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SEDUTA DI MARTEDÌ 24 OTTOBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7537

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia la tendenza delle aggressioni al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e se la Regione ritenga che le azioni messe in campo finora abbiano sortito effetti positivi ovvero sia necessario implementare ulteriori azioni. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

DONINI, assessore

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 7543

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a prestazioni sanitarie eseguite in assenza di autorizzazioni nella struttura di vicolo Bolognetti, a Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

DONINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 7534

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui “rimborsi alluvione”, con particolare riguardo ai tempi che vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 7538

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul progetto di rinaturazione del fiume Po previsto nel PNRR e sul ruolo che la Regione intende svolgere al tavolo di lavoro e nelle conferenze di servizio relative al progetto. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 7539

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli esami di brevetto cinofili secondo il regolamento regionale vigente in materia di Unità Cinofile. A firma della Consigliera: Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

STRAGLIATI (Lega)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

STRAGLIATI (Lega)

 

OGGETTO 7541

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul mancato indennizzo dei beni mobili delle abitazioni private alluvionate della nuova ordinanza commissariale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Fabbri, Dalfiume, Bulbi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RONTINI (PD)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 7542

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando verrà promulgata l’ordinanza dedicata alla ricostruzione delle aziende in Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 7545

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa ai disservizi verificatisi nella raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 7535

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul sostegno alla richiesta di 34 europarlamentari affinché la UE inserisca l’industria ceramica fra i settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti Ets. A firma della Consigliera: Pigoni, Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PIGONI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

PIGONI (BP)

 

OGGETTO 7540

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le autorizzazioni sulle nuove linee ferroviarie elettriche che dalla stazione di Reggio Emilia portano a Ciano D’Enza, Guastalla e Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

DELMONTE (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

DELMONTE (Lega)

 

OGGETTO 7536

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle misure per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento di cui alla L.R. 28/2019. A firma della Consigliera: Piccinini.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

TARUFFI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 7544

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere in che tempi verrà data esecuzione all’iniziativa per incentivare l’acquisto di alloggi da parte di giovani coppie, specifica per il Basso Ferrarese, in modo da corrispondere alle analoghe misure adottate per le aree montane aventi le stesse caratteristiche demografiche. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Rontini, Dalfiume

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

TARUFFI, assessore

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 7344

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”. (76)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI, relatrice della Commissione

FACCI, relatore di minoranza

PILLATI (PD)

CUOGHI (FdI)

ZAMBONI (EV)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,04

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 232 del giorno 24 ottobre 2023.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 10 ottobre.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Sono computati come presenti, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, e la consigliera Montalti, assenti per motivi istituzionali. La consigliera ha, altresì, informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Rainieri e l’assessore Colla.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 7537

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia la tendenza delle aggressioni al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e se la Regione ritenga che le azioni messe in campo finora abbiano sortito effetti positivi ovvero sia necessario implementare ulteriori azioni. A firma del Consigliere: Amico

PRESIDENTE (Petitti): Oggetto 7537: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quale sia la tendenza delle aggressioni al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e se la Regione ritenga che le azioni messe in campo finora abbiano sortito effetti positivi ovvero sia necessario implementare ulteriori azioni.

L’interrogazione è a firma del consigliere Amico. Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Torniamo su un tema che avevamo sollevato già in quel di maggio. Torniamo perché sono emersi nuovi dati relativi all’anno 2022. Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario ha indotto già nel 2020 ad adottare un disegno di legge, che ha introdotto obblighi di tutela del personale dipendente da parte delle strutture di sanità pubblica.

Secondo quanto riportato di recente dagli organi di informazione, le aggressioni verbali e fisiche agli operatori sanitari sono all’ordine del giorno. 189 le segnalazioni di violenze verbali o fisiche nel 2022, anche in Provincia di Reggio Emilia, tanto che la ASL è stata costretta a una serie di misure per rilevare i casi, dare supporto psicologico e mettere in campo una campagna di sensibilizzazione.

Nel testo riporto come queste aggressioni, a partire dal 2019, abbiano visto una crescita sempre più drammatica. Sappiamo che la Regione Emilia-Romagna ha predisposto indicazioni adattate al contesto operativo regionale. In particolare, con l’ultima nota del febbraio 2020 sono state trasmesse alle aziende sanitarie le linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e sociosanitari, chiedendo alle singole aziende di attivare gli interventi calandoli nella realtà aziendale e valutando le modalità che meglio garantiscano l’efficacia degli interventi e segnalare eventuali problematiche.

Tutte le aziende hanno implementato queste linee di indirizzo ed è in fase di collaudo, presso un’azienda sanitaria della Regione, un sistema di segnalazione informatizzato, Segnal-ER, che raccoglierà con scheda specifica, in sostituzione di una cartacea, le segnalazioni di aggressione provenienti dalle varie aziende sanitarie per un’analisi e un controllo tempestivo del fenomeno, lasciando alle stesse la gestione del singolo episodio e le misure di prevenzione e protezione conseguenti.

Questi interventi di tipo tecnologico, con sistemi di allarme, videosorveglianza e sistemi selettivi per l’accesso in determinate aree e organizzativi, dovrebbero limitare questo fenomeno.

A Reggio Emilia però c’è stato un caso eclatante, che a fine giugno un paziente ha distrutto parte del Pronto Soccorso di Guastalla. È sicuramente stato un caso limite, ma le aggressioni al personale continuano a essere numerosissime, in particolare al pronto soccorso del Santa Maria Nuova nel reparto di pediatria.

Tengo a sottolineare che gli aggressori per la maggior parte sono pazienti e familiari non stranieri.

In questo quadro, appunto, chiediamo quale sia la tendenza delle aggressioni al personale sanitario e sociosanitario nel corso del 2023, essendo i dati risalenti al 2022, e se la Regione ritenga che le azioni messe in campo finora abbiano sortito effetti positivi, ovvero se è necessario implementare con ulteriori azioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Amico.

Come anticipato dal consigliere, nella nostra Regione è in corso l’implementazione del sistema informatizzato Segnal-ER per la raccolta di segnalazioni in tema di aggressione al personale sanitario. Le aziende sanitarie stanno provvedendo sempre al caricamento dei dati in continua evoluzione.

Questo sistema sarà di rilevanza strategica, perché ci permetterà in tempo reale una valutazione del fenomeno al fine di intervenire in maniera ancora più efficace, selettiva e mirata.

Si sta svolgendo un calendario di incontri per ogni azienda sanitaria per la formazione e l’uso della piattaforma, che si concluderà nel 2023 e anche per un confronto e un dialogo con gli operatori sanitari.

Nel 2024, una volta effettuata la formazione, ogni azienda dovrà utilizzare la piattaforma per l’inserimento delle segnalazioni.

Sarà inoltre garantito per il 2023 un flusso informativo dei dati relativi alle aggressioni nella sanità pubblica e privata accreditata.

Per quanto riguarda il caso relativo al riconoscimento delle aggressioni fisiche, quali infortuni, il dato è ancora aggiornato al 2021 in quanto i flussi informativi INAIL Regioni, relativo al 2022, saranno rilasciati entro la fine dell’anno corrente.

L’analisi dell’andamento infortunistico in Regione Emilia-Romagna negli anni 2011-2021 è sostanzialmente stabile e rappresenta circa il 2 per cento degli infortuni totali riconosciuti in sanità.

Premesso che il dato infortunistico è invariato rispetto al biennio esaminato, il motivo per cui le segnalazioni e i verbali sono in netta crescita è da ricercare anche nella maggiore sensibilità, maturata dagli operatori a seguito della formazione specifica della segnalazione di questo rischio, effettuata per l’introduzione del sistema informativo.

L’attenzione della nostra Regione rimane alta e a fine 2022 sono stati stanziati fondi specifici per operare un costante controllo del fenomeno all’interno delle aziende sanitarie. In particolare, si prevede il finanziamento specifico inerente alla prevenzione delle aggressioni nei confronti degli operatori sanitari, il loro supporto psicologico relativo ai disagi lavorativi, attraverso il percorso stabilito dal medico competente, dell’importo complessivo di 173.000 euro.

Chiudo dicendo che è in fase di pubblicazione il bando di gara per la realizzazione di un corso di formazione a distanza per tutti gli operatori sanitari della Regione, orientato alla migliore conoscenza del fenomeno aggressioni, con particolare attenzione agli aspetti di prevenzione, anche tramite una maggiore attenzione agli aspetti comunicativi e comportamentali. Continua infine la collaborazione con le diverse Prefetture, per promuovere attività di prevenzione e garantire, in caso di necessità, un intervento integrato e tempestivo delle forze dell’ordine.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sono soddisfatto della risposta, perché la lettura puntuale (mi auguro che avvenga quanto prima con questa implementazione) ci consente anche di dare maggiore rilevanza a questo tema, che credo sia anche uno degli elementi alla base di quello che stiamo leggendo in questi giorni sulla stampa rispetto all’allontanamento  di personale sanitario nelle nostre strutture pubbliche, proprio perché sottoposto a uno stress così importante e pesante da parte di cittadini e cittadine, che evidentemente deve trovare modo di essere in qualche maniera contenuto e indirizzato.

Bene i fondi specifici per la prevenzione, bene la formazione a distanza. Chiedo e credo che, se noi riuscissimo nel corso del tempo ad avere anche una lettura, quindi magari in un secondo momento che non sia quello di oggi, possano essere letti con maggiore precisione i dati ASL per ASL e arrivare anche a una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, mirata per quanto riguarda questo fenomeno, credo che possa essere un modo anche, oltre che dare delle risposte di carattere concreto ai nostri sanitari, per farli sentire in una qualche maniera ricompresi in un’attenzione che rischia invece di essere troppo stressante per loro e fonte di allontanamento, che non possiamo permetterci, date le condizioni.

Mi auguro che nella discussione che faremo nel corso di queste giornate, proprio sul progetto di legge da inviare alle Camere sulla Sanità e anche negli altri atti, noi possiamo tener conto anche di questo aspetto. La vicenda per quanto riguarda la sanità è sicuramente di carattere finanziario, ma ha anche a che fare molto con il reperimento, il reclutamento del personale e anche le condizioni attraverso le quali noi lo riusciamo in qualche maniera a tenere all’interno delle nostre strutture.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7543

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a prestazioni sanitarie eseguite in assenza di autorizzazioni nella struttura di vicolo Bolognetti, a Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 7543: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito a prestazioni sanitarie eseguite in assenza di autorizzazioni nella struttura di vicolo Bolognetti, a Bologna, a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Assessore, questa è una storia anche con immagini. Le faccio questo regalo oggi. Torniamo a parlare di quello che succede in vicolo Bolognetti, a Bologna, dato che la volta scorsa è stato preso alla sprovvista, in un certo senso c’era stato un fraintendimento, e la mia interrogazione ha avuto risposta il giorno successivo. In questo caso, mi sono premurata di mandargliela per tempo.

In vicolo Bolognetti il Comune di Bologna ha affidato dal 2017 gratuitamente al collettivo Làbas, tramite l’associazione “Nata per sciogliersi”, una cordata di associazioni, tra cui ARCI e Legambiente, un grande spazio pubblico per attività sociali e culturali. Chi vive a Bologna conosce bene questa realtà.

Da maggio 2019 ha aperto il Laboratorio Salute Popolare, in collaborazione con gli studenti di Medicina del Gruppo Prometeo, nel quale vengono svolte visite e prestazioni mediche, come ampiamente riportato dalla stampa. Tutte le foto ‒ che farò vedere anche al Consiglio, anche a lei, assessore ‒ provengono, chiaramente, dal sito, dalla pagina Facebook di Laboratorio Popolare.

Qui, ad esempio, il 1° agosto Ivan cambia una medicazione di una ferita post-chirurgica. Non voglio fare la precisina, ma non esiste un telo sterile, senza mascherine, senza camice, e non sappiamo se è un medico o un infermiere. Sicuramente non è iscritto all’Ordine dei medici di Bologna.

A maggio 2020 comincia la raccolta di farmaci per il Laboratorio Salute Popolare, che saranno distribuiti a chi accede in ambulatorio. Questi sono i farmaci.

A giugno 2020 inizia il crowdfunding per l’acquisto di un elettrocardiografo. Un’iniziativa importante. Nel frattempo, il Laboratorio Salute Popolare manifesta due volte sotto la Regione contestando la vostra politica e di fatto nel 2024 entra dentro questo ambulatorio anche questo strumento molto importante.

Poi andiamo avanti, perché l’8 luglio 2020 viene mostrato con orgoglio la farmacia piena del Laboratorio Salute Popolare. Dentro c’è un po’ di tutto, antibiotici, farmaci per la pressione, farmaci da distribuire con ricetta medica e fanno capolino anche gli oppioidi che andrebbero tenuti sotto chiave. Questa è la testimonianza che c’è sempre sul sito… No questo su pagina Facebook.

L’11 febbraio 2021, con buona copertura della stampa, viene annunciato il tampone sospeso negli spazi di Vicolo Bolognetti. Lì il personale medico e infermieristico effettua tamponi gratuiti ai lavoratori, una trentina per ogni giorno di apertura, tamponi che proseguono a marzo, quando eravamo in zona rossa, numeri che di settimana in settimana crescono fino a diventare uno screening settimanale.

A febbraio 2022 apre l’Ambulatorio Odontoiatrico Popolare.

A maggio 2023 apre l’Ambulatorio Ginecologico, così viene annunciato.

Il 21 giugno, assessore, in quest’aula in realtà lei aveva apprezzato il lavoro che era stato svolto solamente per i tamponi in maniera coordinata con il Dipartimento della salute pubblica durante le fasi della pandemia e in realtà qui cominciava un po’ tutta la questione della nostra, della mia domanda di Forza Italia, su tutti i vari servizi che vengono fatti dentro Làbas. Lei affermava, giustamente, che non c’era autorizzazione se non per l’Ambulatorio Odontoiatrico.

Tutte le foto che ho fatto vedere, ovvero l’ambulatorio medico non è autorizzato, i tirocini degli studenti di Medicina non sono autorizzati, la distribuzione di farmaci soggetti a prescrizione medica non sono autorizzati, i tamponi non erano autorizzati e le visite ginecologiche, che dovrebbero essere già partite o comunque partire a breve, non sono autorizzate.

I tamponi erano eseguiti in un periodo nel quale ne era vietata dalla Regione la vendita. I laboratori che volevano essere autorizzati dovevano sottostare a rigidissimo iter autorizzativo. Ogni positività andava segnalata e veniva presa in carico dall’ASL.

Alla Regione all’ASL di Bologna non risultano tamponi fatti in Vicolo Bolognetti. Non sappiamo se i positivi venivano mandati a casa con una pacca sulla spalla, o se continuavano a lavorare. Non sappiamo che certificato veniva rilasciata e non sappiamo che usi ne sono stati fatti.

Il laboratorio, in realtà, in questo momento ha anche pubblicizzato un pronto soccorso Coronavirus in Vicolo Bolognetti e di fatto, faccio una battuta, il primo pronto soccorso privato in Regione proprio deriva da Làbas.

Dato che lei, assessore, in realtà, mi aveva risposto il 20 giugno che non c’erano autorizzazioni, io le chiedo che i controlli siano stati fatti da quando io ho evidenziato questa situazione così impegnativa all’interno di Làbas, che è l’Ente preposto ad effettuare i controlli.

Spero che ci sia stata un’ispezione a settembre soprattutto per verificare l’ammissibilità di un ambulatorio ginecologico. Vorrei capire se questo di fatto sia stato autorizzato e se vi sia un’autorizzazione per un eventuale ambulatorio ginecologico.

Io non credo che sia normale che un poliambulatorio venga aperto alla luce del sole e che addirittura eroghi prestazioni sanitarie coordinandosi evidentemente con la sanità regionale per quanto riguarda i tamponi, senza avere la minima autorizzazione, senza che nessuno tra Regione, ASL e Comune di Bologna, anche sapendo della mancanza, decida di muovere un dito.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Castaldini. L’altra volta ci fu questo disguido rispetto alla presenza o meno del question time, stavolta lei ha mandato la documentazione completa il giorno prima. Io però le dico quello che anche l’altra volta ho tentato di dire, cioè che la vigilanza su questo tipo di attività e questa tipologia di strutture sanitarie è ovviamente in carico al servizio di Igiene e sanità pubblica dell’AUSL di Bologna.

Lei giustamente è qui, interroga la Regione per quello che attiene gli atti ispettivi, però non possiamo in questa sede non richiamare la titolarità e la competenza degli stessi in capo all’AUSL di Bologna.

Le attività di vigilanza sono di solito pianificate in base a quanto autorizzato e in funzione della tipologia di autorizzazione sempre dall’ASL competente. Nello specifico (questo è un punto fermo che richiamava anche lei) il laboratorio Salute popolare è stato autorizzato come ambulatorio odontoiatrico il 15 febbraio 2022, a seguito ovviamente del parere espresso dalla Commissione Esperti, redatto il 9 febbraio 2022.

In quell’occasione è stato fatto un sopralluogo, che ha evidenziato la presenza di tutti i requisiti necessari per l’autorizzazione in questione e quindi l’autorizzazione è stata rilasciata.

Dopo questa data il qui presente non ha notizie di nessun altro sopralluogo, né sono pervenute segnalazioni puntuali in merito alla presenza di eventuali attività sanitarie presso i locali ubicati in vicolo Bolognetti, se non quelle che ha rappresentato lei oggi con adeguata documentazione.

Quindi, io non posso fare altro che, alla luce di questa sua segnalazione, ripeto, assai documentata, richiedere all’ASL un sopralluogo già nei prossimi giorni presso la struttura, per verificare gli aspetti a cui si fa riferimento nel testo dell’interrogazione, ritenendo tale azione un atto dovuto da parte mia, ma anche e soprattutto da parte dell’ASL.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie. Ci sono voluti molti mesi. Sono soddisfatta che la politica prenda una decisione e si responsabilizzi di fronte anche a tante cose che accadono e a tante stranezze, che evidentemente non sono state autorizzate.

Per quanto mi riguarda, anch’io porterò la risposta che lei mi darà. Il nostro ruolo, il nostro compito insieme è quello di andare in Procura ed evidenziare il fatto che all’interno di quell’ambulatorio vengono fatte cose che non sono autorizzate.

Sono contenta che la Regione sottolinei con la stessa importanza le parole che ho riportato in quest’aula.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7534

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui “rimborsi alluvione”, con particolare riguardo ai tempi che vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 7534: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sui “rimborsi alluvione”, con particolare riguardo ai tempi che vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno.

L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Premesso che con l’ordinanza regionale n. 95 di giugno 2023 il commissario per la gestione dell’emergenza, Stefano Bonaccini, ha chiarito l’applicazione dell’ordinanza n. 999 del Dipartimento nazionale della Protezione civile, dopo un confronto con Comuni e professionisti. L’ordinanza stabiliva le procedure semplificate per i risarcimenti a cittadini e professionisti in merito alla richiesta dei contributi per un immediato sostegno, soprattutto per chi con l’alluvione ha perso tutto o quasi.

Il contributo di immediato sostegno era stato pensato fin dall’inizio come una misura rapida, articolata in un acconto di 3.000 euro erogato in virtù dell’appartenenza alla zona rossa, senza bisogno di documentazioni particolari, seguita, poi, da un eventuale saldo, per altri 2.000 euro, nel caso in cui le spese sostenute fossero state maggiori dell’acconto.

