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SEDUTA DI MARTEDÌ 12 MARZO 2024

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7930

Interpellanza relativa all'opportunità di garantire condizioni di lavoro e trattamenti economici adeguati agli autisti del Trasporto Pubblico Locale (TPL), in particolare per i bacini provinciali gestiti da SETA e tra questi quello di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

CORSINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 8095

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Interventi del Programma pluriennale di investimenti in Sanità ai sensi dell'art. 20 della L. n. 67/1988 - VII fase". (158)

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele (Lega)

GERACE (IV)

EVANGELISTI (FdI)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 8097

Proposta d'iniziativa Giunta recante: ""Aggiornamento dell'elenco degli interventi di cui all'Allegato della delibera dell'Assemblea legislativa n. 127/2023 "Programma straordinario di investimenti sanitari ex art. 20 L. 67/88 - VI Fase"". (159)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 8089

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti e cittadini che, seguendo l'esempio di Aleksej Naval'nyj e senza l'uso della violenza, hanno esposto e continuano a esporre le loro vite al pericolo per manifestare la loro opposizione al regime russo. A firma dei Consiglieri: Gerace, Pigoni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

GERACE (IV)

MUMOLO (PD)

BARGI (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

ZAMBONI (EV)

PIGONI (IV)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 8096

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell'edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l'area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori. A firma dei Consiglieri: Amico, Soncini, Bondavalli, Mori, Costa

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Zamboni)

BONDAVALLI (BP)

COSTA (PD)

DELMONTE (Lega)

AMICO (ERCEP)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

DELMONTE (Lega)

COSTA (PD)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

SONCINI (PD)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

BARGI (Lega)

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 8047

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Commissario Straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d'imposta per l'acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

(Discussione)

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 8096

Emendamenti oggetti 8089 - 8096

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,56

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 261 del giorno 12 marzo 2024.

Sono computati come presenti, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini e il consigliere Fabbri, assenti per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la vicepresidente Priolo e gli assessori Colla, Lori, Mammi e Salomoni.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 7930

Interpellanza relativa all’opportunità di garantire condizioni di lavoro e trattamenti economici adeguati agli autisti del Trasporto Pubblico Locale (TPL), in particolare per i bacini provinciali gestiti da SETA e tra questi quello di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Più precisamente, iniziamo dall’oggetto 7930: interpellanza relativa all’opportunità di garantire condizioni di lavoro e trattamenti economici adeguati agli autisti del Trasporto Pubblico Locale, in particolare per i bacini provinciali gestiti da SETA e tra questi quello di Modena.

L’interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Buongiorno, assessore Corsini. Questa interpellanza torna su uno dei capitoli di quella lunga storia triste, che in particolare riguarda il bacino SETA di Modena. Precedenti capitoli, che sono stati toccati con tante altre interpellanze mie in questa e nella scorsa legislatura, vertevano soprattutto sull’incidentalità, la bassa manutenzione, i bus che andavano a fuoco (che vanno a fuoco), i depositi non puliti. Ricordo la segnalazione di guano nel deposito di Modena. In generale, rischi connessi alla scarsissima manutenzione.

Questa interpellanza verte soprattutto sui contratti. In pratica, nessuno vuole più lavorare per SETA o nessuno vuole più lavorare per SETA soprattutto quando si parla del bacino di Modena. Per quale motivo? Lo ammette lo stesso ‒ mi pare ‒ nuovo presidente di SETA. Mentre qualche anno fa c’era ancora una lista di persone che avevano manifestato la volontà di lavorare, eventualmente, per SETA, riporta il presidente nuovo che ora stanno a zero. Per quale motivo il bacino di SETA, in particolare quello di Modena, non è per niente attrattivo? Innanzitutto, come ho premesso, tutto il trasporto pubblico locale non sprizza salute da tutti i pori. In particolare, a Modena non si sta messi bene. Il bacino SETA in generale non sta messo bene. Quello di Modena è l’esempio, sicuramente, peggiore rispetto al bacino di SETA in generale. Quindi, la gestione peggiore.

La questione dei contratti è, però, quella preponderante. L’interpellanza parte dalla notizia di metà gennaio dell’eliminazione di 46 corse di autobus tra Modena, Carpi, Bomporto e il bacino di Reggio Emilia, con la motivazione ufficiale della mancanza di autisti per assenze dovute all’influenza stagionale. In realtà, per le dimissioni dovute a bassi stipendi e carichi di lavoro in aumento. Quindi, stress lavoro-correlato, carichi in aumento, stipendi bassissimi e una contrattazione di secondo livello inefficace, a fronte di contratti nazionali sicuramente insufficienti, ma una contrattazione di secondo livello che non si fa, in particolare per quanto riguarda la gestione SETA rispetto a TPER, penso, o che si fa al ribasso e che, quindi, scontenta i lavoratori.

Di conseguenza, ovviamente, questi disagi ricadono sugli utenti: continui ritardi di corse segnalati dai passeggeri del TPL regionali praticamente ogni giorno e una disaffezione generalizzata dell’utenza verso un servizio che non riesce più nemmeno lontanamente ad assicurare uno standard minimo di qualità. Finché la percentuale di tagli delle corse arriva anche alla doppia cifra. A questo punto, la scarsa attrattività del lavoro di autista presso SETA si spiega da sé. Dipende in misura non trascurabile dal contratto di secondo livello aziendale, ben peggiore di numerose altre realtà analoghe, ma anche da rapporti conflittuali che si potrebbero anche verificare con l’utenza, ormai esacerbata dalla pessima qualità del servizio, nonché da ripetuti episodi di mancanza di sicurezza, che andrebbero gestiti con la collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte, ma, anche in questo caso, innanzitutto con un investimento specifico da parte dell’azienda. Un investimento per rendere il lavoro attrattivo presso SETA e per incrementare anche l’utenza, quindi per migliorare il servizio.

Nel frattempo, c’è stato l’annuncio di una holding, un gruppo industriale, che accorperebbe i tre poli, SETA, TPER e Start Romagna, che avrà il suo tempo, il suo percorso, il cui cammino, però, è stato attivato. Chiedo all’assessore se ci sono aggiornamenti su questo e se crede che questi problemi, che fanno sì che di fatto nessuno voglia lavorare per SETA, in particolare a Modena, potranno essere risolti se la Regione porrà attenzione a questo oppure tramite la trasformazione, l’accorpamento di queste società in una unica holding.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

In riferimento alle questioni poste dalla consigliera Gibertoni, trasmetto le informazioni complete che sono state fornite dall’azienda SETA, informazioni che rispondono ‒ crediamo puntualmente ‒ a quanto evidenziato e chiesto nell’interpellanza.

In estrema sintesi, SETA rileva le seguenti cose: le difficoltà incontrate nel reperire il personale viaggiante sono le stesse cui devono far fronte tutte le aziende del settore, italiane e non; la sospensione temporanea di una minima quantità di corse effettuate nel mese di gennaio nei bacini di Modena e Reggio Emilia ha avuto come causa scatenante l’impennata di assenze per malattie.

La situazione emergenziale ha costretto SETA a coprire con proprio personale anche i turni di lavoro normalmente effettuati da aziende esterne, oltretutto senza un adeguato preavviso da parte dei soggetti sub-affidatari.

La rimodulazione del servizio urbano di Reggio Emilia è stata disposta dall’Agenzia per la mobilità in data 18 gennaio, con l’entrata in vigore quattro giorni dopo, il 22 gennaio. A partire invece dal 19 gennaio, sul sito web di SETA è stato pubblicato in dettaglio, linea per linea, corsa per corsa, la rimodulazione.

Inoltre SETA, pur convenendo in parte con l’interpellante sull’analisi delle criticità, ritiene non accettabile descrivere la gestione aziendale come un servizio non in grado di assicurare uno standard minimo di qualità. Gli standard qualitativi dei servizi erogati sono sottoposti alle attività di controllo delle agenzie per la mobilità, e inoltre sono oggetto di periodiche indagini di customer satisfaction che hanno sempre dato esiti complessivamente positivi.

L’attività di manutenzione dei mezzi viene svolta regolarmente secondo parametri qualitativi e quantitativi, ed è verificata da organismi esterni a ciò preposti, quali ad esempio la Motorizzazione civile.

I turni di lavoro del personale sono definiti nel pieno rispetto della normativa di legge e contrattuale. Si ribadisce che la carenza di autisti è una criticità riscontrata a livello nazionale, e che sta toccando tutte le principali aziende di trasporto italiane. D’altronde, è un elemento all’ordine del giorno anche della stampa nazionale, ed è stata posta all’attenzione del Governo, che allo stato attuale non ha ancora dato alcuna risposta in merito.

Le aziende si stanno muovendo da tempo per arginare tale situazione allarmante, che nonostante le diverse azioni messe in campo, quali incentivi e benefit per attirare giovani non sono al momento sufficienti a contenere i disagi che inevitabilmente si riflettono sui servizi (a questo aggiungo anche il problema della casa).

La Regione non ha competenze di merito dirette, quindi non può intervenire sulla contrattazione di secondo livello, quella integrativa, con finalità migliorative rispetto al contratto nazionale. La definizione del contratto di lavoro di secondo livello rientra completamente nella capacità finanziaria e organizzativa aziendale.

Si puntualizza infine che il programma di investimenti è finanziato in prevalenza con risorse nazionali e cofinanziato con risorse aziendali sulla base della propria disponibilità finanziaria.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Lunga storia triste. Non immaginavo potesse fermarsi oggi, quindi avrà ulteriori capitoli voluti dalla Regione.

Assessore, lei mi ha letto quello che le è stato scritto dai responsabili, penso, di SETA Modena. Immagino che qualcosa l’avesse scritto anche lei. Non sono loro a dirle che la Regione non ha competenze. È lei che, evidentemente, ci ricorda che non le ha o non le vuole avere. A meno che non siano loro a dire: “No, non aiutateci, non intervenite, non intervenite con fondi, perché noi vogliamo rimanere messi così”.

Avevo già spiegato nell’interpellanza che c’è indubbiamente anche una problematica regionale dovuta alla mancanza di reali investimenti sul personale. Però, anche rispetto ad altre realtà aziendali locali, ho fatto l’esempio di TPER su Bologna e Ferrara, Start Romagna per Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e TPER per Parma, la differenza è abissale con Modena. Davvero, il bacino di SETA, lo dico da anni e resta tutto così, è particolarmente maltrattato, particolarmente abbandonato. Come se davvero ci fosse un accordo o, comunque, una benevolenza rispetto alla possibilità di creare una disaffezione totale negli utenti e nei lavoratori. Tant’è che, infatti, anche lei mi conferma che il problema non si sta risolvendo.

Sulla contrattazione di secondo livello non c’è una competenza della Regione, però anche tacere completamente e non dire che questi lavoratori sono maltrattati e non è giusto che facciano questi turni e lavorino in questo modo per pochi soldi mi sembra girarsi dall’altra parte. Sono deficit organizzativi e gestionali, che non saranno solo di SETA, ma sono i più eclatanti, quelli di Seta, e sono comunque palesi ormai da anni. Tra l’altro, abbiamo affrontato anche il tema delle biglietterie, dei servizi per i disabili, continui ritardi, soppressioni, eccetera. Dire che è successo per un numero limitato di corse, e ne segnalo 46 che sono state tagliate... Non sono due. Se 46 è un numero limitato, quando le tagliate veramente quante sono? Intendiamoci anche sui termini.

Sulla holding pensavo che mi aggiornasse, ma non importa. L’unica cosa è che anche questa non credo che risolverà. Ho letto le sue dichiarazioni. Si parla soprattutto di vincere delle gare di competitività e di taglio dei costi. Tagliare dei costi ancora di più di quello che già viene fatto su SETA... Mi sembra che siamo alla macelleria sociale.

Penso che SETA sia un vero e proprio fallimento conclamato, che si è deciso di abbandonare a se stesso. Ci si gira dall’altra parte, si fa il solito scaricabarile, si dice che non è colpa della Regione. Non si capisce di chi sia la colpa. Si cerca di darla al Governo, ma sono anni e anni che SETA funziona male. Anni e anni. Anche durante i Governi PD, anche durante i Governi con sempre dentro il PD, anche durante i Governi Draghi non è mai cambiato nulla. Forse, se la Regione avesse preso in mano la questione e avesse adottato le misure necessarie, non saremmo in questa situazione.

Continuo a dire che è preoccupante la continua emorragia di conducenti indisponibili non tanto a lavorare per lavorare, ma a sottostare alle condizioni-capestro che SETA offre, quindi stipendi bassi e orari massacranti. Ancora una volta, questo si verifica in tutte le aziende che gestiscono il TPL a livello regionale, ma in particolare in SETA, in cui anche questo nuovo Presidente, nominato da pochi mesi, penso si sia limitato, mi risulta, a chiedere ancora pazienza ai cittadini e del tempo per cambiare la situazione.

Io quindi non ho da lei ricevuto risposta, se non il solito “non abbiamo competenze, ci giriamo dall’altra parte, non c’entriamo nulla”, soltanto che lasciare andare a fondo le cose, quando sono servizi pubblici, si dice di puntare sul trasporto pubblico, e si dice che questi servizi sono importanti perché le persone devono essere libere di spostarsi senza necessariamente avere una macchina di proprietà, e inquinando di meno rispetto a uscire tutti in macchina sulle strade, dopo si guardano i fatti, e i fatti che voi portate avanti sono questi.

Anche in questo caso avete parlato solo di rinnovo del materiale rotabile, un po’ come anche per la Porrettana, o anche per il bando di gara Trenitalia, quindi, rinnovo del materiale rotabile, ma non avete parlato di manutenzione necessaria, non avete parlato di condizioni umane per i lavoratori di SETA, non avete parlato della possibilità di sollecitare una contrattazione di secondo livello degna di questo nome.

Io non so cosa devo dire. Esprimo solidarietà ai lavoratori, e credo che abbiano fatto benissimo ad allontanarsi da SETA, a rifiutarsi di lavorare per SETA, e a rifiutarsi di lavorare per SETA soprattutto a Modena, perché hanno dimostrato che se voi non avete più neanche il concetto di cosa è umanamente corretto, ci sono dei lavoratori che ancora ce l’hanno, ve lo dicono in faccia e scappano da voi.

E fanno benissimo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo chiuso con le interpellanze.

