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262

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 26 MARZO 2024

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

Sessione europea

 

OGGETTO 8008

Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2024, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 8232

Risoluzione proposta dal relatore Marco Fabbri e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione europea 2024. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea".

(Relazioni e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

FABBRI, relatore di maggioranza

BARGI, relatore di minoranza

SONCINI (PD)

CASTALDINI (FI)

EVANGELISTI (FdI)

BONDAVALLI (BP)

OCCHI (Lega)

MARCHETTI Daniele (Lega)

AMICO (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

PIGONI (IV)

FABBRI (PD)

FELICORI, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

CALVANO, assessore

STRAGLIATI (Lega)

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

FABBRI (PD)

ZAMBONI (EV)

BARGI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,01

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 262 del giorno 26 marzo 2024.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 12 marzo 2024.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Sono computati come presenti, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, e la consigliera Montalti, assenti per motivi istituzionali. Le consigliere Mori e Montali hanno, altresì, informato che si collegano da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

 Hanno giustificato la propria assenza la vicepresidente Priolo, gli assessori Colla, Lori e Mammi.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

OGGETTO 8008

Relazione per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2024, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 8232

Risoluzione proposta dal relatore Marco Fabbri e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: “Sessione europea 2024. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”.

(Relazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Apriamo i lavori con la Sessione europea e più precisamente con due oggetti, che riguardano la Sessione europea, la Relazione per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2024, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008, e l’oggetto 8232: Risoluzione proposta dal relatore Marco Fabbri e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: “Sessione europea 2024. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”.

Colleghe e colleghi, assessori, assessore Calvano, apriamo i lavori della seduta dell’Assemblea legislativa dedicata alla Sessione europea 2024 per la discussione e la votazione della risoluzione di indirizzo sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e all’attuazione dell’ordinamento giuridico dell’Unione europea.

 Come previsto dalla legge regionale n. 16 del 2008, i lavori, come sappiamo, hanno coinvolto tutte le Commissioni assembleari in un percorso aggiornato alla luce delle modifiche introdotte con la legge regionale n. 7 del 2023, modifiche volte a rendere più efficace e tempestivo il percorso di analisi e approfondimento dei temi europei in stretta collaborazione – ricordo ‒ con la Giunta regionale.

Tra le novità più rilevanti, anche la nomina dei relatori di maggioranza e di minoranza, e colgo l’occasione per ringraziare la consigliera Lia Montalti, il consigliere Marco Fabbri per la maggioranza e il consigliere Stefano Bargi per la minoranza, che hanno seguito tutti i lavori e sono stati il punto di riferimento politico per la definizione degli esiti che poi loro stessi illustreranno.

Ringrazio poi tutti gli stakeholder che hanno partecipato a quell’appuntamento d’ascolto dei portatori di interesse sui territori, che è l’udienza conoscitiva della I Commissione assembleare; quindi, ringrazio il presidente della Commissione I, il consigliere Massimiliano Pompignoli, e tutti i presidenti di Commissione che, come ricordavo prima, sono stati coinvolti nel processo.

Ringrazio il dottor Maurizio Molinari, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, la dottoressa Claudia Colla, capo rappresentanza della Commissione europea a Milano, e gli onorevoli parlamentari che hanno accolto il nostro invito a partecipare all’udienza conoscitiva. Voglio ricordare Sabrina Pignedoli, Paola Ghidoni, Elisabetta Gualmini, Alessandra Moretti. Il loro contributo ha arricchito il nostro dibattito con punti di vista differenti, fornendo tanti elementi utili ad un’ampia riflessione.

Ringrazio poi tutte le strutture regionali, quella della Giunta, quella dell’Assemblea legislativa, che a vario titolo sono state coinvolte. Grazie al loro attento impegno, abbiamo avuto un supporto al lavoro svolto fondamentale.

Sappiamo che si sta concludendo l’attuale legislatura europea e l’8 e il 9 giugno andremo alle urne per rinnovare il Parlamento europeo. La Sessione europea 2024, che si è svolta alla vigilia di questo importante appuntamento, è stata l’occasione per fare un bilancio degli ultimi cinque anni.

In un quadro di forti stravolgimenti dettati dalla pandemia, la guerra in Ucraina e, più di recente, la guerra in Palestina, l’Unione europea ha dato risposte unitarie senza precedenti, e lo voglio ricordare: la sospensione del Patto di stabilità, il programma SURE per il sostegno al lavoro e lo straordinario piano di investimenti NextGenerationEU.

Gli Stati membri sono stati poi chiamati a fare la loro parte per la ripresa e sarà fondamentale l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Questi imprevedibili e sconvolgenti sviluppi hanno reso più difficile per la Commissione europea persistere nel portare avanti gli obiettivi del suo programma politico, molti importanti dossier sono stati chiusi con successo, altri, rimasti aperti, resteranno in eredità alla prossima Commissione. Penso, ad esempio, al confronto sulla riforma della governance economica, la discussione sul futuro della politica di coesione, la realizzazione dell’Unione europea della salute, di cui sono state poste le basi in questa legislatura.

Nell’ottica di continuare a promuovere e condividere i valori fondanti dell’Unione europea, rimane centrale il tema di investire dal punto di vista geopolitico in pace, sicurezza, stabilità e prosperità. Va in questo senso il lavoro che l’Unione europea sta portando avanti per l’allargamento dell’Unione. Ricordiamo che il Consiglio europeo, con l’accordo raggiunto a dicembre scorso, ha deliberato l’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina e la Repubblica della Moldova. Inoltre, in linea con il piano di crescita per i Balcani occidentali, presentato dalla Commissione europea alla fine del 2023, la Georgia ha ottenuto lo status di candidato.

Parallelamente, sul fronte interno, è importante continuare a lavorare per la riforma dei meccanismi decisionali europei, che garantiscano risposte tempestive alle sfide epocali che l’Unione europea è chiamata ad affrontare. In un quadro geopolitico sempre più frammentato e in rapida trasformazione l’unanimità dei Paesi membri è un confine che, soprattutto in alcuni ambiti, va rimesso in discussione, eventualmente anche a favore di meccanismi di cooperazione rafforzata, come già è successo, ad esempio, nel caso dell’introduzione della moneta unica, adottata nel 1999 da dodici Paesi e poi progressivamente dagli altri. Ad oggi, l’Unione monetaria conta infatti 20 Paesi su 27.

Per venire al programma di lavoro della Commissione europea di quest’anno, il titolo “Trasformare il presente e prepararsi al futuro” rispecchia lo sforzo che l’Unione europea sta sostenendo per affrontare in modo resiliente, ma tempestivo, le sfide che ha davanti. Il 90 per cento delle proposte che la presidente della Commissione europea von der Leyen aveva annunciato nel suo programma di mandato nel 2019 sono state presentate a Parlamento e Consiglio. Questo programma di fine mandato, dunque, contiene solo quindici nuove iniziative, a completamento di quanto già messo in campo rispetto alle sei priorità politiche del quinquennio 2019-2024: il Green Deal europeo, un’Europa pronta per l’era digitale, un’economia al servizio delle persone, un’Europa più forte nel mondo, la promozione dello stile di vita europea e un’economia al servizio delle persone.

Tra queste, sicuramente, ha particolare rilievo l’obiettivo climatico comune per il 2040 previsto dalla legge europea sul clima e rafforzato dall’impegno di raggiungere entro il 2040 la riduzione del 90 per cento di emissioni gas, assunto anche in occasione della COP28 che si è svolta a Dubai lo scorso dicembre.

Va in questo senso anche il nuovo pacchetto di proposte sull’energia eolica e l’iniziativa sulla resilienza idrica, che ha l’obiettivo di promuovere una gestione oculata di un bene prezioso come l’acqua, non solo per garantire a tutti un accesso sicuro ma anche per affrontare i problemi causati da siccità e inondazioni.

Su questo, ovviamente, il pensiero corre all’alluvione che la Romagna ha subito a maggio del 2023 e ai danni, materiali e umani, che hanno messo a dura prova il nostro territorio.

L’Europa ci è stata vicina, e colgo anche l’occasione per ringraziare il Parlamento europeo che ha deciso di portare l’evento europeo della gioventù 2024 a Forlì, dal 17 al 19 maggio. Con migliaia di giovani europei ricorderemo l’anniversario dell’alluvione e discuteremo sul futuro dell’Europa.

Complementare a quella ambientale, un’altra sfida non più procrastinabile è quella digitale, ed in particolare quella posta dall’intelligenza artificiale. Il tema etico e dell’uso dei nostri dati, della sicurezza dei mercati, dei servizi digitali è ormai da tempo oggetto di un ampio e approfondito dibattito, perché tocca tutti noi: in parte ci entusiasma, in parte ci spaventa.

Sono contenta quindi che l’Unione europea abbia affrontato e trovato un accordo su questi temi, che si è concretizzato nell’approvazione, il 13 marzo scorso, della legge europea sull’intelligenza artificiale, il cui obiettivo è garantire sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali pur promuovendo l’innovazione.

Su questo non dimentichiamo di citare il computer ad alte prestazioni, Leonardo, presso il Tecnopolo di Bologna, che ha premiato e rafforza la spinta all’innovazione della nostra Regione, già insita nel nostro tessuto economico.

Per un’Europa più forte nel mondo ci sono due temi in particolare che credo saranno anche al centro del dibattito nei prossimi mesi, oltre al posizionamento dell’Unione europea rispetto ai conflitti che, ricordavo, stiamo vivendo in Ucraina e in Palestina: l’immigrazione e l’unione della difesa.

Su questi punti dobbiamo ricordare i diritti e i valori che hanno visto nascere l’Europa unita. Solo mettendo da parte i nazionalismi e agendo come un corpo solo l’Unione europea potrà affrontare sfide così complesse, e le prossime elezioni europee saranno anche un’occasione epocale per disegnare l’Europa del futuro.

Dobbiamo scegliere cosa vogliamo essere e decidere come quel progetto, così ambizioso e così lungimirante dei padri fondatori può continuare a crescere.

Auspico che il messaggio arrivi a tutti i cittadini europei e che la gente anche per questo vada a votare e decida di esprimersi. Certo, non dobbiamo trascurare, in questi tempi di social e di informazioni mordi e fuggi, nei quali si perde la fonte delle notizie che circolano, il rischio di indebite influenze esterne.

Credo molto e confido nelle giovani generazioni e nel desiderio di pace e di abbattere le barriere, perché l’Unione europea è soprattutto questo: pace, diritti e opportunità per tutti.

A questo punto, apriamo la Sessione europea con la relazione del relatore di maggioranza, il consigliere Marco Fabbri. Prego, consigliere.

 

FABBRI, relatore di maggioranza: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e a tutte le colleghe.

Mi unisco ovviamente ai ringraziamenti della presidente nei confronti di tutti gli attori istituzionali e degli stakeholder che hanno partecipato a questo percorso. Un ringraziamento particolare va ai relatori, nel senso che oggi la collega Lia Montalti non può essere presente, come ha detto è assente giustificata per altri impegni istituzionali, ma insieme al relatore di minoranza Stefano Bargi, che ringrazio allo stesso modo, hanno lavorato intensamente in questi mesi e in queste settimane a questa Sessione europea.

Come già detto, si svolge in un contesto particolarmente complesso, che è frutto di una legislatura particolarmente impegnativa e complicata, che, parallelamente a questa legislatura regionale, ha posto l’Unione europea e tutti gli Stati membri, anche il nostro Paese, la nostra Regione, di fronte a eventi nuovi, inaspettati, a crisi profonde come quelle legate per l’appunto alla pandemia, alla guerra in Ucraina, al conflitto che è esploso in Palestina, in Medio Oriente, e infine, ma non meno importante, all’alluvione subita dalla Romagna.

Ecco che quindi ci si è confrontati all’interno delle Commissioni con tutti gli attori interessati, con un programma che sicuramente è stato compresso anche nelle tempistiche rispetto agli anni passati, anche in riferimento alle ormai prossime elezioni europee, che si terranno in Italia l’8 e 9 giugno, ma che comunque nel suo complesso contiene temi e obiettivi che delineano quelle che sono le politiche future dell’Unione europea.

Come ha ricordato anche la presidente della Commissione europea nel suo ultimo discorso, il 90 per cento degli orientamenti politici presentati nel 2019 sono diventati delle misure concrete, e l’Unione europea ha rafforzato la propria azione per diventare un’Europa verde, digitale e geopolitica, ma soprattutto vicina agli Stati membri, così come ha dimostrato nel corso della pandemia e anche nel corso di questa terribile alluvione che ha colpito la nostra Regione.

Quindi, transizione verde e digitale sono sicuramente ambiti in cui l’Unione europea ha consolidato maggiormente la propria azione in un’ottica integrata, che tiene insieme il mercato del lavoro e il tema delle competenze.

Di fronte a queste grandi crisi, l’Unione europea ha dovuto far fronte con tutti gli strumenti a disposizione, anche innovando con significative misure innovative di integrazione. Grazie proprio a queste iniziative e investimenti, con l’avvio dell’Anno europeo delle competenze, che è stato proclamato nel 2023 e si concluderà a maggio 2024, l’Unione europea ha voluto evidenziare con forza come la formazione sia una leva importante per sostenere la competitività dell’industria europea e consentire anche alle imprese di cogliere le nuove sfide nel tema legato al mercato del lavoro, e nel duplice tema del lavoro e della transizione, ma facendolo anche attraverso le giuste competenze e riqualificando quindi quelle che sono le competenze dei lavoratori ma anche dei NEET, di coloro che sono usciti momentaneamente dal mondo del lavoro.

In questo contesto l’Unione europea ha promosso altre iniziative particolarmente importanti, relative all’industria a zero emissioni, relative al mercato dell’energia elettrica, anche al fine di ridurre quelle che sono le dipendenze e aumentare la resilienza delle imprese stesse europee.

Nello svolgimento della Sessione, il 14 febbraio 2024 si è svolta l’udienza conoscitiva sul programma di lavoro del 2024 della Commissione europea. È proprio in questa occasione che abbiamo come consiglieri colto quelli che sono gli spunti, i suggerimenti di enti locali, di cittadini del territorio emiliano-romagnolo, dei portatori di interesse a 360 gradi, che hanno, appunto, avuto l’opportunità di confrontarsi con Istituzioni regionali, europee e anche alcuni parlamentari europei, già citati nel discorso introduttivo della presidente.

Questa è la prima Sessione che si svolge a seguito della riforma, approvata con la legge n. 7 del 2023, a valere sulla n. 16, e l’obiettivo era proprio quello in qualche modo di animare sempre di più il dibattito politico su quello che è un percorso particolarmente importante e sui temi di maggiore interesse.

Ecco perché, come si diceva, nonostante si sia svolta in un arco temporale più ristretto, a causa delle elezioni fissate per l’inizio di giugno prossimo, c’è stato modo di coinvolgere tutte le Commissioni nei vari temi di dettaglio.

Entrando nel dettaglio del cosiddetto “pacchetto” europeo sull’energia eolica, si vuole sicuramente accelerare e rafforzare la diffusione della competitività dell’industria dell’energia eolica in tutta Europa, attraverso una strategia articolata. Nella nostra regione sono già stati installati 72 impianti, per una potenza complessiva di 45 megawatt, e sono pervenute altre due istanze di impianti eolici offshore attualmente sottoposti alle procedure di VIA.

Si evidenzia come le fonti rinnovabili in Emilia-Romagna, nel periodo 2014-2020, sono cresciute dall’11 al 14 per cento. Questi impianti, questi due nuovi impianti comporteranno un incremento ulteriore del contributo delle fonti rinnovabili nella produzione regionale dal 23 al 29 per cento.

Nelle Commissioni quello che è emerso nei settori strategici performanti, come quello, per l’appunto, delle fonti rinnovabili, è che è importante per migliorare sicuramente la regolamentazione e ridurre gli oneri, ma soprattutto snellire la burocrazia affinché l’utilizzo di queste risorse sia sempre più efficace e agevole.

Il settore eolico, per l’appunto, è attualmente messo alla prova da una concausa di fattori, tra cui una domanda insufficiente e incerta, dovuta a procedure di autorizzazione lente e inefficienti, per cui le imprese fanno fatica a pianificare e investire, ma anche la mancanza di materie prime, la forte inflazione e i prezzi stessi dovuti alle materie prime stesse.

Occorre, pertanto, un impegno forte e corale per rendere più agevoli questi investimenti, soprattutto quando si tratta di ambiti rilevanti dal punto di vista della lotta al cambiamento climatico, ma anche della sicurezza, del territorio e degli investimenti in rinnovabili.

Le misure adottate dall’Unione vanno nella direzione di conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa, di semplificare per l’appunto e di abbreviare le procedure di autorizzazione riformando quello che è l’assetto del mercato dell’energia elettrica per dare più certezze anche ai produttori di energie rinnovabili e stabilità nei profitti.

Per fare ciò è naturalmente necessario operare in un contesto normativo sicuramente più semplificato, dove l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati per la produzione di tecnologie pulite in Europa deve essere più rapido, più agevolato, per migliorare quelle che sono le competenze e gli obiettivi per la transizione verde. Infine, anche la promozione del commercio aperto di catene di approvvigionamento che siano in qualche modo anche queste resilienti.

Sempre al centro del lavoro delle Commissioni vi è stato il tema importante dell’aerospazio, che è considerato uno di quelli più strategici per la crescita economica del territorio regionale.

La realizzazione di tali obiettivi è fondamentale anche per la transizione ecologica, la digitalizzazione, la mobilità sostenibile, la salute, l’inclusione sociale e il superamento del digital divide.

In Emilia-Romagna il settore della space economy è un settore importante, in espansione. Si stima che oggi impieghi circa 4.500 lavoratori e produca circa l’1 per cento del PIL regionale.

La Regione, attraverso la strategia di specializzazione intelligente, sostiene per l’appunto questi progetti in due settori specifici, entrambi ad alto potenziale sia con l’economia dell’aerospazio, la space economy, e la progettazione di infrastrutture critiche.

Per sostenere il settore come Istituzione, come Regione Emilia-Romagna, nel 2021 abbiamo istituito il forum strategico per la promozione della filiera regionale dell’aerospazio, che è proprio intesa a favorire l’aggregazione e il confronto tra imprese, associazioni imprenditoriali, università e centri di ricerca.

L’attività che si sta portando avanti si basa sulla corretta interpretazione dei cambiamenti del mercato che riguardano sia il settore automotive, per il quale è importante insistere sullo sviluppo di beni in grado di governare tecnologie molto avanzate, sia il settore, naturalmente, dell’Aerospace, le cui possibili traiettorie evolutive sono diverse dalla parte che riguarda l’Aeronautica, fino a quella spaziale.

Sempre per toccare alcuni diciamo settori che sono emersi con forza nella discussione all’interno delle Commissioni, ma anche a livello europeo, va riconosciuto sempre di più e messo al centro il ruolo dell’intelligenza artificiale, che è sempre più parte integrante della nostra vita e che sta trasformando il modo di vivere e di lavorare.

Anche qui si è registrata una rapida e dirompente accelerazione dei progressi e dei miglioramenti legati alla disponibilità generalizzata di dati, nella potenza di calcolo e nell’apprendimento automatico.

È proprio qui che la Commissione europea risulta il primo legislatore a livello mondiale sul tema dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo anche qui è quello di mantenere l’Europa, ma, a caduta, anche questa Regione competitive a livello globale, puntando su investimenti e lanciando iniziative specifiche per le start-up, che sono il motore principale dello sviluppo dell’Unione stessa, facilitando l’accesso alle risorse essenziali dell’intelligenza artificiale come la capacità computazionale e l’accesso a super computer.

Concludendo sull’intelligenza artificiale, la nostra Regione, da decenni, opera per sostenere un ambiente fertile sul sostegno alla propensione all’innovazione e alla ricerca, che è particolarmente importante per cogliere questa sfida epocale che potrà servire per far crescere ulteriormente il sistema emiliano-romagnolo e trovare la chiave per poter utilizzare al meglio le nuove tecnologie.

Anche per quanto riguarda il fronte delle politiche sociali, prosegue un lavoro importante sui temi legati alle politiche dell’infanzia, che avevano già caratterizzato il percorso della precedente Sessione europea, in cui era stato approfondito il tema del Child Guarantee, della garanzia dell’infanzia. Nella Sessione 2024 si mette al centro l’analisi delle raccomandazioni della Commissione sui sistemi integrati di protezione dei minori.

