inviato alle Aziende sanitarie delle indicazioni più specifiche sull’ubicazione dei CAU, ho chiesto di averne copia e la risposta a sorpresa è che la Regione non ha inviato alcuna indicazione ulteriore. Forse è quello il problema: vi siete dimenticati di dire alle Aziende dove dovevano posizionare i CAU, o loro, nello zelo, hanno chiuso dei pronto soccorso attivi e li hanno messi a decine di chilometri di distanza.
Ecco, io credo invece che rispetto ai dati che ho citato e anche alla realtà che noi vediamo quotidianamente, ovvero il personale che va via dagli ospedali più grossi, più complicati (su questo non credo che si possa banalizzare né da una parte, né dall’altra), l’attesa che si ha nei grandi ospedali della città di Bologna e delle altre grandi città come il Maggiore, come il Sant’Orsola, ci diano un’indicazione talmente chiara che non vale neanche la pena – le assicuro – di aspettare il 2024.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7501
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle azioni da intraprendere per risolvere i malfunzionamenti del Programma SOLE, che impediscono ai medici di preparare e inviare prescrizioni e richieste di esami e di ricevere gli esiti di accertamenti e visite per via telematica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Bargi
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’interrogazione 7501: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alle azioni da intraprendere per risolvere i malfunzionamenti del Programma SOLE, che impediscono ai medici di preparare e inviare prescrizioni e richieste di esami e di ricevere gli esiti di accertamenti e visite per via telematica.
L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rainieri e Bargi. Prego, consigliere Rainieri.
RAINIERI: Grazie, presidente.
Come ha detto lei, parliamo del progetto SOLE, e, più che sole, al momento siamo ancora nella fase dell’eclissi, prima o poi speriamo che il sole arrivi.
Leggo testualmente – non tutta perché sarebbe lunghissima – la descrizione della Regione Emilia-Romagna sul progetto SOLE: “Burocrazia più snella, informazioni immediate e complete, comunicazioni più veloci, erogazione dei servizi sanitari che raggiungono l’eccellenza telematica con l’avvio del progetto SOLE. La sanità on-line prevede la realizzazione di una rete informatica di collegamento tra le aziende sanitarie e i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta del territorio emiliano-romagnolo. Grazie all’indicizzazione regionale degli eventi clinici sarà possibile accedere ai dati clinici sanitari navigando lungo tutta la storia dell’assistito, anche ponendo interrogazioni mirate nei fascicoli sanitari virtuali del paziente per i malati cronici. Per via telematica sarà possibile attivare piani di assistenza domiciliare integrata […]. In questo modo verranno ridotti molti adempimenti burocratici. Le informazioni saranno disponibili in tempo reale in formato elettronico e verrà facilitata per il medico, ma anche per l’assistito, la definizione e la gestione dei percorsi diagnostici. SOLE, inoltre, garantirà una comunicazione tempestiva e completa tra il medico curante e l’ospedale in caso di ricovero dell’assistito, supportando il percorso di continuità essenziale”.
Io ho letto pedissequamente quello che c’è scritto nella descrizione di questo splendido progetto. Peccato, però, che i medici non siano esattamente così contenti di questo progetto dopo aver aderito in massa a questo tipo di progetto, con il proprio studio, per avere gli aggiornamenti di cui si parlava nella premessa e l’assistenza gratuita del software e dell’hardware dalla stessa Regione tramite la società controllata Lepida.
Da alcuni mesi, però, questo progetto SOLE – o eclissi di “sole“ – specialmente all’inizio della settimana lavorativa, evidentemente le persone che se ne occupano facendo il weekend lungo si trovano in difficoltà all’inizio della settimana a riprendere i lavori in modo coerente e dare un’assistenza ai medici, direi importante, dal 18 settembre il programma ha smesso completamente di funzionare per tutta l’intera giornata causando gravissimi disservizi ai pazienti, ma anche ai medici che devono fare le visite e tutte le richieste di analisi, eccetera.
Ad alcuni medici è stato risposto che il programma potrebbe registrare malfunzionamenti e blocchi completi almeno per un altro mese. Questo era il 18 settembre. Oggi siamo al 10 ottobre, quindi speriamo che “l’altro mese” sia quasi finito, e speriamo di non doverci rivedere in quest’aula, o in altre situazioni, a chiedere ancora informazioni e delucidazioni sul malfunzionamento di questo programma.
Interroghiamo, quindi, la Giunta per sapere quali siano le cause del malfunzionamento del programma SOLE e quali siano soprattutto le iniziative adottate per risolverli, in modo da consentire ai medici della nostra Regione di svolgere il proprio lavoro con gli strumenti informatici necessari e adeguati.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Intanto ho suggerito al dottor Pace, dell’Agenzia di comunicazione, di scritturarla per la promozione dello strumento perché non potremmo fare di meglio.
Tornando seri, come seria è la sollecitazione del vicepresidente Rainieri, il sistema SOLE viene monitorato costantemente da Lepida per assicurare a tutti gli utilizzatori un’operatività adeguata ed efficiente, soprattutto nelle giornate che i professionisti indicano essere potenzialmente più critiche. Dall’inizio del 2023, lo segnalo come dato consolidato, il cosiddetto “tempo di up-time”, cioè quello in cui il server di “Cartella SOLE” è stato attivo e raggiungibile ha come valore di riferimento 99,58 per cento, che non è la perfezione, naturalmente, ma è un consolidato, credo, di tutto rispetto.
Dai dati di monitoraggio si evidenziano segnalazioni in alcune giornate nel mese di agosto e di settembre, in cui i rallentamenti si sono manifestati in modo sporadico e a seconda del carico, con durata variabile da alcuni minuti anche ad alcune ore, come da lei riferito.
In occasione di tali criticità è stato puntualmente attivato uno specifico messaggio di accoglienza sul numero verde del servizio help desk di SOLE e sono stati immediatamente pubblicati avvisi nell’applicativo “Cartella SOLE” per informare i medici di medicina generale che Lepida era al corrente delle problematiche e stava lavorando per risolvere, garantendo numerosi interventi tecnici in successione, per ripristinare il normale funzionamento dell’applicativo.
Di tali problematiche e delle attività finalizzate alla loro soluzione è stato dato specifico riscontro anche ai componenti del gruppo tecnico “Cartella SOLE” nel corso dei periodici incontri. Attualmente la situazione risulta stabile, quindi la fase problematica evidenziata risulterebbe superata.
Al fine di evitare potenziali disagi agli operatori sanitari, la struttura tecnica mantiene comunque alta l’attenzione sul monitoraggio.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Prego, consigliere Rainieri.
RAINIERI: Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario, per la risposta. La ringrazio anche per avermi suggerito come futuro posto di lavoro alla fine del mio mandato qui, però devo dire che mi fa piacere quello che lei mi ha detto, anche se nei giorni passati, come comunque lei ha confermato, ci sono ancora dei problemi sulla gestione.
Mi auguro, ma non per quanto mi riguarda come consigliere regionale, ma per quanto riguardi i pazienti e i medici della regione Emilia-Romagna, che questa eclissi sia finita e che quindi il sole inizi a riprendere. Mi auguro altrettanto, però, che ci sia da parte della Giunta, dell’Assessorato sostanzialmente di competenza un controllo mirato, perché questo servizio essenziale e puntuale, come nasceva dalle volontà iniziali, sia costantemente seguito, gestito e migliorato ancora nelle situazioni che portano criticità al progetto.
Quindi, per adesso non mi sento di dire che sono soddisfatto della sua risposta. Credo sia una risposta ancora interlocutoria. Speriamo di avere dai medici che abbiamo interpellato dei ringraziamenti per il progetto e non, diciamo così, delle rimostranze sul fatto che ancora non funzioni.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7499
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere il quadro aggiornato dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste avanzate alla Struttura commissariale al fine di rimettere in sicurezza i corsi d’acqua che attraversano il territorio pedecollinare e montano a monte della via Emilia. A firma della Consigliera: Rontini
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, l’interrogazione 7499: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere il quadro aggiornato dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste avanzate alla struttura commissariale al fine di rimettere in sicurezza i corsi d’acqua che attraversano il territorio pedecollinare e montano a monte della via Emilia.
L’interrogazione è a firma della consigliera Rontini. Prego, consigliera.
RONTINI: Grazie, presidente.