 

OGGETTO 8095

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Interventi del Programma pluriennale di investimenti in Sanità ai sensi dell’art. 20 della L. n. 67/1988 - VII fase”. (158)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto, ritorniamo al nostro ordine del giorno, più precisamente agli atti amministrativi: Proposta di iniziativa della Giunta recante “Interventi del programma pluriennale di investimenti in sanità ai sensi dell’articolo 20 della legge nazionale 67/1988”.

Ricordo che la Commissione politiche per la salute ha espresso parere favorevole nella seduta del 4 marzo, con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario e 10 astenuti.

Siamo alla discussione generale sul provvedimento.

Si era iscritto a parlare il consigliere Daniele Marchetti. Prego, consigliere.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Anticipo già che farò un intervento unico, anche per l’atto successivo, anche perché quando si parla di investimenti in sanità, e visto che anche in Commissione è stata sviluppata una discussione unica, non vedrei il senso di separare le tematiche contenute nei vari atti.

Abbiamo ascoltato nelle scorse settimane le roboanti parole della Giunta, che in conferenza stampa aveva annunciato questi 445 milioni di euro di investimenti in sanità. Cifre, poi, confermate in Commissione, seduta alla quale non ho partecipato, ma che ho riascoltato, che, di fatto, hanno un po’ sgonfiato ‒ passatemi il termine ‒ quell’entusiasmo che veniva lanciato dall’assessore Donini e dal presidente Bonaccini. A grandi linee, stiamo parlando di interventi che ci stiamo, di fatto, trascinando dietro da anni. Infatti, stiamo parlando di risorse che sono previste dai piani pluriennali che sono istituiti con la legge n. 67/88, che porta determinate azioni e investimenti in sanità, suddivisi in varie fasi. Tant’è che oggi stiamo parlando, di fatto, della fase VII e dell’aggiornamento alla fase VI, che avevamo già discusso in precedenza.

Andando a esaminare questi 445 milioni e come sono suddivisi, la loro composizione, ci accorgiamo che stiamo parlando di oltre 266 milioni di euro di derivazione statale, un cofinanziamento pari al 5 per cento, così come prevede la legge n. 67/88, che equivale a 14 milioni di euro, più 4 milioni di euro tra altre risorse regionali e comunali. A questo concorrono anche 166 milioni di euro derivanti dal partenariato tra pubblico e privato.

Come dicevo, questa è la fase VII di una lunga programmazione, che comprende, al di là degli interventi, in ogni azienda sanitaria, con, ad esempio, nuove sale operatorie, padiglioni ospedalieri, e un’accelerazione anche sull’assistenza domiciliare, sulle nuove tecnologie per andare verso una deospedalizzazione, obiettivo condiviso, al di là di questi interventi che interessano un po’ tutto il territorio, troviamo la realizzazione, ad esempio, di nuovi presìdi ospedalieri, che ‒ come dicevo prima ‒ ci stiamo trascinando dietro ormai da tempo. Oggi, con questi atti, ovviamente ci focalizziamo maggiormente sull’ospedale di Piacenza, di cui ha già parlato la collega Stragliati in precedenza. Ma potremmo parlare, ad esempio, per quanto riguarda l’aggiornamento della fase VI dell’ospedale di Carpi: anche di questo sono anni che sentiamo parlare, eppure oggi siamo ancora al punto di partenza, per non parlare, ad esempio, dell’ospedale di Cesena, che è previsto dalle precedenti fasi, e che è ancora un nulla di fatto, anche se in questo caso diciamo per fortuna, perché non abbiamo mai condiviso questo progetto.

Per quale motivo però è arrivato un voto di astensione da parte nostra in Commissione, così come abbiamo sempre fatto in coerenza, anche per le fasi precedenti? Perché al di là degli obiettivi condivisibili, come dicevo prima, ad esempio, sulle nuove tecnologie, sull’assistenza domiciliare, o anche su alcuni interventi strutturali di edilizia sanitaria, oggi dobbiamo affrontare una situazione di questo tipo, e l’ha detto anche lo stesso assessore Donini in Commissione, che deve far fronte all’aumento esponenziale dei costi di realizzazione di queste strutture.

Fase dopo fase, ci stiamo trascinando dietro delle opere che stanno aumentando di costo esponenzialmente, questo ovviamente per l’inflazione, per tutto quello che volete.

È però un dato di fatto che se ci troviamo in questa situazione, non è che queste opere restano lì, così, per volontà di chissà chi. Restano lì perché a livello territoriale ci sono stati degli errori di programmazione. È emblematico, ad esempio – ne parlavo ieri con il collega Bargi – il caso dell’ospedale di Carpi. Si è discusso a lungo su dove individuare l’area per realizzare questa nuova opera, e oggi siamo ancora fermi. Nel frattempo, i costi lievitano.

E lievitano a tal punto da rendere necessario l’intervento, ad esempio, del privato. Pensate un po’: ci troviamo nella situazione paradossale che voi stessi, per errore di programmazioni create queste condizioni, e poi, alla faccia di quella sanità pubblica che sbandierate in ogni dove siete costretti ad andare a chiedere aiuto al privato. Questa è la realtà dei fatti, ed è questo il dato politico che bisogna evidenziare in quest’aula.

Continuiamo a sentir parlare della sanità universalistica, della demonizzazione verso il privato. E poi, per i vostri errori, siete costretti a correre in aiuto, chiedendo proprio una mano ai privati.

Di fatto quindi lasciatemi dire che non è tutto oro quel che luccica. Abbiamo sentito, ripeto, parole importanti in conferenza stampa, che si sono un po’ smontate in Commissione, perché abbiamo appreso che si tratta delle solite opere di cui parliamo ormai da inizio legislatura, se non oltre. Vanno bene gli investimenti in sanità, nessuno si oppone, ma bisognerebbe farlo con determinati criteri e, soprattutto a livello operativo-amministrativo, con un minimo di buonsenso, per non arrivare oggi in questa situazione, dove ci sono molte opere che sono irrealizzate per errori di programmazione a livello amministrativo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Oggi è in aula la proposta relativa al Programma pluriennale di investimenti sanitari, ai sensi dell’articolo 20 della legge n. 67/1988, VII fase, che prevede interventi di edilizia sanitaria su tutto il territorio regionale.

Nella presentazione pubblica della proposta, come atto di Giunta, il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore alle politiche per la salute, Raffaele Donini, hanno comprensibilmente parlato di un altro Piano straordinario. Ed è così. Perché ancora una volta vediamo una testimonianza evidente dell’importanza straordinaria di questi eventi. Oggi la vediamo sul piano amministrativo, fatta di carte, ma la vedremo anche realizzata con opere, nuovi lavori, riqualificazione di strutture già esistenti, potenziamento e innovazioni delle dotazioni tecnologiche. Opere e azioni, come dicevo, di importanza straordinaria anche per l’ammontare delle risorse messe in campo, cioè 445 milioni di euro.

A mio avviso, ciò che ci deve far riflettere e far ulteriormente apprezzare il lavoro che ha consentito di arrivare a questa discussione è che questa dimensione straordinaria corrisponde alla ordinaria cifra di lettura delle strategie di territorializzazione della salute in questa regione. È l’esito di alcune scelte che mi sento di condividere, di condividere profondamente, che ci hanno consentito di affrontare momenti durissimi e di continuare ad assicurare, attraverso il sistema sanitario regionale, attraverso la sanità pubblica, altissimi standard di qualità, sotto il profilo dell’adeguatezza, dell’efficacia e, soprattutto, della prevenzione nella cura e nell’assistenza.

Questa proposta relativa alla fase VII, la fase VII di Programma pluriennale degli investimenti in sanità, è il frutto di un’azione di costante raccordo con i territori, con le conferenze territoriali sociosanitarie e, in parte, fa parte dell’ossatura infrastrutturale diretta, che tende a creare una sanità di prossimità.

La condivisione con il territorio non si traduce solo nel percorso di confronto con le Conferenze sociosanitarie, ma anche nelle concrete scelte relative al finanziamento del rilevante piano di investimenti, in cui alle risorse dello Stato si aggiungono quelle delle Regioni, quelle degli enti locali, quelle derivanti dal partenariato pubblico e privato.

Voglio sottolineare a tal riguardo che uno degli interventi più rilevanti di questo provvedimento, quello relativo alla realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza è l’esito della concorrenza di più fonti finanziarie, con un rilevante contributo del partenariato pubblico-privato.

Si tratta di un’operazione molto importante, che vuole fornire una risposta qualificata, una risposta con delle prospettive a quella parte occidentale delle regioni, una delle tre province dell’area Vasta Nord.

Operazioni di analogo significato rientrano anche nelle pianificazioni relative ad altre province, e fra queste, anche se si tratta di un’opera prevista dalla proposta di cui all’oggetto gemello di questo provvedimento, cioè l’8097, relativo all’aggiornamento della fase VI, mi preme richiamare l’intervento relativo al nuovo ospedale di Carpi.

Non mancano azioni che riguardano la mia provincia, quella di Parma, con l’acquisizione di kit per il tele monitoraggio per il primo intervento per l’assistenza domiciliare da remoto, che sarà il futuro della medicina territoriale, questo nell’ASL di Parma, per gli arredi e le attrezzature del polo materno infantile nel nuovo ospedale delle mamme per l’azienda sanitaria di Parma, azienda Ospedaliera universitaria.

Con queste due proposte, il piano della fase VII, fase degli accordi di programma ex articolo 20, legge n. 63 del 1988, e l’aggiornamento della fase VI, siamo davanti a due tappe importanti di un unico disegno: quello sostenuto con convinzione dalla Regione e diretto a mettere al centro della propria azione una sanità che sia realmente in grado di essere servizio pubblico e di corrispondere agli obiettivi di efficacia, adeguatezza e qualità nelle prestazioni, in una logica di universalità del diritto a goderne.

Non ci dobbiamo nascondere che tutte queste richieste e queste scelte siano coerenti, anzi corali, direi.

Dico questo perché credo che i provvedimenti che abbiamo davanti, la loro capacità di individuare iniziative tangibili, strutture, tecnologie, attrezzature, diano il senso plastico di cosa significhi un investimento sulla sanità e sul diritto alla salute.

Il pensiero. I quattro anni dal momento in cui la nostra Regione, prima in Italia, insieme a Veneto e Lombardia, dovette affrontare da subito il colpo durissimo della pandemia da Covid-19, quella drammatica esperienza e le differenti risposte date dai sistemi territoriali ci hanno fatto capire con chiarezza cosa significa sanità, sanità territoriale e soluzioni di prossimità, cioè quell’organizzazione dei servizi che l’Emilia-Romagna, anche con questi provvedimenti incentrati sugli investimenti strutturali, vuole portare avanti.

Per queste ragioni esprimo con convinzione il voto favorevole del Gruppo Italia Viva alla proposta dell’oggetto 8095 e anticipo un’analoga e convinta adesione alla proposta dell’oggetto 8097.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Gerace.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, siamo alle dichiarazioni di voto sull’atto amministrativo 8095. Qualcuno vuole intervenire? Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Intervengo malgrado non ci sia l’assessore Donini, che ha replicato prima della pausa alle puntualizzazioni che avevo richiesto. Il suo intervento non ha, in realtà, chiarito le perplessità. È stato detto che si tratta di un piano pluriennale, che non è certamente stato programmato oggi. Giunge, infatti, alla fase VII, come è stato detto più volte.

Oggi noi vediamo comparire in questa fase VII una sorta di Casa della salute nell’ex edificio ospedaliero di Porretta Terme. Tramite un accesso agli atti, lo ribadiamo, verrà realizzata questa ristrutturazione su due piani, oltre al piano terra, con fondi che apprendiamo, quindi, che saranno prevalentemente statali, si parla di oltre 2 milioni di euro, e per il 5 per cento fondi regionali, pari a 125.000 euro.

Ne prendiamo atto. Non ci pronunciamo in merito, perché le uniche informazioni che abbiamo sono quelle che abbiamo ricavato tramite la nostra attività; quindi, ribadiamo il nostro voto di astensione già espresso in Commissione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Anche a me il dibattito non ha offerto risposte. L’assessore Donini non ha risposto a nulla, classica frase, ormai, per qualsiasi cosa è “è colpa del Governo”. Il taglio ai finanziamenti, che taglio non è, ormai è la scusa qualsiasi cosa, così può non rispondere nel merito. Quindi, non ha risposto nulla sui punti nascita, non ha risposto a nulla sul tema del project financing, che su Cona mi pare poco trasparente, l’ho definito così, ma adesso stiamo facendo diversi atti ispettivi per monitorare meglio. Non ha risposto su nulla, ma di fatto si va ad approvare un’indicazione verso questo indirizzo.

Peccato che non abbia risposto su nulla e che si sia solo trincerato dietro “il Governo taglia le risorse” e basta. Non è molto corretto, comunque il voto è di astensione è perché non ci si è mai sottratti a dei finanziamenti verso la sanità della nostra regione. Peccato per un Esecutivo che non dà tempi certi, che cambia le proprie destinazioni rispetto a quanto promesso e anche a quanto concordato in quest’aula, perché credo che non venisse solo dai banchi dell’opposizione la richiesta di riapertura dei punti-nascita di prossimità, però non si è risposto su nulla.

Voto di astensione, quindi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto, prima di passare alla votazione del provvedimento, nominiamo gli scrutatori: consigliere Paruolo, consigliera Costi, consigliera Catellani.

Mettiamo in votazione il provvedimento, l’oggetto 8095 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(La delibera oggetto 8095 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 8097

Proposta d’iniziativa Giunta recante: ““Aggiornamento dell’elenco degli interventi di cui all’Allegato della delibera dell’Assemblea legislativa n. 127/2023 “Programma straordinario di investimenti sanitari ex art. 20 L. 67/88 - VI Fase””. (159)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 8097: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Aggiornamento dell’elenco degli interventi di cui all’Allegato della delibera dell’Assemblea legislativa n. 127/2023 “Programma straordinario di investimenti sanitari ex art. 20, legge n. 67/88””.

Ricordo che la Commissione politiche per la salute ha espresso parere favorevole nella seduta del 4 marzo con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario e 10 astenuti.

