231
SEDUTA DI MARTEDÌ 10 OTTOBRE 2023
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 7154
Interpellanza per conoscere le motivazioni della mancata predisposizione dei programmi degli interventi selvicolturali necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali, prescritti dall’art. 73 della L.R. 7/2014. A firma del Consigliere: Facci
OGGETTO 7157
Interpellanza relativa agli effetti del taglio dei boschi ripariali in termini di sicurezza e salvaguardia ambientale, soprattutto alla luce di quanto accaduto a seguito degli eventi alluvionali del maggio 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (Lega)
GIBERTONI (Misto)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
FACCI (Lega)
GIBERTONI (Misto)
OGGETTO 7449
Presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l'avvio del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2030), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
(Ordine del giorno 7449/1 oggetto 7508 -Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
TAGLIAFERRI (FdI)
PICCININI (M5S)
FABBRI (PD)
ZAMBONI (EV)
COSTA (PD)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
FABBRI (PD)
OCCHI (Lega)
EVANGELISTI (FdI)
MASTACCHI (RCPER)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 6876
Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e il Consiglio Regionale di Kharkiv (Ucraina). (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 23 05 23) (138)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 6876/1 oggetto 7509 – Presentazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
PIGONI (BP)
BARGI (Lega)
CASTALDINI (FI)
PRESIDENTE (Petitti)
BARGI (Lega)
BARUFFI, sottosegretario
PICCININI (M5S)
ZAPPATERRA (PD)
ZAMBONI (EV)
EVANGELISTI (FdI)
BARGI (Lega)
PICCININI (M5S)
ZAMBONI (EV)
ZAPPATERRA (PD)
PIGONI (BP)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 7268
Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana”. (139)
(Ordine del giorno 7268/1 oggetto 7551 – Presentazione)
PRESIDENTE (Petitti)
COSTI (PD)
ZAPPATERRA (PD)
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 7509 - 6876
Emendamento oggetto 7508
Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 14,50
PRESIDENTE (Petitti): Buon pomeriggio.
Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 231 del 10 ottobre 2023.
È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.
Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Stragliati e gli assessori Colla, Corsini, Lori e Salomoni.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.
OGGETTO 7154
Interpellanza per conoscere le motivazioni della mancata predisposizione dei programmi degli interventi selvicolturali necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali, prescritti dall’art. 73 della L.R. 7/2014. A firma del Consigliere: Facci
OGGETTO 7157
Interpellanza relativa agli effetti del taglio dei boschi ripariali in termini di sicurezza e salvaguardia ambientale, soprattutto alla luce di quanto accaduto a seguito degli eventi alluvionali del maggio 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni
PRESIDENTE (Petitti): Interpellanza 7154 e interpellanza 7157. Ci sarà una risposta congiunta.
Partiamo dall’interpellanza 7154: interpellanza per conoscere le motivazioni della mancata predisposizione dei programmi degli interventi selvicolturali necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali, prescritti dall’articolo 73 della legge regionale n. 7/2014.
L’interpellanza è a firma del consigliere Facci. Prego, consigliere Facci.
FACCI: Grazie.
In realtà oggi avevo anticipato, nel mio intervento di qualche ora fa sulle linee strategiche sul Piano di tutela delle acque, un passaggio di questa interpellanza, perché nasce dalla constatazione dell’esistenza della legge regionale n. 7 del 2014, che al Capo II detta disposizioni sulla gestione dei boschi e della vegetazione arborea e arbustiva nelle aree di pertinenza idraulica e prescrive tutta una serie di interventi finalizzati alla sicurezza idraulica.
Evidenzio ancora in questo intervento come, nonostante vi fossero, secondo la norma regionale, sessanta giorni per l’adozione delle linee guida, queste linee guida siano state emanate dalla Regione cinque anni dopo, nel 2019. Quindi, c’è già il colpevole ritardo con cui si sono affrontati e si affrontano degli argomenti sicuramente di rilievo. Tuttavia, l’interpellanza non vuole più di tanto biasimare il ritardo sui cinque anni, quanto l’assenza della programmazione degli interventi che le linee guida prescrivono. Il fatto che vi sia questa assenza lo certifica il fatto che ho effettuato preventivamente, rispetto a questa interpellanza, un accesso agli atti, un accesso agli atti chiedendo quali fossero stati i programmi degli interventi silvicolturali necessari per finalità di sicurezza idraulica, anche perché le linee guida avevano 60 giorni di tempo, gli interventi avevano due anni di tempo dalla legge del 2014. Bene, linee guida cinque anni dopo e programmi nulla.
Il fatto stesso che i programmi, che questi programmi non vi siano lo conferma, se vogliamo, la stessa relazione, il documento strategico che stiamo discutendo, appunto, sulle linee, sul Piano di tutela delle acque a pagina 40, laddove appunto richiama la legge regionale e, in maniera un po’ ovviamente sfumata, conferma come questi programmi debbono entrare nella operatività. Così è indicato nel Piano.
L’interpellanza, comunque, molto semplicemente chiede le motivazioni di questa mancata predisposizione e questa è la prima domanda. La seconda parte dell’interpellanza chiede se la Giunta ritenga o meno che questa Commissione abbia in qualche modo influito, anche solo parzialmente, sugli eventi alluvionali del mese di maggio o comunque se ne abbia in qualche modo aggravato gli effetti. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.
Ora passiamo all’interpellanza 7157: interpellanza relativa agli effetti del taglio dei boschi ripariali in termini di sicurezza e salvaguardia ambientale, soprattutto alla luce di quanto accaduto a seguito degli eventi alluvionali del maggio 2023.
L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni. Prego, consigliera.
GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore.
Questa interpellanza è l’ultimo capitolo in ordine di tempo di una serie di altri atti, però nel frattempo ci sono state due alluvioni. Quindi adesso diventa particolarmente stringente, ma era solo per dire che io me ne occupavo da svariati anni. In particolare, in questa interpellanza ho citato anche alcune risposte che l’assessora Priolo mi aveva già dato, parlando di intenzione ferma della Regione, che ha inserito tra i programmi come misure specifiche all’interno del Piano di gestione alluvionale. Il problema è che sono passati sette anni e che, in generale, i recenti, gravi episodi hanno dimostrato che argini privi di vegetazione arborea, quindi argini perfettamente lisci addirittura peggiorano la fragilizzazione dell’argine, quindi il rischio idrogeologico.
Questo significa che gli alberi, le piante sono nostri alleati, e questo dovrebbe essere chiaro alla Giunta se non ora, quando? Adesso sicuramente dovrebbe essere un’urgenza e un’emergenza. Tra l’altro, svelo quella che credo non sia una notizia, cioè le stesse nutrie, alle quali vengono imputate colpe che non hanno mai avuto, non sono animali fossori per destino, sono semplicemente animali che cercano ripari come tane, ma se gli argini sono completamente lisci, puliti, senza alberi, scavano, se invece c’è una naturalizzazione degli argini, magari con canne spontanee, le nutrie non scavano canali.
Anche chi volesse quindi attribuire colpe, che – lo ribadisco – a prescindere le nutrie non hanno, mentre la Giunta Bonaccini ne ha tante, tenga presente che pelare completamente gli argini porta anche a definire fossori animali che lo sono per disperazione. Quello che io ho cercato di suggerire in questo ennesimo atto è che la vegetazione, che consolida e stabilizza le sponde, anche dal punto di vista del rischio idrogeologico è una grandissima alleata, perché contrasta l’erosione e il franamento, che causano l’interramento accelerato di molte zone fluviali di pianura.
Con la sua scabrezza, unitamente alla vegetazione erbacea, ai salici arbustivi e alle piante specializzate, frena l’impeto della corrente, trattiene più a lungo l’acqua sul territorio, mitigando le piene, aumentando i tempi di corrivazione e in definitiva svolgendo un’imponente azione di regimazione, che contrasta il rischio idrogeologico. Con poco, tantissimo, cioè semplicemente tenendo in ordine ma in modo sensato la vegetazione arborea e arbustiva sulle rive dei nostri fiumi, dei nostri argini otteniamo una serie di vantaggi con costi veramente irrisori, oltre a migliorare l’ecosistema, la funzione trofica, il mantenimento dei corridoi ecologici, la conservazione della biodiversità, la possibilità di conservare microhabitat per l’ittiofauna e non soltanto.
Purtroppo c’è una questione, quando si parla di taglio degli alberi, che la Regione, secondo me, non ha mai voluto affrontare in modo sufficientemente serio, ossia bisogna saperli tagliare. Pensi, assessore, che nella scorsa legislatura ricevetti una risposta, non da lei, ma dalla sua precedente collega, dal suo servizio tecnico, immagino, a proposito del fatto che tanta parte dei nostri argini veniva di fatto delegata ad aziende private che lavoravano a compensazione, ossia tagliavano in modo indiscriminato e si ripagavano col legname, la miniera delle biomasse, quello che purtroppo sono diventati molti dei nostri argini. Perfino quel servizio tecnico mi rispose, nelle ultime due righe, a quell’interrogazione che “alla fine, anche quando si tratta di affidare a delle aziende private, bisogna poi vedere se sanno riconoscere le essenze una dall’altra”. Quindi, c’era una consapevolezza nel suo assessorato, che questi non le sanno riconoscere, non riconoscono una specie dall’altra. Probabilmente non fanno la sufficiente formazione, e in ogni caso ragionano per lucro, quindi a compensazioni, quello che non dovrebbe essere il ragionamento della Regione. A prescindere, quindi, dopo la tragedia – le tragedie – di maggio, quindi il fatto che è successo, è accaduto una cosa che non è certo da poco: mezza Romagna, per non dire tutta, è andata sott’acqua; mi pare quindi che non sia più procrastinabile l’adozione dei programmi.
Allora mi sono chiesta come mai questo ritardo: sette anni, poi non so se lei oggi ci risponderà che finalmente andate verso una stesura, un’adozione dei programmi oppure no. Se però il tema è che volete avere mani libere e applicare a seconda del momento la competenza quando c’è il taglio fatto dal privato, quando conviene fatto dal privato, non ai cittadini, non agli alberi, ma forse alla Regione, quando conviene invece fare qualcosa fatto in un altro modo per non dover sottostare e non rispondere a una normativa chiara, mi sembra che oggi non sia più accettabile neanche per scherzo, questo. Quindi, questa interpellanza ribadisce che i programmi devono essere adottati, pur con sette anni di ritardo; poi ci devono essere i controlli reali sui lavori, proprio per evitare che si rivedano gli argini come miniere di biomasse e che siano rispettate le prescrizioni di salvaguardia ambientale che avrebbero dovuto osservare queste aziende coinvolte, a partire dalla proibizione di usare questo strumento deleterio del taglio a compensazione, che invece fa sì che ancora una volta la Regione deleghi di fatto al nucleo privato, dicendo: fate voi e poi compensatevi. Di questo abbiamo già parlato. Ovviamente, chi ragiona così tenderà a prendere gli alberi più pregiati, più rivendibili, il legname più pregiato, che magari molto spesso è anche lontano dall’argine, oppure è tagliato dove non dovrebbe essere tagliato.
Il segreto, quindi, è: gli alberi sono nostri alleati, ci difendono dal rischio idrogeologico, svolgono una serie di funzioni eco conservative imprescindibili. Si deve, però, partire dall’aver capito questo e poi mettere in pratica le normative.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Otto minuti è un’enormità. Proviamo a capire due interpellanze con oggetto la vegetazione ripariale, ma che mi sembra partano da due punti di vista differenti, ovvero in un caso la necessità della massima conservazione della vegetazione riparia, nell’altro caso la messa in campo di un approccio più robusto per fare in modo che la vegetazione riparia non sia da ostacolo al deflusso delle acque, con un punto di partenza del consigliere Facci che mi chiede se la mancata gestione della vegetazione riparia può essere tra le concause dell’evento dell’alluvione, mentre, per converso, la consigliera Gibertoni che mi dice che, invece, la vegetazione riparia contribuisce, attraverso l’indice di scabrezza e, quindi, la possibilità di ridurre l’indice di corrivazione, ad evitare il massimo impatto.
Sono due posizioni che necessitano di una posizione di equilibrio e da questo punto di vista se mi si chiede se l’evento di maggio, che ha avuto tempi di ritorno che vanno dai 200 ai 500 anni, sia da attribuire alla vegetazione riparia personalmente dico di no. E dico di no perché dal punto di vista dei quantitativi di acqua ad oggi non esistono neanche nel Piano gestione rischio alluvioni adottato a dicembre 2021 dall’Autorità di bacino, di cui noi abbiamo preso atto nel 2022. Non esistono opere idrauliche progettate o da potersi progettare con tempi di ritorno di 500 anni. Esiste una strategia multilivello che noi dobbiamo mettere in campo, perché non bastano le opere idrauliche di contenimento – poi ritorneremo sul tema all’interno del PTA –, quindi bisogna mettere in campo più strategie tra la possibilità dove ci sono i tratti incisi di dare maggiore respiro ai fiumi, dove ci sono i tratti arginati di lavorare anche con opere idrauliche, e anche una buona messa in campo della gestione della vegetazione riparia, che ha entrambe le funzioni.
In una risposta analoga che le avevo dato, consigliere, le avevo detto quelli che sono i vantaggi e quelli che sono gli svantaggi della presenza della vegetazione riparia, esattamente per i motivi, da una parte, ecosistemici e, dall’altra, idraulici. Ora, non è che se noi non abbiamo ancora adottato, ma adotteremo il famoso Piano di gestione noi non seguiamo le linee guida. Siamo pieni di progetti e affidamenti di incarico. Io qua ne ho tre. Ma ogni ambito territoriale ne ha alcuni, in cui noi facciamo un progetto per l’affidamento del lavoro di gestione della vegetazione riparia. Questo progetto va a gara e, quando viene individuata la ditta, il progetto stesso ha l’autorizzazione di ARPAE, degli Enti Parco eccetera, eccetera; ma all’interno del progetto è sempre previsto il taglio e la rimozione di pianta arborea singola in precario stato fitosanitario a rischio caduta o troncamento o sradicamento dell’intero fusto o parti di esso, mediante idonea attrezzatura in relazione al cantiere e alle difficoltà; oppure diradamento fitosanitario in area forestale, ripariale in diverse condizioni di età, sviluppo, densità, estensione, composizione specifica eccetera, eccetera, con la localizzazione del taglio su fasce esterne perimetrali delle aree ripariali lato alveo e lato esterno.