Torno su un tema purtroppo noto a quest’aula, che è quello dell’alluvione che a maggio scorso ha colpito la Romagna, causando ingenti danni in molte zone della nostra regione, un evento, come ci siamo detti più volte, di portata devastante che ha avuto effetti, ha causato effetti in tutti i comparti e in particolare sul comparto agricolo, che poi in tante località a luglio successivo, a luglio scorso ha anche subìto gli effetti delle grandinate e delle fortissime raffiche di vento che si sono riversate nel territorio emiliano-romagnolo. Le aree più colpite sono state quelle collinari e quelle a ridosso dei corsi d’acqua, dove le ingenti piogge hanno causato allagamenti, frane e smottamenti.
Fin da subito, nel territorio dell’Unione della Romagna Faentina, che è probabilmente quello più colpito, pur nella complessità della situazione, la collaborazione tra tutti i diversi livelli istituzionali, la Regione, l’Agenzia regionale di Protezione civile, gli Uffici territoriali di protezione civile, sicurezza territoriale, i Consorzi di bonifica, è stata massima nell’interesse comune e unico di mettere in sicurezza la popolazione e lavorare insieme per un pronto e pieno ripristino delle attività economiche. A tal fine, all’inizio dell’estate è stato consegnato alla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, l’assessora Irene Priolo, un documento unitario sottoscritto dai sei sindaci ma firmato anche dalla sindaca di Tredozio e dal sindaco di Modigliana, condiviso anche da tutte le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo. Un documento che, nella consapevolezza della mole di interventi da attivare e di quelli già in essere, cui sta lavorando l’Agenzia Regionale di Protezione civile, chiedeva di conoscere piani, tempistiche e modalità di diversi cantieri offrendo contestualmente la massima disponibilità a collaborare anche a fronte di un quadro legislativo nazionale. In alcuni casi facciamo riferimento ancora a dei Regi Decreti, farraginoso e inadatto ad affrontare l’attuale contesto. Come sa la vicepresidente, che ringrazio anche in questa occasione per la disponibilità, si è poi svolto un incontro, l’8 di agosto nella sala del Consiglio comunale a Faenza, che ha visto tutte le parti in causa confrontarsi e discutere allo scopo di evidenziare priorità e criticità. A seguito di quell’incontro molto è stato fatto, tanto altro resta da fare a fronte di un territorio in cui i corsi d’acqua hanno più che raddoppiato il proprio letto, spesso lo hanno fatto a danno delle aziende agricole, o completamente cambiato il percorso del proprio alveo.
Anche a seguito delle informazioni assunte dalla corrispondenza intercorsa tra i diversi portatori di interesse pubblici e privati, riteniamo necessario dettagliare ancora meglio il programma degli interventi e delle azioni programmate da realizzare sui corsi d’acqua demaniali, siano essi fiumi, torrenti o rii, nei tratti non arginati e privi di opere classificate come inferiori alla seconda categoria.
Si fa riferimento alla vasta porzione di territorio pedecollinare e montano a monte dell’asse della via Emilia, nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna, dove i corsi d’acqua sono principalmente naturali, incisi e non arginati. È necessario che in questi corsi d’acqua vengano almeno ripristinate le condizioni ante evento, utilizzando le risorse, le autorizzazioni commissariali, come del resto sta già accadendo in diverse realtà.
Sarebbe necessario che, laddove l’azienda agricola e il frontista proprietario dei terreni debbano intervenire direttamente per l’allontanamento della vegetazione e il ripristino delle condizioni di sicurezza dei corsi d’acqua e delle relative pertinenze, l’ordinanza commissariale prossima in via di pubblicazione potesse riconoscere loro la possibilità di farlo e di chiedere i relativi ristori.
Ho fatto questa lunga premessa, questa descrizione, seppur sintetica, di un quadro noto, che è certamente noto alla vicepresidente che mi risponderà, per conoscere e avere in quest’aula un quadro aggiornato dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste sia autorizzative che economiche, avanzate dalla Regione alla struttura commissariale, per rimettere in piena sicurezza la Romagna e in particolare quei corsi d’acqua che citavo, che attraversano il territorio pedecollinare e montano e stanno a monte dell’asse della via Emilia, che sono incisi e non arginati.
Tutto questo perché la stagione invernale è alle porte come la piena ripresa dell’attività agricola, che in quei territori riveste importanza dal punto di vista economico, ma funge anche come importante presidio per il contrasto allo spopolamento.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.
Vicepresidente Priolo, prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Intanto grazie, consigliera, anche per il lavoro che fa sul territorio, insieme agli altri consiglieri regionali, per me punto di riferimento costante. Ci vorrebbe un giorno per potere raccontare tutto quello che stiamo facendo, però, sinteticamente, alla luce delle particolarità dei fenomeni che si sono verificati, che hanno coinvolto in primis i versanti, come lei ha sottolineato, le do un dato per tutti, delle tante frane che stiamo censendo, ben 456 sono quelle maggiori di 10.000 metri quadrati, quindi un dato enorme, per poi interessare, come diceva lei, la rete idrografica naturale di bonifica, si è operato sin dalle prime battute nell’ambito di un coordinamento operativo tra le strutture dell’Agenzia e quelle dei Consorzi, che hanno, in alcuni casi, svolto sopralluoghi congiunti finalizzati a definire priorità e modalità di intervento condivise.
Fatta questa premessa, si fornisce il quadro aggiornato degli interventi finanziati ad oggi attraverso due specifiche ordinanze del commissario straordinario per la ricostruzione riguardanti interventi realizzati in regime di somma urgenza (ordinanza n. 6 del 25 agosto 2023), con circa 217 milioni di euro sui corsi d’acqua e i canali di bonifica e interventi di messa in sicurezza (ordinanza n. 8 attualmente al controllo degli organi competenti, Corte dei Conti, per intenderci, quindi ancora non pubblicata) per un totale di 234 milioni di euro dei corsi d’acqua delle aree colpite dall’evento calamitoso.
Alla luce di quanto ha sottolineato e in riferimento ai documenti che sono stati consegnati alla sottoscritta, ma anche al Commissario stesso, per fare un esempio, in occasione della visita al Comune di Castel Bolognese, nelle suddette due ordinanze ad oggi, nostro malgrado, non sono previste deroghe né per quanto concerne la procedura di carattere ambientale, né per quanto attiene all’applicazione del regio decreto n. 523 del 1904 relativo alla classificazione dei corsi d’acqua e delle relative opere idrauliche che, anche a seguito dell’incontro in Comune a Faenza, da lei citato, avevamo sottoposto.
Ciononostante, non ci stiamo certo fermando nei lavori urgenti per la migliore tutela possibile della popolazione. Ritornando pertanto gli interventi sui corsi d’acqua, l’ammontare complessivo delle risorse segnalate nell’ambito dei precedenti provvedimenti e percorsi d’acqua della Romagna, ricordo che abbiamo interventi molto significativi anche in ambito bolognese, è di circa 240 milioni di euro complessivi. Di questi, circa 164,7 milioni di euro sono stati resi disponibili dall’ordinanza n. 6, che riguarda gli interventi di somma urgenza attualmente già ultimati o in corso, a cui si aggiungono 75,3 milioni di euro finanziati con l’ordinanza n. 8 del 2023, che riguarda, invece, gli interventi più urgenti di messa in sicurezza per il ripristino delle condizioni ante evento.
Nella prosecuzione di tutto quanto è possibile fare, che abbiamo condiviso con la struttura commissariale, a tutto ciò si aggiunge e si aggiungeranno ulteriori somme urgenze attivate dal Consorzio di bonifica della Romagna successivamente all’emanazione dell’ordinanza n. 6 per circa 20 milioni di euro, e ulteriori affidati all’Agenzia per la sicurezza territoriale e alla Protezione civile per il superamento di puntuali situazioni di criticità, indicativamente per ulteriori 10 milioni di euro.
In relazione a quanto richiesto in merito all’area pedecollinare montana a monte dell’asse della via Emilia – per intenderci, nei tratti incisi e non arginati da lei sottolineati – le esigenze di intervento sono prioritariamente orientate al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua, al fine di garantire il corretto deflusso delle acque di piena. Gli interventi in corso di realizzazione prevedono l’allontanamento del legname fluitato, la rimozione di alberature in precarie condizioni di stabilità, o che ingombrano l’alveo di magra nel rimodellamento il posizionamento dei materiali litoidi trasportati dalla piena per ripristinare una corretta sezione d’alveo, localizzati interventi di ripristino di particolari situazioni di criticità. In generale, si tratta di interventi diffusi, in cui i mezzi d’opera procedono da valle verso monte, liberando e ripristinando le necessarie condizioni di deflusso.