Su questo tema è importante l’attenzione e gli investimenti, che sono stati anche oggetto di una risoluzione da parte della Commissione V, la n. 7020 del 12 ottobre 2023, dove si è chiesto con forza di far operare alla cabina di regia, al gruppo di lavoro previsto a livello nazionale che ancora non stanno operando, ma su cui è concentrata una mole di fondi importanti (oltre 600 milioni di euro) per aumentare il numero di asili-nido, ma anche per attuare quello che è il Piano nazionale garanzia stesso.

Gli standard che sono stati fissati anche su questi temi appaiono dall’Unione europea stessa molto alti e sfidanti. È quindi importante che la Regione nella fase discendente contribuisca in maniera attiva, anche al fine di creare una consapevolezza nei cittadini, e soprattutto nei minori che sono destinatari di tali misure.

I temi che ho cercato di sintetizzare, che abbiamo affrontato e approfondito durante queste settimane, in cui i colleghi, soprattutto Montalti e Bargi sono stati impegnati, ci confermano quindi come sia importante, come Regione, come Istituzione, essere un soggetto attivo e partecipe nel percorso ascendente, ma anche discendente delle politiche europee. Questo per rendere sostanziale quella cittadinanza europea che significa aprire il territorio emiliano-romagnolo alle opportunità date dalla stessa Unione, ma anche approfondire e capire dove l’Europa si sta muovendo.

Siamo infatti di fronte a un bivio della nostra storia europea, dopo questa crisi e dopo questi eventi nefasti che ci hanno colpito, ma che hanno anche dimostrato come non si possano affrontare certi fenomeni, certe complessità da soli, ma uniti insieme, in un’Europa sempre più autorevole, concreta e capace di agire.

Questo naturalmente può determinare la tentazione di rendere il governo delle scelte delle politiche europee sempre più accentrato, andando via via ad eliminare quell’Europa delle Regioni, quella delle condivisioni delle politiche, sia in fase di elaborazione che in fase di attuazione, che ha dato voce e reso protagonisti per decenni il territorio, le autonomie e gli enti locali.

Ecco perché esempio fra tutti è quello della politica della coesione, dei fondi strutturali, ma anche del PNRR, dove naturalmente l’aver escluso in quest’ultimo caso il livello regionale è stato probabilmente un grosso errore, che invece avrebbe garantito maggiore efficienza e coesione.

La sfida a cui siamo quindi chiamati in questa legislatura europea che sta terminando, gettando lo sguardo al futuro che ci attende è quella di essere in grado di sostenere l’importanza del protagonismo delle Regioni, dei territori e dei cittadini in quel processo di integrazione europea che sempre di più ha un senso per affrontare le complessità del nostro tempo, ma che non deve perdere di vista la centralità del progetto europeo, ma contribuire, come è già stato anche evidenziato dalla presidente, a nutrire pace, democrazia e diritto per tutti i cittadini e le cittadine europee.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Adesso passiamo la parola per la relazione al relatore di minoranza, il consigliere Stefano Bargi. Prego, consigliere.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Siamo arrivati al termine del percorso della Sessione europea 2024 di gran corsa, in parte perché la Sessione europea di quest’anno, come è stato ricordato dagli interventi precedenti, arriva al termine del mandato europeo e di conseguenza, lo abbiamo detto subito, è un po’ meno, diciamo, farcita di obiettivi strategici, ma più che altro si porta in conclusione quello che è stato il mandato della Commissione europea di questi cinque anni. Quindi, non avevamo così tante tematiche su cui intervenire. Dall’altro lato, le tempistiche sono più strette perché le elezioni incombono. Dall’altro lato, anche la Regione, insomma, ci ha imposto nell’ultimo tempo una falcata finale accelerata.

È chiaro che, in questo contesto, era un po’ più difficile effettuare quello che, a mio avviso, invece, dovrebbe essere prioritario in una fase come questa, ovvero un dibattito un po’ più ampio sulle strategie dell’Unione, perché, se è fase ascendente e se è importante essere partecipi anche nella fase ascendente, portando quella che è la realtà quotidiana che noi, che siamo a un livello di governo, a livello anche politico, intermedio rispetto ai territori, viviamo tutti i giorni, poterla portare come messaggio a chi ci governa e a chi determina le policy di fatto del nostro Paese, della nostra Regione, che è la governance europea, allora qualcosa in più forse si poteva fare.

Ovvio, la procedura è stata seguita e ringrazio anche gli uffici per averci affiancato, nonostante i tempi veloci, e anche il relatore di maggioranza, sia la collega Montalti sia il collega Fabbri per questo cambio veloce in corsa. Su questo, insomma, io credo che siamo riusciti a entrare nel dettaglio, anche sentendo parti sociali, imprenditoriali, rappresentanti del nostro sistema produttivo su quelli che sono degli obiettivi che hanno ricadute anche pesanti sul nostro territorio.

Penso, ad esempio, la transizione green, il tema dell’eolico e dell’Euro Space, anche questo un tema importante. Ricordo che noi lo sottolineavamo già in fase di DSR, poi lasciato un po’ indietro, più che indietro lasciato sviluppare da quello che è il nostro sostrato economico industriale, piuttosto che con l’accompagnamento politico.

Infatti, qual era poi l’esito dell’incontro trasmesso anche nella risoluzione finale? È quello di cercare di coinvolgere di più la filiera internazionale tramite il ruolo istituzionale della Regione per integrare sempre meglio quelle che sono alcune eccellenze nate spontaneamente sul territorio della nostra Regione, al contesto globale. Perché quella filiera è ovviamente una filiera di carattere rurale, cioè l’intelligenza artificiale sulla quale comunque abbiamo fatto un approfondimento anche in questa Regione, visto che comunque il tema è l’accesso delle start-up che lavorano proprio su questa tematica ai super calcolatori europei, tra cui il nostro.

Tanti obiettivi sui quali abbiamo fatto un approfondimento, manca però a mio avviso, l’ho detto più volte, un giudizio politico. Un giudizio politico che oggi come oggi è inevitabile, anche perché siamo a un quarto di secolo di Unione europea. Quindi, se 10 anni fa, 15 anni fa, si poteva approcciarsi al concetto di Unione europea tanto politicamente, quanto a livello di coinvolgimento dell’opinione pubblica usando come stella polare l’ideologia dell’unità, della forza, tutti uniti insieme con un ruolo nel mondo, oggi abbiamo dei numeri e sui numeri bisogna che traiamo alcune conclusioni.

Per parlare di Unione europea in un contesto di un quarto di secolo di vita verrebbe da pensare un po’ alla sua origine.

Perché nasce fondamentalmente l’Unione europea? Lo scopo è ovviamente quello del capitale, di poter essere libero di girare dove vuole portando per alcuni grande sviluppo, per altri situazioni meno piacevoli.

Le delocalizzazioni produttive sono un fenomeno della libera circolazione dei capitali, sono iniziate negli Stati Uniti e le abbiamo viste anche nell’Unione europea. La possibilità di attuare strategie predatrici all’interno di un mercato unico, che però vede come unico baluardo la sola finanza, è stato di fatto l’esito distorto di questo procedimento.

Di fatto l’Unione europea è l’applicazione scolastica del cosiddetto trilemma della finanza, o impossibile trinità, la chiamano in tanti modi, il teorema Mundell-Fleming, se volete usare il modello che prova descriverla, ovvero l’impossibilità che possono coesistere contemporaneamente libera circolazione dei capitali, tassi di cambio fissi e politiche monetarie nazionali.

Persino la Cina nel 2015 ha sbattuto contro questo trilemma che ancora regge, dagli anni da Bretton Woods a oggi poi, ripeto, il modello Mundell-Fleming degli anni ‘60 è andato un po’ a descrivere il fenomeno e anche la Cina è stata soggetto di un attacco speculativo nel 2015.

Come si fa allora, se non possono coesistere questi tre aspetti? Vennero fatte delle scelte. A Bretton Woods, nel 1944, venne deciso di lasciare indietro la libera circolazione di capitali, perché servivano tassi di cambio più rigidi possibile per evitare effetti speculativi, visto che c’era un continente da ricostruire da capo, che era ovviamente l’Europa, e c’era il bisogno di lasciare ai Governi europei piena libertà, anche in base alle diverse condizioni economico-sociali dei Paesi, di poter proseguire le proprie politiche e far crescere i propri Paesi e portarli fuori dalla crisi post bellica.

È evidente che qualcosa andava sacrificato e allora toccò alla libera circolazione dei capitali, che poteva incappare in iniziative di natura politica che andavano a limitarla.

Cosa è successo nel tempo? Adesso non voglio fare tutta la cronistoria, però sappiamo bene che nel 1971 il presidente Nixon sospende di fatto gli accordi di Bretton Woods, sospendendo la convertibilità del dollaro in oro, i motivi sono vari, la stessa Europa, De Gaulle ma anche la Germania fecero notare che non potevamo pagare noi l’inflazione americana, e lì c’è tutta un’altra teoria dietro alla moneta unica, per non citare il dilemma di Triffin, ma andiamo troppo nello specifico e soprattutto usciamo fuori tema.

Come risponde il continente europeo, che comunque era ormai avviato verso questa spinta neoliberale? Risponde ovviamente decidendo, sempre in base al trilemma, di provare a mantenere una sorta di stabilità finanziaria, per consentire la libera circolazione dei capitali all’interno del continente. Viene fatto a fine anni ‘70 quello che si chiamava il serpente monetario, di fatto un sistema a cambi rigidi.

Come andò a finire? Che saltò per aria e i primi a uscire furono l’Italia, guarda caso, che evidentemente ha qualche difficoltà con i sistemi rigidi, e la Francia.

Cosa succede, si danno per vinti i nostri leader europei? Assolutamente no. Dopo Reagan e la Thatcher, quindi con la spinta neoliberale al massimo livello, che per noi si traduce nel famigerato divorzio Tesoro Bankitalia del 1981, ci prova la nuova strategia, che è lo SME, un sistema ancora più rigido in due fasi, una parte più ampia e quella più ristretta, e quando scatta la ristretta cosa succede? Attacchi speculativi, perché è evidente che i Paesi non possono reggere a un sistema rigido, pur continuando ad applicare politiche monetarie nazionali. Paro paro, il nostro trilemma della finanza.

Capendo che era impossibile portare una sorta di stabilità per i capitali in Europa senza evitare questo trilemma, i nostri governanti fecero una scelta unica: rinunciare alle politiche nazionali. Gli Stati vengono privati della possibilità di scegliere. Tutto viene spostato, in particolare le politiche monetarie presso la BCE e allontanato dai governi locali, così i capitali potevano girare liberamente – qualcuno parla di vendita dei gioielli di famiglia. Il tasso di cambio diventa fisso, perché la moneta unica questo fa.

L’allargamento dell’UE porta poi a inglobare Paesi dell’Est (Repubblica Ceca, Polonia e via discorrendo); alcuni, come abbiamo detto prima, adottano la moneta; altri no, perché forse fa comodo così, così puoi delocalizzare la manodopera base in quelle aree, il che vuol dire perdere le realtà produttive del nostro territorio, ma avere un vantaggio competitivo sui mercati.

Chi sfrutta questo vantaggio? Di fatto, un Paese in particolare, la Germania, che fonda il suo grande successo degli ultimi 25 anni su tre elementi principali. Primo: di fatto, la periferia europea gli consente di avere materie prime a basso costo, ma anche la Cina, che era già utilizzata dall’altro blocco geoeconomico che alcuni analisti chiamano “Chimerica” (cioè, il blocco geoeconomico Stati Uniti-Cina); secondo, il fatto che ci fosse una moneta, l’euro, sotto quotata rispetto all’economia tedesca, quindi di fatto per loro esportare veniva giocoforza in maniera estremamente facile; terzo – non c’è l’assessore Colla – è il magico tubo, cioè il fatto che il gas russo arrivasse a basso costo sostenendo l’industria tedesca, anche quella italiana, in maniera estremamente positiva per garantire una crescita.

Che cosa fa la Germania? Dice “divento un Paese responsabile e mi riprendo sulle spalle tutta l’Unione europea?” Assolutamente no. Diventa un Paese predatore, come vi ho detto prima, diventa un esportatore netto non verso il mondo – basta vedere i saldi delle partite correnti dei continenti come viaggiano – ma verso i propri confinanti, in particolare i Paesi della cosiddetta periferia europea.

Questo è ciò che ha portato alla grande crescita del Paese tedesco e all’impoverimento di tutti gli altri. Dopo, chiaramente, nel 2011 esplode la questione spread, debiti sovrani; scopriamo che ci sono delle asimmetrie pesanti all’interno del continente europeo. Ma era abbastanza evidente. Io ricordo bene quando Bersani, seduto sulla sedia diceva “oddio, lo spread è a 500”; era tutta colpa di Berlusconi, in quel caso, ricordo bene qual era la linea politica.

Nessuno ha preso in mano la bilancia commerciale dell’Italia, che invece era ben chiara nel capire perché i mercati non dessero più fiducia al nostro Paese: perché da dieci anni la bilancia commerciale era passata da esportatore netto come era l’Italia a importatore. Eravamo in rosso.

Come finanzi quel rosso? In quel momento erano i capitali stranieri che arrivavano nel nostro Paese, ma questo aumenta il debito estero. Se voi seguite qualsiasi crisi economica dall’Argentina in poi, compresa la Grecia, è stato il principale propulsore della crisi del Paese. Ecco perché lo spread schizzò alle stelle. Non fu per colpa del Governo attuale, ma del fatto di un contesto economico che per noi era estremamente sfavorevole, perché l’Italia ancora cercava, e ci metto dentro anche il Governo Prodi, di applicare delle proprie politiche. I Governi Prodi.

Cosa succede? Arriva il commissariamento. Da Monti in poi, di fatto, il nostro Paese è commissariato. Non potendo intervenire con la politica monetaria e soprattutto non potendo intervenire sul tasso di cambio, come sfoghi questo squilibrio? È evidente che devi farlo ricadere sulla crescita e sull’occupazione. Serve l’austerità. Devi colpire i cittadini per fare in modo che abbiano meno soldi, importino meno e, di conseguenza, riequilibri i conti dello Stato italiano. Tombola. Riforma Fornero, piagnistei in televisione e via discorrendo.

Però, come vedete, tutto questo è stato possibile, tutto questo è stato necessario, per qualcuno, perché il contesto economico era ben preciso. Da lì in poi l’Italia è stata più commissariata che mai. Si è tentato in qualche modo di far rialzare la testa, ma la china ormai era presa. Poi, sulle politiche di austerità c’è voluto ancora qualche anno prima che si accorgesse che forse non era una soluzione e che l’Unione europea aveva bisogno di altri aggiustamenti interni.

Arrivando ad oggi, noi ci troviamo con una leadership che a livello europeo, a mio avviso, ha totale incapacità decisionale. È affetta da una miopia cronica, cioè non hanno capacità di trovare un ruolo a questo continente. Io ricordo quando dieci o dodici anni fa mi si diceva, ah, Bargi, tu sei critico verso l’Unione europea perché dici che siamo schiacciati anche dagli Stati Uniti, che decidono per noi, e poi l’Unione europea è proprio lo strumento col quale l’Europa emergerà. Se uno prende uno dei temi, la moneta, le quotazioni dell’euro presso le banche centrali europee, presso le banche centrali mondiali si accorgerà che non c’è mai stato un periodo storico in cui la moneta euro ha avuto la possibilità di essere una moneta di riserva mondiale.

Quindi, non c’è mai stato un momento in cui potevamo sostituirci al dollaro e le poche volte, cioè dopo la crisi economica del 2000 della Lehman Brothers, poi scoppiata da noi con la cosiddetta crisi dei debiti sovrani del 2011, l’Europa… La Germania, in difficoltà a vendere ai Paesi europei, che aveva affamato con l’austerità, è stata costretta a diventare esportatrice netta verso il resto del mondo, in particolare leggasi gli Stati Uniti.

Che cosa succede? Ci ritroviamo con due casi nel giro di poco tempo. Il primo quello Airbus Boeing, che vede l’Amministrazione Trump applicare i dazi, che per voi erano dazi da politiche medievali, mentre in realtà erano dazi perché evidentemente l’Europa stava esportando troppo negli Stati Uniti e questo non gli andava bene.

Poi il cosiddetto “Dieselgate”, che abbiamo scoperto che le auto sono tutte brutte e cattive. Qui da noi si è tradotto in facciamo la transizione verde, negli Stati Uniti si è stato tradotto con smettiamo di comprare auto tedesche.

Questo è il gioco della partita. Quindi, capite che la nostra grande capacità di ergersi a grande superpotenza mondiale non è mai stata nelle corde dell’Unione europea tanto quanto non è mai stata la volontà di unirsi veramente come politiche, perché non basta una moneta per fare un Paese. Forse sarebbe stato meglio lavorare più dal lato opposto, integrazione politica delle strategie geopolitiche a proprio vantaggio, non a vantaggio solo del nostro alleato d’oltreoceano.

Altrimenti, come è accaduto oggi, avete visto che per perseguire interessi egemonici degli Stati Uniti la cara Germania ha dovuto rinunciare a uno dei tre elementi che l’hanno resa forte, ovvero al gas russo ed oggi è in recessione e si trascina dietro anche in particolare il nord del nostro Paese che è rimasto collegato alle catene dei semilavorati. Importiamo anche noi, chiaramente dalla periferia, ci sono diverse aziende nel mio territorio che si sono trasferite in Polonia o altro per fare le minuterie e la manodopera di base, però almeno i semilavorati ancora venivano considerati un’eccellenza a livello mondiale. Lo siamo ancora in vari settori ma chiaramente andiamo a fondo con il Paese Germania se quest’ultimo è in grave difficoltà.

Del resto, Borrell di recente ha fatto alcune dichiarazioni anche rispetto alla guerra, dicendo che la guerra va vinta non per gli ucraini ‒ è la prima volta che lo sentiamo dire, tra l’altro, un cambio di rotta nella comunicazione europea ‒ ma per gli interessi degli Stati Uniti e dell’Europa.

Allora, mentre gli interessi degli Stati Uniti io li vedevo già 10 anni fa, capisco qual è la strategia: impedire la nascita del blocco euro-russo che altrimenti sì, potrebbe competere a livello globale per la leadership con gli Stati Uniti, cosa che comunque magari non è neanche nelle nostre corde, sarebbe stato sufficiente poter coesistere come forze geoeconomiche insieme. Quindi cercare di rompere un possibile rapporto egalitario tra Europa e Russia.

Dall’altro lato quello di mantenere la propria leadership a livello mondiale. È evidente la strategia.

Gli interessi europei io non li ho ancora capiti. Nessuno credo riesca a spiegarmi qual è il beneficio che trae l’Unione europea da una guerra combattuta sul suo territorio. Sarà ‒ penso ‒ difficile per chiunque trovare una giustificazione a questo, se non, di fatto, un servilismo cronico, che diventa sempre più forte laddove non c’è una classe politica in grado di dare una direzione a questo continente.

Ecco perché io credo che il messaggio politico debba passare in maniera molto chiara: in questo modo noi non siamo l’Italia, il Paese Italia. La Regione Emilia-Romagna non è disposta a farsi trascinare in un baratro dal punto di vista economico-sociale o dal punto di vista del costo di vite umane di una guerra da parte di una leadership che in questo momento è miope e servilista.

Questo non è accettabile e non possiamo esimerci dal lanciare questo messaggio proprio oggi che si stanno avvicinando le elezioni europee, altrimenti manchiamo di fare quello che il ruolo della politica, il ruolo di rappresentanza dei nostri cittadini ci impone.

Senza sperare troppo, noi abbiamo proposto qualche emendamento che va in questa direzione, in parte entrando nel dettaglio di alcuni aspetti più precisi, nel resto facendo qualche considerazione di carattere più generale. Cerchiamo di far sì che la risoluzione, oltre al suo ruolo meramente di dialogo sugli obiettivi di lavoro della Commissione europea, che comunque è agli sgoccioli, quindi è vero che qualcuno si augura il prosieguo dell’attuale composizione, ma siamo in fondo ad un mandato, quindi ci rivolgeremo alla Commissione quando sarà reinsediata, anche in base a come sarà formata avrò modo di trattarvi, ma ci deve essere un messaggio politico, perché a fine mandato una considerazione va fatta, e credo di aver espresso la nostra considerazione in questo intervento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

A questo punto apriamo il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Quest’anno la Commissione politiche per la salute ha approfondito i contenuti dell’obiettivo dedicato alla protezione dei minori. Lo abbiamo fatto insieme alla Commissione V e alla Commissione parità, con i colleghi presidenti Francesca Marchetti e Federico Amico.

