Espandi Indice

233

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 24 OTTOBRE 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 7344

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”. (76)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7344/1 oggetto 7550 – Dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

FELICORI, assessore

PRESIDENTE (Zamboni)

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Petitti)

CUOGHI (FdI)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

FELICORI, assessore

 

OGGETTO 7268

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana". (139)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7268/1 oggetto 7551 - Dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BERGAMINI (Lega)

COSTI (PD)

PELLONI (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7412

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Programma regionale per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare 2023-2025". (140)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Francesca (PD)

RANCAN (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

CALIANDRO (PD)

RANCAN (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

MAMMI, assessore

 

OGGETTO 7122

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2024-2026". (141)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

COSTI, relatrice della Commissione

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

CASTALDINI (FI)

CALVANO, assessore

EVANGELISTI (FdI)

MARCHETTI Daniele (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 7344

Emendamento oggetto 7551

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,42

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 233 del giorno 24 ottobre 2023.

Sono computati come presenti ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini e la consigliera Montalti, assenti per motivi istituzionali. La consigliera ha altresì informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Rainieri, la vicepresidente della Giunta Priolo e l’assessora Lori.

OGGETTO 7344

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”. (76)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7344/1 oggetto 7550 – Dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Proseguiamo i nostri lavori con l’oggetto 7344: progetto d’iniziativa della Giunta recante “Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna”. Delibera di Giunta n. 1458 del 4 settembre 2023.

Ricordo che è stata presentata una proposta di ordine del giorno a firma delle consigliere Zamboni, Pillati e Marchetti Francesca. Riprendiamo i lavori con le conclusioni della Giunta, quindi do la parola all’assessore Mauro Felicori.

 

FELICORI, assessore: Buon pomeriggio.

Ringrazio la relatrice di maggioranza, il relatore di minoranza, la consigliera Pillati e il consigliere Cuoghi, che con passione sono intervenuti in questo dibattito asciutto, ma denso di contenuti.

Benché temo sia vano questo mio ultimo appello e benché sappia che per le minoranze spesso l’astensione è un modo delicato per dare un consenso, pur confermando il ruolo di opposizione, io vorrei fare un ultimo appello alle minoranze per votare questa legge, non perché chieda una simpatia politica, che non è molto importante nelle assemblee elettive, quanto perché penso che questa legge sia un atto costituente in un certo senso o ricostituente. Quella che creiamo oggi è una società nuova, benché abbia radici nella Cineteca precedente e, secondo me, è sempre bene che, quando si costituisce qualcosa di nuovo che ha un peso istituzionale, lo si faccia tutti assieme, per poi rinviare magari alla prima discussione in cui il Consiglio eserciterà quel ruolo di controllo che gli è proprio, magari in questo dividere i giudizi tra positivi e negativi.

Quindi, così, ci tengo a confermare questo mio desiderio che anche individualmente e anche un po’ giocosamente ho espresso più volte ai consiglieri della minoranza.

Devo anche un po’ rassicurare il consigliere Facci, che io ammiro per la competenza e l’impegno con cui studia tutti i dossier. Questo è un esempio per tutti o almeno per me di certo. Lo volevo rassicurare sul timore suo che noi subiamo una prepotenza del Comune. Sono testimone personale, perché quella delibera del Comune di creazione della Fondazione, benché non firmata da me come dirigente della cultura, perché poi in quel frattempo subii una delle tre o quattro emarginazioni che ho avuto nella mia carriera comunale, che è stata costellata, e diciamo non tutte emarginazioni a cura del centrodestra, ma direi maggioritariamente a cura del centrosinistra in quella Istituzione, questa delibera del Comune della Fondazione l’ho scritta io praticamente.

Sono testimone che la Fondazione nacque proprio per il desiderio di unire più forze, desiderio che si scontrò con la crisi finanziaria del 2011, che fu una crisi mondiale e non poteva colpire anche via Azzo Gardino. Si scontrò anche con una certa ritrosia che la Regione ha da tempo a impegnarsi direttamente nelle società, che pure magari generosamente finanziamo, come la Cineteca, perché non c’è dubbio che non ci siamo impegnati nella compagine, ma non si può certo dire che la Regione abbia avuto verso la Cineteca una posizione di distanza.

Ecco, io credo che il fatto che per la Cineteca superiamo quella ritrosia sia un avvenimento di una certa importanza politica, anche perché sono convinto che le sfide nuove che dobbiamo affrontare… Parlo naturalmente del campo culturale, non mi avventuro in materie che conosco poco e da dilettante. Le sfide nuove che dobbiamo affrontare in campo culturale richiedono anche un parziale ripensamento del rapporto fra la Regione, i Comuni, la società economica e civile e cioè che la volontà di pianificazione e di programmazione, che è tipica della Regione, abbia bisogno, per poter affrontare queste sfide, di una maggiore presenza istituzionale e politica nei sistemi regionali che hanno naturalmente le città e i Comuni come protagonisti.

Quindi penso che questa ritrosia si debba superare.

Certamente pensiamo, per quanto riguarda l’audiovisivo, alle sfide del digitale, di tutte le nuove piattaforme che, se vogliamo avere un ruolo dentro il mondo ormai mondiale dell’audiovisivo dobbiamo creare dei pacchetti di mischia, dei sistemi regionali compatti in cui l’indirizzo politico della Regione si attui anche con strumenti nuovi e più forti di quelli che abbiamo usato fino ad ora.

Pensiamo a quello che il cinema è dal punto di vista economico, la cosa nuova di cui ha parlato il consigliere Cuoghi. Cioè che il cinema è sempre più industria, è sempre più economia e in un mondo globalizzato se tu vuoi stare nell’industria e nell’economia, devi starci con degli strumenti forti, degli strumenti potenti.

Quindi, quella ritrosia va superata e la stiamo superando.

Perché vedete che l’ATER abbiamo intenzione di allargare sempre di più la sua capacità di essere strumento di tutti i Comuni e tutti i teatri della Regione. Vedete che la Toscanini da due anni è sempre più l’Orchestra regionale che lavora sempre più nelle diverse città delle Regioni. Vedete come la nostra compagnia di danza di Reggio Emilia sia la prima compagnia italiana e l’unica riconosciuta come compagnia nazionale e sempre più nel mercato della danza europea. L’avete appena visto con il “Lazarus” come l’ERT si stia rinnovando anche in termini di freschezza.

Dunque, l’atto che compiamo oggi, che io considero un atto chiamiamolo ricostituente, se non ci fosse questa assonanza con le medicine che può suonare male, penso che sia un atto molto importante.

Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato, a cominciare dagli Uffici. Ringrazio il Comune di Bologna, che ha assunto degli impegni importanti.

Chiudo qui.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, assessore.

Prima di passare all’esame dell’articolato e quindi ai voti sui singoli articoli, nominiamo gli scrutatori: Rossi, Sabattini e Evangelisti.

Passiamo alla discussione generale sull’articolo 1.

Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazioni di voto?

Votiamo l’articolo 1 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora apriamo la discussione sull’ordine del giorno.

Ricordo che, come ha giustamente fatto notare il relatore di minoranza, il consigliere Facci, c’è un refuso a pagina 2. Si tratta infatti dell’articolo 2, comma 1, e non dell’articolo 1, comma 1.

Se i consiglieri accettano questa rettifica, che poi verrà apportata al testo, procederei quindi con la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Brevemente, in quanto già nell’intervento precedente e anche in replica ho affrontato la questione di quest’ordine del giorno, che di per sé invita la Giunta a tenere monitorata la questione legata agli adempimenti che devono essere compiuti dal Comune di Bologna e soprattutto impegna la Giunta a coinvolgere l’Assemblea legislativa, tramite la Commissione competente, in questo processo di controllo o monitoraggio.

Sicuramente è un ordine del giorno che da questo punto di vista incontra il nostro consenso e la nostra adesione. C’è un passaggio che mi era sfuggito a una prima lettura e che intendo evidenziare, perché ritengo che sia non correttamente formulato. Al di là del refuso articolo 1/articolo 2, lo stesso periodo cita questo articolo 2, comma 1, del progetto di legge, disponendo che, virgolettato, “la partecipazione della Regione Emilia-Romagna ha effetto a decorrere dal 1° gennaio 2024”, chiuse le virgolette, ovvero successivamente al termine entro il quale il Comune di Bologna si è impegnato ad apportare una modifica dello statuto della Fondazione per introdurre la figura del fondatore successivo. Questo in realtà non è disposto da nessuna parte. È sicuramente un desiderata. È un aspetto che in un qualche modo diamo per sottointeso, diamo per scontato, ma in realtà questo non lo troviamo da nessuna parte.

Quindi, se l’ordine del giorno vuole in un qualche modo vincolare la nostra partecipazione a quel momento, non è questa la tecnica, nel senso così com’è non… Potrei anche aderire a questo tipo di impostazione, ma così com’è in realtà non è correttamente formulato. Pertanto, per questo motivo chiedo, e così anticipo, che il voto su questo ordine del giorno sia fatto per parti separate, nel senso la prima parte dal “premesso che” fino al periodo che ho indicato, che è quello antecedente il considerato che. Quindi, prima parte da “premesso che con il progetto di legge” a “figura del fondatore successivo; seconda parte, “considerato che” fino alla fine, “Commissione competente”.

Chiaramente l’impegno lo condividiamo in pieno di, appunto, monitorare l’iter di modifica per poi riferire alla Commissione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale sull’ordine del giorno? Nessuno.

Passiamo alle dichiarazioni di voto finali congiunte sull’intero progetto di legge e sull’ordine del giorno. Nessuno chiede di intervenire.

Consigliere Facci, per dichiarazione di voto. Scusi, non avevo visto.

 

FACCI: Visto che c’è stato un appello da parte dell’assessore, quantomeno rispondere a questo appello, anche se, appunto, abbiamo avuto modo di parlarne compiutamente nel corso della Commissione e anche a margine dei lavori. Ribadiamo, capiamo l’importanza. Noi non è che siamo indifferenti rispetto al fatto che la Regione Emilia-Romagna intenda compiere un passo importante nella fase di costituzione. Però, come ho detto nel mio intervento questa mattina, proprio perché c’è un progetto di legge, quindi la massima espressione a livello di attività amministrativa politica di questa Assemblea, proprio perché è una fase comunque importante quella di ingresso in una Fondazione che ha una sua importanza e ha una serie di particolarità anche dal punto di vista delle varie concatenazioni, ci aspettavamo una maggiore chiarezza dal punto di vista della forma e della procedura.

Vorrei sgombrare il campo. Io non imputo a lei questo tipo di poca chiarezza, o poca trasparenza. Dico semplicemente che se da parte del Comune di Bologna, così come ci sono venuti a dire nel corso della Commissione udienza conoscitiva, ci fosse stata veramente la volontà di far partecipare le Regioni Emilia-Romagna con la solennità, con l’autorevolezza che giustamente lei, assessore, invoca, io credo che il Comune di Bologna avrebbe dovuto comportarsi per tempo in maniera differente creando le condizioni affinché oggi si potesse arrivare ad adottare, a promulgare, a licenziare ‒ chiamiamolo come vogliamo ‒ un progetto di legge con la massima chiarezza, massima trasparenza e che non vi fosse alcun tipo di dubbio. Questo non è avvenuto.

Allora debbo dire, proprio per un’onestà intellettuale, un rispetto del nostro ruolo, ritengo che non si possa votare in maniera come lei invoca, un progetto di legge che ha queste criticità e che, ripeto, non attribuisco a lei. Le attribuisco sicuramente a chi avrebbe avuto tutto l’interesse ad avere una piena adesione da parte della nostra Regione.

Siccome queste macchie ci sono ancora e non ci mettono al riparo da possibili ulteriori criticità, e ho ricordato la questione dei valori delle partecipazioni del socio fondatore, oggi ci sono dei valori, non è detto che nelle modifiche questi valori debbano rimanere i medesimi.

Il nostro voto sarà quindi un voto di astensione, così come sarà un voto di astensione sulla prima parte dell’ordine del giorno e sarà un voto favorevole sull’ultima e seconda parte dell’ordine del giorno.

Chiudo, ma ovviamente non sono meno importanti, in genere si fanno i ringraziamenti e i riconoscimenti, io ringrazio lei, assessore, comunque sia per l’impegno che ha profuso in questo progetto di legge, ringrazio la presidente della V Commissione che, rispettosa del ruolo che le compete e soprattutto della volontà di mettere noi consiglieri nella condizione di avere tutto il materiale, anche quello ulteriore che è stato richiesto, ha fatto in modo che tutto quello che potesse servire a questo progetto di legge fosse nella nostra disponibilità, e non da ultimo la relatrice di maggioranza per la pazienza, per la cortesia che ha manifestato anche in questa occasione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Noi voteremo convintamente a favore del progetto di legge così come dell’ordine del giorno. Vorrei solo sottolineare alcuni aspetti, nel senso che il dibattito oggi in aula, così come quello che si è sviluppato in Commissione, ovviamente ha riguardato gli assetti statutari della Fondazione, le sue trasformazioni, l’ingresso della Regione Emilia-Romagna all’interno di quell’istituto.

Credo però che sia assolutamente necessario sottolineare come, al di là delle questioni di carattere formale di equilibri tra soggetti che arrivano a governare un’Istituzione così importante, questo progetto di legge colga un punto, quello della politica culturale della Regione, che abbiamo sentito illustrata nel corso delle sedute di Commissione dall’assessore anche oggi in aula, che arriva a sostanziare in forma economica, ma poi dopo anche in una forma concreta e fattiva un esempio ‒ credo io ‒ a livello nazionale, come quello della Cineteca di Bologna, che tanto dà quotidianamente nell’esercizio delle sue funzioni, ma che tanto dà anche per quanto riguarda una cultura cinematografica nel suo complesso, dai restauri delle pellicole al cinema in piazza, ma anche per quanto riguarda tutto quanto il tema della alfabetizzazione al linguaggio dell’audiovisivo, al suo modo di essere non solo di Bologna, ma sicuramente emiliano-romagnolo, se non addirittura nazionale. Una politica culturale, credo io, quella della Regione Emilia-Romagna, che ha poco a che fare con un sovranismo culturale, un protezionismo culturale, ma che si vuole gettare nel mondo. L’ha detto bene prima l’assessore, quando ha parlato di una necessità di stare all’interno della dinamica complessiva a livello nazionale e internazionale della cultura anche nel digitale.