Con particolare riferimento ai fiumi Santerno, Senio, Lamone e Marzeno, particolarmente colpiti, indicativamente ci sono stati interventi la cui conclusione è prevista entro l’anno 2023. Tali interventi, funzionali anche ad eliminare significative situazioni di sovralluvionamento che impediscono la corretta ispezione delle opere, consentiranno anche di rilevare puntuali situazioni di criticità che saranno affrontate con ulteriori risorse richieste a valere sull’annualità 2024.
Inoltre, in alcune situazioni puntuali, l’Agenzia sta anche intervenendo per ripristinare la continuità di quegli elementi di presidio spondale, che pur non essendo classificati argini di seconda categoria, quindi in molti casi non di competenza di Agenzia, possono costituire elemento di protezione dei centri abitati per il contenimento dei livelli di piena, in pendenza di precise indicazioni del sistema di pianificazione per l’individuazione di veri e propri strumenti di difesa di quelle porzioni di territorio. Tali attività sono puntualmente svolte in accordo con le amministrazioni comunali coinvolte anche al fine del doveroso raccordo con i soggetti privati coinvolti. Fanno parte sostanzialmente di questi interventi gli ulteriori da 10 milioni che le avevo premesso. Resta inteso che l’assetto idromorfologico di questo territorio, così fortemente compromesso, richiederà tempistiche lunghe per ritornare a condizioni di equilibrio, perché il franamento di intere porzioni di versante, con la totale asportazione della coltre arborea e le conseguenti elevate pendenze delle sponde, la compromissione del reticolo di regimazione superficiale delle aree potranno determinare anche nei prossimi mesi i fenomeni di trasporto solido.
A tal proposito, mi preme evidenziare il lavoro sinergico che si sta attuando attraverso gli interventi in corso da parte dell’Agenzia di protezione civile e della sicurezza territoriale di prossima realizzazione da parte del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, del quale ci si avvarrà come soggetto attuatore ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 7 del 2012. Da una parte, l’Agenzia sta agendo attraverso il ripristino dell’officiosità dell’alveo nei tratti non arginati dei corsi d’acqua principali e dei loro affluenti; dall’altra, attraverso il Consorzio si eseguiranno interventi di prima messa in sicurezza che interesseranno in maniera capillare il reticolo idraulico minore collinare e montano, composto da rii e torrenti. Questi ultimi interventi saranno realizzati prevedendo altresì forme di semplificazione procedurale, ai fini di una tempestiva realizzazione, e consentiranno di intervenire sui tratti del reticolo minore secondario, anche a beneficio di criticità che coinvolgono le attività agricole presenti, agendo anche, laddove è possibile, con lavorazioni volte al contenimento dei fenomeni franosi di versante e ripristino del reticolo di scolo delle aree private a tergo di corsi d’acqua.
Concludo, e mi scuso per la lunghezza, dicendo che quanto finora riportato non attiene alla vera e propria ricostruzione, ovvero la riduzione del rischio residuo secondo la legge n. 100 e i progetti speciali sui quali si dovrà lavorare entro marzo e che ad oggi non hanno una quantificazione ed evidentemente una copertura economica. Certamente torneremo su questo in futuro e comunque per iscritto, a seguire, le fornisco quanto necessario.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Prego, consigliera Rontini.
RONTINI: Grazie. Grazie alla vicepresidente Priolo. Ne approfitto per ringraziare l’Agenzia e gli uffici territoriali, il Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, le associazioni agricole e, su questo specifico tema, mi si permetta, anche il lavoro instancabile del nostro vicesindaco di Faenza.
Come diceva lei, è un peccato che ancora alla struttura commissariale non sia data la possibilità di operare in deroga a quel regio decreto, che è farraginoso e il cui superamento ci consentirebbe una diversa agibilità. Bene quello che ho ascoltato in termini di semplificazione e sburocratizzazione. Bene la ripartizione dei lavori sulle aree pedecollinari e montane a nord dell’asse della via Emilia, con l’agibilità data al Consorzio di bonifica della Romagna occidentale e le risorse per intervenire sui torrenti e sui rii minori per la loro messa in sicurezza. Bene anche che l’Agenzia sia in condizioni di poter intervenire, laddove è possibile, per ripristinare la continuità di quegli elementi di presidio spondale che, pur non essendo classificati come argini di seconda categoria e, quindi, non essendo di sua competenza diretta – questo va specificato per correttezza –, possono costituire elemento di protezione dei centri storici abitati per il contenimento del livello di piena. È bene che ci sia la volontà di agire e di farlo in stretto raccordo con tutti i soggetti privati perché – lo ribadisco, e chiudo – solo la stretta collaborazione di tutti i soggetti istituzionali e non, ci potrà far fare in tempi brevi un passo avanti nel ripristino delle condizioni ante evento, ma poi in quello che sarà il lavoro di messa in sicurezza perché il nostro territorio diventi più resiliente di quanto non era prima.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.
Abbiamo concluso con le interrogazioni.
Cordoglio per la morte di Giovanni Bissoni, già consigliere e assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna
PRESIDENTE (Petitti): Colleghe e colleghi, prima di proseguire con i lavori assembleari, vorrei invitarvi ad un momento di raccoglimento nel ricordo di Giovanni Bissoni, recentemente scomparso a seguito di una terribile malattia.
Della sanità regionale di questa Istituzione Bissoni ha fatto la storia. Successivamente alla sua elezione come consigliere regionale, nel 1990, è stato nominato assessore regionale nel 1995, incarico che ha ricoperto fino al 2010 per tre legislature regionali consecutive durante le quali ha dimostrato il suo profondo senso di responsabilità per il bene pubblico e per la collettività.
Un grande amministratore pubblico, un punto di riferimento riconosciuto e stimato per il suo costante impegno soprattutto nel settore della sanità emiliano-romagnola e nazionale, contribuendo in modo determinante a plasmarla come oggi la conosciamo.
Prima della sua esperienza in Regione, Giovanni Bissoni è stato innanzitutto un protagonista della vita politica e sociale nel territorio cesenate. Nel 1977, quando aveva appena 23 anni, è stato eletto sindaco di Cesenatico, distinguendosi per essere all’epoca il più giovane sindaco d’Italia. È stato primo cittadino fino al 1979 e poi ancora dal 1983 al 1990, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo della città e della sua attrattività. Le sue capacità e la riconosciuta esperienza in campo sanitario, maturate come amministratore locale regionale, lo hanno portato ad assumere anche prestigiosi incarichi nazionali. Dal 2009 al 2014 come componente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco, poi dal 2012 al 2014 è stato presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Lo ricordiamo per essere stato un uomo, oltre che di alto spessore istituzionale, di grande sensibilità umana, dimostrata anche nell’ultimo periodo della sua vita. Lo scorso maggio, nei giorni dell’alluvione, è stato fra i romagnoli che hanno raggiunto Forlì per dare il proprio contributo e aiutare le famiglie, e i tantissimi presenti ai funerali sono la dimostrazione del grande affetto delle cittadine e dei cittadini e del profondo riconoscimento nei confronti di Giovanni Bissoni.
Responsabilità, senso civico, sensibilità, ironia, sportivo e appassionato: sono queste solo alcune delle parole con cui oggi ricordiamo Giovanni Bissoni. Nel suo ricordo abbracciamo i familiari, a cui esprimiamo le più sentite condoglianze e la vicinanza di tutta l’Assemblea legislativa.
Osserviamo un minuto di silenzio.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 7449
Presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l’avvio del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2030), ai sensi dell’art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
(Ordine del giorno 7449/1 oggetto 7508 – Presentazione e discussione)
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo adesso i lavori dell’aula con l’oggetto 7449: presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l’avvio del Piano di tutela delle acque (PTA 2030), ai sensi dell’articolo 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
Ricordiamo che la Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità ha esaminato l’oggetto nella seduta del 2 ottobre 2023.
Il procedimento per l’approvazione, ai sensi della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16, prevede: 1) ai fini della formazione e approvazione degli strumenti di pianificazione di competenza della Regione previsti dalle normative in materia ambientale, si applica la procedura disciplinata nei titoli I e II della parte II del decreto legislativo e la medesima disciplina si applica anche per la modifica dei piani; 2) la Giunta regionale presenta gli obiettivi strategici che si intendono perseguire e le scelte generali di piano all’Assemblea legislativa, che su di essi si esprimono attraverso l’approvazione di un ordine del giorno.
Discussione generale. Ricordo che ogni consigliere ha dieci minuti.