Un percorso non nuovo, il nostro, che ci ha visto spesso impegnati sul tema del benessere dei più giovani, che deve rivestire una centralità nel dibattito pubblico, nella nostra quotidianità, a maggior ragione dopo il Covid.

Di cosa abbiamo parlato in questi ultimi mesi? Abbiamo parlato anche del tema dei disturbi dell’alimentazione e della ricerca sull’essere adolescente oggi. Abbiamo fatto il punto sui primi risultati, a un anno dall’approvazione delle linee di indirizzo sul ritiro sociale e della povertà minorile. Con noi era presente, e la ringrazio, la Garante regionale per l’infanzia, Claudia Giudici, oltre che i tecnici dei vari assessorati, l’assessore Taruffi.

Ha ricordato bene prima…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore. Grazie.

 

SONCINI: Ringrazio ovviamente il relatore Fabbri, la consigliera Montalti, il relatore di minoranza, ma tutti quelli che hanno avuto un ruolo in questo percorso.

Dicevo: si è parlato già del tema della Child Guarantee. Io vorrei fare un focus invece su un altro tema, che è emerso e che è stato trasversale alle Commissioni che abbiamo condotto su questo tema: la situazione dei ragazzi di oggi. Sì, perché le nuove generazioni tra inquietudine, disagi, ansie e solitudine trascorrono sempre più tempo connessi online, e questo è emerso nei nostri lavori. I social network in particolare esercitano su di loro un potente effetto di condizionamento, anche psicologico, talvolta negativo.

I modelli di riferimento proposti dagli influencer sono sempre più frequentemente determinati dalla spasmodica ricerca della perfezione fisica. Pensate a questi dati anche molto recenti: i ragazzi trascorrono online da una a tre ore al giorno, uno su cinque oltre le quattro ore. Questa è la fotografia dei minori tra gli 8 e i 16 anni scattata da uno studio promosso dal Ministero delle imprese e del made in Italy, con la collaborazione scientifica dell’Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica.

Il 94 per cento utilizzano lo smartphone, sette su dieci usano regolarmente i social e le piattaforme streaming. Sono dati preoccupanti, resi noti dall’indagine dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Alfabetizzazione mediatica e digitale e tutela dei minori, comportamenti, opportunità e paure dei navigatori under 16”.

Il campione della ricerca è costituito da 1.677 di bambini tra 8 e 10 anni, adolescenti dai 14 ai 16 anni, rappresentativi per genere, età, zona e ampiezza del comune di residenza.

A segnalare invece il rapporto tra i giovani e il proprio corpo ai tempi dei social media è un’indagine condotta dal portale Skuola.net, assieme agli psicologi e psicoterapeuti dell’Associazione Di.Te., dipendenze tecnologiche, su un campione di 1.668 ragazzi e ragazze tra i 9 e i 24 anni. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza che riguarda minori che non dovrebbero avere accesso ai social.

Tutti questi dati, mi preme sottolinearlo, vanno a fare da complemento a tutta quella che è stata la nostra analisi, i dati che abbiamo portato nel parere, votato, poi, nella relazione a seguito delle discussioni in Commissione.

Dicevo, in riferimento all’indagine, che mette in luce che tre ragazzi su quattro paragonano il proprio aspetto esteriore con quello di influencer attivi sulle varie piattaforme, ciò con l’immediata conseguenza che il 50 per cento di loro modifica le proprie abitudini alimentari per cercare di rientrare nei canoni che circolano online, circa il 30 per cento sperimenta i consigli sul cibo dettati dagli influencer per tentare di assegnare agli inarrivabili modelli fisici.

Così a quattro ragazzi su dieci è capitato di non voler uscire di casa per paura del giudizio altrui. Al 23 per cento ciò accade occasionalmente, per il 17 per cento è una costante di vita, un fatto che inoltre aumenta al crescere dell’età. Tra i 9 e i 14 anni la percentuale di chi tende a ritirarsi socialmente è del 31 per cento, tra i 15 e i 19 sale al 43 per cento e tra i 20 e i 24 arriva addirittura al 60 per cento.

Scorrendo i dati dell’Istituto superiore di sanità, tra quanti accedono ai centri del servizio sanitario nazionale dedicati a queste problematiche, ebbene, il 59 per cento ha tra i 13 e i 25 anni, addirittura il 6 per cento ha meno di 12 anni. Davvero inquietante è poi il dato che vede il 46 per cento degli intervistati adottare uno specifico regime alimentare, pensate, paragonandosi alle immagini che si trovano sui social. Il 16 per cento lo fa spesso e volentieri, il 30 per cento ogni tanto.

Molti ragazzi hanno ammesso di voler imitare lo stile di vita comunicato dagli influencer, tre su dieci hanno approvato diete e allenamenti promossi online. Il 27 per cento si dice insoddisfatto di come appare il proprio fisico nelle foto e nei video, al naturale, che finiscono on line e probabilmente per questo una quota simile, il 34 per cento, se ha opportunità di farlo, cerca sovente di modificarlo e applicare dei filtri migliorativi prima di pubblicarli.

Di fronte a questa vera e propria emergenza che la fase pandemica ha accelerato, la politica, tutta la politica ha il dovere e la responsabilità di comprendere come avvicinare, aiutare, parlare e ascoltare questi giovani. La cosa non è certo semplice, perché molti di loro preferiscono non aprirsi al mondo. Questo è emerso anche dai dati che abbiamo analizzato. Solo poco più di un terzo, il 35 per cento, ha cercato aiuto, ha perlomeno parlato con qualche altra persona dei suoi problemi con il corpo e l’alimentazione. Solamente il 25 per cento lo ha fatto con i genitori, appena il 10 per cento con lo specialista.

Allora, la condizione giovanile in questa fase della storia a cui stiamo di fronte, ecco, richiede ovviamente, rispetto al tema dell’adolescenza in particolare, richiede una responsabilità, una responsabilità degli attori politici, delle Istituzioni, ma non solo, però noi abbiamo in qualche modo voluto dimostrare in questi anni, in questi mesi, un interesse per obiettivi anche che, scusate, possono apparire immateriali.

In realtà la salute delle nuove generazioni ci interessa eccome, ci riguarda, e vogliamo occuparci, appunto, di questi temi fondamentali a cui dobbiamo prestare attenzione, vogliamo continuare a farlo, e su cui è anche bello che si possa essere d’accordo per dare un senso davvero all’impegno politico, un impegno politico che guarda al futuro.

Per questo occorre mettere in campo un imponente lavoro di rete, capace di ingaggiare la comunità che tutta insieme, pubblico o privato sociale, ha responsabilità educative.

Penso alla scuola, ai servizi di welfare, il mondo dello sport, del volontariato e a tutte le agenzie di figure che svolgono attività educative sui territori.

Serve un nuovo patto tra questi soggetti che sappia mettere al centro il benessere e la salute delle nuove generazioni, come la Regione Emilia-Romagna con le sue politiche, le politiche attive che sta facendo.

Ovviamente su questo occorre continuare a lavorare, perché passa anche da qui la sfida che ci attende per ridare un futuro ai bambini, alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze della nostra Regione Emilia-Romagna.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Ringrazio innanzitutto per il lavoro svolto dai relatori Fabbri e Bargi, anche chiaramente alla consigliera Montalti che l’aveva iniziato.

Questa Sessione europea ci trova in piena campagna elettorale, ed è giusto mostrarlo, svelarlo, proprio per il rinnovo del Parlamento Europeo ed è proprio il momento in cui siamo guardati per quello che chiediamo all’Europa e per cosa ci sta a cuore dell’Europa.

La Sessione si è concentrata sulle attività della Regione, sulla sua conformità con le direttive, le iniziative dell’Unione europea e sulle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna per allinearsi, giustamente, agli obiettivi e agli standard dell’Unione europea.

In generale la risoluzione rappresenta un impegno della Regione Emilia-Romagna a valutare e partecipare attivamente alle iniziative dell’Unione in linea con i propri obiettivi di sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica e competitività industriale.

Inoltre, si invita la Giunta regionale a mantenere informata l’Assemblea legislativa sulle future iniziative intraprese per sostenere lo sviluppo dei settori produttivi industriali e della ricerca legata alle tecnologie aerospaziali e altre aree chiave.

La risoluzione proposta si concentra in particolare su tre grandi temi. Il Green Deal europeo. Vengono enfatizzati gli sforzi della Regione Emilia-Romagna nel fronte del Green Deal evidenziando come la Sessione europea debba essere un momento per rinnovare gli impegni concreti verso quegli obiettivi ambientali e relativi alla sostenibilità, nonché per identificare opportunità e criticità delle politiche europee e per il territorio regionale.

L’attenzione allo spazio è giusta come settore strategico per il futuro e come potenziale di sviluppo per il territorio regionale, sottolineando le sinergie con la transizione verde e digitale.

L’accento è posto in particolare sulla competitività dell’industria spaziale europea e sulla necessità di promuovere attività spaziali e sostenibili. È giusto, soprattutto perché si guarda a tante imprese locali che stanno già facendo investimenti imponenti in quella direzione.

Chiaramente c’è uno spazio legato all’intelligenza artificiale, al super computer Leonardo, guardando con interesse l’approccio dell’Unione europea sull’intelligenza artificiale, che mira a posizionare l’Europa giustamente come leader nell’innovazione etica e responsabile in questo campo. Si esprime il desiderio di comprendere meglio quali siano i criteri di etica e di responsabilità e l’importanza del dibattito legato all’etica nell’intelligenza artificiale.

Mi interessa però sottolineare e ricordare degli elementi che io ritengo fondamentali, soprattutto per la Regione, soprattutto in vista delle elezioni europee e soprattutto (non possiamo nascondercelo) per l’inizio della campagna elettorale per arrivare all’elezione del nuovo presidente di questa Regione.

Il primo è che la sostenibilità vera parte sempre dall’innovazione, un’innovazione che spesso le aziende del nostro territorio sanno portare avanti meglio delle altre, con creatività e intelligenza.

Il nostro compito in Europa è proprio quello di sostenere questi modelli più virtuosi di altri e di metterli a sistema. Faccio un esempio su tutti, perché è appena accaduto ed è fondamentale ricordarlo anche in quest’aula. Quello che è accaduto con l’industria del packaging, proprio di recente, segna un metodo di lavoro, e mi dispiace che non sia stato per nulla citato in questa risoluzione e neanche ricordato dall’assessore Colla. L’attività negoziale condotta dai nostri rappresentanti diplomatici a Bruxelles, ma anche il cruciale lavoro di squadra svolto dai nostri europarlamentari seduti in tutti gli schieramenti delle posizioni nazionali sul dossier packaging, che rischiava di mettere in drammatica difficoltà un fiore all’occhiello dell’industria della nostra Regione, ha avuto dei risvolti eccezionali e ci insegna che la politica, per fortuna, è ancora mediazione, capacità di dialogo.

Un settore che dimostra già ampiamente di essere più avanti delle direttive in termini di riciclo e di riuso degli imballaggi. Il primo nostro compito (su questo il presidente Bonaccini ci ha sempre spronato) è proprio il sostegno al nostro sistema produttivo, alle imprese che creano occupazione, che investano sul nostro territorio e che ci rendono competitivi a livello europeo.

La sostenibilità è un concetto molto più ampio del più giusto Green Deal. Fattori di sostenibilità sono anche l’occupazione, le relazioni, gli investimenti in educazione e formazione, cioè tutta la sostenibilità sociale che spesso in maniera drammatica viene dimenticata, o, peggio, messa da parte.

L’attenzione allo spazio come settore strategico va proprio incontro a tutte le realtà aziendali che stanno lavorando nei cluster aerospaziale e che stanno con coraggio spostando i loro investimenti su questo settore, mettendo a frutto anni di studio e di ricerca.

La presenza quindi del supercomputer “Leonardo” deve diventare sempre più driver di innovazione. Dobbiamo favorire l’integrazione e la sinergia costante fra l’Università, la ricerca scientifica e il nostro sistema industriale. L’Intelligenza Artificiale è già entrata in modo imponente nella grande industria. Vanno avvicinate queste novità con le realtà più piccole, soprattutto le nostre, sostenendo la formazione che può passare dalle associazioni industriali e dai corpi intermedi.

È giusto, come fa questa risoluzione, richiamare all’etica dell’intelligenza artificiale, ma nello stesso tempo solo nell’utilizzo se ne possano scoprire limiti e reali potenzialità. È per questo che forse bisogna guidare tutta la piccola e media impresa proprio in questo percorso così interessante che ha a che fare con la libertà dell’uomo di investire, non dello Stato che regola.

Passo ora temi che invece in questa risoluzione sono trattati purtroppo marginalmente, e che invece fanno parte di quell’Europa dei popoli che tutti auspichiamo.

Sono temi di carattere sociale, che trovano grande spazio e anche una grandissima capacità di finanziamento economico nell’FSE Plus, nella programmazione 21-27. Ho poi l’impressione che a fronte di finanziamenti che sono aumentati, e anche di necessità che sono aumentate (e anche cambiate) si vada in automatico riproponendo le stesse politiche sempre. Questo è quello che io ho visto in questi anni.

Gli stessi slogan, senza chiedere se si può fare di più, e se si può fare meglio, se si può ampliare l’offerta; la mancanza dei Piani di zona che vanno a guardare con attenzione quegli investimenti, ma che sono la declinazione sui territori di come poi si andrà a spendere, e ribadisco, la mancanza di piani di zona dopo ormai un’incessante richiesta che si fa da quest’aula, soprattutto da parte mia, è un alert che continuo a ripetere. Mi avrebbe fatto piacere che alcuni temi avessero trovato più spazio. Li elenco: i temi legati all’educazione e al sostegno di tutta la fragilità educativa, tutto si concentra sempre, ormai da dieci anni, dal periodo 0-6 dell’infanzia, mentre propongo un lavoro serio, comune, efficace per capire come le stesse opportunità conciliative e di scelta delle famiglie possano essere allargate alle successive fasce di età.

Vi prego: non continuate a dire che non si può. Altri lo fanno. Quei soldi possono essere utilizzati nei confronti di una categoria che ha vissuto ripercussioni enormi, ce lo ripetiamo, dal Covid, i temi legati alle difficoltà degli adolescenti, che non raggiungiamo solo attraverso percorsi psicologici, per carità, ma che vanno pervenuti favorendo ambiente e rapporti che generino un contesto educativo che li prenda sul serio.

Il grandissimo tema dell’abitare, che non viene nemmeno citato e che ormai non riguarda solo sacche di fragilità, ma che riguarda la classe media. Il sostegno alla natalità, abbiamo fatto convegni, c’è la possibilità forse di fare un piccolo percorso insieme fino alla campagna elettorale, ma qui non c’è traccia che ci accomuna a tutte le altre nazioni europee, per il quale si potrebbe proporre un nuovo deal comune, come è stato fatto in altri settori chiave. Qui vengono citati di nuovo solo i centri per le famiglie e sinceramente mi pare un po’ poco. Non si parla per nulla di sostegno agli anziani, all’handicap. Non si parla per nulla del sistema carcerario, di come ci stiamo adeguando alle richieste europee in questo ambito.

Spero che, alla fine di questa campagna elettorale che ci porterà a dire ai cittadini che Europa vogliamo e soprattutto ad ascoltare da loro che Europa desiderano, si possa tornare a confrontarci e a dialogare rimettendoci un po’ in discussione, provando ad immaginare nuovi sistemi complessivi di welfare che rispondano a un mondo di nuovi bisogni che bussa alle porte e spero che tutto questo contributo, anche dalla campagna elettorale europea, siano i temi che tratteremo durante la campagna elettorale.

Se qualcuno ci dirà prima o poi che cosa accadrà in casa PD, ma vorremmo cominciare almeno la campagna elettorale con questo passo e a questo livello, guardando all’altezza degli occhi le persone che incontreremo in tante occasioni elettorali.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Era proprio ieri, 25 marzo, che ricorreva l’anniversario della firma dei Trattati di Roma, quando, appunto, nel 1957 furono sei nazioni, tra cui l’Italia, che decisero di darsi un’organizzazione politica. Non tutti i partiti la pensavano allora allo stesso modo in Italia. Alcuni tentarono di impedire quel voto, votando, appunto, contro quei trattati, in quanto avevano come riferimento un modello diverso. Oggi quei partiti, alcuni di quei partiti si sono riposizionati e ne prendiamo atto.

Tra qualche mese, l’8 e il 9 giugno, oltre 400 milioni di persone di 27 Paesi dell’Unione europea voteranno 705 deputati dell’Europarlamento. Si tratta di una elezione molto importante, perché definirà il modello di Europa che vogliamo e, soprattutto, con quali regole. Più volte lo abbiamo ripetuto nelle sessioni di Commissione.

Quando furono firmati i Trattati, gli obiettivi che si proponevano erano più pace e rafforzamento economico. Oggi, al termine dell’attuale mandato quinquennale, abbiamo la guerra alle porte e un progressivo impoverimento dei Paesi dell’Unione europea che furono fondatori di quel consesso. Possiamo dire che il nostro continente è a una sorta di bivio. Abbiamo il doppio dato della pandemia e delle guerre, abbiamo la competizione globale che ci schiaccia in qualche modo tra gli Stati Uniti e alcuni dei colossi asiatici.

Questo ci ha dimostrato quanto non siano state completamente accorte e avvedute le politiche di questi ultimi tre decenni.

Ad esempio, possiamo ricordare la delocalizzazione e poi la desertificazione produttiva dettata anche da alcune politiche, alcune appunto ultra-ambientaliste di questi anni. Ci sentiamo di definirle così.

Non può esistere autonomia strategica o sovranità della nostra Europa senza la competitività dell’Europa stessa e delle nostre imprese.

È quello che abbiamo ascoltato anche in sede di udienza conoscitiva: transizione verde, Green Deal, che però dovrebbero operare con proporzionalità e avere un approccio più realistico proprio per non andare a incidere sulla competitività e quindi permettere alle imprese di trasformare il proprio modello produttivo con le giuste tempistiche. Atteso che proprio le nostre imprese, e ce lo hanno ripetuto spesso, si trovano a dover competere con altre che hanno standard molto diversi.

Un pensiero sicuramente molto distante dal nostro ha tentato di piegare a una visione ideologica per noi oggi definita folle che doveva essere appunto una visione invece pragmatica, strategica, di sviluppo e consolidamento dell’Europa. I risultati per noi sono davanti agli occhi di tutti. Le imprese sono spesso piegate a regole anche incomprensibili che non valgono per i Paesi concorrenti terzi. Su questo tema abbiamo approvato anche diversi atti all’interno di quest’aula.

Abbiamo una tendenza alla drammatica riduzione di settori strategici come l’agricoltura e la pesca. Anche di questo ci siamo molto occupati.

Noi riteniamo che l’Unione europea debba tornare ad essere quello che doveva originariamente essere per le finalità che si era proposte.

Il rapporto conoscitivo che occupa il dibattito odierno in quest’aula è stato approvato con la delibera di Giunta 192 i primi giorni di febbraio e con esso, appunto, la relazione di conformità che contiene l’insieme di atti e di provvedimenti adottati nel 2023.

Sono atti e provvedimenti aventi ad oggetto i temi del territorio e dell’ambiente, la pianificazione regionale, la tutela dell’aria, dell’acqua, la mobilità sostenibile e il tema dell’energia, per citarne alcuni tra i più significativi.

Per il 2024, invece, ci sono 15 nuove iniziative strategiche inserite in sei obiettivi prioritari, di cui nella risoluzione si fa menzione.

Noi auspichiamo però che il nuovo Parlamento, che l’Europa voterà tra qualche mese, attui un maggiore e miglior coinvolgimento delle Regioni e delle comunità locali alla fase ascendente con una ripresa di quella che era l’idea originaria dell’Europa, delle Regioni, dei popoli e delle comunità.

Per chiudere, appunto, dove ho iniziato la prima parte di questo ragionamento, attraverso un modello di governance fondato sul principio di sussidiarietà e quindi sulla valorizzazione delle Istituzioni vicine ai territori e alle comunità.

Preso atto poi che il programma 2024 della Commissione europea è condizionato inevitabilmente dalla prossima scadenza elettorale e al termine del suo mandato, che è il 31 ottobre ,auspichiamo e confidiamo di farci portatori di una radicale modifica dei diversi dossier che sono ancora aperti, tra i quali quelli riguardanti ambiente, qualità dell’aria e agricoltura, affinché non vengano fissati target rigidi astratti, come oggi abbiamo visto, che spesso appaiono dettati da un’impostazione ideologica e non basati su evidenze tecnico-scientifiche.