Alla prova dei fatti, le cose stanno andando diversamente, infatti in cinque mesi solo 101 beneficiari hanno ricevuto per intero quei 5.000 euro a famiglia promessi e subito stanziati quando ancora la Romagna affogava e cercava di liberarsi dall’acqua. Un migliaio di pratiche di saldo sarebbero incagliate tra Comuni e Regione a causa della laboriosità e complessità dell’esame analitico della documentazione presentata dai cittadini. Pratiche con pile di scontrini, fatture, distinte di bonifico dei cittadini che in questi cinque mesi hanno speso i propri risparmi per cercare di rimettere in sesto le proprie case confidando anche in altrettanto immediato rimborso.

Stando alla rendicontazione mensile della Protezione civile, alla data del 6 ottobre erano 1.156 le domande di saldo che i Comuni hanno caricato sulla piattaforma, ma solo 254 sono state istruite positivamente, sono passati allo step regionale.

In lavorazione ancora nei Comuni restano 902 domande, mentre la Regione poi ha caricato 254 domande, ma di queste solo 101 sono state istruite e di conseguenza pagate. Le rimanenti 153 attendono ancora di passare allo step successivo.

I cittadini lamentano diverse contraddittorietà nella procedura che ha portato a negare, ad esempio, l’emissione del rimborso perché, avendo acquistato una lavatrice a rate, per esempio, non è stato ancora pagato per intero, pertanto non sarebbe rimborsabile, né possibile accedere ad un fondo per estinguere il finanziamento acceso. O ancora, se a essere finito sott’acqua è stato il garage, che è una pertinenza e non un’abitazione, non è possibile portare al rimborso alcun intervento sostenuto per ripulire quel locale dal fango e dal contenuto danneggiato ma occorrerà anche qui attendere l’ordinanza di Figliuolo per i privati e i rimborsi al 100 per cento.

Si chiede quindi alla Giunta quali sono i motivi che stanno ostacolando le modalità innovative alla procedura sperimentale, che doveva dare delle risposte così rapide, caratterizzate dalla celerità del flusso di cassa, sottolineate il primo giugno dal presidente dell’Emilia-Romagna, Bonaccini, e dalla sua vice Irene Priolo.

Che tempi vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno, considerando che ad oggi 23.464 acconti, per un totale di 70.485.000 euro, sono stati liquidati solo 101 saldi per 193.721 euro.

Quindi, commentando l’immediato sostegno, qualcosa non ha funzionato e io credo che si debba intervenire.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Dopo le fornirò anche la risposta, ma andrei a braccio.

Io dico per fortuna che è esistito l’immediato sostegno, il quale, in questo momento, ogni giorno incrementa il Fondo di liquidazione, nella risposta che le avevo preparato ieri eravamo a 70 milioni 617, questa mattina siamo già a 70 milioni e 840.000 euro dati in acconto.

Dico meno male perché, attraverso questo contributo, si possono attualmente coprire alcune spese che, con la futura ordinanza del Commissario, non sono copribili. Faccio riferimento quindi non soltanto da questo punto di vista a ciò che dirò alla consigliera Rontini dopo, quindi al mobilio, ma con l’ordinanza per la prima volta in maniera speditiva abbiamo consentito di coprire l’abbigliamento delle persone, mai coperto in precedenza, ma anche il materiale didattico per i propri figli a scuola.

Da questo punto di vista, anche l’innovazione che abbiamo introdotto è rispetto alla tipologia di spese che abbiamo ammesso e quelle che stanno in questo momento aggravando la verifica da parte dei Comuni. Nel momento stesso in cui i Comuni passano la documentazione alla Regione, noi non la filtriamo, la inoltriamo, e il dato a ieri di pratiche correttamente lavorate trasmesse dalla Regione del saldo erano di 258, a fronte di 23.539 domande di acconto.

Va anche detto che, alla luce delle richieste stesse che hanno fatto i Comuni, abbiamo per il tramite del Dipartimento prorogato i termini di presentazione sia dell’acconto che del saldo. Questo perché molti cittadini ci hanno chiesto di poter posticipare questa data, alla luce del fatto che alcuni interventi non si potevano ancora realizzare nelle proprie abitazioni, vista l’umidità che ancora le case gettavano fuori.

Il termine previsto ad agosto è stato quindi spostato per l’acconto a ottobre e conseguentemente anche quello del saldo è stato posticipato.

Se lei ci pensa, 1.000 domande rispetto alle quasi 24.000 di acconto vuol dire che i cittadini in questo momento stanno ancora raccogliendo la documentazione e la stanno presentando. Non mi sento in questo caso di andare a colpevolizzare i cittadini nella complessità della documentazione che devono presentare.

Io ritengo che aver già oggi liquidato più di 70 milioni di euro ai nostri cittadini senza chiedergli la documentazione sia stato un notevole passo avanti. Non sarà così, ma non perché ci sia un istinto vessatorio da parte del Commissario, con le ordinanze successive, ma ricordo che le ordinanze successive prevedranno la presentazione della perizia. Per cui, un aspetto, dal punto di vista anche amministrativo, più complesso. È ovvio che in alcuni casi le domande di saldo stanno incontrando anche una verifica attenta, per la quale le spese che non sono ammesse non possono essere rendicontate.

Sulle pertinenze mi permetto di dire che, in realtà, è stato molto chiaro il passaggio. La presentazione della domanda sulle pertinenze era ammissibile soltanto qualora nelle pertinenze ci fosse una parte fondamentale del funzionamento della casa, quindi gli impianti elettrici piuttosto che il riscaldamento. Diversamente, le pertinenze non erano ammesse in questa prima tranche, perché l’obiettivo era consentire ai cittadini di poter ritornare immediatamente nell’abitazione. Se l’abitazione era stata colpita soltanto nella pertinenza, è ovvio che la pertinenza non è quella che risolve il problema di tornare nella propria abitazione.

Per cui, è ovvio che c’è una complessità. Di fronte a 23.000 pratiche, che non sono ancora l’interezza, i Comuni, ovviamente, stanno facendo del loro meglio e stanno assolutamente mandando avanti le domande. Devo dire che, secondo me, però, questa pratica ha funzionato. È una pratica che è stata introdotta per la prima volta in Emilia-Romagna e che, a mio avviso, il Dipartimento nazionale utilizzerà anche nelle prossime emergenze nazionali. Non necessariamente, spero, soltanto in Emilia-Romagna, ma anche in altre realtà.

Che dire? Di fronte a un’innovazione dovremmo anche guardare cosa non ha funzionato per migliorarla.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, vicepresidente. Non era tanto la bontà del provvedimento che io ho “criticato”, contestato, ma la procedura, che risulta essere molto lenta. Credo che, in un caso come questo, dopo più di cinque mesi, il fatto che siamo a una percentuale così bassa di liquidazione sia la dimostrazione che le cose stanno andando un pochino troppo a rilento rispetto al tipo di provvedimento.

Molto bene, invece, credo, la proroga, perché darà la possibilità sicuramente a tante persone, a tanti cittadini che non hanno avuto la possibilità ancora di fare questa domanda, di chiedere, di rendicontare, di poter entrare ancora in questa opportunità, che, comunque sia, al di là della lunghezza del procedimento, risulta positiva, come ha detto lei.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

 

OGGETTO 7538

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul progetto di rinaturazione del fiume Po previsto nel PNRR e sul ruolo che la Regione intende svolgere al tavolo di lavoro e nelle conferenze di servizio relative al progetto. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 7538: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul progetto di rinaturazione del fiume Po previsto nel PNRR e sul ruolo che la Regione intende svolgere al tavolo di lavoro e nelle Conferenze di servizio relative al progetto.

L’interrogazione è a firma della consigliera Zamboni. Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Come ha già anticipato lei, questa interrogazione di attualità a risposta immediata in aula fa riferimento al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza rispetto all’investimento finanziato con 357 milioni per la rinaturazione dell’area del Po, un progetto sicuramente di grande impatto positivo per il miglioramento dell’ecosistema fluviale, della sicurezza idraulica e della qualità della vita per chi vive in quelle zone, o le visita come turista.

L’azione per il Po è l’unico grande investimento del PNRR destinato alla promozione e tutela della biodiversità se si escludono alcune azioni di tutela degli ecosistemi marini ma di portata inferiore.

Il progetto prevede la rinaturazione di 56 aree lungo l’intera asta fluviale del Po, includendo il delta in base a cinque tipologie di interventi: riqualificazione; riattivazione e riapertura di lanche e rami abbandonati; riduzione dell’artificialità dell’alveo; riforestazione diffusa naturalistica; contenimento di specie vegetali alloctone invasive.

Va ricordato che nel corso del 2022 l’Autorità di Bacino Po, quindi ADBPO, in collaborazione con l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, quindi l’Agenzia a cui fanno capo tutte le Regioni toccate dal fiume, e proprio con il supporto delle Regioni coinvolte, ha sviluppato il programma d’azione relativo al progetto.

Successivamente quest’anno l’agenzia Integrata per il Po è stata individuata come soggetto attuatore del programma ed ha prodotto un primo Piano di fattibilità per cinque delle 56 aree previste.

Il 15 settembre scorso, in sede di Conferenza dei servizi sul Piano di fattibilità presentato da AIPO, sono state espresse numerose contrarietà che hanno spinto AIPO stessa a comunicare al Ministero dell’ambiente che le criticità emerse non consentono al soggetto attuatore di perfezionare la determinazione conclusiva e proseguire nell’attuazione dell’intervento. Contrarietà che si sarebbero concentrate, per quanto è nelle disponibilità del Gruppo di Europa Verde, sugli obiettivi del progetto, sull’uso del territorio, gli interessi legati all’agricoltura.

In particolar modo le maggiori critiche sono state portate al Tavolo di lavoro sul Piano di fattibilità dalla Regione Lombardia, da Coldiretti e Confagricoltura, che hanno criticato il progetto in quanto penalizzerebbe settori economici vitali, l’attività agricola, colpendo in primo luogo la pioppicoltura.

Va ricordato che la pioppicoltura è un sistema di attività agricola ad alta intensità di impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici.

Le perplessità sono state sollevate anche sui benefici ambientali che il progetto di rinaturazione comporterebbe. Per tutti questi motivi è stata avanzata la richiesta di una profonda revisione del progetto.

Di fronte alla richiesta di sospendere la realizzazione del progetto, il WWF Italia, che è stato il primo proponente insieme ad ANEPLA, l’Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei e Affini, ha scritto al Ministro dell’ambiente, Pichetto Fratin, e al Ministro per gli affari europei, Fitto, chiedendo un intervento affinché il progetto non venga in alcun modo bloccato, rivisto od ostacolato e sia realizzato nei tempi previsti dal PNRR.

Ricordiamo in particolar modo la appresa disposizione del WWF, che ha sottolineato come il progetto risponda a una diffusa esigenza di valorizzazione del nostro più grande fiume, testimoniata dall’istituzione di aree MAB Unesco.

Gli interventi sono stati accuratamente individuati, le aree sottoposte a revoca della concessione demaniale sono perlopiù isole del fiume, cioè si trovano all’interno del suo alveo e costituiscono un’estensione irrisoria per la pioppicoltura.

Va ricordato che il progetto di rinaturazione del Po si iscrive all’interno di politiche e obiettivi indicati dall’Unione europea, contribuendo al raggiungimento degli impegni della Strategia europea per la biodiversità. Nei progetti sono previste azioni concrete di adattamento ai cambiamenti climatici.

Infine, bisogna evitare che la revisione del progetto e il conseguente allungamento dei tempi di realizzazione mettano a rischio il finanziamento dell’intero programma. Il PNRR prevede infatti rigorose scadenze, secondo le quali l’investimento deve raggiungere, entro giugno 2024 e marzo 2027, la riduzione delle artificialità dell’alveo rispettivamente di almeno 13 e 37 chilometri, e la realizzazione di almeno 337 ettari di bosco e 1.500 ettari di aree umide.

Ricordo infine che era stata avanzata la richiesta al Comitato scientifico di un’azione di monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori, affinché si possa valutare con precisione l’efficacia degli interventi.

Alla luce di tutto questo, Europa Verde chiede alla Giunta se non ritenga necessario operare affinché il piano non venga radicalmente modificato, quindi perda le sue caratteristiche di profonda riqualificazione ecologica del Po, quindi se intenda farsi promotrice della realizzazione dell’Osservatorio per il monitoraggio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: È evidente ed è assurto anche agli albori della cronaca come la Conferenza dei servizi abbia portato alcune osservazioni critiche, ma non soltanto da parte degli stakeholder e di alcune associazioni di categoria. Devo dire alla consigliera che anche il Ministero dell’agricoltura si è espresso negativamente rispetto a questo aspetto di impatto sui pioppeti. Quindi, è evidente che quando un Ministero, nell’ambito di un progetto, che è un progetto faro dal punto di vista del PNRR, pone delle questioni – noi l’abbiamo detto anche in sede di cabina di regia con il Ministero dell’ambiente – non possiamo non tenerne conto. Lo stesso Ministero dell’ambiente bisogna che ne tenga conto, come è necessario che nell’ambito delle divergenze a livello nazionale i Ministeri superino alcune difficoltà.

Va da sé che, nell’ambito delle cinque schede che sono state proposte all’interno della Conferenza di servizi, il lavoro che è stato portato avanti ha incluso aree che non erano neanche comprese nel piano di azioni iniziale del progetto. Questo ha fatto sì che le cinque schede stesse abbiano determinato una crescita dell’importo del valore del progetto da 60 a 130 milioni di euro in conseguenza degli espropri e degli indennizzi che noi avremmo dovuto portare avanti nelle aree a pioppeto. Lo sottolineo perché questo è un aspetto che aggrava la possibilità del successo del progetto stesso, perché ci allontana dalla possibilità di raggiungere gli obiettivi.

Quello che stiamo proponendo all’interno della cabina di regia, perché tutte le Regioni hanno espresso la volontà di portare avanti questo progetto, per noi è fondamentale, da tutti i punti di vista, non soltanto per quelli che ha sottolineato lei, ma anche per i nostri progetti sulla decarbonizzazione che vada avanti questo percorso è fondamentale, è che è anche emersa la contraddittorietà rispetto al fatto che molti impianti a pioppeto abbiano ricevuto addirittura dei finanziamenti del PSR, per cui noi oggi andremmo ad espropriare aree che in questo momento hanno ricevuto un finanziamento statale con un altro finanziamento, togliendo dei pioppeti e mettendo un ambito di rinaturazione. Per cui, quello che stiamo valutando è quello di mettere un vincolo a fine ciclo di vita dei pioppeti, che già è un grandissimo salto di livello, fare nell’ambito delle aree demaniali coinvolte dal progetto oggi a pioppeto, quindi porre questo vincolo, ma far completare il ciclo di vita, e concentrarsi, invece, in quelle aree demaniali che oggi non hanno sopra le coltivazioni a pioppeto e che, quindi, secondo il nostro avviso, devono andare avanti in maniera molto intensa e rapida. Questo è quello che abbiamo proposto, in sede di cabina di regia, anche al Ministero dell’ambiente, posto che gli interventi rispetto alla morfologia dell’ambito del Po, alla riapertura delle Langhe e quant’altro stanno andando avanti. Per cui, stiamo comunque procedendo con il progetto. È evidente che si è posta una difficoltà e anche una difformità, da come era nato il progetto e come si è sviluppato. Quindi, anche questa difformità noi la dobbiamo ricomporre, perché non possiamo permetterci di non portare avanti questo progetto, anche perché questo progetto determina una condizionalità su tutti gli altri progetti del PNRR.

Per cui, lo stesso Ministero ci ha chiesto, da questo punto di vista, di procedere.

L’Autorità di bacino ha preso in carico la necessità di condurre, insieme ad AIPO, questa rivisitazione. AIPO, in sede di Conferenza dei servizi, non ha espresso un parere conclusivo. È stato neanche un parere, ma una sollecitazione interlocutoria che abbiamo sollevato all’interno della cabina di regia. Per cui, in questo momento stiamo rianalizzando il progetto per vedere come mantenere gli obiettivi ambientali; come in questo momento mettere in ambito di progetto aree che hanno una complessità e che sarebbero anche contraddittorie dal punto di vista dell’azione che vogliamo portare avanti, però con uno sguardo futuro, perché porre un vincolo sul futuro di queste aree che oggi hanno una destinazione di un altro genere è comunque un obiettivo molto importante, quindi chiusura di un ciclo di vita di quell’ambito lì, apposizione di un vincolo di rinaturazione per il futuro e impegno molto importante sulle aree demaniali che in questo momento, invece, sono a coltivazione classica e che quindi possono essere inserite e portate avanti, che anche nella nostra regione ci sono. Ci sono, quindi, più di 50 ettari in questo primo ambito che possono essere posti a rinaturazione, che quindi noi vorremmo che andassero avanti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la consigliera Zamboni. Prego.

 

ZAMBONI: Grazie, assessora.

Mi dichiaro parzialmente soddisfatta, così, in autotutela, nel senso che ero al corrente del fatto che il progetto di fattibilità per le prime cinque aree aveva previsto un aumento di costi non considerato nella fase iniziale di elaborazione del progetto.

Prendo atto positivamente che l’assessora definisca questo progetto fondamentale e quindi ci sia la volontà di tutelarlo, che si vada avanti per quanto riguarda le aree demaniali a coltivazione classica, che coprono 50 ettari. Nella analisi del progetto rispetto alla pioppicoltura, il fatto di chiudere il ciclo di vita è la soluzione minima, nel senso che si rinvia comunque la rinaturazione dei luoghi oggi caratterizzati da pioppicoltura.

Forse questo progetto, le difficoltà che ha incontrato nella sua realizzazione, al di là di errori che ci possono essere stati a monte, nello sviluppo del progetto di fattibilità sulle cinque aree, dovrebbe indurci a una riflessione anche a medio e lungo termine rispetto alla pioppicoltura, ai finanziamenti con i quali noi la sosteniamo. È una delle forme di coltivazione tra le più inquinanti, anche proprio come monocultura. Quindi, è il contrario della biodiversità, è il contrario del fare a meno dell’uso di sostanze chimiche in agricoltura.

Speriamo che nel prosieguo di realizzazione si riescano ad affrontare i temi e si porti a casa questo progetto, che per la nostra regione è fondamentale, anche alla luce del progetto di 4,5 milioni di nuovi alberi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

 

OGGETTO 7539

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli esami di brevetto cinofili secondo il regolamento regionale vigente in materia di Unità Cinofile. A firma della Consigliera: Stragliati

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7539: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa agli esami di brevetto cinofili secondo il Regolamento regionale vigente in materia di Unità Cinofile.

L’interrogazione è a firma della consigliera Stragliati. Prego, consigliera.

STRAGLIATI: Grazie, presidente. Buongiorno. Grazie, vicepresidente Priolo.

Parliamo di Unità Cinofile. È noto che tra i servizi resi alla popolazione da parte del volontariato di Protezione civile sono previsti anche gli interventi di Unità Cinofile per la ricerca di persone disperse in superficie o di persone travolte da macerie, in collaborazione con le Istituzioni, quali Enti locali, Prefetture e Forze dell’ordine.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, in collaborazione con il volontariato, ha elaborato un Regolamento di abilitazione delle Unità Cinofile da Soccorso, volto a migliorare l’organizzazione e la capacità operativa dei volontari, nell’intento di garantire sul territorio un livello e una qualità del servizio sempre più efficace.

Colgo l’occasione, in questa sede, per ringraziare tutti i volontari della Protezione civile, tutti gli istruttori, tutte le Unità Cinofile e ‒ perché no? ‒ anche i nostri amici a quattro zampe, che svolgono un lavoro veramente straordinario.

Questo Regolamento di abilitazione delle Unità Cinofile è finalizzato a certificare e a rendere operative le Unità Cinofile da Soccorso del volontariato e degli operatori cinofili degli Enti che ne fanno richiesta, nelle seguenti modalità e specialità di ricerca: ricerca di persone disperse in superficie e ricerca di persone travolte da macerie. Le prove vengono organizzate con cadenza annuale e verificano la capacità operativa della UCS e vengono certificate da commissioni dell’Agenzia regionale di Protezione civile.