Permettetemi, appunto, una citazione. Sono reduce da una settimana piuttosto intensa a Reggio Emilia, che ha portato a delle celebrazioni. Credo che questa legge non sia solo una formalità, ma proprio una questione di qualità per quanto riguarda la politica culturale della Regione Emilia-Romagna. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche l’assessore per questo invito che ci ha rivolto, accogliendo anche un po’ i concetti che ho voluto esprimere questa mattina. Questa mattina, appunto, ho iniziato l’intervento dicendo che non era in discussione il valore culturale della Fondazione Cineteca di Bologna e non lo metteremo certo in discussione adesso, anzi lo confermiamo esattamente come lo abbiamo confermato questa mattina. Abbiamo presentato delle riflessioni che come concetti generali sono state anche confermate dall’intervento dell’assessore.

Il nostro voto sarà comunque, lo avete capito dal voto anche dell’articolato, sarà comunque di astensione, un’astensione che non vuole essere una bocciatura, anzi tutt’altro, ma che vuole accompagnare un po’ questo percorso. Riteniamo che la Regione Emilia-Romagna, in virtù dell’impegno proprio che si prende con questa legge, si impegna con questo ingresso come socio fondatore della Cineteca di Bologna… Vogliamo in questo modo non certo contrastare, ma accompagnare, vedere e verificare che gli aspetti su cui abbiamo posto l’attenzione siano in qualche modo portati avanti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Velocemente. È chiaro che, come relatrice di maggioranza, non posso che essere favorevole, però ci tengo a dire, a nome di Europa Verde, che apprezziamo questo iter legislativo che porterà appunto la Regione a fare parte della Fondazione Cineteca di Bologna, che ha dei meriti culturali e artistici tali per cui è veramente stata un’ottima decisione quella di volerne far parte per ampliarne anche l’attività.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io voglio cogliere l’invito fatto dall’assessore Felicori.

Devo dire che ho apprezzato in questo senso l’impegno contenuto dentro questo PdL. Noi di fatto andiamo a formalizzare un ruolo che questo Ente in qualche modo ha già, anche appunto in conseguenza dell’impegno economico a cui la Regione già oggi fa fronte.

La Cineteca è un gioiellino, ce lo dobbiamo dire - ma in qualche modo è un concetto che è condiviso - che funziona molto bene, soprattutto chi abita a Bologna lo sa, ma non solo ovviamente.

Penso che quella che affronteremo da oggi in poi è sicuramente una sfida, una sfida che io mi auguro possa in qualche modo portare a valorizzare ancora di più tutte le attività portate avanti dalla Fondazione.

Io mi auguro, anche in conseguenza di ciò che andiamo ad approvare oggi, che i risultati siano ulteriormente positivi.

Naturalmente, non mancheremo in qualche modo di controllare che tutti i passaggi vengano fatti correttamente, però non mi tiro indietro davanti a quello che dice essere una sfida rispetto a una fondazione che funziona ma che io credo, se c’è la volontà di potenziarla sia una volontà che vada, dal mio punto di vista, assolutamente accolta.

Quindi, il mio voto sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altre dichiarazioni di voto.

Prima di passare alle votazioni, la parola all’assessore Felicori. Prego.

 

FELICORI, assessore: Grazie, presidente.

Giusto, in finale di discussione, per ringraziare da consigliere e da assessore la presidente Marchetti per la saggezza con cui guida la V Commissione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Passiamo alla votazione dell’ordine del giorno, diviso in due parti separate.

La prima parte da “premesso che” fino a “fondatore successivo”, è una votazione per alzata di mano.

Votiamo la prima parte dell’ordine del giorno.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7344/1, oggetto 7550, prima parte è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Seconda parte, da “considerato che” fino a “la Commissione competente”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7344/1, oggetto 7550, seconda parte è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo in votazione il progetto di legge con dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 26

Astenuti 14

 

È approvato.

 

OGGETTO 7268

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana”. (139)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7268/1 oggetto 7551 - Dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7268: proposta di iniziativa della Giunta recante “Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana”.

La Commissione Politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 settembre 2023, con la seguente votazione: 35 voti a favore, 2 astenuti e nessuno contrario.

La discussione generale si è chiusa nella seduta pomeridiana del 10 ottobre ed è stata presentata una proposta di ordine del giorno 7268/1 a firma dei consiglieri Pelloni, Bergamini, Rainieri, Liverani e Mastacchi.

Siamo in discussione generale sull’ordine del giorno. Chi si iscrive a parlare? Non ho nessuno in dibattito generale.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto. Dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e provvedimento. Io non ho iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

Consigliere Bergamini, prego.

 

BERGAMINI: Buongiorno, presidente.

Noi voteremo a favore di questa delibera, che è arrivata il 12 settembre in Commissione con un voto unanime o quasi unanime della Commissione. Il Consorzio di bonifica Bratellari, come tanti piccoli consorzi, oggi diremo micro-consorzi, nati prima della Seconda guerra mondiale, sono diventati ormai anacronistici, tanto che lo stesso Consorzio Bratellari ha chiesto l’unificazione con il più grande Consorzio di Burana, che anche dalle mie parti conosciamo benissimo.

Questa unificazione credo sia utile per gli importanti investimenti, che vanno coordinati a livello territoriale, solo per quelli che conosco personalmente e che cubano diversi milioni di euro. Penso all’impianto Pelantone di Bondeno, alla nuova opera di Ponti Spagna, sempre nel ferrarese, e invece più vicino a Finale Emilia l’inversione della pendenza di un canale, proprio nella zona del Bratellari.

Crediamo che le nuove necessità idriche del nostro territorio si sposino bene con questa unificazione e centralizzazione di quelle che sono le decisioni, anche i fondi ad esso dedicati. Quindi voteremo favorevolmente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bergamini.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Anch’io in dichiarazione di voto. Chiaramente ben felici di approvare questo atto deliberativo, che era dovuto. Per quanto riguarda invece l’ordine del giorno che è stato presentato dalla Lega, come avevo già espresso nella volta precedente anche al collega Pelloni, io credo che facciamo fatica a votarlo, sempre che non togliamo la parte del considerato, perché noi…

 

(interruzione)

 

COSTI: Sì, possibile. Perché non possiamo andare contro, chiaramente, a una norma, che non è una norma che la Regione può superare. Pertanto, la proposta che noi facciamo era quella di togliere il pezzetto “considerato che le attuali normative non consentono”, per cui questo lo sappiamo, “l’Assemblea legislativa intraprendere urgentemente tutte le azioni necessarie e possibili”, perché c’è un tema di possibilità e non possiamo inventarci delle cose che non sono possibili, “per garantire alle aziende agricole l’approvvigionamento”.

Noi chiediamo se fosse possibile una modifica, semmai anche con un subemendamento veloce, poi dopo siamo disponibili a votarlo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Costi.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Accolgo le proposte di modifica dell’ordine del giorno della collega Costi; quindi, voteremo a favore dell’ordine del giorno così modificato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Altri? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Per chiedere i trenta secondi necessari a buttare giù l’emendamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Era quello che infatti stavamo pensando anche noi. Benissimo, trenta secondi necessari al cambio dell’ordine del giorno con le modifiche proposte.

 

(La seduta sospesa alle ore 15.19 è ripresa alle ore 15.29)

 

PRESIDENTE (Petitti): È pervenuta una proposta di emendamento all’ordine del giorno a firma della consigliera Costi e del consigliere Pelloni, che vi è stata distribuita.

A questo punto torniamo alle dichiarazioni di voto, dichiarazioni di voto congiunte su emendamento, ordine del giorno e provvedimento.

Qualcuno si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare in dichiarazione di voto congiunta.

A questo punto, mettiamo in votazione l’emendamento all’ordine del giorno, emendamento che ricordo è a firma della consigliera Costi e del consigliere Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno.

Ordine del giorno a prima firma Pelloni.

Sempre per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7268/1, oggetto 7551, è approvato per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

Mettiamo in votazione l’oggetto 7268.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(La delibera oggetto 7268 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 7412

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Programma regionale per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare 2023-2025”. (140)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7412, proposta d’iniziativa della Giunta recante: “Programma regionale per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare 2023-2025”.

La Commissione Politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 ottobre, con la seguente votazione: 28 voti a favore, 12 astenuti e nessun contrario.

Apriamo il dibattito generale sul provvedimento.

Chi si iscrive a parlare?

Non ho nessuno in dibattito generale.

Aspettavo solo che entrasse Mammi, perché so che sta entrando.

Chiedo se nel frattempo qualcuno vuole intervenire, altrimenti chiamo le dichiarazioni di voto.

Qualcuno vuole intervenire in dichiarazione di voto? Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Nell’esprimere naturalmente il parere favorevole del Partito Democratico di un atto molto importante che...

Oggi abbiamo qualche problema con l’audio.

Nel frattempo, è arrivato l’assessore.

Dicevo, nell’esprimere su questo programma il nostro parere favorevole, voglio mettere a valore e sottolineare alcune delle questioni anche che caratterizzano questo programma per noi in modo molto significativo.

Il primo è come questo sia il risultato di un’attenta riflessione sulle nostre abitudini alimentari, che pone al centro una collaborazione sostanziale col mondo della produzione agroalimentare, le tecniche produttive, i principi di sostenibilità e la prevenzione dello spreco alimentare, con un legame importante con quello che è il mondo della scuola. Lo testimoniano i progetti che nel programma vengono riportati e anche la sintesi di quello che è stato il lavoro di questi anni. Quindi, diciamo un legame inscindibile tra la qualità del cibo, la sostenibilità del nostro sistema di produzione e questa stretta collaborazione tra mondo agricolo e il sistema agroalimentare locale e la scuola.

Questi 230.000 euro, che nei prossimi tre anni verranno appunto mirati sull’educazione alimentare e la diffusione della conoscenza delle fattorie didattiche lungo la via Emilia, il contrasto allo spreco alimentare, credo che assumano un valore ancora più significativo dopo quello che anche i ragazzi e i bambini hanno vissuto dopo il Covid. Voglio sottolineare anche un elemento, credo, di innovazione molto importante, che riguarda tutto il coinvolgimento e le nuove prospettive dell’outdoor education.

Quindi, dicevo, un mondo della scuola e un mondo della produzione agricola che collaborano e continuano a coltivare quella collaborazione che si è costruita nel tempo, nella consapevolezza che l’educazione alimentare deve iniziare il prima possibile, educando le generazioni future a fare scelte informate sulla loro alimentazione come futuri consumatori. Ho citato alcuni dei progetti. “Fattorie aperte” è sicuramente uno anche dei più importanti dei progetti precedenti, dove anche le iniziative scolastiche hanno promosso l’agricoltura biologica, i consumi responsabili, e, dicevo, la riduzione dello spreco alimentare, elemento molto significativo anche in altri programmi.

Quindi, la trasversalità di questo principio credo ci debba vedere orgogliosi di questo rilancio e anche di questa azione.

Un altro dato importantissimo è la recente indagine sulla popolazione emiliano-romagnola, che ci porta un quadro incoraggiante, che credo dia valore anche a questo nuovo programma. Il 70 per cento della popolazione segue la dieta mediterranea, il 56 per cento preferisce prodotti confezionati e una parte significativa dei giovani sta riscoprendo il commercio di vicinato, i prodotti del nostro territorio, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale.

Ecco perché il Partito Democratico dà parere favorevole a questo programma, proprio per quell’importanza e per quell’apprezzamento che coinvolge una trasversalità di azioni. Credo che questo Piano triennale rappresenti anche un impegno concreto che ci assumiamo nei confronti delle nuove generazioni, dove i prodotti del territorio e il futuro alimentare, con gli stili di vita e la promozione anche della sostenibilità e di una consapevolezza che va costruita nel tempo, assumano un significato e una valenza fondamentale.

Credo che, quando parliamo di qualità del cibo e di educazione, non si possa che guardare con grande favore un programma che non perde di innovarsi nel tempo di programmazione in programmazione e che guarda ai futuri consumatori con quell’educazione, con colloquio pedagogico di cui questa Regione spesso è capofila. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Assessore Mammi, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì. Dopo le dichiarazioni di voto, sì. Prima del voto. Possiamo anche finire tutte le dichiarazioni di voto e poi far intervenire l’assessore Mammi.

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Mamma mia, consigliere Rancan.

 

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, le prendiamo quel passaggio in cui, dopo le dichiarazioni di voto, prima della votazione, si può.

 

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie.

Volevo sapere se, conclusa la discussione generale, la Giunta può comunque intervenire in replica.

 

PRESIDENTE (Petitti): No, non è una replica. Le leggo… Siccome lei aveva chiesto se è da Regolamento, io le leggo il Regolamento, articolo 79. All’articolo 79 si parla delle dichiarazioni di voto. Comma 2, articolo 79: “Se durante o dopo tali dichiarazioni il presidente o i membri della Giunta chiedono di essere sentiti, si riapre”.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): È sempre stato interpretato, per prassi consolidata, come intervento.

Prego, consigliere Rancan. Con calma, le diamo la parola e parliamo. Prego.

 

RANCAN: State dicendo una cosa che non è mai successa. Io voglio vedere un precedente consolidato per cui la Giunta decide di intervenire durante la dichiarazione di voto. Uno.

Due: quando la Giunta chiede di essere sentita, dall’Assemblea si presuppone, immagino, una cosa è la chiusura della discussione generale e un’altra cosa sono le dichiarazioni di voto.

Chiedo un’interpretazione di questo articolo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Siccome ci troviamo tutti in un’imbarazzante situazione di lana caprina, credo che in claris non fit interpretatio. Lei ha letto il comma 2 dell’articolo 79. Non credo, onestamente, di dover assecondare questo atteggiamento incomprensibile.