Riteniamo anche necessaria una revisione delle politiche sull’immigrazione, e possiamo dire che il nostro Paese in questo senso si sta già impegnando a livello europeo sull’agricoltura, sulla prestazione energetica dell’edilizia.

È vero che siamo portatori di una visione completamente diversa e per questo auspichiamo un programma per un’Europa diversa da quella attuale, capace di valorizzare persone e specificità territoriali.

Un tema di cui riteniamo si sia parlato molto in aula, spesso nelle Commissioni e ancor più spesso negli atti di sindacato ispettivo nelle risoluzioni è quello dell’agricoltura. Se ne è parlato meno in questa Sessione e vogliamo evidenziare che è un tema invece che è stato inserito all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio europeo, a seguito di una richiesta avanzata dal nostro Paese, per tornare a parlare di un argomento che era centrale nei Trattati di Roma, ma che negli anni è stato sempre meno attenzionato dagli Stati membri, se non per imporre paletti e norme restrittive.

Alcune iniziative e misure europee hanno determinato un forte malcontento negli agricoltori. Li abbiamo visti anche davanti alla nostra sede istituzionale, li abbiamo visti per le strade e nelle piazze, praticamente sotto gli occhi di tutti.

Una parte di questi problemi che oggi gli agricoltori lamentano dipende anche dalle politiche e dalle scelte ideologiche che i Governi di orientamento diverso dal nostro, quello di Centrosinistra, hanno imposto in questi anni sia in Italia che in Europa.

Il nostro Governo in sede europea, la scorsa settimana, ha cercato di contrastare quella visione ideologica e di individuare nell’agricoltore, nel pescatore e negli operatori economici che lavorano a contatto con la natura non i nemici da colpire in nome di una battaglia contro il cambiamento climatico, ma nella figura dell’agricoltore il primo ambientalista, il bio regolatore per eccellenza, il garante anche della nostra sicurezza alimentare, tema di cui ancora si è parlato poco in questa Sessione.

Riteniamo quindi che questa categoria e questa figura debbano essere coinvolte nelle politiche di riduzione delle emissioni.

Vogliamo citare, perché è stata citata spesso, anche la vecchia PAC e ricordare che il contesto in cui era stata formulata è molto cambiato. Per questo l’Italia deve sostenere, e noi con essa – noi Regione Emilia-Romagna – la necessità di semplificare al massimo le procedure, ed eliminare con effetto retroattivo l’obbligo di messa a riposo del 4 per cento dei terreni e l’obbligo di rotazione delle colture.

La recente proposta della Commissione di revisione della PAC secondo noi va nella giusta direzione e riprende molte delle proposte italiane, ma dovrebbe proseguire, e auspichiamo che prosegua in questo senso, il lavoro in Unione europea, affinché possano esserne recepite di ulteriori, con il prossimo mandato e con un lavoro che coinvolga ancor maggiormente le comunità locali.

Anche il Gruppo di Fratelli d’Italia ringrazia i relatori per questo lavoro, gli uffici, i dirigenti e i responsabili e tutti coloro che sono intervenuti nelle Commissioni. Dobbiamo dire che quest’anno la risoluzione che ci accingiamo a votare in aula è arrivata un po’ di corsa. Ci sarebbe piaciuto poterla visionare prima e approfondire il lavoro.

Sicuramente, i temi affrontati dalla risoluzione rientrano nelle 15 iniziative, in particolare nei sei obiettivi. Sono temi anche ambiziosi, ma a nostro avviso si poteva approfondire anche su altri. Uno di questi è l’agricoltura; altri sono le questioni riguardanti i migranti, anche con riferimento ai minori, che è un tema invece pur sempre apprezzabile e affrontato, come anche quello relativo alla salute mentale.

Il ringraziamento comunque è esteso ovviamente ai relatori e a tutti gli uffici. Valuteremo in aula gli emendamenti di cui prenderemo visione tra poco.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Bondavalli, prego.

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

La Sessione europea dell’Assemblea legislativa del 2024 si svolge a pochi mesi dal rinnovo del Parlamento europeo. Dobbiamo dire che gli anni che ci hanno separato dalle ultime consultazioni europee sono stati sicuramente drammaticamente diversi da quelli precedenti e da quelli che tutti si aspettavano di vivere. Anni nei quali abbiamo toccato con mano davvero l’importanza di essere Europa, ovvero, di agire insieme muovendoci congiuntamente e su obiettivi condivisi, e ricercando soluzioni comuni, a partire dalla pandemia da Covid-19 per poi proseguire con il NextGenerationEU.

Come afferma proprio la Commissione europea, abbiamo una visione per il futuro, abbiamo un programma e abbiamo concordato di investire insieme.

Nell’attualità più stringente, stiamo vivendo per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale, una guerra di aggressione da parte della Russia sul territorio del continente europeo alle porte di casa, in Ucraina. Anche in questo caso, la risposta dell’Europa ha provato a superare quella dei singoli Stati e l’importanza per un Paese europeo di essere parte dell’Unione l’abbiamo vista in relazione alla grande catastrofe naturale che ha colpito proprio la nostra Regione, l’Emilia-Romagna, l’anno scorso. Anche in quel caso, la presenza dell’Europa è stata essenziale.

Ecco, in questi anni l’Emilia-Romagna, lo voglio ricordare in questa sede, ha poi confermato la capacità di avvalersi delle opportunità che l’Europa mette a disposizione, come i fondi di sua derivazione, al riguardo dei quali abbiamo confermato capacità di programmazione, che implica adeguatezza delle azioni previste, efficienza della spesa, efficacia degli interventi, tutto ciò nonostante, appunto, le straordinarie difficoltà che abbiamo vissuto e che stiamo continuando a vivere.

Senso di appartenenza all’Unione, appropriatezza nel coglierne le opportunità, ma anche ottica di integrazione europea. La legge regionale sui talenti, il sostegno ai processi di internazionalizzazione e la volontà di cogliere la sfida dell’intelligenza artificiale. Questo penso siano esempi emblematici al riguardo. Ricordo che il Parlamento europeo, con il voto del 13 marzo scorsi, in esito all’accordo con gli Stati membri raggiunto nel dicembre 2023, è stata la prima assemblea elettiva al mondo ad approvare una legge vincolante sull’intelligenza artificiale, nella consapevolezza di doverne fare un utilizzo ponderato, evitando effetti distorsivi.

Ecco, su questo fronte, che costituisce senza dubbio una delle principali sfide della contemporaneità, l’Emilia-Romagna ha cercato e cercherà di fare la propria parte. Si pensi al rilevantissimo investimento sulla ricerca e sull’innovazione costituito dal Tecnopolo di Bologna, che sta sorgendo, ove già si trovano il Centro meteo europeo per le previsioni del tempo e supercalcolatore Leonardo, ricordiamo, il più potente in Europa.

Avere una visione del futuro significa essere disponibili a innovare, ponendo i giovani al centro delle programmazioni, immaginandoli in un’Europa che sia per loro accogliente e amichevole. Ecco, vorrei riprendere a questo riguardo il forte richiamo che la presidente della Commissione europea ha formulato nel discorso sullo stato dell’Unione il 23 settembre 2023, insistendo proprio sulla necessità di trasformare il presente e prepararsi per il futuro come linee guida per l’Europa.

Queste parole sono poi diventate il titolo del programma di lavoro della Commissione europea per il 2024, che costituisce uno dei documenti chiave per la discussione della Sessione europea oggi in corso.

A questo riguardo a me pare importante evidenziare il lavoro che ci ha accompagnati nei confronti con le Commissioni assembleari, in particolare proprio l’attenzione dedicata alla tematica della protezione dei minori, l’obiettivo 15 allegato al programma della Commissione europea, cioè la raccomandazione sui sistemi integrati di protezione che li riguardano.

Se nel corso del 2023 si è presa in esame la garanzia per l’infanzia, vale a dire il programma quadro europeo che attiene al miglioramento delle condizioni dei bambini e dei ragazzi europei, nel 2024 abbiamo posto sotto i riflettori alcuni degli aspetti riguardanti i rischi di marginalità, con un’azione che mette in evidenza le buone pratiche che consolidano il processo di costruzione di un’Europa più forte, perché capace di essere coesa ed investire su sé stessa e sul proprio futuro.

Bambini e bambine, ragazze e ragazzi, adolescenti, giovani, sono al centro di strategie dirette a trasformare il presente e a prepararsi per il futuro.

La stessa architettura del programma di lavoro conferma questa condizione richiamata da alcuni degli obiettivi prioritari, come ad esempio quello di un’Europa pronta per l’era digitale.

Ricordo a questo riguardo l’importante comunicazione della Commissione europea presentata il 10 gennaio del 2024 al Parlamento europeo e al Comitato delle Regioni. Essa si apre sostenendo che nel 2024 i giovani europei rappresentano la generazione ad oggi più istruita, tecnologica, mobile e connessa. I giovani cittadini dell’Unione Europea riferiscono in media livelli piuttosto elevati di benessere soggettivo. Nel contempo, sono segnati dalla crisi finanziaria globale del 2008, dalla pandemia di Covid-19, dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Volatilità, incertezze, cambiamenti senza precedenti sono la normalità per i 73 milioni di giovani dell’Unione Europea, il che ha un impatto sulle loro opportunità di vita e sulla salute mentale.

Nonostante le molteplici crisi, i giovani di oggi hanno sviluppato un livello di resilienza elevato. Sono i giovani d’Europa di oggi e di domani.

Per questo è assolutamente indispensabile investire sulla tutela dei loro diritti, sul sostegno convinto alla loro crescita e alla loro partecipazione consapevole e attiva alla società e ai valori comuni alla base dell’Unione e identitari dello stile di vita europeo.

Penso che in questa logica, e anticipo anche il voto favorevole del Gruppo alla risoluzione proposta sul mandato della I Commissione che interviene sulla Sessione europea 2024, in particolare sugli indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea.

Un ringraziamento, in chiusura, va fatto sicuramente ai relatori che hanno lavorato, i relatori di maggioranza e minoranza, la collega Lia Montalti, a tutti gli uffici e in modo particolare all’assessore Paolo Calvano per l’impegno concreto su questi temi, che ci hanno portato a questa Sessione europea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Io interverrò sul tema dell’energia eolica, dell’energia rinnovabile. Il mio collega Bargi ha già rinnovato quelle che sono le nostre idee sugli errori fatti da questa Commissione europea sui temi geopolitici e strategici.

Sull’energia si è rinnovato quello che è un concetto completamente sbagliato, un’impostazione che ha visto una ricerca spasmodica di energie rinnovabili, un mix di energie rinnovabili spinte quasi tutte su fotovoltaico ed eolico, che non tiene minimamente conto dello sviluppo tecnologico e anche delle necessità dei territori.

Qual è il problema che si pone anche rispetto ai temi che abbiamo all’interno di questa risoluzione? Che queste energie non riescono a diffondersi.

Il tema è che dobbiamo sempre di più diffondere queste energie sui territori, anche a scapito delle possibilità delle nostre Amministrazioni locali di decidere delle loro sorti, delle sorti del territorio.

Lo vediamo a distanza di cinque anni, lo stiamo vedendo con il fotovoltaico a terra, lo vediamo anche nella nostra Regione Emilia-Romagna, tantissimi Comuni hanno sempre meno possibilità di poter incidere. Sta succedendo in tante zone, i Comuni, i nostri Sindaci si trovano importantissimi campi fotovoltaici a terra, che sottraggono importantissime zone di terreno agricolo, e non c’è più la possibilità di fermare questi interventi speculativi.

Il problema è che si è voluta dare un’impostazione puramente dirigistica, un’impostazione ideologica. Queste sono le conseguenze del non aver voluto ragionare su un mix di energie tutte rinnovabili, ma anche energie non rinnovabili, che potevano permettere alla nostra Europa, ai nostri Paesi, al nostro Paese Italia di competere anche con gli altri Paesi europei.

Questo è un grosso problema, che si riverbererà per i mesi e per gli anni a venire, ma noi lo vediamo anche sul nostro territorio.

Questa è una deriva che i nostri territori e che i nostri cittadini stanno in questo momento affrontando. Stiamo molto attenti a quello che succederà, ma è stato un errore devastante che stanno pagando in questo momento i nostri cittadini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Chiedo se ci sono altri in dibattito generale. Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Procederò per punti, anche perché il tempo non è tantissimo. Sicuramente, questa Sessione europea è più ristretta rispetto al passato per via delle imminenti elezioni, però trova al centro ancora il cosiddetto Green Deal, la transizione ecologica.

Quindi, è importante fare il punto proprio su queste tematiche che si ripercuotono ovviamente su tutti gli ambiti della nostra società, dall’agricoltura, alle imprese, e comunque su tutti i nostri cittadini: se pensiamo, ad esempio, alle limitazioni imposte con i vari piani programmatori, anche come il Piano Aria sull’agricoltura; se pensiamo al tema delle imprese, ad esempio con le limitazioni imposte con il programma Fit for 55, che impone una decarbonizzazione del 55 per cento, con una burocrazia enorme, che impegnerà le aziende del nostro Paese in investimenti pari a 1.120 miliardi di euro, quando i fondi relativi a questi ambiti del PNRR vengono quantificati sui 65-70 miliardi. Rendiamoci conto quindi degli sforzi che richiediamo alle nostre imprese.

D’altronde, siamo abituati a queste azioni ideologiche imposte dall’Europa. Ne abbiamo la dimostrazione anche per quanto riguarda le energie rinnovabili, l’energia pulita, ne ha già parlato il collega Occhi poc’anzi. Proprio su questo ho presentato un emendamento per andare in una direzione ben chiara, ovvero, quella di spingere ulteriormente verso la ricerca, l’innovazione.

Noi con il nostro emendamento chiediamo in sostanza di sostenere maggiormente la ricerca e l’innovazione nel campo dei materiali alternativi e sostitutivi che limitino la dipendenza dai mercati extra UE nel reperire le materie prime critiche, elemento imprescindibile per rendere realmente sostenibili gli obiettivi posti. Questo perché sappiamo benissimo tutti che per quanto riguarda le batterie, l’eolico, il fotovoltaico, abbiamo bisogno di materie prime che non si trovano sul nostro territorio europeo. È quindi fondamentale spingere verso una ricerca per trovare materiali alternativi e sostitutivi.

Poi crediamo che sia fondamentale andare verso, comunque, una politica costruita dal basso, dai territori. Qui insiste il secondo emendamento che ho presentato a mia prima firma, che chiede di rafforzare l’azione regionale nell’ambito della politica Ue per le macroregioni, quest’ambito, di cui non si sente più parlare ormai da anni, con l’obiettivo fondamentale di rendere più efficace l’utilizzo delle risorse e garantire una reale partecipazione nei processi di formazione delle politiche del diritto europeo, al fine di affrontare, ad esempio, il tema del cosiddetto bacino padano, attualmente diviso in due macroregioni, la macroregione alpina e la macroregione adriatico-ionica a cui noi partecipiamo; valutando anche la possibilità proprio della Regione Emilia-Romagna di aderire anche alla macroregione alpina, perché è una scelta non esclude l’altra. Così come la Lombardia appartiene alla macroregione alpina, la Lombardia appartiene anche alla macroregione adriatico-ionica. Quindi, per affrontare un tema così complesso dal punto di vista ambientale, economico e infrastrutturale, riteniamo opportuno proporre, appunto, di andare verso questa direzione.

Chiudo dicendo che condivido un passaggio del consigliere Fabbri. È vero, ci troviamo di fronte a un bivio, ma le scelte sono due o continuare su questa strada ideologica, che ci porterà verso un suicidio economico, oppure andare verso un cambiamento radicale delle politiche, che nascano, appunto, dal basso, dai territori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Altri in dibattito generale? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io vorrei ringraziare i relatori di maggioranza e minoranza, nelle persone del consigliere Fabbri e del consigliere Bargi, ma così anche la consigliera Montalti, per averci accompagnato nella discussione nelle varie Commissioni che ci ha portato alla giornata odierna sulla Sessione europea; tutti coloro che hanno partecipato, sia interni che esterni, al dibattito che ha composto poi l’oggetto di cui stiamo discutendo, nonché in particolar modo gli uffici dello Europe Direct, che ci ha istruito e accompagnato nei lavori di Commissione, nei lavori d’aula, nella redazione anche della risoluzione sia internamente ai lavori d’aula, sia nei lavori delle Commissioni, ma anche in iniziative anche più pubbliche, che hanno portato il dibattito non solo all’interno di questi di questi edifici, ma complessivamente nella società.

L’hanno detto molti miei colleghi. Siamo alla vigilia della tornata elettorale che consegnerà il rinnovo degli organismi non solo della Commissione, bensì anche del Parlamento e che ci spinge a fare qualche valutazione di carattere complessivo, oltre quelle specifiche di merito contenute all’interno della risoluzione, valutazioni di quelli che sono stati gli ultimi anni di mandato della Comunità europea.

Rinnoviamo gli organismi, li rinnoviamo all’indomani di alcune trasformazioni anche drammatiche a cui abbiamo assistito. Penso innanzitutto a tutto quanto il tema che ci ha contrappuntato nel corso di questa legislatura, che è stata l’emergenza pandemica. Proprio all’insediamento di quest’aula si è scatenato il momento pandemico e proprio grazie a quella che è stata l’azione congiunta, sia nella fase di gestione dell’emergenza, sia nella fase che ha seguito l’emergenza; quindi, penso da un lato a tutta quanta la campagna vaccinale, l’acquisto collettivo dei vaccini, la produttività degli stessi per garantire salute ai cittadini europei.

Così come gli interventi che hanno a che fare con NextGenerationEU che hanno premiato da un punto di vista l’Italia ma anche gli altri Paesi per quanto riguarda il riavvio di un’economia che era sembrata collassata al momento dei vari lockdown e delle chiusure che hanno riguardato tutti quanti i Paesi. Credo che quello sia il segno di come la Comunità Europea abbia saputo dare delle risposte anche concrete e pratiche rispetto a quei momenti.

Poi, molti lo hanno ricordato, anche i conflitti che ci sono oggi in corso proprio alle porte d’Europa, i drammatici sviluppi e i rischi che corriamo all’indomani di questi attentati che proprio a Mosca si sono verificati. Quindi, un inasprirsi di una situazione conflittuale molto grave e problematica.

Ho sentito dire spesso e volentieri, richiamare alle misure che oltre queste sono state approvate dalla Comunità Europea legate al Green Deal; quindi, alla capacità e la necessità di trasformare la nostra capacità produttiva di consumo energetico nonché di riduzione dei fattori inquinanti per quanto riguarda l’ambito europeo di elementi di carattere prettamente ideologico.

Io credo che ci sia ben poco di ideologico, penso che ci sia di molto pratico nel cercare di contrastare qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, che ci consegna delle tragedie dal punto di vista climatico, terribili, che traduce in una qualità dell’aria pessima che ha dei riflessi sulla salute dei cittadini e delle cittadine non solo emiliano-romagnoli, ma anche europee, e che quindi quell’indirizzo, che può essere solamente assunto in una forma comunitaria, perché le risorse dei singoli Stati non riusciranno mai ad affrontare le trasformazioni necessarie, penso che sia la strada giusta.

Una strada che prevede non solo degli elementi di carattere restrittivo, ma anche degli elementi a carattere di incentivo, tant’è che i nostri piani operativi regionali, per quanto riguarda il FESR, l’FSE, l’FSC, fino anche al Piano di sviluppo rurale, hanno inteso accompagnare questa trasformazione mettendo a disposizione delle risorse, proprio per facilitare quelle questioni che ci permettono di avere una qualità di vita, aria e clima migliore, e che quindi possono essere praticate solo attraverso il concorso di tutti gli Stati membri, solo attraverso il concorso di tutte le risorse a disposizione e non solo attraverso degli elementi di carattere normativi, che vanno intesi come elemento di sprone rispetto al fare meglio e al trasformare le nostre modalità di consumo e stili di vita.

C’è stato il richiamo di chi mi ha preceduto in particolare alla ricerca di materiali alternativi, e vorrei ricordare che sul territorio emiliano-romagnolo la capacità di innovazione per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi. Per esempio, rispetto alle batterie al litio si sta facendo e sta noi orientare le risorse perché questa ricerca si possa sviluppare. Penso alle batterie al sodio anziché a quelle al litio, perché a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, c’è un’azienda all’avanguardia da questo punto di vista, che stiamo seguendo per aiutare in quella direzione la trasformazione e la produzione, renderle maggiormente sostenibili e scalabili dal punto di vista produttivo.