La Giunta, comunque, può illustrare prima del dibattito. Prego, vicepresidente Priolo.
PRIOLO, vicepresidente: Buongiorno a tutti.
Per dare un po’ un inquadramento, che poi dopo potrà originare un po’ anche la discussione. Come ha sottolineato la presidente Petitti, in realtà due sono le Commissioni. Abbiamo fatto una Commissione prima di andare in approvazione del documento in Giunta e successivamente proprio per riprendere l’importanza di questo documento e di questa pianificazione che la Regione Emilia-Romagna si appresta a fare.
L’ultimo Piano di Tutela delle Acque risale al 2005, quindi è estremamente importante, in una fase peraltro così complessa, come si diceva in apertura questa mattina in aula con l’interrogazione, il question time della consigliera Piccinini, siamo in un momento particolarmente cruciale, in cui i cambiamenti climatici stanno facendo vedere in tutta la loro portata gli eventi estremi che si ripropongono, non fosse altro che siamo a metà ottobre ed è come se fossimo in piena estate. Questo per restituirvi il fatto che il tema relativo alla tutela delle acque diventa estremamente importante e dirimente, ma che non può essere visto e slegato se non in maniera integrata con tutte le altre pianificazioni strategiche che in questo momento la Regione Emilia-Romagna sta portando avanti.
Il lavoro che dovremo fare insieme è un lavoro che ci vedrà impegnati in un anno intero, perché dopo l’approvazione delle linee strategiche noi comunque dovremo lavorare all’adozione di Piano. Faremo momenti di confronto non soltanto con appositi focus tematici, ma, come ci siamo ripromessi in sede di Commissione, ci saranno diverse occasioni di confronto prima di arrivare all’adozione del documento di Piano; adozione che, però, è parte integrante di un ulteriore percorso che ci vedrà impegnati fino ad arrivare all’approvazione, con la successiva analisi delle osservazioni e controdeduzioni di Piano che ci verranno presentate.
È estremamente evidente che il Piano di tutela delle acque è una competenza della Regione che discende dalla Direttiva Acque dell’Europa e che da questo punto di vista ci vede collocati all’interno di quello che è un quadro che è previsto dall’ambito dell’Autorità del distretto del bacino del Po. Quindi, noi siamo, da questo punto di vista, in un ambito più strettamente regionale. Dobbiamo intervenire sull’obiettivo di raggiungere un livello quali-quantitativo adeguato dei nostri corpi idrici: parliamo di uno stato buono delle acque. Come avete visto, intercettiamo da questo punto di vista un ricco tessuto dei corpi fluviali, dei corpi lacustri, dei corpi sotterranei, dei corpi marini, ma anche dei corpi di transizione.
Noi dovremo lavorare per migliorare non soltanto quello che è lo stato ecologico, ma anche quello che è lo stato chimico delle nostre acque. Dovremo lavorare in un momento complesso come quello che stiamo affrontando in questo momento anche per migliorare la riserva della nostra risorsa preziosissima di acqua, che caratterizza comunque anche le ricchezze del nostro territorio, quindi non soltanto dal punto di vista paesaggistico, dal punto di vista ecosistemico, dal punto di vista della biodiversità, ma anche dal punto di vista della ricchezza e della bellezza dei nostri luoghi.
Nel documento strategico che avete già visto e di cui abbiamo già parlato, sono quattro i macro-obiettivi che noi ci poniamo in questo Piano di tutela delle acque. Vi cito “Disponibilità dell’acqua, oggi e domani: è da qui che si parte”, “Acqua pulita e sicura”, “Acqua, biosfera e rinaturazione” e “Luoghi dell’acqua”. Da questi quattro obiettivi discenderanno dieci linee strategiche sulle quali noi ci dovremo posizionare per raggiungere questi obiettivi, e soprattutto 50 azioni conseguenti. Nella lettura del documento strategico che voi avrete potuto vedere e verificare, è ovvio che non sono ancora definite tutte quelle che sono le azioni che noi dovremo andare ad individuare. Ma questo settore non intercetta soltanto i corpi naturali della nostra Regione, ma intercetta anche i corpi artificiali e il servizio idrico integrato.
Il nostro Piano di tutela delle acque, quindi, lavorerà non soltanto sui fiumi e sui canali, ma lavorerà anche su quelli che dovranno essere gli obiettivi per le prossime gare dei nostri gestori dal punto di vista di alcuni progetti importanti che attengono quindi anche alla possibilità di migliorare la performance sulle perdite di rete, ma anche la possibilità di riutilizzare le acque di depurazione. Nell’ultima Commissione…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, sennò veramente è difficile sentire chi interviene.
Prego, vicepresidente.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Dicevo, nell’ultima Commissione ho potuto evidenziare come da questo punto di vista noi abbiamo un consumo, in Emilia-Romagna più o meno di 1,5 miliardi di metri cubi di acqua a fronte di una derivazione di tutte le fonti che noi facciamo di 2,2 miliardi di acqua.
Ecco che allora ci dobbiamo migliorare sicuramente in quelle che sono le perdite che noi abbiamo, non soltanto nelle reti del servizio idrico, ma anche le perdite nella distribuzione attraverso i canali delle irrigazioni dei nostri territori. Avete potuto constatare come il 65 per cento delle acque venga utilizzato in ambito irriguo, mentre i residuali in ambito industriale e in ambito civile.
È evidente che il Piano di tutela delle acque, quindi, non intercetta soltanto un approccio ambientale forte che noi dobbiamo sostenere, ma intercetta anche quella che è la vita del nostro territorio dal punto di vista socioeconomico. Quindi, questo Piano diventerà estremamente importante nella condivisione che noi dovremmo fare non soltanto, quindi, con gli enti locali, che saranno chiamati a raggiungere attraverso i loro gestori degli obiettivi, ma anche con tutto il mondo delle rappresentanze, perché da questo punto di vista si intercetta quello che è il settore agronomico, da una parte, e il settore industriale dall’altra.
È ovvio che il tema di come noi riusciremo a lavorare sulle infrastrutture intercetta un altro aspetto che abbiamo sottolineato, che è quello, da una parte, definito dell’adattamento ai cambiamenti climatici, ma più sinteticamente si intercetta il nostro Piano con la direttiva acque e con il Piano di gestione rischio alluvioni. C’è un capitolo specifico che richiama ovviamente gli eventi che noi abbiamo vissuto in questo maggio e che, da questo punto di vista, ci parla in maniera molto chiara su come anche il Piano di tutela delle acque può, può e deve, da questo punto di vista dare indicazioni anche su quelli che possono essere aspetti non soltanto di carattere infrastrutturale, ma dal punto di vista ecosistemico, per migliorare anche la nostra qualità e la nostra possibilità di trattenere meglio le acque, non soltanto in superficie ma anche in profondità. Avrete potuto constatare come, dal punto di vista di quelle che sono state le politiche nel corso degli anni, siamo riusciti a migliorare l’utilizzo e a diminuire l’utilizzo delle acque sotterranee, che sono una risorsa comunque molto importante e che però, dal loro emungimento, hanno determinato nel corso del tempo anche un fenomeno di subsidenza molto importante nel nostro territorio.
Ecco che quindi lavorare sulla qualità ecosistemiche dei nostri fiumi significa migliorare anche dal punto di vista di quello che è il sezionamento di cui parlavamo anche nella risposta dell’interrogazione alla consigliera prima. I nostri corsi d’acqua nel corso del tempo si stanno canalizzando, stanno perdendo la loro officiosità, stanno perdendo il loro portato non soltanto ecologico, ma anche la possibilità di portare i sedimenti. Quindi, da questo punto di vista noi tutti gli anni, voi sapete, lavoriamo al progetto di ripascimento delle nostre coste, ma perché non abbiamo più trasporto solido dai nostri fiumi.
La normativa europea sta andando in una direzione che ci invita, da questo punto di vista, a migliorare anche o a eliminare, laddove è possibile, quei manufatti che oggi intercettano il trasporto solido e che quindi diminuiscono il livello della qualità delle nostre acque. Ecco, il nostro Piano contiene tutti questi obiettivi strategici che non sono per nulla semplici, nella considerazione che noi, nell’ambito di quella che è la risorsa, siamo un territorio di valle rispetto a quello che è il fiume più importante del nostro sistema Paese, che è il nostro fiume Po.