Quindi, presidente, confortata da quello che è il Regolamento, le chiedo di interpretare il Regolamento e non di andare a ricercare tutti i precedenti che esistono. I precedenti che esistono non fanno parte dell’interpretazione del Regolamento. C’è scritto. Non abbiamo bisogno di interpretarlo.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Il Regolamento vale. Ripeto: ho letto il comma 2 dell’articolo 79, che mi ha permesso di passare la parola all’assessore, che me l’aveva chiesta.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Il Regolamento, questa interpretazione che ogni tanto viene fuori… La lettura precisa dice che chiedono di essere oppure di essere sentita, la Giunta. Per quanto riguarda, invece, gli interventi della Giunta, sapete che funziona in altro modo. La Giunta può chiedere di intervenire quando vuole in discussione generale. A me non risulta che si possa fare in dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Guardi, l’assessore Mammi rinuncia all’intervento. Voleva semplicemente intervenire...

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Me l’ha detto lui. Ragazzi, io interpreto le richieste che vengono fatte alla Presidenza. Mi sembra assurdo, visto che abbiamo anche fatto riferimento al comma 2 dell’articolo 79. Se adesso l’assessore mi dice che rinuncia a intervenire io…

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto. Mettiamo in votazione… Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Visto che ha dato lettura di un’interpretazione e che l’Assemblea può fare richiesta di audire l’assessore, chiedo la possibilità di mettere ai voti di valutare la richiesta dell’Assemblea di dare la parola all’assessore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Assessore Mammi, il Regolamento lo permette, lei dopo ha rinunciato, dopo la polemica che si è creata.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): No, non è quello il punto. Il Regolamento lo permette. Le chiedo se lei…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Il Regolamento lo permette: comma 2, articolo 79. Permette l’intervento della Giunta in dichiarazione di voto, sentiti gli interventi…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Allora, sentiti gli interventi in dichiarazione di voto, la Giunta può intervenire, se lo ritiene. La Giunta ritiene di dover intervenire…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha parlato la consigliera Marchetti, era intervenuta la consigliera Marchetti in dichiarazione…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusate, veramente, ha anche rinunciato, l’assessore. Ora è stato richiamato dai consiglieri, chiedo se l’assessore intende intervenire, punto. Se intende intervenire, bene, sennò…

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Presidente, toglierei tutti dall’imbarazzo. Secondo me, secondo noi, era legittimo che l’assessore intervenisse lo stesso da Regolamento. L’assessore, con fair-play, ha rinunciato, non perché aderisse all’interpretazione del Regolamento da parte del collega Rancan. La richiesta della collega Marchetti di audire l’assessore toglie ulteriore imbarazzo. Metta in votazione la richiesta di audire l’assessore, o lo votiamo, o altrimenti…

 

PRESIDENTE (Petitti): No, non c’è una votazione, non c’è una votazione su questa cosa. Ha diritto di parlare.

 

(interruzione)

 

ZAPPATERRA: Sono problemi della Lega.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Un attimo, consigliere Rancan ho fatto…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo.

Ho chiesto all’assessore Mammi se intende intervenire.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Giustamente, se è facoltà di chiedere alla Giunta di essere sentiti, vorrei capire qual è l’iter di richiesta per sentire la Giunta di essere auditi durante le dichiarazioni di voto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non c’è un iter, c’è una possibilità da Regolamento. Se volete lo rileggo.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Infatti.

Il Regolamento dice in modo chiaro che durante le dichiarazioni di voto se il presidente o un membro della Giunta ritiene di essere audito, sentito, intervenire, lo può fare da Regolamento.

Così mi ha chiesto l’assessore Mammi e così ho dato la parola all’assessore Mammi. Dopo l’assessore Mammi ha rinunciato a parlare, adesso è stato richiamato in causa e io chiedo all’assessore Mammi… Sarebbe già terminato l’intervento dell’assessore Mammi se non avessimo fatto tutto…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): È anche questo il tema, è anche questo il tema.

Assessore Mammi, prego.

 

MAMMI, assessore. Grazie, presidente. Grazie anche alla consigliera Marchetti. Credo che lei mi abbia chiesto soprattutto di rispondere a una richiesta che in Commissione consiliare è stata fatta legittimamente da dei consiglieri, cioè di incrementare le risorse a favore dell’educazione alimentare dei consumi consapevoli.

La risposta è positiva. Abbiamo ritenuto, come Giunta e anche come Assessorato, che bisogna potenziare questo tipo di attività. Quindi, ringrazio il lavoro che avete fatto in Commissione, di analisi del testo ma anche la richiesta che avete avanzato.

Avremo più risorse nel 2025 da dedicare a questa attività che serve ad accompagnare e formare cittadini più consapevoli e ad avvicinare sempre di più l’agricoltura alla tavola di cui abbiamo molto, molto bisogno.

Quindi, grazie per il lavoro che avete fatto in Commissione. Grazie per il parere positivo che dalla Commissione è uscito e anche dalle proposte che abbiamo cercato di raccogliere.

Nel corso del triennio precedente alle nostre attività hanno partecipato, attraverso le fattorie didattiche, 60.000 persone. Abbiamo 281 fattorie didattiche sul territorio che fanno educazione alimentare, che aiutano soprattutto i più giovani, ma non solo i più giovani, ad avvicinarsi ai consumi consapevoli. Quindi è una strada che ha coinvolto oltre 150 classi.

Faremo ancora di più grazie a maggiori risorse che abbiamo deciso di metterci.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri iscritti in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’oggetto 7412: Proposta d’iniziativa della Giunta recante il Programma regionale per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare. Il provvedimento lo mettiamo in votazione per alzata di mano. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7412 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7122

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2024-2026”. (141)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Oggetto 7122: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Documento di economia e finanza regionale – DEFR 2024-2026”.

La Commissione bilancio affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta dell’11 ottobre, con la seguente votazione: 27 voti a favore, 15 contrari, nessun astenuto.

La relatrice della Commissione, la consigliera Costi Palma, ha preannunciato di svolgere relazione orale; il relatore di minoranza, il consigliere Pompignoli Massimiliano, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

A questo punto, apriamo la discussione. Passo la parola alla relatrice Costi. Prego, consigliera.

 

COSTI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Il documento che presentiamo oggi è parte di un processo di programmazione nazionale, è un documento molto articolato, rappresenta anche lo strumento, lo ricordo, della valutazione interna dell’ente.

Siamo al quarto documento, frutto di un metodo di confronto continuo con la società regionale. Questo è iniziato con il confronto sul programma di mandato del presidente con i soggetti rappresentativi della società regionale, che è stato poi formalizzato nel Patto per il lavoro e per il clima, ulteriormente integrato con la strategia regionale Agenda 2030 con il nuovo New Deal e con il bilancio regionale.

Ricordo che il confronto è continuato in Assemblea, abbiamo fatto un’udienza conoscitiva, è continuato in tutte le Commissioni consultive ed è stato licenziato a maggioranza dalla Commissione referente.

Ci sono state critiche, ci sono stati suggerimenti tradotti in emendamenti, alcuni sono stati accolti, altri non accolti per ragioni tecniche di costruzione del DEFR, altri che non sono stati accolti per una diversa visione politica e di Governo.

Due temi fondamentali quali la ricostruzione in Romagna e nell’Appennino e la sanità hanno in larga parte monopolizzato il confronto. Sappiamo che il DEFR viene approvato entro luglio, lo approviamo oggi perché abbiamo avuto la necessità di rivedere gli obiettivi rispetto a quanto è accaduto in Romagna e nell’Appennino. Sarà aggiornato a breve con la Nota di aggiornamento, la delibera dovrà essere fatta dalla Giunta il 30 ottobre, ma la nostra Regione, secondo le stime del primo semestre, ha avuto una crescita del PIL più sostenuta rispetto al livello nazionale, confermando quindi una serie storica di dati positivi, frutto anche delle politiche messe in campo dalla Regione, accompagnate da poderosi investimenti.

Il DEFR si inserisce in un quadro di finanza pubblica, sempre in diminuzione rispetto alle funzioni delegate alle Regioni e ai Comuni, in alcuni casi avverate, di incertezza sulla riprogrammazione del PNRR, sul ritardo dell’assegnazione dei Fondi di coesione, fondamentali per completare la programmazione regionale.

È chiaro che il contesto macroeconomico risente delle conseguenze di più crisi (pandemia, guerra in Ucraina), ma risente anche chiaramente della gravissima alluvione della Romagna.

Nel DEFR vengono indicate le priorità di azione. Noi siamo per sostenere le famiglie e le persone, la competitività delle imprese e dei sistemi territoriali, ad iniziare da quelli più svantaggiati come la montagna e le aree interne, per una crescita sostenibile con obiettivi ambiziosi, quali la neutralità carbonica entro il 2050, per ridurre le diseguaglianze di genere delle nuove generazioni.

Nel DEFR è specificato che tutto sarà fatto con una pressione fiscale invariata, con un basso ricorso all’indebitamento, con il controllo della spesa pubblica regionale, con azioni di semplificazione amministrativa e di coordinamento con il sistema degli Enti locali e delle Unioni, anche alla luce di possibili adeguamenti normativi a seguito delle modifiche nazionali del Testo Unico sugli Enti locali.

La parte del territorio colpita sappiamo che rappresenta il 2 per cento del PIL, è nota per le sue eccellenze plurime, e per questo sono stati aggiunti nuovi obiettivi. È un evento di portata straordinaria per quantità di acqua in un tempo limitato e in un’area definita, i danni ammontano, come sappiamo, a 9 miliardi, riconosciuti dal Governo che giustamente ha attivato il Fondo di solidarietà europea.

Una situazione, però, che avrebbe necessitato di un intervento immediato ed efficace del Governo, potendo contare su un quadro normativo di coordinamento interistituzionale come quello per la ricostruzione dei territori emiliani, colpiti dal terremoto del 2012.

Rimango sempre molto colpita dal tentativo di alcuni, anche esponenti di Governo, di sminuire una ricostruzione esemplare fatta da tanti, di tutti i colori politici, per difendere un approccio alla ricostruzione, che ha mostrato, per quanto riguarda l’alluvione e per quanto riguarda questo Governo, parecchi limiti.

Nei 59 Comuni del sisma privati cittadini e imprese hanno ottenuto tutti i decreti di assegnazione delle risorse, così come lo stato delle opere pubbliche molto avanzato. Ricordo che sono stati assegnati 13.176 decreti, perché i danni furono 14 miliardi. Per questo, a soli undici anni ‒ e non “dopo” undici anni ‒ dal sisma, il DEFR dà conto di un percorso possibile di chiusura dello stato di emergenza, di rientro della gestione ordinaria. Questo, chiaramente, è nelle competenze del Governo, perché spetta al Governo decidere le norme.

Dai fatti è evidente che il Governo poteva adottare immediatamente, e può ancora adottare, il credito d’imposta per cittadini e imprese, modalità compatibile con lo stato attuale di difficoltà della finanza pubblica, dando certezza immediata ai cittadini e alle imprese. Invece è stato tutto molto farraginoso, lungo, compresa la nomina del commissario. Ad oggi, la legge n. 100 ha inglobato i contenuti degli altri decreti-legge, ma gli stanziamenti continuano ad essere ampiamente inferiori alle stime dei danni.

Questa è una realtà. Non è un racconto, come si dice, della Regione o della maggioranza di questa Regione.

È vero, la macchina, seppur lentamente, si sta muovendo, ma ricordo che sono passati cinque mesi. Il commissario Figliuolo ha fatto i primi stanziamenti di somma urgenza, ha previsto ulteriori risorse per le opere pubbliche non di somma urgenza e anche un primo esiguo contingente di personale extra per Comuni e Province.

Si sta finalmente definendo l’ordinanza per i danni a privati e imprese. Tutti auspichiamo che contenga criteri e modalità adeguate alle necessità e ai bisogni, anche per recuperare i tempi.

Rimangono problemi irrisolti, ma quello che preoccupa è un continuo conflitto istituzionale da parte di esponenti del Centrodestra, che non aiuta. La ricostruzione dell’Emilia ha attraversato sei Governi, di tutti gli orientamenti politici, ma la collaborazione e il rispetto istituzionale, la necessità di garantire la ripartenza ha sempre prevalso su qualsiasi altra logica. Tant’è che spesso i parlamentari regionali hanno fatto battaglie comuni, anche in difformità rispetto al Governo di appartenenza.

In questo quadro difficile, la Regione ha sempre fatto la propria parte, sia nella fase di emergenza, in accordo con il Dipartimento di Protezione civile nazionale, mettendo a disposizione, assieme anche agli Enti locali, chiaramente, per assistere la popolazione, gli interventi per le abitazioni, un fondo per le prime spese. Si è approvata una legge ad hoc sulle donazioni. È stato inserito nel DEFR un nuovo obiettivo per permettere il supporto necessario al commissario delegato, presidente Bonaccini, per la gestione dell’emergenza tramite la strumentazione e le risorse della Regione.

La Regione si è attivata per tutto ciò che riguarda la messa in sicurezza del territorio, anche qua, sempre in accordo con il commissario e la struttura commissariale, ma così come continua il confronto con il Governo e il Parlamento al fine di adeguare gli stanziamenti, le procedure e anche il personale straordinario per i Comuni che si troveranno a gestire tra poco migliaia di pratiche, oltre alla progettazione e agli appalti per la ricostruzione della parte pubblica.

L’altro tema su cui si è concentrato il dibattito è stato la sanità, sia perché riveste un ruolo importante nel bilancio, ma anche perché ci sono visioni diverse tra chi governa e l’opposizione. Del resto, ricordo che proprio sulla sanità, nel 2020, si è giocato parte del risultato elettorale. Quindi, oggi siamo di fronte, rispetto alle scelte che la Regione sta facendo sulla sanità, ad una consequenzialità di un patto con i cittadini, per una sanità pubblica universalistica, finanziata dalla fiscalità generale, con una proposta che noi stiamo facendo di almeno il 7,5 per cento sul PIL.