Oggi quell’ambito è particolarmente osservato non solamente dal nostro Paese, ma complessivamente dall’Europa e anche dal mondo.

Abbiamo sicuramente bisogno di accompagnare la trasformazione anche del comparto agricolo. Vorrei ricordare che per la prima volta abbiamo finanziato con i fondi del Piano di sviluppo rurale la copertura delle vasche di azoto, dei liquami prodotti dalla parte agricola che invece avevano esclusivamente un obbligo; quindi, noi abbiamo accompagnato con risorse europee questa trasformazione in particolare.

Continuo a credere che il lavoro che facciamo all’interno dell’Assemblea e l’elaborazione che facciamo attraverso questi atti, come quello della risoluzione della Sessione europea in fase ascendente e quelli che hanno accompagnato anche questa legislatura, non solo nella Sessione europea, ma anche in altri momenti, siano punti centrali: da un lato per quanto riguarda l’elaborazione, quindi anche la nostra capacità dell’utilizzo, dell’impiego di quelle che sono le risorse dei fondi comunitari in maniera efficace ed efficiente deriva oggettivamente anche da quello che è il lavoro che fa la Giunta per quanto riguarda la relazione sulla Sessione europea, ma anche la nostra risoluzione. Ci servono per orientare al meglio queste risorse, e soprattutto per raccogliere le istanze degli enti locali, dei territori, del mondo produttivo, delle imprese, così come del mondo sociale.

Io penso che il lavoro virtuoso che noi svolgiamo all’interno di quest’aula ci faccia dire come la sfida che dobbiamo affrontare nella tornata elettorale di giugno, sia una sfida assolutamente importante e necessaria, soprattutto per ribadire alcuni concetti che ho provato a richiamare, quindi, la necessità di accompagnare una trasformazione in chiave di sostenibilità economica e ambientale positiva, in chiave anche di sostenibilità economica redistributiva. Non dimentichiamoci infatti che noi veniamo da… Il consigliere Bargi, il relatore di minoranza ha fatto un excursus che ha accompagnato anche il momento critico che abbiamo vissuto in Italia per quanto riguarda il 2001, quindi il diktat dell’austerity, che ha comportato degli elementi molto negativi per quanto riguarda la nostra economia.

Io vorrei ricordare anche che comunque questo Consiglio d’Europa, questa Commissione europea ha varato una novità secondo me importante e paradigmaticamente importante, come il Piano d’azione dell’economia sociale, che opera in una direzione completamente diversa da quella dell’indicazione dell’austerity di diversi decenni fa, che punta proprio a una redistribuzione dei redditi, a una lettura più equanime di quello che può essere l’elemento economico. Su questo noi ci siamo confrontati nel corso di questi anni, e io credo che il lavoro fin qui fatto e quello che culmina oggi nell’approvazione di questa risoluzione, sia un altro passaggio fondamentale da non trascurare come solo esclusivamente obbligatorio, o automatico, invece da intraprendere con maggiore slancio, proprio in ragione dell’attesa che abbiamo nei confronti delle prossime elezioni per il mese di giugno.

L’elaborazione, anche in sede europea, non credo che sia assolutamente un dato puramente amministrativo di utilizzo di risorse, non è neutra. Lo abbiamo visto anche quando abbiamo discusso in quest’aula di una risoluzione circa il tema del consenso per quanto riguarda l’elemento che ha a che fare con la violenza maschile nei confronti delle donne. Abbiamo chiaramente delle visioni differenti e sono esattamente legittime. Credo che però queste visioni differenti si possano espletare nella maniera migliore nel momento in cui discutiamo anche politicamente di questi atti e quindi diamo un indirizzo come questo, contenuto all’interno di questa risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Io parto da alcune considerazioni generali e da una preoccupazione che, come Verdi, abbiamo in questa fase, di un’Europa che sulle politiche ambientali va a passo di gambero. Dopo aver inaugurato una legislazione molto efficace dal punto di vista, appunto, della tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, vediamo invece dei passi all’indietro.

Comincio dai lati positivi. Si è puntato sulla transizione energetica, sulla transizione ecologica, sulla transizione digitale, però vediamo adesso rimangiarci degli obiettivi precedenti. Quali sono stati i passi in avanti, che ci danno anche la dimensione dell’importanza che ha stare nel quadro europeo? Ho sentito degli interventi dai banchi della minoranza, che, come sempre, davano una rappresentazione esclusivamente burocratica dell’Europa. Invece, in questa legislatura europea è successo un fatto storico. L’Europa per la prima volta, la Commissione per la prima volta ha fatto debito per aprire la strada a un programma di interventi di solidarietà e di sostegno ai Paesi che più erano stati colpiti dalla pandemia, dopo aver peraltro contribuito a mettere a disposizione, per contrastare la pandemia, i vaccini.

Quindi, passi in avanti: in risposta alla crisi economica e sociale è nato il NextGenerationEU, che in Italia è noto anche come Recovery Fund e che da noi ha preso la forma del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un piano che è accompagnato da fondi notevoli. Per il periodo 2022-2026 si parla di 750 miliardi e con la nuova programmazione finanziaria 2021-2027 arriveremo a 1.824 miliardi di euro.

Ripeto, è il primo caso di debito pubblico contratto dall’Unione europea, attraverso gli eurobond, per aprire percorsi di sostegno agli Stati membri.

Il 30 per cento del NextGenerationEU va, come noto, al Green Deal; quindi, alla transizione ecologica che è tarata sugli obiettivi di un’altra grande conquista di questa legislatura, che è la legge sul clima europea, approvata nel 2021, che dà applicazione e recepisce gli obiettivi degli accordi di Parigi del 2015 e in modo particolare stabilisce che al 2030 le emissioni di gas climalteranti vanno abbattute del 55 per cento rispetto ai livelli di emissione del 1990.

L’altro passo importante, naturalmente, è stato all’interno del NextGenerationEU, l’istituzione del Just Transition Fund, che è il Fondo per la transizione giusta che deve servire ai Paesi, alle aree più in difficoltà, di fronte all’impatto della transizione.

Per l’Italia sono stati individuati due territori, il Sulcis Iglesiente, che si è aggiudicato 367,2 milioni di euro e Taranto, per la presenza della nota acciaieria, che se n’è aggiudicati 795,6.

Questi fondi per il 30 per cento andranno a Energia Ambiente, per il 38 alla diversificazione economica, per il 32 per cento ad attutire gli effetti economici e occupazionali della transizione ecologica.

Quindi direi che fino ad adesso di ideologico c’è poco. Ci sono sostanziali pacchetti di risorse messe a disposizione.

Vorrei ricordare che, oltre alla legge sul clima, un’altra grande conquista dal punto di vista ambientale è stato il Regolamento DNSH, Do No Significant Harm, non fare danni notevoli all’ambiente.

Veniamo ai preoccupanti passi indietro che ci stanno accompagnando alla fine della legislatura e che non ispirano grandi speranze se il quadro politico si mutasse ulteriormente con una più forte presenza delle forze che si richiamano alla destra e che notoriamente sono anche quelle meno inclini ad attuare politiche ambientali.

I passi indietro più recenti cosa sono stati? È stato ritirato il provvedimento per il taglio del 50 per cento dell’uso dei pesticidi, è stata la presenza dei trattori, della protesta degli agricoltori che ha indotto Ursula von der Leyen, che evidentemente è a caccia di consensi per la riconferma, a ritirare questo provvedimento.

Invece, questo provvedimento era importante e si inseriva in un altro quadro per quanto riguarda la politica ambientale del clima e il Fit for 55, quindi essere pronti per affrontare quel taglio di riduzioni che dicevo, e invece in campo agricolo il Farm to Fork, dal campo al piatto la riduzione dell’uso dei pesticidi.

Le proteste degli agricoltori hanno ragione se protestano contro un mancato rimborso, cioè su un giusto reddito che derivi da un giusto pagamento del loro prodotto, perché oggi si trovano a produrre a costi superiori rispetto ai ricavi, e questo è sicuramente un punto che va accolto.

Considerato però che anche i pesticidi, i fertilizzanti chimici hanno dei costi, non si capisce perché difendano i produttori di tutti questi prodotti chimici, che impattano sui loro bilanci.

L’altro segnale di allarme sulla fine di questa legislatura è che venerdì scorso è stato rimandato il voto del Consiglio dei Capi di Stato e di Governo sulla Nature Restoration Law, che era stato approvato a fine febbraio in forma definitiva dal Parlamento europeo, quindi sembrava che si fosse concluso felicemente il cosiddetto trilogo tra la Commissione proponente, il Parlamento Europeo e un primo passaggio del Consiglio dei Capi di Stato e di Governo, invece, di fronte all’opposizione di molti Stati, si è preferito rimandare il voto.

Tra questi Stati, purtroppo, dobbiamo rilevare anche l’Italia, che è sotto un procedimento di infrazione. che l’Unione europea ha reso noto e avviato nel 2015, proprio perché non abbiamo una quota sufficiente di territorio protetto, tutelato.

Ieri ho depositato un’interrogazione qui, alla Giunta, perché è un problema che ha anche l’Emilia-Romagna, che non ha disponibilità di zone protette o di siti d’interesse comunitario, i SIC e le Zone speciali di conservazione, che rispetti i parametri attuali europei.

In questo percorso all’indietro che ho cercato di tratteggiare ci avviciniamo alle elezioni europee, pericolo che un aumento delle forze che si richiamano al centrodestra, possa ulteriormente indebolire il percorso virtuoso dell’Europa per quanto riguarda le politiche ambientali.

Percorso virtuoso che ha fatto da traino anche alle nostre politiche nazionali. Noi sicuramente in Italia saremo messi meno bene – peggio – se non ci fosse stata la legislazione europea, che noi dobbiamo recepire, a spingerci in avanti.

Per quanto riguarda la discussione, in particolare della Sessione europea, sugli impianti eolici, sono assolutamente d’accordo, bisogna semplificare gli iter autorizzativi, che non vuol dire non fare, ma vuol dire mettere meno zeppe. In Emilia-Romagna cioè in sei mesi è stato autorizzato il rigassificatore di Ravenna. Gli impianti eolici al largo di Rimini e quello eolico solare, Agnes, al largo di Ravenna, sono in ballo da anni.

Vengo adesso all’uso ripetuto, che ho sentito dai banchi della minoranza, dell’ideologico. Tutto quello che sembra puntare a un maggiore rigore ambientale o, nel campo delle rinnovabili, a maggiore spazio dato alle rinnovabili, viene tacciato di essere ideologico.

Io vorrei capire cosa c’è di ideologico nella decarbonizzazione, che vuol dire anche disinquinamento dell’aria, quando l’aria inquinata fa migliaia di decessi prematuri ogni anno. Cosa c’è di ideologico nei decessi prematuri? È una cosa purtroppo molto concreta. Se quindi riduciamo l’inquinamento e limitiamo – sarebbe il caso di dire se abbattiamo – queste morti premature. secondo me sarebbe un fatto molto concreto e molto poco ideologico.

Così come i danni dell’alluvione causata da eventi meteo estremi, anche questi collegati ai cambiamenti climatici. Anche l’alluvione ha dato un segnale molto concreto e poco ideologico. La conta dei danni sfiora i 9 miliardi di euro.

Concludo sull’Europa. Purtroppo, l’Europa oggi sembra un po’ – vado a concludere – quello che era la Germania degli anni ‘60 e ‘70, prima della riunificazione. Veniva definito un gigante economico e un nano politico.

L’Europa oggi rischia questo. Le politiche di difesa, la politica estera sono lontani anni luce da un vero processo di integrazione che dia al soggetto Unione europea la dignità politica. La battuta, se devo chiamare l’Europa – dicono negli Stati Uniti – non so che numero fare, purtroppo è confermata da quello che vediamo in questi tragici mesi dei bombardamenti su Gaza, che hanno già fatto oltre 30.000 vittime, e della guerra in Ucraina.

La politica estera dell’Europa non esiste e tantomeno esiste una politica comune di difesa, e questo, tra l’altro, produce anche costi maggiori, perché gli Stati europei investano in quella nazionale, investano in quella della NATO, ma non c’è investimento in quella europea.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Appare sempre più evidente a tutti che il legame tra le grandi sfide della quotidianità a livello locale e nazionale con la dimensione europea sia sempre più stretto e diretto. Ormai non è più un tema soltanto da addetti ai lavori, per fortuna.

Quello di cui oggi stiamo dibattendo assume un’importanza centrale nella discussione politica, se è vero, come è vero che, come istituzione intermedia, la Regione è tenuta a fornire un proprio contributo attivo al processo decisionale dell’Unione europea e ad essere una vera e propria antenna per intercettare le esigenze e i bisogni dei cittadini. I temi forti di questo dialogo politico non mancano: la transizione ecologica, il contrasto al divario digitale, il risparmio energetico, il welfare. La Sessione europea funge da appuntamento istituzionale particolarmente utile e sentito, anche proprio per un confronto franco sul futuro dell’Unione europea.

A maggior ragione in questa fase politica caratterizzata dall’appuntamento con le elezioni europee del prossimo giugno, la Sessione europea rappresenta anche l’occasione ideale per fare un bilancio di cinque anni caratterizzati da momenti difficili, legati a crisi profonde che hanno posto l’Unione europea di fronte a sfide inimmaginabili fino ad ora, dalla pandemia alle guerre, dalle crisi energetiche ai disastri ambientali.

Proprio in queste fasi emergenziali l’Unione europea ha saputo reagire e dare risposte e supporto ai Governi nazionali. Sono state stanziate le risorse del NextGenerationEU ed è stato promosso un processo di transizione energetica e digitale finalizzato allo sviluppo economico e sociale sostenibile dei nostri territori.

Il confronto, come su ogni altro aspetto che contraddistingue, in particolare, questa consiliatura regionale, deve partire sempre dall’ascolto dei territori per raccogliere esperienze diverse che nascono dal dialogo con tutti gli stakeholder e segnalate le iniziative a livello locale.

Non dobbiamo mai dimenticare di essere al fianco dei nostri cittadini per diventare protagonisti anche in Europa. Per questo è importante essere sempre aperti all’ascolto dei contributi che arrivano anche da associazioni, altri Enti e istituzioni e dalla società civile.

Ora che però è chiaro a molti, se non a tutti, come anche in considerazione delle gravi tensioni internazionali che stiamo vivendo sia necessaria sempre di più l’Europa, credo che anche dalla Regione Emilia-Romagna debba arrivare una spinta forte all’allargamento dell’Unione europea, che nei fatti significa rafforzare la democrazia e i diritti essenziali di donne e uomini. Significa essere un interlocutore più forte e più credibile dinnanzi alle mega potenze internazionali che si stanno prendendo sempre di più la scena senza considerare invitati i terzi.

La coesione forte tra gli Stati di questa parte del mondo è a mio avviso oggi ciò che può rappresentare un equilibrio essenziale, un elemento di stabilità economica e politica e un elemento di pace che è oltremodo necessario e auspicabile.

Il sogno quindi degli Stati Uniti D’Europa non deve più rimanere tale e la situazione geopolitica internazionale, è evidente, lo reclama.

Come Regione Emilia-Romagna, quindi, intendiamo fare la nostra parte nell’integrazione europea anche contribuendo ai percorsi di Stati che oggi non fanno ancora parte dell’Unione.

Del resto, proprio la nostra Regione vanta una storia di avanguardia nell’integrazione europea e nel fare tesoro delle opportunità che dall’Europa ci arrivano e ci sono arrivate.

Basti pensare ai risultati raggiunti appunto con il NextGenerationEU, un programma senza precedenti che ha previsto investimenti per centinaia di miliardi di euro.

Per il futuro ci sono diversi temi che dovremmo monitorare molto da vicino, fornendo come sempre un contributo regionale nelle due diverse fasi, quella propositiva e quella attuativa delle decisioni europee.

In particolare, citerei temi caldissimi che ogni giorno sono sul nostro tavolo: a cominciare dalla spinosa questione dell’intelligenza artificiale; senza ovviamente dimenticare le fonti energetiche rinnovabili; la difesa del suolo per prevenire, per quanto possibile ovviamente, le catastrofi naturali che hanno colpito anche l’Emilia-Romagna in modo così violento; e il tema della salute per non farci mai trovare impreparati di fronte ad eventuali emergenze sanitarie.

Un’attenzione alla sostenibilità che, come ripeto spesso, deve essere graduale e ponderata soprattutto in campo economico. Bene la transizione ecologica ma sempre tenendo presente che l’approccio deve essere pragmatico e realistico.

È fondamentale infatti che pur mitigando l’impatto ambientale il nostro tessuto economico resti ancora competitivo sullo scenario mondiale con il quale si misura e che contribuisce in maniera determinante al benessere e alla pace sociale di questo territorio.

Bene il Green Deal, quindi, ma senza far sì che l’ideologia porti all’entrata in vigore di direttive e regolamenti che aumenterebbero la pressione sulle imprese e le incombenze burocratiche in maniera eccessiva.

Occorre certamente una politica industriale europea ancora più forte e sarà decisivo rafforzare gli investimenti su settori strategici quali il digitale. L’Europa ci serve, ma noi serviamo all’Europa, e da questo virtuoso rapporto passa anche il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini emiliano- romagnoli.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Altri in dibattito generale? Non ci sono altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, chiedo se vogliano fare un’eventuale replica i relatori, il consigliere Fabbri e il consigliere Bargi. Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Si può intervenire, poi, sulla presentazione degli emendamenti?

 

PRESIDENTE (Petitti): Si. Dopo le conclusioni della Giunta, avete lo spazio per gli emendamenti.

 

FABBRI: Visto il tempo risicato, io magari farei quello poi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene anche per lei, consigliere Bargi?

A questo punto, passiamo alle conclusioni della Giunta.

Passo prima la parola per un intervento all’assessore Felicori e poi all’assessore Calvano.

Prego, assessore Felicori.

 

FELICORI, assessore: Grazie, presidente.

Ho chiesto di intervenire su un tema specifico mio, che è quello delle politiche culturali.

Parto da un atto di fede: io mi considero un europeista radicale e anche un federalista radicale. Questo non impedisce, anzi impone un approccio critico con lo stato attuale dell’Unione, perché mentre è assolutamente giusto difendere l’Unione dalle spinte centrifughe volte a disgregare e far arretrare questa grande conquista dell’Europa, è anche giusto mantenere un profilo riformista verso le Istituzioni europee, in particolare, credo proprio in campo culturale, dove noi vediamo un vuoto.

Possiamo dire senza timore di essere smentiti che le politiche culturali sono la cenerentola delle politiche europee.

C’è una ragione fondante di questo, ed è che all’epoca, alla grande epoca costituente dei Trattati la cultura fu considerata, secondo il principio di sussidiarietà, materia degli Stati nazionali, quindi non si diede nel campo della Commissione tutto lo spazio, i finanziamenti e le risorse.

Questo è stato un atto legittimo: si trattava di costruire un continente, avendo a mente la necessaria e importantissima difesa delle culture nazionali, delle lingue nazionali. Si doveva scongiurare quindi il rischio che un’Istituzione continentale andasse a detrimento delle identità nazionali e regionali. Però di fatto si è rivelata una scelta un po’ contronatura, perché poi la cultura ha trovato mille modi per affermarsi anche nelle politiche europee. Come vedete, abbiamo addirittura un commissario, e poi avete visto che al di là dei pochi fondi che vanno alla cultura, in realtà spese culturali si fanno in settori che sono invece strategici per l’Europa. Pensiamo a tutto il mondo del digitale e dell’informatica, che invece è centrale per la Commissione, dove avendo bisogno di contenuti si vanno a cercare i contenuti proprio nella cultura, per questo sviluppo, e lì la cultura ha trovato grande spazio.

Ora, il tema per il futuro è: vogliamo continuare così, va bene così? O invece non si tratta di dare luogo ad una riforma profonda, proprio per dare forza, dico io, al limite delle riforme dei Trattati, per mettere la cultura al centro delle politiche europee, per una ragione fondamentale: che da quei tempi ad oggi è cambiata una cosa non piccola, cioè che il termine “europeo” oggi si pone non tanto nel rapporto Europa-Stati, quanto nel rapporto continente europeo con tutti gli altri sistemi continentali. In una sola parola, è cambiato il fatto che la globalizzazione ha fatto passi da gigante, ed anche nel campo delle lingue, delle culture nazionali, financo dei dialetti, se abbiamo la possibilità di salvaguardare, di sviluppare, com’è giusto e necessario, tutte le grandi tradizioni culturali, il problema non è più l’Europa, ma il problema è la competizione fra l’insieme delle culture europee e le culture degli altri continenti.