Il fiume Po, da questo punto di vista, non soltanto è la maggiore risorsa idrica di cui noi ci avvaliamo, perché dei 2,2 miliardi di acqua di cui vi parlavo prima, una parte molto importante e significativa che è intorno al miliardo di metri cubi di acqua, viene derivato dal Po ed utilizzato nel nostro sistema territoriale. Ecco che questo sistema noi lo dobbiamo tenere molto in considerazione perché, come dicevo, non siamo Lombardia, non siamo Piemonte, non siamo Trentino che fanno parte del nostro bacino idrico, che hanno da questo punto di vista anche grosse riserve all’interno dei laghi naturali. Noi abbiamo laghi artificiali, queste realtà hanno laghi naturali. Quindi, anche l’utilizzo sussidiario della nostra risorsa diventa molto importante, lo dicevo al consigliere Tagliaferri questa mattina. Da una parte noi abbiamo il distretto del Brugneto, che peraltro è collocato all’interno della Regione Liguria, che però fa parte del nostro distretto di bacino di Po. Insomma, la possibilità di un dialogo costante anche con l’Autorità di bacino all’interno dell’Osservatorio del nuovo ruolo dell’Osservatorio diventa, anche nell’ambito del nostro Piano, molto importante.
Concludo con tutto il tema legato al deflusso ecologico. Non si parla più di deflusso minimo vitale ma appunto di deflusso ecologico su cui noi dovremmo lavorare in maniera molto attenta e puntuale perché, da questo punto di vista, significa lavorare in maniera attenta a quello che è lo stato qualitativo e non soltanto quantitativo dei nostri corpi idrici.
Mi fermo qui. Ascolterò con molto interesse ovviamente il dibattito ma, come vi dicevo in apertura, ci aspetta un bel lavoro. Sono convinta che da questo punto di vista verranno fuori spunti molto interessanti che definiranno non soltanto il Piano ma anche un quadro economico di interventi che saranno quelli che noi poi discuteremo a livello nazionale con il Ministero delle infrastrutture, il Ministero dell’ambiente, il Ministero dell’agricoltura, ma anche con il nostro gestore, il nostro regolatore del servizio idrico integrato per quanto riguarda quelli che sono gli interventi che attualmente sono considerati interventi a tariffa.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente.
Adesso apriamo la discussione generale. Consigliere Facci, prego.
FACCI: In realtà, presidente, è sull’ordine dei lavori.
L’oggetto 7449 prevede che vi sia un ordine del giorno come testo di discussione e poi successivo intervento di merito, ma io questo ordine del giorno non l’ho visto. Ovviamente ho il Piano, ho il testo del Piano, la proposta di Piano, le linee strategiche che sono state presentate in Commissione, era ovviamente ai lavori dell’aula, ma non c’è l’ordine del giorno. Quindi, io chiederei di poter vedere l’ordine del giorno, per poter fare l’intervento alla luce dell’ordine del giorno.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Siamo al dibattito generale, consigliere Facci, sull’ordine del giorno non siamo ancora arrivati. Siamo al dibattito generale sul Piano delle acque, quindi al momento chiedo se ci sono interventi al riguardo. Poi, nel momento dell’ordine del giorno affronteremo la questione che lei ha posto.
Prego, consigliere Facci.
FACCI: Forse mi sono spiegato male. Oggetto 7449: delibera di approvare il documento strategico contenente gli obiettivi strategici e le scelte generali, correlativo a quanto riportato nell’allegato parte integrante, e di presentarlo all’Assemblea legislativa affinché su di esso si esprima attraverso l’approvazione di un ordine del giorno. Noi interveniamo su un ordine del giorno, che dovrà ovviamente comprendere il Piano, ma oggi l’oggetto della trattazione è un ordine del giorno. cioè, La questione è diversa rispetto agli ordini del giorno tradizionali, che vengono allegati o non allegati alla deliberazione, perché l’oggetto è un ordine del giorno, ci deve essere un ordine del giorno.
Mentre negli altri casi sono sempre eventuali, possono esserci o non esserci, noi dobbiamo esprimerci su ordine del giorno, quindi io chiedo che venga distribuito, eventualmente sospesa anche la seduta per tre minuti, però almeno ragioniamo sull’ordine del giorno.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Appena arriva l’ordine del giorno, è evidente che lo distribuiremo. Al momento però – insisto – siamo sul documento strategico. Appena abbiamo l’ordine del giorno verrà distribuito per l’approfondimento nel merito.
Mi dicono che l’ordine del giorno sta arrivando. È veramente questione di minuti e verrà distribuito. Chiedo se nel frattempo, per non interrompere l’aula, sul documento strategico ci siano degli interventi. Poi, nel giro di qualche minuto avrete anche l’ordine del giorno.
Qualcuno vuole intervenire? Non ho richieste di intervento.
Sospendiamo, quindi, per qualche minuto in attesa dell’ordine del giorno e poi riprendiamo il dibattito. Dovrebbe essere questione di poco. Mi dicono che l’ordine del giorno sta arrivando.
(La seduta sospesa alle ore 11.06 è ripresa alle ore 12.30)
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
PRESIDENTE (Zamboni): Colleghe e colleghi, riprendiamo i nostri lavori.
L’ordine del giorno è stato distribuito, quindi possiamo riprendere i lavori d’aula, che riprendiamo proprio dall’ordine del giorno, che è stato distribuito dopo il deposito, a firma dei consiglieri Fabbri, Zamboni, Amico, Pigoni e Zappaterra.
Riapriamo il dibattito generale su questo ordine del giorno. Ricordo che sono dieci minuti per consigliere. Ha chiesto di intervenire il consigliere Facci. Prego.
FACCI: Grazie. L’ordine del giorno richiama il documento della Giunta, con obiettivi e scelte strategiche per quanto riguarda questo Piano di tutela delle acque. Nel merito si potrebbero anche fare dei piccoli approfondimenti su alcuni aspetti, ma, siccome questa è una macro cornice, sicuramente gli aspetti più propriamente pratici o di specificazione immagino di trovarli più avanti, anche perché questo ordine del giorno fa riferimento al “coinvolgimento approfondito della Commissione assembleare”, quindi, da questo punto di vista, sento di poter dire che avremo modo di intervenire su questo.
Faccio un’osservazione critica sul documento in esame. Sicuramente è un documento articolato, complesso, anche difficile da elaborare, me ne rendo conto, però c’è un aspetto che non può essere, a mio avviso, taciuto, un’osservazione che non può essere taciuta: qui c’è un elemento assente, un aspetto del tutto assente, che è l’elemento temporale.
Un passo indietro. Questo Piano arriva in ritardo, con colpevole ritardo, perché il decreto di riferimento è il Decreto Alluvioni del 2000, recepito con decreto legislativo n. 152/2006 a livello nazionale, cosiddetto “Codice dell’ambiente”, e oggi richiamiamo questo decreto legislativo, facendo riferimento all’articolo 121, che disciplina il Piano di tutela delle acque. Siamo nel 2023, noi adottiamo il Piano di tutela delle acque per la prima volta oggi, anzi avviamo il percorso, quindi sarà approvato ovviamente molto più avanti, mentre il decreto legislativo è del 2006.
È vero che si fa riferimento ai piani di gestione, che secondo la Regione, secondo la Giunta, secondo gli estensori del documento avrebbero sopperito a questa mancanza, ma non è la stessa cosa. Non è la stessa cosa, perché il Piano di tutela delle acque, all’articolo 121, se andiamo a vedere, contiene una serie di indicazioni molto specifiche e molto puntuali, tra l’altro non osservate completamente, perché, come dicevo prima, l’elemento temporale è il grande assente. Oltre ad essere in ritardo, la componente tempo, purtroppo, nelle sue connotazioni negative, caratterizza tutta questa materia. Ritardo nell’approvazione dei Piani di gestione del rischio alluvioni, che troviamo intrecciati nel documento. È stata elaborata una mappa di rischio che non è stata rispettata. Il ritardo su questa materia è cronico e non è un caso che oggi ci sia un’accelerazione. Dopo i fatti di aprile, di questa primavera, non si poteva, ovviamente, tollerare ulteriormente. Quindi, è una corsa contro il tempo. Ma nell’essere una corsa contro il tempo, l’elemento tempo continua a essere disatteso. Perché dico questo? Perché di tutti i buoni propositi che noi individuiamo in queste linee di massima, come si fa a essere, in linea generale, contrari a una serie di azioni che vogliono garantire la disponibilità dell’acqua oggi e domani, acqua pulita e sicura, acqua e biosfera, rinaturazione, luoghi dell’acqua? Come si fa a essere in astratto contrari? Non si può. Infatti, siamo d’accordo su questo.