Il progetto è uno dei tanti progetti che noi affidiamo. Le linee guida per noi sono un punto di riferimento che adoperiamo sempre e quindi questo spero che vi venga reso ancora più noto. Ora, nel mettere in campo, come dire, quelle che sono per noi le migliori pratiche, anche quando facciamo interventi a compensazione, non lasciamo mai le ditte libere di poter agire in maniera indiscriminata all’interno dell’alveo dei fiumi perché, una volta affidato l’incarico che sia a compensazione o un incarico diretto… Perché comunque non va l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile dentro l’alveo dei fiumi a fare la gestione della manutenzione ripariale, ma lo fa la ditta a cui abbiamo affidato l’incarico, anche se è una compensazione a seguito del progetto.
Il progetto c’è in un caso e nell’altro caso. Quando si va a compensazione insieme alla ditta noi andiamo nel luogo a individuare quelli che sono gli alberi che si possono estirpare e che non si possono estirpare. Come si fa? Come abbiamo fatto? Come noi procediamo nell’ambito della vegetazione riparia? In base anche alle modellistiche, le modellistiche di piena dei fiumi, le modellistiche che ci riconsegnano quelli che possono essere gli ambiti in cui, all’interno del fiume, la vegetazione riparia può essere un problema e dove invece, per converso, la vegetazione riparia non è un problema. Agiamo in maniera differente che sia tratto arginato o tratto non arginato o piede dell’argine e, da questo punto di vista, in alcuni casi noi lavoriamo per l’eradicazione totale delle piante oppure per la manutenzione delle stesse. È un progetto. C’è sempre un’attenzione molto puntuale rispetto a quello che noi facciamo sulla vegetazione ripariale.
In alcuni casi, consigliera Gibertoni, chi gestisce questi aspetti, rispetto invece agli animali fossori, mi indica che la buona manutenzione degli argini è quella che ci consente di evitare che gli animali fossori ritornino a fare tane. Ricordo che abbiamo un tema non soltanto di nutrie, perché parliamo di nutrie, ma abbiamo anche i tassi, le istrici, le volpi, quindi è una complessità che da questo punto di vista dobbiamo valutare. Come avevo risposto in precedenza la consigliera Gibertoni e come dico anche al consigliere Facci rispetto alle tempistiche, dopo l’approvazione delle linee guida abbiamo atteso il Piano di gestione rischio alluvione e l’aggiornamento nell’ambito della negoziazione che stiamo facendo anche con il Ministero dell’ambiente, perché vi sono individuate le azioni che noi dobbiamo mettere in campo anche per quanto concerne la vegetazione ripariale.
Devo dire che l’evento di maggio ha stravolto le nostre attività, ma siamo comunque in animo, in collaborazione con le autorità di bacino, di lavorare per definire finalmente e dare gli incarichi per fare anche questi progetti, perché ogni asta ha bisogno di un progetto, cioè non possiamo pensare che ogni fiume abbia la stessa manutenzione, ci sono le linee guida che ti dicono come bisogna fare, ma poi il piano di gestione deve tenere in considerazione le diversità. Nelle risorse di bilancio per la programmazione del bilancio dell’anno prossimo individueremo anche lo stanziamento che ci può servire a supporto per la redazione dei Piani di gestione, perché adesso comunque abbiamo, alla luce anche dell’evoluzione del quadro d’insieme, una serie ulteriore di informazioni che dobbiamo assolutamente mettere a valore. Tutto questo rientra nell’ambito anche degli interventi che noi chiederemo di finanziare al Ministero dell’ambiente. Abbiamo già fatto, come vi dicevo in sede di Commissione, l’incontro con la viceministra Gava, all’interno del quale abbiamo consegnato come ambito di bacino quelli che sono gli interventi prioritari che per noi devono essere finanziati, per cui sono previsti anche questi. Non siamo fermi, stiamo andando avanti, stiamo mantenendo la gestione, stiamo mandando avanti la manutenzione della vegetazione riparia con un approccio selettivo, quindi non con un approccio indiscriminato, a seconda di quella che è la modellistica che l’Agenzia ci restituisce per i tempi di piena e i tempi di corrivazione eccetera, eccetera.
Chiudo con questa considerazione. Come ho detto in risposta alla consigliera Rontini questa mattina, noi abbiamo registrato più di 40.000 frane tra le più piccole e le più significative, più di 500 sono quelle che hanno un’estensione superiore ai 10.000 metri quadri. Di queste frane noi abbiamo avuto interi versanti di foreste, versanti pedecollinari e montani che sono andati a finire dentro i nostri fiumi, quindi, più genericamente, la gestione non soltanto della vegetazione riparia, ma la gestione dell’ambito forestale della montagna inizia a diventare un tema su cui anche nella ricostruzione noi ci dovremmo concentrare. Non basta la vegetazione ripariale, dobbiamo avere un pensiero più robusto anche sulle nostre foreste, perché da noi sono caduti giù castagneti, vigneti, uliveti, ambiti che da un certo punto di vista sono anche sufficientemente manutenuti.
Certo, siccità e grosse piogge non ci aiutano da questo punto di vista. Io però sono confidente che anche con tutto il percorso che faremo sul Piano di tutela delle acque all’interno del quale questi argomenti sono ricompresi, ne potremo discutere insieme per addivenire anche ad un approccio che faccia comprendere come i fiumi non sono canali, ma comunque necessitano di una buona gestione della vegetazione riparia.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Facci, prego.
FACCI: Grazie.
Brevemente, partendo da queste ultime affermazioni, se fosse stata veramente nell’interesse della Regione la cura e la conservazione di interventi sulla vegetazione riparia, io penso che la Regione avrebbe nei tempi previsti, o anche eventualmente immediatamente dopo, ma certamente oggi siamo di fronte a una totale omissione, quindi voi capite che non si parla più di ritardo, si parla di omissione. Non mi convince, assessore, la sua risposta nel momento in cui dice: noi comunque sia non avremmo adottato la programmazione prevista dalle linee guida, ma comunque noi siamo intervenuti.
Io voglio fare riferimento a delle specifiche indicazioni delle linee guida. Questi programmi cioè che devono avere una validità di dieci anni indicano in maniera molto precisa quelle che devono essere le prescrizioni, o comunque gli ambiti di intervento, tra cui anche tutte le questioni legate al rischio idraulico. D’altronde, questo ha una sua logica: che senso ha adottare delle linee guida che prevedono delle specifiche prescrizioni per quanto riguarda l’attività di programmazione se poi quest’attività di programmazione non viene fatta? C’è una contraddizione: o le linee guida non servono, o con osservano i programmi, oppure si può fare, quando si ha tempo, le risorse, eccetera.
Io credo che su questa materia ci sia ancora molto da fare. Mi riallaccio a quello che ho detto in occasione del mio intervento sul Piano di tutela delle acque, cioè se è un ritardo e c’è anche una disarticolazione e non organizzazione nei vari interventi. Per questo io dico che su questa materia e su questo tema lo sforzo sarebbe dovuto essere maggiore e deve essere necessariamente oggi maggiore.
Non posso, quindi, ovviamente, essere soddisfatto della risposta a questa interpellanza. Di fatto, conferma l’assenza di questa attività di programmazione. Ma soprattutto non mi ha risposto nell’indicarmi i motivi della mancata programmazione, mi ha semplicemente detto che in qualche modo l’attività verrà fatta, rientrerà in un discorso un po’ più ampio, però le motivazioni non sono state indicate. Quindi, credo che su questo tema vi sia ancora tanto da fare.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Prego, consigliera Gibertoni.
GIBERTONI: Grazie, presidente.
Io sono molto stupefatta perché – lo dico semplicemente – non capisco che cosa vi costa, assessore Priolo, approvare questi programmi. Ma non perché ve li chiediamo noi, perché voi li avete previsti nella legge del 2014 e poi avete fatto finta di non averlo mai detto. Noi stiamo chiedendo che voi ottemperiate ad una cosa che voi avete detto che avreste fatto entro poco tempo, ma nel frattempo sono passati sette anni.
Per quanto riguarda buttarla in tribuna e dire che, da una parte, vi chiedono una cosa e, da una parte, vi chiedono un’altra, non è così. Io le ho già risposto, proprio per evitare che lei me lo potesse dire in aula, le ho già chiarito in una precedente interpellanza che io non vi chiedo di non tagliare alberi, io vi chiedo di saperli tagliare. Io sono convinta che anche i cittadini di altri credo politici vogliano essenzialmente questo. Non che vengano tagliati indiscriminatamente, non che vengano per forza di cose lasciati lì se invece sono da tagliare in quanto ostruiscono, per esempio, la corrivazione, oppure se l’accelerano troppo, o se la rallentano troppo. Ma dato che ogni caso fa storia a sé, mi chiedo cosa faccia in questi casi l’Ente programmatore, che siete voi, se non programma. E voi non state programmando e non volete fare programmi. Lei mi ha risposto che state navigando a vista e che preferite questo metodo.
Lei, poi, dice che ci sono le linee guida. Lo so che ci sono le linee guida. Le linee guida sono un metodo. La programmazione non sono le linee guida, la programmazione sta a voi, che state facendo finta di non vedere. Non la volete fare. Quindi, è come sospettavo io: volete le mani libere. Ma il vostro è un metodo troppo empirico. Cioè, voi volete, giorno per giorno, territorio per territorio, fare quello che volete. È un po’ troppo chiedere questo dopo le tragedie di maggio. Di questo penso che l’Assessorato se ne possa rendere conto. Se l’anno scorso poteva essere solo la Gibertoni a fare queste interpellanze, oggi è un po’ troppo chiedere questo. È troppo. Bisogna fare questa programmazione, bisogna approvarla. Quindi, le linee guida sono soltanto un metodo e parlare di migliori pratiche. Ma cosa vuol dire migliori pratiche? Mettete nero su bianco cosa significa migliori pratiche e poi prendete la scienza, prendete la tecnica provata, perché la migliore pratica oggi non è la migliore pratica di domani. Quindi, se state…
(interruzione)
GIBERTONI: No, ma se state sperimentando, sperimentate sulla nostra pelle. Noi vogliamo che l’Ente programmatore faccia due cose: programmazione e pianificazione. Lei sta oggi rinnegando addirittura la legge vostra del 2014, dicendo che i programmi ancora vi prendete tempo per farli. Non ci ha risposto. Non parlo per l’altro consigliere, a me non ha risposto. Io le ho chiesto…
PRESIDENTE (Petitti): Collega Gibertoni, per favore.
GIBERTONI: Conferma l’intenzione di non approvare i programmi? Evidentemente sì, non dà una scadenza, non c’è altro che, insomma, ci abbia potuto dire per dire che comincerete a programmare scientificamente. Quindi, navigate a vista e navigate a vista dopo le tragedie di maggio.
Ancora una volta dagli errori non si impara niente, ma quando gli errori sono sulla pelle dei cittadini emiliano-romagnoli ancora non si impara niente?
PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo concluso con le interpellanze.
OGGETTO 7449
Presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l’avvio del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2030), ai sensi dell’art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
(Ordine del giorno 7449/1 oggetto 7508 Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti): Ritorniamo all’oggetto 7449, che riguarda la presentazione degli obiettivi delle scelte strategiche generali per l’avvio del Piano di tutela delle acque.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti): Dicevo, per l’avvio del Piano di tutela delle acque, ai sensi dell’articolo 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.
Ricordo che è stato presentato un ordine del giorno, a norma della legge regionale n. 16, articolo 34, comma 2, a firma dei consiglieri Fabbri, Zamboni, Amico, Pigoni e Zappaterra. Su questo ordine del giorno insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Mastacchi.
Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno e sull’emendamento.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti): Allora, abbiamo chiuso la discussione questa mattina perché eravamo quasi…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti): Un attimo, un attimo. Perché erano quasi le 13,00.
Riprendiamo, dunque, dalla discussione generale. C’è qualcuno che vuole intervenire in discussione generale? Consigliere Mastacchi, prego.
MASTACCHI: Grazie, presidente.
Solo per illustrare brevemente l’emendamento all’ordine del giorno. L’assessore Priolo ricorderà sicuramente che a marzo scorso abbiamo discusso in Commissione un mio atto che trattava il tema delle sorgenti abbandonate, con il quale avevo chiesto se fosse possibile chiedere la mappatura di queste sorgenti abbandonate, che creano problematiche di spreco di acqua, quindi nei momenti più critici dell’anno quando nei fiumi c’è l’attingimento delle multi utility per pompare acqua nella rete idrica e abbiamo problemi di deflusso minimo, abbiamo difficoltà, magari in montagna abbiamo sorgenti che buttano acqua che, oltre ad essere sprecata, crea anche problematiche di dissesto, quindi acqua molto preziosa che è sprecata. Lo avevo chiesto, perché è fondamentale il coinvolgimento dei Comuni, che conoscono molto bene il loro territorio e sono in grado di anagrafare le sorgenti e di mettere a valore questo aspetto. È paradossale avere questo bene così importante sprecato e buttato.
L’assessore all’epoca mi disse in occasione della risposta che all’interno del censimento potevano essere localmente documentate anche le sorgenti un tempo captate e ora abbandonate, ad esempio per motivi puramente gestionali, la cui conoscenza puntuale e la complessità è in capo ai gestori del servizio idrico. Infatti, come ho detto anche in quell’occasione, giustamente i gestori, essendo multi utility che hanno, oltre all’obiettivo di dare dei servizi, anche quello del profitto, cercano di razionalizzare dal punto di vista industriale i servizi e le piccole sorgenti diventano poco redditizie. Dal nostro punto di vista, invece, dovendo tutelare sia l’ambiente che i cittadini, credo sia importante risolvere questo problema.
Ho aggiunto un piccolo passaggio, che mi rendo conto ci stia molto stretto, però ci tenevo che ci fosse questo passaggio, dove si dice “al recupero dell’equilibrio tra acqua e biosfera” ho aggiunto “al recupero delle acque delle sorgenti abbandonate e dell’equilibrio tra acque e biosfera”, per dare una sottolineatura a questo aspetto che ritengo molto importante. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.
Consigliere Tagliaferri, prego.
TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Apprezzo il dibattito che stiamo svolgendo oggi, a testimonianza di un rinnovato interesse per un tema che nel corso degli anni è stato affrontato, non benissimo oserei dire e con una visione abbastanza limitante e limitata, ma spero che questa sia l’alba per una nuova trattazione del tema acqua e, più in generale, per tutte le tematiche ambientali che riguardano i nostri territori. Capisco anche l’estrema cautela o il timore, se qualcuno volesse essere più malizioso, per un iter così tanto mediato e sbandierato, come partecipato, quando su altri temi abbiamo assistito a comportamenti ben più dirigistici e verticistici. Concordo anch’io con le premesse già citate da più parti, e cioè che il territorio regionale è tra i più antropizzati d’Europa, quindi maggiormente esposto a fenomeni di inquinamento dell’ambiente. Non a caso i tratti fluviali, che presentano oggi le maggiori criticità sono quelli situati nelle zone di pianura, più abitate e industrializzate.