Noi, allora, dobbiamo dirci che, mentre abbiamo tanti strumenti per fare scambi fra le città europee, abbiamo tanti strumenti per politiche culturali infra-europee, non abbiamo nessuno strumento per la competizione a livello mondiale fra il sistema Europa, il sistema Asia e il sistema delle Americhe, quando invece la competizione fra continenti è il tema di oggi e non può essere limitato solo alla competizione economica, alla competizione tecnologica, ma proprio per esistere anche nel campo economico e tecnologico, deve affermarsi anche nel campo della cultura e politiche culturali.

Per cui, secondo la mia idea, si tratta di aprire una nuova stagione delle politiche culturali continentali per il dialogo, il confronto, la cooperazione, ma anche la competizione con gli altri sistemi continentali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Felicori.

Prima di passare la parola all’assessore Calvano, salutiamo dal pubblico le nostre ospiti, le funzionarie albanesi che stanno svolgendo un tirocinio presso la Regione. Benvenute.

Prego, assessore Calvano.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie a tutti i consiglieri. Il ringraziamento è sincero perché, come ogni anno, la Sessione europea è stata una grande occasione di confronto fra i consiglieri, di confronto con la Regione Emilia-Romagna e con gli stakeholder dell’Emilia-Romagna. Quindi, un lavoro importante è stato fatto dai relatori. Ringrazio la consigliera Montalti, il consigliere Fabbri, il consigliere Bargi; un lavoro importante della politica, ma anche di tutte le nostre strutture tecniche, che vedo qua rappresentate anche in aula e che ringrazio moltissimo, sia per il versante dell’Assemblea sia per quanto riguarda il versante della Giunta, perché il passaggio della Sessione europea è un passaggio mai solamente formale in Emilia-Romagna, ma è un passaggio sostanziale, nel quale l’Emilia-Romagna prova a dare un contributo importante alla legislazione europea e al percorso di integrazione europea. Su questo tornerò a breve.

Ci avviciniamo indubbiamente alla campagna elettorale per le elezioni europee. Sta finendo la legislatura 2019-2024. Mi permetto un auspicio, che non sia una campagna elettorale che vede contrapposto chi dice Unione europea “sì” e chi dice Unione europea “no”, ma che sia un confronto su Unione europea “come”. Perché indubbiamente l’Unione europea ha bisogno dei contributi di tutti per poter crescere, sia in termini del contributo dei diversi Stati, sia del dibattito politico dentro i diversi Stati e tra le forze europee.

Unione europea come, significa anche interrogarsi a che punto siamo rispetto al mercato unico europeo. Lo dico riprendendo alcune riflessioni che l’allora presidente della Commissione europea, Romano Prodi, fece nel 2001 quando si confrontò con il Parlamento europeo sullo stato dell’Unione.

Oggi, indubbiamente, abbiamo fatto grandi passi avanti sul mercato unico, però ci sono ancora dei gap che dobbiamo colmare.

Lo dico pensando, ad esempio, ai beni. Forse in tema di circolazione dei beni e dei prodotti siamo allo stato più avanzato. Indubbiamente ci sono alcune cose che sono ancora escluse dal mercato unico dei beni, in particolare sul tema della difesa, perché come sapete le industrie belliche di ogni Stato sono escluse dalla regolamentazione europea e ogni Stato si regola autonomamente. Però, rispetto ai beni credo che siano stati fatti davvero molti passi avanti.

Un po’ meno probabilmente sul versante dei servizi. Perché ci sono regole ancora molto diverse, perché sul versante dei servizi, ad esempio, non c’è ancora il pieno riconoscimento delle qualifiche tra gli Stati all’interno dell’Unione europea e questo limita obiettivamente le relazioni tra gli Stati in particolare, appunto, su questo tema legato al terziario.

Oggi ci sono ancora paradossalmente vincoli rispetto anche alla mobilità delle persone. Indubbiamente abbiamo fatto grandissimi passi avanti dotandoci della moneta unica, così come dandoci la possibilità di viaggiare, di muoverci in Unione europea in modo libero.

Però, vi sottopongo un dato in rapporto agli Stati Uniti d’America. In America, un americano su tre vive in uno Stato che non è il suo Stato di origine. In Europa questa cosa avviene solo per un europeo su 20.

Quindi, la mobilità delle persone in realtà è ancora molto più bassa di quello che avviene negli Stati Uniti d’America, perché? Perché ci sono obiettivamente una serie di vincoli, una serie di ostacoli. Il primo è di carattere linguistico; il secondo è il riconoscimento, lo dicevo prima, sul versante dei servizi dei titoli tra i diversi Stati e tra le professioni.

L’altro aspetto è che i sistemi pensionistici tra di loro non sono uniformi e questo è un ostacolo enorme per chi avvia la propria attività professionale in uno Stato e magari vuole trasferirsi in un altro, così come ci sono enormi differenze di carattere fiscale, dei sistemi fiscali tra gli Stati.

Questo ultimo aspetto rende anche più complicato il completamento del mercato unico europeo sul versante dei capitali, e abbiamo un grande interesse anche come Italia affinché il mercato dei capitali sia un mercato il più possibile libero. Lo dico rispetto a un Paese, l’Italia, e all’Europa nel suo insieme, che è un sistema fortemente banco centrico, un sistema dove la crescita delle imprese è fortemente vincolata alla capacità del credito di sostenere quelle imprese.

Ad esempio, come Emilia-Romagna, per superare un sistema fortemente incentrato sulle banche, abbiamo deciso di mettere in campo strumenti innovativi, anche utilizzando fondi europei. L’operazione che è stata fatta sui basket bond e quindi sui mini-bond che mettiamo a disposizione delle imprese, soprattutto di quelle che vogliono investire sul versante green, va in questa direzione, cioè di consentire, attraverso i fondi europei, di dare alle imprese la disponibilità di risorse fuori dal sistema strettamente bancario.

Basta vedere la differenza enorme anche qui tra Unione europea e Stati Uniti d’America rispetto all’impatto del venture capital sullo sviluppo delle imprese, molto più basso in Europa, molto più avanzato negli Stati Uniti.

Nella circuitazione dei capitali, quindi, occorre agire, ovviamente anche qui su un rafforzato sistema di regole. Lavorare sul mercato unico europeo e sul suo rafforzamento implica e porta con sé anche un lavoro che dobbiamo fare sull’allargare i confini dell’Unione europea, quindi sul rafforzare il processo di integrazione.

Anche qui, come Emilia-Romagna stiamo cercando di dare il nostro contributo. Nel momento in cui mettiamo in campo un progetto di cooperazione territoriale europea (ringrazio i nostri uffici per questo) che coinvolge 10 Stati, di cui 5 in preadesione, tra cui anche l’Albania, credo che sia uno di quei segnali nei quali l’Emilia-Romagna come Regione vuole essere protagonista di una maggiore integrazione degli Stati all’interno dell’Unione europea.

In quel progetto di cooperazione territoriale abbiamo inglobato anche la Repubblica di San Marino, con cui di recente abbiamo avviato il processo per la riscrittura dell’accordo di collaborazione. Come Regione, quindi, ci facciamo anche carico di allargare i confini della nostra Unione.

Il progetto che citavo prima, di cooperazione territoriale europea, è il progetto ADRION, un progetto che avevamo già preannunciato nella Sessione europea dell’anno scorso e che oggi è diventato qualcosa di estremamente concreto. Abbiamo a disposizione 160 milioni di euro; ne abbiamo messi a terra 85, attraverso un bando che recentemente ha visto promossi 67 progetti che hanno visto coinvolti 662 beneficiari in tutti e 10 i Paesi inseriti all’interno del programma; 12 di questi progetti hanno sede, base, partnership in Regione Emilia-Romagna. Li presenteremo in un evento proprio il 3 aprile a Ravenna.

L’Unione europea però ci ha detto, in particolare durante la fase del Covid, che vuole essere un’Unione europea più vicina alle emergenze e alle nuove opportunità che stanno emergendo. Tra queste c’è indubbiamente il tema della transizione digitale. È emerso in maniera importante all’interno del dibattito quanto oggi la gestione dei dati e l’utilizzo dei dati sia un elemento strategico, di competitività degli Stati: “data is the new oil”, i dati sono il nuovo petrolio, sono il petrolio di questo millennio. Il loro utilizzo e la loro tutela è fondamentale: pensate a quanto oggi in quei dati che sono contenuti in un cloud ci sta la nostra vita, le nostre propensioni al consumo, i nostri desideri. Ci sono un po’ anche dei nostri segreti dentro quel cloud.

Allora è fondamentale che i sistemi si mettano insieme per proteggere quei dati, per fare in modo che ci sia un utilizzo adeguato di quei dati. L’atto fatto dall’Unione europea, prima realtà al mondo, che mette in campo un atto su come utilizzare al meglio l’Intelligenza Artificiale, credo che sia un segnale enorme delle potenzialità che ha l’Unione europea nel momento in cui riusciamo a realizzarla appieno.

È chiaro che Unione europea significa anche politica di coesione, e lo sa bene l’Emilia-Romagna. Noi attraverso le politiche di coesione dei fondi strutturali abbiamo fatto tante cose, tante cose che i cittadini hanno potuto toccare con mano. Pensate alle tante centinaia di corsi di formazione che vengono fatti tutti gli anni in Emilia-Romagna: quella è Unione europea. Pensate a molte delle infrastrutture sociali che sono realizzate nei nostri Comuni, dai più piccoli ai più grandi: quella è Unione europea. Pensiamo agli interventi fatti sulla mobilità sostenibile. Lì c’è l’Unione europea.

L’Unione europea è qualcosa di molto concreto. Spesso viene descritta esclusivamente come un insieme di vincoli. In realtà i vincoli, quei vincoli sono controbilanciati da tante opportunità. È chiaro che deve essere un’Unione europea capace di gestirli quei vincoli nel momento in cui li impone. Faccio un esempio proprio sulla transizione green, perché, al pari della transizione digitale, anche la transizione green, merita l’adeguata attenzione dell’Unione europea. La norma che è stata fatta sull’efficientamento delle nostre case è indubbiamente una norma che deve andare avanti, che non può essere fermata. Però, attenzione, se l’Unione europea non accompagna queste norme con l’adeguata vicinanza alle famiglie e alle imprese che non ce la fanno, rischiamo che la transizione green, così come la transizione digitale, anziché rappresentare un’opportunità, diventa nuovo elemento di frattura tra chi ce la fa e chi non ce la fa.

Questa cosa non possiamo permettercela. Su questo dobbiamo assolutamente lavorare, anche fare debito comune, così come è stato fatto durante il Covid, se vogliamo creare le condizioni affinché la transizione digitale, energetica ed ecologica sia un qualcosa che non crea divisioni. Dobbiamo fare in modo di creare le condizioni affinché le persone possano pensare e preoccuparsi della fine del mondo, perché non hanno il problema della fine del mese. Se le persone hanno il problema della fine del mese, fanno fatica a entrare in empatia con il problema che c’è oggi del rischio della fine del mondo, e credo che l’Unione europea debba servire anche a questo, a far sì che le persone non abbiano il problema della fine del mese e possano quindi avere lo sguardo proiettato al futuro.

Come Emilia-Romagna, da questo punto di vista, gli sforzi che stiamo facendo sono tanti, anche attraverso un adeguato utilizzo dei fondi a nostra disposizione. Grazie anche al PNRR, ovviamente integrato con i fondi strutturali, oggi a disposizione dell’Emilia-Romagna, in questa legislatura europea, sono arrivati dieci miliardi di euro, una dote enorme che l’Emilia-Romagna sta cercando di utilizzare al meglio. La Ragioneria generale dello Stato ha certificato che siamo stati tra il 2014 e il 2020 tra le Regioni che meglio e di più hanno utilizzato i fondi europei. Abbiamo speso il 109 per cento delle risorse messe a nostra disposizione, cioè non solo quelle che c’erano state assegnate, ma anche le quote premiali siamo riusciti a spendere nei tempi che l’Unione europea ci chiedeva.

Questo deve essere un elemento di orgoglio, ma anche uno sprone a fare di più e a sfruttare al meglio tutte le opportunità che avremo a disposizione. La politica di coesione ha un senso se ad esserne protagoniste sono le Regioni.

Lo dico perché c’è una tendenza degli Stati nazionali, anche del nostro attuale Governo, a chiedere una nazionalizzazione delle politiche di coesione. Attenzione, è un errore enorme, perché quel dato di spesa che citavo prima rispetto all’Emilia-Romagna è un dato di spesa legato al fatto che in Emilia-Romagna ci sono strutture e un sistema economico efficiente capace di spendere quelle risorse ma legato al fatto anche che quelle risorse vengano spese dalle Regioni e quindi in un contesto di maggiore prossimità rispetto alle esigenze dei cittadini.

Occorre rifuggire, da parte dei Governi nazionali, dalla tentazione di nazionalizzare le politiche regionali, perché si rischierebbe di creare un cortocircuito molto pericoloso e certamente dannoso.

Lo dico anche rispetto al PNRR. Ci sta che un Governo si preoccupi di spendere quelle risorse entro i tempi previsti e che quindi rimoduli il PNRR anche con l’obiettivo di poter realizzare nei tempi previsti quello che deve essere previsto. Però, attenzione, perché se nel fare questa rimodulazione si lasciano territori, città, Comuni, Regioni, in un contesto di totale incertezza, si rischia di metterci una pezza che in realtà è peggiore del buco che si vuole andare a coprire.

Lo dico perché è un rischio che stiamo correndo, ed è un rischio che invece non dobbiamo correre anche grazie all’adeguata collaborazione con i nostri livelli locali.

Tratteremo il tema anche durante la giornata di oggi quando si parlerà di sanità, però il rischio che le scelte fatte sulla rimodulazione del PNRR agiscano sugli investimenti che le Regioni hanno già programmato sui territori, c’è ed è enorme, e non possiamo permettercelo perché il Covid ci ha chiesto di fare più investimenti sul territorio dal punto di vista sanitario.

Le scelte che recentemente sono state fatte rispetto al PNRR su questo tema vanno nella direzione opposta, o rischiano di portarci nella direzione opposta, e non possiamo permettercelo. Non dobbiamo permettercelo.

Concludo, che è finito il tempo a mia disposizione. L’Europa deve essere centrale anche nei percorsi di pace. Non c’è coesione se non c’è pace, non c’è pace se non c’è coesione. Deve essere una cosa che l’Europa deve fare sua.

Il pronunciamento dell’ONU sul cessate il fuoco è un pronunciamento importante, perché la guerra, purtroppo, determina gli orrori che stiamo vedendo e che purtroppo in alcune realtà stanno vivendo.

Credo che l’Unione europea debba farsi carico di tutto quello che può fare per garantire adeguati processi di pace, attraverso uno sforzo negoziale importante che probabilmente solo l’Unione europea come Unione europea può mettere in campo.

Concludo con una citazione di uno degli ex presidenti della Commissione europea, Romano Prodi. Colgo l’occasione anche per esprimere un plauso alla scelta del Comune di Bologna di attribuirgli l’Archiginnasio d’oro, perché il professor Prodi, il presidente Prodi con quello che ha fatto in Europa non ha dato un beneficio solo all’Europa, non ha dato un beneficio solo all’Italia, ma ha dato un beneficio importante all’Emilia-Romagna e alla sua Bologna. Per questo il premio credo che sia il giusto riconoscimento e, nel dire questo faccio mie le sue parole in quel discorso del 2001 sullo stato dell’Unione, quando disse che “la costruzione europea è l’avvenimento più importante della seconda metà del XX secolo”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

A questo punto, passiamo al dibattito generale sugli emendamenti.

Ricordo che sono pervenute sette proposte di emendamento: due a firma dei consiglieri Bargi, Occhi e Catellani; una a firma della consigliera Stragliati; un emendamento a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Occhi e Catellani; uno a firma dei consiglieri Bargi, Occhi, Montevecchi e Catellani; uno a firma dei consiglieri Marchetti Daniele e Occhi; uno a firma dei consiglieri Fabbri e Bargi.

A questo punto, sugli emendamenti passo la parola alla consigliera Stragliati. Prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Intervengo per illustrare un emendamento che ho ritenuto opportuno presentare, che fa riferimento al capitolo della risoluzione relativo alla protezione minori.

Sottoscrivo l’intervento della collega Soncini, le tematiche trattate in risoluzione sono assolutamente cogenti, sono tematiche importanti e attuali, le proposte che vengono fatte sono proposte di buonsenso, in particolare per quanto riguarda il ruolo dei social network e le problematiche connesse all’uso e all’abuso che tanti minori già in tenera età fanno di questi strumenti digitali, con tutto ciò che diceva la collega Soncini, in riferimento agli influencer che possono veramente determinare lo sviluppo anche di problematiche di tipo psicologico in tanti minori.

Sono assolutamente d’accordo: ho cercato con il mio emendamento di fare una proposta in più, che potesse in qualche modo rappresentare un valore aggiunto rispetto alle proposte relative alla protezione minori, in quanto oggi si parla tanto – ne abbiamo parlato anche in Commissione V, ringrazio anche la presidente Francesca Marchetti, con cui mi sono confrontata, oltre che la collega Soncini – di povertà educativa, ed è purtroppo una realtà sempre più concreta. Io ho potuto sperimentare non solo dal punto di vista politico ma anche professionale, lavorando da tanti anni in tutela minori che vi è la necessità di finanziare, ed è proprio questa la direzione e il focus che ho voluto dare al mio emendamento, spazi, nuovi spazi educativi, rivolti ai minori in età preadolescenziale e adolescenziale in orario extrascolastico. Spesso, infatti, questi minori in età evolutiva, terminata la scuola, sono abbandonati a loro stessi, per problematiche di fragilità familiari, genitori che lavorano, o che comunque presentano scarse competenze genitoriali, quindi questi ragazzi sono abbandonati a loro stessi. Spesso si coalizzano in gruppi, a volte anche in quelli che vengono definiti branchi, spesso compiono atti di vandalismo, si coalizzano in baby gang e purtroppo tirano fuori il peggio di sé.

Io vedo invece che i giovani che vengono coinvolti in centri educativi diurni possono avere la possibilità di stare in contesti educativi sani, con personale specializzato, in questo caso educatori, che li aiutano nello svolgimento dei compiti, danno loro importanti rimandi educativi e aiutano questi ragazzi a sviluppare le proprie attitudini e i propri talenti.

Ritengo quindi che sia importante dare a questi ragazzi e alle loro famiglie questo tipo di opportunità, questo tipo di supporto, supporto che viene garantito anche agli enti locali, perché gli enti locali, i Sindaci, gli amministratori locali avrebbero intenzione o di ampliare centri educativi in essere, oppure di avviarne di nuovi, ma mancano le risorse di tipo economico. Penso quindi che questa possa essere l’occasione per far arrivare in Europa questo tipo di messaggio rispetto alla necessità di potenziare la presenza di centri educativi sui nostri territori. Ritengo che sia una proposta di buonsenso e che possa essere condivisa anche dalla maggioranza, in quanto ritengo che, quando si parli di educazione dei giovani, questo rappresenti un importante investimento sul futuro.

Da quel che mi è stato detto, questo emendamento verrà accolto e quindi davvero ringrazio i colleghi di maggioranza per questa apertura, in particolare il collega Marco Fabbri, relatore di maggioranza odierno, la collega Lia Montalti e Stefano Bargi, relatore di minoranza, per cui, ecco, questa è un po’ la proposta che mi sono sentita di portare avanti e penso che davvero rappresenti un’importante opportunità su cui continuare a lavorare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Altri sugli emendamenti? Ricordo che gli interventi sugli emendamenti prevedono dieci minuti per Gruppo. Io non ho richieste.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Vorrei ringraziare e chiedere anche se posso sottoscrivere l’emendamento presentato dal consigliere Marchetti circa la ricerca e il reperimento di materie prime critiche extra, quelle per approvvigionarsi di materia per quanto riguarda i materiali di riutilizzo per l’energia pulita, anche oltre a quelle che sono materie che dipendono da Stati esteri. Quindi, l’esempio che facevo precedentemente rispetto a questa azienda sul territorio emiliano-romagnolo che produce batterie di accumulo al sodio, quindi materiale assolutamente reperibile perfino nelle nostre coste romagnole, per intenderci, ci potrebbe consentire effettivamente di progredire rispetto a una transizione dell’utilizzo dell’alimentazione elettrica in una chiave positiva, senza dover avere preoccupazione sia dal punto di vista dello smaltimento, perché ovviamente il sodio è molto più facile da smaltire del litio, così come per quanto riguarda il reperimento della materia stessa.