Apriamo il dibattito generale sul provvedimento. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Sarò abbastanza breve perché anche su questo provvedimento ho già parlato in Commissione, specificamente sull’ospedale di Carpi. Qui le criticità sono diverse, ma anche su questo l’assessore, sia in Commissione che quest’oggi, non ha voluto dare nessuna risposta. Qua le criticità rispetto all’intervento sono diverse. Una è l’ubicazione. Aver cambiato ubicazione, andando più verso Correggio e Reggio, rischia di lasciare sguarnita una parte importante della Provincia di Modena.

Visto quello che si è detto, che l’ospedale di Mirandola mai sarà parificato a quello di Carpi, ne abbiamo parlato sempre in Commissione la settimana scorsa, se sul provvedimento di prima, dell’ospedale di Piacenza, la collega Stragliati nutriva dei dubbi sul finanziamento, sui soldi necessari per la realizzazione del finanziamento per l’ospedale di Piacenza, qua ancora di più, visto che i soldi sono ancora meno, effettivamente, ad oggi, la capienza per riuscire a portare questo progetto a termine.

Il cronoprogramma. Anche su questo ho chiesto in Commissione, ma l’assessore non ha voluto rispondere. Tra cinque anni il Comune di Carpi va al voto. Probabilmente saremo allo stesso punto. Vista la capacità di realizzazione di Piacenza e Cesena, probabilmente anche Carpi... Aspetteremo la prossima tornata amministrativa per avere notizie sul cronoprogramma. La butto in battuta, ma temo che non sia molto distante dalla realtà.

Non aggiungo altro. So che ci sono anche altri atti ispettivi, per quanto riguarda sempre l’ospedale di Carpi. Vedremo la capacità di realizzazione di questa amministrazione, visto che si è parlato recentemente della Regione Abruzzo, molti magari avranno sentito “Regione Abruzzo” in tempi un po’ più rapidi. Teniamo conto che la Regione Abruzzo è poco più della provincia di Bologna: è partita con tre ospedali in meno tempo di quello che ci sta mettendo la Regione Emilia-Romagna. Anche qua quindi anticipo già il voto di astensione perché la speranza è che quanto programmato prima o poi si faccia, però il “prima o poi” è molto generico rispetto a una programmazione che sarebbe necessario portare a termine.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale sulla proposta.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto, se ci sono.

Non abbiamo dichiarazioni di voto,

Mettiamo in votazione la proposta di aggiornamento dell’elenco degli interventi legati al programma straordinario di investimenti sanitari.

Votiamo per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(La delibera oggetto 8097 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 8089

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti e cittadini che, seguendo l’esempio di Aleksej Naval’nyj e senza l’uso della violenza, hanno esposto e continuano a esporre le loro vite al pericolo per manifestare la loro opposizione al regime russo. A firma dei Consiglieri: Gerace, Pigoni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati alle risoluzioni.

Più precisamente, siamo all’oggetto 8089: risoluzione che impegna la Giunta regionale a manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti e cittadini seguendo l’esempio Aleksej Naval’nyj e senza l’uso della violenza, esponendo e continuando ad esporre le loro vite al pericolo per manifestare la loro opposizione al regime russo.

La risoluzione è sottoscritta dai firmatari consiglieri Gerace e consigliera Pigoni. Ricordo che su questa risoluzione sono state presentate due proposte di emendamento: una a firma del consigliere Gerace, una a firma dei consiglieri Zamboni e Gerace.

Apriamo il dibattito generale. Prego, consigliere Gerace.

GERACE: Grazie, presidente.

L’atto che presento oggi è un appello alla solidarietà e alla consapevolezza.

Vi presento un atto che non solo riconosce, ma intende attivamente sostenere il coraggio, la determinazione e la speranza che Aleksej Naval’nyj ha trasmesso al popolo russo. Questo eroico oppositore del regime russo, assieme a tutti quelli che, ispirati dal suo impegno, proseguono instancabilmente la battaglia per i diritti umani, la libertà e la democrazia in Russia, merita la nostra solidarietà.

La storia di Naval’nyj è un racconto di resilienza, una resilienza inimmaginabile, di speranza indomabile. Nonostante le avversità (arresti, avvelenamenti e persecuzioni), non ha mai smesso di credere in un futuro migliore per il suo Paese, lottando senza sosta contro una corruzione sistematica, che mina le fondamenta stesse della società russa. La sua vita è dedicata alla creazione di un’alternativa a una Russia più giusta, più libera, diventata, così, faro di resistenza per chiunque in tutto il mondo sogni e lotti per un domani più luminoso.

In questo spirito, non possiamo rimanere a guardare. La lotta di Naval’nyj diventa la nostra lotta, che ci spinge a dare voce a chi non può parlare, a difendere i diritti di chi è oppresso, a contribuire con costruzioni a un futuro migliore non solo per la Russia, ma per l’intera comunità democratica internazionale.

Con questo atto proponiamo interventi concreti per onorare il sacrificio di Naval’nyj e per rafforzare il nostro impegno verso i princìpi di libertà e giustizia. Nell’atto propongo l’istituzione di premi e borse di studio a nome di Aleksej Naval’nyj, un’iniziativa volta a sostenere progetti e idee che promuovano i valori fondamentali della democrazia e dei diritti umani. Questo non solo onorerà la memoria e il lavoro di Naval’nyj, ma anche incoraggerà una nuova generazione di attivisti a prendere il testimone della lotta per la giustizia e la libertà.

Presidente, credo che il tema ‒ non perché lo stia recitando io ‒ sia molto importante. Il rispetto che dobbiamo avere per questa persona, che è morta per difendere i diritti, come hanno fatto tanti uomini e tante donne nel passato, che ci dà adesso la possibilità di esprimerci, merita un silenzio un po’ più accorto. Grazie.

Dicevo, un invito alle istituzioni competenti, a intensificare gli sforzi legati alle democrazie, ai diplomatici. È fondamentale utilizzare uno strumento a nostra disposizione per promuovere il rispetto dei diritti umani in Russia, per sostenere la lotta contro la repressione e favorire un dialogo costruttivo che possa guidare il Paese verso una transizione democratica.

Propongo ancora un sostegno alla proposta di dedicare una strada a Roma, intitolata ad Aleksej Naval’nyj, un gesto simbolico ma potente, un gesto di protesta contro la repressione e un gesto di speranza per il futuro.

Posizionare questa via di fronte all’Ambasciata russa servirà da costante promemoria nel nostro impegno nei confronti della libertà e della giustizia. Propongo ancora di sollecitare l’ANCI Emilia-Romagna per l’intitolazione di una strada a Naval’nyj. Chiediamo che questa iniziativa venga estesa ai Comuni della nostra Regione, diffondendo il messaggio di Aleksej Naval’nyj, di libertà e democrazia, rendendo il suo spirito di resistenza una presenza tangibile nelle nostre città e nei nostri cuori.

La storia ci insegna che la lotta per i diritti umani e la libertà è universale e senza tempo. Oggi, più che mai…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio.

 

GERACE: Oggi più che mai dobbiamo unire le nostre forze ispirati dall’esempio di Aleksej Naval’nyj, per garantire che i princìpi di giustizia, equità e libertà siano accessibili a tutti in ogni angolo del mondo.

L’emendamento che ho presentato era in riferimento al fatto che temporalmente veniva negato il corpo di Naval’nyj alla madre.

Fortunatamente e con grandissima forza la madre ha ottenuto che i funerali fossero pubblici, e faticosamente ha fatto questa conquista dando la possibilità a molti cittadini russi che rischiando incarcerazioni e azioni di polizia mirate ad affermare dimostrazione di pubblica sicurezza, hanno dimostrato plasticamente che esiste un’altra Russia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Chiedo se ci sono altri iscritti a parlare in dibattito generale. Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Dopo essere stato avvelenato, ingiustamente imprigionato e torturato, Aleksej Naval’nyj è deceduto, non prima di aver passato 37 mesi di sofferenze dietro le sbarre, a seguito di un trasferimento in una delle carceri più remote e dure della Russia. Sostanzialmente, un Gulag. Sembra un personaggio di “Arcipelago Gulag” di Solženicyn. Anche Aleksej Naval’nyj era un prigioniero politico, un prigioniero di coscienza, detenuto per aver denunciato il Governo repressivo di Putin.

Naval’nyj chiedeva libertà per sé, per i suoi sostenitori, denunciava la corruzione e sfidava Putin. La sua morte è una testimonianza devastante e grave delle condizioni di vita sotto il regime oppressivo e repressivo del Cremlino. Ha pagato il prezzo più alto per aver difeso la libertà di espressione.

E poi abbiamo assistito alla ferocia anche successiva alla morte, all’oltraggio postumo, all’umiliazione di una madre disperata, che è stata costretta a una via crucis tra obitori e caserme di polizia solo per ottenere ‒ e dopo diversi giorni ‒ il corpo del figlio.

Abbiamo assistito all’arresto dell’avvocato della madre, a sua volta colpevole di averla supportata nella richiesta di restituzione della salma del figlio ucciso; all’arresto di sostenitori e persone comuni, che volevano solo portare le loro condoglianze alla sua famiglia e alle persone a lui vicine.

La repressione in Russia ormai non si ferma davanti a nulla. Lo dimostra anche la recentissima condanna a due anni e mezzo di carcere al dissidente russo Oleg Orlov, già co-presidente della fondazione Memorial, al quale è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2022. Orlov, 71 anni ad aprile, è stato accusato di aver ripetutamente denunciato l’aggressione della Russia all’Ucraina. Verrà detenuto in una colonia penale, dove, come riportano numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani, le condizioni carcerarie sono disumane. Un carcere, sostanzialmente, lo stesso carcere in cui è stato detenuto Naval’nyj. Un carcere simile a quella che è stata la tomba di Naval’nyj.

Riteniamo sia giunto il momento in cui la comunità internazionale intraprenda azioni concrete affinché i dissidenti politici russi possano essere liberati e tutti coloro che sono responsabili della morte di Naval’nyj rendano conto delle proprie azioni.

Dobbiamo urgentemente chiedere alle Nazioni Unite di utilizzare le loro procedure e i loro meccanismi speciali per occuparsi della morte di Naval’nyj e per garantire la libertà di espressione agli oppositori politici al Governo repressivo di Putin. I diritti civili non sono astrazioni, non sono concetti filosofici lontani dalla vita quotidiana. Sono la linfa vitale di una società libera, la linfa vitale che alimenta il dialogo, il confronto e la crescita. Sono la libertà di parola, la libertà di stampa, il diritto di riunione e di associazione, diritti inalienabili che ci permettono di esprimere noi stessi, di opporci, di criticare, di contribuire al dibattito pubblico senza alcuna paura di ritorsioni.

La democrazia non è solo un meccanismo di voto, non è soltanto la scelta dei nostri rappresentanti. È un sistema complesso, un sistema fragile, che si basa sulla partecipazione attiva di tutti i cittadini, è il confronto di idee diverse, il rispetto reciproco, la capacità di vivere insieme nonostante le differenze.

È la costruzione di un futuro comune, basato sull’inclusione e sul riconoscimento del valore di ogni singola voce. La perdita di una voce critica è una ferita per la democrazia, è un monito severo che ci ricorda la fragilità delle nostre libertà e il prezzo umano che si paga quando queste libertà vengono soppresse. È un richiamo a difendere i princìpi che ci sono più cari.

Noi non possiamo rimanere indifferenti di fronte al silenzio di chi non può più parlare. Dobbiamo impegnarci a lottare contro l’oppressione e la censura, a sostenere il dialogo e la costruzione di una società inclusiva.

Il Partito democratico, come mi auguro tutta l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, è al fianco di tutti coloro che si battono per i diritti umani, dentro e fuori la Russia.

Siamo quindi favorevoli alla risoluzione presentata dai consiglieri Gerace e Pigoni, voteremo favorevolmente anche ai due emendamenti che sono stati presentati. Anzi, ringrazio i consiglieri Gerace e Pigoni per aver presentato questo atto. Voteremo favorevolmente anche per manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti, cittadini che hanno esposto e continuano a esporre la loro vita al pericolo per manifestare la loro opposizione ad un regime totalitario.

Per questi motivi, come Partito democratico, ripeto, voteremo convintamente a favore di questa risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mumolo.

Altri in dibattito generale? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Cui prodest?” verrebbe da dire come primo dubbio a una persona che cerca di approcciarsi a qualcosa che non comprende, un caso di cui non ha tutti gli elementi, tutte le verità in mano per provare a sbrogliare la matassa.

Cui prodest?” è la prima cosa che il sottoscritto ha pensato all’indomani della morte di Aleksej Naval’nyj, perché gli elementi per poter andare nel dettaglio, ahimè, io non li avevo.

Evidentemente, da altre latitudini, in particolare da oltreoceano, è arrivato immediatamente un grido chiaro, preciso. Lo sappiamo tutti. È stato Vladimir Putin. Non si è capito neanche se personalmente, a questo punto, o per mandato.

Dietro a lui è sfilata ‒ dietro al presidente Biden; mi sto riferendo a lui, chiaramente ‒ tutta la fanbase occidentale ed europea della Casa Bianca, in particolare della conduzione Biden, che immediatamente si è unita a un coro chiaro e preciso.

Ammetto che avevo difficoltà. Quella famosa intervista che citavo la volta scorsa, dove venivo definito “innamorato di Putin”. Ho spiegato perché sarebbe un po’ difficile essere innamorato di Putin da parte mia, la volta scorsa. La giornalista, nel telefonarmi, chiede: “Scusi, ma chi ha ucciso Naval’nyj?”. Io ho risposto: “Evidentemente ha sbagliato numero. Forse voleva chiamare l’MI6. Io non mi chiamo James Bond e, ahimè, di spionaggio, pur interessandomi un pochino di faccende internazionali, non sono avvezzo e non posso sapere la verità assoluta”. Questo è il tema che pongo.

Dopodiché, partendo dalla domanda “cui prodest?”, chi può aver trovato vantaggio dalla morte di Naval’nyj, c’è un tema, ovvero le tempistiche. Tempistiche che anche a me fanno pensare, magari, non a una morte naturale, ma a un omicidio. Potrebbe essere anche morte naturale, a questo punto, visto che la salma ormai è arrivata alla famiglia. C’è stato modo anche di visionarla e non abbiamo perizie in mano di avvelenamenti. Questo fantomatico novichok, comunque, non impiega solo nove giorni a svanire. Quindi, tracce dovrebbero essercene. Si è parlato di un pugno che spezza il cuore. Ahimè, dopo tanti anni di arti marziali, non ho mai appreso questa tecnica, lo devo ammettere, e non so nemmeno come possa funzionare. Si è parlato di strangolamento. Si è parlato di colpi di pistola. Poi di nuovo di veleno. Insomma, se ne sono dette tante. Non sappiamo definire quale sia la causa. Potrebbe essere morte naturale per le condizioni in cui era detenuto? Questo sì, è un tema che può essere posto. Guardate, andrebbe anche a vantaggio, probabilmente, di chi sostiene una certa posizione. Se, invece, fosse una morte non naturale “cui prodest?”. Credo che colui che meno ci possa guadagnare è proprio Vladimir Putin. Le tempistiche sono impressionanti.