Altro tema, poi, è l’aspetto quantitativo della risorsa acqua che queste linee strategiche vogliono affrontare, e qui, complice il peculiare aspetto morfologico dei nostri territori, è obbligatorio allargare il discorso in maniera integrata ad altri territori e ad altre Regioni. È indubbio che molti corsi d’acqua nascano in regioni limitrofe, e che i corsi d’acqua più importanti – su tutti il nostro Po – obblighino alla gestione integrata con una pletora di altri soggetti. La scarsa salubrità del territorio in cui viviamo si riflette in primis sulle risorse fondamentali di aria ed acqua, comportando un considerevole impegno economico in ogni settore dell’attività umana, soprattutto in quello sanitario, essendo ben noto che i fattori che possono incidere negativamente sullo stato ecologico di un corpo idrico possono essere ricompresi in tre macro categorie: la prima, inquinamento organico ed eutrofizzazione; secondo, alterazione dello stato idromorfologico dei corpi idrici; terzo, immissione di sostanze contaminanti tossiche. Concentrandoci in particolare sulle ultime due categorie di fattori negativi, possiamo partire dall’emissione di sostanze contaminanti tossiche osservando che la loro compresenza può generare effetti additivi non prevedibili. Un punto di partenza produttivo e positivo sarebbe quindi l’individuazione delle parti di contaminazione puntiformi e diffuse e la relativa pronta messa in atto di politiche che incentivino la significativa riduzione delle emissioni di contaminanti. Buone pratiche reali, quindi, per l’uso corretto del territorio e delle risorse idriche. È per questo motivo e per perseguire l’obiettivo del risanamento ambientale, sarebbe opportuno specializzare le normative esistenti a livello europeo, nazionale e regionale con tecniche innovative di indagine da acquisire a livello scientifico. Come detto, senza un lavoro sistemico adeguato, le falle legislative incepperanno inevitabilmente ogni azione in merito. Non tener conto di questa situazione temo che produrrà sempre e solo interventi spot, che dureranno il tempo di una mini campagna pubblicitaria e nulla di più, e finiranno per lasciare, nella migliore delle ipotesi, del tutto inalterata la situazione, oppure, peggio, finiranno per giustificare iniziative ideologiche, del tutto prive di rilievi strumentali concreti.
Per quanto riguarda, infine, l’alterazione dello stato idromorfologico dei corpi idrici, va sottolineato con grande nettezza che, per quanto utile ad incrementare i processi di autodepurazione naturale, potrebbe non portare ai risultati attesi. Oltre a ciò, vanno anche attentamente considerati e difesi gli interventi compiuti nei decenni sul fronte della sicurezza idraulica. Quanto accaduto negli anni scorsi nella Bassa Modenese e più di recente in Romagna deve spingerci a trovare un doverosissimo equilibrio tra queste due esigenze fondamentali, quella della sicurezza idraulica della nostra rete idrica, che deve accompagnarsi con una decisa azione di miglioramento qualitativo della risorsa idrica.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.
Altri in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Grazie, presidente. Molto è già stato detto, però qualche sottolineatura ci tenevo a farla. Intanto, finalmente arriviamo a discutere del nuovo Piano delle acque dopo forse più di dieci anni, e questo io lo ritengo già un risultato, non scontato. Da questo punto di vista riconosco la volontà politica dell’assessore Priolo, che evidentemente è mancata negli scorsi anni. Questo mi pare un fatto significativo.
Ricordo che oggi noi non approviamo il Piano, però ci sono alcuni punti di rilievo, uno su tutti, che ho evidenziato anche in Commissione, è il riciclo delle acque reflue. Questo è un punto su cui credo la Regione debba spingere molto di più. L’ho detto anche in Commissione. Ne abbiamo la possibilità e dobbiamo assolutamente andare avanti su questo, perché parliamo di volumi consistenti, la metà di questi sono per uso irriguo, e sappiamo che altri prelievi significherebbe un depauperamento della qualità delle acque, ed è il motivo per cui vorrei che la Regione ci mettesse molto più impegno rispetto a quanto è stato fatto nel passato.
Sentivo che prima qualcuno, credo il consigliere Occhi, parlava ancora di antropizzare ancora di più il territorio, di costruire ancora di più argini. Ricordo che il nostro reticolo idrografico è ampiamente artificializzato. Ci sono alcuni passaggi significativi che ho trovato dentro questo documento, che penso tutti noi dovremmo leggere, che è la strategia di mitigazione, adattamento per i cambiamenti climatici. Credo risalga al 2018. È un documento fatto molto bene, a cui però bisogna dare seguito. Lo dico anche rispetto a chi, appunto, sostiene che dobbiamo lavorare ancora per artificializzare ancora di più e alzare ancora di più gli argini. In questo senso voglio esprimere un apprezzamento, seppure rispetto ad affermazioni che dal mio punto di vista sono state tardive, rispetto a alcune dichiarazioni che ha fatto proprio l’assessore Priolo in Commissione, quando finalmente ha parlato di rinaturazione dei corsi fluviali. Lo dico perché queste parole io le avrei volute sentire dopo l’alluvione di maggio e non lasciare gli esperti tecnici ambientali, tra virgolette, da soli contro i sostenitori della lotta alle nutrie, perché evidentemente i problemi che abbiamo avuto a maggio sono di natura diversa e, se noi sbagliamo a raccontare qual è lo stato delle cose, evidentemente sbagliamo anche le soluzioni che dobbiamo mettere in campo. Quindi, ci avrei tenuto che queste parole, che io ho sentito in Commissione, fossero state espresse anche all’indomani dell’alluvione, però prendo atto che c’è una presa di coscienza da questo punto. Da questo punto di vista, effettivamente, noi dobbiamo anche tornare a dare spazio ai nostri fiumi e consentire, appunto, la loro naturale espansione, com’è giusto che sia.
Ci tenevo a fare questa sottolineatura perché penso che siano aspetti importanti di cui si parla troppo poco. Spesso abbiamo sentito, io ho letto di alcune, appunto, affermazioni da parte dei tecnici ambientali che hanno sempre sostenuto questa teoria e mai l’Amministrazione regionale sostenere queste pratiche. Oggi invece non è così. Oggi in Commissione ho sentito proprio l’assessora intervenire anche su questi aspetti che io ritengo assolutamente cruciali e che non sono nuovi perché facevano parte di una strategia di cui la Regione si era già dotata, però che finalmente se ne parli anche in Commissione e che siano aspetti che vengono portati avanti anche nel nuovo Piano io lo ritengo assolutamente un fatto positivo.
Come dicevo in premessa, questo non è ancora il nuovo Piano, però ci tenevo a ringraziare anche gli uffici per il grande lavoro che stanno facendo, che, come ricordavo, non è banale, perché è un documento complesso. Stiamo parlando di un tema complicato, che però ha avuto un inizio e – torno a dire – se non l’ha avuto nelle scorse legislature e negli scorsi anni e lo ha oggi, evidentemente c’è un motivo, quindi guardo con favore la redazione del Piano definitivo, su cui poi interverremo a tempo debito.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Fabbri, prego.
FABBRI: Grazie, presidente.
Anch’io parto dai ringraziamenti all’Assessorato e a tutti i tecnici, perché quello di oggi è un nuovo tassello di un percorso iniziato già diversi mesi fa, che ha visto mettere in fila una serie di piani importanti, da quello dei rifiuti a quello dell’aria.
Non è certo notizia di ieri, né tantomeno legata ai tragici avvenimenti alluvionali questo Piano, che doveva essere discusso già prima dell’estate e che ha visto un rinvio esclusivamente perché tutta la macchina amministrativa era impegnata nell’affrontare quel terribile evento.
È un Piano, come è stato detto da tutti, molto complesso, stratificato, perché le competenze in ambito di tutela ambientale, quindi anche delle acque, sono suddivise tra il livello comunitario, quello nazionale, che a sua volta vede il coinvolgimento delle autorità di distretto, dove noi come Regione, insieme allo Stato, lavoriamo per gestire le risorse idriche, intese sia come difesa che come tutela dell’acqua. Ecco perché, quando si è parlato di alcune criticità legate al precedente Piano, si è omesso di dire di come il nostro ruolo sia stato pienamente attivo nella definizione di quello che è il livello superiore, che definisco un secondo livello, quello regionale, e oggi sono in discussione non l’approvazione del Piano, ma gli obiettivi strategici.
Non ho sentito contrarietà rispetto ai quattro macro-obiettivi, alle dieci linee strategiche e alle cinquanta misure, perché credo che obiettivi come quelli della disponibilità dell’acqua oggi e domani, dell’acqua pulita e sicura e dell’acqua a biosfere in maturazione, dei luoghi dell’acqua siano largamente condivisibili e debbano vedere tutti noi impegnati.
Credo che lo sforzo maggiore che dovremo cogliere sarà la messa a terra successiva e l’individuazione degli strumenti di intervento sia a livello nazionale sia a livello regionale, con tutti gli strumenti che avremo a disposizione, molto trasversali, dagli FSC, dal PNRR, tuttora in corso, dai LIFE, se penso all’ambiente, ai PSR e ai PAN.
Se è vero che ci sono state delle criticità rispetto a un vecchio Piano, non sono certo imputabili al momento dell’adozione e nemmeno ai successivi atti, perché è stato elaborato con una precedente disciplina, erano state incaricate le Province di darne attuazione, poi sappiamo del riordino cosa è successo. E poi ci sono anche quei cambiamenti climatici che fino a quindici anni fa da qualche Gruppo e forza politica venivano negati, e che invece oggi sono repentini ancor più della resilienza e della nostra capacità di adattamento.
Ovviamente le osservazioni, anche quelle più critiche vanno sempre ascoltate, però va evidenziato ancora una volta come noi partiamo da una base, da una situazione di partenza buona, da un buon punto di partenza, soprattutto in riferimento alle acque sotterranee, ai suoi equilibri e stati ecologici che si avvicinano all’88 per cento della parte ambientale, e per la parte chimica attorno all’80 per cento.
Non abbiamo detto come a differenza, purtroppo, di altre Regioni e altre Regioni d’Europa, in Emilia-Romagna l’acqua di rubinetto è potabile ovunque. Le nostre acque marine sono balneabili. Abbiamo delle aree di pregio ambientale, che anche grazie alla gestione degli Enti Parco stiamo mantenendo. Non è stato detto come quegli obiettivi sono stati largamente raggiunti, anche attraverso un miglioramento significativo della qualità delle acque e grazie anche alla riduzione di carichi di nutrienti quali azoto e fosforo.
Io credo che da qui dobbiamo sicuramente partire con la necessità di tener conto dell’alluvione, della siccità. Ricordiamo che è tuttora in carica da qui a fine anno – si era parlato anche di una proroga – un commissario alla siccità, e anche qui sarebbe indispensabile, credo, anche nella fase successiva di consultazione, capire anche rispetto agli obiettivi che aveva questo commissario al momento della nomina dove siamo arrivati, e soprattutto quelli che saranno gli interventi e anche le procedure per semplificare, anche a livello nazionale, la realizzazione di opere idriche, di dighe e di canali. Noi l’abbiamo fatto con un equilibrio, credo, di approccio anche rispetto alla necessità di preservare in determinati contesti un ambiente che è riconosciuto MaB-UNESCO in varie parti del nostro territorio, ma anche prendendo atto di un territorio che è, sì, fortemente antropizzato e in cui ci sono situazioni uniche. Siamo il terminale del grande fiume, dove sono toccate tredici province e quattro regioni, che spostano i problemi relativi a quel grande fiume alla foce.
A proposito di quanto è stato fatto, io voglio ricordare l’impegno sulle acque di balneazione, di cui si è parlato poco, sul mio territorio, dove sono stati, di fatto, eliminati tutti gli sfiori a mare, ma anche nel Riminese, dove c’è il più grande piano nazionale di salvaguardia della balneazione, che ha in corso oltre quattordici cantieri, che stanno cambiando il volto della città, ma anche la qualità delle acque, che è proprio uno di quegli obiettivi che ci siamo dati.
Sicuramente, come si è detto, gli obiettivi sono tanti e sono trasversali, a partire dalla riduzione di quello che preleviamo, perché oltre 2,2 miliardi di metri cubi contro un consumo di 1,5 è un dato sicuramente da migliorare, ma dobbiamo anche prendere atto delle specificità di questa regione, di questo territorio, che, come detto anche durante le nostre Commissioni, non vede grandi laghi e grandi bacini naturali che ci possono dare una mano nello stoccare l’acqua e nel raggiungimento di questi obiettivi.
Credo, quindi, che dal punto di vista dell’impostazione iniziale – ci abbiamo tenuto a ribadirlo anche all’interno dell’atto che oggi poi andrà in discussione – sia fondamentale nella fase successiva l’ascolto, il coinvolgimento degli stakeholder, a partire dalla Commissione competente. Credo che qui tutti noi, con una visione che deve essere, però, complessiva e anche dinamica delle questioni legate all’ecologia, all’idraulica, al trasporto solido dei bacini idrografici, dobbiamo avere un impegno a sviluppare politiche sempre più ambiziose che puntino anche a ridurre quegli inquinanti, tra cui, naturalmente, citiamo spesso il caso dell’agricoltura, senza però privare questa regione di quei prodotti, di quelle colture che sono fondamentali e che sono riconosciute a livello internazionale.
Credo che, tenendo conto di queste fragilità, ne dovrà tener conto, come è stato poi ribadito anche in Commissione, il Governo anche per i successivi stanziamenti di risorse che ovviamente andranno messi a terra e non possono essere solo nelle disponibilità della Regione, con tutte queste fragilità e specificità che oggi noi abbiamo. Abbiamo un percorso che, come detto, durerà verosimilmente un anno e credo che, dato che come tutti i Piani ci saranno delle fasi intermedie, dobbiamo impegnarci anche noi nel massimo coinvolgimento degli stakeholder, ma anche dei nostri cittadini sull’informazione rispetto all’utilizzo responsabile dell’acqua.
Nonostante anche ordinanze sindacali c’è ancora chi sottovaluta in maniera importante questo tema, che, come detto, ha una complessità, una specificità che noi abbiamo l’obbligo di approcciare in maniera responsabile e consapevole.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Zamboni, prego.
ZAMBONI: Europa Verde ha, sì, sottoscritto l’ordine del giorno che è in discussione al momento, perché riteniamo effettivamente che il Piano di tutela delle acque che ci è stato presentato sia un piano serio, che ha obiettivi condivisibili, dal risanamento dei corpi idrici inquinati al miglioramento dello stato delle acque, la riduzione dei consumi e il fatto di perseguire usi sostenibili ed efficienti delle risorse idriche, la tutela degli ecosistemi acquatici, il mantenimento della capacità naturale di autodepurazione, il miglioramento dell’ambiente acquatico e l’obiettivo, non da ultimo, di contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità.