Quindi, credo che questo vada proprio appunto in una direzione positiva e che è l’esempio di come effettivamente l’indirizzo che può arrivare dal Green Deal e quindi la restrizione che il Green Deal comporta rispetto ad alcune norme che io ritengo essere positive, perché ci accompagnino verso una transizione ecologica ed energetica positiva, ci possano anche scatenare una capacità di inventiva positiva nell’andare a rintracciare degli strumenti.

Del resto, mi dispiace non ci sia l’assessore Felicori, però del resto anche la cultura proprio all’interno dell’ambito delle restrizioni può trovare delle soluzioni molto inventive, molto positive. Lo è, per esempio, la letteratura combinatoria dell’Opificio di letteratura potenziale e via dicendo.

Infine, vorrei anche fare un ultimo passaggio, perché nella risoluzione non è presente, credo che sia stato anche corretto non presentare un emendamento in questo senso, nel senso che abbiamo affrontato già con un atto di indirizzo all’interno di quest’aula il tema, però vale la pena rimarcarlo, mi serve anche per ribadire come l’indirizzo della Comunità europea possa essere assolutamente utile su temi rilevanti come quello della violenza di genere.

Noi abbiamo affrontato qualche seduta fa una risoluzione, a prima firma Mori, circa un tema legato alla definizione del consenso in ambito di violenza maschile sulle donne.

Io credo che cosa che non trova eco all’interno di questa risoluzione ma ha trovato eco nella risoluzione dell’anno precedente e anche della posizione dell’Emilia-Romagna che ha contribuito a costituire, così come viene riportato anche per altri due emendamenti a prima firma Fabbri, comprendendo nella posizione italiana sulle proposte di atti europei in questione quella che è stata la discussione che abbiamo fatto in Commissione Parità e in Commissione I nella sessione europea passata. Tenendo presente che quel dibattito che ancora non si è esaurito, che purtroppo si è interrotto proprio in vista di quelle che sono le elezioni europee, rischia di derubricare il tema del consenso a un atto ultroneo rispetto alla persecuzione dei procedimenti penali nei confronti di coloro che praticano la violenza maschile nei confronti delle donne.

Quello mi sembra un esempio di quanto e come un indirizzo chiaro e politicamente rilevante, non solo della risoluzione della nostra sessione europea, ma complessivamente dell’elaborazione della Regione Emilia-Romagna e chiaramente anche di indirizzo e di prospettiva per quanto riguarda le prossime elezioni europee, sia determinante per far sì che il grado di civiltà di questo continente non arretri, ma tenga la barra dritta sul tema del rispetto della parità di genere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo sugli emendamenti e in particolare sull’emendamento del collega Marchetti che citava poc’anzi il consigliere Amico e che mi vede favorevole, quello che riguarda in particolare il sostegno alla ricerca e all’innovazione nel campo dei materiali alternativi, proprio per diminuire la dipendenza dai Paesi fuori dall’Europa.

Forse il consigliere Marchetti si sorprenderà, però è una cosa che condividiamo, è un tema che abbiamo sempre posto quello di provare a costruire una filiera che sia italiana da questo punto di vista per quanto riguarda gli strumenti che concorrono alla sostenibilità ambientale, che comprendono anche le materie prime.

Qui voglio collegarmi, ringraziando anche, ovviamente, gli uffici e lo Europe Direct per il lavoro svolto, sul tema della sostenibilità ambientale, affrontato anche a livello europeo. Prima veniva citata la Direttiva case, che credo sia uno strumento particolarmente importante alla luce anche delle azioni che questo Governo ha portato avanti. Penso allo smantellamento di una misura analoga voluta dal Movimento 5 Stelle, che è quella del Superbonus 110 per cento, che andava in quella direzione, rendere le nostre case più efficienti dal punto di vista energetico e limitare le emissioni.

Lo dico perché, come tutti sappiamo, ci troviamo nella Pianura Padana, nel bacino padano, e abbiamo gravi problemi di qualità dell’aria, però lo dico in relazione a ciò che diceva l’assessore, ovvero al fatto che servono risorse che accompagnino questa direttiva.

Io aggiungo che serve un’azione forte da parte della Regione, cioè non possiamo pensare sempre di spostare il focus e la palla in un altro campo, perché la Regione, da questo punto di vista, ha delle responsabilità e le ha a maggior ragione da un evento che, dal mio punto di vista, è uno spartiacque: l’alluvione del maggio scorso, che ci deve portare a fare una riflessione rispetto alle politiche che la Regione ha portato avanti fino ad oggi.

Penso che questo tipo di politiche che ci vengono dall’Europa, ma penso anche, per esempio, alle comunità energetiche che la Regione, anche attraverso il lavoro fatto in Commissione, alla legge che quest’Assemblea ha approvato, di cui sono stata relatrice, ha voluto sostenere, questo tipo di politiche la Regione debba abbracciarle, però lo debba fare anche avendo a mente quali sono le prerogative di questo ente.

E torno al Superbonus 110 per cento. Sappiamo che da questo punto di vista abbiamo dei grossi problemi in relazione alle azioni fatte da questo Governo. Penso che la Regione, come viene chiesto anche dagli esodati del superbonus, possa fare dei passi in avanti e possa agevolare la cessione dei crediti. Lo dico perché da questo punto di vista stiamo tutti aspettando delle risposte. Ci sono dei tempi stretti e ci sono persone, ma anche imprese che sono in grossa difficoltà. Voglio ricordare che questo strumento fu fatto sì per questioni ambientali, ma anche per rilanciare tutto il comparto edilizio che ha vissuto e sta vivendo una forte crisi.

Va bene allora sostenere e chiedere che vengano stanziate risorse, e anche qui, lo dico, bisogna fare una battaglia anche come Regioni, che in questo momento mi sembra molto debole per quanto riguarda le politiche da attuare nel bacino padano. Però io credo che non ci si debba mai dimenticare che ci sono delle prerogative che la Regione può esercitare e deve, assessore, esercitare rispetto a ciò che il Governo sta facendo per quanto riguarda il Superbonus, che va nella medesima direzione della direttiva case.

Ribadisco: noi qui abbiamo rispetto ad altre Regioni un problema maggiore, perché viviamo nel bacino padano. Noi allora come dico sempre, come Regione dovremmo metterci alla testa di queste battaglie provando a fare la nostra parte. In questo caso fare la nostra parte si traduce non nell’aspettare che sia l’Europa a dirci che cosa dobbiamo fare, ma assumerci le nostre responsabilità. Quindi, significa dare risposte anche a chi, in questo momento, ha difficoltà con la cessione dei crediti, e si ritrova in una situazione problematica, di persone e aziende che hanno creduto in questa misura e che oggi, alla luce del fatto che il Governo ha voluto smantellare i Superbonus, hanno grosse e grosse difficoltà.

Io mi aspettavo, da questo punto di vista, anche un accenno a questo, da parte della Regione, proprio perché sono arrivate sollecitazioni da più parti, e mi auguro, da questo punto di vista, che si possano fare dei passi in avanti. È quello che abbiamo chiesto in questi mesi, interloquendo, come dicevo, anche con i rappresentanti del comitato per gli esodati del Superbonus. Credo che la Regione abbia tutti i margini e le possibilità, come è stato fatto analogamente, peraltro, anche in altre Regioni, di farsi carico anche di questa possibilità e provare, appunto, per quanto di propria competenza, a fare dei passi in avanti e sbloccare delle situazioni che sono gravose, che riguardano anche le nostre imprese e anche le nostre famiglie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri sugli emendamenti? Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Solo brevemente per illustrare l’emendamento n. 7 e fare anche qualche considerazione rispetto agli ulteriori che sono stati depositati.

L’emendamento n. 7 è un emendamento di natura tecnica che va a intervenire a pagina 35 della risoluzione, condiviso con il collega relatore di minoranza Bargi, e che va per l’appunto a rettificare, precisando meglio, un passaggio relativo a due premesse, barra considerazioni, che sono contenute all’interno della risoluzione.

La prima che va a rettificare è un passaggio relativo alla risoluzione n. 7764 del 13 dicembre 2023. Abbiamo evidenziato come, in relazione alla stessa, sia stato il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, in qualità di amministratore capofila per conto del Governo, che ha replicato e compreso nella posizione italiana questa proposta. Stessa cosa, dello stesso tenore, interviene su un’ulteriore risoluzione citata. Quindi, questo, diciamo così, è l’emendamento omnicomprensivo delle due modifiche.

Rispetto agli ulteriori emendamenti già è stato detto tanto. Parto dal n. 3 della collega Stragliati. È un emendamento assolutamente condivisibile, che è stato oggetto già più volte anche di atti all’interno delle Commissioni e di discussioni rispetto all’attenzione da porre ai minori, specie, per l’appunto, in ambito extrascolastico in queste età un po’ più complesse e complicate. Quindi, si ritiene doveroso accoglierlo. Perché comunque si è parlato tanto di bullismo, di interventi di quello che devono e possono fare le Istituzioni, quindi questo emendamento, l’accoglimento va in questa direzione e in questo auspicio.

Anche l’emendamento 4 del collega Marchetti a nostro avviso è condivisibile, nel senso che la nostra Regione fa parte già della macroregione adriatico-ionica e questa proposta di adesione alla macroregione alpina non solo è condivisibile ma ripercorre anche alcuni passi che questa Amministrazione regionale ha fatto in passato chiedendo di essere ricompresa.

Quindi, direi che c’è anche un lavoro di squadra importante da fare con le ulteriori Regioni interessate, cioè il Veneto, la Lombardia e il Piemonte che sono governate peraltro da coalizioni politiche di centrodestra in cui anche la Lega è presente. Credo che qui vada fatto congiuntamente un lavoro.

Già altri colleghi sono intervenuti sull’ulteriore, il 6, sempre del collega Marchetti che anche questo, come il precedente, da parte nostra è condivisibile e accoglibile.

Abbiamo tutti visto anche quanto è avvenuto durante il provvedimento legato al 110 con aumenti sproporzionati, speculazioni relative alle materie prime. Quindi, è assolutamente fondamentale in campo di energie legate all’eolico, ma anche più in generale, l’attività di sostegno alla ricerca e all’innovazione di materiali innovativi e sostitutivi che limitino anche per la dipendenza dai mercati extra UE.

Per quanto riguarda i restanti, l’1, il 2 e il 5 ‒ ne approfitto anche come dichiarazione di voto ‒ per noi non sono accoglibili. Uno è su tematiche già discusse entrambe, come per esempio quella legata al Piano casa, quindi a questa norma europea, che è un provvedimento che risponde, secondo noi, a una necessità impellente, il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.

Questa riqualificazione non riguarda tutti gli edifici, ma ci sono, come sappiamo, delle eccezioni soprattutto legate alle casistiche più italiane, come nel caso degli edifici protetti o di particolare valore storico o architettonico; quindi, la richiesta di sospendere quel provvedimento per noi non è accoglibile, non va nella direzione giusta, auspicata dal legislatore.

Queste erano, oltre alla presentazione dell’emendamento, le considerazioni e l’anticipo delle dichiarazioni di voto rispetto a questi emendamenti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

In merito agli emendamenti che sono stati presentati, volevo esprimere già adesso il voto favorevole per l’emendamento a firma della consigliera Stragliati, che, tra l’altro, propone un’iniziativa che il Comune di Bologna ha adottato ieri, ossia quella di tenere le scuole aperte al pomeriggio, e ha messo a disposizione anche delle risorse che aveva, quindi condividiamo questo aspetto di utilizzare le scuole anche il pomeriggio per dare un ambiente ai ragazzi per ritrovarsi, vecchia questione che è bene abbia attuazione.

Come Europa Verde siamo favorevoli anche all’emendamento a firma del consigliere Marchetti, quello che fa riferimento all’adesione alla macro regione, perché unificare le proprie energie in un campo come quello del bacino padano è fondamentale, e siamo favorevoli anche all’ultimo emendamento del consigliere Marchetti, che invita a perfezionare e ad intensificare gli aspetti di ricerca di materie alternative a quelle di cui, purtroppo, non disponiamo in Europa a sostegno delle tecnologie rinnovabili.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Atri sugli emendamenti? Io non ho altri iscritti a parlare sugli emendamenti.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti e risoluzione.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Scusi se l’ho interrotta, collega.

Visto che l’assessore Calvano ha toccato alcuni temi su cui prima, anche per questioni di minutaggio, non ho potuto fare una relazione un po’ più ampia, approfitto di questa dichiarazione di voto per aggiungere alcune considerazioni. L’assessore Calvano ha adottato un leitmotiv durante tutta la discussione, anche in Commissione, che suona così: visto che si avvicinano le elezioni europee, parliamo di come vorremmo l’Unione europea, non parliamo di Unione europea sì, Unione europea, no.

A me sta benissimo, però abbiamo posto delle questioni che non sono a nostro avviso di secondaria importanza. Lo sbilanciamento macroeconomico all’interno dell’Unione europea, che per vent’anni ha dettato le sorti anche nel nostro Paese, portando a un impoverimento, all’utilizzo di austerità per impoverire ulteriormente, perché, ripeto, se non sei in grado di correggere uno squilibrio utilizzando il tasso di cambio come leva per farlo sfogare, devi intervenire per forza sulla domanda interna. E domanda interna vuol dire povertà; vuol dire austerità, vuol dire mettiamo mano ai risparmi, al patrimonio degli italiani, con tutta una serie di politiche che oggi ci trasformano in tutta questa grande operazione di transizione ecologica che di fatto, come vediamo anche dalla questione tanto discussa delle cosiddette case green, va a pesare direttamente sulle famiglie. Questo è un qualcosa di cui in qualche modo bisogna che prendiamo atto e iniziamo a discutere. Così come dobbiamo discutere degli strumenti che vengono utilizzati per individuare i buoni e cattivi dentro l’Unione europea. È solo il debito pubblico l’elemento che ci fa capire, o meglio, il rapporto debito pubblico-PIL, l’elemento che ci fa capire chi è buono e chi è cattivo? Se uno va a vedere le procedure per squilibri macroeconomici – la Macroeconomic Imbalance Procedure dell’Unione europea prevista nei Trattati – ci sono dodici o quattordici indicatori per poter andare a individuare quali sono ragioni critiche. Peccato che i nostri giornali, ma la stessa Commissione europea, i suoi stessi funzionari, ne usino due: rapporto debito-PIL che tra l’altro non ha fondamenti economici e rapporto deficit-PIL, che non ha fondamenti economici. È praticamente ciò che usava la Francia pre-Unione per tenere sotto controllo la situazione macroeconomica riportata nell’Unione.

Ma non ci sono fondamenti. Ci sono altre tematiche. Io prima ho citato il debito estero, che ad esempio invece ha avuto conseguenze più devastanti rispetto alle economie in giro per il mondo, ma anche prossime a noi, tipo la Grecia, o ricordo, i cosiddetti PIGS di qualche anno fa, durante la crisi dei debiti sovrani.

A questo aggiungiamo anche… Prima qualcuno ha detto “all’Europa noi serviamo”. E come, se serviamo! Se noi prendiamo il discorso legato a tutti i finanziamenti europei, i fondi europei, compreso il PNRR, ma ci vengo dopo, e andiamo a prendere i dati 2021-2022 su quelli che sono stati i trasferimenti da e per l’Italia e l’Unione europea, ci accorgiamo che abbiamo un saldo negativo di quasi 97 miliardi. Vuol dire che noi siamo un contribuente netto che negli ultimi vent’anni ha dato quasi 100 miliardi all’economia europea, usati… Chiaramente in parte ritornano, per questo c’è il saldo netto negativo, ma in parte ritornano con politiche scelte da loro e questi 96 persi sono andati evidentemente ad altre economie.

Se io volessi anche fare il buono… Volendo fare il buono, ma il non corretto, considerando la parte […], la parte a fondo perduto del PNRR e del NextGenerationEU sul 2021-2022 sono circa 32 miliardi per l’Italia. Posso ridurre a 64, 65 circa il saldo negativo, ma sarebbe un grave errore, perché quella parte è comunque a debito, un debito che pagheranno i nostri cittadini, perché tutto il PNRR è da restituire: la parte presa a debito dagli Stati, la parte del fondo perduto tramite tassazione molto probabilmente, tramite risorse proprie del bilancio europeo, ma se non attivano nuove tasse, io non so dove li possano andare a prendere, tant’è che si discute di questa carbon tax e delle implicazioni che potrebbe avere a livello inflattivo sul continente e quindi costo per i cittadini.

Quindi, quando si dice non diciamo sì o no, diciamo come, io dico che a me il come va benissimo. C’è da riprendere i Trattati, rivederli tutti. C’è da rivedere il ruolo della moneta unica, perché così non funziona. C’è da rivedere anche il sistema di debito comune, perché evidentemente va a gravare sempre di più su alcuni, anche perché la tassa dove pensate che peserà di più? Dove c’è popolazione maggiore e in grado di spendere, perché è evidente che cade soprattutto lì.

Quindi, ha di fatto una sovrastruttura che in questi 25 anni da parte del nostro Paese non può che registrare una sonora bocciatura, bocciatura che siamo costretti a dare, anche come un segnale, a questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Sono le ore 12,58. Non abbiamo tempo per continuare con le dichiarazioni di voto e a seguire con le votazioni; quindi, dichiaro chiusa la seduta del mattino.