Ripeto, l’elemento tempo diventa importante. Quando andiamo a realizzare questo, visto che siamo cronicamente in ritardo nell’attuare anche le direttive europee? Non è una fase esecutiva o attuativa. L’elemento tempo deve essere, a mio avviso, nelle linee strategiche, perché se io vado a guardare e devo andare a guardare l’articolo 121 del Codice dell’ambiente, decreto legislativo del 2006, comma 4, articolo 121: “Per le finalità di cui al comma 1, il Piano tutela contiene un particolare: individuare gli obiettivi, i risultati dell’attività conoscitiva, elencare i corpi idrici, indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità, programma di verifica dell’efficacia degli interventi previsti, interventi di bonifica dei corpi idrici”. Capisco che voi questo lo vorrete declinare nella fase successiva, ma, a mio avviso, deve essere contenuto qua, perché l’elemento tempo diventa un elemento strategico fondamentale, è una condizione dalla quale non si può uscire. Diversamente, sarebbe un altro rimandare sine die misure che invece noi avremmo già dovuto avere. Noi queste misure le avremmo già dovute avere, quantomeno programmate, quantomeno iniziate, non dico completate. Questo aspetto che si prescinda fin da adesso dalla questione temporale lo trovo obiettivamente grave, assessore, lo trovo grave: uno, perché come dico si è in ritardo già in partenza; due, si perpetua l’orrore, l’omissione. Tra l’altro – poi mi risponderà fra qualche ora all’interpellanza – c’è un passaggio, su questo. Nel documento c’è un passaggio sugli interventi ai sensi della legge n. 14/2017 sulla vegetazione ripariale. Io ho fatto un’interpellanza qualche mese fa – appunto, avrò risposta più tardi – ma in realtà la risposta me l’ha data già nel documento, perché nell’interpellanza rispetto agli interventi gestione dei boschi e della vegetazione arborea e arbustiva nelle aree di pertinenza idraulica, la legge del 2017 prevedeva l’adozione di linee guida entro sessanta giorni. Sono stati approvate dopo cinque anni, nel 2019. Ad oggi non ci sono gli interventi programmati, che le linee guida indicano, tant’è che nel documento oggi in discussione, il documento strategico, si parla di questo: si parla e si dice molto, molto tranquillamente, in maniera quasi serena che in realtà ancora, però… Si fa riferimento all’importanza dei programmi di gestione della vegetazione ripariale, e poi si dice: ancora, però, la predisposizione e attuazione di tali programmi di gestione della vegetazione pienamente integrati deve entrare nell’operatività. Tradotto: non ci sono.
Questo collima perfettamente col fatto che su questa materia a 360 gradi la Regione è in colpevole ritardo nell’adottare le direttive europee, nel dare attuazione alle proprie leggi, perché la Regione in realtà le leggi le ha fatte, immediatamente a ridosso dei provvedimenti superiori, salvo non dare attuazione. Sostenere oggi l’eccezionalità esclusiva o meglio che i danni causati dai fenomeni eccezionali siano stati esclusivamente causati dalla eccezionalità, appunto, è obiettivamente non corretto. Quantomeno è una concausa l’eccezionalità. Se avessimo però avuto piani di gestione del rischio attuati, corretta manutenzione degli alvei, corretta attuazione delle varie direttive, sicuramente avremmo avuto scenari differenti, però non voglio ributtarla nella polemica che c’è stata e nelle discussioni.
Stiamo al tema. Il tema oggi è questo Piano. Queste linee strategiche mancano di aspetti importanti per poter testare anche la bontà, non solo la bontà di quello che si vuol fare, ma anche capire se c’è effettivamente la presa di coscienza, da parte della Giunta, della necessità di un cambio di passo. Il fatto che non si indichino i tempi, anche a livello strategico a mio avviso è grave. È una mancanza grave.
Mi fermo qua perché ho terminato il tempo, però concludo. Assessore, le riconosco, le ho sempre riconosciuto buonafede, impegno e dedizione. Mi aspettavo, però, su questa materia, su questo specifico programma, che – lo ripeto – è la prima attuazione da quando c’è il Codice dell’ambiente, un passaggio e un impegno differente. Grazie.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Continuiamo il dibattito generale sull’ordine del giorno. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Occhi, prego.
OCCHI: Grazie, presidente. Siamo in definizione di un inizio di un percorso, percorso che ha visto comunque un passaggio negli scorsi anni, diciotto lunghi anni, in cui i risultati sono stati effettivamente inferiori a quelli che ci si aspettava. Il tema delle acque è complesso perché la gestione delle acque è in capo a tanti soggetti diversi, tra cui ci sono i Consorzi di bonifica, c’è l’ATERSIR, con tutti i gestori, c’è il servizio idrico integrato, c’è il complesso mondo dell’agricoltura e, ovviamente, il mondo dell’industria e il mondo dei privati. L’acqua è quella che consente la vita, ma è anche quella che può distruggere interi territori. Sicuramente una gestione dell’acqua, come è prevista nel Piano strategico delle acque, dovrà essere integrata con il Piano gestione delle alluvioni, insieme a tutti i Piani di bacino. Questo è scritto dettagliatamente.
Ci sono, però, delle problematiche che vorrei evidenziare. La prima è quella, per esempio, dell’impermeabilizzazione del territorio. Anche in questo Piano, nelle linee strategiche, si parla di una lotta all’impermeabilizzazione. Tuttavia, questo si scontra con la necessità di infrastrutturazione del territorio, con lo sviluppo di nuove tecnologie o di nuove industrie, perché siamo un Paese comunque che necessita di continuare la crescita e lo sviluppo, e questo sicuramente ci darà delle difficoltà.
C’è anche il tema della resilienza, come da voi definita. Anche qua vedo molta fumosità e vaghezza, nel senso che andare a invertire la tendenza, per esempio il desealing lo vedo abbastanza complicato, anche per quello che stiamo vedendo laddove i progetti di rigenerazione ancora stentano a partire, quindi anche questo è un obiettivo complesso. Ci sono anche degli obiettivi di rinaturazione importanti. Si parlava della canalizzazione dei corsi d’acqua, si parlava delle briglie, si parla di aumentare il trasporto solido per arrivare a un ripascimento naturale delle spiagge emiliano-romagnole, per avere comunque un limite all’approfondimento e alla canalizzazione, però vediamo (è notizia di oggi) lo stop da parte di AIPO al progetto di rinaturazione del Po (almeno queste sono le notizie di stampa). O AIPO alza le mani e dice che i tempi non ci sono più... Abbiamo visto anche come un conto è rinaturalizzare una Lanka, un conto è abbassare dei pennelli, e poi bisogna stare attenti anche a tutta rinaturazione, a quelle specie di flora più naturali, ma anche qua ci scontriamo con l’apicoltura, lo abbiamo già visto.
C’è un tema, però, che, secondo me, è ancora più importante ed è quello – ne abbiamo già parlato in Commissione – delle alluvioni e del ruolo che in questo Piano di tutela delle acque avranno gli invasi. Purtroppo vediamo che il Piano di tutela delle acque sembra dare una grande importanza agli invasi, sembra parlarci del fatto che ci dovrà essere un’integrazione anche con Piano gestione rischio alluvione. Quindi, io immagino che l’invaso, secondo il Piano di tutela delle acque, debba essere visto anche come un sistema di ritenzione delle alluvioni. Abbiamo visto come le casse di espansione in pianura funzionino fino a un certo punto, ma devono essere strutturate in un certo modo. Invece, gli invasi possono avere sicuramente un effetto maggiore, più integrato e più complesso, anche nella ritenzione delle alluvioni.
Altro tema, quello che io ho visto declinato in questo Piano di tutela delle acque, è il miglioramento quali-quantitativo delle acque sotterranee. Da questo punto di vista è fondamentale riuscire a portare l’acqua per utilizzi agricoli, per esempio, a limitare l’uso di acque sotterranee e potenziare l’utilizzo di acque superficiali in abbondanza. Anche qua gli invasi tornano ad avere una preminenza, quindi diminuzione dell’uso di acque sotterranee. Teniamo le acque sotterranee per gli usi civili, per lo scopo idropotabile, ma per scopi agricoli industriali utilizziamo acque superficiali, senza dover rilanciare quelle del Po che, tra l’altro, hanno anche un grado di inquinamento, una qualità che è molto inferiore a quella che potrebbe derivare dai bacini idrici appenninici, però servono degli invasi.