Durante il periodo del Covid c’è stato il fermo di attività, quindi per due anni non è stato possibile organizzare sessioni di abilitazione di unità cinofile e contestualmente non sono state effettuate verifiche sulle effettive disponibilità da parte degli esaminatori formalmente riconosciuti.

Alla ripresa dell’attività è stata rilevata un’evidente necessità di aggiornare e implementare l’elenco ufficiale degli esaminatori regionali.

Nel giugno 2021 ‒ mi sembra giusto ripercorrere un po’ tutto il programma e tutta la cronologia degli eventi ‒ sono stati costituiti gruppi di lavoro denominati “sottocommissioni”. Una di queste sottocommissioni riguarda proprio la cinofilia.

In data 2 agosto 2021 si è tenuta la prima riunione della sottocommissione cinofilia nella quale sono stati individuati prioritariamente alcuni obiettivi, tra cui la riscrittura del Regolamento regionale in materia di unità cinofile della loro gestione.

Ci risulta però, in quanto poi le segnalazioni arrivano anche a noi consiglieri regionali di opposizione, che vi sia una bozza di DGR che vada un po’ a non riconoscere più il valore del brevetto regionale per quanto attiene il Regolamento che è stato in vigore fino ad ora.

Riteniamo che sia un Regolamento importante, che rappresenta un fiore all’occhiello e io so che la nostra Regione rappresenta un po’ un unicum a livello nazionale, che altre Regioni sono pronte a desumere questa realtà così virtuosa, e che vi sia l’intenzione, da parte della Giunta regionale, di riconoscere la validità di un brevetto nazionale che vada a sostituire di fatto l’abilitazione regionale.

Per cui le chiedo, Vicepresidente Priolo, come mai l’Agenzia regionale ha intenzione di rinunciare agli esami di brevetto cinofili secondo il Regolamento regionale vigente. Quali sono stati i motivi che hanno portato a questa decisione, tenendo conto anche degli investimenti effettuati negli ultimi anni per l’abilitazione dei formatori.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Vicepresidente Priolo, prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Le volevo fare tutta l’analisi degli atti amministrativi ma la consigliera li conosce meglio di me, quindi passo alla seconda parte della risposta della domanda.

Il quadro delineato dai provvedimenti, qua ho scritto sopra richiamati ma che lei ha citato, hanno lo scopo di valorizzare il ruolo delle associazioni di secondo livello attribuendo loro la certificazione della formazione ad eccezione di quanto previsto in capo all’Agenzia, poiché ritenuto strategico o attinente alle competenze proprie della stessa Agenzia in un’ottica di razionalizzazione complessiva della risorsa.

Ha ragione lei a dire che siccome non c’è un quadro normativo di riferimento nazionale, ogni Regione ha un approccio diverso rispetto a questo tema.

Nell’ambito di questo percorso di innovazione e partecipazione è stato predisposto un documento tecnico complessivo della formazione da porre alla base della revisione della parte formativa, prevista dalla DGR del 2014, quella contenente l’approvazione degli standard minimi per la formazione del volontariato di Protezione civile in materia di sicurezza e comportamenti di autotutela, tra cui il corso per cinofili volontari di supporto alla ricerca di persone disperse.

Nell’ultima riunione, tenutasi nella sera di venerdì 20 ottobre 2023, la Commissione permanente per la formazione del volontariato di Protezione civile ha espresso parere favorevole e votato l’approvazione del documento complessivo.

La modifica proposta si inserisce nel quadro normativo vigente, che assegna la responsabilità delle operazioni di ricerca alla Prefettura territorialmente competente, normalmente attuate per il tramite del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e lascia alla Protezione civile l’eventuale attività di supporto. qualora richiesta dal soggetto competente.

In particolare, la parte della proposta dedicata al percorso formativo per la ricerca delle persone prevede due moduli, uno base per i battitori a terra, a cui possono partecipare tutti i volontari operativi, e l’altro specifico, denominato “modulo formativo Unità Cinofila da Soccorso” (UCS), a cui possono partecipare volontari che hanno già frequentato il modulo base e sono in possesso di un attestato operativo di ricerca.

Nel corso della predetta riunione del 20 ottobre, la Commissione, viste le osservazioni pervenute, ha ritenuto opportuno rinviare ad una successiva, specifica analisi l’individuazione dei requisiti per l’accesso al modulo formativo Unità Cinofile da Soccorso.

Tale attività verrà effettuata con il coinvolgimento del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco entro 180 giorni dall’approvazione della nuova DGR sulla formazione, e avrà in oggetto, in particolare, le modalità ed i criteri di riconoscimento dell’attestato operativo sopra menzionato in una prospettiva di efficientamento della risorsa e di efficacia e tempestività.

Per noi è fondamentale in questo momento avere il confronto con i Vigili del fuoco, perché, come è stato specificato, sono loro che richiedono l’attività di supporto, per cui in questo momento non abbiamo assunto una decisione conclusiva, ma sarà questo confronto con i Vigili del fuoco a determinare la chiusura di questo percorso, perché anche per noi è molto importante, però è evidente che se non rientreremo in quelli che possiamo ritenere gli standard migliori da chi ci deve attivare, potremmo, invece che efficientare, commettere un errore.

Quando avremo effettuato questo confronto, consigliera, la informerò personalmente, così lei sarà edotta di come stiamo proseguendo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, vicepresidente Priolo. Lei è sempre molto disponibile ‒ è un merito che le riconosco ‒ anche con i consiglieri di opposizione e la ringrazio.

Sono soddisfatta in maniera parziale. Bene le interlocuzioni e tutte le riunioni della sottocommissione. Auspico veramente che il patrimonio che è stato investito fino in questo momento, sino ad ora non vada veramente disperso perché, come torno a dire, penso che rappresenti veramente un’eccellenza per la nostra Regione, e lo riconosco a voi. So che la Giunta ha investito oltre 300.000 euro presso il Comune di Fidenza per costruire un campo-macerie per i brevetti regionali da rilasciare in materia di ricerca sotto le macerie, che rappresentano anche un investimento significativo, quindi auspico veramente che anche tutti questi investimenti poi non vadano a sminuire o a far perdere di valore ai brevetti regionali che sino ad ora sono stati riconosciuti e rilasciati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

 

OGGETTO 7541

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul mancato indennizzo dei beni mobili delle abitazioni private alluvionate della nuova ordinanza commissariale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Fabbri, Dalfiume, Bulbi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7541: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul mancato indennizzo dei beni mobili delle abitazioni private alluvionate della nuova ordinanza commissariale, a firma dei consiglieri Rontini e Caliandro.

Prego, consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Il tema che ha anticipato lei è nuovamente, ahimè, quello dell’alluvione. Oggi con questo testo ci concentriamo su quella che dovrebbe essere la nuova attesa prima ordinanza che riguarda le residenze dei privati, le abitazioni dei privati. È un’ordinanza attesa, attesa nei territori, attesa dai Comuni e dagli Enti locali, ma soprattutto dalle famiglie e dai cittadini perché, come si diceva prima, come ricordava la vicepresidente rispondendo ad uno dei precedenti question time, ad oggi alle famiglie sono arrivati solo i soldi, i denari dei CIS, e quindi si attende questo atto per poter iniziare e procedere con le perizie che porteranno – questo è il nostro auspicio ed è quanto ci era stato promesso – al rimborso del 100 per cento dei beni persi a seguito dell’alluvione.

Ho voluto riportare nelle premesse dell’oggetto i numeri di quello che è successo, che per quanto riguarda la pioggia che è caduta in quelle ore voglio nuovamente citare anche in quest’aula, perché – lo sappiamo – la nostra memoria è sempre corta, quindi penso che faccia bene a tutti ricordare che durante sei giorni, nei due eventi, è piovuto sul nostro territorio per un totale di ottanta ore. L’Emilia-Romagna in un anno consuma 1,4 miliardi di metri cubi di acqua per uso civile, industriale e irriguo e in pochi giorni, su una porzione di territorio di 16.000 metri quadrati si sono rovesciati 4,5 miliardi di metri cubi di acqua, che sono ‒ l’abbiamo detto più volte ‒ l’equivalente di 128 dighe di Ridracoli.

Questo perché è inutile probabilmente evidenziare che il primo effetto di una quantità così grande di acqua, che si rovescia in poche ore nelle città, nelle case, nelle imprese, è quello, per quanto riguarda le abitazioni private, di ammalorare completamente quelli che sono i beni mobili, gli elettrodomestici, le cucine, tutto quanto è necessario anche a poter pensare di riprendere la vita in quelle case che sono state alluvionate in alcuni casi con diversi centimetri di acqua, in altri anche con alcuni metri cubi.

La settimana scorsa eravamo - mercoledì se non erro - in Commissione Terza dove, con l’assessore Calvano, abbiamo fatto il punto sulle misure prossime. Si parlava già di questa settimana che sarebbero state messe in atto dalla Regione per dare attuazione all’utilizzo dei primi 32 milioni di euro delle donazioni.

In quella discussione che abbiamo fatto in Commissione è venuto fuori che l’attesa bozza commissariale, di cui parlavo all’inizio dei question time, potrebbe non ricomprendere i beni mobili distrutti e danneggiati dagli eventi alluvionali.

È chiaro che si tratterebbe di un’ipotesi per il nostro territorio assolutamente da scongiurare. Ho utilizzato anche il termine “sciagurata” nel testo del question time, che riporto anche qui.

Quindi, con l’interrogazione di questa mattina sono a chiedere se sia a conoscenza la Giunta di informazioni che confermino le indiscrezioni circolate di cui si è parlato anche nei giorni scorsi in Commissione e soprattutto, nel caso, cosa si possa fare nell’interlocuzione con il Governo perché dia mandato alla struttura commissariale di prevedere anche il rimborso dei beni mobili - lo ripeto, elettrodomestici, cucina tutto quanto necessario alla ripresa di una normalità e di una quotidianità nelle case alluvionate - che sarebbe fondamentale per dare alcune certezze ai nostri cittadini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Ieri sera ero a Forlì. Era presente il consigliere Pompignoli. Abbiamo fatto un’Assemblea, che è finita quasi a mezzanotte, dove quello che lei ha detto, consigliera, è venuto fuori in maniera molto chiara. Ma avremo modo di tornare su che cosa è successo nella nostra regione quando anche l’aspetto umano di quello che ci ha colpito lascerà un po’ lo spazio e la razionalità dell’analisi degli eventi.

Detto questo, anche ieri io speravo che il ministro Pichetto Fratin ci desse una informazione positiva. C’è stato il Consiglio dei ministri, ieri. Anzi, speravo in due comunicazioni positive: lo stato di emergenza per Tredozio, quindi i Comuni terremotati, e la possibilità di inserire i mobili a finanziamento.

Abbiamo perso, hanno perso, è stata persa l’occasione di poterli inserire nella conversione del decreto n. 104. Avevamo fatto tutti emendamenti per inserire anche i mobili all’interno del risarcimento dei danni. È una anomalia. Belli o brutti che siano stati i percorsi fatti nel corso del tempo con il Dipartimento di Protezione civile, efficaci o non efficaci, i mobili sono sempre stati ricompresi all’interno di un’alluvione, perché ‒ come ha sottolineato lei, consigliera ‒ sono la prima cosa che viene ammalorata.

Quindi, non abbiamo compreso ‒ e continuo a non comprenderla ‒ la motivazione per la quale una cosa principale non sia stata ricompresa, creando, a mio avviso, anche una sperequazione tra le imprese e i cittadini. Paradossalmente, le imprese hanno il mobilio degli uffici riconosciuto, perché è un bene strumentale e funzionale all’attività, quindi ‒ dopo risponderò alla consigliera Evangelisti su quello ‒ sarà in questa ordinanza, ma al cittadino non viene riconosciuto il mobile che è funzionale alla ripresa della propria vita personale. E il cittadino è, al tempo stesso, anche un lavoratore di quell’azienda.

Questo, per noi, è un aspetto molto significativo, che può anche creare ulteriori tensioni sociali. Questa cosa ci preoccupa. Nell’ordinanza che stiamo discutendo con la struttura commissariale, di cui ribadisco qui, e lo sottolineo in ogni occasione, è comprovata la competenza, il confronto con la struttura commissariale, con il generale Ciotti, con tutti i tenenti colonnelli, che quotidianamente vengono nei nostri uffici, con cui ci confrontiamo, è eccellente, ma non possono fare quello che non è previsto nella norma. In questo momento, non sono previsti mobili.

Stiamo prevedendo di inserirli comunque come ricognizione nell’ordinanza, perché qualora nella Finanziaria dovessero essere ricompresi, ma ad oggi nella prima bozza di finanziaria non sono ricompresi, quindi speriamo di poter presentare degli emendamenti affinché ora per allora i cittadini che comunque presenteranno all’interno della perizia anche i mobili, possano essere risarciti.

Perché da questo punto di vista in un’alluvione è comprovato che, come ha detto lei, la cucina, piuttosto che gli elettrodomestici ma, come sottolineato prima, in questo caso è andato via tutto, gli arredi, gli abbigliamenti, tutto quello che era necessario. È da lì che si deve ripartire.

Quindi, continueremo a fare emendamenti sperando che vengano accolti.

Devo dire che non capisco questa scelta, non è motivata. Comprendiamo i beni mobili registrati, non sono mai stati compresi neanche nelle ordinanze di Protezione civile, quindi bene abbiamo fatto con la legge ad andare in questa direzione. Anche se il quantitativo e il numero di beni mobili registrati è, rispetto ad altre alluvioni, spropositato.

Questo dei beni mobili di casa francamente non ha nessuna razionalità. Non ha nessuna razionalità, perché si poteva fare come nel passato ponendo dei tetti per vani, dando quindi la possibilità in modo forfettario di avere un risarcimento.

Speriamo che questo venga compreso, che venga inserito il prima possibile nel primo veicolo normativo.

Per ora, come dicevo, nella conversione del 104 ma anche nella bozza, nel provvedimento della finanziaria, non ne abbiamo trovato traccia.

Non perdiamo la fiducia, siamo speranzosi ma è necessario che anche le componenti che sono presenti qui in aula ci aiutino, perché i cittadini sono di tutti.

Guardo anche la compagine di centrodestra. Non è una battaglia del Pd, questa è una battaglia per i nostri cittadini e la dobbiamo fare tutti insieme.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Le notizie che ha riportato in questa sede la vicepresidente non solo non mi confortano ma mi preoccupano, come preoccupano i nostri cittadini e le nostre cittadine. Perché, come ha detto lei ‒ sono le sue testuali parole ‒ si tratta di un’anomalia.

I beni mobili come elettrodomestici, cucine, tutto ciò che è necessario e funzionale alla ripresa della normalità, sono sempre stati ricompresi.

Quello che posso dire è che invito la vicepresidente, la Giunta, a fare tutto il possibile perché, di qui all’approvazione della manovra finanziaria, il Governo possa trovare le risorse per gli emiliano-romagnoli, per i romagnoli, per le terre alluvionate.

Per quello che mi riguarda, posso dire che continuerò con tutti gli strumenti che ho a disposizione, per quanto piccoli siano, a fare questa battaglia a fianco delle popolazioni alluvionate. Anticipo che nelle prossime settimane depositerò un ordine del giorno, una risoluzione, un atto legislativo, perché impegni, anche in vista di quella che sarà la discussione sul Bilancio, quest’aula a chiedere al Governo le risorse necessarie.

Bene che intanto nell’ordinanza ci sia la possibilità di periziarli, perché questo ci fa fare un passo avanti, però penso che abbiamo tutti noi il dovere di continuare a portare avanti questa battaglia e auspico che almeno su questa, almeno su questa, nel chiedere queste risorse, al nostro fianco, come diceva la vicepresidente, ci siano anche i colleghi di Centrodestra, che stanno con la maggioranza di Governo, soprattutto quelli delle terre alluvionate.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7542

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando verrà promulgata l’ordinanza dedicata alla ricostruzione delle aziende in Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 7542: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quando verrà promulgata l’ordinanza dedicata alla ricostruzione delle aziende in Romagna, a firma della consigliera Evangelisti.

Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il tema, come è stato detto, è ancora quello dell’alluvione. Per noi ovviamente trattare il tema dell’alluvione non significa combattere una battaglia, significa partecipare alla risoluzione di un problema da questi banchi come forza di opposizione e dai banchi del Governo agendo.

Noi riteniamo che il Governo in realtà lo stia facendo e, proprio per questo, chiediamo alla vicepresidente oggi informazioni circa il programma Sfinge, la piattaforma Sfinge che la Regione ha chiesto di utilizzare oggi anche per l’alluvione, che in precedenza ha utilizzato per la fase dei risarcimenti in costanza del terremoto.

Partiamo da alcune considerazioni che a noi preoccupano, invece, rispetto a una sorta di stanziamenti. Si parla di 830 milioni di euro, che il Governo ha stanziato a maggio scorso. Di questi, sono stati utilizzati 45 milioni, e chiediamo informazioni da tempo circa lo stato del territorio della regione, ovviamente non solamente per dare risposte ai cittadini che ce lo chiedono, ma anche per evitare e per cercare di contribuire a che questi fenomeni calamitosi non si verifichino più o, meglio, non abbiano gli stessi effetti o effetti di questa portata sui territori. Noi abbiamo qualche perplessità riguardo all’utilizzo parziale dei fondi che sono stati stanziati. Prendiamo atto e diamo atto sicuramente di una situazione di non semplice gestione.

Lei mi guarda con fare cagnesco, vicepresidente, ma le assicuro che da questi banchi c’è sempre e sicuramente disponibilità e collaborazione.

Qualcosa dirò in più nella risposta alla soddisfazione o meno. La richiesta, in realtà, è puntuale. Vorremmo sapere, rispetto alla scadenza così anticipata del 15 novembre, se sarà possibile per la Regione aprire questa piattaforma Sfinge, che è prodromica all’erogazione dei contributi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Vicepresidente Priolo, prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Non guardo mai in cagnesco, neanche i miei gatti. Non vi preoccupate. Ho un approccio sempre abbastanza... Sono molto stanca, perché ieri sera ho finito all’una.

Una precisazione. Bisogna dare le informazioni in modo corretto. È vero che c’è lo stanziamento con la legge n. 100 delle risorse che lei ha detto al commissario, ma le risorse non sono andate sul territorio a maggio. Bisogna che su questo facciamo chiarezza. La prima ordinanza sulle somme urgenze è di agosto, ed è sulle somme urgenze. I soldi a cui lei fa riferimento sono la liquidazione agli Enti territoriali e locali delle somme urgenze per cui hanno già fatto i cantieri. Stanno producendo la documentazione. È previsto un anticipo del 40 per cento e non del 100 per cento dei 289 milioni, a valere sul 2023. Il restante delle risorse è a valere sul 2024.

È stata recentemente firmata l’ulteriore ordinanza che riguarda solo i corsi d’acqua, di 233 milioni, per le opere urgenti. Ancora non ha visto la luce quella sulle strade. Abbiamo dato l’intesa, ma deve ricevere il visto della Corte dei conti.

Quindi, tra lo stanziamento e quando le ordinanze dispiegano effetto e vengono promulgate ed emanate c’è un po’ di differenza di lasso di tempo.

È complesso fare anche la documentazione sulle perizie dal punto di vista delle somme urgenze. Bisogna fare la contabilità, bisogna fare tutta una serie di lavori. Per 289 milioni. La Regione li ha già presentati. È quella che ha avuto già 37 milioni. Quindi, l’anticipo ci è stato dato.

Raccontiamo le cose per come la complessità ce le consegna.