Premesso – questo lo dico velocemente – che dal 2010 il Fondo sanitario non è mai stato adeguato in modo sufficiente e che fanno parte di questa compagine tutte le forze politiche, nessuno si può tirare fuori, perché è dal 2010, va anche riconosciuto che tra il 2019 e il 2022 il Fondo sanitario è stato aumentato in modo straordinario per quanto riguarda il valore assoluto, ma anche in percentuale sul PIL. Sappiamo bene, però, che questo aumento non è stato sufficiente per coprire tutte le spese, come espresso dalla Conferenza delle Regioni a maggio 2023. Pertanto, in questa situazione oggettiva, dove le leve fondamentali su risorse personali stanno nelle mani del Governo e del Parlamento, la Regione sta riorganizzando e rispondendo, non senza difficoltà, alle nuove e vecchie domande di salute, che si sommano, ma sempre rispetto ad un obiettivo di servizio sanitario pubblico e universalistico, dove sappiamo benissimo che stanno anche i privati convenzionati e accreditati, compreso il ruolo delle farmacie.

Quello che oggi è stato dato per quanto riguarda il Fondo sanitario nazionale è insufficiente a coprire i costi di produzione dei servizi sanitari, soprattutto per quelle Regioni che hanno servizi sanitari pubblici. Però, devono essere chiare alcune cose. La Corte dei conti ha sempre approvato i bilanci 2020, 2021 e 2022, quindi ha dato la parifica, ha sempre certificato la correttezza, e per la prima volta in assoluto nel 2022 la Regione è intervenuta con una quota a carico del bilancio per chiudere i conti della sanità, la prima volta, frutto di una scelta di questa maggioranza, perché la sanità è una priorità assoluta in coerenza con il mandato elettorale dei cittadini.

Quanto poi al parere che ormai è diventato un mantra, quello del MEF, che riguarda un paragrafo del rapporto della Ragioneria dello Stato del 2022 per il 2021, ricordo che l’intero paragrafo dice che in base alla legge regionale, l’Emilia-Romagna ha assicurato l’equilibrio economico per l’anno 2021; poi ci ha riportato il famoso pezzo per quanto riguarda le spese strutturali che vengono riportate come disequilibrio e quant’altro, ma il rilievo riguarda l’incremento del costo del personale dipendente a tempo indeterminato, frutto della stabilizzazione del personale sanitario in quel momento che c’era il Covid, personale di difficile reperimento, fatto in fase pandemica, a tutela dell’offerta dei servizi sanitari ai cittadini. Una scelta pubblica, espressa sempre, che non ricordo sia mai stata contestata da chi oggi utilizza questa osservazione, tema che è limitato nel tempo, perché l’attenzione alla copertura e al bilancio è stata molto forte, quindi alla copertura del turnover, ma soprattutto la continua fuoriuscita del personale sanitario dal sistema pubblico e la difficoltà di reperirne in sostituzione ci consegnano un quadro molto diverso, anche rispetto proprio sia al funzionamento, ma anche chiaramente ai costi strutturali.

Mentre si comprende la necessità di un maggior confronto in Commissione sull’orientamento della Giunta sulle singole tematiche, certamente la parte riguardante la specialistica e la diagnostica, anche sulla base dell’ordine del giorno approvato in assemblea, ma ripeto, anche sulla medicina territoriale e anche sul prosieguo dell’emergenza-urgenza che viene considerata un processo, credo sia poco costruttivo continuare un confronto siffatto su dei conti che sono stati smentiti dagli atti. Inoltre, ricordo che approviamo il DEFR nel momento in cui il bilancio dello Stato ha iniziato, come si dice, a camminare. Oggi sembra chiaro dagli ultimi documenti che abbiamo visto che si parla di 3,3 miliardi in più per il 2024 tra i 2,3 miliardi del Governo Draghi che erano già stati previsti. A conti fatti sono 134 miliardi 160 milioni per il 2024, per cui i 136 miliardi che sono comparsi sulla stampa mi pare che esistano, ma esistono per il 2026, non per il 24. Ma le risorse non riguardano il 2023, non sono stati previsti ad oggi i 4 miliardi richiesti da tutte le Regioni e riconosciuti dallo stesso Ministro.

Io spero che le Regioni riescano ad ottenere queste risorse indispensabili, semmai con criteri anche più coerenti di riparto rispetto agli attuali, su cui solitamente si aggiungono le risorse previste del 2024.

Il 2023 è quindi fondamentale rispetto alle risorse necessarie per sostenere il costo crescente dei livelli essenziali di assistenza alle nuove modalità di cure e anche per far fronte all’applicazione del DM n. 77 per quanto riguarda l’attuazione della missione 6, accordo Stato-Regioni per le Case di comunità, ma per tutto ciò che ruota attorno all’assistenza domiciliare.

In questo scenario difficile vanni letti gli obiettivi di programmazione del DEFR, dal monitoraggio dei costi delle aziende alle altre azioni per la sostenibilità del sistema, quindi i processi riorganizzativi, alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale e all’adeguamento dell’innovazione della rete ospedaliera, al processo di riorganizzazione della rete emergenza urgenza, al potenziamento dei Pronto Soccorso, al tema della specialistiche e della diagnostica, a tutto il tema della sorveglianza epidemiologica e virologica, perché non è finito, al tema dell’ampliamento dei piani vaccinali, all’attuazione del Piano regionale della prevenzione, a tutto ciò che riguarda il personale, compresa anche tutta la parte che la Regione mette nei contratti aggiuntivi di formazione per la specialistica e per le Borse di studio.

Tutto questo, però, delle risorse è necessario ed è fondamentale, anche perché noi abbiamo un piano di investimenti fondamentali e importanti, che sono tutte risorse date dallo Stato. Abbiamo più di 2 miliardi di euro, anche in aumento rispetto alla Nota di aggiornamento, per la realizzazione dei nuovi ospedali, il miglioramento e l’adeguamento antisismico, l’efficientamento energetico, il miglioramento tecnologico, il potenziamento dei reparti e delle strutture sanitarie, che necessitano delle risorse per la gestione del personale.

Questi i temi centrali che hanno caratterizzato il dibattito, ma il documento che andiamo ad approvare è tanto altro. Nel DEFR è contenuta una programmazione che ha nel governo dei processi il tratto distintivo, che, utilizzando le leve proprie, come ad esempio il Piano degli investimenti, cerca di governare i cambiamenti, in linea con le norme e i regolamenti europei e nazionali, quando sono presenti, ma in alcuni casi anche anticipandoli, in passato la legge n. 14 per l’attrattività delle imprese, oggi la legge sui talenti, unica in Italia, per attrarre figure indispensabili ad un sistema economico e sociale di alta qualità, ad iniziare dai cambiamenti climatici che rappresentano una minaccia per tutti, anche per i cittadini.

Per questo il DEFR affronta una programmazione integrata su temi complessi come la qualità dell’aria, la quali quantità dell’acqua, la qualità e la limitatezza del suolo, la sicurezza dei territori, i rifiuti, le bonifiche, perché centrali per lo sviluppo della nostra Regione, temi ampiamente trattati in questi mesi in Commissione, tradotti in obiettivi puntuali ed azioni del DEFR, in modo particolare sul dissesto idrogeologico, con particolare attenzione alle aree alluvionate o dissestate o su temi che si stanno trattando ora, come il Piano acque. Su questa parte si concentra una parte consistente del Piano degli investimenti.

La transizione ecologica e il digitale, condivisi negli obiettivi e strumenti con le rappresentanze regionali nel Patto per il lavoro e per il clima, sono le traiettorie programmatiche su cui rafforzare la competitività del nostro sistema regionale, non solo economico, ma anche ambientale, sociale e culturale. Quindi, il sostegno alla ricerca, all’innovazione in tutti i settori, compresa l’innovazione sociale, investimenti per le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese, a iniziare dal digitale, alle filiere, agli investimenti di sistema, l’accesso al credito, l’accesso alla formazione, l’internazionalizzazione in tutti i settori a cui si collegano i finanziamenti europei, in primo luogo i fondi strutturali, ma anche tutti gli altri fondi che stanno arrivando nella nostra Regione.

Grande importanza riveste la transizione energetica, con l’attuazione del Piano triennale per l’energia, perché sostiene la pluralità delle rinnovabili, ma anche tutto ciò che è risparmio ed efficienza, il sostegno alla costruzione e alla realizzazione delle Comunità energetiche, l’economia circolare come capacità di pensare, progettare e realizzare i prodotti e i processi nella loro circolarità, senza la fase del rifiuto. Questi temi sono ben conosciuti, sperimentati e introdotti dalle imprese, perché si traducono in possibilità di abbattere i costi di produzione, di avere prodotti con appeal in un mercato globale dove aumentano anche i consumatori consapevoli.

L’Emilia-Romagna è competitiva sulla qualità, sull’originalità e unicità dei prodotti e dei processi, non sulla quantità. Questo è il fondamento della programmazione del DEFR. Per questo da noi rivestono così tanta importanza l’artigianato, i professionisti, il piccolo commercio, oppure anche i prodotti DOP e IGP in agricoltura, che ‒ ricordo ‒ rispondono a disciplinari anche di qualità ambientali, o la produzione del biologico, che è stato l’ultimo sforzo che abbiamo fatto proprio sui distretti.

Un limite allo sviluppo rischia di essere la mancanza di lavoratori e lavoratrici (qui c’è un problema strutturale della popolazione), oltre alla necessità di una formazione sempre più adeguata, per esempio il digitale, ad un’economia molto dinamica e innovativa, ma anche legata a fattori molto di tradizione.

Nel DEFR, pertanto, viene posto l’accento sui servizi per il lavoro, sempre più personalizzati, su formazione continua, su strategie per soddisfare le esigenze delle imprese in termini di competenze specifiche (c’è un raccordo stretto con le imprese), sul sostegno dell’apprendistato, anche in funzione del conseguimento di diplomi scolastici.

L’obiettivo è aumentare l’occupabilità delle persone, ad iniziare dalle donne, dove esiste un gap ancora troppo elevato, dai giovani e dai cittadini e dalle cittadine immigrate. Ma significa anche lavorare sulla stabilità occupazionale, significa lavorare sulla sicurezza del lavoro, sull’inserimento e il reinserimento efficace nel mondo del lavoro, sia per le fasce più fragili, con un’attenzione particolare, chiaramente, ai territori colpiti da alluvione e dissesto.

In queste direttrici sta anche tutta la parte di potenziamento della mobilità, soprattutto quella su ferro per persone e merci, l’intermodalità, il rafforzamento del trasporto pubblico locale, con un processo molto importante di rinnovo di parco autobus ecologici, e della mobilità dolce con investimenti consistenti.

Ma competere e recuperare con le Regioni avanzate del mondo ed essere attrattivi per chi già vi abita o per i futuri cittadini necessita soprattutto di investimenti sulle persone e le famiglie, perché le persone sono la nostra prima grande ricchezza, con una particolare attenzione alle generazioni nuove, alle donne, anche alla luce dei cambiamenti demografici in atto. Per questo, rimane fondamentale l’investimento in tutto il sistema del welfare regionale, di cui la sanità è una parte importante, ma è una parte. Pertanto, il DEFR propone obiettivi in continuità e di ulteriore affinamento sulle politiche educative per l’infanzia e la formazione scolastica di tutti gli ordini e gradi. Ricordo che nel 2024 partirà la gratuità in montagna e nelle aree interne sui nidi, continueremo l’abbattimento delle rette per le famiglie a minor reddito, oltre a provvedimenti per aumentare i posti dei nidi, il contrasto alla dispersione scolastica con più strumenti, il trasporto gratuito per i giovani fino ai diciannove anni, il rafforzamento che abbiamo fatto e che continueremo a fare sulla formazione tecnica e professionale attraverso l’ITS e gli IFTS e la formazione IeFP, in accordo con il sistema di istruzione, ma anche e soprattutto con il sistema produttivo, il diritto allo studio universitario, perché noi abbiamo bisogno di avere sempre più gente laureata, quindi sostegno oltre alle borse di studio, ma soprattutto un impegno ad ampliare l’offerta degli alloggi universitari con gli investimenti previsti dal PNRR, ma anche con una partnership pubblico e privato, sempre con un’attenzione molto forte rispetto al tema dell’orientamento scolastico rivolto alle ragazze verso percorsi di studio tecnico e scientifico.

Nel DEFR, poi, si riportano gli obiettivi e le azioni volte a rafforzare l’infrastruttura sociale a sostegno delle persone fragili, di chi se ne prende cura e delle famiglie. Ricordo che abbiamo un Fondo regionale per la non autosufficienza, che è un’esperienza unica a livello nazionale, per le risorse che sono in continuo aumento, abbiamo più di 500 milioni di euro, in crescita ogni anno, e soprattutto perché consiste anche in una rete di servizi e di professionalità a cui è collegata.

Abbiamo due obiettivi: da un lato, consolidare e qualificare i servizi tradizionali, già esistenti, e qui sta tutto il tema dell’accreditamento e la forte attenzione alle ASP; dall’altro, sviluppare nuove risposte e interventi nell’ambito della domiciliarità, delle persone non autosufficienti con gravi e gravissime disabilità, anche alla luce della Missione 5, a cui è collegata la Missione 6, del PNRR, quindi tutte le forme di housing sociale, l’attuazione della legge n. 2 sui caregiver, il tema della vita indipendente del “dopo di noi”, con programmazioni specifiche per le persone disabili gravi e gravissime, in accordo con i distretti sociali e sanitari.

Tutto in un quadro, vorrei ricordare, di risorse nazionali ancora molto incerte, sia sulla non autosufficienza, dove oltretutto c’è una legge di riforma, e anche sul tema della disabilità. L’obiettivo della definizione del nuovo Piano sociale sanitario, che deve vedere l’Assemblea protagonista, rappresenta un altro momento fondamentale al fine di rileggere ulteriormente i cambiamenti della società e meglio rispondere ai bisogni vecchi e nuovi.

L’attuazione del piano 22-24 per il contrasto alla povertà, l’altro pilastro della nostra infrastruttura sociale, con un’attenzione molto alta alla povertà infantile, all’inserimento e reinserimento delle persone abili al lavoro.