Ci rivediamo alle ore 14,30. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,58

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI; Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI e la consigliera Lia MONTALTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

8199 -  Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche all'art. 2 della legge regionale n. 28 marzo 2014, n. 2 (Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura e assistenza)". (13 03 24) A firma dei Consiglieri: Costi, Sabattini, Maletti, Amico, Rossi, Bondavalli, Zappaterra, Dalfiume, Pillati, Costa, Mumolo, Gerace, Rontini, Mori, Caliandro, Daffadà, Bulbi, Molinari, Soncini, Paruolo

 

8218 -  Progetto di legge di iniziativa popolare recante: "Interruzione del processo in corso diretto all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'art. 116, comma III Cost.", ai sensi dell'art. 9, comma 7, della legge regionale n. 34/1999 e successive modificazioni. (Deliberazioni della Consulta di garanzia statutaria di ammissibilità n. 13 del 19 luglio 2023, pubblicata nel BURERT n. 198 del 21 luglio 2023 e di validità n. 16 del 13 marzo 2024, pubblicata nel BURERT n. 80 del 18 marzo 2024)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

RISOLUZIONI

8195 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo e il Parlamento a disporre una modifica legislativa che consenta di applicare l'aliquota IVA agevolata del 10% agli interventi di difesa del suolo e di mitigazione del rischio idrogeologico, in luogo dell'attuale aliquota ordinaria del 22%, in modo da potenziare l'efficienza e l'efficacia degli interventi finanziati anche nell'ambito del PNRR. (13 03 24) A firma dei Consiglieri: Daffadà, Sabattini, Bulbi, Costi, Molinari, Dalfiume, Costa, Pillati, Montalti, Mumolo, Zappaterra, Rontini, Caliandro

 

8204 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affinché l'Italia ritorni ad assumere una posizione di mediatrice negli attuali conflitti, a partire dal ritiro delle sanzioni e della fornitura di armi ai vari contendenti. (14 03 24) A firma dei Consiglieri: Bargi, Montevecchi, Bergamini, Facci, Catellani, Liverani

 

8210 -  Risoluzione relativa al caso della cittadina italiana detenuta in Ungheria in modo non conforme alle norme europee ed internazionali sul rispetto dei diritti umani. (15 03 24) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Mori, Costa, Rossi, Dalfiume, Caliandro, Zappaterra, Pillati, Sabattini, Costi, Gerace, Fabbri, Montalti

 

8220 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché provveda con urgenza al rifinanziamento degli investimenti destinati alla realizzazione del programma denominato «Verso un ospedale sicuro e sostenibile», nel più ampio quadro di un'azione politica a sostegno del Servizio sanitario nazionale e regionale. (19 03 24) A firma della Consigliera: Piccinini

 

8221 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi promotrice della tempestiva adozione, da parte del Governo, di norme attuative della legge delega 7 aprile 2022, n. 32, in materia di congedo di paternità obbligatorio paritario, per una piena condivisione tra madri e padri del lavoro di cura. (19 03 24) A firma dei Consiglieri: Mori, Caliandro, Costi, Pillati, Costa, Zappaterra, Sabattini, Amico, Dalfiume, Montalti, Rontini, Marchetti Francesca, Mumolo

 

8223 -  Risoluzione inerente i fatti accaduti a Pisa, durante una manifestazione studentesca, con particolare riguardo alla gestione delle proteste e all'uso della forza da parte delle autorità. (20 03 24) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Costa, Mori, Dalfiume, Caliandro, Amico, Zappaterra, Fabbri, Costi, Pillati, Sabattini, Rontini, Zamboni, Marchetti Francesca

 

8224 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo affinché adotti con urgenza iniziative tese a prorogare, anche per l'anno 2024, l'esenzione dell'IMU per i fabbricati inagibili, ubicati nei comuni ancora interessati dallo stato di emergenza sisma 2012. (20 03 24) A firma dei Consiglieri: Costi, Zappaterra, Sabattini, Maletti, Caliandro, Costa, Mumolo, Dalfiume, Pillati

 

8230 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere le Province del territorio regionale e la Città metropolitana di Bologna nell'installazione dei guardrail DSM, cosiddetti "guardrail salva motociclisti", nei tratti stradali a più alto rischio di incidenti. (21 03 24) A firma dei Consiglieri: Pelloni, Mastacchi

 

8231 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare e implementare le disposizioni in materia di contrasto al fenomeno delle aggressioni al personale sanitario e a rendere operativo e disponibile per le Aziende Sanitarie il sistema di segnalazione informatizzato, denominato Segnal-ER, che raccoglierà le segnalazioni di aggressioni per una loro analisi e controllo tempestivi. (21 03 24) A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti

 

8232 -  Risoluzione proposta dal relatore Marco Fabbri e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione europea 2024. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea". (21 03 24)

 

8245 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare campagne promozionali a favore del consumo di miele italiano, e, nello specifico, di quello prodotto nel territorio regionale, nonché a sostenere con criteri premiali i prodotti a km 0 negli acquisti alimentari della pubblica amministrazione. (25 03 24) A firma del Consigliere: Facci

 

INTERROGAZIONI

 

8196 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai rincari delle bollette del gas, con particolare riguardo al rispetto delle finestre utili alla comunicazione dell'autolettura da parte dei cittadini e alle modalità con cui viene determinato il consumo stimato dei metri cubi di gas in bolletta. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8197 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al trasferimento della sede e delle attività di ENEA - Centro Ricerche Bologna, con particolare attenzione alla realizzazione del progetto "Sorgentina RF" e alle sue ricadute occupazionali nel territorio dell'Appennino. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8198 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al raggiungimento dei punti condivisi nel protocollo di Intesa tra Regione Emilia-Romagna ed associazioni di categoria delle farmacie convenzionate, con particolare attenzione ai punti prioritari riportati nell'addendum del 28 luglio 2023. A firma dei Consiglieri: Costa, Bondavalli, Caliandro, Dalfiume, Pillati

 

8200 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla recente regolamentazione regionale dello svolgimento di attività sanitaria, con particolare attenzione ai quesiti presentati al riguardo dall'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8201 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al progetto per la realizzazione di una Anatomia Patologica Unica della Romagna. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Liverani

 

8202 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere quali siano stati i risultati ottenuti in base al progetto regionale "Prevenzione della mortalità correlata all'assunzione di eroina adulterata con derivati del fentanil", di cui alla delibera di Giunta regionale 2095/2018. A firma del Consigliere: Facci

 

8205 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'esito dell'incontro che, secondo notizie di stampa, si sarebbe tenuto lo scorso 12 marzo, tra Regione Emilia-Romagna, Ausl e Azienda ospedaliera Universitaria di Modena, sul tema delle risorse da destinare al personale sanitario. A firma del Consigliere: Bargi

8206 -  Interrogazione a risposta scritta sull'opportunità di effettuare una revisione della riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza, al fine di garantire concretamente la continuità assistenziale H24, anche alla luce del recente decesso di una donna incinta, avvenuto presso l'ospedale Franchini di Montecchio (RE). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8207 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda rivedere i progetti di riorganizzazione di emergenza-urgenza nella provincia reggiana, dopo il decesso di una donna incinta, avvenuto presso l'ospedale di Montecchio (RE). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

8208 -  Interrogazione a risposta scritta circa la dinamica del tragico decesso di una donna incinta, avvenuto di fronte all'Ospedale Franchini di Montecchio Emilia (RE). A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

8209 -  Interrogazione a risposta scritta circa i dati relativi all'invio dell'automedica per il soccorso di pazienti in codice rosso. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Catellani, Stragliati, Bergamini, Rainieri, Delmonte, Occhi

 

8211 -  Interrogazione a risposta orale in commissione circa l'opportunità di fissare un termine certo per la presentazione dello studio dell'Ausl di Bologna sull'impatto sulla salute dei residenti più colpiti dall'inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell'aeroporto Marconi. A firma della Consigliera: Zamboni

 

8212 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno attivarsi per definire una strategia, anche a livello nazionale, chiedendo la nomina di un commissario, per gestire in modo efficace e coordinato l'emergenza costituita dalla diffusione del granchio blu che impatta negativamente sulla produttività delle aziende di molluschicoltura locali e su tutto l'indotto. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8213 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative da mettere in campo con urgenza contro la guerra e il rischio di conflitto nucleare, alla luce della grave situazione internazionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8214 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al Regolamento per la gestione degli ungulati in Emilia-Romagna (Regolamento regionale 27 maggio 2008, n. 1) e alle misure da adottare al fine di contrastare la diffusione della peste suina africana sul territorio regionale, con particolare riguardo alla sospensione dell'attività venatoria. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8215 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle tempistiche previste per la presentazione all'Assemblea legislativa delle Linee di indirizzo per le aziende sanitarie e del Piano per ridurre le liste d'attesa. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Stragliati

 

8216 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda interloquire con il comune di Casalecchio di Reno (BO) in merito alle azioni strutturali da intraprendere per limitare il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti e alla possibile introduzione di modalità di raccolta differenziata alternative al porta a porta. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8222 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere i risultati delle azioni previste nella delibera di Giunta n. 2000/2019 - Strategia regionale per la riduzione dell'incidenza delle plastiche sull'ambiente. A firma del Consigliere: Facci

 

8225 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sull'allarme inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e sui potenziali effetti nocivi sulla salute dei cittadini dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni

 

8227 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per il trasferimento del CAU di Fornovo di Taro (PR) presso la struttura individuata come sua sede definitiva e per garantirne la piena operatività h24, sette giorni su sette. A firma del Consigliere: Rainieri

 

8228 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibile rimozione dei capanni balneari storici presenti sul litorale ravennate, in conseguenza del mancato rinnovo della concessione demaniale. A firma del Consigliere: Liverani

 

8229 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere gli intendimenti della Giunta in merito al progetto di ampliamento della discarica sita nel comune di Baricella (BO). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8233 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia l'attuale situazione dei lavori di elettrificazione delle linee ferroviarie della regione Emilia-Romagna gestite da FER S.r.l. e quali le date di completamento dei lavori per ciascuna linea. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8235 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda rinnovare, per il prossimo anno scolastico 2024/2025, il provvedimento di gratuità della retta degli asili nido per i residenti nei comuni montani e, se sì, con quali tempi e modalità. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

8236 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando verranno ultimati i lavori determinati dalla costruzione del ponte ferroviario sopra la Pedemontana. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

8238 -  Interrogazione a risposta scritta sulle misure da adottare al fine di contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e le violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto alla luce delle risultanze di ispezioni recentemente effettuate nel quartiere fieristico di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8239 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda attivarsi per l'istituzione di un Ente Parco per il canale Navile, nell'ambito di una politica di complessiva riqualificazione, tutela e promozione dell'area. A firma della Consigliera: Piccinini

 

8240 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per far fronte al fenomeno dell'erosione delle spiagge della costa romagnola a causa delle mareggiate invernali, con particolare riguardo alla situazione di San Mauro Mare. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8241 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda attivarsi per attuare una proroga dei termini nell'avvio delle opere in quei comuni, colpiti dal sisma del 2012, in cui siano stati riscontrati ritardi dovuti a difficoltà tecniche non imputabili ai cittadini. A firma del Consigliere: Bargi

 

8242 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda intervenire sul Governo e in particolare sul MEF, perché siano disposti i risarcimenti previsti dal DL n. 36 del 2022, a fronte delle sentenze definitive relative all'eccidio nazifascista di Cervarolo, accelerando le procedure del Decreto interministeriale 28 giugno 2023. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

8243 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa lo stato di conservazione del canale Gobbino (Bellocchio), area ricadente all'interno della Rete Natura 2000, con particolare riguardo alle misure utili per ridurre il fenomeno di insabbiamento delle foci ed evitare altresì l'erosione della costa. A firma del Consigliere: Fabbri

 

8244 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere lo stato attuale delle interlocuzioni con le associazioni dei produttori di generatori di calore a biomassa per uso civile, con particolare riguardo all'esigenza di armonizzare il nuovo pacchetto di norme UNI EN 16510 con la normativa attualmente in vigore. A firma del Consigliere: Occhi

 

8247 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'opportunità di promuovere patti pubblico-privato, compatibili con la normativa vigente e gli equilibri di bilancio, in grado di contribuire a sbloccare i crediti fiscali del Superbonus 110% per dare risposta a cittadini e imprese. A firma della Consigliera: Zamboni

 

INTERPELLANZE

 

8203 -  Interpellanza circa l'effettivo rispetto dell'atto di indirizzo n. 6165, approvato dall'Assemblea legislativa il 20 dicembre 2022, relativamente alla necessità di superamento del divario digitale nelle aree interne e della montagna. A firma del Consigliere: Facci

 

8217 -  Interpellanza relativa agli interventi strutturali necessari per stabilizzare le strade di montagna minacciate dal rischio frane, con particolare riguardo alla situazione della strada provinciale SP79 Pian di Balestra. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8219 -  Interpellanza relativa alle misure da adottare per far fronte ai danni causati ai residenti dalla frana di Villa Sassonero, frazione di Monterenzio (BO). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8237 -  Interpellanza relativa alla legge urbanistica regionale e alla criticità costituita dal consumo di suolo, a partire dal capoluogo regionale e dal suo quadrante nord–est, con particolare riferimento al progetto F.I.CO. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8246 -  Interpellanza per sapere se la Giunta ritenga opportuno apportare modifiche alla L.R. n. 28/2019, sul contrasto ai fenomeni di sovraindebitamento, al fine di rendere questo strumento normativo ancora più conosciuto e utilizzato e di ostacolare il consolidamento di forme di illegalità come l'usura. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7829 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'invasione di pappagalli verdi nella pianura bolognese, che ha già causato gravi danni al comparto della frutticoltura. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7853 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al divieto di transito per i veicoli di massa superiore a 7,5 t. sulle Strade Provinciali 37 Ganzole e 58 Pieve del Pino (BO). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7855 -  Interrogazione a risposta scritta circa la conservazione e valorizzazione del Casino dei Boschi di Carrega. A firma dei Consiglieri: Gerace, Daffadà

 

7857 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'ottemperanza all'Ordinanza del TAR Emilia-Romagna n. 543, del 7 settembre 2023, riguardo alle date di fine prelievo venatorio di alcune specie. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7865 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle frane che si sono verificate nell'area pianorese della Val di Zena, a causa delle piogge dei giorni scorsi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7869 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le intenzioni di aMo (Agenzia per la mobilità di Modena) e di SETA (Società Emiliana Trasporti Autofiloviari) riguardo l'attuale stazione delle corriere di Pavullo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

 

7871 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'esercizio della caccia di selezione al cinghiale nel comune di Quattro Castella (RE), all'interno dell'Oasi di protezione della fauna di Bianello, con particolare riguardo agli effetti sulla fauna selvatica presente all'interno dell'area protetta. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7873 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno superare il "Piano di contenimento della nutria" per predisporre un singolo Piano per il contrasto di tutta la fauna con abitudini fossorie. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pompignoli, Facci, Rainieri, Liverani, Occhi

 

7889 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a una recente aggressione di un branco di lupi ai danni di un allevamento di cavalli, avvenuta ad Anzola Emilia (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7918 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni e ai progetti da avviare per consentire alle comunità rurali e alla società regionale di ritrovare modalità di convivenza con la specie Lupo. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7937 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda attivarsi per aiutare quei cittadini, colpiti dall'alluvione del 2023, che non sono in grado di anticipare le spese, a fronte di un successivo rimborso, per ripristinare le proprie abitazioni principali. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

7941 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli abbattimenti dei cinghiali, al fine di contrastare il diffondersi della Peste Suina Africana, con particolare riguardo alle province di Parma e Piacenza. A firma dei Consiglieri: Occhi, Stragliati, Rancan

 

7946 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se corrispondano al vero le notizie in merito agli abbattimenti di daini all'interno del perimetro di validità della Delibera di Giunta Regionale n. 140/2021 e, dunque, al non rispetto delle disposizioni contenute in tale delibera. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7952 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al mancato intervento di soccorso a un esemplare di Fenicottero rosa, con un'ala spezzata, morto sulla spiaggia di Lido degli Scacchi, nel territorio del comune di Comacchio (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7988 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle liste di attesa per l'erogazione di esami e visite specialistiche presso l'AUSL di Modena. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7990 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla situazione dei tempi di attesa per ottenere gli appuntamenti per eventuali cure/terapie, stabilite in fase di prima visita odontoiatrica, in alcuni ospedali dell'AUSL di Modena. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7991 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano gli interventi previsti dal prossimo Piano programmatico provinciale riferiti alla manutenzione della Sp 19, strada rilevante per il traffico veicolare del Ferrarese. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7992 -  Interrogazione a risposta scritta circa le motivazioni che, in data 1° febbraio 2024, hanno portato a una partenza anticipata della corriera 552 di Tper delle 14,10, dalla fermata di "San Giovanni in Persiceto stazione", rispetto a quanto previsto dall'orario in vigore dal 15 settembre 2023. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7997 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla probabile sospensione di uno studente, rappresentante d'istituto dell'I.T.E.S. Barozzi di Modena. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Maletti, Costi

 

8006 -  Interrogazione a risposta scritta circa la situazione dei passaggi a livello situati nel comune di Villanova sull'Arda (Piacenza) e le criticità riscontrate per la sicurezza della circolazione stradale e ferroviaria. A firma del Consigliere: Rancan

8010 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla disponibilità e all'assegnazione di alloggi ERP a Piacenza e nei comuni della provincia. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

8026 -  Interrogazione a risposta scritta sulle condizioni in cui si trovano le sale d'attesa delle stazioni ferroviarie, lungo le tratte di competenza regionale, nel territorio ferrarese. A firma del Consigliere: Bergamini

 

8038 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla non praticabilità degli ascensori della stazione ferroviaria del comune di Camposanto (MO) e ai conseguenti disagi per l'utenza. A firma dei Consiglieri: Costi, Sabattini, Maletti

 

8050 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riduzione delle attività commerciali al dettaglio nelle città emiliano-romagnole. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

8051 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione Emilia-Romagna intenda adottare un algoritmo che, secondo notizie di stampa, rileverà nei testi amministrativi elementi discriminatori e non inclusivi, proponendo possibili correzioni. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8060 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno chiarire se esistano limiti all'adesione alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), in particolare per le società con una partecipazione pubblica e, in caso positivo, quali siano tali limiti. A firma dei Consiglieri: Costa, Rontini, Pillati, Zappaterra, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Gerace, Costi

 

8066 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a ritardi segnalati nelle forniture di farmaci e dispositivi medicali alle Aziende sanitarie della provincia di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

 

8070 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'eccessiva presenza di salme in attesa di cremazione, all'interno del Polo Crematorio di Bologna, nel cimitero di Borgo Panigale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8105 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare al fine di migliorare la situazione di lavoro nel trasporto pubblico locale, con riguardo anche ad un episodio di interruzione della fornitura elettrica nei container utilizzati provvisoriamente come uffici e per le operazioni "pre-linea" dal personale di Tper a Cento (FE). A firma del Consigliere: Bergamini

 

8145 -  Interrogazione a risposta scritta riguardo alcuni casi di botulismo bovino registrati in provincia di Parma e per sapere quali azioni sono state messe in campo per arrestare il fenomeno del botulismo nei bovini. A firma del Consigliere: Occhi

 

In data 11 marzo 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali”, alle interrogazioni oggetti nn. 8020, 8024:

 

8020 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se esistono dati aggiornati al periodo post Covid per la Regione Emilia-Romagna sulla copertura del bisogno di cure palliative nei diversi territori. A firma dei Consiglieri: Pillati, Costi, Paruolo, Daffadà, Costa, Soncini, Sabattini, Rontini, Maletti, Caliandro, Zappaterra, Dalfiume

 

8024 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere le iniziative assunte dalla Regione al fine di garantire la reperibilità dei farmaci contenenti enzimi pancreatici a tutti coloro che ne necessitano quali salvavita. A firma del Consigliere: Facci

 

In data 11 marzo 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alle interrogazioni oggetti nn. 7993, 8009, 8062:

 

7993 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alle azioni da intraprendere per dettagliare i requisiti necessari a identificare gli hub urbani e di prossimità e le modalità per la loro costituzione ed il loro riconoscimento, al fine di sostenere lo sviluppo dell'economia urbana e innovare la rete commerciale e dei servizi. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

8009 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione in merito all'individuazione di iniziative per accrescere la capacità progettuale del territorio provinciale di Parma nel campo turistico e, in particolare, per sostenere una piena ripresa dell'offerta relativa alle terme. A firma del Consigliere: Gerace

 

8062 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione sulle numerose segnalazioni da parte di cittadini-utenti emiliano-romagnoli che, a seguito di modifiche unilaterali dei contratti, hanno ricevuto bollette del gas con importi fino a 2/3 volte superiori a quelli precedenti. A firma della Consigliera: Zamboni

 

In data 13 marzo 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 7921, 8037:

 

7921 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere l'esito delle rilevazioni compiute dalla Regione Emilia-Romagna sulla qualità ed efficienza del trasporto pubblico locale, a seguito dell'entrata in vigore del provvedimento "Bologna Città 30". A firma del Consigliere: Facci

 

8037 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito all'iter autorizzativo del gasdotto SNAM "Rete Adriatica" di 657 km. da Massafra (TA) a Minerbio (BO) e all'opportunità di sollecitare l'avvio di un nuovo procedimento di VIA, tenendo anche conto dell'odierna situazione ambientale e paesaggistica e degli scenari energetici profondamente cambiati nel corso degli anni. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetto:

 

7837 -  Interrogazione a risposta scritta circa il rinvenimento di discariche abusive e di rifiuti pericolosi, in particolare contenenti amianto, in varie aree del territorio modenese. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7878 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'aumento del costo dei servizi CRA - Casa Residenza Anziani e CSRR - Centro Socio-Riabilitativo per persone con disabilità, a far data dal 1° gennaio 2024. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7879 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai lavori di ampliamento delle casse di espansione nella valle del fiume Secchia, nel comune di Rubiera (RE), necessari per far fronte al rischio di alluvioni. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7885 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla rottura di tre condotte idriche a Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7904 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento delle rette delle strutture per anziani e disabili, a far data dal 1° gennaio 2024. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

 

8213 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative da mettere in campo con urgenza contro la guerra e il rischio di conflitto nucleare, alla luce della grave situazione internazionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i)

 

La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell’art. 46, lettera j, dello Statuto il Ricorso alla Corte Costituzionale promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri per la declaratoria di incostituzionalità dell’art. 3 della Legge Regionale Emilia-Romagna 28 dicembre 2023, n. 17, concernente: “Disposizioni collegate alla legge di stabilità per l’anno 2024” Rep. 57/2024

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 08/03/2024 al 21/03/2024:

 

DPGR n. 26 del 11/03/2024

Individuazione del rappresentante della Regione Emilia-Romagna all’interno della Consulta dei Sostenitori di cui all’art. 13 dello Statuto di Alma Mater Studiorum Università di Bologna

 

DPGR n. 30 del 14/03/2024

Sostituzione componente Osservatorio per l’Educazione alla Sicurezza Stradale della Regione Emilia-Romagna

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 6 prot. PG/2024/8103 del 25 marzo 2024)

 

LA PRESIDENTE

IL SEGRETARIO

Petitti

Bergamini

 

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