Detto questo, Sfinge sarà operativa dal 15 novembre, lo confermo. La settimana scorsa la struttura commissariale è stata qua da noi due giorni, abbiamo incontrato i nostri informatici, per inserire all’interno della piattaforma quelle che sono le caratteristiche che le ordinanze avranno dal punto di vista delle perizie ma non solo delle perizie, ma dal punto di vista della presentazione delle domande e del fatto che le domande dovranno essere presentate con posta elettronica certificata, dovranno comprendere la possibilità di dargli acconti, dovranno comprendere la possibilità di dare le liquidazioni.

Quando abbiamo avuto il terremoto e abbiamo utilizzato Sfinge per il terremoto, la Regione ha elaborato 5.500 pratiche.

Abbiamo fatto un salto in più, perché abbiamo consentito a Sfinge, e consentiremo ai cittadini, di presentare le domande per le attività produttive, per le attività agricole e per i cittadini stessi.

Stiamo parlando di un salto dal punto di vista delle domande da presentare da 5.500 a più o meno 70-80.000 pratiche. Lo voglio sottolineare perché gestire 80.000 pratiche con questa procedura significa non soltanto fare aggiornamenti di procedura ma gestire tutto ciò che ne comporta dal punto di vista della manutenzione dell’upgrade di piattaforme e degli spazi che la piattaforma dovrà occupare.

Quindi, noi stiamo mantenendo e abbiamo ottenuto come soggetto attuatore anche la possibilità di utilizzare le risorse del Commissario. Abbiamo già dato l’intesa anche all’ordinanza sulle attività produttive. L’intesa l’abbiamo data al 19 ottobre e il 20 ottobre il Commissario l’ha trasmessa alla Corte dei conti. In genere passano 15 giorni da quando il Commissario trasmette l’ordinanza a quando la Corte dei Conti bollina l’ordinanza, per cui la stiamo ancora attendendo. Nel momento stesso in cui l’ordinanza verrà emessa, a quel punto i cittadini e le imprese… I cittadini no, dobbiamo andare ancora d’intesa. Le imprese potranno iniziare a presentare la documentazione così come previsto all’interno dell’ordinanza.

L’ordinanza ha avuto uno svolgimento, dal punto di vista dell’arricchimento del contenuto, molto complessa ma anche importante. La struttura commissariale ha audito e registrato tutte le richieste che il territorio ha fatto dal punto di vista delle associazioni di categoria ma anche degli Uffici della Regione.

Per cui riteniamo che l’ordinanza, quella delle imprese, abbia una sua veste idonea nell’ambito di quello che è lo stanziamento, perché sappiamo che non copre tutte le imprese ma sicuramente al 100 per cento quelle fino a un danneggiamento da 40.000 euro.

Per cui, nel momento stesso in cui l’ordinanza sarà emanata e nel momento in cui le imprese inizieranno a lavorare la perizia, perché dovranno fare perizia asseverata, la piattaforma sarà già pronta.

Perché sarà impossibile che le imprese facciano perizia qualora anche dovesse uscire il 5 novembre l’ordinanza. Ora che le imprese fanno la perizia asseverata, i documenti, la pratica dello stato o no legittimo degli edifici, implicherà ovviamente un tempo per il quale comunque la piattaforma sarà già operativa e potrà ricevere le domande.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

È vero, vicepresidente, occorre fare chiarezza sui numeri. Probabilmente occorreva farla prima. Io scrissi al sottosegretario Baruffi nel mese di agosto, quando il presidente del Consiglio Meloni rispose al presidente Bonaccini e dettagliò e in modo molto analitico e puntuale le somme che erano state trasferite.

Puntualizzò quanto trasferito: nel DL 61 1,8 miliardi, nel DL 88/2023 2,7 miliardi, puntualizzò e dette atto delle specifiche misure dettagliate in entrambi i provvedimenti, parlò di un impegno di 4,5 miliardi, e con questa missiva il presidente del Consiglio diceva che non certo in questo modo si esauriva l’impegno del Governo. Parlava di un impegno che comunque, in maniera tempestiva, non aveva avuto eguali, e la stessa presidente del Consiglio concludeva la propria lettera dicendo “stiamo conducendo un lavoro preciso, serio e concreto, senza seguire proposte estemporanee”.

Perché lo dico? Perché questa lettera non è mai stata pubblicata.

Su questi finanziamenti a nostro modo di vedere, poi è vero che le procedure sono complesse e quindi c’è un tempo in cui vengono stanziate e un tempo in cui c’è la ricaduta, però bisogna dare atto che la propria parte il Governo l’ha fatta: 600 milioni per dare liquidazione a famiglie e imprese, 20.000 per le famiglie e 40.000, come ha detto lei, per le imprese, se saranno soddisfatte. È previsto poi un meccanismo di finanziamento agevolato per le imprese, che riterranno non sufficienti questi 40 milioni... 40.000 euro (mi scuso con la consigliera).

Queste risorse prendo atto che potranno essere erogate con la piattaforma Sfinge, a testimonianza che lavoriamo tutti nella stessa direzione. Non sarà semplice inserire tutte queste pratiche.

Noi attendiamo anche la pubblicazione dell’ordinanza pilota per la messa in sicurezza del territorio. Lei l’ha citata con particolare riferimento alla pulizia dei fiumi e corsi d’acqua, quindi riteniamo di puntualmente intervenire anche in quell’ambito.

In risposta quindi alla soddisfazione, sono soddisfatta perché il termine consentirà alle imprese di trovare ‒ in modo secondo noi anche tempestivo ‒ ristoro. Io ero domenica a Ferrara e una persona che è venuta ad ascoltarci ha portato la propria testimonianza: suo padre, proprietario di un’officina meccanica a Cento, ha ricevuto i ristori o gli indennizzi post terremoto dopo sette anni. Questo per dire che ogni emergenza è diversa dall’altra, però noi lavoriamo nella stessa direzione della Regione Emilia-Romagna. Lei, vicepresidente, affermò che se entro l’autunno-inverno non ci fossero state le risorse sarebbe andata in Procura. Almeno questo adempimento gliel’abbiamo sottratto, l’abbiamo sollevata da questo, perché le risorse ci sono.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 7545

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa ai disservizi verificatisi nella raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, adesso, all’oggetto 7545: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa ai disservizi verificatisi nella raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Modena.

L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni. Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, vicepresidente Priolo.

Questo atto ispettivo non mette in discussione certamente l’opportunità di incentivare la raccolta differenziata, ma mette in discussione un metodo. A volte si impongono ‒ forse questo è il caso di Modena ‒ progetti fatti male, nei tempi sbagliati. Quando una decisione è mal costruita e male agita, molto spesso, tanto più è autoritaria. Cioè, più si basa su fondamenta deboli e più sfoggia i muscoli e, a volte, anche i canini.

Cosa succede a Modena? Da diversi mesi si assiste al verificarsi di numerosi disservizi nella raccolta dei rifiuti urbani, con ritardi a volte anche di giorni nella raccolta stessa, con rifiuti abbandonati all’aperto per periodi più o meno lunghi, con rifiuti abbandonati addirittura anche nei parchi e nelle aiuole. In generale, quindi, contribuendo a un forte disagio per chi conferisce i rifiuti, quindi cittadini, individui privati, ma anche per chi gestisce, ad esempio, un’attività economica, con risvolti non trascurabili dal punto di vista dell’igiene urbana e dei rischi per la salute.

Si è fatta strada una manifestazione di approssimazioni forte in capo al Comune di Modena e a chi ha messo in pratica, assieme al gestore, in quel caso Hera, questa decisione, che ora appare in tutta la sua mal costruzione, male agita e ancora più resa autoritaria sulla testa dei cittadini. Questa approssimazione è dimostrata anche da parte del gestore, per esempio, nel rispettare gli impegni assunti, da cui critiche da parte di tanti cittadini, segnalazioni che arrivano ormai da mesi, che si dichiarano insoddisfatti del servizio ricevuto in questi mesi.

Per i cittadini modenesi la raccolta porta a porta e mista sarebbe risultata molto complessa e a tutt’oggi pare non essere riuscita pienamente. Quindi, non siamo partiti ieri. Sono già passati molti mesi. Diciamo che il rodaggio dovrebbe essersi compiuto, invece ci sono ancora molte criticità. Questo, però, malgrado ‒ ci tengo a dirlo ‒ un impegno notevole profuso da parte dei cittadini, senza, però, un riscontro visibile da parte dell’Amministrazione comunale di Modena e del gestore del servizio, quindi Hera, nell’arrivare a un maggiore ascolto e a una valorizzazione di questo impegno forte accolto dei modenesi, a fronte da un lato di un aumento dei costi, addirittura, per questa nuova metodologia.

Con il progredire della raccolta differenziata, invece, diventa sempre più importante il ruolo che i cittadini assumono in questa filiera. Di fatto ne sono i protagonisti. O i cittadini si mettono al centro, diventano i protagonisti, gli attori di questo progetto, oppure con la coercizione semplicemente io non credo si possa andare molto avanti. In ogni caso questo compromette, assieme a tanti altri fattori, quella pace sociale e quel diritto del cittadino ad appoggiarsi, a contare nell’affidabilità della sua Amministrazione, che credo che nessuno di noi voglia in qualche modo mettere in discussione ma tutti noi dobbiamo contribuire a fortificare questa affidabilità.

È per questo motivo che appare doppiamente fallimentare quanto è accaduto nell’ultimo anno e mezzo nel territorio del Comune di Modena, relativamente alla raccolta differenziata dei rifiuti, perché oltre all’oggettivo disagio per quanto è accaduto, rischia questo di derivare a una forte demotivazione dei cittadini che appunto devono invece mettersi al centro, essendo che per quanto costretti, non dimentichiamo che la raccolta differenziata si faceva anche prima a Modena, c’era anche una tendenza in crescita, per quanto probabilmente non fosse ancora soddisfacente, ma si vedevano dei numeri che stavano migliorando e quindi in qualche modo i cittadini si motivavano gradualmente ad essere addirittura volontariamente attori centrali di questo progetto.

Oggi, invece, li vediamo andare dall’altra parte, demotivarsi, non credere più nell’affidabilità di questo progetto e addirittura sentirsi loro colpevolizzati, sanzionati, con le telecamere piantate in fronte, le multe, i costi che peggiorano, l’igiene urbana che viene compromessa, il degrado urbano che prima non si vedeva, o comunque mai a questi livelli, e quindi perdere completamente fiducia.

Allora io chiedo alla vicepresidente Priolo se non ritenga opportuno, al di là delle responsabilità dell’Amministrazione di Modena e del soggetto gestore, cioè Hera in questo in questo caso di specie che ho illustrato, utilizzare questa vicenda affinché gli errori commessi non abbiano a ripetersi in contesti simili. Soprattutto, perché non si arrivi a demotivare i cittadini che devono essere considerati protagonisti nonché, ovviamente, gli interlocutori principali dell’Amministrazione sia locale ma anche regionale e non soggetti refrattari alle innovazioni positive, cioè innovazioni positive che vengono giudicati unilateralmente e poi imposte in modo coercitivo sui cittadini che, ovviamente, essendo coloro che fanno la raccolta, credo a maggioranza persone adulte, hanno diritto a essere trattati minimamente alla pari o, ancora peggio, come soggetti invece unicamente da sanzionare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Ero tentata di non rispondere perché lei mi sta chiedendo della condotta della gestione di un servizio di un Comune, dopodiché è ovvio che lei dice “noi lavoriamo al Piano dei rifiuti e quindi da questo punto di vista abbiamo il dovere – concordo con lei - di fare in modo che gli obiettivi diventino una sfida condivisa dai cittadini”, però lo dobbiamo fare insieme.

Raccontare il modello di Modena come un modello fallimentare non ci aiuta in questa vicenda, però mi rinforza rispetto al fatto che, quando abbiamo lavorato al Piano dei rifiuti, ricordo benissimo che mi si chiedeva di imporre il modello porta a porta all’interno della gestione dei servizi di raccolta, quando in realtà il modello lo deve scegliere il Comune nell’ambito di quelli che sono i propri obiettivi e cercando evidentemente di alzare anche l’asticella di incidere sui comportamenti.

Io non credo che il Comune di Modena oggi sia felice o abbia un atteggiamento autoritario, credo che stia provando in una sfida complessa, perché il porta a porta nelle grandi città è difficile e richiede tempo di adattamento, e io credo che l’Amministrazione comunale si stia mettendo anche nei panni dei cittadini per comprendere cosa dall’inizio del percorso ad oggi non abbia funzionato e come migliorarlo in corso di evento.

Io a casa mia faccio il porta a porta, ma in altri territori, sempre gestiti da Hera, in alcuni casi si fa il porta a porta, in altri casi si fa la raccolta con cassonetto, dipende dal modello che l’Amministrazione sceglie.

Io credo che sia un percorso avviato, non è concluso, si sta molto dibattendo all’interno del territorio di Modena. Oggi il Comune dai dati è arrivato al 79 per cento di differenziata, quindi ha fatto un salto di livello molto importante.

In questo momento credo che l’Amministrazione comunale, insieme al gestore, debba comprendere come andare incontro sempre di più a quelle criticità che stanno evidenziando i cittadini. L’approccio punitivo - sono d’accordo con lei - non è probabilmente la sfida vincente, ma è evidente che in alcuni casi probabilmente ci siano stati degli aspetti che il Comune ha ritenuto necessario sanzionare.

Noi dobbiamo cooperare per fare in modo che il cittadino faccia parte di questa sfida. Nell’anno di avvio di un cambio di uso e di costume della raccolta è sempre complesso, perché il porta a porta incide in maniera più forte sui comportamenti dei cittadini, quindi da questo punto di vista ha un assestamento che deve anche guardare la diversificazione del servizio.

So che l’interlocuzione sta portando anche a comprendere come posizionare dei cassonetti in ambiti ravvicinati per facilitare anche il gestore nel cambiare gli orari di raccolta a notturni piuttosto che diurni.

Insomma, questi servizi vanno visti passo-passo, vanno accompagnati. L’Amministrazione lo sta facendo. È consapevole della complessità che sta affrontando. Io non credo che un Comune sia contento di avere i cittadini in rivolta. Non penso che sia questo. Penso che stiano provando, nel meglio delle possibilità, ad avere un approccio spinto sulla raccolta differenziata. Questo è un obiettivo virtuoso, un obiettivo importante.

Proviamo tutti insieme a supportare l’Amministrazione comunale. Il gestore si sta confrontando costantemente per migliorare le cose che non vanno bene. Non credo che bisogna fare un passo indietro. Credo che bisogna migliorare, passo dopo passo, quello che oggi è risultato un problema.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Credo non si voglia affrontare la complessità. La sfida complessa di cui parla la vicepresidente Priolo è tutta addosso, in questo momento, ai cittadini e alla città. Le cavie sono i cittadini e la città. Oggi i cittadini a Modena vedono soltanto costi, costi o sanzioni. Intendo dire: più controllori in giro, che devono controllare se sono dei bravi bambini; le telecamere piantate in faccia, perché si presuppone che loro non saranno dei bravi bambini; immagino più ausiliari per multarli se non si comporteranno come si deve. Tutta questa roba costa. Invece andare avanti nella pace sociale, con fiducia reciproca, con affidabilità reciproca, secondo me, è un altro discorso.

I cittadini avrebbero voluto, secondo me, sentirsi dire, non dico da subito, ma nel medio periodo “avrete meno tasse”, “si abbasseranno le tasse” oppure “spegneremo l’inceneritore di Modena”. Ma nel medio periodo, non tra cinquant’anni, tra trent’anni, tra quarant’anni. “Vi spegneremo l’inceneritore tra cinque anni, se fate la raccolta differenziata fatta bene”. Perché non dite questo ai cittadini di Modena? Questo è quello che loro meritano.

Chiudo dicendo che oggi, invece, avete addossato loro lo stoccaggio dei rifiuti per conto di Hera. Il porta a porta è questo. Va bene farlo, però a condizioni umane e rapporto paritario. Se ci segnalano camion compattatori che raccolgono sacchetti di vari colori, anche lì Hera non si starebbe comportando molto professionalmente.

Chiudo, presidente, soltanto con una osservazione. Hera ha le migliori prerogative del privato (rifiuti sul libero mercato, fa business sui rifiuti, questa è la sua attività) e ha le migliori prerogative del pubblico, perché le Amministrazioni possono tranquillamente imporre anche decisioni che non sono pensate bene ai cittadini.

I rapporti di forza sono già molto sbilanciati, vicepresidente, tra la multiservizi Hera e il cittadino sanzionato, multato, videoregistrato, sanzionato con il bastone. Ritengo che i rapporti di forza siano così sbilanciati che sarebbe minimamente elegante non farlo pesare oltremodo. È chiaro a tutti, da anni, lo strapotere di Hera nei confronti del cittadino.

La vera innovazione oggi sarebbe ribaltare questo rapporto e andare da Modena, dalla città di Modena e dire ai cittadini vi ascoltiamo. Se c’è bisogno di fare un passo indietro, che vuol dire un piccolo rallentamento, noi lo facciamo. Se c’è bisogno di contrattare, per esempio, che le tasse vengano abbassate, parliamone. Se c’è bisogno di dirvi che la vostra raccolta differenziata risulterà non…

 

PRESIDENTE (Petitti): Collega Gibertoni…

 

GIBERTONI: …per Hera ma nello spegnimento dell’inceneritore di Modena, perché non possiamo parlare? Non dovrebbe essere un tabù.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 7535

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul sostegno alla richiesta di 34 europarlamentari affinché la UE inserisca l’industria ceramica fra i settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti Ets. A firma della Consigliera: Pigoni, Rontini

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7535: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul sostegno alla richiesta di 34 europarlamentari affinché l’Unione Europea inserisca l’industria ceramica fra i settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti, a firma della consigliera Pigoni.

Prego, consigliera.

 

PIGONI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

La transizione ecologica, la ricerca della sostenibilità ambientale, economica ed etica del nostro modello di sviluppo e di coesione in ogni ambito produttivo, è un processo che deve essere accompagnato e seguito tenendo conto del punto di arrivo e degli sforzi necessari per raggiungerlo.

Questa operazione non deve in alcun modo penalizzare proprio chi sta investendo in tecnologie per la decarbonizzazione, per l’efficientamento energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili senza le quali è impensabile fare fronte efficacemente ai cambiamenti climatici e, in questo quadro, ridurre le emissioni di gas serra.

Alcuni settori produttivi presentano condizioni di maggiore criticità. Fra questi troviamo anche quelli di distretti particolarmente rappresentativi non soltanto del made in Italy ma in modo particolare del made in Emilia-Romagna, come nel caso della ceramica del distretto di Sassuolo e non solo.

In questo contesto, l’Emission Trading System, ETS, vale a dire il sistema per lo scambio delle quote di emissione carbonica definito dall’Unione Europea con l’obiettivo di incentivare la progressiva adesione a modelli di produzione e utilizzo dell’energia compatibili con l’ambiente, può diventare un freno per le industrie e le attività produttive che comportano maggiori consumi.

È chiaro che un approccio da parte dell’Unione che non tenga conto di questo aspetto, rischia di determinare difficoltà per un settore trainante per l’economia regionale e nazionale e per la manifattura europea, senza però portare alcun beneficio ambientale, perché le produzioni continuerebbero ad essere svolte in Paesi con limitata o nulla sensibilità agli effetti del climate change.

La risposta deve essere europea e, per ridurre l’impatto dei costi connessi all’impiego dell’ETS sulle industrie manifatturiere più energivore, l’Unione ha previsto per 14 settori forme di compensazione, senza però inserire, fra questi, il comparto ceramico, colpito molto pesantemente dalle crisi energetiche che si susseguono sul piano internazionale da almeno due anni.