Le politiche abitative rivestono una parte importante nella programmazione del DEFR, in quanto le difficoltà abitative incidono sulle condizioni dei singoli e delle famiglie, che limitano soprattutto i giovani e le giovani coppie nelle scelte di vita, così come le persone disabili, gli anziani a basso reddito che soprattutto sono donne sole. Per cui, si riconferma nella programmazione il Fondo sociale per l’affitto, cancellato dal Governo, le azioni per ampliare l’offerta di edilizia residenziale pubblica e sociale e gli investimenti del PNRR, gli alloggi per gli studenti, l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche, il sostegno di processi di riqualificazione e rigenerazione della città, anche nell’ottica di offerte abitative a prezzi calmierati e soprattutto serviti.

L’inclusione dei cittadini stranieri, questo è un altro punto fondamentale per noi, attraverso politiche universalistiche, ma anche politiche specifiche, come l’insegnamento della lingua e la formazione del lavoro.

Rimane la sofferenza per la redistribuzione dei cittadini immigrati, e su questo punto credo che in Commissione si sia sviluppato un confronto importante sull’approccio non più emergenziale al problema migratorio, e sulla necessità di trovare soluzioni di sicurezza per i minori stranieri non accompagnati.

Il volontariato e l’associazionismo è il nostro altro pilastro, con il tema dell’applicazione della nuova legge. Ma è un welfare che si regge anche su un ecosistema sportivo fortemente infrastrutturato, che da un lato svolge un ruolo fondamentale sia aggregativo, educativo e anche di tutela della salute per l’infanzia, nelle scuole e tra gli anziani, ma offre anche un’opportunità di sviluppo sociale territoriale, perché agisce sulla competitività e attrattività grazie ai grandi eventi.

Lo stesso è il ruolo della cultura, della creatività, del paesaggio, ulteriore motore di crescita sociale e civile della Regione, ma anche economica, grazie alle attività di produzioni artistiche e creative. In conclusione, il Documento di economia e finanza dimostra la capacità di trasformazione dell’Emilia-Romagna. Nonostante le sfide di grande portata, la Regione sta dimostrando una forte capacità di reazione, puntando su una visione strategica e sostenibile del suo futuro.

Questa visione, accompagnata dal metodo della condivisione, si traduce in una programmazione coerente, in azioni puntuali, sostenute da un piano di investimenti molto consistente di quasi 24 miliardi, la somma di scelte strategiche della Regione, scelte coordinate con altri soggetti privati istituzionali, che hanno ricadute fondamentali sull’economia regionale e sull’occupazione.

La Regione da conto dell’impegno di attuare quanto di competenza per sostenere la messa a terra degli investimenti anche degli enti locali, e a sostenere le condizioni di contorno per quelli privati.

Scusate la lunghezza, io mi scuso, termino solo con i ringraziamenti. Voglio ringraziare chiaramente l’assessore Calvano, l’intera Giunta. Voglio ringraziare chiaramente il collega Pompignoli, che è stato il relatore di minoranza. Ringrazio tutto lo staff degli Assessorati, delle Commissioni, i Presidenti di Commissioni, perché siamo passati in tutte.

Voglio ringraziare anche i miei collaboratori, la dottoressa Elena Bastianini, Fabio Chierici, oltre a Rita, la dottoressa Arianna Bianchi e la dottoressa Tamara Simoni oltre a tutto lo staff dell’Assessorato al bilancio. Grazie per il sostegno che chiaramente mi avete fornito in questa operazione complessa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Costi.

Ora passo la parola per la sua relazione al relatore di minoranza, consigliere Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Ho il fiatone io per la collega Costi, perché ha letto in 25 minuti di filato un Documento di economia e finanza regionale facendo un compendio delle 585 pagine di questo documento che oggi dobbiamo affrontare.

Sono un po’ affaticato anch’io per la collega Costi e comunque è ovviamente un documento che noi contestiamo in tutto e per tutto.

Partiamo dalle premesse. È chiaro che farò una disamina collegata ovviamente ai vari Assessorati rispetto a quelli che sono i documenti inseriti all’interno del Documento di economia e finanza regionale, partendo da un assunto generale: siamo di fronte a un Documento di economia e finanza che riguarda essenzialmente l’ultimo anno di questa legislatura, tenuto conto che poi il prossimo anno si sarà già in campagna elettorale, questo avrebbe dovuto essere un Documento che traccia le linee e gli obiettivi dei prossimi anni di questa legislatura.

Questo non è stato, è semplicemente un Documento fotocopia rispetto agli anni precedenti, rispetto ai quali ci sono solo alcune osservazioni che riguardano due elementi fondamentali. Il primo è senza ombra di dubbio il collegamento all’alluvione. Questo è un macro-tema, che è inserito in tutta la parte generale del documento. La collega relatrice di maggioranza ha speso tre quarti del proprio tempo a parlare di alluvione e di sanità, che certamente sono i due pezzi importanti rispetto a questo Documento di economia e finanza. Documento che ‒ lo ricordava la stessa relatrice ‒ è già datato, perché riporta i dati di giugno 2023. Ovviamente, abbiamo la Nota di aggiornamento alle porte. Nota di aggiornamento che darà gli ulteriori sviluppi rispetto a questo documento.

Rispetto alla Nota di aggiornamento, ricordo alla collega che sono stati bocciati degli emendamenti ‒ faccio riferimento a quelli, ad esempio, portati dal consigliere Marchetti ‒ perché già inseriti nella Nota di aggiornamento. Quindi, si è già andati oltre. Stiamo, sostanzialmente, parlando di un documento vecchio, datato. È giusto che la collega abbia speso tre quarti di tempo solo a parlare di alluvione, di ricostruzione e delle inadempienze del Governo centrale.

Mi collego solo a un punto, visto che è stato trattato in maniera veramente importante dalla collega relatrice. Il fatto del sisma, della ricostruzione, dell’esempio che questa Regione ha tenuto nella ricostruzione del sisma del 2012, facendo riferimento al fatto che quello è un sistema virtuoso. Mi sono andato a guardare il resoconto sintetico dello stato della ricostruzione. Maggio 2020, cioè otto anni dopo il sisma. Abbiamo: lavori conclusi, 15 per cento; lavori in corso, 44 per cento; in progettazione, 41 per cento. Questo dopo otto anni. Se questo è un modello virtuoso, e lo dovevamo applicare all’alluvione, certamente mi viene un po’ da pensare come si possa ritenere che questo modello virtuoso debba essere applicato al modello dell’alluvione. Oggi sono trascorsi cinque mesi dall’evento. Il generale Figliuolo ha già delineato bene il suo cronoprogramma rispetto alla ricostruzione, ai ristori e a tutto quello che è necessario affinché le popolazioni colpite vengano ricostruite in tempi molto rapidi.

Quindi, parlare di ricostruzione del sisma e di un qualcosa di straordinario che è stato fatto dai commissari in questi anni certamente non corrisponde alla realtà delle carte che sono state messe a disposizione.

È certamente un DEFR ‒ come dicevo inizialmente ‒ che doveva vedere una proiezione futura di quello che la Regione Emilia-Romagna vuole fare o intende fare nei prossimi anni. È una riproduzione fedele, l’ho detto, degli anni passati. Non c’è stata e non c’è visione rispetto agli obiettivi che si devono porre in essere.

Sull’alluvione, non tratterò molto l’argomento, perché penso che ormai se ne sia parlato talmente tanto e la posizione della maggioranza rispetto a questo tema è chiara e granitica, cioè le colpe sono tutte del Governo, anche di quello che è successo negli eventi alluvionali di maggio. Ma a prescindere da questo, e ovviamente per fortuna i cittadini sanno quello che è successo e sanno quali sono le responsabilità, focalizzerei parte dell’intervento anche sulla sanità.

Diciamo che la sanità ricopre quasi l’80 per cento, se non di più, del bilancio regionale. È certamente la parte più sostanziosa del Documento di economia e finanza regionale e certamente l’impatto che presenta il documento redatto nella relazione dell’assessore Donini è molto importante. Chiaro è che, da come si vede e da come è stata gestita nel corso di questi ultimi anni la sanità, definire e sostenere lo slogan, ripetuto ormai allo sfinimento, di una sanità pubblica universalistica rispetto a quello che è successo in questi ultimi anni certamente va in controtendenza rispetto alle politiche che devono essere messe in campo e a quelle che sono le risorse che la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione per ripianare buchi di bilancio molto importanti.

Credo che in questi casi occorra fare autocritica rispetto al modello che si è scelto, al modello che si è cercato di improntare in questi ultimi quindici anni, e sostenere che questo modello probabilmente non ha funzionato. Ce lo dice anche la Corte dei conti. Io riprendo sempre questo passaggio, perché credo che debba essere significativo rispetto a quanto è critica la situazione sanitaria nella nostra regione. Le preoccupazioni sono arrivate, ovviamente, dal Collegio dei revisori, che ha espresso preoccupazione per la tenuta dell’equilibrio economico-finanziario del sistema sanitario, in considerazione del fatto – qui parliamo dei residui 2021 –, anche a fronte delle risorse previste a livello nazionale in misura inferiore rispetto al 2020, che è stato particolarmente critico, rendendo necessario intervenire con misure straordinarie. Nello specifico, si sostiene che vi è la necessità di un approfondimento da parte della Regione sulla sostenibilità strutturale dei costi incrementali di cui si è aggravato il sistema sanitario regionale. Quindi, forte preoccupazione per la tenuta dei conti della Regione Emilia-Romagna rispetto alla sanità.

La relatrice ha fatto un passaggio legato a quanto è stato stanziato dal Governo rispetto alla sanità. 3-3,2 miliardi sono i fondi stanziati, che ovviamente per la Regione Emilia-Romagna non sono sufficienti, e ovviamente non sono sufficienti rispetto ad un sistema che è al collasso, rispetto a quelli che erano stati gli sviluppi degli ultimi anni nel Sistema sanitario regionale, però questo dà il senso di essere un Governo che in questi anni ha stanziato risorse per la sanità, non ha tagliato come negli anni i Governi precedenti.

È evidente che 3 miliardi non bastano, ne servivano 4, poi affronteremo la tematica, ovviamente, nella legge che è stata portata dall’assessore alla sanità, ma è evidente che qualcosa si sta facendo. E qualcosa si sta facendo perché sul Sistema sanitario occorre investire non tanto sul sostenere slogan ormai ideologici e non più attuali, ma investire per avere una sanità alla portata di tutti, ovviamente una sanità che sia gestita in maniera coerente rispetto a quelli che sono gli obiettivi che la Regione si vuole dare.

Questa è parte del comparto sanitario. Ci sarebbe tantissimo da dire, e ovviamente non vorrei anch’io sforare i tempi rispetto a quello che è stato detto, di un documento che presenta diversi emendamenti; quindi, criticità rispetto a come questa opposizione ha descritto la propria attività di costruzione di un DEFR migliore rispetto a quello che è stato presentato, e ovviamente emendamenti che entreranno puntualmente nel merito di ogni singola azione e che verranno illustrati dai consiglieri che li hanno presentati. Ovviamente mi limiterò, dal punto di vista generale a tracciare solamente alcune parole.

Mi riallaccio al discorso legato all’alluvione, con l’assessore Priolo, perché ovviamente quello che costa rispetto all’attività che è stata fatta, al monitoraggio sugli argini dei fiumi, alla manutenzione degli argini dei fiumi, risalta la posizione, la figura del commissario straordinario e del presidente Bonaccini rispetto al dissesto idrogeologico.

È evidente che da questo punto di vista qualcosa non ha funzionato, qualcosa non è andata. Probabilmente quello che doveva essere fatto non è stato fatto in maniera corretta o in maniera puntuale rispetto agli eventi che si sono verificati, e su questi punti interrogativi è necessario ovviamente tenere alta l’attenzione e avere una progettazione e una programmazione rispetto agli interventi che dovranno essere fatti nel corso dei prossimi anni, affinché non possano verificarsi eventi di questo tipo, seppur di natura superiore rispetto agli altri, o alluvioni come l’alluvione che si è verificata in Romagna.

 È ovvio che nella ricostruzione si dovrà ricostruire certamente meglio e si dovrà fare riferimento ad una terra che presenta problematiche, anche dal punto di vista della montagna, franose, sulla quale appunto si deve intervenire con una programmazione efficiente, celere e importante.

 È chiaro che mi sarei aspettato, ad esempio, dell’assessore Taruffi qualche cenno sull’alluvione, visto che comunque si sta parlando di montagna e l’assessore Taruffi è sempre stato molto sensibile al tema della montagna, però sull’alluvione nessun cenno.

È evidente che da questo punto di vista sulla montagna ci sono delle forti criticità, poi è stato detto a più riprese della questione legata a trovare risorse affinché si possa evitare lo spopolamento delle montagne, risorse necessarie e importanti affinché le persone che vivono in montagna possano starci e si vedano garantiti dei servizi, tanto che è evidente che occorre presentare qualcosa all’interno di questo Documento di economia e finanza regionale, sul quale ovviamente l’assessore Taruffi poco dice.

Noi abbiamo depositato un progetto di legge, ovviamente a mia firma, nel quale si chiede un’agevolazione fiscale e di vantaggio per le aree interne e i Comuni montani, al fine di attrarre imprese e cittadini, favorire la residenzialità, introdurre misure che incentivino l’apertura delle botteghe e dei negozi, sostenere la riqualificazione urbana abitativa e il potenziamento dei servizi di prossimità.

È ovvio che, se non si agisce su una fiscalità di vantaggio, le persone tendano a tornare a valle nelle città perché, non avendo neanche queste agevolazioni, non avendo ormai più servizi, è naturale che le persone comincino ad andare verso le città.

Vengo poi anche all’assessore Calvano, perché prendo alcuni spunti rispetto alla sua relazione. Quella che rimane la parte ancora buia e oscura è certamente l’assetto e la governance istituzionale.