Che in Emilia-Romagna si stia attraversando un periodo particolarmente critico, che ormai dura in realtà da anni, rispetto alla risorsa acqua ce lo dicono gli eventi meteo estremi, che già risalgono al 2019. Ricordiamo tutti la prima grandinata che sconvolse l’opinione pubblica con chicchi di grandine grandi come arance, ma quello non è stato un episodio isolato, perché da allora questi fenomeni meteo si sono ripetuti, fino a quest’anno quando abbiamo attraversato mesi di siccità, con il Po che aveva raggiunto un livello di deflusso naturale al di sotto di tutte le medie storiche, e poi, inutile aggiungerlo, l’alluvione, che ha visto in cinque giorni rovesciarsi sulla Romagna e qualche territorio del territorio bolognese… Ha visto rovesciarsi l’equivalente di tre volte l’acqua che la nostra Regione consuma in un anno per gli usi industriali, agricoli e del settore privato e terziario. Quindi, una valanga d’acqua incredibile, succeduta, però, a un uno stato siccitoso prolungato, terreni aridi, quindi dilavamento totale e incapacità dei corpi idrici di accogliere quest’acqua e smaltirla.
Il tema delle acque è fondamentale. Non va dimenticato che noi non siamo in assenza di un Piano che ha degli obiettivi e una tempistica, perché sono in funzione i due piani di gestione delle acque dei due distretti idrografici che riguardano la nostra regione, uno che coinvolge la parte di pianura e l’altro che coinvolge la parte appenninica. Quindi, è vero che questo Piano arriva con grande ritardo ed è quindi merito di questa Amministrazione riempire questo ritardo.
Europa Verde, è notorio, appartiene a questa legislatura. Non era precedentemente in quest’aula, sennò avremmo sicuramente sollecitato la redazione del Piano di tutela delle acque in osservanza della direttiva della qualità delle acque. Ma è bene che ci sia questo documento, ripeto, con ritardo, ma questo va a onore dell’Amministrazione attuale, che sta riempiendo ritardo. Però, ecco, non siamo in assenza di regolazioni, perché appunto ci sono i due piani di gestione delle acque.
Questo, diciamo, dà un’idea di una strategia aggiornata alle emergenze idriche che si sono manifestate in questi anni, anche con onestà, perché si legge, appunto, che i sistemi di fognatura e depurazione a servizio degli agglomerati con consistenza maggiore di 2.000 hanno raggiunto da tempo la conformità rispetto a quanto disposto dalla direttiva. Così come si dice che in tutta l’Emilia-Romagna l’acqua di rubinetto è potabile e le acque marine costiere sono balneabili. Quindi, si elencano gli aspetti positivi, ma senza reticenze su quelli negativi, ossia che i corpi idrici regionali che presentano uno stato ambientale inferiore al buono sono circa due terzi dei corpi idrici superficiali che presentano uno stato sufficiente, scadente o pessimo, a causa delle pressioni che ancora persistono, ma anche a causa dei cambiamenti climatici in atto.
È chiaro che meno acqua piove, meno ricambio c’è dei corpi idrici. Se, poi, arriva tutta di colpo e non è trattenuta, non è governata, l’unico effetto è l’inondazione. Sono fenomeni concentrati in poco tempo, questi delle piogge torrenziali, che non aiutano a fare questo mescolamento dei corpi idrici.
L’altro elemento importante dell’inquadramento del Piano è tenere conto, come dicevo, degli impatti legati ai cambiamenti climatici in atto, tra siccità e aumento di precipitazioni concentrate.
Il Piano, poi, fa chiarezza anche sulla veridicità dell’emergenza climatica e del riscaldamento globale che sta colpendo la regione Emilia-Romagna, là dove registra un significativo aumento della temperatura media complessiva pari a circa 1,3 gradi, con un incremento massimo di un grado e mezzo per la reale di pianura urbana. Se pensiamo che gli accordi sul clima del 2015 chiedevano interventi tali per cui al 2050, come è stato specificato dopo con gli accordi del G7, non si doveva superare l’aumento medio della temperatura di un grado e mezzo, noi vediamo come siamo già avanti in questa traiettoria negativa. Il fatto che la Regione oggi si doti di questo Piano, che punta alla disponibilità dell’acqua oggi e domani, ad avere acqua pulita e sicura, a garantire l’acqua nella biosfera e la rinaturazione, a garantire la protezione dei luoghi dell’acqua… Pensiamo al passaggio fondamentale, quello della rinaturazione dei corsi d’acqua. Se qualcuno si illude che alzando gli argini, cementificando gli argini si possano contenere eventuali inondazioni si sbaglia. Vanno, invece, attuati dei piani, come peraltro in alcune zone della Romagna sono stati fatti, e sono anche le zone che hanno resistito meglio alle inondazioni, dove il fiume possa espandersi. Continuare a costruire a ridosso dei corsi d’acqua è suicidale. È sicuramente un monito che ci viene dai fatti alluvionali, che deve orientarci a una programmazione territoriale che tenga conto delle nuove fragilità del territorio, a partire dalle frane, che sono aumentate in maniera veramente terrorizzante. Siamo una delle regioni, credo dopo la Calabria, più colpite dalle frane. E lo scroscio d’acqua, il riversarsi di quella massa d’acqua non ha certo aiutato il territorio a compattarsi.
Bene, allora, questo Piano, che secondo me ci dà anche una chiave di lettura in più: il governo dell’acqua nella nostra Regione non può che passare da un lavoro anche interassessorile. D’altronde, se parliamo di gestione razionale dell’acqua, non possiamo non pensare agli usi agricoli e, quindi, anche alle tecniche che vanno introdotte in ambito di agricoltura. Penso, ad esempio, alle irrigazioni mirate, quindi a basso consumo d’acqua, ma ad alta efficienza nelle performance che raggiungono.
È un Piano che, quindi, non può non intrecciarsi anche ad altri ambiti della nostra Regione. Penso, ad esempio, dal punto di vista del contrasto all’evaporazione negli invasi, all’uso del fotovoltaico flottante.
L’ultima cosa la dico, appunto, sugli invasi. C’è un passaggio tra le azioni strategiche in cui si parla della valutazione della realizzazione di nuovi invasi. È noto che Europa Verde, non per pregiudizio ideologico, come spesso ci viene detto da chi forse, invece, ha un pregiudizio ideologico favorevole ai grandi invasi – non si capisce perché gli ideologici siamo noi e coloro che sostengono i grandi invasi, invece, non sono ideologici, ma sono scientifici –, è contraria ai mega-invasi, tipo quello che ancora aleggia su Vetto, in una situazione dove… Perché fare dei mega-invasi? Al di là dei costi in termini di tempo, per cui non si danno risposte alla siccità, e in termini economici, se non piove come li riempiamo questi mega-invasi? Invece, una politica di piccoli invasi diffusi ci trova assolutamente d’accordo.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.
Ci sono altri in dibattito generale? Consigliere Costa, prego.
COSTA: Grazie, presidente. Grazie all’assessore anche per il doppio passaggio in Commissione III che ha fatto prima di arrivare in aula e alla disponibilità che ci ha già fornito per una serie di appuntamenti nel corso dei prossimi mesi, durante i quali si svolgerà il percorso di approfondimento e di confronto sul Piano tutela acque, prima che torni ad approdare in aula per la sua approvazione, parallelamente ai focus.
Si tratta, quindi, di un doppio binario di lavoro, da un lato i focus ai quali invitare al confronto e al dibattito tutti gli stakeholder e i soggetti interessati, dall’altro in Commissione di aggiornamento rispetto a quei focus, ma anche di possibilità per tutti i componenti della Commissione di avanzare proposte che possano essere recepite nella stesura definitiva del Piano.
Le linee strategiche hanno il merito di raccogliere e tradurre in un unico strumento di pianificazione azioni che si fanno in parte, compiendo anche alcune scelte di accelerazione che io ritengo importanti, ma che nascono da percorsi anche già fatti. Lo dico per fissare meglio i contorni del documento del quale stiamo dibattendo, cioè non scopriamo oggi l’urgenza degli interventi in ambito irriguo, degli interventi a tutela, a difesa del patrimonio idrico di questa Regione e del suo territorio, il Piano di tutela delle acque ha il compito di mettere a sistema e imprimere un’accelerazione, ma raccogliendo anche una serie di azioni che nel tempo si sono realizzate.
Cito un titolo su tutti. Dal 2018 oltre 700 milioni di euro sono stati distribuiti ai Consorzi di bonifica per una quarantina di interventi, il 70 per cento dei quali già realizzato, utili a preservare e a meglio utilizzare la risorsa idrica. Questo è uno dei tanti titoli che avrei potuto citare che raccontano come, da diversi anni a questa parte, si stia provando a intervenire, da un lato per metterci al riparo dalle stagioni altamente siccitose, dall’altro per provare ad avere un uso più efficiente ed efficace della risorsa idrica.
Tra Piano invasi e PNRR le azioni messe in campo portano questa Regione ad aumentare di circa 75 milioni di metri cubi la disponibilità di acqua. Lo fanno su diversi versanti, e nel nuovo Piano di tutela acque tre traiettorie trovano una declinazione, io credo, molto puntuale. Come poi queste traiettorie saranno tradotte in azioni specifiche sarà oggetto del percorso che incominciamo oggi. Ma sostanzialmente ci si muove da un lato sulla depurazione, dall’altro sullo stoccaggio e infine sul risparmio idrico. Il risparmio idrico si fa su diversi versanti: da un lato c’è la necessità del miglioramento dell’efficienza dei 43.000 chilometri di reti di distribuzione che esistono sul territorio regionale, e qui c’è un primo punto che credo dovremmo segnarci come Assemblea, perché dovrà occupare i lavori della Commissione, e soprattutto dovrà impegnare la Regione in maniera trasversale nelle interlocuzioni con i livelli di governo sovraordinati, perché le azioni possano essere finanziate.
Noi abbiamo chiesto come Regione 242 milioni di euro per interventi di miglioramento dell’efficienza della rete idrica di distribuzione sul territorio regionale: 242 milioni di euro per 19 interventi per i quali ATERSIR si era candidato. Ne è stato finanziato solo uno, in Emilia-Romagna per 19 milioni. Quindi, ci mancherebbero 220 milioni di euro a disposizione di progetti che abbiamo già pronti nei cassetti che ci aiuterebbero a fare la prima cosa più utile e intelligente: evitare la dispersione. Se è vero che sono 2,2 miliardi di metri cubi di acqua che preleviamo, ma che poi in realtà l’uso effettivo è di 1,5 miliardi, abbiamo molto margine per migliorare dal punto di vista della dispersione.
C’è poi l’incentivo, alle nostre filiere, affinché non debbano cambiare tipo di produzione – ad esempio, penso all’agricoltura – ma che se adeguatamente accompagnate e sostenute possono mettere in campo progetti che a parità di coltura impiegano meno acqua. Vengo dal territorio reggiano, lo abbiamo citato in Commissione, torno a citarlo anche oggi. Grazie ai fondi del PSR è stato finanziato il progetto “Prati Smart” che in Val d’Enza dovrebbe portare a irrigare i prati stabili così importanti per la filiera del Parmigiano Reggiano, con una riduzione del consumo di acqua tra il 15 e il 20 per cento.
Queste sono alcune delle declinazioni sotto il titolo macro “risparmio idrico”. Poi c’è la depurazione, lo dicevano bene anche diversi altri colleghi: è un elemento da non sottovalutare, stante che di quel 1,5 miliardi di consumo, 870 milioni di metri cubi vanno per uso agricolo irriguo. Anche qui: il mio territorio è portatore di una buona pratica. Il depuratore di Mancasale è riuscito a garantire 6 milioni di metri cubi per stagione irrigua di acqua depurata e messa a disposizione delle colture del nostro territorio. È un esempio di che cosa significhi “depurazione”, altro elemento da non sottovalutare.
Poi c’è la mega-voce dello stoccaggio. Il Piano indica la necessità di realizzare stoccaggi aziendali e interaziendali, stoccaggi consortili, anche con l’uso di cave dismesse, del recupero di capacità di accumulo di invasi esistenti. Arriva anche a enunciare la necessità della realizzazione di un invaso montano di medie e grandi dimensioni e quello di Vetto, che tutti ben conosciamo per usi plurimi. Sono tutte azioni ‒ quelle che ho declinato ‒ che non devono essere pensate in alternativa, che vanno realizzate tutte quante complessivamente, come indica molto bene il Piano, perché è solo dalla realizzazione di tutte queste azioni che si possono raggiungere gli obiettivi che le linee strategiche definiscono.
Ci sono anche alcuni passaggi chiamiamoli di “back office”, di migliore organizzazione, che vanno oltre gli investimenti sulle infrastrutture, ma che sono altrettanto necessari. Penso, ad esempio, al miglioramento della gestione dei canali irrigui, che andrebbe ricondotta dai Consorzi privati in capo ai Consorzi di bonifica, sempre per migliorare l’organizzazione, quindi l’efficientamento della gestione della risorsa idrica. Però, credo che servirà un’azione politica di accompagnamento alla definizione del Piano vero e proprio, perché ci sono alcuni elementi che a me qualche perplessità, qualche elemento di cautela, al di là di quello che noi scriveremo nel Piano, mi inducono ad avere. Le azioni, poi, devono essere finanziate. Se penso a come è andato il finanziamento del Piano di gestione rischio, che dal 2021 al 2027, quindi non da oggi, non da maggio 2023, ha chiesto finanziamenti per 240 milioni di euro e ne ha ottenuti dal Ministero 18,9 milioni per anno. Sono progetti che non ha scritto una parte politica, che non ha scritto la Regione, ma che ha candidato l’Autorità di bacino al Ministero. L’Autorità di bacino è un ente strumentale del Ministero stesso. Lo ha fatto di concerto, ovviamente, con la Regione, che è l’ente responsabile territorialmente.
Nella nota di aggiornamento al DEF l’acqua non viene citata. È un altro elemento di preoccupazione. E del commissario alla siccità noi abbiamo notizia l’ultima volta il 3 maggio. È stato nominato alla fine di aprile, ha convocato la prima e unica riunione ‒ che mi risulti al momento ‒ a Roma della cabina di regia. Da allora in poi non si hanno notizie. Non lo sto dicendo per puntare il dito contro qualcuno, ma semplicemente per chiamare tutti noi nel lavoro che nei prossimi mesi ci vedrà impegnati a vari livelli, sia in Commissione, che nei focus, che in Assemblea, ad affiancare al lavoro di stesura di definizione delle azioni che noi vogliamo introdurre attraverso questo Piano un lavoro di ricerca e di sostegno economico, perché la dimensione di finanziamento non può che essere quella nazionale ed europea.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.
Ci sono altri interventi? Io non ho iscritto nessuno a parlare in dibattito generale.