A scanso di equivoci, qui nessuno è d’accordo all’incarcerazione degli oppositori politici. Così come non lo siamo con la persecuzione di chi non si vuole far parlare, che, invece, lo abbiamo visto, anche da noi è abbastanza tipica. Se non va bene in Russia, non va bene neanche in Italia, l’uso della magistratura a tempo, le inchieste giornalistiche a orologeria. Non va bene che un partito vada attaccato per rubli inesistenti, che nessuno riesce a dimostrare. Non va bene che un Ministro dell’interno venga perseguito per il ruolo che ha svolto; non va bene che un generale vengo assalito, prima che si possa eventualmente candidare, perché ci sono due note spese che non tornano. È evidente che in questo giochino siamo noi i massimi esperti; infatti, sorridevo quando vedevo gli attacchi dei tribunali americani a Donald Trump, pensando che per una volta sono gli Stati Uniti che copiano noi, hanno imparato i nostri metodi da utilizzare in politica.

Se non vale allora la persecuzione a certe latitudini, non vale neanche ad altre. Dicevo: cui prodest? Di certo, per tempistiche, non ci guadagna il Presidente russo, perché viene attaccato immediatamente all’esterno, in un momento storico in cui sul campo di battaglia sappiamo tutti come sta andando. Di recente anche il Papa è intervenuto dando una posizione, a mio avviso, anche un po’ tardiva, anche se era già uscito in passato, ma andando anche lui ad alzare un po’ il tema verso la pace, la fine del conflitto, l’avvio dei negoziati.

Tra l’altro, per aver dichiarato che è meglio perseguire la pace che la guerra è finito solo per qualche ora, a quanto pare, poi ci sono le foto che girano, sulla lista di proscrizione Myrotvorets dell’Ucraina, che vuol dire “pacificatore”, in cui c’è una serie di persone – c’è anche il sottoscritto – tra cui anche l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con scritto “liquidato” perché è morto, quindi è normale che ad un Paese a cui noi forniamo aiuti, armi e sostegno possa fare liste di proscrizione mettendo “liquidato” ai nemici uccisi. E c’è anche Andrea Rocchelli, giornalista italiano, morto nel 2014, e questo lo voglio ricordare: noi non stiamo entrando adesso nel terzo anno di conflitto; stiamo entrando nell’undicesimo, dove per otto anni l’Unione europea e le istituzioni internazionali, l’ONU e anche gli Stati Uniti hanno volto lo sguardo da un’altra parte, o per meglio dire, lo sguardo l’hanno volto evidentemente in Ucraina, ma in proiezione di andare ad accendere gli animi invece che andare ad affievolire l’escalation.

Andrea Rocchelli era proprio in Donbass, sapete a fare cosa? A certificare il rispetto dei diritti umani. Io non ho visto uno striscione fuori da un Comune, né una “verità per Rocchelli”, mai manifestata; di risoluzioni non ne parliamo neanche un po’, ci se ne è fregati completamente.

In compenso, va nella lista dei nemici. Va nella lista dei nemici per gli ucraini e sapete perché? Perché lì si sono fatti processi, ha provato a indagare, è stato un sopravvissuto. Nel Gruppo di Rocchelli c’era anche un giornalista russo che era lì per i diritti umani, e che non era certo amico di Vladimir Putin, morto anch’esso. L’unico sopravvissuto, un francese, ha dichiarato che i colpi arrivavano dai mortai ucraini dell’allora Battaglione Azov, difensore dei diritti occidentali per qualcuno. Di quello non si poteva parlare. Non abbiamo discusso, non ci siamo mai confrontati politicamente. Perché ci sono eroi di serie A e eroi di serie B. C’è chi va ricordato e chi meno. C’è chi muore nel momento giusto, quando serve, cioè quando sul campo di battaglia va male, quando l’opinione pubblica occidentale sta cambiando un attimino idea rispetto alla guerra, quando c’è questa intervista, tanto osteggiata, fatta dal giornalista americano Tucker Carlson a Vladimir Putin, che è stata vista da oltre 100 milioni ‒ almeno quelli di YouTube; poi ci sono altri canali ‒ di persone nel mondo. Quindi, per stoppare, in qualche modo, quella che stava un po’ sfuggendo come opinione pubblica generale, ecco che arriva la notizia: Vladimir Putin è un assassino. Subito il messaggio. Il nemico. Puntiamo sul nemico.

Capite bene che le tempistiche non favoriscono il presidente russo. Non lo favoriscono nemmeno all’interno del suo Paese, che ha le elezioni proprio questa settimana e che si trova a fare i conti con accuse, anche dall’interno, di chi critica la sua posizione. Tra l’altro, l’attacco esterno arriva dicendo che Aleksej Naval’nyj è l’oppositore ‒ articolo determinativo ‒ di Vladimir Putin, ignorando completamente la situazione politica russa. In Russia c’è un partito che si chiama “Partito Comunista della Federazione russa”, con cui una volta, forse, eravate in rapporti diversi, che oggi è un partito che prende il 20 per cento di voti alla Duma. È un partito che governa [...] e che forse esprime, sì, un’opposizione a Putin. Qual è il problema di questo partito? Visto da noi, visto da noi occidentali, potrebbe essere considerata, la sua politica, quella di Putin all’ennesima potenza. Quindi, è sconveniente dire che esiste un partito così, perché dovreste ammettere che forse Putin è il miglior interlocutore che potrebbe sedere al Cremlino al giorno d’oggi, tra i papabili contendenti alla corsa presidenziale. Quindi, non potendo ammettere questo, si preferisce dire che l’oppositore Aleksej Naval’nyj, che muoveva il 2 per cento, forse... Tra l’altro, le posizioni di Naval’nyj... Io non so se sapete chi è. Capisco che [...] si tirano fuori gli eroi del momento, ma bisogna ripercorrere la sua storia. Viene dall’estrema destra russa. Forse ci andavo più d’accordo io con Naval’nyj che voi su certi temi. Mi fa un po’ specie che vogliate dare borse di studio a una persona che, se fosse vissuta in Italia e avesse detto quello che lui ha detto sui georgiani o sui musulmani del Caucaso, avreste segregato. Ricordo, quando mi battevo io per le questioni delle moschee sul territorio locale, le cose che non dicevate. Se lui fosse vissuto qui ci sarebbe stata qualche difficoltà a riconoscerlo come eroe. Eppure, così è.

La risoluzione. Signori, cosa devo dire? “Cui prodest?” lo dico anche per la risoluzione. Voi parlate di un appello per la pace. A me sembra l’ennesimo, reiterato appello per la guerra. Tant’è che io adesso sto preparando una risoluzione che depositerò, così mi limiterò a votare voi, e la risoluzione negoziale del conflitto, perché sono un po’ stanco anche di essere tirato per la giacchetta.

Queste iniziative così a tempo, così piene di retorica, piene di narrativa bellicista, volta a individuare il nemico e il male, sono pericolose. Le sparate che fanno anche i nostri leader europei sono pericolose. Se non si è capito qual è il contesto mondiale in cui stiamo vivendo, che anche il Papa stesso ha definito una guerra mondiale a pezzi, e non si cerca di abbassare un pochino il fuoco invece che soffiarci sopra, si rischia veramente di andare incontro a una situazione estremamente pericolosa, per noi e per le generazioni future.

Io quindi non tratterei con leggerezza questi temi; intitoliamo vie per prendere in giro i russi. Queste cose hanno un peso, soprattutto nella diplomazia. Se non vogliamo parlare di queste cose, perché non è compito della Regione, non ne parliamo. Se ne vogliamo parlare, però allora lo facciamo con serietà, non gettando benzina sul fuoco.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

Consigliera Zappaterra, prego.

Poi c’è anche la consigliera Zamboni.

 

ZAPPATERRA: Io ero per chiedere un minuto di sospensione, che stiamo depositando un emendamento per avere il tempo materiale. Non so se nel frattempo qualcun altro vuole intervenire.

 

PRESIDENTE (Petitti): Forse la consigliera Zamboni, quindi le passo la parola. Credo abbia un problema col microfono, chiedo una verifica tecnica per poterla fare intervenire.

A breve, quindi, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Risolto il problema.

Io sono assolutamente d’accordo con il consigliere Bargi che si deve parlare di questi eventi con serietà, ma io credo che il consigliere Gerace presentando la sua risoluzione l’abbia fatto con serietà, non per fare un teatrino.

Quanto al fatto di non buttare benzina sul fuoco, siamo chiaramente tutti consapevoli di quello che è già in atto e di come la situazione potrebbe ulteriormente incartarsi aumentando la tensione. Questo, però, non ci deve privare della libertà di osservare quello che succede in Russia, anche come forma di sostegno a distanza delle persone che, comunque, hanno il coraggio di esporsi. Noi abbiamo alle nostre spalle un regime fascista, che ha fatto conoscere agli italiani la perdita della libertà di stampa, della libertà di opinione, di organizzarsi in partiti. Non possiamo essere insensibili se vediamo che in altri Stati questo tipo di repressione delle libertà è gestito a livello governativo. Perché questo è il caso della Russia. Non è che la paura ci deve esimere dal portare solidarietà e dall’analizzare quello che succede.

Sul personaggio Naval’nyj, siamo d’accordo, la prima parte del suo percorso politico è stato un percorso di un nazionalista, di una persona sicuramente di ideali che potremmo definire di destra. Però è diventato il simbolo dell’opposizione al regime. Quando? Quando è stato prima avvelenato e poi quando ha avuto il coraggio di rientrare in Patria, non so quanti avrebbero avuto il coraggio di rientrare, sapendo che lo aspettava il carcere. È stato accusato anche di aver subìto il carcere non per opposizione politica al regime, ma per reati fiscali. Si dice di tutto e di più. Ma che sia stato incarcerato in Siberia, come ai tempi gloriosi di Stalin, e poi là lasciato morire, mi sembrano dati abbastanza chiari ed evidenti. Quindi, perché non unirsi alle voci di coloro che hanno avuto il coraggio di sfidare comunque la polizia russa cercando di andare al funerale? Lo sappiamo tutti. Non veniva restituito il corpo. Poi non poteva essere un funerale pubblico. Ma la gente ci è andata lo stesso. Credo sia un atto di rispetto verso il coraggio di queste persone.

Così come dobbiamo essere solidali con le donne russe, che hanno protestato contro la guerra in Ucraina, come avevano già fatto a novembre le mogli dei soldati dell’Ucraina. Queste voci che dicono “troviamo una strada alternativa allo scontro armato” vanno sostenute. Non si può essere insensibili e sordi. Vanno sostenute. La soluzione non può essere un’ulteriore escalation militare. In Russia hanno avuto il coraggio di andare a questo funerale. Lui ha avuto il coraggio di ripresentarsi, sapendo che lo avrebbero arrestato. Adesso la battaglia la continuano la moglie e la madre.

Io credo che siano delle voci, e non sono le uniche. Forse il nostro deficit di informazione, ma non a caso, perché chi è che ci fa avere quelle informazioni? Forse dovremmo effettivamente essere un po’ più attivi nel sostenere questi coraggiosi. Per questo io ho presentato un emendamento alla risoluzione di cui è primo firmatario il consigliere Gerace, che ringrazio, perché ha sottoscritto il mio emendamento, che non vuol dire fare il più uno, o essere in alternativa.

Io ho ritenuto opportuno che l’Assemblea ricordasse in questa risoluzione anche Anna Politkovskaja, che è stata la prima grande vittima, il primo grande segnale che c’era un’opinione pubblica in Russia che era in grado di dire no a Putin. Lei l’ha fatto da giornalista, ha fatto delle inchieste, ha indagato soprattutto sulla guerra in Cecenia. Anche lei ha pagato con la vita, è morta con un colpo di pistola in ascensore, a casa sua, guarda caso, mentre stava scrivendo un libro in cui approfondiva tutti i lati oscuri della politica di Putin.

Putin, ex tenente colonnello del KGB, non proprio l’orfanello dell’istituto Fatebenefratelli. È l’ex tenente colonnello del KGB, che ha imparato bene la lezione, al tempo, e a quanto pare è in grado di continuare a gestirla, questa lezione, da quello che si vede.

Gli oppositori spariscono fisicamente, e questo è lo stato delle cose. Un’Assemblea legislativa può cambiare? No. Un’Assemblea legislativa, però, giustamente si interroga su quello che succede e fa le sue proposte.

È per questo che io, ripeto, non nella logica del più uno, ma perché Anna Politkovskaja, secondo me è una grande figura, e ha saputo attuare un giornalismo critico e coraggioso, anche lei sapeva che andava incontro a dei pericoli, ma li ha sfidati, non si è censurata. Da giornalista ha fatto i suoi lavori d’inchiesta, e ha rappresentato un punto di riferimento per capire cosa stava succedendo in Russia.

Per questo io ringrazio, ripeto, il consigliere Gerace, primo firmatario della risoluzione sul Naval’nyj per avere accolto questa integrazione.

Non è un’opposizione, è un’integrazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Sarò veramente molto breve. Soltanto per rassicurare il consigliere Bargi. Non presentiamo risoluzioni o atti di indirizzo mai, ma men che meno su tematiche come queste, per tirare lui per la giacchetta. Anzi. Ci interessa, questo, veramente molto poco.

Non riesco, purtroppo, nemmeno a stupirmi di questo intervento. D’altronde, chi risponde a un leader che ha più volte sostenuto che Putin fosse una delle persone più lungimiranti al potere sulla faccia della terra, appunto, non posso stupirmi che un consigliere regionale della Lega oggi lo definisca il migliore interlocutore possibile per l’Italia e per l’Europa.