Si è sempre parlato fin dall’inizio (anche in campagna elettorale se ne è discusso) della questione legata alla rivisitazione di una legge sul riordino istituzionale, in particolar modo sulla legge n. 13/2015 e sulla legge n. 12/2012. Ad oggi questo percorso non è neppure iniziato. Lo stiamo mettendo nel DEFR da diversi anni, lo stiamo dicendo. Peraltro, come obiettivo è fine legislatura. Ormai siamo arrivati a fine legislatura, ma ancora di questa legge o di questa bozza nulla è stato presentato. Almeno a noi, come opposizione. Poi non so se alla maggioranza è stato detto qualcosa.

È evidente. Mi ha ripreso, l’assessore Calvano, in sede di discussione rispetto alle Unioni, che io comunque critico, nonostante alcuni ministri le vogliano sostenere. Si vogliono sostenere, però, nella misura in cui queste Unioni funzionano. Noi abbiamo una Regione nella quale, dopo aver perso clamorosamente tantissimi referendum sulle fusioni, tanto decantate e incentivate dalla Sinistra, ma perse clamorosamente, si insiste, insiste ancora l’assessore Calvano sulle Unioni dei Comuni, che notoriamente, probabilmente, sulle tante che sono in Regione Emilia-Romagna, il 2 o 3 per cento funzionano. Il resto è completamente un disastro. Lo vedo io nel Comune di Forlì. Il Comune ha fatto una scelta completamente diversa, cioè quella di uscire dalle Unioni, perché non crede in questo tipo di contenitore. I 14 Comuni rimasti sono alla canna del gas. Lo dico proprio così, volgarmente. Non hanno più capacità di poter gestire neppure le risorse all’interno dei Comuni stessi. Risorse tecniche che sarebbero necessarie, oggi ancor di più di ieri, sia per la pianificazione del PNRR sia anche per la progettazione per i danni causati dalla stessa alluvione.

Ricordo, ad esempio, è stato detto anche in Commissione, che il Comune di Forlì, nonostante sia uscito dall’Unione, ha comunque, per quanto riguarda territori, come ad esempio Tredozio, colpiti dal terremoto, concesso al Comune stesso dipendenti per poter attuare quella progettazione necessaria per la ricostruzione dei territori che sono stati colpiti.

Assessore Calvano, visto che il Documento di economia e finanza regionale è un documento che riguarda la I Commissione e riguarda certamente la sua persona, è un documento particolarmente scarno in quello che è stato fatto, cioè poco, e in quello che si farà, cioè nulla, è normale che si faccia fatica anche a dare delle proiezioni rispetto a degli elementi che oggi poco contano e poco sono inseriti all’interno di questo documento.

Solo alcune considerazioni rispetto anche all’assessore Colla, quindi alle attività economiche, quindi alle imprese, alla formazione. Diciamo che, se io vado a vedere le tabelle ricostruite nella parte generale di questo documento, uno degli indici negativi rispetto all’Italia è certamente la formazione.

Io ho capito dalla relatrice che si va a incentivare l’università, la scuola, ma probabilmente abbiamo due visioni completamente diverse. Il fatto che voi non parliate con le imprese è uno dei temi molto importanti, perché le imprese chiedono altro. Le imprese chiedono lavoro specializzato, cosa che probabilmente questa Regione non sta dando. Ed è evidente che da questo punto di vista l’indice negativo presente nelle tabelle riflette la situazione attuale, cioè c’è uno scollamento totale tra il mondo delle imprese e il mondo della scuola. Quindi, se noi sosteniamo quello che è stato detto dalla relatrice di maggioranza, non andiamo incontro alle esigenze che oggi le nostre imprese ci chiedono, cioè lavoro specializzato, perché le imprese del nostro settore sono imprese specializzate e richiedono, appunto, questi elementi. Quindi, se andiamo anche verso questa direzione, probabilmente non abbiamo compreso quali siano gli asset importanti che la Regione Emilia-Romagna deve avere rispetto alla propria attività economica e produttiva.

Concludendo, è chiaro che questo è sempre stato, lo abbiamo sempre definito il libro dei sogni, ma credo che, comunque, questo libro dei sogni rimanga un libro che non rispecchia la realtà e le evidenze che questa Regione sta patendo in questi ultimi anni. Nonostante gli eventi calamitosi, la pandemia eccetera, ne abbiano ovviamente disturbato la loro naturale prosecuzione, questo libro dei sogni, rimanendo tale, rimane scollegato da imprese, da lavoratori, dal mondo della scuola, da quelle che sono le esigenze reali dei cittadini e, quindi, delle strutture e delle infrastrutture della sanità. Quindi, vi chiedo di parlare più con le persone, di parlare più con le imprese, perché evidentemente questo scollamento sta diventando sempre più importante. È evidente che noi auspichiamo che nel 2025 questo scollamento sia talmente così importante da potervi finalmente mandare a casa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Dopo la relazione del relatore di minoranza, si apre il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare in dibattito generale.

Assessore Calvano, prego.

 

(interruzione dell’assessore Calvano)

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente. Grazie, assessore.

È giusto intervenire su un DEFR così importante perché non è un documento di routine, come può sembrare. Ho detto già in Commissione e lo ribadisco che questo è il programma di mandato della Giunta da oggi fino a fine legislatura, e i documenti di bilancio che poi ci troviamo a studiare non sono altro che la conseguenza di questa programmazione.

Mi sembra necessario, mi è sembrato necessario fare un lavoro su questo documento per capire veramente, al di là dei proclami, delle conferenze stampa, delle interviste, cosa questa Giunta ha intenzione di fare fino alla fine del mandato.

Ci troviamo nel pieno della programmazione per i fondi europei 21-27, le risorse a disposizione ammontano a oltre 3 miliardi, cioè 800 milioni in più rispetto al precedente settennato.

La destinazione di queste ingenti risorse ci racconta la direzione in cui questa Regione intende andare: quasi un terzo del FESR va alla lotta al cambiamento climatico; il 44 per cento del FEASR va alla sostenibilità ambientale e il 50 per cento dell’FSE+ va all’occupazione, con priorità trasversali definite impegni della Regione, parità di genere, giovani generazioni, talenti e comunità energetiche.

L’ho già detto, e lo ripeto in quest’aula, perché è un luogo per me importante: mi sarebbe piaciuto trovare scritto fra le priorità trasversali anche altre priorità, ovvero: la crisi demografica, la fragilità e l’handicap.

Come nello scorso DEFR, anche in questo è descritto il Patto per il lavoro e per il clima. Da un po’ di tempo sto sentendo parlare in questi banchi di legge per il clima. Vi anticipo che sinceramente di un’altra legge-bandiera non sentiamo il bisogno, né noi, né i cittadini di questa Regione.

Esistono i trattati, le linee-guida europee, e dopo aver tenuto questa Assemblea per due mesi a lavorare sulla legge Donini spero che possiamo tornare a confrontarci per il bene dei cittadini emiliano-romagnoli.

Tornando al DEFR, il copia incolla temo abbia funzionato e quindi anche per il nuovo triennio è stata inserita, all’interno della descrizione del patto, la crisi demografica fra - cito – “le sfide non più procrastinabili”.

 Cosa intenda la Giunta per non più procrastinabili io non so dirlo, visto che la stessa frase, riferita al triennio precedente, non ha prodotto purtroppo nessun tipo di risultato, forse perché queste frasi rimangono sulla carta ed è un peccato senza un contesto, che chiedo sempre che si occupi dell’attuazione all’interno delle singole politiche regionali, come avviene per tutto, e ridirò le stesse ovvietà.

Rimane però, secondo me, la proposta più sensata, se veramente vogliamo essere incisivi e non solo fermarci a quelli che rischiano di essere proclami abbastanza facili. Quello che desideriamo – dico almeno per la mia parte - allo stesso modo che per le politiche di genere, per le politiche per i giovani, per le politiche per gli anziani, e credo anche sulla natalità è un contesto di lavoro tecnico. Lascio libertà su questo, si può chiamare Osservatorio, tavolo di integrazione con i rappresentanti delle varie Direzioni generali, perché la risposta alla crisi demografica sia un obiettivo inserito in ogni politica dell’Ente.

Ho scoperto da questo nuovo DEFR che si sono aggiunti i gruppi di lavoro interdirezionali anche per la neutralità carbonica entro il 2050, anche per la legge regionale Emergenza ucraina, che è una cosa sacrosanta si parla di “approccio integrato delle politiche fra diverse Direzioni generali”, insomma l’approccio integrato è per tutto, non si nega a nessuno, tranne per la crisi demografica.

Quella si risolve a pagina 306, unica volta che si parla di natalità in 400 pagine, in una scheda sulle politiche di welfare dove si citano gli interventi dei Centri per le famiglie nei primi 1.000 giorni di vita del bambino. Sarebbe quasi comico se non fosse drammatico.

Mi chiedo di cosa si possa aver paura, cioè quale sia la richiesta così sconvolgente che io faccio. Non debbo dirvi io che servono politiche integrate, perché la crisi demografica si combatte partendo dai servizi, dal lavoro, dalle aziende, dai trasporti, dalla viabilità, dalla scuola, dalla cultura.

Per questo ripresenterò un’altra volta lo stesso, identico emendamento, per chiedere alla Giunta di mettere insieme tutte le norme che interessano la famiglia e la natalità, per una legge quadro sul modello della legge quadro sulla parità, uguale, chiedo la stessa dignità.

 Vorrei chiedervi un’apertura rispetto a un ordine del giorno che è appena stato approvato in Piemonte e che richiama politiche già attuati in Liguria e Lazio, quindi Regioni non di Centrodestra. Questo ODG chiede alla Giunta dell’Emilia-Romagna, Regione prima in Italia ad aver approvato la legge sulla parità, di inserire un’ulteriore politica conciliativa che affianchi quella dei nidi gratis, che supporta tante giovani famiglie in cui entrambi i genitori hanno bisogno e desiderano, giustamente, lavorare e mettere a frutto i propri talenti. Sappiamo tutti che i bambini si ammalano. Non possiamo far finta che nella fascia 0-6 non si concentri la maggior parte delle assenze per malattia dell’intero ciclo scolastico e per periodi più o meno lunghi il servizio nido e scuola dell’infanzia non può essere frequentato. Piemonte, Liguria, Lazio supportano economicamente le famiglie per il servizio baby-sitting sfruttando il Fondo FSE+.

A fronte di tanti “no” ricevuti fino ad ora da questa Assemblea sul fronte del sostegno alla natalità, mi chiedo se questa non sia la volta buona per un’apertura di credito alle politiche nei fatti, non solo a parole. In questo modo, credo si possa invertire davvero una tendenza.

Andiamo avanti. Chiudo questa parentesi, nella speranza che qualcuno possa ascoltare il mio grido. Mi rivolgo particolarmente a lei, assessore.

Il presidente Bonaccini, nel programma di mandato 2000-2025, ha attivato ‒ cito ‒ uno straordinario Piano degli investimenti di 13,43 miliardi di euro, che con il presente DEFR 2024 è salito a 23,67 miliardi. Si tratta di oltre 450 iniziative aumentate sensibilmente nel corso del presente monitoraggio, per effetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale degli investimenti complementari.

Rispetto al 2023, grazie soprattutto al PNRR, troviamo questi aumenti degli investimenti: sanità, +100 milioni; sostegno alle imprese, +200 milioni; ambiente, +150 milioni; agricoltura, 400 milioni; infrastrutture, 2 miliardi. Cito, sempre: a seguito dell’alluvione, insieme al Governo, la Regione è impegnata a verificare eventuali risorse del PNRR disponibili per la ricostruzione. Bonaccini intende candidare gli interventi di ricostruzione per essere inclusi nel PNRR con titolarità regionale. Mi sembra che questo PNRR sia un grande sostegno, ad oggi, numeri alla mano. Voglio ricordare qui, per competenze, i nuovi progetti di cui l’Emilia-Romagna è soggetto attuatore. Voglio elencarli, perché spesso nella narrazione questa informazione viene un po’ derubricata: progetto “1000 Esperti”, trasformazione digitale dei Comuni, rinnovo delle flotte di bus e treni, riduzione del rischio idrogeologico, infrastrutture primarie per l’approvvigionamento idrico, Centri per l’impiego, tutta la Missione 6 Salute, pari, oggi, a 782 milioni di euro, di cui 125 milioni sulle Case della comunità.

L’attività 2024-2026 che l’assessore Priolo ci presenta nella sua parte del documento per ovvie ragioni è stata dirottata sul post-alluvione. Troviamo l’implementazione sulle banche dati di settore, l’attuazione dei Piani di gestione del rischio delle alluvioni, l’aggiornamento e il coordinamento dei piani di assetto idrogeologico, visto che si stima che a fine legislatura si arriverà a concludere tra il 70 e l’80 per cento di questi interventi, vi chiedo come si voglia gestire questo lungo periodo transitorio. I nuovi interventi pubblici e privati che sono in corso si faranno nelle zone alluvionale: dovranno rispondere a vecchie mappe di rischio? Possono essere messe in cantiere opere approvate con progetti datati dieci anni fa, senza nessun aggiornamento? Se, inoltre, sono in programma le casse di espansione di Secchia e Baganza, su cui ormai non esistono più, fortunatamente, voci contrarie.

È stato approvato in Commissione, e per questo ringrazio i relatori di maggioranza e minoranza per il lavoro che c’è stato, un mio emendamento che prevede una rendicontazione obbligatoria in Commissione assembleare due volte l’anno in occasione del bilancio di previsione e rendiconto di Protezione civile.

Ricordo anche l’approvazione di un mio secondo emendamento sulla scheda relativa alla neutralità carbonica entro il 2050, che richiede di attuare verifiche e approfondimenti sulle ricadute e sull’economia reale, in modo tale da mantenere il sistema regionale competitivo anche rispetto alla concorrenza extraeuropea, nella speranza che il PD solleciti, soprattutto nel lavoro della Commissione Ambiente, un’attenzione particolare alla Circoscrizione Nord-Est, che vede la presenza di tante aziende del packaging che in questo momento sono in enorme sofferenza e anche preoccupati di quello che sta avvenendo nelle modifiche di quel regolamento così importante.