Le imprese del settore, sostenute anche da altri ambiti del mondo economico, istituzionale e politico, hanno richiamato con forza l’attenzione su questo aspetto, che è delicatissimo.

Non si deve innanzitutto dimenticare che il traguardo dell’ulteriore riduzione di un quarto delle emissioni prodotte dal settore ceramico, definito dall’Unione europea rispetto alla scadenza del 2023, appare in questo momento irrealistico e irraggiungibile sul piano tecnologico ed economico per un comparto non solo identitario della nostra realtà e fondamentale per la manifattura di tutta l’Unione, ma che si è impegnato con importantissimi investimenti e una grande spinta all’innovazione, producendo risultati molto sensibili nel tempo.

Appare quindi indispensabile un nuovo quadro di regolazione europeo, che individui per il settore ceramico un percorso realistico. In questa direzione si è mossa anche l’iniziativa di diversi parlamentari europei, 34 in rappresentanza di 7 Stati membri (Italia, Spagna, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca) ed espressione di diversi gruppi politici, su iniziativa della presidente del Forum della ceramica del Parlamento europeo, Elisabetta Gualmini, che ha inviato una lettera alla vicepresidente Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissario alla concorrenza, per chiedere una diversa attenzione da parte della Commissione europea al problema dei costi energetici e delle implicazioni sull’ETS per le imprese del settore ceramico.

Su questo tema la nostra Regione ha espresso anche in altre occasioni la propria convinta adesione ad iniziative che valorizzino l’enorme sforzo già compiuto dal settore dell’industria ceramica e che si orientino verso la variazione della disciplina ETS.

È il caso di due risoluzioni che abbiamo approvato rispettivamente in Assemblea e in Commissione III, quindi interroghiamo la Giunta regionale per sapere se intenda sostenere la richiesta avanzata dai 34 eurodeputati, espressione, come dicevo, dei diversi Paesi e di diverse parti politiche della Commissione stessa, alla Commissione per chiedere l’inserimento dell’industria ceramica nell’elenco dei settori che beneficiano, sulla base dell’attuale regolazione dell’Unione europea, della compensazione dei costi indiretti ETS, e, in via generale, quali azioni sta realizzando o promuovendo rispetto a questo obiettivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera per aver nuovamente portato all’aula una questione che sta a cuore al sistema Emilia-Romagna.

Con lettera del 26 maggio 2021, a firma congiunta del presidente Bonaccini e del presidente della regione di Valencia, interessata alla presidente della Commissione europea e alle altre autorità europee e nazionali, tra cui il Ministro della Transizione ecologica e il Ministro dello Sviluppo economico, era già stata evidenziata la necessità di urgenti variazioni nell’attuale disciplina ETS ed era stata richiesta l’adozione di misure di compensazione per il settore ceramico.

Purtroppo, con lettera del 25 giugno 2021, la Commissione aveva risposto confermando l’esclusione del settore ceramico dalla possibilità di accedere alle misure di compensazione dei costi indiretti degli ETS. Ancora, ricordo che nel novembre dello stesso anno, in una missione che facemmo con il presidente a Bruxelles, il presidente pose a diversi commissari su tutti i tavoli, tra le questioni più rilevanti dell’agenda emiliano-romagnola, la questione per come impatta su un settore strategico per l’Emilia-Romagna.

Come riferito ancora dall’interrogante, nel marzo 2023, poi, la nuova lettera indirizzata alla vicepresidente esecutiva della Commissione europea nonché commissario alla concorrenza per chiedere che la ceramica sia esclusa dalla lista dei settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti ETS, cofirmata da 34 parlamentari appartenenti a Gruppi politici diversi, oltre che a sette Stati membri.

I costi indiretti legati al sistema di scambio di quote di emissione, ETS, cioè i costi ambientali che vengono passati dalle aziende produttrici di energia elettrica alle imprese manifatturiere, pesano fortemente sul settore e contribuiscono a erodere la capacità di investimento delle imprese, a minare la loro competitività internazionale, a mettere a rischio l’occupazione diretta e indiretta e minacciare l’autonomia europea nella fornitura di materiale da costruzione.

Come detto, nell’attuale versione delle linee guida della Commissione, il settore ceramico non è incluso tra quelli ammessi alla compensazione e pertanto non accede a recuperi economici, che, viceversa, permetterebbero al settore stesso e alle imprese di procedere con la parziale elettrificazione dei propri processi produttivi e quindi proprio alla transizione green auspicata dalla stessa Commissione.

La Regione Emilia-Romagna continua a esprimere le proprie preoccupazioni, nonostante l’impegno per lo sviluppo di rinnovabili del sistema regionale. È stata attivata, infatti, una serie di azioni di policy a livello regionale al fine di creare sul territorio delle opzioni alternative di decarbonizzazione, supportando in particolare lo sviluppo delle filiere regionali per la produzione e il consumo dell’idrogeno verde da fonti rinnovabili.

In tale direzione si inquadra il finanziamento del PNRR del bando Hydrogen Valley di 19,5 milioni di euro concesso nel luglio 2023 alla cordata Hera-Snam-Hera Ambiente, che sosterrà la realizzazione della prima Hydrogen Valley italiana per dimensioni finalizzata alla produzione e vendita sul territorio del vettore energetico a zero emissioni.

Nella stessa direzione si inseriscono altre iniziative regionali, tra cui il percorso di costruzione della community regionale dell’idrogeno verde, avviata insieme ad ART-ER e ai cluster, che individua nei settori cosiddetti hard to abate, di cui quello ceramico fa parte e di cui l’industria, appunto, è un esponente principale a livello regionale, un focus di sviluppo della stessa.

Sempre in ottica di sviluppo di opzioni alternative di decarbonizzazione del comparto ceramico, la Regione, come sapete, è entrata nell’ottobre 2023 nella rete Hydrogen Europe, in applicazione della legge regionale n. 5 del 2023, ai fini di acquisire contatti internazionali, informazioni aggiornate e affidabili, utili alla definizione delle proprie azioni di sviluppo del sistema regionale in ottica di supporto alle imprese per la loro decarbonizzazione. Di prossima emanazione è, infine, anche un bando sull’economia circolare di sicuro interesse per il settore.

Concludo, presidente, scusandomi se ho sforato, per dire che tutto questo non rimuove la contraddizione segnalata dall’interrogante né il danno che questa comporta per il settore ceramico e quindi per l’Emilia-Romagna nel suo insieme. Resta dunque inalterato il nostro punto di vista e il nostro sostegno ad ogni iniziativa tesa a rimuovere o superare questa stortura.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Prego, consigliera Pigoni.

 

PIGONI: Grazie.

Ringrazio il sottosegretario. Sono molto soddisfatta di questa risposta e di avere la conferma che la Regione sta continuando a insistere nella richiesta affinché, appunto, il settore ceramico venga inserito su questi costi indiretti. Sono molto soddisfatta, ovviamente, anche del percorso che stiamo facendo sugli investimenti rispetto all’idrogeno, ma questa decisione, a mio avviso, miope della Commissione europea sta rischiando veramente di penalizzare un settore che non solo è focale per l’economia della nostra regione e della nostra nazione, ma è anche uno di quei settori che più di tanti altri si sta davvero impegnando e investendo in tecnologie verso la transizione ecologica.

Quindi, io credo che vada ha cercato il più possibile di aiutare e di premiare, invece che mettere in difficoltà.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7540

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le autorizzazioni sulle nuove linee ferroviarie elettriche che dalla stazione di Reggio Emilia portano a Ciano D’Enza, Guastalla e Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 7540: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa le autorizzazioni sulle nuove linee ferroviarie elettriche che dalla stazione di Reggio Emilia portano a Ciano D’Enza, Guastalla e Sassuolo. L’interrogazione a firma dei consiglieri Delmonte e Catellani.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Ho visto che risponderà il sottosegretario Baruffi, quindi lo ringrazio. Non credo che lui ringrazierà anche me per aver portato all’attenzione dell’aula questo tema, ma era importante perché crediamo che ci sia stata una sottovalutazione soprattutto delle conseguenze di ciò che andrò ad illustrare.

Nella provincia di Reggio Emilia sono state inaugurate tre nuove linee elettriche, ovvero riconvertite delle linee a diesel in tre linee elettriche. Parliamo delle linee che portano da Reggio Emilia a Ciano D’Enza nel Comune di Canossa, a Guastalla e a Sassuolo. Sono stati inaugurati rispettivamente ad aprile 2022, settembre 2022 e aprile 2023. Il 18 giugno 2023, però, di colpo è stata sospesa la circolazione dei mezzi elettrici per ritornare ai mezzi diesel, fino all’ottobre scorso.

Il sindaco di Bagnolo in Piano, che è stato attraversato da una di queste linee, ha posto una domanda all’ANSFISA, che è l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, competente in materia di rilascio di autorizzazioni, chiedendo come mai vi era stato questo blocco e se c’erano le autorizzazioni. Dalla risposta ottenuta dal sindaco si evince come FER ‒ una società al 100 per cento della Regione Emilia-Romagna ‒ in qualità di gestore dell’infrastruttura abbia fatto pervenire all’ANSFISA le tre distinte istanze per l’autorizzazione alla messa in servizio solamente il 21 luglio 2023 e il 24 luglio 2023: rispettivamente il 21 luglio per Reggio-Guastalla e Reggio-Sassuolo e il 24 per la Reggio-Ciano.

Il 21 marzo 2023, infatti, FER comunicava che dal successivo 3 aprile sulla Reggio-Sassuolo sarebbe iniziato un servizio sperimentale continuativo effettuato con convogli elettrici per il trasporto passeggeri, che ho citato. Ciò fa emergere come i servizi a trazione elettrica fossero stati inizialmente attivati senza la necessaria autorizzazione e lasciati operare per oltre un anno (di preciso, per la Reggio-Ciano 443 giorni), senza assolutamente avere autorizzazioni, però con passeggeri, ovviamente, a bordo.

In una fase successiva FER ha provveduto a sospendere ‒ come dicevo ‒ i servizi elettrici, con la motivazione di effettuare manutenzioni di secondo livello agli impianti relativi alla trazione elettrica e concludere i processi di taratura.

Voglio ricordare che i treni erano nuovi.

Il ritorno ai treni elettrici era inizialmente previsto per settembre. Poi è stato fatto a ottobre.

La stessa Agenzia nazionale, però, ha specificato nella risposta al Comune di Bagnolo che non esistono, allo stato normativo attuale, elementi che consentano di effettuare servizi sperimentali. Esattamente come FER, invece, ha dichiarato che stava facendo. Men che meno con passeggeri a bordo, né tantomeno il rilascio di autorizzazioni provvisorie da parte dell’Agenzia.

Quindi, non ci poteva essere, nel momento della circolazione, nessuna autorizzazione in essere.

Alla luce dei fatti sopraesposti, risulta estremamente grave che la circolazione ferroviaria elettrica sulle linee richiamate in premessa fino al 18 giugno 2023 sia avvenuta senza le necessarie autorizzazioni.

La condotta di FER e la mancanza di trasparenza verso i soggetti coinvolti risultano inammissibili, tenendo presente anche che lo stesso gestore, per giustificare la sospensione della trazione elettrica e la rimessa in opera delle motrici diesel, ha sempre fatto riferimento alla necessaria manutenzione e a lavori generici di potenziamento dei mezzi e delle linee, tutte completamente nuove, senza le necessarie autorizzazioni.

La Regione Emilia-Romagna riveste il ruolo di committente del contratto di servizio di trasporto ferroviario regionale e di ente che detiene il 100 per cento delle quote di partecipazione a FER, quindi sono qui a interrogare, prima di fare poi le mie valutazioni a seguito della risposta, come intenda la Regione attivarsi nei confronti di FER, a seguito della condotta tenuta in merito alle autorizzazioni mancanti delle linee e quali procedure si intenda avviare in futuro, al fine di verificare l’effettivo rilascio delle autorizzazioni da parte dell’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria Ansfisa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Delmonte.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In riferimento al quesito posto dall’interrogante, come da lui stesso evidenziato sottolineo come Ferrovie Emilia-Romagna S.r.l. sia la società in house della Regione affidataria della gestione della rete ferroviaria regionale, che opera in regime di concessione, ai sensi dell’articolo 13, comma 4, della legge regionale n. 30 del 2 ottobre 1998, recante Disciplina generale del trasporto pubblico regionale e locale, e in attuazione, ovviamente, del quadro normativo di riferimento, che ne definisce funzioni e responsabilità.

Le funzioni della Regione rispetto a FER sono pertanto principalmente quelle di programmazione degli interventi che FER realizza per il mantenimento e lo sviluppo della rete ferroviaria regionale, con la previsione dell’ammontare delle risorse finanziarie in capo alla Regione stessa.

Inoltre, essendo FER anche società in house della Regione, è sottoposta naturalmente al controllo amministrativo della Regione stessa, che viene svolto regolarmente in attuazione del modello amministrativo di controllo analogo per le società affidatarie in house, definito dalla Giunta regionale.

Il rapporto tra Regione e FER tuttavia è caratterizzato da una forte autonomia della stessa nella gestione della rete, in ragione delle specifiche competenze tecniche possedute per lo svolgimento dei compiti affidati, come prevede peraltro anche la stessa normativa statale.

Come risulta dalle competenze di FER S.r.l., la mission di quest’ultima è quella di far circolare in sicurezza dei treni sulla rete che ha in gestione. A tal fine è dotata delle competenze necessarie.

Alla società è stato riconosciuto il ruolo di gestore dell’infrastruttura dalla stessa Agenzia nazionale sulla sicurezza già dal giugno del 2018, a seguito della dimostrazione data di avere le capacità aziendali di garantire il funzionamento sicuro della propria infrastruttura attraverso l’adozione di un sistema di gestione della sicurezza (SGS).

Tale ruolo, a conferma della capacità, le è stato recentemente rinnovato con provvedimento del 28 giugno 2023.

Con riferimento a quanto accaduto nello specifico, avendo avviato una richiesta di informazioni presso FER al fine di avere un quadro completo degli avvenimenti occorsi, risulta che vi sia una differente interpretazione della normativa applicabile alla fattispecie tra quest’ultima e ANSFISA, e che la messa in esercizio abbia portato a una irregolarità amministrativa, da quest’ultima decretata, però immediatamente sanata.

Si evidenzia che ANSFISA, nel corso del procedimento di rilascio dell’autorizzazione alla messa in servizio a MIS della trazione elettrica sulle linee reggiane in data 27 giugno 2023, ha provveduto anche al rinnovo dell’autorizzazione di sicurezza per un triennio, come ricordavo, ciò a conferma che nessun rischio e nessun problema di sicurezza si è mai verificato e che gli standard di sicurezza adottati sono elevati e comunque coerenti con tutte le prescrizioni del caso.

La qualità delle installazioni realizzate e la collaborazione attiva con ANSFISA hanno permesso di completare l’iter procedurale in maniera celere e di riprendere la circolazione con i mezzi elettrici a fine settembre. Infine, si sottolinea che FER dispone di mezzi diagnostici tra i più avanzati del Paese, proprio perché l’attenzione alla sicurezza e all’affidabilità di tutte le linee gestite costituisce la missione prioritaria dell’azienda. È per questa ragione che al momento non si ravvisa la necessità di prevedere controlli o misure aggiuntive a quelli che già la Regione opera su FER sulla base della normativa vigente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Vorrei fare lo stesso identico question time, un giorno, spero che non avvenga mai, nel caso tutto ciò fosse avvenuto su una seggiovia privata, ad esempio, che è sempre competenza di ANSFISA e sempre oggetto di rilascio della stessa autorizzazione, e che per un anno e passa, quindi 400 giorni, dei nostri cittadini avessero viaggiato su una seggiovia non autorizzata, privata magari, non autorizzata alla circolazione, al movimento.

Ecco, mi sarebbe piaciuto fare lo stesso identico question time e chiedere come avrebbe provveduto la Giunta a monitorare, a controllare e a provvedere in merito. Non credo che la risposta sarebbe stata la stessa. Credo che la risposta non sarebbe stata non riteniamo utile intervenire su FER solo perché è nostra. Questo di fatto è quello che è stato detto, al netto dei primi cinque minuti della lettura di pagina Wikipedia di FER.

Oggi, andando a cercare gli annunci dell’assessore Corsini in particolare e del presidente Bonaccini, sono incappato in tre post, che erano fantastici, del presidente. Esattamente ogni giorno che veniva inaugurata una delle tre linee sopracitate, il presidente Bonaccini, in pompa magna, sempre con delle cifre totalmente diverse, diceva che era un vanto per la Regione Emilia-Romagna mettere in circolazione nuovi treni finalmente sicuri.

Io sono d’accordo che la competenza di richiedere l’autorizzazione non sia direttamente della Regione e sia di FER, e che la Regione non possa controllare istantaneamente ogni volta che le autorizzazioni vengono fatte. Però a valle, dal momento in cui abbiamo scoperto che a monte è stato fatto un errore, ecco lì mi aspettavo una presa di posizione politica.

Nel momento in cui scopriamo che è stato fatto un errore precedentemente, è lì che la politica deve intervenire, magari andando a chiedere ai vertici di FER che cosa hanno fatto, che cosa hanno sbagliato e come pensano di rimediare e, perché no, anche magari di farsi da parte perché hanno dimostrato di non essere in grado di gestire queste autorizzazioni.

Chiudo ribadendo quello che i nostri cittadini hanno rischiato ma soprattutto quello di cui i nostri cittadini oggi hanno avuto la dimostrazione: che la Regione, davanti all’inefficienza, agli errori dei privati è giustamente, giustamente, severa e con gli occhi ben aperti. Davanti alla gestione leggera, mettiamola così, e soprattutto agli errori di una propria partecipata, ha gli occhi ben chiusi.

Oggi la politica ha dimostrato ancora una volta il voler avallare, o perlomeno di non voler punire, i comportamenti sbagliati, le non autorizzazioni di sicurezza dei nostri treni, soprattutto per quanto riguarda le società proprie in house.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7536

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle misure per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento di cui alla L.R. 28/2019. A firma della Consigliera: Piccinini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’oggetto 7536: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle misure per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento di cui alla legge regionale 28 del 2019.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini. Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Torniamo a parlare in quest’aula di sovraindebitamento. Sappiamo che è un fenomeno progressivamente diffusosi nella nostra comunità non solo a seguito della crisi economica occupazionale dell’ultimo decennio, dagli effetti, come sappiamo, della pandemia da COVID-19 prima e dalla guerra della Russia contro l’Ucraina poi, ma anche a fronte di una vera e propria trasformazione del modello sociale per i consumi di privati e famiglie.

Con la legge 3 del 27 gennaio 2012, la cosiddetta legge salva suicidi, è stato introdotto l’istituto della composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Nel 2019, sul finire della scorsa legislatura e su volontà anche della sottoscritta, è stata approvata la legge regionale 28, recante misure regionali per la prevenzione e il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento, con cui la Regione si prefigge di promuovere e sostenere misure di prevenzione, contrasto e soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento incolpevole di individui, imprese e famiglie.

Una legge a cui io tengo particolarmente perché, lo ricordo, gli accordi di composizione della crisi da sovraindebitamento sono uno strumento fondamentale per chi vive in condizioni di fragilità in quanto consentono, a chi non riesce a far fronte ai propri debiti per mancata disponibilità economica sufficiente, di risolvere lo stato di crisi del debitore e di tutelare al tempo stesso anche gli interessi del creditore.

In questa sede voglio menzionare anche l’ordine del giorno collegato alla legge di stabilità del 2023 a mia prima firma, in cui chiedevo un impegno anche di tipo economico per la piena applicazione della legge regionale n. 28, che ho poc’anzi citato, e un question time di marzo di quest’anno per conoscere lo stato di attuazione della legge regionale e le misure messe in campo per contrastare i fenomeni da sovraindebitamento.