Passo la parola, per la replica, alla vicepresidente Priolo. Prego.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Parto portandomi a casa questa sera quanto ha detto questa mattina il consigliere Facci, che adesso mi sentirà, credo, da fuori, ma non importa, glielo potrete dire anche voi, non è un problema, il quale mi ha riconosciuto buonafede, impegno e dedizione. Parto da qua perché sono mesi difficili quelli che stiamo vivendo tutti. L’alluvione di maggio è uno spartiacque nazionale – non dell’Emilia-Romagna, nazionale – nella gestione di eventi così importanti e significativi. Questo ovviamente ha un po’ rallentato, come ha detto il consigliere Fabbri, le tempistiche che ci eravamo dati a livello di programma di mandato e di programmazione anche di aula rispetto al Piano di tutela delle acque, perché avevamo avviato proprio a maggio il percorso, che ho dovuto, giocoforza, necessariamente, sospendere, anche perché tuttora la gestione commissariale vede la mia struttura e vede me impegnati almeno due giorni alla settimana in presenza qui, in Regione, ma anche sui territori negli altri giorni, per gestire le emergenze, che non cessano. Anche il terremoto che abbiamo avuto recentemente è un terremoto impegnativo.
Mi porto a casa i passaggi della consigliera Piccinini, che ringrazio, e del consigliere Tagliaferri, che in realtà ha richiamato in maniera molto puntuale alcuni aspetti di questo Piano di tutela delle acque, dicendo che sarà difficile riuscire a intervenire mantenendo gli aspetti che afferiscono alla sicurezza idraulica e quelli del miglioramento della qualità della risorsa idrica. È un equilibrio complicato, che però fa il paio con quello che diceva la consigliera Zamboni prima, perché, quando parlava dello stato dei nostri corsi d’acqua, parlava dello stato ecologico dei corsi d’acqua, i quali dal punto di vista delle alterazioni di carattere morfologico molte volte hanno uno stato ecologico più basso.
Fortunatamente abbiamo un buono stato chimico, perché avere praticamente il 90 per cento di stato chimico buono dei nostri fiumi è estremamente importante e significativo.
Si parla molto – ne abbiamo parlato molto in sede di Commissione ed è ovvio che il portato immediato è sempre quello – di pensare agli invasi come elemento che può e deve trattenere le acque, ma contestualmente come elemento che ci deve aiutare nell’ambito della gestione del rischio di alluvione. Dipende da dove è collocato l’invaso, dipende dalla stagione delle piogge e dipende dal fatto che gli invasi, che dovranno necessariamente seguire l’uso plurimo delle acque, hanno lo scopo di trattenere l’acqua sempre e che quando abbiamo bisogno di utilizzare degli invasi a scopo precauzionale alluvionale, esattamente come è accaduto a maggio, dobbiamo dare indicazioni di svuotare gli invasi.
Attenzione anche a questi aspetti, quindi, perché gli invasi che hanno uno scopo irriguo, idroelettrico e potabile che è a monte, non hanno lo stesso scopo di una cassa di espansione. Viceversa, la cassa di espansione, che in tempi di piena dei fiumi deve rimanere vuota, può accumulare in estate, gli invasi in estate devono essere pieni, ma, come vedete, abbiamo un ottobre siccitoso e un maggio alluvionale.
Inizia a diventare molto complessa la gestione degli invasi dal punto di vista dell’uso plurimo delle acque e della salvaguardia della risorsa, da una parte, e della sicurezza territoriale, dall’altra. Lo dico ovviamente come argomento di riflessione che approfondiremo in tutte le sedi, ma quello che anche in Commissione ho ribadito è che questo Piano di tutela delle acque ha l’obiettivo principale di lavorare sullo stato buono delle nostre acque per i motivi di salute che avete richiamato e che ha richiamato il consigliere Tagliaferri, che da questo punto di vista iniziano a diventare nell’ambito di quello che è il nostro bacino padano uno degli aspetti più rilevanti e significativi perché, come ho detto in Commissione, acqua e aria vanno insieme dal punto di vista della qualità. Gli effluenti che noi utilizziamo in agricoltura infatti in alcuni casi sono un problema non soltanto per le acque per quanto riguarda i nitrati, ma anche per l’aria per quanto riguarda l’ammoniaca, è il rovescio della stessa medaglia sul quale noi ci dovremo interrogare, sapendo che l’agricoltura è già comunque profondamente ferita da una parte per l’alluvione, da altre parti per la siccità e che l’antropizzazione nel corso degli anni ha diminuito anche le possibilità di coltivazione e dobbiamo riuscire a salvaguardare anche questa risorsa nel pregio delle colture del nostro territorio.
Il mix è complesso, non è assolutamente banale, ma è indispensabile da portare avanti, ed è complesso anche nella gestione della vegetazione ripariale che avete ripreso. Lo dico alla consigliera Piccinini: magari me lo ha sentito citare specificatamente in Commissione solo in questa occasione, ma io queste argomentazioni le ho dette in assemblee pubbliche, anche a Ravenna, prendendomi qualche insulto, magari, però l’ho fatto, e anche alle testate televisive che me lo chiedevano. Bisogna avere in alcuni casi un approccio scientifico, ma anche realistico, quindi sapendo qual è il mix rispetto al quale noi ci dobbiamo rapportare sui temi della gestione della vegetazione ripariale da una parte e della sicurezza idraulica dall’altra. Non è sempre semplice, perché dopo un’emergenza come questa, l’istinto è quello di dire “bisogna rasare al suolo tutto quello che c’è all’interno dei corsi d’acqua”. È umanamente anche comprensibile, io lo capisco, sul piano umano, sul piano degli aspetti anche delle paure e anche della disinformazione. Ha giocato infatti un ruolo molto importante anche la disinformazione, alle volte mirata, per creare da questo punto di vista una narrazione che non ci aiuta nelle gestioni così complesse.
Io ritengo che avremmo gli spazi per fare un ottimo lavoro. Se alla fine di questo mandato riusciremo, come io credo, e ci impegneremo, ad approvare anche il Piano delle acque, questo mandato si chiuderà con l’approvazione di tre pianificazioni strategiche. In genere, se ne riesce a portare a casa una, se ci si riesce. Quest’aula, invece, potrà – lo spero – raccontare questo risultato, che è molto significativo.
Il Piano di tutela ‒ l’avete detto ‒ viene da un lungo periodo, da una lunga gestazione. Anch’io ringrazio gli uffici. Quando per molti anni non viene adottato lo strumento, l’aggiornamento è complicato. Soprattutto, abbiamo dovuto tenere in considerazione anche l’aggiornamento dei Piani di gestione dell’Autorità di bacino, che per noi era il punto di partenza senza il quale non avremmo potuto avviare l’attività anche di questo Piano dell’acqua.
Come ha sottolineato il consigliere Costa, ma anche il consigliere Fabbri, sono già un po’ individuate alcune date di focus, di approfondimento. Credo che bisognerà fare dei gruppi di lavoro robusti. Sul tema delle acque si inseriscono interessi importanti, dal punto di vista anche più nobile, di quella che è la realtà socioeconomica della nostra regione, come dicevo questa mattina in apertura.
Avremo modo di confrontarci approfonditamente, per provare a condividere le 50 azioni che le linee strategiche e i macro-obiettivi si portano dietro, quindi per mandare parallelamente avanti anche il lavoro sul Piano dell’aria. Non vi dimenticate. C’è un altro pezzettino che dobbiamo fare. Però il Piano dell’aria è già stato adottato. Lo dobbiamo soltanto approvare. Fatto il passaggio oggi in aula, vi porterò in Commissione anche le controdeduzioni del Piano dell’aria. Siamo pronti anche su quello.
C’è tanto lavoro da fare, però io credo che questa sia la dignità più bella, la restituzione più bella che quest’aula si può portare a casa, di un lavoro che insieme stiamo provando a fare, anche nelle Commissioni, all’interno delle quali il dibattito è sempre molto proficuo e costruttivo.
Buon lavoro a tutti noi. Ci vediamo per la prossima Commissione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
È chiuso il dibattito generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno e sull’emendamento.
Chi si iscrive a parlare? Consigliere Fabbri, prego.
FABBRI: Grazie, presidente.
Non mi dilungherò ulteriormente rispetto all’ordine del giorno, su cui abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre considerazioni. Ovviamente, sarà un voto favorevole. Ci tenevo, però, a spendere alcune parole rispetto all’emendamento presentato dal collega Mastacchi, con cui abbiamo parlato anche poco fa. È un emendamento che, a nostro avviso, pone un tema importante, già sollevato anche in Commissione attraverso un’interrogazione, che è quello delle sorgenti abbandonate, che è assolutamente meritevole di attenzione, e lo sarà sicuramente nella fase successiva, quella di consultazione degli stakeholder, dei territori, ma anche di individuazione delle azioni da attuare.
Il voto, quindi, rispetto a questo emendamento sarà contrario esclusivamente perché si va a inserire all’interno di un ordine del giorno che ha inteso essere quanto più aperto possibile. Proprio in questo paragrafo in cui si andrebbe a inserire l’emendamento parliamo di equilibrio tra acque e biosfere e valorizzazione dei luoghi dell’acqua, senza andare a dettagliare e contestualizzare, con il rischio di dimenticarsi qualcosa o escludere talune fattispecie. Ciononostante, ci tenevo a evidenziare il massimo impegno e la massima attenzione verso un tema particolarmente caro e sentito ai territori, soprattutto quelli di montagna.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Ci sono altri in dichiarazione di voto? Consigliere Occhi, prego.
OCCHI: Grazie, presidente.
Noi ci asterremo sull’ordine del giorno e voteremo a favore, ovviamente, dell’emendamento del collega Mastacchi. Bisogna fare, però, alcune precisazioni. E dobbiamo fare alcune precisazioni perché ho sentito alcune imprecisioni, o meglio, qualcuno che non ha ben compreso.
Il problema di queste linee strategiche e di quello che sarà il Piano, come abbiamo detto, è il fatto che ci sono alcune azioni e alcune linee strategiche che rischiano di essere in contrapposizione l’una con l’altra. Per esempio, parlavamo del problema delle acque sotterranee insieme alla necessità che, invece, qualcuno vorrebbe contenere al massimo la grandezza degli invasi, così come la tutela dalle piene con la grandezza degli invasi, oppure il volere rinaturalizzare alcuni tratti di corsi d’acqua limitando la grandezza o la grande esposizione dei rilevati arginali. Questo si può fare avendo altri meccanismi di difesa che possono essere gli invasi, quindi sicuramente, se vogliamo togliere da una parte, dobbiamo mettere dall’altra, così come se vogliamo creare delle zone di allagamento programmato, cosa peraltro già sentita da tempo, provvedimento anche utile in alcuni casi, bisognerà concordarlo con il sistema dell’agricoltura e della proprietà privata, cosa che ancora non siamo riusciti a fare perché se ne parla da tempo e non è stato fatto.
A qualcuno dei colleghi, in particolare alla collega Zamboni, cui piace ricordare come sicuramente forse alcune notizie si leggono sul “Corriere dei Piccoli”, io preferisco leggere o ascoltare chi ne sa di costruzioni idrauliche, per esempio, che ci dice che gli invasi ad uso plurimo sono fondamentali per la manutenzione, la gestione e l’utilizzo del territorio, specie in un momento di cambiamento climatico.
Questo per dire che noi dobbiamo cercare di utilizzare tutto quello che abbiamo sentito più volte in quest’aula, utilizzare tutto quello che abbiamo, senza limitare la possibilità di alcune scelte. Qual è il problema? Che in questo Piano ci sono tante scelte diverse, alcune scelte obbligate, altre meno, e c’è perplessità su alcune di queste, ma più che altro nella difficoltà di poterle realizzare realmente per un motivo molto semplice, che alcune sono anche in contrasto o in contrapposizione con altre misure.
Se vogliamo applicare totalmente questo Piano, se vogliamo realizzare le linee strategiche, dovremo superare quest’impasse e sicuramente liberarci di alcuni condizionamenti ideologici che vedono oggi ancora limitare la possibilità di realizzare compiutamente un’infrastrutturazione di tipo ambientale, ma anche andare a rinaturare il territorio, rinaturalizzare i corsi d’acqua.
Per fare questo, dobbiamo superare alcune problematiche che ci sono e che abbiamo sottolineato. Questo è il problema.
L’astensione deriva dal fatto che attendiamo di vedere il Piano. Ci sarà tutto l’iter di Piano e vedremo come riuscire eventualmente a dare il nostro contributo, un contributo fattivo, basato anche su temi e considerazioni di tipo tecnico, e credo sia il momento di farlo, e sia l’unico modo per riuscire a dare veramente gambe e struttura a un Piano di questo tipo.
Sennò, altrimenti, come dicevo precedentemente, rischiamo che rimanga sulla carta come un po’ è rimasto quello precedente, che aveva obiettivi sempre di arrivare alla qualità buona dei corsi d’acqua, delle acque superficiali e delle acque sotterranee, ma alla fine non ci è pienamente riuscito perché sul territorio insistono attività (industria, agricoltura e tutto il resto) che o mettiamo davvero a sistema e riusciamo ad ascoltare anche questi attori; o attualmente, realmente sarà difficile riuscire ad arrivare a un risultato fattivo. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Ci sono altri in dichiarazione di voto? Consigliera Evangelisti, prego.
EVANGELISTI: Grazie, presidente.
Abbiamo avuto modo di esaminare per due volte in Commissione un documento piuttosto corposo, un documento di cui sicuramente vi era necessità, considerato l’anno di partenza 2005 e considerato, lo si legge tra le righe, nella parte iniziale, che anche la situazione a livello istituzionale è mutata. Alcune competenze e funzioni erano delle Province e le Province sono scomparse, e una parte, probabilmente, di progettualità, di obiettivi sono rimasti a piedi. Il documento fa riferimento alla normativa europea, alla normativa nazionale e alla normativa regionale. Non occorre ovviamente molto per capire che molte problematiche che sono contenute in questa bozza iniziale sono veritiere: si parla di qualità di acqua e delle acque reflue, della riduzione dei pesticidi, di riduzione delle perdite d’acqua nelle condutture dei canali, tutti argomenti che ci trovano perfettamente d’accordo.
Abbiamo perplessità su altre tematiche, abbiamo letto che la Regione promuoverà piani per coltivazioni meno idroesigenti, incentiverà la costruzione di piccoli invasi, incentiverà la realizzazione di vasche di espansione e incentiverà anche l’utilizzo delle acque di riciclo. Qualcuno ne ha prima parlato. A nostro avviso, in quest’ambito occorre tenere in considerazione anche il fatto che il nostro territorio, la nostra Regione, ha colture che sono DOP e magari coniugare in modo adeguato il messaggio che può passare rispetto ad una scelta piuttosto che ad un’altra.