Trovo, nelle altre schede, punti che mi hanno colpito. Sulla riduzione degli imballaggi viene sostenuta l’apertura di nuovi esercizi commerciali interamente dedicati alla vendita di prodotti sfusi e alla spina. Mi interessa capire come, soprattutto sui prodotti alimentari, saranno garantiti gli standard di qualità e come saranno gestite le eventuali responsabilità in caso di problemi. Le nostre aziende di packaging ci dimostrano giornalmente che è possibile fare innovazione e garantire la sostenibilità senza per forza eliminare quello che in realtà è stata una grande conquista in termini di qualità e salute. Su questo ripresenterò un emendamento.

Ci sono varie schede che parlano di residenzialità, ribadendo in ogni contesto la politica dello zero consumo di suolo. L’assessore Lori propone una scheda sul diritto alla casa (pagina 254), proponendo da qui al 2026 un progetto di recupero straordinario di alloggi popolari e un Patto per la casa, con un numero di adesioni al programma stimato al 2026 di sei progetti, Patto per la casa rivolta all’edilizia residenziale e sociale.

L’assessore Salomoni parla di edilizia universitaria citando progetti per l’aumento dell’offerta abitativa per gli studenti. Tutto giustissimo. Ma mi chiedo: fino al 2026 questa Regione cosa fa per le politiche abitative degli studenti dentro al diritto allo studio universitario? Delle famiglie, delle giovani coppie, degli insegnanti, degli infermieri, di tutto quel ceto medio che comunque esiste e non riesce a trovare abitazioni. Soprattutto nei grandi Comuni è possibile che non si possa arrivare a fine legislatura dandosi degli obiettivi che aumentino l’offerta di alloggi?

Leggo poi che nel 2024 ci sarà un efficientamento energetico del fabbricato di via Aldo Moro: può sembrare una cosa piccola, 50 e 52. Io sono contenta, finalmente, che si sia messo nero su bianco quello che ho sostenuto negli ultimi anni, cioè che a fronte di una sede non efficiente andavano messe in essere misure straordinarie di risparmio energetico. Mi avete sempre risposto che tutto era già stato fatto, o che si sarebbe fatto a breve. Non è stato così. Io credo che oggi sperimentiamo anche fisicamente cosa significa l’efficientamento.

Altro punto molto stravagante è la realizzazione di oltre 1.000 chilometri di nuove piste ciclabili. Dico “stravagante” perché ci troviamo a Bologna, e il virgolettato “si intende dare impulso alla realizzazione di percorsi ciclabili in ambito urbano e lungo le direttrici individuate come ciclovie nazionali, regionali e locali attraverso finanziamenti destinati agli enti locali”: vi chiedo se a fronte di questi investimenti, il lavoro dei Comuni venga controllato perché rispetto agli standard di qualità, io onestamente qualche dubbio continuo ad averlo, anche se mi è stata data una risposta in Commissione.

Se i finanziamenti arrivano solo in base ai chilometri, ho paura che la furia ideologica che ha preso il sindaco Lepore possa diventare contagiosa. Spero che i miei colleghi non bolognesi si prendano qualche minuto per andare qui attorno, in vie come via Mengoli, via Po per capire di cosa sto parlando: ciclabili nel mezzo delle carreggiate, carreggiate che diventano più strette della norma con autobus che non riescono a rispettare autisti e residenti trattati apertamente come persone che non capiscono le sorti progressive di cui invece dovrebbero ringraziare.

Infine, ci sono anche le School Streets per il miglioramento della sicurezza stradale e per favorire l’adozione di modalità di spostamento – virgolettato – “attive, non inquinanti per andare in bici o il camminare che, inoltre, in relazione ad andare a scuola, promuovono i processi di socializzazione e autonomia dei bambini. Le School Streets dove non si potranno sviluppare, o la sicurezza dei bambini non sarà garantita, si favoriranno – spiega il DEFR – progetti di trasporto scolastico alternative come Pedibus e BikeBus, purché sia garantita la sicurezza dei bambini”.

Queste iniziative saranno promosse in tutti gli enti locali, anche utilizzando i contributi regionali per il risanamento della qualità dell’aria. Benissimo. Nel fantastico mondo perfetto che si immagina tutto funziona: vi chiedo solo una cortesia, ve la chiediamo, credo anche come opposizione: di non essere vessatori verso tutti gli altri. Cerchiamo di convivere serenamente accanto a chi godrà serenamente e felicemente delle Street e BikeBus. Cerchiamo di venire incontro anche a quelle poche, ormai sparute famiglie numerose, a quelle famiglie che per libertà educativa sancita dalla Costituzione scelgono scuole che non sono nel proprio quartiere o nel proprio paese. È una stranezza, ma accade. Esistono. Ho chiesto che anche nel PAIR fossero inserite politiche a favore di famiglie, ma mi è stato risposto che non era compito della Regione, ma dei Comuni. Dalle vostre proposte, però, mi pare invece che esista un’enorme possibilità di dare a una Regione, che suggerisce buone pratiche ai Comuni. Cioè suggerire buone pratiche ai Comuni, invece io non posso suggerire qualcosa che è minimale, comprende poche persone.

Una nota di colore. Le schede dell’assessore Donini sono le uniche di cui non sono mai indicati i tempi. Così. Infinite. Eterne. Nelle tabelle dei risultati attesi, sia nella colonna 2024 che in quella dell’intera legislatura, non ci sono delle date, come, invece, nella maggior parte delle schede degli altri assessori. Come dobbiamo interpretarlo? Cosa vuol dire? L’obiettivo sarà raggiunto nel 2024? A fine legislatura? Mai? Aspetteremo un’altra Giunta? La prima scheda proposta dall’assessore Donini ci racconta che è stato attivato sin dall’inizio del 2022 uno stretto monitoraggio dell’andamento delle gestioni aziendali, che prevede una verifica bimestrale dei costi delle aziende e del rispetto degli obiettivi economici assegnati. Quindi, ormai da diciotto mesi le nostre ASL sono controllate ogni due mesi. Mi fa piacere. È un tipo di lavoro che ho sempre chiesto. Quindi, l’assessore conosce da tempo quello che noi possiamo vedere solo nel momento di pubblicazione dei bilanci.

Allo stesso modo, i componenti di questa Commissione, della Commissione Sanità, dovrebbero essere messi al corrente con tempismo della situazione finanziaria delle ASL e anche dei motivi veri per cui le risorse ci sono e si decide di non destinarle subito alle ASL o si fanno chiudere i bilanci in questo modo.

Ci sono tante altre schede. Rischio di non avere tempo. Ho parlato più di Palma Costi.

Vado avanti velocemente. Mi interessano in particolare le schede dell’assessore Taruffi, che ho visto in aula. Si occupa ampiamente di non autosufficienza. Chiedo come intenda rispondere ai numeri che ha mostrato il Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Versari, in Commissione. Versari ci ha spiegato che solo nell’ultimo anno scolastico, a fronte di 5.000 alunni in meno, ci sono 1.000 alunni in più certificati. Mentre sul lato degli insegnanti di sostegno c’è stato un incremento organico notevole, le famiglie lamentano tantissimi problemi sul lato educatori. Ci sarà un aumento di risorse? Ci sarà un cambio di paradigma? O rispondiamo sempre allo stesso modo ad una realtà che è cambiata in maniera esponenziale? Non possiamo saperlo, in quanto non sono stati aggiornati i Piani di zona.

Anche in questo DEFR c’è un obiettivo citato: approvazione e attuazione nuovo Piano sociale e sanitario, ma visto che ci sono due punti lì non so dire per quando dobbiamo aspettarcelo. Spero presto. Anche su questo ripresenterò un emendamento.

Stiamo aspettando anche l’attuazione della legge sul terzo settore. Lo ricordo a tutti: anche su questo ci sono stati tanti proclami, ma non abbiamo il registro, il consiglio e l’osservatorio.

C’è poi la scheda sei sulle politiche dell’integrazione. Spero ci sia la possibilità di lavorare in via sperimentale su quello che nella Commissione al Senato sull’immigrazione c’è stata una convergenza molto interessante e un’apertura, ovverosia la possibilità di inserire l’accoglienza e l’integrazione nel sistema di accreditamento previsto dai Piani di zona, come per i servizi rivolti agli anziani e ai fragili, come già fanno alcune Regioni d’Italia, superando le convenzioni e le progettazioni.

Io ringrazio per la pazienza. Credo, però, veramente che questa sarà l’eredità che verrà lasciata a chi andrà a governare nel 2025. Il collega Pompignoli dava in un certo senso un avviso di sfratto. Io l’avviso che do è un avviso di enorme preoccupazione, perché chiunque andrà a gestire una situazione come questa, nella grande abilità di gestire i fondi europei, ed è una fortuna, e per questo ringraziamo gli uffici, i tecnici e i funzionari che hanno imparato in questi anni a guardare con enorme attenzione i progetti europei, ringrazio, come ho già citato, chi guarda con altrettanta attenzione i progetti PNRR, ma chi gestirà il 2025 è giusto che possa vedere e comprendere le difficoltà che avrà fra le mani.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Ha chiesto di intervenire l’assessore Calvano. Prego, assessore.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie anche al Consiglio e al lavoro che è stato fatto in queste settimane sul DEFR in Commissione. Ringrazio in particolare la consigliera Costi, relatrice, e ovviamente il consigliere Pompignoli, relatore di minoranza.

Devo farvi delle scuse – comincio così – perché domani non potrò essere in aula. Ecco perché ho chiesto di intervenire oggi. Come sapete, è una cosa che mi infastidisce molto, però non ho alternative, non potrò essere in aula domani mattina. Quindi, chiedo scusa all’Assemblea per questo. Ma sono certo che la discussione procederà nel migliore dei modi anche e forse soprattutto in mia assenza.

Detto questo, parto da qui. Una delle cose che fa il DEFR, quello dell’Emilia-Romagna in generale, quello che approvano le Regioni, è contestualizzare, prendere la propria Regione e inserirla nel contesto economico mondiale, europeo e nazionale.

Le cose dal punto di vista del contesto sono cambiate molto in questo ultimo biennio. Per me ultimo biennio è il 23-24 – sto già guardando all’anno che verrà – rispetto al biennio 21-22. Tralasciamo il 2020, che è stato un anno difficile e complicato, abbiamo avuto una pandemia che non avevamo mai visto al mondo, e ovviamente non avevamo mai visto nel nostro Paese. Perché tengo a contestualizzare?

Perché purtroppo nel contesto europeo la situazione del nostro Paese nel biennio 2023 e nell’anno 2024 che sta per arrivare è la situazione peggiore d’Europa, quando invece nel 21-22 siamo stati il Paese che in termini di crescita ha trascinato l’Europa. Lo abbiamo fatto nel 2021, con un rimbalzo dal punto di vista della crescita di quasi il 9 per cento; lo abbiamo fatto nel 2022 con una crescita al 3,7 per cento superiore alla media europea; poi, da quest’anno e anche purtroppo nel prossimo e nel prossimo ancora, il nostro Paese è fanalino di coda nel trend di crescita europeo.

Purtroppo, questa è la situazione nella quale si sta muovendo e sarà costretta a muoversi anche l’Emilia-Romagna, cioè un contesto di bassa e bassissima crescita del nostro Paese che stiamo vedendo – che stiamo vedendo, che stiamo vedendo – ora e che per fortuna non abbiamo visto nel biennio 21-22.

In questo contesto l’Emilia-Romagna continua ad essere prevista come una delle Regioni che crescerà di più. Perché l’Emilia-Romagna cresce? Per merito di Bonaccini, della sua Giunta, dell’attuale maggioranza, dell’attuale minoranza? No. Io penso che sia merito di chi vive in Emilia- Romagna, di chi opera e lavora in Emilia-Romagna, delle imprese che investono in Emilia- Romagna e che creano lavoro, di quei lavoratori e di quelle lavoratrici impegnate nella nostra Regione.

È chiaro però che il pubblico ha un ruolo: quello di far sì che tutte queste energie che questa Regione ha possano esplicitarsi al meglio, possano avere le condizioni migliori per potersi realizzare, e al contempo, quello che deve fare una Regione, dal mio punto di vista, quello che deve fare il pubblico, dal mio punto di vista, è avere la forza e la capacità non solo di far emergere quelle energie, ma anche di accompagnare ciascuno dei nostri cittadini e delle nostre cittadine lungo tutto l’arco temporale di vita.

Questo DEFR, che è un DEFR ‒ diciamo così ‒ che ci avvicina al fine legislatura, è anche un DEFR all’interno del quale andiamo a cercare di dare compimento a quello rispetto al quale questa Regione, questa Amministrazione, questa legislatura si era impegnata, ossia rafforzare la vicinanza della Regione ai cittadini in ogni momento della loro vita. Allora, ecco che ci troviamo in presenza di una Regione, come confermato nel DEFR, la cui politica a favore delle famiglie e soprattutto dei più piccoli, di quei bimbi e di quelle bimbe che nascono nella nostra regione è di creare le condizioni perché possano avere un servizio pubblico, se sono in montagna gratuito o comunque agevolato, affinché quelle famiglie possano avere l’adeguato supporto pubblico e quella mamma, quel papà, quei genitori, più in generale, possano andare a lavorare.

Poi si cresce, si va a scuola. E allora cosa ha fatto l’Emilia-Romagna in questi anni? Ha cercato di creare le condizioni perché tutti, a prescindere da dove vivessero, potessero raggiungere le loro scuole e averle a disposizione. Ed ecco che nasce l’idea, confermata in questo DEFR, del trasporto pubblico locale ai fini di studio gratuito per quelle famiglie che hanno maggiori difficoltà nel poter pagare questo tipo di servizio. La Regione lo mette a disposizione di tutti, per fare in modo che se un bimbo nasce in montagna o nasce in un’area interna e deve raggiungere la città, perché in quell’area interna, in quella montagna non c’è un istituto superiore, lo possa fare gratuitamente.

Poi questi ragazzi e queste ragazze crescono, vanno all’università. Alcuni di loro non hanno la disponibilità per poter affrontare l’università, ma noi, che siamo in una terra che vuole offrire a tutti le stesse opportunità, cosa facciamo? Cerchiamo di creare le condizioni per far sì che chi non avrebbe le condizioni minime per andare all’università lo possa fare. Ed ecco le borse di studio. Ed ecco le borse di studio al 100 per cento, che finanziamo attraverso fondi regionali e attraverso un utilizzo accorto di quei fondi europei che sono stati citati anche durante il dibattito.