Voglio affrontare nuovamente oggi questo argomento, perché di recente ho avuto il piacere di incontrare, dopo i rappresentanti dell’Ordine degli avvocati, anche quelli dei commercialisti per un confronto sul tema, che hanno giustamente aspettative rispetto a un’applicazione veloce della legge.

Che ci sia urgenza di intervenire ce lo dicono anche i dati diffusi dal Comune di Bologna, che di recente ha registrato un aumento di procedure di sovraindebitamento, che coinvolgono consumatori, professionisti e piccoli imprenditori.

Nel 2022, le procedure concorsuali attivate sono state 312. Di queste, 120 sono procedure di sovraindebitamento, mentre nei primi nove mesi del 2023 le procedure di sovraindebitamento sono già 185.

 Nonostante il numero delle persone che ricorre a questo istituto sia in aumento, rimane purtroppo ancora uno strumento poco conosciuto ed utilizzato. A questo proposito, le chiedo quindi, assessore, se intenda assicurare adeguate forme di promozione di questo istituto ed idonee forme di finanziamento delle misure previste dalla legge regionale n. 28 del 2019.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Piccinini, che ci dà l’occasione di tornare su un tema sul quale, come lei ha ricordato, siamo intervenuti in più occasioni, a partire dall’approvazione della legge nella precedente legislatura, come ricordava la consigliera, anche su sollecitazione del Movimento 5 Stelle, legge sulla quale nel corso di questa legislatura ci stiamo impegnando per l’attuazione.

Ovviamente insieme al collega Calvano in qualità di assessore al bilancio e insieme alle strutture dei due assessorati, stiamo svolgendo un lavoro istruttorio da questo punto di vista, di incontri di cui anche la consigliera è a conoscenza, con gli organismi accreditati alla composizione della crisi da sovraindebitamento, abbiamo svolto incontri con lo sportello esistente presso la Città Metropolitana di Bologna, che è sicuramente il punto più avanzato da questo punto di vista in Regione, e abbiamo in animo di fare un lavoro anche con le altre Province per dar luogo a sportelli analoghi a quello della Città Metropolitana anche nel resto della Regione.

 Come ha giustamente ricordato la consigliera, infatti, quella legge merita di essere attuata in modo compiuto, perché il numero di persone che si rivolge a questo istituto è in crescita, segnalando peraltro come da un lato più si conosce la possibilità di fare ricorso a questo strumento, più lo strumento viene ritenuto utile dalle persone in difficoltà, però dall’altro è in aumento il numero di persone che sono in difficoltà, come sappiamo da diversi indicatori a cui possiamo ricorrere.
Dal nostro punto di vista, quindi, l’impegno è quello di stanziare risorse per dare completa e piena attuazione alla legge, a partire dalla previsione di bilancio 2024. Come dicevo, insieme all’assessore Calvano ci stiamo lavorando e daremo una copertura significativa rispetto alle possibilità che abbiamo, significativa ma ovviamente non straordinaria nel contesto in cui ci muoviamo, ma sicuramente nella previsione di bilancio ci sarà la disponibilità a lavorare per stanziare le risorse necessarie a dare compiutezza a questa legge, che attende dal 2019 di essere completamente avviata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore Taruffi per la risposta. Assessore, stiamo arrivando al dunque, siamo in prossimità dell’approvazione della legge di bilancio e quindi anche della conseguente messa a terra della legge regionale che citavo.

Ci tengo anche, per rappresentare l’urgenza con cui è necessario muoversi, a condividere i risultati di un’indagine che è stata condotta dal Centro studi della CGA di Mestre, fondata sui dati della Banca d’Italia e dell’Istat, secondo cui cresce l’indebitamento nazionale delle famiglie italiane, che ha raggiunto alla fine del 2022 la cifra di 50.704 milioni di euro, contro i 48.236 del 2019, con un incremento pari al 5,1 per cento e con un importo medio per nucleo familiare di quasi 23.000 euro.

In questo contesto l’Emilia-Romagna è al quinto posto della classifica, con la Provincia di Bologna al tredicesimo posto a livello nazionale.

Altra considerazione. Se non ci impegniamo a potenziare la diffusione di questo strumento, c’è il rischio di aumento del ricorso all’usura da parte dei soggetti più vulnerabili e in questi inserisco anche le micro-imprese, gli artigiani e le partite IVA.

Quindi, io accolgo favorevolmente l’impegno. Spero potremmo lavorarci in maniera congiunta nelle prossime settimane, nei prossimi mesi che ci vedono impegnati appunto all’approvazione del bilancio, provando anche come Regione non solo a mettere le risorse necessarie, ma anche, appunto, a promuoverlo e a diffonderlo maggiormente, perché, come dicevo prima dall’altra parte c’è il rischio che questi soggetti più fragili poi si rivolgano a metodi e opportunità non legali e quindi all’usura. Da qui l’importanza di muoversi in maniera celere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7544

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere in che tempi verrà data esecuzione all’iniziativa per incentivare l’acquisto di alloggi da parte di giovani coppie, specifica per il Basso Ferrarese, in modo da corrispondere alle analoghe misure adottate per le aree montane aventi le stesse caratteristiche demografiche. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Rontini, Dalfiume

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione. Oggetto 7544: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere in che tempi verrà data esecuzione all’iniziativa per incentivare l’acquisto di alloggi da parte di giovani coppie, specifica per il basso ferrarese, in modo da corrispondere alle analoghe misure adottate per le aree montane aventi le stesse caratteristiche demografiche. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Zappaterra e Fabbri.

Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Torno su un tema sul quale avevo, avevamo già ottenuto rassicurazioni da parte dalla Giunta tramite una risposta ad un’interrogazione del sottosegretario Baruffi, però è un tema importante e a questo punto quanto mai urgente. Come diceva lei anticipando il titolo, riguarda il basso ferrarese, che come sappiamo tutti è inserita nella strategia nazionale delle aree interne. È un territorio fragile con indicatori di fragilità di tipo demografico, ma anche economico, sociale e di capacità istituzionale. È stato da tempo individuato come area pilota, nella quale sperimentare…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

ZAPPATERRA: Dicevo, è stata individuata da tempo come area pilota nella quale sperimentare azioni innovative di sviluppo e coesione territoriale, proprio volte a contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico che sono propri delle aree interne. Proprio perché ha queste caratteristiche, abbiamo chiesto, già a settembre dello scorso anno, alla Giunta regionale di recuperare la misura di intervento già attuata per le aree montane destinata all’acquisto di alloggi da parte delle giovani coppie. Sono a chiedere all’assessore competente, l’assessore Taruffi, se ad oggi la Giunta abbia fatto una valutazione sui tempi, sulle modalità e sulle risorse destinate a dare esecuzione a questa iniziativa specifica, che il Basso Ferrarese ormai attende da un po’. Sarebbe importante avere certezza sui tempi e sulle risorse, proprio per dar modo ai Comuni, al territorio e ai cittadini stessi di organizzarsi, proprio per approfittare nel modo più opportuno del bando stesso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Assessore Taruffi, prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Anche in questo caso ringrazio la consigliera Zappaterra, che ci dà la possibilità di fare un ulteriore passaggio su un tema che ‒ come lei ha giustamente richiamato ‒ abbiamo già affrontato in quest’aula. Il Basso Ferrarese, come sappiamo, è parte integrante delle aree interne della nostra regione e come tale, quindi, necessita del sostegno che abbiamo e stiamo prevedendo con diverse misure per il resto delle aree interne, che ha, ovviamente, il perimetro del territorio dell’Appennino emiliano-romagnolo.

Colgo l’occasione anche per ricordare, da questo punto di vista, l’approvazione che abbiamo fatto poco tempo fa in Giunta delle STAMI, in particolare sul Basso Ferrarese, che avremo modo poi di illustrare sicuramente in un’altra sede, ma che sta dentro un percorso di investimenti e di misure che sono state pensate per tutte le aree interne, quindi anche ‒ lo sottolineo ‒ per il Basso Ferrarese, così come, d’altro canto, la misura di gratuità per gli asili nido.

Però, per stare al tema preciso della domanda della consigliera Zappaterra, nella sessione di bilancio, nella manovra di bilancio che stiamo per approvare in Giunta e che poi arriverà all’esame delle Commissioni e dell’aula, l’impegno è quello di stanziare risorse, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 700.000-800.000 euro, in modo tale da avere già all’inizio del prossimo anno, verosimilmente tra i mesi di febbraio e marzo, il bando, in modo tale da poter dare compimento a quello che è stato un impegno che abbiamo assunto per tenere le misure fatte a favore delle aree interne, quindi non solo della montagna, ma anche per il Basso Ferrarese. Come la consigliera sa, la misura ci è stata sollecitata anche dai numerosi sindaci di quel territorio, ai quali abbiamo confermato il nostro impegno, che sono qui oggi a confermare ulteriormente, dando anche questa declinazione economica e temporale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Grazie anche all’assessore Taruffi per questo orizzonte chiaro nelle tempistiche e anche per l’ordine di grandezza delle risorse destinate.

L’auspicio è davvero che anche l’Assessorato stesso si confronti nei prossimi giorni con i Comuni, con i quali ha già rapporti stabili, per tranquillizzarli e rassicurarli sul fatto che all’inizio del 2024 questa è un’opportunità che si concretizza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

A questo punto abbiamo concluso con le interrogazioni.

 

OGGETTO 7344

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”. (76)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7344: progetto di legge d’iniziativa Giunta recante “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”.

Il testo è stato licenziato in Commissione Cultura nella seduta del 12 ottobre, è un progetto di legge composto da tre articoli. La relatrice della Commissione, la consigliera Zamboni Silvia, ha preannunciato di svolgere relazione orale, e il relatore di minoranza, il consigliere Facci Michele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

A questo punto, passo la parola per la relazione alla relatrice della Commissione, la consigliera Zamboni. Prego.

 

ZAMBONI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Questo progetto di legge apparentemente è un progetto di legge semplice, un articolato di soli tre articoli, però è in realtà un provvedimento da un alto speso specifico, perché rappresenta una sorta di inversione di tendenza rispetto alla linea, intrapresa anni fa, di non aderire a Fondazioni.

Questa adesione invece alla Fondazione Cineteca è un passo importante per portare la Regione dentro la governance di questa istituzione culturale di rilievo non solo regionale e non solo nazionale, ma internazionale.

Si capisce quindi come la Regione, per l’opera dell’assessore Felicori, abbia inteso modificare questa tendenza di uscita dalle Fondazioni per entrare invece della Fondazione Cineteca di Bologna, un ente culturale – ripeto ‒ di valore universalmente noto, basti pensare alle iniziative sul cinema ritrovato, al fatto che qui a Bologna c’è la rassegna estiva in Piazza Maggiore di pellicole che vengono proiettate gratuitamente, ma che rappresentano un modo non solo di accedere al cinema a costo zero, ma anche di ricostruire una parte della storia del cinema non solo italiano.

Il lavoro della Cineteca di Bologna è quindi fuori discussione. La Regione decide dunque di entrare nella governance della Fondazione con questa legge. Così facendo, vuol portare anche una propria capacità di intervento, un proprio spazio di manovra dentro l’attività della Cineteca, così come ha già valorizzato l’ERT, il Centro di produzione teatrale di rilievo nazionale, ATER per la promozione dello spettacolo dal vivo e la gestione di spazi teatrali, la Fondazione Arturo Toscanini con l’orchestra stabile regionale e la produzione musicale e la Fondazione della danza per il balletto e la coreutica.

In poche parole, si completa il mosaico di Istituzioni, all’interno del quale la Regione vuole esercitare anche un proprio ruolo di programmazione, di estensione, di valorizzazione in senso policentrico delle attività di tutti questi luoghi di eccellenza della cultura regionale.

La legge quindi prevede l’ingresso nella Fondazione Cineteca in forma di fondatore successivo. Questo grazie a un impegno che ha preso il Comune di Bologna, un impegno scritto, protocollato, di modificare lo Statuto della Cineteca, che prevedeva l’ingresso in Fondazione solo nei primi cinque anni dal 2012, anno di istituzione della Fondazione. Per superare questo problema di tempistica, si è concordata l’idea di entrare come fondatore successivo, quindi la regione fondatrice successiva in base a questa modifica che il Comune di Bologna si è impegnato a fare entro ovviamente il 2023.

Perché entro il 2023? Perché nel 2024 cominceranno i versamenti che con questa legge la Regione si è impegnata a fare nei confronti della Cineteca. Si tratta di un versamento una tantum al patrimonio della Cineteca di 500.000 euro, suddivisi in 250.000 nel 2024 e 250.000 nel 2025, ai quali poi si aggiungerà sempre sul 2024 e sul 2025, per ciascun anno, un massimo di versamento di 800.000 euro, espressione questa, “massimo”, che ci è stata richiesta dalla Corte dei conti.

Va ricordato che la Regione già contribuisce con il versamento di risorse alla vita finanziaria, al mantenimento delle iniziative della Fondazione Cineteca. Il fatto, però, di entrare come socio dà una garanzia, e farlo attraverso una legge, dà una garanzia di continuità in questi versamenti. È anche previsto, quindi, che per le prossime annualità di bilancio oltre il 2025, si dovrà provvedere con le risorse che verranno stanziate nelle prossime legislature e che si potrà provvedere a sostenere le attività della Fondazione anche tramite risorse europee, di pertinenza, appunto, della Regione, che verranno assegnate, come d’abitudine, attraverso selezione tramite bando.

Quindi, ripeto, ci troviamo di fronte a un articolato semplice, ma con questa legge, con questo progetto di legge, che ha già avuto il via libera in Commissione, la Regione fa un passo davvero culturalmente importante e significativo, perché essere parte della Fondazione Cineteca è sicuramente motivo di vanto per la Regione. Cercare poi di lavorare all’interno della Fondazione per valorizzarne l’attività a livello, ripeto, regionale, policentrico, quindi non solo incentrato su Bologna, dove la Fondazione ha messo le radici, prima preceduta dall’istituzione Cineteca di Bologna.

Parliamo di anni e anni di vita culturale, che hanno permesso di raccogliere un ricchissimo archivio di documentazione. C’è un laboratorio specializzato e riconosciuto a livello mondiale per il restauro delle pellicole. Voglio ricordare gli ultimi due obiettivi che vuole raggiungere la Fondazione Cineteca, che sono la riattivazione del cinema Modernissimo in piazza Re Enzo a Bologna, cinema che non sarà solo una sala cinematografica, ma sarà proprio un nodo vitale per la diffusione della cultura cinefila.

La Fondazione dispone di una ricchissima biblioteca, la Biblioteca “Renzo Renzi”, e affiancherà a tutto questo un archivio, questo è il secondo grande passo che vuole portare a casa la Fondazione, un archivio che verrà realizzato nel parcheggio multipiano Giuriolo, quindi trasformando questo non luogo per eccellenza, questo luogo spettrale, questo parcheggio scambiatore, che non ha mai incontrato la frequentazione degli automobilisti, quindi un luogo abbandonato a se stesso, ci sarà questo recupero per passare da un non luogo, invece, a un’eccellenza dell’archivistica cinematografica.

Questo è un atto ‒ direi ‒ importante, che segna davvero un traguardo significativo anche per la Regione. Entrare nella Fondazione Cineteca è sicuramente un passo importante per la tutela dell’arte cinematografica, facendosene protagonisti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Passo la parola per la relazione al relatore di minoranza, consigliere Facci. Prego, consigliere.

 

FACCI, relatore di minoranza: Grazie.

Dovendo analizzare questo progetto di legge, credo che, come tutti gli atti di questa natura, sia necessario guardare l’obiettivo, ma guardare anche la forma, la procedura con cui si intende raggiungere l’obiettivo. Gli obiettivi o, meglio, le qualità della Cineteca di Bologna non le sto a ricordare. Le ha già ricordate la consigliera relatrice di maggioranza, quindi non voglio ripetermi.

Devo, però, fare un passaggio doveroso, quello che ho già ricordato in Commissione. La Cineteca di Bologna non la scopriamo oggi. La Cineteca di Bologna riceve annualmente ampie risorse da parte delle Regioni. Abbiamo, negli ultimi anni, delle convenzioni triennali. In forza di queste convenzioni, noi eroghiamo circa 800.000 euro per anno. Guarda caso, è la cifra che coincide con l’impegno che in questo progetto di legge si vuole andare a formalizzare quantomeno per gli anni 2024 e 2025.

Quindi, in realtà, c’è già una sensibilità ‒ se vogliamo usare questo termine ‒ da parte della Regione rispetto alla Cineteca, c’è già un impegno economico da parte della Regione nei confronti della Cineteca.

Qual è il passo in più che si chiede e si vuol fare con questo progetto di legge? Rendere strutturale questo impegno. Renderlo strutturale, dice la relatrice di maggioranza, per potersi anche fregiare del ruolo di fondatori e quindi avere un ruolo - dice sempre la relatrice - nella governance.

Io mi permetto di evidenziare come questo ingresso, quindi a livello formale e procedurale, non sia così cristallino, non sia così chiaro.

Perché? Innanzitutto perché lo Statuto della Cineteca è stato realizzato ai tempi della Costituzione ad uso e consumo si potrebbe dire, passatemi questo termine, comunque ritagliato esattamente sulla sagoma del Comune di Bologna. Cioè, lo Statuto ritagliato per il comune di Bologna, tant’è che ci sono vari passaggi che ovviamente confermano questo, tra cui la governance. La governance della Fondazione Cineteca è di fatto esclusivamente appannaggio del Comune di Bologna.

Mi si potrà dire, certo, il Comune mette magari la fetta più importante e quindi è giusto che abbia la governance. Giusto o sbagliato il Comune di Bologna ha la maggioranza dentro la governance e l’avrà sempre e comunque, sempre e comunque chiunque possa entrare o non entrare.

Dico anche che è fatto male questo a livello procedurale, perché se effettivamente l’intendimento del Comune di Bologna è quello di permettere l’ingresso della Regione come socio fondatore, quindi necessità di modificare uno Statuto che oggi non lo consente, perché non lo ha fatto prima?

Quindi noi oggi abbiamo agli atti una lettera in cui c’è un impegno a modificare lo Statuto.

Se voglio fare le pulci, e le devo fare, è il mio compito assessore. non mi guardi male ma è così, allora voglio anche dire che non abbiamo neanche la garanzia che l’impegno economico, o meglio i valori economici che sono indicati nell’articolo 6 dello Statuto della Cineteca, permanga tale e quale. Perché la modifica dello Statuto potrebbe non riguardare semplicemente l’elemento temporale, cioè vi consento di entrare e diventare fondatori anche se non sono trascorsi cinque anni, potrebbero essere anche modificati i valori economici, sicuramente non avverrà, sicuramente non avverrà, ma poiché, come ricordava sempre qualcuno dai banchi della maggioranza, quando si parla in quest’aula e quando si fa politica, quello che conta sono gli atti amministrativi, io dico che gli atti amministrativi oggi ci dicono che oggi lo Statuto della Cineteca non consente l’ingresso, c’è una sorta di gentlemen agreement, impegno in una dichiarazione di intenti protocollata, e va bene, ma questo oggi non ci mette al riparo da un’eventuale modifica dei valori.

Noi ci impegniamo per 800.000 nel 2024 e nel 2025, poi dopo il 2025, giustamente, ci sono le esigenze di bilancio, si vedrà, e naturalmente oggi, rispetto allo Statuto che deve essere modificato all’articolo 6, questi valori sono ampiamente di copertura, perché quello Statuto oggi prevede almeno 250.000 euro, ne mettiamo 800.000, quindi è chiaro che lo spazio c’è, ma questi 250.000 potrebbero diventare altro. Che garanzia abbiamo su questo? Non ne abbiamo.