Questi invasi devono essere, quindi, giustamente, dimensionati. Perché dico questo? Perché siamo in una fase ormai importante di un invaso importante per il nostro territorio, sia di Parma che di Reggio Emilia, e siamo in una fase in cui si deve definire una prima idea di dimensionamento, o comunque una prima idea di fabbisogni per poi strutturare il dimensionamento di questo invaso. Noi, però, vediamo che c’è una contraddizione, almeno io ho notato una contraddizione tra questi obiettivi, tutela delle acque, quindi, diminuzione dell’utilizzo delle acque sotterranee a favore di quelle superficiali, e un utilizzo degli invasi a scopo di difesa delle alluvioni. C’è una contraddizione con una prima bozza di quelli che dovranno essere i fabbisogni di questo invaso. Quindi, anche qui noi poi faremo degli atti, faremo delle interrogazioni, perché credo che sia un momento decisivo, questo, per il dimensionamento, e vediamo appunto che c’è una contraddizione. L’ultimo punto che volevo affrontare è quello dell’inquinamento, quindi della qualità. La qualità deve essere fatta in stretto rapporto tra i gestori del servizio idrico integrato, quindi un potenziamento di quelli che sono gli aspetti depurativi, la diffusione delle reti fognarie e anche nel pieno delle acque negli obiettivi strategici c’è un estendimento dei sistemi fognari anche sotto i 2.000 abitanti equivalenti. Anche questo è un tema che si dibatte da tempo tra i gestori del servizio idrico integrato. Chiaramente, servirebbero più investimenti e quindi più tariffa, e anche qua ci scontriamo sempre poi con un meccanismo fortemente inflattivo di aumento dei costi e sul fatto che non si può pensare di aumentare ancora di più la tariffa, come peraltro negli altri Paesi europei.
Però, per avere questi obiettivi poi ci si scontra anche con il mondo reale ed è questo forse uno dei motivi per cui in diciotto anni il Piano precedente non ha sortito gli effetti che si pensava dovesse sortire. Va bene quindi la linea strategica; ci sarà sicuramente qualcosa da modificare, ma poi lo vedremo nel corso degli eventi, lo vedremo nel corso del dibattimento anche quando arriverà il Piano in sé. Chiedo che ci sia comunque un coinvolgimento, come già ci è stato anticipato, un coinvolgimento di tutti gli attori. Come dicevo all’inizio, ci sono importanti impegni anche per il mondo dell’agricoltura, per la nostra agroindustria, per cui stiamo attenti a tenere tutto insieme, le varie necessità, altrimenti il rischio è che questi piani rimangano poi sempre ed esclusivamente solo sulla carta.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.
Altri in dibattito generale sull’ordine del giorno? Non avendo altri in dibattito generale al momento ed essendo le ore 12,55, sospenderei la seduta del mattino. Riprendiamo alle ore 14,30, come di consueto.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,55
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI
il sottosegretario Davide BARUFFI
gli assessori Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Barbara LORI e la consigliera Valentina STRAGLIATI.
Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
INTERROGAZIONI
7464 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se siano stati approvati i Programmi di manutenzione della vegetazione ripariale, previsti dalla DGR n. 1919 del 04/11/2019, in attuazione della legge regionale n. 7/2014. A firma della Consigliera: Evangelisti
7465 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se, a seguito della riduzione del calendario venatorio, la Giunta ritenga opportuno prevedere un rimborso delle tasse già pagate dai cacciatori e se intenda attivare i corsi di abilitazione per le figure tecniche previste per i piani di controllo. A firma del Consigliere: Mastacchi
7466 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai disservizi recentemente verificatisi sulla linea ferroviaria Reggio Emilia-Guastalla. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7469 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa i disservizi legati al trasporto pubblico su gomma nella città di Parma, con particolare riguardo alle problematiche di sovraffollamento dei mezzi in alcune fasce orarie critiche. A firma del Consigliere: Occhi
7470 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle politiche da adottare per contrastare il continuo e progressivo abbandono delle aree appenniniche e per scongiurare fenomeni di infiltrazione mafiosa, salvaguardando la correttezza e la legalità degli investimenti e degli strumenti di sviluppo economico utilizzati a favore di quelle zone. A firma della Consigliera: Gibertoni
7471 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'attuale dotazione organica dell'Ospedale San Giorgio di Ferrara, a seguito della riduzione di personale e di servizi decisa durante il periodo estivo. A firma del Consigliere: Bergamini
7472 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla realizzazione del parco eolico denominato "Parco Eolico Monte Comero". A firma del Consigliere: Pompignoli
7473 - Interrogazione a risposta scritta in merito al rispetto delle condizioni per l'erogazione del finanziamento di 12 milioni di euro per l'ampliamento dell'Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma. A firma della Consigliera: Zamboni
7474 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi per garantire maggiore sicurezza urbana realizzati dal comune di Parma, tramite un progetto cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Occhi
7475 - Interrogazione a risposta scritta sulle criticità relative alle condizioni manutentive del complesso di strade che costituisce Via delle Valli, nel comune di Sasso Marconi (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti
7476 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi necessari per ripristinare i requisiti fondamentali per la sicurezza dei bambini presso la scuola materna di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7478 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità legate alla riforma dell'emergenza-urgenza, con particolare riguardo all'istituzione dei Centri di assistenza per l'urgenza (CAU). A firma della Consigliera: Evangelisti
7479 - Interrogazione a risposta scritta sull'attività delle imprese multiutility regionali di teleriscaldamento. A firma del Consigliere: Mastacchi
7480 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato degli interventi di manutenzione previsti, relativi ai Fiumi Lamone e Montone, nel comune di Russi (RA), con particolare riferimento al periodo antecedente a maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti
7481 - Interrogazione a risposta scritta circa il mancato invio di un'automedica, insieme all'ambulanza, per prestare soccorso a un paziente in codice rosso, a Casalecchio di Reno (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti
7482 - Interrogazione a risposta scritta circa le criticità relative allo stoccaggio di legname all'interno degli argini del fiume Lamone, all'altezza della frazione di Boncellino di Bagnacavallo (RA). A firma del Consigliere: Liverani
7483 - Interrogazione a risposta scritta relativa al ripristino del manto stradale del comune di Roncofreddo (FC), a seguito del rifacimento della rete fognaria. A firma del Consigliere: Bulbi
7484 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni da intraprendere per scongiurare la riduzione dei servizi di assistenza sanitaria fino ad ora garantiti da Assistenza Pubblica Pellegrino Parmense e da Pubblica Assistenza di Bore, salvaguardando l'operatività delle due organizzazioni di volontariato. A firma del Consigliere: Rainieri
7485 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla situazione post alluvione di alcuni fiumi della provincia di Ravenna, con particolare riguardo alle criticità costituite dallo stato degli argini e dalla presenza di cataste di legna lungo alcuni tratti. A firma della Consigliera: Evangelisti
7486 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla verifica della struttura portante dei ponticelli pedonali, posti sopra il Rio Favale, presso il comune di Pianoro (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti
7487 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'aggiornamento delle Linee di indirizzo regionali per la prescrivibilità dei dispositivi di monitoraggio della glicemia, al fine di permettere la prescrivibilità di tutte le tecnologie rispondenti alle necessità dei pazienti diabetici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
7488 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni da intraprendere al fine di porre rimedio alla situazione di accumulo di detriti e di vegetazione, segnalata in zona San Nazzaro (Monticelli d'Ongina), nel Piacentino. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7489 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere come la Giunta sia intervenuta nel processo di applicazione del DL 61/2023 e come intenda vigilare affinché i territori ricevano quanto prima le risorse necessarie per ripristinare il patrimonio di edilizia scolastica. A firma delle Consigliere: Marchetti Francesca, Rontini, Piccinini
7490 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi siano stati ad oggi attivati per risolvere il problema ambientale e sanitario rilevato nella discarica "temporanea" di Mezzano, una delle tre allestite in Provincia di Ravenna per ospitare i rifiuti dell'alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi
7491 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda mettere in atto per sollecitare il Governo al fine di ripristinare il finanziamento dei fondi al Sacrario di Marzabotto. A firma del Consigliere: Caliandro
7492 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se e in che modo la Giunta intenda dare ascolto e seguito alle istanze espresse dagli attivisti e dalle attiviste della Rete Extinction Rebellion. A firma della Consigliera: Piccinini
7493 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui mutamenti normativi inerenti lo ius soli sportivo e sugli effetti eventualmente generati in ordine all'accesso dei minori stranieri allo sport. A firma della Consigliera: Bondavalli
7494 - Interrogazione d'attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali siano i dati aggiornati al 2023 degli infortuni sul lavoro e se i finanziamenti nazionali per il potenziamento dei servizi che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro siano stati confermati. A firma del Consigliere: Amico
7495 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai nuovi accreditamenti del privato convenzionato profit nel settore riabilitativo, le cui ricadute in termini di risorse sembrano penalizzare la sanità pubblica. A firma della Consigliera: Zamboni
7496 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito agli esiti del progetto F.I.CO. – Fabbrica Italiana Contadina. A firma della Consigliera: Gibertoni
7497 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla necessità di ridefinire un rilascio sistemico delle acque del Brugneto, alla luce delle necessità idropotabili del Piacentino. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7498 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'attività ispettiva esercitata dall'Agenzia delle Entrate nei confronti delle imprese che si sono avvalse del credito d'imposta per spese relative ad attività di ricerca e sviluppo. A firma della Consigliera: Evangelisti
7499 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere il quadro aggiornato dei progetti, delle modalità di intervento e delle richieste avanzate alla Struttura commissariale al fine di rimettere in sicurezza i corsi d'acqua che attraversano il territorio pedecollinare e montano a monte della via Emilia. A firma della Consigliera: Rontini
7500 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla localizzazione di Centri di Emergenza Urgenza (CAU) in prossimità di DEA di I e II livello. A firma della Consigliera: Castaldini
7501 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle azioni da intraprendere per risolvere i malfunzionamenti del Programma SOLE, che impediscono ai medici di preparare e inviare prescrizioni e richieste di esami e di ricevere gli esiti di accertamenti e visite per via telematica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Bargi
INTERPELLANZE
7467 - Interpellanza circa la sostenibilità economica della realizzazione della diga di Vetto. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Delmonte, Occhi, Catellani
7468 - Interpellanza circa le criticità del progetto F.I.CO. – Fabbrica Italiana Contadina, con particolare riguardo alle eventuali ricadute sugli assetti urbanistici del quadrante nord est di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni
RISOLUZIONE
7477 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare i livelli occupazionali dell'Agenzia DIRE, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale. (05 10 23) A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Caliandro, Sabattini, Costi, Mori, Pillati, Gerace, Marchetti Francesca, Dalfiume, Mumolo
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.