Poi, quando si è finita l’università o quando si è finito l’istituto tecnico, il liceo, si arriva nel mondo del lavoro. Il mondo del lavoro è fatto di imprese che investono e che creano nuove opportunità. Ecco qui i grandi investimenti che questa Regione ha fatto in questi anni sul tema dell’occupazione. Io credo che non sia un caso che in questa regione abbiamo un livello di disoccupazione ormai frizionale, chiamiamolo come preferiamo, un livello di disoccupazione, quindi, bassissimo, un livello di disoccupazione bassissimo, che abbiamo interesse a ridurre ulteriormente, se è possibile, con un obiettivo, recuperare in particolari i ragazzi e le ragazze che non studiano e non lavorano. Allora, con i ragazzi che non studiano e non lavorano che cosa si fa? Si mette a disposizione un sistema formativo, un sistema formativo che ti accompagna se vuoi formarti su materie tecniche, ma che ti consente, se sei un diplomato o se sei un ragazzo o una ragazza che non ha finito l’università, di poter completare e specializzare la tua formazione attraverso gli ITS. Io sono stupito che si parli qui di problemi della formazione in Emilia-Romagna quando siamo la prima Regione che ha creato gli ITS. Me ne faccio vanto io e ringrazio il professor Bianchi, assessore, quando decise di lanciare questa idea, insieme alla Giunta che lo accompagnava. C’era il presidente Bonaccini e tanti altri suoi colleghi, perché fu un’intuizione corretta, talmente corretta che è diventato un pilastro del PNRR. Perché è corretta? Perché incrocia le necessità delle imprese con il percorso formativo del ragazzo o della ragazza. E non è un caso che coloro che escono dagli ITS per l’80-90 per cento trovano occupazione. Poi, nel lavoro può succedere anche che lo si perde quel lavoro. Allora, c’è di nuovo la formazione, ma c’è anche una Giunta che cerca di fare in modo che quelle crisi possano essere risolte o si trasformino in opportunità. Non è mai semplice. Non dipende solo da noi, questo. Però, è un tentativo che abbiamo sempre fatto e che continueremo a fare, ed è un obiettivo che c’è dentro le politiche del nostro DEFR.

Così come questo DEFR evidenzia – lo vedremo in bilancio – che dobbiamo fare in modo anche di far sì che persone che hanno deciso di abbandonare questa terra per andare a cercare opportunità altrove possano trovare l’occasione per rientrare in questa terra, oppure le si possa trattenere come talenti, cercando di evitare che magari siano tentate da altri mercati del lavoro, come è normale e possibile che sia. Allora c’è la legge dei talenti. Questo DEFR è anche questa cosa.

Poi si diventa anziani, perché è il ciclo della vita, e allora questa è una Regione che sul Fondo regionale per la non autosufficienza ha un trend di crescita costante in questi anni, che continuerà con questo DEFR, quindi con la programmazione 2021 e 2026 proprio per fronteggiare quella crisi demografica che porta con sé un invecchiamento della popolazione. Quindi, crisi demografica non è la parola crisi demografica, è cosa si fa per le politiche di accompagnamento delle famiglie e cosa si fa a fronte di una popolazione che invecchia. Questa è l’Emilia-Romagna: una terra, un sistema pubblico che accompagna le persone dal momento in cui nascono al momento in cui invecchiano. Questa è l’Emilia-Romagna che si è sviluppata in questi anni, ed è una Emilia-Romagna su cui vogliamo continuare ad investire.

Qua si è fatto riferimento anche all’attenzione che bisogna avere per le persone che magari hanno una fragilità in più. Io faccio mio l’appello che ha fatto la consigliera Costi: guardate, gli unici sfratti che al momento noi vediamo sono quelli che rischiano di determinarsi per una politica devastante di questo Governo rispetto ai fondi affitto: devastante, perché si mettono nelle condizioni alcune persone di non avere le risorse per potersi garantire un tetto sopra la testa. Quelli sono gli sfratti che vedremo. Altri ci guarderemo, se li vedremo. Ma quelli purtroppo li stiamo già vedendo. Così come anch’io faccio mio l’appello della consigliera Castaldini sul tema dell’handicap. C’è un problema: nell’ultima manovra, cosiddetta anticipi, si è deciso di tagliare 450 milioni di euro a livello nazionale a favore delle politiche sull’handicap. Questo è successo. Perché non abbiamo fatto in tempo a spenderli, quindi li tiriamo via.

Può succedere, basta essere onesti nel raccontarlo e nel dirlo. Può succedere. Bisogna però essere onesti nel raccontarlo e nel dirlo. È ovvio che in tutto questo percorso nel quale abbiamo cercato di mettere in campo e stiamo cercando di mettere in campo una Regione che accompagna il cittadino dal momento in cui nasce fino al momento in cui invecchia, c’è tutto il tema enorme della sanità, perché quello ci accompagna sempre dal momento in cui nasciamo fino al momento in cui invecchiamo. E noi sulla Sanità, e questo DEFR lo conferma, continuiamo a fare quello che altri hanno deciso di non fare. Purtroppo, il definanziamento del Fondo sanitario nazionale è un dato di fatto. Solo colpa di chi è arrivato adesso? No. Bisogna essere onesti su questo. Serve onestà. C’è una responsabilità trasversale su questo. Una responsabilità che, però, mi permetto di dire, oggi è arrivata a un punto rispetto al quale c’è bisogno di risposte concrete.

Quando l’Emilia-Romagna parla di 4 miliardi, non ne parla l’Emilia-Romagna. Lo dice chi ha a che fare direttamente con i conti di quel Ministero, cioè il Ministro, che non è certamente un Ministro espressione delle forze politiche che oggi governano l’Emilia-Romagna. È il Ministro stesso che ci dice che non c’è sostenibilità. E io sono d’accordo con quel Ministro. C’è un rischio di non sostenibilità. L’abbiamo tenuta la sostenibilità in Emilia-Romagna in questi anni così difficili? Sì. Come abbiamo fatto? Abbiamo messo a disposizione più di 1 miliardo di risorse dei nostri bilanci, sia parte sanitaria che parte di bilancio ordinario, per far sì che il sistema potesse rimanere in piedi.

Confido di vedere in legge di bilancio ‒ perché non abbiamo ancora un testo nelle nostre disponibilità ‒ confermati gli impegni che sono stati presi. Vi devo dire la verità. Non abbiamo un testo in mano, ma ci sono un sacco di bozze che girano. Rispetto alle Regioni, se quelle bozze fossero vere, siamo in presenza di un vero e proprio gioco delle tre carte: con una mano danno, con l’altra tolgono. Questo è quello a cui stiamo assistendo. E lo dico con grande rammarico. Auspico che quelle bozze che stiamo vedendo non siano reali, perché vuol dire che l’accordo, che faticosamente e con responsabilità, come Regioni, abbiamo fatto con il Governo, se quelle bozze sono confermate, è carta straccia. È carta straccia. Non si può pensare di aumentare, da una parte, il fondo sanitario e, dall’altra, chiedere alle Regioni di contribuire al risanamento della finanza pubblica, in aggiunta a quello che le Regioni già stanno facendo in termini di contribuzione al risanamento della finanza pubblica.

Spero – lo ripeto – che quelle bozze siano davvero solo bozze, perché altrimenti siamo in presenza di una legge di bilancio che può mettere in difficoltà davvero i territori, dalle Regioni ai Comuni, fino alle Province.

Mi avvio alla conclusione citando un punto a cui faceva riferimento il consigliere Pompignoli rispetto ai Comuni che si mettono insieme. Guardate, trovo motivo di soddisfazione per me che questo dibattito non è più un dibattito solo in Emilia-Romagna, è diventato un dibattito in moltissime Regioni, lo è in Veneto, dove, a mio avviso, la Regione sta facendo una legge avanzata di incentivo alla costruzione delle unioni, è un dibattito ripartito fortemente in Lombardia. Quindi, finalmente il dibattito sulle forme associative è un dibattito che esce dai confini dei singoli partiti e diventa un dibattito vero sugli assetti istituzionali del nostro Paese, perché è evidente che non c’è sostenibilità nel sistema così com’è ed è evidente, quindi, che cercare le condizioni per far sì che tra di loro i Comuni, mantenendo le proprie identità, possano al contempo mettersi insieme nell’offerta e nell’erogazione dei servizi debba essere un obiettivo.

Se io avessi fatto, in questi anni, quello che legittimamente il consigliere Pompignoli ci dice, noi avremmo lasciato nelle casse del Governo 100 milioni di euro, che invece abbiamo preso e messo a disposizione delle comunità emiliano-romagnole. Perché? Perché abbiamo investito su un sistema delle unioni che, a fronte dei 100 milioni che ci ha messo l’Emilia-Romagna negli ultimi dieci anni, ne ha fatti arrivare altri 100 dal Governo, che non sarebbero arrivati se non avessimo messo in piedi quelle politiche.

Questo, quindi, vuol dire che dobbiamo fare unioni dappertutto? No! Vuol dire che dobbiamo farle funzionare e far di tutto per poterle far funzionare. Funzionano tutte bene? No! Ma, allora, a questo punto la domanda è: i Comuni funzionano tutti bene? Purtroppo no! Ma quando un Comune funziona male ci viene in mente di chiuderlo? No! Ci viene in mente di farlo funzionare bene. Così vale per le unioni. Se una unione funziona male il pensiero deve essere chiuderla o farla funzionare meglio? Provare a farla funzionare meglio. E la Regione è quello che fa, cercando di affiancare e sostenere questi percorsi.

Chiudo davvero, perché ormai sono rimasti pochi secondi. Ci tenevo a dire questo: questo DEFR è un pezzo del percorso; apre la fase di bilancio 2024-2026; seguirà a breve, brevissimo, la nota di aggiornamento al DEFR e poi arriveremo ovviamente insieme alla nota di aggiornamento al DEFR anche con la manovra di bilancio, nella quale i tanti obiettivi che ha ben elencato la relatrice Costi, che ho provato in parte a riprendere nel mio intervento, continueremo a portarli avanti e a fare in modo che possano essere ulteriormente implementati, ulteriormente raggiunti.

In tutto ciò, ovviamente, c’è un tema che ci accompagnerà in questi mesi e in questi anni: far sì che quelle popolazioni colpite drammaticamente dall’alluvione possano riprendersi e riavere tutto quello che gli è stato tolto da quell’alluvione. E qual è il tema? Guardo di nuovo il consigliere Pompignoli: c’è un tema di tempi, è innegabile, perché c’è necessità di dare risposte in tempi rapidi. Però c’è un tema di certezze. Qual è la differenza sostanziale tra la ricostruzione post-sisma e l’attuale ricostruzione post-alluvione? Che mancano le certezze. Poche settimane dopo che c’è stato quel sisma, le persone sapevano che a fronte di una perizia fatta in un certo modo e validata dai Comuni avrebbero avuto il 100 per cento di quello che gli serviva. Oggi, purtroppo, le popolazioni alluvionate non hanno questa certezza. Non ce l’hanno.

Non ce l’hanno perché i soldi stanziati sono meno della metà di quelli che il Governo ha previsto essere necessari; non ce l’hanno perché vedremo dalle prime ordinanze, molto probabilmente, che quello che arriva alle popolazioni e ai cittadini sarà, speriamo, un anticipo di quello… Speriamo nel senso che sia solo un anticipo e che non sia quello che gli spetta, perché altrimenti quella promessa del 100 per cento rischia di essere messa molto in discussione. Ma aggiungo una cosa, entro in un dettaglio non da poco, perché quando si promette alle persone che vedranno ristorati i loro danni al 100 per cento in un’alluvione, e all’interno delle leggi non si dà la possibilità di avere rimborsati i beni mobili, credo, su questo, che la battaglia debba diventare una battaglia comune. In una alluvione uno dei danni peggiori che hanno subìto le persone è stato quello di perdere tutto il mobilio delle loro case, da quello più importante a quello meno importante. Oggi quei beni mobili non sono ristorabili. Credo sia una mancanza enorme, che mi auguro tutti collaboreranno a recuperare. Se vogliamo dare il 100 per cento, bisogna sapere che da lì si deve passare. Oltre, ovviamente, a cercare quelle risorse di cui oggi, purtroppo, non vi è certezza. Ed è la cosa che più di ogni altra fa arrabbiare quelle persone, ancor più dei tempi. Chi in quest’aula vive quei territori, e li ringrazio, credo lo sappia molto meglio di me.

Insieme penso che potremo affrontare questa sfida che abbiamo di fronte e che cercheremo di affrontare nel miglior modo possibile, con tutto l’impegno che ci possiamo mettere, perché ne va di mezzo il futuro di un pezzo di Emilia-Romagna, e certamente con rispetto nei confronti di quelle persone.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Non avendo tutto il tempo a disposizione, chiedo di poter intervenire nella seduta di domani, quindi di sospendere la seduta odierna. Rimangono dieci minuti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Il consigliere Marchetti ritiene di dover utilizzare anche lui tutto il tempo.

Ci vediamo, quindi, domani alle ore 9,30 con la ripresa dei lavori.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI e la consigliera Lia MONTALTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Barbara LORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI e il consigliere Fabio RAINIERI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 7344

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione alla Fondazione Cineteca di Bologna". (76)

 

Presenti: 42

Favorevoli: 26

Astenuti: 15

Presente non votante: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella

 

Astenuti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; MONTALTI Lia; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento

 

OGGETTO 7551

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 7268 Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Soppressione del Consorzio Canale Bratellari e subentro del Consorzio della bonifica Burana". A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bergamini, Rainieri, Liverani, Mastacchi

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Costi, Pelloni

«Eliminare il paragrafo "Considerato che".

Aggiungere la parola "possibili" prima delle parole "per garantire", nell'impegna.»

(Approvato)

 

LE PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

Petitti - Zamboni

Bergamini

 

Espandi Indice