Abbiamo letto un riferimento importante ad una normativa comunitaria che è stata in realtà approvata nel luglio 2023, non è in fase di attuazione. Fa riferimento a norme piuttosto vincolanti sulla salvaguardia, sul ripristino degli habitat naturali, ed è collegata al Patto per il lavoro e per il clima. Ebbene, su questo abbiamo qualche perplessità. Le valuteremo ‒ auspichiamo ‒ insieme.
È evidente che abbiamo posizioni difformi anche da alcuni colleghi rispetto a quello che dovrebbe essere per noi il ripristino delle condizioni dei corpi idrici e dei territori. Come si legge nel documento, che ancora per noi vogliamo considerare allo stato embrionale, auspichiamo ci possa essere un confronto, anche partecipativo. Ci interessa molto anche il fatto che sarà un lavoro che interesserà diversi ambiti, quindi non solo un assessorato e, a livello nazionale, non solo un Ministero.
Voteremo a favore dell’emendamento proposto dal consigliere Mastacchi e ci asterremo su queste prime linee programmatiche. L’auspicio è quello di fare presto, perché c’è necessità di un documento di questo tipo, e anche di, in qualche modo, osare un po’ di più. Qualcuno prima ha parlato delle linee programmatiche del 2019. La vicepresidente lo sa, è un documento che abbiamo attenzionato anche come Gruppo. Ho colto nelle parole della vicepresidente non dico un’inversione di pensiero, ma elementi di riflessione e anche un’apertura rispetto a proposte o considerazioni che sono state fatte in Commissione e in quest’aula. Di questo ci compiacciamo. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.
Ci sono altri in dichiarazione di voto? Consigliere Mastacchi, prego.
MASTACCHI: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Fabbri per il chiarimento sulle motivazioni del voto contrario all’emendamento. Chiaramente, prendo positivamente l’impegno che ha assunto di seguire il tema delle sorgenti nei passaggi successivi, come immagino debba io prendere altrettanto positivamente gli impegni che prese l’assessore Priolo in occasione della risposta al mio atto. Due dichiarazioni di questo tipo da parte di due autorevoli esponenti di maggioranza per me valgono quasi come un voto positivo sul punto. Avrei preferito che fosse stato scritto in risoluzione, così questo avrebbe impegnato la Giunta a lavorarci in modo molto più importante. È logico che sarà, poi, mia cura seguire l’iter del Piano e verificare che questi impegni dichiarati siano portati a termine.
Due sottolineature per motivare il voto di astensione, anche da parte mia, alla risoluzione, che sono l’approccio tiepido rispetto al tema dei grandi invasi, che, come ho già avuto modo di dire, anche da parte mia credo che meriterebbero un’attenzione maggiore, perché abbiamo detto tante volte che piove meno come frequenza e molto di più come quantità, e questo credo sia proprio importante come motivazione alla base per far sì che quest’acqua che cade molto rapidamente e che crea dei disastri possa essere trattenuta, per poi essere utilizzata per usi plurimi, come l’utilizzo potabile, per evitare, come ho detto anche prima in occasione dell’illustrazione dell’emendamento sulle sorgenti, il prelievo dai fiumi, che sono sempre più in difficoltà con il deflusso minimo vitale, il tema delle falde, l’utilizzo in agricoltura e in industria e, come ho detto prima, la laminazione delle grandi piogge, che è un tema molto importante.
Credo che questo sia un argomento importante, che sarà ancora oggetto di discussione anche nei futuri mesi e sul quale da parte nostra ci sarà un’attenzione particolare. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.
Ci sono altri in dichiarazione di voto? Non ho altri in dichiarazione di voto.
A questo punto passiamo alle votazioni.
Prima delle votazioni nomino gli scrutatori: consigliera Pillati, consigliere Mumolo, consigliera Catellani.
Mettiamo in votazione. Prima chiedo l’assenso al consigliere Fabbri per mettere in votazione l’emendamento del consigliere Mastacchi. Va bene.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma del consigliere Mastacchi, per alzata di mano.
Favorevoli? Colleghi, non si comprende dalla Presidenza. Quindi, rimettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma del consigliere Mastacchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno a firma Fabbri, Zamboni, Amico, Pigoni e Zappaterra.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’Ordine del giorno 7449/1, oggetto 7508, è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)
OGGETTO 6876
Ratifica, ai sensi dell’art. 13, comma 2, dello Statuto, dell’intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e il Consiglio Regionale di Kharkiv (Ucraina). (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 23 05 23) (138)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 6876/1 oggetto 7509 – Presentazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati agli atti amministrativi, più precisamente all’atto amministrativo 6876: ratifica, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, dello Statuto, dell’intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e il Consiglio regionale di Kharkiv (Ucraina). Richiesta del presidente della Giunta regionale in data 23 05 23.
Ricordo che la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 giugno, con la votazione di 28 voti a favore, 11 contrari e nessun astenuto, e che si sta proseguendo la discussione che si è aperta nella seduta pomeridiana del 27 settembre 2023.
Siamo, quindi, in dibattito generale.
Chi si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare sulla ratifica. Consigliera Pigoni, prego.
PIGONI: Grazie, presidente.
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati durante l’ultima aula, perché credo che sia urgente sgombrare il campo da posizioni ambigue, a tratti anche pericolose. Abbiamo più volte sottolineato l’importanza di un’azione diplomatica che porti ad una pace giusta, pace giusta perché non possiamo dimenticare che c’è un invasore e uno Stato invaso, e credo importante sottolineare anche con orgoglio che il nostro Paese sta con l’Ucraina, sta con la NATO, sta con l’Europa. A mio avviso non deve esistere, né può in alcun modo essere tollerata l’aggressione da parte dell’esercito russo o di qualsiasi altro esercito nei confronti di uno Stato sovrano. Sono convintamente a favore delle azioni portate avanti dal Governo italiano a seguito delle decisioni assunte dal nostro Parlamento e dalle organizzazioni internazionali, delle quali fa parte la nostra Repubblica.
Parlo quindi di ogni forma di sostegno in tutti gli ambiti, alla popolazione e alle Istituzioni dell’Ucraina. Ritengo corrette le sanzioni alla Russia, l’invio delle armi all’Ucraina, ma ritengo oggi fondamentale un surplus di politica. Credo infatti che l’Europa sia chiamata oggi ad un passo avanti nella sua maturazione, diventando un vero player nello scacchiere internazionale, capace di incidere veramente, non di andare solo a traino, ma di giocare un ruolo da vero mediatore.
La cooperazione internazionale, la solidarietà, la collaborazione fra istituzioni, associazioni, organizzazioni del mondo imprenditoriale, culturale e del volontariato rappresentano una modalità per contribuire alla cessazione dell’aggressione russa e al raggiungimento di una pace giusta. L’Emilia-Romagna per prima cosa si è mossa fin da subito, coerentemente con i valori di solidarietà e di amore per la libertà alla base della nostra identità, per assicurare vera vicinanza, concreta e fattiva al popolo e alle istituzioni ucraine, a partire dalle migliaia di profughi, molti dei quali donne e minori giunti anche nella nostra Regione per sfuggire alla guerra, alle violenze, agli stupri, alle torture, ai rapimenti.
Con la legge regionale dell’8 aprile 2022 n. 4, siamo già concretamente intervenuti attraverso alcune misure urgenti di solidarietà. Si è trattato di una grande testimonianza, non certo l’unica, della tempestività, della sincerità e della profonda convinzione nelle risposte che l’Emilia-Romagna non solo sul piano istituzionale ma come intera comunità di persone, territori, imprese e associazioni ha voluto e saputo dare alle vittime.
In questo contesto risulta pienamente coerente e funzionale l’intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Consiglio regionale di Kharkiv, che ha ricevuto tanto di nullaosta firmato dal ministro per gli affari regionali.
È evidente, però, e ce ne siamo accorti durante il dibattito dell’ultima aula, che qui, nell’Assemblea, il partito di riferimento del ministro non si trova sulle sue stesse posizioni. Il consigliere Bargi è arrivato a dichiarare “è abbastanza riprovevole che venga utilizzata un’Istituzione come la Regione Emilia-Romagna, di fatto, per fare partigianeria politica”, spingendosi persino, da fine stratega di politica internazionale, ad aggiungere “non abbiamo un rapporto di alleanza con l’Ucraina dal punto di vista economico-commerciale, visto che l’Ucraina non è un Paese che fa parte dell’Unione europea, né militare, perché non è un Paese che fa parte della NATO”. Corretto. Allora, che cosa facciamo? Ma sì, dai, lasciamoli al loro destino. Tanto, poverini, non sono neanche i nostri alleati. Siccome non si sa chi vincerà, è meglio essere prudenti. Il consigliere Bargi invita a ritirare questa intesa per affrontarla al termine delle ostilità, andando a vedere anche ‒ cito ancora le sue parole dell’ultima discussione qui in aula ‒ quali saranno le condizioni che si genereranno in quella realtà.
Capisco il cinismo politico, la volontà di rimanere fedeli fin nel profondo al vecchio e caro amico Putin, ma stavolta credo che si sia, onestamente, passato il segno. Contraddicendo, peraltro, anche la linea politica ‒ devo ammettere, molto chiara e condivisibile ‒ del Governo Meloni, che sulla questione Ucraina si sta muovendo senza indugi.
A scanso di equivoci sul fatto che si tratti di una opinione isolata, riporto anche le posizioni del consigliere Facci, sempre nella stessa occasione, nello stesso dibattito, che è sulla stessa lunghezza d’onda del collega Bargi. Infatti, ritiene che una presa di posizione da parte della nostra Regione in questo momento sia assolutamente inappropriata.
Scusatemi se mi permetto di sbirciare in casa d’altri, non posso esimermi dal farlo questa volta. Mi pare proprio evidente che tra Lega e Fratelli d’Italia ci sia un problema grande come una casa. Anzi…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, c’è una confusione in aula che, veramente, per chi interviene non è il massimo. Per favore, un po’ più di silenzio. Grazie.
PIGONI: Grazie, presidente.
Stavo dicendo, evidentemente tra Lega e Fratelli d’Italia c’è un problema grande come una casa. Anzi, a tratti grande come un continente, il nostro, l’Europa, o grande, in questo caso, come il mondo. Un problema strutturale gravissimo che attiene alla posizione dell’Italia nello scacchiere internazionale, agli equilibri internazionali, all’idea valoriale e strategica dell’Europa e del mondo che queste due forze politiche hanno. Una posizione che ci appare non conciliabile.
Quindi, amici leghisti, amici fratelli e sorelle d’Italia, così credo che non possa continuare ad andare. Sarà bene che i vostri alleati di Forza Italia fungano almeno da ambasciatori, segnalando per bene queste leggerissime differenze di vedute nei palazzi romani che state governando. Differenze che temo non siano solo qui in quest’aula e qui in Emilia-Romagna, ma sparpagliate al vostro interno in tutto il Paese.
Queste posizioni non sono altro che un segnale di come la coalizione di Centrodestra sia ormai una torre di Babele ad ogni livello, un tutti contro tutti, d’accordo nemmeno due a due. Citerei il recentissimo caso di come Fratelli d’Italia e Forza Italia abbiano silurato il sindaco sassolese della Lega, ma preferisco rimanere su vicende più serie e gravi. Dei malesseri, delle incoerenze e delle incomprensioni del Centrodestra ci occuperemo, semmai, nella prossima campagna elettorale. Ora mi pare urgente focalizzarci, invece, sul tema dell’Ucraina. Mentre il mondo si infiamma, vediamo anche quello che sta succedendo nella delicatissima situazione in corso in Israele, non possiamo perderci in polemiche.
È per tutte queste ragioni che, oltre a supportare, ovviamente, questo atto amministrativo, questa intesa, questa collaborazione, presentiamo anche una risoluzione, che porto alla Presidenza appena ho terminato l’intervento, in cui chiediamo di impegnare la Giunta regionale e, per quanto di competenza, l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea a promuovere l’adozione di iniziative analoghe a quelle assunte con l’intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Consiglio di Kharkiv, in Ucraina, e di farlo anche attraverso il confronto nella Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome e nella Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Altri in dibattito generale? Non ho altri iscritti sulla ratifica in dibattito generale. Aspettiamo un attimo. Consigliere Bargi, prego.
BARGI: Aspettavo di vedere la risoluzione. Comunque, credo di aver capito il tema. Giusto per dare un’occhiata all’atto.
PRESIDENTE (Petitti): A minuti dovrebbe arrivare. È stata depositata adesso e la stiamo fotocopiando.
BARGI: Anche perché credo di avere ancora sei minuti della volta scorsa, se non ricordo male.
PRESIDENTE (Petitti): Cinque minuti, consigliere Bargi.
Chiedo se, nel frattempo, ci sono altri interventi. A breve verrà consegnato anche l’ordine del giorno che ha annunciato la consigliera Pigoni.
Ci sono altri interventi? Prego, consigliera Castaldini.
CASTALDINI: Intervengo, non volendo porre l’attenzione sulla geopolitica o tante altre cose, in un caso stranezze che ho sentito, però volevo rincuorare e anche in un certo senso allargare l’azione, poiché conosco tantissime realtà. Ci sono progetti fondamentali, come la ricostruzione dell’Università, che passa attraverso non città emiliano-romagnole ma, per la responsabilità che sento, io voterò, anche se non siamo in dichiarazione di voto, convintamente questa intesa.
Non sono stata presente in Commissione e me ne dispiace molto, ma per quanto riguarda il mio Partito come Capogruppo non ho nessuna crisi esistenziale, neanche di rapporti con il Centrodestra, forse ho un’interpretazione diversa della storia e di un tema così importante come la geopolitica, ma voterò convintamente a favore – grazie, presidente– nella speranza che appunto si guardi con estrema attenzione i progetti legati in Emilia-Romagna alla cultura, alla rinascita e all’importanza, aspetti che vengono anche richiamati nel protocollo d’intesa. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Altri in dibattito generale? Io non ho richieste di intervento.
Stiamo aspettando l’ordine del giorno, che a breve vi verrà consegnato, quindi sospendiamo per qualche minuto.
(La seduta sospesa alle 16.42 è ripresa alle ore 16.47)
PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori della seduta.
Avete ricevuto l’ordine del giorno.
Consiglieri, per favore. Riprendiamo i lavori dell’ordine del giorno con la ratifica oggetto 6876.
Avete ricevuto l’ordine del giorno, quello che era stato annunciato dalla consigliera Pigoni.
Chiedo se qualcuno vuole intervenire a proposito dell’ordine del giorno. Prego, consigliere Bargi.
BARGI: Grazie, presidente.