Siccome ragioniamo in atti amministrativi, noi andiamo ad adottare il progetto di legge sullo Statuto che deve essere modificato, in cui i valori non sono certi, potrebbero essere modificati o forse no. È una corretta tecnica legislativa? A mio avviso, no.

Si vuole entrare in una Fondazione, il cui fondatore è il Comune di Bologna, la Fondazione Cineteca, che ha una società partecipata, anzi ne ha più di una, L’Immagine Ritrovata S.r.l., partecipata al 100 per cento.

L’Immagine Ritrovata S.r.l. a sua volta partecipa in Immagine Ritrovata Asia e Immagine Retrouvé costituita a Parigi, ulteriori scatole, quindi noi entriamo in un meccanismo di partecipazione di questo tipo.

La Fondazione Cineteca partecipa a Modernissima S.r.l. con quota dell’83,62 per cento, l’altra fetta più importante per 16,38 è di Confindustria Emilia Centro, che ha un’importante mission, questo Modernissima, di andare a ristrutturare una realtà, quale appunto l’ex cinema, per un polo culturale, attività… Tutto perfettamente nobile e condivisibile, ma questo meccanismo di scatole, questo meccanismo di partecipazioni, tenendo presente che diversi sono stati i rilievi della Corte dei conti soprattutto sulle immagini ritrovate, è un’operazione, come dire, che lascia, che sgombra il campo da potenziali problematiche? A mio avviso, le può aumentare.

Poi va da sé che, nell’ambito di un rapporto di forza che la Regione può sempre mettere in campo, perché indubbiamente la Regione è la Regione, verosimilmente queste nubi potranno essere dissipate, però voglio dire che questo ingresso non è così cristallino. Ecco perché dico che capisco la necessità, la voglia di dire entriamo a pieno titolo in un contesto e quindi i soldi che davamo prima continuiamo a darli, ma da un altro punto di vista.

Io dico andava, a mio avviso, gestito molto meglio, con una disponibilità da parte del Comune di Bologna, che appunto è unico socio unico della Fondazione, preventiva, chiara, con una modifica statutaria già fatta, in cui noi andavamo ad aderire eventualmente, ma sapendo perfettamente quali erano i valori, quali erano gli aspetti più importanti da mettere a fuoco.

Allora, io credo che questo progetto di legge non voleva raggiungere un risultato sicuramente di dare un maggior sostegno, maggiore enfasi a questo aspetto culturale che la Cineteca rappresenta, ecco, in realtà sia stato fatto male, sia stato fatto male. Sia stato fatto male e sia stato fatto con una procedura appunto affrettata, verosimilmente. Capisco che si vuole arrivare al 2024, ma noi abbiamo delle convenzioni e questi denari li stiamo già dando. Forse quello che manca sono i 500.000 una tantum, perché gli 800.000 fanno parte già parte della convenzione.

Capisco anche che la Cineteca abbia bisogno di risorse, che nel progetto modernissimo ci sia bisogno di risorse, e di risorse in tempi rapidi, però siamo un’Assemblea legislativa, siamo tenuti a emanare atti, che hanno, ovviamente, una loro valenza importante. Questo è un progetto di legge, non è una risoluzione, non è un atto di indirizzo. È una legge regionale. Legge regionale in cui si indirizza la Regione in determinati contesti. Questo contesto della Fondazione Cineteca, con questi meccanismi, di totale appiattimento sull’Amministrazione comunale... Si dà, di fatto, al Comune di Bologna la regia completa di qualsiasi operazione. Sinceramente, tutta questa fiducia nell’Amministrazione comunale di Bologna io non ce l’ho, soprattutto di questi ultimi tempi. Ma questa è una mia personale digressione, e la parentesi la chiudo subito.

Una partecipazione all’interno di questa Fondazione ci potrebbe astrattamente portare a rilievi contabili, ci potrebbe portare a delle contestazioni, anche di tipo procedurale.

Credo che questa operazione, nel condividere l’obiettivo di dare forza al settore culturale e all’opera che l’assessore sta portando avanti, sia, però, inciampata in questo aspetto procedurale e formale, che non credo sia di poco conto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Apriamo, adesso, il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Pillati, prego.

 

PILLATI: Grazie, presidente.

Quella che ci accingiamo a votare è, a dispetto della sua brevità, una legge importante. Voglio ringraziare i relatori di maggioranza e di minoranza, la presidente Marchetti, l’assessore Felicori, il dottor Cottafavi e il dottor Abagnato, perché il percorso della proposta di legge che si è avuto in Commissione si è sviluppato con una discussione di qualità ed è stato possibile anche sviluppare un confronto di merito con il Comune di Bologna e con la Fondazione Cineteca.

Ci tengo davvero a ringraziare in particolare l’assessore Felicori per la scelta che, lo anticipo già, il Gruppo del Partito Democratico ha accolto con grande soddisfazione, cioè quella di far entrare la Regione Emilia-Romagna nella Fondazione Cineteca. Un’istituzione culturale - sia è già parlato ampiamente di essa - che ha radici profonde, che si è sviluppata e consolidata nel tempo, a partire da un’intuizione dell’allora assessore alla cultura, Renato Zangheri, che nel ‘62 istituì la Commissione cineteca, il primo embrione di quello che poi sarebbe diventata la Cineteca di Bologna nelle sue diverse espressioni dal punto di vista formale.

Un percorso unico, di grande innovazione e visione che porta la Cineteca a essere oggi un riferimento a livello nazionale e internazionale. Ma su questo è già stato detto molto.

Quello che mi preme sottolineare è il senso profondo del suo operato nei suoi oltre sessant’anni di attività, con le varie direzioni che si sono succedute, che è stato e che continua ad essere quello di offrire, attraverso il cinema, uno strumento di crescita culturale della società.

La quantità di persone che la Cineteca raggiunge con le sue numerose iniziative sono la testimonianza concreta del valore culturale del progetto che la Cineteca ha sviluppato e consolidato nel tempo.

La trasformazione in fondazione ha consentito di coniugare la missione statutaria con un maggior dinamismo organizzativo che ha consentito nuove sinergie tra pubblico e privato, di aprire nuove possibilità per valorizzare il patrimonio culturale della Cineteca.

Con l’entrata in vigore della legge 220 del 2016, la cosiddetta legge sul cinema, la Cineteca di Bologna è stata inserita tra le principali istituzioni di promozione della cultura cinematografica. Ad essa il Ministero assegna un contributo annuale per lo svolgimento di attività di conservazione, acquisizioni archivistica e di restauro, nonché di promozione e diffusione del cinema e dell’audiovisivo, di formazione, di ricerca e di produzione editoriale.

Non è con la scelta che ci accingiamo a compiere oggi che la Regione riconosce il valore della Cineteca, l’ha detto bene anche il consigliere Facci. Perché la Regione riconosce e supporta le attività della Cineteca sin dalla sua costituzione iniziale, ma con la legge n. 20 del 2014, con la legge regionale n. 20 è stata introdotta una specifica possibilità di intervento regionale tramite lo strumento della convenzione, proprio per sostenere le attività di promozione della cultura cinematografica, promossa da enti pubblici e soggetti privati.

È proprio in attuazione di questa norma che sono state sottoscritte senza soluzione di continuità convenzioni di durata triennale con la Cineteca di Bologna.

 Dunque non è nemmeno una questione economica, credo, come l’assessore Felicori, che quello che ci accingiamo a fare con l’ingresso della Regione nella Fondazione sia però un passaggio politico importante, e per questo lo ringrazio. Un passaggio certamente accolto con favore dal Comune di Bologna e dalla Cineteca, perché recupera l’idea del progetto iniziale, che ha portato a trasformare l’Istituzione in Fondazione, che guardava alla Regione come al naturale, ulteriore fondatore, oltre al Comune.

Lo Statuto sicuramente è stato scritto dal Comune di Bologna, ma la sua idea iniziale prevedeva e auspicava l’ingresso di un’autorevole Istituzione come la Regione Emilia-Romagna.

Questa è prima di tutto una scelta, che segna la volontà della Regione di impegnarsi a costruire un sistema regionale della cultura che non sia la mera somma di singoli sistemi provinciali. Una scelta coerente con quanto ha fatto la Regione Emilia-Romagna in ciascun settore di intervento delle proprie politiche culturali, individuando soggetti ritenuti strategici per lo sviluppo di ciascuna delle aree di intervento regionale, mediante la partecipazione diretta quale socio, quale fondatore.

Questo consente alla Regione di partecipare alla definizione delle strategie di sviluppo e di investimento. È la stessa idea che sta dietro la nascita di ERT, della Fondazione della danza, di ATER, della Fondazione Arturo Toscanini, quella che ci spinge oggi a prendere una decisione importante per i nostri territori: fare della Cineteca un attore regionale di rilievo strategico, il fulcro di un sistema regionale unico, che sappia al contempo far crescere e valorizzare il pluralismo dei nostri territori, facendo, ad esempio, dialogare gli archivi dei grandi autori che i nostri territori hanno saputo conservare, valorizzando le esperienze sul cinema di cui ogni singolo capoluogo è ricco. Possiamo fare del nostro territorio emiliano-romagnolo un laboratorio verso l’uso della lingua, della modernità, il linguaggio delle immagini, che ancora forse manca a livello nazionale.

Questo non è per la Cineteca un momento di crisi o difficoltà. È al contrario un tempo pieno di progetti ambiziosi che la consigliera Zamboni, relatrice di maggioranza, ha spiegato molto bene e nel dettaglio. Mi voglio soffermare sulle due questioni che il consigliere Facci ha posto anche nella discussione in Commissione prima e oggi in aula. La prima riguarda lo statuto della Cineteca.

È vero, l’attuale statuto prevede un limite temporale per l’adesione di nuovi fondatori, fissato in 5 anni dalla costituzione della Fondazione, che è avvenuta nel 2012. Nel corso dell’iter di discussione del progetto di legge sono stati auditi la Fondazione Cineteca e il Comune, attualmente l’unico fondatore, che hanno accolto, e lo hanno espresso in modo molto chiaro, favorevolmente la volontà della Regione di entrare a far parte della Fondazione Cineteca in qualità di fondatore e hanno manifestato la volontà del Comune di Bologna di modificare lo statuto, come il consigliere Facci ha richiamato.

Ed è vero che è stato rimarcato anche attraverso una nota scritta successiva, a firma della delegata alla cultura del sindaco di Bologna Elena Di Gioia, che conferma la volontà di procedere, entro il 2023, cito testualmente, “a una revisione dello statuto della Fondazione Cineteca di Bologna, che prevedrà, tra le altre cose, la possibilità di adesione alla Fondazione con la qualifica di fondatore successivo, superando così il limite dei cinque anni attualmente previsto”.

Io credo davvero non ci sia alcuna ragione di dubitare della volontà del Comune di Bologna di corrispondere all’impegno preso e non è un segreto il fatto che il Comune, così come i vertici della Cineteca, auspicavano da tempo, oserei dire forse fin dalla nascita della Fondazione, l’ingresso della Regione nella governance della Fondazione, tanto che quel limite temporale venne messo proprio immaginando che fosse un tempo congruo per immaginare la scelta della Regione in questa direzione.

La seconda questione che il consigliere Facci solleva è quella relativa al ruolo di minoranza all’interno degli organi della Fondazione. Già il fatto di, in qualche modo, ritenere che avere un ruolo di minoranza è del tutto equivalente al non esserci... Come lei mi insegna, non è così. In generale. Potrebbe non essere così, cioè potrebbe la Regione immaginare un ingresso con un eguale peso dei componenti all’interno degli organismi o, addirittura, di maggioranza. Segnalo al consigliere Facci che, all’atto della costituzione della Fondazione, il Comune di Bologna ha conferito un patrimonio che era del Comune e che ha assegnato all’istituzione Cineteca, per consentire lo sviluppo delle attività, beni immobili e collezioni, per circa 15 milioni di euro, a cui mi risulta si stiano aggiungendo altri due immobili in corso di conferimento.

Oltre a ciò, il contributo che ogni anno il Comune ha dato alla Fondazione Cineteca non è mai sceso al di sotto dei 2 milioni di euro. Negli ultimi anni, la somma ha sempre superato i 2.300.000 euro. Dunque, un patrimonio iniziale ben superiore ai 500.000 euro previsti in ingresso dalla Regione, un contributo annuo che è il triplo di quello che fino ad ora la Regione ha stanziato. Quindi, davvero sarebbe difficile immaginare una composizione differente, di equilibrio all’interno degli organismi, ma non ritengo che il non esserci possa, in qualche modo, essere equiparato a partecipare alla governance ancorché con un ruolo di minoranza.

In conclusione, voglio ribadirlo, la partecipazione alla governance della Fondazione Cineteca da parte della Regione per me è una novità importante. Intanto, potrà consentire di governare l’efficacia dell’investimento regionale nei confronti della Fondazione Cineteca e dei diversi ambiti di intervento da questa direttamente o indirettamente presidiati.

Rafforzerà la funzione di coordinamento della Regione Emilia-Romagna nel settore del cinema e dell’audiovisivo, in coerenza con gli interventi che lo Stato, gli Enti locali, il Comune di Bologna in primis hanno in corso.

Da ultimo, certamente, di fronte a un futuro che vede già nell’immediato sfide molto ambiziose che danno una spinta ulteriore allo sviluppo della Cineteca e al suo posizionamento tra le grandi cineteche europee, l’ingresso della Regione nella governance è certamente importante anche per dare stabilità al suo sostegno.

Certamente, non è soltanto questo il motivo per cui ringrazio davvero l’assessore Felicori e la Giunta per questa scelta.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pillati.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

La Fondazione Cineteca di Bologna, o più brevemente proprio la Cineteca di Bologna, è certamente un’istituzione culturale di grandissimo valore, nessuno lo può mettere in discussione e non saremo certo noi a farlo.

Qui, però, stiamo parlando dell’adesione della Regione Emilia-Romagna tra i fondatori della Fondazione Cineteca.

Ora, al di là degli aspetti più strettamente tecnici, come ci ha anche ricordato il relatore di minoranza, vorrei soffermarmi un po’ di più sul significato che politicamente ha questo tipo di adesione come socio fondatore.

La Fondazione Cineteca di Bologna ha tra i suoi obiettivi, tra i suoi scopi, diversi indirizzi. Tra questi c’è sicuramente, e noi lo riteniamo forse quello più interessante per questa assemblea, e quindi per l’Amministrazione della Regione Emilia-Romagna, quello di valorizzare il cinema, l’audiovisivo, i contenuti audiovisivi in particolare quelli prodotti in Italia e ancora più in particolare quelli prodotti nella Regione Emilia-Romagna.

Questa è infatti una Regione che ha diversi aspetti anche di pregio, anche di qualità, spesso di qualità, legati alla produzione cinematografica. Possiamo pensare a grandi registi, da Federico Fellini a Pupi Avati, ma anche a produzioni più semplici o territorialmente limitate, che comunque hanno riscosso grandi successi.

Non possiamo, ad esempio, non ricordare quando pochi mesi fa Hollywood si trasferì da noi per girare il film su Enzo Ferrari e si appoggiò per le riprese in interno ad una giovane casa di produzione della nostra Regione, che ebbe così l’onore di essere citata nei titoli di coda, quelli che nessuno guarda mai, ma che alla fine rappresentano chi effettivamente sta lavorando al prodotto cinematografico, ed ebbe questa presentazione al Festival di Venezia.

Questo perché, al di là degli aspetti più evidenti della produzione cinematografica, c’è tutto un lavoro di maestranze, che spesso lavorano in stanzette buie, attaccate a macchine per il montaggio o per il montaggio sonoro, che in Emilia-Romagna abbiamo e che crediamo debbano essere valorizzate.

Ecco allora che la riflessione che voglio presentare a questa Assemblea è questa: lo sforzo che dobbiamo fare con questa adesione, con la gestione della Film Commission dell’Emilia-Romagna, con il Fondo per l’audiovisivo è un sempre maggiore sforzo, un sempre maggiore impegno per il sostegno e per la valorizzazione di quello che in Emilia-Romagna sappiamo fare meglio, che è il lavoro.

Il lavoro nel campo cinematografico spesso non è ricordato in questa Regione, invece noi sappiamo essere molto presente e anche molto efficace in termini di qualità e di pregio.

Tra l’altro, l’edificio in cui ci troviamo in questo momento e da cui stiamo parlando sappiamo essere stato spesso un fondale per diversi prodotti cinematografici.

Ecco che allora, se la Regione Emilia-Romagna partecipa alla Fondazione, partecipa con un contributo importante che per i prossimi due anni è fissato in oltre 1 milione di euro per ciascuno dei due anni 2024 e 2025, credo che debba anche insistere sulla valorizzazione, sulla diffusione e su una sempre maggiore conoscenza della produzione cinematografica che avviene in questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno in dibattito generale.

Chiedo ai relatori se hanno piacere di aggiungere alcune cose. Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente. Voglio ringraziare io adesso, cosa che non ho fatto prima, il relatore di minoranza perché effettivamente, anche proprio in forza della sua professione, ha portato ad arrivare a dei chiarimenti utili per la definizione di questo progetto di legge.

In merito alle osservazioni che faceva, appunto, su questa dicotomia temporale, per cui noi approviamo oggi una legge in attesa della mutazione, della modifica dello statuto della Cineteca che dovrà apportare il Comune entro il 2023, perché il nostro ingresso dalla legge è previsto da gennaio 2024, così come l’erogazione dei contributi. Ecco, raccogliendo questa sua sottolineatura, con le colleghe Marilena Pillati e Francesca Marchetti, che è la presidente notoriamente della Commissione Cultura, abbiamo presentato un ordine del giorno col quale ricostruiamo tutti i vari passaggi per cui si è addivenuti alla definizione della figura di fondatore successivo e la tempistica.

Prima ci deve essere la modifica dello statuto, poi noi acquisiremo questo ruolo. Ecco, con questo ordine del giorno chiediamo e impegniamo la Giunta regionale a monitorare l’iter di modifica dello statuto della Fondazione Cineteca da parte del Comune di Bologna, informando tempestivamente la Commissione competente, ovviamente, dell’avvenuta modifica.

In questo senso speriamo di aver colto a sufficienza le osservazioni fatte dal consigliere Facci, relatore di minoranza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Facci, vuole intervenire? Prego, consigliere.

 

FACCI: Grazie.

In realtà, questa vicenda dello Statuto più la giriamo più è peggio. Se noi dovessimo fare le cose, a mio avviso, in maniera corretta, dovremmo subordinare questo progetto di legge alla modifica statutaria. Noi non possiamo impegnarci prima ancora che sia presente uno Statuto che ci permetta, effettivamente, di poter fare questa operazione. Dovremmo subordinarla, per usare un termine giuridico.

Va bene anche un ordine del giorno. Si fa un atto di fede, ovviamente, su quello che dice il Comune di Bologna (“noi ci impegneremo alla revisione”). L’atto di fede è, naturalmente, che andremo a controllare che avvenga. Nell’ordine del giorno si impegna la Giunta a fare in modo non solo che questo iter di modifica allo Statuto sia monitorato, ma che sia coinvolta anche la Commissione competente. Questo sicuramente può determinare quella maggiore trasparenza nei rapporti tra Giunta e Assemblea e, anche in questo caso, tra Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna.

A mio avviso, però, il problema rimane. Replicando brevemente a quello che ha detto la collega consigliera Pillati, certo, è vero, chi conferisce di più in una società ha le quote maggioritarie. Non disconosco questo tipo di approccio. Il tema è che noi entriamo in una situazione, ripeto, dove già avevamo comunque una serie di conferimenti. Noi abbiamo già dato risorse e verosimilmente daremo le stesse, forse qualcosa di più. Sicuramente i 500.000 euro una tantum sono un valore aggiunto, un elemento aggiunto.