7140 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai risultati raggiunti dal servizio di street tutor nelle aree della stazione dei treni della città di Parma, in termini di riduzione di fenomeni di devianza e disordine urbano. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi
7193 - Interrogazione a risposta scritta per sapere a quanto ammonti la consistenza della capacità di compensazione annua degli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate controllati dalla Regione. A firma del Consigliere: Bargi
7223 - Interrogazione a risposta scritta in merito al rimborso riconosciuto dalla Regione all'Azienda USL di Modena per la realizzazione dell'attività formativa di durata biennale rivolta agli operatori degli stabilimenti che utilizzano animali per sperimentazioni. A firma della Consigliera: Gibertoni
7237 - Interrogazione a risposta scritta relativa all'organizzazione di una gara di tiro a sagoma di cinghiale in movimento, con armi e munizioni vere, nel territorio del comune di Monchio delle Corti (PR). A firma della Consigliera: Gibertoni
7256 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla salvaguardia ambientale del Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone. A firma della Consigliera: Gibertoni
7263 - Interrogazione a risposta scritta sulla collocazione e sui lavori in corso riguardanti il progetto per il rigassificatore di Ravenna. A firma del Consigliere: Mastacchi
7270 - Interrogazione a risposta scritta sul duplice decesso avvenuto all'Ospedale di Cona, nel reparto di clinica chirurgica oculistica. A firma della Consigliera: Gibertoni
7271 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'erogazione del "Bonus Affitto" nei Comuni facenti parte dell'Unione dei Comuni Terre di Pianura. A firma della Consigliera: Evangelisti
7273 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda intervenire sul sistema informativo sociosanitario SISEPS, al fine di risolvere i periodici problemi di malfunzionamento e di blocco. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7286 - Interrogazione a risposta scritta sulla riorganizzazione del Centro di Riabilitazione San Giorgio, situato presso l'Ospedale Sant'Anna di Cona, struttura sanitaria di riferimento per il territorio e per le persone che necessitano di cure riabilitative, sia in regime di ricovero che ambulatoriale. A firma della Consigliera: Zappaterra
7291 - Interrogazione a risposta scritta sulle problematiche di funzionamento rilevate da alcuni giorni sulla rete internet nella Valtaro. A firma del Consigliere: Daffada'
7295 - Interrogazione a risposta scritta per sapere qual è lo stato attuale del sistema scolastico dell'Emilia-Romagna, in riferimento alla situazione delle supplenze e della carenza di personale. A firma del Consigliere: Caliandro
7316 - Interrogazione a risposta scritta circa la carenza di medici anestesisti presso l'Ausl di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7319 - Interrogazione a risposta scritta circa i casi di Dengue in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7331 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi al torrente Zena al fine di scongiurare il pericolo dengue. A firma della Consigliera: Evangelisti
7358 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure necessarie per garantire l'esercizio del diritto alla mensa del personale dipendente dell'Azienda USL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7373 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali soluzioni la Giunta intenda adottare per assicurare ai cittadini della Bassa Romagna che utilizzano la tratta ferroviaria "Lavezzola-Faenza", temporaneamente sospesa, un servizio ferroviario che sia sicuro e all'altezza di quello preesistente all'alluvione del maggio 2023. A firma della Consigliera: Dalfiume, Rontini
7388 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'aumento di contagiati dal virus West Nile all'interno del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati
In data 28 settembre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “per la parità e i diritti delle persone”, alla interrogazione oggetto n. 7039:
7039 - Interrogazione a risposta orale in commissione relativa agli squilibri di genere evidenziati dal CORECOM nei notiziari e negli spazi elettorali sulle emittenti locali. A firma delle Consigliere: Mori, Pillati, Costi, Dalfiume
In data 2 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 7250, 7281:
7250 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta si sia attivata per richiedere una deroga temporanea, giustificata dall'evento alluvionale, relativamente alle norme di cui al Regio Decreto n. 523 del 25 luglio 1904 e ss.mm.ii., che pongono le responsabilità in capo ai proprietari frontisti in merito alla sistemazione dell'invaso dei fiumi privi di arginatura. A firma del Consigliere: Mastacchi
7281 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta ritenga necessario un supplemento d'indagine sul secondo lotto del Nodo di Rastignano – Variante della SP65. A firma della Consigliera: Castaldini
Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetti:
7116 - Interrogazione a risposta scritta sulla manutenzione della rete fognaria di Lugo. A firma del Consigliere: Liverani
7117 - Interrogazione a risposta scritta per sapere, in merito all'allagamento del Teatro Rossini di Lugo, di chi sia la competenza della messa in sicurezza del Teatro in caso di alluvione. A firma del Consigliere: Liverani
7125 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla gestione dell'emergenza verificatasi a Lugo (RA), in conseguenza dell'inondazione e degli allagamenti del 17 e 18 maggio scorsi. A firma del Consigliere: Liverani
7134 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere le cause che hanno portato, nel mese di maggio, agli estesi allagamenti nel territorio del comune di Conselice (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni
7135 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla competenza in materia di rilascio di autorizzazioni per gli impianti di trattamento fanghi. A firma della Consigliera: Evangelisti
7147 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno riutilizzare i materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dai fenomeni franosi, qualora idonei, nei lavori di ricostruzione post alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi
7159 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per affrontare in modo sistematico il problema del deflusso minimo vitale (DMV), rivedendo i parametri applicativi in relazione ai torrenti. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7166 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per affrontare la situazione di grave criticità determinatasi a causa dei danni provocati dagli eventi meteo estremi susseguitisi nel mese di luglio e se ritenga opportuno chiedere al Governo lo stato di emergenza e sollecitare lo stesso ad includere i nuovi danni nella procedura di risarcimento già avviata per gli eventi alluvionali di maggio. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Bulbi, Daffada', Pillati, Fabbri, Rontini, Costa, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Gerace, Marchetti Francesca
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 22/09/2023 al 05/10/2023:
DPGR n. 139 del 27/09/2023
IRCCS Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola - Nomina del Direttore Generale
(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 15 prot. NP/2023/759 del 9 ottobre 2023)
LE PRESIDENTI |
I SEGRETARI |
Petitti - Zamboni |
Bergamini - Montalti |