Così come è difficile stupirsi anche della posizione tenuta rispetto alle cause della morte di Aleksej Naval’nyj, quando lo stesso Ministro degli esteri del nostro Paese ha dichiarato: “Speriamo si tratti di morte naturale”. In effetti, dopo averlo arrestato, avvelenato, rinchiuso in un lager a 20 gradi sottozero, lui improvvisamente è morto. Probabilmente, si aspettavano ‒ non lo sappiamo ‒ che ringiovanisse. Anche perché questo non era il momento adatto, come diceva il consigliere Bargi, per far guadagnare popolarità a Putin.

Sono veramente sorpresa da queste dichiarazioni, ma fino a un certo punto, come dicevo prima. Purtroppo. Ormai ci ha abituato a queste prese di posizione.

Tutti siamo per...

 

(interruzione del consigliere Bargi)

 

PIGONI: Posso non essere interrotta, presidente, o devo avere l’eco del consigliere Bargi sotto il mio intervento?

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, continui pure.

 

PIGONI: Grazie.

Tutti siamo per uno sforzo diplomatico dell’Europa, quindi, ovviamente, anche dell’Italia, ma è innegabile che, dal punto di vista geopolitico, nello scacchiere internazionale, c’è un disordine creato dalla Russia. Russia che ha un ruolo importante non soltanto, ovviamente, nella guerra in Ucraina, ma in tutto il mondo, dalla guerra a Gaza all’Africa con la Wagner. Certo, abbiamo bisogno che l’Europa sia più presente, non si limiti a fare da spettatore tra Stati Uniti e Cina. Abbiamo bisogno di un ruolo da protagonisti. Chiaramente, siamo per uno sforzo diplomatico importante, ma è innegabile che ci sia una lunga scia di sangue che collega i dissidenti russi ed è evidente che il responsabile ha un nome, che è quello di Putin.

Siamo, quindi, molto favorevoli a questa risoluzione, che ho avuto il piacere di sottoscrivere, e ringrazio per questo il collega Gerace, e andremo avanti senza paura.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

Adesso sta arrivando l’emendamento a cui prima accennava la consigliera Zappaterra. Lo stanno fotocopiando, quindi è questione di pochi secondi.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, Presidente.

Se mi è concesso, anche se l’emendamento non è ancora stato distribuito, per velocizzare i tempi, lo illustro.

L’illustrazione è molto semplice. Ovviamente, noi ci riconosciamo nella posizione già espressa dal collega Mumolo, che è di assoluto sostegno alla risoluzione del collega Gerace. L’emendamento consta di una modifica rispetto all’individuazione della strada da intitolare nella capitale, sul prosieguo della formulazione che lui aveva già messo, semplicemente perché l’Assemblea Capitolina aveva già deciso di intitolare una strada, ma non quella di via Gaeta dall’ambasciata russa. Essendo quello già non più possibile perché l’Assemblea Capitolina aveva votato contro, abbiamo ritenuto di sistemare la formulazione avallando la possibilità dell’intitolazione genericamente di una strada della capitale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo bisogno ancora di due minuti, per finire di stampare, di fotocopiare gli emendamenti e poi distribuirli. Non so se qualcuno vuole intervenire.

Altrimenti, sospendiamo per due minuti, in attesa di ricevere gli emendamenti e distribuirli. Grazie.

Sospendiamo un paio di minuti.

 

(La seduta sospesa alle ore 16.10 è ripresa alle ore 16.15))

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori d’aula.

Avete ricevuto l’emendamento a firma Zappaterra.

A questo punto apriamo la discussione generale sugli emendamenti. Ricordo che abbiamo un emendamento a firma Gerace, uno a firma dei consiglieri Zamboni e Gerace e uno a firma della consigliera Zappaterra.

Qualcuno si iscrive a parlare sugli emendamenti? Io non ho iscritti a parlare sugli emendamenti.

A questo punto, apriamo le dichiarazioni di voto congiunte su risoluzione ed emendamenti. Chi si iscrive a parlare in dichiarazione di voto?

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Giusto per esprimere qualche concetto conclusivo in merito al dibattito che c’è stato. Chiaramente, sorvolo sulle sollecitazioni personali, che lasciano il tempo che trovano e non fanno parte di un dibattito serio, e vado invece a quelli che sono secondo me dei concetti che devono passare.

Prima di tutto, c’è una questione legata alla morte di Aleksej Naval’nyj. Purtroppo, potete raccontarla come volete, fino all’altro giorno manco vi ricordavate di lui. È evidentemente uno strumento narrativo usato per sostenere in questo momento la propaganda bellicista. Tragica è stata la sua sorte, è sicuro. Ripeto: nessuno qui è a favore dell’uso della persecuzione nei confronti degli avversari politici, perché alle nostre latitudini non è accettabile, ma sarebbe bene che questo venisse applicato come principio sempre, l’ho detto anche sulla questione Assange. Ricordiamoci sempre…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Non ci sono eroi o morti di serie A, serie B o, addirittura, C. Come chi non viene neanche citato mezza volta, eppure muore sotto il fuoco dei nostri presunti alleati. Bisogna ricordarselo sempre. Non si riesce a togliere questa narrativa di utilizzo come una clava del fatto avvenuto, che è un qualcosa di, a nostro avviso, sbagliato.

Ho sentito parlare della rivoluzione democratica che deve avvenire in Russia. Ve lo ripetiamo per la Cinquecento milionesima volta: la democrazia non è esportabile. Non con i cannoni, non con lo spionaggio, non con la strategia del contenimento, che va avanti da oltre lo scioglimento dell’URSS, che forse avrebbe dovuto vedere anche un atteggiamento diverso rispetto all’est, cosa che, in realtà, i leader europei hanno fatto, da Schröder a Merkel, da Prodi a Berlusconi. La verità era quella. Poi c’è stata questa improvvisa inversione di rotta. È suonata la campanella del padrone, quindi abbiamo ripreso un assetto diverso, ma in realtà la strada europea era già quella. La democrazia non si può portare a casa di altri. È un processo che deve nascere da un popolo, se vogliono arrivare a un certo livello di democrazia. Fermo restando che, checché ne diciate, la Russia va alle elezioni adesso, ci sono più candidati, anche con visioni plurali.

Il problema è ‒ questo, forse, è un problema su cui, però, vi dovete un attimino mettere nell’ottica ‒ che tutti sono d’accordo, o quasi tutti, a continuare con l’ostilità nei confronti dell’Ucraina. Quindi, forse non è il problema di Vladimir Putin. C’è un Paese che oggi si sente, in un certo qual modo, sotto attacco dall’altra parte. Qui c’è l’altro tema. Tutto nasce per la situazione della guerra. Altrimenti, probabilmente, si sarebbe... Sì, sarebbe venuta fuori lo stesso, i morti in carcere, però sarebbe passato un po’ più sottotono. Diciamocelo. Soprattutto dall’establishment occidentale. Non parlo delle risoluzioni qui dentro.

L’Ucraina non fa parte né della nostra alleanza militare NATO né della nostra alleanza economico-commerciale, che è l’Unione europea. Quindi, è inutile che mi diciate “sono cattivi, attaccano noi”. Non stanno attaccando noi. C’è una guerra tra due Paesi terzi, nella quale noi siamo voluti entrare, non ponderatamente e ragionando in maniera diplomatica, come attore che va a calmare il conflitto e a tenere le parti separate. Siamo entrati immediatamente in guerra. Il giorno dopo sono partite le sanzioni. Erano già attive dal 2014, ma sono partite con una serie di oltre otto, nove, dieci pacchetti sanzionatori. Subito. Subito le cartucce dell’Unione europea si sono svuotate. Quella è l’unica arma che abbiamo, tra l’altro inefficace. Non è servita in Siria, non è servita in Iran, non è servita in Russia. Ma è l’arma che abbiamo e continuiamo a usarla. Tra l’altro, facendoci del male e supportando noi i costi di questa operazione. Questa è la verità.

In diplomazia si dice che tutti vogliamo la risoluzione diplomatica. Due anni fa, quando c’è stato l’attacco russo, tutti quanti, analisti, giornalisti che si permettevano di andare in televisione a chiedere, che mantenevano un atteggiamento diplomatico rispetto al conflitto, venivano accusati di essere collaborazionisti, filo-putiniani al sodo della Federazione russa. Questa è la verità.

Oggi io vedo che in televisione, anche certi politici che prima non usavano quella parola, stanno cambiando un po’ il leitmotiv: non so se perché si avvicinano le elezioni americane e c’è il timore che si sconvolge il mondo; non so se sia perché sul campo non si stanno ottenendo i risultati prefissi; ma la verità è questa. Oggi torna fuori la parola “diplomazia”, ma c’è chi ve lo dice da due anni che l’atteggiamento avrebbe dovuto essere quello, soprattutto per un Paese come l’Italia, quasi a farci superare dalla Turchia per ospitare i negoziati. Poi l’occidente non ha voluto, e i negoziati non si sono potuti fare.

Ma quello era un ruolo che doveva spettare a un Paese come il nostro, o meglio, poteva: non voglio doveva, ma poteva spettare. Eppure, si è tenuto un atteggiamento completamente diverso. Questo è il tema vero.

Una risoluzione di questo tipo, allora, utilizzata come uno strumento di attacco per noi è assolutamente irricevibile e invotabile.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dichiarazione di voto congiunta?

Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto passiamo alla votazione degli emendamenti. Chiedo… Lo chiediamo dopo l’assenso al consigliere.

Partiamo invece dall’emendamento n, 1, a firma del consigliere Gerace.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Zamboni e Gerace.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

Ora siamo all’emendamento n. 3.

Chiedo l’assenso al consigliere Gerace e quello a firma Zappaterra.

L’emendamento insiste anche, lo ricordo, sul punto 4 dell’impegno alla Giunta, quello sul coordinamento formale.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3, a firma Zappaterra.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora votiamo la risoluzione 8089, a firma Gerace e Pigoni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 8089 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 8096

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell’edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l’area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori. A firma dei Consiglieri: Amico, Soncini, Bondavalli, Mori, Costa

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, adesso, all’oggetto 8096: risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell’edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l’area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori.

La risoluzione è a firma dei consiglieri Amico, Soncini, Bondavalli, Mori e Costa.

Apriamo il dibattito generale. Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Portiamo all’attenzione di quest’aula un manufatto che si trova nella Provincia di Reggio Emilia, che riguarda una frazione del Comune di Reggio Emilia, la frazione di Villa Sesso, che si estende nel quadrante nordoccidentale del Comune di Reggio Emilia, il cui territorio inizia tre chilometri a nord della città, sulla strada per Mantova. Fino a pochi decenni fa è stata una frazione agricola caratterizzata soprattutto da case sparse.

Durante la Resistenza vengono dislocati a Villa Sesso i GAP e i SAP, i principali comandi partigiani di Reggio Emilia, dove trovano accoglienza i partigiani, le staffette, grazie alle numerose e fidate case di latitanza e alla particolare posizione di questa piccola frazione di appena 2.000 abitanti di cultura e di origine contadina.

Proprio Casa Manfredi, che è molto vicina al torrente Crostolo, è una di queste case di latitanza e diventa la sede delle riunioni degli organismi partigiani, fungendo da base per l’invio, attraverso l’argine del Crostolo, dei giovani che si recano in montagna per aggregarsi alle formazioni partigiane. I clandestini vengono qui accolti, riforniti di abiti, scarpe, armi, cibo e biciclette. La stessa Casa Manfredi è sede delle riunioni del Comitato di liberazione nazionale, pressoché quotidiane durante gli anni dell’occupazione, ed è anche, poi, Villa Sesso, il teatro di uno dei più terribili eccidi accaduti in Provincia di Reggio Emilia il 20 dicembre 1944, dove quattordici persone furono trucidate dai nazifascisti. Un eccidio consumato così, a sangue freddo. Anche le stesse milizie fasciste rimasero impietrite e si rifiutarono di far parte del plotone d’esecuzione. Soltanto l’intervento di Tesei, con tanto di pistola in pugno, li costrinse a completare l’orrendo omicidio.

Casa Manfredi è stata acquisita dal Comune di Reggio Emilia. Sono stati effettuati due interventi di valorizzazione. Un primo percorso storico, inaugurato il 25 aprile 2019 con pannelli e foto che raccontano e illustrano la storia dei Martiri di Villa Sesso e il murales intitolato al Partigiano Reggiano, inaugurata il 27 settembre 2020 e collocato sulla facciata nord della casa, visibile dall’autostrada A1. Proprio la stessa autostrada A1 da cui, in direzione Reggio Emilia-Parma, è visibile il manufatto, poiché la casa è stata anche vandalizzata, la stessa Autostrade per l’Italia si è fatta carico del mantenimento di una parte di questa facciata, prima che questa arrivasse a crollare.

Rimane però oggi necessario affrontare con urgenza il problema della stabilità del fabbricato, aggravata dai fenomeni climatici estremi che abbiamo vissuto. Da qui, l’esigenza di definire in tempi rapidi una soluzione progettuale, valutando gli opportuni interventi per consolidare da un lato il murales, salvaguardare la sicurezza dei visitatori e riqualificare l’area a verde.

Per questo motivo il Comitato provinciale ANPI di Reggio Emilia, e la sezione ANPI di Villa Sesso, con il contributo del Comune di Reggio Emilia, all’interno dell’accordo di cittadinanza del progetto “QUA_quartierebenecomune” hanno promosso un concorso di idee a procedura aperta per acquisire proposte progettuali per il recupero e la messa in sicurezza del murales intitolato al Partigiano Reggiano e per la riqualificazione dell’area verde di casa Manfredi, il cui bando è scaduto lo scorso 15 febbraio.

I risultati della selezione per cui sono state presentate tre proposte saranno resi pubblici il prossimo 13 marzo, cioè domani.

Ai concorrenti è stata richiesta una proposta progettuale piuttosto articolata, che possa essere in grado di interpretare il tema del recupero della memoria storica in termini di visione architettonica e paesaggistica, presentando particolare attenzione all’innovazione tecnologica digitale e alla sostenibilità ambientale.

Le proposte delle candidate e dei candidati dovevano tenere in considerazione sia la tipologia architettonica, sia la storia stessa di questo edificio, nonché il suo inserimento nel contesto circostante insieme alla proposta per [...] del murales. La soluzione doveva ipotizzare, deve ipotizzare la realizzazione di un parco didattico utilizzando essenze compatibili con il contesto climatico e culturale della zona, tra cui 25 piante a cui assegnare il nome delle vittime dell’eccidio che ricordavo poco fa.