Rendiamo strutturale una nostra partecipazione in un contesto, che ho elencato prima, in cui vi sono a cascata una serie di partecipazioni, un contesto dove saremmo comunque sempre minoranza.

Se poi dobbiamo dare l’investitura alla Regione di potersi fregiare del titolo di socio fondatore ‒ a distanza di undici-dodici anni; nel 2012, giusto? ‒ della Cineteca, diamo questa investitura. Però, entriamo in un’investitura che, a mio avviso, può comportare dei problemi nel già difficile rapporto con società partecipate che hanno a loro volta delle partecipate, addirittura partecipate estere con qualche problematica che qualche rilievo l’ha avuto, ci tengo a ribadire.

Perché, se andiamo a vedere i vari rapporti, i rilievi che faceva la Corte dei conti al Comune di Bologna sulle partecipazioni Cineteca, l’immagine ritrovata era sempre un elemento costante dei vari rilievi.

Poi, avranno sistemato le loro situazioni, avranno valutato quello che serve tenere e quello che non serve tenere, però di fatto questa sorta di, ripeto, atto di fede, a maggior ragione tenendo presente che possono essere cambiati anche i valori, io sinceramente al Comune di Bologna non lo faccio. Io al Sindaco Lepore un atto di fede non lo faccio. Volete così essere più chiari? Non lo faccio.

Non lo faccio a maggior ragione in un atto amministrativo, in un progetto di legge in cui c’è da impegnare dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista finanziario, il nostro Ente.

Allora, prima viene modificato lo Statuto, vediamo in chiaro quelli che sono i rapporti, e magari che non ci siano ulteriori cambiamenti, dopodiché si aderisce. Questo è l’iter.

È un progetto di legge, non è che stiamo parlando di chissà che… È un progetto di legge.

Queste sostanzialmente, secondo me, sono le formule che dovrebbero essere adottate, dopodiché l’ordine del giorno nel momento in cui si dice monitorate, informate la Commissione, è chiaro che è un ordine del giorno al quale posso anche aderire, va bene. C’è un maggior coinvolgimento dell’Assemblea, però non toglie il problema a monte, che è quello che ho detto e per il quale naturalmente non c’è una piena condivisione, non condividiamo la procedura pur condividendo lo spirito di sostenere comunque una realtà che ha una sua valenza sul territorio e che è universalmente riconosciuta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Lo avete anticipato voi, è stata presentata una proposta di ordine del giorno a firma delle consigliere Zamboni, Pillati e Marchetti Francesca.

Sono le ore 12,58. Riprendiamo alle ore 14,30 con le conclusioni dell’assessore Felicori sul progetto di legge.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,58

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI e la consigliera Lia MONTALTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, e il consigliere Fabio RAINIERI.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

7514 -  Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: "Rimborso della tassa automobilistica per perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all'estero". Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali). (12 10 23) A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni, Catellani, Pompignoli, Stragliati, Rainieri, Montevecchi, Bergamini, Delmonte, Occhi, Marchetti Daniele, Facci, Rancan, Liverani

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7510 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito al quadro esigenziale dei fabbisogni idrici della Val d'Enza nelle province di Reggio Emilia e Parma. A firma dei Consiglieri: Occhi, Delmonte, Catellani

 

7511 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle prolungate interruzioni delle linee di telecomunicazione per telefonia fissa e connessione internet, che si sono verificate a Langhirano (PR) nelle giornate del 9 e 10 ottobre 2023. A firma del Consigliere: Rainieri

 

7512 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito ai nuovi accreditamenti del privato convenzionato profit nel settore riabilitativo, le cui ricadute in termini di risorse sembrano penalizzare la sanità pubblica. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7515 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al perdurare delle criticità segnalate nella gestione del servizio mensa dell'Azienda USL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7516 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa al rischio di cancellazione di Unione Donne in Italia (UDI) Modena, Ravenna e Ferrara ed eventualmente altre realtà associative, dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e alle iniziative da assumere per scongiurare questo esito e per ottenere dal Ministero competente una interpretazione rispettosa sia degli obiettivi antidiscriminatori delle norme nazionali sia delle finalità costitutive dell'Unione Donne in Italia. A firma dei Consiglieri: Mori, Zappaterra, Dalfiume, Pillati, Montalti, Sabattini, Costi

 

7517 -  Interrogazione a risposta scritta sull'opportunità di contrastare il ricorso al taglio dei boschi al fine di creare una filiera italiana delle biomasse legnose da bruciare a fini energetici. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7518 -  Interrogazione a risposta scritta sull'opportunità di regolamentare, a livello regionale e nazionale, in maniera univoca la figura professionale di onicotecnico/onicotecnica, distinguendola da quella di estetista. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7519 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla ricognizione sullo stato del reticolo idrografico della Romagna e alla tempistica prevista per l'avvio della ricostruzione delle aziende. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7520 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al progetto di costruzione della nuova scuola primaria "E. De Amicis" e di demolizione dell'attuale plesso scolastico, nel comune di Marano sul Panaro (MO). A firma del Consigliere: Pelloni

 

7521 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al possibile intervento della Regione, ai sensi della L.R. 14/2013, nella manutenzione straordinaria dello storico percorso escursionistico "Sentiero dei Bregoli" a Casalecchio di Reno (BO). A firma dei Consiglieri: Facci, Mastacchi

 

7522 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito all'obbligo di ripresentare, per accedere alle agevolazioni per reddito, la certificazione ISEE già in possesso del Comune di San Lazzaro. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7523 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al pericolo costituito dalla presenza di focolai di Peste suina africana (PSA) nelle zone limitrofe al territorio piacentino. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7524 -  Interrogazione a risposta scritta circa la composizione della commissione esaminatrice per la nomina del Responsabile di Branca specialistica dell'Ausl di Modena. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7526 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di posizionare delle reti all'imboccatura dei canali a Comacchio, al fine di ostacolare l'ingresso del granchio blu nelle aree dedicate alla venericoltura. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7527 -  Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di sistemi di contenimento per proteggere l'abitato di via dei Platani, a Fontanelice (BO), da eventuali futuri movimenti franosi. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7528 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'adesione del comune di Rimini al bando, indetto dalla Regione Emilia-Romagna e denominato "Programma Integrato di Edilizia Residenziale Sociale" (PIERS), che ha l'obiettivo di promuovere la realizzazione di un contesto edilizio di natura pubblica e, al contempo, di interventi di riqualificazione urbana. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7529 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'attività della Cava di gesso di Monte Tondo e Sassofeltrio, con particolare riguardo al futuro dello stabilimento di Casola Valsenio. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7530 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per agevolare l'attività delle edicole, che costituiscono un presidio culturale e una parte di pregio del tessuto urbano. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7531 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità relative ai conti della AUSL di Ferrara e dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna, rese note da fonti di stampa. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7532 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alle azioni straordinarie per il sostegno del settore frutticolo. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7533 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno sollecitare il Ministro competente ad assumere gli opportuni provvedimenti per migliorare le condizioni di vita all'interno dell'Istituto l'Istituto Penale per i Minorenni (IPM) "Il Pratello" di Bologna e prevenire le situazioni critiche di disagio e di violenza. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Amico

 

7534 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui "rimborsi alluvione", con particolare riguardo ai tempi che vengono stimati per il completamento delle procedure di rimborso di chi ha già presentato le domande e di chi le presenterà entro fine anno. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7535 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul sostegno alla richiesta di 34 europarlamentari affinché la UE inserisca l'industria ceramica fra i settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti Ets. A firma della Consigliera: Pigoni

 

7536 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle misure per la prevenzione, il contrasto e la soluzione dei fenomeni di sovraindebitamento di cui alla L.R. 28/2019. A firma della Consigliera: Piccinini

 

7537 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quale sia la tendenza delle aggressioni al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e se la Regione ritenga che le azioni messe in campo finora abbiano sortito effetti positivi ovvero sia necessario implementare ulteriori azioni. A firma del Consigliere: Amico

 

7538 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul progetto di rinaturazione del fiume Po previsto nel PNRR e sul ruolo che la Regione intende svolgere al tavolo di lavoro e nelle conferenze di servizio relative al progetto. A firma della Consigliera: Zamboni

7539 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa agli esami di brevetto cinofili secondo il regolamento regionale vigente in materia di Unità Cinofile. A firma della Consigliera: Stragliati

 

7540 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le autorizzazioni sulle nuove linee ferroviarie elettriche che dalla stazione di Reggio Emilia portano a Ciano D'Enza, Guastalla e Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

7541 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul mancato indennizzo dei beni mobili delle abitazioni private alluvionate della nuova ordinanza commissariale. A firma della Consigliera: Rontini

 

7542 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando verrà promulgata l'ordinanza dedicata alla ricostruzione delle aziende in Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7543 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito a prestazioni sanitarie eseguite in assenza di autorizzazioni nella struttura di vicolo Bolognetti, a Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7544 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere in che tempi verrà data esecuzione all'iniziativa per incentivare l'acquisto di alloggi da parte di giovani coppie, specifica per il Basso Ferrarese, in modo da corrispondere alle analoghe misure adottate per le aree montane aventi le stesse caratteristiche demografiche. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri

 

7545 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa ai disservizi verificatisi nella raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

INTERPELLANZA

 

7513 -  Interpellanza circa le autorizzazioni per l'attivazione della trazione elettrica sulle linee ferroviarie che dalla stazione di Reggio Emilia portano a Ciano D'Enza, Sassuolo e Guastalla. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

RISOLUZIONE

 

7525 -  Risoluzione circa le azioni di sostegno alla popolazione del Nagorno-Karabakh, regione situata nell'Altopiano armeno e che attualmente è teatro di una gravissima crisi umanitaria. (16 10 23) A firma della Consigliera: Castaldini

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7069 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'effettiva situazione del territorio ferrarese colpito dal maltempo di inizio estate 2023, con particolare riguardo ai danni provocati al patrimonio pubblico e all'economia. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7116 -  Interrogazione a risposta scritta sulla manutenzione della rete fognaria di Lugo. A firma del Consigliere: Liverani

 

7117 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere, in merito all'allagamento del Teatro Rossini di Lugo, di chi sia la competenza della messa in sicurezza del Teatro in caso di alluvione. A firma del Consigliere: Liverani

 

7125 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla gestione dell'emergenza verificatasi a Lugo (RA), in conseguenza dell'inondazione e degli allagamenti del 17 e 18 maggio scorsi. A firma del Consigliere: Liverani

 

7134 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le cause che hanno portato, nel mese di maggio, agli estesi allagamenti nel territorio del comune di Conselice (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7135 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla competenza in materia di rilascio di autorizzazioni per gli impianti di trattamento fanghi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7147 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno riutilizzare i materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dai fenomeni franosi, qualora idonei, nei lavori di ricostruzione post alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7159 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per affrontare in modo sistematico il problema del deflusso minimo vitale (DMV), rivedendo i parametri applicativi in relazione ai torrenti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7166 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per affrontare la situazione di grave criticità determinatasi a causa dei danni provocati dagli eventi meteo estremi susseguitisi nel mese di luglio e se ritenga opportuno chiedere al Governo lo stato di emergenza e sollecitare lo stesso ad includere i nuovi danni nella procedura di risarcimento già avviata per gli eventi alluvionali di maggio. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Bulbi, Daffada', Pillati, Fabbri, Rontini, Costa, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Gerace, Marchetti Francesca

 

7248 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per sostenere, consolidare e dare ulteriore impulso allo sviluppo della filiera integrata della canapa tra agricoltura, manifatturiero e ricerca, al fine di rispondere alle esigenze di innovazione di distretti produttivi importanti. A firma dei Consiglieri: Costi, Maletti, Daffada', Sabattini

 

7255 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'utilizzo delle nuove tecnologie di editing genetico TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) o NGT (New Genomic Techniques) in campo agricolo. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7275 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a una recente indagine statistica sul grado di scolarizzazione nella provincia di Ferrara, con particolare riguardo alla situazione del comune di Goro. A firma della Consigliera: Gibertoni

7284 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai due decessi avvenuti nella clinica chirurgica oculistica dell'Ospedale di Cona (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7296 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia attualmente la situazione relativa alla diffusione di focolai di aviaria sul territorio regionale, in particolare ferrarese. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7313 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche relative alla società cooperativa agricola CAVIM. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

7315 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche relative al virus West-Nile a Piacenza e nel Circondario Imolese. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7318 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai risarcimenti dei danni all'agricoltura nelle aree colpite da eventi calamitosi. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7326 -  Interrogazione a risposta scritta circa disservizi relativi al bar/edicola dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7330 -  Interrogazione a risposta scritta circa la situazione in cui versa il comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7336 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al riconoscimento giuridico dei santuari per animali. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7339 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle difficoltà segnalate dai cittadini sul trasferimento dati della cartella clinica in caso di passaggio di assistenza da un MMG ad un altro. A firma dei Consiglieri: Catellani, Pelloni, Marchetti Daniele, Facci, Bergamini, Stragliati

 

7349 -  Interrogazione a risposta scritta sulle modalità di indennizzo dei danni indiretti alle aziende agricole, dovuti alla mancata possibilità di accedere ai terreni coltivati a causa delle frane e della conseguente assenza della rete viaria. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7351 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la sospensione dei lavori al cantiere del Tecnopolo di Bologna, per la messa in sicurezza e bonifica dell'area, sia stata causata dalla presenza di amianto e quali siano le azioni adottate per garantire la sicurezza dei lavoratori. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7355 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'atteggiamento dei medici di medicina generale nei confronti dei propri pazienti, con particolare riguardo a un episodio verificatosi presso la Casa della salute di Cavezzo (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7368 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai controlli effettuati, presso il porto di Ravenna, su tutte le importazioni agricole di origine ucraina, specificatamente cereali, semi oleosi e derivati e la ricerca di contaminanti radioattivi o tossici. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7396 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a un'indagine giudiziaria della Procura della Repubblica a carico di un funzionario di Arpae.              A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7400 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per garantire, presso le Aziende Sanitarie regionali, la corretta e integrale attuazione delle linee guida relative alla sepoltura dei concepiti. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Pelloni, Stragliati, Bergamini, Facci, Marchetti Daniele

 

7404 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'impatto della nuova circonvallazione del comune di Castel Bolognese (RA) sul rischio idrogeologico. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7406 -  Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se ritenga opportuno adottare il principio di precauzione, riguardo all'utilizzo delle farine di insetto, evitandolo nella preparazione dei pasti per le mense delle scuole di ogni ordine e grado e per le strutture sanitarie, a tutela dei rischi per la salute, in particolare il rischio allergologico. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7414 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intende mettere in campo per colmare le criticità e assicurare, nel breve periodo, ai cittadini del nostro Appennino e in particolare ai residenti nella Valle dell'Idice, una copertura adeguata ed efficiente sia per la telefonia mobile che fissa, oltre che una connessione Internet idonea. A firma della Consigliera: Marchetti Francesca, Caliandro, Pillati, Rontini, Dalfiume

 

7415 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche riscontrate dai lavoratori malati oncologici, dovute al passaggio da Day Hospital a regime ambulatoriale, per sottoporsi a chemioterapia. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Pelloni, Facci, Stragliati

 

7416 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al bando regionale volto a consentire il ripristino del potenziale produttivo delle imprese agricole danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7420 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai pazienti pediatrici in attesa di una prima valutazione del disturbo dell'apprendimento e del disturbo del linguaggio presso i servizi di Cesena. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7425 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'attuale malfunzionamento del Progetto Sole che sta provocando disagi sia ai medici che ai pazienti. A firma dei Consiglieri: Bargi, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Pelloni, Bergamini, Rainieri

 

7471 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'attuale dotazione organica dell'Ospedale San Giorgio di Ferrara, a seguito della riduzione di personale e di servizi decisa durante il periodo estivo. A firma del Consigliere: Bergamini

In data 9 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, alle interrogazioni oggetti nn. 7052, 7392, 7441:

 

7052 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito al possibile rischio di esclusione dai servizi sanitari garantiti dei dipendenti dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). A firma della Consigliera: Castaldini

 

7392 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa la riorganizzazione degli spazi esistenti prevista presso l'Ospedale Maggiore di Parma, con particolare riguardo a eventuali ripercussioni sul futuro del Centro ustioni. A firma del Consigliere: Occhi

 

7441 -  Interrogazione a risposta orale in commissione inerente il monitoraggio del possibile aumento dei contagi Covid nelle scuole. A firma della Consigliera: Marchetti Francesca, Caliandro, Mumolo, Gerace, Rontini, Dalfiume

 

In data 17 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, alle interrogazioni oggetti nn. 7224, 7308, 7512:

 

7224 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sul Registro Tumori dell'Emilia-Romagna, per avere chiarimenti in merito ai dati della provincia di Bologna disponibili solo per gli anni 2017 e 2018. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7308 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione circa la situazione di 165 pazienti pediatrici in attesa di valutazione e presa in carico dal servizio di logopedia operante nel Comune di Forlì. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7512 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito ai nuovi accreditamenti del privato convenzionato profit nel settore riabilitativo, le cui ricadute in termini di risorse sembrano penalizzare la sanità pubblica. A firma della Consigliera: Zamboni

 

In data 18 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 7307, 7325, 7337, 7352, 7370:

 

7307 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla riclassificazione di un'area compresa nel perimetro del Parco Delta del Po e alla regolarità procedimentale della compravendita tra due società immobiliari. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7325 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione circa il ridimensionamento del ruolo di ARPAE nelle istruttorie Valsat e nei piani urbanistici. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7337 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione in merito alla messa in vendita del "Casino dei Boschi", prezioso compendio monumentale e paesaggistico in stato di abbandono e degrado che si trova nel Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega (PR). A firma della Consigliera: Zamboni

 

7352 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sulle attività istruttorie di Arpae nell'ambito dei procedimenti di Valsat di piani urbanistici. A firma della Consigliera: Piccinini

 

7370 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per avere chiarimenti in merito ai contenuti e alle implicazioni della Delibera regionale n. 1407 del 7 agosto 2023, avente ad oggetto "Precisazioni in ordine ai compiti e ai contenuti della relazione istruttoria di ARPAE nell'ambito delle istruttorie di Valsat di piani urbanistici". A firma della Consigliera: Zamboni

 

In data 18 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”, alla interrogazione oggetto n. 7452:

 

7452 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa le motivazioni per le quali sono stati sospesi gli accordi di programma attualmente in essere tra Regione Emilia-Romagna, Comuni ed Unioni di Comuni per le Polizie Locali, anche alla luce dei nuovi criteri per la concessione di contributi stabiliti con DGR n. 1415 del 28 agosto 2023. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Marchetti Daniele, Bargi, Facci, Occhi, Pompignoli, Rancan, Catellani

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i)

 

La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell’art. 46, lettera j, dello Statuto il Ricorso alla Corte Costituzionale promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri per la declaratoria di illegittimità costituzionale della Legge della Regione Emilia-Romagna 12 luglio 2023, n. 7. Rep. 1225/2023

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 06/10/2023 al 19/10/2023:

 

DPGR n. 153 del 18/10/2023

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio della Romagna Forlì Cesena e Rimini nel settore organizzazioni sindacali

 

DPGR n. 157 del 19/10/2023

Nuove nomine dei componenti il Comitato regionale per l’attrazione, la permanenza e la valorizzazione dei talenti di cui all’art. 11 c. 2 della Legge Regionale 14 febbraio 2023, n. 2

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 16 prot. NP/2023/762 del 23 ottobre 2023).

 

LA PRESIDENTE

IL SEGRETARIO

Petitti

Bergamini

 

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