Finisco il tempo che mi era avanzato la volta scorsa con una considerazione che, di fatto, riprende le linee che tracciavo nell’intervento precedente. Al di là della solita finezza della collega Pigoni, che trova sempre il modo, in qualche modo, di provare a offendere… “Fine analista politico” non mi sono mai definito. Non so dove abbia preso questa definizione e dove cerchi di usarla. Però la accettiamo. Quando arriva da una donna non si può controbattere. Bisogna accettare le offese. Si è detto che è così, e così sarà.
Al di là di questo, che però trova il tempo che trova, come del resto l’intervento sia suo che della collega Zappaterra la volta scorsa, che mettono in mostra esattamente quello che volevo dire nel mio intervento, ovvero che dietro a uno strumento che è totalmente inadatto allo scopo che gli si vuole attribuire, ovvero quello di prendere un posizionamento politico. L’altra volta l’ho chiamata di partigianeria politica, che in realtà si tratterebbe di un’intesa con scopi ben diversi. Se andiamo a leggere, vediamo che l’intesa cita i settori sui quali si dovrebbe collaborare con la Regione di Kharkiv, sviluppo economico e industriale, infrastrutture e trasporti, ricerca e tecnologie digitali, big data, transizione ecologica, agricoltura. Visto che l’unica parte del fronte dove i russi stanno avanzando realmente, dove stanno evacuando e dove anche la settimana scorsa sono cadute le bombe, io non so che tipo di agricoltura si possa fare con le munizioni all’uranio impoverito e le bombe a grappolo fornite da inglese e americani alle truppe ucraine. Difficilmente su quel territorio riusciremo forse a sviluppare una grande collaborazione sull’agricoltura, difficilmente potremmo farlo sulla cultura. C’è il tema della cooperazione internazionale, ma voglio vedere i cooperatori che vanno in una zona di guerra.
Questo avevamo detto: aspettate la fine delle ostilità. Non perché voglio vedere chi vincerà. Anche perché se devo provare a fare una previsione la provo a fare, ma il vero tema è che in questo momento c’è un conflitto e il voler siglare un’intesa di tipo collaborativo dal punto di vista commerciale, di sviluppo e di ricerca con una realtà che è sotto le bombe è un atto che serve semplicemente per fare i più realisti del re. Sì, l’ho detto anche l’altra volta. Già il Governo pecca di un eccessivo servilismo, non richiesto nemmeno. Qui si vuole andare oltre. Vuol dire che la Regione Emilia-Romagna è più realista del re. Addirittura adesso leggevo questa risoluzione, che non ho ben compreso. Cioè, l’Emilia-Romagna dovrebbe andare dalle altre Regioni a dire loro di fare iniziative analoghe. Adottiamo come Regioni italiane tutta l’Ucraina, tutte le Regioni dell’Ucraina. Non ho ben capito se questo è lo scopo. Al di là che per me non ha alcun senso. Anche perché giustamente già trattare una tematica di questo tipo a livello regionale, con un conflitto in corso, con un Governo nazionale che fa quasi fatica ad affrontare in maniera seria il tema, è abbastanza ridicolo. Lo facciamo perché si è voluti andare fuori tema. Il tema è l’intesa, e l’intesa è uno strumento inidoneo a fare quello che sotto-sotto – e l’avete detto nei vostri interventi – volete fare, e cioè fare partigianeria politica.
L’altra volta mi è stato detto: ah, ma guardi che in realtà lo si fa perché la città di Bologna è dalla metà degli anni Sessanta che è gemellata con Kharkiv. Premesso che allora si usava la lingua russa, era Kharkov ed era sovietica. Adesso capisco il motivo del perché allora ci fu il gemellaggio: per motivi di partigianeria politica. Allora il PCI doveva portare l’URSS in Italia, quindi lo faceva anche con il gemellaggio, oltre che con il denaro, che allora poteva proveniva tranquillamente dall’URSS. Adesso da quelle parti non si può più. Ma c’è sempre un motivo politico dietro. Questa è la grande verità.
Oggi lo si fa per il motivo diametralmente opposto, bisogna capire uno che ha militato nello stesso PC o nelle sue evoluzioni come faccia a giustificare a se stesso un atto di questo tipo, ma non sta a me assolvere le coscienze politiche degli individui, però il tema è questo: dietro a quella che di fatto è un’intesa, ma è uno dei pochi strumenti che si poteva usare c’è un preciso posizionamento politico che noi non condividiamo.
Per questo ho invitato a non utilizzare un atto di questo tipo, che tra l’altro non verrà mai applicato per scopi completamente diversi, perché è impossibile che riuscirete a metterlo in pratica e andare alla fine della guerra, mascherandolo invece per quella che dovrebbe essere una normale intesa come ce ne sono altre.
Noi, tra l’altro, abbiamo sempre sostenuto l’internazionalizzazione della Regione Emilia-Romagna, siamo sempre intervenuti dicendo “sarebbe bello capire cosa producono queste intese, perché scrivere è bello”, come i piani, quando uno scrive un piano già festeggia la vittoria, ma la vittoria c’è se il piano raggiunge gli obiettivi, non se lo hai scritto, e anche qui sarebbe stato bello poter avere negli anni qualche dato in più.
In questo caso è ancora più fragile, ancora più una bandiera, ed è questo il tema che a mio avviso è emerso, proprio perché, guarda caso, la discussione è deviata non sull’intesa, ma sul tema della guerra.
Su quello si apre un altro discorso, ma non si fa con una risoluzione, si fa con un atto di indirizzo politico, non lo si fa con un’intesa. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.
Sottosegretario Baruffi, prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Io ritenevo di non dover intervenire perché l’atto è compiuto, si tratta di una ratifica. Qui, chi ha portato il dibattito sulla guerra, consigliere Bargi, è lei, può essere che lei sia stranito rispetto alla discussione che abbiamo fatto all’avvio dell’esame del provvedimento nella passata Assemblea, ma è andata così.
Aggiungo una considerazione. Noi interveniamo in un rapporto di collaborazione con un territorio che è colpito dalla guerra certamente e la nostra volontà non è quella di entrare in questo momento dentro il conflitto, la nostra volontà è quella di poter partecipare attraverso un rapporto di collaborazione, come altre ne abbiamo, a quella che è la ricostruzione non solo materiale.
Vede, se c’è qualche problema di ripensamento, credo che dovremmo discuterne non qui. C’è un Governo che ha autorizzato questo accordo, il Ministero degli affari esteri, la Farnesina, così succede quando stipuliamo degli accordi che sono internazionali, lo ha ritenuto coerente con la politica del Governo.
Se c’è qualche ripensamento vi chiedo di riferirci e farci sapere. Io l’ho ascoltata, l’altra volta, consigliere Bargi: sono un po’ preoccupato. Penso di poter esprimere il punto di vista della Giunta, poi, sono opinioni come tutte sindacabili e non ho la pretesa di avere la verità in tasca.
Sono un po’ preoccupato perché credo invece che il Governo italiano abbia assunto una posizione coerente, e io spero che questa posizione rimanga nel corso del tempo, con la flessibilità e l’intelligenza del caso, con la volontà di addivenire anche ad un processo di pace il prima possibile, ma non negando le ragioni di un popolo che è aggredito e di un territorio che è stato devastato. L’Unione Sovietica non c’entra nulla. Qui c’entra un Paese aggressore con un Paese che è stato gradito.
Ora, ripeto, non stiamo qui sindacando adesso le ragioni del conflitto, che esulano dall’atto che noi sottoscriviamo. Stiamo parlando di un territorio che certamente ha pagato un prezzo. La Regione Emilia-Romagna è in campo da sempre con operazioni di cooperazione internazionale. È nella disponibilità di tutti i consiglieri poter accedere a ciò che è stato fatto su ciascuno di questi piani con atti di sindacato ispettivi, ci sono clausole valutative che vengono puntualmente portate anche in Commissione. Spero che di quello discuteremo in quella sede.
Oggi, se non vogliamo che diventi una discussione deformata, stiamo alla ratifica di un accordo che, ripeto, ha tutti i crismi richiesti, come ci ha assicurato la Farnesina, e io di questo mi sento di rassicurare pienamente l’Assemblea. Se non siamo d’accordo, torneremo a chiedere alla Farnesina se ha cambiato opinione.
PRESIDENTE (Petitti): Adesso, con le conclusioni della Giunta, siamo arrivati al dibattito generale sull’ordine del giorno.
Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Grazie, presidente.
Mi rifaccio alle parole del sottosegretario, che giustamente dice che la volontà della Giunta non è quella di entrare nel conflitto, e io sono assolutamente d’accordo, che è un’intesa come tante altre sono state ratificate, e anche su questo sono d’accordo. Però non posso non notare che probabilmente qualcuno in maggioranza allora non l’ha capita così, perché se fosse così non avrebbe presentato questo ordine del giorno che parla solo ed esclusivamente della guerra. Quindi, mi permetto di definirlo un ordine del giorno che contiene in sé una discussione deformata, come è stata definita la discussione che è stata fatta su questo atto. Dopodiché, condivido l’impegno di questo ordine del giorno, in cui si chiede di promuovere anche nella Conferenza dei presidenti delle Regioni, quindi ad altri livelli, l’adozione di iniziative analoghe a quella che la Regione Emilia-Romagna sta adottando. Ottimo. Però è evidente che qualcuno ha voluto strumentalizzare quella che è un’intesa che ordinariamente si fa in questa Regione. Non possiamo nasconderci dietro un dito. Se la volontà è quella, allora qualcuno qui o strumentalizza o ha capito male.
Dovermi trovare, peraltro, ad analizzare un ordine del giorno depositato all’ultimo minuto, che ci è stato distribuito all’ultimo minuto, che contiene elementi per una discussione molto più complessa di quella che stiamo facendo oggi, credo che sia, oltre che poco corretto, evidentemente non in linea anche con quelle che sono le volontà della Giunta. Quindi, si vuole politicizzare un atto che di politico ha ben poco. Evidentemente parlo dell’intesa in sé, su cui io sono assolutamente d’accordo, però trovo assolutamente fuori luogo un ordine del giorno di questo tipo. Immagino, se sto alle parole del sottosegretario, che concorderà con me.
Ne approfitto per chiedere, a questo proposito, la votazione per parti separate, quindi votare in maniera separata l’impegno da tutto il resto delle premesse.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Ci sono altri sull’ordine del giorno? Consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA: Grazie, presidente.
Per anticipare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico all’ordine del giorno, soprattutto perché l’ordine del giorno è molto chiaro nell’impegnare la Giunta regionale nel fare riferimento alla delibera sull’intesa che stiamo andando ad approvare. Legittimamente ognuno può fare le proprie valutazioni politiche. Si può condividere o meno la premessa, ma sull’”impegna” non c’è alcun dubbio che non ci siano strumentalizzazioni.
Nel votare a favore dell’ordine del giorno, rigetto in toto anche l’affermazione del collega Bargi nella precedente seduta, nel momento in cui ha detto che la ratifica di questa intesa rappresenterebbe un atto di partigianeria politica da parte della Regione Emilia-Romagna. Ci tengo a richiamare queste parole perché voglio che sia molto chiaro che non stiamo facendo alcun atto di partigianeria politica, non stiamo facendo nessun favore al Partito Democratico, non stiamo facendo alcun favore all’agenda della NATO o dei Paesi occidentali su questo tema.
Così come contesto l’osservazione, fatta sempre nella precedente seduta, del collega Facci quando dice che non dovremmo occuparci di politica estera, ma come Assemblea legislativa dovremmo occuparci solo di risolvere i problemi degli emiliano-romagnoli. Lo contesto come assunto intanto perché semplicemente tutti gli atti di indirizzo politico che approviamo, oltre a tutte le altre intese e ai progetti di cooperazione internazionale sui quali investe questa Regione, di per sé contesterebbero l’affermazione del collega Facci, ma soprattutto perché noi – l’ho detto l’altra volta e lo ripeto oggi – non ci occupiamo di politica estera, ma ci occupiamo di star vicino ai popoli, alle popolazioni, ai cittadini. L’intesa con Kharkiv nasce dal fatto che siamo stati pronti nell’emergenza agli ucraini dopo che sono stati aggrediti. Stiamo facendo questa intesa, come dicevo prima il sottosegretario, a seguito dell’autorizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei ministri, dell’impegno assunto dal ministro Urso il 12 gennaio, ma più in generale perché lo Statuto della Regione Emilia-Romagna prevede che noi questo tipo di collaborazioni e di intese le facciamo. Non stiamo facendo niente di straordinario rispetto alla nostra mission. Voglio che sia molto chiaro, quindi, che lo stiamo facendo in coerenza con le politiche di questi anni, in coerenza con l’attività che noi facciamo da sempre a supporto dei popoli in difficoltà, anche oppressi o aggrediti, come sono gli ucraini in questo caso. Kharkiv è una delle Regioni più importanti, secondo me è assolutamente sensato che portiamo avanti l’intesa, come l’abbiamo portata avanti fino adesso dopo la discussione in Commissione. Prima il sottosegretario diceva: se abbiamo cambiato idea diciamocelo qui. E io apprezzo la chiarezza fatta dalla collega Castaldini per la posizione che riguarda Fratelli d’Italia. Se ci sono altri Gruppi, come quelli della Lega, che hanno dei dubbi rispetto al percorso fin qui fatto, rispetto al ruolo assunto dalla Regione sulla cooperazione internazionale, piuttosto che su intese come questa, diciamocelo adesso, perché credo che sia una motivazione inaccettabile dire che facciamo un atto di partigianeria politica e che dovremmo aspettare la fine del conflitto per capire con chi schierarci, perché non è certamente quello l’obiettivo dell’intesa. Insomma, preferirei davvero che questo tipo di discussione non ce la portassimo avanti anche in eventuali altre intese che dovessero arrivare. Su questa ci leggo una strumentalizzazione eccessiva e incomprensibile, e se sono cambiati gli obiettivi anche dell’Assemblea parliamone.
Per quanto riguarda il Gruppo del Partito Democratico, voteremo a favore di questa intesa, come abbiamo sempre votato a favore delle intese che l’hanno preceduta.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Ci sono altri in dibattito generale sull’ordine del giorno? Consigliera Zamboni, prego.
ZAMBONI: In realtà la mia era una dichiarazione di voto, quindi aspetto il prossimo turno.
PRESIDENTE (Petitti): Ci sono altri sull’ordine del giorno? Non ho altre richieste di intervento sull’ordine del giorno.
A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e provvedimento.
Consigliera Evangelisti, prego.
EVANGELISTI: Grazie, presidente.
Il Gruppo di Fratelli d’Italia voterà a favore del documento o intesa proposto a questa assemblea.