Sono quindi tre gli oggetti del concorso, che quindi devono essere esplicitati dalla progettualità presentata, di cui sapremo gli esiti giustappunto nella giornata di domani, sia per quanto riguarda ‒ lo ribadisco ‒ la salvaguardia del murales, che è un manufatto recente, ma distintivo, non magari alla stessa stregua delle vele di Calatrava che tutti vedono. I camionisti, coloro che transitano lo riconoscono. Una riqualificazione dell’area verde, del fabbricato nei pressi del torrente Crostolo, quindi la possibilità di fruire non solo dell’edificio in quanto tale, ma arrivare a realizzare un percorso che possa essere non solo rispettoso del verde, della qualità ambientale, ma anche didattico per le scuole e le scolaresche, in un luogo che è simbolo per la storia della Resistenza di Reggio Emilia.

Questa richiesta progettuale è anche l’esito di un percorso che ha visto la raccolta di una serie di firme, di numerose firme, che sono state portate anche qui in Regione all’attenzione del presidente Bonaccini e della presidente Petitti, da parte non solo dei residenti di Villa Sesso, ma in generale della cittadinanza reggiana, e più, proprio per chiedere questo intervento di salvaguardia e di rilancio.

La Regione Emilia-Romagna, con la legge n. 3/2016, riconosce la memoria e il ricordo dei fatti determinanti per l’assetto e lo sviluppo democratico della Repubblica italiana che hanno segnato la storia nazionale e locale nel corso del Novecento e promuove e sostiene attività di conservazione e servizio pubblico, ricerca, divulgazione didattica e formazione mirate a mantenere viva, rinnovare, approfondire, divulgare la memoria degli avvenimenti, delle persone, dei luoghi, dei processi storici e delle transizioni, affinché dalla storia si possano trarre insegnamenti per le generazioni attuali e future e sviluppare cittadinanza attiva e senso civico.

Molti sono i progetti che con la legge n. 3/2016 la Regione sostiene, non solo nella Provincia di Reggio Emilia, ma in generale. Molte sono le attività che la stessa Regione, e anche l’Assemblea legislativa, in termini di memoria sostiene. Penso, tra queste, ai viaggi della memoria. Sono stato di recente a Cracovia, Auschwitz, Birkenau, proprio il viaggio della memoria organizzato dall’Istituto storico della Resistenza di Reggio Emilia, con anche il contributo della Regione Emilia-Romagna in questo senso.

Accrescere i luoghi di valorizzazione della nostra storia anche per fatti così importanti e anche così drammatici credo stia esattamente nel solco, da un lato, dalla legge regionale, ma anche di un’azione continua e costante che la Regione intende perseguire.

Per questo, con questa risoluzione vogliamo impegnare la Giunta regionale a esaminare con attenzione le possibilità di sostenere economicamente la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell’edificio di Casa Manfredi, per evitarne il crollo, il danneggiamento del murales intitolato al Partigiano Reggiano e per riqualificare l’area a verde a disposizione di scolaresche e visitatori di ogni età, alla luce di quello che sarà anche l’esito delle proposte progettuali che sono pervenute al Comune di Reggio Emilia.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale?

Consigliera Bondavalli, prego.

C’è qualcosa che non va nel microfono della consigliera Bondavalli per darle la parola.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

La memoria, quella condivisa, quella che innerva le nostre comunità, che rappresenta il suo patrimonio comune, è costituita da eventi, processi, documenti e testimonianze del passato, però è tale solo se vive nel presente, e se qui ed ora, in questi luoghi e in questo momento la rendiamo davvero visibile e tangibile.

È a questa memoria che, ricordo, l’Emilia-Romagna ha dedicato una legge regionale, che sostanzialmente rappresenta e costituisce un unicum a livello nazionale, assumendo a riferimento in particolare il Novecento, un secolo cioè, segnato da eventi e processi che hanno, lo sappiamo, profondamente segnato la nostra Regione, contribuendo a determinarne l’identità e a definirne la rappresentazione, quella da noi stessi creata e quella percepita che di essi diamo. Penso alla legge regionale n. 3 del 2016, una legge di cui questa Regione credo che debba andare sicuramente particolarmente fiera. L’articolo 2 definisce cosa intenda per memoria, indicandola come il processo di elaborazione socioculturale che consente di riconoscere, raccogliere e rievocare gli avvenimenti del passato attraverso la conservazione del patrimonio e la divulgazione, la formazione, le iniziative dirette a tenere viva la conoscenza di quanto è accaduto e di quanti ne sono stati i protagonisti.

Quindi, la memoria per la nostra stessa legge regionale è sia un patrimonio di fatti, luoghi, documenti e conoscenze, sia, e questa è la cosa credo anche più significativa, più importante, la sua valorizzazione.

Proprio per questo motivo la legge regionale definisce anche i luoghi della memoria ove sono presenti i segni concreti, materiali o simbolici riconosciuti dalle nostre comunità per definire i profili civili, valoriali e culturali del nostro tempo.

Io ho richiamato questi aspetti perché vorrei riprenderli successivamente, in riferimento alle azioni concrete che la legge regionale n. 3/2016 ci consente, rispetto alle quali mi sembrano siano del tutto coerenti gli obiettivi con questa risoluzione, della quale ringrazio il collega Amico. Una risoluzione che anch’io ho firmato, insieme agli altri colleghi espressione della Provincia di Reggio Emilia e gli altri colleghi di maggioranza.

La finalità che ispira la risoluzione è quella di operare per la conservazione di una significativa testimonianza della nostra memoria, di promuoverne la conoscenza e di valorizzare i segni che documentano vicende del passato, per quanto recente, e consentono di cogliere esperienze e comprenderne il messaggio.

Va, dunque, in questa direzione l’impegno per valutare forme di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell’edificio di cui stiamo parlando, di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare la contigua area verde, pensando proprio a un utilizzo particolare anche di fruizione rispetto alle scolaresche. Quindi, un grande messaggio che possiamo sicuramente dare ai nostri giovani, che coinvolgeremmo in tante iniziative, e ovviamente anche ai visitatori.

Come diceva bene il consigliere Amico, Casa Manfredi è stata una casa di latitanza nel nostro territorio. Siamo nel territorio di Villa Sesso. In quell’abitazione hanno trovato accoglienza e aiuto le staffette e i partigiani impegnati nella Resistenza. Un luogo pienamente partecipe della cultura contadina di quel momento, di quell’area, divenuto anche un vero e proprio monumento di una componente fondamentale della nostra memoria. Un luogo che serve a far ricordare. Casa Manfredi, evidentemente, non è soltanto questo, nel senso che non è solo un luogo da conservare e tutelare. Come dicevo, è parte della nostra identità. È anche un esempio di come la memoria possa arricchirsi e dare vita a nuove ulteriori interpretazioni di se stessa.

Penso al murales, cioè quell’espressione artistica che, con altre tecniche, in altri tempi, sarebbe stata realizzata forse anche, diciamo così, nella forma dell’affresco. Il murales del Partigiano reggiano: testimonianza di quanto sia viva la consapevolezza e il valore della Resistenza e del sacrificio compiuto.

Voglio ricordare che il Partigiano reggiano, inaugurato circa tre anni e mezzo fa, è visibile dalla A1. Come veniva giustamente ricordato prima, rappresenta sicuramente uno degli elementi visibili ormai davvero caratteristici di una terra, l’Emilia-Romagna, in questo caso in particolare, del territorio al quale appartengo. Valorizzare questa parte della nostra memoria significa, in questo caso, valorizzare materialmente il luogo che ne rappresenta la materiale testimonianza.

In questa logica, la risoluzione prevede di fare riferimento alle opportunità aperte dalla nostra legge regionale, che ho richiamato all’inizio di questo intervento, e che evidentemente ho richiamato più volte, perché a questo fa riferimento.

L’articolo 3 della legge regionale sulla memoria stabilisce che la Regione possa operare a sostegno della conservazione e della promozione della memoria degli avvenimenti, delle persone, dei luoghi, dei processi storici e delle transizioni, affinché dalla storia si possano trarre insegnamenti per le generazioni attuali e future e sviluppare cittadinanza attiva e senso civico.

Il recupero di Casa Manfredi costituirebbe un’azione pienamente coerente, dunque, con gli obiettivi della nostra legge regionale, garantendo la conservazione di un nostro patrimonio comune e consentendone la fruizione: penso in modo particolare, ancora, lo ribadisco, ai giovani delle scuole, non soltanto della nostra provincia.

Voglio poi ricordare che anche il progetto di conservazione e valorizzazione di Casa Manfredi è frutto di un processo di condivisione, un processo di partecipazione, testimoniando sia la dimensione collettiva della memoria, sia la prosecuzione tangibile del nostro presente.

Faccio riferimento anche al concorso di idee promosso dall’ANPI con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia per la conservazione dell’edificio e la messa in sicurezza del murales e le azioni dirette a consentire la fruizione dell’area verde contigua a Casa Manfredi.

Gli esiti di questo concorso, come veniva ricordato, saranno disponibili a breve, rendendo quindi pienamente attuale anche sul piano dei tempi questa risoluzione oggi in discussione, alla quale, naturalmente il voto del Gruppo assembleare che rappresento, quindi del Gruppo Bonaccini Presidente, sarà convintamente favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale? Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente.

Sono uno dei sottoscrittori della risoluzione, ma soprattutto sono uno dei 2.000 cittadini che hanno firmato la petizione nata spontaneamente dal basso per chiedere l’intervento delle istituzioni in senso largo a difesa, conservazione e valorizzazione di Casa Manfredi, di tutto ciò che quella casa simboleggia e che già oggi viene divulgato attraverso una serie importante di iniziative promosse dall’ANPI locale di Villa Sesso, dall’ANPI provinciale, da Istoreco, che coinvolgono le amministrazioni comunali e le scolaresche.

Sono uno dei primi sottoscrittori di quella petizione che venne presentata nel corso di un incontro al quale partecipai insieme a diversi colleghi nella frazione di Sesso diversi mesi or sono. Ero presente quando l’esito di quella raccolta di firme ha portato una delegazione di cittadini aderenti all’ANPI e una rappresentanza del Comune di Reggio Emilia, quando lo scorso dicembre è arrivata qui in Regione a consegnarle nelle mani del presidente Bonaccini e della presidente Emma Petitti. Sia all’inizio del percorso che durante il percorso, e anche nella sua conclusione, avvenuta lo scorso 23 dicembre con la consegna delle firme, dicemmo tutti quanti che la Regione ci sarebbe stata.

Credo che gli strumenti per dare riscontro positivo a questa risoluzione, che mi auguro venga approvata nella maniera più larga possibile da quest’aula, non manchino. È già stata richiamata la legge sulla memoria, di cui questa Regione si è dotata, sulla memoria del Novecento, che però interviene nel sostegno in quelle che sono opere immateriali, cioè nei progetti di valorizzazione, di diffusione di cultura dell’antifascismo e della Resistenza. Ma non mancano nemmeno gli strumenti di sostegno a interventi, invece, in conto capitale, di manutenzione ordinaria e straordinaria, che dir si voglia. Una delle leggi che mi viene in mente è la legge n. 7/2020, che proprio in questi mesi apre, attraverso i suoi bandi, alla raccolta a distanza da parte dei territori e potrebbe essere uno dei possibili canali da percorrere per arrivare a dare risposta alle richieste di finanziamento che arriveranno grazie al concorso di idee che ha promosso il Comune di Reggio Emilia.

Ci sono molti motivi per dire di sì positivamente a questa risoluzione e, conseguentemente, per dare riscontro positivo alla richiesta di conservazione e valorizzazione di Casa Manfredi. Molti li hanno già ricordati i colleghi. Io vorrei sottolineare che non si tratta solo di un luogo di memoria. È piuttosto un luogo di costruzione di cittadinanza. C’era una parte giusta della storia e una parte sbagliata della storia nella quale stare. Chi ha vissuto momenti di latitanza dentro Casa Manfredi, trovando ospitalità a Casa Manfredi, era dalla parte giusta della storia. Era, cioè, portatore di quei valori che sono alla base della liberazione del nostro Paese e della costruzione della nostra Costituzione, quella che oggi ci permette di essere qui.

Conservare, valorizzare luoghi come Casa Manfredi assolve, sì, a una funzione di conservazione della memoria, diffusione della memoria, ma anche e soprattutto, nel presente e nel futuro, di costruzione di cittadinanza.

Istoreco ha attivato un progetto triennale, che ha trovato sostegno attraverso fondi regionali, mirato alla promozione e diffusione di conoscenza dei luoghi dell’eccidio e della storia delle famiglie Manfredi e Miselli.

Quel progetto riscontra, ha riscontrato e tuttora sta riscontrando grande adesione da parte non solo delle scolaresche, dell’associazionismo, del civismo, ma anche di semplici cittadini del territorio reggiano e di tutta quanta la provincia reggiana.

I viaggi della memoria, che, come Assemblea legislativa, sosteniamo attraverso appositi bandi hanno conosciuto una richiesta di finanziamento straordinaria nel 2023 e nel 2024. È la testimonianza che c’è voglia di conoscere, c’è voglia di costruire percorsi di memoria, ma anche e soprattutto di costruzione di cittadinanza fondata su quei valori più nobili e virtuosi che dovrebbero essere alla base della convivenza civile.

Ci siamo impegnati, come Assemblea legislativa, a trovare nell’ambito della riflessione sulla definizione dell’allocazione delle risorse che ci arriveranno dall’avanzo di bilancio del 2023 – lo richiamo perché è stato oggetto di un voto che abbiamo espresso in un’apposita risoluzione –, ulteriori risorse per dare risposta maggiore alle tante domande che sono arrivate dalle scolaresche, di finanziamento ai viaggi della memoria, stante che con le risorse allocate nella prima fase del bando eravamo riusciti a dare risposta a una minoranza di quelle istanze.

Io credo che non siano mai risorse spese invano, quelle sui viaggi della memoria, quelle che potranno essere messe su Casa Manfredi, come su tanti altri luoghi di cui questo territorio è disseminato. Sono risorse ben investite sul futuro delle nostre comunità.

Sono risorse che servono a coltivare una coscienza civica, che nasce dalla conoscenza del passato, e che si trasforma in costruzione di cittadini migliori aderenti ai valori più alti e nobili che dovrebbero contraddistinguere l’agire di ciascuno di noi. Ecco perché sono profondamente convinto della opportunità della presentazione della risoluzione a prima firma del collega Amico. Spero che l’Assemblea tutta possa unirsi nel sostegno a questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale? Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Prima di entrare nel merito della risoluzione, io farei una proposta ai firmatari, in realtà. La stiamo discutendo il giorno prima della presentazione dei progetti. Nell’impegno chiediamo un sostegno economico alla Regione su un budget economico che presumibilmente verrà reso noto domani. Oggi stiamo chiedendo 5.000 euro, 10.000 euro, 500.000 euro. Progetti. Se vengono resi noti domani, perché dobbiamo discuterne oggi? Non lo capisco.

Io sono per chiedere, prima ancora di esprimermi nel merito, un rinvio di questa risoluzione, mettendola in coda, piuttosto, tanto andrebbe alla prossima aula. Non lo so. Quello che vogliono fare loro. Almeno parleremmo con dei progetti e delle cifre in mano. Oggi chiedere alla Regione uno stanziamento economico su una cifra che non esiste mi sembra un pochettino difficile, se non altro.

Questa, intanto, è la richiesta che facciamo. Se non verrà accolta, entreremo nel merito e mi riservo di intervenire.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La sua richiesta di sospensiva l’ha presentata formalmente.

Sentiamo il consigliere Amico, che è il primo firmatario.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sull’ordine dei lavori, a questo punto. La proposta avanzata dal consigliere Delmonte non è da parte mia accettabile e non credo lo sia neanche per coloro che l’hanno sottoscritta. Il fatto che ci troviamo oggi alla vigilia di un giorno della valutazione dei progetti è una cosa occasionale. L’atto era già stato iscritto alla seduta delle due giornate di Assemblea precedente. Quindi, non c’è una correlazione specifica rispetto alla data di discussione odierna e alla definizione dei progetti.

Del resto, inoltre, si tratta di un atto di indirizzo, in cui chiediamo di valutare con attenzione. Pertanto, non stanziamo immediatamente delle cifre. Infatti, non si riporta all’interno dell’atto di indirizzo alcuna cifra. Si chiede di seguire con attenzione il percorso, da un lato, di valutazione dei progetti che arriveranno, anzi, scusate, che sono già arrivati, le cui buste verranno aperte domani, e di entrare nella discussione su questo.

Pertanto, non credo sia opportuno il rinvio al termine della seduta odierna o ad altra giornata della discussione e dell’espressione di voto di questa Assemblea su questo atto, penso che debba rimanere all’ordine del giorno di oggi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Delmonte, immagino per l’intervento a favore del rinvio. Comunque, veda lei.

Abbiamo avuto per ora un intervento contro il rinvio.

 

DELMONTE: Quindi, ci sarà un voto. Perfetto.

Sono a favore del rinvio. Chiedo scusa, ero già pronto ad intervenire politicamente, pensavo fosse già bocciato il rinvio. Quindi dobbiamo votare. Okay. Ovviamente, sono per richiedere il rinvio, per avere la contezza delle cifre di cui chiediamo il contributo alla Regione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Mettiamo in votazione la richiesta di rinvio.

Chi è favorevole? Chi è contrario?

È respinta.

 

La richiesta è respinta a maggioranza.

Proseguiamo, quindi, con la discussione. Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: A questo punto, intervengo nel merito.

Io prima anche informalmente avevo portato questa mia richiesta al primo firmatario. Si era parlato di alcune cifre, cifre informali. Ovviamente, si parlava magari di progetti che possono andare dal piccolo consolidamento di qualche migliaio di euro a cifre di grandi progetti che potrebbero domani essere presentati, che possono andare nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro.

Capite quindi che chiedere uno stanziamento per noi oggi era una discriminante importante.

Non abbiamo questo dato, quindi non mi resta, tolto il dato numerico, che entrare nel dato politico.

Nel dato politico, appena ho visto la il murales creato sulla struttura di Casa Manfredi, scherzando tra l’altro in ufficio avevo detto che è una cosa che per me, e non solo per me, va in violazione di tantissime norme sulla sicurezza stradale che mai nessuno ha esaminato, perché se un’azienda osa mettere un proprio cartello col nome della propria azienda vicino all’autostrada, questo il giorno dopo gli viene rimosso, o viene multata l’azienda, e comunque viene sollevato il problema delle tasse e della sicurezza stradale.

Il Comune di Reggio Emilia, su un proprio edificio fa un murales molto impattante visivamente, dettagliato, con marchi, loghi e nomi anche delle persone, dei partigiani, in memoria dei partigiani, nomi per leggere i quali bisogna rallentare almeno ai 60 all’ora, sennò non si legge assolutamente nulla, e questo nel silenzio più assoluto viene concesso. Quindi, il primo punto è la sicurezza stradale, ed è la prima cosa che mi è venuta in mente vedendo quel murales.

Secondo: scherzando, mi è venuto in mente che è l’esatto esempio di quella che è la politica del PD a Reggio Emilia, cioè facciamo la facciata perfetta e dietro tutto crolla. Partire dalla valorizzazione di un edificio, da un murales, prima ancora di mettere in sicurezza per me è il chiaro esempio di una politica di facciata che si vuole attuare.

Oggi il Comune di Reggio Emilia, per il tramite dei suoi eletti in maggioranza, chiede alla Regione uno sforzo economico per andare a sopperire a delle proprie lacune. Ricordo che oggi, come citato anche nella risoluzione, l’edificio è di proprietà del Comune di Reggio Emilia. L’ANPI interviene, raccoglie le firme, il Comune compra l’edificio, fa la facciata e oggi chiede alla Regione i soldi per metterlo in sicurezza.

Io trovo veramente complicato votare favorevolmente a una richiesta di fondi alla Regione su un edificio comunale di questa tipologia, quando tutti i giorni, ma tutti i giorni, scorrendo le pagine dei nostri giornali leggiamo di edifici scolastici con i secchi per terra perché piove dentro, impianti sportivi che chiudono perché non sono omologati, parchi che chiudono perché le panchine non sono in sicurezza, municipi in cui piove dentro, biblioteche chiuse, bagni pubblici inagibili. Tutti beni del Comune di Reggio Emilia ‒ parlo di Reggio Emilia perché è il caso specifico, ma non credo che nelle altre Province o Comuni sia molto differente ‒ che avrebbero bisogno di manutenzioni. Noi oggi chiediamo soldi alla Regione per mettere a posto un edificio storico, di indubbia rilevanza, ma sicuramente di meno impellente utilità immediata per i cittadini di Reggio Emilia.

Sono gli stessi firmatari, tra l’altro, di quel gruppo di lavoro che si era creato per fare uno sforzo per chiedere alla Regione 200.000 euro per un macchinario per la diagnosi e la prevenzione dell’endometriosi, che diceva che non c’erano soldi, e oggi chiede cifre di 50.000-100.000 euro alla Regione per mettere in sicurezza un edificio della Seconda guerra mondiale. Di che cosa stiamo parlando? I soldi ci sono o non ci sono? Perché oggi state prendendo in giro per l’ennesima volta chi vi ha chiesto dei soldi per la prevenzione di una grave malattia, a cui voi stessi firmatari, perché voi eravate a quel tavolo, avete detto che non c’erano fondi, e oggi li chiedete per Casa Manfredi. Parlando di salvaguardia di un murales. Quel murales è stato fatto nel 2020. Di quale salvaguardia stiamo parlando? È un murales che può essere rifatto domani mattina.

Se vogliamo parlare di istruzione, di formazione dei ragazzi su quei temi, si possono fare fuori da quell’edificio. Si possono fare a sette chilometri, a Casa Cervi, che è una bellissima struttura che permette anche di fare grandi convegni e educazione di questo tipo. Non serve per forza quell’edificio per passare quei messaggi. Oggi voi chiedete uno sforzo alla Regione per quell’edificio, senza la vergogna di sapere che state togliendo fondi a cose ben più importanti. Quelle persone, quelle 2.000 persone, di cui il consigliere Costa si è vantato di far parte, che hanno firmato quell’edificio, vorrei sapere se hanno presentato anche alla Regione Emilia-Romagna un pacchetto di raccolta firme per sistemare le scuole in cui i loro figli tutti i giorni devono andare coi secchi per raccogliere l’acqua.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Spendo qualche secondo di quelli residui dal mio primo intervento, semplicemente perché l’amministrazione è abbastanza semplice. Ci sono fonti di finanziamento differenti per tipologie di intervento. Lo dico perché quando ero Sindaco mi dicevano “fate gli sfalci e non gli asfalti”, oppure, “fate la fiera e non gli sfalci”. Io ero costretto a spiegare ai cittadini che le risorse del verde non potevano essere spese per fare la fiera, le risorse della fiera non potevano essere spese per fare gli asfalti, perché sono capitoli di bilancio differenti, che vengono alimentati da fonti di entrate differenti e che non possono eludere i vincoli di norma, quindi essere spostati a piacimento.

La legge che ho citato non a caso, afferisce al settore del patrimonio culturale, e prevede interventi specifici di restauro, conservazione e valorizzazione degli edifici a valenza storica e culturale. Non è l’edilizia scolastica, ad esempio, quindi non è che il sostegno a Casa Manfredi significhi rinunciare a fare interventi a favore delle scuole o di altri edifici pubblici. Semplicemente, significherebbe non valorizzarla, non conservarla, e quelle risorse che comunque sono destinate in quei capitoli di bilancio a quel tipo di interventi, andrebbero da qualche altra parte.

Io sono profondamente convinto che se è possibile, se saranno validi i progetti e se il bando darà esito positivo, debbono anche andare a Casa Manfredi.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Ringrazio il consigliere Costa per la lezione di diritto amministrativo, di come funziona un bilancio. Siamo talmente consapevoli di come funziona un bilancio che nell’ultimo bilancio abbiamo proposto una variazione di bilancio, perché quei fondi si possano spostare da un capitolo all’altro, come lei da Sindaco ben sa. Lei, come dimostrazione del pallino rosso che c’era nella votazione, lei ha votato contro una variazione di bilancio per spostare i fondi da un capitolo all’altro, e quindi finanziare qualcos’altro. Quindi, non dica che non ci sono i soldi che ormai sono in quella voce di bilancio e non si può toccare. Io avevo proposto di spostarli, lei ha detto di no.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale?

È stato depositato un emendamento, una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini, che stiamo fotocopiando per distribuirlo.

Ha chiesto la parola la consigliera Piccinini, immagino per l’illustrazione.

 

PICCININI: Sì, ma molto velocemente, perché tanto è stato detto. Io devo ringraziare il consigliere Federico Amico per l’attenzione che pone sempre su queste tematiche, ma in generale anche i consiglieri di provenienza reggiana, che siano di maggioranza o di opposizione. Sono questioni che li vedono sempre molto appassionati. Mi viene da dire, anche giustamente, perché parliamo della memoria di un territorio, del patrimonio culturale che va preservato.

Mi dispiace se non si arriverà a un voto congiunto. Questi devono essere temi che ci devono accomunare. Penso anche, ed è il motivo per cui ho presentato l’emendamento... E lo faccio sulla scorta anche di quanto diceva il collega Costa, a cui propongo anche, eventualmente, di co-firmarlo, nel caso voglia farlo. Giustamente, prima si parlava di un tema di risorse. La Regione si è dotata di leggi che ci possono consentire anche di finanziare questo tipo di intervento. L’ho voluto specificare in un emendamento che ho scritto malamente, mi perdonerete, perché è stato scritto in tre minuti. È scritto a mano e forse sarà anche poco comprensibile, però provo a tradurlo a parole. Ho proprio citato la legge n. 7/2020, che tratta del riordino istituzionale e dell’esercizio delle funzioni regionali nel settore del patrimonio culturale. Più specificamente, l’articolo 3, comma 1, lettera e), che invito i colleghi ad andare a consultare. Penso che l’intervento della Regione in questo senso non solo sia opportuno, ma sia davvero doveroso. Questo è l’unico edificio di questo tipo di cui la Provincia reggiana si può vantare.

Credo sia quanto mai doveroso che la Regione si faccia carico. Anzi, vorrei aggiungere che forse l’impegno è anche troppo generico, nel momento in cui si dice “a esaminare con attenzione la possibilità”. Forse si poteva scrivere qualcosa addirittura di più stringente, dal mio punto di vista, però lo ritengo un primo passo in questa direzione di cui l’assessorato evidentemente si deve fare carico.

Dopodiché, torno a dire: mi dispiace se questo tipo di risoluzione non verrà votata da tutti quanti. Quello che mi auguro è che oggi – non credo sia così – però non si trovino delle scuse o delle giustificazioni per non votare tutti insieme questa risoluzione.

Penso che non sia davvero opportuno, e penso che la Regione abbia tutti gli strumenti per intervenire in questo senso, quindi non precludiamoci questa possibilità.

Presidente, anticipo già, ovviamente, il voto sull’emendamento, ma anche sulla risoluzione, che sarà un voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale?

L’emendamento intanto è in distribuzione. Prima di aprire la discussione generale sull’emendamento, aspettiamo che sia stato distribuito.

Siamo ancora in discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Sospendiamo un minuto, in modo che sia distribuito a tutti l’emendamento per poi discuterlo.

 

(La seduta sospesa alle ore 17.04 è ripresa alle ore 17.08))

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i lavori.

L’emendamento è stato già distribuito a tutti. Spero che tutti ne abbiano preso visione. Se, ultimo appello, non c’è nessuno in discussione generale, passiamo alla discussione generale sull’emendamento.

Chi chiede di intervenire? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Semplicemente per dire che da un lato intendo sottoscrivere l’emendamento presentato dalla consigliera Piccinini, che arriva ad aggiungere un tassello alle fonti di finanziamento.

La seconda cosa però è anche rispetto a quanto è stato detto prima, circa cioè l’incongruenza e l’impossibilità. Io inviterei a non confondere luci con lanterne, a non…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, c’è troppo brusio.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Mi appello al buonsenso dei colleghi, a non confondere lucciole per lanterne, stiamo parlando di fondi distinti.

È vero che i bilanci si possono andare a modificare in questo senso, però qui non stiamo chiedendo una variazione di bilancio, stiamo chiedendo una valutazione attenta dei progetti che sono stati presentati e che domani saranno a disposizione per essere esaminati.