Voglio ricordare che non intendiamo farci tirare per la giacchetta da nessuno, la nostra posizione è una in quest’aula, è una nei Consigli comunali, è una al Governo. C’è un comunicato sul sito del Ministero degli interni del 26 aprile, in cui il presidente del Consiglio dà atto dell’incontro e, successivamente, dell’intesa avvenuta con il ministro Zelensky. Nella stessa comunicazione si dà atto del memorandum di intesa che è avvenuto ed è stato sottoscritto tra la Regione Emilia-Romagna e il Consiglio regionale di Kharkiv, e così è avvenuto per la Regione Toscana.
Voteremo quindi a favore dell’intesa. Non voteremo a favore dell’ordine del giorno proposto, perché riteniamo che nell’approvare questa intesa la Giunta regionale non abbia bisogno di essere incentivata, perché quanto approviamo va in quell’indirizzo, e riteniamo, nell’autonomia di ogni Regione, di decidere appunto quanto necessario. Per quanto ci risulta, la discussione tra i presidenti della Regione è già avvenuta e chi ha deciso in questa direzione lo ha già fatto.
Altri potranno aggiungersi, ma riteniamo non ci sia bisogno di un ulteriore ordine del giorno a sostegno delle altre Regioni. Quindi ribadisco il voto favorevole all’intesa e contrario all’ordine del giorno per il Gruppo Fratelli d’Italia.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.
Ci sono altri in dichiarazione di voto? Forse la consigliera Zamboni prima aveva detto… Consigliere Bargi, prego.
BARGI: Come preferite. Anche perché devo riprendere alcune considerazioni che ho sentito, che non sono esattamente in linea con quanto ho dichiarato io, ed evidentemente nel mio essere così fine stratega non riesco a farmi capire. Io non ho portato la guerra, come è stato detto, in aula, o da qualsivoglia parte. La guerra c’è da oltre venti mesi. Mi sono limitato a dire una cosa che potete leggere anche su “La Repubblica”, di cui dovreste essere abituali lettori, ovvero che Kharkiv è sotto le bombe ancora adesso. Questa non è un’intesa normale: la fate con una Regione che è in questo momento sotto attacco.
Mi sono limitato a dire… Poi, da qui, un attacco che fate fatica anche a capire rispetto… Posso capire la parte politica, o più tecnica, se vogliamo, non lo capisco. Perché non aspettare la fine delle ostilità per ricostruzione e compagnia bella, per poter fare un’intesa di questo tipo? Perché farla oggi? Perché serve – è lì che si gira la medaglia e si vede dall’altro lato – per un atto di partigianeria politica.
Bene, serve per essere più realisti del re, ve l’ho detto, ve l’ho spiegato più di una volta: c’è un Governo, si è detto, certo. C’è un Governo, ma Stefano Bargi ha una faccia sola, non la cambia, se il Governo o i miei esponenti hanno idee diverse da un anno ad un altro. Io uno solo e uno rimango. Non ho votato la legge regionale, non ho votato la famosa risoluzione iniziale, che per me conteneva anche un mucchio di fesserie, lo dico sinceramente. E di certo, non voto quest’atto, perché la faccia è una sola, non cambia.
Mi dispiace per chi negli anni ha adottato varie maschere. Io ne ho sempre una e sempre quella è. La mia posizione sul tema non è in oggetto oggi, perché oggi non parliamo di guerra Russia-Ucraina, non parliamo di rapporti con la Federazione russa con l’Ucraina. Oggi c’era un’intesa, un’intesa che ad avviso mio e di diversi colleghi viene utilizzata per scopo politico. Io mi sono permesso di dire, ma ne sono convintissimo, che se si vuole fare un atto di imposizione politica non si usa uno strumento che è inidoneo a quello scopo, e che, come state dicendo tutti, fa parte delle iniziative che può porre in campo la Regione Emilia-Romagna, ma usato per questo scopo a mio avviso non va bene. Fine. Questo è il tema, e ribadisco questo concetto. Così come la contrarietà a un ordine del giorno che, ripeto, al di là che anche qui ne contiene di ogni, se uno va a leggere i permessi, e mi sono fermato a un certo punto, non sono andato oltre, però nell’impegno non so cosa si voglia dire. Andiamo a decidere cioè anche in casa delle altre Regioni? Questa è una novità. Spingere altri governatori a fare quello che facciamo noi? Non lo so, mi sembra qualcosa che vada… Mai affrontato in questo contesto.
Poi, se vogliamo essere vicini anche ai popoli colpiti, io non ho sentito nessuno parlare del Nagorno-Karabakh, e noi pure ve l’abbiamo sollevato più di una volta, anche durante le fasi di Sessione europea. Nessuno qui prende la parola, non vede le risoluzioni, non vede nulla. Cosa facciamo? Sanzioniamo l’Azerbaijan, o siccome, a causa del fatto che dobbiamo staccare il tubo dell’assessore Colla, siamo finiti ad essere dipendenti dal gas russo a quello dell’Azerbaijan, di conseguenza non possiamo più sanzionare? Abbiamo finito il gioco delle sanzioni. Oltre un tot non potevamo andare. Visto il posizionamento dell’Algeria negli ultimi giorni, forse qualche problema con il secondo fornitore potremmo averne in futuro.
Non è questione di voler fare o non fare ragionamenti in senso ampio o qui non c’è partigianeria. Forse non c’è partigianeria. Se non c’è partigianeria, c’è ipocrisia. Di fronte a questo, mi dispiace, ma il nostro voto è contrario.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Ci sono altri in dichiarazione di voto congiunta? Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Grazie, presidente.
Come dicevo, il Movimento 5 Stelle è favorevole a questa intesa. Per questo motivo chiedevo il voto per parti separate. Questa intesa, come sottolineava il sottosegretario, arriva in un momento storico che conosciamo ed è una situazione collaterale rispetto a un documento che è stato fatto anche per altre occasioni. Questa intesa non viene a seguito della guerra, ma è contemporanea alla situazione che conosciamo. Se sto alle parole del sottosegretario, che io condivido.
Segnalo che qualcuno, come dicevo poc’anzi, ne approfitta per segnalare un proprio posizionamento politico, tra l’altro alquanto originale. Mi pare che, a livello nazionale, chi rappresenta qui la forza politica Italia Viva a livello nazionale abbia posizioni diverse, visto che, a livello nazionale, c’è l’intenzione di sostenere la guerra in Ucraina. Mentre in questo documento mi pare tutto molto edulcorato. Quindi, suppongo che sia una volontà, in qualche modo, di significare la propria distanza delle posizioni che lo stesso partito sta tenendo a livello nazionale.
Dopodiché, io non sono d’accordo sul modo. Come dicevo, se vogliamo parlare di guerra in Ucraina lo facciamo, e io sono assolutamente pronta a parlare di qualsiasi cosa. Non, però…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, per cortesia. Prego.
PICCININI: Non, però, strumentalizzando un’intesa che ha un percorso a sé e che non è conseguenza del conflitto della Russia in Ucraina. Quindi io, presidente, le chiedo il voto per parti separate. Quindi, terrei separato “incoraggia la Giunta” e “impegna la Giunta”, un voto, e tutte le premesse un altro voto, su cui io non parteciperò al voto per i motivi che spiegavo, mentre voterò favorevolmente “incoraggia la Giunta” e “impegna la Giunta”.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Per dichiarazione di voto, sempre la consigliera Zamboni. Prego.
ZAMBONI: Grazie, presidente.
Europa Verde vota a favore dell’intesa, ma non partecipa al voto sull’ordine del giorno, non perché non si riconosca che la Russia ha invaso l’Ucraina eccetera, eccetera, ma di fronte alle devastazioni che ci sono in Ucraina forse un dibattito approfondito in altro modo e non attraverso un ordine del giorno che poco ha a che fare con l’intesa che andiamo a votare non la riteniamo opportuna come strada di una discussione di quello che sta avvenendo in Ucraina.
Noi guardiamo agli sforzi, per esempio, di monsignor Zuppi nell’arrivare a un’intesa diplomatica. Se c’è un tema che va trattato oggi è esattamente questo, non ripetere cose peraltro già note, che la Russia ha invaso l’Ucraina, che non doveva invaderla, perché è chiaro a tutti.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Ho già fatto la dichiarazione di voto. Solo per chiedere il voto elettronico anche sull’atto amministrativo dell’intesa. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Va bene.
Consigliera Pigoni, prego.
PIGONI: Grazie, presidente.
Noi, ovviamente, voteremo a favore dell’ordine del giorno e dell’atto amministrativo. Mi dispiace, ma questa discussione in merito alla guerra certamente non l’ho portata io oggi in quest’aula. Questa discussione, come ha ricordato lei all’apertura del punto in oggetto, era già iniziata nella scorsa Assemblea e ricordiamo, penso, molto bene tutti quanti gli interventi dei consiglieri della Lega, l’uscita dall’aula dei consiglieri di Fratelli d’Italia, evidentemente in difficoltà. Quindi, non credo di aver portato nulla di nuovo. Io mi sono limitata semplicemente a voler sottolineare una cosa, dal mio punto di vista forse l’unica cosa giusta che ha detto il consigliere Bargi: la guerra c’è. Non è che ce la porta la Giulia Pigoni in quest’aula oggi. C’è purtroppo da molto tempo. Noi tutti insieme lavoriamo per la pace, ma certamente non da un punto di equidistanza. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno in due parti separate, come chiesto dalla consigliera Piccinini. Votiamo la prima parte… Consigliera Pigoni, prego.
PIGONI: Con voto elettronico, per favore.
PRESIDENTE (Petitti): Va bene.
Mettiamo in votazione con voto elettronico le due parti dell’ordine del giorno.
La prima parte arriva fino a “impegna la Giunta regionale in merito alla sua applicazione”.
Votiamo la prima parte fino a “in merito alla sua applicazione”, con voto elettronico.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 40
Favorevoli 26
Contrari 13
Astenuti 1
È approvata.
Mettiamo in votazione, sempre con voto elettronico, l’ultima parte, “impegna la Giunta regionale” fino a “Ucraina”.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 41
Favorevoli 26
Contrari 13
Astenuti 2
È approvata.
Ora mettiamo in votazione, sempre con dispositivo elettronico, la ratifica, provvedimento 6876.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 41
Favorevoli 31
Contrari 10
È approvato.
OGGETTO 7268
Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana”. (139)
(Ordine del giorno 7268/1 oggetto 7551 – Presentazione)
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7268: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana”.
La Commissione Politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 settembre, con seguente votazione: 35 voti a favore, 2 astenuti e nessun contrario.
Aprirei il dibattito generale. Chi vuole intervenire? Non ho nessuno in dibattito generale.
Non so se la Giunta vuole intervenire. Altrimenti, dichiarazioni di voto?
Consigliera Costi, scusi, non la vedevo.
COSTI: Per dichiarazione di voto. Finalmente siamo arrivati all’approvazione…
PRESIDENTE (Petitti): Un attimo solo, consigliera Costi, perché è arrivato un ordine del giorno in questo momento, poco fa. Quindi, un attimo.
Prima delle dichiarazioni di voto, è stato presentato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Pelloni, Bergamini, Rainieri, Liverani e Mastacchi, che viene adesso distribuito.
Era arrivato l’ordine del giorno qualche secondo prima, mentre eravamo in dibattito generale. Lo hanno fotocopiato e adesso lo stiamo distribuendo.
Consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA: Suggerisco di tenere lo spreco della carta per la prossima volta. Se lo distribuiamo oggi o lo distribuiamo la prossima volta… Risparmiamocela.
PRESIDENTE (Petitti): L’ordine del giorno è già stato consegnato, credo. Forse siamo arrivati agli ultimi banchi, lì.
Siamo arrivati al dibattito generale sull’ordine del giorno. Sono le ore 17,24. Non c’è il tempo utile per aprire un dibattito compiuto sull’ordine del giorno. A questo punto, riprenderemo dal dibattito generale sull’ordine del giorno che è stato appena consegnato.
Chiudiamo qui la seduta di oggi. Buonasera a tutti.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 17,24
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
il sottosegretario Davide BARUFFI
gli assessori Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Barbara LORI, Paola SALOMONI e i consiglieri Fabio RAINIERI, Valentina STRAGLIATI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 7509
Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 6876 Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e il Consiglio regionale di Kharkiv (Ucraina). A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bondavalli, Felicori, Gerace
Prima parte
Presenti: 41
Favorevoli: 26
Contrari: 13
Astenuti: 1
Presente non votante: 1
Assenti: 9
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco, FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella
Contrari:
BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; TAGLIAFERRI Giancarlo
Astenuti:
CASTALDINI Valentina
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; ZAMBONI Silvia
Seconda parte
Presenti: 42
Favorevoli: 26
Contrari: 13
Astenuti: 2
Presente non votante: 1
Assenti: 8
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco, FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella
Contrari:
BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; TAGLIAFERRI Giancarlo
Astenuti:
CASTALDINI Valentina; PICCININI Silvia
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; ZAMBONI Silvia
OGGETTO 6876
Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e il Consiglio Regionale di Kharkiv (Ucraina). (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 23 05 23) (138)
Presenti: 42
Favorevoli: 31
Contrari: 10
Presente non votante: 1
Assenti: 8
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco, FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Contrari:
BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano;
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina
Emendamento
OGGETTO 7508
Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 7449 Presentazione degli obiettivi e delle scelte strategiche generali per l'avvio del Piano di Tutela delle Acque (PTA 2030), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zamboni, Amico, Pigoni, Zappaterra
Emendamento 1, a firma del consigliere Mastacchi
Nella sezione "Evidenziato che" nel primo capoverso dopo le parole "al recupero" inserire le parole "delle sorgenti abbandonate e"
(Respinto)
Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno
Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
INTERROGAZIONI
7502 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle ricadute economiche che il meccanismo del payback sui dispositivi medici potrebbe produrre sulle aziende del comparto sanità. A firma del Consigliere: Mastacchi
7503 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Regione intenda mettere in campo per salvaguardare i lavoratori dello stabilimento Tecnosuperiore di Gualtieri (RE). A firma del Consigliere: Amico
7506 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità connesse con il numero di dimissioni presentate da medici specialisti in forza all'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri
7507 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni da intraprendere per garantire il ripristino dell'impianto di messa in sicurezza del Fosso della Castellina, corso d'acqua del comune di Alto Reno Terme (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti
INTERPELLANZE
7504 - Interpellanza relativa alla predisposizione di interventi atti a prevenire gli incidenti che coinvolgono la fauna selvatica, in particolare i due nuclei di daini di Lido di Classe (RA) e Lido di Volano (FE), soprattutto alla luce della disponibilità a collaborare manifestata da ANAS. A firma della Consigliera: Gibertoni
7505 - Interpellanza relativa alla modifica, operata a livello nazionale, della normativa sull'uso di munizioni al piombo all'interno o in prossimità di zone umide e alle eventuali ricadute in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni
(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 15 prot. NP/2023/760 del 11 ottobre 2023)
LA PRESIDENTE |
I SEGRETARI |
Petitti |
Bergamini - Montalti |