Grazie anche all’emendamento della collega Piccinini, oltre che dover attingere a quelli che sono gli stanziamenti di bilancio previsti dalla legge n. 3, individuiamo un ulteriore veicolo, quindi, di nuovo, a parità delle cifre stanziate ad oggi, col bilancio preventivo 2024, non andiamo a fare alcuna variazione. Semplicemente, chiediamo di prestare attenzione ed eventualmente orientare, nelle varie scelte che andranno a essere compiute successivamente alla valutazione dei progetti un sostegno a questo elemento.

Del resto, al di là, anche qui, delle condizioni strutturali esistenti, è anche vero che però queste condizioni strutturali esistenti degli edifici di via Manfredi sono legati a un edificio storico in quanto tale, quindi non facilmente sostituibile e asportabile, che quindi merita di essere in questo senso conservato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Intervengo solo per chiedere la votazione elettronica sull’emendamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in discussione generale sull’emendamento? Non vedo nessuna richiesta di intervento, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulla risoluzione e sull’emendamento.

Chi si iscrive a parlare per dichiarazione di voto congiunta? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Grazie al collega Amico. Grazie a chi è intervenuto su questo tema. Grazie ad ANPI, a Istoreco, al Comune di Reggio e ai duemila cittadini che hanno firmato per salvare uno dei luoghi simbolo dell’antifascismo reggiano. Sono già state dette le cose dai colleghi, a partire dal consigliere Amico. Sottolineo ovviamente il nostro voto a favore, perché valorizzare i luoghi come Casa Manfredi significa recuperare un rapporto con la sacralità di quella storia e di quell’esperienza, per mantenere la prerogativa di parlarne ancora oggi. Quindi, è un’occasione straordinaria per ripercorrere le nostre radici e tenere viva la nostra coscienza repubblicana. La nostra Repubblica, infatti, nasce proprio in quei luoghi, in questi luoghi dove i giovani hanno combattuto e sono caduti per la libertà. Vederli viverli con consapevolezza è fondamentale per rinnovare i valori e i princìpi della nostra Carta costituzionale, perché il patto comunitario che ci lega affonda le sue radici proprio nell’esperienza della guerra e della Resistenza.

L’urgente intervento di cui Casa Manfredi necessita non si limita alla sola ristrutturazione dell’edificio, è fondamentale anche riqualificare l’area verde circostante, trasformandolo in un luogo di incontro e di memoria aperto a tutti, studenti e cittadini, per continuare a far conoscere alle nuove generazioni la nostra storia e i luoghi dove è nata la nostra democrazia. Fare memoria significa ricordare chi siamo, chi vogliamo essere, un Paese antifascista, che crede nella Costituzione e nella pace.

Faccio un ringraziamento a chi ha lavorato a questo testo e a chi è intervenuto e faccio, ovviamente, anche un ricordo, perché, al di là del luogo, sono 1.200 gli studenti che partecipano ai viaggi della memoria, quindi questo è importante ricordarlo. Con la legge della memoria è stata finanziata la borsa di studio sui fatti del 7 luglio. Quindi, ovviamente sono tutte azioni importanti. Comunque, per noi rimane prioritario il tema del fare memoria, quindi grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in dichiarazione di voto congiunta? Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Solo per ribadire il voto contrario. Visto che si parla anche dell’emendamento, il voto contrario sarà anche sull’emendamento. Mi dissocio totalmente dal fatto che chi vota a favore di questa realizzazione vota con spirito antifascista, come se chi vota contro non sia antifascista. Questa è un’associazione che credo assolutamente superflua e anche molto faziosa; quindi, da antifascista voterò comunque contro questi atti.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in dichiarazioni di voto congiunte?

Non vedo richieste di voto congiunte. Passiamo quindi alla votazione dell’emendamento con dispositivo elettronico.

Ricordo che l’emendamento della consigliera Piccinini è stato sottoscritto anche dal consigliere Costa.

Prima della votazione chiedo al consigliere Amico se accoglie l’emendamento.

 

AMICO: Sì, grazie accolgo l’emendamento e chiedo anche di sottoscriverlo.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Quindi, l’emendamento è sottoscritto dai consiglieri Piccinini, Costa e Amico.

Passiamo allora alla votazione dell’emendamento con dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 40

Favorevoli 27

Contrari 12

Astenuti 0

 

(È approvato)

 

Passiamo, adesso, alla votazione del documento. Collega Bargi, prego.

 

BARGI: Non mi ha preso il voto finale. Mi ha solo segnato presente.

Comunque, è un voto contrario. 

 

PRESIDENTE (Zamboni): Aggiungiamo il voto contrario del consigliere Bargi. Quindi, i voti contrari salgono a 13.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie.

Chiedo il voto elettronico anche sulla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Va bene. Voto elettronico anche sulla risoluzione.

Votiamo con dispositivo elettronico il documento.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Presenti 40

Favorevoli 27

Contrari 13

 

È approvato.

 

La risoluzione, quindi, è approvata.

 

OGGETTO 8047

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Commissario Straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d’imposta per l’acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali. A firma del Consigliere: Mastacchi, Pelloni

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso alla risoluzione oggetto 8047, a firma del consigliere Mastacchi. Prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Siamo in discussione generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Parliamo del tema alluvione. La Regione ha attivato, a valle dell’alluvione, attraverso l’Agenzia di protezione civile, un conto corrente per raccogliere donazioni finalizzate ad aiutare le popolazioni alluvionate. Sono stati raccolti oltre 47 milioni di euro, che sono stati in parte utilizzati per finanziare le popolazioni colpite per acquistare gli autoveicoli o per sostituire quelli danneggiati dall’alluvione, non essendo chiaramente coperti dal decreto nazionale.

Sarebbe poi interessante capire come è finita la questione dei veicoli danneggiati dalle colate di fango in montagna, che all’epoca non erano stati considerati alluvionati perché sommersi dal fango e non dall’acqua. Ma su questo mi riservo di fare un approfondimento successivo o direttamente con l’assessore, al quale avevo già segnalato la cosa, o attraverso un apposito atto con il quale chiedere, appunto, chiarimenti su come si è chiusa questa partita.

Una parte di questi fondi, invece, è stata destinata ai Comuni, per una serie di aiuti sui loro territori, e per aiutare la popolazione, di investimenti per recuperare impianti sportivi, scuole, luoghi per la socialità.

Il residuo confluito nella contabilità generale del commissario straordinario, generale Figliuolo, è un importo che alla data del 16 gennaio 2024 risultava essere di oltre 6.900.000 euro. Non è poi escluso che anche dei 27 milioni destinati agli autoveicoli ci possano essere degli ulteriori risparmi. Noi non sappiamo ancora cioè la capienza del fondo in che misura sarà utilizzata, quindi è possibile che si liberino ulteriori risorse che si potrebbero raggiungere a questi 6,9 milioni di cui sopra.

È innegabile, ne abbiamo parlato in tutte le sedi, se ne è parlato anche in quest’aula, in occasione dell’intervento del generale Figliuolo, che il tema dei beni mobili è sicuramente uno dei temi più sensibili. Chiaramente, quando una casa si allaga, il primo bene che viene danneggiato è quello dei beni mobili. Poi è chiaro che i muri, l’imbiancatura, gli impianti, eccetera, frigoriferi, mobili, arredo, eccetera, sono sicuramente la parte maggiore.

Quindi, il Governo si è impegnato a ripianare il 100 per cento dei danni attraverso il riconoscimento del credito d’imposta. Il paradosso di questo provvedimento, però, è che sarebbero proprio le famiglie più fragili, dal punto di vista reddituale, a trovarsi maggiormente penalizzate, non avendo la base imponibile per poter recuperare le cifre investite per l’acquisto dei beni mobili danneggiati.

Quindi, per poter detrarre dal reddito, chiaramente al reddito bisogna averlo. Quindi, il rischio è che aiutiamo le famiglie più capienti, e penalizziamo le famiglie più incapienti…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, veramente c’è un brusio pazzesco. Per rispetto del consigliere Mastacchi, se potete abbassare la voce.

Grazie.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

A tutto questo si aggiunge anche il tema che i redditi bassi avrebbero anche il problema dell’anticipazione. Oltre a non poterli detrarre dai redditi, devono avere anche la capacità reddituale per anticipare questo importo. Quindi, il paradosso è che oltre a non poterli recuperare, non sono magari in grado, in molti casi, di anticipare l’investimento, per poi recuperare il credito d’imposta.

Quindi, con la risoluzione che ho presentato, e che abbiamo presentato, chiediamo di intervenire presso il commissario straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d’imposta per l’acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali. Quindi, noi pensiamo che, al netto di quello che è già stato speso per il pagamento degli autoveicoli alluvionati e dei fondi che sono stati trasferiti per aiutare i Comuni a uscire da questa situazione, l’importo residuo potrebbe essere molto utile da distribuire alle famiglie, magari per fasce di reddito, quindi alle famiglie che hanno fasce di reddito più basse, per evitare che rimangano escluse dagli aiuti attraverso il credito d’imposta, che credo sia uno strumento utile perché ha capienza, ma sicuramente non per tutti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Visto l’orario, chiedo di poter intervenire nella prossima seduta d’aula.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Direi di sì. Non essendoci lo spazio intero per un intervento, sospendiamo i lavori, chiudiamo la seduta di oggi e rimandiamo tutto alla prossima seduta.

Buon pomeriggio.

 

La seduta ha termine alle ore 17,24

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’; Mirella DALFIUME; Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Francesca MALETTI; Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI e il consigliere Marco FABBRI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 8096

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell'edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l'area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori. A firma dei Consiglieri: Amico, Soncini, Bondavalli, Mori, Costa

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini, Costa, Amico

 

Presenti: 40

Favorevoli: 27

Contrari: 13

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; BARGI Stefano

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MONTEVECCHI Matteo; PETITTI Emma; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

OGGETTO 8096 Risoluzione

 

Presenti: 40

Favorevoli: 27

Contrari: 13

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MONTEVECCHI Matteo; PETITTI Emma; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Emendamenti

OGGETTO 8089

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti e cittadini che, seguendo l'esempio di Aleksej Naval'nyj e senza l'uso della violenza, hanno esposto e continuano a esporre le loro vite al pericolo per manifestare la loro opposizione al regime russo. A firma dei Consiglieri: Gerace, Pigoni

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Gerace

«Il terzo capoverso della sezione introdotta da "Premesso che" è sostituito dal testo che segue:

"il funerale di Aleksei Naval'nyj è avvenuto, in forma pubblica (faticosamente conquistato dalla madre che è riuscita ad evitare la soluzione minacciata dalle autorità di una tumulazione privata nel carcere di Kharp) e, pur a fronte della poliziesca azione di identificazione dei partecipanti, numerosi e commossi, ha dimostrato plasticamente che esiste un'altra Russia".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Zamboni, Gerace

«Nel paragrafo “Considerato che” è aggiunto il seguente punto:

- analogo riconoscimento e sostegno merita Anna Politkovskaja, la cronista del giornale di opposizione Novaya Gazeta uccisa sotto casa a Mosca il 7 ottobre 2006 all'età di 48 anni. La giornalista ha denunciato per anni la deriva autoritaria del governo di Putin e aveva fra l'altro lavorato a una rigorosa inchiesta sulla corruzione in seno al ministero della Difesa e del contingente russo in Cecenia.

Nell'Impegna se stessa e la Giunta regionale, per quanto di competenza,

- nel primo punto sono aggiunte le parole "e di Anna Politkovskaja" dopo le parole "seguendo l'esempio di Naval'nyj";

- nel secondo punto le parole "alla figura del dissidente russo" sono sostituite con le parole "alle figure del dissidente e della giornalista russi";

- nel quinto punto sono aggiunte le parole "e ad Anna Politkovskaja" dopo le parole "ad Aleksej Naval'nyj" »

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Zappaterra

«Nel terzo punto del paragrafo "L'Assemblea legislativa esprime" le parole:

"di cambiare il nome di via Gaeta dove ha sede l'ambasciata della Federazione russa, in via"

Sono sostituite dal seguente periodo:

"intitolare una strada a"»

(Approvato)

 

OGGETTO 8096

Risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell'edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l'area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori. A firma dei Consiglieri: Amico, Soncini, Bondavalli, Mori, Costa

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini, Costa, Amico

«Nel dispositivo, dopo la parola "età" aggiungere il seguente periodo:

"anche attingendo alle risorse destinate ai piani di investimento di cui alla LR 7/2020 art. 3, comma 1 lettera e)".»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

RISOLUZIONI

 

8189 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a rafforzare le azioni presso il Governo e specificatamente al Ministro degli Interni per ottenere il riconoscimento della Questura di Modena in fascia "A", nonché a proseguire e rafforzare le azioni volte a ottenere il massimo coordinamento fra le forze preposte al presidio dell'ordine e della sicurezza nel territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Costi, Sabattini, Maletti

 

8190 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere ogni iniziativa del territorio promossa da associazioni, ONG o Enti locali, volta a chiedere il cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi israeliani e la tutela dell'incolumità della popolazione civile di Gaza e Cisgiordania, in linea con le richieste avanzate dalle Nazioni Unite, nonché a confermare gli stanziamenti regionali per i progetti che riguardano gli aiuti umanitari, con particolare riguardo alle necessità e ai bisogni fondamentali dei bambini. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Costi, Pillati, Dalfiume, Rossi, Sabattini, Caliandro, Maletti, Zappaterra

 

8193 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare, o comunque favorire, nel territorio dell'Alta Valle del Reno, l'istituzione di corsi di formazione professionale per adulti nell'ambito del settore enogastronomico e della recettività turistica. A firma del Consigliere: Facci

 

8194 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a intraprendere qualsiasi azione utile, sostenendo anche economicamente i comuni delle aree appenniniche e le AUSL, al fine di aumentare l'attrattività di quei territori per i medici di base. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

INTERPELLANZE

 

8191 -  Interpellanza per sapere se la Giunta intenda supportare, o comunque favorire, nel territorio dell'Alta Valle del Reno, l'istituzione di corsi di formazione professionale per adulti nell'ambito del settore enogastronomico e della recettività turistica. A firma del Consigliere: Facci

 

8192 -  Interpellanza per sapere se la Giunta intenda attivarsi affinché venga ripristinata la linea telefonica fissa, non più funzionante in conseguenza delle esondazioni della primavera 2023, nel quartiere 4 di Forlì. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 5 prot. PG/2024/6865 del 13 marzo 2024)

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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